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La trasformata di Fourier

a cura di
Giulia Iacovelli e di Giulia Rosi

24/05/2012

1 F Introduzione
Pochi ne sono consapevoli ma la trasformata di Fourier usata di continuo in de-
0
cine di campi a prima vista inconciliabili tra loro, come ad esempio l elettronica,
la musica, la medicina, la sica, la chimica . . .
0
Per calcolare una trasformata basta infatti ascoltare. L orecchio esegue auto-
maticamente un calcolo che il nostro intelletto pu eettuare solo dopo anni di
studio della matematica. Usate il cellulare? Guardate la tv? Ascoltate musica?
Allora questa formula (in realt pi corretto parlare di una coppia di formule)
merita di essere compresa, almeno nelle sue basi pi semplici e pratiche.
Iniziamo a vedere di che tipo di equazioni si sta parlando:

Z +
X(f ) = x(t)ei2f t dt

Z +
x(t) = X(f )ei2f t df

Trasformata e antitrasformata di Fourier

Spaventose eh? Integrali, numeri complessi scritti in forma contratta . . . calma!


In realt non sono poi cos dicili.
In parole povere la trasformata di Fourier consente di scomporre un'onda qual-
siasi, anche molto complessa e rumorosa (un segnale telefonico o televisivo,
la musica, la voce!) in pi sotto-componenti, un po' come attraverso la chi-
mica si pu scomporre un cibo nei suoi sottoelementi cos da capirne la reale
composizione.
Pi precisamente la trasformata di Fourier permette di calcolare le diverse com-
ponenti (ampiezza, fase e frequenza) delle onde sinusoidali che, sommate tra
loro, danno origine al segnale di partenza.
Storicamente queste due equazioni sono nate dalla brillante mente di Jean
Baptiste Joseph Fourier (1768-1830) quasi duecento anni fa, nel 1822.

1
L'analisi di Fourier
1 metteva in discussione le teorie matematiche cui aderivano
senza riserve i suoi contemporanei. Molti dei grandi matematici francesi del
primo Ottocento, tra cui Lagrange, Laplace, Legendre, Biot e Poisson, si riu-
tavano di accettare la tesi di Fourier secondo la quale qualunque distribuzione
iniziale di temperatura poteva essere scomposta in una semplice somma arit-
metica di un'oscillazione fondamentale e delle sue armoniche superiori. Anche
Eulero era in disaccordo con le idee di Fourier, bench avesse gi ipotizzato che
alcune funzioni si potessero rappresentare come somma di sinusoidi. Accadde
dunque che, quando Fourier sostenne la sua tesi a una seduta dell'Accademia
francese delle scienze, Lagrange si alz in piedi e la dichiar impossibile. No-
nostante ci, l'Accademia non pot ignorare la portata dei risultati umili e gli
confer un premio che tuttavia gli fu concesso con la seguente riserva:  La no-
vit della materia, insieme alla sua importanza, ci ha convinto a conferire il
premio, ma non possiamo non osservare che il modo in cui l'autore perviene
alle sue equazioni non esente da dicolt e che il suo metodo analitico per
integrarle lascia a desiderare quanto a generalit e anche a rigore . Il sospetto
con cui i colleghi consideravano il suo lavoro ne ritard la pubblicazione no
al 1815. Anzi, un resoconto completo comparve solo nel 1822, quando Fourier
pubblic il libro Thorie analytique de la chaleur . Le obiezioni mosse all'im-
postazione di Fourier riguardavano in particolare l'asserzione che una funzione
evidentemente discontinua potesse essere rappresentata come somma di sinusoi-
di, che sono funzioni continue. Le funzioni discontinue descrivono curve o rette
spezzate; per esempio, la funzione detta gradino di Heaviside vale zero a sinistra
e salta al valore uno a destra (con una funzione siatta si pu descrivere il us-
so della corrente quando viene chiuso un interruttore). Per i contemporanei di
Fourier era cosa mai vista che una funzione discontinua risultasse dalla combi-
nazione di funzioni continue ordinarie, per esempio funzioni lineari, quadratiche,
esponenziali e sinusoidali. Tuttavia, se Fourier aveva ragione, la somma di un
numero innito di sinusoidi convergeva e rappresentava con precisione una fun-
zione dotata di discontinuit, anche numerose. A quel tempo ci sembrava un'
assurdit. . .

1 In analisi matematica, l'analisi di Fourier una branca di ricerca che nasce dalle ricerche
di Jean Baptiste Joseph Fourier, che nei primi anni dell'Ottocento, riusc a dimostrare che
una qualunque funzione continua poteva essere vista come una somma di innite opportune
funzioni sinusoidali. Grazie a tale scoperta si potuto scomporre funzioni complicate in una
serie di funzioni che prende il nome proprio di serie di Fourier, che ne rendono l'analisi pi
semplice. nota anche come analisi armonica.

