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COME RISOLVERE GLI ESERCIZI DI ANALISI MATEMATICA 2

Ecco una piccola e semplice guida che illustra come risolvere, a grandi linee gli esercizi proposti
agli esami di Analisi Matematica 2 (del DM 509/99, cio successione e serie di funzioni, ricerca di
estremi e ricerca di estremi vincolati, equazioni differenziali e integrali doppi, tripli e di superficie).
Ovviamente io non sono un robot, quindi possibile che io sbagli qualcosa, o addirittura che i miei
procedimenti siano errati. Per questo motivo se notate stranezze, assurdit, o peggio errori gravi, vi
prego di segnalarmeli quanto prima, in modo da fornire agli altri una guida sempre migliore.
Non vogliatemene se non ho usato il rigore tipico dei matematici, ma se l'avessi fatto avrei aggiunto
cose gi ampiamente discusse e spiegate durante le lezioni.
SUCCESSIONI DI FUNZIONI:
Data la successione fn(x)
Studiamo:
a) Convergenza puntuale:
- Fissiamo x (x>0 o x<0, o x>a o x<b, a seconda del dominio della funzione)
- Calcoliamo
lim f n ( x )

Con i metodi e le formule imparati ad Analisi 1

n +

lim f n ( x )
Se
n +
che chiamiamo f(x)

allora la successione converge puntualmente a quel valore

b) Convergenza uniforme
- Si studia in ogni intervallo considerato prima
(se prima avevamo
3 se ( x < 0)
f ( x) = 4 se ( x > 0)
5 se ( x = 0)
Allora si studia per:
x<0
lim sup f n ( x ) f ( x ) = lim sup f n ( x ) 3
n + x < 0

n + x < 0

e se =0 allora converge uniformemente nellintervallo


considerato (x<0)

x>0
lim sup f n ( x ) f ( x ) = lim sup f n ( x ) 4

n + x < 0

n + x < 0

e se =0 allora converge uniformemente nellintervallo


considerato (x>0)

x=0 NON SI GUARDA perch non un intervallo

Miniguida realizzata da Teodoro Montanaro (Sul sito www.rosario49.it/lifedj tante altre guide)

c) Se in un intervallo non converge uniformemente si guarda in un intervallo pi stretto ( ad


esempio, se non convergente in ]-,0[ possiamo provare a prendere lintervallo ]-,a[
Quindi rifacciamo i conti e vediamo se vale l.
Poteva ad esempio capitare che sup(fn(x)- .) era proprio uguale a fn(0) che era diverso da
0. In tal caso si pu togliere quel punto (x=0) mettendo a0 cos sup(fn(x)- .) = fn(a)
magari proprio uguale a 0.
Otterremmo cos la convergenza uniforme in ]-,a[
SERIE DI FUNZIONI

a) Bisogna cercare prima di tutto la convergenza puntuale:


Fissiamo x (come nella successioni)
Calcoliamo lim u k ( x )
k +

u k ( x ) = allora la serie non pu convergere puntualmente, e quindi


9 Se klim
+
inutile cercare la convergenza uniforme nellintervallo specifico;
9 Se invece
lim u k ( x )
k +

allora pu convergere puntualmente e bisogna verificarlo.


Ci sono 2 modi per farlo:
Attraverso uno dei teoremi visti ad Analisi 1 per le serie numeriche
Riconducendosi a (o meglio maggiorando la nostra serie con ) una serie nota:

1
x k che sappiamo convergere per - 1 < x < 1 al valore
1 x
k =0

1
(1) k x k che sappiamo convergere per - 1 < x < 1 al valore
1+ x
k =0

1
(1) k x 2 k che sappiamo convergere per - 1 < x < 1 al valore
1+ x2
k =0

xk
che sappiamo convergere per - R < x < R, con R > 0, al valore e x

k = 0 k!

(1) k
x 2 k +1 che sappiamo convergere x e k N , al valore sin(x)

k = 0 ( 2k + 1)!

(1) k 2 k
x che sappiamo convergere x e k N , al valore cos(x)

k = 0 ( 2k )!

(1) k k +1
x che sappiamo convergere per - 1 < x < 1, al valore log(x + 1)

k = 0 ( k + 1)

(1) k 2 k +1
x
che sappiamo convergere per - 1 < x < 1, al valore arctan(x)

k = 0 ( 2k + 1)

b) Come nel caso delle successioni schematizzo tutti i valori e gli intervalli trovati
... se ( x < 0)
f ( x ) = ... se ( x > 0)
... se ( x = 0)
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c) In ognuno di questi intervalli cerchiamo la convergenza uniforme:


Ci sono 2 metodi per cercare la convergenza uniforme:

n 1

k =0

k =0

Calcoliamo lim sup u k ( x) u k ( x) e vedere se =0, in tal caso sarebbe


k +

convergente uniformemente, altrimenti no.


