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littp://www.archive.org/details/storiadeldirittoOOcali
STORIA
DEL
DIRITTO ITALIA:N^0
DI
CIELO CALISSE
H R
ORDINARIO NELLA
UNIVERSIT
DI PISA.
Volume Primo
LE FONTI.
v^^
U...
i,-^
-,
fi
FIRENZE,
G.
BARBRA, EDITORE.
Compiute
e
Je
diritti di riproduzio
Parte Prima.
EPOCA BIZANTINA.
1.
Durante
dell'impero
di
occidente
(a.
nel diritto
romano
il
principale,
e quasi
unico
elemento.
avevano fra s
Odoacre si
deve intendere di qualche
provvedimento, che egli abbia preso per alcun interesse particolare: legge, per esempio, chiamato quanto
egli, nel 483, fece deliberare da un concilio romano, per
trova fatta menzione, ci
M. B.
CALlbSE.
I,
si
PARTE PRIMA.
)t
cie
classi,
cio che
quantunque siano
essenzialmente romane,
secondo
gli
tutte
loro nuovi regni, e nelle altre che sono emanate direttamente dall'imperatore. Le_prime si chiamano le
leggi romane dei barbari, fra le quali per l'Italia hanno
principale importanza gli editti ostrogotici. Le seconde
costituiscono il diritto romano propriamente detto, raccolto e riformato in questo tempo dall' opera legisla-
tiva di Giustiniano.
Capitolo
I. Le leggi romane
2.
V editto
tempo, fra
tutti
diritto italiano.
L'editto
1.
di
Teodorco.*
di Teodorico
i
monumenti
dei barbari.
il
di
414 e seg.
SCHUPFER, Man. di St.
del dir. ital, ed. 1895, pag. 32; Salvigli, Man. di et. del dir. ital.,
ed. 1899, pag. 45; Savigny, St. del dir. rom. nel vu e., trad. ital.
Bbunxer, Deuts. Bechtftgesch., ed. 1887, 1, 5-2;
Bollati, I, 377, e seg.
Gaudenzi, Gli ed. di Teodorico e di Atalarico ec, 1SS4; Die Eni8tt>hHir(szeit dea Edictum Theoder t Zeitschr. der Sav. Stitt. fur R. G.
VII, 29; Schupfer, L'editto di Teodorico, iu Atti della R. Acc.
*
M. G. H., Auct.
I,
11
EPOCA BIZA^'TINA.
conosciuta con esattezza, e intorno ad essa perci si agcon varia probabilit di vero, divergenza di opi-
gira,
nioni.
il
commento
pubblicato in quell'anno
commento
e V editto v'
molta
(n. 8).
E invero
fra questo
ma ci
non basta
affinit,
Mancando quindi
secolo V.^
la necessit di
ammettere
de' Lincei
deW ed.
della promulfj.
di Teod.,
Atti
1'
uf-
Patetta, SuWanno
R. Acc.
delle se. di To1893. Ed. Bluhme, Mon. Germ., Leges, V; Padelletti, Fontea
iuris ital. m. avi, 1S77.
rino
iti
Fertile
cit.;
pag. 48.
2
Gaudenzi,
cit.
PARTE PRIMA.
4
ficio di
altrimenti
si
troverebbe fra
suoi atti,
il
come
vi si
questore fra
trova
sue at-
le
Riman-
gono due ipotesi, cio che l' editto sia anteriore al 506,
ovvero appartenga ad un anno dal 512 al 515 ma la
prima esclusa, se non dall'anzidetto uso della inter2:)retatio, certo dal fatto che negli atti della questura
di Cassiodoro si trovano disposizioni, che furono poi incorporate nell'editto, il quale perci deve essere posteriore al tempo in cui per la prima volta egli fu questore
rimane dunque la seconda ipotesi come sola possibile,
e viene essa avvalorata dal fatto che l'editto ha in s le
prove di essere stato scritto dopo una guerra,^ la quale
fu quella combattuta nelle Gallio nel 510. Ma a questo
ragionamento si risponde che, pur essendo vero che
non debba l'editto attribuirsi ad alcuno di quegli anni
in cui Cassiodoro tenne la questura, non provato che
non possa essere anteriore al 506, cio alla prima questura di lui, perch le corrispondenze fra alcuni ca:
Cassiodoro
si
come
come
tempo
di
disposizioni
coli'
inse-
si riferisca, non
v'ha ragione alcuna per tenere che sia quella di Gallia
del 510, potendo essere un'altra qualunque delle molte
da Teodorico combattute, e potendo in ogni caso es-
il
capitolo, che
fonda.
Gap. CXLVIII
si
EPOCA BIZANTINA.
L'opinione pi probabile rimane quella che attribuisce reditto all'anno 500,' facendo coincidere la sua
coir ingresso solenne di Teodorico in
cronache espressamente detto che in
quella occasione il re fece una legge, e non mancano ragioni per supporre che questa fosse propriamente l'editto. Si osserva, infatti, che Teodorico, entrando in Roma, pun di morte alcuni giudici, i quali,
corrotti per denaro, non rendean giustizia, e che nel
primo capitolo dell'editto si occupa appunto di questo
reato, e lo punisce egualmente colla pena capitale.
Giova ricordare anche l'altro fatto che in Roma Teodorico, festeggiando i suoi decennalia, cio il decennio
del suo regno, a contarlo del primo ingresso in Italia,
volle imitare ci che in simili occasioni avevano usato
fare gl'imperatori romani, e diede infatti giuochi, distribu annone, arring pubblicamente il popolo, assegn denari per la conservazione de' monumenti, e quindi
pubblic anche la sua legge, come Adriano aveva fatto
nei suoi quindecennalia per l'editto perpetuo, e come
pel suo codice aveva fatto nei tricennalia Teodosio.
pubblicazione
Roma.
Dalle
scopo
come
erai
quale era volto, cio di reprimere i frequenti disordini, che si lamentavano nel
regno, e dar garanzie per la giusta applicazione delle
richiesto
dallo
al
leggi.
ma
ScuuPFER. Salvigli,
cit,
re.
Un
PARTE PRIMA.
diritto
quanto
risultato di
egli ia voluto
giurisprudenza:
quce
iuris sanctimonia
eoo
il
di legge e di
legihus
pr aliqua parte
ac veteris
collegirm^s.
que,
riferirsi
comuni
trovava
Per
l'Italia.
per
la
allora
si
generalit
quali
Cfr.
2 Cfr.
3
ricliianii ai
cap.
Salva
iuris publici
devotione servandis.
*
Gap.
XXXII:
Padelletti.
ec.
EPOCA BIZANTINA.
ma
"7
che non
si
dei vinti,
che mal
si
namenti
ma
stinata a regolare
gli Ostrogoti,
mente
4.
Romani
total-
Veramente
unendo
la
civilt
dei
il
desiderio di
romano il suo
Romani colla
propria superiorit militare, potesse essere il fondamento sicuro del regno, il quale non poteva essere
che
romano,
vivendo
neir impero
per
imperiale
concessione.
A_questo scopo fu coordinata anche l'opera legislanon avrebbe potuto far leggi, essendo questa una prerogativa delFimperatore, che gli Ostrogoti, quando vennero in Italia, si
erano obbligati a rispettare. Ma doveva pur stabilire
le regole ch'egli reputava necessarie per il suo governo, e il far ci non era atto da legislatore, ma da
magistrato, quale Teodorico era, ed in grado supremo,
per l'Italia. Perci, come i magistrati romani emanavano
gli editti, contenenti, in conformit colla legge, le regole
tiva di Teodorico. Egli propriamente
Cfr.
Cod. Givst.,
I,
38, 1.
PARTE PRIMA.
Romani:
massima
meno
fatto
Goti
come per
Romani
in-
Era minacciata la pena della deportazione ai mache non ne avessero curato la rigorosa osservanza. Nei casi soltanto, ed erano i pi, pei quali Teditto
nulla aveva disposto, si faceva applicazione o del di-
varlo.
gistrati,
ritto
Per tali suoi caratteri l'editto differisce sostanzialmente dalle altre leggi, che i barbari, in questa medesima epoca, hanno pubblicato pei Romani dei loro
stati (n. 8, 9). Queste come quello han comune il fondamento, che il diritto romano: ma mentre l'editto
di
tutti,
le
>
Querelai ad
nos pluiimae pervenerunt, intra
Nel proemio
provincias nonuullos legiim prrecepta calcare.... nos, cogitautes generalitatis quietem.... pra?sentia iussimus edicta pendere....
:
Nel proemio
Quae Barbari
servare devotio.
si
ricollega
colla
condizione propria
CXLV.
EPOCA BIZANTINA.
bari altre
cuno fra
i
Romani, avendone i barsenza accomunamento al-
distinte,
mentre
vinti e vincitori: e
l'editto, al di fuori
che
gli
Romani
le leggi
il
diritto
invece date
ai
il
avvenire.
5.
L'editto
Italia,
ma
anche
que giunsero le
una grande influenza sulla civilizzazione dei barbari,
ai
quali
mano, che
Gli
2.
editti ostrogotici
minori.
Campania ed
Sannio, per reprimere l'abuso, che quivi par che
fosse
torit privata
'
di far
pignoramenti
di
au-
ed.
PARTE PRIMA.
1(1
fra tutti
si
rivela
concubinari e
gli
gravemente lamentati.
re seguenti continuarono a fare editti o leggi anma di carattere passeggero e diverso, secondo
cor
essi,
le infelici
il
loro Stato.
Teodato, ed annulla
Come
anche ricordarsi
nomine
primi re ostrogotici
altri dei
re posteriori.
le
vate da Cassiodoro,-^
le
gli
le quali
contengono principalmente
ufficio
perci,
che ciascuno
quantunque
di essi
di stile
Variar,
cit.,
IX, 15.
Variar,
cit.,
lib.
C,
VI, VII.
cit.
EPOCA BIZANTINA.
7.
Tale
era, nei
sommi
11
Come
la fortuna
tempi di Teodorico, poi diminu, in ultimo cadde, e non lasci traccia. Imperocch, fatta eccezione, se pur debba farsi,
del regno.
di
a'
particolare, certo
che
diritto
il
ancora
questi
si fa,
in vigore, in
Ravenna
loro patrimoni,
che
Ma
oltre a ci la
si
vedono persone di nazione ostrogota attenersi al diritto romano, invocando anche il nome di Giustiniano:
ed finalmente provata anche dalle parole della stessa
prammatica sanzione, la quale dice Giustiniano di aver
ff.tto
nell'interesse di tutti
coloro che
sono abitanti
ad utilitatem om-
PARTE PRIMA.
1-^
3.
Leggi
romane
dei Visigoti e
Borgognoni.^
quanto
i
leges
le
libri del
come
leges,
infatti, vi si
riassunsero
sua maggior parte conservato, e le novelle di TeodoYalentiniano III, Marciano, Magioriano e Severo: come iura vi si posero le istituzioni di Gaio, non
per nel loro originale, ma in un rifacimento, chiamato
liber Gai, adattato alla pratica e in uso nelle scuole romane fra il IV e il V secolo le sentenze inoltre di Paolo,
sio stesso,
Bbunner, 49, 50; Pf.rtilk, 11; Salvigli, pa?. 54; Savi307; ScHUPFER, pag. 38 e seg., 42 e seg. Ediz. Haexel, Lex
Wiftigoth., 1849; Bluhme, Lex rom. Burgund. in Mon. Germ.,
Legis, III; Salis, i(i. ivi, nuova ed.
2 Per i compilatori alariciani
non alterarono, come i giustinianei, i frammenti raccolti, n li spezzarono. Interi libri del Teo*
GNY,
rom.
I,
EPOCA BIZANTINA.
13
alcune costituzioni tolte dai codici gregoriano ed ermoi quali, come lavori di privati, non facevano
geniano,
scopo
aveva bisogno
di
come pur
del breviario,
si
creduto,
ma
delle scuole
avevano, negli ultimi tempi dell' imperOj__per_k)ro compito principale 1' adattamento delle
romane,
le quali
Compiuto
il
di Guascogna:
dopo di che l'originale fu depositato nel regio tesoro,
ed una copia, per cura del conte Goiarico, ed autenticata dal cancelliere Aniano, ne fu spedita a ciascun
conte del regno, accompagnandola un regio decreto,
un comnionitorium, che comandava che d'allora in
poi, abbandonate tutte le altre leggi romane, si dovessero osservare quelle soltanto contenute nel codice.
Il quale rimase ulflcialmente in vigore, fino a che,
voltasi la politica dei re visigoti ad unificare fortemente
lo Stato, si volle togliere ogni differenza fra le due
nazionalit che lo componevano, e per tale scopo non
furono assoggettati i barbari ai Romani, come avrebbe
voluto fare Teodorico in Italia, ma, viceversa, l'elemento romano si volle che s'incorporasse con quello
aver
,.
i
9.
il
breviario,
il
quale, per,
vita,
come ora
re Gondebado (467-516),
Il
scritta ai suoi
si
met
continu altrove ad
dir.
Borgognoni
(n. 40),
fece
promessa di damo
PARTE PRIMA.
romana. E
nome
erroneamente
col
sum Papiani,
responsorum
di iber
o res^jon-
il
nome
di
Papiano,
finiva,
meno
.speciale dei
materia fu divisa
romane, quali, secondo
in cui la
di fonti
Teodosio,
le
ma
il
quarantasette
si fece
consueto,
1
ti-
uso ancor a
il
codice di
codici di Gregorio
e di Ermogene, senza per poter dire con sicurezza assoluta se tali fonti siano state messe a profitto dai loro
originali, ovvero imitate sul breviario alariciano, a meno
EPOCA BIZANTINA.
15
Capitolo IL
Il
Diritto
romanc-
Il diritto romano fu prevalente nell'epoca bicome prevalente vi rimase l'idea dello stato
romano. Non era pi per il diritto romano nel clas-
io.
zantina,
Patetta,
Arcb. giuiid.
>
Bologna, 1891.
-
giurili.,
Lomb.,
1884, ser.
Institutionenglosse, ec.
verid., in
e la
II,
voi. 17;
Halle, 1870;
>
li,
Reudic.
Schupfer,
ISSO.
PARTE PRIMA.
16
esso, lasciando
pur
diritto barbarico, si
diritto
condo
romano, ed
le
altre poi
il diritto romano,
quale era stato riordinato nelle pandette, nel codice e nelle novelle di Giustiniano.* Ci era stato gi fatto, come risulta dalla
obbligatorio
il
re ostrogoto,
si
consider compiuta la
ritolto
il
*
11: devono osservarsi anche in Italia iura.... leges.... eas
quas postea promulgavimus constitutiones.... ut, una facta republica,
legum etiam nostraium ubique pioletetur auctoritas. >
MORTARA
Prlncipii di
IL.),
Procedura
(XIII
Istituzioni di
Ordinamento Giudiziario.
Terza edizione
ri-
2.
(XIV)
redHt((
y ORLANDO
(V.E.i, Principii
edizione riveduta (lY)
di
Diritto Costituzionale.
Se<^tn
2.
PEROZZI
(S.),
__ ^_
Sricca Salerno
con
ag'/iunte
"SUPINO
"
Volta (IH)
di
Istituzioni
edizione riveduta (IX;
(D.),
VALENTI
(G.),
Diritto
Commerciale.
Tredicesima
3.50
Principii di
Scienza Economica.
Terza edizione
3.
Volume Primo (VIII-Ii
WAUTRAIN CAVAGNARI (V.), Elementi di Scienza del2.
l'Amministrazione. Seconda edizione (XIII)
notevolmente accresciuta.
Serie pratica.
CODICE
DI
D'ITALIA,
legislative
Ultime disposizioni
sull'Ordinamento Giudi-
50
2,
CODICE PENALE,
1891-94: e gli
blica Sicurezza, luglio ISSi. Settima edizione
CODICE
DI
NUOVO CODICE
DI
il
illustrato
3.
le
Eegolamento
PROCEDURA PENALE
illu-
con
50
3.
D'ITALIA,
sulla
3.
illustrato con
duta
regoFONDIARIO,
lamenti, circolari, e la legge 6 maggio 1891, norme per la concessione dei mutui, tarifte e tabelle. Seconda edizione. ... 2. 50
con tutte
le leggi,
{Segue)
LE LEGGI E REGOLAMENTI SULLA GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA, illustrati con le deci^ioui del C-jnsiglio di
I
>tat.:-
dal
IS'c'u
al
1911
Lire 2.
Restio
d' Italia,
L'AMMINISTRAZIONE PUBBLICA
50
Le principali Leggi
.
5.
Regno. Nozioni
e giudiziario del
Organici; Carriera;
degli esami, ecc
l'iritti
Diritto amministrativo;
di
Programma
4.
DI COMMERCIO.
Tribunali di Commercio. Camere di Commercio. Borse e Mediatori,
Fiere e Mercati. Magazzini generali. Depositi franchi. Banche
3.50
Formulario
trinali.
3^
Regolamento
LEGGE
DEI
I. 50
AMMINISTRATIVE
DELL' EMIGRAZIONE.
MANUALE
zioni, Discussioni.
3.
Storia.
denza
3.
DI
Pubbliche
SOCCORSO,
di
Beneficenza
DI
3.
RICORSO AMMINISTRATIVO.
in
tritii
I.
.
ricorsi
regolamento
sul bollo e
complementari
50
3.-
conrplete
3.
ad
Notai, Commercianti,
aminiiistrative
FALLIMENTI,
creato con la
2.
50
compilato per
Statistica, Rela-
sul notariato,
registro, con note,
4.
ESERCITO,
illustrato con le decisioni della Cassazione e del Tribunale Supremo, col Regolamento sui Tribunali Militari, la Bibliografia, la Legislazione comparata, la Relazione al Re e Indici analitici e sistematici; in
Appendice
la
le
Disposizioni
L'
sulla
Giustizia
50
MANUALI BARBRA
XVII.
EPOCA BIZANTINA.
ferma
d ci
pu vedersi nel
prammatica
sere
il
presa
di
in contrario.
Ma dopo la pubblicazione delF editto, tutto and sossopra in Italia. E perci fu necessario, quando, dopo le
vittorie di Narsete, la si rioccup tutta e in modo definitivo, che si pubblicasse un nuovo atto, che
prammatica sanzione suddetta, per riordinare lo
del paese e
confermarvi
il
fu la
stato
Italia
one
ostra
(,
lo
scopo didattico,
scuola e la pratica,
il
lo
nuovo
Ivi,
Nella raccolta
12.
:
menti rave7inati.
M.
li.
Calt'^se.
I.
Afonii-
PARTE PRIMA.
18
12.
altri
sostituire
il
diritto proprio a
riguardata come nazionale, intrecciata con tutti g' interessi, sarebbe occorso lungo tempo accompagnato da
manc,
dominazione bizantina non fu pacifica, e dopo
pochi anni fu nella maggior parte d'Italia abbattuta
dalla invasione longobarda. Si aggiunga a questo fatto
che il diritto teodosiano erasi mantenuto per le popolazioni romane della Gallia e della Spagna, dove 1* impero di Giustiniano non giunse, ma dove erano continue, specialmente per ragione di commercio, le relazioni
coir Italia; che la Chiesa era interessata alla conservazione del diritto teodosiano, perch nello stato giuridico
forte autorit nello stato. Tutto questo invece
perch
la
le
come
si
si
EPOCA BIZANTINA.
l9
conseguenze,
si
quando
in
siva,
manifestano meglio
Italia si
nell'
epoca succes-
come
si
detto,
il
di-
principalmente teodosiano, e quando le leggi longobarde, subendo l'influsso delle romane, trassero molti
principii dal diritto teodosiano medesimo, cos dimoritto
Italia.
Si
deve ricordare!
mantenne per
durata
di
il
si
bizantino.
usato
al diritto
quivi, infatti,
diritto di
il
vero diritto greco-romano, quale fu elaborato specialmente nelle riforme legislative di Leone Isaurico (739),
il
spiega
1
'
rono
le leggi
dei
tempo pur
Sicilia, al
Parte Seconda.
EPOCA BARBARICA.
Nell'epoca
fonti di diritto
rono
dell'Italia,
il
Quando
barbari s'impossessa-
pubbliche assemblee.
Ci era secondo i concetti dello stato germanico. Ma
anche questi subirono mutamenti, che furono tutti nel
senso di accrescere la forza dello stato stesso, accentrando sempre pi poteri nel principe, che ne era rap*
EPOCA BARBARICA.
~^
aumentare la sua
presentante, e che veniva con ci ad
presso
rendersene
a
fino
popolo,
autorit di fronte al
conseguenze nella
che indipendente. Da ci vennero
accanto a quello
perch,
formazione ancora del diritto,
l'altro derianche
ebbe
si
popolo,
elle scaturiva dal
nella rivalit, che
e
sovrano,
del
potest
vante dalla
formarsi, il sopravfra i due dovette necessariamente
che disponeva,
regio,
diritto
pel
vento fu senza dubbio
popolare mandi mezzi che a quello
popolo,
curare cio il miglioramento del
dettar quelle
nel
indipendente
questo
lo rendeva da
assegnato. Di
lecro-i
che dovean guidarlo allo scopo
far penetrare
a
servi
regio
modo' che lo stesso diritto
e servi
canomci,
e
romani
principii
i
in quello popolare
miglioramento, non senza
suo
al
potentemente
perci
elemento nazionale barper contrasto da parte dell'
a poco sopraffatto.
poco
a
barico, che si sentiva
che le condizioni del dirisulta
dunque
ci
Da tutto
sono in tutto, come effetto a
ritto neir epoca barbarica
con quelle della societ lo
collegate
causa, conformi e
al principe, di
fra questi,
stessa lotta
stesso miscuglio di elementi, la
penetrazione e conseguente modifila stessa reciproca
di cose finisce nella
cazione. Quando questa condizione
anche pel diritto, che, al pari di essa,
societ, finisce
indipendenza,
leva sui vari elementi acquistando
questo avquando
ma
unit
caratteri propri e perci
cos anche
societ,
la
barbarica
pi
non
viene, come
cio
quella
in
in un" epoca nuova,
il diritto entrato
navita
e
scientifica
dignit
a
del suo risorgimento
si
zionale.
PARTE SECONDA.
22
Titolo Primo,
periodo longobardo.
15.
Non
anche i^Longobardi, venuti a contatto coi Romani, tramutarono in leggi scritte le loro antiche consuetudini.
Ci accadde per essi settantacinque anni dopo il loro
-ingresso in Italia (a. 643), senza per che T opera fosse
in un sol tempo compiuta, perch il, lavoro legislativo
si protrasse, mediante la partecipazione presavi da parecchi re, sino alla fne della dinastia nazionale, ed anzi
ebbe
il
posteriori.
E non
il
gobandi-Che
il
diritto lor
pi di qualunque altro,
della
chiesa,
avvenne anche
ai
ogni
Lon-
per negli elementi, che di ci erano causa, si conteneva la maggiore civilt. Tesser da loro penetrato fu
pel diritto longobardo non solo causa di vero progresso,
in confronto di altri diritti barbarici, ma fu causa ancora
che esso, in tal
modo
sviluppandosi,
un
diritto
si
adattasse alle
perduto
il
non da
altro intro-
carattere
dotto e conservato che dalla forza della conquista, potesse quivi acquistar consistenza, e durarvi lunganiente:
e invero le altre leggi barbariche, tranne che in tenui
Italia,
la
EPOCA BARBARICA.
23
campo
romano, si protrasse
pu dirsi fino ali" iniziarsi
della codificazione, e rest sempre uno degli elementi
costitutivi, quantunque in proporzioni minori degli altri,
energicamente
il
al diritto
si
sono avuti in
Italia.
non
non
modo con
per
tinuamente aggressiva.
barbari venuti in Italia
i Longobardi fu-j
Romani. Essi ven-j
nero come nemici dell'impero, e tali in sostanza rimasero sempre. Furono anche nemici della chiesa, da
principio perch non cattolici^ pioijjiop^ la conversione,
Frp, tutti
pfjcch^jcontrastati
Lazione
Italia.
tutto
il
periodo
dell" incivili-
fatto
in confronto dei
Romani;
non
PARTE SECONDA.
24
ostante questa inferiorit, a conservare la propria esistenza mediante V uso monopolizzato della forza ed il
dini,
E poich non
si
staccarono
mai, per quanto fu possibile, dal loro diritto, anche questo dur per secoli,
solo
si
23
EPOCA BARBARICA.
Capitolo
17.
I.
U editto
longobardo/
Il
Per
la
cio la
Ili,
35; Schupfer,
lib. I, tit. I,
2.
e. I,
SAVlGXr,
14;
II,
Brunner,
Calisse, Diritto
e dir. longoh.,
ecces.
Le
Le fonti
e dir.
nor-
cit.;
Baldi
Beo
RoT. 386
propitio,
cum summo
Liutpr. princ.
PARTE SECONDA.
26
questo,
dal
fin
suetudini,
primo porre
si
si
fatto che
mostr nel
proprie con-
in scritto le
si
parlava dai
vinti.*
La lingua originaria fu abbandonata, e le parole longobarde furono, non in grande numero, conservate
soltanto nei casi in cui il legislatore non aveva le corrispondenti nel latino, trattandosi di concetti o d'istituzioni che il diritto romano non aveva conosciuto, e
barbarica.
di
latinizzarli o
spiegarli.
dare
alle parole
barba-
riche la forma latina, introducendole cos nel linguaggio parlato, dal quale talvolta non sono pi uscite,
diventando proprie della lingua volgare ' ovvero col
tradurre letteralmente il vocabolo barbarico con uno
latino di nuova formazione.* Oltre a ci, accanto a que;
Eseiiij)i
'278:
Esempi: Hot. H: barone, uomo libero; 15, gnutado ; 198: camcampione; Liutpr. iS: tretva, tregua; Rack. 14: ici/a. biffa, ec.
* Per es.,
arimannus,, id est exercitalis. Notevole che lo
stesso procedimento avvenne nella lingua tedesca per la recezione
di una quantit di parole latine, che dagli scrittori o da altri fu3
jdiio,
EPOCA BARBARICA.
ste varie
forme
di
21
non sono
scambiano; frequenti perci sono le preposizioni che segnano
casi
medesimi
il
futuro formato coli' ausiliare habeo,
donde la posteriore forma del futuro italiano la formazione del periodo si allontana pur essa dal latino
classico, e talvolta gi vi s' inframezzano parole che
possono addirittura considerarsi italiane.^ La lingua dell' edittOj^ jt] somma, quella stessa che viene adoperata
nei documenti del tempo, salvo un maggiore o minor
grado di correttezza, secondo la capacit degli scrittori
lo
annunzia.
tenuti in conto,
ma
si
abbandonano
si
cio, la lingua
Italia,
come
fin
Se^ essi
dell' editto,
questi
P. es.,
il
ci
il
l'ablativo, si
cambia
P. es. Rachi,
8:
decernimiis
ut si quis
ad scrivane puhlico
cartola
vinditionis
scripta, vel
ad
te-
|
1
PARTE SECONDA.
28
somiglianza
le
tracce di diritto
romano
canoni ed
bia, ai
fatto
di
lettere
di
scienze,
conversione dei Longobardi al cattolicismo, nella corte e negli uffici, prestavano in molteplici occorrenze l'opera loro allo stato, e
la
di tutto si
solo
20.
Rotari,
17 fra
legge scritta per opera di consiglieri suqi^connon esclusa per forse, come si gi detto,
pubblic il suo editto in Pavia,
i quella ancora di romani
iranno 8 del suo regno, 38*^ dell' et sua, 76^ dalla jve;
forma
di
nazionali,
nuta del suo popolo in Italia, cio neir anno 643. Egli
dice, nel proemio, che sollecitudine pei sudditi suoi, affinch i ricchi non prevalessero, non soggiacessero i
poveri, e tutti cos potessero
la ragione per cui
si
menar
vita tranquilla, fu
persuase a scrivere
le leggi.
ci
EPOCA BARBARICA.
29
ma
Composto r
editto,
il
re,
provazione
dell'
e di tutto
il
il
rito
efficacia d
nazionale, all'ap-
sere autenticate,
come
di
Rotari e
dif-
succes-
PARTE SECONDA.
30
R otar
volle dotare
E come conseguenza
come
si
rono principalmente
gli
Scandinavi ed
al contrario,
Sassoni
(n. 42)
ebbero assai pi
II
(cap.
EPOCA BARBARICA.
(cap.
153-177) enedit
31
feriscono
e (cap. 224-226)
Ili
manomissioni.
giudiziaria, e
precisamente
rattere,
serie di
comune
nude
essere una
cipii di diritto,
vatezza. Anclie in ci
romana, perch
questa sua ordinata sistemazione pu anche veuna ragione del non esser mai stato Y editto,
In
dersi
principii.
Dichiarando
re che egli
si deciso a scriver le
specialmente per i deboli
e i poveri, affinch non soffrano oppressione
e chiudendo il suo editto coir ordinare che debba essere da
leggi pel
bene
il
di tutti,
ma
Nel proemio.
|
*
PARTE SECONDA.
32
tutti
*
;
izisulta evi-
conie per
non
si
sizioni
vincitori. Rotari non volle regolare con dispocomuni che una parte della vita giuridica del
suo popolo.
Il
ma
si
23.
2.
Aggiunte
samente dichiarandolo,*
detto, qual sia
'
386
il
hc-ec lex....
firmiter et inviolabiliter ab
all'editto.
Gbimoaldo, Proemio.
'
388.
omnibus nostris
386.
EPOCA BARBARICA.
33
cessori di Rotari
modificare in meglio il diritto longobardo precedente, portando all'editto aggiunte e correzioni. Incominci Grimoaldo nel 668. Coir approvazione
:
volumina, e corrispondenti
assemblee nelle quali egli present, per l' approvazione, le sue proposte di legge. Il bisogno di questa produzione legislativa veniva a Liutprando da pi
cagioni. Una fu l'autorit che, durante il suo regno^
aveva acquistato la Chiesa fra i Longobardi, e della
quale egli era l'istrumento principale per piegare il
diritto alle massime da essa proclamate. Egli ci pone
come scopo dell'opera propria, dichiarando fin dal prindivisi in 15 gruppi, detti
alle varie
modificare
1'
da Rotari, per
LiuTP., 33.
M. B.
Calissk.
I.
ivi^
PARTE SECONDA.
34
manomissioni col rito religioso,' del riconoscimento del primato pontificio,' dei privilegi concessi
agli ecclesiastici, delle pene contro gli avanzi dell' an-
niali,* delle
tico
paganesimo
restati fra
il
provvedimenti, tanto nelle istituzioni politiche e giudiziarie, quanto in quelle private della famiglia e della
propriet. D'altra parte, contribu ampiamente alla
legislazione di Liutprando anche il diritto romano, di
cui si hanno tracce sensibilissime, pur prescindendo
dall'abbondante imitazione di frasi e concetti, nelle riforme portate nei diritti successorii delle donne, nella
tutela dei minori, nella prescrizione, nel testamento,
andava prendendo
l'au-
pubbliche istituzioni, e in generale dallo sviluppo intellettuale ed economico del popolo. Per prova
di ci basta osservare il fatto che molte leggi di Liutprando non sono che sentenze, il che vuol dire che a
farle egli era provocato dai suoi sudditi stessi, che non
trovavano nelle leggi gi esistenti le norme a loro
necessarie, o sentivano il bisogno che queste fossero
modificate. Avveniva, perci, che nelle assemblee si
portassero al suo tribunale questioni, la cui soluzione
implicava o la interpretazione o la riforma di qualche
legge precedente, od anche la determinazione di qualche nuovo principio giuridico. Decisa la questione, si
toglieva tutto ci che era proprio del caso particolare,
di tutte le
poneva fra
e la
massima generale
non
si
questa
la
occasione
i^i^ 9^ 23.
Ivi, 33.
EPOCA BARBARICA.
35
Caduto
tale facolt
che
aveva
fatto inserire
e si conchiude che
duca Adelchi,-.L_cuL. capiapprovati dall'assemblea, pur si vuole che siano
pitoli
vi
considerati
longobarda.
il
Rachi, Pro). II
Ast., Prol.
ii
I
-
f ARTE SECONDA.
36
naie, che
la patria di origin_e^_reditto
EPOCA BARBARICA.
Capitolo IL
Fonti
37
minori
anche
venir loro
dall'
egli, e
perci
le
present
ha
la noiitia
di
ministratori delle
Liutprando.
corti
regie,
probabilmente dal re
Prol. II.
PARTE SECONDA.
38
persone addette
regi
modo
il
in
special
che
manni, cio
esercito, do-
gli
uomini
liberi
componenti
da loro fatte
l'
si
gli
ari-
hanno, oltre
fatti coi
cum Neapo-
Johannis
pacturn Sicardi. I contraenti
si assicurano a vicenda, con tali trattati, sulla libert
di passaggio per il loro territorio, sulla garanzia delle
litanis factoe, le pactiones Gregorii ducis et
considis neapolitani e
il
le
il
traffico degli
RoT.,
14-i,
Uh.
Rachi,
4,
13.
U.
EPOCA BARBARICA.
Tra
39
le fonti
^g^uali. si__gi.
detto
come non
il
legislatore
si
modo occupare.
volle in special
come
al-
diritto di
del re,
sborsato.*
Da queste ultime
la
non furono che sentenze. E qiiesta relazione fra sentenza e legge tanto apparisce pi manifesta e pi efficace, se si osserva che si 1" una come l' altra erano
opera dello stesso potere dello Stato,
I,
133.
cio, dell'
assem-
PARTE SECONDA.
40
blea xjopolare, la quale colla potest legislativa congiungeva, almeno nelle cose pi gravi, anche la giudiziaria.
Titolo Secondo,
periodo franco.
28. Le istituzioni del tempo dei Franchi, e quella
massimamente dell' impero, che fu nella persona di
Carlomagno rinnovato V anno 800, produssero impor-
che non
si
e ci
trovarono
si
fece che
molti
con pari
diritti po-
altri,
erano i
che fece, fra
le altre, sua attribuzione anche la formazione del diritto. Imperocch, se si riguarda ci che air autorit
imperiale veniva dal diritto romano, si trova per essa
sancito il principio che V imperatore sia fonte di legge,
per abdicazione che d' ogni suo antico diritto il popolo
se si considera ci che era dato all'impero
gli ha fatto
dall' elemento ecclesiastico, si viene al concetto che l'autorit dell'imperatore derivi da Dio, che sia egli perci indipendente dal popolo, e che debba, senz' altrui
partecipazione, dare quelle leggi che gli sembrano pi
convenienti alla missione di condurre il popolo stesso
verso il proprio miglioramento. Era dunque schiusa,
riconoscimento ed
polari,
ma
efficacia. Questi
sovr' essi
si
elev V impero,
di diritto,
e cristiana, ebbero
romano
nuova
e pi
vasta efficacia
il
diritto
ad esserne
EPOCA BARBARICA.
conseguenza
diritto
che
emanato
diritti
41
imperatore, sentirono
nuovo
efYetto
an-
medesimi
1"
il
diritti
non
modo che
questi
Capitolo
I.
I capitolari.*
mente
Il
dall'
diritto
imperatore, per
il diritto alla cui formazione anche il popolo partecipava. Juttavia, il diritto regio conseguiva nella pratica la efficacia della legge, per ragione
della prevalenza che la rinnovata monarchia aveva
provano
proprio diritto
ai
sommi
*
uffici
ufficiali,
p. II, e. 5
il
re
e seg.
Brun-ner, 54.
Collez.
lo Stesso,
Ediz.
Boretius-Krause
Padelletti,
cit.
nei
sect. II,
1883
e seg.;
PARTE SECONDA.
42
n ominav a, sorvegliava, rimoveva, e faceva perci strumento de' suoi interessi e de' suoi voleri, senza che essi
potessero esimersi dall' eseguirne e farne eseguire i comandi. In secondo luogo, le assemblo non accoglievano
pi la massa degli uomini liberi, che, disseminata in
vasto territorio, trattenuta dagl' interessi locali, impedita dai pericoli e dalle spese dei viaggi, sempre pi
si disinteressava dalla partecipazione alle cose del governo ma, per la presenza quasi esclusiva di coloro
che tenevano ufficio, ed erano perci dal re dipendenti,
si erano trasformate in consigli, di cui il re stesso si gio:
non mancava da parte del re la sanzione. Egli ne garantiva la esecuzione aggiungendovi il hann o. Era questo una multa, ma da tutte le altre si distingueva pel
suo particolare carattere, in quanto che il re la imponeva non come vindice del turbamento che, col fatto
colpevole, si veniva a fare della pace pubblica, della
quale egli era il protettore ma come personalmente
offeso egli stesso, per la violazione di qualche comando
che egli aveva emanato, e che perci nel hanno, come
si detto, veniva ad avere una sanzione, che gli assicurava efficacia non inferiore a quella della legge. Altra
e non men importante causa del valore degli atti regi
si ebbe nelle speciali relazioni che il re veniva pren;
EPOCA BARBARICA.
dendo ogni giorno con un
43
dei
furono feu-
colla, promessa di
dava ad essi i beneflcii, cio le terre in feudo, che poteva ritogliere nei casi d' infedelt, e con ci impediva
che agli ordini suoi_non si desse obbedienza.
