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/in base al manuale di Armando Petrucci (Breve storia della scrittura latina) e al corso
tenuto da Paola Supino allUniversit la Sapienza di Roma/
due tipologie principali: testimonianze su materie dure (1) / ~ su materie morbide (2)
Unaltra tesi che oggi forse trova pi consenso presuppone una derivazione diretta
dallalfabeo dagli etruschi.
-
L' alfabeto modello (1) che si vede sul reperto archeologico (dal 650 a. Cr.) scritto da
destra a sinistra. Il reperto una tavoletta d'avorio (cm 8.8 x cm 5) proveniente da
Marsiliana d'Albegna (Grosseto, Italia) ed attualmente esposto nel Museo Archeologico di
Firenze.
Quello che sicuro, che il latini nel sec. 7 a.Cr. svilupparono il loro alfabeto.
Caratteristiche delle lettere dellalfabeto latino nella sua fase pi antica (fino alla met del 3.
sec. a. Cr.) (2):
-
aspetto epigrafico dei caratteri (monumentali) (luso privato della scrittura non
aveva consistente diffusione, ed era strettamente dipendente dai modelli grafici di tipo
monumentale) si sente anche qui linfluenza della scrittura etrusca legata
essenzialmente ad un uso religioso con forme rigide epigrafiche
andamento / ductus posato (testi vergati per lo pi su materie dure (pietra, metallo,
avorio)) scrittura disegnata pi che scritta (pochi legamenti tra le lettere, non
presenta inclinazione, esecuzione lenta andamento corsivo)
lineamento incerto
lettere staccate, inuguali (forme poco geometriche)
A con traversa obliqua
E, F con le aste minori che formano angolo acuto, obliquo
H chiusa in alto e in basso
L con base obliqua
M, N con forme diverse
P con occhiello aperto
R nella forma ro greco (influenza greca)
S con forma angolare
U con la forma dellipsilon
introduzione di G nel 3. sec. a. Cr.
Prime testimonianze in alfabeto latino (si tratta esclusivamente di scritture maiuscole (cio
lettere comprese in un sistema bilineare caretteri minuscoli al contrario si inseriscono in un
sistema quadrilineare con aste ascendenti e discendenti):
1. La pi antica testimonianza in alfabeto latino (3): una spilla doro di circa 10 cm, la
cosiddetta Fibula prenestina: porta la sottoscrizione dellartigiano Manius (pi il nome del
committente). del 670-650 a. Cr.
MANIOS MED FHE FHAKED NUMASIOI
Cui corrisponde, in latino classico: MANIUS ME FECIT NUMASIO, quindi Manio mi fece
per Numerio.
-os per il nominativo Manios avrebbe fatto loggetto
SUODALES MAMRTEI
( Lucio Cornelio Scipione Barbato, figlio di Gneo, uomo forte e sapiente, il cui aspetto fu in
tutto pari al valore, fu console, censore, edile presso di voi. Prese Taurasia e Cisauna nel
Sannio, assoggett tutta la Lucania e ne port via ostaggi) o (Cornelio Lucio Scipione
Barbato, generato da Gnaeus suo padre, uomo forte e saggio, la cui apparenza era in armonia
con la sua virt, che fu console, censore , e edile fra voi - Cattur Taurasia, Cisauna, il Sannio
- soggiog tutta la Lucania e liber ostaggi.)
Tra laltro testimonia la capitale epigrafica romana (la denominazione capitale risale al fatto
che nellAlto Medioevo venivano disegnate con essa i titoli, le iniziali nei codici) ormai
canonizzata (1. sec. a. Cr.), che fornir i suoi migliori esempi nellepoca augustea:
-
la Colonna di Traiano (7) ( basamento: ricordo della ragione per cui fu innalzato)
R aperta
Si tratta in tutti e cinque i casi di forme dettate dalla tecnica della scrittura a sgraffio che
rendeva difficile di eseguire sia tratti orizzontali, sia tratti curvi.
La progressiva diffusione delluso della scrittura nei secoli pi recenti (2-1 sec. a.C.) port
come conseguenza unulteriore modificazione del tratteggio dettata dalla rapidit
dellandamento corsivo (necessit di scrivere rapidamente e di diminuire al massimo il
numero dei tratti).
La capitale corsiva acquist un aspetto tipizzato fra il 1. sec. a. C. ed il 1. sec. d. C. grazie
soprattutto ai nuovi supporti di scrittura che si diffusero nellImpero: questo tipo di scrittura
infatti veniva usato piuttosto su materie morbide, flessibili, come la tavoletta cerata1 e il
papiro2. Le caratteristiche principali della capitale corsiva romana sono la tendenza alla
quadrilinearit, cio alle forme preminuscole e lassenza di legature. Si notano infine due
elementi nuovi:
-
B a pancia sinistra:
D preminuscola:
tratteggio dettato dalla rapidit del ductus (diminuzione del num. dei tratti)
La corsiva eseguita a calamo su papiro si diffuse sempre pi nelluso fino a diventare fra il 23 sec. d. C. la scrittura esclusiva dellamministrazione civile e militare dellImpero in ogni sua
regione, diventando cos addirittura uno dei simboli del potere: col tempo le sue
caratteristiche di corsivit e di scorrevolezza si accentuarono.
- le tavolette cerate pompeiane (8): si vede una scrittura disarticolata, ma non cos come nel
caso delle scritture eseguite su materia dura (marmo), si vedono poi gli esempi della
tipizzazione appena descritta
- la capitale corsiva su papiro (9): sul papiro documentario (si tratta della vendit di uno
schiavo) si verifica una scrittura rotondeggiante nelle forme, con sempre pi frequenti
legature fra le lettere diverse
Almeno dal 2. sec. d. C. il papiro fu adoperato per produrrre libri non pi in forma del rotolo,
ma anche in forma di codice, cio di un insieme di fascicoli di misura pi o meno quadrata,
cuciti e rilegati insieme. La fortuna di questa nuova forma di libro, molto pi maneggevole e
pratica sia per la lettura che per la scrittura fu sempre crescente nei secoli seguenti. Ma gi
secoli prima, nella Roma antica (cio nellepoca di Cesare e Cicerone), allepoca della nascita
di una vera e propria letteratura latina, esistevano libri scritti su diverse materie. La
produzione del libro (su pelli, tessuti) era organizzata in botteghe artigiane con dipendenti che
immettevano sul mercato le edizioni manoscritte dei testi letterari pi diversi.
1
Supporto di scrittura pi usuale nellAntichit. Le tavole che prima si forano e si riuniscono in polittici,
vengono adoperate soprattutto per scrivervi appunti scolastici, conti, lettere. Siccome la cera inserita nella parte
scavata delle tavolette poteva essere raschiata, luso dei singoli pezzi non era praticamente limitato.
2
Materia scrittoria di origine vegetale: pianta di notevole altezza (3-4 m) originaria in Egitto, lungo il Nilo.
Tagliata la pianta, il tronco viene levato per ottenere le fibbre interne, poi le striscioline vengono accostate e
incollate luna allaltra formano una scheda quadrangolare, dopo gli strati di striscie si sovrappongono, il
foglio cos ottenuto viene poi battuto e seccato al sole. Una ventina di fogli incollati formano infine un rotolo.
Il modello della capitale libraria romana (detta anche rustica) usata almeno dal 1. sec. d. C
fino al 6. sec. (dal 4. sec. si assiste alla progressiva diffusione di altre scritture librarie, come
lonciale, la minuscola) vicino a quello della capitale epigrafica, ma con alcune
caratteristiche dovute alla flessibilit dello strumento scrittorio (calamo) e alla morbidezza del
supporto di scrittura (papiro, pi tardi pergamena), cio alla relativa tecnica di esecuzione.
si tratta di una scittura posata, che mantiene la rigida separazione delle lettere fra loro,
lassoluta uniformit del modulo, la sicura bilinearit e lassenza di elementi corsivi
ulteriori caratteristiche della capitale libraria: chiaroscuro molto accentuato,
larrotondamento degli angoli, laggiunta al termine delle aste di trattini di coronamento, in
genere la morbidezza e la vivacit dellesecuzione
Soprattutto dagli ultimi secoli del suo uso ci sono rimaste numerose testimonianze, fra cui
alcuni codici integri o frammentari di lusso che contengono testi dellantico patrimonio
letterario latino (in opposizione alla nuova letteratura cristiana), e prima di tutti Virgilio.