Calcoliamo

sup u k ( x )

attraverso le derivate e poi vediamo se

sup u
k =0

( x)

converge totalmente. Se converge totalmente, allora anche la nostra serie converge


totalmente
SOMMA DI UNA SERIE

Quando viene richiesta la somma della serie bisogna sfruttare i teoremi di passaggio al limite
sotto il segno di integrale e sotto il segno di derivata.
Quindi data la serie

u
k =0

( x) cerco di derivare o integrare in modo da ottenere una delle serie di

cui conosciamo la somma (quelle viste prima) e poi una volta calcolata la somma della serie
derivata (o integrata) eseguiamo loperazione contraria per ottenere la somma della nostra serie
di partenza.
Se ad esempio abbiamo.

kx

k 1

, noi conosciamo la serie geometrica:

k =0

che sappiamo convergere per - 1 < x < 1 al valore

k =0

1
1 x

Quindi basta derivare:

d 1
1
d k
d k
=
x =
x =

dx 1 x
dx k =0
(1 x) 2
k = 0 dx

kx k 1 =
k =0

E questa la somma della serie!!!


SERIE DI FOURIER

Se ci viene assegnata una funzione e ci viene chiesto di calcolare la serie di Fourier:


La prima cosa da fare vedere se la funzione T- periodica, poi se continua a tratti (in modo
da poter calcolare i coefficienti di Fourier, e poi se regolare a tratti, in modo da poter

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affermare che converge puntualmente al valore

f ( x + ) + f ( x )
, e uniformemente in ogni
2

intervallo in cui regolare.


Per le SERIE DI TAYLOR non scrivo niente perch basta applicare alla lettera la definizione
(verificando ovviamente le condizioni iniziali).
RICERCA DI ESTREMI DI FUNZIONI f : n k (SENZA VINCOLO)
1. Calcolare per prima cosa il dominio della funzione
2. Se possibile semplifichiamo (se si ha e sin x cos x possibile studiare studiare solo
sinx*cosx perch lesponenziale crescente e i max e i min di sinx*cosx sono gli stessi
di e sin x cos x )
3. Calcolare f ( x, y ) e porlo uguale a 0
Ricordo ke f ( x, y ) costituito dalle derivate parziali rispetto ad ogni variabile di f(x,y)
f ( x, y ) = ( f x , f y ) dove f x la derivata parziale di f rispetto a x e f y la derivata
parziale di f rispetto a y.
4. esce fuori un sistema che d luogo a dei punti critici
5. Per capire la natura dei punti critici trovati, calcoliamo la matrice Hessiana in ognuno di
essi (ricordo ke la matrice Hessiana :
derivata rispetto a x di f x
D 2 f ( x, y ) =
derivata rispetto a x di f y

derivata rispetto a y di f x
derivata rispetto a y di f y

6. Calcoliamo il determinante delle matrici Hessiana e poi:


Se DET < 0 allora D 2 f indefinita, quindi un PUNTO DI SELLA

Se DET > 0 allora D 2 f definita:

- positiva se a 11 e a 22 hanno entrambi segno positivo MIN


- negativa se a 11 e a 22 hanno entrambi segno negativo MAX

Se DET = 0 allora D 2 f non si sa se minimo o massimo, perch in questo caso


possiamo dire solo se semidefinita (condizione necessaria ma non sufficiente
perch sia max o min). Possiamo per affermare che:

- semidefinita positiva se a 11 oppure a 22 ha segno positivo non di sicuro Max


- semidefinita negativa se a 11 oppure a 22 ha segno negativo non di sicuro Min
7. Se non si riesce a capire con la matrice Hessiana (quindi nel caso del DET=0), si vede

Segno di funzione

Derivata: dove si annulla l c un estremo (serve solo a vedere se ci sono


ulteriore estremi)

Calcoliamo il valore della funzione in ognuno dei punti trovati e stabiliamo qual
il max e qual il min

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RICERCA DI ESTREMI DI FUNZIONI f : n k (CON VINCOLO)