Singolare in tutto ci T analogia che il diritto di
fonte imperiale presenta con quello onorario dei Romani,
quale neppure esso era legge, ma di questa praticamente conseguiva l'efficacia, mediante il potere del magistrato e dei mezzi di cui questi poteva disporre. N
il
l'
ma
diritti,
allo
Come, infatti, il diritto pretonuovi elementi, che si erano sviluppati in Roma, tendeva a migliorare il diritto civile, col
toglierlo alla sua antica rigidit, e coli' avviarlo a potersi accomunare anche con altri, che non fossero i
l'azione da essi spiegata.
rio,
servendosi
soli cittadini
di
pi
di
cosi
il
civili principii,
diritto
imperiale,
alimentandosi
rozze
progredire verso il
Il
nome era
PARTE SECONDA.
44
Liutprando
i
da Astolfo,
d^
MA il jSenso
de-
ci neir
surrog
la
per-
merovingica.
Lajnfluenza del linguaggio ecclesiastico probabilmente non vi fu estranea la chiesa chiamava capitoli
:
stici,
si
di
degl' istituti
ecclesia-
il
a quelle
regole
le
civili
che
le altre
avevano
stabilito, e
come
in
Posto
ci,
s'
intende come
che strettissima
manteneva
il
colla chiesa.
contenuto e
il
valore
dei capitolari
civili e religiose, pubbliche e private, politiche e amministrative, giudiziarie e militari, commerciali e scolastiche, interne ed internazionali, stendeva
il re la sua autorit, e portava la sua opera rinnova-
materie,
trice. In
di
quanto
al valore,
capitolari
avevano carattere
dell'
anno
tPOCA BARBARICA.
4o
capitolari
rono
neppur
moltissimi fu-
capitolari che
la cancelleria
riale
furono fatte.
31.
Non
lari si
ostante
le loro
qualit comuni,
capito*
Una prima
di-
contengono materie riguardanti le persone, pauffici od altri interessi della chiesa, e spesso
altro non sono che i canoni o i decreti emanati dai
concini
dai papi, che l' imperatore, nella sua qualit
siastici
trimoni, gli
di
protettore
della
fede,
PARTE SECONDA.
46
guono,
si
'
infatti, in
generali e particolari,
riferiscono a tutto V
secondo che
nicazione, ovvero era anche surrogata dalla sottoscrizione, che se ne faceva fare ai grandi ufficiali del paese.
BoBETICS,
I,
1-15.
EPOCA BARBARICA.
nuto come
4"?
diritto cui
costituzionali
che
come
si
detto, dal
hanno
e dal
giuramento
di
Il
PARTE SECONDA.
48
denti e su quant' altro fosse di pubblico intt resse. Contenevano perci questi capitolari le istruzioni che si
davano ai messi per adempiere gli uffici di cui erano
incaricati; per esempio, la indicazione del come cono-
contenevano
date a domande
messi presentavano in relazione al
loro ufficio per esempio, che dovessero, trovandosi di
fronte al diritto romano, fedelmente applicarne le disposizioni:
potevano finalmente contenere anche le delegazioni di poteri, come allorquando s" incaricavano i
messi di risolvere qualche causa, che sarebbe stata di
competenza sovrana, o di bandir la leva, o di fare
qualche altro atto, che avrebbe ecceduto i loro natule soluzioni e le risposte
e a questioni che
rali poteri.
32.
Per
il
numero
dei capitolari e
per
per
il
si
il
modo
di
fece sen-
ed al pericolo di smarrimento.
provvide in modo ufficiale, cio per opera
della potest pubblica. Come in Roma, innanzi ai tempi
teodosiani, cos ora fu T opera di persone private che
volle soddisfare al bisogno generalmente sentito. E si
ebbero varie raccolte, fra cui due che meritano una
sottrarli al disordine
ci
non
si
speciale attenzione.
La prima
fu quella dell'abate
An-
uomo
di
famiglia nobile e di strette relazioni colla corte dei Carolingi. Affetto pe' suoi principi,
amore per
la scienza,
al
suo
tutti
primo
quelli
pur tali di Lodovico, nel terzo quelli secolari di Carlomagno, e gli altri secolari di Lodovico nel quarto. Nel-
49
EPOCA BARBARICA.
nosciuto. Tutti
ultime
le
La
testi
il
zione stessa
si
come
alla colle-
Lo-
cui riporta
testi,
le divisioni di
materia
al
un capitolare
in
come
Altrettanto non
nome
pu
met
si
ila.
B.
Calisse.
I.
PARTE SECONDA.
50
si
breviario di Alarico,
dall'epitome
di
Giuliano,
dalle
l'inganno,
come
quella che
dell"
il
stesse
lo conosce ancora,
ed esso al contrario notissimo in quel tempo stesso
per la Francia occidentale. E qui fu infatti la sua
patria, e la ragione era nello stato di disordine che
vi aveva la chiesa, il quale, avendo a s interessati
i laici, e non potendo perci essere allontanato per le
vie ordinarie, si cerc di rimuoverlo per altra via, col
far comparire come disposizioni di vecchi capitolari riil
hanno comune
il tempo, lo stile, le
fonti e
Questa raccolta non rimase sconosciuta all'Italia, specialmente per il credito che le
dette, fino a che non se ne dimostr la falsit, l'auto-
fors'
anco
la patria,
gli autori.
Per
l'Italia,
EPOCA BARBARICA.
politica,
non tanto us
pitolari,
quanto
33.
di quelle
Imperocch
5J
che
in Italia,
le
la
da
anche
costituire,
avvenne
in
modo
speciale, e
un proprio
coi capitolari,
di-
ritto italico.
V'erano
infatti
capitolari generali,
quali,
avendo
approvava l' assemblea generale, e a questa g" Itacome tutti gli altri popoli, e sia pur soltanto per
mezzo dei grandi ufiiciali, specialmente ecclesiastici,
prendevano parte. Tuttavia g' Italiani misaro innanzi
la pretesa, appunto per le loro speciali
condizioni giuli
liani,
'
porsi
all'
visione di tutti
Gap,
MI,
ed.
capitolari, a cominciare
Padelletti.
da
quelli
di
'
PARTE SECONDA.
52
scelta,
wqWq
si
tanto di Carlomagno quanto dei suoi successori, nell'impero e nel regno d'Italia, cio di Pipino, Lodovico I,
Lotario, Lodovico
II
gli altri,
riguardavano gl'interessi
per
se scrihenda o legibus addenda i primi avean valore
territoriale per tutti i regnicoli, senza distinzione di
secondi doveano unirsi
i
nazionalit, ossia di diritto
mente
alle
ma
difatto
al
solo
diritto
meno
capitolari
l'Italia,
ma
vi
*
e HiBC sunt capitula quae dom. Lotharius lex, una cum consensu fidelium suorum excerpsit de capitulis Karoli avi sui ac Lu-
EPOCA BARBARICA.
vi
53
ha trovato mancante, sia per determinare cose dubmodo che non si dia luogo ad arbitrio di giudici o
bie, in
menti
di interesse
privato molto
fece pel
si
buon ordine
matrimonio, per la
responsabilit individuale, per la costituzione della propriet e in generale si dettero disposizioni per adattare l'antico diritto longobardo alle mutate condizioni
della famiglia,
per
la dignit del
politiche e sociali.
Ora, come si erano fatte raccolte dei capitolari generali dell'impero, cos se ne fecero anche di questi
propri del regno d'Italia. Va innanzi a tutte le altre
il nome d JJ.a^itidareJtalicum, e che
appartiene alla seconda met del secolo X. opera
de' giuristi pavesi, e ne sar fatto cenno a suo luogo
(n. 88).
34.
C omun que
si
riguardino
capitolari, o diffusi
armonia
PARTE SECONDA.
54
capitolari
si
non
si
medievale,
simili,
sottovari
1"
edificio
del diritto
ma
ro-
Capitolo
35.
rum),
II.
Le
leggi popolari.*
Popolari, od anche barbariche {leges harbarochiamano, in questa epoca, le leggi che sono
si
assemblee: questa
la
importante per
Longobardi.
Ma come
l'
Italia quella
nell'
^ Fertile,
12; Salvigli, p. II, e. 4; Schupfer, pag. 45 e seg.
Brinxer, R. Gesch. cit., 37 e seg.
Lo stesso, Grundz'ge clt., 13; Davoud-Oghlou, Hist. de la
lgislat. dea ancieia Germains, Beri., 1845; Gaudekzi, Zrt legge salica
e gli altri dir. germanici, Bologna, 1884; Gexgler, Germanisehe Rechts-
Walter, Gorijm
Barharorum
{uria germanici
antiqui,
1781-92;
EPOCA BARBARICA,
55
1p.
aveva
stabilito fra i vari popoli, convennero massimamente
in Italia, centro dell'impero e della chiesa, non solo
in grande numero i Franchi conquistatori, ma tante
altre persone di diverse nazionalit cos furono quivi
introdotte e praticate anche le leggi anzidette, alcune
;
delle quali vi
tevoli.
La fonte originaria
tempo
messe
in
tempo
PARTE SECONDA.
56
ed
pi settentrionali,
per ordine
di
si
servati.
tramutar quelle in leggi scritte, le quali infatti, massime le pi antiche, non consistono se non in elenchi
di multe determinate per ogni singola specie di reato:
il diritto penale ed il processuale sono quelli che fordi
mano
la
massima parte
di tali
legislazioni.
barbari
EPOCA BARBARICA.
57
quale
ebbero inoltre la
molte nuove leggi si dovettero fare, che fu necessario
mettere in iscritto, non solo perch, essendo nuove,
non si trovavano nelle consuetudini popolari, come
quelle che riguardavano le relazioni dello stato colla
chiesa, o la speciale condizione degli ecclesiastici ed
ma ancora perch erano talvolta contraaltre simili
la
di quelle
che, per diffondere la religione nuova, vietavano e punivano, negli ultimi loro avanzi, gli antichi riti pagani.
Romani
barbari, sotto la
degli
ecclesiastici,
si
in confronto
naturalmente
ancora quando la si doveva in qualsiasi modo correggere, si convocava Y assemblea popolare, presso la
quale risiedeva, colla sovranit, il supremo potere
legislativo. per questo che le leggi popolari prende-
vano
il
nome
di lex,
L'altro nome,
meno
frequente, di iudicia
si
riferiva
PARTE SECONDA.
58
come sono
le
pi
compimento
tate a
si dice che
Franchi e dei
cap delle loro trib (n. 47)
cosi dovette essere ancora della pi antica legge alamanna, che si sempre
conservata col nome di patto (n. 44)
e cosi ancora
delle prime leggi di quei popoli, che pi si sono conservati immuni da elementi stranieri. Ma altre leggi
vi sono, e sono quelle per lo pi dei popoli che maggiormente hanno inteso V influenza romana, alle quali
il
popolo ha partecipato in molto minor misura, e comunemente non per altro se non per avere approvato le proposte presentate dal re, a cui dovuta la
parte principale in quest'opera legislativa: in questo
modo si fatto l'editto longobardo (n.17), le cui leggi
sono personalmente attribuite ai re, e del popolo altro
non si ricorda se non V approvazione fattane nelle assemblee; per simil ragione Gondebado, autore della
legge dei Borgognoni (n. 40), poteva dire che la legge
deriva dalla regia decisione e dal consenso di tutti
(ex tractatu nostro et communi omnium voluntate),
come poteva ripetere Carlo il Calvo che essa fatta
per decreto del re e per Y approvazione del popolo {lex
consensu popiili fit et constitutione regis).
fu fatta
di tutti
37.
In
un modo o
mettere
in iscritto le
sistema
il
vecchi,
EPOCA BARBARICA.
59
quelli
Carlomagno incaric
sapientes
Wlemaro
Sasmondo
come
(n. 43),
Le
latino, rozzo
prime leggi
scritte
forma
latina, fatto
prova
dell'
alla qualit
influenza
romana
ancora
della espressione dei concetti, povera tanto e di pi faticoso lavoro, quanto pi le leggi sono antiche ed originali, e spesso
non
di
pene cornon
si
metteva tutto
il
diritto,
ma
sempre
di
si
Il
pi era pur
quando voleva
ricolo di
il
che, se ostacolava
stemazione delle
continuo svolgimento e perfezionamento del diritto, che
altrimenti, chiuso in un codice, si sarebbe, a non lungo an-
PARTE SECONDA.
60
ma
modo
in
diverso. In alcune,
come
zione,
ma
le si
Tutte
le leggi
di loro differenze
ed
affinit.
nale
stranieri, nella
meno
modificato da elementi
spontaneamente
per
lingua originariamente comune, cos da comuni consuetudini discendevano i vari diritti, nei quali si ripetono, sostanzialmente eguali,
EPOCA BARBARICA.
61
proprie,
del
diritto
dei Sassoni,
tempo
in Italia;
ovvero derivato dall' essersi, quando si dovevano tramutare in legge scritta le consuetudini di un popolo,
presa ad esempio la legge che un altro popolo ave\a
gi scritto per s, e della quale perci necessariamente
qualche traccia si riteneva: cos possono spiegarsi le
forti tracce di diritto visigotico che si trovano nella
legge dei Bavari (n. 45).
Secondo questi vari caratteri di affinit e di differenze fra le leggi dei barbari si cercato di farne alcune classiflcazioni, le quali per giova avvertire che
non hanno se non una mediocre probabilit di essere
interamente giuste, tanto pi che deve anche osservarsi come sulle circostanze particolari della compilazione delle singole leggi spesso si stia nel dubbio, per la
mancanza di memorie e pel fatto che il poco che esse
di s stesse dicono non sempre immune dal falso, ed
poi alterato da successivi rimaneggiamenti che se
ne sono fatti.
Ad ogni modo, i gruppi, fra i quali le leggi popolari
si sogliono dividere, sono quattro
quello gotico, formato dalle leggi dei Visigoti e dei Borgognoni il gruppo
franco, a cui appartengono le leggi dei Salii, Ripuari,
Camavi e Turingi il gruppo sassone, che abbraccia le
:
per
PARTE SECONDA.
62
modo
in queste leggi
non
perch esse
vennero costituendo fra poma anche e pi specialmente perch i regni di quei due popoli si fondarono
mentre ancora si reggeva l' impero, e per concessione
bari,
solo
si
anzi di questo,
il
come
di stato
sovrano,
dovevano rispettare e in parte anche seguire. Questo carattere delle due leggi si appalesa tanto nel loro contenuto, quanto nella loro forma, e non fu certo esso
r ultima causa per cui nelle provincie meridionali della
pot conservarsi in
40.
Sulla
Borgognoni
*
HURK,
storia,
si
in
format, de
la lai boiirgujnonne in
luglio 1891;
Kev,
llist.
de
POCA BARBARICA.
notizie e percli le successive
63
fatto
nere che
non poca confusione. Per certo si pu riteprimo autore ne sia stato il re Gondebado
il
da cui prese
il
come gondebadi si chiamavano coloro che ne erano seguaci. Fu composta di costituzioni anteriori e di quelle
che fece Gondebado medesimo, il quale per mezzo di
un decreto, prima constitutio, la diffuse e la rese obil regno, non solo pei Borgognoni,
ma anche pei Romani, nelle relazioni che potessero
avere coi Borgognoni medesimi, soltanto per quelle a
loro particolari permettendo Fuso del diritto romano.
L' epoca non pu stabilirsi in modo preciso. Per si
suppone che il codice debba essere posteriore al 499,
perch attribuito al solo Gondebado, mentre innanzi
a quell'anno egli aveva regnato non da solo, ma coi
fratelli. E se pu prestarsi fede alla notizia della prebligatoria per tutto
secondo anno
Tanno
Gondebado,
di
501.^
Fatto
il
codice,
zione legislativa
non cess
egli,
in
Gondebado
produ-
la
si
XIII, 1867
der Lex Burgundionum, in Neu. Archiv. > XXV, 259; Bluhme, prefaz.
alla sua ediz. della legge, nei Mon. Germ., Leg. III. Altre cdiz.:
De
Salis,
ivi,
Leg.
sect. I, t. 2,
1892; Valentin-Smith, La
loi
gomhette^
Paris, 1889-90.
*
ScuuPFER,
questa opinione.
cit.,
con
altri
argoiiieiiti
PARTE SECONDA.
64
borgognotta.
lit
41.
devono
in
Westgoth. Studien,
EPOCA BARBARICA.
corrispondenti a due
inazione,
65
zioni.
questi fu
t'
il
Isidoro,
precedenti legislatori.
vescovo
primo fra
di Siviglia,
mentre
11
Visigoti leggi
scritte,
ad allora
si
ne fu anche riguardata
di guisa che se pu supporsi che altri popoli ne prendessero motivo per porre
anch'essi le proprie consuetudini in scritto, per
certo che se ne giovarono, trovandosi tracce, pi o
de' barbari,
come un esempio da
imitarsi
Ad
Euiico furono
attribuiti alcuni frammenti di leggi, scoNuovi frammenti deV ed. di Eurico, in Riv. Ital.
per le se. giur., VI, 1888. Per questa opinione non stata generalmente accettata, e piuttosto si ritiene che possano quei frammenti
riferirsi al diritto ostrogoto in Italia
cfr. Schupfek, cit., pag. TS
e seg.; P.atktta. in Arch. giurid., XXII, XXIII,
189S.
perti
da GaiideUE
jU.
h.
CAJLj.
I,
PARTE SECONDA.
66
la legislazione di
condo altri, avrebbe fatto il figliuolo di questo, Reccaredo (586-601), che ne avrebbe avuto ragione nel mutamento della religione, che nel suo popolo avvenne,
dair ariana nella cattolica. Ma queste ed altre modificazioni, intorno a cui non pu aversi sicurezza di notizie, non alterarono profondamente la compilazione
originaria di Eurico, la quale rimase come codice fondache
le
mutate condizioni
il
mutamento generale
fino a
di
popolazione,
la
cos infatti
cio, e la romana.
doveva venir meno, e
barbarica,
E poich
dei
due
diritti
nessuno poteva
ma
in
modo
asso-
doveva formarsene un
ambedue
quelle che potevano conservarsi dSiW aitiqua e le altre di Chindasvindo, fece il secondo codice visigotico,
di quello
ma
si
capitoli
suddividono in titoli, e questi in capitoli o costituche portano il nome dell'autor loro, come nei
zioni,
EPOCA BARBARICA.
codici romani,
antiqua
di
coli'
oppure
la indicazione,
altra di noviter
67
come
si
emendata, quando
detto, di
si
tratti
posteriori vi riposero mano. Ad Ervige (680-687) specialmente ne attribuita una nuova ed ampliata redazione {Lece Wisigothorum Eringiana), ed Egica, sulla
fine
di
imitato da suo
figlio
Witica (701-710). Lo
stile del
co-
forma
di
comando
romano
Gruppo
sassone.
pongono
in
non venne
questo gruppo la legge
La
debba
7>
PARTE SECONDA.
68
ritenersi tutta di
vi si
debbano
rum)
dovisi affinit
cum
(797), nei
fine
del paese
da
conquistato
dopo questo
fatto,
dun-
prima
del popolo,
modo che
la classe
mediana
dei
EPOCA BARBARICA.
69
continuo stato
rivi dal
trovava contro
avevano
di
guerra, in
Franchi, e
di fortificarvi la
dall'
clie
il
paese
si
43.
La
legge
elei
Frisii
fra lo
Frisionum, composta
lex
antica,
ventidue titoli
o comuni,
di
norme generali
in cui ogni parte del paese segue il medesimo diritto; e d norme particolari, quando avviene
il contrario, nel qual caso accanto
alla regola, che si
osserva nel capoluogo, si pongono le varianti che si
hanno per le altre due regioni. Seguono le additiones
sapentum in dodici titoli, le aggiunte cio che vi
nei casi
fecero
gli
esperti
nelle
consuetudini
frisie,
Ylemaro
critica
testo,
in
studi sulla
R. Accad.
Meni, della
sua
delle
Mon. Germ.
>
origine e sulla
Se. di Torino, ^
Leges, III.
PARTE SECONDA.
70
stesso,
derivanti dall'auto-
r anzidetta supposizione,
cio
nuova
si
una
siano mante-
religione, disposizioni
Germania meridionale,
EPOCA BARBARICA.
71
zionato
il
documento
anticlii,
attendibile,
Ma
il vero
questo prologo non
mancando
nei manoscritti pi
si
si
campo
mincia. iTjcristianesimo gi
si
il
Alamannorum propriamente
dubbio posteriore
al
che contiene, sia per la forma, sia per le condizioni popaese colle quali consona. L'opinione pi probabile, e fondata sulle notizie date dai manoscritti,
che autore, se non unico, certo principale della legge
sia stato il duca Lanfredo, che govern dal 709 al 730,
quando fu vinto e morto da Carlo Martello, cos terminando la potenza del ducato alamannico, il quale gi
litiche del
PARTE SECONDA.
72
surriferito,
pu essere
si
riferita ai
tempi
di Clotario IL
il
Sotto di que-
j^^ctKs anzidetto,
ma
di
Liut-
44, si ri-
causce quce
ad ducem pertinent:
le
causce invece
g'
qum
interessi privati,
sono trattate
altri capitoli,
nell'
EPOCA BARBARICA.
73
tempo
questo
si
riferisce
nome
il
di
diritto forestiero
la legge di
dionale
analogie
le
si
coli'
due dinastie
e fra
tela e d'interessi.
Daa
due popoli
N finalmente
Voksrecht,
in
Rechtur^esch.
le
relazioni di paren-
si
Bnyerns,
Pertz Archi>.,
1889; Mkrkel,
XI, 1858; Riezler,
Forch. zur deutsch.
PARTE SECONDA.
74
rono
si
trasporta-
condizione
Al quale
Bavari.
si
quali
si
completa
il
diritto dei
i
Franchi furono il
popolo che ad ogni altro prevalse, sottoponendo al suo
impero
il
maggior numero
delle popolazioni
germani-
colla
la
di
congetture.
EPOCA BARBARICA.
75
degli Angli e Veperch propria della parte della Turingia che que^
all'
articoli tutti
mata
il
di
furto,
di
violenza e cose minori {de 77iino7'ibus causis), ed appartiene, nella sua definitiva compilazione, all'epoca franca,
e
probabilmente
802,
all'
la
nord dei Ripuari, nel paese che poi si disse Hamaun diritto partico^
nome
di
lex
Francorum Chamavormn
merrioratio
una relazione
Legea, V.
3 Mayer, Zur Entstehung der Lex Rihuariorum
Miinchen, 1886;
EoGGE, Obaervationea de peculiari legia Rihuarice cum salica nexu, 1823;
Sohm, Ueber die Entstehung der lex Rihuaria, in Zeitschr. fiir RG.
V, 380 FiCKEB, Die Heimat der lex Eibuaria, in Mittheil. fiir usterr.
GF. Y, 52. Ediz. Sohm, nei Mon. Germ. > Leges, Y.
,
PARTE SECONDA.
76
si
La
1
Clement, Forsch. her das Rechi der Sai. Franken, Beri., 1876;
Gaudknzi, Salica legge, nel Dig. ital., > 1888; Gbiim, De hiatoria
Hartmann, Beitrage zur Entatehungagesch.
legis Salice^, Bonn, 1848
dea aal. Bechta, in e Forch. zur deiit. Gesch., > XYI, 609; Thonisorganiaation judiciaire, etc, de la loi aalique, Brux., 1882;
SEN,
Waitz, Daa alte Bechi der tal. Franken, 1846. Ed. Tarie e con molti
;
POCA BARBARICA.
legge scritta dei barbari, e soltanto
correnza
le
prime
leggi visigotiche,
77
le
fanno in ci con-
quando
si
ammetta
popolari
fu pi volte riveduta,
che
si
veniva a trovare.
in cui per la prima volta la legge
fu nT55SB,nn iscritto, non conviene allontanarsi dalla
seconda met del secolo V. Con pi precisione si pu
dire che essa appartiene al tempo delle conquiste di
Clodoveo nella Gallia, le quali ne potrebbero essere
quali
il
popolo
In quanto al
si
tempo
come
confine del
regno la legge indica la Loira, e a questo punto i Franchi non giunsero se non dopo la vittoria di Clodoveo
contro Siagrio nel 486. ^Ia_d;_altra parte questa prima
legge conserva tracce di paganesimo, e non manifesta
alcuna influenza cristiana, il che prova essere essa anteriore alla conversione di Clodoveo e del popolo al cristianesimo, la quale avvenne nel 496. Per questo fatto
acquist maggiore ingerenza il clero, la monarchia si
testi a confronto l'uno
Hl'b, 1867;
con
akacleu. Gehraudi,
1898.
l'altro,
Holder, 1880;
PARTE SECONDA.
78
l'
torie riportate sui Visigoti nei primi anni del secolo VI,
Le revisioni
succedettero poi
si
nume-
il
emendare
emendata, ora
capitolari che
le
do-
glosse,
perch vi unita
cessarono
di
tempo
trovano,
mente conservate
mente per
si
quali col
le
restaurazione
rimanendo
d'
in
ci
inferiore
altra parte,
orale
EPOCA BARBARICA.
Capitolo
48.
III.
La
79
La_coesi.stenza
non rin-
ma
una coli* altra sul terpur conservando la propria individualit in tanto fu possibile in quanto venne, nel
tempo carolingico, ad essere ampiamente applicato il
principio che si dice della, personalit della legge. Condiffuse tutte e mescolate T
siste
questo principio in
ci,
si trova
a vivere, retta da uno suo proprio, che la segue per
ogni dove, e che per lo pi quello della nazione a cui
si appartiene, o quello che, per eccezione, si assume
per qualche particolare qualit. Di maniera che non il
domicilio, come accade nell'opposto sistema della te?^-
ma
tempo
C.
1;
dei Franchi,
Fertile, 6; Salvigli,
Savigny
(trad. ital.j,
I,
e. 2;
Schuppeb,
Brunner, 31.
p. II,
79;
Aich. Stor.
ita).,
>
carte
tit.
I,
ital.,
in
I,
mediev.
nelle
XX, 431
lib.
ser.
HI,
v. 2,
loia
II,
1866;
depuis
le
PARTE SECONDA.
80
cedente non se ne avesse gi qualche indizio o conoDa taluno si voluto risalire fino ai tempi ro-
scenza.
Roma
la
manti
lo stato.
eguaglianza fra tutte le leggi dei popoli forLe pi non erano riconosciute, e se
talune venivano conservate, ci accadeva per concessione speciale, e per ragioni del tutto diverse da quelle
per
vivevano
le quali
le
une accanto
Roma
era pur sempre runico che avesse carattere di universalit e di dominio, e il non volerne far partecipi tutti, facendo del
suo pieno godimento un privilegio dei cittadini, fu, pi
che il rispetto o la benevolenza verso altri, la causa
principale per cui si conservarono talvolta, e con molte
della societ medievale.
limitazioni,
Il
diritto di
diritti particolari,
chi
ma
EPOCA BARBARICA.
ma
per
1'
81
deriva dalla natura sua stessa, e che tutte fra loro vicendevolmente si riconoscono e sanzionano.
49.
Neppure
pu ricercarsi V origine
del sistema
cepire
la
come una
fatto, comune
guenza del
considerazione
Da taluno
che
il
con-
diritto
il
come a
per
alle popolazioni
germaniche,
si
popoli diversi.
La conservazione del diritto ai venuti nella dipendenza altrui, e il portar 1* individuo con s il suo proprio anche allontanandosi dalla comunit cuiappartiencj
non sono fatti che dalle ragioni suddette abbiano spiegazione. Ed oltre a ci ve ne sono altri in contrario. Se
i
rebbe stata quella del loro stabilimento sulle terre romane, per non ripagare colla privazione della indipendenza giuridica tutti coloro di nazionalit diversa, che
si erano loro uniti nella peregrinazione, e li avevano
aiutati nella conquista. Eppure ci non avvenne, che il
popolo prevalente impose alle trib minori il proprio
diritto, come per l'Italia dimostra l'esempio dei Sassoni, i quali, per non sacrificare al longobardo il diritto
perdendo
pidi,
il
Bulgari,
altri si
Sarmati,
erano uniti
M. B,
Calissb.
ai
I.
gli
partiti essi,
Svevi,
tutto
i
Ge-
Norici e quanti
le
PARTE SECONDA.
82
stema
II
diritto
si-
della personalit,
si
faceva pei
diritti dei
avevano un
diritto,
questi
un
altro,
fondato
il
della na-
limitava al diritto
cercare
le
prima
Franchi, se ne ha anche
gi sanziona
il
La legge ripuaria
pei Fran-
chi,
gi
loro territorio.
Ma
al
la
la propria spe-
non
fu che
una
personale a
necessit. In
primo
EPOCA BARBARICA.
83
meno
Italia
regno longobardo, fu di ci conseguenza che non fosse loro tolta l' autonomia giuridica,
cio l'uso del proprio diritto. Secondariamente il cos
comportarsi fu anche ragione di sana politica, altrimenti,
con popoli che difficilmente si tenevano soggetti, come
per esempio i Sassoni, il voler imporre una legge unica,
che ai pi sarebbe stata straniera, avrebbe affrettato
colla separail dissolvimento dell' impero medesimo,
zione delle varie sue parti. Finalmente, posto che il diritto romano dovea pur conservarsi, si sarebbe creata,
col non conservare egualmente le leggi degli altri popoli, che nello stato non avevano condizione diversa da
quella dei Romani, una disuguaglianza di trattamento,
la quale, oltre ad esser anche di pericolo, avrebbe consi
il
nato ad unire
interessi.
51.
Poich
ridico, esser
venne
ciascuno doveva, in ogni suo atto giudal diritto che gli era personale,
retto
di necessit
doveva fare
in talune occasioni e
Talvolta
si
adunavano
1'
assem-
convenuti domandavano la legge, secondo la quale ciascuno viveva: ^ tale fu, per esempio,
r inchiesta che, per ordine dell' imperatore Lotario, si
fece nell'anno 824 a Roma, dove i messi imperiali interblea, e a tutti
Es.,
Cai,it. miss,,
786
Boret,
I,
67.
PARTE SECONDA.
84
rogarono
per conoscere
diritto da ciascuno proper il caso in cui la dichiarazione della legge fosse provocata non dal comando
del principe, ma dalla necessit di compiere un qualche
atto giuridico, come se si fosse dovuto sostenere un giudizio,
far testimonianza, o dare il giuramento di fedelt
air imperatore, o celebrar matrimonio, o venire a contratti di qualunque natura si fossero. In questi e in
altri simili casi era preliminare la dichiarazione della
legge, secondo la quale gli atti si dovevano fare, e perci nei documenti notarili che queste professiones
iuris avevano per lo pi T occasione d' esser fatte,
come per essi che si sono conservate nei tempi posteriori in grande abbondanza.
52. Si disputato se nelle dichiarazioni si avesse
facolt di scegliere una legge qualsiasi, ovvero si fosse
obbligati a dichiararne necessariamente una piuttosto
che un' altra. E cosi realmente si deve ritenere./V'
innanzi tutto l'osservazione che, se si fosse avuta libert di scegliersi una legge, ci avrebbe^ in parte almeno, reso vano lo scopo di tutto il sistema della personalit, perch l'arbitrio dell'individuo avrebbe potuto
confondere ci che si voleva rimanesse distinto, il diritto
cio e la condizione giuridica de' vari popoli, il che era
voluto non pi nell'interesse degl'individui, che in quello
generale dello stato. Ma vi inoltre da osservare pi
tutti,
il
dichiarazione determinarne
il
motivo,
il
che egualmente
BoRRT,
I,
323.
EPOCA BARBARICA.
piacere mutarlo
85
che se si fosse compiuto un atto se-condo una legge che non era quella del suo autore,
latto stesso aveva in s un vizio che ne produceva l'annullamento, la qual cosa pure non si sarebbe concepita,
se si fosse avuta libert di scelta nelle dichiarazioni.
Questa mancava, e vi sMio prove numerose che il diritto, che ciascuno doveva professare, doveva es.ser
quello della nazione a cui si apparteneva. Si soleva in;
fatti da principio far la dichiarazione della legge indicando semplicemente la propria nazionalit {ex genere
Francorum etc), ovvero determinandola come quella
che gi era stata degli avi e quando si stabil, nella
pratica specialmente notarile, una formula comune e
costante di dichiarazione, accanto alla menzione del diritto si conserv F altra, come sua giustificazione, della
nazionalit
professus sum eoe natione mea lege vivere etc, mettendola anche in contrapposto con quelle
altre cause, per le quali il diritto stesso avesse potuto
subir cambiamento.^ Ed anche le leggi danno quello
dell'origine come criterio per conoscere il diritto che
ognuno ha da seguire ci trovasi gi, pel poco che occorreva, nelle leggi longobarde ^ estesamente ripe:
(n. 46), la
ste
*
;
53.
porgono
e le leggi stesse ne
altri
il
esempi.^
proprio diritto
'
Ego Mnihilda ex natione mea lege vivere video Langohardorum,
sed mine pr viro meo lege vivere videor salicha.
XXX,
Capii, miss.,
id.,
del
legem ex nomine.
3
91.
3.
Cablo M.,
Capit. UaL.
U3.
-.
PARTE SECONDA.
86
si
hanno
le
eccezioni de'
figli illegit-
la
legge
propria origine,
l'
altro di cui
le
lo stato ecclesiastico.
Fin dall'editto longobardo era detto che la moglie dolasciare la propria per seguire la legge del marito,'
e ci tanto pi dov esser confermato quando il sistema
della personalit ottenne in appresso maggiore esten-
veva
sione.
nella
nuova legge
LiUTPR., 127.
le
EPOCA BARBARICA.
ma
ma
marito,
donne tornassero
le
87
na-
zione.^
Anche per gli ecclesiastici^ riconosciuto fin dalche mutavano la propria legge in quella romana,
perch con questa si reggeva la chiesa, di cui diventavano membri. Non era per questo per loro un obbligo,
numerosi essendo gli esempi di ecclesiastici viventi sel'editto
condo
ma
sul principio pure delepoca franca,- nella quale per altro avvenne poi un
cambiamento, mediante un capitolare di Lodovico il Pio,
che rese obbligatorio, per ogni persona o cosa che apparteneva alla chiesa, 1' uso del diritto romano.
Oltre a questi casi, un altro ancora ve n' era nel quale
invece della propria si seguiva un' altra legge, quella,
l'
l'
atto
e perci costante
Era
in
que-
personali,
la legge del
Infatti,
avendosi molteplicit
di
leggi
modi
di
come
privato,
Capit. hai.,
Carlo M.,
U.
Capit.
ital.,
142.
PARTE SECONDA.
88
faceva
relativamente ad un fondo
atti
si
serviva della
mava
in difesa colui
da cui
gli
erano
stati trasmessi,
non
secondo
il
dell'antico,
alienazioni,
colla propria.
diritto
il
si
del
Il
ma
propria
fossero state
se
EPOCA BARBARICA.
89
mento, ciascuna faceva da testimonio o giurava, secondo le disposizioni della legge sua propria se avessero dovuto obbligarsi o cedere, per qualsiasi titolo, un
diritto reale, ciascuna egualmente riconosceva il suo
debito, cedeva la propriet, faceva la tradizione, secondo che la propria legge prescriveva.
Ma non sempre questo era possibile, e per tal caso
si aveva V altro principio che, quando di pi diritti uno
soltanto poteva usarsi nell'atto, devesse preferirsi quello
della persona che vi aveva l'interesse prevalente. Il
che poteva dar luogo a due altri casi subordinati
o
che la detta prevalenza si mantenesse in tutto il negozio giuridico, fino al suo esaurimento, ovvero che si
alternasse fra le varie persone, secondo le parti di cui
il negozio stesso si componeva. Esempi del primo caso
:
si
perdutisi gi, al
ratteri,
funto,
cui diritti
essa relativi
si
In quella,
si
sempre quello
Nella successione
l'in-
il
sempre
lui,
nella successione.
dovea
guardava
si
legittima.-
interesse
Altri
si
'
Carlo M.,
Carlo M.,
li.
Pip., ivi, 5, 6,
PARTE SECONDA.
90
sue parti, interessi diversi, si vede, per esemmatrimonio. Si adopra la legge del marito in
ci che personalmente lo riguarda, come nella obbligazione degli sponsali, nella garanzia che d di osser-
secondo
le
pio, nel
varla, nel
pagamento
il
diritto dell'individuo
doveva
tacere.
Si
le
forestieri e
non ap-
tali si
Il
dovevano intendere
tutti
cui
EPOCA BARBARICA.
