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distanze, unite con specifici usi locali, permisero alle diverse comunit di conservare a
lungo forme di culto e di organizzazione della vita comunitaria molto diverse fra loro.
3. Vescovi, diocesi, patriarcati
Il pieno consolidamento a livello imperiale del cristianesimo pu essere colto
nelleditto di Tessalonica del 380, con cui limperatore Teodosio impose la religione
cristiana a tutti i cittadini dellimpero, rendendola il culto ufficiale. Da questo momento
si avviarono sia le pi decise persecuzioni antiereticali, sia la massiccia confluenza
dellaristocrazia senatoria nelle fila del cristianesimo: per questo gruppo sociale
dlite, aderire alla religione cristiana era ora un passo obbligatorio per partecipare
pienamente al sistema politico imperiale.
Alla fine del secolo IV, il cristianesimo era quindi la religione dominante nellimpero
romano. La struttura portante piuttosto costituita dalla singola diocesi, ovvero la
comunit cristiana di una citt e del suo territorio, raccolta attorno al vescovo.
Lassemblea dei vescovi aveva la capacit di orientare le grandi scelte teologiche. Non
esisteva allora una chiesa universale sotto la guida di Roma, ma esisteva una pluralit
di chiese vescovili. Cos le chiese di Costantinopoli, Alessandria dEgitto, Antiochia e
Roma furono riconosciute come sedi patriarcali.
La centralit del vescovo nei confronti della societ cittadina che nasceva prima di
tutto dalla sua funzione religiosa, che lo rendeva il principale mediatore nei confronti
del sacro e la guida dei fedeli verso la salvezza ultraterrena. Questa funzione si
arricch con il progressivo inserimento nella chiesa cristiana della grande aristocrazia
senatoria, i cui membri furono i pi naturali candidati a ricoprire le funzioni vescovili. Il
potere e il prestigio dellaristocrazia senatoria contribuirono a consolidare il potere e il
prestigio dei vescovi.
4. Il primo monachesimo
I vescovi non furono per le sole figure religiose eminenti: un modello forte e
prestigioso fu rappresentato dai monaci, ovvero quelle persone che scelsero di ritirarsi
dal mondo per dedicarsi a una vita di preghiera, meditazione e ascesi. Non troviamo
alla base dei loro ideali n una volont di assistenza ai poveri o ai malati, n la cura
delle anime dei laici, n infine unattenzione specifica alla cultura e allo studio. Questo
non esclude affatto questo tipo di attivit ma dobbiamo vederle come integrazioni di
un percorso fondato prima di tutto sul perfezionamento personale del monaco.
Per mettere in pratica questi principi, i monaci adottarono alcuni comportamenti
comuni: lallontanamento dal mondo della societ civile, un rapporto continuo con le
Sacre Scritture, la rinuncia alle ricchezze, la scelta di autosostenersi con il lavoro. Vi
era per una divaricazione tra eremiti, coloro cio che scelsero di compiere il percorso
di ascesi in solitudine, e cenobiti, quelli che si riunirono in una comunit, un cenobio.
Queste scelte e questi comportamenti fecero dei monaci un modello di santit per
lintera cristianit, tanto che il monachesimo si diffuse nellintero Mediterraneo e in
ogni parte dEuropa.