2
2 F Le serie di Fourier
In molte applicazioni si ha a che fare con una grandezza periodica nel tempo (ad
esempio un segnale sonoro, luminoso, di trasmissione ecc.) e si vuole risalire alle
singole frequenze che la compongono e alle relative ampiezze, senza conoscer-
le in anticipo (si pensi ad esempio a un apparecchio elettronico che, captando
attraverso un microfono le vibrazioni dell' aria prodotte da uno strumento musi-
cale, le analizzi per riconoscere di quale nota si tratta). La cosiddetta analisi di
Fourier che ci accingiamo a studiare ha come obiettivo primario proprio questo:
dato un segnale periodico, riuscire a decomporlo come somma (sovrapposizione)
di segnali di tipo sinusoidale, ciascuno con una propria frequenza (multipla inte-
ra di una frequenza base) e una propria ampiezza [3]. Fu proprio il matematico
francese Joseph Fourier, motivato principalmente dallo studio dell'equazione del
calore, il primo a rendersi conto che una funzione f (x) sostanzialmente arbitra-
ria
2 purch periodica di periodo T, pu essere decomposta come somma innita
di seni e coseni (serie trigonometrica).
Si tratta in sostanza di uno sviluppo del tipo:


X 2
f (x) (ak cos(kx) + bk sin(kx)), =
T
k=0

noto appunto come sviluppo in serie di Fourier.


Il passaggio dalla descrizione di un segnale (inteso come fenomeno periodico)
dal punto di vista del suo andamento temporale alla sua descrizione dal punto
di vista della decomposizione in somma di armoniche, viene spesso chiamato
passaggio dal dominio dei tempi al dominio delle frequenze.

Denizione 1. periodica di
periodo T
Una funzione f, denita sulla retta reale, si dice
(o anche T-periodica) se T >0 un numero reale tale che

f (x + T ) = f (x) per ogni x R.


Denizione 2. polinomio trigono-
metrico
Fissato un numero T > 0, chiamiamo
di periodo T una funzione del tipo:

N
X 2
p(x) = a0 + (an cos(nx) + bn sin(nx)), =
n=1
T

coecienti
termine noto
dove an e bn sono numeri reali, detti del polinomio trigonometrico,

grado N
in particolare a0 il . Se inoltre almeno uno dei due coecienti
aN e bN diverso da zero, si dice che il polinomio trigonometrico ha .

Denizione 3. continua a
tratti
Una funzione periodica di periodo T > 0 si dice
se possibile trovare un numero nito di punti x0 = 0 < x1 < x2 < . . . <
xm = T tali che valgano le seguenti condizioni:
a) La funzione f continua in ogni intervallo aperto del tipo (xi , xi+1 ), i =
0, 1, . . . , m 1.
b) i = 0, 1, . . . , m 1 esistono niti i seguenti limiti:

lim f (t), lim f (t)


txi + txi+1

2 Vedremo nel corso del capitolo che, in realt, la funzione f deve soddisfare alcune ipotesi

3
Denizione 4.
coecienti di Fourier di f
Sia f (x) una funzione reale T-periodica e continua a tratti. I
sono i numeri complessi deniti da

Z T /2
1 2
cn = f (x)einx dx, = , n = 0, 1, 2, . . .
T T /2 T

La serie di funzioni


X
c0 + (cn einx + cn einx ),
n=1

che si indica anche col simbolo


X
cn einx
n=

viene detta serie di Fourier della funzione f .

Osservazione. Una funzione pari ha una serie di Fourier del tipo


X
a0 + an cos(nx)
n=1

(serie di coseni), mentre una funzione dispari ha una serie di Fourier del tipo


X
bn sin(nx)
n=1

(serie di seni).

Teorema 1. (Lemma di Riemann Lebesgue) I coecienti di Fourier di


una funzione T-periodica e continua a tratti sono innitesimi, cio si ha:

lim an = lim bn = 0
n n

I graci dei polinomi di Fourier, all'aumentare del grado N, approssimano sem-


pre meglio il graco della funzione di partenza f (x). Tuttavia, se si cerca di
rendere preciso questo concetto intuitivo di approssimazione, si incontrano del-
le dicolt. Ad esempio, i polinomi di Fourier PN (x) sono funzioni continue,
mentre il segnale f (x) pu avere delle discontinuit: in che senso, allora, delle
funzioni continue possono approssimare una funzione discontinua? Occorre for-
malizzare il concetto intuitivo di approssimazione, a tal proposito considereremo
le seguenti nozione di convergenza per successione di funzioni.

