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Il Museo Nazionale Romano.

La Crypta Balbi
Storia dello scavo
Tradizionalmente ritenuto come parte del Circo Flaminio, lisolato della Crypta Balbi stato riconosciuto nel
1979 dallarcheologo Guglielmo Gatti1 come pertinente al complesso del criptoportico del teatro fatto costruire nel 13 a.
C. da Lucio Cornelio Balbo, un membro dellntourage di Augusto, sulla base dellesame di alcuni frammenti della
Forma Urbis severiana2.
Lisolato, collocato nel centro storico di Roma, nel Rione Campo Marzio, si estende per circa un ettaro,
comprendendo anche le chiese di Santa Caterina dei Funari e di San Stanislao dei Polacchi; in epoca romana vi insisteva
un portico su tre lati addossato alle strutture del teatro di Balbo, menzionato nei Cataloghi Regionari del IV secolo d. C.
come Crypta3 [Fig. 1].

Figura 1. Pannello illustrativo recante i calchi dei frammenti della Forma Urbis severiana, utilizzati dal Gatti per lidentificazione del
complesso del criptoportico del Teatro di Balbo (Museo Nazionale Romano Crypta Balbi, Roma; foto Giacomo Cirsone).

Lisolato, compreso tra Via delle Botteghe Oscure, Via dei Polacchi, Via dei Delfini, Via dei Funari e Via
Michelangelo Caetani, stato un esempio emblematico di degrado urbano, spreco e speculazione, avviatisi gi nel 1937
1

Cfr. GATTI 1979, pp. 237-313; VENDITTELLI 2000, p. 24. Un primo studio sul monumento del 1940 (cfr. MARCHETTI LONGHI
1940).
2
Luso dei calchi dei frammenti della Forma Urbis, accanto a materiali originali provenienti dallo scavo, si pone nel solco della
tradizione ottocentesca dei grandi musei europei (cfr. la Glyptothek di Monaco di Baviera, http://www.antike-amkoenigsplatz.mwn.de/, e i musei della Museum Insel di Berlino, http://www.berlinstadtservice.de/xinh/Museumsinsel.html).
3
Cfr. VENDITTELLI 2000, p. 24.

con la demolizione del cinquecentesco Conservatorio di Santa Caterina della Rosa (decaduto e abbandonato gi nel
corso dell800) e con la rinuncia ad edificare da parte dellente proprietario degli immobili, lIstituto Nazionale per i
cambi con lEstero4 [Fig. 2].

Figura 2. Pannello illustrativo raffigurante la pianta dellisolato della Crypta Balbi, compreso tra Via delle Botteghe Oscure a N, Via
dei Polacchi a E, Via dei Delfini a SE e a S, Via dei Funari a SW e Via Michelangelo Caetani a W; in rosso i resti det roma na e
tardoantica, in giallo il monastero e gli edifici demoliti nel corso del XX secolo, in verde i locali occupati dal museo (Museo Nazionale
Romano Crypta Balbi; foto Giacomo Cirsone).

Nel 1961, la Soprintendenza Archeologica di Roma effettua alcuni saggi di scavo non stratigrafici, evidenziando
la presenza di strutture antiche nellarea del cortile interno, confermando lidentificazione dei resti con quelli della
Crypta Balbi, secondo lipotesi fatta dal Gatti.
Nel 1962 lallora Ministero per la Pubblica Istruzione, competente in materia di tutela delle cose darte, impone
il vincolo archeologico sullintera area in base agli artt. 1, 3, 4 e 21 della L. 01/06/1939, n. 1089, cosiddetta Legge
Bottai; il processo di degrado dellarea fu accelerato dallabbandono di case e botteghe da parte degli abitanti, dei
commercianti e degli artigiani nel 1966, anno in cui lUfficio Italiano Cambi, nuovo proprietario degli immobili, mette
allasta il complesso, senza peraltro riuscire a vendere5. Una nuova asta a prezzo ribassato viene bandita nel 1969 e fu
allora che si fece subito strada lesigenza, espressa dal mondo accademico e della cultura e dallopinione pubblica 6, di
risanare la zona, svolgendo nel contempo delle indagini archeologiche nel vasto cortile creatosi a seguito delle
demolizioni della prima met del 9007.

Cfr. MANACORDA 1982, p. 9.


