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Marco Polo – IL MILIONE – edizione critica a cura di Valeria Bertolucci Pizzorusso ('79 vince

premio Foscolo Benedetto)

Cronologia

1254 - A Venezia i Polo erano mercanti di orgine Dalmata, da generazioni a Costantinopoli e in


Crimea
1260-69 - Primo viaggio di Niccolò e Matteo, via della seta (prima di loro Giovanni da Carpine e
Guglielmo da Rubruck - vedi commenti italiani)
1271-74 – Secondo viaggio con Marco 15enne, impara tartaro, persiano, e un po' di cinese
1292 – I Polo chiedono di poter tornare in patria. Portano Cocacin ad Angun re di persia.
1295 – Rientrano a Venezia
1298 – Guerra tra Venezia e Genova, Marco comandava galera, viene catturato e finisce in prigione
con Rustichello da Pisa.

M.Polo: 1254-1324

PREFAZIONE
1298 incontro in carcere tra Marco e Rustichello, modesto narratore di storie cavalleresche in
francese gotico.
Qnd il manoscritto esce dal carcere tutti se lo contendono per copiarlo e tradurlo e va perduto.
Foscolo Benedetto si impegna a ricostruirlo.
Libro incompiuto (Marco viene liberato). Lingua spontanea (“avevamo dimenticato...”)
MILIONE deriva a Emilione, patronimico della famiglia polo da antenato Emilione, aferesi
Milione).
Primi 18 cap di prologo in cui viene presentata l'impresa in toto, e poi si prosegue andando per
ricordi, soffermandosi di più dove merita, di meno dove non ce n'è bisogno o non se lo ricorda
bene). Parte centrale, principale e maggiore cap 75-103, descrizione Grande Cane e soggiorno
presso la sua corte.
Marco autore, forse si aiutò con appunti di viaggio, eccezionale ricchezza di particolare, distanze,
dazi, nomi, etc. Lingua di Rustichello è il francese dei romanzi cortesi, buono per diffonderlo ma
registro, corretto ma ristretto e astratto, non sufficente a coprire l'enormità dell'impresa, venetismi si
infiltrano quando ci sono parole tecniche o sconosciute.
Libro vario e composito: romanzo, manuale mercantile, trattato etnografico, itinerario, relazione
diplomatica.
Marco mercante di formazione occidentale cristiana ma aperto al diverso, imparziale, in certi casi
ammira e riconosce superiorità.

Versione italiana del 300, tradotta in toscano per i mercanti, ceto borghese mercantile; si concentra
su dati commerciali e aspetti novellistici, univa l'utile al dilettevole come piaceva a questa classe
sociale.
Viene dal manoscritto francese 1116, in francese ma ricco di italianismi. Volgarizzamento
orizzontale, dal francese al toscano. Situazione linguisticamente difficile. Pesante ipoteca testuale.
Per liberarlo da questa, non era sufficiente emendare l'ottimo (A1) ma ribaltare scelta a favore di
A2, (ms. IV, II, 136, Bibl. Naz. Firenze).
Recupero cap 5 di raccordo, capitoli passano da 183 a 209, testo più conservatore e più corretto,
ripulito da patina romanzesca, lascia trasparire stile semplice e linerare della prosa dei mercanti, +
interessati ai contenuti che alla sintassi e allo stile.
Ispira Calvino per le Città invisibili
NOTE AL TESTO

Manoscritti

A1- Ms. II, IV, 88, Bibl.Naz.Firenze, acefalo, note dei possessori su f.d.guardia, trascritto da
Ormanni ne, dicono, 1309 ma probabilmente 1359 xkè scritto in mercantesca che nn viene usata
fino alla seconda metà del 1300 e la filigrana è riconducibile allo stesso periodo.
Solo Milione.
Testo con alto grado di fiorentinità. Sarà scelto dalla crusca x fini lessicografici, redazione 1° voc.
Crusca.