Denizione 5. Supponiamo che I sia un intervallo, chef (x) sia una funzione
denita (almeno) per x I , e che fn (x) sia una successione di funzioni, tutte

converge puntualmente
denite (almeno) per x I . Allora diciamo che:
1) La successione di funzioni fn alla funzione f su
I , se si ha
lim f (x) = f (x), x I.
n

4
2) La successione di funzioni fn converge uniformemente alla funzione f su
I, se si ha  
lim sup |fn (x) f (x)| = 0.
n xI

3) La successione di funzioni fn converge in media quadratica alla funzione


f su I, se I = [a, b] un intervallo chiuso e limitato e si ha

Z b
lim |fn (x) f (x)|2 dx = 0.
n a

In particolare la serie di funzioni


X
fn (x)
n=1

puntualmente uniformemente
in media quadratica
converge alla funzione f (x) (oppure , oppure
) su I, se la successione delle sue somme parziali

N
X
SN (x) = fn (x)
n=1

converge a f (x) puntualmente (oppure uniformemente,oppure in media quadra-


tica) su I.

Denizione 6. regolare a
tratti
Una funzione periodica di periodo T > 0 si dice
se possibile trovare un numero nito di punti

x0 = 0 < x1 < x2 < . . . < xn = T

tali che valgano le seguenti condizioni:


1
a) La funzione f di classe C in ogni intervallo aperto del tipo (xi , xi+1 ),
i = 0, 1, . . . , m1.
b) Per ogni i = 0, 1, . . . , m 1 esistono niti i seguenti limiti

lim f (t), lim f (t), lim f 0 (t), lim f 0 (t)


txi + txi+1 txi + txi+1

Teorema 2. Sia f (x) una funzione T-periodica regolare a tratti e continua.


Allora la sua serie di Fourier converge uniformemente su R a f (x). In altre
parole, si ha  
lim sup |PN (x) f (x)| = 0,
N xR

dove PN (x) indica il polinomio di Fourier di f (x) di grado N. In particolare,


vale


X 2
a0 + (an cos(nx) + bn sin(nx)) = f (x), x R, = .
n=1
T

5
3 F La trasformata di Fourier
In matematica, una trasformata un operatore, generalmente lineare, di uno
spazio di funzioni su un altro spazio di funzioni. Ovvero trasforma una funzione
in un'altra funzione. Tale operatore di solito applicato ad una funzione per
semplicare alcune operazioni o in generale per risolvere pi facilmente dei pro-
blemi.
Dato da risolvere un problema A, che pu essere un calcolo aritmetico o la ri-
soluzione di un'equazione dierenziale, uno schema esemplicativo pu essere il
seguente:

1. si trasforma il problema A in un altro problema B pi semplice da risol-


vere;
2. si risolve il problema B;
3. si antitrasforma la soluzione del problema B nella soluzione del problema A.

Quella di cui ci occuperemo una trasformata integrale, ovvero un'appli-


cazione, generalmente lineare, di uno spazio di funzioni su un altro spazio di
funzioni, realizzata con un integrale.
La forma generale di una trasformata integrale lineare T (f ) :

Z b
T (f )(s) = K(s, t)f (t)dt
a

ove K(s, t), la funzione che dierenzia le varie trasformazioni, detta nucleo o
kernel della trasformazione.

La trasformata di Fourier costituisce uno strumento (per certi versi analogo


alle serie di Fourier) per analizzare un segnale x(t) nel dominio delle frequenze.
Mentre le serie di Fourier consentono lo studio di un segnale di tipo periodico,
la trasformata di Fourier permette l'analisi di un segnale x(t) il cui andamento
nel tempo non sia necessariamente periodico.

Denizione 7. Sia x(t) : R C una funzione. Se


Z
x(t)eit dt

trasformabile
secondo Fourier
esiste nito per ogni R, allora diciamo che la funzione x(t)
. In questo caso, la funzione
Z
F [x(t)]() = X() := x(t)eit dt, R

viene chiamata trasformata di Fourier di x(t).

Una classe importante di funzioni continue a tratti che sono trasformabili se-
condo Fourier costituita dalle funzioni assolutamente integrabili, cio dalle
funzioni in L1 (R).

6
Denizione 8.
assolutamente integrabile
Sia x(t) : R C una funzione continua a tratti. Diciamo che
x(t) se l'integrale
Z
|x(t)|dt < .

Proposizione 1. (Condizione suciente per la trasformabilit). Suppo-


niamo che x(t) sia continua a tratti e x(t) L1 (R). Allora x(t) trasformabile
secondo Fourier.

Dimostrazione. Basta osservare che

|eit | = 1 , t R.

