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Tra coscienza infelice e democrazia: il caso dell'obiezione di coscienza

di Carlo Augusto Viano


L'obiezione di coscienza ha una lunga storia, ma il suo uso contemporaneo discutibile: vi fa
appello non chi per non fare una cosa che disapprova pronto a pagare un prezzo e si cura di
evitare che il suo gesto abbia conseguenze negative dirette su singoli cittadini, ma chi intende
impedire che altri facciano qualcosa. Il ricorso allo strumento democratico non serve a risolvere il
problema.
Hegel ha costruito limmagine della coscienza infelice, una coscienza insoddisfatta, che,
mutevole, non trova in s la stabilit assoluta, di cui va in cerca, un tormento vissuto nella religione
ebraica e non sanato neppure nel cristianesimo, nonostante lincarnazione del suo dio. Rifacendosi a
vecchi concetti scolastici e a interpretazioni correnti dellebraismo e del cristianesimo, Hegel
intendeva suggerire che con la coscienza, cio con ci che si sa o si crede di sapere di se stessi e
delle cose, si cerca in luoghi sbagliati, in se stessi o nellimmagine delle cose, ci che invece si
trova soltanto nella totalit della storia, in cui lo spirito, che ne lautentico protagonista, unisce
costanza e mutamento.
La sfiducia di Hegel nei confronti della coscienza individuale non era una novit. Per tradizione
la coscienza era considerata il deposito di nozioni importanti, prime fra tutte le norme fondamentali
di comportamento, le regole morali e le leggi naturali; ma che la coscienza fosse attendibile nella
cernita dei propri contenuti non era detto. Per Locke nella coscienza le regole morali sono incluse in
credenze, che spesso ostacolano laccesso diretto alle regole autentiche e inducono le persone a
formulare giudizi discordi e a credere di avere diritti e obblighi non uniformemente riconosciuti.
Infatti le credenze attraverso le quali le persone accedono alle regole morali sono di fatto credenze
religiose, che sono disparate e spesso in contrasto tra loro. Con limmagine della coscienza infelice
Hegel diceva pi o meno le stesse cose, anche se utilizzava un barocco linguaggio scolastico e
pesanti idee teologiche.
Poich le regole morali traspaiono come possono nelle nebbie delle credenze religiose, Locke
chiedeva che queste fossero tollerate: ognuno doveva poter nutrire le proprie credenze e
manifestarle, anche seguirle nelle loro implicazioni pratiche, purch non danneggiasse gli altri nei
loro beni materiali e non impedisse loro di seguire, nei limiti del possibile, le proprie credenze. Una
soluzione di questo genere non soddisfaceva chi credeva che si dovesse costruire una societ
razionale e si dovesse praticare una religione depurata da credenze arbitrarie. La soluzione lockiana
era comprensibile, se si teneva conto del modo in cui erano andate le cose, ma non era detto che
dovessero continuare ad andare cos, perch le credenze diffuse, e perfino il sapere organizzato e
assestato, erano il prodotto della strada sbagliata su cui si era messa la storia. Cos pensava
Rousseau, ma cos pensava anche Kant, per il quale landamento della storia era continuamente
inficiato dal legno storto di cui fatta lumanit. Per Rousseau come per Kant un altro corso della
storia era possibile, anzi per Kant era gi in atto, al di l degli erramenti della breve storia
osservabile, come risultava se si guardava alla storia in una prospettiva infinita. Per ridurre le
oscillazioni della storia intorno al proprio asse, occorreva in ogni occasione obbedire alla legge
morale, senza badare alle conseguenze, cio evitando gli adattamenti alle situazioni particolari, ai
quali provvedono proprio le credenze che Locke ammetteva come involucro delle regole morali. La
conoscenza delle cose offre agli uomini un quadro in cui il legno storto dominante, attraverso i
legami causali, che inseriscono gli uomini tra le cose e fanno delle cose mezzi per le azioni umane.
