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Gas naturale
sono inquinanti,
Il loro utilizzo determina un incremento della quantit di CO2 in atmosfera,
non sono risorse rinnovabili,
L'utilizzo sistematico dei combustibili fossili risale alla fine del XVIII secolo con
l'inizio della rivoluzione industriale in Europa e America del Nord, e fino agli anni
50 il fabbisogno energetico era soddisfatto dall'utilizzo del carbone ma nella
seconda met del XX secolo la principale fonte energetica diventata il petrolio.
Oggi il petrolio per circa il 40% la principale fonte energetica utilizzata anche
se, ultimamente in forte ascesa luso di gas naturale
PETROLIO
Liquido oleoso pi o meno denso, infiammabile, di colore variabile da giallastro a
nero, costituito essenzialmente da una miscela di idrocarburi fossili. Si trova in
grandi quantit sotto la superficie terrestre ed la principale materia prima
dell'industria petrolchimica.
Classificazione
Tutti i tipi di petrolio sono costituiti principalmente da una miscela di idrocarburi
(sostanze chimiche organiche, le cui molecole sono formate esclusivamente da
atomi di carbonio e di idrogeno, variamente legati fra loro), anche se solitamente
contengono anche piccole quantit di composti organici ossigenati, azotati e
solforati (zolfo, in quantit variabile dallo 0,1% al 5% circa, e ossigeno). I dieni e
gli alchini sono praticamente assenti e gli alcheni si ritrovano in quantit minime
solo in rari casi; la composizione del petrolio trova riscontro nel fatto che gli
idrocarburi paraffinici e ciclo paraffinici, cio alcani e cicloalcani, sono quelli
termo dinamicamente pi stabili.
I costituenti del petrolio sono liquidi e solidi, in varia percentuale: la consistenza
dei derivati dunque molto variabile, e va da liquidi fluidi, come la benzina, a
liquidi densi, come il bitume, spesso di difficile manipolazione. Nel petrolio si
trovano disciolte anche quantit rilevanti di particelle gassose, specialmente
quando il giacimento petrolifero associato a un giacimento di gas naturale.
Per comodit si distinguono tre classi principali di petroli, a seconda del tipo di
idrocarburo prevalente:
Formazione
Il petrolio si forma sotto la superficie terrestre per decomposizione di organismi
marini e piante che crescono sui fondali oceanici, oppure, in misura minore, di
organismi terrestri che vengono trasportati in mare dai corsi dacqua. I resti della
decomposizione si mescolano con le sabbie finissime e con il limo che si
depositano sul fondo del mare nelle zone non caratterizzate da forti correnti,
formando sedimenti ricchi di materiali organici. Il fenomeno ebbe inizio molti
milioni di anni fa con lo sviluppo di unabbondante fauna marina e continua
ancora oggi.
I sedimenti, aumentando di spessore, penetrano sotto il fondale marino a causa
del loro stesso peso; a mano a mano che altri sedimenti si accumulano, la
pressione su quelli sottostanti aumenta in modo considerevole e la temperatura si
alza di diverse centinaia di gradi. Il fango e la sabbia si induriscono
trasformandosi in argillite e arenaria, il carbonio precipita, le conchiglie si
induriscono trasformandosi in calcare e i resti degli organismi morti si
trasformano in petrolio greggio e gas naturale.
Il petrolio che si forma ha densit minore dellacqua salmastra che satura gli
interstizi dellargillite, della sabbia e delle rocce carbonate che costituiscono la
crosta terrestre quindi sale verso la superficie passando dai microscopici pori dei
sedimenti pi grossi che li sovrastano. Frequentemente il petrolio e il gas
incontrano uno strato di argillite impermeabile o di roccia pi compatta che
impedisce la salita, perci rimangono bloccati dando origine a un giacimento che
viene detto trappola.
Quantit elevate di petrolio tuttavia non incontrano simili strati di roccia e
risalgono lentamente sulla superficie terrestre o sui fondali oceanici, formando
giacimenti superficiali; questi giacimenti comprendono anche laghi bituminosi e
gas naturali che fuoriescono naturalmente dalla superficie terrestre.
