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- non tutti i foni, o tutte le serie di foni, sono ugualmente diffusi negli
inventari fonologici delle lingue del mondo: alcuni foni, essendo difficili
da percepire e/o produrre, sono pi rari di altri; per esempio, le vocali
anteriori arrotondate sono meno comuni delle vocali anteriori non
arrotondate (probabilmente per ragioni legate alla percezione).
In italiano sembrano esistere tre fonemi nasali (m, n, gn) come rivelano le
tre seguenti coppie minime:
[m]ano vs [n]ano le[n]a vs le[]a ra[m]o vs ra[]o
In realt esistono anche altri due foni nasali, la nasale velare [] e la nasale
labiodentale [M]; la loro distribuzione per predicibile, in quanto la
prima si trova solo davanti a consonanti velari, la seconda solo davanti a
consonanti labiodentali:
ba[]co fa[]go a[M]fibio i[M]vidia
Questi due segmenti non hanno valore distintivo perch la loro occorrenza
predicibile dal contesto; quando un elemento fonetico predicibile dal
contesto fonetico non distintivo. Non abbiamo perci a che fare con dei
fonemi nasali ma con due allofoni del fonema /n /; esse sono in
distribuzione complementare con il fono [n], in quanto la presenza di un
segmento preclude la presenza dellaltro.
Quindi il fonema /n/ avr tre diverse manifestazioni fonetiche negli
allofoni [M] (davanti a fricative labiodentali), [] (davanti ad occlusive
velari), [n] (in tutti gli altri contesti).
Si noti per il seguente problema: visto che anche /m/ non pu capitare davanti a /f v/
o /k g/, perch diciamo che [M] e [] sono allofoni di /n/ e non di /m/? Per [] si pu
sostenere che, siccome al nostro orecchio suona pi simile a /n/ che ad /m/,
legittimo classificarla come un allofono di /n/; ma [M] suona semmai pi come una
/m/ che come una /n/; bisognerebbe allora dire che [M] un allofono di /m/, e che /n/
semplicemente non capita mai davanti a /f v/?
Daltronde, in alcuni contesti osserviamo una [M] dove solitamente troviamo una /n/,
il che suggerisce un legame tra questi due foni (per esempio, la /n/ di in pu diventare
[M] davanti a una parola che comincia con una labiodentale: i[M] fretta (soprattutto
se detto velocemente).
Anche se lidea di allofonia spesso utile a capire come strutturato il sistema di
foni di un linguaggio, si tratta di una nozione non priva di problemi; a rigor di
termini, dovremmo forse anche includere un allofono dentale, che capita davanti alle
dentali, ed un allofono postalveolare, che capita davanti alle postalveolari.
In tutti gli altri contesti il fonema /s/ viene prodotto come [s]: allinizio
parola [santo], in posizione post-consonantca [polso], come consonante
lunga [nesso], a fine parola [autobus]).
Se distinguete tra chie[s]e domand e chie[z]e luoghi di culto parlate una variet
in cui i due foni formano ancora fonemi distinti.
Si noti come la distinzione tra [s] e [z] sia una distinzione tra fonemi in altre lingue,
come linglese (per es. ice [aIs] vs. eyes [aIz]); tipico, per gli italiani che parlano
inglese, applicare, erroneamente, la distribuzione italiana di [s] e [z] a parole inglesi
per es. dire [z]low invece che [s]low.
I tratti distintivi binari
Ad esempio in italiano [t] non pu occorrere davanti a [p] (cio, [tpa] non
una parola possibile dellitaliano); in realt, possiamo generalizzare
questa restrizione alla classe naturale delle occlusive; la restrizione in
questione pu essere formulata cos: in italiano, unocclusiva non pu
essere seguita da unaltra occlusiva (non solo [tp] non una sequenza
possibile, non lo sono nemmeno [td], [kd], [bk], ecc.); questa impossibilit
il prodotto di una restrizione pi generale dellitaliano, che vieta nessi
(cio sequenze) di occlusive.
Eccezioni: prestiti o vocabolario colto di origine latina o greca (optare,
cleptomane).
La [] velare si trova davanti a [k] [g], unici fonemi consonantici velari.
Ad esempio in italiano in fine di sillaba non si possono avere tutte le
consonanti, ma solo liquide e nasali (l/r/n/m) o consonanti geminate (tra le
quali rientrano anche gl e gn); il tratto che accomuna liquide e nasali
quello di sonorante.