Cfr. MANACORDA 1982, p. 9.
6
Cfr. COARELLI 1968.
7
Cfr. MANACORDA 1982, p. 9; Appendice, in MANACORDA 1982, p. 118.
5

Linteresse iniziale, dopo un tentativo di acquisizione da parte della I Circoscrizione del Comune di Roma nel
1974, and scemando, fino a quando la Soprintendenza Archeologica di Roma, diretta da Adriano La Regina, non prese
in carico lintero isolato includendolo nei programmi finanziati con la Legge Biasini del 19818 [Fig. 3].

Figura 3. Pannello illustrativo raffigurante lisolato della Crypta Balbi, inserito nel contesto topografico della citt moderna (Museo
Nazionale Romano Crypta Balbi, Roma; foto Giacomo Cirsone).

A partire dagli anni 80 del XX secolo ebbero inizio le operazioni di recupero funzionale e di restauro degli
immobili e contestualmente partirono le indagini di scavo stratigrafico, svolte dal 1981 al 1986 9, ancora in corso
nellarea dellesedra; la prima pubblicazione sugli scavi esce nel 1982, a cura di Daniele Manacorda 10, nella quale viene
proposto il progetto di musealizzazione dellintera area, che risponde a criteri moderni e allavanguardia per lepoca: gi
nella pianta del progetto allegato al volume di Manacorda si prevede che larea dovesse diventare sede di attivit di
biblioteca, museo, congressi, residenze speciali11, in questo ricalcando quelle che erano le destinazioni duso gi
previste nei progetti presentati sin dallUnit dItalia per la costruzione di un Museo Nazionale presso le Terme di
Diocleziano12; paradossalmente, sono proprio gli anni 80 del XX secolo che vedono sfumare lidea di un museo
unitario a favore di un museo policentrico, nel decennio successivo, con quattro sedi sul territorio di Roma, delle quali
la Crypta Balbi sarebbe divenuta parte integrante.

Cfr. MANACORDA 1982, p. 9.


Gli scavi sono stati finanziati con il concorso dei fondi stanziati dalla Legge Biasini del 23/03/1981, n. 92.
10
Cfr. MANACORDA 1982, infra in Bibliografia.
11
Cfr. CONFORTO 1982, Tav. III.
12
Cfr. ad esempio i progetti per il Museo Nazionale Romano, da allestire presso le Terme di Diocleziano, stilati a partire dalla fine
del XIX secolo e nei primi decenni del XX, da Pietro e Salvatore Rosa, Rodolfo Lanciani e Leopoldo Torlonia, e da ultimo da
Guglielmo Calderini.
9

Figura 4. Pianta dei progetti di riqualificazione dellisolato della Crypta Balbi. A sinistra lo stato di fatto al giugno 1982; a destra la
proposta di nuova destinazione duso degli edifici (da CONFORTO 1982).

Gli anni 80 sono anche il periodo in cui si pensa di creare un percorso storico-archeologico incentrato sui teatri
e gli edifici di spettacolo romani presenti in questo settore della citt di Roma, il cosiddetto Comparto Archeologico
dei teatri13 [Fig. 5].

Figura 5. Pianta del Comparto Archeologico dei Teatri: si riconoscono il complesso della Crypta Balbi, il Teatro di Marcello, il
complesso del Teatro di Pompeo (da CONFORTO 1982).

Il periodo compreso tra il 1982 ed il 2000 vede luscita di un certo numero di pubblicazioni sul complesso,
inerenti soprattutto i risultati delle indagini di scavo 14; si comprende come tali pubblicazioni escano a seguito della
conclusione dello scavo nei diversi settori dellarea:
1982: avvio degli scavi15;
13
14

Cfr. CONFORTO 1982, Tavv. I-III.


Cfr. infra in Bibliografia.

