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Francesco Cinus e Ignazio Cappai. La poesia campidanese di questi ultimi anni mi sembra
dimostrare segni di dinamismo e vitalit significativi, che si manifestano in varie direzioni.
Fra queste, una quella legata agli studi sulla poesia, emersi in misura e qualit considerevole
nellarco di pochi anni. Linteresse da parte dei ricercatori e dellAccademia verso la poesia
improvvisata campidanese ha permesso non solo laffiorare di unesperienza culturale importante
sulla ribalta dei convegni scientifici, delleditoria e della cinematografia, ma anche, di riflesso, il
guadagno di una diversa coscienza del significato e del valore della pratica della poesia da parte
dei poeti sia professionisti sia dilettanti , degli appassionati, dei collezionisti, con
benefiche ricadute sul piano della pratica e su quella che possiamo definire, in breve, la cultura
poetica campidanese.
Ma il segnale che suggerisce la necessit di rivedere il paradigma del tramonto fisiologico della
poesia dimprovvisazione nel mondo contemporaneo la diffusione (e il successo) di iniziative
dal basso legate alla pratica dellimprovvisazione, e insieme i primi segni di una
rifunzionalizzazione della poesia e di una sua possibilit di integrazione/interazione con i mezzi
di comunicazione prepotentemente emersi con la rivoluzione digitale e con lesplosione della
rete. Il successo di varie iniziative incentrate sulla pratica della poesia in vari centri
dellhinterland di Cagliari, la presenza dei poeti campidanesi in alcuni locali del centro di
Cagliari, lesperienza di gare poetiche (in forma scritta) on-line fra gruppi di appassionati, sono
sintomi di un processo aperto, se non decisamente in ascesa, per la poesia campidanese.
Certamente, la pratica della poesia di oggi in buona misura diversa da quella del passato. Da
fenomeno di portata praticamente universale (cio: universale se mi si perdona lapparente
contraddizione nellambito locale dei paesi del Campidano), diventata fenomeno di nicchia.
La poesia di oggi non erga omnes, ma appartiene a cenacoli di amici, a una rete di
appassionati-cultori-praticanti che si muovono attorno a piccoli focolari di poesia promossi e
sostenuti con ammirevole tenacia e capacit da figure dotate di carisma e animate da forti valori
ideali.
Il concorso di poesia Su cantu de sei di cui la presente pubblicazione d conto stato bisogna
dirlo con tutta chiarezza una scommessa vinta (anzi, stravinta) da Guglielmo Piras, che ne
stato la mente ideatrice e lorganizzatore oculato e infaticabile, insieme gli amici citati in
precedenza. Mi sento di dire che solo un visionario concreto (e scusate il secondo ossimoro di
questa pagina ) come lui, guidato dalla bussola di precisi ideali su come qui in Sardegna, e
dappertutto si debba stare al mondo, capace di rischiare e di assumersi responsabilit, sorretto
da una capacit di radunare attorno a s un numero di persone in grado di far funzionare una
macchina potenzialmente esplosiva come stato il concorso, poteva portare limpresa a felice
compimento. Il clima della gara si fatto ovviamente sentire nel corso della manifestazione,
che si svolta nella Piazza S. Isidoro di Sinnai, durante lestate del 2011, con cadenza
settimanale. Non sono mancati, cio, dibattiti, critiche, murrngius, come si poteva prevedere.
Ma la partecipazione ampia di contendenti e del pubblico, regolarmente accorso per tutta la
durata della manifestazione, stato un gran bel segnale per tutti coloro che amano la poesia e che
vogliono vederla crescere. Gli indizi sono ancora embrionali, ma lorizzonte di oggi non quello,
oscuro e nebbioso, che si vedeva prima.
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