1. Calcolare per prima cosa il dominio della funzione
2. Se possibile semplifichiamo (se si ha e sin x cos x possibile studiare studiare solo
sinx*cosx perch lesponenziale crescente e i max e i min di sinx*cosx sono gli stessi
di e sin x cos x )
3. Calcolare f ( x, y ) e porlo uguale a 0
Ricordo ke f ( x, y ) costituito dalle derivate parziali rispetto ad ogni variabile di f(x,y)
f ( x, y ) = ( f x , f y ) dove f x la derivata parziale di f rispetto a x e f y la derivata
parziale di f rispetto a y.
4. esce fuori un sistema che d luogo a dei punti critici
Per capire la natura dei punti critici trovati, POSSIAMO CALCOLARE la matrice
Hessiana in ognuno di essi (come fatto prima con determinanti);
Anche se possiamo tranquillamente calcolare il valore della funzione nei punti trovati
(sostituiamo a x e a y i valori trovati) per determinare quale sia il max e quale sia il min
5. Calcoliamo il valore della funzione nei PUNTI di NON DERIVABILITA.
6. Poi dobbiamo ricercare i punti di estremo lungo la frontiera e per farlo possiamo usare 2
metodi:
a)

METODO DELLA PARAMETRIZZAZIONE DELLA FRONTIERA


E il caso in cui abbiamo la possibilit di creare una funzione ke permette di
condursi ad una funzione di 1 grado ( faccio un esempio:
se abbiamo che la frontiera sia una circonferenza di raggio 2, allora noi possiamo
creare una funzione del tipo:

(t ) = (2 * cos t ,2 * sin t )
Che ci permette di studiare la funzione composta:
g (t ) = ( f o )(t ) che una semplice funzione di 1 grado che sappiamo ben
studiare (Analisi 1) (calcoliamo derivata, se possibile, e vediamo in quali punti si
annulla.)
I punti di estremo per la funzione g (t ) = ( f o )(t ) saranno gli stessi di f(x,y) da
cui siamo partiti, quindi una volta individuati i punti baster calcolare il valore
della funzione in ognuno di questi punti e confrontare i valori per ottenere quale
punto sar max e quale min.
b) METODO DEI MOLTIPLICATORI DI LA GRANGE

Si fa in modo che il vincolo sia espresso come insieme di livello 0 {F ( x) = 0}

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(Es: C : {x 2 xy + y 2 z 2 = 1} {x 2 + y 2 = 1} diventa
C : {x 2 xy + y 2 z 2 1 = 0} {x 2 + y 2 1 = 0} )

Poi scriviamo la funzione ausiliaria: = f F1 F2 . Dove, nellesempio,


F1 = x 2 xy + y 2 z 2 1 e F2 = x 2 + y 2 1

E ricordo ke se C definito come INTERSEZIONE di insiemi, allora si costruisce


una sola funzione ausiliaria = f F1 F2
Mentre se definito come UNIONE si creano tante funzioni ausiliarie quanti sono
gli insiemi 1 = f F1 , 2 = f F2 , e cos via.

A questo punto calcoliamo gli estremi LIBERI (non vincolati) per ogni
funzione ausialiaria , cio calcoliamo ,lo poniamo uguale a 0 ecc (vedi
calcolo di estremi non vincolati.

Al termine calcoliamo il valore della funzione nei punti trovati per capire qual
il max e qual il min

7. Controlliamo, serve solo per essere sicuri di non aver dimenticato nessun punto, se ci
sono estremi negli estremi del dominio (tramite il limite per x e y tendenti ad infinito).
CALCOLO DELLA NORMA

Se abbiamo un vettore x = ( x1 , x 2 , x3 ) allora la norma uguale a x = x1 + x 2 + x3 )

Se abbiamo 2 vettori a = (-2,-1,-1) e b = (1,3,1) e vogliamo calcolare la norma del prodotto


vettoriale:
calcoliamo prima il prodotto vettoriale:

i
j
k

a b = det 2 1 1 = i + j + 6k k 3i 2 j = 2i j + 5k
1 3 1

Quindi il vettore risultante sar:

a b = (2,1,5)

E quindi la norma di tale prodotto

a b = (2) 2 + (1) 2 + (5) 2 = 4 1 25 = 30

LUNGHEZZA DI UNA CURVA


Se una curva regolare, la lunghezza di in un intervallo [a, b] si calcola tramite la seguente
formula
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l ( , [a, b]) = ' (t ) dt


a

Dove ' (t ) la norma della derivata di , (ho spiegato come calcolarla al punto precedente).

EQUAZIONI DIFFERENZIALI
- A VARIABILI SEPARABILI

y ' = f (t ) g ( y )
dy
= f (t ) g ( y )
dt
dy
= f (t )dt
g ( y)
dy

g ( y) = f (t )dt
Esempio:
ty '+ y = y 2
t

dy
dy
dt
= y2 y 2
=

dt
y y t

y -1
dy
dt
= log t + c
=
log
t
y
y

y 1
y -1
y -1
y -1
= log t + c
log
= e log t +c
= e log t e c
= tc 2
y
y
y
y
Nellultimo passaggio ho sostituito c 2 a e c perch pur sempre una variabile, quindi
posso chiamarla come voglio.
1
definita per 1 - c 2 t 0
1- c2t
E a questo punto se abbiamo le condizioni iniziali possiamo determinare anche c 2
Continuando y 1 = c 2 ty y(1 - c 2 t) = 1 y =