Quindi si ha

Z Z
|x(t)eit |dt = |x(t)|dt < +, R 

Osservazione. La seguente osservazione permette, talvolta, di semplicare il


calcolo della trasformata di Fourier. Dato che eit = cos(t) isin(t) la
trasformata di Fourier si pu scrivere come:

Z Z
X() = x(t)cos(t)dt i x(t)sin(t)dt

Quindi, in generale, la trasformata di Fourier assume valori complessi, anche


quando x(t) una funzione a valori reali. Tuttavia, se la funzione x(t) pari, il
prodotto x(t)cos(t) pari mentre x(t)sin(t) dispari, quindi:
Z Z Z
x(t)cos(t)dt = 2 x(t)cos(t)dt, e x(t)sin(t)dt = 0
0

Analogamente, se x(t) una funzione dispari, il prodotto x(t)cos(t) dispari


mentre x(t)sin(t) pari, quindi:
Z Z Z
x(t)cos(t)dt = 0, e x(t)sin(t)dt = 2 x(t)sin(t)dt
0

In particolare se x(t) reale e pari, allora X() reale e pari, mentre se x(t)
reale e dispari, allora X() a valori immaginari puri e dispari.
Esempio (porta unitaria). Consideriamo la funzione porta unitaria, denita
da
1 se 21 < t < 1

p(t) = 2
0 altrimenti.
immediato vericare che p1 (t) L1 (R), quindi possiamo considerare la tra-
sformata di Fourier di p1 (t) e calcolarla. Dato che, per 6= 0, la funzione
eit /(i) una primitiva dell`esponenziale immaginario eit , si ha:
1/2 i i
eit 1/2 e 2 e 2
Z Z
F [p1 (t)]() := p1 (t)eit dt = eit dt = =
i 1/2 i

1/2

7
e quindi, ricordando la formula di Eulero

ei ei
sin() =
2i
si trova
2sin( 2 )
F [p1 (t)]() = , 6= 0

Per =0 invece, il calcolo ancora pi semplice, dato che e0 = 1 e quindi:

Z 1/2
F [p1 (t)](0) = 1dt = 1
1/2

Per, grazie al limite notevole

2sin( 2 )
lim =1
0
possiamo anche non distinguere tra il caso = 0 e il caso 6= 0, e scrivere
semplicemente
2sin( 2 )
F [p1 (t)]() =

dove la funzione al secondo membro si intende estesa per continuit nell'origine.

Esempio. Calcoliamo la trasformata di Fourier della funzione x(t) = ea|t| ,


dove a > 0 un parametro reale positivo. Siccome x(t) una funzione pari,
otteniamo: Z
2a
F [ea|t| ]() = 2 eat cos(t)dt =
0 2 + a2

Propriet
Iniziamo a vedere alcune propriet[2] della trasformata di Fourier:

Teorema 3. Se x(t) L1 (R), allora la sua trasformata di Fourier X() una


funzione limitata.

Dimostrazione. Si ha:
Z Z Z
it it
|X()| := x(t)e dt |x(t)e |dt = |x(t)|dt R,

e l`ultimo integrale nito dato che x(t) L1 (R). 


Linearit. Se x(t) e y(t) sono funzioni trasformabili secondo Fourier con tra-
sformate X() e Y (), allora trasformabile anche ogni loro combinazione
lineare, e si ha:
F [ax(t) + by(t)]() = aX() + bY ().
Dimostrazione. La linearit una diretta conseguenza della denizione di
trasformata di Fourier, e della linearit dell`integrale. 
Riscalamento. Se a 6= 0 un parametro reale, si ha:

1
F [x(at)]() = X(/a).
|a|

8
Dimostrazione. Basta eettuare il cambio di variabile at = T nell`integrale:

Z
F [x(at)]() := x(at)eit dt =

( R iT
1
a
x(T )e a dT se a > 0
= 1
R iT

a
x(T )e a dT se a < 0
In ogni caso, si ha:

Z
1 1  
F [x(at)]() = x(T )eiT /a dT := X .
|a| |a| a

Esempio (porta centrata). Calcoliamo la trasformata di Fourier della fun-


zione porta pT (t), T > 0:

1 se T2 < t < T

pT (t) = 2
0 altrimenti.

Si tratta di una funzione porta di ampiezza T, centrata nell'origine. Notiamo


che si ha pT (t) = p1 (t/T ), quindi applicando la propriet di riscalamento con
a = 1/T , troviamo:

2sin( T2 )
F [pT (t)]() = F [p1 (t/T )]() = T F [p1 (t)](T ) = T
T
ovvero:
2sin( T2 )
F [pT (t)]() = , T > 0.

Coniugio. Indicando con x il complesso coniugato di x, si ha:

h i
F x(t) () = X().

Dimostrazione. Dato che eit = eit , si ha:

h i Z Z Z
it it
F x(t) () := x(t)e dt = x(t)e dt = x(t)eit dt =: X(). 

Dalla precedente propriet segue facilmente il seguente risultato:

Teorema 4. (Uguaglianza di Parseval). Supponiamo che x(t) sia trasfor-


mabile secondo Fourier, e che l'integrale:
Z
2
|x(t)| dt

sia nito. Allora si ha:


Z Z
1 2 2
|x(t)| dt = |X()| d
2

9
La formula di Parseval permette di calcolare l'energia di un segnale x(t) tramite
la sua trasformata di Fourier.
Dimostrazione.1
Z Z Z hZ
2 1 i
|x(t)| dt = x(t)x(t)dt = x(t) X()eit d dt =
2
Z h
Z Z h Z
1 i 1 i
= x(t) X()eit d dt = x(t)eit dt X()d =
2 2
Z Z
1 1
= X()X()d = |X()|2 d
2 2

Modulazione. Per a R, si ha:

F [x(t)eiat ]() = X( a).

