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La Gioconda un'opera di Amilcare Ponchielli su libretto di Arrigo Boito (rmatosi con lo pseudonimo e
anagramma di Tobia Gorrio).
Le continue richieste di modiche al libretto erano evase malvolentieri da Boito, gi impegnato a portare in
scena la nuova versione del suo Mestofele (Bologna,
Comunale, 8 ottobre 1875), tanto che il compositore cremonese cerc, per ottenerle, il tramite dell'editore Ricordi. Il 19 giugno 1875 il primo atto era comunque terminato, sebbene senza orchestrazione, ma Ponchielli - forse
per fuggire le proprie paure - si era nel frattempo impegnato a comporre una cantata in onore di Gaetano Donizetti, che fu eseguita a Bergamo il 13 settembre 1875,
e ad iniziare la revisione della giovanile Savoiarda che
porter alla Lina.
Amilcare Ponchielli seduto tra gli interpreti della prima
Ponchielli rimise dunque mano alla Gioconda, ma pi la rappresentazione de La Gioconda (Teatro alla Scala, 1876).
prima si avvicinava, pi il panico cresceva. Cos scriveva
il 31 dicembre a Giulio Ricordi:
L'opera, che a causa del ritardo nella consegna della partiAlla conclusione del lavoro mancano solo quattro pezzi: tura chiuse la stagione lirica della Scala, fu rappresentata
il nale del terzo atto, la Danza delle Ore, il duetto nale solo per quattro serate; a maggio Ponchielli era di nuo1
ta e moderna, ricca di momenti metateatrali: la frenetica forlana bruscamente interrotta da un altro rito, quello sacro della preghiera accompagnata dall'organo; la
barcarola intonando la quale Barnaba fa amicizia con
i pescatori; la serenata da dietro le quinte la cui popolaresca semplicit fa da sfondo ironico alla scena
dell'avvelenamento di Laura; e naturalmente la Danza
delle Ore con la quale Alvise intrattiene i suoi ospiti
nell'attesa di shoccarli con l'immagine - non meno spettacolare - del presunto cadavere della moglie Laura. E persino la morte diventa esplicita nzione nel momento in cui
Gioconda sostituisce l'ampolla col veleno, anch Laura
beva una pozione che la faccia addormentare simulando
una morte apparente.
Il lessico dei personaggi sembra prescindere dalla loro estrazione culturale ed quello, insieme ricercato e
asciutto, tipico della poesia di Boito.
La trama a sua volta condotta da tre autentiche gure di drammaturghi in scena: Barnaba, Alvise e Gioconda, dove quest'ultima sincarica di disfare i piani degli
altri due, nel secondo atto avvisando gli amanti - Laura
ed Enzo - dell'agguato predisposto da Barnaba, nel terzo
sostituendo l'ampolla, nel quarto preparando la fuga degli innamorati e, inne, negando a Barnaba il suo corpo
pugnalandosi a morte.
La gura di Barnaba, il malvagio delatore che Ponchielli
descrisse come una parte odiosa, antipatica, ma originale, anticipa nelle sue trame lo Jago dell'Otello di Verdi,
su libretto dello stesso Boito, sia nella funzione drammaturgica che nella sostituzione della canonica aria con un
monologo drammatico di forma aperta: O monumento,
cos ane al celebre Credo di Jago, il cui ultimo verso La morte il nulla e vecchia fola il ciel - si incontra tale e
quale nell'aria di Alvise composta per versione veneziana,
e in seguito rimpiazzata.
Dal canto suo, Ponchielli fu spronato ad ampliare il proprio vocabolario musicale, e ad abbandonare la sua prudenza, proprio dalle trovate di Boito. Il Tableau vivant
dell'inizio del secondo atto, ad esempio, con il canto dei
marinai sulla tolda e dei mozzi arrampicati sulle sartie, gli
ispir una pagina in cui il tto gioco di contrasti ritmici
e timbrici non si limita alle voci ma inizia gi dal dialogo
tra gli strumenti dell'orchestra, disposti a varie altezze come le varie parti che compongono il veliero e coloro che
lo abitano.