-
graffiti romani (200 esempi) nella chiesa di San Sebastiano, dovuti a pellegrini
provenienti da ogni parte dellImpero: tutti in scrittura usuale ricca di forme minuscole
Nei secoli 3-5, la produzione di libri in minuscola primitiva (in forma di rotolo, poi anche di
codice), contenenti testi giuridici, autori di scuola come Virgilio, glossari e testi cristiani,
sarebbe diventata sempre pi diffusa (molti esempi). Questa minuscola rimase invece priva di
una propria tipizzazione.
Comunque relativo a domande come? e quando? esattamente il fenomeno della
minuscolizzazione si verificata, le diverse scuole paleografiche (inanzittutto quella francese
(Jean Mallon) e quella italiana (Cencetti) non sono finora daccordo.
Secondo Mallon il terreno del cambio la scrittura libraria, e la causa sarebbe stato il
mutamento dellangolo di scrittura, da acuto ad aperto ( dato dalla posizione in cui si trova lo
strumento scrittorio rispetto alla riga). Conterebbe infatti la forma del supporto scrittorio, cio
la differenza fondamentale che si verifica tra rotolo e codice (lo scriba nel caso del codice
riesce pi ad orientare il supporto secondo la comodit).
Alla tesi della scuola francese si oppongono alcuni paleografi italiani - tra cui G. Cencetti3
e A. Petrucci) -, affermando che lambiente del mutamento sarebbe stato la scrittura usuale,
il campo della scrittura pi sottoposto alle diverse esperienze della realt quotidiana (si tratta
infatti di una scrittura in continua evoluzione), e di cui si vedono numerosi esempi dal 3. sec.
( scrittura libraria molto pi fissa, canonizzata) Sembrano confermare questa tesi:
-
i graffiti incisi su pezzi di terra sigillata (su terracotta non ancora cotta, ma nemmeno
umidissima) dagli artigiani (persone di livello culturale limitato diffusione sociale
ampia della scrittura) della localit di Condatomagos (1) (Francia) dalla met del 1.
sec.4
sono pezzi molto importanti (stoviglie di uso quotidiano): la scrittura risulta ancora
capitale, in cui si ritrovano forme in minuscolo (Bb: per ragioni di economia si esecuzione
si elimina un occhiello)
E. Casamassima infine ha proposto recentemente una terza tesi, che mette in rilievo
limportanza nellevoluzione della scrittura latina da sistema maiuscolo a quello minuscolo
delle corsive burocratiche adoperate negli uffici amministrativi e militari dellImpero
3
4
tratteggio privo di contrasti (dovuto alluso di un calamo a punta acuta e dura, che non
produce chiaroscuro)
presenza di numerosissime legature fra lettera e lettera (dovute alle esigenze di
velocit, economia grafica nellesecuzione)
modifiche strutturali nella forma delle lettere (non cambia solo laspetto)
variabilit del modulo a seconda della loro posizione rispetto al rigo (anche allinterno
della stessa testimonianza): N leggermente spostata in alto (rimane la forma maiuscola
fino a tardi); a, o, u si alzano sul rigo e assumono un modulo pi piccolo; c, l, si
prolungano al di sotto del rigo e assumono quindi un modulo pi grande
apertura di certi occhielli: a aperta in alto (simile ad una u)
lettere caratteristiche
Con il 4-5 sec. la diffusione della corsiva nuova si generalizza e con il 5. sec. essa diventa
anche a livello usuale e scolastico lunica scrittura corsiva di tutto il mondo romano (
papiri degli uffici dellamministrazione imperiale, ma anche graffiti e documenti privati).
-
tratto a non rispondere pi alle nuove esigenze ed al nuovo gusto. Non a caso: la nuova
religione poneva in pi stretto contatto i centri culturali latini dellImpero con quelli dei
territori di lingua greca, dove si adoperava dalla prima met del 3. sec. una scrittura libraria
con forme elegantemente rotonde (in questo periodo si traducono in latino numerosissimi
codici religiosi dal greco, in lettere greche). Inoltre ladozione della penna doca, come nuovo
strumento scrittorio, che permetteva con grande facilit lesecuzione delle curve, e il
cambiamento del supporto alla pergamena con una superfice molto pi liscia, contribuirono
senzaltro alle tendenze arrotondanti. Piano piano quindi nacque una nuova scrittura latina che
corrispondeva alla necessit imminente di rendere pi elegante e solenne la scrittura libraria
ed insomma alla necessit di contrapporre una scrittura da parte dei cristiani a quella della
nobilt colta non religiosa.
Lonciale, la scrittura di cui la denominazione falsa risale ai paleografi del Settecento (si
tratta di un errore di interpretazione del litterae unciales presente in un passo di San
Girolamo: fa riferimento ad una misura (misura romana corrispondente alla dodicesima parte
del piede (29,6 cm) codici di bellaspetto con il modulo grande nella scrittura certamente
si tratta di codici scritti in capitale), sar la seconda scrittura canonizzata del mondo romano.
Esistono varie opinioni sullorigine di questa scrittura adoperata dal 4. sec. nei codici
contenenti soprattutto testi di autori cristiani: secondo la tradizione paleografica lonciale
sarebbe la stilizzazione arrotondata della capitale libraria (con alcune lettere minuscole (h, l,
p, q, v) scrittura mista).
La nuova scrittura pu essere considerata essenzialmente maiuscola, cio inserita in uno
schema bilineare, pur accettando alcuni segni minuscoli. Lonciale si caratterizza inoltre dalla
scrittura continua e dalla fluidit del tratteggio, che non creano interruzioni di ritmo nella riga
e dal susseguirsi continuo di elementi circolari ( stile proprio di questa scrittura).
- le lettere caratteritiche dellonciale sono:
-
definiranno lonciale anche quando non ci sar pi questa scrittura: p.es. d onciale in una
scrittura umanistica
Lonciale fu adoperata in tutto lOccidente latino come la scrittura libraria di maggiore dignit
dal 4. fino al 8-9 sec., cio fino alla cosiddetta rinascita carolingia. Conosce due periodi: il
primo definito onciale old-style- va dal 4. al 5. sec. e presenta il maggior numero di
codici provenienti da centri di produzione in Africa e in Italia. Tra la fine del 5. sec. e linizio
del secolo seguente si verifica in questa scrittura un mutamento di stile: si contrappone quindi
al tipo old style, lonciale new-style (usando le espressioni di Lowe). La scrittura si
irrigid: il tratteggio perse infatti ogni fluidit, si rinforz e si spezz, il disegno delle lettere
assunse forme sempre pi rigidamente geometrizzate; le aste cominciarono ad uscire
dalloriginario modulo bilineare; la l divent maiuscola e si innalz sul rigo; infine si
presentarono sempre pi elementi ornamentali, accentuati e visibili.