La teoria biogenica, indica che il petrolio deriva dalla maturazione termica di
materia organica rimasta sepolta, e quindi in assenza di ossigeno (trasformazione
anaerobica detta naftogenesi), che si decompone in un materiale ceroso noto
come pirobitume o cherogene, che sotto l'influenza di elevate temperature e
pressione si trasforma in idrocarburi. Ipotesi recenti per la formazione del petrolio,
prevedono una prima fase in cui la degradazione avviene direttamente nelle
rocce madri, ovvero le rocce dove si raccolgono inizialmente i sedimenti. Qui i
biopolimeri contenuti nelle sostanze organiche originarie si trasformano grazie
anche allazione di batteri, in cherogene e fossili geochimici. Il cherogene
rappresenta un sistema complesso di molecole organiche in cui sono ancora
riconoscibili le sostanze di partenza, come i lipidi, le proteine e i polisaccaridi. I
fossili geochimici sono costituiti da idrocarburi ad alto peso molecolare che hanno
subito pi lievi modifiche rispetto ai composti di partenza. Con il procedere del
seppellimento da parte dei detriti accumulati si ha la migrazione dei prodotti di
trasformazione dalle rocce madri verso profondit maggiori, circa 1500-2000 m,
dove, grazie soprattutto a temperature comprese tra 65 e 120C, si hanno
reazioni di cracking che determinano una notevole produzione di idrocarburi. Il
processo viene completato quando, con laumentare dello spessore dei sedimenti,
si raggiungono profondit superiori ai 2000m, temperature intorno ai 150C e
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RAFFINERIE
La raffinazione del petrolio rappresenta linsieme delle operazioni compiute sul
grezzo per ottenere prodotti idonei a soddisfare le richieste del mercato di
combustibili liquidi e gassosi, oli lubrificanti e prodotti di base e intermedi per la
petrolchimica.
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che lolio deve svolgere quello di lubrificare gli organi meccanici in movimento
relativo, in modo da ridurre al minimo lattrito e portare a livelli trascurabili le
usure. Bench rappresentino una percentuale piccola del grezzo (circa il 2%
mediamente), sono importanti per i loro svariatissimi impieghi e per i problemi
connessi con la loro preparazione e con il loro impiego.
Bitumi
Col termine bitume si intende una miscela di idrocarburi naturali o residuati
derivanti dalla distillazione o raffinazione del greggio. Sono costituiti da miscele
di idrocarburi saturi ed insaturi (alcani, alcheni ed alchini) con n di C da 2 a 30. I
bitumi sono impermeabili all'acqua, parzialmente solubili in molti solventi
organici, quali il benzolo, l'alcool etilico, il tetracloruro di carbonio ed il
cloroformio e sono solubili in solfuro di carbonio.
Il bitume, come il catrame, l'asfalto e la pece di catrame, fa parte della categoria
dei materiali bituminosi.
I bitumi possono essere naturali o artificiali.
TOPPING
Il petrolio liquido in raffineria viene sottoposto alla prima operazione
rappresentata dalla distillazione a pressione atmosferica, detta topping che
consente di ottenere diverse frazioni, dette anche tagli, ognuna delle quali
formata da una miscela di idrocarburi che presentano temperature di ebollizione
comprese in un certo intervallo. Non esistono due raffinerie che utilizzano gli
stessi criteri di suddivisione del greggio, infatti una caratteristica di questa
lavorazione la possibilit di apportare modifiche per adattarla al tipo di petrolio
da trattare e al tipo di prodotti che si desidera ottenere. Inoltre le frazioni
ottenute dal topping quasi sempre rappresentano solo una prima fase delle
lavorazioni, perch i vari tagli vengono sottoposti a ulteriori lavorazioni per
trasformarli in prodotti commercialmente utili
Loperazione di topping del petrolio avviene in ununica colonna di rettifica di 2535 piatti distanziati circa 0.7 m luno dallaltro. Il petrolio greggio viene
preriscaldato a 150-200C fruttando il calore sensibile delle varie frazioni che
lasciano la colonna di distillazione. Quindi il grezzo fa ingresso nel forno da
topping (pipe still) dove i tubi, allinterno dei quali passa il petrolio, sono esposti
inizialmente ai fumi caldi prodotti dalla combustione di oli combustibili (zona