Dimostrazione. Si tratta di una semplice verica:

Z Z
F [x(t)eiat ]() := x(t)eiat eit dt = x(t)ei(a)t dt =: X( a). 

Traslazione. Per ogni aR si ha:

F [x(t a)]() = X()eia

Dimostrazione. suciente il cambiamento di variabile T = ta nell`integrale:


Z Z Z
F [x(ta)]() := x(ta)eit dt = x(T )ei(T +a)
dT = eia
x(T )eiT :=

= X()eia 

Le precedenti propriet dimostrano che la trasformata di Fourier trasforma la


moltiplicazione per un carattere
2 in una traslazione, e viceversa.
Esempio (porta decentrata). Calcoliamo la trasformata di Fourier della
funzione 
1 se 6 < t < 10
x(t) =
0 altrimenti.
Si tratta di una funzione porta di ampiezza 4 centrata nel punto a = 8. Quindi
mediante una traslazione ci si pu ricondurre alla porta centrata:

x(t) = p4 (t 8)

Dalla propriet di traslazione e dall'esempio della porta centrata si ottiene


quindi:

2sin(2)
F [x(t)]() = F [p4 (t 8)]() = ei8 F [p4 (t)]() = ei8

1 segue dalla formula di inversione che vedremo in seguito
2 Una funzione un carattere di R se |(t)| = 1 e se (s + t) = (s)(t), s, t R

10
Moltiplicazione per t. Se tx(t) L1 (R), allora X() derivabile e

F [tx(t)]() = iX 0 ()

Dimostrazione. Si ha:
Z Z Z
d d it
iX 0 () := i x(t)eit dt = i x(t)( e )dt = i2 x(t)teit dt := F [tx(t)]()
d d

ove il passaggio della derivata sotto segno di integrale possibile grazie al teo-
rema di convergenza dominata .
3 
Esempio. Calcoliamo la trasformata di Fourier della funzione

t se 1 < t < 1
x(t) =
0 altrimenti.

Si verica facilmente che x(t) = tp2 (t). Quindi, applicando la propriet di


moltiplicazione per t e ricordando l'esempio della porta centrata, troviamo:

d d 2sin() cos() sin()


F [tp2 (t)]() = i (F [p2 (t))]()) = i ( ) = 2i
d d 2
Si noti che tp2 (t) una funzione reale e dispari, quindi la sua trasformata di
Fourier a valori immaginari e dispari.

Osservazione. La propriet di moltiplicazione per t pu essere iterata pi


volte. Cos se nN e tn x(t) L1 (R), allora:

dn
F [tn x(t)]() = in X().
d n
Trasformata della derivata. Se x(t) derivabile e x0 (t) L1 (R), allora

F [x0 (t)]() = iX()

Dimostrazione. Ci si pu giusticare integrando per parti:


Z Z Z
d d it
F [x0 (t)]() := ( x(t))eit dt = x(t)( e )dt = i x(t)eit dt =: iX() 
dt dt

Esempio. Calcoliamo la trasformata di Fourier della funzione x(t) = e 2


t2
.
Poich il calcolo dell'integrale
Z
t2
X() = e 2 eit dt

abbastanza complicato, si procede in maniera indiretta. Notiamo che:

t2
x0 (t) = te 2 = tx(t)
3 Teorema della convergenza dominata: Siano fn 0 funzioni misurabili convergenti
puntualmente a zero. Se esiste g 0 misurabile tale che:
Z
g < e fn (x) g(x), n,
X
R
allora
X f n 0.

11
quindi per la propriet di moltiplicazione per t si ha:

F [x0 (t)]() = F [tx(t)]() = F [tx(t)]() = iX 0 ()

Per la propriet della trasformata della derivata:

F [x0 (t)]() = iX()

e, uguagliando le due espressioni, si trova la relazione:

iX 0 () = iX(), ovvero X 0 () + X() = 0.

Questa un'equazione dierenziale lineare omogenea del primo ordine, nell'in-


cognita X(), la cui soluzione :

2
X() = Ce 2 , C R.
t2
Questo signica allora che la trasformata di Fourier di x(t) = e 2 coincide, a
meno di una costante moltiplicativa C, con x(t) stessa, cio F [x(t)](t) = Cx(t),
e quindi iterando:

F [F [x(t)]](t) = F [Cx(t)](t) = CF [x(t)](t) = C 2 x(t).