91
non era fatta in loro favore qualche speciale concessione, dovevano esser trattati colla legge di chi li proteggeva, che ordinariamente era il principe, sostituito
in certi casi dalla chiesa, senza per che con questo
mezzo essi conseguissero tutti i diritti propri dei cittadini. Fra gli esclusi dalla chiesa, erano presi di mira
in particolar modo gli Ebrei. Sotto 1* impero romano,
per cagione specialmente dei loro commerci, avevano
ottenuto alcuni privilegi, che furono confermati posteriormente,^ e fra
volte invece
correligio-
se ne
imponeva V
Altre
il
cui
Cod. Gimt.,
''
Brunxer,
1.
cit.,
Boret.,
I,
259.
C.
35.
altri,
dearli
Ebrei.
il
romano
il
diritto
di
comune
PARTE SECONDA.
92
56. Pi
importanti sono i casi in cui la personasubiva limitazione per ragione di pubblici interessi.
Non conviene in primo luogo dimenticare che comune
lit
luogo ove
lo
ci
del
era ac-
questo criterio
si
Ed. ptstense
RiCHTHOFEN,
dell'
779. Borei.,
I,
49.
Marc,
Form.,
II, 37.
EPOCA BARBARICA.
9S
legge personale.
Altre limitazioni venivano alla personalit dall'esemI comandi di questa erano
che ne facevano parte, senza di-
comuni a
tutti coloro
aveva essa
stessa un
proprio diritto, che doveva valere, egualmente senza riguardo di persone, in tutti i negozi che
a cose ecclesiastiche
si
riferissero: e di pi
combatteva
direttamente il principio della personalit, quando dall' uso di questo potevano venir conseguenze
contrarie
ai suoi donimi od ai suoi interessi. Ci poteva, per
esempio, accadere nel matrimonio, il quale, se fosse
stato contratto con altra legge che con quella che si
doveva, aveva, secondo i principii generali, in s un
vizio, che potea produrne l'annullamento: la chiesa si
volle opporre a questa conseguenza, per lei perniciosa,
della personalit, e lo fece ordinando nei concilii, fra
cui quello di Treviri dell' anno 895, che il matrimonio,
con qualunque diritto fosse stato contratto, dovesse
sempre
per valido.
egualmente dall'autorit imperiale partivano comandi, che, per il carattere e per
ritenersi
Come
legge per
ma
tutti
riguar-
sovrapponeva quanti erano nell'impero aggregati. Di modo che anche sotto quest' aspetto
esso era, oltre che per l'origine, essenzialmente diverso
dai numerosi diritti popolari, che la personalit della
dava, e a tutti
si
non
barbarica
si
si
ebbero
le leggi
PARTE SECONDA.
94
cui gi
57.
si
fatto cenno.
il
diritto regio
li
traeva in gran
Pipino, re
d' Italia,
a<pU.
ita.,
MI.
ma
EPOCA BARBARICA.
lo stato
fu indebolito, specialmente
95
per
le
guerre di
Carlo-
di
magno, ed il sovrano perci ebbe bisogno de' suoi sudditi, per averne aiuto nella lotta co' suoi rivali, dovette
accontentarne i desiderii, e conceder loro ci che prima
aveva negato. Neil' anno 832 furono da Lotario presentati air assemblea di Pavia i capitolari, incominciando
da quelli di Carlomagno, e non soltanto se ne chiese
in tal modo T approvazione, ma se ne fece una scelta,
per determinare quali dovessero aver vigore di leggi
nel regno.
sciuti col
nome
di costituzioni
pavesi,
ma
propriamente
intitolarono
entrasse in un periodo d'indebolimento, che poteva, procedendo, porla fino in pericolo di dissoluzione. Ci si
vide specialmente allora che
dall'
sovrano, ed anche a condannarlo, come accadde con Carlo il Grosso, che nell' anno 888 pose fine, per sempre, alla grande unit delsi
giunse a giudicare
il
riuscita
pre pi
diritti
e cos'i
PARTE SECONDA.
96
Titolo Terzo,
periodo feudale.
Capitolo
Legislazione
feudale.
Per
1"
anzidetta ragione, cio per essere, dopo
impero carolingico, succeduto alla maggior potenza, che abbia avuto nel medio evo la monarchia, il
suo indebolimento maggiore, ed alla tendenza di accentramento universale lo smembramento di ogni autorit
e di ogni ufficio nelle mani dei feudatari avvenne egualmente che alla copiosa produzione legislativa dei capitolari seguisse la penuria della legislazione del tempo
feudale. Si aggiunga che, colla dissoluzione dell'impero,
manc, almeno in parte, lo scopo, a cui la precedente
58.
sciolto r
e in conseguenza diminu
leggi, stante la
denti dagli
altri,
anche
il
bisogno di far
indipen-
provvedevano
nuovo
proprie condizioni. Per gli alrapporti giuridici, specialmente nel campo degl'in-
diritto,
tri
formazione
alle
lari
far leggi che vincolassero tutti gli appartenenti alimpero, non rimaneva quasi altro oggetto su cui legiferare che quello che erale offerto dalle conseguenze
delle istituzioni feudali
conseguenze, che possono riguardarsi sotto due aspetti, cio nelle relazioni che
ne derivavano, e che conveniva regolare, fra sovrano
di
l'
97
EPOCA BARBARICA.
e feudatari, e nello st^to generale della societ,
il
quale
e,
1.
Leggi
feudali.^
59.
ritj
dai quali
appunto
si
tent richiamare
l'impero, sottoponendo
all'
antica potenza
signori feudali.
gli antichi
anche
capitolari,
le
co-
infatti
per oggetto
le
pi
>
Paris, 1891.
M. B.
Calisse.
PARTE SECONDA.
98
Ma
fiscali,
pi esse
si
come
si
per
detto,
lo
di leggi, anzi
senza avere
mune
feudo.
il
famoso capitolare,
che nell'anno 877 eman Carlo il Calvo nella dieta di
Kersy. Soddisfacendo i desiderii de' suoi vassalli, che
minacciavano non seguirlo nella guerra che allora egli
aveva, Carlo concesse che i feudi de' maggiori signori
fossero ereditari, e che non potessero esser loro tolti
se non per cause determinate e in seguito a regolare
Al diritto feudale appartiene gi
il
giudizio.
Tra
in
le costituzioni posteriori
di
Ottone
al
diziario.
Le
tato. Nelle
nuova autorit
cause pi gravi
lo
avevano
escluso, dicendo
g'
inte-
chiaramente che
egli avrebbe del tutto vietato il duello come prova giudiziaria, se non glielo avesse impedito la contraria consuetudine del popolo suo ma pi che pu lo limita.^
feudali lo rimisero in onore, e la prova se
I costumi
ne ha nei suddetti capitoli di Ottone I, nel 967. Egli
stabili che per talune cause, e per quelle specialmente
ressi delle famiglie/ Liutprando dice
riguardanti
gatorio,
'
il
il
falsi
docu-
EP^CA BARBARICA.
menti
clie
Romani ed
99
anche
le
ecclesiastici
agli
donne,
fanciulli
dei tempi.
Tra
le leggi feudali meritano ancora una parmenzione quelle che Corrado II pubblic sotto
Milano nel 1037, e che ebbero per scopo il porre i vas-
60.
tijnolare
salli
verso
vano portare
imperiale
al tribunale
gli appelli
contro
privavano del feudo, altrettanto potessero fare i vassalli minori ai tribunali dei messi imche il feudo, alla morte dell' investito, pasperiali
sasse per diritto ai discendenti di lui, e in mancanza
che finalmente il signore non podi questi al fratello
tesse per qualsiasi titolo alienare il feudo, se prima non
ne avesse avuto l' acconsentimento del vassallo.
Tra gli altri imperatori, alcuni furono pur essi aule
sentenze che
li
modo
pi o
le
meno
diretto,
violenze, che
GapUuhi
Ottons,
si
con-
sempre pi
PARTE SECOND*.
100
turbavano
la pubblica tranquillit,
attivit mostrino
siasi
tempo, tranne
giorni
delle
maggiori solennit,
pedito.-
Arrigo
II,
morte
di
venetcii
di
altre
matrimonio colla
vedova di un parente, minacciando la pena capitale a
chi non tenesse il dovuto conto dell'autorit del sovrano.^ Di Lotario, nel 1136, importante la legge sulla
uccisioni a tradimento, proibendo
il
Ma
cercarono
importanti su molte materie, tra cui le feudali. Di FeI celebre la costituzione de regalihus, pubblicata nella dieta di Roncaglia del 1158, colla quale si de-
derico
Capituhim
Ott. Ili, in
Capiu
Capiiula Heinricx
III, ivi.
EPOCA BARBARICA,
terminano e sanzionano
le
101
feudale.
2.
Compilazioni
di diritto feudale.^
61.
I libri de' feudi, detti anche usus feiidorimis
consuetndines feudales, possono ritenersi come il mo-
numento massimo
non
si
incerti tanto
prima compila-
Co,
3; Laspeyres,
ris,
et
es
Assises de Jrusalem,
Amari, ec,
e in
feudatari sotto la
Ragghia,
Capasso, Sul catalogo dei feudi e dei
domin, normanna, Napoli, ISTO.
particolare
PARTE SECONDA.
riveduta e riordinata in pi guise, fino a che venne ad
avere, nella scuola di Bologna, l'estensione e la forma
colla quale ci si conservata.
modo
d'
inserzioni e di appendici
EPOCA BARBARICA.
reno
fatti in
Cuiacio, che
103
Quantunque
i libri dei feudi non avessero valore uilipure, per l'importanza loro intrinseca e per l'utiche se ne traeva, come ancora per 1' uso che se ne
ciale,
lit
ma anche altrove, in FranGermania, per la quale nel secolo XVI ne fu fatta una traduzione in tedesco. Oltre
a ci, i libri de* feudi vennero ad avere quasi un carattere ufficiale, quando furono, a somiglianza delle
costituzioni imperiali, inserti nel corpus iuris civilis
per opera del giureconsulto bolognese Ugolino, della
prima met del secolo XIII: a questo si attribuisce
rit,
cia specialmente e in
l'averli collocati,
done
la
state
decima
le
come appresso
62.
medesime
novelle
Altra
si
distribuite
erano
dai glossatori,
dir.
si
ha nelle
il
i
nome
si
di assise,
quelle
giudiziarie,
sottoponendole
dando finalmente ad
Fu cosa na-
PARTE SECONDA.
104
che tutti
il
gli
E specialmente
loro mescolanza.
feudale
ritto
posto
il
come
perch,
in quella
riproduce
si
tutto
il
parte delle
il
popolo
puro
si
di-
trov,
cessariamente
due
in
classi,
in
quella
dei
posses-
e come, in
si
relazione.
Quando Gerusalemme
l'anno 1187, anche
sto originale
ai
Cristiani, nel-
bunali, furono di
restarono
perduta dai
fu
le assise si
crociati,
di
gli stati
che
migliore compilazione fu
la
d"
stato portato dagli Europei in Asia, cos coEuropei a poco a poco se ne ritraesse, seguendo le
vicende delle loro fortune guerresche. Dal centro della
Palestina si ridusse alla spiaggia, da questa pass alle
isole, a Cipro specialmente e a Negroponte, da dove
ancora fu sbandito, quando vi si pos il dominio musulmano. A Cipro per, innanzi che lo conquistassero i
Turchi, dominavano i Veneziani, i quali curarono che
come era
gli
regno, fos-
in italiano
sero
^el
di
1531
di
modo che
fin
col
EPOCA BARBARICA.
zione datagli da
anche
una potenza
dall' Italia
era partito
105
mazione.
Altrettanto fecero i Veneziani per le assise stesse in
Negroponte. Nell'anno 1421 furono approvate dal doge
Foscari come leggi del principato, e l si mantennero,
finch fu possibile il salvarle dalla dominazione musulmana, col nome fatto ad esse speciale di Assise di
Romania.
63.
Le due anzidette compilazioni contengono un
quello
il
ha
dice lombardo,
il
nome
di
franco.
tornasse alle antiche consuetudini, ricorsero alla violenza per liberarsi dall'oppressione che dicevano di
soffrire. Nel tumulto il codice, che si conservava nel
palazzo reale, and perduto, ed altro non se ne sa se
non ch'esso esistette, e che aveva il nome di defetari:
mente soltanto
non
pi probabil-
PARTE SECONDA.
106
il
diritto feu-
come
non potevano non contenere elementi feudali, svolgendosi in mezzo a feudi la vita delle istituzioni, a cui si
riferivano le loro disposizioni. Ed egualmente diritto
feudale scaturiva di
quali applicavano
nelle leggi,
ma
Capitolo IL
La
consuetudine.
64.
Tornato il diritto, quantunque non ancora pienamente, ad essere il prodotto immediato delle necessit sociali, le quali non avevano corrispondenza colle
leggi antiche, perch fatte per condizioni diverse, n potevano per le cause anzidette essere in tutto soddisfatte
il diritto stesso
da leggi nuove
non pot utilmente
avere altra fonte che la sua originaria, cio di nuovo
;
la
consuetudine.
Questa
cio fra
si
trovata
prime loro
leggi.
Ma
fra
piuto
aveva gi com-
corrispondeva
alle condizioni di
molto dopo
EPOCA BARBARICA.
107
tempo
feudale di formazione contemporanea a questo, procede di pari passo collo svolgersi delle nuove condizioni
sociali, e
a quella che
che, in luogo
la
consuetudine
materia, cio
pone.
Il
le
norme
di cui la
consuetudine
si
uffici,
comcom-
Ora
essi si
propongono
d'ac-
le
ed anche, se occorra,
ci
non basta,
si
va
ai
di
se
ritto, la quale,
PARTE SECONDA.
108
stare tutti
per ragione
si
dice giudiziaria o
nomina
65.
dell"
Altre
assemblea
locale,
che
si
sulti
regni
et loci, ossia
al-
si
dava un
significato
denza
ai precetti della
triplice
modo veniva
come una triplice legge, con cui la consuetudine doveva sempre esser concorde. La prima legge quella
rivelata, cio data direttamente
da
EPOCA BARBARICA.
109
formazione del
civile,
fu proprio
ma
da prima
facilmente
si
cosii
diritto,
esercitava la chiesa.
mala
non probata. Il
romano neppur questa poteva conoscere, stante
Ma
non
il
ma
Iddio;
si
dovette ve-
mezzo
della
cui,
secondo gl'insegnamenti
no
i
PARTE SECONDA.
propriamente
detti,
da bolle
pontificie, diplomi
impe-
rescritti
esempio, in
sovrani.
Roma
In caso
nel 1122
il
la
contrario
papa
il
la
Callisto
disapprov
tava
dei
Ottone
viet quello
chiamava mos detestahilis in Italia improbusque non imitandus, cio di voler provare con semplice giuramento la verit di un documento contestato,
che
il
egli
di
fece
naufraga, per
la quale persone e cose dei naufragati venivano, come
res nullmsl acquistate dal primo occupante. Il dovere
altrettanto della consuetudine del ius
la
dell'
autorit
anche vantaggiosa, in quanto che per essa si poterono impedire gli abusi, che facilmente, in caso diverso,
si sarebbero avuti, sia per la troppa potenza che in
quelle condizioni sociali talune persone giungevano ad
acquistare sulle altre, sia per gli errori che, stante la
fu
La formazione del
vulgati.
si
diritto,
.a
la unit e diminuirsi
la forza
EPOCA BARBARICA.
IH
medievale si deve ravvisare il germe, la ragione delavere il diritto ripreso e continuato il cammino verso
il proprio miglioramento.
Per tutto questo che si detto, facilmente si
66.
comprende come la consuetudine del tempo feudale abbia dovuto avere maggiore efficacia che non abbia avuta
in precedenza.
Ordinariamente, la consuetudine mostra la sua efl'
Un
ca-
uhi lex deest, prcecellat consuetudo, et nidla consuetudo superponatur Ze^.* Questa
seconda proposizione, che la consuetudine non possa
prevalere aliar legge, corrispondeva alle condizioni giupitolo di Pipino dichiara
sovrana s'imponeva a
quando
1"
autorit
loro fianco
posto.
che male
PARTE SECONDA.
112
prendendo consistenza, esse dettero origine a quei diche si possono dire volgari, perch risultavano
dall' opera popolare, non guidata da un legislatore, ma
prodotta dalla necessit di provvedere alla vita ordinaria, raccogliendo ovunque si trovavano, o Creando,
quando non esistessero, gli elementi giuridici che vi
occorrevano su questi diritti volgari si ripieg poi l'attivit legislativa o scientifica, per ordinarli, accertarli,
completarli, e cos finalmente, attraverso un lungo lavorio, ne uscirono le nuove legislazioni italiane.
Ci considerando, si comprende come debba ora mutarsi il diritto anche in un altro de' suoi caratteri, che
ritti
nuova regola
giuridica, quanto se
si
guarda
il
modo
forma, cio la ripetizione di atti conformi si vede come essa non possa dar vita ad un diritto personale, ma debba invece produrne uno che sia
col quale essa
si
comune a quanti
lit territoriale.
Ma
di
ticolarmente.
Capitolo
III.
La
113
EPOCA BARBARICA.
altri,
tutti
le ri-
domiciliati.
specialmente dai bisogni degli affari giornache finalmente si tramuta in una decisa preponderanza dell" un diritto sull'altro. La influenza del diritto
romano si fece sentire su quei barbarici, che ne subichiesto
lieri;
istituti
mano
M. B.
Calisse.
I.
PARTE SECONDA.
114
nelle
resse,
limitazioni a questa
nel^campo del
diritto pubblico e
penale special-
giuridico
nel diritto
emanato
tamente
Ed
si
dal sovrano,
clie
a tutti indistin-
ancora concorsero a far che il ditendesse ad unificarsi e a rendersi con ci territoriale. Molto giov la cognizione diffusa delle varie
altre ragioni
ritto
leggi.
molte persone
proprio
il
ufficio
imponeva
di
gli atti
longobardo
secondo
(n. 71).
Gli
il
diritto
scabini,
romano
o secondo
componenti
singoli
tribunali,
le
varie
vario, frazionato,
115
EPOCA BARBARICA.
gli altri
doveri, e tutti aventi quei diritti, negli uni e
signore. Era
dei quali consistevano le loro relazioni col
territorialit ristretta al territorio feudale. Oltre
una
a
il
ci, nelle
diritto
dei
signore, le cause
priet, la subordinazione dei vassalli al
immunit, le relazioni fra
di decadenza, il concetto delle
lo stato e
feudatari,
il
giuramento,
l'
onore, la milizia,
nei
eran tutte cose che, per quanto variamente regolate
di caratteri, dai
singoli feudi, avevano pur tutte unit
quali derivava
feudale e di carattere
erano o
le plebi rustiche,
sempre maggiore
delle quali
veniva facendosi
caso
chiesa. Nel primo
eguali, doagricolo, fondato su interessi generalmente
;
PARTE SECONDA.
116
68.
COS
avvenne.
II
per-
quali
sui
si
perci
faceva
determinandosi
locali, e
vano
le
prevalenza
una
di
condizioni
dalle
si
trova-
in Francia,
romane
la
le
si
caratterizzarono per
provincie meridionali e
l,
lungo
il
secolo IX,
meno
fu pi lento e
distinto.
per
ha gi
le settentrionali
il
si
movimento
per solo effetto della personalit nell' epoca carolingica, non lasciarono mai l'indole di diritti importati da
elementi di popolazione, e perci estranei allo
svolgimento della societ italiana. Tutto l'opposto accadde pel diritto longobardo, il quale, svoltosi in Italia,
si era reso adatto alle condizioni di questa (n. 16), e
perci, quando si fu al punto in cui sorse la necessit
che r un diritto dovesse cedere il campo ali" altro, si
deboli
trov in grado non solo di surrogarsi agli altri barbarici, ma ancora di sostenere, e spesso vitto riosam ente,
la lotta
le
varie regioni
d" Italia.
A Roma
e nel
suo distretto, ove sempre il diritto romano aveva dominato, la territorialit era ristabilita a favore di que^
altrettanto accadde
sto fin dal principio del secolo XI
a Venezia e neir Esarcato, ove la dominazione barba:
rica fu
meno che
Longobardi,
il
xiiritto di
aveva vissuto
il
regno dei
EPOCA BARBARICA.
che punto
in
modo
dell' Italia
assai pi
117
ampio
Italia meridionale,
si mantenne pi a lungo
che altrove, essendovi stata confermata dai Normanni,
e neppure essendovi stata abolita dagli Svevi e dagli
Angioini, che la permisero per tutte le leggi partico-
lari,
finch
non venissero a
conflitto
Ed
ancora che il carattere di terche la legge torna a prendere, non assoluto se non in quanto si contrappone al principio gi
comune della personalit: perch, in quanto alla sua
(la osservarsi
ritorialit,
PARTE SECO^DA.
118
modo che
Q^uanti feudi si
tanti erano
avevano
quest'epoca, e
in
dei
medesimi quando, nel!' epoca seguente dominarono comuni, i piccoli distretti comunali furono anche
feudi
il
campo
ancora,
formarono
stati
pi ampi,
si
la
si
compose ad unit
la
su tutto
il
il
del diritto,
dall'uno
air altro suo stato, fedelmente rispecchiato nelle dicliaraziopi che se ne facevano.
Venute queste
in
uso
con questo stesso poi si affievolirono, e finalmente vennero a mancare. Da prima perdettero importanza, non
avendo pi uno scopo determinato da reali bisogni, poich alla grande e molteplice differenza fra le leggi era
succeduta una prevalente uniformit, di modo che le
rimanevano soltanto nelle tradizioni nonon altro che come ultime testimonianze di uno
dichiarazioni
tarili,
le
ultime in-
EPOCA BARBARICA.
119
mezzo
uno generale. Tali dichiarazioni, essendo eccezioni, dovevano essere provate, mentre nessuna prova si richiedeva per ci che era presunto,
che si seguisse cio la legge dominante, E in conseguenza
ancora queste dichiarazioni non erano pi miste, e non
era pi in esse tolta ogni libert di elezione. Non erano
pi niiste, in quanto che erano dichiarazioni di un diritto solo, di quello che era restato a lottare contro
l'altro che si faceva territoriale, di diritto longobardo,
per esempio, a Roma, di diritto romano nelle citt di
Lombardia non era pi in esse tolta ogni libert di
scelta, perch in tal caso neppur sarebbero state possibili, dal momeixto che ognuno avrebbe dovuto dichiarare il diritto della sua patria, mentre esse erano invece determinate dalla condizione speciale, poniamo
Tecclesiastica, in che taluno volontariamente si poneva.
Obbligo era oramai quello soltanto di seguire il diritto
comune, data facolt di allontanarsene, mediante la
alla
prevalenza
di
dichiarazione, a chi
lare
di
modo
si
tempi
la dichiara-
diritto.
PARTE SECONDA.
120
Titolo Quarto.
IL DIRITTO
Capitolo
I.
Continuazione
rano e spiegano.
In favore della persistenza del diritto
romano stanno
innanzi tutto due sue qualit generali, cio la maggiore civilt che vi ei^a contenuta di fronte al diritto
barbarico, e Y essere usato dalla chiesa e quindi pro1
St.
Salvigli,
p.
II, e.
gioii
civile
nelle prov.
<?.,
delV imp.
occid.,
Nap.,
1720,
Vindicioe pr sua
1751;
epistola
Grandi
de
Pan
dcctie, Pisa,
Lipsia,
m.
e.
m.
e.,
nel
XII, 1891.
EPOCA BARBARICA.
tetto dalla sua autorit.
La
civilt
121
dei
Romani, tanto
pi sviluppata di quella degF invasori, non poteva essere governata dal diritto di questi, povero, incompleto, ignaro di tante istituzioni, di cui
gi da lungo
tempo
il
l'
altra
aveva
fecero
Longobardi, e ci non
mettendo che
essi
si
abbiano lasciato
spiega se non
ai
Romani Y
am-
uso del
proprio diritto.
Imperocch, se
vero che
il
legislatore longobardo
tengono la sistemazione
dell"
tutti
sposizione,
ma
forma
si
ci risulta
conformasse
anche dalla
come
sono esclusive per una parte del popolo solo, incominle parole si quis Langohardus ed anche si
ciando con
vocata contro
sti,
fra
il
diritto
giunge che
il
PARTE SECONDA.
122
vare
1'
ci
si
avevano
romano stava
per pi ragioni, come si gi accennato, interessata alla sua conservazione. Ora, quantunque i
Longobardi, come noto, non siano stati per alcun
tempo seguaci della chiesa cattolica, n mai, neppur
dopo la conversione, le siano stati politicamente favola chiesa,
pure certo che non le tolsero i beni, i priviche essa aveva, il che sarebbe, almeno
in parte, necessariamente accaduto, se il diritto romano
fosse stato abolito. Di pi, certo che dovettero i Longobardi medesimi subire ampiamente la influenza della
chiesa, non solo per la ragione religiosa, ma perch
essa parlava spesso in nome e sosteneva molti interessi deir elemento indigeno dell' Italia, col quale i vincitori pur dovevan venire ad accordo.
Dalle ragioni generali passando agli argomenti
71.
che direttamente dimostrano la conservazione del diritto romano nel tempo longobardo, noi vediamo che
ci, fin da* tempi di Rotari, provato dal linguaggio del
legislatore, che pi di una volta tratta in particolare
della legge longobarda e delle persone che ad essa si
attengono, il che sarebbe stato per lo meno inutile, se
contemporaneamente non si fosse fatto uso di altra
legge. Meglio, per, ci dimostrato da talune disposizioni che si hanno nell'editto, e precisamente dalle
aggiunte che vi ha fatto Liutprando.
In queste detto che, qualora un Longobardo fosse
entrato nella vita ecclesiastica, i suoi figli dovevano
rimanere in quella legge che egli aveva, quando li grevoli;
legi, le leggi
RoT., 3GT.
EPOCA BARBARICA.
123
nero: ^ ci prova che, passando al nuovo stato, il Longobardo assumeva un altro diritto, cio il romano usato
dalla chiesa (n. 53), e che questo aveva tale vitalit
figli del chierico, se la legge,
da trarre a s anche
per difesa di quello nazionale, non lo avesse vietato.
Un' altra legge dispone che, se una donna longobarda,
vedova di un romano, fosse passata a nuovo matrimonio, senza chiedere il consenso dei suoi parenti, e senza
fare verso essi quegli atti che in tale occasione il diritto barbarico voleva, non doveva venir essa colpita da
quelle pene che, come longobarda, in tal caso avrebbe
incontrato, perch in conseguenza del suo matrimonio
era diventata romana, e col diritto romano doveva
perci essere governata'. Una terza h p-ge finalmente
notai, nel compilare gli atti di loro
stabilisce die
uftlcio, non dovevano attenersi ad altro diritto, che
a quello longobardo o a quello romano, secondo la
qualit delle persone, che a loro si presentavano.^ Da
ci si rileva non soltanto il legale riconoscimento del
diritto romano, ma ancora, contro chi in questa legge
ne vuol vedere la prima concessione,* la sua diffusione
i
conveniente, che fu occasione della suddetta disposicio che, confondendosi fra loro le
zione legislativa,
leggi,
ne venian fuori
atti
la facile
il
legislatore,
diritto
ci
cit.,
LlUTPR., 153.
LiUTPR., 127.
vititi
3 LiLTPR.,
91.
dai Long., 141 Peet.
;
PARTE SECONDA.
121
rimandare
tosto dovuti
notai
da
altri
sarebbero piut-
ai libri di Giustiniano.
specialmente
si
documenti
dell'
altri
evidentissimo V uso del diritto romano, si deve conchiudere che questo, presso i Longobardi, rimase in vigore,
per
campo
la giurisdizione
a quella del papa, fu accolto nei tribunali, dove siedevano giudici in esso esperti, e secondo esso si conducevano processi e si emanavano sentenze. E della unione
1" impero, per difendere contro ogni penon meno che della continuata
romano,
ricolo il diritto
conoscenza di questo, si ha testimonianza solenne nelle
parole che nell' anno 847 Leone IV rivolse all' imperatore Lotario vestram fiagitamus clementiam, ut sicut
hactenus romana lex viguit absque universis procellis
et pr nullius persona hominis reminiscitur esse corrupta, ita mine suum robur propriumque vigorem
ohtineat. Qualunque sia stata la causa che mosse il
fra la chiesa e
EPOCA BARBARICA.
pontefice a far questa domanda,
perato
le jprocelle
del
il
125
in
diritto
essa evidente
romano aveva
su-
V in-
quanto trasformati, sia a riguardo del possesso fondiario, .sia nelle relazioni personali
la terra vincolata
di
ristajilire
in
Roma
la
residenza degl'imperatori.
PARTE SECONDA.
126
si
spiega
il
allorquando
che,
fatto
si
venne ristabilendo la territorialit del diritto, ci accadde prima e meglio nelle citt che nelle campagne,
e che quivi
residui
de' diritti
barbarici,
special-
mente del longobardo, fossero ancora visibili e numerosi quando nelle citt erano gi definitivamente scomparsi.
barbarica,
tempo richiedevano.
Capitolo
II.
romano.
Dell' efficacia
occasione
di
dal diritto
Il
diritto
cui
si
le leggi
popolari
si
ridussero in iscritto,
e scrivendosi si migliorarono
il diritto regio vi ebbe
impulso a manifestarsi, e nuova abbondanza di materie
da regolare; restituendosi la territorialit, fu esso stesso
;
EPOCA BARBARICA.
che con
il
longobardo
si
127
sta
sul barbarico
dell" editto di
Rotari
si
ha
le
tracce
allo svi-
tale no-
tevole corrispondenza colle parole che Giustiniano premette al suo codice, che subito si forma il sospetto
che questo abbia servito da modello all' altro. E il sospetto diventa certezza quando si osserva che, nello
stesso proemio, Rotari aggiunge
ob hoc necessavium
:
si
ma
anche
1'
romane da parte
dei bar-
Anche
il
titolo
di editto,
si
stificava pel
tempo ostrogoto
(n. 17), e
non pu quindi
PARTE SECONDA.
128
come una
da
linguaggio romano.
gessero dubbi, n
si
commettessero
frodi,
il
si debba far uso di alcun esemplare del conon sia stato munito della firma del regio notaio Ansoaldo. Costui era un barbaro, come indica il
suo nome, e perch uffici pubblici non si davano allora
a Romani ma la istituzione di un notaio, ossia segre-
che non
dice, se
tario
di collazionare
ed autenticare
le
1"
ufficio
a lui dato
Ma assai pi profonda e pi
il
importante per
diritto
la
romano ha
di
imitare quello
romano
ma
soprattutto nel
campo
dei
prescrizione,
trimonio, la garanzia ipotecaria, la teoria delle obbligazioni, il possesso, r usufrutto, la tutela furono tutte
EPOCA BARBARICA.
129
si
diritto
la prova,
infatti
come pu vedersi
gli
una parte
ma
'
Astolfo, 14.
Nov. XXII, e.
M. B.
32.
Calisse.
I.
PARTE SECONDA.
130
non
fu accolta dal re
nei quali
possono sciogliere
si
gli
rere in pena.
Uno
matrimonio
di questi
si
in tal caso
fatta alla
il
medesima
posta, per
il
cio
si
desiano.
Da
questo, dunque,
si
si
il
re
dispone che
il
longobardo.
Questi, in altro
luogo
dell' editto,'
male, da lui ferito e inseguito, possa arrecare: ci significa che dal momento del ferimento il cacciatore
V. 10,
ROTARi, 178.
ROTARI, 309.
e.
un.
* L.
2,
de sponsnilh. (V.
1),
EPOCA BARBARICA.
considerato
come proprietario
131
ch non ne perda la traccia. Su ci s' era fatta questione fra giureconsulti romari, alcuni, fra cui Trebazio, essendo dell" opinione ora detta, altri, fra i quali
Gaio, pensando invece che il cacciatore non potesse
dirsi proprietario, se non dopo che si fosse realmente
impadronito dell' animale, ferito o morto, Giustiniano
segue la opinione di Gaio, troncando l'antica questione:^
se Rotari per la opinione contraria, questa un'altra prova che il diritto precedente Giustiniano non era
restato senza vita in Italia.
il
d fatto la
forme degli
il
se
non si sarebbero
non fossero tut-
Il
fosse
composto
il
di
vari ele-
giustinianeo, e
come
Questa la miglior prova della continuazione del diromano per tutto il medio evo, non solo come
ritto
legge limitata
elletti
Ltituz. II,
LlUTPR., 33.
1,
13.
jstitug^
III,
i^
10, e.
10, 4.
1.
PARTE SECONDA.
132
quanto
al di l di
creduto.
nante in
Italia.
Non era
riconosciuto
s'
nemmeno
nel
campo
del diritto
Romani
133
EPOCA BARBARICA.
Capitolo
III.
li
Se
passata ed
risultati
sufficiente
chiesa, essendosi con questa
rosi elementi del diritto della
conRomani stessi, per molteplici ragioni, strettamente
i
giunti.
bedue
stico,
ricchi
am-
avrebbero potuto
stesso risultato.
poteva
ed anche
ai suoi interessi.
Se, ci posto,
mezzi
si
1 modi e i
per portare le sue
PARTE SECONDA.
134
massime
si
do-
mette,
si
via,
si
am-
si
la
conosce
divieto di matrimonio fra cognati alla sorella della moglie, mentre era prima limitato alla moglie del fra-
Legge 32.
il
legisla,-
EPOCA BARBARICA.
tore,
il
quale accresceva
il
135
quelle
quale
quando
ne accettava
le
decisioni,
si
taluni usi superstiziosi del suo popolo, imita, nelle disposizioni, nei concetti e fin nelle frasi, quanto pel
fatto
un
concilio
poco innanzi
tenutosi in Roma.^
Finalmente non si deve dimenticare l'opera attivissima del pontefice. Questi si volge da s stesso al le^
gislatore, e, secondo le circostanze, lo esorta o gl'im^
pone d'introdurre nelle leggi civili qualche disposizione
La traccia di tale corrispondenza era naturalmente destinata a sparire: tuttavia qualche esempio se ne ha, e fin da' tempi dello stesso Liutprando,
11 quale, aggiungendo ai gi esistenti altri impedimenti
matrimoniali, dichiara di farlo per esortazione ricevutane dal papa: papa urbis Romae per suam epistili
lam nos adortavit, ut tale coniugium fieri nidiate^
ecclesiastica.
niis perTiitteremus^
papa
in
seguito
la
influenza del
Legge SI
Legge 33.
Concilio
romano
del
721,
PARTE SECONDA.
136
mande
tolico,
tutti notissimi,
ebbero
Franchi
di tenersi
amico
il
pagli
civile.
78.
Essendo
cit.,
p. 438.
EPOCA BARBARICA.
137
quce
medium
legislatori
Liutprando
aver introdotto nell'editto ea quce recta secomp)arueru7it\ ^ Rachi dall' aver fatto
nuove leggi d questa ragione Christi Jesu et Salvator is nostri adsidue nos convenit prcecepta compiere;'^
Astolfo ripete illa nos sedule convenit sancire ut omnipotenti Beo in omnibus piacere valeamus} Ma, per
dice di
cundum Deum
^
*
PARTE SECONDA.
138
la quale cosi si
che
diritto subiva.
il
E furono
numerose
pu
modificazioni
e importanti, delle
immune. Nel
diritto pubblico
fini
cedura
buona
e della
fede,
chie istituzioni.
cambiarono profondamente
Anche
di
pi
1'
le
vec-
si
meno, secondo
pi
casi,
direttamente ed efficace-
mente
st paterna, la introduzione del testamento, la manomissione ecclesiastica de" servi, la trasformazione del
concetto del matrimonio, colla conseguenza del muta-
mento
E potrebbe
continuarsi.
Ma
da que-
come il'concetto
ragione suprema e comune delle
si
vien concepito
diritto
cristianamente,
cio
come
ticamente
si
manifesta
in
tre
mezzo
finch
si
volont, di cui
modi
il
legislatore
EPOCA BARBARICA.
139
le
1_'
e della societ.
Tutto
ci,
modo troppo
assoluto.
fluenza ecclesiastica,
tempo
ritto del
si
barbarico.
come espressione
rimanevano
Da
nasceva un intreccio, che costituiva quella variet che propria delle istituzioni del medio evo, non
giunto ancora a trar fuori dai diversi elementi, che vi
si combattevano, una societ uniforme e pacifica.
tutti
Titolo Quinto,
la scienza del diritto.
usci
popolari, lo studio,
tempo
di porle in iscritto,
un certo carattere
di
Venuto
scienza
PARTE SECONDA.
140
dovean raccogliere e
voro
facile,
masero
che
le
evidenti,
siano adoperati
la legge,
si
vi
si
pio: quello da
un
ma
non avesse
seguisse l'ulteriore
il
modo
di
conciliarne le disposi-
pito perci
si
si
.stese quello nuovo, copiosissimo e modificatore, dei caviitolari: e infatti nell'epoca franca che, sviluppan-
una vera
l'
epoche
posteriori, mostrandosi tanto nelle opere, sempre dirette alla pratica, quanto nelle scuole, che, con quelle
collegate
danno insieme
effetto,
ne ricevono e ne
la ragione e la storia.