A2- Ms. IV, II, 136 Bibl. Naz. Firenze, mercantesca, diverse mani, bastarda ultime 8 cc, acefalo,
miscellaneo

A3- Ms. Ital 434. Bibl.Naz.Parigi, mercantesca, 1 mano, solo milione

A4- Cod. Asburnhamiano 525 B.N.Firenze, mercantesca, 1 mano, rubricario finale

A5- Ms. II, II, 61 B.N.Firenze, mercantesca, miscellaneo

Pucci- Compendio di Antonio Pucci in LIBRO DI STORIE VARIE

LT- Cod. 3195 Bib.Naz.Parigi, Traduzione in latino con forte influeze toscane di Pipino da Bologna

Codice irreperibile appartenuto allo Stradino (Domenico Mazzuoli), citato da Salviati


(Accademico), pare mutilo di inizio e fine e x questo riconducibile ad A2, pare fosse molto corretto.
Viene lodata la traduzione toscana del testo poliano: nel 1610 la crusca compone il 1° vocabolario e
utilizza l'A1 perché non riescono ad ottenere A2, nn si sa perché, quindi usano A1, e lodi passano
ad A1, definito ottimo testo da Apostolo Zeno (accademico) e gli resta il titolo.

Stampe

1827 – Baldelli Boni


Usa A1 e ne integra lacune con B6 (traduzione toscana dal veneto). Dove manca la rubrica, il
capitolo viene unito al precedente.

1863 – Adolfo Bartoli


Usa come base il testo di Baldelli Boni ma rivisto e corretto su base di edizione francese basata su
F.
Integra i capitoli mancanti con A5 x l'inizio, A2 per gli altri.
É una trascrizione infelice, piena di errori. Il cap 7 è sfigurato.

1928 - Dante Olivieri


Fondamentalmente ristampa dell'edizione di Bortoli

1928 – Alulli
Accoglie suggerimento di Benedetto e recupera finalmente A3 per l'inizio del libro (cap 1-5)
Problema testuale

Tutti i manoscritti di tradizione toscana (A1/A5) rimandano a F2, perduto ma vicinissimo a F.


Quindi F falsariga per l'examinatio.

A4 e A5 sono entrambe copie indipendenti di un antigrafo comune, acefalo fino al cap 5 incluso,
inizio rielaborato.

Benedetto, cercando un testo base per edizione critica di A: meglio A1 perchè


A3 sistematicamente compendioso (breve)
A4 e A5 troppo spesso abbreviati
su A2 è incerto. Cmq sceglie A1

motivazioni pizzorusso:
Milione: testo in prosa a scarso rilievo stilistico, discontinuo e vario, le sue strutture, elastiche e
robuste insieme, sopportano agevolmente le successive operazioni di travasamento, di riduzione o
di dilatazione, adeguandosi alle esigenze dell'ambiente ricettore.
Confini tra copia e rifacimento sono labilissimi.
Testo accolto e letto con avidità dal ceto mercantile toscano (tradizione tutta scritti in mercantesca)
Carlo Dionisotti: “Di ogni opera letteraria e non importa sapere nn soltanto perché sia stata fatta ma
anche PER CHI.”
Milione FUNZIONALIZZATO ALLE CURIOSITÀ DEL CETO MERCANTILE TOSCANO DEI
PRIMI DEL 300.

Capire quale dei testimoni si avvicina di più all'originale che è stato tradotto (F).
CONFRONTO CON F
A3-Accurato nei capitoli iniziali e finali, ha lacune terrificanti in mezzo. Taglia e riassume.
A4 e A5-unico antigrafo, rattoppatura iniziale, taglia anche modi di dire di inizio capitolo, più che
altro A4. Cmq tende a conservare carattere informativo del libro; in alcuni punti usa parafrasi (certo
huomo che raconciava calzari vecchi al posto di ciabattiere (A2) e calzolaio (A1).

INDIVIDUARE TESTIMONE PIÙ VICINO A TRASCRIZIONE E PIÙ LONTANO DAL


RIFACIMENTO.

A1 e A2: + volontà di copia. Nessuna zona tagliata o trascurata (A1 addirittura aggiunge
spiegazioni), nonostante perdite all'inizio in A1, alla fine in A2.
Confronto, 60 punti, A2 più fedele a F, 2 sottogruppi di errori: 1-fraintendimenti veri e propri ed
errori. 2-salti per distrazione o omoteleuto.
SPAZI BIANCHI: A2 li tiene, A1 li elimina o li riempie con banalizzazioni o materiale già
noto.50,55,60.
COSE NN CAPITE: A2 rinuncia a capire e trascrive uguale, A1 cerca di interpretare, giustificando
come nome proprio, senza badare a ripercussioni sul contesto (53,56)
A2 = conservatore
A1 (+A3+A4+A5) = innovatore

Confrontando A1 e A2 prendentdo LT come riferimento(?): A2 33 volte più vicino a F, A1 26 volte


più lontano, lezione errata o rielaborata

A1 accredita errori precedenti e ne aggiunge di nuovi.


