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IL FISCAL COMPACT

Il termine fiscal compact o trattato sulla stabilit, sul coordinamento e sulla governance
dellunione economica e monetaria una espressione che allude, dal punto di vista giuridico, ad
un vero e proprio trattato che si affianca a quelli gi esistenti in materia fiscale.
In questi ultimi anni di crisi economica, per lEuropa lobiettivo pi importante stato quello di
frenare la spesa pubblica per evitare il ripetersi del caso Grecia, e proprio per tal motivo stato
elaborato il trattato de quo, che mira ad irrigidire i parametri gi previsti dal trattato di Maastricht
del 92. In buona sostanza si pongono dei rigidi paletti al debito pubblico degli Stati-membri con
lapplicazione di sanzioni automatiche e dallaltra parte impone agli stessi lintroduzione, a livello
costituzionale, del principio del pareggio di bilancio (cos come ha fatto lItalia nel 2012, con la
riforma dellart. 81 Cost.).
Bisogna ricordare che tale trattato si applica solo a quegli Stati che hanno aderito allUnione
monetaria e non a tutti i 27 stati dellUnione Europea (non si applica, dunque, ad esempio, ad
Inghilterra e Svizzera).
Diverse sono state le critiche al fiscal compact da parte di noti economisti. I premi Nobel per
l'economia Arrow, Diamond, e Solow, in un appello rivolto al presidente degli Stati Uniti
dAmerica, Barack Obama, hanno affermato che "inserire nella costituzione il vincolo di pareggio
del bilancio rappresenterebbe una scelta politica estremamente improvvida. Aggiungere ulteriori
restrizioni, quale un tetto rigido della spesa pubblica, non farebbe che peggiorare le cose; soprattutto
questo avrebbe effetti perversi in caso di recessione. Critico anche l'economista e premio Nobel
Paul Krugman, il quale ritiene che l'inserimento in costituzione del vincolo di pareggio del bilancio
possa portare alla dissoluzione dello stato sociale.

ANALISI DEGLI ARTICOLI PIU IMPORTANTI DEL TRATTATO


Da quanto detto, possiamo, a buon diritto, affermare che i principi fondamentali del trattato fiscale
sono: 1) lirrigidimento dei controlli da parte dellUE sugli Stati-membri; 2) lintroduzione del
principio del pareggio di bilancio; 3) larmonizzazione delle politiche fiscali degli Stati-membri.
Articolo 1: Chiarisce lambito applicativo (gli stati aderenti zona-Euro, lasciando comunque una
porta aperta agli altri paesi aderenti allUE, poich si pensa che tale dicotomia tra paesi dellEurozoma e paesi non Euro-zona, allinterno della famiglia europea, contribuisca a creare disfunzioni
dal punto di vista della stabilit e dello sviluppo economico) e lobiettivo che si pone (quello di
rinsaldare la disciplina del bilancio per il tramite dellistituzione di un vero e proprio patto di
bilancio).
Articolo 3, comma 2: Si fa riferimento ai meccanismi interni finalizzati alla correzione del
disavanzo. Una volta che gli Stati-membri ratificheranno il fiscal compact, le norme in esso
contenuto dovranno avere natura vincolante e permanente, preferibilmente costituzionale, e quindi
precettiva e non programmatica.
Le parti contraenti istituiscono a livello nazionale il meccanismo di correzione sulla base dei
principi comuni promossi dalla Commissione Europea, alla quale, ancora una volta, si affida la

funzione di controllore. Tale controllo avverr, innanzitutto attraverso un meccanismo di


collaborazione spontanea degli Stati-membri i quali, accorgendosi di aver sforato i parametri del
patto di bilancio europeo, dovranno rimediarvi; solo nel caso in cui questultimi non dovessero
riuscirvi interverr, come extrema ratio, la Commissione (tramite raccomandazioni, prima, e tramite
lapertura di una procedura di infrazione a carico dello Stato inadempiente, qualora le
raccomandazioni non dovessero servire).
Esistono deroghe, poche ma necessarie, quale la regola di salvaguardia per circostanze eccezionali,
sancita dallart 3, comma 3, che riguarda le spese emergenziali.
Articolo 6: Riguarda il debito pubblico e stabilisce che, al fine di coordinare meglio le emissioni di
debito nazionale, le parti contraenti comunicano, ex ante, al Consiglio dell'Unione Europea e alla
Commissione Europea i rispettivi piani di emissione. Questi organi avranno quindi in anteprima
lidea dellammontare della proiezione del debito pubblico e potranno cosi comprendere se quel
determinato Stato che si sta indebitando, in parte nei confronti dei propri cittadini e, in parte, nei
confronti di soggetti esteri, potr sostenere tale onere.
Articolo 7: Riguarda il cd. soft law, ossia un diritto mite che non prevede sanzioni giuridiche ma
sanzioni in termini di credibilit sociale, e quindi sanzioni di tipo politico, le quali possono rivelarsi
ben pi rilevanti di quelle che possono essere inflitte da norme giuridiche.
Articolo 8: Riguarda il ruolo della Corte di Giustizia Europea (CGE), organo terzo ed imparziale
che ha conquistato la fiducia dei Governi nazionali proprio per il suo essere indipendente. Essa
costituisce il baluardo di difesa che ogni Stato-membro ha nei confronti degli organi dellUnione
Europea (Commissione e Consiglio, in particolar modo).
Articolo 9: Vengono, ancora una volta, evocati gli obiettivi dell Euro-zona (competitivit,
promozione delloccupazione e contribuzione alla sostenibilit dei finanziamenti).
Articolo 12: Vengono istituiti degli organismi, che si aggiungono a quelli gi esistenti, ai fini della
governance dellEuro-zona. A tal proposito, i Capi di Stato e di Governo dovranno riunirsi almeno
due volte lanno, in seno ad un organo che prende il nome di VERTICE EURO al quale prendono
parte, altres, il presidente della Commissione Europea e il presidente della BCE. Si tratta di un
organismo di concertazione.
I Paesi che non fanno parte dellEuro-zona, ma, al contempo, sono parte integrante dellUE,
vengono invitati come ascoltatori e quindi partecipano alle discussioni senza ovviamente avere
diritto di voto, potendo, soltanto, mettere sul piatto le loro proposte.
Articolo 13: Riguarda il ruolo dei Parlamenti nazionali. Essi sono invitati a compartecipare, a
partire dalla fase ascendente, cio dallelaborazione dei vincoli comunitari e non soltanto, quindi,
allorquando il vincolo sia stato gi posto in essere e non rimanga che ratificarlo ed applicarlo (
questa la cd. fase discendente).
Si vorrebbe istituire, a fianco del fiscal compact, una golden-share relativa al bilancio dellUnione
Europea e al controllo dei parametri di Maastricht da parte degli Stati-membri.
Per ci che riguarda lItalia, ci aveva provato il governo Berlusconi, cercando di convincere i
partner europei a non considerare, ai fini del disavanzo comunitario, le spese idonee alla crescita di

uno Stato. Tutto ci significherebbe allentare i vincoli di bilancio, permettendo ai singoli Stati
sforamenti dello stesso, e, dunque, linutilit stessa del fiscal compact.

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