-
- il Livio Vaticano (1) (testimonianza non cristiana, Livio: simbolo della Roma antica) due
carte recuperate di un codice sfascicolato: uno degli esempi pi antichi dellonciale
- scrittura difficile da leggere (non c divisione tra le parole)
- pochissime abbreviazioni
- molte legature
- la Bibbia Amiatina (2) (primo esemplare di Bibbia integrale nella versione latina di San
Girolamo giunto fino a noi)
Fra il 6. e 8. sec. il maggiore centro di produzione di codici in onciale fu senzaltro Roma,
dove grazie a Gregorio Magno si svilupp un centro scrittorio molto attivo al Laterano
(residenza del pontefice), che produsse una quantit notevole di manoscritti (di elevatissima
qualit da ogni punto di vista) contenenti testi liturgici e patristici ed opere dello stesso
pontefice (3). La concentrazione di produzione non avvenne a caso: siamo infatti di fronte ad
un notevole cambiamento nel panorama grafico del mondo occidentale. In Italia in questo
periodo le botteghe basate sullattivit artigianale che producevano i codici su committenza
scompariscono, sempre meno persone sanno scrivere, mentre gli unici centri scrittori saranno
quelli ecclesiastici con scribi esclusivamente religiosi o al massimo quelli per professione. La
stilizzazione romana dellonciale prende la denominazione di onciale romana e si caratterizza
prima di tutto dallo schiacciamento delle forme; dai trattini ricurvi al termine delle aste
orizzontali; dalla d con asta quasi orizzontale; dalla u angolare e dai frequenti nessi.
Da Roma poi di diffondono molti evangelizzatori e con loro molti codici in onciale romana
che arrivano tra laltro in Inghilterra, dove si stilizza ulteriormente lonciale inglese di cui il
massimo prodotto fu la gi presentata monumentale Bibbia Amiatina. LAmiatina5 un
codice di grande formato e con un numero delle carte altissimo (secondo la leggenda ci
volevano pi di 1500 pecore per confezionarlo).
Nel 8. sec. lonciale scompare dalluso anche in Inghilterra, ma la sua storia non finisce
ancora: riappare in Francia, pi precisamente nella corte carolingia di Carlo Magno
(considerato sostenitore della Chiesa arrivano molti codici prodotti a Roma in omaggio a
lui). L fino ai primi decenni del 9. sec. vengono prodotti codici estremamente lussuosi ed
eleganti soprattutto per diretta committenza imperiale, che vanno considerati gli ultimi
esemplari vergati in questa scrittura che dur molti secoli e a cui legata grande parte della
cultura altomedievale.
Il codice doveva essere consegnata al papa Gregorio II dallabate Ceolfrid; ma labate mor durante il viaggio e
il codice non arriv mai a Roma. La Bibbia scomparve, per riapparire circa un secolo dopo nell'Abbazia di San
Salvatore, dove rimase custodita per quasi mille anni ed acquis il nome di Codex Amiatinus. Soppressa l'abbazia
di San Salvatore per volont del Granduca Leopoldo, nel 1786 il Codex Amiatinus fu trasferito presso la
biblioteca Laurenziana in Firenze. E' conservato tutt'oggi presso la Biblioteca Laurenziana, cui costituisce uno
dei pi importanti tesori.
Alla fine del 5. sec. si elabora presumibilmente negli scrittori ecclesiastici delle provincie
romane in Africa (litterae africanae Medioevo: si riferisce alla localit dove si sarebbe
elaborata) una nuova scrittura libraria che rappresenta lultima fase della gi menzionata
minuscola antica-primitiva.
In Afirca infatti, grazie al Regno Vandalo (attuale Marocco, Algeria, Tunisia), si pu
osservare un cosiddetto rinascimento vandalo per cui molte scuole si riaprono e si avviano
delle attivit culturali molto vivaci. (Cassiodoro che fonda la scuola in Calabria richiede libri,
codici allAfrica!).
Cipriano: tanti testi
Fulgentio
Avevano quindi bisogno di una nuova scrittura libraria per i tanti codici duso, che
tramandavano testi liturgici e patristici. Rispetto alla minuscola libraria dellepoca precedente
le caratteristiche di questa nuova tipizzazione erano:
-
Per distinguere questa minuscola del 6. sec. da quella dellepoca precedente (3-4. sec.), i
paleografi adoperano per essa il termine di semionciale, tenendo conto che si tratta soltanto
di un termine convenzionale e potenzialmente equivoco, in quanto questa tipizzazione libraria
della minuscola non ha diretto rapporto con lonciale.
Le lettere caratteristiche della semionciale sono:
-
a aperta
r tipicamente minuscola
scritto di S. Ilario (nella rinnovata minuscola libraria) (4), copiato da emigrati africani
(probabilmente da Fulgentio da Ruspe, vescovo) in Sardegna poco prima del 510 (di
grande valore paleografico, perch la sua datazione certa: anno quarto decimo
Transamund regis attraverso lui ed altri vescovi esiliati, la semionciale arriva nei
centri ecclesiatici della Penisola.
Sulpicio Severo prodotto nel centro scrittorio della cattedrale di Verona, di mano del
locale lettore Ursicino nel 517 (oggi nella Biblioteca Capitolare di Verona) in
base alla qualit di quasi tutti i codici provenienti da Verona, risulta che il suo
scriptorium doveva essere di modeste possibilit: la pergamena usata di solito non era
di ottima qualit, tanto che sulla superficie si vedeva lombra dei peli.
Altri importanti codici in semionciale furono prodotti a Napoli, a Roma e nel monastero di
Vivarium (Calabria, fondato da Cassiodoro) nella seconda met del 6. sec.
La semionciale che non raggiunse mai una vera e propria canonizzazione - si adoperava in
questi secoli paralellamente con lonciale canonizzata (riservata per i testi biblici e liturgici)
soprattutto per copiare testi di studio e di lettura in uso nelle scuole religiose e nelle
communit (testi patristici, autori cristiani,...). Venne largamente usata fino alla fine del 7.
sec. in tutta lEuropa e infine rinacque nello scrittorio carolingio di San Martino di Tours
in pochi, ma elegantissimi esemplari fra il 8-9 sec.
A questo punto finisce il primo periodo della scrittura romana (1-6 sec.), che fu caratterizzata
da una certa unit della scrittura in un territorio molto vasto (si scriveva allo stesso modo
dappertutto).
Qualche filo di continuit con la cultura romana comunque rimase: sopravivenza di alcune
tradizioni romane, gran parte dei funzionari nellamministrazione rimane, mantenimento di
rapporti con nobili intellettuali romani (Simmaco, Boezio). Ma questo metodo di Teodorico
(454 Ravenna, 526, secondo dei re barbari di Roma), secondo cui il sovrano aveva rispetto
per la romanit (fece anche restaurare molti edifici romani destrutti durante le guerre), era
destinato a fallire: Giustiniano, limperatore bizantino, volle riconquistare le provincie
italiane conseguenze disastrose: guerra lunga e sanguinosa tra 535-553 lItalia si trov
in assoluta povert, gli gruppi intellettuali si trovarono allontanati, i centri culturali si
spostarono in Oriente, p.es. a Costantinopoli).
-
la progressiva diminuzione del numero degli alfabeti e delluso sociale della scrittura
(attivit soltanto per usi specifici: p.es. lavoro dei notai) per la dissoluzione
dellinsegnamento laico dellImpero ( spopolamento delle citt)
De bello gothico (Guerra gotica): lopera di Procopio racconta il periodo dell'imperatore Giustiniano, la sua
guerra contro gli Ostrogoti.
il mutamento nella produzione e nel commercio del libro nel 6. sec. (cambia la
concezione stessa del libro: da oggetto di ozio letterario, strumento di cultura diventa
cassaforte dei misteri della fede, la scrittura diventa lavoro manuale anche di
penitenza, strumento di edificazione, di devozione), quando i centri scrittori
ecclesiastici isolati pressi cattedrali o monasteri privi di diretto rapporto con il
pubblico dei potenziali acquirenti ed utenti, si sostituiscono alle officine laiche
dellImpero
Il centro ideale della produzione del libro manoscritto nelle communit religiose in questo
periodo lo scriptorium (~ di Montecassino, ~ di Bobbio, ~ di Corbie: segna allo stesso
tempo il luogo fisico dellattivit di copiare e listituzione stessa, in quanto produttrice di
libri), che erano a volte anche scuole calligrafiche, dove sotto la direzione di un maestro si
seguiva un determinato tipo di scrittura, o si trattava di semplici luoghi di copia, dove ognuno
copiava come poteva o come sapeva.