Kant spostava cos il discorso dalla natura e dalla storia reale alla storia intesa come il corso
generale e infinito dellumanit e dalla considerazione dei mezzi, delle motivazioni, delle
conseguenze e delle opportunit al solo criterio dellobbedienza a una legge universale. Alla libert
di seguire la propria storia e di mantenere le proprie credenze entro limiti ragionevoli si sostituiva il
criterio della prestazione morale estrema, dellobbedienza e della disciplina. Era il vecchio

ragionamento caro ai filosofi, per i quali essere liberi consiste non nella possibilit di fare ci che si
vuole fare o ci si sente di fare, ma nellobbedire a un principio superiore alla nostra volont. Platone
aveva immaginato che la libert dai desideri egoistici e volgari si potesse conseguire solo
obbedendo ai giudici di unoppressiva inquisizione e Aristotele aveva paragonato la ragione a un
padre di famiglia, cui si doveva obbedire per essere liberi; e pi o meno l si era rimasti.
La tolleranza di tipo lockiano era una soluzione per persone consapevoli di non poter
comportarsi del tutto come le proprie credenze suggerivano e di dover rinunciare a imporre le
credenze che ritenevano correte, costringendo altri a comportarsi secondo credenze non condivise.
La pretesa di imporsi era connaturata alle credenze in campo, tutte di natura religiosa, sorrette dalla
presunzione di avere la divinit dalla propria parte e propagandate da istituzioni religiose che
avevano, o cercavano di avere, anche potere politico. Gi ai tempi di Locke la societ tollerante era
guardata male non soltanto da chi credeva che la libert di credere fosse un male, ma anche da chi
riteneva che la libert fosse unaltra cosa e consistesse nella concordia e non nella disparit. Erano
di questo tipo le ideologie repubblicane, diffuse in Olanda e in Inghilterra, per le quali gli individui
sono liberi se sono membri disciplinati di una repubblica libera. Spinoza esprimeva questo ideale,
quando diceva che un individuo forte se la sua forza coincide con la forza della societ: questa era
per lui la democrazia. Un centinaio di anni dopo, Rousseau avrebbe espresso pi o meno le
medesime cose, evocando la volont generale, che Kant avrebbe immaginato come una forma di
obbedienza generalizzata a un legge universale.
Nella societ lockiana tollerante la coscienza, che deve accettare di non realizzare pienamente le
proprie credenze, soffre e qualche volta la sofferenza induce a rompere il patto di astinenza. Queste
sofferenze non piacevano a repubblicani, russoiani, kantiani (sospettosi di qualsiasi sofferenza) o
hegeliani, per i quali in una comunit unitaria non c posto per la coscienza individuale dissidente.
Invece nei paesi con protestantesimo pluralistico, come lOlanda, lInghilterra o le colonie inglesi
dAmerica, la sofferenza della coscienza individuale si manifest come disobbedienza, la massima
mancanza per un russoiano o un kantiano. I gruppi protestanti dai quali ci si poteva aspettare
disobbedienza erano quelli di tradizione anabattistica, guardati con sospetto, fin dagli inizi della
Riforma, dagli altri gruppi protestanti, ma poi anche i quaccheri, irrispettosi di forme di
comportamento che sembravano far parte delletichetta religiosa e sociale elementare.
Il punto su cui la coscienza sofferente era disposta a rompere il compromesso della convivenza
era costituito dalluso delle armi e della violenza. Il rifiuto delle armi e del servizio militare da parte
dei cristiani era in gran parte una leggenda: gli ebrei erano soldati esperti, ebrei e cristiani erano
presenti negli eserciti antichi e la teologia cristiana si rifece alla Bibbia per giustificare la guerra,
ben presente del resto anche nelle metafore evangeliche. Cera chi, come gli umanisti alla Erasmo,
faceva del cristianesimo una religione dellamore, ma lo stesso pacifismo degli umanisti non era
assoluto. Anabattisti e quaccheri muovevano da esperienze storiche pi limitate e risentivano
profondamente delle condizioni nelle quali si era realizzata la Riforma e delle guerre civili che ne
erano seguite. Una cosa tuttavia era chiara nel rifiuto di usare le armi: chi lo professava non negava
i diritti altrui e accettava su di s le conseguenze della disobbedienza. Si potevano accusare i
pacifisti cristiani di venir meno alla solidariet sociale, ma leffetto del loro comportamento sui
modi di vita dei concittadini era molto indiretto e non si riversava su persone singole ben
individuabili. Le prime manifestazioni importanti di quella che fu chiamata obiezione di coscienza
avvennero nelle colonie inglesi dAmerica, dove lappello alla solidariet era pi forte, perch si
trattava di prestare il servizio militare in una milizia, ben diversa da un esercito del re. E gli
obiettori subirono pene e discriminazioni pesanti. Poi lobiezione di coscienza fu riconosciuta nel
mondo anglosassone anche durante le due guerre mondiali e le discriminazioni nei confronti degli
obiettori si attenuarono.