1984: scavo del mondezzaro dell ambiente 63 del Conservatorio di S. Caterina delle Rose 16;
1985: scavo del giardino del Conservatorio di Santa Caterina delle Rose 17;
1990: scavo dellesedra18;
1995: saggi sul fronte settentrionale dellarea19.
Nel volume uscito nel 2000, a cura di S. Baiani e M. Ghilardi, viene invece espressa lidea del museo che
quella di mostrare levoluzione della storia di un settore importante della citt; la Crypta Balbi doveva diventare, nelle
intenzioni dei membri del comitato scientifico promotore, il museo del Medioevo di Roma, da questo punto di vista
contrapposto alle altre tre sedi del Museo Nazionale Romano, nelle quali sono conservate collezioni pertinenti allet
romana e preromana20.
Il primo catalogo sul museo viene pubblicato nel 2000, relativamente alla sola Crypta Balbi21 e dal 2005 viene
pubblicato il catalogo relativo al Museo Nazionale Romano nel suo complesso, ristampato negli anni successivi 22.
Altre pubblicazioni, di carattere scientifico, riguardano i rapporti del complesso monumentale con levoluzione
del paesaggio urbano23, lo studio dei reperti ceramici24, i materiali provenienti dallesedra25, le scorie metallurgiche26 e
le monete27, oltre ad un contributo ulteriore sullallestimento museale28.
Lallestimento museale e le sale
Lidea del museo che racconta la storia urbana del sito, e di conseguenza quella della citt di Roma, differenzia
la Crypta Balbi non solo dalle altre sedi del Museo Nazionale Romano29, ma anche ad esempio da alcuni musei europei,
quale il nuovo Museo dellAcropoli di Atene30.
Le sale del museo, allestito negli edifici tra Via delle Botteghe Oscure e Via Michelangelo Caetani (in
particolare il dormitorio Barberiniano e le due case adiacenti di impianto medievale su Via delle Botteghe Oscure)31,
sono pensate come un percorso didattico strutturato cronologicamente, nelle quali, oltre allillustrazione del monumento
antico e delle sue fasi di trasformazione, edilizie e storiche, dallet antica al XX secolo, si illustrano accuratamente le
fasi medievali di Roma32.
Il percorso museale si articola su tre piani, con la possibilit di accedere in modo diretto alla vasta area
archeologica sottostante, anchessa restaurata e resa accessibile, allinterno dei diversi edifici, attraverso le vie di
comunicazione pi significative permettendo di percepire il portico antico, le case medievali ed il complesso
rinascimentale33 [Fig. 6].

15

Cfr. MANACORDA 1982.


Cfr. MANACORDA 1984.
17
Cfr. MANACORDA 1985; GABUCCI 1989.
18
Cfr. SAGU 1990; SAGU, PAROLI 1990.
19
Cfr. PICCIOLA 1995.
20
Uneccezione costituita dal Museo di Palazzo Altemps, dove al piano terra, a seguito di indagini di scavo, sono state rinvenute
strutture dallet romana allet moderna, lasciate a vista; i reperti rinvenuti, soprattutto ceramiche sono stati invece mus ealizzati
nella stessa sala entro vetrine lungo le pareti.
21
Cfr. Crypta Balbi 2000.
22
Cfr. Museo Nazionale Romano 2005a (pubblicato anche in inglese), ristampato anche negli anni 2007 (in inglese) e 2011 (in
italiano).
23
Cfr. ARENA 2001; MANACORDA 2001.
24
Cfr. MOLINARI 1986, pp. 211-217; RICCI, VENDITTELLI 2010.
25
Cfr. DE LOGU 1989.
26
Cfr. MANNONI 1990, pp. 603-604.
27
Cfr. ROVELLI 1989; ROVELLI 1993.
28
Cfr. ROSSI 2005.
29
Oltre alla Crypta Balbi, le altre sedi del Museo Nazionale Romano sono le Terme di Diocleziano (collezione epigrafica, collezione
scultorea, collezione preromana, elementi architettonici nel Chiostro michelangiolesco), Palazzo Massimo alle Terme (collezioni
scultoree da scavi antichi divise per periodi e temi, affreschi da domus romane det imperiale, collezione numismatica di Vittorio
Emanuele II, sala delle insegne di Massenzio, sala della fanciulla) e Palazzo Altemps (raccolte di sculture provenienti dalle collezioni
antiquarie delle grandi famiglie romane, collezioni di ceramiche rinvenute nello scavo della torre del palazzo).
30
Il nuovo Museo dellAcropoli di Atene, per quanto moderno e progettato per rispondere alle esigenze dellutenza, non il museo
che racconta la storia di Atene, in quanto tende a privilegiare la storia antica della citt, in particolare let classica, tralasciando le
fasi successive, da quella bizantina al periodo ottomano (http://www.theacropolismuseum.gr/).
31
Di questi edifici si potuto completare il restauro e lallestimento con i fondi per il Giubileo e per Roma Capitale (cfr.
VENDITTELLI 2000, p. 25).
32
Cfr. VENDITTELLI 2000, p. 25.
33
Cfr. VENDITTELLI 2000, p. 25.
16

Figura 6. Crypta Balbi (Roma). Immagini degli ambienti det romana, riutilizzati nel XVI secolo come cantine dei palazzi
rinascimentali (foto Giacomo Cirsone).

