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Storia e storiografia della musica

Nella storia della musica, il Medioevo rappresenta unepoca di transizione.


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Dal IV al XV sec. D.C. si sviluppa una letteratura musicale di canti per il servizio
liturgico. Limpero Romano sta conoscendo la sua sfaldatura. La musica per la
liturgia lunica che ha la sua dignit in questo lasso di tempo, e bisogner
attendere lanno 1000 perch altre espressioni non legate alla liturgia si
manifestino. Da un punto di vista estetico, la concezione medievale risente molto
del retaggio greco e romano. La musica come concetto risulta tripartita:
1. Musica Mundana (del mondo), ovvero ci che Platone esprimeva delle
sfere celesti. Tale concezione musicale era legata a Dio.
2. Musica Humana (delluomo), ovvero la musica della natura, ad esempio il
ciclo delle stagioni, la pulsazione del cuore, il respiro, la musica espressa per
mezzo del numero, quando sancisce la qualit di un intervallo, del ritmo,
legato alle pulsazioni umane.
3. Musica Instrumentalis (artificiale), la pi bassa concezione per la musica
teoretica, ovvero quella pensata e non quella fatta.

Nel 313 fu promulgato l'Editto di Costantino o Editto imperiale di tolleranza, a nome di


Costantino I che allora era imperatore d'Occidente, e Licinio, imperatore d'Oriente, per
porre ufficialmente termine a tutte le persecuzioni religiose e proclamare la neutralit
dell'Impero nei confronti di ogni fede.
Fino al XV secolo non esistono testimonianze scritte per la musica liturgica.
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Il periodo formativo per la musica della liturgia dal I al V sec. D. C. In questo


periodo ancora forte linfluenza orientale (Gerusalemme, Costantinopoli). Quando
Roma diventa il centro dominante, inizia a formarsi una liturgia primitiva, attraverso
la lettura dei Vangeli, gli apostoli che raccontano di cantare inni, i racconti dei
pellegrini.

Il periodo dal V al VI sec. caratterizzato dallevento del monachesimo, il cui punto


culminante la dettatura di S. Benedetto da Norcia (Regola Benedettina). La nuova
religione cristiana si insedia a macchia di leopardo. Lunit nel dogma, nella pratica
religiosa, nella preghiera, ma non nel canto, che si sviluppa a livello regionale. La chiesa

differenzia le sue peculiarit a livello locale: Chiesa Ambrosiana, Gallicana, Celtica,


Visigotica (o Mozarabica), Romana, Aquileiese, Aquitana (Preghiera = Canto).
Il monastero unidentit autonoma indipendente. Benedetto da Norcia vuole associare la
preghiera al lavoro. Il mondo monastico una realt chiusa dove ognuno ha un ruolo ben
preciso. Il sapere mirabilmente organizzato: il libro (Volumen) diventa oggetto di
scambio, di vendita, molto prezioso, la cui scrittura curata nei dettagli.
La giornata nei monasteri iniziava all1 di notte: questo era il Momento mattutino. Le
prime preghiere sono semplici; intorno alle 5 del mattino si esce dalla chiesa per cantare le
Lodi. Qui il monaco inneggia il ringraziamento a Dio per un nuovo giorno. Alle 6 inizia l Ora
Prima secondo la scansione romana: si intona la messa, si celebra un rito che ha come
culmine levocazione dellultima cena, dove si sancisce la nuova ed eterna alleanza,
accompagnata dallEucarestia, ovvero il rendimento di Grazie di Cristo e della Chiesa.
Tutto scandito da musica, con canti semplici. La prima la Missa in die. Alle 9, Ora
Terza, fino alle 12, Ora Sesta, c la seconda messa. Alle 3 del pomeriggio, Ora Nona, c
un altro momento di preghiera (morte di Cristo) Alle 5, ora dei Vespri, le attivit cessano,
per mancanza di luce. Alle 7 di sera si rientra nelle celle per poi ricominciare. Allinterno di
questo ciclo, chiamato Ufficio Divino Monastico, la messa riveste un ruolo centrale con un
repertorio di canto.
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Il periodo dal IX al X sec. caratterizzato dalla nuova liturgia nel regno carolingio,
con la relativa riforma Carolingia, frutto dellunione tra il ceppo franco e romano. La
grande Riforma di Carlo Magno segna una spaccatura. Carlo Magno instaura un
concetto unificato di liturgia, con un rito standardizzato, quello Romano-Franco.

DallXI al XII secolo si diffonde il rito medievale che comprende il Canto Gregoriano
e un aggiornamento del rito carolingio.

Nel XVI sec. viene promulgato il Concilio di Trento, per contrastare leresia luterana
e rinnovare la chiesa.

Concilio Vaticano II (1962).