4.2
Atto II - Il rosario
altrettanti motivi ricorrenti (un terzo, legato al personaggio di Barnaba, consiste in un grottesco inciso, adato
per lo pi ai legni gravi): il motivo del rosario e quello
del sacricio di Gioconda. Il primo, su cui si basano le
sezioni cantabili del preludio, intonato dalla madre di
Gioconda - la Cieca - nel donare il suo rosario a Laura e
segna il destino di Gioconda, costretta da quel momento
ad aiutare la rivale. ripreso pi volte, in forma estesa poco dopo dall'orchestra, accompagnando suggestivamente l'uscita di scena dei personaggi, e pi brevemente
negli atti successivi. Il secondo, che appare la prima volta nel nale del primo atto, in corrispondenza dei quattro
settenari di Gioconda O cuor, dono funesto! / Retaggio
di dolore, / Il mio destino questo: / O morte o amor!,
presenta una condotta aatto nuova per l'opera italiana
del tempo, sciolta dalla consueta simmetria tra le frasi e
caratterizzata da vertiginose escursioni di registro. Sar
ripreso dai violini come perorazione nale dell'atto, negli
atti terzo e quarto in corrispondenza di due estesi e drammatici ariosi di Gioconda (O madre mia, nell'isola fatale
e E in cor / Mi si ridesta / La mia tempesta) e, adato al
clarinetto nel preludio notturno all'ultimo atto.
Rimasto solo, Barnaba detta allo scrivano Ispo una denuncia che accusa entrambi gli amanti e la inserisce nella bocca del leone (O monumento!), mentre Gioconda, nascosta dietro ad una colonna con la madre, ode le
accuse e osserva l'atto della delazione.
Trama
4.1
Barnaba si avvicina ad Enzo, lo chiama col suo vero nome, lo rassicura che terr il segreto per s e gli rivela che
quella notte Laura fuggir con lui. Barnaba rivela ad Enzo
la sua vera identit (Sono il possente demone del Consiglio dei Dieci) e gli conda di aver fatto tutto ci per
poter essere amato da Gioconda. Enzo fugge, inorridito.
4.3
Alvise, scoperto il tradimento di Laura, giura di vendicarsi (Si, morir ella de'!). Sar una vendetta terribile,
degna di un Badoro: che le danze della festa gioiscano
pure, l il marito tradito deve vendicare il proprio onore.
Decide per di non sporcarsi le mani, sar lei stessa a darsi la morte con un veleno. Quindi fa convocare Laura e la
lusinga nascondendo a malapena la sua ira: egli accenna
ironicamente appena al suo tradimento (Bella cos madonna, io non v'ho mai veduta), e Laura, insospettita,
gli chiede il motivo di tale comportamento (Dal vostro
accento insolito cruda ironia traspira). Alvise, al massimo dell'ira, la costringe a dire la verit, e poi le urla che
morir subito.