EQUAZIONI OMOGENEE
Lequazione si trova nella forma
y
y' = g
t
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d
y
Chiamiamo z = y = zt y ' = (tz) = tz'+ z
dt
t
dz
dz z g ( z )
y
+ =
E lequazione diventa y' = g tz'+ z = g(z) t + z = g ( z )
dt
dt t
t
t
dz g(z) - z
dz
dt

=
dt
t
g(z) - z
t
Esempio
2ty
2ty
t2
=
=
y' = 2
*
t + y2 t2 + y2 t2

2y
1
y
t
= 2
2
2
y
t y
1+ 2
1+
t
t

Sostituiam z =

y
d
e otteniamo y' = tz = tz '+ z
t
dt

y
2z
2z
2z z z 3 z - z 3
t
y' =

+
=

=
=
z
tz'
z
tz'
2
1+ z2
1+ z2
1+ z2
1+ z2
y
1+
t
2

(1 + z 2 )dz dt
(1 + z 2 )dz
dz
z z3
dt
=

t=
2
3
3

dt
t
t
1+ z
zz
zz

(1 + z 2 ) (1 + z 2 )
(1 + z 2 )
A
B
C
=
= +
+
=
3
2
zz
z (1 z ) z (1 + z )(1 z ) z (1 + z ) (1 z )
A(1 + z )(1 z ) + B( z )(1 z ) + C ( z )(1 + z ) = 1 + z 2
B = 1
C =1
A = 1

dt
1
1
1
dz +
dz =
dz
log z - log(1 + z) - log(1 - z) = log(t) + c
z
t
1+ z
1 z

z
z
y
= log t + c
log
= c 2 t RISOSTITUIAMO z =
(1 + z)(1 - z)
t
(1 + z)(1 - z)
y
1
y t2
= c2t
= c2 t
= c 2 t yt = c 2 t (t 2 - y 2 ) yt + c 2 ty 2 = c 2 t 3
2
2
2
2
2
t t y
t t y
y
1
2
t
t
Visto che non ci sono le condizioni iniziali non ha senso trovare y(t). Abbiamo trovato la CURVA
SOLUZIONE.
y

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Da questo punto in poi scrivo utilizzando LATEX!

Equazioni lineari del 1 ordine

Equazioni nella forma:


y+a(t)y= (t) con a, continue in I

1 passo
Risolviamo prima lEQUAZIONE OMOGENEA associata:
y 0 + a(t)y = 0

y0
y

= a(t)

1
y

dy 1
dt y

= a(t)

dy
dt

= a(t) y

dy
y

= a(t) dt

dy

y(t) = ce

a(t)dt

Se poi poniamo A(t) =

a(t)dt

y(t) = ceA(t)
2 passo
Cerchiamo la soluzione dellequazione completa nella forma
c(t)eA(t)

facciamo finta che c non sia una costante


ma una funzione

SOLUZIONE GENERALE `e

u(t) = e

A(t)

Z
(c +

eA(t) (t)dt)

dove c= costante arbitraria e A(t) =

a(t)dt

Procedura generale
a) Identificare subito A(t) e (t)
b) Calcolare soluzione di omogenea associata
c) Calcolare u(t) = eA(t) (c +

eA(t) (t)dt)

d) Se ci sono, imporre le condizioni iniziali per trovare costante


e) Sostituire costante a formula trovata al punto c)

Equazioni lineari di ordine k

Sono equazioni nella forma:


y (k) +ak1 (t)y (k1) +...+a1 (t)y 0 +a0 (t)y = (t) con a0 , a1 , ..., ak1
continue in I

Il primo membro lo possiamo chiamare Ly, ottenendo:


Ly = y (k) + ak1 (t)y (k1) + ... + a1 (t)y 0 + a0 (t)y
dove
L : C k (I) > C(I)
`e un operatore lineare tra spazi vettoriali di dimensione

Lequazione COMPLETA `e
Ly = (t)
Lequazione OMOGENEA `e
Ly = 0
10

LINTEGRALE GENERALE V dellequazione completa `e la somma


dellintegrale generale dellOMOGENEA associata + una soluzione particolare di equazione COMPLETA:
V = v0 + v

Dove
v0 `e lintegrale generale dellomogenea associata
v `e lintegrale particolare di equazione COMPLETA
Arrivati a questo punto ci sono 2 modi per risolvere lequazione differenziale:
Il metodo di LaGrange
Il metodo che fa riferimento a equazioni lineari a coefficienti costanti
METODO DI LAGRANGE della variazione dei parametri
Vediamo prima un PO di TEORIA: Cerchiamo una soluzione di Ly = (t)
nella formula
k
X
v(t) =
ci (t)ui (t)
i=1

dove ci sono funzioni da trovare, mentre ui `e una base di V0 . Calcoliamo la


derivata prima

v (t) =

k
X

ci (t)u0i (t)

i=1

k
X

c0i (t)ui (t)

i=1

e poniamo :

k
X

c0i (t)ui (t) = 0

i=1

Ora calcoliamo le altre derivate


00

v (t) =

k
X
i=1

ci (t)u00i (t) +

k
X

c0i (t)u0i (t)

e anche qui poniamo :

i=1

k
X
i=1

...
...
...

