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Cos il Popolo 2

sia questa Costituzione cui da stamane vai gridando gli


evviva che miracolo se non ne hai secca la strozza?

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Il virtuosi:
Popolo qualunque
il complesso
tutti gli
uomini
vIdslattivi,
sia il dinostro
grado,
la onesti
nasei- l - C. Eh! veramente. .. pe mi s' detto che merc la

f ta, la ricchezza, tutti insieme siamo sempre il Popolo. i;

(lloslllnzlone "(l)" s: lltellalplll cgnll-f Pelh-lfknnnanzlf

- tanto tra
- e non
- Esistono
a meno
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essere;
differenze
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gli- uommi,
che- sono.
Chipossono
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vfillannllo
5nzhmm
- mantenuti
che

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fatte le differenze? Son venute da s, e quindi se aiiche


rllalllmlllney llno cltned" copnillfl a llfllccallel;
si
iqueste
Maricchi
togliessero
ccon
ed
un ialtre
legame
poveri,
tornerebberoastabilirsi.
diflerenze
che
i gran
le compongono
unisce
talentitutte
e Vigliledebbono
come
ignoranti,
variele essere
classi.
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figli; l D Ascolta
zappa, coile
dar contado
la terra inon
suoivorranno
frutti? I)Se
non vorla
I e l

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"ran pi i muratori maneggifil Piccone ed il nialeo

classl -m lm tutti? eh. e il Poplllo. E se allche parland-o i

chi costruir le nostre case

le varie lmgue siamo altrettanti popoli, cio non toglie .


che amandoci tutti come fratelli, abitanti della mtiera
terra siamo inne uno solo e immenso Poolo.
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Una classe sonanfo cos disgraziata lghe non m?

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dispregiata,
resterai la plebe.
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diamole la mano

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ier irne
m lontam eIIie
aesinasce
i nostri
rodotti
ison
altri adi scambiar
cui difettiamo,di
il coiiimercio
base alla prosperit di questa nostra patria? Fa ra

l.l "e"".

Tu sei buono , o Popolo. I semi delle migliori

n-n- lvleblle Pnn con clle Pagale. Sl lmplegall, e l

i '

virt li porti con te nascendo: ma guai a chi non ti

gnnlllcl leslnnilllalnlelale -l lnol dllllll l nnaeqslll che

intende, e peggio a chi ti inganna! Ora che la Costitu


zione ti ha redento, sorgi alla tua nobile altezza di li

difendono te e le tue sostanze dalla rapacit altrui

bert. In faccia ad essa siamo tutti uguali, e le pochis

dentro e fuori.

sime preferenze di lei sono e unicamente riservate alle

Costituzione, qual tu di, sarebbe uno spaventevole

azioni generose, al merito riconosciuto. Verit e virt,

assurdo che tenderebbe niente meno che a subbissare


la societ. Questa, o mio -caro, la una macchina

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ione cosi di oiraltra


rofessione di o- n altr arte.
Che se tu D vuoi levate al tutto7 le imposte e le
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jfgi-giiiti1mir;amnriierra%""-l_""
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chi a rir le stradeI

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educano ed istruiscono i tuoi figli, le truppe che

null altro, ti far degno degl immortali di lei sorrisi.


Non credere a ci che malignamente qualcheduno ti

Tu ben vedi, o Carletto, che la

nella quale ogni parte che la compone ha la sua


destinazione, egualmente necessaria , ed quindi
egualmente- apprezzabile. Se una ruota si fermi o
faccia un movimento retrorso, la macchina n andrebbe

soffia nellorecehio: c ancora purtroppo una peste di


cattivi che vorrebbero far di te, cosi buono e generoso,

un tristo ed un vile.

..:
1.

in sconquass. Il povero e il ricco, il giornaliero e , .

i i Ogni pi santa istituzione ha sempre i- suoi nemici;


e tu lasciali mandar fuori gli impotenti respiri della loro
anima di fango. Non devi degnarti di schiacciarli: se
puoi salvarli, salvali anche costoro; se no, abbandona
al tempo e alla tua virt questa faccenda. Svaniramno
come il vento impetuoso che ti urta dietro alle spalle
per gittarti in terra, e che tu, restando in piedi, non

il negoziante, il facchino e il sapiente, il suddito e


il sovrano sono altrettante ruote di quella macchina,
tutte cooperano del pari, e tutte devono lavorare.

C. Aff che voi parlate a dovere. Ma quai vantaggi dun


(Ineflobbnilmq aPllarc dalla GsWuzQHB? H
D Molll e gllndlssnnnnj Eguaftliaza dl lnlll dal Pnl P

j
i

vedi n sai dove vada, ma pure passa e non torna pi

Velofll P-nn rlcco ln faccia alla legge; llon lollo "la

mal

indietro. Chi si lascia sedurre alle male opere non pi

bens} nnmalfl ller conllegnia nnelclle ll- lflvolo; ll-

degno di appartenere al Popolo. Conservati libero e forte.


Popolo! queste franche parole ti suonano nuove,

bella "l llllll dl eslemar la Illopria opmlone sulla


cosa Pnbbllca e ,nlle lega clle llengllnlleniallale a

Perch n, ora non ci permettevano dinele. Ora le odi,

regolarla; non piu arbltraria e soVBrcIIIHIIIIIPQsIzIonB

e non ne avrai altre. Intendileache ne sei capace.


g.

.
A- Fa|con@ui.. t,
L ,53;
Che cosa la Costituzione?

lll glavezze flnlsle c}m?1a'-e- al bnsllgnl lello


stato, e distribuite fra i cittadim in ragion di ri
chezza, e sempre riconosciuta che ne sia da loro
stessi la necessit; e cosi molti e molti altri van

taggi che sarebbe ora lungo l enumerarli.


C. Poffardio! Ora comincio a capir qualche cosa. Ma

Primo Dialogo
FRA DEMOFILO E CARLO OPERAIO.

ditemi signor Demolo, e come la Costituzione ne

C. Viva la Costituzione! viva!

D. Bene, benissimo! Ma sai tu, Carletto mio, che cosa

ai;

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,,-

assicura tali vantaggi? In che cosa consiste insomma

questa Costituzione?

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D. Ascoltami.

I) il pi ch possibile numerosa;

C. Son tuttogfre I ' .

2. bene disciplinata ed agguerrita;


3. in caso sempre e prontamente di agire.

D. Gli ipliii," "Qp\ ai, nascono liberi e sono tutti


egu "Q-qiiahi efsip il posto che occupano in so
cie

qlfhljuschiarata, ha sancita denitiva

meiitljqqe
voceligei, I

tu interroghi te stesso, una


ti risponder che sei uomo come

lo qfia _-

gran principe della terra e che

tu colla tua piala in mano hai diritto alla stima de


tuoi concittadini come l altro col suo scettro.
C. Oh! si, questo lo sento anch io.
D. Gli uomini seguendo le leggi loro imposte dalla na
tura, si sono uniti in societ, ene risultarono le
citt, le nazioni, gli stati. Come membri di tali so
ciet, gli uomini si chiamarono e si chiamano citta

dini. Ci facendo essi dovettero, per il meglio, sa


cricare parte della loro libert ed assoggettarsi a
delle leggi perch senza leggi una societ non pu
sussistere. Dovettero sottomettersi al commando di

uno solo o di pochi di loro, perch ripugna al buon


ordine 1 idea che tutti commandino e nessuno obbe
disca. Quei capi costituirono il potere personicato
nel re, nell imperatore, nel senato, o in altre forme
e sotto nomi diversi. Ignoranti come erano dapprima
gli uomini e incapaci quindi di concorrere alla for

mazione dellc leggi cui si assoggettavano, lasciarono


in perfetta balia di que capi il far le leggi a loro
talento e il farle osservare. Fosser buone o cattive,

Resta adesso da sviluppare tutti questi principii.


L ordine pubblico e la tranquillit un bisogno

reale che sentono tutte quelle riunioni di uomini in cui,


ajutandosi essi scambievolmente, compongono le nazioni,

o le societ. Senza ordine e senza tranquillit impos


sibile che si compiano le riforme, impossibile che si
procuri e si ottenga il bene degli individui e quindi il
bene di tutti, perch questo di tutti risulta da quello
degli individui. L ordine come il sole che matura le

biade e ci d il pane, rischiara il mondo e lo arric


chisce di sempre nuove creazioni. Il disordine e la con

fusione come la notte scura e burrascosa in cui tutto


va sossopra, nulla si forma, ed anzi tutto si distrugge.
Se dunque I ordine un bisogno di tutti, una condi
zione, uno stato fuori del quale non possibile n li

bert, n prosperamento, n bene, tutti hanno diritto


che sia mantenuto: l uomo ha diritto di soddisfare ai

suoi reali bisogni.

Chiunque turba questa tranquillit

pubblica un nemico comune a cui si deve impedire di


nuocere. La Guardia Nazionale dunque deve mantenere
a ogni costo l ordine e la tranquillit, sia che la tur
bino i maleintenzionati e cattivi per pescar nellacqna
torbida della confusione, sia che la turbi il malcontento
generale del Popolo quando si crede offeso ne suoi di
ritti, sia che la turbino atti ingiusti, violenti o abusivi
I

ciecamente vi obbedirono. Il potere era assoluto, e


tale dovea essere fnch gli uomini erano ignoranti.

C. Poi che cosa avvenne?


D. Poi.. . ma suonan le due ore; per oggi pon freno
alla tua curiosit. Ora devi andare alla tua officina.

Ivi ti chiama il dovere. Viemmi domani a trovare e


ti dir il resto.
C. Vado, signor Demolo; e sento che oggi lavorer

con pi lena che mai. Domani alla stessa ora sar


senza fallo da voi. Viva la Costituzione.
Molinari.

del potere.

Ristabilita la tranquillit allora soltanto e

possibile di riformare ci che ha bisogno di miglioramento,


e di rimettere i poteri entro ai limiti delle autorit as
segnate dalla Costituzione.
Tutto ci che dobbiamo fare per l interesse ed il
bene comune; tutto ci che non dobbiamo fare, ugual
mente in vista al comune vantaggio, regolato dalle leggi,
le quali sono la scorta, la guida delle nostre azioni. ii
Governo assoluto poteva imporci delle leggi anche in
giuste, o suggerite dal suo particolare interesse; ma il

Governo Costituzionale non ha pi questa facolt, dal- mo


mento eh esso chiama il Popolo stesso, per mezzo dei
suoi rappresentanti, a ordinare e stabilire quelle leggi

La Guardia Nazionale.

che sieno addattate ai di lui bisogni reali. Queste leggi


adunque sono l espressione del volere del Popolo, la

Ora perch queste armi sono date in mano al

norma ch esso medesimo prescrive alle sue azioni per


assicurare a s medesimo ibeni che trova indispensabili

Popolo? come deve farne uso? possono averle tutti? Sono

alla sua prosperit. Il Governo bens incaricato di far

queste tre domande alle quali importa prima di tutto ri

eseguire scrupolosamente queste leggi. Chi offende le


leggi, in qualunque modo lo faccia, offende la libert

Il Popolo colle armi: ecco cos la Guardia Na

zionale.

spondere, onde, generalmente intanto, sia ben conosciuta

la dignit ed inteso il .vero oggetto di questa santissima


istituzione la pi infallibile garanzia dei comuni diritti,
l unica
e vera
nostra forza, senza di cui la Libert
non
che una
parola.
l

Sono date le armi in mano del Popolo, ossia


organizzata la Guardia Nazionale:

che esse assicurano, attacca i diritti altrui che si ap


poggiano in quelle, commette insomma un delitto. La
Guardia Nazionale deve ajutare il Governo nel far ri
spettare ed eseguire le leggi.
,
La Costituzione inviolabile: tocca alla Guardia Na

zionale di mantenerla tale.

Ogni atto, ogni comando,

1.-per mantenere l ordine pubblico in qualunque

ogni disposizione che sia contraria agli articoli della

caso e modo venisse turbato;


2. per assicurare la esatta osservanza delle leggi
giuste e quali furono proposte o approvate dalla nazione;
3. per vegliare alla inviolabilit della Costituzione

Costituzione, o che vada fuori dei limiti di quella un


arbitrio, un abuso, un attentato alla libert. Il Popolo

e dei diritti che essa proclama, da qualunque parte ve


nissero attaccati.
Quanto al modo di usare delle armi la Guardia Nazio

nale, con moderazione per e dietro coscienza, deve agire:

l. possibilmente colla sua forza morale;


2. in caso estremo colla sua forza sica.
Non essendo nalmente possibile che tittti prendano

le armi, quantunque questo diritto sia realmente di tutti,


cosi che ognuno lo porta seco nascendo, l armamento
deve farsi in modo clie la Guardia Nazionale sia:

ha diritto di opporsi fermamente a questi attentati, e la


Guardia Nazionale in dovere, entro i limiti e nei modi
assegnati dalla legge, di sostenere tale opposizione con
tutti i mezzi che sono in suo potere.
chiaro dunque che il Popolo tiene in mano-le

armi per mantenere l ordine, per difendere le leggi e


per garantire la Costituzione: chiaro che questo e non

altro dev essere lo scopo essenziale per cui la Guardia


Nazionale istituita; tale la sua dignit.
Circa ai modi onde la Guardia Nazionale deve eser
citare la sua forza e raggiungere i sopradetti altissimi e
nobilissimi scopi, bisogna inanzi tutto distinguere due

qualit di forza: la forza morale e la forza sica. Quando


tutti d accordo siamo convinti, intimamente convinti della

verit della bont della utilit di una cosa, questa per


suasione di tutti una forza morale; quindi la forza
morale si appoggia e riposa sul libero convincimento,
spontanea e perci appunto potentissima sopra tutte le

Nazionale vegliare a ci che gli ostacoli non sipongano,


o che fatalmente posti si levino via. E cosi dicasi dei
nostri altri diritti. Rispetto e ducia nella Guardia Na
zionale.
Ma se ogni uomo ha il medesimo diritto di armarsi
per sua e comune difesa, possiamo realmente prender

altre forze. Siccome per altro vi pu essere il caso che

tutti le armi? ci praticamente possibile? No. La

taluni per ignoranza, per fanatismo, per traviamento o


corruzione, per animo perverso o altro si ribellino al
detto universale convincimento, opponendosi apertamente
a ci in cui tutti gli altri vanno d accordo, cosi ne
cessario che la forza morale possa manifestarsi in azioni
materiali, ed appoggiarsi saldamente sulla forza sica.
La natura provvidde gli animali di difese onde potessero
opporsi a tutto ci che contrasta il libero esercizio dei
loro diritti, e quindi unghie, corna ed altri strumenti
di offesa e di difesa ebbero nascendo a custodia di loro
medesimi. L uomo fu gittato nudo sulla terra nuda,
ma colla potenza della mente, emanazione diretta di Dio,
pot supplire alla propria debolezza creandosi difese e
tali che, potentissime, lo mettono al sicuro da tutti gli
attacchi. Quindi il braceio dell uomo, colle armi d ogni
specie ch esso medesimo si fabbrica e che abilmente
maneggia, costituisccno la sua forza sica.

Guardia Nazionale non un giuoco, ma bens una isti


tuzione seria, gravissima. Essa deve essere in caso di
prestare i suoi utili servigi alla patria sempre, pronta
mente, tralasciando se occorre ogni altra occupazione,

alla patria, o che ricavano la loro sussistenza da una


occupazione continua n mai interrotta delle loro braccia,

Ora tutti quelli che sono profondamente penetrati

i troppo giovani o troppo vecchi, glinfermicci o troppo

della ragione santa per cui stabilita la Guardia Na

ogni affare anche urgente.

Nulla pi urgente della

patria, nulla deve premere pi della libert. E non ha


sta: l et troppo tenera o troppo cadente, le infermit

del corpo, sono cause, con altre molte, che non per
metterebbero alla forza morale della Guardia di appog
giarsi sulla sua forza sica. Inoltre la regolarit del ser
vigio che la Guardia Nazionale chiamata a prestare a
difesa della causa comune e della patria, importa delle
spese a cui tutti non possono sottostare. E quindiim
possibile che tutti esercitino il diritto di armarsi. Quelli

che colla mente e col consiglio si consacrano altrimenti

zionale, devonqrispettarla e riconoscerla come lespres

difettosi, quelli che non possono sottrarre nemmeno una


piccola parte dei loro guadagni alla propria bocca o a

sione pi solenne e legale della nostra forza morale


comune. Al solo presentarsi della Guardia Nazionale sap

quella della moglie e dei gli, non possono armarsi.

Devono trasmettere invece tutto questo loro diritto nei

piamo ch essa interviene per salvare l ordine se fosse

pi fortunati, che di buon grado .Io accettano per s e

minacciato, per rimetterlo se fosse rotto, per far ri


spettare una legge, o per garantire la costituzione; il

pegli altri. Il Popolo in questa maniera tutto armato


e si concentra moralmente e sicamente nella Guardia
Nazionale, la quale veglia in nome proprio e in nome

che vuol dire, in poche parole, per bene di tutti. Dun

que rispettiamola tutti.

Ma convinciamoci del pari che

la sua forza sica sempre pronta nel disgraziatissimo


caso che la causa comune-fosse attaccata, ola Iierta

della nostra Costituzione corresse pericolo.

degli altri che le hanno affidato il proprio diritto e che

in essa ripongono tutta la loro ducia.

E perch resti

"intiera e liena questa lducia della Guardia Nazionale,

Chi che

non devono e non possono entrarvi nemmeno tutti quelli

non rispetti la legge che il suo Governo costituzionale

echela fatalmente
condenza hanno
dei loroperduto
fratelli. con un delitto
la stima
I

pubblica in virt del potere che gliene fu dato dal con


senso unanime di tutto il suo Popolo? la rispetta nell
intimo convincimento ch giusta, buona, utile a

lui ed a tutti i suoi fratelli; la rispetta nel non meno


intimo convincimento di un braccio potentemente armato,
che veglia a difenderla e ad imporla a chiunque con

Tutto questo non toglie che, per quanto le dette

circostanze permettono, la Guardia Nazionale non debba


cercare di essere il pi ch possibile numerosa. Cosi
sar stimata, avr il rispetto universale; sar libera,

indipendente, forte. - Viva la Guardia Nazionale!

intenzioni perverse osasse di offenderla o negasse di ri

conoscerla e di nniformarvisi.

La Guardia Nazionale

A. Falconetti.

una legale istituzione, afl'atto costituzionale: essa deve


agire colla sua forza morale, restandone la forza sica
a garanzia della forza morale e nulla pi. Il popolo

in obbligo di arrendersi alle persuasioni, agli ordini di


una Guardia Nazionale, perch essa il suo difensore;
perch essa non rivolger mai contro del Popolo un
arma che del Popolo e pel Popolo; perch essa
parte del Popolo. La Guardia Nazionale la strada si
cura e breve di comunicazione fra -il Popolo ed il Go
verno. Il Governo non oser mai nulla contro le libert
assicurate dalla Costituzione; il Popolo non oser mai
nulla contro il Governo costituzionale perch il Governo

Illustri gli del Popolo.


, 1. Beniamino Francklin
Decimoquinto di diciasette gli d'un fabbricatore di can
dele edi sapone, anglicano non conformista rifuggitosi in Ame

zo possibile; quindi nei limiti del giusto e dell onesto,


e sulla base del vero possiamo francamente esporre la
nostra opinione. Ogni ostacolo a questa libert un a

rica per godervi la libert religiosa, Beniamino Francklin nacque


a Boston il 17 gennaro 1706. Avviato sulle prime pel mini
stero evangelico fu dopo breve tempo levato di scuola e chia
mato ad esercitare il mestiere del proprio padre, troppo gravi
riuscendo a questi le spese di una tale educazione. In quel
tempo Giacomo Francklin, fratello primogenito di Beniamino .
reduce dall'Inghilterra, aveva aperto un officina da stampatore.
Il giovane Beniamino, cui l'esercizio del paterno mestiere non
garbava punto n poco, sacconci presso di lui in qualit
di fattorino ed ebbe cosi opportunissima occasione di sod
disfare il vivo suo desiderio d apprendere e d istruirsi pas
sando intiere le notti a leggere tutti quei libri che gli veniva
fatto di avere alle mani, eprocurandosene degli altri corispar

buso, un arbitrio , una violenza, sia che I ostacolo venga


dal potere, sia che venga dal seno di qualche parte

mi che gli erano assicurati da un tenore di vita straordinaria


mente frugale.

viziata o corrotta del Popolo stesso. Tocca alla Guardia

il secondo che insino allora avesse veduto la luce nell'America

pel Popolo, il Popolo pel Governo, e la Guardia


Nazionale moralmente e sicamente annoda questa glo
riosa alleanza di libert. La manifestazione, per esempio,
del nostro pensiero libera, sia che si esprima colla
parola, sia colla stampa, sia con qualunque altro mez

Suo fratello, lo stampatore, aveva fondato un giornale,

inglese. Beniamino che alla zitta e alla sorda aveva composto


diversi articoli, colse il destro per inserirveli ed ebbe il_con
l'orto di sentirli encomiati. Ci gli accrebbe coraggio a prose
guire.

Avvertimenti al Popolo.

Senonch alcuno degli articoli politici di quel giornale

l.

avendo incontrata la disapprovazione del governatore della Co


lonia, l'editore fu incarcerato e il giornale proibito. Il nostro

Beniamino venne perci anch'esso in odio al Governo, e poco


dappoi alla stessa popolazione atteso i suoi discorsi imprudenti
in materia di religione, errore grandissimo ch egli stesso ni
per deplorare in modo solenne. Per tutti i quali motivi stim
egli suo tornaconto di mutar aria. All et pertanto di appena
17 anni lo si vide vagabondare mano mano a Nuova Yorck,
a Filadela ed in ultimo a Londra, privo sempre, oltrecch di
credito e di relazioni, delle cose al vivere pi necessarie. A
21 anni ritorn a Filadelfia ed entr qual giovane di banco in
un negozio di merci, quindi ripigli la sua professione strin

Non cessi la gioja che tutti provammo al primo an


nunzio della nuova nostra organizzazione sociale di una
Costituzione. Seguiamo passo a passo il suo sviluppa
mentoi Si conduca questo germe beneco alla compiuta
sua maturazione. Ne dipende larmonia, il decoro, la

solidit della vita novella cui siamo ehiamati. Guai a


noi se la sorpresa tra l abbaglio e lo splendore delle
pubbliche allegrezze ed esultazioni ci soffocasse ed arre
stasse nella prima espansione dell animo.

Ben presto

ricomparir si vedrebbe la presunzione e l arroganza, il

gendo societ con una persona che gli fornii mezzi occorrenti
alferezione- di una tipograa. Da questo momento la sua in
dustria, la sua temperanza, la sua integrit, i suoi rari talenti

maneggio occulto, la protezione, l antica influenza, la

furono tutti consacrati allo scopo di far prosperare sott ogni


riguardo le condizioni della Colonia ch'egli aveva eletto a sua

spirammo non avrebbe nulla di nuovo tranne il nome,

patria. In breve divenne l'idolo de'suoi connazionali ed il con


siglieredelgovernatore, il quale giovavasi del di lui senno in
tutte le pi importanti occasioni, n and guari che fu accla

e noi scossi per poco nel nostro letargo sociale, ca


dremmo in nuovi abissi. - Importa che si scuoprano
gli errori, i falsi principj del sistema che st per ces
sare, che si tolgano i difetti, che si ripassi l organismo
ne suoi dettagli, che si metta in esecuzione le deside
rate riforme. - Ma nessuno sia per credere che la di

mato membro dell'assemblea provinciale. Nell'esercizio di quest


incarico si mostr sopratutto ardentissimo difensore dei diritti
delle colonie anglo-americane e pi d'una volta le rappresent
presso la madre patria in qualit di deputato. Scoppiata la
rivoluzione americana Beniamino Francklin comparve in Inghil
terra non pi quale semplice agente coloniale, ma come am

schiava abitudine; il nuovo edizio sociale che tanto so

sposizione della nuova nostra organizzazione sociale possa

mente perorando pella rivocazione d alcuni decreti con cui le

aver luogo da un momento allaltro per incanto senza


difficolt. Molti saranno gli ostacoli e non sempre su
perabili colla spontaneit del nostro desiderio. Non di

povere colonie venivano ad essere schiacciate sotto il peso di

mentichiamo adunque di raccomandarci avicenda la con

nuove gravosissime imposizioni, e in guisa il fece da vedere

veniente moderazione. -- Le nostre esigenze non eccedano.


rdine accompagni il nostro progresso. Abbia la mente

basciatore d'un gran popolo. Col in vari incontri tuon alta

espugnati i suoi pi acerrimi oppositori, e le gravezze abolite.


N altr'arma adoper egli che quella della santa ragione con

tro allaquale non scudo che


mostrasse caldo e veemente nel
ritti della sua patria, non avvenne
linea dai conni della prudenza,

resista. llla per quanto si


proclamare i sagrosanti di
mai ch'egli uscisse pur una
questa glia dell'esperienza

che ben consiglia, ben giudica, ben comanda. e che sa torcere


in utile anco le stesse scontte: ben dissnnile da suoI avver

la sua fermezza, ma non perda la calma. Cessino sol


tanto le viste di particolare interesse. Il cuore di tutti
sia per ognuno. Il cuore d ognuno si dedichi al bene
di tutti. Il bene universale sar il giusto nostro com
penso.

sari, i quali, in difetto di buone ragioni, adoperarono, come


d ordinario avviene, gli oltraggi, le contumelie; e ci fu persi

Il.

no taluno tra quei nobili Lordi che non ebbe rossore di trat
tare questo venerando losofo, rappresentante olticiale di quat
tro Provincie American, da facinoroso, da ladro, da assassino

e peggio. I ministri lo spogliarono del titolo di gran maestro


delle- poste ch egli s era guadagnato con una serie di straor
narie benemerenze verso la patria, e per colmo dinfamiagli fu
aperto un processo. Atfront egli tutte quelle tempeste con a
nime imperturbato a segno che disperando i ministri di riu

scire per siffatto modo nel loro intendimento, fecero prova


di vincerlo colla seduzione degli onori e delle ricompeuze. Ma
l'uomo ch era rimasto imperterrito alle minacce, si mantenne
del pari inaccessibile alla corruzione. Rimaneva il partito della
violenza ed a. questo pure si ebbe ricorso. Senonch avendo
traspirato Francklin, che si voleva farlo arrestare come istiga
tore alla rivolta delle colonie, s'imbarc per l'America ove

fu immediatamente eletto dalla voce universale deputato al con


gresso ivi a tant uopo stabilito. Dire quant egli operasse a
favore dell'indipendenza americanayle fatiche sostenute, le
pratiche da lui attivate per guadagnare aderenti alla santa causa
per cui combatteva, gli accorgimenti adoperati onde abbattere
gfinciampi d'ogni natura con che la sealtrita Inghilterra sav
visava di potergli sbarrare il cammino, cosa che domanderebbe

Sono in dovere tanto i governanti quanto i gover


nati di osservare scrupolosamente le leggi in essere nelli
rispettivi loro rapporti; st in ci la legalit del mutuo
loro contegno. I nostri averi, le famiglie nostre, il no
stro culto, lottenuta libert Costituzionale, il manteni
mento di tutto l ordine sociale dipende dallesatto adem
pimento dell esposto principio, di cui andiamo piena
mente convinti. Lungi quindi perno il sospetto che il
nuovo organismo sociale cui siamo chiamati ci possa

rendere colpevoli dllegalit.

Noi attendiamo con tutto

il calore dell anima che una Costituzione ragionata e


fondata sopra inostri bisogni ci guidi al perfezionamento.
Coroni pure inostri sforzi uniti un esito felice. Ma no
a tanto non si introducano le opportune riforme nelle
vie legali e regolari noi non mancheremo ai nostri do
veri. Ordine e legalit sar sempre la nostra bandiera.

nullamen che un volume. A noi basti il dire che in virt ap

Dr. G. Vecchi.

punto di tanti sforziedopo una lotta durata per ben cinquant


anni in cosl-nobile e magnanima impresa, ebbe la sorte di
conquistare al proprio paese il grandissimo di tutti i beni, la
libert, ed a s medesimo la pi verace, la pi onesta, la pi
eccelsa di tutte le glorie, quella dalnico del genere umano.
Beniamino Francldin, questo patriarca della libert, questo
- ll recapito della Redazione presso la llbrerlu Schubart ,

modello di perfetta virt cittadina, cess di vivere li 10 Agosto


1791 in et di 84 anni, e la sua morto fu, come era debi
to, una costernazione generale non meno nell'antico che nel
nuovo mondo.

ove si ricevono gli abbonamenti a questi foglietti volanti, e se ne fa


anche la vendita separatamente.

__._.._____--.-___.__..._.-__-__-_-__-_-_-_-__-_-_
s:

F. Cameroni.

Trieste, Tipograa Weis.

i. Aprile 1848.

Prezzo 2 Car.

lia parola libera!


Finalmente ci restituito uno de pi sacri e pre
ziosi diritti! nalmente il nostro pensiero pu franca
mente e libero manifestarsi in tutte le forme, in tutti i
modi possibili, colla voce, colla stampa, comunque, giac

ch la libert della parola non vuol dire altro se non


che questo. Ecco dunque una formula semplice, breve,
chiara che ci rimette nella nostra dignit, ci ridona al

fenomeno pi essenziale della vita morale, la parola


libera, per dio! e noi altamente e con fermezza dob
biamo brandire quest arma, terribile per chi sa farne
uso, a valido sostegno del! onesto, del giusto, del vero,
a sterminio, a guerra senza tregua e senza quartiere del
raggiro, della violenza, del falso, dell abuso. Ma in

Questa libera zizanifestfizione del pensiero ti viene,


o Popolo, come tant altre, cosa nuova affatto. E vero,
pur troppo, servili n a jeri per forza, non ebbimo
ziltra alternativa se non quella fatalissima di mentire a

noi medesimi o tacere.

Un grande uomo politico di

Francia os persino affermare che la parola data per


mentire, e se ci guardiamo un poco dietro alle spalle,

avremo campo a convincerci ben facilmente chei espri


ineva una dura e sanguinosissima verit. Peraltro io sper o
che molti di noi, nel terribile bivio, avremo piuttosto

mostrarsi degno del! arma che tiene a difesa della libert


e dei comuni diritti, cosi anche noi non avviliamo mai,
in nessuna circostanza la potenza invincibile della libera

taciuto. Non vero, buon Popolo? quando pure non


avessimo detto sempre ad alta voce quello che oggi gri
diamo a quanto ne abbiamo in gola. Ad ogni modo ti
conviene edncarti a questa novella maniera di vivere, o
ascolta bene.
Che la parola sia libera una verit tanto solenne
e chiara e certa che la tua bocca non si stanca ancora
di ripeterla, e la ripeter sempre. Ci ti fa onore, per

parola: non rivolgiamola mai se non contro il nemico, e

ch segno infallibile che ne conosci tutta limportanza,

con moderazione usiamola a ni utili e santi. Il soldato


che inarca le sue armi contro la causa giusta vile al

e ne apprezzi la estensione che, direi quasi, non ha


conni. Ma sta molto attento per non ingannarti in un

quella guisa medesima che il soldato deve e sempre

pari di quello che non la impugna per la causa giusta.


Guai a chi abusa della libert della parplg, pjjgua;
nieie la ritorc: a miserabili interessi privati! Costui
suicida e parricida ad un tempo: scanna s medesimo
ed il Popolo a cuisgraziatamente appartiene. La libert
fa assai presto a degenerare in licenza, ed allora anzich
un bene diventa un male, il massimo dei mali. Chi
abusa di un sacro potere si mette in ribellione contro

affare cos dilicato e rilevantissimo. Non potrebbe egli


m
i' - maifemlidl pensiero. fosse
una manifestazione libera di un pensiero falso, servile,

schiavo, vile? Cos Dio te ne scampi. Appunto perch


la parola libera, potrebbe esser libera di servire: la
libert non esclude la scelta, anzi la vuole, immanca

bilmente la vuole. Esser libero vuol dire essere in pie

e far tremare i tristi che la temono come la luce che

na e assoluta facolt, senza vincoli n restrizioni, di


seguire il partito che meglio ne piace. Ma vorremo noi
esser liberi per appigliarci al male? Lo vorrai tu, po
polo gindizioso e onesto? Oh! no certamente, ch sei
chiamato a ni altissimi, i quali non si raggiungono gi
per dieci, per cento vie differenti, ma bensi per una

deve mettere a nudo le loro vergogne e le marciose loro

unica e sola, ed quella della verit e della virt.

piaghe insanabili.

Perch adunque la parola libera sia manifestazione


del pensiero, bisogna che il pensiero sia educato e com
posto a veri e virtuosi scopi; bisogna che sia libero,
giusto e degno di essere espresso liberamente a uomini
liberi. Se per somma sventura tale non fosse, iinunzia
subito ad usare del sacro diritto della libera parola, e
nascondilo piuttosto meglio che saprai profondamente,
cosi che, s possibile, non giunga nemmeno alla tua
coscienza. Quando rigenerato e redento il tuo pensiero
sorger all altezza della sua, della tua dignit allora
soltanto ti permesso manifestarlo liberamente. Devi
metterti al caso di dire lealmente e franca la tua opi
nione cosi alla tua coscienza, in casa tua, come in
piazza, come in presenza del popolo, del mondo, di

la Societ, la quale, alla sua volta, in pieno diritto

di scbiacciarlo, annientarlo. Tuoni libera la parola da


un capo all altro del mondo, ma ogni eco ne ripercuota
la verit! allora soltanto ne sar eicacissimo l impero,

Non mancano ancora, e non mancheranno mai cer


tuni che odiano mortalmente il progresso, perch questo,
gigante e redentore dei popoli, se li lascia dietro, mi
serahili che sono tirannetti pigmei da commedia; e co

storo odiano pure di necessit il fedelee attivissimo


rappresentante del progresso, la parola francata e libera.
Nella meschinit delle loro febbrili paure ci vorrebbero
ancora stringer la gola colla mano traditrice, e a pena

a penapvedi generosit! vietandoci la libert della pa


rola, quella ci lascierebbero del pensiero. Grazie, in
nitamente grazie! Il nostro pensiero fu sempre libero,
perch le vostre unghie non arrivano a tanta altezza.
Sapete, poveretti, a che sommit vi bisognerebbe salire?
A Dio. Il pensiero che emana da Dio libero in Dio,
e lass le vostre catene sciolgonsi come i cerchi di neb
bia che il sole dilegua a mano a mano che gli si fer
mano intorno. Se nonch libero sempre il pensiero, ora

libera anche la parola, e per quanto vi faccia tremare,


non vi resta, e non lieve conforto, se non a conti
nuare la parte dei cani, con questa sola e piccolissima
differenza che ora abbajerete voi alla luna!
I

Dio.

La libert ti redime, vero, ma ti giudica nella

guisa pi severa e formidabile.


Quando ti sentirai maturo al segno che ti propongo,

oh! allora e subito parla libero e franco, grida la ve


rit, senza pi guardarti intorno pauroso, senza timore
di orecchie vendute, le quali furono recise dalla spada

fulminante della libert. Fossevi tutto il mondo ad ascol


tarti, e tu sforza la voce perch odano, intendano tutti:

la possibilit che Passolutismoo acciecato dalla pro

peggio per-quelli a cui le tue parole saranno pugnalate


e veleno: -c-hge muojano pure di questo pugnale e veleno.

pria ambizione, o geloso del proprio potere, o in


gannato da quelli che pi lo avvicinassero, degene
rasse, come pur troppo degener in molti luoghi ed in
molti tempi, in despotismo che quel governo il qua

Coslif av: intendere la libera manifestazione del


pensiero, e usare degnamente e libero della libert della
.. . P.
P!

;._; .- 3,;

\-

A. Falconetti.

le non prende norma a spiegar le sue forze che dal


proprio modo di vedere e sentire, tuttoch di buo
na fede, od in tirannia che quel governo il quale

f";

ls/

\ che cosa la. Costituzione?

""

Secondo Dialogo

avvertitamente conculca il retto e il giusto per con


seguire gli inonesti suoi ni.
L assolutismo altronde avea quasi di neccessit la

FRA DEMOFILO E UOPERAJO CARLO.

C. Prima di riappiccare il discorso sulla Costituzione, mi


dica, Sig. Demolo, a quale oggetto vennero gioved

funesta conseguenza di distruggere nella societ il


principio delleguaglianza, poich non essend esso
consono alla natura dell uomo, dovea temer sempre
di una reazione nello Stato. Per farsi forti contro
la medesima dovea procurarsi un partito, eol ren

nella nostra citt convocate molte persone dal ceto


dei possidenti pi forti, da quello dei negozianti, e
da quello degli addottorati?
D.-Per nominare i membri del Consiglio Municipale,
cio per scegliere fra essi un numero di cittadini,
cui affidare lamministrazione e la rappresentanza del
paese, destinati a provvedere alle sue bisogna, a
promovere il ben essere di tutti, a fare inne ci
che credevano di fare i Signori Ex-quaranta.
C. Uh! . . Crederei che questa volta voi prendiate un

dersi cio affezionata una parte di cittadini colman


dola di ricchezze, di onori, di privilegi, e sforzan

dosi cosi di sostenere l assurdo della propria esi


stenza con un altro assurdo.

granchio. Come mai un migliaio o poco pi di cit

Da qui si fermarono le caste privilegiate chiamate


a dividere gli interessi insieme ed i vantaggi del po
tere assoluto, ed avvenne quindi molte volte che
tutti gli altri componenti lo stato furono o negletti

tadini potevano arrogarsi soli la nomina dei rappre


sentanti di quasi sessantamila?

o calcati, e che il sacrosanto nome di popolo non


signicasse pi che una torma di schiavi.

D. Ve, che sei pur curioso. Hanno cercato il voto uni

C. Vivaddio! E quel popolo non aveva voce per grida

camente di quelli che o per possesso in stabili, o


per esteri affari commerciali hanno un interesse spe

re? non aveva braccia per rompere le sue catene?


D. Pi che lassolutismo gli pesava sopra la sua stessa

ciale a che la cosa pubblica sia ben amministrata, e


dl quelli che per aver con mille lire guadagnato lal

ignoranza, la quale non gli permetteva di misurare


la profondit della sua abbiezione.

loro a qualche Universit era a presumersi che si

C. La pur una maledetta cosa l ignoranza!

capacitassero dell importanza del! elezione meglio che


altri, e sapessero procedervi con accorgimento.
C. Ma perch non fu dunque libero l ingresso anche al
mio compare Gasparo che pur possiede una piccola

D. Pur troppo ed era dessa il precipuo sostegno del


potere assoluto. Perci questo dovette nella maggior
parte dei casi (poich ogni regola ha la sua eccezio
ne) farsi a difesa della propria esistenza propugna
tore di quel! ignoranza, o, come avrai udito chia
marla, dell"oscurismo, e tutto porre in opera per

casa alla Sranga vecchia, e che il pi dabben


uomo del mondo?
D. Non lo so.
C. Perch non hanno chiamato a votare anche il vostro
rispettabile amico, il Signor Vittore, ottimo padre
di numerosa famiglia, cui ha per cosi dire tratta

impedire la diffusione dei lumi e il nobile sentire.


Una tale mansione era affidata alla polizia, la quale
stava in guardia ed era sempre pronta collo stale,
colle catene ed anche con peggio a colpire chiun
que del popolo si fosse oso di levar un lamento su
una legge ingiusta, di aprir gli occhi a suoi concit

fuori del nulla ed educata co suoi sudori, che

buon massaie, che gode la riputazione di tutto il


sestiere, che vede bene al pari di qualunque dotto

tadini, di innalzare una domanda o di esternar un

re, e che ha al pari di chiunque interesse che il


nostro paese sia in buone mani?

desiderio qualunque che mirasse a intaccare il prin

cipio assoluto del governo.


