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Non voglio farmi propugnatore di un fascismo ormai remoto che altro non era che un
movimento creato dagli italiani di un tempo per rispondere all'inerzia di una politica che a quei
tempi si rivel fallimentare.
Un movimento dove Benito Mussolini non mai stato l'ideatore, ma uno dei tanti vitelli d'oro
innalzati dall'italiano medio, per poi distruggerlo nel momento in cui questo non risultava pi
utile.
Come disse il comunista italiano Amadeo Bordiga: "Il peggior prodotto del fascismo
l'antifascismo". Condivido in toto questa affermazione, infatti l'antifascismo dei tempi non era
nient'altro che una delle tante fabbriche dell'alibi dell'italiano medio che, tramite il trionfo di un
antifascismo ipocrita e delirante, si auto-assolveva da ci che aveva contribuito a creare
quando questo gli risult pi comodo.
Oggi altrettanto ipocritamente si tiene in piedi un mito di cartone che vede i partigiani come
degli eroi romantici che hanno liberato l'Italia da una feroce dittatura squadrista per
assoggettarla ad un nobile sistema di governo cui nome "democrazia". Un sistema dove -
utopisticamente - si suppone che il popolo debba essere unico e indiscusso sovrano
esercitando potere decisionale sulla propria sorte politica ed economica.
Nulla di pi falso. Paradossalmente l'unica volta che il popolo ha realmente deciso sulla propria
sorte, fu quando scelse la via dell'autocrazia. Da quando invece ha scelto di infettarsi mediante
l'illusione di un sistema del tutto utopistico (creato per illudere il popolino di avere potere
decisionale), si ritrovato non solo a non avere la tanto ambita democrazia pi o meno sovrana
quanto sgangherata, ma addirittura ad essere inghiottito da un sistema totalitario molto pi
subdolo e tiranno dove l'itaGlione medio che ogni 25 aprile canta "bella ciao" con la lacrimuccia
sul viso e il cervello anestetizzato, si ritrova ad esserne vittima senza nemmeno accorgersene
(o facendo finta di non accorgersene, troppo preso dall'indottrinamento propagandistico
guidato dall'emozione a scapito della ragione).
Tutto ci reggendosi su un'illusione chiamata "resistenza" dove, con la scusa del "liberare
l'Italia", i loro antenati hanno semplicemente consegnato il dominio ad altri. Ovvero ad un
impero oligarchico finanziario-mondialista che vede l'uomo non pi come un cittadino con
doveri e diritti, ma come una pecora da macello che pu solo scegliere la via della
sopravvivenza in un bivio che si suddivide tra la via del suicidio e la via della disperazione, in
una societ dove i germi del neoliberismo, del monetarismo ortodosso, del neoclassicismo e di
tutte queste false discipline accademiche, si sono imposte prepotentemente nelle varie
universit con lo scopo di indottrinare le masse affinch, abbracciando tali teorie, si possa
spianare ulteriormente la strada a questo impero che vuol ricreare quella dicotomia classista
dove ogni tipo di ricchezza e di potere viene gestito sotto il loro controllo.
Quindi non riesco a sopportare questa retorica italiota che tende a voler mitizzare un branco di
caproni analfabeti che altro non erano che operai di un progetto globalista trionfante, oltretutto
senza nemmeno saperlo.
Un'architettura guidata dalla storia stessa che trionfa grazie all'ignoranza del popolino, su un
teatro di conflitti classistici tra sfruttati e sfruttatori, schiavi e padroni, reggendosi sui pilastri
della disciplina "divide et impera".
Il 25 aprile odierno, quindi, serve semplicemente come ideologia di legittimazione del capitale
finanziario guidato da "globocrati", che tende a voler incapsulare sotto forma di condanna,
tutte le violenze del passato solo ed esclusivamente dentro la parola "fascismo".
Con questo non voglio legittimare il fascismo n rispolverare qualcosa che in realt non sento
che mi appartiene, ma l'onest intellettuale deve venire prima del mito politico.
Quindi se oggi volessi ricordare qualcuno, ricorderei Giuseppina Ghersi: ragazzina 13enne
violentata e uccisa dai partigiani soltanto per aver scritto un tema a favore di Benito Mussolini;
oppure Luisa Ferida: donna incinta uccisa dal "caro" presidente sandro pertini soltanto perch
questa aveva la colpa di essere la moglie dell'attore Osvaldo Valentini. Oppure tutte le persone
morte ingiustamente sotto mano dei partigiani che con la scusa della liberazione
commettevano crimini (per poi essere commemorati come eroi), insieme a tutte quelle persone
che negli ultimi anni si sono suicidate grazie al golpe finanziario imposto con il benestare del
caro "compagno partigiano" Giorgio Napolitano.
Ora, se le violenze sono da condannare, sono da condannare tutte e non solo quelle squadriste
per convenienza. La piet non pu essere selettiva e se questo avviene, significa che la parola
"libert" una parola abusata solo ed esclusivamente per scopi propagandistici portati pi dal
mito che dall'onest intellettuale.