POCA BARBARICA.
Capitolo
I.
Le
scuole di diritto/
sto dell'istruzione
colare elle lo
di luoghi pii,
questa
la
ma
lo stato si disin-
teressava allora delle scuole, unita per anche all'altra che molti di quelli, che ora si considerano pubblici
1
lib.
I,
am Anfange
des
Ravenna, 1888
Schupfer, Le uni'
III, 1891
Lo
stesso, La scuola di Boma e la quest. irneriana, in Atti Accad.
Lincei 1897; Fatetta, Delle opere attribuite ad Irnerio della scuola
di Roma, in Bullett. dell' istit. di dir, rom. 1895; Merkel, Gesch,
des Langobardenrechts, trad. Bollati, append. voi. Ili, Savigny; BoRETIUS, Prcf/atio ad librum papiensem, in Mon. Germ. hist. Leges, IV
Talini, Di Lanfranco pavese e della cultura classica in Pavia
nel medio evo, in Arch. stor. lonib. 1877.
versit e
il
diritto,
in
PARTE SECONDA.
142
si
fa-
La
vantaggi.
longobardi
amava
uomo
leia, gli
leggi,
il
peritissimo in
reggevano.
minori.
L'istruzione, che non fosse quella dei primi elementi,
divideva in due gruppi, detti l'uno il trivio e l'altro il quadrivio, perch quello era diviso in tre e questo in quattro rami d'insegnamento: i quali, essendo
si
per
il
primo
la
grammatica,
la rettorica
e la dialet-
EPOCA BARBARICA.
tica, e pel
143
il
corrispon-
trivio
il
per
quadrivio
titoli
si
atflni:
cos che nella dialettica, ossia alla fine del trivio, era
insegnato anche
il
diritto,
il
dopo la di lui morte, lo stesso destino che gli altri ordinamenti suoi, furono cio travolti nelle tumultuose
vicende dei regni dei suoi successori, e in gran parte
perirono. L'opera dei privati, e specialmente degli ecclesiastici, torn a reggere la istruzione cogli antiquati
sistemi. Ma un progresso tuttavia si ebbe, e a poco a
poco si matur; sia perch l'impulso dato da Carlomagno non fu interamente perduto sia perch, fra le
circostanze favorevoli che si formarono nella societ,
;
si
specializz,
in
tero loro subito e sempre il carattere ufficiale, le dotarono per di privilegi, che ne accrebbero la stabilit
ed il credito. Cos fecero gl'imperatori Ottoni, cos gli
Svevi pi tardi, e cos i pontefici. E questa , in generale, la origine delle pi celebri scuole, od universit di diritto in Italia.
Come
il
diritto,
anche le scuole si
uno e quali dell'altro, prendendo caratteri propri,
che interessa brevemente osservare.
l'
PARTE SECONDA.
144
81.
1.
--Scuola longobarda.
Di
si
hanno
in-
dizi in
Ma
parecchie
che a tutte
citt,
le altre fu
Pavia gi aveva,
fino
tempi pi antichi,
da'
insegnava.
Ma aveva
premo tribunale
di
il
la
diritto
pi la curia palatina,
il
su-
che altrove. Si
l'insegnamento del di-
gi osservato che lo
studio
svolta.
sti
I
stessi,
titoli di
giudici erano
come
in
Roma
come
che
gli
longobarde
cuni punti
fior.
(n. 87),
fissi,
e da questa
si
giureconsulti infatti vi
si
lo
vedono
studio stesso
divisi in
an-
EPOCA BARBARICA.
145
moderni, antiqui o veteres e moderni essendo chiamati nella esposizione, quando si riferiscono
le loro opinioni. Gli antichi appartengono al principio
tichi e in
vescovo
1022:
ria,
di Vercelli,
ma
possono essere
la
met
del secolo X,
rinomanza.
gli
uni e
quali
si
dividono fra
gli
dell' et,
mezzo d'interpretazioni
si
e confronti, e
per
la migliore
diritto
romano su
quello longobardo.
Id. a Grini. 2,
M. B.
1,
Calisse.
1,
di
Ottone
I.
a Liutpr., 90, 5.
I.
10
lui
PARTE SECONDA.
146
Ed esso
emanate da Corrado
il
Sa-
an-
modo che le genuine e vigenti vi si confondevano: ragione poi pei Bolognesi ne pu essere stata
la rivalit col diritto longobardo, il disprezzo che per
questo avevano i romanisti, e l'amore invece che ne
aveva avuto Valcauso, che lo voleva conservar puro
da estranea mescolanza.
Rinomati sono egualmente i due giureconsulti Bonsusate, in
figlio e
nome
Savigny,
lib.
EPOCA BARBARICA.
147
sentenze erano da tutti accettate. Fece istruire I,anfranco in scholis liberalum artium legum scecularium
ad siict3 morem
83.
La
2.
Scuole
romane.
86),
per
era scuola
nel
tempo
del
diritto
insegnanti
suoi
di diritto
le
<'
>
Fsrns. a Rot.
15:3,
1; Oft.
I.
3,
U.
PARTE SECONDA.
14B
il
diritto
mente usa
del diritto
il
quale continua-
continuamente perci si trova in discordia colle opinioni degli antichi. Ora certo che tanta efficacia il
diritto romano non avrebbe potuto avere, se in Pavia
stessa non ve ne fossero stati speciali conoscitori e insegnanti.
i
infatti,
romano non sono vaghi, su conda manuali, o per averne inteso parlare da
richiami al diritto
cetti tolti
altri
ma
gnizione necessaria ai chierici, sia per la compiuta intelligenza dei canoni, sia per l'uso che la gente di chiesa
sia ancora per comprendere e conservare le
formolo degli atti, alla compilazione de' quali, nella vece
di notai, spesso i chierici erano allora chiamati.
Queste varie scuole per, pi o meno complete e per-
ne faceva,
fezionate,
dall' af-
EPOCA BARBARICA.
fluenza degli uditori. Nel che, del resto, non
149
si
faceva
mento
uffici,
ricordano come
La fama
si
le
rilevandosi
ci
sono posti
iicris expositores,'^
Segu Giustiniano, e da questo la scuola di Roma fu riconosciuta e confermata: una prima costituzione che
reggeva V
Italia,
PARTE SECONDA.
50
V imperatore di
disposizioni relativamente a
ben pi preciso,
colla quale
si
si
Oriente prendesse
Roma:
il
secondo atto, e
come per
affinch
giovani in questo,
discipline,
Ma
in
abbiano agio
riale
venne
come
in tutto
(n. 11),
sostituita
di
come
diritto,
da quella ecclesiastica, e
ci,
pontificia
diritto
legum docto-
7'es
Roma
il
diritto
romano
si
elemento straniero
aveva del
di-
dere alla scuola di Roma l'antico suo carattere, imprimendogliene uno nuovo, prettamente ecclesiastico. Lo
studio del diritto civile, volendo rimanere indipendente,
dov cercare altra sede, la quale facilmente prese il
Cost. Oinncii, 7
Pragm. Sanctto,
22,
EPOCA BARBARICA.
151
essi
maestri
di
dottrina ad
altri.
confermare
l'esi-
in
trasporto che
si
le origini sue,
pel
citt, come
venna da Roma.
a quella
specialmente ove
quello
Ravenna
gi le proprie
PARTE SECONDA.
bZ
Capitolo IL
85.
mente
oselle
Le
opere giuridiche.
opere giuridiche
si
rispecchiano fedel-
tempo romano,
non avendo
avendo avuto riguardo le grandi collezioni imperiali, e simil metodo
di studio essendosi ordinato da Giustiniano, il quale,
affinch le discordie dei dotti e il cumulo delle loro opere
non oscurassero nuovamente il diritto, viet ogni originalit di ricerca sulle sue leggi, solo permettendone
traduzioni, chiose e sommari.
Anche per un altro riguardo si conosce la piena cordal
gli
ultimi giureconsulti
rispondenza fra
le condizioni giuridiche
air altro
dall'
il
unione
diritto
di
Come vivevano
romano
essi
negli
dell'epoca ed
e quello longobardo, e
usi
V uno accanto
come
un
si
possono distinguere
tre gruppi, gli uni essendo propri della giurisprudenza
longobarda, come frutto delle scuole che a questa appartenevano, e di Pavia principalmente; gli altri riferendosi al diritto romano, usciti dalle scuole ove questo
s'insegnava, e da Roma soprattutto e Ravenna; gli ultimi avendo direttamente per scopo il mettere in uso
voglia
cosi tra
lavori giuridici
si
EPOCA BARBARICA.
per chi ne aveva interesse
il
diritto,
153
1.
Opere
di
diritto longobardo.^
I primi tentativi che fa la scienza sono quelli dimettere ordine fra le fonti del diritto, e tanto pi
quando queste sono, copiose. Non crea ancora, ma raccoglie e sistema. Perci le prime opere giuridiche sono
le collezioni. Dell'editto longobardo ne fu fatta una
per ordine di Eberardo, marchese della Rezia e del
Friuli, fra gli anni 829 e 832, col titolo Capitula legis
regum langobar clorura, seu concordia de singulis caii,sis.- Essendo suo scopo quello di facilitare il riscontro
delle leggi, ut leges querentes facilius invenire queant
quod ci'.piunt, furono queste distribuite, da Rotari ad
Astolfo, in sessanta capitoli, secondo le materie, mantenendo poi per ciascun capitolo l'ordine cronologico
delle singole disposizioni. Siccome per l'editto ebbe
86.
retti a
avendovi
Lodovico
Guido,
Arrigo
Pio,
il
Lotario,
gli Ottoni,
contengono
(n.
32);
I,
manoscritti
non erano
italiani
che
Op.
cit.
VIOLI, p. II, e.
-
nella
n.
1,
pag. 141:
10; ScHUPKEB,
lib.
I,
Mou. G. H.
tit.
2,
e.
2,
2,
3.
PARTE SECONDA.
154
una
fu quella clie
quelli di Arrigo
si
per
la
conosciuta col
nome
comunemente
di liber 2'^npiensis,^
di liber legis
Langobardoriim, o pi
ed appartiene alla
e Corrado il Salico,
del primo, ma non quelle che
fece il secondo sui feudi nell'anno 1037. Essendo un'opera
destinata alla pratica, gli autori non si tennero fedeli
al testo
fra Arrigo
cit.,
ma
quelle disusate
non
cit.
EPOCA BARBARICA.
155
ripeterono, quelle che avevano disposizioni comuni cercarono di conciliare, di tutte emendarono errori e mi-
papiensis
Valcausiana
opera specialmente
di
tromissione del diritto romano.^ Tranne per quest'indizi generali, e tranne che il nome di Valcauso ricordato in alcuni versi che fanno proemio alla collezione,
hanno
si
altre
fu assai pi di questo
ed ottenne perci rapida diffusione
anche per
le altre parti
come
locali,
si
.,
d'Italia,
vede dalle
perdendo
le
qualit
conoscenza ed
allo
ma
longobardo.
87.
diritto
si
Il
liher papiensis
avanzava anche pi
'
La
I,
6S3; MiRATORf,
l. I.
S.,
I,
2.
che denotava gli antiqx, era spiequella di Valcauso, r o vai, per vaentes, ec.
PARTE SECONDA.
156
le
leggi.
Esso
in
ma, riferendosi
giuristi pavesi, se
quanto al
in quanto
al
carattere scientifico,
all'
ultimo periodo
dopo quelli nominati nella exposiscuola non ebbe altri giureconsulti di fama, e
scuola pavese. Anche maggiore l'influenza del diromano si palesa nei commenti posteriori, come
quelli attribuiti ad Aliprando ed Alberto, giudici del
'.a
ritto
Y. BoRKTius,
cit.,
Lff}''ii,
IV;
Padellktti, Fonfes,
cit.
POCA BARBARICA.
o"^
Bologna.^ La qual cosa confermata dall'essere queexpositio, alsto lavoro in relazione non gii, come la
al liber
l'antica raccolta delle leggi longobarde, ossia
posteriormente,
fatta
fu
ne
papiensis, ma all'altra che
di
di
col
nome
collezioni
vi
precedenti nel metodo tenuto, che le leggi non
maggior
con
ma,
cronologicamente,
disposte
sono pi
vantaggio per la pratica, a libri e titoli secondo le ma-
terie trattate.
sia stata
opera
di
un
solo
ma
di
Due
a cui
ed uno specialmente fra essi: il primo quello
perch rinvenuto
si d nome di lombarda cassinese,
ma stato anin un codice della badia di Montecassino,
l'altro, assai
aggiunte;
ed
revisioni
a
soggetto
esso
ch'
forma
ritto
si
del di-
longobardo.
88.
Dai lavori di sistemazione e di esegesi si pass
monografie o
finalmente a lavori giuridici indipendenti,
diritto, sempre
trattati su qualche punto speciale di
con intento
di
che
tevole fra tali lavori quello a cui Muratori^
primo lo pubblic, diede il nome di qucesUones ac
per
mo-
bertus,
Ed. Blubmk,
cit.,
PARTE SECONDA.
lo8
una
nita,^ perch
serie di
norme
romana;
lege
romana,
lege
long oliar da), ed altre sono avvertimenti {recordare quoniam, ec.) sul modo di condursi in casi che offrono
qualche difficolt di risoluzione. La successione, la pugna giudiziaria, la procedura sono le materie principalmente trattate, ma vi si considerano ancora casi
relativi alle obbligazioni, alla prescrizione, alla responsabilit
rimangono ancora alcuni brevi trattati su quemaggiormente interessanti la pratica. Sono no-
in fiore
stioni
come sono
si
9
89.
Opere
di diritto
romano.*
romano non
'
Rer.
I.
S.
I,
2,
163; Bluhme,
Legrcs, cit.,
cit., p.
Op.
e.
'^
tit. II,
cit.
Il,
1,
2 e seg.
471.
15; Schupfer,
lib. I,
EPOCA BARBARICA.
Gii
lono-obardo.
si
osservato che. si
150
manteneva
l'in-!
al liber
ed alla glossa
torinese (n. 8, 11); anche per l'epoca barbarica l'atsomme,
tivit scientifica de' romanisti si manifesta in
quale
la piglosse,
in
im'usina,^
detta
quella
come
terpretatio posta nel codice
di Alarico,
stoiese,- in
fra
autori
e quindi sviluppati a poco a poco per opera di
madai
presentata
che
definitiva,
forma
La
diversi.
noscritti, , a somiglianza delle istituzioni giustinianee,
libri, i quali si compongono di capitoli,
divisa in quattro
in
numero
sessantuno per
di
tanove ne ha
attribuita a
il
libro,
in
ta-
Francia meridionale.
all'altra che
preferirsi
da
per
Questa opinione non
luni
codici,
che
si
Ed. Heimbach. in
disse
della
Anecdota
II,
Lipsia,
1810; nuova
ed.
Patetta.
2
1885 ;
Ed. Chiappellt. in Meni. Accad. Ter. Ser. Ili, 37,
Nuovo esame del ms. pintoiese del cod. giust. in St. e Doc.
J>0 stesso.
VI.
IS-i: biOltre le op. gen. cit., e in particolare Schupper, p.
Ex. l. r.. Innsb., 1886;
CKER, Ueher die EntstehungaverhUltnisse der
Ed. Savigxy, cit., H,
FiTTiNG, Glosse zu den E. l. r., Halle, 1874;
di dir. rom. III, 1890.
321. Cfr. CoNRAT. in Biillett. dell' ist.
di St. e dir.
3
PARTE SECONDA.
160
le fonti
usate del diritto romano sono esclusivamente giustinianee, e non anche teodosiane, e perch vi sono re-
detto
come
lo
allontanassero in parte
SCHUPFER,
cit.,
p.
161
EPOCA BARBARICA.
Brachilogo
mano
si
l'Italia l'uso,
giustinianeo e l'accenno a capitolari longobardi, e precisamente ad uno attribuito a Lodovico il Pio sul giu-
ramento
1"
Ma
venna.
pi probabilmente
rimane per
Roma o Raquesta seconda
Italia, si
debba
1)
fu
dirsi
scuola, perch l'et del lavoro deve porsi nel secolo XI,
compendi del
il suo
nome. Ambedue i
prima attribuiti alla scuola bolognese,
e precisamente ad Irnerio. Ma questa supposizione fu
validamente combattuta, e si accumularono, anche par-
da cui trasse
di Giustiniano,
lavori furono da
tendo da diversi
stile, dalle
indirizzi, molti
SCHUPFER,
oit.,
p.
la questione irneriana, in
attrib.
ad Irnerio
dir. roin.
1895;
della
Lo
scuola di
stesso,
1894;
Summa
Calisse.
-L
Quceat. de
i.
PARTE SECONDA.
102
le
Non
nente
di
norme
nome
giuridiche che
comunemente
conosciuta col
dividessero,
SCHUPFER,
Lincei ISSI;
cit.,
La
Ii9;
p.
Nuovi studi
romana
legge
sidla
I.
r.
1887
// testamento di Tello e la l.
Zur Frage nach der Entstehung und dem
ivi,
udinese, in
ivi,
.,
r.
.,
Atti Acc.
1882; Della
ivi,
1SS9;
r. .,
Wagner,
Geltungsgehiet der
I.
r.
.,
Zeitschr.
fiir
R. G.
>
EPOCA BARBARICA.
163
pi valido l'argomento deiratFinit che la legge udinese ha con quella alamanna (n. 44), da cui era governata la Rezia Curiense, e coi capitoli che Remedio,
vescovo di Coir, aveva fatto, in materia esclusivamente penale, pei Romani di sua giurisdizione perch, se affinit vi sono, certo non meno che la legge
:
udinese contiene principii e disposizioni che nella alanell'altra di Remedio non si hanno, se pure non
vi si hanno contrari, come avviene, per esempio, a pro-
manna
come impiegati
del fisco,
iu.dices
non
altro che
pub-
plici
PARTE SECONDA.
164
usurpanti
:
Sicardo
dell' 837,
il
non era
in alcun
italiana,
patto
il
men-
Europa
il
barbaro costume
modo combattuto.
chi
ponendosi alla
del
fine
il
X se-
stessa
YIII
il
feu-
diffuso in Italia
tempo, e
tolti
alcuni prin-
la legge
udinese
come
si
detto,
un
come sua
infatti di cui si
fonte principale
compone,
teodosiano
pu
dirsi chi
altra anche
EPOCA BARBARICA.
l'Italia
settentrionale,
non avessero
165
fatto
scomparire
romano ante-
riore.
3.
Le
formole e
documenti.^
Le formole sono modelli o schemi di atti giurida servire di guida agli scrittori de" documenti, pubblici e privati. Lo scriverle e il raccoglierle era richiesto
da" bisogni della vita pratica, specialmente per cagione
delle condizioni giuridiche del medio evo, quando il diritto
non era unificato n sottratto ad incertezze, e non si
aveva una speciale classe di persone, quale in appresso
fa quella dei notai, esclusivamente autorizzata alla formazione degli atti aventi carattere ufficiale. Come era
libera in Roma la compilazione degristromenti per qua^
lunque negozio giuridico, in modo che l'attendervi era
una delle principali occupazioni dei giureconsulti; cosi
libera rest ancora per la prima parte del medio evo,
nella quale ognuno poteva, per s e per altri, scridocumenti degli affari privati, il che era ufficio
vere
comunemente riservato alle persone di chiesa. La li91.
dici,
si era per
scompagnata da quella che gi era stata
sua condizione e giustificazione, cio dalla profonda conoscenza del diritto. Quindi il bisogno di fermare materialmente in appositi modelli i risultati della sapienza
antica e della giornaliera esperienza, e questi appliai casi pei quali si era chiamati a redigere Tatto.
care
Ma
tit.
I,
1,
3;
Brunker,
II,
GiEY, Paoli.
I,
57, 53.
Bresslau,
PARTE SECONDA.
106
Infatti, le forinole
flcacia di
il
lo
scopo e Tef-
que-
religiose.
singoli
o.tti
veni-
vano determinati. Finalmente era pure un lavoro scientifico raggiungere che vi si faceva istruzioni sul modo
di procedere nella formazione dell'atto, volgendo direttamente la parola a chi doveva esserne il compilatore, per metterlo in guardia di non commettere errori, e di non esporre quindi Y opera propria ad essere
impugnata o annullata.
grande anche l'importanza storica
Tratte
la
d;i libri
e da tradizioni, di cui
memoria, ritraenti
si
delle formole.
poi
ai
perduta
cui
bi-
EPOCA BARBARICA,
sogni
modo
leggi venissero
ci
167
applicate ;_ci
danno notizie
vivevano nella pratica, senza che il
diritto scritto, che non comprendeva tutta intera la
materia giuridica, le avesse raccolte; ci rivelano fonti
le
d'istituzioni che
in
a quella scuola,
hanno vita a
romano
diritto
al
o al barbarico
documenti degli
sulle
uffici,
formolo sono
le
giudiziarie
quali
devono compi-
processuali,
fatte
per
magistrati
modo onde
si
hanno
si
le
lari, e cio
d"
specialmente
interesse
puramente partico-
ai contratti.
Da
assai
ordinarono
la quantit dei
soltanto
diffuso.
PARTE SECONDA.
168
Le raccolte delle formole spettano per lo pi ai FranMa anche in Italia se ne hanno alcune di grande
chi.
importanza.
Le prime, quasi sempre di autore ignoto, sono conosciute con nomi diversi. Talvolta prendono, quando
possibile, il nome di chi le ha raccolte, e celebre
esempio ne danno le formole franche di Marcolfo monaco, da lui messe insieme, nella seconda met del
secolo VII, ad exercenda initia puerorum, e divise
in due libri, secondo la loro classificazione di pubbliche, prceceptiones regales, e private, chartce pagenses.
Altra volta sono indicate col nome del luogo ove furono scoperte, o pel quale vennero scritte, od al quale
si pu credere che il loro autore sia appartenuto
tali
sono le formole dette andecavenses da Angers, hituricenses da Bourges, arvernenses da Auvergne, senonenses da Sens, ed altre, quasi tutte sistemate fra la
seconda met del secolo YIII e la prima del IX, e contenenti diritto franco con profonda impronta per di
diritto romano. Ricevono finalmente il nome anche di
chi le ha trovate, o per la prima volta le ha pubblicate, e cos si hanno le formole che per tal ragione
jjortano il nome di hignonianej merheliane, lindeU"
hrogiane, sirmondice}
In Italia i formolari sono meno numerosi, e forse il
bisogno ne era minore, per la pi diffusa cultura giuridica, e per le tradizioni del tabellionato romano, le quali,
mantenendosi quivi pi che altrove vive e diffuse, facevano che alle giornaliere necessit si potesse per la
maggior parte provvedere con ci che si aveva dal
tempo romano, In ogni modo, come si detto, formolari italiani non mancano, e la loro importanza as:
Leges, sect. V.
et
karol. cevi, in
Mon.
EPOCA BARBARICA,
169
sai grande. Al tempo ostrogotico appartengono le formolo di Cassiodoro, quasi tutte di diritto pubblico, che
ha in esse, per quel tempo, una fonte preziosa (n. 6).Nei tempi posteriori si formarono le formole per la curia pontificia, raccolte nel Liher diurnus^ Si hanno
anche le formole longobarde, divise in doppia categoria, in processuali, cio, e notarili.
Il
carattere scien-
tifico vi
contengono non tanto ci che doveva scriversi nel documento, quanto la istruzione di ci che dovevano dire
le parti o
notai o
un
Cora
le altre
Questi sono
documenti
e negli affari
tre,
in senso
stretto,
quelli
che,
si
comprende
ampio, che non hanno
La parola
scrittura
pi
documenti in senso pi
i caratteri suddetti, ma servono
piuttosto per preparare gli atti o per conservarne megenerica, e
moria:
tali
sono
le notitice.''
La grande divisione
blici e privati, e
'
anciie
il
dei
documenti
quella di
'
Ed. Padelletti,
cit.
notitia.
1877.
si
pubdeve
PARTE SECONDA.
ITO
cercare in tre elementi riuniti, cio nella qualit dell' oggetto contenuto,
se vi o manca la necessit che
ne sia autore un pubblico ufficiale, e quale ne sia la
efficacia in tutti gli effetti giuridici che ne possono conseguire. La forma nei documenti pubblici pi perfetta che nei privati, sia perch la solennit ne faceva
parte sostanzialmente, sia perch opera di persone, che
nei pubblici uffici vi erano esclusivamente destinate.
Prescindendo dalle deviazioni che se ne trovano nei
il
nome
de' testimoni, le
sottoscri-
chiama il testo, e si
riferisce alle particolarit che formano quel negozio
giuridico di cui il documento rappresenta l'attuazione
e conserva la prova: la narrazione dei fatti, le conzioni occorrenti. L'altra parte
cessioni che
si
danno,
si
patti che
si
stringono, la de-
formano l'oggetto,
dizioni che vi
si
EPOCA BARBARICA.
171
Perquesta
anche
di'
conservavano i docuper memoria e per facilit di uso, se ne facevano copie od almeno sommari
in speciali registri. Le raccolte moderne non hanno che
menti
si
partenenti ad un luogo o ad un tempo, ^ ora pubblicando lo collezioni antiche, quali si sono conservate
nei codici.
Fra
altri.
voi.
dalla
Soc.
di
importante
romana.
St. patria
Regesti pontificii .seno pubblicati priucipaluieute dalla scuola franKoma. 1 Regesti imperiali nei Mou. Gemi. Hist.
cese di
Parte Terza.
EPOCA DEL RISORGIMENTO.
94.
si
trov
diversi
il
diritto
elementi, da
stazioni,
letterarie, religiose,
artistiche, fu pi lenta,
mano, restaurandone
la
conoscenza,
il
lo
il
diritto ro-
studio e la domi-
diritto
chiesa prende carattere di diritto particolare per talune materie e talune persone.
l'73
nuovo
diritto
si
come
il diritto romano fu,
legislazioni, sia perche fra
varie
delle
comune
sussidio
pu dire nazionale.
diritti particolari,
nei tempi
principalmente
gli
statuti e
stati
posteriori, le legislazioni de" singoli
metodo di
per nuovo alito di vita, per nuovo
applicazione, per nuova prodi
scopo
nuovo
per
studio,
altre fonti, che gi
duzione scientifica, si rinnovano le
nelle quali
principalmente
quelle
da prima esistevano,
per, almeno per
senza
romano,
diritto
il
contenuto
italiani
un certo tempo
delle
e per taluni luoghi, l'esclusione
ecal diritto germanico e a quello
altre appartenenti
clesiastico. Anzi,
diritto
quale
'si
PARTE TERZA.
174
monarchie, che
si
sono succedute
in
Italia,
sino
alla
Titolo Primo.
PERIODO comunale.
95.
muni
La indipendenza
italiani,
quella che
il
port,
comuni
diritto di darsi
'
co-
anche
ed esercitassero
la vita de'
175
quelle
polo, in
E poich la comunanza delle condiuna causa per la quale poi si form il comune,
questo, quando sorse, trov gi esistente nella vita del
quello degli altri.
zioni fu
il
la
luoghi e secondo
Capitolo
I.
gli
oggetti.
Formazione
del diritto
comunale.'
96.
sulta in
1
e.
i;
rino,
T.
modo
sorti
ad indipendenza,
ri-
Orlando, Lh
issi.
Per
ScHi-PFKR,
cit. l'agjT.
PARTE TERZA.
176
per
Stabilire le regole
talit e
per
lo
come
, in
sua prima condizione giuridica, il cosorger primo delle leggi comunali non
suscit quindi nessuna questione, tanto pi che esse
avevano la corrispondenza negli usi popolari: ma quando
la potenza delle citt crebbe, in modo che lo stato sent
il bisogno di ben regolare con esse le proprie relazioni,
razione
mune
anche
fu, nella
italiano.
il
Il
diritto,
di darsi
non riconobbe
di
sentate.
In questo modo ottennero gli statuti il loro legale
riconoscimento e la loro giustificazione. Imperocch i
giureconsulti, fra
il
non
vollero,
diritto
177
trovare la spiegazione di ogni questione nel diritto romano, chiesero a questo anche la risoluzione della proposta questione, e, a lor modo, la ebbero. Considerando
il diritto che il popolo dava a s stesso,
giureconsulto Alberico applicava ad essi la
come
gli statuti
tanto che
il
romane, il diritto che il popolo si coper ragione sua propria, senza bisogno di altrui approvazione, perch trae la sua ragion
di essere dall'esistenza stessa del popolo concludevano
che questa ragione medesima doveva valere per gli statuti, quali cosi avevano la propria giustificazione nel diritto che ogni popolo ha alla propria conservazione. Imperocch, osserva Baldo, come non sarebbe possibile il
governo di un popolo senza leggi, e come l'esistenza
condo
le teorie
stituisce valido
non da
altrui concessione
cos
anche
le
sue leggi, mezzo a lui necessario per vivere, sono valide ex propria naturali iustiia, senza aver bisogno
che altri venga a confermarle. Tanto pi che l'intervento di una potest superiore potrebbe soltanto esser
giustificato dalla necessit di richiamare al dovere gli
erranti ma non sono erranti, anzi sono ben viventi i
popoli che esplicano legittimamente le loro forze naturali, per conservazione della loro stessa natura, non
:
spiritu proprio et
non
si
formi
omne animai
sici'yt
anima
e,
Le quali
teorie, se
M. B.
CAL163B.
regitur a suo
dunque ad altrui intervento
quando gli statuti siano con-
directore.
I.
12
PARTE TERZA.
178
loro esposizione, un carattere di ragionamento pi forense che puramente giuridico, sono tuttavia importanti, non solo come indizio del sentimento generale che
sorgeva
in Italia,
ma
conservazione.
Kel fatto, la opportunit e la efficacia degli statuti
erano conseguenza della forza economica e politica che
i comuni avevano acquistato. Finch queste condizioni
durarono,
il
diritto statutario
crebbe e valse
quando
97.
La
1.
legislazioni.
Fonti
degli statuti.
nelle consuetudini.
venissero,
per
la
loro
(n. 64),
tanto
gi
certa la con-
si
casi
futuri.
scri-
modi ac-
norma
messe in scritto sono offerti da Genova fin dalla seconda met del secolo X, da Pisa, che nel 1160 compil
il Consttutum usus pisance civitatis, da Milano nel
179
ranzia
ad
non toglieva a tal diritto il carattere consuema ne costituiva soltanto la prova e la ga-
si
rohorationeyyi,
Invece,
il
quam ad
nuovo
diritto,
potms
introduceva nella vita dei comuni, era propriamente il diritto scritto, cio quello proveniente dall' opera diretta della pubblica autorit,
collo scopo di
provvedere ai nuovi bisogni, specialmente nel campo
dini,
s'
blico, pel
quale non
dei magistrati.
Ma
essere sufficiente, e
in altri casi
i
loro atti
l'
autorit di questi pu
a stabilire
le
Da
si
si
riferiscono
pubblici
chiamano
uffici;
tali atti.
si
di
PARTE TERZA.
180
iicro^
le
norme
sta-
le
erano gli ufficiali del comune, e il popolo stesso doveva poi prendere di fronte ad essi delle obbligazioni,
sanzionate pure da giuramento, si ebbero pi brevi in
uno stesso comune, il breve del popolo, de' consoli, del
podest, del consiglio, de' giudici ed altri.
Queste varie fonti, consuetudini, leggi, brevi, erano,
per
la origine e lo scopo,
reciprocamente autonome, e
lo
mune,
finirono
In
questi
il
diritto
nuova ed anche
181
maggiore importanza. La vita pubblica del comune era quella che richiedeva i nuovi provvedimenti, che dovevano successivamente mutarsi e
di
il
diritto
aveva decretato.
politiche,
come
il
diritto pubblico
dell'Italia
di
forti
me-
monar-
chie
la legge comunale designata col nome di consuetudini, pereli realmente non d'altro formata che
delle consuetudini nate dal diritto romano, bizantino,
longobardo, franco, ed altro non contenenti che diritto
;
privato
dove
comuni
mentre, viceversa,
il
nome
di statuti
prevale
come avvenne
nei
menti
PARTE TERZA.
182
in
le
due
effica-
Iona,
di
ufficiale col
venire accolto
si
vedono
modo pene-
in tal
imprimono
alla
una traccia
sempre
gli
am
si
dire
ad
essi
trovato in
il
si
rivalit.
trovarono
N manca
mezzo
dirittodella chiesa.
Il
183
campo
ma
aveva
vi
dotale
stabilito
,
il
se ne
cenzo IV.
Tutto ci per non toglie che negli statuti non aleggi
spirito d'indipendenza, che sempre pi progredisce.
uno
Anche di fronte
interessi, e se
PARTE TERZA.
184
esaminate. Tutto ci
un tempo
conseguenza e manifestazione ad
forma
di
quanto
ma
stinti;
nel
tempo
legge ed a servire
un
ai bisogni di
diritto
Il
medesima
romano pre-
ma
del tutto
in
il
mezzo a
i comuni formati
ed essendo ancora d'ogni lato
ma devono alla
prendere quell'aspetto
e quella
loro consentito.
Per
che
il
il
epoca storica
in
di pi diritti,
di
un
diritto,
cui
si
compiva
vedendovisi
la
trasformazione
il
nazionale.
100.
come
2.
Compilazione
degli statuti.
come
al secolo
XII,
il
comune
fu
prece-
si
185
sta-
gli
popolo, o regolamenti di
suetudini approvate.
merosi, perch
il
Nel secolo
tempo in
cui
si
modo
al
magistrati, o con-
comunale
il
suo
vita
e politicamente,
il
meno
efficace,
citt,
di raccoglier la legge, e
il
pre-
PARTE TERZA.
186
il
riservato, pi o
meno ampiamente,
diritto di
il
cos
187
popolo era
al
il
rive^
vecchio statuto
sizione
Amedeo
come ne erano
esso occorrevano.
Quando
il
che su
di
101.
Gli
statuti
da prima furono
scritti in latino,
per
lo
anche
vano:
tando
si
venivano componendo,
ma
traducelo stile ancora a poco a poco se ne cambi, divenin ultimo artificioso, non di raro prolisso per
gli altri
si
del metodo.
di re-
gole, poste le
buzione.
La
quella dei
divisione,
libri, in
che comunemente
quattro o cinque
di
si
segui, fu
questi riparten-
PARTE
188
TERZA..
le
garanzie dei
vrano e
nel 2^
si
diritto
il
lo pi,
si
detto
ritto privato
ci
Un
libro,
per
vi
si
lo
EPOCA
t)EL
RISORGIMENTO.
189
Quando
glio
lo
norme
doveva essere pubblicato. A tale scopo veniva pubblicamente letto e spiegato di tempo in tempo al popolo,
ed una copia se ne teneva costantemente esposta nel palazzo pubblico, per chiunque volesse consultarlo, come
altre se ne tenevano custodite o in qualche chiesa od
casi,
riscontri ed evi-
dove
alle consuetudini,
questo
il
si
il
romano,
il
dove
al consiglio
al diritto
canonico od anche
popolare,
comune, fosse
il
barbarico e
statuto non si era sodad ogni bisogno del comune, e non si era perci
arrestato il suo movimento legislativo. Gli statuti, simili
102.
disfatto
in ci del tutto ai codici delle leggi barbariche, erano sempre capaci di continue aggiunte e correzioni. E bisogno
ve n'era infatti, per l'accrescersi continuo de' nuovi usi
scritti, perle sviluppo della popolazione, per l'aumento
dei commerci, e soprattutto per le mutazioni incessanti
che avvenivano nel governo. Gli statutari erano permanentemente in ufficio, e quando qualche nuova regola veniva stabilita ed approvata, dovevano inserirla
nello statuto, sia entro il tempo, breve talvolta di pochi
PARTE TERZA.
190
giorni,
dallo
statuto
faceva,
fosse
cambiato
quando
anno per anno traevano efficacia dal giuramento, che ne
faceva il capo della citt. Da questa continua mobilit
derivavano certo i danni della incertezza, della confulo
sione,
non
perirono:
che
il
gli statati,
ma
diritlo,
comuni
lo
sviluppo del popolo, ed adattarsi quindi alle sue condizioni nel continuo mutamento di queste, e cosi non
invecchiarsi mai
infatti gli statuti hanno avuto lunghissima durata, ed hanno servito pei comuni, tanto al
tempo della loro indipendenza, quanto allora che sog-
giacquero
al
dispotismo.
191
gli
statuti dei
comuni
dediti al
mobile ha grande
di credito sono sviluppati, la nacure speciali, ed in generale vi
la ricchezza
importanza, gl'istituti
vigazione oggetto di
spira un sentimento di maggior libert e di tendenza
al rinnovamento sociale. Potrebbe ancora continuarsi
la classificazione, e farsi un terzo aggruppamento se-
condo
stati,
pi o
meno
fedelmente,
Per
servire
nota.