C. Ah! questi sono orrori! e come gli uomini poterono

D. Non lo so.
C. Evvi forse una legge che limiti cosi il diritto del!
elezione? Chi lha fatta?
D. Non lo so.

uscire da uno stato di tanti avvilimenti?

D. Colla costituzione.
G. Ma in qual modo?

C. Basta; non ve ne intendete nemmen voi di queste


cose. Continuate dunque a spiegarmi che cosa la
Costituzione.

D. Questo a un altro giorno, perch l ora gi tarda,


e tutti e due dobbiamo andare al lavoro. Lozio, o

mio Carletto, non mai il compagno degli uomini


liberi, e non vi uomo che pi meriti stima di

D. Volentieri, edopo ti capaciterai se non altro che gio

vedi non sebbe troppo presente il principio costi

colui il quale alzando la fronte pu dire: il pane


.che io mangio me lo guadagno coi miei sudori.

tuzionale.
Ora a noi. Come ti diceva nch gli uomini furo
no ignoranti, il potere che quanto dire il governo

C. A rivederci dunque.
D. A rivederci.
lllolinari.

ftY assoluto.
Dato il principio che quelli erano liberi ed eguali,
lassolulismo non poteva essere che una degradazio
ne dellumanit poich lassolulismo affine in pri
mo grado della schiavitia-Che migliaia e migliaia di
uomini obbedissero ad un altr uomo, od a soli po
chi altri uomini, qualunque ne fosse il volere, sen
za distinzione se giusto o ingiusto, e senza diritto
di investigarne, di chiederne la ragione, era una as
surdit in logica ed in morale. Lo era tanto pi per

Pane e Lavoro.
a Dacci oggi il nostro pane quotidiano. c
- I Mediante il sudore della tua faccia inangerai il pane. e

l
l

In questo divino comando ed in questa pure divi


na preghiera rileviamo lespressione di un diritto e di
un dovere che dobbiamo scolpirci profondamente nel
cuore, e che non deve mai un momento sfuggire dalla

nostra memoria: Abbiamo diritto di provvedere alla nostra

Persuaditi o Popolo, che il pane di cui abbisogni

sussistenza , conservando la vita; siamo in dovere di


provvedervi col nostro lavoro, riuscendo utili, indipendenti,
liberi. Chi vuol campare la vita in ozio turpe e vergo
gnoso manca al divino precetto, rinunzia alla propria

perle e per la tua famiglia , deve venirti dal tuo lavoro.

libert, e si fa schiavo del pane che abbiettamente ri

Non stendere mai la mano forte esana percercare una


sterile e vergognosa elemosina. Lascia che i meschini
colpiti dalle infermit, estenuati o resi inabili da lungolavoro tendano alla limosina la mano malata e debolei"

ceve e che non meritato n guadagnato consuma a spese

questi soli ne hanno

della societ, alla quale venduto per bisogno, irrepara


bilmente venduto. L'uomo che striscia nelle anticamere dei
potenti e dei ricchi, come il cane che aspetta dalla mano
capricciosa del suo signore la bricciola delle mense son
tuose, non pu essere indipendente, e quindi deve pen
dere dal cenno, dal volere, dal comando anche ingiusto

di colui che gli riempie il ventre a prezzo del cuore,


della mente, del braccio che gli si vendono nel patto vitu
perevole. La libert non pu esistere senza lindipenden
za personale; e questa non possibile se non che nel

lavoro, il quale lungi dallavvilire e dal degradare luomo


onesto, gli concede di essere virtuoso, lo innalza alla
sua dignit , e gli permette di camminare colla testa

onestamente diritto, perch abbi-I

sognano del pane e non possono pi guadagnarselo; e


guai a chi non fa lelemosina, a chi non divide il suo
pane col poveretto che stretto dalla necessit e dalla
fame glielo chiede. Tu invece, pi fortunato, stendi la
mano, ma soltanto per chiedere lavoro, offrila come
uno strumento utile a te e -a tutti, offrila come un ca
pitale che deve fruttare per te e per gli altri, offfrila
"dignitoso nellintimo convincimento ch' buona a qual
che cosa, che una delle mille e mille leve destinate
ad innalzare l edizio non perituro della prosperit e

della indipendenza del Popolo. Ogni volta che sulla tua

fortuna , avvegnach non vale mai meno di loro, e le

mano libera e onoratamente chiedente lavoro si facesse


discendere invece una limosina che non dimandi,gettala
via come il carbone-acceso che non pu stai-vi sopra
un momento senza farvi una piaga ,e difda: o si tenta

moltissime volte li supera e li offusca in maschie virt,

sedurti, o si vuole corromperti; gettala via.

nei sentimenti leali, nella grandezza dellanima libera e

Ed anche un altro pregiudizio togliti bene dalla


mente. Non credere mai che il lavoro disonori nessuno
in qualunque forma si eserciti, o, direi quasi, si ma
nifesti. Che la tua mano sia quella di un fabbro, di
un muratore, d un legnajuolo, d un facchino ci poco
preme: in tutte queste forme e in mille altre sem
pre onorato strumento di utile lavoro, di quel universale
lavoro che abbraccia I operosit in genere, e che assi
cura la floridezza libera e indipendente del popolo. Ogni

alta di anco ai pi orgogliosi e privilegiati gli della

conscia della propria indipendenza. Guadagniamoci, o


Popolo, il nostro pane; egli cosi unicamente che e
serciteremo uno de pi sacri nostri diritti e compiremo

un non meno sacro dovere.


Sonvi taluni i quali credono sinceramente che il

Popolo libero possa trascinare la vita inoperosa nell ozio:


miserissima ignoranza! Altri ngendo credere ci che
sanno impossibile per un loro falsissimo tornaconto so
no del medesimo avviso, e metterebbero volentieri la
libert nell indolente far nulla: fatalissima malafede! Al
tri nalmente che sono persuasissimi della incompatibi
lit di queste massime distruttrici e perverse, cercano
con iniquo disegno diffonderle e insinuarle negli altri
per dominare sulle masse e farsele cieco strumento di
saccheggi,di devastazioni, dinfami eccessi:atroce delitto!

Per sbandire questa ignoranza, smascherare la det


ta malafede e fulminare linfame delitto che per tre vie
differenti minacciano cosi da vicino la grandezza e la
libert del Popolo, gittiamo uno sguardo sulla storia,
la quale sempre maestra e guida alle nostre azioni.
Finch i Romani, che furono senza contraddizione uno

dei pi grandi popoli del mondo, attesero alla coltiva


zione delle terre, alla pratica delle arti, alle occupazioni
utili e oneste , si conservarono virtuosi ed ebbero la
stima, l ammirazione e il rispetto di tutti. Ma dal mo
mento che estendendo le loro conquiste nella rimanente
Europa, in Asia e nellAfrica, il che vuol dire in tutto
il mondo che conosceifasi allora, abbandonaronoi lavori,
si diedero in braccio allozio, si persuasero della possi
bilit di vivere a spese d? altrui e vollero lasciare alle
nazioni conquistate la cura di mantenerli e di provvedere
ai loro bisogni; da quel momento i Romanidivennero

vili, si resero schiavi, si vendettero precisamente ai po


poli conquistati, i quali comperarono colla libert di
Roma le biade, ed iprodotti delle arti ch" erano costretti
a mandarvi. Per questa guisa e non altrimenti i Romani
perdettero la loro preponderanza; quindi ne cess l in
dipendenza, e furono divorati da quelli medesimi che ne
alimentarono la vita turpe, disoccupate, e che merita

rono, appunto per essere laboriosi, di piantare l edifzio


della loro liberte indipendenza sulle rovine dei Romani
oziosi, corrotti, avviliti. 0h! la storia una gran lezio
ne pel Popolo; ed in questo come in altri moltissimi

incontri avremo sempre a impararne le pi utili e mag


giori verit.

specie di lavoro nobile perch nobilissimo il lavoro,


perch tutto procaccia il pane quotidiano, mantiene lor

dine e la tranquillit e fa orire la causa comune.


Quindi gli onesti operai ed artieri possono star di fron
te e colla testa alta al paragone degli artisti e scien

ziati, in quanto che da una parte e dallaltra c un


vincolo, un nodo comune nella operosit, nel lavoro, c'

una fusione che d per prodotto il Popolo libero.


Il maggior bene che abbiamo diritto di aspettarci
dalla Costituzione, riposa appunto in un saggio ordina
mento amministrativo che si appoggi equamente e libe
ralmente sul lavoro. Lavoro per tutti, compensi al lavoro,
incoraggiamento al lavoro, protezione e sicurezza al la
voro, ecco ci che avremo da una buona Costituzione,
e non gi indolenza, abbandono, languore. Nel primo

caso sar stabilmente conquistata la nostra redenzione


di libert, e questa non ci fuggir pi di mano; nel
caso contrario sarebbe rovina, sfasciamento, schiavit.

Come nelle grandi opere della natura ed in tutto il


creato, cosi anche nel destin-o dei popoli ov' azione,
lavoro, operositvita, ov inazione, ozio, inoperosit
morte. Se vogliamo essere veramente Costituiti liberi,
e farci degni di questo massimo bene, non abbiamo a

fare che una sola domanda alla sapiente amministra


zione: lavoro! dalla quale dimanda avremo immancabil
mente ed unica risposta: pane! Lavorare pel pane, e
colpane nuovo lavoro.

Sarebbe adesso opportuno di agitare altre quistioni


sul lavoro. Per esempio: in quali misure deve attribuirsi
la mercede al lavoro? quante ore pu e deve lavorare
un uomo per aver guadagnato la sua mercede o la sua
giornata? Rimettiamo la trattazione e lo sviluppo di
questi argomenti interessantissimi e vitali ad altro mo
mento, e riserviamola ad articoli speciali, siccome base
che questi argomenti sono di novelli diritti e doveri.

Per ora resti bene e invariabilmente stabilito che il la


voro una prima condizione nel Popolo libero; che

senza lavoro non esiste indipendenza n libert; che il


lavoro sempre nobile perch utile; che non abbiamo
diritto al pane se questo non sia onestamente guada
gnato col lavoro; che la limosina, quando non sia as
solutamente giusticata da circostanze particolari, se
duzione o corruzione, indegna di chi la fa, molto pi
di chi la riceve. Fissiamo tutte queste massime come
verit fondamentali, per non dimenticarle mai, per con
termarvici sempre e scrupolosamente Il Signore ha pre
gato Iddio onde voglia darci il nostro pane quotidiano;
ma lddio ci ordin di guadagnarcelo col lavoro, a costo

Nel tenore di questa vita, di fatica insieme di divaga


mento, padron Angelo giunse-insino all'et di vent'anni.
D animo buono e gentile, dopo questo tratto di tempo senti
nascersi in cuore un desiderio di pace, tranquillit domestica.

Egli giit da qualche tempo avea adocchiata una bella


popolana del suo rione; ma non le avea mai posta quel
Paffezione che sentiva adesso per essa. Leale nel suo modo
d agire, trov guisa di.parlarle, e dirle che egli le volea
bene, che non veniva per ischerzare, ma per menarla in
consorte, e per amarla nch gli avesse durata la vita.
I due giovani sintesero, s'amarono, e l'anno venturo

circondato dai parenti e dagli amici Angelo s'impalm con

anche che questo debba spremerci il sudore dalla fronte.

la bella sua Annetta, e pens ad essere uom saggio, pro


bo. laborioso, e tutto dedito a quella sua amata, a quella

A. Falcouetti.

sua gioia domestica. Ed ora, giacch siamo sul far motto di


lei, vuo riportare un discorso che or son poche sere, mi
faceva un mio buon amico, vecchia conoscenza dal nostro

jllustrl gll del Popolo.


2. Padron Angelo Brunetti

detto CICIRUACCHIO

Ciciruacchio: Vedete (mi diceva egli) se cpita un povero


in quella casa se ne ritorna contento davvero, e se padron
Angelo per mo di dire gli pone una lira in sulle mani , la
moglie corra con un pane e un po di companatico. In tal
guisa non pi maraviglia se Dio ha benedetta quell'amo
ne, se Dio gli ha procacciate pi felicit che infortunii.
Dopo il suo matrimonio padron Angelo si di a tutt
uomo al mestiere di carreggiare il vino: mestiere assai ricco

in Roma. ove quegli che lo esrcita non s innamori troppo


L'uomo nato popolano, se vien dotato da Dio di
quell' ingegno naturale atto a comprendere le grandi virt
sociali, le quali sono l'essenza della civilt, ha in s tal

della merce di cui fa il carico.

Col trasportarlo per conto

solo di tutti i suoi pari, ma di tutti i suoi concittadini; av

altrui incominci ad aver commissioni di compere, e col


fare gl interessi degli altri seppe contentarsi d'un guadagno
onesto. Allora vide danno in anno aumentarsi il suo pe
cnlio, e tent a comprar del proprio, ed a prender uomini

vegnach non v' abbia chi creda, che l'amor di sua patria
possa esser bugiardo nel cuore d un virtuoso popolano.

in aiuto, e metter su carri e cavalli, e a negoziare col eno,


e fornire alcune comunit or di vino, or di eno a secon

lo vorrei che tutti possedessero il cuore di Padron An


gelo Brunetti (intendo di quelli che acquistano celebritit colla
stampa), perch son certo che non si gonlierit di boria co
me quel di coloro che comprano le lodi a peso d'oro.

da delle inchieste; e prosperare nel trafco in modo tale da


suscitare l'invidia di coloro i quali, poltrendo nell ozio, ca

Padron Angelo un uomo (per chi non lo conosce

ad essere buon popolano e buon cittadino; ma lo divenne


ancor pi nel corso degli anni che seguirono quelfinfelce

dono da procacciarsi l'ammirazione, il rispetto, l'amore non

di vista), la di cui etit nel ore di quello stadio di vita,

lunniano gli altri di cui non son capaci trimitare fesempio.


Passate le peripezie del 1831, Angelo Brunetti seguit

che non si pu chiamare giovinezza, n vecchiezza: ha qua


rantatre anni. Di statura giusta, mostra una robustezza non
comune; in ispecie nella grossezza delle spalle, che tarchiate

avvenimento. Egli s'avvide che la massa del popolo aveva

e forti rubano una piccola parte all'ordinaria lunghezza del


collo. Facile nel discorso, ha sempre pronto il braccio al
gesto espressivo che noi italiani accompagniamo ordinaria
mente colle parole: e la mano, quella mano incallita nel
lavoro, si stende per stringere l'altra di un amico colla
stessa facilita che porge l obolo al poveretto, il soccorso
al caduto.
Nella sua fanciullezza Padron Angelo era un tocco- di
glio con tanto di gote! la madre che il vedeva cosi gras
sotto, solea dire colle comari del vicinato: guardate che
ciruacchiotlo diviene questo mimAngelo, e sel baciava che
Dio vel dica! -- Badate bene che ciruacchiotto nel ricercato
dialetto romanesco signica qualche cosa pi di grasso: vale
a dire qualche cosa di grasso, di grosso, di tondo, di polputo.

bati, ed infuse nel cuore dei pi idioti quei sentimenti di


virt che fanno trionfar sempre l'opinione dei buoni pensa
tori. Per qnesto scopo santissimo non bad a spese. Soc
corse i pi bisognosi, profuse il suo danaro che aveva gua
dagnato colle sue fatiche, e si sacric a stendere perno

Da ciruacchiotto, col crescere degli anni, fu detto cici

ruacchiotto, e da quesraumento d'un ci si pass alla dimi


nuzione delle tre lettere nali; perch nell'et giovanile
non gli si addiceva pi quella specie di fanciullaggine; quin

di fu chiamato Ciciruacchio!
Padron Angelo nacque a Roma da Lorenzo e Cecilia
Brunetti, gli antenati dei quali ripetevano la loro origine da

bisogno d unistruzione morale di cui mancava affatto, e


per quanto fu in lui cerc di a rire gli occhi ai pi gab

la mano a suo nemici, nemici di cui era stato il terrore.

Fra le cure di queste pubbliche faccende non lasci di essere


negoziante avveduto ed onesto, e fu, come lo , uno di
quelli pei quali la parola d'onore vale qualunque scrittura.
Ma l'istante in cui padron Angelo doveva mostrare al
mondo quei magnanimi sentimenti che ei nutriva da lungo

tempo, era serbato al giorno glorioso dell amnistia. Esso


aveva sofferto coi prigionieri, bench non prigioniero; al
lora giuv ai graziati, bench di niuna grazia avesse godu
to; ma pei cuori che sentono, un bene pubblico diviene una
gioia privata!
Che se alcuni non compresero di quanta importanza
fosse l'atto beneco di PIO Nono, ci signica che hanno
la benda in sugli occhi; Angelo, da buon popolano. imma
gin subito il bene che ne ridondava alla sua patria; quindi
apri il cuore a mille speranze di gloria; quindi concepi l'i

altri popolani del rione del Popolo. Lorenzo, buon mani


scalco, s era trovato in grandi miscugli sotto il governo

dea di un trionfo degno del Sommo Pto.

francese; ma dopo la ristaurazione stim bene di esercitare


tranquillamente il suo mestiere senza impacciarsi di faccen
de politiche. Fu uomo libero nel parlare, nell' operare, e

di mille doni, fu pronto a mille dimostrazioni di gioia, fu

Nei tre giorni delle feste, il nostro Ciciruaccltio fu largo


il pi entusiasmato partigiano de|lAugnsto Benefattore.
(La ne nel prossimo fogligtlo).

pi che in altro nello spendere; non degenere dai bravi

popolani di Roma ebbe il cuore generoso, aperto e costante.


Amante dei figli, non si cur per altro di tenerli a freno,
il che fece che il nostro Angelo di carattere vivacissitno,

approlttasse anche troppo della condiscendenza paterna. A


Cicirttacchio, sempre pronto nel mettersi alla difesa del de
bole, avvenne. bench fanciullo, di ritrovarsi le mille volte
compromesso in bisticci che non gli spettavano punto. La
guerra per accanita e continua il Brunetti l ebbe sempre
coi prepotenti.

Il recapito della Redazione presso la libreria schubn,


ove si ricevono gli abbonamenti a questi foglietti

anche la vcnditu separatamente.

Soffriva iualvolentieri ogni minima super

chieria fatta ai suoi del popolo, epperci FVOIgGViI qualsiasi


arma contro gli opprcssori.

Trieste, Tipograa Wois.

volanti, e se ne fa

3.
Prezzo 2 Car.

l uomo alla cognizione di s medesimo, lo fa consape


vole e geloso della propria sua dignit, lo assicura dei
suoi poteri, dei suoi diritti; gl imprime nel cuore un
tal carattere che lo rende propenso ad operare cose
virtuose, gli fornisce occasioni dove mostrare il coraggio,
dove innalzarsi sopra la sua natia condizione, dove di
stendersi colla gloria.
A conservare un cosi grande tesoro nulla che

bisogna combattere entro lo steccato che ci ha schiuso la


legge senza oltrepassarlo d un punto, bisogna combattere
colla fede dei nobili e magnanimi cimenti. I governanti
che sono uomini anch'essi come noi, e per ci stesso
soggetti a fallare, non a presumere si rinteranno quind
innanzi d inchinare le orecchie a consigli che saranno
loro proposti da uomini assennati e dabbene, i quali, pa
trocinando i principi eterni della morale, del diritto, della
tolleranza, della carit, della giustizia, venissero ad op
porre la luce alle tenebre, la verit agli errori. E tanto
pi di buon grado s arrenderanno ad aprire la mente ed
il cuore a tali consigli, quanto sono pi recenti e fatali
le sperienze ch ebbero in molte parti a provare del come
sia periglioso l aver danza unicamente in coloro che li
circondano, i quali, mossi da rispetto di particolari in

valga meglio che la concordia. Di concordia hanno stret

teressi, da temeraria ambizione o da vile e meretricia

tissima necessit quei benemeriti che sagricando e co


modi e quiete ed interessfstanno presentemente occu
pati anima e corpo nella santissima opera del nostro
cittadino riordinamento, afncb le sublimi concessioni
che ci furono compartite germoglino una vera e stabile
felicit pel maggior numero possibile di cittadini.
.
In questo primo stadio della nostra vita politica
non a sperare che i fautori dello stato quo, del vec
chiume, del despotismo non siano per fare l estremo
del loro potere onde por limiti ad ogni libera istituzione
cd imporci le viete loro credenze, la loro maniera di
vivere civile. Epper sar giocoforza che cotestoro siano

piacenteria, trovavano il loro conto in nascondere la ve


rit facendo veder bianco quel ch era nero nerissimo. A
tal che, mentre il torrente era uscito furioso dal letto, e
linondazione ogni giorno cresceva, e avevano gi lacqua
no alla gola, a chi avesse loro manifestato pur un ombra
di timore rispondevano: 1ticnle paura: noi siamo ETERNI.

Voti e consigli. f;

Nessuna cosa al mondo pi angusta, pi venerabile,


pi sospirata dagli uomini che la libert. L idea della li

bert inamma la mente, rende gagliardo lo spirito,solleva

messi al dovere dalla prevalenza d alcuni ingegui po


derosi che pur non mancano anco fra-noi. Ora che la
stampa non pi fatta vile dalla paura, o adulatrice dal
calcolo, mestieri si stringano essi in sacra alleanza
ad impedire che quelleistituzioni non siano corrotte,
non siano fatte strumento di servit altrui, che non

divenghino un monopolio di fazione. Deponghino sullaltar


della patria il contributo dei loro studj, delle loro me
rlitazioni; diano opera a raddrizzare ogni tendenza avversa
al giusto giudizio, alla sovrana ragione del retto senso
comune e dei bisogni universali; oppongano delle forti
dighe contro coloro che, spinti dall ambizione, questo
fuoco che per risplendere ha bisogno di consumare, non
lasci eranno certo di spendere tutte le loro forze ad uscire
dal solco. Badate che a meglio conseguire il loro intento

codesti camaleonti cercheranno di gabbare la gente col


proclamarsiUomini del Popolo, n parleranno, n muo

E il mondo che aveva piene le orecchie di questa loro


eternit e li vedeva vicini a soffocare n era tocco da com
passione e rideva nel tempo stesso. Voglia Iddio che il
memorabile esempio frutti saviezza nell avvenire, e la

franca parola non sia pi respinta dalle bastite di bronzo


che-tenevano nora diviso il suddito dal suo sovrano!
Condenza reciproca fra Principe e Popolo, alleanza
amichevole dellautorit colla libert, sono questi i car
dini su cui vuolsi ricostruire l edizio sociale, chi voglia
vederlo fermo e durevole. A raggiungere una si ragguar
devole meta mestieri, prima d'altro, s unisca il consenso
di tutti i voleri, di tutti i desideri in una sola e mede
sima opinione politica, giusta, convcnevole, temperata alla
natura di questo nostro paese che ha condizioni tutto
particolari. Stabilita una volta- la causa vera della malat
tia non difficile ottenere la guarigione radicale. L o
pinione per non si conquista per danaro, n si guada
gna coll armi. Lelartiglierie e le forze d un esercito,

foss anche quello di Napoleone, non bastano per loro


sole a persuadere un sol uomo. Ci vuole bensi istruzione
sana e persuasione facile e pratica da proporzionarsi a
ogni classe di cittadini avvezzando anchejl popolo ad at

veranno passo, n faranno piani e disegni e progetti e


promesse che per il popolo. Il popolo sar scritto in
tutte le loro membra fuorch nel cuore, ove a caratteri
nerissimi porteranno impressa la spiegazione della scia

taccarsi al fondo e alla sostanza delle cose, senza badare


alle ciance di chi vorrebbe prenderlo al suono come le
pecchie, o incantarlo colle parole a guisa dei negro
manti.
Uno stato non pu essere ricostruito senza grandi

rada: il Popolo cio io.

difficolt, e per belle e sante, e prottevoli che siano le

Ab jempo che la ragione, questa imperatrice delle


altre potenze, percuota cogli accesi suoi raggi e cacci
via l oscura caligine in che fummo sinora miseramente
sepolti l
Ma perch la ragiono s apra libero il passo alle

leggi che si vogliono introdurre a surrogazione delle


antiche, ci sar sempre fra gli uomini un numero non
mdifferente di quelli i quali, non per mala volont, ma
per essere assuefatti agli ordini vecchi, non si rendono
facili ad accettare i nuovi. Tanto vero che Licurgo ad
ottenere che la sua riforma non fosse impedita, fu co

vittorie, bisogna combattere con coraggio e con lealt,

xi \
stretto usare alquanto di violenza, ed a Numa fu neces

paese apparisce chiaro di fuori, ma che il male st

sario mostrare; che le sue ordinazioni fossero approvate


da u Dimlll/nialgrado il popolo, ben guidato, non e
'
-q
ogni savia istituzione che sia di
;migl|qorare.l sue condizioni e le sue franchigie.

dentro occulto; e che perci duopo manifestarlo di


qualunque natura egli sia, e domandarne e volerne il ri
paro. llullizio, dice Biante losofo, dimostra luomo

der

virtuoso, perch nell ufzio uopo fare quello ch'

randeyistolte? . quella di molti i quali preten

utile agli altri; e chi non per s ma per altri virtuosa

ero che il m vo ordine di cose porti seco dicon

mente si esercita, ottimo cittadino; e, per contrario,

segn a) negessita della riforma di tutte


leggi, le o nanze, gli usi: la riforma quasi
stesse case, delle piazze, dei campanili.
Molte e lnolte sono invero le istituzioni

quante le
direi delle
q
che hanno

bisogno di riformazione, ma altrettanto vero avervene


un numero non punto minore le quali raggiunsero tutta
quella perfezione che da ogni buon cittadino debba es
sere desiderata. Epper anche i-n questa bisogna ne

cessario si proceda con temperanza a non recare impac


rio acoloro che sono chiamati alla disamina di tali or
dinamenti. La soverchia smania delle riforme produsse
alcuna volta lo sconcio che lungi dal medicare i difetti
delle leggi si ricadesse inavvertitamente in difetti spesso
peggiori di quelli che- si volevano estirpare. Governo per
fetto non fu mai al mondo, n ci fu mai amministra
zione di sorte alcuna che non abbia avuto i suoi umori
peccanti. Abusi e difetti furono sono e saranno in ogni

chi Inon per s ma per altri fa male, pessimo. Si


teng uno sopratutto in guardia dallo s irito della su er
bia, dalla abbominevole adulazione. Ribordino Cleant il
quale sofferse piuttosto di guadagnarsi il suo vivere col
girare la ruota d un molino, che di ricevere i doni
reali a pericolo di divenire cortigiano e schiavo d'Ami
gono: si propongano lesempio di Catone il quale rifiut
la splendida parentela offfertagli da Pompeo onde man
tenersi libero di contrastarlo, occorrendo, a benezio
del suo paese. Chi per piacere ai Principi vende lamor
della patria un parricida. Gli Ateniesi avevano una

legge antica la quale condannava costoro a pena capi


tale. Onde si legge che fecero morire Binagora lor
cittadino il quale era stato adulatore di Dario acciocch
lesempio delle sue lusinghe non corrompesse la citt.
In questa guisa operando, e non altrimenti, potremo
conservare intiera la nostra libert e godere i preziosi

luogo per quanto ben ordinata sia la forma del suo reg

frutti di si divina sementa, quali sono pace, concordia,

gimento, alla stessa guisa che non vi stato tirannico

giustizia, abbondanza: la pace che fa orire lagricoltura,


i trafchi, le arti; la concordia clf la vera e sola
fortezza del libero vivere; la giustizia che assicura o
gnuno de suoi diritti; l abbondanza che facilita il so
stegno della vita e tiene allegro il popolo col buon

dove non si trovi qualche cosa da commendare.

Viene

dunque da supercialit il prendere scandalo di sifffatte


cose che stanno fondate nella nostra umana natura e
perci condannare all ostracismo qualsivoglia vecchio i
stituto. Non vi sarebbe peggior abuso di autorit quanto

quello di volere tutt ad un tratto sradicare tutti gli abusi:


ci sarebbe stabilire lodiato despotismo nel seno stesso

mercato del pane. Viva la pari, la concordia, la giusti


zia, l abbondanza.
F. Cameroni.

della libert.
Aristotile fa molta considerazione sopra di questo
perciocch avendo la maggior parte delle leggi pi fon
damento nell uso che nella ragione,e non essendo cos

sempre capaci ipopoli della ragione, come dell uso sta


bilito, ancorch le leggi patiscano qualche difetto, non
dimeno elle si hanno piuttosto a sopportare che a tentar
di mutarle.
Contentiamoci vederle intanto purgate dai maggiori
e pi essenziali mancamenti; provochiamo il taglio di
quelle (se ve ne ha) che anzich collinchiostro fossero
scritte col sangue, di quelle che anzich essere sopra

gli uomini fossero contro gli uomini, di quelle che so


no manifestamente fatte per disegno di valersi del pub
blico negli appetiti privati, quelle che non partono da
desiderio dellonesto , da zelo del pubblico bene; quelle

che sono violenti e inconciliabili colla nuova forma di


governo e colla qualit dei tempi che corrono: doman
diamo l'introduzione di que nuovi statuti che siano con
falcenti alla citt nostra e pe quali ciaschecluno del ben
vivere venga fatto partecipe.

Ed ora, rivoglieudo il discorso a que nostri con


cittadini che sono o saranno posti in magistratura, vo
gliamo far loro presente come innanzi ad ogni altra

Cosa sia l'Economia Pubblica.

Quanto vero che esistono delle sostanze, delle


ricchezze private aumentabili, conservabili, soggette a

disperdersi o forsanco a dissiparsi e svanire; quanto


vero che i buoni provvedimenti di famiglia, o invece le

massime false sulla natura e sui mezzi di migliorare lo


stato di queste sostanze e ricchezze possono innalzare
o deprimere le speciali- fortune, i singoli patrimonii: al

trettanto verissimo che gli uomini nelle societ, nei


corpi di nazione, nel Popolo formano un tutto, rispetto
al quale si considera una ricchezza pubblica, una pro
sperit o un decadimento nella lloridezza comune. Quindi

se al bene e alla saggia amministrazione di ci che pos


seggono le famiglie presiede una domestica economia o
privata, pel vantaggio e la sapiente amministrazione delle
cose considerate in comune devesi riconoscere una Pub
blica Economia. Siccome ogni individuo, riguardo alla
famiglia cui appartiene, deve cooperare validamente al
buon andamento delle faccende della casa, e pienamen

cosa deggiano persuadersi non esser eglino privata per

te conoscere le basi ed i principii su cui se ne reg

senza, ma sibbene rappresentanti luniversale persona di

gono gli interessi; cosi tutti noi che formiamo parte

tutto il comune: essere affidata in loro la pubblica dl

della gran famiglia del Popolo, dobbiamo essere a gior


no della natura e dell indole della cosa pubblica, senza
di che non potremo mai concorrere utilmente al miglio
re sviluppo di essa. Entriamo tutti e concordemente in

gnit, ed il bene di tutti commesso nella loro fede:

dover essi difendere l utilit pubblica in tal modo che


ogni loro operazione sia a quest unico scopo diretta di
menticando ogni proprio comodo, e guardando non all

interesse di coloro che governano, ma si di coloro che


sono governati. Abbino ognora presente questa massima,
che un sovrano, dacche si compiaque chiamarsi costitu
lionale, e non vuol pi avere i sudditi per servi, ma li
vuol per compagni. Biflettiuo che il bene ch' in un

questo intimo convincimento che se ognuno di noi pu,


dal canto suo, aggiungere una pietra a questo edizio
del pubblico bene per consolidarlo e sempre pi spin

gerlo a nobile altezza; ognuno di noi pu e parimenti


togliere ad esso una pietra e scavandone la base acce
lerarne il crollo e la totale rovina. Senza distinzione a

dunque, perch tutti apparteniamo al Popolo, alla na


zione, alla provincia, alla citt, siamo tutti azionisti in
questa gran Banca di pubblica economia, tutti interessati

ugualmente a sostenerne il credito e mantenerne la so


lidit.
Ora sviluppiamo un poco pi partitamente queste
idee generali. Perch l economia di una famigliapro
speri, perch il benessere vi domini e vi rimanga, la

prosperit vi si sviluppi e vi aumenti, egli anzi tutto


necessario che vi sieno bene intese, bene applicate e

ponderatamente ammesse quelle misure che valgano al


conseguimento franco, sicuro, immancabile dell invidia

bile posizione ora proposta. lngannarsi in tale soggetto


danno immenso, perch ogni errore porta conseguen

ossia distribnirle mediante i commerci, per iscambiarle


colla produzione di altre industrie a cui non attendiamo,

e delle quali abbiamo non pure bisogno ossia per no


stro proprio consumo, ossia per alimento dell industria
a cui siamo intesi. Nello scegliere lindustriaa cui vor
remo applicare -lingegno, lopera nostra personale, egli
mestieri di non andar errati! necessario conoscerne
molte, pi chesi pu, considerarle da varii lati, nei
vantaggi pi o meno grandi che offfrono, nelle condi
zioni tutte che richieggono alla loro riuscita, onde ap
pigliarsi ad una scelta che sia frutto di sana pondera
zioneeche armonizzi colle nostre disposizioni, coi nostri
mezzi, colla nostra potenza o attivit di azione. Pari

menti son molte le maniere di distribuire la ricchezza

ze fatali, e spesse volte cosi gravi -che fanno declinare


a. rovina il pi florido e meglio incamminato prospera
mento. Si pensi sempre e si rifletta bene che le perdite
a cui si va incontro coi tentativi imprudenti, colle ope
razioni mal calcolate, o peggio ancora, basate sopra

che produrremo, per aumentar collo scambio ossia col

calcoli falsi, sono sottrazioni che difficilmente si rimet

dicasi se tutta la nostra industria riducasi a distribuire


semplicemente le ricchezze prodotte da altri, per godere

tono pi. Tornerebbe in aeeoncio lesempio di colui che


versando acqua in un recipiente non si accorgesse delle
fenditure di questo . o Itrascurasse di otturarle; pu egli

aggiungere altra acqua per di sopra, ma quella che fug


ge lateralmente o di sotto perduta pel suo vase,
una sottrazione che resta sempre a scapito dellacqua
novella che aggiunge continuamente per far fronte alla
perdita e mantenere il bramato livello. Chi che non

commercio la ricchezza stessa; secondo quindi le circo

stanze bisogna traseegliere la pi opportuna e confacente


coll industria esercitata, colla posizione in cui siamo,
cogli scambi che ne tornano pi vantaggiosi. Lo stesso

un henelzio sopra tale medesima distribuzione.

La conoscenza dei buoni principii sui quali si ap


poggia e reggesi l accordo di tutte le industrie pro
duttive nonch quello di tutti i mezzi di distribuzione

delle ricchezze, ecco a dir breve il compendio ,di quanto


ln qui abbiamo detto, eccone la Pubblica Economia.

Ora che il Popolo libero chian1ato dalla Costitu

senta la verit di questo principio, e che in casa sua

zione ad interessarsi ed a prendere una parte attiva, sia

non ne faccia la continua sperienza? E non sar ci

direttamente sia

altrettanto vero, immensamente piin grande, con ef


fetti sterminatamente maggiori, riguardo alla comune fa

deve, entro a certi limiti, compartecipare alla generale


amministrazione, importa sommamente ch esso sia in
formato delle generalit almeno di questa Economia Pub

miglia, e quindi alla Pubblica Economia?


_
Al buon governo della famiglia ed a quello viep
pi della comune famiglia pubblica occorre impertanto
largo arredo di solide cognizioni, dedotte dall'esperien
za e avvalorate dal suggello dei fatti. In questi oggetti

meglio, per quanto si pu, di lasciare agli altri il


pericolo degli esperimenti, e delle perdite a cui tante

indirettamente alle cose pubbliche, e

blica. Ci proponiamo adunque popolarizzarne i pi sostan


ziali principii, sviluppandone a poco a poco in questi
foglietti le pi vitali quistioni, onde il Popolo sia in

grado di maturarle e possa farne senno pei casi avvenire.


A. Faleonetti.

volte mandano incontro; sempre meglio raccogliere il


frutto di questa esperienza d altrui. Ora tali cognizioni
devono illuminarci sulla vera natura di ci ch capace

di essere vera ricchezza, sul mezzo di Iirodnrre questa


ricchezza e aumentarla, raccoglierla e distribnirla onde
tutti siano in grado di goderne e di consamarla a sod
disfacimento dei loro bisogni.
La famiglia privata e la famiglia pubblica parimenti
deve regolarsi e conformarsi pienamente ad una norma
ssa e invariabile, accomodata ai proprii bisogni ed alle
sue tendenze; ma ben conosciuta da ognuno che vi ha
interesse, e rigorosamente mantenuta dal momento ch
stabilita. Cosi saranno ben assicurate le relazioni degli
individui della famiglia rivata e di quelli nel medesimo
modo della famiglia pu blica , a tutti assegnate le parti
convenienti, relazioni che non si debbono alterare, parti

che non si possono scambiare impunemente; avvegnach

ne sarebbe rotto l ordinamento interno, spezzato il le


game cosi della piccola come della grande famiglia, e
la confusione, il disordine verrebbero tosto ad annullare
i pi generosi sforzi e mandar a vuoto le meglio ar
chitettate intraprese.

Da questi ordinamenti generali sul buon governo del


la comune famiglia dipende in gran parte ,- nella massi
ma parte, lavvenire intiero di benessere e di prospera
mento generale. Quindi discendendo al reale , al concreto
tutto riducesi: a produrre le ricchezze col lavoro delle
terre, colle arti o altrimenti secondo il ramo dindustria

cui siamo chiamati ad attendere, a norma delle circo


stanze in cui ci troviamo; a spargere queste ricchezze

I Martiri della Libert.

Sabato, giorno primo dAprile di questo anno di


Libert e di Grazia mille ottocento quarant otto, anche
Trieste con uno splendido Ufficio Divino, pregava reqnie alle
anime forti e generose dei prodi, che s immolavano,

vittime innocenti, all Altare di quella Santissima Libert


di cui essi medesimi rinunciavano il godimento per re
dimerci tutti nel battesimo incancellabile del loro sangue.
Ahi! che pur troppo la libert non si conquista altri

menti; ed il Signore ci lascia a quando a quando cadere


in serraggio per cimentare la nostra virt, e mettere a
durissima pruova la nostra fermezza. Umiipotente lddio,
datore supremo d ogni libert agli uomini, Tu che in

ammasti i petti valorosi a volerla, ed il braccio formi


dabile guidasti ad averla, accogli lumile nostra preghiera.

D ogni nazione, d ogni favella i Martiri che offferirono


la vita in pro della causa santa, dormano benedetti in

Te il sonno del giusto, e da quel soggiorno di luce


mirino a noi che dalle volte del Tempio augusto ne ve
neriamo l onorata memoria, e fatti degni di sollevare
la fronte, non ci allontaneremo mai dal grande esempio
dei nostri fratelli.

E tu, Popolo generoso, deponi sulla pietra che in


tante citt, in tanti luoghi accoglie le reliquie di questi
Martiri venerati, deponi la tua magnanima lagrima, uni

ca e incancellabile nota di quel dolore nobile e robusto


che-nella eloquenza del suo silenzio non d parole ma
affetto, non si disfoga ma concentrasi e vive a fatti mi
gliori. Dormano i fratelli periti in braccio al Signore,
e noi vegliamo a custodia della Libert ch essi lascia
ronci perch il prezioso patrimonio aumentassimo sem

pre, e col nostro cuore, col braccio, col sangue, sulle


traccie loro , difendessimo e tutelassimo.