QUINDI RIBALTAMENTO DI SCELTA A FAVORE DI A2, NUOVA BASE PER RESTAURO
CONSERVATIVO DEL MILIONE.
A1 tendenza alla glossa, spiegazioni didattiche (cioè, ovvero...), aggiunge attributi generici (bello,
grande..), tendenza innovativa
Difetti di A2: omissioni per distrazione, fretta, volontà abbreviativa e tendenza a fare a meno del
verbo avere o essere e di altri elementi verbali integrabili mentalmente.

A2 è conservativo con nomi propri (Mafeo vs Matteo; Tedaldo vs Odaldo); Kane con la K.
Lingua provinciale con tratti fiorentini: Tartari vs tarteri; contARÒ, palatalizzazione di -li finale;
i>e + o>u in protonia; no anafonesi in fameglie, vesco; sincope occidentale “manicrebbe”;
prevalenza di perfetti in aro – tutto ciò lo connota in senso conservatore.
VEDI SCHEMINO DISEGNATO
Errori di traduzione
testo medioevale di difficile lettura, errori di traduzione ne sono conseguenza.
Ma principalmente il prob è l'ibridismo della lingua franco-italiana, difficoltà di centrare ogni volta
il centro linguistico di riferimento, a volte francese a volte italiano; ciò spiega anche la mancata
uniformità del traduttore davanti al medesimo termine, ora corretto ora scorretto.
Es: Oissi tradotto prima con “grasso”, poi con “ossa”, finalmente in “uscita”.
Omette “non”, cambiando il significato perché la legge come negazione non rinforzata italiana “ne”
F e F2 FORMICOLANO DI DISORIENTANTI ITALIANSMI.
+ che di traduzione bisognerebbe parlare di diffusione, più che di errori di traduzione bisognerebbe
parlare di incidenti di diffusione.

Traduttore traduce bene però”faire le conte” con “far la ragione”.


Nn sorprende che abbrevi e riassuma: pratica normale nel medioevo.
25 cap in meno rispetto ad F., ma in realtà meno perché a volte c'è fusione senza perdita di
materiale; ridotte guerre dei tartari e vicende interne.
Molto attento invece nei toponimi, i mercati, le merci – solo verso la fine riassume per prodotti
agricoli e di caccia.
Relativamente fedele nel riportare date.
Traduzione interessata, orientata ai contenuti.

Sul piano formale vi è riduzione di ridondanze rustichelliane


Dichiarative iniziali (sappiate che...) + ampi periodi. Modalità preferita è taglio netto suturato da
congiunzione.
Capitoli informativi: tendenza all'elenco, polisindeto (e...e...e...e)
Subordinata (principalmente temporale) ad inizio di capitolo, seguita da principale in paraipotassi.
Stile prosastico MOLTO libero, forse prima volta così libero.
Primi capitoli più aderenza al francese, poi ci prende la mano, registri vari, cmq popolaresco.

Edizione. Criteri di restauro e di trascrizione.


A2 mutilo in principio e fine, ma meno di A1.
Lacuna finale piccola e colmabile con 4 mss.
Lacuna iniziale è la metà di quella di A1.
Però A2 in mezzo è sano, a differenza di A1.
Primo capitolo di A2 è il 5, che si collega perfettamente con i primi capitoli di A3.
ANASTILOSI: A3 4 cap iniziali + A1 ultimi due.

Copia di A2 è collaborazione di più mani, forse 3, a, b,e b1.


A: nota tironiana rara, pochi latinismi(mai h etimologica, rarissimo -itia, x solo in alexandro)
B:sopralinea sempre, omette nasale davanti a consonante, usa abbreviazioni, usa nota tironiana
7xe.Abbrevia sillabe finali in n o m (leo grandissi)
B1:sopralinea meno, abbrevia poco, qualke grafia dotta(luxuria, ydoli,yndia), revisione trascrizione
altrui e note a margine, gli interessa portare a fondo il lavoro.

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