11

c0i (t)u0i (t) = 0

v k1 (t) =

k
X

k
k
X
X
k2
0
(t)+
c
(t)
e
anche
qui
poniamo
:
c0i (t)uk2
(t) = 0
ci (t)uk1
(t)u
i
i
i
i
i=1

i=1

i=1

Le abbiamo calcolate fino allordine (k-2), quindi ci manca ancora 1 condizione:


k

v (t) =

k
X

k
X

ci (t)uki (t)+

i=1

c0i (t)uk1
(t)
i

e qui, invece, poniamo :

i=1

k
X

c0i (t)uik1 (t) = (t)

i=1

Lv = v k + ak1 v k1 + ... + a1 v 0 + a0 v =
=

k
X

ci (t)uki

+ (t) + ak1

i=1

k
X

ci (t)uk1
i

= (t) +

ci (t)ui (t) =

i=1

i=1
k X
k
X

+ ... a0

k
X

aj ci uji =

con ak = 1

j=0 i=1
k
k
X
X
= (t)+
ci
aj uji =
i=1

qui possiamo riconoscere che

k
X

aj uji = Lui quindi

j=0

j=0

k
X
= (t)+
ci Lui qui possiamo riconoscere cheLui = 0 per equazione omogenea quindi
i=1

=0

Scriviamo allora il SISTEMA per i COEFFICIENTI (c0 (t) = (c0i (t), ..., c0k (t)))

0
0
0

u1 c1 + u2 c2 + ... + uk ck = 0

.......................................... = 0

.............................................
..........................................
=0

k2 0
k2 0
k2 0

u1 c1 + u2 c2 + ...uk ck = 0

k1
0
u1 c01 + u2k1 c02 + ...uk1
k ck =
12

Ma la matrice delle incognite `e proprio la matrice Wronskiana (W(t))



0
0

W (t)C 0 (t) =
...
0


0
0

C 0 (t) = W 1 (t)
...
0

=

0
0
Z

C(t) = W 1 (t)
...
0

E per concludere questo spruzzo di teoria vi mostro come bisognerebbe


risolvere un esercizio con questo metodo:
es.

2
1 + et
a) calcolo soluzione dellomogenea associata
y 00 y =

y 00 y = 0
2 1 = 0
2 = 1
= 1
soluzioni sono linearmente indipendenti
soluzioni sono et , et
13

b)Calcoliamo la matrice Wronskiana




  t
u1 u2
e
et
W (t) =
= t
u01 u02
e et

c) Calcoliamo W 1 (t)
 t

e
et | 1 0
W (t) = t
e et | 0 1
 t

e
et
| 1 0
=
0 2et | 1 1
 t t

e e
|
1
0
=
0 1 | 1/2et 1/2et

 t
e 0 | 1/2 + 1
1/2
=
0 1 |
1/2et
1/2et


1 0 | 1/(2et ) 1/(2et )
=
0 1 | 1/2et 1/2et
 t t 
e
e
1
W = 1/2
t
e et
1

d)Calcolo i coefficienti

 Z


c1 (t)
0
1
= W (t)
dt =
c2 (t)
(t)

Z  t  
0
e
e t
= 1/2
dt =
2
et e t
1+et
!
Z
2et
t
1+e
= 1/2
dt =
2et
1+et
et
1+et
et
1+et

Z
=

R
R

et
1+et dt
et
1+et dt

14

dt =
!
=


=


et t log(1 + et )
log(1 + et )

e)SOLUZIONE PARTICOLARE di EQ. COMPLETA `e


v(t) = c1 (t)u1 (t) + c2 (t)u2 (t) = 1 tet et log(1 + et ) et log(1 + et )

ATTENZIONE: E IMPORTANTE LORDINE SCELTO ALLINIZIO


f)INTEGRALE GENERALE di eq. COMPLETA `e:
u(t) = c1 et + c2 et + v(t)

con c1 , c2 R

(cio`e `e somma dellintegrale particolare di omogenea + sol. particolare di eq.