Nel nuovo ambiente, tanto per fare un esempio concreto, il laico alfabeta della Penisola
Appeninica o della Gallia non sapeva di regola scrivere, copiare o leggere libri (non
conosceva infatti le scritture di uso librario), ma solo documenti (conosceva la corsiva nuova
insegnatagli dal maestro) e viceversa lecclesiatico copista dei libri conosceva non di rado
solo lattuale libraria e non la corsiva documentaria. Questo processo di diversificazione e
frammentazione alto-medievale nel campo delle storia della scrittura fu chiamato dal
paleografo romano, G. Cencetti, il particolarismo grafico altomedievale, che caratterizz la
cultura grafica europea (occidentale) fino allapparizione della carolingia, nuova scrittura
unitaria.
Il processo della diversificazione avvenne in generale in due sensi: in quello geografico
(sviluppi particolari a seconda delle varie regioni o nazioni), e in quello sociale (scritture
diverse a seconda dei diversi gruppi, che facevano parte della ristretta comunit alfabeta nella
societ feudale altomedievale). Per quanto riguarda gli usi della scrittura, la produzione
libraria seguiva tendenze sia tradizionalistiche, nel senso che le scritture tradizionali, come
lonciale e la semionciale, si continuavano ad usare nella produzione libraria (nelle antiche
scritture si inseriscono caratteri della corsiva), e allo stesso tempo progressisti, cio la
corsiva nuova veniva canonizzata in modi diversi nei diversi ambiti geografici (minuscole
posate e calligrafiche) dando vita alle cosiddette scritture nazionali nella produzione
documentaria.
-
la merovingica in Francia
linsulare in Britannia
la visigotica in Spagna
la beneventana nellItalia meridionale
La Penisola Italica presenta comunque una situazione difficile di per s, in quanto due aree
geografiche lItalia settentrionale e lItalia meridionale mostravano tendenze fortemente
diversificate.
Larrivo dei longobardi nel 568 segn linizio del vero Medioevo in Italia. Questo popolo
infatti non aveva praticamente tradizione scritta, solo orale e quindi fino al 7. sec. il loro
rapporto con la scrittura, a parte di qualche modesta manifestazione epigrafica, va giudicato
abbastanza basso. Dopo, in seguito a notevoli cambiamenti nellattitudine del gruppo
longobardo (conversione al cattolicesimo Teodolinda, che era in rapporti epistolari con lo
stesso papa Gregorio Magno e stimola la loro conversione), il primo vero contatto dei
longobardi con la scrittura latina fu la compilazione di una raccolta di leggi nel 643. Tutto
sommato lItalia del Nord fu nei sec. 7-9. una delle regioni dove il cosiddetto particolarismo
grafico ebbe massima influenza: ai tradizionali centri di produzione libraria, come Verona e
Lucca (citt legate a vescovadi di grande prestigio), si affiancarono monasteri di recente
fondazione: Bobbio (primo manoscritto longobardo nacque l, in ambiente religioso) e
Nonantola. In tutti questi centri si adoperavano infatti diversi tipi di scrittura: alcuni di tipo
onciale, semionciale (di tradizione) con elementi corsivi e altri derivati dalle corsive locali,
diventati pi accurati e posati. Questi ultimi, in cui si possono trovare alcuni elementi comuni,
vengono designati col termine pre-caroline italiane. Le caratteristiche comuni risultano:
a aperta
c crestata
e alta e strozzata (in forma di 8)
t occhiellata a sinistra
c spesso accostata
r acuta (scende al di sotto del rigo)
a aperta
q maisucola (dalla capitale)
Rispetto alle altre regioni dEuropa, e alla stessa Penisola, lItalia meridionale presenta un
notevole vuoto di testimonianze fino all8 sec.: (Esperienza di Cassiodoro, membro
dellaristocrazia romana colta. Come molti altri, di fronte all'avanzata bizantina, Cassiodoro
nel 538 lasci Italia per Costantinopoli. Dopo la guerra torn in Italia, si ritir dalla scena
politica e sogn di aprire una biblioteca-scuola. Fond il monastero di Vivario in Calabria,
dove trascorse il resto dei suoi anni dedicandosi allo studio e alla scrittura. Qui istitu uno
scriptorium per la raccolta e la riproduzione di manoscritti, che fu il modello a cui
7
pergamena riutilizzata: vedi A. Petrucci, Breve storia della scrittura latina, op.cit., p.31.: Si immergevano per
una notte nel latte i fogli che si volevano riutilizzare, strofinandoli con una spugna, per toglierne via linchiostro,
quindi li si ricopriva di farina per non farli seccare e li si spianava sotto un peso, infine li si raschiava e li si
lisciava con pietra pomice, e li si riduceva, tagliandoli al nuovo formato (naturalmente pi piccolo) che si voleva
realizzare.
tratteggio fluido
forme tondeggianti con lettere accostate
tipica abbreviazione per eius, e per lassenza di m in fine di parola
a
t + i (legamento)
(altioris)
e
l+i
La scrittura ha il suo culmine nel corso del 11. sec., quando il monastero guidato da grandi
abati, come Teobaldo (1022-1035) (si riprende in modo ricco lattivit di copia, comincia il
cumulo della biblioteca) e Desiderio (1058-1087, diventa papa (Vittore III)), che ha arricchito
la biblioteca di codici famosissimi. Questa stilizzazione della beneventana caratterizzata dal
manierismo calligrafico e dalle lettere di modulo grande si definir beneventana cassinese.
-
tratteggio fortemente contrastato ( uso di una penna con punta mozza a sinistra)
spesso tratti vicini si sovrapongono
aste verticali brevi spezzate (due piccoli rombi)
Infine nel momento in cui in Italia meridionale arrivarono i Normanni, e allo stesso tempo
arrivarono la scrittura carolingia e quella gotica che portavano con loro, cominci il perido di
decadenza della beneventana (vi si incontrano elementi desunti dalla tarda minuscola
carolina). Nel corso del 13. sec., proprio quando i Cistercensi si sostituirono ai Benedettini in
molti monasteri meridionali, la beneventana venne rimpiazzata definitivamente dalla
minuscola gotica, adoperata sempre pi largamente nella regione (e in Sicilia) dai Normanni,
poi dalla corte sveva. Scopar infine totalmente dalluso anche nellultima isola di resistenza,
cio da Montecassino nel corso del 14. sec. Per quanto riguarda lultimo periodo di vita della
beneventana, resta da dire che esso coincide con le prime testimonianze volgari nellItalia
meridionale, i cui codici provengono proprio da Montecassino. Fra il 12-13. sec. si pu gi
osservare che nella maggioranza dei casi (famosa eccezione testimoniata dal Ritmo
Cassinese), quando nel medesimo codice si trovano sia testi latini che quelli volgari, essi sono
rispettivamente scritti in beneventana e in minuscola tardo carolina o in gotica. Quando si
scriveva in volgare, si passava infatti alla nuova grafia: il carattere sempre pi artificioso ed il
rispettivo isolamento della beneventana, in un periodo quando il cerchio degli scriventi a tutti
i livelli e in volgare divent sempre maggiore, luso di questa scrittura era definitivamente
ostacolata.
7) La minuscola carolina
Nel grembo della cosiddetta riforma carolingia si assist alla nascita di una nuova
scrittura destinata a fare una carriera (usata anche oggi in libri a stampa nei caratteri
tipografici romani) da molto tempo impensabile.