Donne libere e forti del nostro popolo, sappiatelo:


anche il sangue delle vostre sorelle si mescolato sem
pre e dovunque al sangue dei pi robusti propugnatori
della Libert. Rigenerato anche voi a novella esistenza
unitevi al voto comune; ed ogni giorno ai gli, del
vostro amore, speranza migliore del nostro avvenire, nella
preghiera del mattino, in quella della sera non manchi
mai il rcquic ai Martiri della libert, non manchi l esem

fosse chiamato a far parte, non si solennizz gloria del


Pontece ove non fosse a capo e direttore, ed ovunque
v'era a far del bene quivi s incontrava pel primo, attivo
e disinteressato, umile ed altero, rispettoso con chi ilme
ritava, rispettato anco dai grandi.

L ambizione peraltro non lo tent n lo tenter mai.


Angelo Brunetti rimane un buon trafficante di Roma, con
un cuore che non ha pari, con una forza d animo poten

tissima, con una generosit quasi da credersi ideale. Egli


predica da mane a sera all immenso numero dei suoi amici
popolani. Egli agogna il momento di mostrare la forza del
suo braccio. Egli si sente capace di qualunque sacricio possa
mai chiedergli la nazione. Egli esercita un inuenza morale

ovunque apparisce. Ma dall altro canto non vorrebbe, n


saprebbe assumere alcuna direzione politica; non vorrebbe,
n saprebbe ideare una superiorit ai patrizi, non vuole, e
non sa comprendere come per far del bene alla patria si
possa divenire ambizioso.
La moglie ha pi volte riunite le madri del quartiere

pio elTicace che li educhi a robustezza, a patria virt.

del Popolo, e dopo frugale convito le ha invitate ad av

E voi tutti, benedicendo al Signore, benedicendo


ai nostri Martiri di ogni nazione e dogni favella, ricor
diamoci che il loro sangue versato sulla Terra, seme
non perituro che a goccia a goccia dar nell ora su
prema del bisogno, che Iddio tenga lontana, contro gli
attacchi oppressori, una messe di eroi, e nuovamente
altri lllartiri della libert.

vezzare i gli al bene della patria. La glia, giovanetla


robusta, simpatica, e piena di vita, applaudisce anch'essa
alle buone intenzioni del padre, e lo ajuta negli affari do

Requiescant in pace: e cosi sia.


A. Falconetti.

mestici. Luigi, giovinotto bianco e rosso, di bella e rego


lare sonomia, dell et di vent'anni, sempre al anco

del padre, e va guadagnandosi con buone azioni la simpa


tia di tutti. Un altro glio di tenera et dedito allo studio
delle lingue inglese e francese, e gi vien parlando, e pro
lnette molto di s. Tutti buoni, caritatevoli, alla mano,
non superbi della loro popolarit, amici del padre, pieni
del sentimento di nazionalit.
Padron Angelo intanto avea gi incominciato a prender
sospetto di un straordinario malcontento nel basso popolo:
ma siccome non avea prove in mano, si diede anche questa

volta a metter acqua nel fuoco, e quiet i cocchieri, e preg


l autorit governativa a liberare alcuni innocentemente car
cerati, e cosi salv una seconda volta Roma da gravi tu
multi. ln questa gli giugneva all orecchio alcun sentore di
una congiura che doveva scoppiare il giorno anniversario

Illustri gli del Popolo.


2. Padron Angelo Brunetti

detto clclaoaccnlo

dell amnistia, serbato dai Romani per solennizzare quell atto


che fu base al trono dell immortale PIo IX. Questa voce
spieg l'enigma al nostro popolano. Da indizio ad indizio,

(Vedi il N. 2.)

da fatto a fatto, prit comprendere che una specie di mac


Una terribile sventura che pose nella desolazione tutta
intera la metropoli del mondo cattolico, doveva essere, per
cosi dire, un nuovo invito al nostro Brunetti per far spic

care le belle virt che lo adornano.


Uinondazione del Tevere nei giorni, 9, 10, l] dicem
bre 1846 sar memoranda, si per lo straordinario innalza
mento delle acque, come per le pronte assistenze del Go
verno, e dei particolari cittadini. Padron Angelo fu primo
de primi.

Postosi egli in una barchetta, e dato ordine al glio


di seguirlo sopra un carro, vogando alla meglio possibile

entr nelle stalle, e riacquisto molti buoi, rec pane, ed


accolse persone, e diede danaro, e si addoss spese, e
fece coraggio ai pi impauriti, e consol tutti con una ma
niera non allegra, ma compiangente, generosa, pietosissima.
In sul mezzod egli trasportava vivande, passeggieri e
attrezzi da soccorso nelle vie, prestando s, l suoi uomini,
i suoi cavalli non solo al- servizio de romani concittadini,

ma degli stranieri d'ogni nazione. - Contemporaneamente


il Tevere gli faceva un danno di mille e pi scudi!
Alcuni giorni dopo l innondazione, que' tre i quali ave
vano promosso l innalzamento del magnico arco trionfale
dell8 settembre, furono ammessi ad una udienza ponticia.

Ciciruacchio fu tra questi, come il lettore immagina; ed alla


angusta presenza dell immortale Pto IX si trov come vinto

chinazione esisteva, e si diede a tutt uomo a scopri re i

congiurati. Arresto molti su i quali potean cadere giusti so


spetti, tenne d'occhio altri sui quali v'era alcun dubbio, e
diede in mano al Governo tanto, da poter venire alla de
lucidazione di grandi infamie.
Qui cessa questo cenno biograco perch Brunetti vive

e opera ancora. Il popolo, se avr buon senno, apprender


da questi fatti dell eccellente Brunetti che la virt pu farsi
distinguere in tutte le classi della societ. Amar tutti, e so
pra tutti, dopo Dio, la patria: cercare 1' unione, la pace,
la fratellanza dei cittadini: assistere i buoni: richiamare i
perversi nella retta via, e tendere costantemente a quel mi

glioramento sociale che la base del risorgimento delle


nazioni. Ecco i principii che debbono animarci oggi.
Compilazione.

AVVISO.
Ora che le tendenze di questi Foglietti sono ma
nifeste e che il pubblico favore ne incoraggia Pavvenire,
offferiamo ai buoni del Popolo, agli amici del Popolo le
nostre colonne ogni qualvolta volessero lealmente e libe
ralmehte esporvi le loro opinioni.

dallo splendore di una virt, al confronto della quale la

La Redazione.

sua era un nulla. Gli uomini di cuore e di buona fede s'in


tendono per un certo linguaggio d occhi non conosciuto se
non da chi sente davvero; e quel sant uomo del Pontece

scorse nell aperta sonomia del Brunetti l anima buona che


racchiudeva nel seno, e gli favell parole amorevolissime, ed
ascolt con compiacenza le poche, ma schietto di padron
Angelo, il quale in quell occasione non seppe a dir vero
far valere la sua popolana eloquenza.

Dopo le eroiche azionifgloricate dalla simpatia e


dall ammirazione di tutti i Romani, Angelo Brunetti divenne
l uomo indispensabile. Non vi fu pubblica riunione ove non

Il recapito della Redazione presso la libreria Schllbnrt,


ove si ricevono gli abbonamenti a questi foglietti volanti, e se ne fa
anche la vendita separatamente.
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Trieste, Tipograa Weis.

ff
10 Aprile 1348.

Prezzo 2 Car.

L opinione politica
non danneggi grinteressi.

L assolutismo, dovunque esista e sotto qualunque


forma si eserciti e si manifesti, non pu a meno di
basarsi sulla fede cieca e ignorante e sulla obbedienza
servite dei suoi soggetti. Non potendo contare per nulla
sullimpero delia forza morale, deve necessariamente ap
poggiarsi, con pi o meno energia, secondo i casi e le
circostanze, sulla forza materiale; e mancando a questa
il puntello della persuasione, va cercare e cerca di con
validarsi colla violenza e col terrore. Qual debba essere
e sia il destino dei poveri Popoli sotto un reggimento
di questa natura, lo sappiamo noi per la crudele spe
rienza che ne abbiamo fatto; lo sanno la Russia e la
Turchia-che sole restano ancora in. Europa a infame

documento in tutta la sua integrit di una politica con


dannata dal buon senso, e maledetta in faccia a Dio
e in faccia agli uomini, nch l esecrazione delle genti
ed il torrente conquistatore del progresso sociale che
invade il mondo, venga nalmente afar tarda 1na sicura
vendetta anche diqueste obbrobriose dominazioni, rove
sciandole dai trampoli vacillanti su cui tentano con un
ultimo e disperato sforzo di mantenersi, mentre il ter
reno sdrucciolevole loro sfugge di sotto. Fra le tenebre
dense e palpabili dell assolutismo l opinione politica
un assurdo, un impossibile; l unico sito ove questa
cosi temuta espressione una realt, un concreto, un
formidabile concreto, il codice penale, nel quale gura

come un delitto, massimo dei delitti, al di sopra dei


pi infami, dei pi esecrati delitti! L opinione politica,
questo diritto rispettabile e sacro al pari dell opinione
religiosa vi punito colle persecuzioni esercitate a ca
priccio, colla prigionia esacerbata a piacere, colla morte
ministrata a piccole dosi, ovveramente nell illegale lega
lit di segreti processi, applicata in pubblico, a edi

cante esempio, e variata a volont!


Il principio rappresentativo per lo contrario, o co
stituzionale che voglia dirsi, quello che per salvezza dei
popoli fa oggidi il suo giro vittorioso nel mondo, e ne
guadagna e ne conquista alla causa santa e giusta del
sociale progresso tutte le parti, sia ch esso si mantenga
nella forma Monarchica rigenerata , sia che venga mani
festandosi nella forma Repubblicana, sotto insomma qua
lunque de suoi aspetti possibili trova il maggiore suo
nervo nella critica illuminata colla quale si sviluppa
sempre pi e si perfeziona, riposa itella osservanza ra
gionata e libera di tutto ci che esso proclama in con
corso al voto comune, a vantaggio comune, e lungi

adotta in conseguenza e sostiene, ci non toglie per


nulla alla sua legale possibilit, n attacca minimamente
la sua esistenza; questa opinione politica discordante
dalla prevalente generale, prende il nome di Opposizione:
ecco tutto. N avviene di rado che sviluppato dalle li
bere discussioni, il principio dell opposizione, ove sia
giusto e ragionevole, acquisti la prevalenza: guadagni il
suffragio dei pi, e termini con una vittoria luminosa,

la quale legalmente lo stabilisce e lo annesta colla mag


gioranza nella radicale organizzazione dello stato: il che
e una Riforma.
Sembra a prima giunta impossibile, ed invero
inesplicabile come il principio rappresentativo o costitu

zionale ci abbia cosi a lungo tardato, e come per tanto


lasso di tempo ce ne fossero defraudati glincalcolabili
benetizi. Cesser peraltro tale giustissima maraviglia su
bito che si rifletta agli sforzi inauditi onde moltissimi,
e fra questi i pi potenti, si adoperarono a mantenere
in vita il mostruoso assolutismo, per l interesse privato
e tutto personale cheglino aveanvi a sostenerlo, a com

battere colle violenze e colla forza brutale tutti i nobili


e generosi tentativi che da lunga pezza sorgevano a ster
minarlo. Basti dire che l assolutismo ebbe e compero
adulatori vilissimi, i quali, massima delle profanazioni!
osarono chiamarlo e predicarlo umano, civile e perno
paterno: paterne ne trovarono le oppressioni, paterne
le enormitit, paterni i delitti inauditi, paterni i Giudizj
arbitrarj! Se non che la pienezza dei tempi arrivata.
L anatema alle tirannidi fu lanciato, fulminato; al Cri
stianesimo toccava scagliarlo: lo scagli. Novellamente e
gi per la seconda volta operava cosi la Redenzione
del mondo, nel suo segno vittorioso, invincibile - la
Croce.I Il principio rappresentativo costituzionale sia mo
narchico sia repubblicano, conquistata lAmerica e rige
nerata nella sua civilt allora bambina, entrato a gran
fatica anche in questa vecchia Europa, ne risuscit lin-
civilimento pericolante sotto le tenaglie arroventate dell
assolutismo, e, cosi Dio lo proteggal, si far strada a
traverso dellisttno di Suez per proseguire e compiere"
la sua gloriosa missione in Asia, in Africa in Oceania,
che hanno anch esse al pari di noi, il medesimo diritto"

- ai medesimi benezi: e sempre nel segno della Croce. ll cristianesimo nascente, vincendo le persecuzioni che

la luce stolgoreggiante delle sue Verit gli suscitaron


contro, rovesci il molle paganesimo piagato, cancrenatd i
da suoi vizii schifosi

e abbominevoli, distrusse d un"

colpo l invecchiato incivilimento d'una societ decrepita, "


imbecille e folleggiante nei delirii dell assurdo sosma;
demoli mostruose tirannidi, e piant le basi delle no

dallo insistere sulla forza materiale si regge unicamente

velle nazionalit. Poi il Cristianesimo fu paralizzato dalle

e conservasi colla forza morale, perch la persuasione

mene inique dellassolutismo; sagric anch'esso allim


fame colosso, e ne fu stretto cosi tra le braccia vergo
gnosamente potenti, che le beneche sue tendenze non

con lui, per lui.

Quindi lopinione politica am

messa, riconosciuta, guarentita senza che nulla la


costringa, la adulteri, la falsi, la inceppi. Se anche un
opinione politica sia parzialmente contraria alle massime

poterono manifestarsene. I decreti inarrivabili della Prov

che un altra opinione fa prevalere, e che il Governo

tece la difficile ma gloriosa missione di represtinare il

videnza, lasciavano ad un illuminato ed immortale Pon-

\\.

Cristianesimo nella eiiicaceesalutare sua azione, a nuo


va redenzione di incivilimento,di libert. Come Gioberti,
-sommo prp/l/etgi--delgxi novella, vaticinava, Pio Nono
.
'
4
I
.
malberandora Croc f! dimostr in un baleno quanta
sia e dovggiunga la potenza di questo lume eterno di
Verit. Quindi il principiorappresentativo e costituzionale
risortoni-e stabilito , ha innalzato la nostra dignit,
consacra inostri diritti; e lopinione politica, lanalisi,
la critica, la discussione per cui essa manifestasi, sono
cose tutte non solo permesse, autorizzate, ma imposte,
ma garantite a promuovere il bene, ad assicurarne il
godimento e i vantaggi.

Ora, se l opinione politica un nostro inattacca


bile diritto, se siamo in dovere di valercene al meglio

della cosa comune, se niuno ha pi facolt di toglier


cela o contrastarcela, ne faremo noi un arma contro di
noi medesimi, ce la volgeremo contro, e ne faremo
strumento a danno dei nostri pi vitali interessi? Ecco

un punto di tanta e tale importanza che merita fermi


visi sopra un momento e ragionando concluderne brevi
ma sostanziali conseguenze.
Qualunque sia la credenza religiosa, e al modo
stesso qualunque sia la nostra opinione politica, abbiamo
tutti degli interessi materiali, dei contatti, dei rapporti,
delle relazioni che non possono a meno di essere senza
distruggere tutto ledizio sociale, senza bandire per

sempre dal mondo la prosperit, la ricchezza, il ben


essere. I lavori agrarii, le operazioni e le pratiche in

dustriali, i commerci non si possono togliere, sospen


dere, inceppare senza che ne segua rovina di tutti.

Qualunque sia l opinione politica di un uomo,


qualunque essa sia in una citt , in una provincia, guai
se avvisasse di tentarne la prevalenza sugli altri uomini,
sulle altre citt, sulle altre provincie, troncando fra in

In questa guisa, e non altrimenti, sar compiuta e


perfetta la nostra rigenerazione politica; in questa guisa
soltanto arriveremo al massimo grado di prosperit ma

teriale senza che l opinione politica danneggij nostri


interessi.

.
A. Falconetti.

Nazionalit e Concordia.

Hannovi oggetti clie l opinione volgare ha confusi


da lungo tempo, con grave danno della sana ragione,
e talora del benessere sociale. Sceverarli bisogna, ove
si voglia che gli uomini acquistino rette idee sul loro
proposito.

E fra le idee che si sogliono scambiare assai co


munemente v quella di sudditanza e nazionalit. Si
crede che la nazionalit anzich essere'un diritto impre
scrittibile, si amnodi strettamente col vincolo della sud
ditanza. Se ci fosse vero, lAlsazia, la Corsica, lAlgeria,
che pure appartengono alla Francia, dovrebbero farsi
francesi; e a Strasburgo, a Bastia, in Algeri, si dovrebbe ,
rinunziare a costumi e a favella propria per far piacere alla
Francia, mentre allincontro veggiamo ognuna di queste

serbarsi fedele alle proprie tradizioni, e nondimeno con


giungersi strettamente alla famiglia francese.
I popoli, come gl individui, hanno una vita loro

propria, che n la forza degli uomini, n quella delle


circostanze pu loro rapire. Il sentimento della naziona
lit insito nella vita delle nazioni; la molla che di
rige ogni loro azione, il soffio che li anima e li rav
viva. Per esso le virt civili, la moderazione, il coraggio,

la concordia, divengono una dolce necessit; per esso i


popoli vengon condotti pi facilmente all idee di fra
tellanza universale. Attentate a privilegi speciali d un
popolo, e vinsorgeranno contro solo coloro cili tale

dividui o fra corporazioni i rapporti di materiale inte

lesione reca nocumento, offendetene la nazionalit, e ve

resse. Le opinioni politiche, nobili, libere, indipendenti


si tramuterebbero subito in odia politici vili, schiavi,

drete sorgervi da ogni lato tanti Eroi, pronti a morire


per la conservazione di questo santo diritto.

incatenati e ne seguirebbe isolamento e rovina. L opi

Il sentimento di nazionalit non incompatibile con

iiione politica non deve nemmen tentare di imporsi vi

quello di sudditanza. Finch Roma fu grande, tutti i


popoli da essa conquistati consacrarono tutte le loro
forze alla difesa di essa, eppure non rinnegavano la loro
nazionalit, Ch anzi Roma voleva serbare ad ognuno

cendevolmente colla violenza e molto meno col danno


dei dissidenti od oppositori che vogliano dirsi.

Cesse

rebbe con ci d essere libera e perderebbe la migliore


e la pi sacra delle sue prerogative; camminerebbe senza

avvedersene ad un fatale ritorno nellabborrito assoluti


smo, e fabbricando l altrui rovina materiale minerebbe
i proprii interessi. In mezzo a ogni spirito di parte,

in seno alle fazioni medesime e nel cuore delle pi di


scordanti opinioni politiche, l interesse comune mate
riale deve ovunque e sempre mantenersi una strada sgom
bra, sicura, continua ed ampia per la quale, come in
terreno neutro, trovi sempre libero sfogo e immancabile
comunicazione tutto ci che provvede alle sussistenze, al
benessere, alla prosperit materiale delle nazioni e dei

popoli.

Si collochino pure le fazioni ai lati di questa

gran via delle industrie e dei commerci universali, fac


cianvi a posta loro tutti i tentativi conciliatori e per
suiisivi che stimano pi opportuni alle cause rispettive

che rappresentano nel senso delle utili riforme, e dei


progressivi miglioramenti; ma rispettino sempre il campo
neutrale destinato ad essere il mercato-franco di tutti

i materiali interessi.

Gli agricoltori nel campo, gli o

perai nelle ofcine, i negozianti in borsa, i magistrati


in ufcio, restino sempre agricoltori, operai, negozianti,
magistrati: nei parlamenti soltanto, nei consessi, nelle

rappresentanze si confondano e si mescolino a tenore


delle loro opinioni politiche, e qualunque siane il loro
colore, cerchino pure e francamente di guadagnare pro
seliti alla causa giusta, al progresso, al perfezionamento

materiale e morale dei popoli.

l integrit delle proprie instituzioni, serbava la loro fa


vella, e non solo permetteva il culto de Numi, ma gli
adottava nel numero de suoi.
Con ci Roma dava uno splendido esempio alluni
verso. Mostrava che non
limiti del giusto; che v
nute una necessit nella
lare non lice, n giova.

forza quella che oltrepassa i


hanno certe prerogative, dive
vita delle nazioni, le quali vio
E Roma ebbe la simpatia de

popoli, che in lei vedevano non l usurpatrice, ma la


protettrice delle loro libert.
Dimenticare la propria origine, rinnegare la propria
nazionalit cosa umanamente impossibile. Il pretenderlo

sarebbe come l imporre ad un uomo di dimenticare i


propri genitori ed affini di sangue. E questa provvida
legge di natura. Ove pure si riescisse (ipotesi inverosi
mile) a far l uomo dimentico di questo santo sentimento,
lo si renderebbe acco, codardo, infedele. Nel novero

dei pi infami nemici dell umanit voi troverete la mag


gior parte appartenere alla classe degli apostati, che o
per colpevole debolezza o per Iini indegni rinnegarono
la propria origine. E sonoi pi crudelmente zelanti mi
nistri del despotismo; respinti da tutti gli onesti, essi
si stringono con forza convulsa a que soli che loro aprono
le braccia, a malvagi, e consacrano ad essi anima e corpo.
Il loro orecchio e il loro cuore si chiudono a sensi
di piet, essi prdono ogni fede nella virt; accumulano
delitti sovra delitti, n mai si saziano di nuocere a chi;

.
chessia, ma sopratutto a loro antichi fratelli.

Nuovo

esempio che le leggi della natura non si violano impu


nemente.

Il sentimento di nazionalit, ben lunge dallo spar


gere semi di discordia ira gli uomini, di sua natura
beneco, ove non si voglia sconoscerlo. In faccia a Dio
tutti siamo fratelli: nessuna divisione di stirpe, di lin

guaggio, di religione pu esentarci da quest obbligo. E


questo solo pensiero, aggiunto al sentimento dell inte
resse reciproco, basta a nostro credere, a far svanire
ogni traccia di mala intelligenza fra gli uomini. Rispet
tarsi a vicenda, compatire le altrui debolezze, stendersi
fratellevole la mano al bisogno, partecipare alle gioie e
a dolori de propri-simili: ecco i mezzi che conducono
una nazione alla vera felicit, e che ne consolidano

l esistenza e n assicurano la durata l


Quello che talora muove gli uomini a odiarsi o spre
giarsi a vicenda la diversit delle opinioni in fatto di
politica, di religione o d altro. Ogni uomo libero di
pensare e sentire ci che vuole; non libero d imporre
le proprie opinioni agli altri. In tal guisa, osserver
taluno, voi tollererete in silenzio la diffusione di ogni

orrore, di ogni pregiudizio nella societ; in tal guisa la

manifestazione della verit sar interdetta, per ci solo


ch essa pu disgustare le orecchie di taluno. Nulla di
ci;ma quello che ogni buono desidera che nella e

sposizione del Vero si usi un linguaggio franco, ma mo


derato; si combatta l errore, non gli erranti. Ci, oltre
al mostrare in faccia al mondo che siamo degni delle
ottenute libert , giover a porre in chiara luce il Vero,

aprendo il campo alla critica severa; ma imparziale.


E necessario che tutti si persuadono di questa ve
rit: a cooperare, per quanto sta nelle forze d ognuno, al

gli ambiziosi, i tristi, gli scaltri seppero in tutti i tempi


convergere a proprio vantaggio od a quello del potere,
cui sono schiavi volontari, le pi oneste, le pi liberali
istituzioni.

L atto di sollecitare o di far le pratiche per car


pire le rappresentanze e gli uffici dicevasi ambito dai
Romani, i quali ad impedire i tristissimi effetti che ne
derivano, furono costretti promulgare una serie di leggi

pi o meno severe no alla consca ed alla deporta


zione. Se. non che gl imperatori vedendo, in ultimo,
tornare a vano tutte le loro belle costituzioni, fecero,
come suol dirsi, di necessit virt, rivoglieudo brava

mente in ispeciale loro protto quell abuso medesimo


che con tante leggi avevano inutilmente fulminato. E cosi
furono tutti contenti. La dignit stessa imperiale fu so

venti volte comperata coll oro e coll intrigo quando in


Roma non era cosa che non fosse venale.

Fra gli Stati che Iiorirono dopo la caduta degli


imperi d Oriente e d Occidente, la Repubblica Veneta
fu quella ch ebbe maggiormente a lottare per reprimere
i progressi dell ambito. Fino del 1303 fu promulgata
una legge, la quale imponeva che, chiuse le porte della
sala del maggior Consiglio, dovessero tutti i nobili sedere
al loro rispettivo posto, per impedire gl istantanei ma
- neggi sovra i nomi dei competitori. E bisogna (lire che
anche questa veneta legge avesse predicato al deserto,
come gi le Romane, essendoch molte e molte altre ne
comparvero in seguito, le quali sotto minaccia di pene
afflittive e pecuniarie, tendevano a por argine ad un
abuso tanto esiziale. Si vietarono pertanto anche gli atti
minimi di ambito col prescrivere regole all ordine del

sedere, di dover mostrare la mano aperta prima di ve

bene comune, non assoluto bisogno d appartenere alla


stessa stirpe, di professare opinioni affatto simili. In un

tare, di non ccar 1 occhio entro i bossoli; furono proi


bite le conventicole tanto prima che dopo lelezione, ri
mettendone, in ultimo, il giudizio alllnquisitorio supre

solo ne duopo che tutti convengano: nello schietto

mo siccome colpa di Stato.

amore del bene. Da tal ne animati, svaniranno le di


visioni di caste, che pur troppo pesarono sulla risorgente

mal seme, ma in nessun paese gitt pi profonde radici

umanit. E la cagione di queste discordie fu, secondo


noi, la troppa smania d attenersi a certe pratiche minu

line induce bene spesso quei nobili Lordi a vendersi al

La Francia non and esente neppur essa da questo


che nella moderna Inghilterra, dove lamore delle ster

ziose e pregiudizi inveterati, a segno da perder di vista


il vantaggio comune. Ora nalmente si comincia a co

Re, nella guisa appunto cheglino stessi comperano a

noscere che l armonia requisito indispensabile al be

ghinee. Ad infrenare una tal corruzione moltissime leggi


furono pur col promulgate, in virt delle quali vediamo

nessere della societ; che, dove un membro di essa


inacchito, agli altri manca il pieno esercizio delle pro

prie forze, che gli uomini insomma non nascono nemici;


che grave impedimento allaffratellamento di tutti il
non intendersi, e che dove a ci si pervenga facilmente
si pu riconciliarsi a vicenda. Ed ecco il vero progresso.
Queste parole non torneranno, speriamo, del tutto

inopportune ora che tanti disparati elementi e fra noi e


altrove sono alle prese. Ognuno -conservi e coltivi la
propria nazionalit, ch su questa base si fondano le
vere Costituzioni; ma nello stesso tempo cooperi al
bene universale, ch pure il suo proprio. Bando adun
que ad ogni sentimento che potesse impedire l adem
pimento di questo santo ne; accogliamo ogni sforzo
onesto di chicchessia; siamo giusti cogli altri, se voglia
mo che gli altri lo sieno verso di noi.
G. L. Morpurgo.

danaro la loro nomina da elettori altrettanto cupidi delle

talvolta questo o quel borgo privati del diritto di nomina


per elezioni vendute, ed i particolari che non seppero
abbastanza destreggiare nelle loro mene, multati di for
tissime ammende.
Se l esempio adunque di tutti i tempi comprova
all evidenza non v esser forza di leggi atta a garantire
l ingenuit delle elezioni per modo ch elle cadano sem

I pre su persone benevise alla totalit del comune, ed


essendo d altronde dell ultima importanza l evitare quanto
possibile il pericolo ch altri per si ignomigniose vie
s aprono un accesso nelle magistrature con espressa in
tenzione di tradire la patria e le sue libert, o, almen
che sia, di vendere (come diceva Luigi XII re di Fran
cia) a caro prezzo quel ch hanno comperato a buon

mercato e all ingrosso; fuor di dubbio essere neces


sario il provocare un ultima e suprema sanzione alle
stesse decisioni legali degli elettori. A questo ne mi

Sulle elezioni.

rando, alcune nazioni ebbero appunto ricorso a diversi

Che le moltitudini eleggano meglio che i Principi


questo un fatto che non ha duopo di dimostrazione,

partiti i pi assennati de quali sono, a nostro avviso,


i seguenti.
A Venezia v erano stabiliti i Censori, i quali non

essendo oggimai sanzionato dall universale. E per me


stieri che l elezione sia libera, che il numerodegli elettori

si tosto i magistrati erano eletti, e prima che il Consi

sia il maggiore possibile, che non siano questi corrotti

glio fosse licenziato, avevano incarico d investigare se

con doni, con promesse, con garbugli, con nessuna di

alcuno di essi avesse commesso alcuna cosa per la quale


fosse a considerarsi meno clie degno della carica con

quelle arti vituperevoli, di quelle funeste influenze onde

feritagli, e se con lambizione sua avesse corrotto le


leggi, e per via di ricchezze od altri ignohili mezzi avesse
procurato di farsi strada ad ottenere quel posto cui al

trimenti non avrebbe ottenuto. Nelluno e nellaltro di


questi casi la sua nomina era sul fatto annullata. Anche
questa pratica per non poteva sempre garantire leffetto
a che si mirava, avvegnach non tuttii censori saranno
stati Catoni.
Miglior consiglio era forse quello seguito da Ales

sandro Severo, il quale eletto che fosse alcun rappre


sentante del suo governo, prima d installarlo nel posto,
ne rendeva publico il nome in tutto lo Stato, e con
espresso rescritto invitava chiunque avesse avuto alcuna
cosa da apporre al medesimo che lo facesse tantosto con
pienissim libert, affinch egli, avvisato, potesse nnutar
proposito e dar l ufficio ad un altro pi meritevole.

tristo giuoco, ma nessuna delle pecore sbando, e restando


unite ebbero tanta forza che il loro nemico ne and in fu
ga scornato.

Y Ed anche avvenne clie dei popoli intieri oppressi da


una crudele tirannia, gemessero a lungo sotto di quella,
inzuppando il pane guadagnato col sudore delle lagrime
disperate dei loro occhi, e se lo mangiassero in silenzio

col companatico degli strapazzi edelle vessazioni. Uno cor


raggioso e mal sofferente grid forte all oppressione, e non
vide pi la faccia del sole; e un altro alz in aria un'arma
veiidicatrice e fu subito strozzato; e un altro si fece strada-

sin al tiranno e lo tolse dal mondo, ma era pronto un al


tro tiranno a rimpiazzarlo, e dopo di questo un altro, e
poi tanti altri, e non niva pi. E quei popoli si unirono
nalmente, e gridarouo tutti uniti, e furono cosi forti ch
ebbero alla perline ragione.
Impara, o Popolo, da queste zoppe parabole, la pi

diritta fra le drittissime verita: nell'unione sta sempre la


forza. Il giusto ama l'unione perch non la teme; la favo

Un terzo partito, e, a giudizio nostro, il migliore

risce, la cerca, la promuove perch fa a suo conto e lo

di tutti, stimiamo quello che fu adottato in Isparta e


che qui trascriviamo qual lo riporta il Giannotti. Gli
Spartani, dic egli, nel creare gli ufciali, mettevano
alcuni pochi in una stanza, presso il comizio, dove era
ragunato il popolo: questi cavavano a sorte, e pronun
ciavano i nom-i dei competitori, e con 1 orecchie attente
ascoltavano lapplauso e la festa che a ciascun nome si
faceva; eleggevano poi colui, che per questa vias'in
tendeva essere in miglior concetto e considerazione della
moltitudine: perch rare volte avviene che colui ch
approvato dalla comune opinione degli uomini, non sia
veramente tale, quale egli stimato: nel che si deve
notare, che sono molto pi incorrotti testimonj della
bont delle persone i poveri che i ricchi, perch i ricchi
si muovono pi per ambizione, e per disegno, i poveri

fortica nella diffusione dell onesto, del vero, del buono,

pi per rispetto della virt e per zelo del pubblico bene.


Dal sin qui detto crediamo poter argomentare che
se in oggetto di tanta considerazione, com questo delle
elezioni, vi pur speranza di salvamento, questa non
possa ripetersi altronde che da un assemblea costituita
per guisa, che il numero dei popolani ci sia di gran
lunga superiore a quello dei ricchi e dei grandi.

nel bene.

Il tristo che mira a importi un giogo di ferro,

e vuole ribadirtene addosso le catene cosi profondamente


che tu non te le possa mai pi togliere d'attorno, sai co
me matura la sua operi tenebrosa? Credi che anch'esso

cerchi nella tua unione la sua forza! Oib. Ben altra la


chiave di cui si serve. Divide ed impera. ecco la chiave.
Vuoi sentirla in chiaro e netto Italiano! attendimi e fanne

tuo pro. Il cattivo che vuole opprimerti, ti divide prima e


poi ti comanda solo da padrone assoluto e ti getta nel
fango che la ruota del suo cocchio dorato macina e fa sal
tare in aria e disperde. Per dividerti poi, che qui sta il
segreto delfenimma, semina nel tuo campo a due mani
tutte le discordie che nel tumulto delle nostre passioni af

iggono la povera e grama umanit. Quindi aizza i poveri


e come cani mastini li slancia alle orecchie dei ricchi, i

quali alla loro volta per difendersi e salvarsi li fiaccano a


colpi di bastone o di verghe; quindi arma le nazionalit e
gli odii municipali a mangiarsi vicendevolmente le carni,
stuzzicandoli a ridere quando si veggono le ossa nude spol
pate sanguinanti; quindi solleva lo schiame degli ignoranti
contro i dotti e sapienti che si travagliano al bene dell u
man genere col sagricio di loro medesimi, e collc calunnie,
colle invidie, uniche armi di cui sien capaci quei vili, li fa
mettere fuor del caso di nuocere a lui, il che vuol dire di

giovare al mondo ed alle sue libert; quindi...Se non che


F. Cameroni.

Nel! unione la forza.

sarebbe forse cosi presto nita questa interminabile leggen


da di arti scaltrite, questa litania di vituperi e di abbomi
nazioni? Sta pur sicuro che tutto quanto-le passioni sfre
nata e fiirenti possono partorire di pi micidiale, il crudele,
col massimo sangue freddo, te lo scatener sopra, onde

P .\ n A s o L n.
Certi fanciulli inesperti volevano passare un ruscelletto
dal quale una piena straordinaria aveva portato via il pon
ticello che ne univa le sponde. E siccome la campagna
per lungo tratto intorno non dava che canne lunghissime
ma fragili, quei monelli no svelsero una e appoggiandone

le estremit a due sostegni, provarono montandovi sopra,


se avrebbero potuto con quella avventurarsi a valicare dal
l altra riva: la canna si spezz subito e caddero in terra.
Pensarono fosse iradicia, e un altra ne assoggettnrono allo
sperimento; ma siccome nasceva il medesimo, altre ancora

ne provarono, linch desistetteto dal fatto divisamento. Un


altro di, viildero che un buon vecchietto colla sua gerla in

negli odii accaniti, nelle animosit rabbioso, nelle rivalit


implacabili, nelle invidie ladre, in tutto, con tutto divi.
derti, e in mezzo agli incendii inestinguibili di questa tiwt:
sione clie ti render debole e snervato, alzare a percuoterti
lo scettro dell odiato comando.
Se la disunione adunque colla debolezza che ne risulta
ci dar sempre come pecore in bocca al primo lupo affa
mato cui venisse in capo di divorarci, restiamo sempre -col
legati nell'unione e ne avremo forza a respingere gli at
tacchi da qualunque parte ci vengano. invidie, gelosie, pre
giudizii, odii, rivalit non arrivino mai a disunirci; cosi,
e non altrimenti, avremo infranto, se ci minacciassero, le
armi della tirannia fra le stesse sue mani. Fratellanza, con
cordia, amore ci salveranno. Vuole Iddio lnettere il giusto

spalla veniva di qua del rigagnolo. Corsero anch'essi, pas


sarono, e poi si accorsero che una specie di ponte provvi
sorio eravi stato fatto con tanti fasci di quelle canne me
desime legale insieme. E siccome ne maravigliavano, il
contadino li aminonl subito clie se anch'essi avessero unito

al nostro governo! ebbene: siamo uniti e forti-con lui. Cl.


toccher, e Iddio ci salvi, la dominaziane del tristo? e m
restiamo uniti e forti contro di lui.

tante e tante canne fragili, iie avrebbero composto un pas

_________________,___-__'_.

A. Falconetti.

saggio abbastanza forte.


Avvenne una volta che un lupo, seguendo quel suo i

stinto feroce, addocchiasse fra le gole dei monti e gi per


le valli i branchi delle pecore innocenti che si disperdevano
vispe e siiltellanti ove le erbe aromatiche attiravaule a far
ne gustose hoccate. Ed il lupo le pi sbandata ghermiva
subito e nella sua tana divoravascle, cosi che alla

ll recapito della Redazione presso la libreria Schllbllf:


ove si ricevono gli abbonamenti a questi foglietti volanti, e se 11 f
anche la vendita separatamente.
_...pf-

sera

in un branco e nell'altro mancava sempre all ovile qualcuna


delle sorelle. Volle il lupo malfattore ricominciare il suo

Trieste, Tipograa Weis.

Prezzo 2 Car.

Disciplina e Armamento
Della Guardia Nazionale.

Uabbiamo gi detto, lo ripetiamo ora e lo ripete


remo sempre e altamente, perch sonovi verit tali che

mai non si acclamano abbastanza: la Guardia Nazionale


non altro se non che il Popolo colle armi per man
tenere l ordine, per far osservare le leggi, e per ga
rantire inostri diritti da ogni attentato del potere asso
luto e anticostituzioniale. Ora come la Guardia Nazionale
soddisferi pienamente e a tutte le condizioni della sua
altissima missione se lordine e la disciplina non sieno
scrupolosamente in essa mantenuti, se lo spirito di le
galit non la guidi, se i suoi propri diritti essa non
conservi gelosamente e non faccia a tutto rigore rispet
tati e intangibili? La Guardia Nazionale sta presentemente
organizzandosi dovunque con energria e sollecitudine; im
porta quindi che queste considerazioni non sieno perdute

cosi anche in questa sarebbe impossibile che tutti rinta


nessero Gregarii, ovveramente che tutti rimanessero Capi.
Nel- primo caso avremmo un corpo pieno di membra
muscolose e nerborute, ma senza testa, nel secondo caso
sarebbe una moltitudine di teste senza membra. Bisogna
dunque necessariamente che una parte delle membra la
scino il loro posto per formare questa testa, per avere
degli occhi comuni a veder tutti, una mente a pensare
e operare tutti d'accordo. Lungi non pertanto lidea
delle ambizioni, delle rivalit, dei puntigli. Nella Guardia
Nazionale tanto vale un capo intelligente ed onesto quanto
vale un gregario intelligente non meno ed onesto. Solo
che dovendo i Capi sostenere la rappresentanza dei corpi

a cui sono preposti, indispensabile che vengano scelti


fra pi degni di sostenerla, e tali si conservino sempre.
Confessiamolo pure: lo scoglio pi formidabile in tutto
ci che reggesi sulle basi rappresentative sta appunto

nelle elezioni. La facilit o almeno la possibilit di in

di vista in momenti cosi decisivi.

gannare o corrompere gli elettori, onde ne risultino ele

La disciplina, eomech a taluni sembri vieta pe


danteria o inutile ostentazione, ed altri la trovino sover
ebiame-nteg-ravosa e pesante, il primowscoglio che s
ha a vincere, e bisogna superarlo vittoriosamente. Inten
diamo per disciplina tutto ci che influisce a condurre

zioni viziate, deve renderci assai guardinghi e determinare


tutti i nostri sforzi affnch l abuso non entri mai nell

l uniformit di azione morale e sica nelle le della


Guardi Nazionale, destinate forse a maggiori destini di
quello sembri ad un esame superciale. La persuasione
quindi nei Capi, la buona intelligenza e larmonia fra
qwisti e tutti i Gregarii, entrano nella disciplina come
e quanto le esercitazioni nel maneggio delle armi, la

Luso qireziosissimo di questa altissima prerogativa che

hanno i Popoli liberi. La Guardia Nazionale per noi


una istituzione novella, che n ad ora non ci era con
cessa. iliuna maraviglia adunque se per avventura lafffare
dilicatissimo delle elezioni avesse in qualche parte man
cato alla integrit del principio. Ma ci non toglie che la
ducia entro le parti che compongono la Guardia mede

sima debba venire meno.