Binariet e marcatezza
Nel momento in cui si passa dalla fonetica alla fonologia, le caratteristiche
articolatorie vengono tradotte in caratteristiche pi astratte e formali, sotto
forma di tratti fonologici distintivi binari; tali tratti sono considerati come
presenti o assenti, non graduati; si assume cio che i tratti distintivi siano
organizzati in modo binario, ossia con due soli valori possibili, il valore
positivo + o il valore negativo -, a seconda che una data caratteristica sia
presente o assente nellarticolazione di un dato suono.
La binariet non per presente a livello fonetico, ma dipende dalla nostra
rapresentazione mentale dei suoni.
Il valore positivo rispetto ad un certo tratto distintivo viene detto marcato,
quello negativo non marcato.
Anche i segmenti possono essere pi o meno marcati: nei processi di
neutralizzazione i segmenti non marcati tendono a sopravvivere.
La relativa marcatezza dei segmenti e dei valori di un tratto stabilita
universalmente in base a diversi fattori, tra cui:
- frequenza della distribuzione: i suoni non marcati sono pi frequenti di
quelli marcati;
- la presenza in diversi sistemi fonologici: i suoni non marcati sono i pi
diffusi nei sistemi fonologici del mondo;
- il processo di acquisizione linguistica: i suoni non marcati sono i primi ad
essere acquisiti nello sviluppo linguistico.
Se in una data lingua esiste un segmento marcato per un certo tratto,
molto probabile che esista anche il corrispondente non marcato, ma non
viceversa.
1. Tratti principali
Questi tratti definiscono le pi importanti classi naturali di suoni per la
descrizione dei fenomeni fonologici delle lingue naturali.
I due tratti sono combinabili, anche se non in italiano: ci sono consonanti che possono
fungere da nucleo di sillaba (bottle nellinglese americano)
sillabico consonantico
vocali + -
consonanti - +
approssimanti - -
Dato che il nucleo sillabico unico, cio non si possono avere due nuclei nella stessa
sillaba, quando due vocali sono adiacenti ci sono due possibilit:
- si trovano su due sillabe diverse per cui si ha uno iato;
- una delle due diventa una semivocale dando origine ad un dittongo.
In italiano i dittonghi si formano solamente con le approssimanti j e w, connesse alle
vocali alte i e u.
La approssimante pu trovarsi prima o dopo la vocale; si hanno quindi due possibili
tipi di dittonghi:
- ascendenti, con la approssimante prima della vocale jV/wV: [pjano] [twono]
- discendenti, con la approssimante dopo la vocale Vj/Vw: [maj] [fewdo]
Quando un nucleo vocalico ha una approssimante che lo precede e una che lo segue si
ha un trittongo: [vwoj] [pwoj] [twoj] [mjej]
Quando due vocali che non siano n i n u sono adiacenti, si ha sempre uno iato, dato
che nessuna delle due vocali si pu trasformare in una semivocale: paese, meteora,
teatro.
[+ sonoro] > sonoranti ed alcune delle ostruenti (il tratto sar dunque
rilevante per le ostruenti ma non per le sonoranti)
[+/- glottide allargata]: i suoni [+ glottide allargata] sono prodotti con uno
spostamento delle cartilagini che produce una maggiore apertura glottidale
[+ glottide allargata] > non esistono suoni di questo tipo in italiano; sono le
consonanti aspirate, i sussurri, bisbigli e mormorii, le vocali/semivocali sorde (ahead,
haben)
[ad esempio nelle occlusive aspirate, il rilascio dellocclusione pu essere non
immediato (come in italiano), ma pi lento, nel qual caso sentiamo un soffio daria
che segue la consonante (le occlusive aspirate vengono trascritte con una [h] dopo il
simbolo dellocclusiva): inglese top [thOp], o nel tedesco Rat [ath]]
[+/- glottide compressa]: i suoni glottidalizzati sono prodotti con la pressione delle
corde vocali luna contro laltra impedendo una normale vibrazione
[+ glottide compressa] > non esistono suoni di questo tipo in italiano; sono le
consonanti eiettive, implosive, glottidalizzate e laringalizzate, le vocali e semivocali
glottidalizzate
[ad esempio le occlusive glottidali, in cui viene prodotto un colpo di glottide con una
chiusura (e seguente riapertura) delle corde vocali; lo si trova in tedesco davanti ad
ogni parola che comincia per vocale, e in italiano quando sia necessario separare due
vocali in contatto o anche in esclamazioni, ma in alcune lingue (come il tailandese)
un fonema: Ho detto le [] elezioni, non le lezioni boh]
[+/- corde vocali rigide]: i suoni [+ corde vocali rigide] sono prodotti con le corde
vocali tese
[+ corde vocali rigide] > ostruenti sorde (eiettive sorde, vocali glottidalizzate)
p/t/k/f/s/S/ts/tS
[+/- corde vocali allentate]: i suoni [+ corde vocali allentate] sono prodotti con le
corde vocali allentate
[+/- nasale]: i suoni [+ nasali] sono prodotti con un abbassamento del velo
che permette allaria di fluire attraverso la cavit nasale
4. Modo di articolazione
Questi tratti si riferiscono alle modificazioni che il flusso daria subisce nel
percorso dai polmoni verso lesterno.