Nella seconda met dell8. sec. il processo di frantumazione delle forme grafiche era
ormai giunto al suo punto culminante, rispecchiando fedelmente il quadro europeo
altomedievale, in cui si dividevano fra loro regioni, culture ed aree politiche. A questo
momento alla scrittura latina sarebbe potuto avvenire, quello che avvenne alla lingua: le
variet del latino volgare continuavano la loro via verso la formazione di lingue distinte per la
Francia, per la Spagna, per lItalia e cos via. Se la stessa cosa fosse succcesso alla grafia,
questo fatto avrebbe avuto conseguenze imprevedibili sulla diffusione e la circolazione dei
libri e cio delle idee, del sapere e insomma della civilt stessa. Ma era diversamente: la
nascita e la progressiva diffusione di una nuova scrittura (una minuscola con forme rotonde e
con un disegno semplice, equilibrato ed arioso, netta separazione delle lettere e anche delle
parole facilmente leggibile) molto simile alla minuscola primitiva romana dei 4-5. sec. ed
alla semionciale del 6. sec., ferm la diversificazione, creando unespressione grafica unitaria
del mondo romano-cristiano dellImpero carolingio. Il cardine della svolta, direttamente
almeno di quella politica e culturale, fu senzaltro Carlo Magno, limperatore molto sensibile
anche al mondo della cultura scritta (Alcuino, che incontra a Parma, diventa il suo consiliere
spirituale personale) e che personalmente cercava a tutti gli sforzi ad imparare a scrivere
(secondo la leggenda si fatto portare delle tavolette per abituare la sua mano allattivit di
scrivere) senza per notevoli successi. Comunque dopo lunghi secoli di disinteresse quasi
totale, questo sovrano avvi molte iniziative culturali (apertura di molte scuole Admonitio
Generalis indirizzato ai vescovi perch venissero organizzate delle scuole di lettura in ogni
monastero per i monaci, canonici; ma anche fondazione di piccole scuole rurali).
Parallelamente alla crescita dellImpero poi (con la sua classe dirigente avente anche una
cultura laica) aumentava anche il bisogno dellattivit di scrittura.
I primi esempi che annunciano gi la nuova scrittura - la cosiddetta carolina - caratterizzata
da un tracciato armonioso e regolare risalgono ai 8-9. sec. Dopo nel corso del 9. sec., la
carolina - sempre pi ricca di elementi corsivi - comincia a canonizzarsi:
-
a carolina + a onciale
m, n (N dalla semionciale)
La storia comunque non cos semplice: da una parte si svolge un lungo dibattito sul luogo e
lambiente della nascita della nuova scrittura, dallaltra come vedremo - non risulta tanto
facile la definizione delle caratteristiche della carolina.
-
Lopold Delisle (massimo paleografo fr. del 19. sec.) dice che il centro creatore della
carolina lo scrittorio del monastero di San Martino di Tours, diretto da Alcuino
abate, sulla base di modelli semionciali
i paleografi italiani sostengono che la nuova scrittura era stata elaborata a Roma da
dove sarebbe arrivata al tempo di Pipino e di Carlo in Francia con i codici importati
(ipotesi basata sullattribuzione di un codice Liber diurnus (formulario di
cancelleria) a Roma
secondo altri (A. Hessel, H. Steinacker) lorigine della carolina va cercata in Francia e
pi esattamente nella scuola palatina di corte raccolta intorno allimperatore stesso
Carlo Magno
la tesi pi equilibrata risale a Luigi Schiaparelli lo studioso della carolina - che
sostiene lorigine poligenetica di questa scrittura: allespansione del nuovo genere
avessero concorso pi tipi di minuscola, una di corte (carolina), una di Corbie, ecc. (la
carolina qiundi non riconducibile ad una persona, ad una scuola scritture precaroline)
secondo una pi recente ipotesi di G. Cencetti la nascita di questa scrittura frutto di
imitazione operata dagli scribi di allora della minuscola primitiva romana (continua
cos un processo di sviluppo interrotto al momento della caduta dellImpero romano),
Tutto sommato si delinea a questo punto della storia della cultura un complesso movimento
di allargamento dellistruzione a tutti i livelli, accompagnato da una crescente produzione
libraria e uso sociale della scrittura, verificatosi nellEuropa carolingia fra 8-9 sec. Questo
fenomeno senzaltro collegato ad una determinata iniziativa ed esigenza di natura politica,
amministrativa ed ideologica riconducibile al rinnovato ed unitario Impero carolingio e in
parte allo stesso Carlo Magno e alla sua corte. Un effetto notevole dal punto di vista della
storia della scrittura era che divent dun tratto importante una migliore organizzazione dei
centri scrittori (carolingi) spesso diretti da maestri abili e colti e una pi accurata preparazione
grafica degli scribi a cui lo stesso Alcuino dedic molta attenzione.
Definire le caratteristiche della carolina come ci abbiamo gi accennato abbastanza
difficile. Quello che sicuro che si tratta di una scrittura armoniosa con disegno accurato e
modulo regolare, con tratteggio non contrastato, di una scrittura insomma facilmente leggibile
(parole separate, poche abbreviazioni).
- la Bibbia di Alcuino dellinizio del 9. sec. (1) capitale, onciale e minuscola
carolina insieme: rispecchia il fenomeno di rinascita grafica per consapevole
imitazione di tipi tardo-antichi della scrittura libraria (ogni tipo di scrittura assume un
ruolo particolare: explicit in capitale, inizio in onciale, testo in carolina).
In ogni caso la carolina, che piano piano divent scrittura comune, anzi universale
(soppiantando le scritture locali: p.es la beneventana si scrive nei centri scrittori della
Francia (Lione, Reims, Corbie,...), della Germania (Salisburgo, Colonia,...), dellItalia
(Verona, Bobbio, Nonantola,...)), ebbe una vita lunga: dal 8. fino al 11. sec. in senso stretto. In
ciascun centro scrittorio la carolina veniva usata secondo modelli formali vicini a quelli
costituenti la norma ideale proveniente dai massimi centri scrittori carolingi.
Particolare interesse presenta la variet della carolina usata a Roma (poi da qui si diffonde
verso il centro della Penisola): i primi manoscritti, vergati nella cosiddetta minuscola
romanesca, risalgono alla fine del 9. sec (3). Le caretteristiche principali di questa
tipizzazione della carolina sono (4):
-
Con il 10. e 11. sec. la carolina, oltre alluso librario si diffuse nella documentazione prima
pubblica poi privata in tutte le regioni dEuropa. Le prime modifiche notevoli, proprio nel
Con la seconda met del secolo cominci ad affermarsi una stilizzazione della minuscola
carolina soprattutto nellEuropa Occidentale, riconducibile alladozione di un nuovo
strumento scrittorio, la penna danimale con taglio obliquo (non pi simmetrico). Questo
strumento mut infatti radicalmente il tratteggio, per cui ciascuna lettera risultava costituita da
una serie di brevi tratti giustapposti (le forme quindi prima di tutto perdevano il
rotondeggiamento lettere pi angolose, le curve si spezzano), molto contrastati (grossi
sottili) tendenza delle curve a diminuirsi radicalmente di spessore (diventano quasi angoli
acuti). Secondo L. Schiaparelli il nuovo stile grafico nacque in Gran Bretagna, dove il
particolare strumento scrittorio era stato adoperato per prima negli scriptori insulari. Ma alla
nascita di una nuova scrittura non bast evidentemente lapparizione di un fatto puramente
tecnico: in questo periodo si assist ugualmente ad un nuovo modo di leggere e di studiare, ad
un nuovo tipo di produzione libraria insomma (dal 13. sec. in poi le biblioteche diventano
molto pi ricche rispetto a quelle di un secolo prima: non si trovano pi solamente la Bibbia e
le opere dei Padri della Chiesa, ma anche il Corpus iuris civilis, i primi documenti della
scolastica, opere di storia, di poesia, di filosofia e di altre scienze, anzi opere della produzione
epica francese, della lirica provenzale, ecc.). Divent infatti di primaria importanza la facilit
di lettura per cui era necessaria una pi precisa separazione delle singole parole e il
conseguente accostamento delle lettere tra loro. Un elemento notevole fu laffermarsi del libro
di tipo scolastico usato nelle grandi Universit appena nate (libro si riapre: ritorna ad essere
un mezzo di cultura, del sapere grande bisogno di libri, anzi di copie di libri di testi da
leggere e da commentare: met 13. sec met 14. sec et massima della gotica), le cui
caratteristiche, oltre a quelle menzionate, erano la distribuzione del testo su due colonne e una
pi precisa individuazione delle singole parti di esso, un maggior numero di abbreviazioni,
infine la scrittura messa sotto il primo rigo della rigatura, che offriva uno spazio marginale
ben distinto destinato al commento. Tutti questi fattori rendevano chiaramente pi rapida
tanto la lettura, quanto la scrittura.