Essendo x(0) = 1, ottengo:

F [F [x]](0) = C 2

e dalla propriet di simmetria :

F [F [x(t)]](t) = 2x(t)

si ha anche che:
F [F [x]](0) = 2
2

Quindi si ha C = 2 ,da cui C = 2 , e sceglieremo la determinazione
positiva, perch basta notare che:

Z
t2
X(0) = e 2 dt > 0,


e quindi C dev'essere positiva, C= 2 . In denitiva si trova:

t2 2
F [e 2 ]() = 2e 2 .

interessante notare come, scegliendo =0 e applicando al primo membro la


denizione di trasformata di Fourier, si ottenga l'integrale notevole:

Z
t2
e 2 dt = 2

Convoluzione. Siano f L1 , g L1 e h = f g. Allora H(t) = F (t)G(t),


ovvero la trasformata di Fourier trasforma convoluzioni in prodotti puntuali.

12
Dimostrazione.4 Innanzitutto notiamo che F [f g] ben denita perch
f g L1 . La dimostrazione di tale propriet un'applicazione del teorema di
Fubini:
Z Z Z Z
itx ity
H(t) = e dm(x) f (xy)g(y)dm(y) = g(y)e dm(y) f (xy)eit(xy) dm(x) =

Z Z
= g(y)eity dm(y) f (x)eitx dm(x) = G(t)F (t).

Si osservi che stata usata l'invarianza per traslazione di m. 

4 Utilizziamo la notazione per cui:


R
f (x)dm(x) = 1
R
f (x)dx
2

13
4 F Antitrasformata di Fourier
La trasformata di Fourier trova numerose applicazioni, tra cui l'analisi di un
segnale x(t) nello spazio delle frequenze. Di fondamentale importanza dun-
que la possibilit di ricostruire il segnale x(t), conoscendo la sua trasformata
X(): questa operazione (inversa rispetto alla trasformata di Fourier) viene
detta Antitrasformata di Fourier [1].

Denizione 9. Sia X() : R C una funzione trasformabile secondo Fourier.


La funzione:
Z
h i 1
F 1 X() (t) := X()eit d, tR
2
viene detta antitrasformata di Fourier di X().
La funzione X() dunque pensata come funzione sul dominio delle frequenze,
mentre la variabile temporale t gioca un ruolo di parametro nell'integrale.
Osservazione. Si noti che il calcolo dell'antitrasformata di Fourier si riduce a
quello della trasformata: infatti, confrontando le due denizioni si vede subito
che:
1
F 1 [x(t)]() = F [x(t)]().
2

Per dimostrare la formula di inversione abbiamo bisogno dei seguenti risultati


preliminari.

Teorema 5. Per ogni funzione f su R e ogni y R, sia fy la traslata di f,


denita dalla:
fy (x) = f (x y) (x R).
p
Se 1p< e se f L , l'applicazione

y fy
un'applicazione uniformemente continua di R su Lp (R).
Dimostrazione. Fissiamo un  > 0. Poich f Lp , esiste una funzione
continua g il cui supporto appartiene all'intervallo limitato [A, A] tale che:

||f g||p < 


La continuit uniforme di g mostra che esiste un (0, A) tale che |s t| <
implica
1
|g(s) g(t)| < (3A) p .
Se |s t| < , ne segue che
Z
|g(x s) g(x t)|p dx < (3A)1 p (2A + ) < p ,

cosicch ||gs gt ||p < . Dall'invarianza per traslazione delle norme Lp (realtive
alla misura di Lebesgue): ||f ||p = ||fs ||p , segue che:

||fs ft ||p ||fs gs ||p +||gs gt ||p +||gt ft ||p = ||(f g)s ||p +||gs gt ||p +||(gf )t ||p < 3
per ogni |s t| < . Da cui segue la tesi. 

14
Teorema 6. Se f L1 , F C0 5 e

||F || ||f ||1 .


Dimostrazione La disuguaglianza segue facilmente dalla denzione di F e dal
fatto che f L1 .
Inoltre se tn t, si ha:
Z
1
|F (tn ) F (t)| |f (x)||eitn x eitx |dx.
2

L'integrando limitato da 2|f (x)| e tende a zero per ogni x, quando n .


Quindi F (tn ) F (t), in base al teorema della convergenza dominata. Dunque
F continua.
Essendo poi ei = 1, dalla denizione di trasformata segue che:
Z Z
1 1
F (t) = f (x)eit(x+/t) dx = f (x /t)eitx dx.
2 2
Quindi
Z
1 h  i itx
2F (t) = f (x) f x e dx,
2 t
e dunque:
2|F (t)| ||f f/t ||1 ,
che, per il teorema precedente, tende a zero per t .