completa)
Ripassiamo il concetto di EQUAZIONE LINEARI A COEFFICIENTI
COSTANTI
Cominciamo sempre con un p`o di teoria.
Prendiamo
Ly = y (k) + ak1 y (k1) + ... + a1 y 0 + a0 y

con aj R

Definiamo il POLINOMIO CARATTERISTICO


PL () = k + ak1 (k1) + ...a1 + a0
e calcoliamo le radici di PL ()

Ricordiamo il concetto di molteplicit`a:


Se 0 `e radice di PL () di molteplicit`a r ( 0 )r divide PL () mentre
( 0 )r+1 NO
15

Se P `e un polinomio di grado k a coefficienti costanti


a)Avr`a r > 0 radici reali distinte (1 , ..., r ) e 2s radici complesse (non reali):
r+1 , r+2 , r+s , ..., r+1 , r+2 , ..., r+s
b) Se m1 , ..., mr sono le molteplicit`a di 1 , 2 , ..., r
e mr+1 , mr+2 , ..., mr+s le molteplicit`a di (r+1 , r+1 ), ..., (r+s , r+s )
allora
m1 + ... + mr + 2mr+1 + ... + 2mr+s = k
Possiamo quindi scrivere
PL () = ( 1 )m1 ... ( r )mr [( r+1 )( r+1 )]mr+1 ... [(
r+s )( r+s )]mr+s
Dato L, se 0 C `
e radice di PL allora e0 t `
e soluzione di Ly = 0;
Se 0 C `e radice di PL con molteplicit`a m e0 t , te0 t , ..., tm1 e0 t sono
SOLUZIONI LINEARMENTE INDIPENDENTI di Ly=0
Se 0 = + i `e radice complessa di P () lo `e anche 0 = i
e0 t , e0 t sono soluzioni, cio`e et cos(t) ed et sin(t)
Dopo tutta questa teoria: COME PROCEDERE
a) Si scrive il polinomio caratteristico
b) Si determinano le radici e la loro molteplicit`a ( 0 )k .... = 0 (con 0 con
molteplicit`a k)
c) Soluzioni si ricavano da quelle viste prima (e1 t ....)
d)Soluzione generale `e combinazione delle k soluzioni reali trovate
u(t) = ck e1 t + ... + c1 tk1 e1 t ...

ESEMPIO

Ly = y(k)
a) PL () = k
radici (0 )k = k = 0

(0)k = 0
16

0 = 0 con molteplicita0 k

Soluzioni sono :
e1 t , te1 t , ..., tk e1 t = 1, t, t2 , ..., tk1
Soluzione generale e0
u(t) = ck + ck1 t + ck2 t2 + ... + c1 tk1

METODO ALTERNATIVO A LAGRANGE


Se `e soluzione di unequazione lineare a coefficienti costanti (M = 0),
cio`e
se `e del tipo somma di tr , et , cos(t), sin(t)

a) Si calcola M
b) Si scrive la soluzione generale di Mu=0
c) Si distinguono 2 casi:
c1 ) PL () e PM () NON hanno radici comuni;
c2 ) PL () e PM () hanno radici comuni;
Prima di analizzare i 2 casi, vediamo come si scrive PM ()
Sappiamo che la radice sar`a di sicuro del tipo + i;
ma se abbiamo la radice + i abbiamo anche la sua complementare i,
entrambe con molteplicit`a r+1 (dettata dal fatto che c`e tr
Quindi
PM () = [( ( + i))( ( i))]r+1

Torniamo ai 2 casi:
caso 1) PL () e PM () NON hanno radici comuni:
Si cerca v come soluzione dellequazione omogenea M y = 0

17

caso 2) PL () e PM () HANNO radici comuni:


Si porta la molteplicit`a delle radici comuni alla somma delle molteplicit`a
Vediamo degli ESEMPI:
ESEMPIO 1)
6y 00 5y 0 + y = 1 + t2
a) Troviamo le soluzioni dellomogenea
PL () = 62 5 + 1 = 0

5 25 24
=
1;2 =
12
1
2
1
2 =
3

1 =

con molteplicita0 = 1
con molteplicita0 = 1
t

u1 (t) = e 2 e u2 (t) = e 3

b)Identifichiamo (t) e vedo se `e del tipo tr , et , cost, sent


(t) = 1+t2 `e del tipo indicato con = = 0 e0 soluzionedell0 equazioneacoef f icienticostanti
= 1 + t2 `e soluzione di M y = 0
Ora troviamo My:
Cerchiamo PM () = [( ( + i))( ( i))]r+1
ATTENZIONE: Se ( + i) `e reale si considera solo [( ( + i))]r+1
In questo caso:
0)r+1 = 3 M y = y 000
M y = y 000
3 = 0 = 0 con molteplicita0 = 3

