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E sbito le disse

soavi, accorte parole: "Ti supplico, o potente,


in ginocchio. Sei tu forse dea o mortale?
Se alcuna delle dee tu sei del vasto cielo,
per la bellezza del volto, e l'alta statura,
e l'armonia delle forme, tu mi sembri Artmide,
figlia del sommo Zeus: tanto le somigli.
Ma se mortale tu sei che vive in terra,
tre volte beato il padre e la nobile madre,
e beati tre volte i fratelli. Certo il loro cuore
tenero di gioia per te, freschissimo stelo,
quando muovi alla danza. Ma pi di ogni altro,
felice nel cuore chi supera i rivali
coi doni di nozze e ti conduce con s nella casa,
poi che i miei occhi non videro mai
creatura mortale, n uomo n donna,
simile a te, e stupore mi vince a guardarti.
Un giorno, in Delo, presso l'ara d'Apollo
cos, come te, io vidi un giovane stelo di palma
levarsi in alto. Io fui anche l, con molta gente,
nel viaggio da cui mi vennero cupe sventure.
E come allora a vedere la palma rimasi stupito
a lungo nel cuore, perch mai albero uguale
venne sulla terra, cos ora ti ammiro,
o donna, e stupisco, e non oso sfiorarti le ginocchia,
anche se grave il mio tormento.
Ieri, dopo venti giorni, scampai dal livido mare:
per tutto quel tempo, senza tregua, le onde
e l'impeto delle procelle mi trascinarono
dall'isola di Ogigia; e qui mi gett un nume,
perch anche su queste rive mi colga sventura.
Non credo finite le mie pene: altre ne pensano gli di.
Ma tu, o potente, abbi piet: dopo tanti dolori,
tu sei la prima che incontro e non conosco alcuno
di quelli che abitano il luogo e la sua terra.

Indicami la citt e dammi qualcosa per coprirmi,


se mai, venendo qui, avevi una tela da involgere i panni.
E ti concedano gli di quanto desidera il tuo cuore:
uno sposo e una casa e leale concordia,
perch non c' bene pi forte e pi valido
quando con armonia d'intenti l'uomo e la donna
reggono una casa. Ne hanno invidia i malvagi,
e gioia chi li ama; ma pi loro sono felici".
E a lui cos rispose Nausicaa dalle braccia splendenti:
"O straniero, tu non sembri un uomo malvagio
o privo di senno: tu sai che Zeus Olimpio
d, quando vuole, felicit agli uomini,
ai buoni e ai malvagi; a te diede dolori,
e dolori devi soffrire. Ora sei nella mia terra,
giungi alla mia citt; e avrai certo una veste!
e ogni cosa che ti occorre; come ogni povero
che viene implorando qui da noi.
E ti indicher la citt e il nome del suo popolo.
L, e in tutta questa terra, vivono i Feaci,
e io sono la figlia del magnanimo Alcinoo
che regge il potere e la forza dei Feaci.
(S. Quasimodo)

Ahim, alla terra di quali uomini nuovamente son giunto?


Saranno violenti, selvaggi e ingiusti,
o amici degli stranieri e rispettosi degli dei?
(Odissea, l.VI, vv.119-121)

i inchino a te, signora: sei una dea o una donna mortale?


Se infatti sei una dea di quelle che abitano lampio cielo,
Artemide sembri, figlia del grande Zeus,
per laspetto e la figura slanciata;
ma se sei una donna mortale, di quante abitano la terra,
tre volte beati il padre e la madre veneranda,
tre volte beati i fratelli: molto il loro cuore
sempre si colma di gioia grazie a te,
quando vedono un simile bocciolo intrecciare movenze di danza.
Ma felice in cuore pi di ogni altro
chi, portando pi doni, ti condurr alla sua casa in sposa.
(l.VI, vv.149-159)
Ahim, alla terra di quali uomini nuovamente son giunto?
Saranno violenti, selvaggi e ingiusti,
o amici degli stranieri e rispettosi degli dei?
(Odissea, l.VI, vv.119-121)
i inchino a te, signora: sei una dea o una donna mortale?
Se infatti sei una dea di quelle che abitano lampio cielo,
Artemide sembri, figlia del grande Zeus,
per laspetto e la figura slanciata;
ma se sei una donna mortale, di quante abitano la terra,
tre volte beati il padre e la madre veneranda,
tre volte beati i fratelli: molto il loro cuore
sempre si colma di gioia grazie a te,
quando vedono un simile bocciolo intrecciare movenze di danza.
Ma felice in cuore pi di ogni altro
chi, portando pi doni, ti condurr alla sua casa in sposa.
(l.VI, vv.149-159)

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