Sulla base dei contesti si cercato di esporre gli aspetti della vita del sito e della citt attraverso la cultura
materiale (ceramiche, ornamenti personali, armi, oggetti relativi alle attivit commerciali e produttive, beni di lusso,
corredi funerari, ecc.). Lesposizione integrata da ricostruzioni virtuali, immagini, supporti informatizzati, documenti
e contesti pittorici e marmorei, che contribuiscono a delineare gli aspetti storici pi generali come la vita economica e la
circolazione monetaria, gli scambi culturali fra gruppi sociali di origine diversa presenti a Roma, le trasformazioni
urbanistiche e istituzionali, definendo sotto vari aspetti il trapasso dalla citt antica a quella medievale 34. Le sale sono
cos organizzate:
I sezione, Piano Terra del Museo, dedicata allarcheologia urbana35.
- Trasformazioni di un settore centrale del paesaggio urbano dallantichit al XX secolo, raccontando questa
porzione del Campo Marzio prima di Augusto, il teatro e la Crypta di Balbo, il Monastero di S. Maria domine
Rose dellVIII secolo, le case dei mercanti sorte dopo il Mille, il Conservatorio di S. Caterina dei Funari, le
vicende dellisolato nellet moderna e le vocazioni produttive dellarea36.
II sezione, Piano Secondo del Museo, dedicata alle vicende ed al ruolo di Roma nel passaggio dalla tarda antichit
allalto medioevo37.
- Evoluzione della cultura cittadina tra il V ed il X secolo, attraverso i materiali di VII secolo dellesedra.
- Aspetti della Roma tardoantica, bizantina, del governo dei Papi, dei Fori nellAlto Medioevo, attraverso i
materiali provenienti da altri scavi urbani e dalle collezioni storiche dei musei romani38.
- Pianta recante i percorsi dellItinerario di Einsiedeln39.
34

Cfr. VENDITTELLI 2000, pp. 25-26.


Cfr. CESCHI, p. 38.
36
Cfr. VENDITTELLI 2000, p. 26.
37
Cfr. CESCHI, p. 38.
38
Cfr. VENDITTELLI 2000, pp. 26-27.
39
Cfr. VENDITTELLI 2000, p. 27; SANTANGELI VALENZANI 2000, pp. 45-51.
35

III sezione, Piano Primo del Museo, dedicata al quartiere antico a SE della Crypta Balbi.
- Quartiere antico a SE della Crypta Balbi.
- Allestimenti didattici.
- Spazio video con proiezione di un audiovisivo sulle chiese paleocristiane e altomedievali.
- Audiovisivo sul mitraismo.
In tutte le sezioni lordinamento scientifico prevede sequenze cronologiche molto rigorose, secondo le quali sono
disposti i materiali archeologici e la didattica che li accompagna; nellelaborazione del progetto di allestimento si
tenuto conto del fatto che nessun oggetto antico pu essere scisso dal suo contesto storico e culturale, cercando cos di
riproporlo facilitandone la lettura al visitatore; tranne poche eccezioni, infatti, nessuno dei reperti conservati nelle
collezioni del museo pu parlare da solo per le sole qualit artistiche ed estetiche40.
Lallestimento si basa sulla creazione di pareti e di blocchi espositivi che si dispongono secondo giaciture
diverse rispetto ai muri perimetrali degli ambienti; ci permette di lasciare liberi i muri dambito dei vani, lasciando a
vista i paramenti antichi dove presenti41. Le strutture delle pareti sono realizzate in pannelli di lamiera verniciata di
colore grigio chiaro ed accolgono le vetrine e i vani per i materiali, forniscono supporto per i frammenti architettonici,
le iscrizioni e i calchi, contengono documenti e disegni originali ad acquerello e impaginano tutto lapparato didattico,
utilizzando lintera superficie con serigrafie a colori42 [Fig. 7].

Figura 7. Pannello illustrativo della I Sezione del Museo (Museo Nazionale Romano Crypta Balbi, Roma; foto Giacomo Cirsone).