La denominazione della nuova scrittura deriva da unintenzione dispregiativa (scrittura di
barbari, come appunto i Goti): veniva prima (nel 15. sec.) designata con gotica linsieme delle
scritture altomedievali (la beneventana, la merovingica, ecc.) poi, nel 16. sec., il nome fu
estesa a questa stilizzazione della minuscola carolina (chiamata allora littera moderna) il
cui uso continu fino ai nostri giorni.
Le caratteristiche generali della gotica sono:
-
luso del segno tironiano per et, cum / con, q2 per quia
Alla fine del 19.sec. W. Meyer filologo - ha identificato inoltre tre regole che vengono
massimamente rispettate negli esempi pi rigorosi della gotica:
-
luso della doppia forma della r: alle lettere che hanno una curva sulla destra segue la r
a forma di 2 ( r diritta)
la curva sulla destra di una lettera si fonde con quella sulla sinistra della lettera
seguente (fusione delle curve contrapposte)
doppia forma della d: d con asta incurvata a sinistra viene adoperata dinanzi a lettere
con corpo tondo (di tipo onciale) (a, o, e), la d minuscola diritta dinanzi a lettere diritte
o piuttosto
In Italia, dobbiamo dire, che nel corso del 12. sec. si era appena formata una carolina tarda,
larga e rotonda, priva di spezzature, che influ molto anche sulle prime forme di gotica
italiana, causando il mantenimento di un gusto caratterizzato dalle forme larghe e piuttosto
tonde anche in questa tipizzaione della scrittura, che in chiaro contrasto con le stilizzazioni
dOltralpe (soltanto regioni come Piemonte, Lombardia e Veneto risentivano pi
profondamente delle influenze franco-tedesche anche in campo grafico).
Nella prima met del 13. sec. nellItalia centrale fu elaborata un tipo di gotica molto
addolcito, che ebbe poi grande fortuna: la cosiddetta rotunda. Questa stilizzazione della
gotica, nonostante che mantenesse le caratteristiche generali del suo antenato, pittosto
larga con lettere schiacciate e rotonde, spaziosa, ma accostata, con poche spezzature (
gotica fr., ign. spazio interlineare limitatissimo, estrema riduzione delle aste discendenti).
Il sistema abbreviativo del mondo romano classico e del Medioevo ha tratto la sua origine da
quello delle sigle, cio lettere isolate che rappresentano unintera parola, molto di moda fin
dai tempi romani, e dalle cosiddette note tironiane, una specie di stenografia (tecnica di
scrittura manuale veloce che usa segni e abbreviazioni convenzionali della parola), che
serviva nei tempi antichi principalmente per raccogliere i discorsi pronunciati in pubblico. In
tutti e due i sistemi possiamo ricavare le tracce di quello nuovo, che nel Medioevo, dal X al
XV sec., si diffuse tanto e si perfezion specialmente in Italia. Tutte le abbreviature sia di
vocaboli latini che di quelli italiani possono essere ragruppate in cinque categorie, cio:
a. Abbreviature per troncamento,
b.
c.
d.
e.
~
~
~
~
per contrazione;
per segni abbreviativi con significato proprio;
per segni abbreviativi con significato relativo;
per lettere sovrapposte.
1. Abbreviature per troncamento: Chiamiamo abbreviata per troncamento, una parola di cui
non espressa che la parte iniziale e le cui lettere finali vengono sostituite con un segno di
abbreviazione. Tale segno pu essere o un segno generale (per.es. quelli pi spesso usati sono:
la linea retta posta al di sopra della lettera precedente, o di tutta la parola; la lineetta
leggermente curvata o ondulata ~ sempre al di sopra della parola, e la linea obliqua
tagliante lultima lettera di unabbreviatura), un segno cio che indica semplicemente che la
parola abbreviata, o pu essere un segno di troncamento vero e proprio (il pi diffuso segno
di troncamento il punto, posto per lo pi dopo le sigle, in uso anche oggi con lo stesso
valore), indicante allora che alla parola mancano alcune lettere finali. Fra le abbreviature di
troncamento sono in primo posto le sigle, che del resto sono anche quelle pi difficilmente
interpretabili, non mostrando dellintera parola che la parte iniziale. Forse proprio per questo
nella maggioranza dei casi si abbreviano con sigle parole che sono di uso frequente. Nelle
scritture medievali man mano si abbandon il sistema delle sigle, prima molto in voga,
cominciando a far ricorso a dei troncamenti meno radicali (usando il pi spesso il semplice
segno generale, il trattino) e quindi pi facilmente individuabili.
=
=
no(n)
huo(mo)
p(ro)ph(et)i
Possiamo notare che pi spesso la parte indeclinabile della parola - quindi linizio - che
viene contratta, mentre la desinenza - cio la parte declinabile - viene conservata, al massimo
viene limitata allultima lettera (ma questa tendenza aveva maggior rilievo nel caso
= dice(n)do
=
torm(en)ti
t(em)po
Un altro segno diffuso la lineetta ondulata, che si poneva al di sopra delle lettere per
indicare la mancanza della lettera r o di una sillaba contenente una r, per.es.: re, ra, ri, ar.
=
ph(ar)yseo
=
p(ri)ma
4. Segni abbreviativi con significato relativo: Integrano i segni precedenti quelli il cui valore
non pi proprio e costante, ma varia a seconda della lettera alla quale sovrapposto o legato.
Abbiamo anche in questo gruppo la linea retta, che diversamente dai casi precedenti, quando
indicava m o n, assume un significato diverso quando taglia lasta lunga per esempio della
lettera b o taglia in gamba le lettere p e q: molto spesso segna la mancanza delle sillabe er /
ue. Il segno simile ad un 3 arabico, posta in fine di parola indica altrettanto la desinenza ue. E
infine vediamo anche la linea obliqua, spesso uncinata, che pu tagliare traversalmente una
lettera qualsiasi dellalfabeto.
p(er)
p(re)dichi
q(ue)sto;
obs(er)uino
lib(er)ato
5. Abbreviature per lettere sovrapposte: Si tratta di lettere - sia di vocali che di consonanti che sono sovrapposte alle parole, il pi spesso in fine delle parole, di cui indicano
semplicemente la desinenza. A volte vocali sovrapposte a consonanti possono indicare, oltre
la vocale stessa, la mancanza della lettera r. Ma ci sono molte eccezioni, come nel caso della
a posta sulla r, che significa una parola intera, regula. Inoltre se troviamo una o posta sulla q,
con la desinenza ne, ci possiamo trovare di fronte alla parola questione. La n che si trova sulla
q pu indicare quando, e cos via.