Se mai degli errori lossero

varii corpi che, avuto sempre riguardo alle circostanze .


locali, possano somministrare a piedi e possibilmente
anche a cavallo , quel tutto ben legato e connesso che
d ogni corpo di Guardia Nazionale, formi un. piccolo
complesso di esercito regolare, nella possibilit di agire
in difesa del proprio paese, alla pesante, alla leggera, sui

corsi, toccher al tempo svelarli, cimentandoli alla-pietra


di paragone dei fatti: allora soltanto saranno chiamati a
correggerli, e mediante prudenti riforme, a mente ripo
sata e tranquilla eserciteremo anche questo nostro diritto.
Intanto non sia fatto luogo alle scissure, sotto qualunque
forma o pretesto si presentassero, di insinuare il loro
veleno tra le le della Nazionale. I capi, gli ufziali
non devono, non possono essere, e non sono nominati

cavalli, colle artiglierie perno ove ci sia possibile. Re

a vita. Per ora tutto provvisorio, ma coll andare del

stando aWarmamento la scelta e la provvista delle armi, la


fornitura delle munizioni occorrenti, la custodia delle armi

tempo si former una stabile organizzazione, ed allora


verr stabilita la durata positiva di tutte le cariche. Non
pu essere altrimenti. Siccome colla Guardia Nazionale
tuttti sono uguali in faccia al bene e all" interesse pub

regolarit ed uniformit delle assise, la formazione dei

stesse. Se la Guardia Nazionale non sia uniformata, e

sercitata, armata, provveduta di munizioni, distribuita a


modo di poter agire sotto varie forme a norma delle
circostanze e dei luoghi; se uno spirito di unit, di
armonia, di ducia scambievole, se una rettitudine di

principio e di vedute non la animi e la sostenga, a che


cosa ridurrassi questa preziosa istituzione, che affida a
noi medesimi, alle nostre armi la custodia e la difesa

de pi sacri nostri diritti?


I quali ni nobilissimi non saranno certamente
raggiunti, ove l indispensabile accordo, l equilibrio pi
scrupoloso non mantengansi fra tutte le sue parti. Fiducia
dei gregarii nei capi, ducia di questi in quelli, e con
ci accordo e unit: ecco il palladio ddla Guardia Na
zionale. Come avviene in tutte le corporazioni, di qua

lunque natura sieno e per ualunque scopo organizzate,

blico, cosi ogni elemento deve esserne mobile: e gli


uflziali devono quando che sia tornare soldati, ed i sol
dati essere ufziali. [ltilissinia emulazione, che sostenuta
dal merito riconosciuto, deve troncare il loa tutto ci
che potesse sopravvivere del sistema decaduto: e quindi

i nomi di famiglia, le protezioni, le adulazioni, i titoli


danarosi, tutto insomma ci che sente d ingiusto e d i
gnobile deve cadere in faccia ai diritti Costituzionali. Ma
sempre nell ordine e nella legalit.
Piuttosto si pensi allarmamento, alle esercitazioni
nel maneggio delle armi, a tutto quello inne che possa

al pi presto possibile agguerrire e disciplinare questo


corpo rispettabile del Popolo armato. Avendo noi detto
che la Guardia Nazionale chiamata a mantenere I or

s
dine pubblico, ia garantire le persone e gli averi, ed a

far rispettare legclggi costituzionali, non ebbimo mai in


pensiero ch essa DCXdoVGssO per questo convertirsi in

un passivo strumento di esecuzione. Amiamo troppo cal


damente questa liberale istituzione, e troppo al vivo ne
sentiamo la nobilt -e.l importanza perch un tale con

in brevissimi istanti, e comparir subito colle sue armi


ovunque neqsia reclamato il bisogno.
Egli cosi che l ordine pubblico, le leggi, le

santissime libert nostre saranno e sempre al sicuro da


tutti gli attacchi che si volessero loro apportare.
A. Falconetti.

cetto veniss -a- ;cit2grsi nella nostra mente. Tutto quello


che in stro tese so riguarda la ricerca, la persecuzione
e l arresto del malfattore isolato, resta e rester sempre
di attribuzione della Polizia, alla quale afdata nelle
vie legali, e non arbitrarie o abusive, questa importan
tissima bisogna di tutelare le persone e le propriet
dalle tenebrose insidie del furto o dell assassinio. Quindi

la Polizia deve continuare il suo utile servizio a sicu

Rispetto alla inviolablit delle persone.


.

L individuo, ossia la persona inviolabile. La vita ci

viene direttamente da Dio; nessuno ha diritto di attaccare,


di offendere, di ledere o distruggere questa assoluta nostra
propriet di noi medesimi, la quale la pi sacra di tutto
le propriet. Non vi pu essere se non il caso che nuocen
do ad altrui, si debba e si possa metterci fuor della possibilit
di nuocere, appunto perch in tal guisa si attenta al diritto

rezza e vantaggio comune, e lazione repressiva e pu


nitiva di lei, nonch correzionale, deve esercitarsene con
ispeciali strumenti di una sua forza particolare, qualun
que sia il nome che vorr darsi a questa forza di po

abbiamo lrasfuso parte dei nostri diritti per conservarne il


leso il rimanente- ll diritto della inviolabilith personale

lizia. Bensi la Guardia Nazionale potr essere chiamata,

il primo che fra uomini liberi deve rispeltarsi religiosamente;

in casi urgenti, a dar mano e sussidio in tali provve


dimenti di sicurezza. Ma prescindendo da queste ecce
zioni, la dignit della Guardia Nazionale ne ssa ad una

il primo che la Libert deve garantire. Altrimenti la li


hert degenera in licenza, tramutasi nella pi formidabile
ed obbrobriosa delle schiavit, quella che attacca material

sfera pi elevata il suo centro di attivit; e questo


centro collochiamo direttamente nel sistema politico co

del nuovo ordine di cose non possono a meno di biasima

individuale o personale degli altri: ed anche questa azione


repressiva, salutare spetta paccatatnente alla legge, in cui

mente lin la persona. lbuoni quindi, i sinceri e leali amici


re e di vedere con sommo rammarico tutti gli attentati che
in qualunque maniera violano il sacro diritto personale, mi

stituzionale. Egli perci che la Guardia Nazionale deve


esercitarsi nel maneggio delle armi al pari di ogni altra
tuilizia, deve mettersi in grado di sostenere il decoro
delle armi che le vengono afdate dall altra parte del
Popolo che non pu prenderle, e tenersi parata sempre

Che il Popolo nelle sue masse e negli individui consi


deri attentamente e bene: il primo atto della rigenerazione

a convalidare colla forza sica la sua forza morale. Se

tutto ci che vincolava il nostro pensiero nelle sue varie

anche tale esercizio riuscir sulle prime penoso ed in

forme di manifestarsi; e a questo primo allo e solenne,


senza di cui ogni progressivo miglioramento sarebbe stato

comodo, non pu a meno di esserlo, l utile che ne


risulta deve conciliarvi i pi schivi. La libert ci ha
reso dei preziosi diritti, ma c impone non meno altre
abitudini, altre occupazioni che non erano quelle etfemi
nate e molli dei tempi fortunatamente passati. A cose
nuove, uomini nuovi! a novello avvenire, disposizioni

novelle.

nacciando rovina al massimo dei principii costituzionali.

proclamata e sancita dalla Costituzione fu l abolizione del


la Censura, il che suona in altri termini l'abbattimento di

impossibile. tenne subito dietro un altro atto non meno lu


minoso e memorabile - l'Amnistia. Questa parola, nel sen
so politico che le inseparabile, risponde a perdono, e
meglio ancora a dimenticatiza di tutte le opinioni, di tutti

i tentativi e dei fatti che sotto il caduto assolutismo pu


nivansi perch contrarii a

quel sistema che, lemendole,

proscriveva le opinioni e le perseguitava a oltranza. Voglia

Se interessa in sommo grado l armamento della


Guardia Nazionale, non a trascurarsi nemmeno, anzi

mo ora pi autorevole e patente ricognizione del diritto d

inviolabilit personale? ll Governo riabilila le persone amni


stiandole, e noi le atlaccberemo illegalmente,

deve in ordine ad esso gelosamente curarsi la custodia


delle armi. Ogni addetto alla Guardia deve conservare
ecustodire la propria arma presso di se, n depositaria
in arsenali, n afdarla ai capi, n in qualunque altro
modo

privarsene

distaccarsene.

Quando l individuo

della Guardia Nazionale, che non cessa fuor di servizio


di essere e rimanere commerciante, industriante, operaio
o quello altrimenti che sia, e che perci vive in seno
alla propria famiglia e non fra recinti di collettive ca-,
serme come le truppe regolari; quando, diciamo, l in
dividuo della Guardia chiamato al suo Corpo, deve
tiscire gi armato fuori della sua casa, e deve essere
in caso di agire appena fuori della soglia di quella se
le circostanze, il che non impossibile, lo esigessero.
La prudenza consiglia, ordina non meno questa misura:
e quand anche le disposizioni attuali non sieno di tal
natura da permettere timori di sorta, pur nondimeno
nelle vie prudenziali si deve anche prevedere il caso,
se non vicino, lontano, se non probabile, possibile che
fosse, quando che sia, come che sia, per qualunque
motivo si voglia, tentato di impedire, ritardare, dimi
nuire l armamento della Guardia Nazionale. Da qualun
que parte venisse questo attacco insidioso, vuole pru
denza che si renda impossibile, ed a tal ne la custodia
dell arma deve farsi da ogni guardia incasa propria e
non altrimenti. Per questa guisa non sar pi a temersi
che il Popolo sia illegalmente disarmato, o impedita ne
venga lazione. Al primo segnale che reclami l ajuto

ed il braccio della Guardia Nazionale, questa si unir

arbitraria.

mente per opinioni o dimostrazioni politiche che non armo


nizzano colle nostre? Il Governo lascia libero il corso aa
lnanifestazione del pensiero, e noi uccideretno colla violen

za nei nostri fratelli tale prerogativa? No, no: Dio ce ne


guardi.
Le condizioni sociali esistono e si conservano,

come

le siche, sulla variet de rispettivi elementi, snll attrito

di questi; funiformit che renderebbe immobile e senza vita


l edizio ntateriale dell'universo, distruggerebbe del pari e
non meno rapidamente l edizio morale delle societ. Non
bisogna dunque aspettarsi mai a tale uniformit; anzi dob
biamo temerla come la maggiore e pi formidabile nemica

di tutto ci ch progressivo e quindi variabile.

Le opi

nioni , come il resto, senza alterare la fratellevole concor

dia, debbono essere ditIert-nli, perch dal loro cozzo, dal


la discussione, dall'analisi ne segua la ricerca del Vero,

che e deve essere lo scopo precipuo di tutte le nostre


azioni, l'impulso pi gagliardo ai nostri sforzi maggiori.

Pertanto chiaro che le opinioni non debbonsi imporre, e


molto meno imporle attaccando il principio della inviolabi
lit personale. Ognuno ha diritto di esporre francamente il
proprio pensiero senza temere che odiose censure glielo

convertono in danno; ma molto pi senza temere che la


violenza, erigendosi in istantanea censura, glielo imputi a
delitto, e come tale glielo punisce addosso con insulto ed
tiesn alla persona.
E vero bensi

che, libero il pensiero, ne sono libere

tutte le possibili manifestazioni; ma non bisogna per (Iueslo


inferirne con un sosma vizioso, o peggio con una scelle

rata gesuitica reqrizione mentale, che anche la manifesta

zione brutale esercitata colle vie di fatto e coll' abuso della


forza sica entrino nella

medesima categoria.

Le manife

stazioni libere, nobili, dignitosa sono permesse, autorizzate,

volute: ma se l'aggressione, l insulto fatto a chi rivela il


proprio pensiero si volessero risguardare siccome encrgiche

tardi caggia. Devi tener per fermo che la verit, la


quale nel suo lato senso altro non che il complesso

manifestazioni di un sentimento contrario, siccome mezzi

appunto delle leggi che Iddio stesso ha imposte al


Creato ed ha stampate indelebilmente nel cuore di
ogn uomo, la verit, dico, dovea pur vincerla sullo
errore, ne qualunque forza umana articiale sarebbe
stata da tanto di sofffocarla. La verita come la luce,
la quale schizza da qualunque pi picciol forame, e
attraversa le pi tte tenebre. Per quanto nubiloso
il cielo, avvenne mai che il sole non ci recasse il
giorno f

L assolutismo per quanto forte, guardingo, geloso

di esprimere un opposizione. sarebbe ben a compiangere la.


nostra condizione, ed imprecare senz'altro dovrebbesi alla
Licenza che terrebbe luogo di Libert.

Se uno si sforzasse di sostenere contro dieci un opi


nione, di avvalorare una proposizione o altro, e che i dieci
oendendolo, percuotendolo, fuccidendolo lo persuadessero
ch'egli ha torto e ch essi hanno ragione, sarebbe stato li

bero il malarrivato di manifestare il proprio pensiero? Forse


ch'egli con venti de suoi, offendendo, percuotendo, ucciden

do i dieci li avrebbe pi legalmente e liberalmente convinti?


Ahi. che a questa fatalissitna conseguenza di rappresaglie
di improntitudini bisogna purtroppo venirci: e la libert, e
l' inviolabilit personale a qual ne miseranda toccheranno?
Il timore di vederci attaccati- dalle disordinate passioni di

e buio, non pot della stessa guisa impedire che il


sapere mandasse qu e l qualche lampo; non pot
impedire che negli uomini si sollevasse quel senti
mento di libert ed eguaglianza, che era in loro re
presso, ottuso, ma non spento; non pot impedire
inne che a poco a poco i cittadini aprissero gli oc
chi e veggendosi cosi decaduti dalla nobile loro ori
gine non desiderassero di ricuperare l esercizio dei
loro diritti, e di scuotere il giogo che li opprimeva.
Lo sviluppo di tali germi di rigenerazione fu detto
incivilimento, e furono a preferenza chiamati civili
quei popoli ne quali primieramente i germi medesimi
fruttarono principi di libert. La rivoluzione contro
il despotismo si incominciata, e quando menoi mo

rivali e contrarie fazioni, non agir pi potentemente d o

gni pi capricciosa e tirannica censura? Sar vano in tal


guisa di attendersi a franchezza e lealt negli scritti, nelle

parole, nelle discussioni: la paura distrugger inesorabilmente


ogni

liberalismo, e invece della ottenuta

emancipazione,

avremo servilitii, oscurismo, retrogressione.


Ove anche un'opinione sia troppo violenta, sia troppo

contraria alla dominante, perch temerla? essa si perder

come la ammella bench vivida della candela in mezzo a


quel gran mare di luce che piove dal sole.
ventura

occorresse,

urgentemente

E se per av

occorresse di arrestarne

l' azione sovversiva, la Legge ha questa missione, ed essa


pu e deve esercitarla senza passione, senza odio, senza

ostilit, rispettando l' inviolabilit personale in quanto non


narchi, i re, i governi assoluti se lo aspettavano, si
comprometta questa l'ordine pubblico, il che sarebbe ap
punto compromettere le altrui inviolabilit personali
In nome del Popolo adunque, e in faccia al Popolo,
pubblicamente e solennemente protestiamo contro gli atti
che tendono a represtinare una Censura battagliera, aggres

viddero intimar guerra dai popoli, i quali inalbera


rono una bandiera no allora strascinata nel fango,

con sopravi scritta a lettere d oro quella verit sacro


santa, qualche volta fraintesa, ma non mai abbastan
za acclamata: La Sovranit sta nel popolo.

siva, pi arbitraria, pi odiosa, pi temibile di quella che


non lia guari caduta. Una parola di Pace mettiamo al
l'ordine del giorno: e con questa, nella moderazione, nella
tranquilit, nell'ordine legale sar possibile unicamente lo
sviluppo progressivo delle riforme a cui deve stabilmente e

solidamente appoggiarsi il nostro avvenire. Cessino le osti

lit, non sorgono le rappresaglie, ed il supremo nostro di


ritto siane rispettato garantito: l invlolabilit personale.
A. Falconotti.

Che cosa la. Costituzione 2


Terzo Dialogo
TRA DEMOFILO E L OPERAJO CARLO.

C. Oh! vi trovo alne, Signor Demolo! ebbio un bel

satarmi questi giorni correndo qu e l sulle vostre


traccie. Per mille papaghil che fate costi appiattato?
D. Infandunt regina jubes renovari dolorem!
C. Che cosa dite? che linguaggio questo?
D. E sta scritto appunto nel libro divino: Attres ltabent
et non a-ltdielti.

C. Oh! non latemi bazzicare: parlatemi chiaro, come al


solito. Io sono venuto a cercarvi perch mi struggo
di apprendere da voi sino alla ne che cosa sia la
Costituzione.
D. Alla buon ora dunque, mio ottimo Carletto, io ti
soddisfer; ma non ti curar de fatti miei, come io
non mi immischier pi in que degli altri.
C. Farete male.
D. Mi vi avran costretto. Ma di ci non dee calerti.
Veniamo a noi. Ti ricorda dove abbiam fatto pausa
l ultima volta che ci siam visti?
C. E come n? N ho ancora il capo pieno. Avete con
chiuso col farmi conoscere quanto era miserabile ed-

abbietta la condizione del popolo sotto il governo as


soluto, e che quegli se ne cav merc la costituzione.
Come ci accaduto?
D. Devi ssarti ben in mente, che tutto ci che contro
natura, o che mira a rendere vane le di lei forze,
non pu reggere a lungo, e fa mestieri che presto o

Po

Bene! per. San Giusto. E come poi ita a nire?


ll despotismo cerc di sostenersi con tutti i mezzi
che gli erano propri, e che ti farebbero raccapricciare

se te li venissi dinotando. Ma ci non conclude. La


lotta dur, e dura in alcuni luoghi tuttavia; quasi 0
vunque per il despotismo ebbe la peggio, ed alla
ne . . .

C. E alla ne...?
D. Egli venne a una transazione col popolo. Ne questo
ultimo volea di pi; poich il popolo savio e ri
-conosce chei deve obbedire, e che dev esservi un
governo, qualunque ne sia la forma, il quale abbia
l autorit di comandare.
C. Che cosa ha dunque guadagnato il popolo?
D. Tutto. Il popolo ha detto al potere: Tu non sarai
pi assoluto: comanderai, ma sulla traccia delle leggi

che far io stesso, e che creder le pi addatte per


me, perch io debbo, io stesso so conoscere i miei
bisogni: tu sei incaricato di farle eseguire, e ne avrai
i mezzi: del resto io voglio d ora innanzi essere li
bero di pensare e di parlare a mio talento, non ri
conoscendo altri limiti che quelli impostimi dalla sana
ragione; e quella vigilanza che tu, o potere, eserci
tari poc anzi su me per tenermi conculcato, io la e

serciter per lo avvenire sopra di te, onde non abbi


a valicare i conni che ti segno, e ad abusare delle
forze che ti accordo per far eseguire la mia volont.

C. Caspitel che cambiamento di scena.


D. E in questa transazione sta appunto la Costituzione,
che il popolo si data, e che...
C. Ah. Ah! Ah!
DfPerch ridi?

C. Avete sempre parlato bene, ed ora mi uscite con


uno strafalcione cosi grosso.
D. Vale a dire?

C. Mi dite che il popolo si data la Costituzione, mentre


invece io leggo ogni terzo di nell Osservatore Tric:

atino che il tale o tal altro n ha accordata al suo


popolo la Costituzione. Vedete m...

sopportare innite soprafazioni dellappaltatore delle


pubbliche rendite, dal tesoriere, dalla guardia di

D. Non hai torto, o Carletto; ma devi altronde sapere


che la Societ, per quanto siasi affrancata, tien per

nanza, era continuamente tormentato da arbitraria


polizia; de torti che gli si facevano, o non rice

sempre in serbo certe frasi, che precisamente signi


cano il contrario di quel che suonano.
Ma tu coll interrompermi m hai fatto perder tempo;
l ora gi tarda; andiamo al lavoro. Per poco che
tu torni col pensiero su quanto ti ho detto, puoi
ormai
capacitarti da te e comprendere che I cosasia
la
Costituzione.
C. Ah! si, ed io ve ne so grado, Signor Demolo. Ma

fatemi ancora una grazia, risolvetemi un dubbio.


D. Spicciati.
C. Se il despotismo o (issolutismo volesse riprendere l an
tico fare, e tradire i patti della Costituzione come
adoprer il popolo?

D. lmpedirglielo, e gastigarlo.
C. I mezzi?
D. La stampa e la Guardia Nazionale.

C. Se non bastassero?
D. Il popolo!
Molinari.

'18 stampa libera.


Dialogo.

TRA SALVATOR GIORNALISTA ti CARLETTD ARTIGIANO.


Car. Benedetto da Dio! Come st? Perch, signor Sal

veva soddisfazione, o laveva dopo interminabili in


commodi; invocava giustizia, ma spese di qu, spese
di l, alla ne pur colla vittoria si trovava averci
giuntato assai pi di quello che andava ad incas
sare. Le cognizioni che si infondevatio nel popolo
non erano le pi necessarie. Tu stesso ti sei meco
lamentato parecchie volte degli ostacoli posti al li
bero commercio, all"industria, delle vane e lunghe
formalit processuali, della troppa complicazione
della legge sul bollo, per cui era miracolo se al
metter un po di nero sul bianco, non inceppavi
in qualche multa. Il segreto non troppo osservato

dei Giudizi civili e criminali era contrario al trionfo


della giustizia, all esempio, motivo questo princi
pale, che giustica le leggi punitive. ll glio del
popolo non poteva aspirare a molti impieghi, tutto
ch ne avesse la capacit. Le raccomandazioni dello
zio, dell amico, della amica, del servo, della serva,
del medico, del cuoco, del cocchiere, i meriti del
l arcavolo, del bisarcavolo ottenevano quello che
- non si sarebbe ottenuto colla sapienza di Salomone.
Bene, tutti questi ed altri madornali inconvenienti

spariranno colla libert della stampa.

I bravi uo

vatore, tanto tempo senza venire a trovarmi? si

mini, che abbiamo, faranno conoscere colla stampa


tutti questi malanni, meteranno al nudo tutti gli

accomodi, benedetto da Dio!


Salv..Le faccende, caro, di questi giorni non m hanno

arricciava il naso ad ogni parola detta a n di

permesso di por piede fuor di casa.

La libert

della stampa . . . .
Car. E dlli con questa libert di stampa! Che importa
a noi poveri diavoli di questa libert? Si migliori
la nostra sorte, si abbia abbondanza, quiete, meno
aggravj . .
Salv. Quello che vuoi; ma sappi che uno de maggiori
benezj si poteva fare da magnanimo Sovrano ai

gli suoi, pur quello della stampa libera, sarei


per dire che senza questa tutte le altre concessioni
o non avrebbero solido fondamento, o non potreb
bero condurre ai pi utili e felici risultati.
Car. Sar; ma non ne sono persuaso.
"alv. Ascoltami, che vo tentare di farti persuaso.
Car. Sono tutto orecchie; ma per carit la non mi con

fonda con belle parole; qui parli come pensa, e pensi


come parla, alla buona; non mi empisca di fumo,
mi persuada con ragioni alla mano, non mi lasci
di stucco con cianciafrttscole,lperch sebbene io

abusi, nulla avendo a temere dalla censura, che

bene.

Car. Capperi e cavoli! Ma sta a vedere se quelli che ci


governano, avranno voglia di ascoltare quello che
questi bravi uomini diranno a stampa?
Salv. Per forza, perch il Sovrano lo vuole, perch se
quelli che ci governano, Inon accoglieranno tutte le
buone misure loro proposte, non faranno il bene
della pluralit, saranno messi in accusa, processati,
e per lo meno mandati in qualche lontana campa
gna a prender aria. Vedi bene che il loro mede
simo interesse li costringer a dar ascolto a tutti
i giusti reclami, a tutti i buoni suggerimenti. Col
l accordare libert di stampa, un governo si mette
nella necessita di far il bene, perch l errore non
potr pi reggere alla luce della verit, che far
capolino da ogni pertugio. La forza morale, ed il

governo sar l espressione dei voti del popolo.


(La fine nel prossimo foglietto).

AVVIS).

non mi sappia n di rettorica, n di latinibus,

capiseo la ragione al pari d ogni galantuomo, e


dove la c' questa ragione, nemmeno le streghe
di Contovello mi impedirebbero di cavarle il cappello.
S011. Tu di bene, davanzo, meglio per te. Senti dunque
mio caro.
ll popolo, la povera gente, i poveri diavoli, come
tu li chiami, hanno bisogni, ai quali, sebbene giu
stizia reclami che si debba provvedere, rimangono
spesso ignoti a quelli che ci governano. Fino ad
ora pochi potevano farli conoscere, ed anche questi
o per ignoranza, o per poltroneria, o per non ti
rarsi addosso seccature, o perch ci trovavano il loro
conto, spesso li tacevano. Non ha dubbio, il po
polo, era malmenato in molte cose; i dazj, le ga
helle, le imposte soverchiamente gravose, non erano
ripartite come devono essere, e non si sapeva poi
un acca dove andavano a terminare tanti bezzi. Il

popolo per difetto di conveniente istruzione doveva

Ripetendo quello che fu annunziato nel foglietto N. 3,


inserire strettamente conformi allo
spirito di questa pubblicazione. Peraltro il leale sistema
nora seguito, e dal quale non si decamper- mai, di ga
rantire ogni articolo colla rma a tutte lettere di chi ne as
si ricevono articoli da

sume la responsabilit personale, non permette di accogliere


quelli che mancassero di tal requisito; e quindi gli articoli
inviati senza sottoscrizione non viddero la luce, e non la
vedranno se non vcngano legalmente riconosciuti (lai rispet
tivi autori.
La Redazione.
I

Il recapito della Redazione e presso la libreria Sclunbart ,


-ovc si ricevono gli abbonamenti a questi foglietti volanti, e ce ne fa
anche la vendita separatamente.

Trieste, Tipograa Weis.

_._/

Prezzo 2 Car.

_-_

=== Q-- ----

._

ANNUNZIQ
Sommamente interessa che il Popolo, rialzato alla sua dignit e chiamato a nuovi destini, si venga mano a mano

addimesticando con quello opere che levando gran rumore di se, oltre al merito letterario, sviluppano sotto sembianze
piacevoli e leggiadre tale 0 tal altra delle massime verit sociali a cui si incardina il grande edizio della rigenerazione
politica e morale dell'umanit. Ussia sotto la forma del romanzo, ossia sotto quella della storia, o altramente, i pi
utili ammaestratnenti possono ridondarne, e con tanto maggiore efcacia in quanto che si distillano goccia a goccia nel
sangue pel ministero potentissimo del diletto.
Nell intimo convincimento di questo santissimo vero, crediamo non poter meglio corrispondere al favore onde viene
incoraggiata la pubblicazione di questi foglietti al Popolo destinati, se non che aggiungendo ai medesimi in forma di se
parate Appendici una scelta di Amenit, Letterarie, per mezzo della quale rendansi popolari e diffondansi, ora per

intiero, ora coi migliori e pi caratteristici brani, quelle opere che in vista appunto al loro pregio e alla loro importanza,
diventano rappresentanti dell'odierno movimento progressista. Colla riserva di ampliare le accennate Appendici Letterarie,
di altre variet ed attualit, annunziamo intanto la pubblicazione ne modi suddetti, delle seguenti opere:
L ebreo errante di EUGENIo SUE.

La. Storia dei Girondini di A, LAMAm-lmg,

Il G-esnita moderno di V. GIoBERTI;


le due prime tradotte dal francese, l ultima riprodotta ne pi notabili e luminosi suoi punti.
Le quali Appendici usciranno congiuntamente ai foglietti del Popolo , sempre per staccate, al prezzo di 2 crnlani
per chi le prende unitamente ai foglietti del Popolo, e di 3 carantani per chi le acquista a parte.

'

(Al prossimo foglietto si unir la prima appendice.)


La Redazione.
_.----_-IQ;=_-

La stmlllf_l-bffffifww -

N- ,.._;-- Sale. Smetti, smetti, che non te n intendi molto di legge.

Fine del Dialogo

TRA SALVATOR GIORNALISTA E CARLETTO ARTIGIANO.

Car. Solita canzone. Parlo troppo in astratto, n vero?


Sala _ . _ . _

Car. Sta ancora a vedere se questi bravi uomini ivor-

Quel monopolio dell avvocatura

pare

d3111108o alla societ, Pemll (come dice Barbacovi

ranno scrivere, vorranno stampare?

uomo di molti numeri) oltre al produrre la negli

Salv. Vivi tranquillo. Molti lo faranno per il loro immediato interesse." Commercianti, possidenti, capitalisti g
che si crederanno aggravati, o esposti a malversa- ;

genza, il torpore, il trascuramento, lignoranza in


quelli, che hanno siatto privilegio, oltre al sofffo
care 1" emulazione che sorge dalla concorrenza di

zioni, faranno rimostranze, grideranno, proporranno

nIoII, Priva la societ di anll u0mn, Olle Per la

miglioramenti ne giornali, nelibri, ne proclami, e li otterranno, ed ove stiano bene essi, anche i

loro naturale disposizione, per le loro profonde co


gnizioni sarebbero i pi forti sostegni della sicu

poveri diavoli ne avranno il loro pr.

Molti lo faranno per pura lantropia, per umanit, e di queste buone persone ce n ha pi che
non credi.

Molti lo faranno per essere lodati, accarezzati, l

vada, essi avranno il fumo, noi l arrosto.


Car. Lei mi parla troppo per aria; o come dice il mio

rezza e felicit pubblica. Orbene: tanti giovani che

hanno il loro diploma (nel quale non sempre a


torto scritto uomo dottissimo, probissimo) che
hanno compiuto la loro pratica, e subito gli esami
d avvocato, si faranno -a gridare contro quel noci

vo monopolio per il loro interesse di trovar occu


1

pazione, ed a forza di scrivere e stampare vedrai

avvocato troppo in astratto. Molti lo faranno per il 3

che l awocatura sar dichiarata libera, e col libero

loro immediato interesse. Mi getti in soldoni queste I

esercizio di questa nobilissima delle professioni, sa

parole, come io replico spesso al mio avvocato.

remo purgati da un altra peste della societ, vo

Salv. Veramente a taglio lavvocato. Tu sai che lavvocatura sino ad ora fu esercitata da pochi privilegiati. Questo monopolio d un arte liberale mi pare
dannoso ai privati, che vi ricorrono, perch spesse
ate devono scegliere persone in cui non ripongono
tutta la condenza; perch pi pochi sono gli avvocati, per la necessit di doversi servire unicamente
di loro, essi aggravano oltremodo le speciche.
Car. 0h! qui ha tutte le ragioni del mondo. Servo tutto
il santo anno il mio avvocato nel mio mestiere,
ed alla ne devo per giunta pagargli buon gruzzolo
di gobbi per quella petizione, per quella replica,
per quella che so io conclusionale, che nulla conchiude, giacch si dovrebbe dir tutto nelle anteriori

scritture.

i
l
I

dire i facendieri. Ma in Trieste non ven ha pur


la semenzal
Car Alto l! parli come pensa e pensi come parla. So
pur io dove va la volpe quando ha compiuto i tre
anni.
'
Salv. Bene, bene, se a Trieste ci ha de facendieri an
dranno co loro grimaldelli a pigliar lumache.
Car. Perfettamente d accordo, come pelle e camicia.
Sala. Ma io t ho detto che molti bravi uomini lo faranno
per lantropia. Che non diranno gli umanitarj, i
veri loso sulla deplorabile disuguaglianza legale
tra cattolici ed israeliti? Sulla ingiusta e dannosa
loro inabilit a possedere immobili? E che? non
sono essi pure nostri fratelli? E non vestono la

stessa nostra carne? Le loro idee sul vizio e sulle

A\_
t

virt non sono le nostre? La santa nostra morale

non basatasulle sacre carte dellantico Testa


, mento? ll Diofche essi invocano, non il nostro?

L- La legge cheosservano, non fu a noi pure impo


sta--?jE poi fondamento di nostra religione non

l ainore verso tuttilgiusto Dio.. .

Car. Alto l, alto l, si lasci il predicare ai frati ed


ai preti.

Salv. Ghe predichino pure questi veri. lo diceva cosi per


conchiudere che a molti abusi porr rimedio lo zelo
de! losofo, che, non pi impastoiato, potr libera
mente proclamare la verit per amore del suo simile.
Del resto la stampa libera porter con se molti
altri vantaggi indiretti, p. e. aumenter la circola
zione del danaro, occup. . . .

Car. Per San Giusto! che? si stamperanno anche danari?


Salv. La libert della stampa inviter alla pubblicazione
de loro pensamenti molti, che se ne ritenevano per

le meticolosit e puerili evirazioni della censura. Gli


stampatori assediati di commissioni, dovranno ac
crescere il numero de Compilatori, de torcolieri, de
con-ettori e che so io, ed ecco dischiuso un altro
larghissimo canale all occupazione, al lavoro, che
com giusto, deve avere il suo compenso. E

ternazionali, che vanno a nire d ordinar0 colla


guerra.

Car. Che Dio ne liberi dalla guerra!


Salv. Qualche rigore preventivo userei colle opere tea
trali, perch il male prodotto da certe recite sa
rebbe irreparabile.
Le pene poi che imporrei alle contravvenzioni in
fatto di stampa sarebbero sempre multe ed in via

di supplemento il carcere.
Car. E chi dovrebbe giudicare delle contravvenzioni in
fatto di stampa?

Sttlt. Apposito 'lribunale composto parte di giudici sa


lariati, e parte di giudici scelti dall imputato fra
un determinato numero di dotti.
Car. Basta, faccian loro.

lo a buon conto metter il

mio Beppo in una stamperia, perch cominci a fare

il suo noviziato.
Salv. (Guardando l orologio) Ma sai tu che un ora
passata, e che mi attenderanno a tavola.
Car. Se la vuol restar servita, far penitenza con noi.
Salv. Grazie! mia moglie farebbe almanacbi. Addio.
Car. Benedetto da Dio! Domenica mi porto il terzo nu
mero del Popolo ne suoi diritti e doveri.
Dott. Lodoletti.

non conti per nulla anche la maggior ricerca, e


quindi laumento di produzione della carta, manu
fatto che richiede di molte braccia? In ne non

Sulle elezioni.

sentiremo forse pii letterati, i loso, i cultori

11.

delle scienze a menar tanti lamenti sulla loro mala

Nella citt nostra sono tre sole categorie di abitanti


ricchi poveri e mediocri, nulla quasi potendo conside

fortuna.

'

Ca-r. Parmiveder alcun che di chiaro nella libert della

rarsi l altra dei nobili e dei grandi. Di queste tre cate

stampa; ma ci sar l inconveniente che adesso si

gorie la preponderante quella dei mediocri, circostanza

stamperanno di tutte le minchionerie, si offende

notevole, che non a dire di quanti beni \possa esser

ranno i costumi, l onor privato; si parler male -

feconda nel nuovo ordine di cose in cui test siamo

dei frati, si pubblicheranno robe che dovrebbero

entrati. E invero, se la virt non , al detto dei saggi, '

restar sempre segrete. . . .

che una mediocrit, ne viene di conseguenza che la vita

Salv. Ho capito. Gli abusi sono inseparabili da ogni u


mana instituzione. La sapienza sta nel diminuirli,
e buone leggi potranno reprimere se non tutti i pe
ricoli della libert della stampa, molti certo.

Car. In qual maniera?

Salv. Senti cosa disporrei io in proposito. Per le opere


che trattano ex professo di religione, vorrei che la
censura preventiva conservasse tutto il suo rigore,
per la vorrei esercitata dai singoli vescovi dioce
sani. La religione cosa troppo sacra, perch o
gnuno la possa trattare senza vincolo alcuno, e
d'altra parte gli errori in fatto di religione, se
anche vengono tosto conosciuti, non lasciano di
produrre delle funeste conseguenze.
Stabilirei in secondo luogo che ogni opera, ogni
articolo, insomma tutto quello che deve essere stam

pato, porti il nome dell autore, vietando allo stam


patore di ricevere per la stampa manoscritti, dei

media sia perfetta e buona, ed all opposto quella che


d negli estremi. I mediocri pertanto, lontani come si
trovano egualmente dalluno e dall altro di tali estremi,
sono gli uomini che dobbiamo di preferenza chiamare al
governo degli interessi nostri municipali, siccome quelli
che vivono a norma di questa vita perfetta, ed i quali

professando, piucclfaltri, devozione alle leggi ed ai ma


gistrati, riescono per ci stesso maggiormente idonei al

comandare, se vero l assioma: saper ben comandare,


chi sa bene obbedire.
Le cose umane, dice il Bottero, vanno quasi na
turalmente mancando onde il tenerle ferme per guisa che
non scemino e non precipitino, impresa d un valor
singolare e quasi sovraumano. E questo ch verissimo

applicato generalmente, lo a mille doppi se lo si ri


ferisca ai gelosi diritti della libert , la conservazione de
quali non pu essere garantita che da un eccellente virt.
Ma le ricchezze sono madri delle delizie, e le de

quali non conosca, o non gli sia garantito l autore.

lizie nemiche delle virt. l ricchi furono, sono e saranno

Con ci un freno alla vilt di chi sotto il velo

sempre i pi disposti a sottomettere il collo ad ogni giogo

dell incognito volesse- offendere l onore, la riputa


zione privata. Con ci un freno alla smania di far
gemere i torchi sopra ogni iuezia, per non essere

straniero, a farsi schiavi d ogni servile ordinamento purch


sia fatta loro facolt d esercitare in casa propria la ti
rannia. Oltre di che non punto a sperare ch e de
pongano tutto d un tratto e intieramente quegli abiti che
sono in essi una seconda natura e pe quali vengono ir
resistibilmente forzati a non poter dispregiare quelle cose

esposti alle beffe; inne la certezza che le con


travvenzioni saranno sempre punite.
Stabilirei con precisione tutte le contravvenzioni
alla stampa, i sommi capi delle quali sarebbero
l intangibilit del Sovrano nostro, e Sovrani esteri,

il rispetto all onore de privati, e delle singole classi,


il rispetto ai segreti di famiglia, ai buoni costumi.
Car. Perch non si avrebbero a sindacare i Sovrani
esteri?
Salv. Per non dar appiglio a lagnanze, a dispiaceri in

che no a jeri appetivano con insaziabile avidit. E raro,


anzi pure miracoloso, trovare un ricco scevro d ambizio
ne, e l ambizione tal mostro che dove pone il Piede
ivi distrugge ogni ombra di ragion pubblica e di libert,
D altronde non adorando essi d ordinario altro Dio, che
il Dio Moneta crederebbero peccare di sacrilegio contro il
culto che professano dove lasciassero d operare tuttocci

che per far cumulo cade loro nell animo, troppi essendo,
purtroppo, gli esempi di ricchi ambiziosi i quali, sedotti
da questa ignobile passione, tradirono per ignomigniosa
mercede, o per la puerilit d una medagliuzza, dun na

strino, o simili altri balocchi, i pi sacri diritti dei loro


concittadini, la patria e le sue libert.

animo franco e dal fermo viso, ora specialmente che la


Costituzione tuttavia, a cos dire, una pianta senza

radice. In seguito questo bisogno non sar pi cosi ur


gente, imperoch -l amore della libert tanto forte ed
ha radici cosi profonde nell" animo di chi l ha goduta
qualche tempo, che il vincerlo- ha del dicile, e l estir

- Ben sappiamo l ambizione essere naturale all animo

parlo dell impossibile; e le imprese e i consigli di chi

delluomo sia qualsivoglia la condizione sociale a cui


appartiene, ma fuor di dubbio che l ambizione onde
suol essere di consueto inclinato l animo dei mediocri,
d una specie pi consentanea alla nostra natura, come
quella che non da fumo di nascita, da sordido egoismo,
da cupidigia di titoli o di ricchezze, n da smania degli

lo tentasse muoiono con loro, e i disegni e le delibe


razioni delle citt libere sono quasi immortali.
Circa all et in cui il cittadino debba considerarsi
idoneo ad esercitare la pi nobile di tutte le facolt,
quella di tutelare gl interessi e i diritti della sua patria,
si , anco di recente, disputato da molti, ritenendo al

applausi e degli inchini della stolta moltitudine, ma pro

cuni doversi stabilire per limite gli anni trenta; altri

cede da una sorgente pi casta e legittima, vale a dire


da un giusto sentimento della dignit umana, da una
stima ragionevole che l uomo fa di s stesso. E questa
specie d ambizione l ornamento dell umana natura, e

vanno ancora pi l, ed altri vorrebbero portarlo no

una bont morale, una vera virt feconda di affetti ed

atti magnanimi, che rende chi la possiede capace a di


simpegnare i pi difficili incarichi.
Integrit di costumi, temperanza, modestia, piet
cristiana, bont civile, profondo sentimento d onore, cura
gelosa per la conservazione e felicit del libero governo,
amor della patria non in vane parole, ma scolpito af
fondo nel cuore,

sono prerogative

che si piacciono

albergare, di preferenza, nell animo della classe mediana.