PARTE TERZA.
192
Capitolo IL
103.
Oggetto
Come
nuova vita
la
cittadina, nell'esuberanza
campagne
e delle officine.
Ma
tale che
mantenere
commer-
104.
del
Il
1.
si
pos-
civili.
Statuti
civili.
comune propriamente
193
scono principalmente tutte le gi esposte regole di formazione, di metodo e di riforme: il codice dello stato
comunale. Ma quando avvenne nel comune che la plebe,
aspirando al governo, si separ, finch non pot soprafdall'aristocrazia, che ne la voleva tenere lon-
farla,
si
plebe romana, plebisciti in contrapposizione agli statuti: Bonifacio Vili nel 1299 scrile deliberazioni della
veva
Statuti a s particolari
avevano anche
dell'amministrazione comunale, e
sti
dovevano giurarli;
come a
non
vari
uffici
Thein-eb.
M. B.
cit.,
I,
534.
Calisse.
I.
13
PARTE TERZA.
104
rati,
almeno
quelli
di
daciorum,
di
e di altri.
Statati
si
le
corporazioni delle
quanto al tempo,
precedettero tutti gli altri li giuravano i consoli delle
arti, e contenevano le regole dirette allo scopo della
corporazione, ma dovevano anche essere approvati
dall'autorit pubblica, perch non sancissero privilegi
od altro che potesse esser contrario ai diritti del comune. Sotto quest' aspetto possono considerarsi come
civili anche gli statuti delle arti
ma il loro contenuto,
ed in parte anche il loro scopo, commerciale, e perci sono da ricordarsi altrove. Perfino le frazioni del
comune, le ville, il contado, avevano statuti propri, regolanti i doveri e i diritti degli ufQciali che il comune
vi poneva, la condizione degli abitanti, e in specie le
questioni di polizia campestre: anche questi dovevano
avere l'approvazione dell'autorit comunale.^
105.
La legislazione statutaria non si limitava al comune ed alle sue appartenenze. Nella lotta coi comuni,
dovendo signori feudali far concessioni anch'essi e riconoscere diritti alle pers'jne della loro signoria, afiSnch
non si alleassero cogl' inimici; dovettero essi pure dar
leggi scritte, che presero, pel costume generale dell' epoca,
nome e forma di statuti. Non si devono confondere con quegli statuti cittadini, ai quali occorreva
arti e dei mestieri, anzi questi,
in
il
beneplacito
di chi
aveva potest
sul
comune
(n. 100)
avevano per
fondamento
loro
come
Schupper, Manuale,
sez. II,
tit. I, e. 4,
2 e
una copiosa
e. 5,
1,
bibliografia.
v.
195
ne era autore, cos aveva il diritto d'interpretarli, supplirli, cambiarli. Contenuto di tali statuti erano le regole date principalmente per accertare e garantire i
diritti del signore, ma con vantaggio anche delle genti
sottoposte, che cosi venivano sottratte al pericolo di
essere arbitrariamente governate. Con ci s' intende
come il carattere di questi statuti dovesse variare secondo la qualit delle persone a cui venivano diretti,
e secondo T estensione dei diritti del signore. Sotto il
primo aspetto, poteva il signore dar lo statuto ai suoi
vassalli, ovvero a quei che ne erano dipendenti per ragione del possesso delle sue terre, ovvero ancora agli
che gli erano, come discendenti gi dai suoi servi,
altri
altri,
diverso era
modo
il
il
si
con-
tenuto di ci che il signore poteva domandare. A riguardo poi dell'estensione dei diritti che al signore
competevano, per ragione della natura del feudo da lui
posseduto, v" era fra
feudale
di modo che lo statuto del feudatario maggiore poteva riguardare l'amministrazione della giustizia, il diritto perfino di morte, la milizia, il batter mo:
fino
diritti del
popolo,
ma
erano considerati
in
un modo
il
avuto, prima assai di venire nell'altrui potest. Si trattava specialmente di servit prediali, essendo questa la
si
conservavano ancora
gli
avanzi de-
PARTE TERZA.
196
gli antichi diritti
il
una
quale,
concedendo ci che non aveva potuto togliere, li tollerava come limitazione dei diritti da lui non sempre legittimamente acquistati.
Statuti
2.
commerciali/
106.
Fra tutte le corporazioni cittadine acquist
maggiore importanza economica, e quindi anche poli-
Anche
tica,
allora che
barbari
Franchi
la corte
imperiale
si
Al tempo dei
medesimo tempo le
citt marittime, egualmente per la ragione dei commerci, ponevano sicure le basi di lor prossima grandezza: venuta l'epoca delle crociate, giunse il commercio italiano a floridezza non mai prima avuta, e contribu
dell" Italia
allora
esso
tit. I,
settentrionale:
si
le citt,
ita.,
I,
1891
Lattes,
Il dir.
in quel
Astolfo, Edlno,
3.
comm.
nella
delle corpor. di
197
commercio fu
ampie franchigie, sostenuto colle stesse forze economiche e militari del governo; ed_ per ci egualmente che gli statuti commerciali superarono per importanza tutti gli
altri, come quelli che aveano per oggetto materie che
sempre tenuto
confermava
il
e sanzionava, ond'essi
tere di statuti
erano da meno degli statuti propri della citt, a preferenza dei quali dovevano anzi essere applicati nelle cose
commerciali, contenendo un diritto speciale, che nelle
sue disposizioni faceva eccezione al diritto comune.
Le corporazioni mercantili rimasero spesso reciprocamente autonome, ma non fu raro il caso che si aggruppassero intorno a quella che fra di loro prevaleva,
di cui le altre erano in qualche modo ausiliari. Si
formava una confederazione, come fu, per esempio,
quella detta la Mercanzia in Firenze, la cui autorit
acquistava naturalmente dalla associazione delle forze
un aumento, che si manifestava anche nella importanza
dei suoi statuti, diretti sopra tutto a tutelare gl'interessi e lo sviluppo del proprio commercio. La ricchezza e la estensione che questo consegu nelle citt
e
comprendere come tali statuti devono escome sulla formazione del diritto
commerciale debbano aver avuto un'influenza che non
si limit air Italia, n del tutto scomparve anche nei
tempi succeduti, non ostante la diversit delle condizioni in cui il commercio venne a trovarsi.
Per questa stessa ragione si comprende come
107.
si debba dare sps.ciale considerazione agli statuti commerciali delle citt marittime. Il commercio sul mare
italiane fa
PARTE TERZA.
108
ma
di
quello
nautico fcenare, de exercitoria actione ed in altri del Digesto. Gli antichi principii doveano per essere adattati
alle nuove condizioni dell'epoca, formate dalle relazioni
commerciali fra popoli diversi, dalle regole speciali
della navigazione, dai nuovi rami di commercio che si
producevano, dalle franchigie godute da' commercianti
nei porti stranieri, e da altre cause ancora. E questo
fu il compito delle consuetudini
le quali prima formatesi mediante lunga esperienza e scambio di idee
e di usi fra popolo e popolo, e poi messe in scritto,
costituirono il diritto commerciale e marittimo dei nostri comuni, prendendo in esso, e specialmente nel
marittimo, una parte anche maggiore di quella che
ebbero nell'altra specie di statuti, che abbiam chiamato
civili. Como fra le citt marittime commercianti, quelle
che conseguirono una potenza maggiore furono Genova,
Pisa, Amalfi, Trani, Ancona, Venezia; cos anche i loro
statuti sono i pi degni ora di una speciale considerazione, come ai lor tempi furono quelli che ebbero il
:
pi vasto
gior
campo
somma
di
applicazione e
d'interessi.
si
stesero su
mag-
La
199
Amalfi fu tra quelle dell' Italia meridionale che, in causa del dominio bizantino, ebbero una
singolare fortuna, restando immuni dalla invasione di
citt di
tempo
barbari, e nel
stesso sciogliendosi
ben presto
appartengono forse
in latino, e
o del
si
al secolo XII
gli altri
in dubbio se ritenerli
venne nel
tardata
1131,
fin
dopo
quali
gli
di Sicilia,
il
che av-
ri-
di
diritto catalano
tempo.
In quanto alla autorit della Tavola, essa fu estesa
Laband, Das Seerecht von Amalfi, 1864; Alianelli, La tavola
RaCIOPPI, La tabula e le consuetudini marittime d'Amalfi, 1879; Schupfer, Traili ed Amalfi, 1892; Laudati,
La tabula de Amalfa, Bari, 1894.
*
PARTE TERZA.
200
ebbe lunga
si trova
vigente tuttora nel secolo XVI, non solo per testimonianza di giureconsulti (Marino Freccia), ma anche per
in un atto del 1571
documenti
contraenti dichiarano di obbligarsi secondo le disposizioni della Tavola,
ed in un altro stipulato in Napoli nel 1603, per la vendita di un naviglio, si dice che il compratore si obbliga
secondo V uso et costumanza della tavola della costa
si
de Amalfe}
Di epoca egualmente incerta sono gli ordinamenti
marittimi di Trani, ordinamenta et coisv.etudo maris,
dall'anno 1063 passandosi, per le date del 1183 e 1263,
per la prima data,
air anno 1363, ed anche al 1453
che indicata nel proemio stesso degli ordinamenti, ha
per s la maggioranza degli storici ed anche gli argomenti pi validi. Questi statuti, tranne che il titolo e
la data, sono scritti in volgare, che deve per ritenersi
traduzione di un pi antico originale latino. Fra le loro
disposizioni, raccolte dalle consuetudini gi in uso, hanno
importanza quelle sulla responsabilit delF equipaggio
del naviglio, in quanto specialmente si riferisce alla
perdita delle merci a causa di tempesta.
Non ebbero gli statuti marittimi di Trani n lunga
n vasta applicazione nell* Adriatico, perch quivi do:
Scoperta a Vienna nel 1843 da E. Gar, fu da questo pubbli Arcb. Stor. ital. Append. II, 8, p. 253-89. Seguirono
cata neir
Camera. Mem.
stor.
poUt. d'Amalfi,
1876.
VoLPICELLA, Degli antichi ordinamenti marittimi di Ti'ani, Na1871; Aliaxeu.I, Sh la data degli ordinamenti marittimi di
Beltbami, Sugli ordinamenti marittimi della
Trani, Napoli, 1866
citt di Trani, Barletta, 1873; RaCIOPPI. Ordinam. e consuet. marittime di Trani, Napoli, 1879; Schtjpfeb. Trani ed Amalfi, cit,
2
poli,
Ediz. Pabdesscs,
conauetivlini
CoUection ec,
t.
1871,
201
monumento
il
capitulare nauticum^
il
ma
demente
la
influenza
gli
commer-
cianti in Dalmazia.
Unica rivale tendeva ad esserle Ancona, che le sostenne contro la tanto famosa controversia della libert
ma lo statuto marittimo anconitano del
del mare
:
Clemente
XVI
dal
papa
VIII.
il
fin dal
ma
la loro
riduzione
venuta
fino a noi,
tutum usus
hanno che
come quella
non
si
dell'ap-
di
PARTE TERZA.
202
conferma che
nome
di
officmm Gazarice,
pei Gazari, che erano gli antichi abitanti di quel litorale, e contenenti le leggi dal 1313 al 1344, oltre le suc-
Le
citt
rittimi, ritraenti
di quello
203
commercio
rigoglioso.
Agli
legni
il
cui carattere
propriamente dall'essere
risulta
il
sulle con-
il
*
ScHAVEE. i).>s Consulat dee Meeres in Genua in Zeitsch. fiir
Handclsrecht ^ XXXII; Das consulat dee Meeres in Pisa, Leipzig, 1888;
Neue AufschVnsse
iber
die
Digesto italiano
>,
PARTE TERZA.
204
iSel_
secolo seguente,
generalmente a tutte
il
consolato
si
era sostituito
porti
il
commercio sen-
ma
si
pu ravvisar traccia
e le
non
atti-
Nella distribuzione
di quella
azioni: vi
diritti del
antica
si
ra-
padrone,
poi a regolare
si
non vengano
effettuati.
Analoghi al consolato del mare sono i ruoli di Oleron, che contengono le norme comunemente accettate
da
tutti
Firenze, 1737.
205
comune. Vi
consolato del mare: ma
il
diritto
stabiliva,
come
si
detto, fra
si
una raccolta
l'
altra.
sia
Negli
compilatori del-
le origini di
statuti
molte
istituzioni,
che
come
forestieri
la colonia,
facendo osservare
le
le
trattati, e giu-
dura
da tutte le nazioni, anche oggi, come
durano, oramai per nei loro ultimi residui, le conseguenze delle antiche convenzioni sui litorali dell'Asia
fra
e fiorisce, accolta
e dell'Africa,
si
PARTE TERZA.
206
ci si
con criteri di
perpetuato fino a noi,
gli affari
parola segurare, e nel corso del secolo XIV l'assicurazione stessa si trova chiamata contratto di rischio
de mare et de genti. Altrettanto deve dirsi delle asso^
la
dazioni,
di
mercantili
fatto vissute
le
quanto nell'organismo dei suoi istituti. Gi nel sesi ha il banco di Venezia, le cui fedi di deposito
colo XII
come denaro
circolavano
lebre
il
banco
ne' pi lontani
San Giorgio
di
207
in
il
princi-
meno che
il
ricchezze
anche
come
fossero
sovventori
la santa sede.
tuiti
accumulassero, e
banchi
per liberare
furono pure
il
di prestito,
monti
compresa
di piet, isti-
di origine
italiana,
usure,
prima nell'Umbria
110.
Da
tutto ci che
si
fin
qui
detto risulta
atto
punto dell'attivit popolare, in qualsiasi modo manifestata, senza occuparsene e darvi provvedimenti. I quali
erano i pi efTicaci e pi adatti che si potesse, perch
non partivano dalla mente di un legislatore, che si proponesse di provvedere ai bisogni del popolo: ma dal
popolo stesso nascevano, che, sentendo i bisogni propri,
trovava per soddisfarli quelle norme, che altri meglio
non avrebbe potuto trovare. E da questa intima connessione fra i sentimenti del popolo e la sua legge derivano i caratteri della legislazione comunale,: essa prese
i
difetti del
mutabilit ed
il
geloso municipalismo:
ancora
l'eccessiva
ma
dalle
i
con-
quali pri-
PARTE TERZA.
208
meggiano
compiato la trasformazione
un diritto nazionale, e dell'aver servito ai bisogni del suo tempo in modo da arricchire insieme
tempi futuri di sani principi! ed utili
istituzioni. Quando la vita popolare manc, venne meno
anche la sua legislazione, salvo in ci che ne fecero
quelli dell'aver
in
dei
mutamenti avvenuti
Titolo Secondo.
PERIODO DELLE MONARCHIE.
Gli
come
statuti
monarchia
costituiti nell'epoca
tri,
come
loro tolto la
di questi,
come
la
erano gi
al-
di
si
losa all'esistenza ed
da quando
Alcuni
sovrapposero
servando
d' Italia.
comuni
all'
fiorivano, e
fin
Ne scaturiva un
diritto,
che ha retto
209
fino all'epoca
secolo XVIII.
Per
che
questo pe-
Da una parte
si
etflcacia la
sempre pi
rari,
Capitolo
I.
Legislazione
imperiale.
nella dieta
Roncaglia principii a ci relativi del diritto romano furono confermati, si ripet la massima quod
principi placuit legis habet vigorem, e s'invoc la legge
di
M. B.
Calisse.
I.
li
PARTE TERZA.
210
di consiglio,
gli studi del diritto, si solevano aggiungere talvolta alcuni giureconsulti: cos infatti si fece a Roncaglia, dove
furono invitati
impe-
imperatori non hanno, come altrove si osservato (n. 30), nessuna limitazione di
oggetto. Le limitazioni vengono loro imposte dagli ostariale, le leggi
coli di fatto,
degli
l'antica idea
211
animo di fare per abolir quella sul giuramento dei minori {Sacramenta puberum) di Federico I, non si sa
che pi la facesse, e certo non si conosce: altre due
eman contro i ribelli dell'impero, furono bens accolte nel corpus iuris, ma dopo la sua
morte, per opera personale di Bartolo, e come aggiunta alle novelle, formando una nuova collazione di
costituzioni, che
queste, che fu la
undecima
(n. 113).
tivamente compiuta. Tuttavia vi sono costituzioni posteriori, che anche per l'Italia ebbero interesse, riguardata come parte dell'impero. Cos fu di quella detta la
Bolla d'oro di Carlo IV del 1356, che confid a sette
de' maggiori principi di Germania (elettori) il diritta
della elezione imperiale; e cos fu anche della legislazione penale che, data da Carlo V, ha preso comunemente il nome di Carolina, ed ha avuto valore nella
parte dell' Italia settentrionale direttamente aggregata
all'impero.*
113.
and sostituendo
adunanze popolari
e nelle chiese,
insegnare
si
tempo
civilis,
1
l'altro di far
le
SCHUPFER,
I,
e. 2,
Weiland, Constitutiones
27, 62
regum, 1893, 1896.
;
et
Cosi
PARTE TERZA.
212
Federico
II,
cendone
a Bologna, di-
le leggi
il
diritto del
il
libri,
213
si
stesse del
ponevano
fra
mezzo
il
chiamava propriamente la
con questo nome si venne poi pi specialmente a denotare il sunto che, secondo il sistema
dei glossatori (n. 147), si faceva di una novella, per porlo
sotto quella legge del codice, che ne era corretta o cambiata, a scopo d'interpretazione ed a vantaggio della
scuola. Ora, siccome altrettanto si faceva con quelle
leggi imperiali, che avevano affinit di materia con
qualche costituzione del codice, anche a queste si diede
nome di autentiche. Due se ne trovano inserte nel
codice che sono di Federico I una, l'autentica Eahita,
contenente i privilegi concessi a chi si recava a studiare
a Bologna; 1" altra, l'autentica Sacramenta puberum,
riguardante l'efficacia che per mezzo del giuramento si
poteva dare ad obbligazioni che civilmente non l'avrebbero avuta. ^ Di Federico II ve ne sono undici, delle
quali alcune riguardano le relazioni colla chiesa, e sono
vano
relazioni. Autentica si
novella
ma
collocate
nei
de
titoli
hereticis; altre
si
ss.
ecclesiis,
de episcopis, de
sono egualmente poste nei titoli aventi affinit di materia: cos al titolo de furtis l'autentica navigia,
vietante
il
uso in Europa; in
(\yie\\o
fu inserta l'altra
omnes
il
tempo da
poi in
conmi'.nia de successionibus
peregrinai,
diritto di far
PARTE TERZA.
214
possimi
si
le cui costituzioni
quando
fu al secolo
si
XIV,
come
si
sia
per
Italia,
furono
il
testo
giustinianeo
dinamento
si
compendio
Capitolo IL
Legislazione
'
114.
(n. 149).
Il
di questi, dal
che vi aveva
il
stati italiani
co'
il
Cocl..
Vili, 17, 8.
I,
2,
12;
3,
2; 13; 33;
5,
4; 19; YI,
1,
215
ad avervi qualche partecipazione per mezzo dei parlamenti, dei senati, dei consigli o di altre simili istitu-
meno ampiamente,
rappresentanza delle due
sue classi, di quella cio dei feudatari, laici od ecclesiastici, e dell'altra dei comuni. E questa partecipazione
zioni,
per
le quali
esso poteva, pi o
come ricordo
aveva avuto
in
e conseguenza
maniera piena,
dur finch esso non fu del tutto sopraffatto dal principe, finch cio non si giunse ai governi assoluti: allora, come tutti i poteri si accentrarono nella persona
del sovrano, e come ogni altra persona fu esclusa
dal loro esercizio, cosi fu ancora del potere di far le
leggi, che non fu pi considerato se non come una necessaria attribuzione ed una naturale emanazione della
sovranit.
Lo scopo generale
di
istituzioni,
per
si
fare, in pi
ch
si
a togliere l'inutile, il vecchio, il contradita porre le varie parti del diritto in giusta proporzione fra loro; a tener conto dei principii generali,
ai privilegi;
torio
al tutto
una forma
tutto sottrarre alle incertezze ed agli arbitrii individuali. Se a tanto per gi si manifestava
migliore, e
il
la tendenza, tutto
certamente non
si
raggiunse: non
PARTE TERZA,
216
sostanziale
ma
tenevano
chiesa,
la
comuni,
feudi,
1.
Legislazione
le
si
medesimo
scuole e le
riferivano.
dell'Italia meridionale.
15.
cos
tit. I,
e.
3,
Schupfek,
sez. II,
1.
Grimaldi, Istoria delle leggi e magistrati del regno di Napoli, 174952; GlANNONE, Istoria civile del regno di Napoli, 1823; Pecchia, Storia civ. epolit.d. r. di N., 1777-96; Capone, Discorso sopra la storia
1854; La Mantia,
1866-74; Busacca, St. della
Sicilia,
legisl.
217
parte che si deve attribuire a Rugconvocata ad Ariano nel 1140. La partecipazione dell'assemblea, oltre ad essere indicata col
la quale,
gero
nome
la
fu quella
I,
volgendo
discorso ai nobili ed ai
il
prelati
il
re,
(proceres)
Queste
furono date
Orlando,
Svevi, presso i
che consegu il so-
dagli
tempo
Il j^otere
legislativo
di giurispr.
LEONE
cit.
Hai, 1786.
in
al
biz.
nelV
Tt.
merid.,
PARTE TERZA.
218
guenze nella legislazione, che fu arricchita, migliorata, avvalorata. Nel parlamento di Melfi del 1231,
Federico II pubblic le Costituzioni del regno di Sicilia} Lo scopo di tale pubblicazione fu quello di raccogliere in un corpo unico quante leggi erano state
(Ino a quel tempo emanate, sia da Federico stesso, sia
dai suoi predecessori normanni
e infatti, essendosi a
:
trovano
Ruggero
il
nome
dell"
autore, vi
si
pongono
di
il
codice,
I,
il
di
primo ha 100
titoli,
e tratta del
il
'
Raumer, Die Gesetzrjehinf) Fricdrichs FI in Xenpol, 1857; WixCKELMAKX, De regni Siculi administratione qualis fuerit regnanteFrid.il,
1859; CapasSO, Sulla storia esterna delle cost. del r. di Sicilia, 1869;
Del A^xchio, La legislazione di Fed. II imperatore, 1874; ClCCAGLIOXE, Le chiose di Andrea Bonella da Barletta alle costituzioni aicule, 1888. Ediz. Carcaxi cit.; Hcillard-Brholles, Hist. diplom.
vi si fa della
diritto di
far leggi,
massima che
quantunque autore
tres nella
219
vi
come
dichiarato al-
il
prin-
non pu esserle
superiore, ma le deve, al par degli altri, rimanere soggetto. E la romanit spira ancora da altre parti: le costituzioni furono scritte in latino, fattene per traduzioni
cipe,
in
della legge,
vi tenuto
le costituzioni
le cui
il diritto romano
norme perci deb-
mente
le quali
si
riferisce
alle
molteplici manifesta-
opportunamente
provvede.
Perci, sia pe* suoi meriti intrinseci, sia perch in
la
legislazione di Federico
PARTE TERZA.
220
sulti, fra cui si
Andrea
altri, la cui
117.
Luca
d' Isernia,
di
di Barletta,
Penne, Matteo
d'Afflitto
ed
Caduta
la
dominazione sveva,
gli
Angioini
si
fu la Si-
continente (1282), avvenne che prendesse nelle due parti dell' antico regno,
ora due regni, una via diversa. Ci che fecero gli Ancilia
divisa politicamente
dal
di
tutti, e
si
Rodevono aggiungere i
I,
Carlo
II,
Giovanna e Ladislao. Vi si
prendono il nome da Onorio IV. In forza
della sua alta sovranit sul regno, il papa, mentre il
berto,
capitoli che
vano
Siciliani. Si
dovevano togliere
gli
popolo
si
quando
temeva che
si
le
221
pena
il
pericolo fu o
ritenne cessato, e
si
il
re Carlo
II
sistQno__in
una raccolta
contengono
supremo
ufficio delle
presso
et
P. Caravitje
Commentaria super
160L
ritibus
magnce
curce vicariot
PARTE TERZA.
222
continuo stato
il
emanarono,
datari, essi
del
di
Regno di Sicilia,
si
e se ne ebbero dal re
Giacomo (1286-
il quale l'isola
torn ad essere politicamente unita al continente.^
Al tempo degli Aragonesi si riflett sulla legisla-
tivo.
tiche
si
considerevole. Nelle
pramma-
si
emanavano
rale
rimane traccia
dell"
autorit
dimenti che
il
dei
stri razionali.
Ed. liitus
nium in
editi,
ncern
r.
Nap., 1689.
223
che il re o non faceva che porre il suo placet alla domanda od alla proposta di una legge, che gli veniva
presentata, ovvero, accolta pur la domanda, ne pubblicava il contenuto in forma di comando, come se fosse
sorta per sua personale iniziativa.
La relazione suddetta fra capitoli e prammatiche
continu ad aversi anche al tempo del governo straniero, dal regno di Ferdinando il Cattolico sino al pede' Borboni.
riodo
Soltanto
la
L e pramm atiche
si
stesero su tutto
il
campo
della
avendo avuto autorit di pubblicarle eziandio i vicer. Anche in esse prevale il diritto pubblico,
ligio naturalmente agl'interessi ed ai nuovi caratteri
del governo. Le materie private continuano ad esser
legislazione,
ordinamenti
fiscali, la
repres-
giornalmente,
una raccolta
si-
P.
Caravit^ Pragmaticce
illustrata!,
ec. in
si
unum
'ARTE TERZA.
224
fino
quella del
Giustiniani,
principio
sul
del
se-
colo XTX.^
dalle
sino
alla
fine
del
suddetto (1791-1793),
quali
si
formavano
Napoli 1803-1806:
XV
volumi. Cfr.
De
;
stu-
A. Yario, Pragmaticce,
felicissimo governo
voi.,
al 1579.
225
Come
delle
met
Terza fonte di diritto, dopo le prammatiche ed i capitoli, furono per questo tempo nelF Italia meridionale
quei provvedimenti, che prendevano di autorit propria
i re
ed i vicer, in forma di rescritti, decreti, lettere
circolari, regolamenti, sopra ogni punto della legislazione che avesse avuto bisogno di dichiarazione, di aggiunta
di altro. Si conoscono comunemente col nome
di dispacci, ed anche di questi furono fatte raccolte,
che appartengono per al tempo posteriore.
119.
Imperocch sotto il dominio borbonico questa
fonte dei reali dispacci prese una estensione anche
maggiore, provvedendosi con essi presso che a tutto
il governo dello stato. Non
erano vere leggi, perch
mancava loro il carattere della generalit, ed avevano
invece quello di disposizioni date particolarmente per
quel caso: nella pratica per avevano efficacia
questo
di legge, non solo pel caso particolare pel quale erano
stati emanati, ma anche per gli altri ai quali potevano
citata.
*
M. B.
Calisse.
I.
diligentd
cit.
15
PARTE TERZA.
226
ma-
gli altri
che
si
civili,
riferiscono al
e nella
diritto
nota col
nome di siculce sanctiones (1750-55), dovuta al Gervasi, giudice nel tribunale della S. R. Coscienza, che vi
si
ha
la raccolta che
angioine, aragonesi
ufficiali
con
le
opere private
tenze, le interpretazioni,
foro, le sen-
commenti aggiungevano a
Regali dispacci
Gatta,
-
nelli
quali
si
dott.
D. Diego
22t
120.
2.
Legislazione
A fondamento
in ogni
tempo
il
diritto
il
importanza conservata nel tempo stesso a quello rofatto che quivi la legislazione avesse, specialmente nelle materie procedurali e civili, de' pregi che
si desiderano inutilmente per altre. Per alle suddette
due fonti principali dovevano coordinarsi quelle altre
minori, da cui la legislazione pontificia era pure costituita. Si avevano fra queste in primo luogo, stante il
largo campo che per lungo tempo il dominio papale
lasci alle autonomie locali, gli statuti, sia comunali,
sia baronali, i quali regolavano tutti i bisogni particolari, coir unica condizione di non esser contrari alle
la
mano ha
Fertile,
La Mantia,
rino, 1884.
1.
e;
Salvigli,
Storia della
1.
c, cap. 28
legial, italiana, I.
Roma
Schupper, 1. c, 4;
e Stato romano, To-
PARTE TERZA.
228
massime canoniche,
tici dello stato.
il
diritto
statutario con-
duta, corretta,
approvata,
ma
XIV
lo
Come
comuni e i possedimenti feudali negli staavevano un diritto per s proprio le Provincie dello stato, e ne erano fonte i provvedimenti
i
tuti, cos
legislativi
emanati, sotto
il
nome
di editti e costituzioni,
delle
per
provincie,
Marche, per
la diffusione
in tutto
121.
quanto
ma
in Tuscia,
per
la
Romagna
per
lo stato.
L'Albornoz, mandato
in
delle
229
province, di
molte delle quali, per la vecchiezza, neppure si ricordava Fautore, e per V altra non meno grande delle co-,
stituzioni emanate dai pontefici, di cui pure gli originali
erano per lo pi andati perduti e perci, nominata una
commissione di giureconsulti, le esamin tutte, tolse
quelle inutili od abrogate, vi aggiunse nuovi provvedimenti, quali erano richiesti dalle condizioni de' suoi
tempi, e il tutto ordin in un nuovo volume, che divise in sei libri nel primo pose i documenti degli uffici
ed incarichi da lui sostenuti, come legato e vicario
generale del pontefice nel secondo colloc le costituzioni relative all' amministrazione, alla giustizia, alla
:
ai comuni
quelle riguardanti cose ecclesiaformarono il terzo il quarto fu dedicato al diritto penale negli ultimi due si tratt della procedura,
lasciato il sesto particolarmente agli appelli. Questo
volume, cui fu dato il titolo di Liber constitutionum
s. matris ecclesice e pi comunemente di Constitutiones MarchicB Anconitane^, perch i decreti dei legati
delle Marche gli dettero il pi della sua materia; fa
pubblicato nel parlamento tenuto a Fano dal 29 aprile
al 1 maggio del 1357, e il diritto in esso contenuto divenne fin d'allora obbligatorio-per tutti, annullate tutte
le altre costituzioni in esso non comprese, come ancora tutte quelle disposizioni dei locali statuti, che fossero state ad esso contrarie.
L'opera dell' Albornoz fu resa utilissima dalle circostanze dell'epoca, in quanto che riport la certezza
ed il rispetto delle leggi l dove prima non si aveva
che confusione ed arbitrio, stante l'anarchia che aveva
invaso lo stato, durante la lontananza della Santa Sede
da Roma. Perci fu tenuta la raccolta egidiana, cosi
detta dal nome dell'Albornoz, in sommo onore anche nei
tempi posteriori i legati della Marca la tennero sem-
milizia,
stiche
PARTE TERZA.
230
di
mano
in
mano
mentatori, ed
papi
le
opportune
mancarono com-
diedero carattere
fin
le
Fra
le leggi
stato, si
ma
poi nell'applicazione,
Beasdi, Le
qornoz, 1888
Constitutiones S. M. Ecclesiae
Wurm,
ziceite
Paderbon, 1892; Ermixi, Gli ordinamenti j}olitici ed am Costit. ^gidiana> >, 1893.
Ediz. da quella di Jesi del 1471 alla romana ^gidlance Consti-
chenutaates,
ministrativi nelle
tutioies recognitcB
^
lectct et
adnotationibus illustrata,
p. 545,
n. 72,
Roma, 1709.
Cfr.
Schipfek,
1.
e,
una
locale.
non
immensa perci
serie
231
di atti, fra
quali
e in-
grandi raccolte
dei bullaria, i regesti o registri, che si conservano negli archivi, e le collezioni dei bandi od avvisi, che si
mettevano giornalmente al pubblico.
fatti
L'autorit
legislativa del
le
non tollerava
pontefice
parlamenti regionali non servivano, in quanto alle leggi, che alla loro promulgazione.
Il potere del sovrano era
assoluto, e a sostenerlo si
faceva concordare il diritto canonico col romano, da
questo traendo fuori la legge regia, che trasferisce nel
sovrano tutti i supremi diritti, da quello ricavando il
principio dell' autorit derivante da Dio, ed avente perci il dovere di dar leggi al popolo, secondo che Dio
altrui partecipazione.
ha tracciato
stesso
3.
Legislazione
di
Piemonte
Sardegna.^
che ci accadesse,
le
generali risultanti dalle costituzioni dei principi, che furono quei di Acaia pel Piemonte, i Paleologo pel Monferrato,
i
re di
che
si
giudici e poi
in
mano per
stato,
la legislazione,
si
fa-
riunendo
le
Cos fece
ramo
Amedeo
di Acaia,
Sclo-
PARTE TERZA.
232
II,
erano anzi,
si
il
1263 e
il
fin
dal
tempo
1268, pubbli-
venivano uniformemente
cose di religione, e vi
tolleranza verso
si
pubbliche magistrature,
Il
le
libro
contro la religione
secondo riguard
che circondavano il principe, i regolamenti sulle assemblee generali, la cura delle finanze ed altre materie politiche, amministrative e giudiziarie. Nel libro
terzo
si
parl dei diritti e dei doveri dei signori feugiustizia, alla propriet, ai privi-
quanto alla
che avevano, e
dali, in
legi
si
233
per
fiscali,
quinto finalmente
si
tasse
alle
pubblici fu materia
atti
del
dettero
si ri-
od emolumenti
libro quarto
norme per
limitare,
nel
in
a Chambry
legge
composto
il
volume dei
fu
ai
generale,
ma
non toglieva
Ebbe valore
come
efiflcacia,
di
fu
espressamente dichiarato dal legislatore, ai diritti lon agli statuti, n alle particolari consuetudini di tutta intera una regione, qualora non vi fosse
conflitto di disposizioni. Molto meno i decreti di Amedeo Vili derogavano alle leggi ecclesiastiche, le quali
anzi ne venivano espressamente confermate, tanto nelle
loro generali disposizioni, quanto in quelle particolari
sui privilegi dei chierici, sulle competenze del foro eccali, cio
all'indole
dei
voler imitare
tempi
il
e del principe,
che dichiarava
di
si
praticassero
le virt
morali, e cos
si
otte-
nesse da Dio la conservazione della pace e la prosperit dello stato. Fu questo Amedeo Vili che si ritir
poi dal governo, e che, fattosi monaco, fin coli' esser
eletto pontefice, col
nome
di Felice
V, nel concilio di
Basilea.*
124.
Nani,
GU
1880; Lo
ivi,
1881;
PARTE TERZA.
234
leggi, editti
del CoTTlN.
ec, Tor.,
Sola,
Pel Monferrato
Decreta
civilia
et
criminalia antiqua
et
nova
nuovi
Monferrato, 1675.
legea
in tribunal, marchici
235
rispondenza coi principii naturali della giustizia e dell'equit; l'intera materia doveva essere acconciamente
distribuita, sotto le corrispondenti rubriche, nelle varie
parti dell'opera. La quale ebbe sei libri: trattavasi nel
primo materia religiosa; il secondo si aggirava sulla
giurisdizione e competenza dei tribunali; nel terzo
si
Py.
diritti
locali, degli
quanto non
si
PARTE TERZA,
236
si
mutarono anche
le
condizioni
del diritto.
Non
si estendeva per questa legislazione alSardegna. Quivi si era formata, sotto i vari
governi, una legislazione propria, le cui ultime tracce
non vi si sono spente se non coU'introduzione del-
125.
l'isola di
diviso in
198 articoli,
comprese ogni modificazione portata al diritto comune, in quanto specialmente alla giustizia penale,
alle consuetudini che reggevano le relazioni patrimoe
niali fra
la
Del Vecchio G. E., Eleonora d'Arborea e la sua legislaz., MiMameli de' Mannelli, Le costituzioni di Eleonora giudid'Arborra intitolate Carta de' Logu >, Roma, 1805.
lano, 1872;
cessa
237
si
coli"
tutto corrispondenti
prammatiche
a quelle di
e dei capitoli
le
di
il
governo
li
parlamento
emanava. Ne
il
di leggi,
sogno
di farne raccolte
ordinate e corrette
il
il
bi-
che, per
realmente ebbe
effetto.
Nel 1645
si
pubblic la raccolta
ri,
Dexart, Capitala
site
acta
1645.
'
Vico, Leyea y Pragnuiticas rettles del Reyno de Sardina, comy comenladas, Cagliari, 1680.
puestaa, gloaadas
238
t>ARTE TERZA.