9) Lunificazione della scrittura documentaria in Europa: la nuova corsiva (gotica
corsiva), la minuscola cancelleresca e la mercantesca
Dopo un lungo periodo nella storia della grafia latina privo di scritture corsive (10-12. sec.
soprattutto, nell11-12. sec. anche a livello documentario: la penna mozza si diffonde anche
fra i notai ed i cancellieri rende difficile lesecuzione di legamenti fra le lettere, cio
landamento corsivo della grafia), quando i notai avevano scritto gli atti nella medesima
scrittura che gli scribi adoperavano per i codici (gotica testuale), fra il 12-14. sec. si
affermarono le condizioni e le esigenze (sviluppo mercantile ed artigianale, rinascenza
intellettuale promossa dalle Universit, laffermarsi della produzione poetica e narrativa nei
diversi volgari) per la formazione di una nuova scrittura corsiva, che si svilupp dalla
minuscola carolina, scrittura alla sua epoca internazionalmente europea. Prima a livello
cancelleresco, poi a quello notarile (cio di uso privato: conti, epistole, ecc.) si form quindi
un nuovo tipo di corsiva, la cosiddetta gotica corsiva, caratterizzata da un grande numero di
legamenti tra le lettere, eseguiti per il basso, da prolungamenti, code, svolazzi aggiunti alle
aste alte, dal chiaro-scuro poco accentuato ( diverso strumento scrittorio: penna tagliata
centralmente, che produceva un tratteggio fluido e non contrastato).
In Italia nel corso del 13-14. sec. lalfabetizzazione e luso sociale della scrittura era ormai
assai diffusa nelle regioni centro-settentrionali (erano le regioni pi colte ed anche quelle
economicamente pi fiorenti allepoca: societ comunali dirette dalla borghesia). A Firenze
per esempio (la maggior documentazione storica si riferisce a questa citt: p.es. il cronista
Giovanni Villani) lapprendimento della scrittura divenne comune, anche ai livelli pi bassi
della societ grazie ad un sistema di istruzione elementare esteso, che coinvolgeva artigiani,
bottegai ed anche donne.
Accanto alla scrittura libraria (gotica testuale) e allo stesso tempo scolastica che serviva
rispettivamente alla trascrizione dei testi della letteratura nobile (Bibbie, testi liturgici, ecc.) e
di quelli di lettura e di commento, let gotica in Italia conosceva anche altre tipologie
(corsive) che si adoperavano in ambienti particolari: nelle cancellerie comunali, signorili
(allora si trattava di scrittura professionale) e nel cerchio della borghesia laica alfabetizzata
(codici contenenti testi piuttosto di consumo testi destinati non ad un pubblico interessato
alla forma, ma al contenuto, anche di uso privato lettere, ecc.).
Le tipologie principali furono la minuscola cancelleresca (adoperata nelle cancellerie, da
quella pontifica a quelle signorili, e delle Comuni da qui la sua denominazione, ma va
tenuto presente che fu anche scrittura duso, e di un certo tipo di produzione libraria) e la
mercantesca.
Le caratteristiche della tipizzazione italiana della nuova corsiva cio della cancelleresca (relativamente uniformi su tutto il territorio italiano), contrariamente alla textualis (gotica
libraria) sono (anche dovute alla penna a taglio centrale):
-
B, R maiuscole
La minuscola cancelleresca conobbe la sua massima espansione nel corso del 14. sec: non
solo fu scrittura della documentazione privata e pubblica (1), scrittura usuale di notai, giuristi,
politici, ecclesiastici e letterati (di Coluccio Salutati, di Francesco Petrarca (lettere, sonetti a
prima battuta), di Giovanni Boccaccio, ecc.), ma piano piano divenne anche scrittura libraria,
per eccellenza dei testi in volgare (le citt toscane diventarono in questepoca fortemente
alfabetizzate, dove la classe borghese desiderava leggere testi anche per loro leggibili e
comprensibili), cio volgarizzamenti, raccolte di prediche, ricettari, cronache cittadine,
componimenti poetici, e non ultimamente i pi antichi testi letterari dellItalia. Nelluso
librario la minuscola cancelleresca divent pi elegante, armoniosa ed accurata (tratteggio
sottile, con moderata presenza di svolazzi).
splendidi esempi sono i due codici danteschi firmati da una notaio fiorentino della prima
met del 14. sec.: Francesco di ser Nardo da Barberino (minuscola cancelleresca
bellissima: stile armonioso, curato) (2) trasferisce la sua scrittura personale (usuale, come
notaio) a copiare testi letterari (leggenda dei 100 Dante: Francesco avrebbe organizzato una
bottega, dove insegnava la sua scrittura gruppo di ms. danteschi con caratteristiche simili
nella grafia, nelliconografia, nella sistemazione del testo in due colonne)
In totale ci sono pervenuti pi di 40 manoscritti di Dante (3) scritti in minuscola
cancelleresca, provenienti non soltanto dalla Toscana (i due pi famosi: quello pi antico il
Landiano 190 della Bibl. Comunale di Piacenza del 1336, scritto probabilmente a Genova e il
Vat. Lat. 3199, scritto probabilmente a Firenze e donato da Boccaccio (lettore ed editore di
Dante al Comune di Firenze) a Petrarca non ha messo alcun segno in quel manoscritto
vuol dire che non aveva contatto frequente con esso: non amava tanto Dante, in quanto non
stimava molto la letteratura in volgare).
Lalta tipizzazione della nuova corsiva nacque proprio in ambiente professionale, pi
esattamente in quello mercantile (lambiente di punta di quellepoca, che sta acquistando
sempre pi potere nei maggiori centri urbani dellItalia centro-settentrionale), porta il nome
appunto mercantesca. Come nel caso della minuscola cancelleresca, si tratta di una scrittura a
primo tempo legata alla professione dei mercanti avente una crescente necessit di una
documentazione scritta (usata quindi prima nelle botteghe mercantili per lamministrazione e
la documentazione: tenuta di conti, libri di entrate e di uscite, inventari), ma dopo utilizzata
anche per la trascrizione di libri contenenti opere letterari (i mercanti infatti volevano leggere
le opere in volgare nella loro scrittura: pe.es la Commedia e il Decamerone, lepopea
mercantile).
questa professione esigeva una serie di cononscenze tecniche precise (convertire valori di
monete diversi, calcolare i danni, interessi,...), oltre alla capacit di scrivere si fondavano
per questo scuole particolari (di carattere tecnico-professionale), che costituivano un livello di
studio separato da quello elementare e anche da quello universitario: fornivano loro una
cultura tecnica e specializzata in volgare: veniva insegnata anche una scrittura particolare e
separata: la mercantesca
Nonostante che le prime testimonianze risalgano al 13. sec., la mercantesca si tipizza
relativamente tardi, soltanto due secoli dopo (una scrittura di lunga vita con tantissime
testimonianze), non raggiungendo per mai un canone vero e proprio (non una scrittura
universale, non avendo diffusione fuori le confini dItalia scrittura soprattutto fiorentina).
Si form quindi lentamente sulla base di un tipo semplificato della scrittura di scuola (una
carolina attardata). Si tratta di una scrittura caratterizzata dalle lettere di modulo piccolo (
schiacciamento del corpo delle lettere) con aste piccole (suggerisce una sorta di segretezza) e
di forma rotondeggiante, e da un tratteggio abbastanza uniforme, privo di chiaroscuro. Si usa
un grande numero di abbreviazioni e si seguono molte legature eseguite per il basso: queste
caratteristiche rafforzano laspetto corsivo di questa scrittura (lo scopo quello di risparmiare
tempo e soldi il tipo di codice in cui appare abbastanza povero, sempre su materiale
cartaceo, non miniato). Le lettere particolari sono:
g maiuscola
Dal 15. sec. la mercantesca acquist un tratteggio pi decisamente corsivo, con sempre pi
legamenti, coinvolgenti a volte pi lettere fra loro, tend inoltre a divenire ancora pi piccolo
di modulo e disordinato soprattutto nelluso privato e commerciale.