Un altra virt tutta speciale di questa classe, si


quella di saper osservare il decoro per modo che s al

ai quaranta. Noi con buona pace di tutti suniremo piut


tosto al giudizio d un nostro sommo scrittore politico, il
quale consiglia non doversi aver rispetto alcuno di et
'ma doversi cercare la virt in vecchio o giovane che la
si trovi. ,, E questa del tempo, dic egli, non ha replica,

anzi necessaria, perch nello eleggere un giovane in


un grado che abbi bisogno d una prudenza di vecchio,
conviene, avendolo ad eleggere la moltitudine, che a
quel grado lo facci pervenire qualche sua nobilissima a
zione. E quando un giovane di tanta virt, che si sia
fatto in qualche cosa notabile conoscere, sarebbe cosa
dannosissima che la Citt non se ne potesse valere al

lora, e che l avesse ad aspettare che fosse invecchiato

conciliare a chi governa lamore e la stima d ogni per

con lui quel vigore dell animo e quella prontezza della


quale in quella et la patria sua si poteva valere.
Ricapitolando il sin qui detto conchiuderemo: dover
chiamarsi al maneggio degli interessi nostri municipali,

sona, ed a spezzare le punte dell odio e dell invidia da

uomini superiori al timore, al personale interesse, ed alla

cui suol essere avvelenato il popolo pella preminenza

corruzione; uomini che sappiano sostenere il loro ufficio


con fortezza e costanza; che siano amatori di libert in
guisa da anteporla al padre, alla moglie, ai gliuoli:
che siano zelanti del pubblico bene; magnanimi senza

lontani dalla burbanza signorile e saccosti allegualit


cittadinesca, quel decoro ch il solo che sia atto a

del lnagistrato.

Su qualunque classe per sia per cadere la scelta


sar necessario aver riguardo, non a coloro che broglia
no, ma a coloro che riutano; a coloro che molto me

esser superbi, umili senza vilt, semplici nei modi, ma

ritando non domandano niente.

virili nei sentimenti.

E quei che riutano

giover costringere con quella dolce violenza che in si

Dotati soltanto di tali prerogative, e saranno quali

mili casi solevasi adoperare dai Veneziani in grazia duna


legge loro particolare.

esser devono: le mura della citt, e le colonne del po


polo; saranno gli Efori, vale a dire quel magistrato per

Sar necessario badare attentamente alla prudenza

cui si procedeva dai Lacedemoni ad impedire che l au


torit del loro Re non si stendesse pi di quello sofffe
riva la libert della loro costituzione. Ma dove succeda

che l individuo che vorreste eleggere suol impiegare nel


governo di s medesimo, ed a quella che nel governo
di sua famiglia, essendo indubitato che coloro i quali

non sanno reggere le cose proprie, meno ancora sa


pranno reggere le altrui.
Sar necessario badare, che non sia impigliato
in soverchie faccende essendo per antico sperimento
comprovato, che codesti faccendoni avendo l animoltutto
sepolto negli interessi loro personali, non sanno trattare
che imperfettamente quelli del comune, e di leggerissima
cagione hanno d'uopo per astenersi dal comparire alle
sedute o per assentarsene al pi tosto che possono, la
sciando, se occorre, i giudizi troncati e le deliberazioni

sospese.
Sar necessario badare ch abbia l indole generosa
e beneca conciossiach uno ch largo e benigno del
suo non sindurr facilmente a trapassare i termini delle
leggi per appetito dell altrui.
Sar necessario aver l occhio a coloro che sono
notoriamente risoluti e costanti nei buoni proponimenti,
affinch avendo essi qualche consiglio che ben s affaccia
all amministrazione interna del paese, non possa esser

gliene impedita l esecuzione da coloro i quali non isti


mano infamia l esser volubili per paura, per piacenteria
o per cupidit! A mantenere integri alla patria i diritti

che le competono, grand uopo di questi uomini dall

altrimenti, dove le comuni aspettative avessero ad esser

deluse, il popolo che non si lascia gabbare dalle appa


lrenze n dai ragiri; il popolo dir loro ci che quella
vecchia disse una volta ad Adriano: Rinunzia dunque al
tuo ministero, siccome rinunzi al tuo dovere; dir loro

ci che quel senatore disse a Tiberio: 0 fa da principe


o cessa di esserlo.
F. Cameroni.

L insegnamento libero!
La pi enorme, la pi pesante delle catene, quella
da cui, si pu dire francamente, gliavauo tutte le altre
come diramazioni, -a costituire la rete tta e tenace entro
cui strozzate, astiche, moribonde gemevano le nostre

povere libert; la catena mostruosa che pesava sullin


segnamento, nalmente caduta, rotta, infranta: non

pi! L insegnamento libero - andiamone pure e giusta


mente superbi; ma solleviamoci colla mente e col cuore

a tutta laltezza, s possibile, di quella luce che di


scender a innondar l universo, per fugarvi le tenebre
dense, vituperevoli, a bella posta e con rea arte mante

nutevi per lucro vilissimo di procurata e promossa igno


ranza, per vergognosa usura di obbrobriose serraggio.

La schiavit della Censura, impostaci da paura e


da malvagio calcolo, resaci anche pi insopportabile e
odiosa dalle prepotenze arbitrarie di universali e prez
zolati sgherri, per quanto folle, dura, enorme, insoffri
bile, pur nondimeno colpiva il presente, pesava sulle
nostre teste, e contro di essa, a dispetto di essa pote
vamo almeno maturare in silenzio il germe vivicante,
che al primo appello doveva sorgere e sorse gigante di

libert, e, lo speriamo, lo crediamo, lo vogliamo non


liaccher, n accetter mai pi i ceppi che altri volesse
ribadirgli addosso. Lo ripetiamo, la Censura, per la grazia
di Dio e per la Costituzione sparita, morta, fatta cada

compiere tutto ci che avremo noi cominciato, abboz


zato, ideato, lo faranno senza paura, lealmente, cosi

che virtuosi cittadini ne abbia la patria, e intrepidi di


fensori la libert.
Queglino che ne sentono tale lattitudine, e dico

scienza credono avere i talenti e le disposizioni a tener


cattedra, lo faranno senza vincolo di proibizioni; ma si

ricordino che contro gli abusi che si permettessero ve


glier la legge, e che tacendo le Censure schiave arbi
trarie, non tacer mai la Censura libera del pubblico
giudizio.

Senza freni viziosi, e senza pedantesche limitazio

vere, non colpiva inne che il presente, e noi presenti.

ni, la giovent studiosa potr alacremente attendere allo

Ma la schiavit, non meno enorme, non meno mostruosa


che pesava sullinsegnamento, di quali e maggiori e fu
nestissime conseguenze non era scellerata ministra? Essa
che direttamente immolava col presente l avvenire,

studio, e lo far. Sappiano i giovani che gli studii


saranno lunghi quanto a loro bisogner per istruirsi so
lidamente nelle discipline cui vorranno intendere; sap
piano che carpire con false apparenze, con illusorii pro

con noi i nostri gli, i nostri nipoti, coll attuale gene

tti un documento specioso, e le tante volte bugiardo

razione le generazioni venture.


L insegnamento, generalmente considerato, partiva
dal caritatevole assunto di uccidere comunque, dovunque
si presentasse, la scintilla del genio, voleva, e veggiamo

ormai industria decaduta, riconosciuta qual era igno


bile e perda barratteria; avvegnach altra va ad essere
la chiave per introdursi negli ofci, nelle magistrature.
Abbatlute le protezioni, tolti i maneggi, svelate le mene

quanto felicemente riuscisse, mantenere l aurea medio


crit, al cui tranquillo tepore la buona razza degli uo

oscure, ed altre chiavi che il presente strappa di mano


al passato per gettarle in mare di dove non escano

mini vegeta come sonnolento papavero sulla faccia della

fuori mai pi, la chiave del futuro, devessere una sola,

terra, onde la falce della tirannide, a due tagli, a cento

d oro purissimo - giovani, udite bene e tenetelo a

a mille tagli, tutti aflati e intinti di salutari veleni, vi


miete a suo grand agio quel eno marcioso di adula

memoria - sar il merito.


Vedremo quindi riformarsi gli istituti di pubblica
istruzione, quai pi quai meno , ma tutti difettosi sotto

zioni, di servilit, di prostituzioni, di apostasie, che poi


essa si divora, la buona tirannide, a crepapelle, nch
appunto, a edicazione dei buoni, ne crepa! E se per

avventura delle potenze superiori alzaronsi di soppiatto


qua e col sul pecorame, se a quando a quando am
melle vivide e risplendentl brillarono come stelle al di
sopra di una lenta e grassa fosforescenza, gettandovi,
come sprazzi elettrici, terribili profezie, ci non signi

ca niente altro se non che la nequizia degli uomini


non pu lottare contro il gran lume divino se non entro

- a certi circoscritti limiti, e in quanto Iddio lo permette


a nostro immenso castigo; ma senza che i tristi possano

mai colla loro nequizia spegnere questa favilla celeste


che arde nell uomo, che la Provvidenza vi mantiene, e
che o tosto o tardi li accieca e li uccide.
A qual pro insisteremmo davvantaggio sui mali in
niti, immensi, incalcolabili che la schiavit dellinse
gnamento seminava come ortica sul miglior campo delle
nostre speranze? Forse che vi sia chi li ignori o li
disconosca? Lo dicano i leali e onesti istitutori della

giovent, legati, oppressi tra le pastoie di una metodica


puerile, di una pedagogia pedantesca, condannati al sup

plizio d indigesti libri di testo, in mezzo a libri ottimi,


cui per ci appunto che ottimi era interdetto toccare;
lo dicano le tradite speranze delle famiglie, della patria,
dellumanit, ditelo voi giovani valorosi caldi della scienza,
troppo a lungo compressi e sagricati, che ad ogni slancio

il cessato sistema; vedremo sorgere in tutte le discipline


cattedre libere e liberali, severamente giudicate dalla
opinion generale, del quale giudizio far prova il con
corso degli uditori; vedremo scuole notturne, festive,
campestri, cittadine, e di tutte le forme perch la buona
istruzione arrivi a ogni classe della societ, dovunque son

uomini da disingannare, istruire, guidare al vero ed al


bene; vedremo i libri succedersi e svolgere le pi vi
tali quistioni, n invocando come prima una mendiaata

approvazione, bensi coraggiosamente attendendola e, tutto


al pi, sperandola dall innappellabile tribunale della
pubblicit.
i
Vedremom. E le son tutte queste n qui enu
merate, colle altre che rimarebbero a enumerarsi, son

cose cosi da poco che basti averle passate in fugace


rivista? L'insegnamento invece, ridonato alla sua li
bert e indipendenza, cui invocava e reclamava da tanto

tempo, ci conduce necessariamente a sviscernarne le in


teressantissime e solenni quistioni, nelle quali si pone,
come la mano nelle sue dita, come la ruota ne suoi
denti, come la leva nelle sue braccia.
Ebbene: di tratto in tratto, con speciali articoli,

riprenderemo successivamente ed una per volta quelle


grandi quistioni, che oggidi, senzaltro, diventano, per

lo stabilimento e la conservazione delle libert costitu


zionali, quistioni di vita o di morte.

d aquila, di cui vi sentivate capaci cd osavate da sotto


il giogo del cosi detto mstema degli studii, vedevate
piombarvi addosso la inesorata forbice e il brutale ba
stone a tarparvi le ali , ed a accarvi il collo eterna
mente. Lo dica, sopra tutti e per tutti la storia, dalla
quale libera, coscienziosa, indipendente i Popoli hanno

A. Falconetti.

Il recapito della Redazione presso la libreria Schubnrt,

tanto a istruirsi e non potevano; i Monarchi non meno


ove ai ricevono gli abbonamenti a questi foglietti

e di pi hanno a imparare e non vollero: onde eunuca,

e, peggio ancora bugiarda, tradiva i Popoli, rovinava t


Be...
Ma ora - ohl l insegnamento libero.

anche la vendita separatamente.

Queglino che esercitano con mandato del Governo il

santissimo ministero di educare a Dio, alla libert, alla

patria la rigogliosa generazione a cui commettiamo di

Trieste, Tipograa Weis.

volanti, a go no f.

20 Aprile 1848.

Prezzo 2 Car.
-l

I).

i,l

n.

J,

NEI SI DIRITI ~~ Dv
Vere condizioni geograche e sociali
di Trieste.
Primo Articolo.

So quanto sia ardua impresa questa a cui mi ac


cingo di avvicinare un argomento qual quello delle
condizioni di Trieste, cosi palpitante di attualit, e di

narne i lembi davanti che chindonsi al collo, ma senza

che si tocchino. La capacit della sala rappresenter


un gran tratto della massa immensa di acque (Oceano
generale) che cuopre tre quarti della faccia della terra ;
il mantello spiegato dinoter quel maggior lembo di terre
unite, che fu il primo abitato dagli uomini (l'antico
Continente) e che iiguardianio noi, non , puramente

ciamolo pure francamente, con qualche animosit agitato


e con molti pregiudizi, con troppa foga, e forse non

suddiviso in tre gran parti (Asia, Africa, Europa), l

sempre abbastanza consideratamente messo avanti in e


poca, com la nostra difcilissima, in cui tutti guardano
con sdegno il passato, oscillano pel presente, tremano
dell avvenire ed -al colore di queste passioni tingono il
pensiero e la parola. ll Popolo peraltro deve anch esso

lembi un tantino disgiunti, dinoter il gran mare che


diciamo il Mediterraneo, il quale, bacino immenso lungo
pi di 2 mila miglia, fa invito all Europa, all Asia ed

aprire gli occhi; non pu a meno di decidersi nelle


grandi quistioni che si agitano intorno di lui, sopra di
lui nella giornata, in quanto che non sono pi i tempi
in cui esso rimaneva ozioso e inerte ad aspettarne le
soluzioni; oggidi che il popolo chiamato energicamente
ma con lealt ad ajutare le soluzioni medesime.
Quindi con animo riposato, senza parzialit, spas
sionatamente e di coscienza, ma nel medesimo tempo
con franco coraggio o con libera sicurezza non esito

punto a sviluppare tutto ci che, a mio avviso, importa

di considerare attentamente in proposito, onde il Popolo,


se vorra seguirmi passo a passo, e se trover giuste le
mie osservazioni, che sottopongo a quel tatto infallibile
e a quel buon senso che in grado eminentissimo e sem
pre lo qualicano, possa debitamente e con cognizione

di causa apparecchiarsi a discorrere, discutere, proporre,


deliberare in soggetto che lo riguarda tanto da vicino,
che anzi suo esclusivamente, perch n' collegato,
connesso, unicato il suo proprio e maggiore interesse.
Se non che al pari d ogni altra provincia, d ogni
territorio, d ogni citt, d ogni porto di mare, Trieste
una frazione di quel tutto che abbraccia le provincie,

i territori, le citt, i porti di tutto il mondo, o anche


se vogliamo un porincalzarci sul nostro, dellintiera

Europa.

Trieste una particolarit di tutto quellin

incavatura nalmente o vano al collo del mantello, coi

all Africa di collegarsi in un comune interesse di rela

zioni e commerci, aprendosi per lo appunto in mezzo


ad esse ad agevolarne e promuoverne le comunicazioni,
mentre dall" angusta apertura (Stretto di Gibilterra) pos

sono questi interessi alleati spandersi al di fuori sopra


tutta la rimanente supercie del mondo, transitandovi a

qnell Oceano (l Atlantico) che gli d le sue acque. Il


Mediterraneo dunque il colossale anteatro dei com
merci maggiori del mondo, chiuso com' a settentrione
dalle pi lloride contrade dell Europa meridionale, a
---levante dalla veechia ma inesauribile Asia, a meriggio
da quella zona ridente e ferace ch la pi doviziosa e

fortunata di tutta l Africa dove arsicciata nel resto e dove


bruciata dal fuoco dei tropici e dellequatore; aperto so
lamente a ponente ov la porta per cui si passa all
Oceano senza conni, e la quale ancheggiata, come

stipiti, dalle coste di Spagna verso Europa, da quelle


del Marocco ver Africa.
Ninna maraviglia se i commerci del mondo ori
rono dalla pi remota antichit nel Mediterraneo come
in loro sede: cosi voleva la natura, cosi decretava la
Provvidenza che prepara gli avvenimenti a sua posta,
onde gli uomini, cui tocca la parte di esecuzione, men
tre credono di creare, ubbidiscono alle leggi altissime

che li governano. E guai se a quelle ribellansi! La Fe


nicia, Cartagine, la Grecia succedendosi a vicenda ebbero
il monopolio del Mediterraneo, perch il vizio di sop

sieme, complesso, risultamento, ch la generalit. La


onde anche nelle relazioni commerciali, industriali, ma
rittime bisogna prima stabilire le condizioni generali,
onde ne risulti la condizione analoga, conseguente del
particolare. Quando avremo attentamente studiato le com

piantare si fa gigante ove le circostanze di tempo e di

binazioni dellintiera macchina dell oriuolo nel momento


ch essa agisce e spinge l ago indicatore del corso del

all ire cieche e torbide osano persino affrontare i de


creti Provvidenziali - vi riescono intanto; ma forse che

tempo, allora soltanto ne sarfacile non solo, ma anzi

gli uomini lavorano per l eternit?


L Europa ove il troppo freddo non assidera le
membra, n intorpidisce gli spiriti; ove il troppo caldo
non acca quelle, n questi snerva o svapora in fumi
immaginosi; ove una media feracit di suolo non lascia

possibile di assegnare ci che fa, come sta una delle


ruote individualmente in mezzo alle altre.
Non si pu accennare con qualche lucidezza alla
condizione particolare di Trieste, senza premettervi que

sto primo articolo sulle condizioni generali dei commerci


nel Mediterraneo.
Volendo essere popolare vengami condonnata qual
che-immagine, a costo anche che sia stramba, purch
ajuti l intelligenza. Figuratevi di distendere in mezzo

d una gran sala un ampio mantello, a modo di avvici

luogo ne favorisca i disordinati appetiti. Poi l Italia in

goi tutto, e dalle sue citt orentissime dett la legge


al mondo commerciale. Se nonch le grandi fortune de

stano le massime invidie; le quali per dare uno sfogo

sentire le privazioni del bisogno, ma non permette di

anneghittire nell ozio della passiva abbondanza; l Europa,


comech la pi piccola delle parti del mondo, domino
e domina tutte le altre coi nervi della sua attivit e in
telligenza operoso e perci inesauribilmente produttive.
Quindi doveva l Europa signoreggiare anche sul Medi

-\terraneo i commerci universali. Non tutte per le parti


d Europa sono ugualmente favorite di posizione da sedere
a pari in questo banchetto dei Popoli alle rive del detto
mare.

Ho tleltow\(--l\l6 l Italia ingoi tutto: strapp il

tributo co/ mercialeall Europa intiei-a, e nel pi pesante


dei mo C i; aguzzlle armi che doveano tentare di
lacerar

i anchi e tentarono.

Q r di che le navigazioni ver a ponente d Eu

alle acque fecondanti di quel gran ume che so0. Qui".


di si vide: che la via Oceanica, nata da spirito di e
mancipazione, buona che fu a riabilitare intieri popoli,
per essere isolata e deserta, per camminare come un
solco infccondo in mezzo al deserto dell Atlantico e
delllndiauo, non pu reggere: viziosa, ora maggior

mente che i monopolii non sono pi temibili, e che il


livello stabilito e sar mantenuto; fu chiaro che le

ropa, tentate dall ardito Genovese, e che, per una di

quelle ricompense impensate che Dio riserva non gi al


caso stupido ma allarditezza avveduta degli uomini in
trepidi, fruttarono il dono di un mondo novello, anzi

di due (America e Oceania); quelle navigazioni a lidi


nemmen sospettati, e che proseguite con ardore indici

bile restituirono alla faccia terrestre le vere sue forme


e proporzioni, fecero balenare in mente ai popoli euro

nazioni medesime d Europa men fornite di posizione sul


lllediterraneo, conservando le traversate dell Atlantico per
annodarsi coll America, devono, sotto comminatoria stret
tissima di tradire il loro tornaconto, comunicare coll
Africa e coll Asia, o per terra calando alle rive meri
dionali europee, o entrando anch'esse per Gibilterra nel
gran Bacino, ove tagliato, e sar, l istmo di Suez,

procedere di conserva con tutte le altre amiche sorelle,

pei esclusi dal Mediterraneo, e men vantaggiati in quello,


la grande idea di rompere il giogo, e strascinare sulla

alllndia, alla Cina, al Giappone, al mondo intiero.


Gi lo vediamo; e ci pruova che non ragioniamo

strada novella che il loro interesse andava a tentare,

sul falso: il commercio tende a ristabilirsi nelle naturali

l interesse eziandio del mondo.

sue sedi sul Mediterraneo , abbandonando le vie deserte.

La Spagna ed il Por

togallo, furono prime: Francia, Inghilterra, Olanda, ed


altre seguirono e scavalcaronle in breve - ed il Medi
terraneo fu disertato: e Venezia e Genova, che s erano
condotta in mano la somma delle cose, caddero esan
rite. Rifuggendo a quella porta fatale di Gibilterra, en
tro cui gli interessi di fuori erano e cosi a lungo rima

del Capo di Buona Speranza, e stringendosi ove ferve la


vita, ed ove le speculazioni impiegano cogli scali fre
quenti, coi nodi continui, come il ume che ingrossa

per mille affluenti. L Inghilterra che tarda a decidersi


per non perdere quell ascendente di cui gode ancora

do pericoli, sdando tutti e tutto, ossia a traverso dell


Atlantico in America, vergine ancora ne suoi immensi

colla gigantesca sua marina, onde pu sostenere con


meno danno d altri le lunghissime e anche viziose na
vigazioni, e con ci allontanarsi le temute concorrenze
dei minori; l Inghilterra ceder - e listmo di Suez

tesori; ossia pel Capo di Buona Speranza, all Oceano

sar tagliato anche dalla sua mano colle altre, perch

Indiano, e all India millionaria di tutti itesori del mon

altrimenti lo taglierebbero le altre senza la sua.

sti prigioni, i nuovi popoli slanciaronsi arditi, affrontan

do.

E le nazioni vecchie decaddero; e le nuove sali

rono a inarrivabile altezza. In breve Francia e Inghil


terra, schiacciati Portogallo eSpagna, imposero la legge
al commercio; e l Inghilterra segnatamente, piantando
radici in tutti i continenti, intrecciando le ramicazioni

della sua potente marina come rete immensa sullOcea


no generale, fece delllndia il magazzino di Londra, e

di Londra il bazar dell Indie e del mondo.


Ma intanto le istituzioni morali e civili maturavano.
La rivoluzione francese dell 89 che da sotto- una cor

Ed ora che il Mediterraneo avviato a ritornare


quello che Dio lo vblle, scavandolo a bella posta e non
a casaccio fra noi, che gura tocca all Italia, e alle terre
che l avvicinano e ne formano i prolungamenti geogra

camente inseparabili? L Italia un gran molo, un im


menso molo lungo quasi 300 leghe, largo mediamente
presso a 50; molo che biparte gran tratto del Medi
terraneo, ed a cui da levante, da ponente, da mezzod
affluiscono i raggi che le pi ricche speculazioni com
mercialildallAsia e dall Africa vogliano far affluire verso

tina di sangue mostr al mondo la rigenerazione dei

Europa, e da questa a quelle reciprocamente. L Italia

popoli, diede il segnale della guerra che a di nostri

come il braccio gigantesco d Europa, onde questa sten

non ancor terminata, a non dire che appena entra

de la mano della sua attivit al mondo in quel mercato


franco del mondo chil Mediterraneo; e a questo brac
cio attaccansi come ascelle le coste di ponente con Ge

nel secondo stadio delle sue belle imprese, senza che


un uomo ardisca assegnare per quanti stadii passer
ancora. Guerra santa della verit contro lerrore, del
bene contro il male, della libert contro la schiavit a dir breve di Dio contro i demonii? I pregiudizi tanti
e immensi che erano e sono, caddero e cadono come
gli scrosci di pioggia che la terra inzuppa e rigenerata

converte in umore vitale a pro della natura rinnovel


lantesi.
Come in tutto il resto, cessate le ire e le impron

nova, di levante con Venezia e Trieste: ed alle ascelle


come anchi le altre-coste da ponente con Marsiglia,
da levante con Fiume, Costantinopoli, Odessa.
E comincia a vedersi ov Trieste, come sta nel
gran mercato-franco dellEuropa col mondo, del mondo

coll Europa: ma sempre nel Mediterraneo.

A. Falconetti.

titudini di feriti interessi, si calcol. I monopolii non


sono pi comportabili colle idee nuove; non sarebbero
possibili. Le nazioni forti dei loro diritti, siedono fra

llo da accettare o da riutare?

ternamente al banchetto della redenta umanit, ognuna


di esse sulla sedia che la Provvidenza ha loro prepa
rata. Non si teme pi soverchianti dispotismi in poli

Ipp. Oh compare Sempronio... venite avanti; che siate

tica; ma nemmeno in commercio, nemmen nelle indu


strie che li alimentano. Che merito ne abbiamo noi,

ma del pari che colpa ne abbiamo se la nostra sedia


collocata pi avanti di tutte le altre?
E ragionando spassionatamente si vide: chei com

merci sono pi attivi quanto pi essi liberi annidano pi


centri di azione e di vita commerciale; che riescono pi
fruttuosi quanto pi mantengonsi nelle linee che la na
tura dei luoghi e delle cose loro assegna, come argini
l

Dialogo

FRA IPPOLITO n SEMPRONIO.


il ben venuto... che nuove vanno pel mondo? arri

vata la posta d Italia, di Francia, di Germania ?...


cosa portano: cosa si dice alla Borsa?

Semp. Ih ih! tu mi subissi colle domande; e le domande


che mi fai sono tali che a soddirfarle non baste
rebbe un intera giornata d estate.
Ipp. Oh diamine! sono dunque molte le nuove?
Semp. Molte e nessuna.
Ipp. Come, come?

Semp. Si, molte e nessuna. Molte, perch se ne conta


infatti dogni calibro e d ogni cotta; nessuna per

ch le cento lettere-che le portano sono tra loro

Ipp. Traditore si, perch se i buoni si riuteranno di

cosi repugnanti e contraddicentisi, che mentre le une

servire la
serviranno
Sentp. Scusami
non poter
riore alle

che si sono lette al caff Gioberti, al Tommaseo,

al Ferruccio ec. dicono bianco; laltre del Terge


steo, del Lloyd, del Casino Tedesco ec. dicono
negro: essendovene altresi delle terze, che si lessero

in terzi luoghi, nelle quali c miscuglio di bianco


e di negro, cosicch la una vera Babele, un caos,

un abisso da non ci capire una maledetta.


Ipp. Ma bianco o negro di su quello che hai raccolto.
Semp. Sarebbe ato perduto. Lasciamo che il tempo,
padre del vero, metta in chiaro le cose. Domani
o dopo la sapremo per il suo verso. Intanto ascolta
una verit arciverissima, che ha per tutte le sem

bianze d una menzogna, e la quale mi risguarda


direttamente.
Ipp. Su mo; racconta.
Semp. Ah ah ah!... in verit che ogni qual volta ci ri
penso mi viene da ridere a crepapelle. Ah ah ahl...
Sai tu chi questo tocco d uomo che ti sta ritto
davanti?
Ipp. Oh bella! mio compare Sempronio, mercante di
piccolo traffico, ma di gran credito, sagace, leale,
industrioso: ottimo capo di fa|niglia....
Semp. E Deputato municipale
Ipp. Deputato! Salamelecche: me ne consolo.
Semp. Come? non istrasecoli di meraviglia?
Ipp. lo? tuttaltro. Non so perch debba strasecolare.
Senzp. Eppure ti assicuro ch io non so capacitarmene in
nessuna maniera sebbene me lo abbiano ripetuto

uno ad uno cento elettori e ne tenga in tasca la


lettera di nomina con tanto di pitaffio; sebbene ab
bia veduto il mio povero nome stampato a lettere
majuscole s pei giornali, ed appiccato alle can
tonate; sebbene...

lpp. Lascia stare il sebbene, e giacch la cosa e CosI,


d qu la mano, compare: cinque e cinque dieci:

Viva il Deputato! vivano gli elettori!


Semp. Ecco: l ho detto io che mi avresti corbellato an
che tu, come quei signori lassuso che hanno dato
il voto per me. Pofiarilmondo! Deputato!.. io De

patria, verranno a servirla i tristi , e la


per le feste, te lo so dir io.
compare, ma quando un uomo sente di
accollarsi una carica ch troppo supe
sue forze, com il caso mio, io credo

ch egli sia anzi in dovere di rinunziarvi, e che


altrimenti operando e tradirebbe la patria.
Ipp. Tu, a buon conto, non puoi esser giudice di te
medesimo. Gli elettori, che sono i giudici compe
tenti, ti hanno trovato idoneo all ufficio che ti vo
gliono addossare, n tu poi opporti al voto de tuoi

concittadini.
Semp. Ma come vuoi, amico mio, che un uomo alieno
delle publiche assemblee, un uomo che ha vissuto

n jeri rimpiattato in un cantucoio del suo magaz


zino a maneggiarvi poche e minute faccende, possa

l di punto in bianco montare bigoncia, e fram


mezzo a un udienza di brave persone, trattare in
teressi di tanta importanza come sono quelli della
comunit, della patria? Quest'uomo dovrebbe con
dannarsi a star li come una statua, o come u

turco alla predica.

Ipp. Non so negarti, compare, che alla bella prima quel


dover mostrare il muso in faccia al pubblico, non
abbia a produrre qualche specie di confusione sugli
uomini specialmente di costumi semplici e d indole
ingenua, come tu sei. Mi ricordo anzi aver letto
che lo stesso Cicerone confessa non essergli acca
duto mai di arringare senza aver provato da bel
principio un po di tremito e di sgomento.

Semp. Giceronel... grazie dellavviso. E vorresti che


io... Oh no no: vado a dare la mia rinunzia.
Ipp. Ed io ad attaccarti il cartellone.
Semp. Ma sai che sei bello!
Ipp. Via via, dati pace: fa il desiderio de tuoi concitta

dini ed io m impegno di provarti ci che la tua


modestia e discrezione non ti permettono di cono
scere, cio, la tua idoneit a trattare al pari e

e sostengo che quei tali signori che ti hanno eletto,

meglio di chicchessia le faccende del paese dove


sei nato: ti far conoscere quanto sia viziosa quella
modestia la quale fa si che un uomo abbia ver
gogna della sua persona, della sua nascita, della
sua professione, della sua povert: ti far cono
scere come bene spesso la gente anche d inma
classe riesca pi acconcia al trattamento de publici

hanno mostrato d avere un buon naso, e la tua

affari che non coloro i quali, veduti a traverso di

putato? Ah ah ah, ridiamo compare che la da


ridere.

lpp. Oh questo poi no; non veggo di che s abbia da


ridere, se non ridiamo di gioia. Io per me credo

elezione mi d ottimo augurio a ripromettenni

una lente ingannevole, sono dal comune degli uo

degli ottimi effetti dal nuovo ordine di cose che si

mini designati collo specioso appellativo (Puomini

va a stabilire.
Semp. Ora vuoi darmi la unta; capisco... ma la opera
gittata, credilo, perch io conosco troppo bene me

di gabinetto. Mi rincresce ch ora sono vicine le


dieci e deggio andare in fazione co miei commili
toni, sicch ad altro giorno.

stesso, n sono cosi allocco da lasciarm innoc

chiare da quella strega ch l ambizione.


Ipp. Ebbene, che pensereste di fare?

Semp. Quello ch io penso di lavarmene le mani. Prima


di farlo per amo sentire anche il tuo consiglio.

Sentp. Dunque a rivederci. Infrattanto sospendo di dare


la mia adesione nch tu non m abbia provato ci
che ti riprometti e ch'io credo impossibile.

Ipp. Vuoi il mio consiglio? Eccolo, amico mio, in po


che e schiette parole. Il mio consiglio che tu

Ipp. Molte cose, mio caro, a prima giunta ci sembrano


impossibili le quali dopo un po d'uso e di pratica
troviamo agevoli o piane. Ate: vedi questo schiop
po?... il di che me Phanno consegnato io credevo

vada all istante a dare la tua adesione, mentre in

doverci rimanere sotto schiacciato, tanto mi riusciva

caso contrario, ora che graziadio ci hanno levato


il morso di bocca e la stampa libera, ti pro
metto da quel buon compare che ti sono, ch io

pesante: oggi mi sembra una canna. Osserva:


Presentez - armes -- E11. avant - Pas accler Marclie . . . . .

pubblicher un cartellone tanto fatto nel quale far


conoscere come due e due quattro, che mio com
pare Sempronio rinunziando alla carica a cui lo ave
vano chiamatoi suoi concittadini, un traditore

della patria.
Semp. (iuggiole! traditore!

F. Cameroni.

Elementi del Governo Costituzionale.

I.

Essere quello lo scopo di un Governo costituzio


nale di agire nell interesse di tutti i govemati, e non

gi nell interesse d una classe sola o quello di certe classi


privilegiate cosa ormai che ognuno conosce ed ammette.

In questa sicurezza noi non ci permettiamo neppur


di dubitare che il nuovo Governo cui siamo chiamati
sia per costituirsi in modo che tutte le opinioni dei
cittadini possano manifestarsi fedelmente e francamente
senza tema di provocare gli antichi rigori o quelli del
recente quasi ostracismo di cui desideriamo si perda [per

sempre la rimembranza, che si abbiano a rispettare tutte


le rispettive gradazioni di pareri, a sentire tutti i pos
sibili partiti senza alcuna differenza tra loro, a ponde
rare senza prevenzione gli interessi e generali e locali,
ad ascoltare perultimo no i pregiudizi e municipali e

provinciali che si potessero coltivare per quanto ci sia


possibile.

Siamo convinti del pari che non ogni cittadino possa


esercitare direttamente la propria influenza sopra gli atti
del Governo, abbench la costituzione ne dia il diritto,
ma che si renda indispensabile la scelta di un dato un

mero di deputati nei modi convenienti ai desideri ed al


bisogno dei tempi, cui possano affidarsi le singole in
fluenze ed il modo di appoggiarle in faccia a tutta la
Nazione, e questa rappresentanza in verso l esatto ri

spetto del principio fondamentale di qualunque elezione,


che il voto della maggioranza abbia in ogni caso a pre
valere, e che la minoranza debba mantenersi passiva
mente sommessa ai voti ed alla decisione di quella.
Ma concorrer non possiamo nell opinione di coloro
i quali sostengono che il diritto di tutti i cittadini, e
sclusi soltanto gli individui incapaci di legalmente mani
festare la loro volont e le donne, di dare il loro voto
nella nomina del deputato o dei deputati della loro citt,

o luogo di campagna onde formare la desiderata rappre


sentanza, sebbene convenga alla costituzione particolare
dei municipj e dei distretti, non sia pi esercitabile ove

si tratti di rappresentare pi citt, una o pi provincie


e tutto uno stato composto di provincie diverse, e che
perci si abbiano aregolare le elezioni sulla base delle
imposte dirette e dell agiatezza.
E che? E forse la terra, la ricchezza che si deve
rappresentare? o l uomo, il cittadino?

Per l impossibilit materiale ed assoluta che tutti


prendano una parte attiva e di fatto negli.atti del Go
verno, tutti i diritti costituzionali si possono ridurre ad
un solo, al diritto cio d ogni cittadino di dare il suo
voto nella nomina della rappresentanza nazionale.

Questo il solo mezzo di controlleria sopra le o


perazioni del Governo, di cui ognuno possa far calcolo;

il solo ed unico mezzo onde resistere all oppressione,


richiamare 1 attenzione generale sopra una questione qua
lunque e provocare le debite riforme.

Non vale il dire che i ricchi abbiano un interesse


maggiore di ben reggere le cose pubbliche, i poveri un
interesse minore, ed anzi del tutto indifferente.
Il povero difender l unico suo orino, i pochi
suoi cenci, le vecchie sue suppellettili collistesso acca
nimento colla ragione e coll ardore del ricco che difenda
le sue migliaja di talleri, le sue gioje, i suoi vasti po
deri, e nel orino del povero e nei miserabili suoi a

veri si concentrano tutti i diritti di propriet sacri ed


indivisibili, non meno che nei talleri moltissimi dei fa

coltosi.

E poi. Perch vogliam noi limitare il diritto di


suffragio nei pochi gi provveduti di Beni di fortuna,
ed accrescere la loro influenza nella rappresentanza del
la nazione? La ricchezza ha pur troppo una forza par
ticolare, una forza che al giorno d oggi si pu dire

naturale, e non giusto che il possente si ponga in


grado di accrescere la sua possanza, il forte la sua forza ,
per ci solo che son gi forti e possenti.