Una forma di obiezione di coscienza, modellata su quella militare, si manifest nellOttocento in
Inghilterra nel campo sanitario, quando prese corpo un movimento contrario alla vaccinazione
obbligatoria dei bambini. Lobiezione al servizio militare aveva in parte abbandonato
limpostazione religiosa ed erano comparsi obiettori che professavano un pacifismo laico. Cos

cerano obiettori contrari alla vaccinazione che contestavano o la semplice obbligatoriet della
vaccinazione o i modi, non adeguati dal punto di vista igienico, nei quali veniva eseguita,
soprattutto sui bambini pi poveri; ma non mancarono obiettori alla vaccinazione che invocavano
motivazioni religiose, con le quali mettevano in dubbio la validit della scienza. Comunque neppure
in questo caso lobiezione di coscienza comportava un impedimento diretto e determinato
allesercizio di unattivit lecita da parte di unaltra persona. Lopportunit della vaccinazione per la
tutela della salute collettiva era allora meno chiara di quanto sia oggi e la conseguenza del rifiuto
della vaccinazione sulla salute degli altri era comunque meno diretta e non si configurava come
intrusione nella vita di altre persone.
Lobiezione di coscienza classica, quella al servizio militare, finita in modo ignominioso,
quando stata spregiudicatamente usata per evitare il servizio militare obbligatorio. La cosa
incominci negli Stati Uniti, quando lobiezione di coscienza fu invocata in modo massiccio per
evitare larruolamento durante la guerra del Vietnam. L cera il timore di dover affrontare pericoli,
ma poi quella condotta si estese anche in Europa, dove non cerano guerre in corso. All'inizio si
adottarono misure patetiche per distinguere tra obiettori autentici e opportunistici, ma poi si lasci
perdere. Le stesse istituzioni pubbliche si avvalsero dellopera di obiettori assegnati a servizi
alternativi e le autorit militari si pronunciarono a favore di un esercito di mestiere. Cerano molti
pregiudizi politici contro il professionismo militare, ma le cose esecrabili compiute da eserciti
patriottici o rivoluzionari o reclutati su basi ideologiche rendevano comunque meno temibile un
esercito di professionisti. Legioni di obiettori che non avevano la pi pallida idea di che cosa fosse
unobiezione o la coscienza, pronti a sottoscrivere qualsiasi falsa dichiarazione, spesso per nulla
contrari allesercizio della violenza, tolsero ogni possibilit di dare un volto decente allobiezione di
coscienza al servizio militare. Qua e l rimase lobiezione contro trattamenti sanitari, che rivive in
questi giorni con il rifiuto della vaccinazione, ma si tratta quasi sempre del frutto non soltanto di
ignoranza, ma anche di pregiudizi ideologici.
Finita miseramente nella finzione generale, lobiezione di coscienza ha trovato terreno fertile
nella pratica politica e nella propaganda religiosa. Nella democrazia rappresentativa italiana gli
eletti non hanno vincolo di mandato e perci possono liberamente scegliere le posizioni da
assumere negli organi legislativi. Ci li autorizza a scegliere un partito, ma anche a cambiare partito
o a disattendere alle sue indicazioni. La disciplina di partito elastica e non associata a sanzioni
legali; perci un deputato potrebbe violarla subendo al massimo conseguenze politiche. Ma il
partito pu avere interesse ad autorizzare violazioni della disciplina di partito, per non perdere
membri ai quali tiene o per non scontentare sezioni del proprio elettorato. In questo caso si
autorizzano votazioni difformi dallindicazione di partito, se viene invocata lobiezione di
coscienza. Questa consisterebbe nellappello a convinzioni cos forti e radicate da impedire di
seguire le indicazioni del partito cui si scelto di appartenere, ma anche le eventuali preferenze dei
propri elettori, perch la forza della coscienza prevale su tutto. Abbiamo visto in faccia questi
obiettori di coscienza: simpatici tipi, dalla fisionomia distesa, senza il volto tirato di chi colto da
brividi spirituali. Neppure nessuna disponibilit a pagare qualche prezzo per la fedelt alla
coscienza, come accadeva agli obiettori battisti o quaccheri, preoccupati come sono di essere ben
autorizzati a fare gli obiettori. E poi, mai che lobiezione venga invocata per cause scomode, che
compartano rischi e svantaggi: sempre prese di posizione conformi allindicazione di organizzazioni
religiose forti, in Italia, la Chiesa cattolica, unistituzione che ha sempre considerato la coscienza
come la destinataria delle ingiunzioni e delle minacce del clero.