Come la minuscola cancelleresca, la mercantesca fu anche adoperata in campo librario per la
copia di testi volgari (opere di natura tecnica, opere devozionali e volgarizzamenti (anche)
della Bibbia, la Commedia (1), il Decamerone (2), ecc.), in codici per lo pi poveri, di aspetto
trascurato e quasi sempre cartcei. In questo caso comunque la grafia sembra pi calligrafica e
curata. Caratteristiche, come la mancanza di una vera e propria punteggiatura o la natura
elementare delle abbreviazioni (~ per troncamento il pi spesso a volte provoca
ecquivoco), qualificano la mercantesca una scrittura povera, di livello basso in una ideale
gerarchia grafica dellepoca. Il fatto che la mercantesca si us fino a lungo, circa fino alla
prima met del 16. sec. dovuto a fattori piuttosto negativi, cio alla sua marginalit e il suo
conservatorismo provenienti dellisolamento di questa scrittura in un ambito rigidamente
corporativo e professionale.
10) Ritorno allantico, Petrarca e la semigotica, la preantiqua, la rinascita
dellantiqua
Nel corso del 14. sec. il numero degli alfabetizzati e il ruolo sociale della scrittura aument
notevolmente. Allo stesso tempo si rivel che una scrittura raffinata e difficile da leggere,
come la gotica, non poteva accontentare le nuove esigenze provenienti dai diversi strati della
societ. Perci, come abbiamo gi visto in precedenza, nello schema grafico italiano del
ancora assai vicina alla gotica italiana, la rotunda, a cui il Petrarca, pur testimoniando un
ostinato sforzo di rinnovamento, rimase sempre legato.
La novit di Petrarca non rimase un fatto personale ed isolato nel panorama grafico italiano
del 14. sec. La nuova scrittura libraria veniva trasmessa in Italia attraverso limitazione fatta
dai discepoli pi entusiasti, fra cui G. Boccaccio (2) (mentre la sua scrittura usuale furono la
minuscola cancelleresca e la mercantesca, la sua libraria era una semigotica di tipo
petrarchesco, cio una cosciente imitazione provocata dallammirazione per la scrittura del
Petrarca, comunque molto meno elegante di quello del maestro) e Coluccio Salutati (grande
personaggio del primo Umanesimo, cancelliere della repubblica fiorentina dal 1375 fino alla
morte). Nella sua attivit di notaio e poi di cancelliere Salutati usava la tradizionale minuscola
cancelleresca, ma allo stesso tempo elabor, sviluppando la semigotica in un suo tipo
personale, la cosiddetta pre-antiqua (3), in quanto evidente anticipatore dellimminente
rinascita della carolina sotto la mano degli umanisti (antiqua nella definizione degli
umanisti). Salutati copi alcuni codici con questa scrittura (che presente anche in registri
della cancelleria fiorentina grazie a Salutati) caratterizzata dallariosit, dal tratteggio sottile
ed uniforme, dal tracciato di tipo carolino (cio di un gusto antiquario) di molte lettere (a, b, l,
m, n, r, s). Questa nuova minuscola nata grazie al raffinato gusto estetico di Salutati non riusc
comunque ad imporsi e venne presto sorpassata dalla meccanica imitazione della carolina
adoperata da Poggio Bracciolini e dai suoi seguaci.
11) La minuscola umanistica, lumanistica corsiva
Linfluenza della minuscola carolina divenne man mano maggiore nelle scritture librarie nel
corso del 14. sec., tenendo conto del fatto che ancora nel caso di Salutati, che inseriva degli
elementi grafici propri della carolina nella sua libraria, non si arriv alla pura e meccanica
imitazione della carolina, scrittura praticamente in disuso da secoli. Questo avvenne soltanto
dopo Petrarca e Salutati intorno allanno 1400, prima di tutti con il mercante ed umanista
Niccol Niccoli e con il giovane Poggio Bracciolini, che sarebbe diventato uno dei maggiori
scopritori di classici nel grembo del cosiddetto Umanesimo. La nuova scrittura libraria
eseguita da loro, chiamata non per caso minuscola umanistica, non quindi altro che una
puntuale imitazione (anche per quanto riguarda luso di determinate abbreviazioni) della
carolina dell11-12. sec., accompagnata di natura da una generale artificiosit di realizzazione
(gli scribi umanisti riuscivano a seguire cos fedelmente i loro modelli, che ogni tanto
difficile distinguere il codice umanista di scrittura curata dal manoscritto proveniente
realmente dellepoca carolina. I criteri di datazione sono delle novit umanistiche, come la i
con puntino, la t allungata, e la u angolosa (v) soprattutto allinizio di parola.
Nel periodo succesivo il Bracciolini (si vede la sua scrittura di sotto) arriv alla
canonizzazione di una minuscola, che pur seguendo fedelmente limitazione dei modelli
carolini, riusc ad acquistare uno stile grafico proprio (tratteggio caratterizzato dallarmonia,
fluidit e dalla proporzione nel disegno, con aste leggermente marcate e sinuose e con forme
tondeggianti).
Linfluenza dei modelli antichi si risente ancor pi nelle sue maiuscole: egli cre infatti un
nuovo alfabeto maiuscolo, completamente diverso da quello gotico, con forme esemplate sul
modello della capitale epigrafica e manoscritta, naturalmente con libero adattamento.
La minuscola umanistica era una tipica scrittura dlite: non soltanto perch era lespressione
dei personaggi dotati di una cultura dotta, basata sullistruzione di tipo superiore e sulla
perfetta conoscenza del latino classico (riscoperta dei classici latini), ma anche perch il
codice in cui si usava era quasi sempre di lusso, elegante e costoso, curato nei minimi dettagli.
La minuscola umanistica inoltre non si insegnava nelle scuole, ma si riproduceva per
imitazione diretta dei modelli antichi in carolina e al massimo per limitazione dei modelli
contemporanei dei maestri noti ed autorevoli. Allo stesso tempo per la sua diffusione
geografica nella penisola Italica (ma solo in Italia: fu un tipo italiano di scrittura ) risult
notevole (tuttavia i libri liturgici continuarono ad essere scritti in gotica, e rimaneva in uso la
cancelleresca italiana). La scrittura della scuola fiorentina infatti si diffuse parallelamente
alla diffusione della nuova cultura dotta con i suoi testi di classici latini riscoperti, tra
grammatici e letterati che operavano con funzione di segretario, cancelliere o bibliotecario in
quasi tutte le corti dei signori e dei principi italiani.
A questa scrittura dotta poi doveva lentamente affiancarsi una corsiva che poteva essere
adoperata nelluso privato, e in quello documentario e pubblico della scrittura, usi ormai
largamente presenti presso gli strati sociali che componevano i comuni italiani dellepoca,
cio allinizio del 15. sec. Attraverso una corsiva derivata direttamente dalla minuscola
cancelleresca del secolo precedente (anche se pi chiara, semplice, ariosa), si arriv nella
prima met del 15. sec. alla formazione di una corsiva ricca di forme desunte dalla minuscola
umanistica posata, che si pu legittimamente definire umanistica corsiva ( con un ductus
corsivo, con inclinazione a destra e con aste lunghe).
Sul periodo umanistico della storia della grafia latina si pu affermare infine, che esso riusc
a continuare notevolmente le iniziative modernistiche della gotica, diventando in questo modo
punto di partenza di tutto lo sviluppo moderno della scrittura occidentale che dura addirittura
fino ad oggi. Tra le iniziative e i risultati riconducibili allepoca possiamo sottolineare la
creazione e la diffusione di forme semplici facilmente eseguibili e chiaramente leggibili e la
diminuzione delluso delle abbreviazioni, al punto che non mettano pi in pericolo la lettura e
la comprensione rapida e univoca del testo. Una novit dipendente dai fattori precedenti la
laicizzazione notevole delluso stesso della scrittura e lulteriore estensione del cerchio degli
utenti della scrittura. Il fatto che laumento veloce della quantit non men con s il
peggioramento di qualit della scrittura forse spiegabile con le esigenze estetiche e
scientifiche intensificate nellambiente dellUmanesimo e del Rinascimento.