Ove si escludano alcune classi di cittadini dal di


ritto di votazione nell elezione della rappresentanza na
zionale non pu a meno di nascere, di prosperare, di
trionfare alne una nuova aristocrazia ereditaria, la quale

non farebbe che accrescere i mali in cui abbiamo sinora


vissuto pur troppo per molti anni.
Dr. Vecchi.

Anedoti sulle elezioni.

Il Deputato Berwick ebbe una volta a rispondere


a suoi committenti, che gli raccomandavano di votare a

norma dei loro interessi: al diavolo le vostre istruzioni:


io vi ho oomperati, io m vender.
In un elezione a Shrewsbury, un nfziale a mezza
paga, che non risedeva in quella citt, si fu condotto

da Londra con molti altri votanti a spese di Kineston,


uno dei candidati. L ufficiale prese parte a tutti i fe
stini che il candidato diede a suoi partigiani, ma il giorno
dellelezioue egli vot a favore d un altro. Siccome
alcuni gli facevano rimprovero per questa strana condotta
e sleale: Signori, dissfegli, io ho fatto molte campa
gne, e mi ricordo che il nostro generale ci raccomandano

sempre di prendere i -nostri quartier-i in casa delfinimico.


Sir John Vood, volendo ottenere il voto d un par
rucchiere a preferenza di sir James Beleld, voi sapete,
amico mio gli disse per sedurlo, che ultimamente io vi
ho pagato a larga mano allorch vi domandai per farmi
sbarbare; cinque ghinee per una barba credo che sieno
un onesta mercede. Una generosit ne domanda un altra;
io spero dunque che mi darete il vostro voto. -- Io lo

Rispetto ai singoli non si estendono ad altro li

vorrei di tutto cuore, rispose il parrucchiere; ma sir

vantaggi della costituzione.


A nessuno si pu adunque togliere il diritto di dare
il suo voto nelle elezioni dei deputati alla rappresentanza

James d lo stesso prezzo per una barba, e gi nora


si fatto sbarbare due volte.

nazionale, senza degradarlo dal rango di libero cittadino


per farne un semplice abitante di una terra per lui in

dilferente e pressoch straniera nel seno della propria


sua patria.

La quiete dei popoli, la prosperit del loro com


mercio, il loro progresso nelle scienze arti e mestieri,

la gloria loro e la libert , la loro vita dico si manten


ne sempre in una proporzione diretta coll ingerenza della
moltitudine nelle cose di pubblico interesse.

Il recapito della Redazione presso la librerie Schubert,


ove si ricevono gli abbonamenti a questi foglietti volanti. o lo ne fl
anche la vendita separatamente.

-W-m-v-w-Iv-M

Si potrebbe escludere con legge particolare i soli


oziosi e vagabondi.

Il loro sostentamento di peso alla societ. Non


meritano quindi l onore di portare il nome di cittadino,
n di godere delle prerogative di questi.

Trieste, Tipograa Wcis-

8.

Prezzo 2 Car.

IL rtroto ~
la madre di tutti e settei vizj capitali appunto per

I Giornali del Popolo.


Dialogo

TRA sALvATon GIORNALISTA a CARLETTO AnTIGIANo.

Salv. O di casal... Carletto ?... C nessuno?


Car. N.
i
Salo. (facendo un passo indietro alla vista di Carletto
ingrugnato) Che hai, carino? T hanno fatto qual
che mal tiro? Smetti quella ciera da ex-impiegato

di polizia.

Con chi l hai?

Car. Mi dica, Signore, era mo da buon cristiano venire


la settimana passata in casa mia per farmi cantare,
e mettermi poi in canzone su per i giornali? Al
manco almanco che in quel dialogo sulla Stampa

ch non sa cosa sia virt, e come la corrotta no


stra natura porti con se i germi del vizio, l igno
rante sappigliera a questo, che appaga per il
momento i suoi sensi, mentre la virt domanda
qualche sacrifzio, qualche privazione.
Car. Un momento,un momento. Lei ammette che venia
mo al mondo bricconi, quando il curato domenica....

Salv. Ti concedo che si nasca buoni, per certo che


collo svilupparsi dei sensi si sviluppano tutte le
passioni, che non vorrebbero limiti.
Nella tenzone di queste coi sentimenti buoni
credo che 1 ignorante cercher sfogare in ogni modo

le prime. Si istruisca questuomo-belva,

ed

libera io dicessi quello che in realt ho detto con

egli si convincer ben presto dell esistenza d una

lei; ma ella si messo in bocca sua quel po di

buono, di savio che si ragionato tra noi, ed ha

legge suprema, che gli impone doveri verso Dio,


verso se medesimo, verso gli altri uomini. Si istrui

affibbiato tutte le minchionerie a me quasi fossi un

sca di questi doveri, e non sar intemperante, non

allocco, caduto adesso adesso dalla luna.

sar ubbriaccone, perch l intemperanza danneggia


la salute, la vita, di cui Dio solo pu disporre, e

polare! non so chi mi tengam.

Stella

Salv. Carluccio mio! Pupilla del mio occhio destro!


Chetati che la Stella polare non luccica pi nel
rmamento, e quel dialogo non appena vide la luce

lubbriachezza privandoci del pi bel dono, che ab


biamo ricevuto, della ragione, ci rende uguali al
orco a al sommaro a e Cl im edisce lademP imento

della stampa, mor, e

d ogni nostro dovere.

Oltre il rogo non vive ira nemica; dice il Monti,


e prima di lui credo lo dicesse Virgilio Marone di

L uomo istruito non sar avaro, perch capir


che le cose di quaggi non ci furono date che per
i nostri bisogni e per quelli del prossimo, e che
egli non pu, non deve cercare la sua ultima feli
cit in queste caduche cose. L uomo istruito non
sar fraudolente, perch capir che gli inganni of
fendono la giustizia; e perch capir che l inganno

Mantova.
Car. (sorridendo) Lei conosce il mio debole, e quando
mi vede li li per dar gi, taffete alcune parolone
che mi lasciano con un palmo di naso; bisognava
dirle in latino per fare maggior colpo.

Si faccia

pi avanti, sieda.
Salv. Ve, Carluccio mio, cosa t ho portato; i primi

quattro numeri del Popolo nei suoi diritti e doveri;


tienteli, che te ne fo un presente.
Car. Cocomeri! e a che riusciremo con tanti giornali che

si stampano? Ne avranno qualche utile anche ipo


veri diavoli?
Salv. Grandissimo. Lasciamo i giornali meramente poli
tici a quelli che guidano la barca, ed a quelli che
per i loro vasti interessi, devono pi specialmente
essere informati di quello che accade al di l della
lanterna ed al di sopra di Optchina. Lasciamo i

giornali letterari e scientici a quelli che si consa


erano unicamente allo studio.
Diamo al popolo (l) giornali pi alla buona,

e non pertanto meno utili di quelli.


Sai tu come meglio staremo, se il popolo sar
bene istruito? Il popolo istruito diventer pi mo
rale, imparer ad essere galantuomo, sar pi eco
nomico, per conseguenza avr pi mezzi per sod
disfare ai suoi reali bisogni, sar meno esposto
alle soprafazioni, pi indipendente. L ignoranza
(1) Dal complesso del dialogo ci pare che Messer Salvatore d
alla parola ,, popolo ,, un senso assai meno ampio di quello che noi
cI abblamo dato nel primo Numero.
\
La Redazione.
l

alla ne torna sempre dannoso all autore per la"

diffidenza, che di se inspira agli altri, i qualinon


vorranno aver pi a che fare con lui.
Car. Si,si;ma tante volte linganno non scoperto, ed
io vedo certuni far baldoria col sangue del pupillo,
della vedova, coi depositi loro aidatie non restituiti.
Salv. A buon conto tu devi avere annasato le frodi ge
suitiche di questi matricolati birbanti, e te ne guar
derai come dal diavolo. Ma se anche la frode ri
mane nascosta, questo toglie forse che non sia
una violazione dei doveri proprj e dei diritti altrui?

L'uomo che se n macchiato, non sar in preda


ai continui rimorsi della propria coscienza? E se
anche questa tacesse, non vero che le partite si
saldano in un altro modo?

Il popolo istruito non sar pi tanto vendica


tivo, perch capir che colle vendette private si
lede un diritto della societ, la quale fu appunto
costituita per ribattere e punire gli attacchi dei mal

intenzionati, e perch capir che colle vendette pri


vate si andrebbe a terminare in uno stato di con
(2) Ugo Foscolo nel suo Carme sui sepolcri chiam gli uomini
umane belve, forse non per altro che per aver letto da Orazio che i
pittori ed i poeti si possono prendere ogni licenza. Si dovrebbe dire
che lllesser Salvatore ha letto Foscolo ed Orazio in prosa.

La Redanim.

tinua guerra. Il popolo istruito si avvezzer a ri


flettere e non isprecher il frutto de suoi sudori
in cosenocive, od inutili, e con ci sar econo
mo, avr labbondanza. Egli sapr trarre il mag

gior protto possibile dalle proprie fatiche, sia che


le impieghiha coltivare il terreno, sia che le ap
plichi all industria manufatturiera. Egli avr gli

Ve, con pochi carantani alla settimana, ed in


poco tempo ti puoi acquistare un capitale dico
gnizioni, che ti sar di grande soccorso in tutti gli

accidenti della vita, la quale ti scorrer davanti pi


dolce, pi quieta, pi abbondante.
Ca). Sar quello che lei dice, ma poi sicuro che
quelli che- scrivono nel Popolo non ci corbelleraii

occhi pi aperti, e non sar menato pel naso da


no, non ci venderanno crusca per farina?

ogni mascalzone; far valere le sue ragioni a-


vanti il giudice, avanti il commissario, avanti i

gabellieri, e sdo io allora a fargli veder bianco


quello che nerissimo, a fargli credere che ha

torto (quando ha ragione) solo perch non ha sa


puto ugnere le ruote, procacciarsi qualche racco
mandazione. Ohl cadr la boria, la tracotanza di
quegli impiegati, che immemori del proprio carat

tere, della propria missione, alzavano la cresta ad


ogni risentimento del povero, e lo trattavano peggio

che un cane. Mi sanguina il cuore quando penso


alla brutale alterigia, al brutale disprezzo con cui
era ricevuto il tapino ne pubblici ufficj da certuni
che pure eran posti a guardia degli eterni principj
della giustizia, la quale dev essere umana, man
sueta, benigna. Ahi! Che erano spesso causa del
malumore, del discontento, della mormorazione del

Salv. Oh! nemmen per sogno. Essi amano troppo il


popolo, troppo loro duole di quello che ha sof
ferto sino a questo di, per farsene giuoco. Essi
pure sono soggetti a responsabilit, e guai a co
loro, guai se avessero ad insegnare cattive cose.

Leggi, leggi il Popolo, dllo in mano ai tuoi putti,


com e ti diventeranno ubbidienti, assidui al lavoro,

buoni a qualcosa, galantuomini.


Cm. Giannetto! Giannetto lascia quel balocco e leggi
queste carte, che me ne dirai dopo alcunch.
Salv. Bravo Carletto: l uomo che ne avrai da questo
putto.I ma fa in modo che non veda in te il con

trario di quello che scritto in quei fogli, perch


l esempio ha pi forza della verit stampata!
Stammi bene.
Car. Padron mio! Servitor suo!

popolo quelli stessi che dovevano dare l esempio


della moderazione, dell amore, dell eguaglianza di
tutti gli uomini.

Gol popolo istruito non troveranno fortuna le


gherminelle deplorabili dei portieri, del carceriere,
dei secondini ec. ec. ec. ec, E sar pi ubbidiente

Dott. Lodoletti.

Ricchezza dei Popoli.

alle leggi, perch sar in grado di conoscerne la

bont intrinseca, perch si convincer che senza


leggi non possibile la societ.

In ne se al magistrato, ora che composto di


persone di testa, parr bene di estendere un po
pi il diritto di rappresentanza, non potrai essere
scelto tu stesso a rappresentante degli artigiani?

E se sarai bene istruito, non ti potrai far onore?


Car. Isltruito, istruito, e come si fa ad avere questa
istruzione, occupati da mattina a sera per guada
gnare un tocco di pane?
Salv. Se mi lasciavi dire, sarei venuto al tandem. Il
mezzo pi acconcio pcl popolo si di procurarsi
e leggere quei giornali, che sono fatti apposita

mente per lui, semplici, piani, alla mano, che


tendono ad infondergli le pi necessarie verit, a
fargli. conoscere la propria condizione, i mezzi di
supplire lecitamente ai suoi bisogni, a suggerirgli
con chiarezza, con amore tutto che lo pu guidare
a star meglio.
Car. I giornali costano.

Salv- Il vero giornale popolare si pu avere con una


miseria. Guarda, per esempio il Popolo nei suoi

Noi abbiamo dei bisogni; chi non lo sente? e tali bi


sogni medesimi ci determinano al sagriticio ch' necessario
per ottenere quei prodotti appunto clie sieno capaci a1 sod
disfacimento dei bisogni stessi. Tale sagrilizio consiste tanto

nell'assoggettarsi clie facciamo a creare da per noi mede


simi i prodotti che ci occorrono; quanto nel dare in cambio ,
per averli, altri prodotti che abbiamo precedentemente aqui
stato. Valga un esempio a schiarir meglio queste verit fon
damentali, clie hanno bisogno di essere ben comprese, ap
punto perch fondamentali. Un uomo, come tutti gli altri,
ha bisogno di Inangiare; e quindi gli occorre pane per la
soddisfazione di quellimperiosa necessit; egli adunque si
sagrica o coltivando la terra per averne il prodotto del gra
no di cui far pane; oppure si sagrica facendo il fabbro,
il falegname o altro , di maniera che producendo ferrarec
cie, utensili, suppelletili possa cambiare tutto ci col pane
che gli bisogna.

\
Peraltro i nostri bisogni non sono tutti uguali, anzi
diferiscono immensamente nell indole, nell intensit, nel
grado. Tanto vero che si estendono da quelli iinperiosi,

cui per avventura converrebbe meglio il nome di necessit,


nel soddisfacimento dei quali risolvesi precisamente la gran
quistione di vita o di morte, ne dipende la nostra esisten
za, e a grado a grado discendendo arrivano n alle pi
lievi inclinazioni, agli stessi capricci, che nondimeno piglia
no le tante volte la consistenza dei veri bisogni e perno

di necessit morali, onde ci slruggiamo ad appagarli come

diritti c doveri non costa che due carantani il fo

gli altri di prima e iiideclinabile urgenza.

glietto, e mi pare che sia un buon giornale. E


fatto per i tempi che corrono; si cerca di adattarlo

bere, ecc., sono necessit; il ripararci dalle intemperie,


bisogno; correre a cavallo, andare a teatro sono inclinazioni;

all intelligenza di tutti per avvezzarli al novello or

fumar tabacco, prender gelati e inniti altri sono capricci,


Aggiungasi che un godimento, un piacere accompagna

dine di cose, facendo conoscere i diritti che que

Il mangiare, il

sempre la soddisfazione di ciascheduu bisogno, a qualunque

sto porta, ed i doveri che impone.

Car. Ma si perde tempo a leggerlo.


Salv. Quella mezz ora che impieghi a leggerlo, puoi
bene riacquistarla col trattenerti meno all osteria,
alla betola, col lavorare il luned, invece di spre
carlo cosi malamente nello sbevazzare, nel giuoco,
nelle risse, nellozio.

categoria esso appartenga; dal che ne viene che queste e


spressioui: provvedere ai nostri bisogni _: moltiplicarci i
godimenti _ ed anche contentare appagare I nostri capricci,
presentano idee d'una e medesima specie, e tali che non
dilferianziano tra loro se non per insensibilissime.sfumature.

Ed a notare eziandio che noi, abbiamo bisogni come


individui, ne abbiamo come membri della famiglia, e non

come membri dello Stato.

Quelli delle due prime classi

dnno luogo ai consumi privati, ognuno vipensa da se,


come pu, meglio che pu; ma quelli dell'ultima categoria
conducono i consumi pubblici, ed a questi occorre fermar
l attenzione di tutti, avvegnach collegansi alla Ricchezza
dei Popoli, la stabiliscono, la formano, sono la Ricchezza

medesima.
Le quali idee generali si appoggiano ad un altra non
meno fondamentale: la propriet. Occorrer (limostrare a
parte e con apposito articolo, il quale sar primissimo in
ordine a Pubblica Economia, cosa sia e come stabilita la

Propriet. Riteniamo intanto esser dessa un possesso rico


nosciuto. Non possibile ricercare la maniera onde si [or
mano, si distribuiscono e si consumano le ricchezze senza

che vi possano essere ricchezze; e ricchezze non possono


esservi create, distribuite, consumate, senza propriet.

La

quale offre agli uomini il lnaggiore degli incoraggiamenti


all'acquisto delle ricchezze, e conseguentemente alla pro
duzione.

Si d il nome di propriet anche alle cose possedute.

che hanno pu cambiarli con ci che gli manca e di cui


sente bisogno. Ma non sar ricco del pari anche quell al
tro che avendo vuoti i suoi magazzini capace di lavorare oggetti a mano a mano che gli occorrono per consumarli
o per cambiarti? Ricco quel popolo che ha possessori di
prodotti; ma ricco anche pi quel popolo che componesi di
attivi e indnstriosi e intelligenti individui atti a produrre.

Ho detto e sostengo, e il Popolo lo tenga bene a memo


ria, pi ricco il secondo del primo; giacch il primo a lun
go andare a forza di cambiare e consumare esaurir, se
non si mette a produrre; il secondo per quanto cambii e

consumi non esaurir mai perch sempre produce. Tanto


vero che la mia una supposizione onde farspiccate le
conclusioni a cui accenno; ma in pratica potrebbe sussiste
re il Popolo dei consumatori non produttori? La risposta
ce la -danno i Popoli stessi che procurano d essere attivi,
laboriosi, intelligenti per produrre pi degli altri, e quindi
cambiare e consumare pi di loro, e pi di loro godere.
ll valore delle cose dunque il termometro delle ric
chezze dei popoli. Gli consacreremo un articoloa s.

La propriet pi incontrastabile, come osserva Say, dal


quale scrupolosamente prendiamo quelle magniche e luci
dissime massime sociali, la pi incontrastabile di tutte

A. Falconetti.

quella delle facolt personali, siccomeqtrella appunto che


non fu data a niun altro, che tutta del nostro individuo,
non ci fu data dagli uomini, e da essi non pu esserci tolta

giammai.

Dio ce l'ha data, egli solo pu togliercela.

La

Illustri gli del Popolo

mente, il braccio, la mano, fonte e organi di tale santissi

ma nostra propriet chi giungerebbe a rubarci, a usurparci,


a conscarci, a incamerarci?

3. MASANIELL 0.
L'altra pi incontestabile che vien subito dopo, pre

seutasi nei capitali, dappoich fu questa originariamente


acquistata col risparmio, ond che dipende da noi, in
noi, i quali potevamo sprecando o notrrisparmiando toglier

Nel giorno 11 febbrajo 1646 Don Rodrigo Ponz di

le la possibilit di essere.
La propriet men di tutte onorevole la fondiaria,

Leon duca dArcos entr in Napoli col titolo di vice-re

ossia delle terre, poich sono ben rare le volte che, risa

lendo alle origini pi lontane e remote, essa non rimonti a


spoliazioni fraudolenti o almeno violente. Domandte ai
possessori delle terre come le hanno! essi vi risponderanno
che le tengono per cessione, eredit, compera, permuta 0

altro: e va bene; eglino sono in ordine.

Ma pregateli di

camminare indietro, indietro, nch, se fosse possibile, si

discuoprissero le sorgenti: oh! . . .


Ora: i beni che possediamo e che possono servire alla
soddisfazione dei nostri bisogni, ovveramente ad accarezza
re i nostri capricci e procacciarne piaceri, costituiscono la

Ricchezza. l beni ugualmente accessibili a tutti, di cui pu


godere ognuno a suo talento, senz obbligo di acquistarli,
senza paura di esaurirli, come sarebbero l aria, l acqua,
la luce del sole, e che gratuitamente la natura ci sommini
stra a tutti, possono chiamarsi ricchezze naturali. Siccome
per queste ricchezze non potrebbero essere prodotte, per
ch gi esistono, n distribuite; perch lo sono a larga ma
no e per chi ne vuole, n consumate perch inesauribili;
cosi la loro considerazione non spetta per nulla alla pub
blica economia.

a nome di Filippo IV re di Spagna. Lo stato di quella


capitale e delle provincie era quanto dir si posga lagri
mevole, ed i pesi ond erano aggravati i popoli di gran
lunga superiori alle loro forze. Questo stato di assoluta
miseria dipendeva non tantodalle guerre che in molte

parti infestavano il regno , quanto dall ingordigia di


coloro che ne tenevano l amministrazione, i quali con
ogni guisa di rnbamenti e di fraudi avevano dato fondo
allerario si che mal poteva supplire alle stesse spese
ordinarie. ll popolo ben giustamente da qualche tempo
ne mormorava vedeudosi costretto-a sudare ed a privarsi

perno del necessario onde soddisfare le sempre nuove


gravezze che gli erano imposte , e che lungi dal gio
vare lo stato, il quale cadeva anzi ogni giorno in mag
giore bisogno , non ad altro servivano che ad impin

guare quelle maledette arpie che facevano, come si suol


dire, carnovale alle spalle dei miseri. Il vice-re nonch
dar ascolto a tali querele, gridava e tempestava che vo

leva danaro. Convoca un parlamento, espone i nuovi bi

Quelle invece che ne formano l'oggetto,

compongonsi dei beni posseduti e che hanno un calore rico


nosciuto. Si denominano Ricchezza sociali in quanto che non
esistono se non fra gli uomini riuniti in societ.

Il valore poi delle cose, in virt del quale esse addi


vengono ricchezze sociali, non riconosciuto se- non allora
quando possa ottenere, mediante il cambio un altro valore.
Riguarderit egli un fabbro ricchezza un lavoro delle sue ma

ni, se questo non abbia poi un calore cosi e talmente ri


conosciuto, ch'egli possa cambiarlo col pane di cui ha bi
sogno? Ed il medesimo dicasi di tutti i lavori dei fabbri,
de falegnami; di tutto ci insomma che viene prodotto, in

qualunque maniera, e che cumulativamente va a costituire

la ricchezza del Popolo , o se si voglia dei Popoli.


Del resto uno pu essere ricco tanto in prodotti gi
formati e creati, quanto in fondi produttivi, ovvero sia in
facolt di creare prodotti. E ci tanto e vero, secondo il
solito , rispetto all individuo, come pure rispetto al Popolo
e ai Popoli. Chi possiede un magazzino pieno di oggetti
da lui medesimo foggiati, o che li vennero in tale o tal
modo, ricco perch quegli oggetti pu consumare in quan
to gli occorre pe suoi bisogni, e col valore riconosciuto

sogni, e riceve autorit di levare una nuova imposta d


un milione di ducati, ed anche questa da quel povero lpopolo ch era gi smunto e dissanguato come un cada

vere.

Il popolo non aveva allora nessuno che il difen

desse, era una pecorella in mano dei lupi, e se inalzava

un lamento v era pronto l aguzzino collo staflle.

Ma

ogni bel ballo sta/fa, dice il proverbio, ed ogni saper

chio rompe il coperch-io. Nel giorno 3 gennajo 16/47


ecco apparire un editto il quale impone un nuovo dazio,
un dazio che va a colpire giusto appunto sui frutti, vale
a dire su ci che, in estate, quasi unico ed esclusivo
alimento della povera gente. All apparire dell editto il
popolo corse tumultoso e fremente come un mare in
tempesta sotto al palazzo del vice-re, e quindi forte e
vindice, qual esser deve, de suoi diritti, mand quel

suo grido che fa tremare le vene e i polsi a quegli in


cauti ch osano provocarlo; quel grido che s innalza al
disopra il fracasso delle artiglierie e mette in fuga gli
eserciti.

,, Viveva a questo tempo in Napoli ( il Botta che


parla) un giovane Amaltano, bello daspetto, robustissi
\

mo di complessione acesissimo di fantasia. Let orita,


le belle maniere, gli spiritosi detti, una certa venust e

grazia che da tutta la sua persona spirava, l avevano


reso caro alla plebe colla quale abitualmente conversava,
per essere di condizione pescivendolo. N era ingrato
agli uomini di miglior condizione, le case dei quali an
dava praticando per le bisogne del suo mestiere. Molte
cose appunto sapeva per questo, la qual cognizione con

giunta col naturale ardimento era cagione che pi oltre


vedesse, e senza sapere perch n come alcuni stimoli

in s medesimo sentisse, che a pi alte cose il porta


vano, che dal basso stato in cui era nato e nudrito au

gurare si potesse.

Fra quella immensa plebe di Napoli

aveva gran seguito, e da tutti era candidamente amato


e senza tema rispettato, siccome quegli che si dimostrava
alla mano con ognuno desuoi uguali, e quantunque da

s fosse da pi degli altri, delle popolari sembianze ed


usi mai non si era svestito n disavezzo. Somma since
rit e candore danimo principalmente aveva, e fra i ple
bei dissidii sovente chiamato per dinirgli come giudice
ed arbitro compariva, come rettore e quasi come signo
re della plebe; n di ci s insuperhi o si vantava, nato

piuttosto a far grande altrui che s. Questi era Tommaso


Aniello, umile pescatore dAmal, a Napoli venuto, e
che Masaniello chiamavano.
Egli aveva da qualche tempo lanimo stizzito contro
dei gabellieri da quali spesse volte era stato inquietato
nelle operazioni del suo traffico di pesce, e questa sua
stizza era poi divenuta furore a cagione di non so che

mali trattamenti da coloro fatti alla di lui moglie in


occasione che le rinvennero in dosso il gran contrabban
do d una calzetta piena di farina.

poi in quello dell Uovo, poi nel Convento di S. Luigi,


gittando per tutta la via monete d oro al popolo per
tenerlo indietro che non l opprimesse. Dal Convento di
s. Luigi eman tosto un editto che aboliva la nuova ga

bella delle frutta, ma il popolo non pago di questo e


reso altiero dal numero e, dicasi pure, irragionevole dal
suo furore, chiedeva che tutte quante le gabelle fossero
tolte.

Ad acquietare quello strano concitamento accorse l


Arcivescovo e con tutta Fautorit dell alto suo ministero
che d ogni autorit umana la maggiore , cerc ricon
durre quei traviati a termini di moderazione facendosi
interprete egli stesso presso il vice-re dei loro desiderj
e promettendo tutta la sua cooperazione a farli paghi e
contenti. Ed invero tanto fece e tanto disse il buon pre
lato che il vicer si lasci indurre a segnare un foglio

in cui tuttocci prometteva chesapevano pretendere, ma


anche questo fu indarno, giacch il popolo, mal sapendo
egli stesso che che si volesse, chiedeva di pi, laonde po
teva dirsi che i rimedj medesimi non facevano che peg
giorare il male anzich lo alleviassero. Masaniello lacero
e seminudo, ritto in piedi sopra un palco con in mano

una spada ed a piedi 150,000 uomini armati in mille


stranissime guise, ma tutte terribili,come signore assoluto
ingiungeva ordinava decretava a norma della sua volont.
Egli era il loro sovrano, il loro padrone, e (come dice
uno storico) lrucidava coi cenni ed incendiava cogli sguardi
perch dov egli accennava si recidevano le teste e si
portavano le amme.

A farla corta, il vicer, per mediazione sempre dell


Arcivescovo , fu costretto capitolare con solenne trattato
nel quale dichiarava abolite tuttele recenti gabelle, sob
hligava di non imporne di nuove nellavvenire, accordava
ci che il popolo di piena giustizia pretendeva, cio che

Per questi motivi che lo risguardavano in partico


lare, e pi per quelli che ailligevano in generale i suoi
popolani, raccolta una moltitudine intorno a s, cominci
a deplorare la miseria ond erano oppressi per opera di
malvagi reggitori, e conchiuse col persuadere a suoi

i suoi diritti fossero sostenuti in faccia al sovrano da


un numero di voti pari a quello della nobilt: concedeva

obblivione dellavvenuto, e permetteva per ultimo che la

compagni, che se il secondassero, egli aveva animo e

plebe rimanesse armata nch da parte del Be fossesi


ottenuta la sanzione di questo trattato, locch avvenne
in effetto mediante solenne giuramento nella Chiesa del

forza bastanti a liberare la citt ed il regno da tanta e

Carmine.

si incomportabile tirannia di gravezze. Disposti cosi gli


animi alla vendetta un accidente inopinato apr loro l a

dito a disfogarla. Alcuni contadini di Pozzuolo vennero


in Napoli per vendere i loro frutti ed ecco i gabellieri
farsegli addosso ad esigerne il dazio: uno di quelli
si riut, e questi a volerlo obbligare con quella genti
lezza che propria dei gabellieri. Il contadino sbuffante
di rabbia gitta per terra il canestro, ed i chi che nu
scirono sparpagliati, uno ad uno calpesta imprecando

Masaniello accolto con grande onore dal vicer,

siccome sua moglie dalla viceregina, mont in tanta va


nit che non frappose pi limiti ai suoi desiderj, non
vera cosa ch egli stimasse per s troppo elevata, ogni

ostacolo gli era divenuto un tormento, sicch tra per


questa passione, ch la fonte di tutte le umane follie,
tra per lo stravizzo e la gozzoviglia a cui si lasci an
dare senza ritegno , caduto in frenesia, e riuscito in

sopportabile a suoi, e contro tutti crudele, fu trucidato


maledizioni su gli oppressori. Fu allora un serra serra,
un pianto di compassione pel misero, un giuramento di

da gente appostatamel Convento del Carmine.

vendicarlo. Masaniello veduta l occasione propizia si di


F. Cameroni.

a gridare pieno d indignazione ,,via la gabelle dei frutti.


Ed ecco in un subito i sassi cominciano a volare, i ran

delli percuotono le schiene dei gabellieri e dei birri, i


botteghini delle gabelle svaligiati , mandati in amme,

distrutti. Dopo di che la moltitudine che pi e pi sem


pre cresceva, e, come avviene, si levava pi sempre in

furore correre al palazzo del vice-re e protestandosi de


vota al sovrano, uscire in esclamazioni e bestemmie con

ll recapito della Redazione presso la libreria Schllbnrt ,


-ove si ricevono gli abbonamenti a questi foglietti volanti, e se ne fa
anche la vendita separatamente.

tro il cattivo governo. Le guardie risguardarono quel tram


mestio come un puerile trasporto, il vice-re impaurito
promise tutto ci che volevano, ma il popolo che non
sempre suole appagarsi delle parole, sforz le porte,
pose a sacco il palazzo, e and in traccia del vice-re.

Questi aveva cercato rifuggiarsi prima nel Castel nuovo,


Trieste, Tipograa Weis

Prezzo 2 Car.

Elementi del Governo Costituzionale.


II.

La nomina dei deputati sospende sino alla prossi


ma elezione latto di diretta compartecipazione alla so
vranit cui pu aspirare il popolo. Sino a quel punto
incerto, smanioso, diviso in partiti, mal sicuro dei pro
pri suoi desiderj, agitato e convulso, ma sempre mae

stoso e pieno di dignit perch conscio di occuparsi di


cosa del maggior suo Interesse, esso appena seguita l
elezione dei deputati ritorna tosto alla tranquillit della
sua vita ordinaria, alle sue abitudini, alle-solite sue

Si veggono in alcuni stati e corporazioni e depu


tazioni e famiglie aventi un esclusivo diritto di rappre
sentare con uno opi voti la nazione, ed in altri altre

eccezioni consimili.
Finalmente in quasi tutti gli stati costituzionali si
nora esistenti, si trova la massima e disposizione, che
le singole classi degli elettori, e le corporazioni e de
putazioni aventi uno o pi voti nella rappresentanza
della nazione debbano scegliere i loro deputati fra gli
individui delle loro classi, fra i membri della corpora
zione o deputazione.
-

Il difcile incarico di sostenere i

Si considerarono cio i popoli pressoch da per

suoi diritti civili e politici non pi del popolo; ap


poggiato ai deputati in forza dellatto di elezione. Spetta
ai deputati uniti in corpo di esporre le ragioni della
nazione e di difenderle, di sostenerne la gloria e la
fama, di procurare possibilmente il bene universale di
scutendo sulla convenienza e non convenienza delle leg
gi da farsi o proponendo la modicazione delle leggi
gi esistenti a norma dei tempi; spetta ai singoli depu
tati la cura, il pensiero di sostenere ed appoggiare la
causa e gli interessi particolari loro affidati dagli elettori,

tutto a modei minerali, delle piante, degli animali collo

occupazioni diverse.

e di nulla tralasciare onde trion s possibile la mag


gioranza dei voti afavore del proprio partito o del par
tito pi vantaggioso al proprio, e per corrispondere de
gnamente alle aspettative degli elettori tutti i deputati
penetrati della delicatezza ed importanza dell" alta loro
mansione debbono avere e cuore e mente di compirla
con decoro, possedere le debite cognizioni in materia
di storia, statistica, legislazione, economia politica,
nanza, commercio e molti altri rami risguardanti la vita,
lo sviluppo e la prosperit dei popoli, e spiegarle a

tempo ed applicarle con intelligenza e fermezza senza


di che non possibile l impresa.

scopo di impedire qualunque lisione delle classi diverse


tra loro e degli interessi loro e di nutrire anzi gli ef
fetti terribili della divisione della nazione , sempre assog
gettando alla prevalenza dei pochi la maggioranza della
nazione medesima. "
Noi per crediamo e riteniamo fermamente che gli

esposti principj pi non reggono. Non conseguihile lo


scopo dun Governo costituzionale qualunque, ch quello
di. agire per quanto si possa nellinteresse di tutti i cit
tadini, tostoch si limita in qualche modo il diritto di
votazione.

Ammessa una classicazione tra i cittadini se ne


va l uguaglianza costituzionale in faccia alla legge, ca
dono le fondamenta indispensabili al nuovo edizio, e
cogli elementi principali della nostra riorganizzazione

sociale sparisce ogni raggio di libert.


Sia adunque libero ad ogni cittadino
alla carica di deputato.

Veggiamo per il fatto che le vecchie


europee non corrispondono pi al bisogno
La stampa, la lunga pace di cui abbiamo

di aspirare
costituzioni
dei tempi.
goduto, le

La domanda chi possa aspirare alla carica di de


pulato, domanda altronde che si presenta spontanea, me
rita adunque tutta la nostra attenzione non meno del
diritto di elezione a mezzo del quale soltanto dato al
popolo di esercitare gli atti di sovranit di cui parte

relazioni innite che si sono formate tra i popoli per


le vie del commercio, uno degli elementi principali della

cipe; interessante e vitale al pari di quello.

mettono di scuotere gli antichi pregiudizj ed animati


come siamo dalle generose promesse avute dall alto;
noi non possiamo a meno di esternare il voto ardente
che pi non si adattino le vecchie massime, i rancidi
principj d una volta, incompatibili oggidi.
Ogni cittadino porta in fronte un proprio tipo par
ticolare, originale, e nessuno si pu arrogare il vanto

Si cercher qui di scioglierla per quanto lo per

metta lo scopo e la destinazione di questo foglietto,


considerata la cosa nel suo complesso senza entrare in
eccezioni.

A dire il vero in quasi tutti gli stati costituzionali


dell Europa si osservano intorno ai deputati gli identici
principj. Gli articoli rispettivi contengono una specie di
formulare e si assomigliano tra loro a guisa delle po
lizze di carico e sicurt spettanti alle compagnie diverse.
E qua e l dal pi almeno soltanto, un dato nu
mero di deputati si deve scegliere fra il clero, un dato

numero fra la nobilt divisa in alta e bassa e cosi via


via fra quattro o cinque classi nelle quali si pretende

prosperit e floridezza delle nazioni, I progressi enormi


delle scienze e pratiche e teoriche, la lhcilit delle co

municazioni alne procurata dalle strade ferrate ci per

di poter stabilire un punto oltre il quale lindividuo non


possa prestarsi nelle cose di pubblico interesse.
Ne va al contrario della gloria di tutta la nazione,

e della sua grandezza, che i suoi rappresentanti sieno


i pi illuminati, quelli che veramente si trovano in istato

di trattare il pubblico bene ed hanno il cuore di farlo,


quelli alne che sono desiderati dalla maggioranza.

comprendere tutta la nazione.


Qua e l si escludono o si ommettono almeno o
gli artisti, o i semplici borghesi o gli operai, o i con

pieghi in generesi creino e sostengano nellinteresse

tadini o qualche altro ceto intermedio.

piegati un compenso; ma questo compenso non deve

inoltre non -a ritenersi che le cariche e gli im

degli impiegati.

E giusto che lo stato assegni agli im

superare le speranze che ognuno si pu formare dedi


cando il suo tempo e i suoi talenti ai proprj afffari in

Ognuno pu idearsi, ancorch non l abbia provata


una volta, a quale slupefattiva e lunga tortura si sotto

luogo di consacrlarli alla cosa pubblica; e gli impiegati

pongano glmtelletti che devonoaforza tenere nella me

debbon avere lpriiicipalmente in mira che il bene di tutti


si conseguiscaazlfra tutti i monopolj il peggiore, il pi

moria tanta complicazione di segni e di voci senza nes

dannoso, ilpi terribile, il pi rovinoso quello degli


impieghi, il monopolio delle cariche

Dr. Vecchj.
Si ripete un vecchio Desiderio.

Conoscere e biasimare il male facile. lmportereb


be saper fare il bene: od almeno suggerire il provvedi
mento. Ad ogni modo non sempre vano mostrare dan'

sun signicato, e quanta avversione allo studio ne deb


ba derivare per necessit. Come- sperabile che abbia
poi desiderio di lettura chi viene allettato ad essa in

cosifatta guisa? Quale giovamento daaspettarsi per


il popolo dalla libera stampa? E inutile stampare per il
popolo che non vuole, non sa, onon pu leggere bene.

Frattanto che il popolo impari e prenda amore a leg

casi,in cui la prudenza gioverebbe assai pi della schiet

gere, gioveebbe pi assai fargli qualche breve ed op


portuna lettura- nei teatri da esso pi frequentati, al mo
do che da qualche tempo si fa con la recitazione di
squarci poetici; cosa che, accortamente adoperata, rie
scirebbe di un gran giovamento intanto che lo spettacolo

tezza, o intempestiva, o avventata, o maligna.

istesso si faccia una buona istruzione in vece che una

nli i quali non si arrischia di rendere pi gravi facendoli


conoscere a tutti: ci che, pur troppo, avviene in molti

Noto pertanto un bisogno che generalmente sen


tito, dimostrato da tanto tempo, e che ormai possibile
soddisfare. Qui pure, e pi forse che altrove, neces

saria una riordinazioue negli studj elementari deifan


ciulli. Nella instituzione sonvi tanti errori, tanti abusi,
tante negligenze, ch ella, in vece di ajutare lo sviluppo

dellintelletto, lo inceppa. Si accusa a torto anche qui -il


popolo, non -solo di stupidezza, ma anche di tristizia.