da poco comparso tra noi un movimento che, come tutti quelli che sono comparsi e scomparsi
prima, si picca di non essere un partito. In questo movimento si esalta il vincolo di mandato: gli
eletti rispondono allimmensa moltitudine della rete, ma devono soprattutto essere approvati da un
attore poco comico e molto predicatore. Questo movimento rifiuta trucchi elettoralistici, trattative
con altri partiti, contaminazione delle propria onest cristallina. Eppure quando si trattato delle
unioni civili anche l rispuntata lobiezione di coscienza, perch cera di mezzo la chiesa e una
bella fetta di elettori. Neppure in questo caso gli obiettori hanno affrontato dei rischi, perch il

comico garante li ha autorizzati a seguire la propria coscienza. stato lunico aspetto positivo
dellobiezione di coscienza, che ha indotto gli angeli dellonest, i quali si vantano di muoversi un
palmo sopra le comuni strade, a prendere una storta, come quelli che devono usare i propri piedi.
Lindecorosa vicenda dellobiezione di coscienza fa parte degli aspetti pittoreschi della politica,
ai quali per fortuna non si sottrae nessuno, neppure chi milita in un movimento. Ma c un altro
aspetto dellobiezione di coscienza esercitata senza sofferenza e su autorizzazione. Essa invocata
non da chi, per non fare una cosa che disapprova, pronto a pagare un prezzo e si cura di evitare
che il suo gesto abbia conseguenze negative dirette su singoli cittadini, ma da chi intende impedire
che altri facciano qualcosa. Mentre nel caso delle decisioni politiche limpedimento esercitato
attraverso lobiezione di coscienza generale, ma dilazionato e indiretto, nel campo sanitario
lobiezione di coscienza ha frapposto un impedimento individuale, immediato e diretto al
godimento di un diritto. il caso di sanitari che si rifiutano di praticare interventi leciti, previsti da
leggi debitamente deliberate e volontariamente richiesti da pazienti. Il rifiuto di questo genere si
esteso ai farmacisti, che pretendono di poter disattendere prescrizioni sanitarie, e alle istituzioni
sanitarie, le quali, oltre a pretendere di avere gli stessi diritti delle persone singole, che invocano la
coscienza, esercitano costrizioni sulla coscienza dei propri dipendenti. Con il recente
provvedimento sulle unioni civili gli aspiranti obiettori sono cresciuti, perch adesso sindaci
assessori e funzionari municipali possono rifiutarsi di mettere nero su bianco il riconoscimento
effettivo di un diritto previsto dalla legge. Rispetto alla vecchia obiezione di battisti e quaccheri i
nuovi obiettori non rischiano nulla, anzi, se sono medici e si dichiarano antiabortisti, rischiano di
fare carriere veloci e di togliere il posto a colleghi che si adoperano per aiutare donne in difficolt.
La comparsa dellobiettore autorizzato e protetto ha leso due giocattoli con i quali si baloccata
lopinione pubblica e con i quali anche la sinistra ha pensato di sollevarsi un po. Uno stato Papa
Francesco. Grandi aperture di questo papa sugli omosessuali, da guardare con comprensione e
misericordia, ma che non pretendano di esibire un pezzo di carte del comune: questo no e un
cattolico pu rifiutarsi di mettere una firma su quel pezzo di carta. Obiezione sicura e misericordia
assicurata: questa la ricetta di Papa Francesco, che su questo punto si spinto fin dove neppure
Giovanni Paolo II era arrivato.