Una coppia di funzioni ausiliarie. Nella dimostrazione del teorema di in-


versione ci torner utile conoscere una funzione positiva H che abbia una tra-
sformata di Fourier positiva, il cui integrale si possa calcolare facilmente. A tal
proposito, sceglieremo per comodit la seguente:

H(t) = e|t|
e deniamo Z
1
h = H(t)eitx dx ( > 0).
2
Un semplice calcolo mostra che
r
2
h (x) = ,
2 + x2
per cui
Z
1
h (x)dx = 1.
2

Si osservi che 0 < H(t) 1 e che H(t) 1 per 0.


Proposizione 2. Se f L1 , risulta :
6
Z
(f h )(x) = H(t)F (t)eixt dm(t).

5 C indica lo spazio di tutte le funzioni continue su R che tendono a zero all'innito
0
6 Utilizziamo la notazione per cui:R f (x)dm(x) = 1 R f (x)dx
2

15
Dimostrazione. Si tratta di una semplice applicazione del teorema di Fubini:
Z Z Z Z
(f h )(x) = f (xy)dm(y) H(t)eity dm(t) = H(t)dm(t) f (xy)eity dm(y) =

Z Z Z
it(xy)
= H(t)dm(t) f (y)e dm(y) = H(t)F (t)eitx dm(t).

Teorema 7. Se g L e g continua in un punto x, :

lim (g h )(x) = g(x).


0

Dimostrazione. Per come avevamo in precedenza denito:


Z
1
h (x)dx = 1,
2

si ha:
Z Z
1 1 y
(gh )(x)g(x) = [g(xy)g(x)]h (y)dy = [g(xy)g(x)]1 h1 ( )dy =
2 2
Z
1
[g(x s) g(x)]h1 (s)ds.
2
L'ultimo integrando dominato da 2||g|| h1 (s) e converge a zero puntualmente
per ogni s quando 0. Quindi la tesi segue dal teorema della convergenza
dominata. 
Teorema 8. Se 1p< e f Lp , risulta

lim ||f h f ||p = 0


0

Dimostrazione. Poich h Lq , ove q l'esponente coniugato di p, (f h )(x)


denita per ogni x (in eetti, f h continua).
In base alla denizione di trasformata, si ha:
Z
1
(f h )(x) f (x) = [f (x y) f (x)]h (y)dy,
2

e si ha:
Z
1
|(f h )(x) f (x)|p |f (x y) f (x)|p h (y)dy
2

Integrando rispetto ad x la precedente e applicando il teorema di Fubini si


ottiene:
Z
1
||f h f ||pp ||fy f |pp h (y)dy = g h (0)
2

Se g(y) = ||fy f ||pp , per il teorema 5 g limitata, continua e g(0) = 0. Quindi,


grazie al teorema 7, il secondo membro dell'ultima disuguaglianza tende a zero
quando 0. 

16
Teorema 9. (La formula di inversione) Se f L1 eF L1 , e se
Z
1
g(x) = F (t)eixt dt (x R),
2

allora g C0 ed f (x) = g(x) q.o.

Dimostrazione. [4] Per la proposizione 2, vale:

Z
1
(f h )(x) = H(t)F (t)eixt dt
2

Gli integrandi a secondo membro sono limitati da |F (t)| e per il teorema della
convergenza dominata, poich H(t) 1 per 0 , si ha che il secondo
membro converge a g(x) x R.
Per il teorema 8
7 vediamo che esiste una successione n tale che n 0 e

lim (f hn )(x) = f (x) q.o.


n

Pertanto f (x) = g(x) q.o. Dal teorema 5 segue che g C0 . 

Teorema 11. (Il teorema dell'unicit) Se f L1 e F (t) = 0 per tutti i


t R, risulta f (x) = 0 q.o.

Dimostrazione. Poich F = 0, si ha F L1 e il risultato segue dalla formula


di inversione. 

Il teorema di Plancherel
Teorema 12. Ad ogni f L2 possibile associare una funzione F L2 in
modo tale che valgano le seguenti propriet:

1. Se f L1 L2 , F la trasformata di Fourier di f denita precedente-


mente.

2. Per ogni f L2 , ||F ||2 = ||f ||2 .

3. L'applicazione f F un isomorsmo di spazi di Hilbert di L2 su L2 .

4. Vale la seguente relazione simmetrica fra f F : se


e
Z A Z A
A (t) = f (x)eix(t) dm(x) e A (x) = F (t)eix(t) dm(t),
A A

risulta ||A F ||2 0 e ||A f ||2 0 per A .

Nota. Poich L1 L2 denso in L2 le propriet 1 e 2 determinano l'applicazione


f F univocamente. La propriet 4 pu chiamarsi teorema di inversione in
L2 .
7 combinato col seguente:

Teorema 10. Se 1 p , e se {fn } una successione di Cauchy in Lp () con limite f,


allora {fn } contiene una sottosuccessione che converge puntualmente q.o. a f (x).