La dominazione
non cambi
Sardegna. La Carta
de logu rimase in vigore, come diritto proprio dell'isola,
e soltanto le si aggiunsero i provvedimenti, che veniva
dando il governo per tutti i nuovi bisogni a cui conveniva soddisfare, e che perci servivano di completamento al diritto locale. Anche di questi ordinamenti
dispacci
carte reali si fecero raccolte la pi importante quella a cui si pose mano per ordine di Carlo
Emanuele III, e che comprese, ripartite in venti titoli,
tutte le leggi date per la Sardegna dai principi di Sa:
altro
mutamento
quivi av-
di Carlo Felice
nel 1827.
4.
Legislazione
di
Lombardia e Venezia.^
Anche per la
legislativi mettersi in
le
gl'interessi del
gli statuti, in
Sanna,
mando
di S. R.
M.
il
re
Vittorio
Amedeo
riuniti
per
co-
costituzionij
principe
239
il
emanava
nome
di
de-
pel governo
ma-
ricongiungono, materie
di diritto pubblico e soprattutto le penali, nel rigore
si
delle
quali
signori di
lodevole celebrit.
non
signoria ducale
si
affiggere
il
tempo
alle
della
decreti che
si
Constitutiones
quivi
riusc
Una precedente
praticamente
di G. Verri.
raccolta, a
utile.
tempo
Altra ediz.
si
non,
commento
PARTE TERZA.
240
romano ed
plemento e
agli statuti
una
efficacia soltanto
com-
di
zioni milanesi,
ma
di indole
nel
1654,
governatore.^
Era
le
materie,
blico,
si
ma
specialmente a quelle
di
pub-
diritto
si
cose amministrative,
Ed
anzi i decreti stessi del senato, nei limiti della propria competenza, erano pur essi fonte di diritto, e perci
si raccolsero e ordinarono, come nell'opera intitolata Or-
Compendio di
tutte le
gride
et
ordini ec,
Milano, 1609
Gri-
241
Carattere
in-
vece pel naturale progresso del popolo, il cui carattere quindi vi fedelmente rispecchiato. I fuggiaschi
che si ricoverarono, a tempo delle prime invasioni bardiritto
bariche, sulle isole della laguna, vi portarono il
base
la
form
bizantino,
romano, che, insieme a quello
si ressero,
abitanti
que'primi
cui
con
consuetudini,
delle
e da cui poi
si
svilupparono
le leggi del
nuovo
stato. In
era un diritto
dei consigli ed altri uffici dello stato
per necessit incerto ed oscuro, e per ci ben presto
chiarirlo ed ordinarlo.
si 'venne alia determinazione di
sulla
si ha indizio che incominciasse il doge Morosini,
non
se
sa
si
non
certezza
met del secolo XII, ma con
;
pubblic la
del doge Orio Mastropiero, il quale nel 1181
promissione dei maleficii, cio la legge da osservarsi
quale,
nella determinazione e repressione dei reati,- la
Dandolo,
Enrico
doge
dal
1195
nel
corretta
e
riveduta
Veneziani.
M. B.
Calisse.
1.
16
PARTE TERZA.
242
il
nei quali
gli
si
sta-
occupo
il
fondamento
si
della
fece non
limiti
243
vano sempre, come si detto, agli statuti del Tiedimostravano anche coi titoli che loro si da-
polo, e lo
ai
cinque
libri del
Tiepolo,
come
nome
dificare
opportunamente
il
corrispondenza, correttori
che erano
istituiti
e,
per
precisamente con
lo
scopo di met-
nando
le
abrogate ed inserendo
luoghi opportuni
ai
anche
le
edizioni
delle
leggi,
e se
ne ebbero
infatti
parecchie, a cominciare da quella del 1477 sino al secolo XVIII,* delle quali parte furono fatte per pubblico incarico,
che,
per opera
il
sistema-
esponevano per intero le leggi, quali ne davano estratti od indici alcune abbracciavano tutto il
pubblicato nella legislazione, altre scindevano la materia, come avvenne regolarmente, dopo il 1751, pel ditico
quali
ritto penale,
128.
Oltre che nel modo della sua formazione, la
legislazione veneta improntata a caratteri particolari
anche in quanto al suo contenuto ed alla sua efficacia.
Novnaimum
PARTE TERZA.
244
cose
civili,
pur scostandosi
prendevano
di mira
casi particolari, ma si aggiravano intorno ai
principii generali, e vietavano, per non essere alterate
carattere delle leggi venete,
le quali,
glosse.
perch da
per non essere stato il terri-
un
torio
di
quei
pria indipendenza.
*
Qiiiuili
dsposizioui
filze ec.
Legislazione
5.
245
129.
In Toscana, nei ducati di Modena, Parma e
Piacenza e in Liguria la legislazione si svolse in modo
uniforme, per mezzo delle fonti comuni degli statuti
formano il primo
comuni sono famosi in Toscana
gli^statuti di Firenze, cui Dante rimproverava la eccessiva instabilit, che molti comuni presero a modello,
e che nel 1415 furono oggetto di rinnovamento, per opera
e dei decreti governativi. Gli statuti
periodo, a
tempo
dei
Anche
li
ordin in cinque
hanno
importanza speciale, per la florida e lunga potenza politica ed economica che queste citt conseguirono. Il
territorio genovese fu pure retto dagli statuti, sia nel
gli statuti formarono pure
civile che nel criminale
libri.
la
base del
Quando
sui
comuni
dominazioni straniere,
cos
nemmeno
in
si
costituirono
gli
statuti,
principati o le
come non
altrove,
ma
soltanto
furono resi soggetti al governo, che li teneva coordinati al proprio interesse. Con ci si viene al secondo
periodo della legislazione, nel quale, oltre che
cambiano nel modo suddetto il carattere,
tuti
gli
si
sta-
apre
meno
copiosa fonte
governo, date giornalmente, secondo i bisogni che le reclamavano, e conosciute coi vari nomi di decreti, provvisioni, capitoli,
di diritto, costituita dalle leggi del
band, ordinanze e simili. Tali leggi dettero i granduchi di Toscana, non molte n ottime i Medici (15321737), ma copiose invece e di generale riforma per ogni
pubblico interesse
PARTE TERZA.
246
che
Farnese,
si
Austriaci,
gli
al diritto
si ri-
ammi-
puramente private alle disposizioni degli statuti, e in mancanza di esse a quelle del
diritto romano, vigente sempre come diritto comune.
Dair accumulamento di tante leggi segu ingombro
simili,
lasciate quelle
ed
non
diante
il
nologico,
si
solito
primo riun
le leggi
al
1736: l'altro,
nell'opera Legislazione toscana raccolta e illvstrata,pubblic quelle dal 1532, quando incominci il governo
Alessandro de' Medici, fino all'anno 1755. Queste racnon erano sufficienti a raggiungere pienamente lo scopo, e talvolta anzi sono di tempi posteriori a quelli ai quali avrebbero potuto praticamente
di
colte tuttavia
giovare
sicch le leggi
rimanevano
affastellate, e altro
seren.,
-
decreti
Modena, 1755.
Firenze 1800-180S; Codice
1788;
della
Leggi
toscana
legislazione
bandi della
S. A.
ec, dal
Toscana, Firen-
cos si
ha
il
247
il
bisogno che
governo stesso provvedesse a semplificare ed ordinare la legislazione, ed i provvedimenti che a tale scopo
furono presi danno il carattere dell' ultimo periodo, per
il quale la formazione del diritto pass, innanzi di giungere alla codificazione. E tali provvedimenti ebbero
varia riuscita, dove facendo raggiungere, pi o meno
pienamente, lo scopo a cui eran volti, dove rimanendo
allo stato di disegni o tentativi, tra per la difficolt
dell' opera in s stessa, e tra per le condizioni non anil
Titolo Terzo,
il
130.
Fin
diritto comune.
dalle
si
in
del di-
modo
aveva presi
Salvigli,
La
in considerazione, si lasciava
Modena, 1898.
che
PARTE TERZA.
248
si
si
quanto
aveva
persone che in
quanto al territorio, e le cui disposizioni comparivano
come eccezioni o correzioni al diritto pi vasto, a cui
efficacia
sia. in
limitata,
alle
riferivano.
tempo
si
svolgeva
il
diritto
la
legislazione
romano
quello
il
si
Anche
quantunque
agli altri,
in minori
propor-
chiesa
il
romano dominante.
Capitolo
131.
tali
si
I.
Quando
rimase per
Il
diritto barbarico.
barbari scrissero
essi diritto
comune
249
si
at^
Il
campo
di
scritte e pi
distinzione
pi
meno numeroso,
cadendo perci
colla
gli stati
principii
di quello
bar-
preponderanza
Anche politicamente
quello romano.
la
societ
si
vano, e mancando a tutte le loro tradizioni ed istituzioni il sostegno del pubblico potere. A ci si aggiunga
qua
colonie,
del
territorio
d'Italia. In
PARTE TERZA.
250
alle altre, e
battuta,
per
la
specialit
tradizioni
delle
de'
quelle ragioni
il
132.
La
sopravvivenza del
diritto
longobardo al-
l'epoca barbarica, colla concorrenza fatta a quello romano per la qualit di diritto comune, provata da
pi
in molte
specialmente consuetudinarie. Come nell'epoca precedente il diritto romano aveva trovato rifugio, contro la dominazione di
quello barbarico, principalmente nella vita privata del
popolo vinto; cos ora, dominando il romano, il longofatti.
In
la
negli
medesima
usi
delle
sorte,
scompare
fanliglie
nei
diritto
avvocati assai dotti nelle leggi romane erano, nel trattare le cause, vinti facilmente da persone mediocri, le
diritto
nevento del 1230 dichiarano sussidiario il diritto romano, tale cio che si debba ricorrere ad esso soltanto
Commentarium super legibus Langohardonim, sive Ubellus de difiuris romani et longobardi, Yen,, 1537, colle glosse di Carlo
Tocco Volpicella, Bella vita e delle opere di Andrea Bonella di
'
l'frentiis
di
251
che, in difetto di leggi proprie del regno, si debba osservare il diritto longobardo in tutti i luoghi dove questo ha preso la prevalenza sul romano.^ E finalmente,
il fatto della non scarsa importanza conservata a lungo
dal diritto longobardo dimostrata dall'ampiezza del
si
scuola di Bologna
(n. 145)
longobardisti. Qui
il
la
sto,
diritto
detta la
Lombarda
il
La
longobardo fu insegnato, e
gli si
dette nella
collezione
(n. 87),
le
sostituirono, cos
avvenne anche
pel diritto
tus,
cit.,
lib. I,
e.
52.
AxsCHUTZ, Die Lomharda-commentare dea Ariprand und AlberHeidelb., 1855; Siegel, Die Lomharda-cominentare, Vienna, 1862.
5 La prima ediz. della lombarda glossata da
Carlo di Tocco fu
'
PARTE TERZA.
252
il
diritto
della maggioranza.
diritto
questa
si
tutore.
guente. Lo dimostrano alcuni atti beneventani compisecondo le norme longobarde e Matteo degli Afflitti, commentando le costituzioni di Federico II, parla
lati
Leges
Langobardomm
cuni
argutissimis glossis
253
onde il Ferretti,
leggi longobarde
ravennate ed uditore, ai tempi appunto di
cognizione delle
giurista
di
modo
che, di fatto
come
le
quale ne ha ancora oggi fortissime traccio nei suoi speciali costumi, deve dirsi che continu ad esser viva,
a quando avvenne la introduzione delle leggi frana quando non giunse il diritto ad avere
sua ultima formazione nell'epoca moderna.
In conseguenza di tutto ci era inevitabile
133.
contatto fra i due diritti, romano e longobardo.- Que-
fino
la
il
le loro
V. ancora: Rendblla,
Napoli, 1609.
inter ius
2
/ji
Inedita l'opera di B,
roman.
et
longob. Cfr.
Da Morcone, De
Schupfer,
1.
XIY,
Torino, 1898.
differentiia
e, p. 214.
i
glossatori e
gi*
PARTE TERZA.
254
ostilit
ma
pur nel
fatto che
non pote-
non
fu
ch
sempre immune
giureconsulti, che
suetudini, che
In tali casi
colla
si
col prendere dal diritto romano la istituzione del tutore unico e da quello longobardo la partecipazione di
tutti
Ma
un loro appartenente.
non potersi del
si
tuzioni feudali.
congiungevano non
di
raro colle
isti-
la
che compensava con nuovi diritti il sostegno e il decoro che ne riceveva: la potest politica
era diminuita, ma nel feudo si manteneva, se pure
non era accresciuta, un'ampia potest su terre e persone. Il carattere familiare e patrimoniale prevaleva
su quello politico ma appunto questo fatto riuniva in
:
certo
modo
il
feudo
al diritto
longobardo, allontanan-
il
quale
il
feudo stesso
mente
255
istituzione rigida-
politica e militare.
risolverle;
soddisfare.
^el
il
il
Come, per la influenza del diritto romano, si era sistemato il testo delle leggi longobarde, s' intese bisogno
di fare altrettanto colle leggi
libri
feudorum
(n. 61)
fattane da Bologna,
la
forma
e consuetudini feudali
furono iniziati per richiesta
:
definitiva.
desimi fecero
diritto feudale
di
Iacopo di Ardizone
ziario.
Pi tardi,
si
il
diritto
romano non
riu-
PARTE TERZA.
256
sciva^ sempre a tenersi immune, e i suoi cultori, ponendo insieme elementi di diversi diritti, davano vita
a nuove dottrine. Per esempio, tale fu, a proposito
affini,
dottrina
ma
al diritto
romano,
modo
e ragione di
istituzioni
conservarsi,
feudali rice-
non ostante
il
Capitolo IL
134.
Il_diritto
Il
diritto canonico.
il
campo
anche
condusse ad una nuova
ma, se
ci finalmente
sistemazione di rapporti fra i due diritti, romano e canonico (n. 138), non tolse a questo efficacia, n turb il
suo svolgimento.
Nel pi antico medio evo le fonti del diritto canonico si erano accumulate le une colle altre, senza per
trovare un definitivo ordinamento. Lasciando a parte
quelle fonti che
fondamentale
si
il
257
che furono dichiarati padri e dottori della chiesa, prodi non contrastata efficacia.
Ma
dej^
si
aveva
in
conseguenza
le
decreti conciliarli ne
Firenze e Trento.
regionali o diocesani,
zioni forza di legge
per
fatti.
mata
per taluni
Da esse
derivala la parte pi
ampia
e pi
impor-
chiarano ci che
M. B.
si
Calisse.
-r
I.
17
PARTE TERZA.
258
risoluzioni di controversie
creti,
uffici,
quando siano accompagnate dai necessari revengono a far parte del diritto canonico. Alla
cui formazione possono finalmente contribuire anche
le quali,
quisiti,
invece la supremazia
lo
stato,
suoi provvedimenti
tosto_
bito
il
Dalla
sovrabbondanza
259
tica furono
seguenti
Is^i^^rjscaj
la
dioni-
contemporaneo
colo
Cassiodoro,
di
il
il
se-
de'
doro, le quali
scopo
di far
foi'ina
credere che
le
si
avevano, trovassero
il
campo
la collezione sistematica di
tempi
di
Iacopo glossatore
prima met
(n. 150), e
certamente nella
nome semplicemente
prevalse
dato
il
il
titolo di
PARTE TERZA.
260
persone e
gli uffici, e
contiene 101
la j)i
fu
paragonato
al digesto, del
(n.
148), sia
menti
ai
titoli,
canoni
fram-
non altrimenti
canonica tocc
il
fe-
condit e della sua diffusione, e perci, apparendo insufficiente l'opera di Graziano, si fecero altre collezioni
di canoni, e
ma
per pub-
EPOCA
LiEL
261
RISORGIMENTO.
antonomasia, fu'eguagliata
il
titolo di decretali
al codice,
per
a cui somiglianza
essa, fra
quali la materia
decretali di Gregorio.
composte anche
le cosi
ordinato che
si
Clemente
nel 1313
aveva
Giovanni XXII.
Le costituz ionLche non furono accolte nelle tre collezioni qui sopra citate, si tennero, analogamente alle
novelle del diritto romano, come atti legislativi separati, e si chiamarono perci extravagaates, perch vagavano fuori di qualunque raccolta. Tali furono quelle
che pubblic Giovanni XXII nel 1325, e tali quelle ancora dei pontefici seguenti sino a Sisto IV; le prime si
chiamano extravagantes Johannis XXII e le altre
ex trai' ag ante s comunes, ordinate anche queste in cin-
di Giustiniano.
PARTE TERZA.
262
una generale revisione per mezzo di una commissione detta dei Correctores romani, il cui lavoro
mise capo all'edizione romana, cio- all' edizione che
fare
Roma
1582.*
nel
che seguirono la formazione del Corpus iuris furono raccolte, per ordine cronologico, nei Bullaria, de' quali prende il nome di Bullarium magnum quello generale, contenente gli atti
Le
costituzioni
pontificie
L'efficacia
comune,
fu varia secondo
tempi,
come
diritto
luoghi e le materie
dirsi
che sca-
validit,
qualit di diritto
comune
le costituzioni di
Amedeo
Vili
ammettevano espressamente
263
documenti
meridionale frequente la clausola che si rinuncia omni iuri canonico, non altrimenti che a quello
dell'Italia
tutti
Massima era
questa l dove la chiesa poteva pi direttamente e sicuramente dominare le istituzioni civili, ossia, pi che altrove, negli stati ad essa appartenenti, nei quali preva-
leva anche
materia, cui
soprattutto poi
si
le leggi ecclesiastiche
aveva riguardo
o le
alla
civili si rife-
strettamente attinenti all'ordine civile, l'ingerenza del diritto canonico non era in alcun modo consentita. In altre, che potean toccare interessi anche
in quelle
che fossero,
le leggi civili
univano
indiretti
canonico, come se ne ha
regime della propriet ecclesiastica, delle decime, della tregua di Dio, del divieto
delle usure, delle immunit concedute ai chierici e di
molti altri argomenti. Finalmente in altre materie, le
disposizioni relative alle quali erano essenzialmente didiritto
del
il
rito
per
PARTE TERZA.
264
ancora per
la condizione
per-
per
materie che ratione rei, quando vi era l'elemento del
ratione personce, quando trattavasi di ecpeccato,
clesiastici, erano riserbate al foro clericale, al qual proposito famoso l'esempio dei tribunali d'inquisizione
dei quali le leggi civili non facevano che accettare i
i
voti religiosi
cosi
le
comandi e
le
esecuzione.
Coi nuovi principii, a cui sono ispirate le legislazioni
moderne, e con quello specialmente fondamentale della
il
diritto
canonico
ha dovuto interamente cedere il campo alla legge civile. Questa ha regolato, indipendentemente, quegli
nei quali era possibile prendere di vista il solo
elemento civile, come, per esempio, nel matrimonio:
per gli altri, nei quali la relazione colla chiesa era elemento essenziale, ha dato norme speciali, come per la
condizione del pontefice, per gli enti religiosi, per il
loro patrimonio e per tanti altri simili argomenti, che
sono r oggetto delle leggi propriamente dette ecclesiastiche, attualmente vigenti.
istituti,
Capitolo
137.
III.
Il
romano non
diritto
romano/
il
di-
fu
solo
si
e.
Fertile, 63
Salvigli, p.
La
II, e. 19;
della
Sohupfer,
universalit del
dir,
rom.
e le sue cause,
nuova
dalle
qualit proprie
265
della
che
si
non conosceva
suprema missione
di
carattere generale, se ne
PARTE TERZA.
266
mano
come podest,
come
giudici, o
come
statutari, chia-
mati ad aver parte importante nel governo comunale, le cui leggi, in conseguenza, essi piegavano ai
pure a quelle
principii del diritto da loro imparato
scuole facevano ricorso i principi, o per trarne conper istituirne altre simili nelle proprie
siglieri,
citt, come ve lo facevano gli stranieri, per apprenderne quella sapienza che portavano poi in patria,
per applicarla al miglioramento della loro legisla;
zione.
di fatti,
quali
non
si
studi giu-
diffusione,
il
comune, non
ma
solo
la
il
fondamento
ragione del
ri-
si
riduceva
contemporaneamente esistevano,
non
267
la eflcacia e la utilit
ma
zioni
si
stabilissero fra
il
diritto
romano
e quello della
chiesa.
si pur ora
romano fu una
Di questa
pel diritto
ripetuto che
il
suo favore
Ma
le
avevano
cui
il
immunit
e privilegi,
che sottraevano al commercio cose e persone; la difficolt che ebbe sempre a riconoscere onesti gl'interessi del denaro, de' quali il commercio non pu fare
a meno, sono esempi che provano la verit della pre-
PARTE TERZA.
268
massimamente
egualmente da tempo
antico acquistata, di adattarsi progressivamente ai bisogni giuridici che si vengono formando; esso pot secondare le richieste della nuova societ, diventando
un elemento di forza ivi stesso da dove il diritto canonico veniva allontanato. N manc finalmente una
delle obbligazioni, colla capacit,
tempi
il
vieti
studio di secolari,
^
La questione
utile
per quegli
aff'ari
soltanto dei
ciriV,
Lyon, 1881;
< Bibl.
de
l'c.
des char-
209
cos,
il
non dovesse
mano
in
alcun
modo
insegnarsi
il
diritto
ro-
Parigi,
altri luoghi,
meno
il
Ma
al
inefficacia.
C.
3,
X, Xe
la
completa esclusione
dei ca-
PARTE TERZA.
270
almeno
talvolta
di essi,
il
quantunque
non nascondessero
disprezzo verso
modo
il
di
le
asprezze
romanisti, o taluni
la loro
animosit e
della
diritto
chiesa.
combattimento
Il
non pi
cominci, dopo un certo tempo, a sentire la decadenza del proprio studio, e trov allora vantaggioso
che il diritto canonico, se non poteva pi esserne il
forte difensore, come nel!' antico medio evo, gli divenisse una forza alleata, mediante un reciproco accordo,
che di fatto riusci ad esso favorevole, e ne conferm
la qualit di legge generale o comune. Imperocch,
come la chiesa, pur attribuendosi una potest illimitata, riconosce dinanzi a s una potest civile, che
ha tutto un campo suo proprio
cos la legislazione
ecclesiastica, pur non sentendosi a nessuna cosa estranea, ammette che esista una legislazione civile, ampia
ed autonoma per tutto ci che le appartiene. Tale
fu il diritto romano, regolato, per, praticamente in
;
271
sidera
speciale
non pu cedere ad
accade pel matrimonio, per la
spirituale di cui
cizio: cos
coli' uf-
altri
l'eser-
efficacia dei
per la condizione civile de' chierici, pel giurae per altro. Sono due condizioni, come si vede,
che praticamente dovevano riuscire assai limitatrici,
e l'averle il diritto romano subite spiega il fenomeno,
di cui si parler altrove, cio che, mentre esso era a
capo del progressivo movimento sociale, fin, specialvoti,
mento
mente
in
Italia,
coli"
forme
alle
139.
esserne superato, e
coli'
essere
quindi riguardato
Quantunque
non
cos gravi,
non mancavano
il
romano
o fossero
In
le legislazioni regionali.
quanto
statuti
agli
domandava
si
se
avessero
parte
si
non potevano
essi disporre in
modo
efficace.
queste
PARTE TERZA.
272
conclusioni
ragioni,
lari
scientifica
come
che
la perfetta espressione
della giustizia,
che non
si
diritto
il
la ratio
romano
ritto
principio
il
della
sovranit
fadi-
imperiale
avanti.
Non mancarono,
studi,
dal
secolo XIII in
testi
taria: e siccome
si
tenziato dover
allora
come un
il
civile
ma condizione necessaria
che non si pu togliere
perch i popoli esistano che abbiano leggi, senza le
:
273
si
pu mantenere
dunque,
artificiosi. Il diritto
cipii,
ma
dello stato
la idea
romana
della sovra-
sminuzzamento che
al-
Eppure questi
di fatto la
possede-
quando
comuni decaddero,
e sopra di
non
vano tendenza
medesime, che
romani
erano chiamati a
compilare o a correggere o ad applicare. Finalmente nel
romano si aveva il diritto sussidiario, vale a dire che si
in quelle
Jf.
5.
leggi
Calisse.
I.
essi
18
PARTE TERZA.
274
faceva richiamo ad esso per tutti que' casi nei quali gli
statuti tacevano. Certamente, ci non era sempre posche dettero tanto alimento
trovava accumulata una quantit di elementi barbarici, di cui pur si doveva tenere gran conto.
Si formarono, di pi, tanti interessi nuovi, sopra tutto
commerciali, che il diritto romano non aveva conosciuto, e non poteva perci regolare, per quanto suoi
sibile.
Nelle consuetudini,
agli statuti,
si
cultori si sforzassero
di
si
sovrapposero
ai
comuni.
Ma
qui occorrono altre osservazioni. Le anzidette legislazioni trattano tutte di preferenza il diritto pubblico,
perch esse avevano per scopo principale il riordina-
mento
medio evo.
Il
rato. Di pi,
colo
il
XIX
diritto
fosse,
il
275
Il
non formano oramai che eccezioni, entro un campo speciale, sempre pi limitato. Il diritto
canonico vuol salvi i suoi principii dommaticij vuole a
dale, gli statuti
ma
g-r
quali,
come
si
poca
detto,
ingerenza spiegavano le leggi. Esso rivive, senza contrasto. Lo. dichiara anche Machiavelli, descrivendo lo
stato del diritto, quale egli vedeva
dice che le leggi
civili altro non sono che le sentenze de' giureconsulti
:
giureconsulti presenti
il
modo
di giudicare.
danno
E quando,
pi tardi, rilevarono voci contro lo stato della^giurisprudenza, e se ne chiese la riforma, che dovea poi
compiersi nel secolo XIX, l'accusa che le si faceva era
esempio,
Machiavelli, dettando le regole della politica da seguirsi affinch lo stato prosperi, non fa altro
il
che
riferirsi
al
Livio lo espone, lo
la
PARTE TERZA.
276
anche in
altri
rami
di diritto.
Ne
offre continui
esempi
diritto
pre a base di testi romani e cos le cose continuarono fino a che non sorse la violenta reazione, cui
diede principio Beccaria, che nella servile obbedienza
alle leggi di Giustiniano trov la prima causa de' mali
;
lamentati.
141.
il
forma
comune, governava ora tutta la vita
giuridica. Gi si detto come, attraverso le consuetudini, si fossero insinuati ne' nuovi diritti non pochi
elementi barbarici, che non era possibile estirpare si
proprio
e
nome
il
di diritto
detto ancora
per corrispondere
ai
bisogni
si
detto finalmente
come
neva del
diritto
il
antiche
utile
il
consiglio di famiglia,
il
duplice dominio
la enfi-
teusi feudalizzata
277
fu
dizioni.
mano
fu,
ai
come
medio evo,
nel
ma
il
suetudini,
fu l'opera degli
indirizzo e scopo
risti.
Titolo Quarto,
Dalla
cio gli
pur
ma-
nifestarsi
qualche indizio
dirsi intorno
al
1000,
PARTE TERZA.
278
romano. La scuola
di
migliore, lo^trattava
fatti
dubbio, e
fu
iniziatori
gli
g'
Nem-
imperatori.
svevi soprattutto,
lo
1'
Anch'
essi,
favorirono
utilit
per
senza
ma
ci
loro
fini
dopo cio che il diritto romano stesso era tornato a studiarsi e a divulgarsi. I romanisti, dei quali
Federico Barbarossa si circondava, erano gi i succesfra i giureconsulti pi insigni furono
sori d' Irnerio
non meno guelfi che ghibellini Bologna, centro di quepolitici,
avversa che amica alla parte impeFederico II fini con avversare la scuola boloriale
gnese, e questa ci non ostante continu a prosperare
egli eresse quella di Napoli, e non pot tuttavia, per
quanto lo cercasse, metterla in grado di esser emula
dell' altra. Le prime universit non furono dello stato,
e ci basta a mostrare che non fu la volont imperiale la causa del rinvigorito studio del diritto romano.
Anche i comuni ne furono fautori: ma similmente lo
furono quando le scuole erano gi accreditate e frequentate, gi capaci, cio, di dare quei vantaggi morali ed
economici, ai quali aspiravano le citt che se ne facevano sede.
Eliminate queste cause, che possono dirsi esterne,
per spiegare il risorgimento meraviglioso dello studio
sto studio, fu pi
;
279
di
per
la soddisfazione di quei
si
di
forze,
diritto
sono quelle
comune, and
tanto innanzi, per diffusione ed efficacia, al diritto canonico e pi ancora a quello longobardo (n. 118). E que-
modo col quale il risora riguardo della istituzione delle scuole, nelle quali veniva impartito il suo
insegnamento, quanto de' metodi di studio e delle opere
scientifiche che ne furono il prodotto.
ste cause
medesime spiegano
gimento se ne
il
effettu, tanto
Capitolo
I.
Le
scuole di
di
diritto.^
ben conoscere
il
diritto,
avvolgeva, e venendo
allettamento al suo studio dai vantaggi, che praticamente se ne ritraevano; coloro che insegnavano nelle
antiche scuole di grammatica (n. 80), e meglio ancora
quei che professavano la vita forense, i cosi detti msi
modo
volgevano
in special
la
loro
quali
non erano
Fertile, 60; Salvigli, p. II, e. 16, 17, 18; Schupfeb, sez. II,
cap. 1; Savigny, t. I; Coppi, Le Universit italiane nel medio evo, 3' ed. 1886; Denifle, Die Universitiiten dea mittel Alter bis
iiOO, Berlino, 1885; Schupfbb, Le Universit, e il diritto, Milano, 1891,
*
tit.
II,
PARTE TERZA.
280
l'unico
mezzo
quanto pi valeva un maestro, tanto pi vedeva intorno a s crescere la corona de' suoi uditori, senza che da alcuna
autorit avesse incarico ufficiale d' insegnare e molto
per
meno
stipendio. Si
formava
cos
una classe
di
persone,
qua e l per l'Italia le prime basi di quelle che poi dovevano essere le universit degli studi.
Da prima non fu questo il loro nome. Nella origine si
dissero non altro che scuole; il nome di studio venne
dopo, e gi indica una qualche stabilit e notoriet
presa dalla scuola. Degli studi alcuni diventarono poi
e si dissero generali, e furono quelli che accoglievano
quanti volessero frequentarli, ancorch stranieri, e 1
dare
di
una
societ, che a
281
non esclusi i comuni stessi, quali allora si avevano. Infatti, come ogni altra corporazione, cosi lo studio aveva i propri statuti, fatti e riveduti da commissioni
zioni,
mente
aveva un capo,
cio
il
rettore, egual-
come
corporazioni avevano
le
entro s gruppi minori, fossero quelli delle arti inferiori rispettivamente alla maggiore, o fossero anclie le
divisioni del
vano
comune medesimo
si
ave-
simili associazioni
speciali,
appartenevano,
PARTE TERZA.
282
di diritto,
tanto nel
non
si
man-
come
ufficio
a s estraneo la direzione
di
quella cultura, che doveva essere immediata preparazione ai pubblici uffici. Da sua parte la chiesa non po-
tutto
fede. Quindi
si
spiega
come
le
pi delle universit, o
pochi privilegi.
Ne
esempio
si
rendevano dipendenti, e
si
acquistava
il
diritto di
si
davano
agli studenti,
avevano pure un
283
non
Infatti, se si
universit di Bologna,
che fu veramente la culla del rinnovamento degli studi
PARTE TERZA.
284
giuridici, e fu
il
si dif-
oscurit. Tuttavia
si
chiamano
Ampia
bibliografia speciale in
Schupper,
cit.
Jiechtsschule zu Bologna,
luor.
Ace. Lincei
origini della
YI, 1889; lo
Univ. di Bologna, in
stesso,
Studi
<
critici
Mem.
su recenti
1889.
^5
modo
non
comune
clie la loro
e dai principi,
scuola diventasse
il
cultura giuridica.
come
mutate le fortune delle due citt, il passaggio da Ravenna a Bologna di quanto tien dietro alla fortuna migliore, e fra questo anche della frequenza degli studenti,
onde una scuola sorge in fama. Il glossatore Odofredo
ricongiunge espressamente, come effetto a causa, la
prima origine
della nuova via presa dalla scuola di Bologna coir essere stati trasportati in questa citt da Ra-
venna
libri di
Giustiniano;
gli
scritti
;
dei
Ravennati
definizioni, opinioni,
Ravenna nelle glosse bolognesi; una tradizione voleva che Irnerio avesse insegnato a Ravenna, prima
che a Bologna; gli ordinamenti scolastici furono comuni
di
in
comune
la
1'
una e
scuole di diritto romano, per quanto studiato con sistema diverso. D' altra parte Bologna ebbe legami colla
PARTE TERZA.
286
satori
una leggenda dice che Irnerio, nei suoi primi
insegnamenti, ebbe a compagno Lanfranco (n. 82); ed
il metodo stesso, che rese celebre la scuola di Bologna,
;
glosse soprattutto
(n. 8C),
della
nuova scuola
studio bolognese
si
che Irnerio fu giudice ne* tribunali della contessa Mada questa dicesi che avesse eccitamento a fondare una scuola. Finalmente non si possono trascurare
tilde, e
le relazioni fra la
dica bizantina.
Anche
prime
leggenda
Chiappelli
en Toscane au
XI
L.,
gitele,
in
ttides
de droit roman
1896.
ma
ali"
2b7
influenza bizantina:
comune adombrano
tutte abbastanza chiaramente il fatto delle relazioni, che dovettero intercedere fra quanto v'era in Italia di scienza
giuridica orientale ed il formarsi dello studio bolognese. 11 fatto stesso che Bologna era nel paese dove
146.
Questi riallacciamenti,
le
clie la
di Boimpedi-
scuola
le
PARTE TERZA.
288
pratica,
piegarlo
la
era studiato
ma
non
giustinianeo, e
torn alle
si
si
il
diritto
fonti, al
romano
puro testo
di
conoscer
mente produrre
dere
il
logna.
diritto
Ed
e infondere nelle
menti
di tutti l'opinione
romano non
si
universale
il
desiderio e
il
bisogno,
caglia,
una
costituzione,
l'autentica Habita
(n.
113),
colla
nando
289
cuzione
stato necessario
appartenenti alla uni-
chiamare
versit, questi
suo maestro, o
tale scopo
aveva
il
il
diritto di
vescovo della
una speciale
citt, a cui si
principalmente ad assicurare un tranquillo e comodo soggiorno, furono dati dal comune, e in ultimo,
dopo che il contrasto co' romanisti fu cessato, se ne
ottennero altri anche da parte della chiesa.
147.
Cosi la scuola fioriva. Ed il suo esempio non
rimaneva senza imitatori, che fu causa ancor esso che
intesi
lungo
secoli XIII e
XIV
gli
studi di diritto
sempre con
si
molti-
vitalit,
nuovo impulso ai gi esistenti, sia formandosene de" nuovi. Talvolta avvenne che emigrassero da
Bologna maestri e studenti, per questioni col comune,
per epidemie o per altre simili ragioni, e andassero
nelle citt vicine, o in quelle che facevano loro offerte
migliori, per fondarvi od ingrandirvi lo studio. Alcuni
di questi, cos fondati, non ebbero durata, come fu di
quelli di Vicenza, di Arezzo, di Firenze: altri invece
prosperarono, come fu di quel di Padova intorno al 1222,
di quello di Siena un secolo dopo, di quello di Pisa
nel 1338, quando Bologna fu colpita da interdetto da
Benedetto XII. ^ Altra volta, invece, le scuole giuridiche erano istituite o restaurate dai principi, prensia dandosi
RoXDON'l, Ordinamento
fiorentino,
il.
Firenze,
B.
Calisse.
I.
19
PARTE TERZA.
290
s'
Bologna.
di
di stato
intende facilmente
Tale fu
o governa-
come debbano
es-
gli studi
pi antichi, cambiate
litiche in
mezzo
alle quali
le
avevano prosperato,
meno
finissero
ai
parificati,
XIV
rieri
$91
sono so-
Capitolo IL
1.-1
ILmetodo
148.
giuristi/
glossatori.-
scientifico,
tutta l'influenza
Di questi
tuzioni,
il
si
avevano
digesto,
il
alla scuola di
codice e le novelle,
si conosceva
chiamate literce.
litera vetus o communis o antiqua, la quale
Y era la
diversi,
comprendeva
Pisa
-^
tit.
II, e.
Del Vecchio
A.,
Di Lnerio
della
stor. giuridico, in
di Romagna 1893-9-t
E. Besta,
opera di Emerio, To1896; per pi ampia bibliografia quivi e Schupfer, 491, u. 63.
^ Sul testo delle pandette conservate
anticamente in Pisa fu
fabbricata la leggenda della loro scoperta in Amalfi, quando nel
1135
Pisani s' impadronirono di questa citt. Certo che erano
custo-
prov.
rino,
PARTE TERZA.
292
combinato su
digesto stesso
tempi
il
sta sia r origine della parola infortiatum, e che la suddetta opinione fosse quella che correva a Bologna, questo fatto stesso mostra che la divisione del digesto non
che grande ne fu
1'
autorit.