La presenza di materiali provenienti dallo scavo associata a pannelli illustrativi, i quali spiegano meglio il
contesto di provenienza collocando il reperto in un preciso momento cronologico; i pannelli (che vedono la loro origine
nei materiali illustrativi ideati in occasione della mostra tenuta direttamente sul cantiere durante lo scavo) 43, consentono
cos di passare dalla microstoria del sito alla macrostoria della citt, attraverso le varie fasi cronologiche.
A questo proposito interessante la riproposizione di uno dei contesti di scavo entro una delle vetrine, incentrato
sulla ricostruzione del contenuto di una fogna, indagata e visibile negli ambienti sotterranei del museo, con la sezione
della stratigrafia e del contenuto del condotto fognario; la ricostruzione, in scala 1:1, molto pi efficace, a livello

40

Cfr. CESCHI 2000, p. 39.


Cfr. CESCHI 2000, pp. 39-40.
42
Cfr. CESCHI 2000, p. 40.
43
Cfr. Appendice, in MANACORDA 1982, pp. 81-120.
41

comunicativo, sia del testo del pannello illustrativo sia della stessa struttura visibile nelle cantine del XVI secolo [Fig.
8].

Figura 8. Pannello illustrativo recante la ricostruzione della sezione della condotta fognaria rinvenuta negli ambienti sotterranei, con
lesposizione dei reperti rinvenuti ricondotti al loro contesto originario (Museo Nazionale Romano - Crypta Balbi, Roma; foto
Giacomo Cirsone).

I pannelli illustrativi sono strumenti preziosi per la didattica e la comunicazione dei contenuti del museo. Insieme
ai pannelli vanno ricordati un sussidio audiovisivo con la proiezione di un filmato sul mitraismo, che fa da pendent alla
visita del mitreo presso lesedra44, ed un altro riguardante invece le chiese paleocristiane e altomedievali di Roma, che
va associato alla visita del Piano Secondo, dove si trovano elementi architettonici inseriti in ricostruzioni ed affreschi
provenienti da chiese paleocristiane e altomedievali della citt (alcune non pi esistenti); in unaltra saletta si trova
invece un altro supporto didattico, costituito da un ipertesto multimediale su CDRom sul museo e le sue collezioni, su
un computer a disposizione del pubblico45; i due punti informativi costituiscono anche luoghi di sosta durante la visita46.
Grazie alla sua particolarit di contenitore, che al tempo stesso monumento e palinsesto storico-insediativo, il
Museo della Crypta Balbi funzionalmente legato allattivit archeologica che si svolge nellarea, ma ancora non sono
stati approntati i luoghi di studio indispensabili per la conservazione e la valorizzazione dei dati acquisiti attraverso
unattivit di ricerca archeologica di grande complessit ed ampi obiettivi47.
Al grande muro in opus quadratum del monumento antico, si aggiunge la riproposizione, assolutamente non
invasiva e rispettosa del contesto antico, di uno dei pilastri del portico ritrovato abbattuto, presentato al pubblico in una
struttura leggera in tondini di ferro verniciato, a suggerire le proporzioni e landamento della struttura antica; entrare

44

Cfr. VENDITTELLI 2000, p. 28; CESCHI 2000, p. 41.


Il CDRom non viene pi distribuito e non quindi reperibile sul mercato.
46
Cfr. CESCHI 2000, p. 41.
47
Cfr. VENDITTELLI 2000, p. 29.
45

direttamente in contatto visivo e materiale con il resto archeologico pu essere di grande emozione per il visitatore,
facilitandogli la comprensione del messaggio che il museo propone48 [Fig. 9].

Figura 9. Crypta Balbi (Roma). A sinistra il grande muro in opus quadratum di blocchi di tufo det augustea, pertinente al
criptoportico del teatro di Balbo; a destra la ricostruzione del pilastro, resa con una struttura metallica in tondino di ferro non
invasiva e ben inserita nel contesto, sulla quale sono stati applicati i resti dintonaco e stucco ritrovati durante lo scavo (foto Giacomo
Cirsone).

Il secondo piano arricchito da alcune ricostruzioni di ambienti con pezzi originali, come il nucleo di anfore da
trasporto e le sepolture dellesedra, da frammenti di arredo liturgico e decorazioni architettoniche in marmo e pietra
ricomposti graficamente e da un complesso di affreschi parietali esposti in un contesto che vuole suggerirne loriginaria
collocazione49 [Fig. 10].

Figura 10. Crypta Balbi, Roma. Sezione II del Museo, con lesposizione realizzata nel salone Barberiniano: a sinistra, in fondo la
parete curva che accoglie i materiali provenienti dallesedra; in primo piano gli affreschi det altomedievale provenienti d a alcuni
contesti di Roma; a destra particolare della parete curva che accoglie i materiali dellesedra (foto Giacomo Cirsone).