convettiva) e successivamente sono esposti, nella zona radiante allirraggiamento
diretto della fiamma. Allinterno del forno laumento di temperatura permette la
vaporizzazione di circa il 60% del grezzo. Alluscita del forno la temperatura di
circa 360C e la pressione circa 2 atm. La pressione si abbassa ulteriormente
durante il trasferimento dal forno alla colonna e allingresso in colonna nella zona
flash con conseguente ulteriore vaporizzazione del grezzo. Il flash consiste
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parte che esce dal sistema viene sottoposta a strippaggio allo scopo di eliminare
eventuali sostanze pi volatili della frazione uscente. Per comprendere il
funzionamento del sistema vediamo, ad esempio cosa succede nella prima
sezione sopra la zona di flash, in cui viene separato il gasolio pesante. I vapori in
salita, costituiti da tutti gli idrocarburi eccetto il residuo, vengono a contatto con
la frazione di gasolio che viene riciclata in testa alla sezione dopo essere stata
raffreddata. Ci determina una condensazione della parte pi alto bollente dei
vapori, costituita dagli idrocarburi appartenenti alla frazione dei gasoli. Quindi,
con il calore di condensazione reso disponibile, si ottiene la vaporizzazione della
parte pi bassobollente del liquido. In questo modo i vapori, privati dei gasoli,
possono risalire verso le altre sezioni, mentre i gasoli della corrente di riciclo si
liberano di eventuali idrocarburi pi basso bollenti, appartenenti alle frazioni
superiori. Le altre frazioni funzionano secondo gli stessi principi, con una portata
di vapore che decresce via via che si procede verso la testa della colonna.
Nella parte della colonna superiore alla zona di flash si trovano tutti gli idrocarburi
a volatilit maggiore. Nel tronco di rettifica la frazione vaporizzata del grezzo sale
verso lalto e dalla testa della colonna escono i gas e i vapori degli idrocarburi pi
leggeri a basso punto di ebollizione, cio dal C1 alle benzine. Questa frazione, ad
eccezione degli idrocarburi in condensabili (C1-C2), viene condensata e in parte
rinviata in colonna come riflusso e in parte prelevata come prodotto di testa.
Per spiegare il funzionamento del tronco di rettifica si prenda in considerazione un
generico piatto della colonna di distillazione. Ciascun piatto ha un certo numero di
fori muniti di un camino disposti in modo tale che i vapori siano obbligati a
gorgogliare nel liquido che colma il piatto.
Ciascun piatto di questa
apparecchiatura contiene il liquido, proveniente dal piatto sovrastante, in cui
gorgoglia il vapore proveniente dal piatto sottostante. Il vapore trovandosi in un
ambiente a temperatura inferiore, in parte condensa cedendo il suo c alore di
condensazione, e si arricchisce nei componenti pi leggeri; mentre il liquido,
trovandosi in un ambiente a temperatura maggiore, in parte vaporizza,
assorbendo il calore ceduto dal vapore, e si arricchisce nei componenti pi
pesanti. Questo processo di condensazione e vaporizzazione si ripete in ogni
piatto della sezione di rettifica, determinando cos la diminuzione della
temperatura dal b asso verso lalto e la distribuzione delle varie frazioni
nellordine dellintervallo di ebollizione.
Lo strippaggio
Come gi accennato lo strippaggio si effettua sulle frazioni uscenti dalla colonna
di topping per eliminare eventuali sostanze volatili intrappolate, ma anche per
numerosi altri utilizzi nelle industrie.
Per definizione lo strippaggio il trasferimento di un gas disciolto in un liquido
dalla fase liquida alla fase gassosa. Si effettua in colonne di strippaggio dove il
liquido da trattare entra dallalto e procede verso il basso, mentre il vapore
acqueo si muove in controcorrente verso lalto. La fase gassosa si arricchisce dei
gas intrappolati nel liquido chiamati soluto, la fase liquida chiamata solvente
invece si impoverisce di essi.
Allinterno della colonna si dovr assicurare un efficace contatto tra le due fasi,
per questo vengono utilizzate colonne a stadi o a riempimento, inoltre sono
migliori i risultati quando la viscosit del liquido bassa, per questo spesso il
liquido viene riscaldato prima dellingresso in colonna.
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