Furono portate a Firenze sul principio del sec. XV. Per le varie
opinioni e questioni v. ZdekaueKj SulV origine del manoscritto pisano
sua fortuna nel medio evo, Siena, 1890;
due sottoscrizioni nel ms. pisano delle pandette
giustinianee, Roma, 1891; BcONAMlCI, Sulla storia del me. pisano delle
Di una opinione del prof. F. P.
lo stesso
pandette, Bologna, 1890
intorno alla storia del ms. fiorentino, ivi, 1898; Patetta, SulV introdelle pandette giustinianee e la
lo stesso,
Xota
sidle
parti,
Savigny,
cit.,
YI, 117.
che
digesto,
perch
si
lo
293
all' uso
ma
quei determinati libri
fatta a
par che non possa meglio spiegarsi, che richiamandosi all'ordine degli studi stabilito da Giustiniano*
e rispettato per tutto il medio evo. Nelle scuole si dovevano spiegare dalla voce del maestro, durante i
e titoli
e questi
formarono
due primi
ti-
insieme la
cui manoscritti cosi
tutti
due parti e pi corretti e studiati, come s' intende ancora perch il digestum vetus fosse fra i libri ordinari,
fra quelli cio sui quali si facevano le lezioni ordinarie,
nelle ore mattutine, dai professori migliori. Ma i libri
che dovevano essere oggetto d' insegnamento non era
necessario che fossero i primi 23, bastando che tanti
se ne spiegassero fra i primi 36, ai quali si aggiunsero
gli altri due seguenti, per ragione di relazione di materia: di guisa che erano 38 i libri su cui l'insegnamento
obbligatorio poteva aggirarsi, e le loro edizioni, in confronto di quelle contenenti soltanto i primi 23 coi due
per
la ragione che
:
Costit.
PARTE TERZA.
294
ultimi tre libri,
invece
si
aveva
non
letti nelle
scuole; l'aumento
chiedeva
(n.
sistemazione.
113).
le
dove F argomento
lo ri-
11
medio evo,
tome Juliani:
Anche
fu quello
nel
ma
compendiato
di Giuliano,
V epi-
Non
Tutte queste
dice, le novelle,
113).
fonti, le istituzioni, le
componevano
il
pandette,
si
aggiungano
(n. 61) e
quelli
di
la
lombarda
diritto
il
co-
ra in
quel tempo,
co7;^zi5 ^X^^-^.^ed
(n. 87),
canonico
(n. 135). Jl
corpus
tre
prendeva tutto
codice,
le
il
resto, gli
cio
del
perci,
della
149.
Su_questi testi
si
esercitava
lo studio dei
giu-
reconsulti bolognesi,
e loro
la
derivazione
295
della scuola
giuridica da
che
si
nome
il
di
glossatori
la
prima volta
il
metodo
di glossare
testi, che,
pur
tacendo delle glosse fuori del campo della scienza giuridica, si gi detto che esse furono gi usate per le
opere tanto delle scuole del diritto romano (n. 89),
quanto di quelle del diritto longobardo (n. 86) ma per
la prima volta si adoperarono allora le glosse per la
diretta intelligenza delle fonti romane, e tale ne fu
r impiego da trarne tanto splendidi risultati.
In origine la glossa, sinonimo di verbum, Imgua,
vox, non era che breve spiegazione di una parola difficile ad intendersi, mediante altra parola corrispondente qui il punto di unione fra la scuola di grammatica e quella giuridica. I giuristi per andarono pi
oltre, perch fecero servire la glossa, pi che a dilucidare vocaboli oscuri, a rendere piano e intelligibile
a tutti il senso di una legge, di un principio giuridico,
di un passo qualsiasi del testo, senza tuttavia farne
un commento propriamente detto, perch, nel suo pi
modesto scopo, la glossa, almeno in origine, si fermava
alla letterale esposizione. A questa duplicit di carattere corrispondeva anche una doppia forma della glossa,
che quella diretta a dar la spiegazione di un vocabolo,
essendo brevissima, si poneva sotto il vocabolo stesso
cui si riferiva, fra le linee del testo, e si diceva glossa
interlineare : l'altra, pi lunga, si scriveva a fianco del
passo che interpretava, sul margine, ed era perci detta
;
PARTE TERZA.
206
glossa marginale.
nome
od altro segno convenzionale, con lo scopo di tener distinto da quello degli altri il proprio lavoro. Imperocch la glossa, nella sua forma progredita, giunse a
contenere quel che di meglio essi sapevano conchiudere
dai loro studi e quanto esponevano nelle, loro lezioni,
onde il sistema in queste tenuto fin col passare, in
compendio, nelle glosse, che ne furono allontanate dalla
semplicit del loro primo carattere. Alla letterale interpretazione del testo si aggiunse, per renderla completa, l'esame delle varianti^ che poteva esso avere
nelle diverse edizioni;
paralleli, con
si
il
confronto con
luoghi
una medesima
potevano confermare o dilucidare il
questione giuridica,
si studiava
punto che
zioni discordi,
fece
si
vedeva
antinomie po-
samente
la
fu condotta a
le
Quando
del digesto
150.
si
Be regni is
La_scuola dei
iuris.
297
datore della scuola fu Irnerio, lume di tutti i glossatori succeduti, dai quali perci fu onorato col titolo
pagno dei
scienza, e per
alle
il
numero
di uditori
a cui elev la
che seppe trarre
la pratica,
avendo
uffici.
alle
ma
r uso
Somma
al
codice
ed alle istituzioni, la quale super tutti i somiglianti lavori gi fatti, e si riput necessaria non meno che il
testo stesso del corpus iuris, tanto che per essere accolto nel collegio dei
tra
forensi correva
il
in
gran fama,
sostenne pubblici
sua
della
citt,
uffici,
in quest'
anno
opere sono
specialmente
di
ambasciatore
e al
PARTE TERZA.
298
(n. 113),
per
l'
almeno
sue
volume
(n. 148), le
somme
somma
ai libri feudali.
somma
di
Azone
e fu
il
nel 1192. Di Burgundione, morto nel 1194, si tiene memoria perch, avendo acquistato, coir andar pi volte
a Costantinopoli, conoscenza del greco, dette la tradu-
An-
ed insegn a
Bologna, e dopo quarantanni d' insegnamento si ritir
a vita tranquilla, per ultimare la sua glossa. da porsene la morte intorno al 1260. Questa glossa, che distinta
da tutte
le altre
iaria, la raccolta
le
pel
nome
di
compendiata
Accursiana o ordi-
e sistematica di tutte
somme ancora
di
e degli altri
299
duta.
in ci
appunto
la
ma
le fonti
opinioni diverse,
i
bisogni
la
da osservarsi che
come
Ma
poter dare un
giudizio sicuro sull'opera dell'Accursio, tanto perch
occorrerebbe, per farlo, la conoscenza piena delle fonti,
d' altro lato
difficile
PARTE TERZA.
300
di
lo
pi
il
per
lo
si
fecero
ancora,
ma
prive
figli
stessi
di Accursio,
Summa
artis notarice,
tato
Rolandina
cos
eccellente
come
da
lui
detta
penalista, tanto
nella pratica,
sua opera, che ne fu il risultato, intitolata Be malefciis. Acquist fama anche Guglielmo
Durante, detto Speculator, grazie alla sua opera Speculum iudiciale, vasta ed ordinata esposizione de' sistemi processuali. Gli altri giureconsulti sono tutti di
minor nome, e a^siuw>la, da Accursio in poi,^rain piena
decadenza. L'opera dell'Accursio stesso ne prova, che
essa non fu la prima causa, ma fu invece da principio
r effetto dell'aver la scienza perduto la sua antica vige-
quanto per
la
fu
venuta
301
tempo
usato,
aveva dato
Il
basta ricordare il sistema che si seguiva per conoscere quale opinione, fra quelle radunate sopra un
punto da Accursio, dovesse tenersi per vera: partendo
dal principio che l'opinione di Accursio dovesse prevaci,
modo
si
si
poteva
in altro
tima, a
ovvero non
si
trovasse,
l'
PARTE TERZA.
302
gliare.
in
Roma, dopo
lo
dovevano esser tenute ed osservate come leggi generali, cio che tali si dovessero le costituzioni stesse ritenere, quando fossero state proposte in senato, o avessero il nome di editto, o vi si dicesse che ad omnes
fiorito
dovessero vincere
La scuola
per
lo
dei
glossatori
il
diritto di Giustiniano.
Ma
tal
era pienamente adatto alle condizioni ed agi' interessi del tempo ? No, certamente quindi Tabbandono
diritto
interpretando,
traeva
1"
lo
ai
abbandono stesso
Cod. Justlu.,
I,
u,
in appresso.
3.
2.-1
152.
l^a
303
commentatori.*
nella
la necessit
di
non
del diritto
il
metodo
dialettico o
logico,
il
quale, gi
essendo antiquato, non pot dare che frutti di decadenza, per quanto si cercasse di celar questa coli" arcio coir abuso delle forme esteriori del raziociQualche traccia se ne ha gi negli ultimi glossatori,
tificio,
nio.
sul
La polemica
1881
contro
legisti dei
Vidalin, Battole
et
ha
si
eec.
hanno monografie,
pag. 515.
in
Arch. giurid.
>
Schlpfeb,
PARTE TERZA.
304
poich
s'
un periodo
]\Ia
i
di lento
passaggio
dall'
le
due scuole
traendone pi o meno logicamente conseguenze, facendo casi ora strani, ora insolubili e sempre sofistici,
creando obbiezioni per lo scopo di aver materia al discorso chi meglio ci faceva era pi riputato, e meglio
credeasi che approfondisse la scfenza. Ed invece^da
questa era un discostarsi sempre pi perch, in tal
sistema, si teneva come verit quello che risultava
dalla combinazione artificiale del ragionamento, senza
pi curarsi, non che della corrispondenza colle fonti legislative, ma neppure del sano criterio giuridico.
Ed anche esternamente i segni della decadenza si
appalesarono subito. La prolissit invade tutti gli scritti
dei giureconsulti, non meno che le lezioni degl'insegnanti, donde l'altro male che non si aveva tempo a
;
il
professore.
il
facili, in difficili
ne consegu
la
eloquenza
non
si
305
di tali
mai trarre
l'
autorit.
formano
altro di
Le
nuovo
citazioni dei
nomi
delle
opere altrui
Anche in ci gli ultimi glossatori precedetnuovi giuristi. Presso quelli gi si era venuto
introducendo l'uso di tenersi per vero quanto altri,
che avesse acquistato autorit nella scienza, aveva asgiudizio.
tero
che
si
si
si
con la consuetudine. In seguito per le cose peggiorarono ancora. Imperocch per Accursio vi poteva ancora
essere una giustificazione, stante che l'autorit riconosciutagli era conseguenza dell'avere egli riassunto tutto
il lavoro dei glossatori, i quali essendo stati maxima?
scientice et aiictoritats viri,
non
si
presumeva che il
non come per
Calisse.
I.
per dichia20
PARTE TERZA.
306
rarlo con una propria opinione, avrebbe mostrato di pretendere di sapere su quel punto pi di quanto ne avean
saputo gli antichi maestri, e questo, in tempi di decadenza, non era cosa da potersi pi ammettere. Ma poi
si pass a dare la preferenza, gi data solo ad Accursio,
anche ad altri giuristi: por esempio, in qualche statuto
diceva che, quando fra due glosse di Accursio si trovasse contraddizione, allora doveva accettarsi quella
di esse, per la quale si era dichiarato Dino. Molto pi
si
aggiunga che questo accettare opinioni o dell'uno o delaltro avveniva spesso per ragioni per nulla riguardanti il diritto, e perci non poteva che accrescere
ancora di pi 1' allontanamento della scienza dai suoi
sani criteri. Ne deriv infatti quel sistema che si chiam
l'
della
comunis opinio,
e pel quale
si
presumeva che la
numero
rale che al
controversie
medesimo sistema
si
dessero
gli
avvocati,
non altrimenti si faceva nella scuola, non ad altro oramai destinata che
a preparare causidici, e dove altro oggetto non aveva
l'insegnamento che ripetere quanto da altri prima, e
spesso in miglior modo, si era gi detto.
Il diritto romano offre anche su questo punto una
significante somiglianza di eventi. Quando fu divenuta
307
troppo abbondante, sebbene splendidissima, la produzione giuridica, anche in Roma si cerc la verit nella
piniano. Cos in
allora
tempo
di
vedono corrispondere, nei due periodi storici, i meil che, per vero, un ammaestramento
effetti
per la giurisprudenza pratica di oggi non molto lusingliiero, in quanto anche oggi tesi legali e sentenze si
sostengono, molto pi volentieri che col ragionamento
si
desimi
Se
essi
trovano tanti
si
quanti ne sono stati qui sopra enumerati, non conviene per credere che non abbiano
difetti,
La
societ
medio evo,
si
spogliava
di tutto ci clie
era
il
PARTE TERZA.
308
tempesta, che si moveva contro tutte le istituzioni medievali, a cominciare dall'autorit politica della chiesa
e dair impero sino agli usi della vita privata
e con
:
accrebbe certamente l'opposizione che, sotto altri lati, i giuristi di allora era ben giusto che trovassero nella societ pi civile. Si deve inoltre osservare che le condizioni del paese non erano pi, come
per r addietro, favorevoli ai giureconsulti ed in geneci
si
rale
agli
studi
la
sostituzione
delle
tirannie ai go-
perch
nico,
il
glossatori
studio,
309
e quindi sarebbe
r attenzione dei nuovi giureconsulti,
avviamento ad un diritto pro=5tato vano sperarne l'
invece, sia pur
priamente nazionale. I commentatori
giuridica, e che
acutezza
minore
di
dotati
che fossero
proloro sofismi e colle interminabili
m-ombrassero coi
lissit il campo della
opere
di tali
var modo
le le<^-i
di
volta
mettersi in armonia, per la prima
romane
riche7canoniche
ossia
si
barba-
feudali,
diritto, di cambiare
ficamente dal vecchio un nuovo
che fino ad allora era
quello
italiano
diritto
in
cio
inesclusivamente romano. questo che deve
stato
la pratica,
si suol dire che, mediante
di splencommentatori hanno avuto dei momenti
alla
anche
s'innalzava
loro interpretazione
tendersi quando
i
dore La
poich il diritto romano
creazione di un diritto originale,
condizioni della nuova soalle
adatto
sempre
non era
lo riducevano con nuove teociet, ed essi tuttavia ve
furono importantissime, e
quali
delle
rie non poche
istituzioni giuridiche, che
nuove
formare
a
vennero
con ci s' intende annon si sono pi abbandonate. E
scuola, sebbene
questa
di
giureconsulti
cora come i
ottenuto tanta
scientificamente in decadenza, abbiano
ma qualunque
i glossatori,
goduto. Le loro
mai
ha
non
altra scuola
da
il loro metodo era
opere facean testo come legge,
pi
paesi
nei
ma
Italia,
in
solo
tutti seguitato, e non
autorit, quanta
di
civili d'
155.
non
solo
giuristi
Europa.
^
, ..
doveva, e non del tutto a
11 metodo, che poi
PARTE TERZA,
310
mos
si
disse precisamente
il
costume
italiano,
italicus.
le
311
l'iconoscenza di tutto questo, e non per incarico esplicito che ne abbia avuto, Bartolo inser nel corpus iuris,
come undecima
Lussem-
(n.
di diritto
non
113).
Ma se
dissimili
per
la
forma e
lo
qua-
le
piega di nuovo
come mostrano
sulle
animato da spi-
viva-
di concetti,
cit di esposizione, e
altri, la
un
trasformazione che gi
diritto
conforme
ai
si detta
tempi, e su
si
dissero
mos
ornamento
il
metodo ne
fu dappertutto accolto
come
non
non
si
PARTE TERZA.
312
riano e Bartolomeo Socino senesi, Filippo Decio, Giasone del Maino. Ma_ intorno ^ questi ultimi e ad altri
splendeva in
gi
Italia
mantenere an-
denza dominante.
3.
156. __
lia
Gii
Quando, dopo
quel movimento
il
umanisti.^
si
romano
risti Y.
et
les
di diritto
giurecon-
1863 Hach, Cujns, les GloaBartolistes, Paris, 1883. Per mouografie sui vari giu-
sateurs
nome
ScHUPFEB,
cit.,
umanesimo,
313
giuristi
si
caduta dell'impero
tanto
di oriente
avea
si
era abusato:
fatto
la
rifugiare in
Italia
italiana, dovette
loro oggetto
storia,
le
ricerche sull'antichit, la
andarono incontro
filosofia, la
avviamento diverso.
TAUTE TERZA.
314
Di questo fatto
tempo.
ebbero
si
da quando
per
rava
;ElLn
ai giuristi
si
rimaner troppo
il
al di sotto della
specu-
loro interessi.^
Non
li
risparmiava Pe-
consumando tutta
stessi creati
il
diritto,
da loro
gli
giurispru-
ma
studi di pi elevata
Filelfo, e
cultura.
Non
altrimenti opinava
di studiare
il
diritto ro-
stato, piut-
ma per
si
gu-
compariva
lo
apo-
De
De
vionarch., b. II,
geneal. Deor.,
e.
XIV,
11.
4.
315
nome
eleganza letteraria
con ci aperta
per portarvi la riflessione critica ed indipendente anche per lo studio del diritto, il quale da ci viene posto
sopra una via del tutto per lo innanzi sconosciuta.
157.
E invero si hanno subito nuovi fatti che die dell'
amore
all'
antichit
ma
dell'
la via
mostrano come
tichi. Uii^ secolo
si
innanzi
migliori ingegni
aborrivano
nutrito di tutti
di letterati,
che studiano
_j;utta
libri giuridici
una schiera
baster citare
romano
PARTE TERZA.
316
del diritto romano, nelle cui leggi diceva che era riposta tutta l'efficacia della lingua latina. E tratto da
questi suoi studi, egli era giunto a concepire il disegno di fare una recensione delle diverse lezioni dei
e comporne un testo unico
manc la vita, innanzi che potesse
portare a compimento il lavoro.
La correzione dei testi, fatta con ben pi vasti crilibri del diritto
emendato:
teri e
i
ma
romano,
gli
glossatori, fu
ma si cerc di conoscere
poteva di giureconsulti precedenti Poliziano stesso fece conoscere per primo la parafrasi delle
istituzioni di Teofilo, Valla conobbe ed utilizz le sentenze
frammenti
di Paolo, dal breviario di Alarico si trassero
di Gaio, il codice teodosiano si mise a confronto con
quello giustinianeo, e cos si venivano esplorando tutte
le altre fonti, delle quali poi furono fatte edizioni lungo
il corso del secolo XYI.
Gli studi dovevano sentirne grande vantaggio, oltre
che per la maggiore sicurezza e chiarezza di ci che
era loro fondamento, anche per la estensione che ebbero maniera di prendere: in quanto che non si fermarono pi al diritto privato, ma, spaziando sulle
tenti ai libri di Giustiniano,
quanti pi
si
come ogni
di servire
principalmente
alla Piratica,
ma
l'altro pi
Sl'y
avevano
antichit.
glossatori
il
loro
alla ricerca
letteraria,
puramente
ma pur
mentre
glossatori
si
compilazioni.
le loro
Questi
caratteri, che la nuova scuola, inaugurata dagli umanisti, ebbe come segni distintivi dalle
precedenti, si trovano ben determinati per la prima
volta nelle opere del giureconsulto, la cui comparsa
segna il punto di separazione dalla scuola dei com158.
mentatori. Questi l'Alciato. Nacque nel 1492 in Alzate, presso Milano, coltiv gli studi storici e letterari,
e questi volse a far
comunis opinio,
ma, il commento
progredire
diritto.
il
la prolissit e la
Combatt
la
opponendo
la
del linguaggio,
tutto
il
il
diritto, in
distintamente
sistema
modo
le parti,
di
di
ma
nel
tempo
stesso scoprire
tali,
per
le
PARTE TERZA.
318
mata, nelle quali tutte mirava sempre al raggiungimento della meta prefissa. L'Italia lo perde presto, perch nel 1518 fu chiamato ad insegnare ad Avignone, e
da ci avvenne che ei trapiantasse il nuovo metodo in
Francia, dove ebbe sviluppo rapido e luminoso.
In Italia non accadde altrettanto. L'Alciato ebbe
certamente seguaci di valore, ma furono pochi: Scipione Gentili (1563-1616), Lelio Torelli, a cui si deve
pandette fiorentine nel 1553; Emilio
da Colle, Turamini senese, Giulio
Pacio e qualche altro. I pi, quelli che costituivano ancora la classe dei giureconsulti, seguitavano nel vecchio
indirizzo, e combattevano il nuovo. La causa principale
di questa loro tenacia era sempre quella dello stare
intenti a giovare sopra tutto alla pratica, la quale non
poteva d'un tratto rinnovarsi da quanto era antica tradizione delle scuole e de' tribunali. A questa si possono
aggiungere, come cause secondarie, la reazione, che nei
giuristi doveva aver provocato il disprezzo esagerato,
col quale li avevano trattati gli umanisti, ed il sospetto,
che tutte le novit allora portavano con s, di essere
cio collegate col movimento protestante, onde avevano, se non decisamente contraria, certo diffidente almeno la chiesa romana. N si deve in ultimo trascurare
r osservazione che il sistema, da tanto tempo seguito e
diffuso dall'Italia in tutta Europa, aveva assicurato ai
giuristi la supremazia su tutte le classi sociali, e dava
loro il mezzo, nella qualit di forensi, di poter lucrare
col mezzo della scienza: poteva venir paressi accolto
la edizione delle
Ferretti,
Ippolito
319
mos
quale, se
italicus
insomma, per
la
si
nose, dirette all'applicazione pratica dei principii giuridici, mediante regole fisse pi che con ricerche dot-
Perci
trinali.
si
regole, ridurle al
ritenere
per
il
che finiva
il
diritto
meglio diventava un'arte, di cui s'imparava meccanicamente 1" uso, senza intendimento n possibilit di rin-
novarla
e farla progredire.
commenti, furono
secoli
XVI
Come prima
in voga, in questo
le
glosse e poi
nuovo periodo
dei
si
riassumevano
principii
giuridici, e
sate, in
forma
di
sentenze,
le
Con-
mularia,
le caictelce
ritto
gli
specula,
le
observationes practiccp,
rano
Non
ostante
ai giureconsulti
di
si
rimprove-
PARTE TERZA.
320
roiio
senza
per ad
utilit
commenti,
e le novit considera
non conMenoc-
il
Theatrum
veritatis
il
un ragionevole progresso,
il che
conservasse a lungo considerevole il cardinale Mantica (1584-1614), Domenico
Aulisio, Merendo da Forl con altri ancora di nome minore, furono anch' essi giureconsulti che usciron fuori
della schiera comune dei pratici. N devono dimenti-
lastiche ed aperto ad
gli
si
le
forma
umanesimo. Fu migliorata
gli
scrittori
32
di materie giuridiche
all' autorit dei dotti s mantenne rispetto, e si continu a farne uso, ma senza che
ci impedisse la libert di esaminare e di appigliarsi al
partito che pi pareva ragionevole: non si lasci lo studio minuto dei casi n dei singoli passi del diritto romano,
ma si venne pure ad iniziare la sintesi, e monografie e
trattati furono frequenti nelle opere giuridiche di questo
tempo. Anzi il rinnovamento portato dagli umanisti negli studi del diritto, e continuato per le grandi ricerche
:
fin
il
senatusconsultis , espone
il
terzo, de legibus
pubbliche istituzioni civili e penali, a tempo del governo repubblicano e dell' impero. Questo era un avviarsi decisamente a studiare
et
le
il diritto romano sotto un nuovo aspetto, filosofico anche e sociale, da poter esser utile al diritto nazionale,
come mezzo pel suo perfezionamento, e non pi come
fine a s stesso. Tale indirizzo proprio anche delle
opere di carattere giuridico di G. B. Vico, quantunque
egli si elevi maggiormente verso le ragioni generali o
filosofiche del diritto. Ma se questo si veniva cos sempre meglio svincolando dalla cieca reverenza al testo
M.
-B.
Calissf,
21
32
PARTE TERZA.
forme
lato la speculazione
sistemazione
di
zionale italiano
rito
preciso risultato,
come a
propri
i
che cos avvenisse fu conseguenza necessaria
del voler essi a tutte le applicazioni della vita, a tutte
le questioni pratiche trovare i principii giuridici e le
risoluzioni pronte col sussidio del diritto romano e di
tutto il vasto materiale, che vi si era formato attorno
studi.
Ma
dal
ma
solo aiutata,
scientifico
si
adatto per
le
italiano.
Il
giuridica.
diritto
Il
romano non
solo
non
si
accett pi
non
solo
si
di Giustiniano, e
che
il
diritto
romano non
ciente, e che se
nuovo, che in
servasse il valore di diritto comune o sussidiario, ma
che pure essenzialmente ne differisse, abbandonandone
da un lato quanto non fosse pi corrispondente alle condizioni tanto diverse della societ, e dall' altro supplen-
sociali.
323
TAveranio (1662-1738) cuiaciano, che scrisse le Interpretationes mris, e il Richeri, autore della Universa
civilis etcriminalis iurisprudentia,^Mhh\\cdiid,nQ\ 1774.
Ij)ratici bartolisti tenevano per sempre il campo
ma
oramai nuovi orizzonti si mostravano, e un segno notevolissimo se ne ebbe anche nell'opera che scrisse il
Muratori Sui difetti della giurisprudenza, dove le leggi
romane, quali allora erano intese, sono apertamente
combattute, come non pi corrispondenti ai tempi
:
mutati.
di
un
fu effetto
quella
comuni
dei principati,
stati europei,
avvenne un
universalit
la
sede era in
gli altri
paesi.
Italia, e
che
la
sua scienza,
di cui
di qui
si
tARTE TERZA.
324
ma
fu sog-
per questo,
ogni organismo dopo
come per
cosi
la decadenza naturale di
esuberante attivit, l'Italia anche nel campo delle scienze
giuridiche si pieg, per non senza contrasto, alla autorit straniera, e furono le scuole francesi, olandesi, tedesche quelle che vennero a contrastare il primato alla
160.
Al
-- Gli stranieri.
diritto
cacia di diritto
si
4.
riconosciuta
d' Italia.
avevano
paesi che
mantennero
effi-
Quando
l'antico
modo
di eccezione, accogliendolo
diritti
le
e a
barbarici do-
neppur mancando
di
esser
Ma
nei paesi
il
il
diritto ro-
proprio carat-
romano
studi in Italia,
stata dalle scuole di leggi.
Da queste
esso fu trapian-
325
il
diritto
romano, sulla
ne veniva,
fu rimesso in
onore per altra via, e per disposizione cio del potere
sovrano
cos accadde in Spagna, dove fu richiamato
dall' Italia
romano avesse efficacia di legge imperiale, consideranil nuovo impero come continuazione dell'antico. Di
dosi
pi, e principalmente,
il
diritto di
Giustiniano
si
dif-
popolari nei tribunali e nei consigli delle pubLa camera imperii, ossia il tribunale
ai giudici
bliche autorit.
supremo dell' impero, nel 1495 ebbe appunto l' ordinamento che i suoi membri dovessero essere per met
dottori, e dovessero applicarvi
diritto
comune: con
ci
il
il
diritto imperiale e
il
romano
Il
stato oggetto di
mania
romano
in
i
Gerprin-
SCHMIDT, Die Reception dee rum. Recda in DeutscMancf, RoModdekmann, Die Reception dee rOm. Rechts, Jena, 1875
stock, 1868
cipali
PARTE TEKZA.
326
Da
questi
seguiva
fatti
clie,
ma con conseguenza
non dissimile, la ripetizione di quanto era
gi avvenuto al tempo delle invasioni barbariche. Allora dai popoli germanici era portato in Italia il diritto barbarico, che quivi veniva a porsi a fianco del diritto romano, che vi era vigente ora, per la medesima
mento,
avesse
si
in
modo
diverso,
in sostanza
strada a ritroso,
manici, e quivi
di
modo che
trecciano, e
il
diritto
romano passa
il
diritto
romano, quale
s*
altri paesi,
s'
introduceva
liana
le
ed usavano
e poi
metodi
di quelle italiane
commenti furono
nioni di Bartolo gi
alla legge
in
si
Spagna
accolti
detto
le glosse
da per tutto;
prima
le opi-
mania
si
propri delle scuole sottoposte all'influenza degli umanisti, consisteva in sostanza nel!' applicare al diritto il
sussidio
delle
scienze
Karlowa,
storiche
e filologiche e purifi-
327
era
adoperato,
il
mos
italicus,
cos
mos
galUcv.s
al
primo
si
ma
torit che vi
la quale, quivi
romano progred
tant' oltre,
che
si
ricomposero,
di alterazione e
soppressione fatta
nella compilazione giustinianea, molte opere dei giureconsulti classici. Intorno a questi si aggirava V ingegno e l'opera di Cuiacio, in quanto che egli partiva
dal concetto
di
Giustiniano fosse
la
gli antichi
nuova vita per lui, che ne cerca i frammenti, li ricompone, li commenta. La sua opera maggiore quella
dei XXYIII libri ohservationum atque emendationum.
Non altrimenti avevano fatto i glossatori. Ma questi si
PARTE TERZA.
828
veste giustinianea
ritrova
si
va pi
il
diritto
ne scapit
ma
la
mezzi migliori
in l, e sotto la
dommatico o positivo
indagine su
di esso rivolta
coir intento storico progredisce alacremente, ed perci che nella scienza giuridica la scuola cuiaciana rappresenta un periodo di straordinario splendore. Soleva
dirsi che se il diritto romano si fosse in ogni altro luogo
perduto, sarebbe bastata la scuola francese a conservarlo e farlo riapparire luminoso nel mondo.
Cuiacio, infatti, fu fondatore di una scuola. Non gli
mancarono oppositori, e non poteva essere diversamente, giacch i cuiaciani si ribellavano contro secolari tradizioni, e non portavano utilit diretta ai bisogni della pratica. Erano, pu dirsi, idealisti, e perci i
pratici trovarono, come sempre, la via facile ad attaccarli. Pur lasciando ora l'Italia, dove i bartolisti,
come si detto, continuavano a dominare, in Francia
furono oppositori a Cuiacio due grandi giureconsulti,
modo da corrispondere
ma
secondo un concetto
quanto che il Donello voleva
che a quest'interessi si adattasse il diritto romano,
analogamente a ci che facevano in Italia i bartolisti ;
r Otomano invece proponeva che si abbandonasse il diritto romano, e si formasse un nuovo diritto nazionale,'
Tuno diverso
ci fecero
dall'altro, in
traendolo dagli elementi costitutivi della societ francese, come ancora da ci che potevano dettare la scienza
filosofica e la esperienza degli affari. Ernesta fu la idea
che alla fine trionf. Ma non per allora, che in quel contrasto la vittoria rimase a Cuiacio, che ebhe una splen-
329
maggior fama
162.
fico,
per
il
Non
fu avvolta la Francia, ma pi pel consolidarsi del sentimento nazionale, che cercava di manifestarsi anche
nel campo giuridico con un diritto suo proprio, abban-
donando perfino
se ne videro in
Il^omat (1625-1696) scrisse in francese la sua opera sulle Leggi civili nel loro ordine
naturale, e formolo del diritto un sistema, tratto non
ebbe
la Francia.
(1699-17'72),
ciani, coir
novum
moderno francese
Pothier esercitasse
influenza sulla compilazione del codice di Napoleone,
che pu dirsi l'ultimo risultato di questa lotta contro
i cuiaciani, cosa notissima.
il
diritto
di
dipendenza
fiorire delle
gli
quali ottennero
fama universale,
e superarono quelli
per chiarezza di metodo, per proesposizione, per aver ben congiunto gli studi
priet di
diritto
locale.
PARTE TERZA.
330
Furono
detti
hirisconsulti
elegantiores.
h^
scuola
olandese pu riannodarsi fino con Ugo Grozio, il fondatore del diritto internazionale. Ma, per gli studi pro-
priamente del
il
di
commentari
alle
pi
comunemente
adoprati,
ma
nir trascurati.
si devono pure importanti monografie
devono poi in particolar modo ricordarsi
Agli Olandesi
storiche, e
rio
altrimenti,
aveva avuto.
Dopo r Olanda, venne la volta della Germania nel primato delle scienze giuridiche. Anche in Germania si
era diffuso Y umanesimo, che aveva avuto nella riforma
anzich un ostacolo, come era accaduto in Italia, un
impulso a propagarsi. Gli effetti ne furono non diversi
da quelli che se ne erano avuti in Italia, che ne venne
diminuzione di fama pei giureconsulti pratici e dialettutto lo sviluppo che fin allora
tici,
reazione
al
il
Germania a voler
carattere di straniero; Si
la critica; si
togliere al diritto
romano
diritto
331
com* era accaduto in Italia, in Francia, in Spagna. Questa tendenza ebbe nel Carpzovio e nel Conring i suoi
pi validi sostenitori; avendo
il
primo fatta
l'esposi-
diritto
tedesco
De
ori-
movimento scientifico non grandeggi in Gerjnodo da superare quello degli altri pa^si,
se non dal principio del secolo XIX, parallelamente^ al
risveglio del sentimento nazionale, dopo la compresPei'
mania,
il
in
sione napoleonica.
Il
secolo
XIX
il
tempo
de' grandi
Parte Quarta.
EPOCA MODERNA.
163.
e la
tempo antico, quando, cessata la esuberante produzione della giurisprudenza e della magistratura romana, si sent il bisogno del raccoglimento, e
periodo di
luogo
s'inizi, in
ed ordinare
il
di
produrre,
il
gi prodotto.
Neirun periodo,
infatti,
come
nell'altro
ha molte-
si
loro co-
giureconsulti coi
mantenute
in
vigore,
campo
del
romano quello stesso imbarazzante e inestricaammasso di materiali giuridici, che si rinnov sul
diritto
bile
mente vigevano
e s'intrecciavano
diritti
comuni,
le
sapeva
indirizzarsi,
il
giudice
rimaneva dubbioso,
333
POCA MODERNA.
il
confronto,
opinio
(n. 153),
si
ciucila
dall'autorit cio di
italiana
Vittorio
vi
si
ovvi,
Amedeo
II
e tutto
il
il
contraddittorio,
modo che
prevennero l'opera
Roma,
come
gi in
codici,
-Legge
del 1774.
PARTE QUARTA.
334
cessivi gradi,
svilupparsi e perfezionarsi,
innanzi di
Il
le quali,
(n. 124),
siffatti,
perch,
ammettevano
mente
il
n privilegio, n qualit
di persona, n
una speciale disposizione
di legge, possa recarvi, non che mutazione, ma neppure momentanea sospensione della loro efficacia.
diritto locale,
EPOCA MODERNA.
335
al
moderna.
E questa
tunque
la si tentasse,
di
raggiungere
il
pro-
il
Capitolo
165.
1.
Le
La
scuole giuridiche.
umana, debba
gli
I.
costituire
un
comune per
tutti
NiER,
Salvigli, p.
De
II,
e.
23; Schupeer,
Vinjluence de la philosophie
lib.
le
Lermi-
la legiala'
PARTE QUARTA.
336
sempre avuta. I Romani poun altro diritto quod naturatio Inter omnes homines constituit: e di questa
nevano accanto
ralis
si
al civile
il
carattere tutto
esempio,
tion et la sociahilit
ques
et
Bologua, 1898.
e poeititw,
337
EPOCA MODERNA.
in
Roma
rimedi alla propria decadenza coir accrescere il dispotismo e spegnere gli ultimi residui delle libert ed energie individuali.
die in quello gi
zione
ma
in
si
modo
il
diritto naturale
sub
recte
e
pu lecitamente privarsi
tiranno,
poneva come
di Siviglia,
re,
Donde
si
vede
lo
possibile, e
si
RoT., 319.
M. B.
Calisse.
22
ma-
PARTE QUARTA.
338
l'
natura
uomo, e
di
la
si
vette anche
lo
un
di
diritto superiore, in
il
trovare in et lontana,
fin
dal priTicipio
del rinasci-
mento.
Si
POCA MODERNA.
gicamente congiunti
coi
primi,
339
giungono a principii
avean posto.
deve annoverarsi Giambattista Vico
(1670-1740), ingegno originale e indipendente, n adatto
al tempo e al luogo in cui visse, e che perci non lo
conobbe. Egli nella sua opera De uiiiversi iuris uno
principio et fine, completata dall'altra sui Principii di
scienza nuova intorno alla comune natura delle nazioni, ricerca e dimostra l'esistenza di un diritto eterno,
del tutto contrari agli altri che questi
Fra
tali scrittori
umane
vicissitudini, che
si
svolge
medesimi ritornanti, in
vii't di una forza che regola tutta quanta 1" umanit.