E per popolo non intendo la plebaglia, la quale si far


sempre pi rara da per tutto, a misura che si andr

incivilindo laristocrazia prepotente. La mala condotta del


popolo ha principale motivo dalla ignoranza che stenua,
ammorza ogni guisa di naturale amore, il quale non sia
di cupidigie, di vanit, o peggio ancora. Tale disgrazia

corruzione - Ma v ha di peggio.
Insinnando i giovani, e i non giovani pure allas

siduit nei lavori, il migliore consiglio da porgere nelle


presenti condizioni delle pubbliche cose ad un popolo
troppo immaturo per comprendere e prottare onesta
mente delle nuove costituzioni; ammonendoli al reciproco
amore, alla quiete, sollecitandoli ad istruirsi nelle ore
di riposo, anzich darsi agli stravizzi, si ha da tanti
adesso in risposta: essere pi bello ricevere salario per
tumultuare, gridare viva a questo, morte a quello. Duole
ad asserirlo, ma realmente dicesi di fare tale cosa, a se

conda dello sciocco (oscellerato forse?) zelo di chi


viola cosi ogni buono o cattivo ordine, inducendo gli

ignoranti a contrasti senza alcun ne pensato, a rabbie

comune fu deplorata inutilmente sinora perch si oppo


nevano al compenso comandi ai quali sarebbe stato im

di forsennati; locch non fanno gli animali mossi unica

possibile opporsi; ed anche, conviene dirlo , perch le


cupidigie, le vanit, o peggio ancora, impigrivano,osti
navano nelle pessime consuetudini tanti e tanti maestri,

In alcuni tanta la ignoranza nelle cose di reli


gione che a chi dice doversii tai momenti, in cui ven
gono tanto combattuti gli onesti voleri, pregare Dio al
nch faccia Lui che gli uomini sentano ed operino tutti
tutti, secondo giustizia, si risponde: non potere Iddio
fare questo, essendo troppi i cattivi. Con tali idee del

il cui disamore nell istruire non derivava sempre dalla


sola ignoranza. Vi pensino quelli che sono competenti e
autorevoli in cosi fatte materie; e vi provvedano con af
fettuosa solerzia. Quanto a me, non pubblicista n pe
dagogo, mi limito a notare questo per fare, io pure,
eco a quelli che hanno mente sana e buon cuore, e che .
qui non sono rari neppure tra i meno bene educati.

A persuadere poi della ragionevolezza di un cosi


fatto desiderio pur chi non suol badare a tali cose,
converebbe offrire prove dei cattivi elfetti che derivano
dagli ordinarj metodi d'insegnamento. Ma il ne di que
ste parole di sollecitare al compenso chi sa , e quindi
non abbisogna di dimostrazioni. Del resto ognuno in
caso di farne esperienza.
Se in dieci ragazzini italiani che studiano nelle pub

bliche scuole, e che possono leggere correntemente lita


liano, ve n'ha uno che intenda il senso assai. Tra i
gipvanetti italiani che leggono il tedesco, ed anche lo
scrivono sotto dettatura, raro trovare chi ne sappia

pi che una qualche parola. Molte sono le fanciulle ita


liane della capo-scuola di S. Cipriano che sanno dire su
a memoria tutto Pabbaco in tedesco, non intendendo il
valore di una sola voce. E inutile dire del solito pregare
in latino senza capire ci che si chiede a Dio; senza

saperlo n meno recitando le preghiere in italiano.


.

E mi occorre qui dichiarare che fanciulli italiani io

ho sempre tenuti quelli che parlano solo l italiano, cio


il dialetto triestino, nascono da chi parla

in fami

mente da instinto proprio.-E vha di peggio ancora.

potere divino, non meraviglia che nella ignoranza possa


tanto lamore"del lucro, da far per mercede imprecare
allimpazzata sino a Pio lX. Ma tali eccessi di soli mal
vagi, vengono riprovati anche dai pi rozzi che non

hanno l anima imbestiata.


Chi poi, udendo quel continuo maledire al Metter
nich , atto ormai indecorbso per chi sa quanto dice, e

brutale in chi dice senza sapere il perch, si arrischiasse


d indur a desiderare piuttosto ch'egli si penta e Dio
gli perdoni, incorrerebbe a casi cattivi. Qui, che se un

mese prima alcuno avesse pubblicamente mostrato di te


nere quel Metternich principe in obbrobrio, come da
tanto tempo egli era tenuto da tanti, sarebbe capitato

assai male. Qui, che non saprebbesi dire come eapitereb


be chi mostrasse di sospettare che gli imitatori del Met
ternich, influenti nelle pubbliche e nelle. private cose,
tuttavia non manchino, o non sieno qui conosciuti, o

se ne taccia per la grande paurae (Dio nol voglia) per


la speranza di prottare de loro metodi di violenza;

quantunque si tremi nel dare ad essi , perch la igno


ranza che costituiva la loro potenza maggiore si la sem

pre pi rara. - E non tutto ancora. Ma, lo ripeto, io non sono n pubblicista, ne pe
dagogo. Io non sono che un assai umile italiano dise
gnatore, incanutito nel rodersi tra s- i proprj fastidi, ri

glia ed in pubblico il dialetto medesimo od un tal qua

nunziando sempre alle borie del lagno. lo sono uno di

le italiano, tratta gli affari scrive in italiano, pur in


tutta Italia , ed i quali solo adesso imparo non essere

quelli, tra i quarantamille circa ospiti di tante nazioni


che in Trieste sentono veramente il pregio della liberale
ospitalit sin ora a tutti quanti qui concessa, e che osser

italiani.

vano i riguardi , conoscono gli obblighi ad essa dovuti,

tendendo, od usando altre lingue come appunto si fa in

uno che professa la pi viva riconoscenza alle immeri

che la parte settentrionale, dove il continente va grado

tate, iunenarrabili, delicatissime nezze ch ebbe da quel


ore di gentili persone le quali qui conobbe e pi avvi

a grado foggiandosi in punta, sar la pi ristretta, la


pi piccola, e comprender quindi minor numero di
stati: laddove la parte meridionale, allargandosi ver alla
base, sar immensamente pi ampia, e per ci anche

cin, e le quali gli avrebbero certamente fatto di1nenti


care di essere qui proprio straniero, se pur lo avesse
pensato: uno che pretende non mostrarsi ora sfacciato
notando in casa d altri una mancanza che lamentata
da tanti assennati e da tanti buoni, i quali qui si tro
vano realmente in casa propria. lo lascio poi a chi
qui competente nelle cose degli studj dar pensiero alle

pi lertile e di clima favorita , pi densa eziandio di


abitanti, e pi suscettibile di spartimenti politici; cosi
che nel fatto ofire, e immensamente, maggior numero
di stati.

Ritenendo che la linea mediana, quella cio che

modicazioni che sono necessarie nell insegnamento ele

abbiamo supposto per operare la divisione nelle anzi

mentare, affmch esso sino dalle prime non alieni gli


animi dai buoni sentimenti di patria, non gl irrigidisca
a provarne, almeno pi tardi,il santo edisinteressato im

dette due parti sul suolo europeo, fosse poco sopra al

pulso. I quali buoni sentimenti fanno che nessuno porti

50.m0 paralello di latitudine boreale, o anche, se si vo


glia , verso al paralello medesimo, vedremo coordinarsi
le divisioni politiche dellEuropa nel modo seguente, ge

invidia o danneggi per il proprio o pel vantaggio degli


altri il bene delle patrie altrui o non ne insulti i dolori;

neralmente considerandole.

i quali buoni sentimenti fanno che ognuno sopratutto

1 Olanda e le parti nordiche della Confederazione Ger

ami la propria patria, procuri onestamente giovarla, glo


riarla, diifenderla secondo ogni guisa delle proprie pos
sibilit; i quali buoni sentimenti non rendono avverso

manica, resteranno al disopra della linea mediana, ossia


nella proposta Europa settentrionale, formando una spe
cie di versante che declina verso i mari Germanico,

l uomo onesto di un paese all nomo onesto di un altro

Baltico e Glaciale artico; al quale, non a contraddire,

paese, qualunque sia il suo colore, la sua lingua, la


sua fede, il suo culto.
Questo necessario perch un giorno non torni
qui inutile o dannoso quel bene che altrove venne a
forza ottenuto - quel bene che non verr per vane ub
bie disconosciuto e quasi paventato almeno il giorno ch

potranno servire di sbocchi commerciali Londra nelle


isole, e principalmente Amburgo, la temutissima Amburgo,

esso non sar qui pi una aspettativa, ma un fatto.

La Svezia colla Norvegia,

la Danimarca, la Russia settentrionale, l Inghilterra,

sul continente.
Invece tutta la Russia meridionale coi lembi infe
riori della Polonia, la quale se i voti dei buoni vengono
da Iddio esauditi, e se, come pare chiamata e speriamo
vorr, lAustria ajuti, non andr/guari che vedremo ri
sorgere, sfolgorante nella propria nazionalit, Stato no

P. Chevalier. .

vello; la maggior parte della Confederazione Germanica


Secondo Articolo
Sulle vere condizioni geograche e sociali

di Trieste.

L Europa la pi piccola delle cinque parti del


mondo, non avendo che 2 milioni e /. di miglia geo
grache quadrate di supercie; ma invece , dopo
l Asia, la pi popolosa di tutte nella via assoluta co
suoi 240 milioni di abitanti; la pi densa assolutamente

di popolazione nella via relativa, a tale che lasciandosi


di gran lunga indietro tutte le altre, presenterebbe all"
incirca 86 abitanti per ogni miglio geograco qua
drato, se, come ora supponiamo, tutti i suoi abitatori

fossero egualmente distribuiti sulla supercie di essa.


Fra le molte divisioni che i geogra suppongono

con buon tratto di Prussia, le rimanenti provincie dell


Austria, il Belgio, la Repubblica svizzera, la Repubblica
francese, la Spagna e il Portogallo, l Italia colle sue
interne molteplici suddivisioni strette e forti nella me

desima risorta nazionalit, la Repubblica delle isole Jonie,


la Grecia, e l impero Ottomano coi tre ospodorati in
esso incatenati, compongono il variato e ricchissimo in

sieme che restando al disotto della linea divisoria, forma


l Europa meridionale, e con essa l altro versante che
viene a perdersi nel grande bacino del mediterraneo.

Cosi preparate le cose, facile discendere a mol


tissime conclusioni, nella moltitudine delle quali noi co
glieremo alcune principalissime tra le principali che al
commercio e agli interessi marittimi e industriali rap
portarsi.
I

Prima di tutto, se vero , come speriamo aver

nella totalit dell Europa, ossia per riguardo alle divi

dimostrato, non gi col lusso di molti argomenti che ci

sioni politiche,ossia in relazione alle posizioni ed e


sposizioni dei luoghi, noi, in armonia colle vedute dell
assunto che ci occupa, proponiamo di immaginare una
divisione unica, semplicissima, mediante una linea tra
sversale da occidente verso oriente condotta a mezzo del
continente europeo, cosi da dividerlo in due parti o met,

sarebbero, ma colla evidente palmarit e lucidezza dei


pochi che abbiamo trascelto, se vero che gravitano

una al disopra di detta linea, l altra al disotto della

affluire al mediterraneo, da una parte o dallaltra, secondo

medesima. Questa semplicissima divisione sarebbe geo

le circostanze di posizione, transitando per entro al ver

intorno al mediterraneo le relazioni commerciali, marit


time, industriali di tutto il mondo; resta fuor d ogni
dubbio che, indirettamente, anche il versante settentrio

nale europeo, per le esigenze di quelle relazioni deve

graca-politica, avvegnach oltre la partizione del suolo

sante meridionale. Resteranno sempre e Londra e Am

geogracamente operata, un certo numero delle divisioni


politiche o Stati resterebbero nella parte superiore, che
chiameremo Settentrionale, e gli altri stati rimarrebbero

burgo sbocchi naturali alle relazioni dirette transatlanti

compresi nella parte inferiore, da dirsi llicridioizfllc.


Per poco si consideri alla congurazione dellEuropa
che molto avvicinasi a quella di un triangolo a base

ampia sul mediterraneo, a vertice assai smussato sull


oceano glaciale, col lato di ponente sullAtlantico, e col
lato di levante, attiguo allAsia, sul ume Cara, sui
monti Urali, sul ume Ural, sul mar o lago Caspio,
Sni monti del Caucaso e sul mediterraneo di bel nuovo;
per poco, diciamo, riettasi a tale conformazione chiaro

che, segnatamente in riguardo allAmerica settentrionale;


ma Londra e Amburgo stesse, e tutti gli altri centri
del commercio dellEuropa nordica, dovranno corrispon

dere e annodarsi coll Asia e coll Africa al comune ri


-trovo, al generale convegno sul mediterraneo. E sap
piamo che le relazioni transatlantiche n per qualit,
n per quantit degli oggetti a cui si possono ssare,
non bastano alle esigenze, ai bisogni nemmeno delle

contrade a cui pi direttamente provveggono, ossia pei


consumi immediati, ossia per quelli delle svariate in

dustrie.

Il versante meridionale poi, che si trova a con


tatto col mediterraneo, a questo afiluisce sia per le
sue dirette comunicazioni, sia per le indirette delle su
periori regioni. Dunque tutta lEuropa deve di necessit
concorrere sul mediterraneo, senza che le relazioni al di l
dell Atlantico possano in niun modo affrancarnela. Non
vien meno perci che un attivo lavoro non rimanga ad

zione. Non si creda che le simpatie o le Iargilioni di


qualunque natura procurino a Trieste l affluenza di cui
gode e di cui trae cosi tanto protto: egli invece che

a questo porto aflluiscono tutti quelli che vi trovano il


lor tornaconto. Per cui, osiamo dirlo, la prosperit di
Trieste, deve riposare, e non altrimenti, sulla piena
libert del traffico, e di tutte quelle istituzioni che fa

Amburgo, ma tale che non potr mai in nulla concor


rere colle aluenze che per condizioni inviolabili di na

voriscono la libert medesima. Non ba dunque bisogno

tural posizione, deggiono concentrarsi sul mediterraneo.

di unirsi all Italia, in via d interessi, perch i suoi


affari trovino maggiore prosperamento. Sia essa una citt
libera con annesso territorio, o sia legata direttamente

Ma se lEuropa direttamente o indirettamente deve

di arrampicarsi alle risorse di nazionalit, n ha uopo

convergere, come a centro massimo delle sue specula


zioni, nel gran bacino che da Gibilterra ad Azof, con
seni e rade e gol e porti schindesi opportunissinlo all

all Austria, e alla Cermanica Confederazione, rivendichi


essa la nazionalit italiana in virt della sua lingua e

uopo, quali vie, quali canali seguir questo generale

dei suoi costumi, ovvero la nazionalit slava per altre

movimento commerciale europeo? Qui il caso che gli

ragioni che forse non mancheranno, tutte queste ed altre


quistioni saranno sempre estranee alla importanza com
merciale di Trieste, la quale, torniamo a dirlo, riposa
sulla posizione, e sullattivita che vivica il privilegio
della natura. Tutti gli affari e le comunicazioni che, al

sbocchi delle strade ne indicano chiaramente la direzione,

e gli sbocchi sono i porti di mare sul mediterraneo, a


cui di necessitdevono metter capo i gran solchi che
linteresse comune scava a traverso dellEuropa industre
e manifatturiera, da settentrionever mezzodi.

pari d altrettanti aftinenti, si gettano nel gran ume che

E queste gran vie dei commerci, coi loro sbocchi


nei porti sul mediterraneo, passiamo rapidamente in
vista, omettendo per brevit, e perch da noi troppo
discoste le due vie dellestremo oriente che mettono capo

sbocca a Trieste, non potranno mai deviare da questa


direzione, n tanto per non recar danno a questo porto,
quanto per non rovinare s medesimi, imponendosi giri
viziosi, e aggravandosi di spese maggiori. Qualunque sia
l attitudine politica e nazionale di Trieste, essa sar
sempre il nodo, luscita, lentrata, il transito fra il nie

a Odessa e Costantinopoli, rappresentando gli scali i


nevitabili della Russia, colla Turchia e paesi circonvicini.

Cominciando da oriente ecco la prima arteria dei


commerci europei che serpeggiando nellUngheria, ora
rialzata a brillante avvenire, e nella Croazia, fa testa al
porto di Fiume. Seconda via vien subito dopo quella
che accogliendo il movimento della Boemia, Moravia,
Austria, Slesia, Illiria, nonch superiormente tutte le
regioni fra mezzodi e oriente della confederazione
Germanica, mette poi capo a Trieste. 'Ierza via col
Tirolo e la Baviera e le regioni da mezzodi a ponente
della Germania, sfogando nel porto di Venezia. Quarta
via colla Svizzera, e Belgio, al porto di Genova. Quinta

ed ultima via quella della Francia per a Marsiglia, re


stando a se Spagna e Portogallo, le cui condizioni so

ciali sono attualmente cosi prostrate da non meritare


speciale considerazione.

Dunque Trieste gode del privilegio della sua posi


zione, maggiore di qualunque altra franchigia e di tutti
i privilegi che altri potesse averle accordato, o fosse
per accordarle. Le condizioni commerciali che in altro
modo e sforzatamente voglionsi stabilire, hanno sempre
un esistenza precaria, ed il carattere transitorio non
possono perderlo mai. Osserva saggiamente Say che il

meglio che i Governi possono fare per ajutare e favorire

diterraneo e quella parte o quelle parti dEuropa che


naturalmente vi affluiscono. Se Fiume e Venezia, tolte
le difficolt che inceppavano questi due altri sbocchi al
mediterraneo, toglieranno alcun poco alle confluenze
triestine, ci sar cosa di lieve conto. Basta che 'Irieste
si faccia forte nella concorrenza colla istancabile opero
sit sua. I monopolii non sono pi possibili; e se Trieste
non pu sperare di recarsene in mano, non deve nem

meno temerne. Si persuada che colla libera concorrenza


ogni bocca sul mediterraneo dar sfogo alla rispettiva
arteria che vi mette foce; e Trieste d sfogo a una ricca
e abbondante arteria. Basta prendere in mano una carta
geograca e gettarvi appena uno sguardo a convincersi
di questo vero. Ognuno segue la via che pi direttamente
lo guida alla sua meta; fra due vie si sceglie sempre

la pi breve, la pi vantaggiosa; fra due o pi mercati


si preferisce quello che promette pi facile, sicuro e

men gravoso spaccio... e su questi ed altri consimili as


siomi riposa l avvenire di Trieste, come vi sta il

suo

presente, a parte tutto il resto, che solo potr ajutare


non impedendo le felicissime naturali disposizioni in cui

fu collocata. Mutate pure la lingua e la costnmanza,


mutate o modicate le sorti politiche, e tanto e tanto

favori ttizi, lassoluta liberta permette sola che le cose

quelli che concorrevano a Trieste, non cesseranno dal


farlo, perch i loro bisogni, le loro convenienze, i loro
interessi, il tornaconto che ve li guid, e ve li guida,

si bilancino , si stahiliscano secondo la loro propria

continueranno a guidarveli.

le industrie e i commerci, di non far nulla, assolu

tamente nulla.

Cosi operando, senza inciampi, senza

natura, ed in questo caso unicamente che le dette


condizioni son durature e mettono solide radici, deter
minate delle circostanze naturali sulle quali gli uomini

non possono n-ulla, mantenute dall attivit, dalla opero


sit intelligente che le-basano sulla concorrenza. Bensi
i Governi che non possono esercitare questa beneca

influenza, la quale non negli attributi del loro potere,


sono in grado, ove vogliano, di impedire, ritardare,

sviare ci che le naturali circostanze anche pi favore


voli dispongono; e non ha guari ne ebbimo vicinissimo
esempio.

Egli perci che Trieste tutto deve ripetere dalla


felice sua posizione che la mette a capo di una delle
grandi arterie dellattivit europea: e colla istancabile
sua operosit non perder mai i vantaggi di tal posi

A. Falconetti.

LODE A CARLO D.r NOBILE .


EGLI, A TRIESTE, FRA I DISPU'I'ANTI .
DELLA GERMANIA, ITALIA E SLAVIA FUTURE .
SORSE PROPUGNATORE
DEGL INTERESSI E DEI DIRITTI SACROSANTI DEL COMUNEI
SILENZIO IMPROVVIDI OLTRAMONTANI ED OLTRAMARINI
LUI CORAGGIOSO INIITI
CHIUNQUE VUOIzPItOSPERA LA PUBBLICA COSA .
30 Aprile.

J. Sarravallo.

II recapito della Redazione presso la libreria Schubert,

ove si ricevono gli abbonamenti u questi foglietti volanti, e se no fa


anche la vendita separatamente.

Trielte , Tipograa Weis.

Prezzo 2 Car.

5;;
'\\' 35,, f"

NEI SUOI DIRITTI E DOV


_-_-;-====:F-

Le Tre Aristocrazie
L uguaglianza perfetta e assoluta non possibile,
almeno per ora, e dio sa n a quando, se non in faccia
alle leggi. La quale uguaglianza al cospetto della legge
non pu essere turbata, impedita, menomata senza at
taccare radicalmente le basi della societ, che riposa sui
diritti comuni. Ed in vero: o la legge giusta, o
ingiusta. Nel grimo caso essa ci salva tutti, nel secondo
ci perde tutti. Le preferenze della legge sono odiose,
sono impossibili presso i popoli liberi, ed effettivamente
costituiscono il primo elemento della schiavit, favorendo
i pochi privilegiati oppressori; abbattendo i molti non
privilegiati oppressi. Se la legge giusta ci obbliga
tutti ad osservarla, perch nel nostro medesimo interesse
sostiene i comuni diritti; se la legge ingiusta non ob
bliga nessuno, perch, contraria al

nostro interesse,

conculca i diritti di tutti. Dunque in faccia alla legge


giusta siamo tutti uguali, perch ugualmente abbiamo
diritto di sostenerla, ed ugualmente ne attendiamo -la
difesa dei nostri uguali diritti: in faccia alla legge in
giusta siamo tutti uguali, perch ugualmente abbiamo
diritto di annientarla, ed ugualmente vi prostriamo l of
fesa ai nostri uguali diritti. Dunque in faccia alla legge

siamo tutti uguali: e siccome Iddio, creandoci, dal Pon


tece al chierico, dal Re al bifolco, ne largi dei comuni
diritti, senza la bench minima differenza o preferenza;
siccome le leggi, norma che sono delle nostre azioni,
risguardano senza differenze o preferenze, o debbono
risguardare a questi generali, comuni- e uguali diritti;
cosi, ripetiamolo anche una volta, in faccia alla legge
siamo tutti uguali, e lo saremo sempre nch col cuore
e col braccio, colla mente e col sangue sosterremo e
difenderemo questo nostro inattaccabile diritto; che, ser
vendoci di una frase non elegantissima ma verissima e
giustissima, il diritto ai nostri diritti.
Nondimeno in societ non siamo tutti uguali, e non

possiamo esserlo.

Considerando le grandi masse degli

uomini, e risguardandole piuttosto generalmente che par


ticolarmente, senza discendere cio alle suddivisioni che
la natura delle occupazioni diverse somministrerebbe;

vedremo degli individui emergere, stare sopra degli altri,


dominare gli altri, formandovi delle gerarchie pi o meno
estese, pi o meno influenti a seconda dei tempi e dei
luoghi, pi o meno numerose: le quali, ben conside
rando, formano delle Arislocrazie, ossia dominazioni di
maggiori sui minori, di ottimati su inferiori e inmi.
Queste aristocrazie, che rappresentano la manifestazione,
se non sempre di diritto, sempre per di fatto, della
fliaugztaglianza fra gli uomini, si riducono a tre:
Aristocrazia dei nobili- Nobilt.

Aristocrazia dei denarosi - Ricchezza.

Aristocrazia deitaleti - Sapere.

nel mondo.

Ora: in che la fondano tale supremazia?

in un titolo; da chi ebbero questo titolo? Spesso non

lo sanno, e di non saperlo si vantano, affermando che


quanto pi la schiatta nasconde la sua origine nelle ca

ligini del tempo tanto pi rispettabile.

E pu esser

vero, avvegnach molte volte il pregio di antichit, onde


si illustrano i detti titoli, sta appunto nel nasconderne
le origini. Nel caso poi che i titoli di nobilt sieno in
grado di dar ragione della loro sorgente, ovveramente sieno
muniti di regolare passaporto, risultano da una servit

pcrsomile resa al potere, che dal potere medesimo riceve


la virt di scolare di generazione in generazione e sue
cedervisi, come succedonsi gli anelli di una catena; ov
vero da un contratto di compra e vendita in tutte le

forme, con pagamento in moneta corrente, e facolt di


trasmettere la merce , pagata una volta tanto, di gene
razione in generazione, senza pericolo che la detta merce
si guasti, anzi guadagnando essa nellopinione, come il
vino che si chiarica cogli anni lasciando in fondo del
recipiente la feccia che conteneva. Rare volte, il titolo

procede anche da un merito personale, sotto condizione


per, un tantino viziosa, che estendasi ai successori,
discendenti di discendenti, laterali o collaterali, senza
che anche quel merito si prolunghi, e spesso senza che

altri meriti lo surroghino; valga ad esempio il museo


parassito che si propaga sull albero da frutto.
Dunque la nobilt, astratamente considerata e salve
le eccezioni di cui sar detto pi avanti, non emana per
nulla da Dio, n Iddio la contrassegna con niun carat
tere di preferenza.

La Provvidenza crea il suo uomo;

la culla in cui esso cade ne fa un nobile o un plebeo.


Dunque la nobilt non procede da virt individuali, ma
da concessioni: ed essa medesima una preferenza con
cessionale, una Accidentalitc. Dunque PAristocrazia dei
nobili, sempre in astrato, la pi ignobile delle disu
guaglianze sociali.
I ricchi e denarosi nascono anch essi come tutti
gli altri uomini, e generalmente parlando, Iddio, il buon
Iddio, il sapiente, il giustissimo Iddio non vi si immi
schia per nulla. Se non che: o i ricchi sono ereditarii,
ed allora quistione di culla, come sopra; oi ricchi si
formano da se, ed allora quistione di caso, di for
tuna; a non dire ch pur troppo, talata, quistione di
raggiro, di infanzia, di delitto. Va da se che anche

qui si abborda la cosa sulle generali, salve le debite


eccezioni, di cui pi a basso, come sopra.

Dunque l aristocrazia delle ricchezze non tiene il


mandato delle sue preferenze da Iddio, se trattisi della
ereditaria; lo tiene, ma indirettamente, dalla Provvidenza,

ove sia casuale, nel quale incontro vi coopera il mal


uso, spesso l abuso di attitudini intellettuali che potea
no, doveano, pi nobilmente ed efficacemente impiegarsi

Analizziamole, confroiitiamole e giudichiamo.

altrimenti, altrove. Dunque la ricchezza la pi povera

I nobili sono uomini ciime tutti gli altri; nascono

fra le disuguaglianze sociali; povera in fatto. di titoli a

e sviluppano come tutti; vegetano ordinariamente e pi


spesso che non vivano; e muoiono al pari dei popolani

cui appoggiare la propria prevalenza, che nondimeno im


pone arrogantemente, e mantiene nel doppio senso della

e dei plebei.

parola.

Eppure essi godono di una supremazia

_\
s

nascono cometutti gli altri uomini , e il dito di Dio li

qui, e tutto al contrario, l eecezionalit pu Cadere nel


senso tristodella parola. V ha cosa al mondo, per san

segna in: fronte appena usciti dall utero materno. Oh!


non qui la quistione di culla o di caso. Non qui
stione di culla perchla Provvidenza lancia queste sue
emanazioni e scintille, tanto a vagire nelle culle di ebano

ta, per buona di cui gli uomini non abusassero? E


quindi anche dei talenti possibile far cattivo uso, e la
scintilla vivilcante del genio, convertire in accola in
cendiaria: e guai! Quanto pi grande la potenza de

Gli uomini di talento, d ingegno, di genio, non

coi piedi dorati ecoivpadiglioni di raso, quanto nelle

stinata a recare in alto una cosa, tanto pi la inabissa

culle di abete o di vimini, tra le fascie di canape greg


gio e i pannilini di stoppia. Non quistione di caso

se invece la comprime a basso. La amma che potreb

perch la Provvidenza scegliei suoi eletti, e ne inam


ma le menti avvertitamente coi suoi ni, con quei ni
tanto solenni e reconditi, ma pur salutari e poderosis
simi, che, in mancanza di epiteti pi espressivi, e pur
volendo tutto esprimere, noi chiamiamo i ni della Prov
videnza. Peraltro essa Provvidenza che, volendolo, po

trebbe segnar in fronte tutti gli uomini di quell eterno


e maraviglioso carattere, non lo fa; e invece in mezzo
alle mediocrit o alle meschinit generali, suscita i grandi
uomini di tratto in tratto, quasi a segnare di accole
ardenti, nell oscurit del tempo, il cammino dei secoli r
e la vita dei popoli di luminose giornate transitorie,

dalluno all altro stadio della loro esistenza. Se la Prov


videnza avesse creato intiere umanit di ingegni, di ge
nii, avrebbe raggiunto gli impenetrabili suoi scopi? Chi
avrebbe condotto quelle schiere immense di conduttori?
Chi si sarebbe lasciato condurre se conduttieri tutti? E

be rischiarare una citt intiera, basta a incendiarne cento.

Il genio che deve illuminare i popoli e farli liberi, pu


risospingerli nell ignoranza, e strozzarli nella schiavit.

Immensa potenza eh esso , pu dar la vita o la morte,


fruttar il bene o radicar il male: sempre imprimere trac
cie profonde, e partorire potentissimi effetti.
Ma poi sono eccezioni.
Che il Popolo impari bene a conoscere le tre ari
stocrazie ed a valutarle al giusto loro. Volendoci noi, in

fatto di Popolo, astener sempre dalle disuguaglianze, e,


per quanto si pu, piantare l edifzio delle istituzioni
sulluguaglianza, non accenneremo nemmeno ad una di
stinzione, che pure potrebbesi fare nel Popolo, di alto

Popolo, cio, nzed-io, e basso.

Ma non altrettanto e

L aristocrazia del sapere procede da Dio, si basa

men vero, che il Popolo, anche nella sua generalit


pu direttamente o indirettamente appartenere a quelle
tre aristocrazie, e deve necessariamente trovarsi nellat
mosfera della loro azione, sia questa lottante, o sia co
spirante. Sappia dunque che da parte della nobilt non
ha pi nulla a temere, avvegnach questa ha perduto
sotto i colpi dell odierno progresso tutti i prestigi che
altravolta ringalluzzavanla; a segno tale che per influire
ha dovuto mettersi sotto la bandiera della ricchezza o
del sapere, secondo che fortuna o natura le concedeva.
Dai ricchi dovrebbe piuttosto guardarsi, e si guardi pure;
sappia che le smodate e mal aquisite ricchezze, hanno
sempre rovinato le libert dei popoli, coi vizii che ali
mentano, colle seduzioni che tentano, colle corruzioui
che operano; sappia che lintemperante amor del denaro,
cambiando gli uomini in a-vari, i quali da questo n1o
mento non sono pi uomini, ha sempre ucciso lenergia
della mente, paralizzato la forza della mano, quella ri
dotta a inventare usure, questa a numerare: e quindi
schiavit abbietta, paura di perdere il male aquisito, fo
mentazione di tirannia politica per simpatia e per salva
guardia a tirannia privata. Ma sappia anche il Popolo
che in faccia ai trionl della ragione e della libert, l
aristocrazia della ricchezza tende essa pure ad appoggiarsi
allaristocrazia del sapere, la quale l unica degna di

alla verit: quello eterno, questa eterna, e anch

sorvolare e mantenersi al disopra di uomini liberi, di

essa non cade.

Popoli illuminati e virtuosi.

in verit, avrebbe Dio creato la luce se non ci fossero

state le tenebre? Ora chi sarebbeardito tanto o tanto


presuntuoso da rispondermi a queste dimande: ha Dio
voluto le tenebre per poi creare la luce? ovvero ha vo

luto la luce perch ci erano le tenebre?


Dunque l aristocrazia dei talenti emana direttamente

da Dio; non aspetta nulla dagli uomini, i quali nulla le


hanno dato n potevano darle. E la pi nobile perch
i suoi titoli le vengono dall alto, sono condizionati all
individuo, e non passano in eredita, ma si propagano

soltanto collnfluenza, ch il pi. E la pi ricca perch


viene da fonti inesauribili, non si esaurisce mai nelle sue
conseguenze, e co suoi effetti si radica talmente negli
uomini, che vi resta in altrettante miniere inesauribili.

Uaristocrazia della nobilt si appoggia alla forza


dei pregiudizi edell opinione: abbattuti quelli, illuminata
questa, e anch essa cade.
L aristocrazia della ricchezza si piantasulle circo
stanze e sulla fortuna: mutate quelle, dato questa un
giro della sua ruota, e anch'essa cade.

Ora alle eccezioni.

Fra i nobili non mancano quelli che di generazione


in generazione ravvivano colle virt personali, colle sin
gole azioni la supremazia che son chiamati a sostenere
per le ragioni di famiglia. E questi tali aggiungendo
sempre olio nuovo e chiaro alla loro lucerna, fanno si
che mantenendovisi vivida la ammella, niuno va pi a
rimescolarvi entro la melma dell olio vecchio, che avreb
be terminato collintorpidire la combustione e soffocarla
tra il fumo denso e puzzolente.
Fra i ricchi sono i generosi e magnanimi, che
spendono a vantaggio dell umanit le dovizie loro tra
smesse dagli antenati, e delle quali risguardansi pi
presto depositarii che possessori; ovveramente che le
dovizie acquistano collonesto guadagno, e col fruttuoso
risparmio, che fra gli altri premii ha quello pure dell
agiatezza, fra gli altri doveri quello della lantropia.
Ma poi sono eccezioni.
Fra i talenti le eccezioni mancano, perch non
sono, enon vi possono essere. Se non fosse che anche

Caratterizzate isolatamente, vediamo essere:


l"aristocrazia della nobilt, orgogliosa, caduta;

laristocrazia delle ricchezze, arrogante, cadente;


laristocrazia del sapere, ragionevole, trionfante.

Finch le tre aristocrazie si disputarono il dominio


del mondo, la prima lo insanguin colla spada o col
pugnale dei suoi sgherri;la seconda lo corruppe col de
naro e lo insozz di ignoranti provocazioni; la terza lo
salv colla forza onnipotente della ragione, del vero,
del giusto. Ora invece: l aristocrazia della nobilt, non

potendo pi reggersi da s si fuse nelle altre, che cosi


rimasero due; laristocrazia delle ricchezze, spregiata e
avvilita, ripar in quella del sapere: la quale rimasta
sola.
Quindi nellunione delle tre aristocrazie, fuse, come
preponderanza, nellunica del sapere, la salvezza della
libert, la forza .dei Popoli.
Popolo! Faristocrazia del sapere, anche per te.
O Dio getta nelle tue moltitudini la scintilla del genio,

e vi entri senza volerlo: chi resiste al decreto di Dio?

Oppure educandoti, istruendoti, probo, laborioso, vir


tuoso , senza diploma e senza scrigno, puoi accostarti
alla schiera eletta. Forse non te ne senti capace? An
che nell aristocrazia del sapere sono gradazioni e dif
ferenze: sonovi gli ultimissimi che vi compongono in
alto, come direbbesi, una oligarchiahsonovi gli ottimi;
sonovi i prossimi. Frai primi non si va che col genio;
fra secondi entrano i beg!ingegni; fra terzi i coltivati
talenti. Nel primo grado siamo slanciati; negli altri due
andiamo con volont tenace e doni sufficienti di natura.
Perch laquila, calando dall alto, posa in cima alle
maggiori sommit delle alpi, non cercheranno anche gli
' altri nobili augelli, venendo dal basso, di avanzare sulle

chine di quelle eccelse montagne?

rizia, di egoismo; ma non sarai vile se non lo dileggi.


Egli forse meritevole di miglior sorte.

ll suo cuore

palpita forse dei pi nobili sentimenti. La sua anima


forse la meno imperfetta immagine della divinit. Se non
olezza di essenze, pu olezzare di maschia virt; se non
porta liscia la testa, guanti glisss, abito secondo lul
timo gurino, porta internamente la candida stola, che
ammanta gli spiriti.

Non-dileggiare il misero, a cui natura fu matrigna


nel formarlo. Se hai occhio linceo, volto avvenente,
braccia nerborute, piante diritte, e se di pregi sitfatti
non ti priveresti per tutti i tesori del mondo, pensa qual
esser debba il rammarico di chi non vede, di chi a
guisa di verme deve strisciare sul suolo, perchle gam

A. Falconetti.

be non lo reggono in piedi. Abbia, o popolo, lo storpio,

Una lagrima t
Popolo! non saresti buono, n potresti mai esserlo,
se tu non sapessi lagrimare. Ma le tue lagrime non sia

il malconcio, il gobbo, il tuo compatimento. ll dileggio


non fa che intristire il suo carattere, crea al genere
umano un nemico sempre formidabile nelle malignit ed
inganni, unica difesa che resta a quelli sciagurati.

no quelle della femminetta, che riempie di lai tutta la

casa, tutto il vicinato, se il caso vuole che spanda oglio


sul suolo; se ode ululare il cane, quando battono le ore;

se crepitar sente larmadio per l umidit. Le tue lagri


me, o popolo, siano mute, lagrime che rivelano tutta la
sublimit dell uomo, lagrime che lo innalzanolino a Dio.
Si, o popolo! dona una muta lagrima alla sventura.
Chi dileggia lo sventurato, un vile insetto della terra,
che nella sua superbia e tracotanza presume aggiungere

forza al braccio dell Onnipossente, che s aggrava sul


mortale. Chi dileggia lo sventurato il demone, che
-trionfa della caduta delluomo, il demone, che si satolla
delle bestemmie, delle grida disperate del dannato. Chi
dileggia lo sventurato meno che bestia, perch mostra
che non gli batte cuore in petto.
Non dire, o glio del popolo, che lo sventurato s

compro il malanno, che lo travaglia. A te non sono


conti i segreti della Provvidenza , che prova i suoi di
letti col fuoco, colla spada, con ogni infortunio, perch
in questo mondo non si fa che piantar le partite, le
quali vengono saldate in altro. Ma sia pure che lo sven
turato sabbia tirata sopra la disgrazia. Egli deplora for
se il male, che ha fatto. E da uomo il fallire, pentirsi
da angelo. E chi non ha fallito? Bugiardo chi se pre
dica innocente,
Sappi, o popolo, che talvolta la sventura altrui tha

procacciato perenne felicit. I gemiti dei prigionieri dello


Spilberg, le vittime di Vienna ti hanno dischiusa la via
alla costituzione.
Non dileggiare chi gi potente dall alto precipit
nell abisso. E vilt, vilt somma.

Non l accarezzavi

quando sedeva sfolgoreggiante sulla cima?-Era timore


Va-na scusa. Ora che non ti pu pi nuocere, compa
tiscilo. Non fu, non e, non sar mai gloriosa la lotta
collinerme. Oltrecch il dileggio non lotta, sfogo
della propria bassezza, sfogo di un anima di fango.

Abbia, o popolo, la tua muta lagrima lo stesso


reo che geme in tetra carcere, che lascia sul patibolo i
suoi delitti. Sevvati il suo esempio a tenerti mondo dalle
male opere; odia il delitto, non il delinquente.
Abbia, o glio del popolo, la tua muta lagrima
pur la sventurata donna, che mercal se medesima. Sai

tu chi era dessa? Forse la pi perfetta delle donzelle,


che tradita da colui, che amava pi di se medesima,
non credette pi a virtude, e si abbandon al vizio.
Forse la negletta sua educazione la condusse al passo
fatale; ma il suo cuore era buono, ancor forse buono,
ed in segreto sanguina sulla orribile sua condizione.
Forse, ahi tremenda sventura! la sola miseria, la sola
impossibilit a sostenere cadenti genitori, a sostenere
una madre, la travolse nel baratro dell infamia.
Oh! abbia, glio del popolo, la tua muta lagrima

la meretrice ancora. Essa pu sollevarsi dal suo fango,


e porsi a sedere un di fra i giusti. Nostra religione
non venera sugli altari donne, che in qualche epoca
della loro vita si abbrutirono? Non dileggiare da cinico
la meretrice. Forse una tua parola pu farla ravvedere.