18

c) PL e PM non hanno radici comuni


Siamo nel 1 caso:
Scrivo soluzione generale di My=0 e calcolo coeffic. per ottenere v t.c. Lv=
Soluzione generale di y=0 `e
v(t) = c1 e0 + c2 t e0 + c3 t2 e0 =
= c1 + c2 t + c3 t2

Ora calcoliamo la derivata prima e la derivata seconda di v:


v 0 = c2 + 2c3 t
v 00 = 2c3
d) Calcoliamo Lv (prendo equaz. iniziale e sostituisco a y la v)
Lv = 6v 00 5v 0 + v =
= 6(2c3 ) 5(c2 + 2c3 t) + (c1 + c2 t + c3 t2 ) =
= 12c3 5c2 10c3 t + c1 + c2 t + c3 t2 =
= c3 t2 t(10c3 + c2 ) + (12c3 5c2 + c1 )

e) v deve essere soluzione particolare, quindi imponiamo Lv = 1 + t2

c3 = 1
10c3 + c2 = 0

12c3 5c2 + c1 = 1

c3 = 1
c2 = 10

12 50 + c1 = 1

19


c3 = 1
c2 = 10

c1 = 39
v(t) = t2 + 10t + 39

f) Soluzione generale `e:


t

u(t) = c1 u1 (t) + c2 u2 (t) + v(t) = c1 e 2 + c2 e 3 + v(t)

ESEMPIO 2)
y 00 4y = e2t

a) Trovo soluz. dellomogenea


PL () = 2 4 = 0
1 = 2 con molteplicita0 = 1
2 = 2 con molteplicita0 = 1
u1 (t) = e2t , u2 (t) = e2t

b)Identifico (t)
(t) = e2t

r = 0, = 2, = 0

`e soluzione di equazione a coefficienti costanti


Ora troviamo My:
PM () = ( 2)1 = 2
M y = y0 2
= 2 con molteplicita0 = 1
20

c)PL e PM HAN N O radici comuni siamo nel 2 caso :


Scriviamo la soluzione generale di My=0 e calcoliamo i coefficienti di v tali
che Lv=
La soluzione generale di y-2=0 `e:
v(t) = c1 e2t + c2 te2t
Cio`e labbiamo calcolata come se ci fosse molteplicit`a 2 (1+1) molteplicit`a
punto a) + molteplicit`a punto b)
A questo punto possiamo togliere c1 e2t perch`e `e gi`a soluzione di omogenea,
ma continuiamo per vedere che va via da sola:
v 0 (t) = 2c1 e2t + c2 e2t + 2tc2 e2t =
= e2t (2c1 + c2 + 2tc2 )
v 00 (t) = 2e2t (2c1 + c2 + 2tc2 ) + e2t (2c2 )

d) Calcoliamo Lv:
Lv = v 00 4v = 2e2t (2c1 + c2 + 2tc2 ) + e2t (2c2 ) 4(c1 e2t + c2 te2t ) =
= e2t (4c2 )

e) Imponiamo che sia uguale a e2t ((t))


e2t (4c2 ) = e2t
(4c2 ) = 1
1
c2 =
4
1
v(t) = c2 te2t = te2t
4
f) Soluzione generale `e:
1
u(t) = c1 e2t + c2 e2t + te2t
4

21

Equazioni di Bernoulli
y 0 = a(t)y + b(t)y

Se:
= 0 eq. lineari (gi`a viste)
= 1 eq. lineari oppure eq. a variabili separabili
6= 0, 1 Dividiamo per y
y0
= a(t)y 1 + b(t)
y
P oniamo z = y 1 z 0 = (1 )y 11 y 0
z 0 = (1 )

y0
y

y0
= f racz 0 (1 )
y

L0 equazione diventa :
y0
= a(t)z + b(t)
1
che `e unequazione lineare e la sappiamo gi`a risolvere

Equazioni del 2 ordine che si possono risolvere con artifici


y 00 = f (t, y, y 0 )

Se manca y:
y 00 = f (t, y 0 )
z(t) = y 0 (t)
z 0 (t) = f (t, z)

22

Si risolve eq. ottenuta con sostituzione e poi si risostituisce


Esempio:
Se otteniamo z(t) = tan(t + c)
e avevamo sostituito z(t) = y 0 (t)
R
allora y(t) = tan(t + c)dt = log|cos(t + c)| + d)
Se manca t
y 00 = f (y, y 0 )

< equazioni autonome

Poniamo
z(t) = y 0 (t)

y 00 (t) =

dz
dz
dy
dy 0
(t) = (t) = (y) (t) = z(y)z(y)

dt
dt
dy
dt

Quindi lequazione y 00 = f (y, y 0 ) diventa


z z = f (y, z)