11 germe dunque di un diritto naturale, da cui trarre
le norme di una giustizia universale, gi si trova in
Vico, e ne prova anche il fatto che, quando la scuola
del diritto naturale si fu sviluppata, sulle sue opere
per
cicli storici,
sempre su
stuma quella
gloria che
il
studio, e gli
fu
data pogli
aveva
teso
dalla quale la
di ritorno, e
religiosi
vano
il
PARTE QUARTA.
340
nesio (1550-1608),
il
quindi,
quale, vissuto al
tempo
delle lotte
ad
il
quale
si
considera come
Ricercando, per giungere al fine, di combattere la ingiustizia e la frequenza delle guerre, qual fosse questo diritto, egli lo trova nei dettami della retta ragione,
conosce se V operar dell' uomo sia in corin discordanza colla legge naturale, se
sia quindi giusto o ingiusto, e perci se sia ancora da
Dio, come autore della natura, comandato o vietato.
DLfroi^te a questo diritto naturale vi , come sua deri-
pei quali
si
rispondenza
vazione,
il
diritto civile,
la sua forza, e
EPOCA MODERNA.
341
ancora
col
diceva che, se
si
lo stesso
Grozio
egualmente vera
immutata.
Di__maniera che, venire da questi principii alle con-
seguenze che
luogo di Dio
la
e tali perci da essere immutabili ed univerche qualsivoglia istituzione sociale non dovesse
conservarsi se non corrispondente a tal diritto, e che
in caso contrario dovesse farsene distruzione per mezzo
anche della rivoluzione; il trarre tutto questo dai principii posti, sia pur senza coscienza di tali conseguenze,
da Ugo Grozio, non era pi se non un lavoro di logiche
deduzioni. E di questo s' incaricarono gli scrittori a lui
umana,
sali;
succeduti, e in
167.
modo
L^ filosofia
speciale
filosofi
allora, tratta a s
quanto fosse
anche di questo cercava la rinnovazione, e la proponeva sulla base del diritto naturale, ricostruendo il tipo
deiruomo primitivo, libero da quanto la societ gli avea
posto artificialmente intorno, e cercando in tale stato
di natura i suoi sentimenti e bisogni, per comporre su
questi il nuovo diritto universale.
Rer_^rocedere a tale ricostruzione si pose per criterio la osservazione dei fatti. Si esaminano le varie
PARTE QUARTA.
342
non
si
tiene conto di ci
che qualit particolare di un individuo o di un altro, di una o di un'altra societ; si raccoglie soltanto
ci che a tutti comune, ci che si vede costante-
qualsiasi altro
Lia
mentre
ci, che,
natura umana
si
cer-
cava soltanto neir elemento della ragione o della coscienza, la quale a sua volta veniva confrontata colla
legge divina, interpretata dalla chiesa
altrui
ma
ora, invece,
studiata in s medesima,
naturale,
di
le
del libero
col
sussidio
raziocinio,
non
sorretto
de" fatti.
Il
medio evo guardava 1' uomo nella sua finalit d' oltre
tomba; ora lo si guarda essenzialmente ed esclusivaniente come formante 1" umano consorzio. Il concetto
uomo il credente
che un fenomeno natualtri che costituiscono la
rale,
ora non
si
vede
in lui
natura
fisica.
Questi principii ebbero rapida diffusione. Penetrarono nel popolo, e formarono la pubblica opinione. Le
'-pere stesse,
l'orma popolare,
scussione
a riceverle
d'
lo
EPOCA MODERNA.
343
vecchia societ cadeva in ruina, esse si facevano tutrici de' nuovi sentimenti, che dovevano dar carattere
Ma
dimostrarono
168.
le
Tali conseguenze
dursi a tre capi. Xell'ordine religioso e filosofico fu abbandonata la rivelazione, la ragione umana fu posta a fon-
damento
nella
Kant
filosofia
il
nome
col
di
si
pass
al
sistema noto
umana,
le
Kant
il
diritto
non
j^edimento
congiunto,
all'
uno non
come causa ed
im-
Ci
sia
altri.
L'uomo
l'
primogeniture e fedecommessi, assolutismo nel governo, ingerenza della chiesa sullo stato furono tutte
di
istituzioni a cui si
mosse guerra
PARTE QUARTA.
344
abolire.
deve
ma come
suo
il
uomo ed
facolt innate
fine
si
bene individuale
La sua azione deve tendere a far scom-
il
questo
di
Lo stato non
si
al
dell*
que-
E poich
trovava resistenza
si
I'
da dodici
secoli
allontanatasi
cipi! di
mediante l'opera
sempre pi
natura. In
modo analogo
fu
combattuto
il
diritto
EPOCA MODERNA.
345
nuovo indirizzo, puramente umano, che la sodovea prendere. La legislazione degli stati allora
esistenti doveva per lo meno essere purificata da quanto,
ed era il pi, aveva ricevuto dalla ragione politica, datraria al
ciet
sostituendo
diritto,
le
il
modo
che,
quando
la si fosse
cosi
plicata.
ir,9.
2.
Tutte
la
quanto non durevole in ogni sua parte. Contro la proclamata eguaglianza dei diritti essenziali dell'uomo, si
fecero risorgere le antiche disuguaglianze sociali. Contro gli effetti politici della rivoluzione si ebbe la restaurazione de' vecchi stati e de' vecchi sistemi di go-
verno
il
in
diritto e
I.
scient.
giurid.
1883.
PARTE QUARTA,
346
il
diritto nazionale.
Le^e
tendenze furono nel 1814 rappresentate e sostenute dli due celebri campini, il Savigny, oppositore, ed
il Thibaut in favore del codice. Questi ai principii della
scuola del diritto naturale univa, eccitandolo, il sentimento patriottico della Germania, finalmente liberata dalloppressione straniera e in nome degli uni e
:
dell'altro
domandava,
cessit di
un
diritto
comune
tutti
civile
per
la
Germania,^
dettami della ragione accordati coi costumi germacon eliminazione di ogni diritto straniero, compreso come tale ancora il romano, a cui anzi negava
ogni corrispondenza col carattere e coi sentimenti dei
Tedeschi. Rispose il Savigny colla celebre pubblicazione Bella vocazione dell'epoca nostra per la legislazione e la giurisprudenza,' che contiene il programma
ai
nici, e
diritto,
Ne
fondamento
il
principio che
di
un popolo,
e colla variet
mente a trovarsi. Come presso ogni popolo, per procedimento necessario e quasi incosciente, vengono a formarsi la lingua e la specialit dei costumi; cosi vi si
forma il diritto, in conformit dei suoi sentimenti e dei
suoi interessi particolari. Ci non basta certamente perch il diritto si completi, e prenda forma di leggi al:
l'
da cui scaturisce
la consuetudine, ordinata,
Heidelberg, 1814.
Heidelberg, 1814;
rist.
1828-1840.
come ora
EPOCA MODERNA,
si
si
347
il
popolo stesso
trova, conviene aggiungere quello formale o poliche opera del legislatore, il quale d la forma
tico,
questi stessi elementi del diritto varia, second le contempo e del luogo ora predomina la forma
dizioni del
della consuetudine,
come
fu nel
170.
Cos
concepito
non
si
il
diritto,
trovasse via
di conciliazione,
PARTE QUARTA.
348
ma che dovessero sovra ogni punto giungere a contrarie conseguenze. Quella del diritto naturale dichiarava esser questo universale, astratto, immutabile
l'altra lo faceva speciale per ogni popolo, sottoposto
alle condizioni esterne, agitato da continuo movimento,
quantunque non arbitrario, perch fra ci che precede
e che segue v' sempre il nesso di causa ed effetto:
l'ima lo derivava da uno stato precedente la societ,
;
e la scuola
storica
poneva
la
societ a presupposto
di
prima
lo
comune per
tutti,
perci tale da
non vedeva
Savigny,
infatti,
combatteva, come
si
detto, con-
che
il
diritto
ha uno svolgimento
momento
storico, porlo in
un
si
sti
allontana da quel
momento
in cui
il
codice
non portasse la codificazione queinconvenienti, si aggiungeva che non era allora op-
fu fatto.
Anche
se
POCA MODERNA.
che
codice
il
34^
si
si
di
un codice tedesco
come
diritto
si
il
diritto
esistente, e perci
in
Contro
la
che
la critica. Si osservato
il
diritto siasi
mento,
di cui la
la legge
il
principio.
la
forma del
diritto, la
i
il
La
posto
al
popolo,
anche
in
diritto stato
il
im-
contingenze sociali non vedeva che cause che avela purezza del diritto non poteva, per,
vano guastato
prescinderne la scuola storica, che in quelle contingenze vedeva la causa efficiente del diritto stesso, e
PARTE QUARTA.
So
Come questa
aveva subito
le
fin,
figurarsi in
col
umana
modo
e col concepire la
delle manifestazioni.
tali
difetti
la
scuola storica
la codificazione del
pi
si
E
rica
gli
acquisti che
sperimentarono vantaggiosi.
non furono
ascoltate. In questo
men
pi
codificazione
la
si
diffuse,
Capitolo IL
172.
le
I.
il
diritto
La codificazione.
sione,
fosse
il
il
campo
nel quale
le
conseguenze, e
EPOCA MODERNA.
351
nuovi principii t si dififondevano, superando gli ostacoli formati dalle condizioni stesse del paese e pi dalle
i
arti della reazione. Non mancarono scrittori che si schierarono trai fautori dell'universale rinnovamento, e non
furono di poco nome. Basti ricordare Beccaria (1735-1793),
che nella sua opera Dei delitti e delle pene, ispiran-
questi
il
da quanto
di
vano portato
preave-
la cieca
sua Scienza della legislarinnovar questa in ogni punto, partendo dal principio che oltre alla bont relativa, data
cio dalla corrispondenza colle condizioni de' tempi e
de' luoghi, deve aversi nella legge una bont assoluta,
costante, immutabile. E questa ricercando, fa della legislazione un sistema compiuto e razionale, derivato
zione
propose
si
di
sorgimento economico,
il
ri-
l'
vi accett e
dell'
propugn
come pi
lo
gli
uomo per
l'
il
tempi suoi
uomo ha
il
diritto di
governare
con
lato, di
dizioni
abbracciare tutte
trovandone
il
le
legame, e riducendole
ai
comuni prin-
PARTE QUARTA.
352
cipii,
l'
uomo.
Il
revoli.
si
ebbero in
Italia
codici.
173.
Vi
posero
mano
nel!' Italia
meridionale
il
perci la legislazione
delle
115).
Un
regno in un solo
sul principio del secolo XVII,
(n.
Bor-
numero
le leggi del
EPOCA MODERNA.
i
353
libri,
e sui dubbi.
ma
si
non
si
pens mai
seriamente.
petuo
si
il
interrotti. Li riprese
fiducioso Pie.tro
il
suoi
lavori,
forza di cose
Leopoldo, e nel
gislazione, e
M. B.
--
Calissf.
J-
2.';
PARTE QUARTA.
354
a Ferdinando
III,
nel 1792
il
universit di Pisa
di
rivoluzione.
ripartito in
III.
codice
il
si
ebbe, e
titolo di costituzioni,
in
un
mezzo
all'
diritto unico, a
insieme
al
Questo scopo tuttavia non fu raggiunto pienamente, perch non si abolirono tutti gli altri diritti, secondo
che gi
si
il
carattere generale
primo periodo
il
pene, e
le altre
riforma legislativa in
si
modo
risolse
il
problema
della
soddisfacente e durevole.
Giualtro
dare
cosi
EPOCA MODERNA.
355
a preparare
conoscere
al
pubblico
la
rono
nel 1770
il
frutto.
In
di Vittorio
Amedeo
da Carlo Emanuele
(n. 124),
II
le reali costituzioni
nei quali,
PARTE QUARTA.
356
di quella
pM
che
si
si
sarebbero sradicati.
2.-1
codici francesi
in
Italia.
met
il
1'
cariet a volont del concedente. Ci che diritto proprio non si pu ricevere come dono altrui, sia pur del
sovrano
a questo anzi ne deriva il dovere di garanmodo 1' esercizio. Ora, non si poteva lino
tirne in ogni
luzione
li
ebbe rovesciati
tutti, si
giunse a riconoscere
r esistenza dei diritti del popolo immutabili e intangibili, e un gran passo fu fatto. Un altro ostacolo si opponeva alla codificazione generale, ed era la ineguaglianza civile
finch la societ
rimaneva divisa in
classi,
come
EPOCA MODERNA.
357
si
fu al
se la rivoluzione
si
nuove condizioni
sociali.
Il
ancora
Allo
in
le
si
avevano
tracce degli
antiche invasioni barbariche. Queerano state assai pi dense e devastatrici nei primi
paesi occupati, cio nel settentrione, che non nelle Provincie meridionali della Francia, nelle quali l'elemento
romano rimase prevalente, mentre nelle altre fu del
tutto sopraffatto da quello germanico. Avvenne quindi
che, pel sistema della personalit del diritto (n. 48),
prevalesse nel mezzogiorno quello romano, perch era
proprio della maggioranza, e nel settentrione, per la
ragione medesima, avesse la prevalenza quello barbarico
e che in seguito, ristabilitasi nel diritto la terriefietti portativi dalle
ste
torialit,
PARTE gUARTA.
358
il
suo svolgimento,
si
con-
di diritto scritto e
r unit, e
si
cos dette
La sua scomparsa
leone,
il
fu
1'
mani tutta
mezzo
Come
Napo-
la straor-
siede in
la propriet, le servit,
l'
ipoteca, le
per regolare gli atti di stato civile ed altre materie speciali: anche della giurisprudenza tenne conto, e ne ac-
EPOCA MODERNA.
359
si
alla confusione
ed
PARTE QUARTA.
360
air incertezza, che
nelle leggi.
176.
Con
desiderio, n
tutto ci in Italia
mancava
non
si
era perduto
la forza di costituirsi
il
una propria
furono per
deva su tutta
di
con
nazionali, fu,
dello degli
si
il
codice
facessero
dove non rest in vigore, ispiratore e mocodici, che esso stesso fu causa che
in quanto che, dopo tanto esempio e cos
altri
:
EPOCA MODERNA.
spleiKlida prova,
siderio
della
si
361
codificazione, e
non
il
fu pi possibile
deche
la
3.-1
177.
Gli stati che furono restaurati in Italia dal
congresso di Vienna, non poterono, per quanto il cer-
cassero, ritornare
sun conto
alcuni dei quali, come veramente rispona bisogni reali, avevano fatto buona prova, ed
francese,
denti
erano restati indelebilmente nella memoria e nel desidelle popolazioni. Fra questi rinnovamenti sono
da porre innanzi a tutto i codici, i quali furono certamente un bene che si trasse dal male della dominazione straniera, e sui quali perci si diresse, per
continuarne lo svolgimento, la cura dei governi ristabiliti in Italia. All' unit legislativa succedette di nuovo,
per necessit politica, la variet delle leggi ma queste,
imitate su modello unico, penetrate da alcuni almeno
de'principii generali che la rivoluzione aveva proclamato, e poste presso che tutte nei codici, oltre che
servirono alla maggiore determinazione di un diritto
nazionale, prepararono anche la via alla pi vera e
duratura unit che doveva succedere.
Regno delle due Sicilie.
Uno dei primi atti
178.
del restaurato governo borbonico fu quello di formare
una commissione, che facesse al re proposta di codici
per la patria legislazione. Ci fu fatto con regio decreto
rio
in Sicilia, si
PARTE QUARTA.
362
monio ed
altre, sulle
quali
si
procedimento
il
civile, quello
la quarta, Y
ultima
le
mercio.
era
il
la imita-
quantunque
come
lo stato
in cosa che
tria potest
fu
mantenesse
direttamente
rafforzata
la
il
lo
le
regole canoniche,
interessava
la
pa-
successione, lasciata la
prestazione vitalizia: fu ristabilita l'enfiteusi, che la rivoluzione aveva colpito, perch negli ultimi suoi svol-
EPOCA MODERNA.
363
si
il
passato,
men-
non permetteva
isti-
tornarono
pene
reati di
umana
lesa maestc
inacerbirono, la morte fu
s'
e divina, le
prodigata ed ina-
sprita secondo i gradi in cui la si distinse: ma si ebbero anche miglioramenti, per aver abolito le confische,
per aver ben determinato la teoria dei complici e del
tentativo, per aver introdotto
solo in
mezzo
all'
al
italiana,
la legislazione europea.
per
colato
il
mancanza
di
eccessi
il
mano
alle
col
moto proprio
del
PARTE QUARTA.
364
im-
da principio come provsecondo l'editto del l'' giugno del 1821, ma poi
come legge propria dello Stato, pel regolamento di Gregorio XYI nel 1835. Innanzi a questo, e dopo i buoni
provvedimenti di Pio VII, si erano avuti altri atti legislativi, fra cui quelli di Leone XII, in senso reazionario, e quelli dello stesso Gregorio XVI, il regolafu ripristinato quello francese,
visorio,
mento
e sulle
zione
ai
pene
principii
accostava
con
tali atti si
del
moto proprio
del
la legisladi
1816,
cui
erano
essi continuazione e in
diviso in
titoli,
sezioni, capitoli,
365
EPOCA MODERNA.
bunali, per gli avvocati e pei
procuratori
cursori,
Anche in Toscana,
Granducato di Toscana.
180.
avvenuta appena la restaurazione di Ferdinando III, si
volse l'animo a dotare il paese di codici. La commissione, creata per questo scopo con decreto dei 9 luglio
del 1814, deliber che della legislazione francese
vessero ritenere
il
codice di commercio,
il
si
do-
sistema ipo-
prove testimoniali.
Nel resto, e ci fu sanzionato dalla legge 15 novembre 1814, dovevano tornare in vigore le leggi anteriori
al
governo francese,
cio,
oltre
il
diritto
romano
si
PARTE QUAllTA.
S66
ancora dei 31 maggio del 1847 torn a riconoscere la nei codici, e furono in esso nominate due
commissioni, V una pel codice civile, Taltra pel penale.
Questo si port a compimento, e fu pubblicato nel 1853,
con principii miti e liberali, col sistema del carcere penitenziale per base, quantunque, per ragioni di opportunit principalmente politica, vi si mantenesse la pena
di morte, che prima era stata abolita. Il codice civile al
contrario non giunse mai a fine, e la Toscana non ne
ebbe uno completo, se non quando venne a far parte
del regno d' Italia.
181.
Ducati di Modena e Parma.
Lq leggi antiche, cio le costituzioni estensi (n. 129), furono, dopo la
restaurazione, richiamate in vigore da Francesco IV nel
ducato di Modena, con decreto del 28 agosto del 1814,
accompagnate per da talune modificazioni, come sulle
ipoteche, a riguardo delle quali si accett il sistema
francese, e sui fedecommessi, dei quali si permise di
fare istituzioni per T avvenire, ma non si ripristinarono
quelli che erano stati aboliti. E intanto qui, come altrove, si la vorava ai codici e nel 1852 entr in vigore,
dal 1^ febbraio, quello civile e poi quello di procedura
cessit di aversi
civile,
ambedue
fine
maggio
1856,
anche
il
il
EPOCA MODERNA.
stati di
Parma, Piacenza
36"7
ma dall' imperatore
tra commissione, e poi ad una terza, e finalmente anche ad una quarta, non ebbe la sanzione se non nel 1820,
nel quale anno fu pubblicato, ed apparve cos ricco di
pregi, da farlo giudicare il migliore fra quanti codici
si eran venuti fino allora facendo in Italia. La com-
missione,
come
cipio di autorit
diritto
romano,
allo spirito di
e lo prese a
reazione
fondamento
ricorse al
in special
modo
sistema delle obbligazioni; appoflttdel codice francese, e ne trasse il sistema ipotecario e la determinadel.
ma
commercio
speciale,
PARTE QUARTA.
368
naio 1816,
qualit
gli
si
che nei codici dei paesi latini concisa e severa, a somiglianza delle antiche leggi romane, il codice austriaco
aveva un' impronta particolare, perch, tenendosi fedele alle tradizioni germaniche, accoppiava al dispositivo
della legge la dichiarazione del suo scopo, la giustifica-
citamenti
all'
osservanza
di essa.
nuovo tempo,
aveva adattato
anzi,
secondandoli moderatamente,
sue disposizioni. Vi fu infatti sanzionato il principio che le leggi debbono essere eguali
si riconobbero i diritti innati nele giuste per tutti
vi
le
r uomo, non presumendosi, se non per contraria dimostrazione, alcuna loro anche legittima restrizione; si
abbandon il pregiudizio medievale che la illegittimit
della nascita producesse conseguenze sfavorevoli, non
men che Y altro che sui diritti privati abbia influenza
la diversit di religione, o che i forestieri non debbano
avere, nel diritto privato, egual condizione che i cittadini. Per questi e per altri principii a cui il codice
austriaco era ispirato, esso fu accetto alle popolazioni,
codice penale, che negli stati austriaci era in vigore fino dal 1804, fu introdotto nel lombardo-veneto,
dal l'' novembre del 1815: ma i caratteri di questo, che
il
EPOCA MODERNA.
gueiite fu cambiato
il
369
sostituendo principalmente
all'
commercio
sem-
mantenne
Sardegna. Con editto del 21 maggio del 1814, il re Vittorio Emanuele I ordinava che, senza aversi riguardo
a qualunque altra legge, e nemmeno ai diritti acquisiti
che ne venivano danneggiati, si tornasse esclusiva-
mente
l'
allo
stato
legislazione
di
alle
costituzioni del
comune, agli statuti, ai giudicati ed alle rege ordinanze emanate fino al momento
del cambiamento del governo. Queste disposizioni non
riguardavano la Liguria, la quale, venendo ad essere
soltanto allora unita al Piemonte, non ne aveva le
antiche leggi, e mantenne perci le francesi, tranne in
1770
(n.
124), al diritto
il
disegno era
M. B.
Calisse.
I,
21
PARTE QUARTA.
370
il
diritto
modo
di trattare le fonti si
il
feudalismo.
La necessit
di
si
di
Ira
presidenza del
in quattro classi, in
che
si
penale.
dovean
Il
fare, civile, di
si
accettavano
principii: cos
si
il
ma-
massime
le
successioni ebbero di
nuovo
la preferenza
maschi.
EPOCA MODERNA.
vita sul codice francese,
371
come a proposito
della pro-
clie,
finalmente di procedura
l'altro
cese,
and
in
vigore nel
marzo
1"
del 1848:
1854,
nel
fran-
1859 ebbe
una
cos
Ma come
la scis-
g' Italiani
Nel
si acpropria ricostituzione.
unione delle varie regioni avve-
momento
in cui
l'
la
niva,
Sicilie pel
Lom-
codice civile: in
PARTE QUARTA,
372
altre invece,
nelle
Romagne
e nelle
cui
zione, sotto
uno dei
una repentina
codici esistenti,
le
mentre
nelle Provin-
appartenute
perci,
unifica-
avrebbe turbato
Bano fu applicato il codice penale del regno di Sardegna, questo fu soltanto parzialmente introdotto nelle
Provincie meridionali, e fu del tutto escluso dalla Toscana, ove rimase vigente quello del 1853.
Intanto non si perdeva di vista lo scopo della unit
legislativa,
si
frapponevano indugi
al
conseguirla.
Tanno 1865
pot ottenerla. Fu
in gran parte si
quest'anno che tutta l'Italia ebbe l'unit del
codice civile, di quello della procedura civile e procedura penale, e di quello ancora di commercio, che non
fu che una revisione dell' albertino del 1842, e che du-
fu quello in cui
infatti in
il
mancava che
nuovo
col codice
che vigente
Capitolo
III.
Gli
ultimi tempi.
della
universale evoluzione,
EPOCA MODERNA.
373
Ma
colo XVIII
merito della scuola storica non solo l'averla richiamata a vita, ma V averla portata nel campo delle osservazioni positive, incominciando a darne dimostrazione co" fatti e a trarne pratici risultati. Due idee in
questo fenomeno storico del diritto campeggiano quella
della successiva trasformazione, richiesta dalle condi:
nessione de*
strandone
il
moderno che
il
diritto
non
che
il
mo-
concetto
un ramo od un aspetto
A^questi risultati, oltre che col principio della evoluzione, la scuola storica
ipotesi di
una coscienza
ha contribuito anche
colla
di reale
non
test che lo
gere i
questa
i
ribelli alla
si
il
pu reggere tutto sulla forza della poemana. La forza necessaria, per costrin-
si
attui e porti
ribelli costituiscano la
numerosa, pi
forte, pi
suoi
eff*etti
ma
afiSnch
necessario che
PARTE QUARTA.
374
coscienza popolare.
In che cosa
la scuola storica
non
vari da
lo
l'ha detto.
ma
luogo.
la storia
conferma.
o coscienza
come un dovere
si
va
barbari osservano
le
tradizionale. Nella
norma
con-
nume
EPOCA MODERNA.
samente
375
pu fornire l'esempio,
gioso,
ma
si
abbandona
il
principio reli-
filosofico, istil-
si
suoi sostenitori.
forma
r assentimento
alla
ne provoca
una utopia filosofica
per una realt la idea
legge. Se fu
abbandona
il
si
d approvazione,
in
quanto
l'ambiente sociale
formano
la
La necessit
del soddisfare
scienza popolare.
187.
La
Ma
il
loro
sviluppo stato
PARTE QUARTA.
876
come parte
come individuo
Conflitto
ed
Facile la critica ad
cos
assoluto.
mune
a tutti
La legge
gli esseri
biologica,
fatti
sociali,
che
ma
sono
che vivono,
1'
uomo manifesta
nella vita
EPOCA MODERNA.
er^uesto scopo
economico
377
si
esclusivamente dell'
fatto
per provvedere
primo comando che V uomo
sa di avere ricevuto quello che lavorasse per vivere.
Senza lavoro non si ha produzione senza produzione
non si hanno i mezzi per T umano progresso senza
umano progresso non si ha od inutile la societ.
Dunque la legge che governa i fatti economici si adatta
delle forze e dei prodotti della natura,
Il
alla societ
fatti sociali
conseguenze: e poich
di
tali
l'
uomo vivente
in societ.
Anche questi concetti, se non vengono opportunamente mitigati, offrono facile appiglio alla critica. Se
mostra continuamente che da ragioni economiche scaturirono regole giuridiche, ricca anche di
esempi che richiedono diversa spiegazione. Quando nella
societ antica si aveva giuridicamente la schiavit, che
intepes.si economici senza dubbio avevano fatto sorgere
e difendevano, non tutta la coscienza popolare si acquietava a questo fatto, che anzi non di pochi era la protesta, penetrata anche nelle leggi, essere essa contraria
alla natura umana, che vuole eguaglianza fra tutti.
la storia
Ammesso come
teresse economico,
si
utilit.
La
PARTE QUARTA.
378
gli
uni
biologica,
a spiegare
coscienza o natura
diritto,
il
dell'
uomo.
come emanante
d'
dalla
uopo correggere e
migliorare la teoria.
188.
Ma
qui finisce
il
la
cumulano intorno
ai
codici
le
leggi
speciali, e dalla
sempre l'opera
del
EPOCA MODERNA.
379
si
e correlativamente
venire.
Il
diritto
Fine.
m)ICE ALFABETICO.
Accursio, 102,
305.
U6,
Alcuino, 1-40.
Amalfi, vedi Pandette.
Amedeo YI, 187.
Amedeo YIII
d
Bagelardo, 147.
Baldo, 177, 179, 252, 305, 311.
Banco
di
Venezia, 206.
Bandi, 245, 246.
di
Banno, 42.
262.
Angiliamno
(capitolari), 50.
Aniano
(conte), 13.
di Romania, 105.
t>
de' re di Sicilia, 217.
INDICE ALFABETICO.
382
Bioccardi, 296.
Bulgaro, 297.
Bullaria, 231, 262.
Consoli, 205.
Constitntiones Marcii, ancon., 229;
impienses, 52
mediolanenac,
239
Urbini, 230.
Gonstituium isus i)8. civit., 178,
201.
inuticum, 201.
saxonicum, 68.
Cirillo,
352
ciliane, 218.
Cuiacio, 103, 304, 327 seg.
Cuniberto, 142.
Clementine, 261.
Clodoveo, 76, 77.
Clotario, 71, 72.
Codice Albertino, 370; austriaco,
368; di C. Felice, 369; delle
Due
362; eruiogenianogregoriano, 6, 14; estense, 366;
feudale, 355; Filippino, 352;
Giustiniano,
Giuseppino, 354
16,66,293,294; Napoleone, 329,
357, 358, 359; Teodosiano, 316.
Codici, 334; francesi, 356 e seg.;
della Restaurazione, 361 e seg.
Sicilie,
canonum.,
Defetari, 105.
De Luca, 320.
Dichiarazioni di legge, vedi Professiones.
383
INDICE ALFABETICO.
256seg., 267; feudale, 96 seg.;
franco, 40 seg.: giustinianeo,
lon15, 16, 13, 19, 127, 276;
gobardo, 22, 117, U8, 181, 249,
naturale, 335 seg., 348
251
nazionale, 173; onorario, 43,
180; personale, vedi Personalit; romano, 15, 82, 120 seg,
;
184, 264
seg., 324 seg.; romano volgare,
scritto e
61;
16, 117; sassone,
126
non
seg.:
seg.,
147,
181,
storico,
scritto, 181;
15,
teodosiano,
18,
345
129
Tedi L^gge.
Fermo
(scuola), 283.
Ferretti, 253.
di
Domat, 329.
Donello, 328.
Duello, 98.
Eberardo, 153.
Ebrei, 91.
Ecclesiastici, vedi Diritto.
Edictale programma, 16.
Editto di talarico, 4, 10; longobardo, 25, 58, 73. 121, 126,
154; di Rotari,27,28 seg., 127,
133, 137 di Teodorico, 2 seg., 29.
Epitome Juliani, 50, 294.
Ermogenano, vedi Codice.
;
Ervige, 67.
Estense, vedi Codice.
Eurico (leggi), 65, 66, 77.
Ewa, 57.
Exceptiones legum romanarum, lo',
160.
Expositio ad hg. Langoh , 144,
320,
340; Sci-
Germania
Gherardo
(dir.
il
Goiarico, 13.
Gondebado, 13,
Gotofredo, 329.
V., 321.
Graziano. 259, 260, 270, 286.
Grazie, 224.
Gregoriano, vedi Codice.
Gregorio TU, 151; IX, 183, 186,
260; duca, 38.
Gridari, gride, 240, 247.
Gravina G.
INDICE ALFABETICO.
384
297.
Isidoro di Siviglia, 65.
ludices,
102, 104,
100,
Hi.
Machiavelli, 275.
Magioriano, 12.
comacni, 37.
Maijistvi, 140
Maisons des Lombarde, 207.
Malbergiche, vedi Giosu.
Mantica, 320.
Marciano, 12.
Marcolfo, 168.
ludicia, 57.
Lamberto, 97.
Laufrauco, 146, 147, 148.
Lanfredo, 71, 72, 73.
Zaudamenta
Leges, 6, 12
curirc,
;
108.
dictandcp, 58.
59, 76 e seg.
Martino, 297.
Matilde (contessa), 287, 297.
bavara, 61, 70. 73, 74, 76; borgognona, 60, 62, 63; romana
de" Borgognoni. 13. 14; camava,
75
feudale, 97; del fondo, 87;
de' Frisi, 59, 69 generale, 148,
156; loci, 92; personale, 79 e
seg.; romana de" Barbari, 121;
de' Ripuari, 75, 76, 82; romana
udinese, 162 e seg.; salica, 58,
59, 76 e seg.; sassone, 67, 68;
Matteo degli
Migsi, 47.
seg.
214
e seg.,
territoriale,
79
Molineo. 329.
Montpellier, 298, 325.
Mos galUcus, 327 italicus, 3I0j
311. 319, 326, 350.
Motoproprio di Pio VII, 363.
Muratori, 157, 171. 323, 354.
;
27-t
220, 252.
xMenochio, 320.
Afflitti,
65, 66.
Leggi popolari, 54
seg.,
94;
di Vercelli,
145.
Leopoldo
[NDICE ALFABETICO.
Odofiedo,
UG,
Qucestiones
iiiris
296, 300.
O/'fictum Gaznricp, 202.
Oanda (scuola), 329.
Onorio III. 269.
Ordinamenti di Trani, 200.
Ordinanze. 245.
Ordincs ex.'"' S'^n. meri., 240.
Orleans fscuola). 161.
Otomano. 328.
Ottoni. 97, 98, 99. 110. 125, 132,
143, 145.
Oxford (scuola), 298, 325, 340.
292,
Riti
Patti, 57.
dei
153.
Ruggero
I, 210.
Ruoli di Olron, 204.
s
Salica, vedi Legge.
Saliceto, 312.
17, 150.
e seg., 235.
Cai.isse.
Rivoluzione, 344.
RoflFredo da Benev., 255, 293.
Rogerio, 297.
Rolandino. 300.
Roma (scuola). 149, 1-50, 152, 161,
290.
Romagnosi. 351.
Roncaglia, 209. 210, 288.
Rotari, vedi Editto: 27, 56, 122,
(capitoli), 163.
Rethores, 144.
Richerio. 323.
Riformatori, 185.
Ripuari, vedi Leyge.
Padova
M. B.
de
Quadrivio, 142.
Qnindecennalia, 5.
Pactis
157
161.
Ravenna
Remedio
Prammatiche, 222
juonita,
Pace
ac
suhtilitathns,
INDICE ALFABETICO.
386
Sicardo (patto), 3S.
16-t.
Trivio, 142.
Sigifrcdo, 147.
Siginolfo, 3S.
242;
di
JiiJima
de' giudici,
195
Venezia, 242.
194,
codicis,
161
Ugo ne,
147.
fexidorum,
Taouccl. 227.
Tapia Carlo, 352.
Tassilone, duca. 71.
Tavola di Amalfi, 199.
Teodato, 10.
Teodorico. 2 seg.. 13, 56, 129.
Teodosio, '6, 12, 14. 18, 50.
Territorialit del diritto, 79, 112
e se".
Thesnin-I. 330.
Thibant, 346, 348.
Tiepolo, 201, 241, 242.
Torelli L., 318.
Toscana (scuola), 286.
17.
Totila, 16.
Trani, vedi Ordinamenti.
Traversari, 314.
W
Witica, 67.
Wlemaro.
59, 69.
Worms. 210.
INDICE,
Parte
Prima.'
EPOCA BIZANTINA.
Capitolo
1.
2.
I.
Lo
romane
leggi
L'editto
di
dei barbari
romane
dei Visigoti e
Diritto
Il
2
9
Leggi
Capitolo n.
3.
Pa?.
i^i
Teodorico
Borgognoni
12
15
romano
Parte Seconda.
EPOCA BARBARICA.
Periodo
Titolo Primo.
Capitolo
2.
L' editto
longobardo
L'editto di Rotari
Aggiunte all'editto
Fonti
Capitolo IL
Titolo Secondo.
Capitolo
Capitolo IL
Titolo Terzo.
Capitolo
La
41
1.
__ Leggi feudali
2.
Compilazioni
79
96
feudale
feudale
ivi
97
di
diritto feudale
La consuetudine
La territorialit
Capitolo III.
54
Legislazione
07
40
franco
leggi popolari
Pkriodo
Capitolo IL
32
capitolari
Le
Capitolo IIL
28
Periodo
22
25
longobardo
101
106
del diritto
112
INDICE.
388
Scuole romane
Le opere giuridiche
Capitolo
Opere di diritto longobardo
Titolo Quarto.
I.
II.
Il
III.
I.
1.
2.
II.
1.
Pag. 120
ivi
126
133
139
141
144
147
152
153
lo8
2.
165
Parte Terza.
Oggetto
184
statuti
comunale
del diritto
Statuti civili
Statuti commerciali
192
1.
ivi
2.
196
1.
2.
3.
4.
Legislazione
_ Legislazione
di
Piemonte
di
Lombardia
5.
Titolo
175
178
1.
Capitolo IL
174
Capitolo
l.
Capitolo
l.
Il
ili.
I.
209
214
216
227
Sardegna
231
Venezia
238
minori
245
247
diritto barbarico
248
diritto cauonico
256
11
diritto romano
Titoo Quarto. La scienza del diritto
Le scuole diritto
Capitolo
Capitolo
208
Il
di
264
277
279
389
INDICE.
Capitolo
3.
4.
II.
1.-1
2.-1
Pag. 291
giuristi
ivi
glossatori
303
commentatori
Gli
Gli
umanisti
312
stranieri
324
Parte Quarta.
EPOCA MODERNA.
Le scuole giuridiche
La scuola del diritto naturale
Capitolo
1.
2.
La
Capitolo
II.
1.-1
2.-1
3.-1
Capitolo
335
I.
La
XVIII
Gli
Indice alfabetico
ultimi tempi
ivi
356
III.
ivi
345
350
codificazione
XIX
361
372
381
G.
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t^