Ma saremo tranquilli quando limmenso popolo della rete sar giunto al potere? Mica tanto.
Dopo che il suo partito (scusate: movimento) in parlamento aveva fatto dellobiezione di coscienza
uno strumento per ottenere consenso, proprio come farebbe un partito normale, Luigi Di Maio ha
detto che se fosse per loro farebbero decidere con un referendum sulladozione del figlio del
partner. Con il viso debitamente triste del funzionario dellonest, che ha appena ricevuto la
comunione sul palco scenico del comico sacerdote, Di Maio propone di far decidere dalla
maggioranza se una pratica, cui solo una piccola parte sarebbe interessata, sia lecita o no,
consentendo alla maggioranza di imporre le proprie valutazioni in forza della prevalenza numerica.
Sai che bella prospettiva!
Oggi si parla molto di diritti, tanto che qualcuno pensa di risolvere i conflitti sia estendendo i
diritti sia aumentando il numero delle persone che ne godono. Questa formula ricorda il manifesto
degli utilitaristi, che prometteva il massimo benessere al maggior numero di persone, al prezzo di
un generoso errore nel maneggiare una cosa delicata, come sono i massimi. In realt i diritti sono
spesso in conflitto tra loro e introdurne di nuovi pu comportare la limitazione o labolizione di
vecchi, attraverso compromessi o imposizioni e rinunce. I conflitti tra diritti possono essere un po
pi chiari quando sono in gioco interessi materiali, individuabili, confrontabili, magari misurabili,
ma spesso viene rivendicato il diritto di veder repressi i comportamenti che suscitano risentimenti
morali.
I filosofi si sono rotti la testa sulla morale, cercando di farne una legge, secondo il suggerimento
della Bibbia, per la quale Dio era un re, come quelli dei regni arcaici, o un insieme di prestazioni,
nelle quali cimentarsi, o delle qualit, quali sono le virt, o dei fini da proporsi, o un tipo particolare
di attivit che si colloca in una zona della realt, popolata da oggetti speciali, quali i valori. Si
invece prestata pochissima attenzione allaspetto per cui la morale un cospicuo armamentario per

emettere giudizi, su se stessi, poco, e molto sugli altri. Si capisce cos che, se uno vede legittimato
ci su cui d un giudizio negativo, si risenta. giusto, ma nella contrattazione dei diritti le offese
morali non dovrebbero contare o dovrebbero contare poco. Gi nellantichit il Vecchio Oligarca
sapeva che la democrazia un regime in cui si devono subire offese morali; infatti ai filosofi la
democrazia non piaceva. Platone sognava una citt in cui le leggi fossero soprattutto esortazioni
morali (come secondo molti dovrebbero essere le costituzioni moderne), applicate da giudici che
sono soprattutto sacerdoti. Lidea delluniformit morale ricompare nel comunitarismo
contemporaneo, ma anche nel repubblicanesimo e nellideologia della democrazia partecipata,
regimi nei quali ci si dovrebbe non soltanto sdegnare allo stesso modo, ma anche gioire tutti
insieme, perfino divertirsi tutti insieme.
Qui cera da aspettarsi che il papa condannasse le unioni civili e istruisse i suoi preti a predicare
contro di esse, perch alle religioni libert e innovazioni non piacciono, ma da un sindaco o da un
funzionario dello stato civile non ci si aspetta che sia agli ordini del papa e ostacoli i diritti dei
cittadini senza pagarne lo scotto, come accadeva agli obiettori di coscienza. E va bene che si
risolvano a colpi di maggioranza conflitti di interessi, non che una maggioranza decida che solo
persone di sesso diverso possono tirar su un bambino. Quelli che ritengono che sia contro natura
essere omosessuali e che sia una deprivazione non avere genitori di sesso diverso possono
sdegnarsi, giudicare male chi fa queste cose e cercar di convincere le persone a non farle, ma
giudizi e sdegno morale non si sottopongono a referendum. La democrazia sopravvive soltanto se si
interpella il popolo sovrano su pochissime cose e gli si lascia la possibilit di nutrire, nella
riservatezza, sdegni e opinioni strampalate.

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