La pratica devozionale sempre stata accompagnata dal canto. Un repertorio vario,


riconducibile al salmo. La civilt ha costituito per secoli il mezzo di trasmissione di queste
pratiche. Nel VIII secolo si arriver alla formazione di un repertorio interno. Negli anni 50
Hesbert, studioso francese, rinvenne sei antifonari (libri che contengono preghiere della

messa e dellufficio), in aree diverse. Tutti avevano preghiere disposte secondo un ordine
che alla riforma romano-franca si troveranno uguali: il risultato di unorganizzazione ormai
compiuta dellimpianto liturgico. La riforma carolingia innesta un repertorio invadendo le
realt locali.
La tradizione orale era diffusa ovunque ed era ordinaria; apparteneva alla civilt orientale.
Lalto Medioevo recepisce e mantiene a lungo tale tradizione.
Vd. tabella Anno e giorno liturgia.
La liturgia il pubblico servizio del popolo. Sono pratiche dei fedeli per raggiungere un
fine. Culmina nella celebrazione dellEucarestia, collocata nella messa. LEucarestia la
pi importante pratica liturgica cristiana.
La collocazione di un canto pu essere estremizzata allinterno del canto stesso. Ad
esempio, un salmo allinterno dellintroito lo allunga.
Gli elementi pi importanti della liturgia includono la musica, i movimenti (ad esempio la
solennit impone un certo paramento), e gli apparati accessori, ad esempio vasi, calici
ecc.
Il canto monodico della chiesa in pieno sviluppo finch unico. Successivamente, infatti
si sviluppano altre prassi come la tropatura o la polifonia. Secondo linsegnamento
pitagorico non previsto luso di strumenti o cromatismi. Il rito un aspetto peculiare della
liturgia; legato alle espressioni locali nei primi sei/sette secoli. La cerimonia la
manifestazione pratica del rito, la sua organizzazione peculiare. Essa si definisce anche
ordo, in riferimento a come si organizza nel tempo. Infatti la sua organizzazione
temporale: ogni giorno dellanno una festa. 365 giorni, non corrispondenti allanno
solare, corrispondono allanno liturgico, che inizia la prima domenica di avvento. Lanno
liturgico ricrea le tappe dellattesa della venuta del Signore.
Le composizioni per la liturgia di inizio anno riguardano due filoni:
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le feste del Signore

santi, martiri e la Beata Vergine

Il punto centrale il 25 dicembre. Ogni giornata ha una peculiarit di preghiere, e si


racconta un avvenimento che quel giorno si vuole celebrare.
La messa il momento in cui si concentra il repertorio pi alto, pi elaborato. Allinterno di
questo repertorio esistono degli stili funzionali, prassi esecutiva ed indicativa della

solennit. Gli stili vanno dal pi complesso al pi semplice (tipo salmodico). Tutto rientra
nel rito, messo in pratica dalla cerimonia. Allinterno del sistema delle feste del Signore, dei
Santi c la celebrazione della messa.
Vd. Schema canti della messa
Il Graduale contiene le preghiere della messa per tutti i giorni-------Proprium missae
Non contiene invece lOrdinarium missae (preghiere che non cambiano mai), contenuto
nel Kyriale.
LInnario il libro degli inni, mentre il Tropario quello dei tropi; il Tonario un libro che
serve per studiare ed immagazzinare il repertorio; lAntifonario contiene le preghiere da
recitare durante il giorno.
Vd fotocopia I canti della messa
4 parti:
- EXORDIUM ovvero introduzione
- LITURGIA DELLA PAROLA
- LITURGIA EUCARISTICA
- FINIS ovvero congedo
Ogni parte ha un tipo di preghiere relative al proprium e allordinarium.
I Recitativi sono parti narrative che fanno procedere la narrazione liturgica es. lettura delle
epistole o del vangelo. Tutto dettato dalla tradizione delloratoria.
Ai recitativi appartiene il canto dei salmi. Il canto era riservato ai professionisti che si
formavano nella schola. I fedeli assistevano, mentre dei solisti praticavano la tropatura che
diventer prassi sempre pi specializzanda.
Ascolto in classe di un antiphonarium ad introitum, costruito da una parte che precede un
salmo che ha unintonazione. Corda di recita + cadenza mediana. Poi c lantifona che
precede il salmo. Essa richiama gli elementi del salmo, dotata di stile sillabico, mentre
lantifona ha uno stile che prevede pi suoni per ogni sillaba: uno stile semi ornato, il
contrario di quello sillabico, ed essendo cantato camminando non poteva contenere molte
elaborazioni. Le melodie tipo erano melodie riutilizzate per altri canti; le melodie centone
erano costruite con formule legate al modo e alle formule melodiche generate dalla scala:
A+B+A
Ascolto in classe di un graduale (liturgia della parola) molto pi prolisso, con pi note.
Canto ornato: uso di formule fisse che aiutavano la memoria. Le formule sono i pilastri del
modo.
Ascolto in classe dellAlleluia, con molti schemi al suo interno, tipo Iubilus e versetto.

Il monocordo uno strumento dotato di una rotaia scorrevole e di una corda. A seconda di
dove si pone la rotaia si produce un suono diverso. Sugli intervalli si producono
microsistemi di quarta (tre sistemi) e di quinta (quattro sistemi). Il totale si raggiunge
combinando quarta + quinta + quarta
(schema)
Gli undici suoni sono definiti ambitus, a cui stato aggiunto un suono
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Suono, prodotto dal monocordo e proporzionato

Intervallo re mi fa sol
Mi fa sol la
Sol la si do
La si do re

Ogni intervallo ha una peculiarit melodica e una diastemazia (distanza) ed un melos


(natura intervallare e tipologia melodica). Si genera un totale di 20 suoni = musica recta.
Da a E c una regolarit di T T st = esacordo, che era gi noto in epoca carolingia

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