TRAMA
5.2
5
Duetto Enzo e Barnaba Pensi a Madonna
Laura (I, 6)
[Cabaletta] O grido di quest'anima (I, 6)
6 Scena, Recitativo e Monologo
Scena e recitativo Maledici? Sta ben... (I, 7)
Monologo Barnaba O monumento! (I, 8)
7 Finale I - Coro, Forlana e Preghiera
Coro Carneval! Baccanal! (I, 9)
Forlana (I, 9)
Preghiera Angele Dei (I, 9)
Numeri musicali
5.1
1 Preludio
2 Coro d'introduzione
Coro d'introduzione Feste! Pane! (Atto I, scena
1)
3 Scena e Terzettino
Scena E cantan su lor tombe! (I, 2)
Terzettino Gioconda, la Cieca e Barnaba Figlia
che reggi il tremulo pie' (I, 3)
4 Recitativo - Coro della Regata e Sommossa Romanza
Recitativo L'ora non giunse ancor (I, 3)
Coro della Regata e Sommossa Gloria a chi
vince! (I, 4-5)
Romanza della Cieca Voce di donna o d'angelo
(I, 5)
5 Scena e Duetto
Scena Enzo Grimaldo (I, 6)
10 Scena e Duetto
Scena Ma chi vien (II, 4-5)
Duetto Laura Enzo
Tempo d'attacco Deh! non turbare con ree
paure (II, 5)
Tempo di mezzo Ma dimmi come, angelo mio,
mi ravvisasti? (II, 5)
Cantabile Laggi nelle nebbie remote (II, 5)
11 Scena e Romanza Laura
Scena E il tuo nocchiero (II, 5)
Romanza Laura Stella del marinar! (II, 6)
12 Duetto
[Scena] E un anatema! (II, 7)
Duetto Gioconda Laura L'amo come il fulgor
del creato (II, 7)
13 Scena e Duetto-Finale II
Scena Il mio braccio t'aerra! (II, 7-8)
Duetto-Finale II Gioconda Enzo Laura! Laura, ove sei? (II, 9)
[Stretta] Tu sei tradito!
5.3
14 Scena ed Aria
NOTE
15 Scena e Duetto
Scena Qui chiamata m'avete? (III, 2)
Duetto Laura Alvise Morir! troppo orribile
(III, 2)
6 Organico orchestrale
La partitura di Ponchielli prevede l'utilizzo di:
16 Scena e Serenata
Scena E gi che ai nuovi imeni (III, 2)
Serenata La gaia canzone (III,2-4)
[Scena] O madre mia (III, 5)
17 Scena, Ingresso dei Cavalieri e Coro
Scena e Ingresso dei Cavalieri Benvenuti,
messeri (III, 6)
Coro S'inneggi alla Ca' d'oro (III, 6)
18 Recitativo e Danza delle Ore
Recitativo Grazie vi rendo (III, 6)
Danza delle Ore (III, 6)
Sortono le ore dell'Aurora (Moderato)
Le Ore dell'Aurora (Andante poco mosso)
Sortono le Ore del giorno
Danza delle Ore del giorno (Moderato)
Sortono le Ore della sera
Sortono le Ore della notte (Moderato,
Andante poco mosso, Allegro vivacissimo
19 Scena e nale III - Pezzo concertato
Scena Vieni! - Lasciami! (III, 7)
Pezzo concertato D'un vampiro fatale
5.4
7 Discograa (selez.)
8 Videograa
9 Note
[1] Cremona, Biblioteca Statale, Ms. civ. 121368.
[2] Pubblicata in Giuseppe De Napoli, Amilcare Ponchielli
(1834-1886), Cremona, Stabilimento tipograco societ
editoriale Cremona Nuova 1936, p. 155.
[3] De Napoli (op. cit., pp. 173-4) cita in proposito due testimonianze: la prima di Giulio Ricordi, la seconda di
Giuseppe Adami, riportando le fonte solo della seconda
("Corriere della Sera del 9 aprile 1926). Poich, pur concordando sul ruolo di Manzotti, le due testimonianze non
collimano nei dettagli, De Napoli le riporta con qualche
cautela.
[4] Milano, Museo Teatrale alla Scala, Biblioteca Livia
Simoni, C. A. 4608.
10
Bibliograa
11 Collegamenti esterni
Immagini dell'allestimento areniano della Gioconda
(2005), arena.it.
METOPERA, archives.metoperafamily.org.
Registrazione di Pubblico Dominio, classicistranieri.com.
12
12.1
La Gioconda Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/La_Gioconda?oldid=83239231 Contributori: Robbot, Ary29, DanGarb, TierrayLibertad, Piero129, Sentruper, Ariel, Alec, YurikBot, Fiaschi, Kal-El, Lalupa, Letizia83, Chobot, CruccoBot, Al Pereira, Ylebru, Nanae, Valepert, Jacopo, Rago, Giannib, Sir marek, Eumolpo, Bultro, Rollopack, Moloch981, Sailko, Leporello, Superchilum, PertBot, Squattaturi,
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