Esempio:
yy 0 y 00 = (y 0 )3 + (y 00 )2
`e equivalente a equazione del 1 ordine:
y 0 = z(y) y 00 = z z
y z z z = z 3 + (z z)
2
y z 2 z = z 3 + (z z)
2
Divido tutto per z 2
y z = z + z 2
z 2 + z y z = 0
Si `e ridotto a 2 problemi:
1. z(y) = y 0

23

2. z 2 + z y z = 0
= y 2 4(z)(1) = y 2 4z

z =

p
y 2 4z
2

Integrale su un dominio normale


Z
f (x, y, z)dxdydz
E

a) Dimostrare che il Dominio `e Normale (vedi teoria)


b) Dividere Integrale:
Z (x,y) Z b
f (x, y, z)dzdxdz
(x,y)

Esempio:

ey x2 z 2 dxdydz

Z
E

dove E = {0 z x 1, 0 y x3 }

ey x2 z 2 dxdydz =

Z
E

Z
=
0

1 Z
(
0

x3

Z
(

ey x2 z 2 dz)dy)dx = ...

24

c) Si calcolano i vari integrali (1 passo tutte costanti tranne z, 2 passo tutte


costanti tranne y,3 passo rimane solo x)

Integrale su un dominio che NON `


e normale

In questo caso si possono fare dei cambiamenti di parametri per farlo diventare tale:
Esempio:
Z
(x + y)dxdy
E

con E = {0 y

1
, 2 x y 1}
x

a) Si disegna il dominio

b) Si scelgono le 2 variabili del cambiamento



u = x y < preso da dominio
(2 x y 1)
R
v = x + y < preso da f ( E (x + y)dxdy)

25

c) Si trova (funz. del cambiamento)



x=u+v
y =u+y+y

x = u+v
2
y = vy
2
(u, v) = (

u+v vu
,
)
2
2

d) Si scrive come diventa il dominio:


vu
2

, 2 u 1}
2
u+v

G = {u v 4 + u2 , 2 u 1}

G = {0

e) Troviamo Jacobiana di Diffeomorfismo ()


J(u, v) =


derivata di 1 componente di rispetto a u


derivata di 2 componente di rispetto a u
 1 1
2
2
=
.
12 21

derivata di 1 componente di rispetto a v


derivata di 2 componente di rispetto a v

1
1 1
|det J(u, v)| = | + | = | |
4 4
2
f) Si calcola integrale:
Z
(x + y)dxdy =
E

4+u2

=
2

=
2

1
v| |dvdu =
2

(4 + u2 ) u2
du = 3
4

26

Integrali di superficie

Qui passo subito allesempio perch`e `e lunico modo per capire bene come si
calcolano:
Esempio
Z
x

d
4z + 1
S
dove S = {z = x2 + y 2 , x 0, x2 + y 2 y 0}
Dobbiamo applicare la formula
Z
Z Z
f d =
f ((u, v))||u v ||dudv

a)Identifichiamo prima e k
=S
k = {x 0, x2 + y 2 y 0} <2
(k) = (x, y) = (x, y, z) = (x, y, x2 + y 2 )
b) Per calcolare ||x y || ricordiamo prima che
p

- se
x = (x, y, z) allora ||
x || = x2 + y 2 + z 2

- se
a = (2, 1, 1) e b = (1, 3, 1)
allora



i
j
k

a b = det 2 1 1 =
1 3 1
i + j + 6k k 3i 2j = 2i j + 5k


a b = (2, 1, 5)

||
a b || = (2)2 + (1)2 + 52 = 30

N el nostro caso
27

= (x, y, x2 + y 2 )

= (D , D , D ) = (1, 0, 2x)

x
x 1
x 2
x 3

= (D , D , D ) = (0, 1, 2y)
y



i j k

= 1 0 2x = k 2xi 2yj = (2x, 2y, 1)


x
y


0 1 2y

|| = p(2x)2 + (2y)2 + 12 = p4x2 + 4y 2 + 1


||

x
y

Tornando al nostro integrale:


Z
Z Z
p
x
x

p
d =
1 + 4(x2 + y 2 )dxdy =
2
2
4z
+
1
4(x + y ) + 1
S
k
Z 1 Z sqrt(yy2 )
Z 1
y2
1
y3
1 1
y y2
=
dy
= |10 |10 = =
xdx =
2
4
6
4 6
12
0
0
0
Per trovare gli estremi abbiamo usato le disequazioni presenti in S:
a) x2 + y 2 y 0
b) x 0
p
0 x y y2
Mentre per la y abbiamo usato la formula della circonferenza:
(x )2 + (y )2 + (z )2 = Raggio2
x2 + y 2 y = 0

=0
1
=
2
1
1
R=
Raggio2 =
4
2
0y1
28

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