17
F Applicazione della trasformata di Fourier
all'equazione del calore
L'equazione del calore[5] rappresentata dalla seguente formula:

d d2
u(x, t) = a2 2 u(x, t), xR
dt dx
e descrive l'evoluzione della temperatura di un solido. Se impongo anche una
condizione sulla temperatura iniziale del solido, avr un sistema del tipo:

 2
d d
= a2 dx
dt u(x, t) 2 u(x, t)

u(x, 0) = (x)
1
R ix
Sia ora U (, t) =
2 e u(x, t)dx la trasformata di Fourier della funzione
u(x, t); se applico tale trasformata al sistema appena incontrato avr:
d 2 2

= a
dt U (, t) R Uix
(, t)
1
U (, 0) = 2 e (x)dx

e la prima equazione, una volta ssato , vista come variabile di t, la posso


risolvere per separazione di variabili:

d
dt U (, t)
= a2 2 ;
U (, t)

U (, t)
log = a2 2 t;
U (, 0)
2
2 t
U (, t) = U (, 0)ea .
Adesso, grazie all'antitrasformata:
Z Z
2
ix 2 t
u(x, t) = e U (, t)d = eix ea U (, 0)d =

Z Z Z hZ
2
2 t 1 1 2
2 t
i
= eix ea eiy (y)dyd = (y) ei(xy)a d dy =
2 2

e dopo alcuni calcoli si giunge a:

Z Z
1 (xy)2 1 (xy)2
= (y)e 4a2 t
2
dy = e 4a2 t (y)dy
2 a t 4a2 t

che la soluzione dell'equazione del calore, ed una convoluzione della gaussiana


con il dato iniziale .
(xy)2
Denisco una funzione G(x, y, t) = 1
4a2 t
e 4a2 t , denita per t > 0. Vediamo
che propriet ha la funzione G:

1. Il suo integrale:

2 Z
eu 4a2 t
Z Z
1 2
G(x, y, t)dy = du = eu du = 1

2
4a t

18
2. G C per t > 0;
3. G risolve l'equazione del calore: Gt = a2 Gxx ;
4. Per t0 tende a concentrarsi in un punto: se t diventa molto piccolo la
gaussiana si stringe e sale, perch deve mantenere sempre il suo integrale
uguale a 1,diventa cio sempre pi piccata.

Esempio Sia data la successione di funzioni:


1 1

n 2n x 2n
0 altrimenti
Poich: Z
1
n (x)dx = n =1
R n
allora:
lim n (x)dx = 1.
n
Dunque:
Z Z 1
2n
lim n (x)f (x)dx = lim nf (x)dx =
n R n 1
2n
1 1
Per il teorema della media esiste [ 2n , 2n ]:
1
lim f (n )n = f (0) = 0 f
n n
ove 0 f la delta di Dirac della funzione f.

Quindi,come abbiamo visto, u(x, t) essendo denita come convoluzione tra G


C e , C , sia rispetto a x sia rispetto a t > 0.

Legge di Fourier
Un problema sico importante il seguente: supponiamo di avere una sbarra
lunga L con temperatura iniziale costante T, con a sinistra una fonte posta ad
una temperatura T1 e a destra un'altra fonte posta ad una temperatura T2 ,ove
T 6= T1 , T2 e T1 , T2 > 0. Tale problema sico e' descritto dal sistema:


ut = a2 uxx
u(x, 0) = T


u(0, t) = T1 := 1 (t)
u(L, t) = T2 := 2 (t)

La soluzione a tale sistema dev'essere della forma u(x, t) = v(x, t) + U (x, t),ove
U (x, t) l'interpolazione lineare denita come:

x
U (x, t) = 1 (t) + (2 (t) 1 (t))
L
ev(x, t) tale che risolve un problema pi semplice,omogeneo:

vt = a2 vxx [01 (t) + L (02 (t) 01 (t))]


x

vt = a2 vxx
x x
v(x, 0) = (x) [1 (0) + L (2 (0) 1 (0))] = v(x, 0) = T [T1 + L (T2 T1 )]
v(0, t) = v(L, t) = 0 v(0, t) = v(L, t) = 0

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da cui si ottiene la soluzione:

2 X n2 22a2 t L L n
v(x, t) = e L [(T T1 ) [1(1)n ]+(T2 T1 ) (1)n+1 ]sin( x)
L n n L
n1

di cui ci interessa il comportamento all'innito,e cio che il limt v(x, t) =


0. Allora u(x, t) = v(x, t) + U (x, t) U (x, t), per t : la temperatura
stazionaria (che rimane cio ssa nel tempo) un'interpolazione lineare tra le
due temperature poste all'estremit della sbarra,ovvero dopo un certo tempo si
raggiunge una temperatura limite.

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Riferimenti bibliograci
[1] Analisi reale e complessa, W. Rudin

[2] La trasformata di Fourier, P. Tilli

[3] Trasformazione di Fourier, De Marco

[4] Analysis, Lieb and Loss

[5] Appunti delle lezioni di FM310, Prof. Pellegrinotti

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