Non dire: necessario che la societ abbia queste fogne.


E non fummo forse e senza forse, non fummo noi che

abbiamo fatta nascere si spaventosa necessit?


Ma tu, o popolo, sei buono, sei compassionevole,
dona dunque una muta lagrima a chiunque sventurato.
Egli sempre tuo fratello. Base di tua religione l a
more. L amore si pasce di compassione. Lamore ti pose
al mondo, lamore ti porse il materno petto, lamore ti
educ, l amore ti fece uomo. Sii compassionevole. La
Sapienza incarnata dall alto della croce, nellabbandono
di Dio, degli uomini, si mosse a compassione de suoi

assassini, e preg per loro.

Tratto della pi sublime

compassione, che non poteva venire che da un Dio! da


quel Dio che ti cre a sua immagine e similitudine.
Dr. Lodoletti.

Non dileggiare chi gi potente dallalto precipit


nellabisso. ll suo dolore troppo tremendo, perch tu

Un danno postumo dei Cehsori

debba accrescerlo.
Non dileggiare quello che fu ricco, ma che una

Evviva la liberl del pensiero! evviva la stampa


libera! : cosi gridava il giovane Lattanzio spiccando salti

sventura ha ridotto all estremo della miseria. Ambivi la


sua protezione, quando nuotava nell abbondanza, lo in
chinavi, lo adulavi. Se fosti vile allora, non esserlo an
cor pi adesso. Rifletti che fortuna cieca, e che pu
toglierti a perseguitare pi eramente di quello, che fai
oggetto de tuoi scherni.
Non dileggiare il tapino, che a mani giunte vien da
te a mendicare la vita. Se non hai con che soccorerlo,
mandalo in pace , non dileggiarlo. Se hai e non vuoi

dare, mandalo egualmente in pace. Sarai tacciato di ava

e tagliando capriole a guisa di forsennato lungo le an


guste corsie del suo negozio formate da grandi cataste
di libri che ne facevano quinci e quindi parete. In que
sto entra Barba Simeone, suo padre, antico librajo, il

quale vedendo quelleccessiva allegrezza, anzi pure quello


strano matteggiamento del glio, fattoglisi dinanzi: Lat
tanzio, esclam; sai mo tu bene, che roba la sia cote
sta libert di che vai menando tanto-scalpore ?, sei tu

ben sicuro che la libera stampa sia per noi, librai, quel
pan unto che tu ti credi?

- No? - come no? - salt su Lattanzio -stima ella

opera (giorno che non dev'essere troppo lontano), i miei

poco, padre mio, il poter quind innanzi ritirare dalle


Dogane i libri che ci saranno inviati dai nostri corri
spondenti di qualsivoglia parte del mondo, senza indugi,
senza streltezze, senza che siano sballati e sciorinati e
disinfettati in quel vero Lazzaretto della Censura, e ci
mentre le stesse mercatanzie provenienti dal Levante e
sospette in primo grado di peste, avevano ed hanno
quasi libero ingresso a dispetto d ogni savio consiglio
di polizia sanitaria? -Stima ella poco, padre mio, les
sere liberato dalle incomode visite, per non dir peggio,
di quelle sifffatte persone dallaspetto catoniano, di quei
protoquamqitam i quali di tanto in tanto comparivano in
bottega e giravano a torno a torno ccando il naso en

cari gli avrebbero avuto di che continuare il mio trai


co con quella onoratezza e decoro che con lainto del
cielo ho adoperato io per tanti anni, ed oltre a ci
speravo clic quel po di ben di Dio che ho saputo co

tro ad ogni bugigattolo, e se per disgrazia v era libric


cino che dicesse unpo
lo scrittore onorato, essi
dunghiavano tosto, e lei,
proveri , o multavano di

netta la verit come dee dirla


che iscoprivanlo al uto, l a
padre mio, caricavano di rim
grosse ammende, o minaccia

vano perno di prigionia, o, al men che fosse, di so


spensione dallesercizio di libraio? I-Ia ella sdimenticato
tutto codesto? Dra, lode a Dio, la si voltata la barca:

ora non ci sar di proibito che il solo indice dei libri


proibiti: ora il nostro commercio diventer nnno dei pi

tloridi, dei pi fruttuosi, dei pi.....


-- Hai nito?
- Ho nito s ella vuol prendere la parola; se no
tiro di lungo perch qui nel gozzo ho materia per un
bel libro in foglio stragrande.
- Sia come si voglia, tieni un poa freno le tue pa
role, e ascolta intanto le mie. Non bisogna illudersi,
gliuolo caro: tutto quello che luce non oro di co

pella. Questa che a te sembra una bella cuccagna, del


ritirare, cio, dalle Dogane

le balle di libri, come si

fa di quelle di stoppa, senza che altri ne guardi pi in

l che qualche lo da una crepatura del canepaccio, e


senza che alcuno venga dappoi in bottega a esaminare
i frontispizj ed i testi, non quella gran novit che tu

ti pensi, ed ha ben ragione tuo santolo, il sagrestano,


quando va dicendo che nulla di nuovo sotto il sole.
Questa che tu dici della libert della stampa, la una

moda che si usata alcun tempo prima che tu fossi al


mondo, poi fu dismessa ed ora tornata in voga da
capo, com appunto di tutte le mode che vanno etor

nano a guisa delle stagioni. Non dir che non la sia


una moda bella e buona quanto alla comodit del com
mercio, ma quanto al protto...ahi ahi ahi, gliuolo
mio , la faccenda cammina ben altrimenti. E se tu giu

dicassi diritto come giudico io, che ne ho fatto espe

rienza a mie spese, t assicuro che in luogo di farne


quella galloria che tu fai, piangeresti meco amarissima
mente.

i
-- Oh mio Dio! voi mi spaventate, caro padre.
-- l libri nuovi, ragazzo mio, che ci verranno colla

mulare con tanto studio efatica, e che consiste in questi


muraglioni di libri, avrebbe costituito una tal qual do

terella alle mie buone gliuole allorch fosse piacciuto


a Dio che un qualche onesto artigiano se le venisse a
prendere in ispose. - Quand ecco in virt della libera

stampa che tu festeggi, ecco caduto a terra il mio bel


castello, svanito il mio bel sogno, e quello ch io cre
devo capitale vivo e fruttante non esser altro che un
vano e disutile ingombro.
- ba scusi, padre mio, non sono forse nostri tutti
cotesti libri? non sono tutti pagati no all ultimo ba
garo? 0h per bacco! sono io che tengo il libro mae

stro, e so come stanno le somme.


- Si, vero; la merce, che qui, tutta nostra;
n c debito alcuno od ipoteca che laggravi menoma
mente.

- Ma dunque cosa che laggrava?


-Ci che laggrava, quello appunto che tu credi
la favorisca: la liberta della stampa.

- La libert della stampa! E mai possibile?


- Ora te la butto in soldoni. - Poco fa ti dicevo
che i libri nuovi ammazzano i libri vecchi, ed ecco il
come. Verr, gurati, un compratore e ti chieder la

tale o tal altra opera delle tante ond fornito a dovizia


il nostro magazzino: tu gliela presenterai: egli n esami

ner ilfrontispizio, la data e il luogo della impressione:


tu crederai riceverne il prezzo, ma invece vedrai chegli
te la restituir ridendoti in faccia, e dicendoti: ,, non
sono mica tanto babbeo io da comperare roba castrato. Hai tu capito, gliuolo , come andr a nii la bisogna f

E invero tutta questa che qui d intorno non altro


che roba castrata: roba castrato da quei certi beccaj
che si chiamavano Censori, i quali, novanta in cento,
erano gente di si maligna natura, che senza una carit
al mondo, senza una discrezione immaginabile, spesso
con grave oltraggio allo stesso senso comune, d ogni
opera letteraria che sgraziatamente capitava loro alle
mani (e tutte dovevano capitare) facgvano un governo
tanto pi dispietato quanto lopera stessa era pi nobile
e santa. Da ci ben vedi, Lattanzio mio, a che va a
ridursi il nostro bel capitale delle trecento mila lire ita
liane: va a ridursi a un monte di carta succia buona
neanche da far camiciuole alle acciughe e al prosciutto.
Ora, se ti basta l animo, va e grida: eviva la libert;
eviva la stampa libera.
Queste parole furono come un razzo alla congrewe

sulle rosee speranze del giovine Lattanzio, il quale com

prese di subito quale e quanta verit si contenesse nel

nuova moda, ammazzeranno i libri vecchi, come appunto

paterno ragionamento. Riavutosi poi alquanto della sua


storditaggine: padre mio, prese a dire, avete ragione:

una nuova foggia di vestito manda in disuso l antica.

io fui uno stolto come quel villano che ballonzava in

lo parlo, pur troppo, per esperienza, torno a ripeterlo.


Sessanfanni di straordinaria attivit nella mia professione

torno alle amme che dovevano mettere in cenere la


sua casa. Oh quanto furono a noi fatali le buon anime
dei Censori! Essi non solo ci danneggiarono in vita,
ma, come coloro che muojono di contagio, tornanci pei

mi hanno dato mezzi e facolt di fornire questo mio


negozio d un assortimento d opere, ch non solo il
pi completo che vantar possa questa nostra citt, ma
azzardo dire non ha riguardo alcuno di sostenere il con
fronto con qualsivoglia magazzino librario vuoi di Milano,
di Venezia o di Torino. Un po di scandaglio, che ho
fatto lo scorso mese, mi aveva comprovato esser io pos

niciosi anche dopo aver esalato l ultimo ato.


vento disperda le loro eeneri...che la terra....

- Ehi ehi ehil... rispetto ai morti, gliuolo. Piut


tosto: ingincchiati qui vicino a me, e preghiamo un
requiem etcrnam allanima loro ed alla loro forbice, che,
dopo la falce della morte, era l arme piu distruttiva.
I

sessore, a farla stretta, d un capitale netto e limpido


di circa trecentomila lire italiane, ed ero beato in cuor
mio pensando che il giorno in cui la mia vita avrebbe
raggiunto l ultima pagina, o a meglio dire il nis dell

Che il

F. Cameroni.

______v,__,__________________d___
Trieste , Tipograa Weis.

f.
Prezzo 2 Car.

Temperanza!

Disoendendo alle cose materiali gli abusi danno i

medesimi effetti, con questo di pi che essendo pi pal

La Libert non possibile scompagnata dalla Virt; e


la virt non pu sussistere senza la Temperanza. Essendo
temperanti non abuseremo di nulla, e quindi non ca
dremo nei Vizii, che nascono appunto dall abuso o dall
intemperanza delle cose. Essendo intemperanti abuseremo
di tutto; abusando delle cose riusciremo viziosi, e quindi

mari, e cadendo pi direttamente sotto ai sensi, ci so


spingono pi apertamente e prontamente a ribrezzo.
Quindi l abuso della forza sica o delle membra, ci

rende oppressori dei deboli, conculcatori spesso del


giusto, dell onesto.

il collo al primo giogo che altri ci voglia imporre, ci


addateremo di buon grado alla tirannia, la quale, pei
suoi nefandissimi ni, alimenta i vizii e le intemperanze,
viziosissima e intemperantissima ch essa pure. Cesseremo
di esser liberi,dal momento che avremo dimesso des
ser virtuosi, e pi non saremo virtuosi, subito che ci
saremo lasciati sopraffare dalle intemperanze, e con queste
dai vizii. Il quale ragionamento tanto facile, semplice,
chiaro, netto che niuno potr a meno di intenderlo:
una sequela di principii colle pi legittime conseguenze
che ne scaturiscono da se.
Dunque la 'Iemperanza madre della Virt, madre
anche della Libert, che sono sorelle.
Dobbiamo intendere per Temperanza l uso ragio
nevole e moderato di tutte le cose che Iddio dispose in
noi o intorno di noi per appagare i nostri bisogni, e
anche per abbellire e consolare i travagli e le miserie
della vita.

nellaffievolimento dello spirito, quanto nella spossatezza


del corpo, fonte che sono di tante malattie della mente
resa stupida, e del corpo reso impotente; le dette in

temperanze ci fanno perdere l unico carattere pel quale


assicurata la nostra supremazia sui rimanenti animali,

la ragione; ci mette a livell0 dei bruti, e anzi ci porta,


e spesso innitamente, al di sotto di loro. Ed in verit:

non vale egli pi, non pi dignitoso, utile, apprez


zabile un cavallo che si slancia generoso ove pi ferve
la battaglia, un bue che volonteroso tira l aratro, di

quello sia un uomo briaco, che non si regge pi sulle


gambe, non conosce, non ode, non balbetta altro che
suoni iuarticolati, e bestiali, ingombra le vie del flosciame
del suo corpo impotente?
E costoro meritano di esser uomini? e, molto
meno, uomini liberi? Lascio stare della perduta dignit,
della degradazione assoluta e pienissima in cui cadono;

intemperanza diciamo invece l abuso, ossia

l uso smoderato e irragionevole dellecose stesse.

ma colle loro intemperanze dello spirito e del corpo,


colle loro prevaricazioni morali e siche, coi loro vizii
pi o meno turpi, pi o meno incorreggibili, possono
esser liberi? possono trattare la cosa pubblica? mante

L uomo in tutto temperante sar anche virtuoso;

l uomo in parecchie cose intemperante, avr altrettanti


vizii, quante sono le intemperanze a cui si abbandona.
Peraltro anche nei vizii esiste una gradazione: so
novi vizii maggiori e minori. Le quali differenze pro
vengono o dall estensione dellntemperanza, o dalla
natura delle cose di cui siamo intemperanti.
Prima di tutto per bisogna distinguere in fatto di

nere l incolumit -dei loro diritti?


\

Noi abbiamo uno spirito ed un corpo; quello ha


facolt sue, e bisogni suoi; questo ha pure sue attitu
dini e suoi bisogni. La temperanza abbraccia tanto lo
spirito nelle sue facolt, quanto il corpo nelle sue atti

tudini; e non meno lintemperanzaoffcnde lo spirito e


I

ll pensiero la pi nobile e la pi eletta fra le


attribuzioni dello spirito: chi lo nega? ed eziandio la
parola, organo del pensiero, non siede meno fra le
massime doti di- cui la Provvidenza largisse all uomo.
Eppure l intemperanza del pensiero e della parola pos
sono generare i pi mostruosi vizii che affliggono l u
mauit. La superbia, l ambizione, l avarizia, la maldi
cenza e inniti altri, la tirannia, la vilt, la servilit,

l adulazione, non sono forse usi immoderati e irragio

nevoli del pensiero e della parola? abuso di spirito?


Lo sono tanto, quanto l alterezza nobile e dignitosa,
la generosit, la giustizia, la- franchezza, la lealt, e
tutte le altre virt sono conseguenza dell uso moderato
e ragionevole del pensiero e della parola; temperanza

di spirito.

15|. Tinga

Volete esser uomini? temperanza.


Volete esser virtuosi? temperanza.

Volete esser liberi? temperanza.


Volete conservare la libert? e sempre temperanza.

temperanza, e conseguentemente anche nellintemperanza.

il corpo.

L intemperanza del mangiare, del

bere e di tutto ci che sazia i sici nostri bisogni, oltre


che lasciarci le pi fatali e durevoli conseguenze, tanto

saremo schiavi dei nostri vizii; in tal caso piegheremo

Temperanza nei pensieri, temperanza nelle opinioni,


temperanza nelle parole, nei desiderii, nelle volont;
temperanza nella forza sica, nebmangiare, nel bere...
Persino nella Libert. L uso smoderato e irragionevole
di questa, labuso della libert la indebolisce, la guasta,
la fa degenerare in quel mostro orribile, in quel fla
gello sterminatore che ha nome Licenza nelle opinioni
e nel discorso, nei fatti ldnarclzia!

Una classicazione delle intemperanze, equindi


dei vizii morali e sici, sarebbe pure la schifosa e ab
bominevole classicazione! Facciamoue senza. E poi si

toccano tutti cosi da presso, sono cosi collegati che


difficilmente si scompagnano, e molto meno si arrestano
nelle varie limitazioni, che in teoria potrebbero loro as
segnarsi, ma che in pratica non si mostrano mai, o
quasi mai. Bensi notiamo che le intemperanze dello spi
rito sono pi formidabili, sono maggiormente a temersi,
o per ci che torna malagevole impedirle, e per ci che
entrate pi malagevole ancora sradicarle. Non facile
rendere temperante un ubbriacone invecchiato nellabust)
del vino; ma quasi impossibile guarire un superbo,
un tiranno, coi quali, e la storia ce lo dimostra, rie

"\
scono cosi vani i mezzi dellarte, che bisogna quasi

pi recenti della Francia, dell Inghilterra, dell America

sempre nirla coll amputazione.


La temperanza morale si promuove coll esempio,

e di molti altri stati che la adottarono.


Ma ormai giova spiegare chiaramente al popolol
immediato vantaggio che gli risulter dalle rifbrme co
stituzionali; anche se queste non riguardano il dazio del
vino e della carne; e perci riservandoci di analizzarle
tutte partitamente, gli parleremo per ora dellimmensa
influenza che avr sul benessere d ogni cittadino questa

e il farle prendere salde radici opera lenta bensi, ma


meritoria, difficile, ma inaprezzabile che spetta alla buona,
intelligente, coscienziosa Educazione. Lo stesso dicasi

delle morali intemperanze, le quali moriranno da se a


fronte di salutari esempi, tostoch si troveranno decre

pite, isolate e cadenti, in mezzo alle generazioni tem


peranti che la sana educazione former all ombra del
benedetto albero della santissima libert.

E per la temperanza dei sensi?. . . .


In America, dove la causa della indipendenza dei

Popoli, della libert e della temperanza ha fatto le sue

sola, cio lintroduzione delle procedure pubbliche ed


orali, che forse molti nel leggere il decreto di Costitu
zione considerarono come cosa accessoria.
Chiunque si trova nella necessit di ricorrere al
soccorso della giustizia (e sono assai frequenti i casi),
desidera che la decisione sia pronunciata con profondit

prime e gloriosissime prove; in molte parti anche dEuro

di raziocinio, con sollecitudine ed imparzialit. Ma tanta

pa, talee tanto peso danno alla temperanza i popoli

perfezione non si pu ottenere se non mediante il pro

che sono o vogliono essere liberi, si sono organizzate,

cesso pubblico ed orale. Questa verit si far evidente coll


esporre lassoluto contrapposto tra questo metodo e la
procedura scritta e segreta sinora usitata tanto negli oggetti
civili quanto nei criminali; sicch conoscendo la gravit del
male potremo meglio apprezzare limportanza del rimedio.
ll processo criminale sincamminava per un sem
plice sospetto, spesso fondato su mere apparenze, o
per la denuncia d'un privato; e siccome la legge per
metteva in rarissimi casi che l inquisizione si facesse a

per la parte appunto dei sensi; a promuoverla e inco


raggiarla, delle aggregazioni, che si dissero Societ di
temperanza. Uomini rispettabili non sdegnarono di met
tersi alla testa di dette societ, e coll esempio e coi

ragionamenti diederomano a fermare delle vere propa


ganda contro gli abusi e gli eccessi a cui gli uomini si
abbandonano brutalmente per appagare le esigenze di
sordinate dei sensi; i quali non appagansi mai, per ci

appunto che pi si contentano e pi si ribellano: simili


al fuoco che pi legna gli getti sopra e pi ne divora,
e pi esso divampa. E perch il bellissimo esempio di
queste Societ di temperanza non si potrebbe imitare an
che fra noi? estendersi da per tutto? Non abbiamo bi
sogno! bugia. E quindi non sarebbe forse bello, utile,
salutarissimo vedere i signori e negozianti ascritti alla

loro societ di temperanza, e cosi gli agenti di com


mercio, e gli artieri, e i bottegai, e i facchini? E me
glio ancora, tutti Popolo, tutti liberi, tutti bramosi di
mantenere la libert ei diritti loro, senza distinzione
di stato o di professione o d'arte, uguali in faccia alla
gran legge della temperanza, e quindi della Virt, e

quindi della Libert, tutti insomma ascritti ad una grande


e unica Societ di 'lemperauza?
Vi sarebbe forse chi trovasse ridicola o utopistica
questa proposizione? non ridicola: linvenzione delle
societ di temperanza ci viene dalle pi colte e mature
nazioni, e benemerite nella causa del perfezionamento

piede libero, essa esigeva un ingiustissimo arresto d in


quisizione, ove lincolpato , forse innocente, era rinchiuso
assieme al vero malfattore, incominciando cosi a fami
gliarizzarsi col vizio , pel quale forse sino allora aveva
sentito profondo ribrezzo.

Compiuta linvestigazione del fatto, tutto il processo.


si affidava ad un solo consigliere, che passava aglin
terrogatorj senza che laccusato avesse per s un difen
sore, e senza che gli venissero comunicati gl indizj che
stanno contro di lui (Cod. pen. P. I. 6. -337) Notisicheil Giudice era tenuto a mettere zelo eguale nella
ricerca dellinnocenza e della reit, le quali due missioni
sono tra loro inconciliabili, sicch deve scapitarne o la
cosa pubblica o linteresse sacrosanto dell accusato, la
cui difesa era afdata a chi aveva il maggior interesse
a trovarlo reo. L accusato era quindi soggetto all illi

mitato capriccio del Giudice, senza potersene minima


mente guarentire; sicch questo sistema supponeva nei
Giudici qualit sovrumane, impossibileessendo alluomo

sociale e della libert. Non utopistica: perch esiste


di l'atto, dunque possibile, applicabile; ha dato-ot
timi risultamenti e li da, dunque di pratica utilit.
Il dado tratto.
Come potrebbe cnmporsi questa societ di tempe
ranza? su quali basi fondarsi? con quali mezzi eserci

anche il pi leale di restar scevro da prevenzioni ed e- .


sterne influenze, e non sentire in s qualche simpatia

tare la sua beneca azione morale? con quali premii

nario, dipendeva unicamente dallinquirente lo stabilire


lepoca dellinterrogatorio, fare allincolpato quelle do
mande che pi gli piaceva, ordinare lopportuno per la

incoraggiavne le pratichel...Ahl ah. bisognerebbe dun


qne venirne a un concreto. E perch no? Non potremmo
anche proporre, un'altra volta, un Progetto di [tai/ola

mento per fondare la detta Societ di Teinperanza?


A. Falconetti.

Uno dei sommi vantaggi della Costituzione


Il desiderio vivamente sentito da si lungo tempo
di vedere introdotta in oggetti giudiziaq la procedura
pubblica ed orale ormai soddisfatto. La Costituzione
dellimpero Austriaco emanata li 25 Aprile tra tante
altre riforme in oggetti di pubblica amministrazione ci
garanti anche questa, che non tarderad essere attivata
a grande conforto di chi brama tolto prontamente il re

gime dellarbitrario, e garantite nel modo pi efficace le


vite, le libert e le sostanze dei cittadini. I salutari ef
fetti di questa istituzione si appalesano col fatto a chi
studi le antiche storie dei Greci e dei Romani, e le

od antipatia per laccusato.

La legge voleva bensi che lesame sommario si


facesse immediatamente dopo l arresto e visita, ma sic

come essa non determinava l" epoca del costituto ordi

rilevazione del l'atto, ed esaminare i testimonj.

Questi

non venivano sempre confrontati tra loro e-collinquisito,


ma seppure il confronto era creduto necessario, lo si

faceva con ogni testimonio separatamente, in giornate


diverse, insomma nel peggior modo, e ad ogni passo
tenevano (lietro gli inevitabili protocolli per eternare e
domande e provvedimenti. Ma chi garantiva lincolpato
che fossero stati sentiti tutti itestimonj da esso pro
dotti a discolpa, che fossero stati impiegati tutti i mezzi
necessarj alla sua difesa? La coscienza, il giuramento
sono garanti troppo deboli per un accusato la cui vita

ed onore sono in pericolo; e sebbene debbasi dire a


lode del vero, che i pi tra quelli che esercitano luffi
cio di Giudice sono persone integerrime e coscienziose,

questo un loro merito personale, e non serve per nulla


a scusare i radicali difetti della istituzione.

Per le stesse ragioni poteva avvenire, segnatamente


quando la giurisdizione civile e criminale era riunita

pelle stesse persone, che passassero sei mesi e persino


un anno senza che Yaccusato fosse mai esaminato. Che
se egli negava ostinatamente, o si lasciava sfuggire qual
che espressione violenta, cagionata ben spesso dai modi
dittatorj dellinquirente, lo si puniva col legale prolun
gamento dell arresto d inquisizione.
-

Se dai fatti raccolti non risultava patentemente n


Vinnocenza n la reit, sicch Finquisito doveva esser
dimesso per difetto di- prove, era costume prolungare
ancora di molto 1' inquisizione, affinch esso non rima
nesse affatto impunito. Questa massima era ingiustissima,
specialmente nei delitti pi lievi, ove l arresto d inqui

sizione poteva durare pi di tutta lepoca legalmente lis


sata per la condanna.
Terminati gli esami a beneplacito dell inquirente,
egli solo depurava gli -atti, ne estraeva l essenziale,
formava il cosidetto rcferato, e lo sottoponeva al colle

nulla lascier intentato per ottenere la pi sollecita asso


luzione del suo cliente, ed il ministero pubblico nulla
trascurer perch sia fatta severa applicazione delle leggi.
Nel di ssato per la pubblica udienza si esporr innanzi
al consesso dei Giudici il fatto con tutte le circostanze
aggravantie mitiganti, lo si discuter in ogni senso svi

luppando a voce le ragioni dell accusa e quelle della


difesa, e si sentiranno i testimonj- ed i periti presente
l accusato, che se sar reo non potr di certo persistere
nella negativa al cospetto di tanta evidenza. Per tal modo
si svolger sotto gli occhi dei Giudici un vivace e com

pleto quadro del fatto, la cui impressione sar tale chessi


potranno incontanente decidere dellinnocenza o della reit.
E tutto ci avverr in un solo od in pochissimi giorni!
Lo stesso dicasi del processo civile, poich gli av
vocati saranno costretti da questo metodo a procacciarsi
le prove -al pi presto, anzich cercarle o ngere di cer

carle a lungo, ed i Giudici potranno tosto proferir sen


tenza, ove il caso non sia di sua natura sommamente

gio deliberativo, che non aveva mai veduto n sentito

complicato. E la procedura orale sar altresi meno di

l incolpato, e che prestando fede allinfallibilit dei pro


tocolli pronunziava la Sentenza, e la inviava dufcio ai
dicasteiisuperiori e supremi, i quali poi-dovevano con
fermarla o modicarla senza aver sott occhio che un qua

spendiosa, poich aboliti che siano gli ammassi di pro


tocolli, di scritture, di istanze in duplo, triplo e qua

dro del fatto tratteggiato a tinte fredde e spesso travisate.


E se lincolpato da ssolo o mediante un difensore ten
tava la via del ricorso, nessuno poteva domandare ispe
zione degli atti d inquisizione, ma soltanto la comunica

zione deirmotivi della Sentenza (5 465 Cod. cit.).


Non minori di questi erano i difetti del civile pro
cesso, che non occorre svolgere a lungo, non essendovi
chi non ne abbia fatto pi o meno la triste sperienza.
Basti osservare che in questo laumentare gl indugi sta
va nellinteresse dellimpetito e degli avvocati, che si
accordavano interminabili proroghe, si tenevano per i
scusati per la non comparsa in giudizio, facendo poi
sanzionare dai poveri clienti tanti inutili ritardi. Altra
via era aperta allo stancheggio colfartifciosa rinuncia al
patrocinio, che portava seco una Iiroroga di 30 giorni
almeno, e veniva non di rado adoperataiu mancanza
d altro mezzo per protrarre la lite. Ed allorch nal
-mente dopo una innit di inutili istanze, decreti, atter
gati, subattergati, quistioni incidentali e sentenze interlo
cutorie venivano coordinati gli atti per la sentenza de
nitiva, questa si faceva attendere non di rado ancor molti
mesi, senza calcolare le lungherie della spedizione, in
timazione ed altro. N con ci avevano ne i ritardi,

poich dopo interposta l appellazione si domandavano ed


accordavano per futili pretesti lunghissime proroghe per i

druplo, di decreti, di copie, di registrazioni ed altro,


baster ai Tribunali forse la met degli attuali impiegati, e
l avvocato potr moderare proporzionalmente il suo enora
rio quando sianoa-idotte a minor numero le scritturazioni.

ll nostro Governo aveva bensi stabilito una specie


di procedura orale presso i Tribunali militari, cambiarj
e montanistici, nei Giudizj di campagna, ed in epoca re
centissima per qualunque litigio sino al valore di duecento
fioriui, senza per ritrarne alcuno degli anzidetti vantaggi.
Poich anche questi processi si trascinavano all innito,

sia per non essere orali in istretto senso, ma soltanto

processi a protocollo, ove il Giudice faceva da amanuen


se, sia perch il solo procedimento orale non corrisponde
ad ogni esigenza di giustizia e di ragione senza il suo
necessario complemento, che la pubblicit, ossia la

presenza del popolo allatto giudiziario. Questo il pi


efficace, anzi l unico mezzo per rendere impossibile a
Giudici e difensori di sacricare diritto e giustizia allin

teresse od alle passioni; poich il naturale riguardo di


commettere pubblicamente ingiustizie, l innata ambizione
d ognuno, il timore di compromettere il proprio onorq
in faccia alla societ, sono molle ben pi potenti che 1
giuramenti d ufficio, o la controlleria delle Autorit su
periori per quanto sia rigorosa.

Questo metodo permetter ai cittadini d accertarsi


della imparzialit ed avvedutezza delle Corti di giustizia,
ed infonder in essi stima e ducia per una istituzione

gravami, e lo stesso si faceva in istadio di revisione. Cosi

chiamata si sovente a decidere del loro onore, della lo

pure trascorrevano molti mesi prima che i dicasteri supe

ro libert, delle loro sostanze; lfistituzione stessa se ne


vantaggier-in dignit, e si giunger nalmente a smen
tire il detto, oggi ancor troppo vero, essere preferibile
un magro accomodamento ad una grassa sentenza. E

riori proferissero la conferma o la riforma, non essendo


legati a termine alcuno per farlo. Ecco perch le liti du
ravano una eternit, ed erano sinora riputate non meno

disastrose per la parte vincitrice che per la soccombente.


Ma lode a Dio, noi avremo a deplorare ancor per

poco siffatti disordini. A tanti mali fu posto argine col


9 29 della Costituzione che stabili la procedura giudi
ziaria dover essere pubblica ed orale. Allorch questa
sar messa in effetto si avr nei giudizj la massima ce
lerit ed allora ogni possibile garanzia per la libert e
l interesse delle parti, senza che la decisione ne risulti
meno pensata e matura. Nel processo criminale le inve
stigazioni preliminari saranno naturalmente speditissime,
poich da un canto il difensore che dovr esser dato

Gdallaccusato, dallaltro il ministero pubblico ossia regio


procuratore si prepareranno al pi presto ond essere
pronti pel giorno ssato dal Giudice, il cui ufficio con
sister soltantonel pronunciare la sentenza. Il difensore.

naturale infatti che il popolo non possa aver ducia nelle


procedure segrete, poich in generale tutto ci ch se
greto inspira dilfiilenza, e tanto pi in questi casi ove il

buon senso non s rendersi ragione della segretezza, poi


ch se vero che le leggi sono il palladio della societ,
non ragionevoleffare mistero della loro applicazione,
cui devesi anzi dare la maggiore pubblicit possibile.

La necessit di punire i delitti trae seco l inevita


bile conseguenza, che anche un innocente possa essere
sospettato, accusato ed arrestato per un accidentale con
corso di circostanze, il che pu mettere a repentaglio il
suo onore, e diseccare le fonti della sua sussistenza. Lo

Stato ha quindi dovere di riparare tali offese involonta


rie; ma l innocenza non si palesa in modo chiaro e
convincente, la riparazione non completa e solenne

fuorch colla procedura pubblica; poich il certificato d

degli insegnamenti, dall educazione, avverte ineessantia

mnocenza smora usitato era insufficiente a togliere ogni

mente luomo che non tutte le azioni sonozgilirste, ben

dubbiezza, n poteva essere comunicato a chiunque ebbe


eontezza dell accusa.

Quando il popolo sar ammesso nelle aule giudi


ziarie, le leggi cesseranno d essere un monopolio di po-
chi, e diverranno un vero patrimonio della nazione. Al

fatte, ed impone alla indenitiva sua libert dei limiti,

L uomo sente certamente d avere la libert, di


conservare se stesso, di svilupparele sue forze spiri

lora i nobili sentimenti di giustizia, gi radicati in ogni

tuali e corporali, di impiegarle nel procaccio di mezzi

cuore, si svilupperanno e frutticheranno: contribuiranno


all educazione delle menti di cui tanto sentito il biso

pu p. e. ammazzare gli altri uomini, ferirli, usar di

l oltrepassare i quali reca disgusto, pentimento, orrore,

contraddizione con se stesso.

a vivere; ma per ottenere questi scopi sente che non

gno, rinfrancheranno gli spiriti animando il principio

loro come cose senza contraddirsi.

della legalit, e le leggi non saranno pi una vana pa


rola, poich il popolo penetrato della loro necessit ne

illimitata sarebbe inutile, vana, perch sarebbe ad ogni

Una siffatta libert

questo-sistema, ed in ispecie quando sar introdotta la


pubblicit nelle aule dei consigli municipali, si rassoder
anche l amore pel proprio paese, si conoscer a quali

ora molestata
Dunque
stessa libert
sviluppare e
restrizione, la

difficolt vada incontro chi chiamato a propugnarne gl


interessi, e quali mezzi siano i pi acconci per superar

tamente uguale per tutti, sicchatutti sia dato esistere.


Per questa restrizione vi- sono dunque azioni che

le; siformer insomma quella nzaturit politica, della


quale appo noi specialmente tanto si deplora la mancanza.
Allora e Giudici e avvocati avranno campo da eser

si possono fare liberamente, ed azioni che si -devono

assumer spontaneamente la tutela.

Colla diffusione di

ommettere,

dall altrui libert pure illimitata.


luomo deve concedere agli altri uomini la
che egli vuole per se di potersi conservare,
sostenere. Ecco pertanto necessaria una
quale in origine non puessere che perfet

La libert alle prime costituisce appunto il

oratori, che sono il pi bel pregio d un popolo, e


servono non di rado ad allontanarlo dal male e ad ec
citarlo ad azioni magnanime. Sia reso dunque il meritato

diritto, parola che applicata ad ogni singolo individuo


- dinota la facolt di far tutte quelle azioni colle quali
sia possibile l esistenza simultanea di esseri uguali,
sicch tutte queste azioni si diranno giuste, e tutte le
opposte, ingiuste.

encomio al legislatore che sbandi l ozioso battagliare


sulla carta, sostituendovi larma potente dell eloquenza.

sciuta da tutti gli uomini, se non vogliono contraddirsi,

Allora il vero merito trover i pi sicuri suffragi

per cui viene da se che debbano astenersi da quelle

nella pubblica opinione, lo Stato non abbisogner di


liste di condotta per conoscere quali siano i suoi mi
gliori servidori ed impiegarli opportunamente, e nessuno

azioni che rendono impossibile l esistenza degli altri.


In questa necessaria ricognizione dell altrui llibert, di

citarsi nella nobile arte della parola, e sorgeranno gli

Questa facolt deve essere necessariamente ricono

potr sollevarsi a superba altezza senza meriti reali.


Allora il ceto degli avvocati verr portato a quella

ritto, o facolt consiste il dovere, ch l obbligo di non


apporre ostacoli all altrui libert entro i giusti limiti.
Da queste poche parole emerge che il diritto ha

dignit che gli si compete qual custode indipendente c


speciale delle leggi e della loro retta applicazione, ecol

getto l ommissione di tutte quelle azioni che limitano

libero esercizio di questa nobile professione sar annien


tata l odiosa stirpe dei faccendieri o controffacenti che
traggono lucro dalle disgrazie del povero,enon soggetti
a responsabilit in faccia alla legge, ben spesso lo ab

bandonano dopo averne reso incurabile il malore.


Persuasi dunque che colle procedure pubbliche ed
orali lesercizio della giustizia riesce men dispendioso,
pi razionale, pi imparziale, pi spedito-; che questo
il vero mezzo per rafforzare nel popolo l idea natu

rale del giusto e diffondere la cognizione delle leggi;


che questo sistema lunico adatto a rendere lesercizio
della giustizia confacente al suo scopo e veramente po

polare; salutiamo tutti con giubilo l annunzio di queste


riforme tanto beneche, tanto necessarie, condiamo che

gli effetti ne saranno anche tra noi tali quali furono


preconizzati, ed attendiamo impazienti l istante di vedere

colla loro attivazione secondate le brame dei veri amici


del popolo.
Dr. Cusio.

Cosa diritto? Cosa dovere t

Non appena si'sviluppa nell uomo la ragione, che


egli sente d aver la facolt di agire e non agire a piacer
suo , ossia di godere del libero arbitrio. Collocato nel
mondo vi scorge esseri della medesima sua specie, ed
esseri al tutto differenti, vi scorge -cio degli uomini a

lui perfettamente eguali, e delle cose. Se non vuole


contraddire a se stesso, devericonoscere nei primi la
stessa libert, che egli conosce di avere, ed condotto
da se aritenere che tutti questi esseri fra loro uguali

possono e devono agire da loro indipendentemente da


ogni altro, proporsi dei ni, ed occuparsi liberamente
per conseguirli. La ragione pertanto, avvalorata anche

per oggetto azioni positive, mentre il dovere ha per og

l altrui facolt di agire.


Non si dica che questa idea del dovere falsa,
perch in societ vi sono anche dei doveri che consi
stono in azioni positive, ossia nell obbligo di fare certi
atti.

Qui non si volle che denire il dovere fra uomini

nello stato di natura, nel quale sono tutti eguali fra


loro, eguaglianza che sarebbe tolta ove uno fosse oh
hligato a fare qualcosa per l altro. Come - per in so
ciet quest uguaglianza viene alterata dal libero con
senso, pu benissimo avvenire ed avviene che uno si
obblighi anche a doveri positivi che si adempiono col
fare qualche cosa per gli altri.
L idea posta del diritto e del dovere si riferisce
soltanto alle azioni esterne degli uomini, perch queste
sole possono esercitare influenza immediata su di loro,
e renderne possibile la reciproca esistenza.
Gli atti interni non influiscono immediatamente su
gli altri uomini, sebbene costituiscano per loggetto
deisublimi rapporti tra Dio e l uomo, regolati piu spe
cialmente da quella legge che morale si appella, e che
ha la sua sanzione in una vita futura.

A tutela del diritto pu senza dubbio essere impie


gata la forza, colla quale non si la che ottenere la ri
cognizione del diritto stesso, dachi vuolle offenderlo.
Siccome per questa forza pu mancare le molte
volte al debole che vuole esercitare il suo iliritto, ma

nifesta appare la necessit d una forza irresistibile, la


quale protegga lesercizio del diritto, forza che non si

pu avere che dalla riunione degli uomini stabiliti in so


ciet, fbrza, che acquista il sommo possibile vigore ne
gli Stati costituzionali e repubblicani.

Dr. LodolettI
Trieste, Tipograa Wcis.

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