I ritrovamenti provenienti dallesedra sono stati musealizzati, tentando di ricontestualizzarli in un nucleo


espositivo che li raccogliesse nellinsieme; stata cos realizzata una parete curva che suggerisce landamento
dellesedra, racchiudente una vetrina che raccoglie tutto il materiale proveniente da deposito. La parete di fronte
48
49

Cfr. CESCHI 2000, p. 40


Cfr. CESCHI, p. 41.

raccoglie invece i reperti provenienti dallofficina impiantata nellesedra, ordinati per classi, tipologie, materiali e
lavorazioni, illustrati da disegni che ne ripropongono le caratteristiche, le tecniche produttive e luso50.
Chiude la visita al museo una grande pianta della Roma moderna nella quale sono segnati tutti i siti e i
monumenti altomedievali, per riproporre al visitatore una prosecuzione, nella citt e nel territorio, dellitinerario che ha
compiuto allinterno del museo51.
Unultima annotazione riguarda la possibilit di visitare larea archeologica nei sotterranei del museo e quella
dellesedra; nel primo caso, i visitatori possono accedere allarea archeologica delle cantine del XVI secolo solo con
laccompagnamento di un dipendente del museo, ad orari prestabiliti durante la giornata dal marted alla domenica;
esiste anche la possibilit di prenotare una visita guidata con un archeologo della Soprintendenza Speciale per i Beni
Archeologici di Roma ma solo nel weekend. Inoltre i sotterranei sono scarsamente illuminati e molto umidi, e ci non
invoglia lutente a trattenervisi a lungo; a ci si aggiunge il fatto che la didattica non assolutamente sufficiente a
spiegare cosa si ha davanti agli occhi, sia per utenti di livello medio e basso, sia per utenti esperti; la grande profusione
di supporti didattici dei piani superiori del museo si contrappone ai pochi pannelli e a qualche cartellino nei sotterranei;
il personale del museo, gi sotto organico, cerca di fornire le informazioni minime indispensabili alla comprensione
delle strutture, ma il livello dellinformazione fornita spesso medio-basso, nonostante la buona volont. Inoltre larea
archeologica non fruibile da parte di diversamente abili, per la presenza di barriere architettoniche.
Lesedra invece, anchessa accessibile solo con laccompagnamento del personale del museo, visitabile solo in
caso di condizioni meteorologiche buone; anche in questo caso, il livello dellinformazione fornita allutente di livello
medio-basso; la visita con laccompagnamento di un archeologo del fine settimana prevede la visita agli ambienti del
Convento di S. Caterina dei Funari, anche qui solo col bel tempo, ma in compenso si viene seguiti da una figura
competente. In questo caso, tale prassi pu essere giustificata dal fatto che il cortile interno dellisolato della Crypta
Balbi ancora unarea di cantiere, nella quale sono comunque stati allestiti dei percorsi sicuri e prestabiliti per i
visitatori, non adatti per ai diversamente abili.
Dott. Giacomo Cirsone
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grosso complesso edilizio della vecchia Roma, Roma, S.n., 1968.
CONFORTO 1982 M. L. CONFORTO, Problemi del recupero urbano, in MANACORDA 1982 (vedi), pp. 75-80.
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del Conservatorio di S. Caterina della Rosa, Firenze, Allinsegna del Giglio, 1984 (collana Biblioteca di
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MANACORDA 1985 - D. MANACORDA (a cura di), Il Giardino del Conservatorio di S. Caterina della Rosa, 2 voll.,
Firenze, Allinsegna del Giglio, 1985 (collana Biblioteca di Archeologia Medievale).

50
51

Cfr. CESCHI, p. 41.


Cfr. CESCHI, p. 41.

10

MANACORDA 2001 D. MANACORDA, Crypta Balbi. Archeologia e storia di un paesaggio urbano, Milano, Electa,
2001.
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SAGU 1990 - L. SAGU (a cura di), Lesedra della Crypta Balbi nel medioevo (XI-XV secolo), 1, Firenze,
Allinsegna del Giglio, 1990 (collana Biblioteca di Archeologia Medievale).
SAGU, PAROLI 1990 L. SAGU, L. PAROLI (a cura di), Lesedra della Crypta Balbi nel medioevo (XI-XV secolo),
2, Firenze, All'insegna del Giglio, 1990 (collana Biblioteca di Archeologia Medievale).
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