[[+/- teso]: i suoni [+ tesi] sono prodotti con una compressione del corpo o
radice della lingua (es. r dellitaliano)]
[+/- continuo]: i suoni [+ continui] sono prodotti con una costrizione della
cavit orale che permette allaria di fluire verso lesterno
[+/- stridulo]: nella produzione dei suoni [+ striduli] laria costretta tra
due superfici ravvicinate provocando un flusso di aria turbolento
5. Punto di articolazione
Questi tratti si riferiscono al punto in cui avviene il contatto o
lavvicinamento che provoca la massima costrizione dellaria.
6. Tratti vocalici
[+/- alto]: i suoni [+ alti] sono prodotti alzando il corpo della lingua dalla
posizione di riposo
[i] [u]
[+/- basso]: i suoni [+ bassi] sono prodotti abbassando il corpo della lingua
dalla posizione di riposo
[E] [O] [a]
[[+/- radice avanzata]: i suoni [ATR] sono prodotti con la radice della
lingua spostata in avanti e con un movimento verso lalto del corpo della
lingua]
[-posteriore] [+posteriore]
[-arrotondato] [+arrotondato]
[+alto] + teso i u
- teso
[-alto][-basso] + teso e o
- teso E O
[+basso] a
Variazione libera
Due allofoni si dicono in variazione libera quando la loro distribuzione
non sottoposta ad alcuna regola, ma possono comparire
indifferentemente senza alcun cambio di significato.
Ci sono diversi casi di varianti libere in italiano: uno quello del fonema
/r/ che pu essere pronunciato in diverse varianti da parlanti diversi
(alveolare vs uvulare), ma questo non cambia il significato della parola
nella quale il fonema si trova; il fonema ha quindi varie realizzazioni che
si distribuiscono liberamente senza che per questo la nostra
rappresentazione mentale di esso sia diversa.
Si possono anche dare casi di varianti libere allinterno dello stesso parlante: ad esempio alcuni
parlanti possono pronunciare la parola perla con la e aperta o chiusa indifferentemente; spesso
queste distinzioni non sono collegate a distinzioni linguistiche ma sociolinguistiche, cio il parlante
usa una forma che pu appartenere ad un livello stilistico pi o meno alto.
Tratti soprasegmentali
Analizzeremo qui brevemente le caratteristiche soprasegmentali dei foni,
cio quelle propriet dei foni che riguardano il loro grado di prominenza
rispetto ai foni circostanti, piuttosto che essere propriet intrinseche dei
foni in questione.
Nello studio dei fenomeni soprasegmentali, particolarmente difficile
separare lanalisi fonologica (cio lanalisi di come le caratteristiche
soprasegmentali vengono usate ai fini della comunicazione linguistica)
dallanalisi fonetica (cio lo studio dei meccanismi articolatori e percettivi
attraverso i quali le caratteristiche soprasegmentali si manifestano).
Accento
In numerose lingue, gran parte delle parole hanno un accento, cio un
singolo fono (tipicamente, una vocale) viene percepito come quello che ha
maggiore prominenza nellintera parola.
Per esempio, gli italiani sentono la prima [a] di papa [papa] come la pi
prominente, cio come la vocale accentata; viceversa, in pap [papa] la
seconda vocale ad essere accentata.
Laccento pu essere rappresentato o con un trattino obliquo sulla vocale
accentata, o con un trattino verticale posto immediatamente prima della
sillaba o della vocale accentata; noi lo indicheremo con il trattino prima
della sillaba.
Lunghezza/durata
I sistemi linguistici possono sfruttare la distinzione tra foni di durata
normale e foni prodotti con una durata maggiore, cio lopposizione di
lunghezza tra foni brevi e foni lunghi.
Tipicamente, si rappresentano nella trascrizione solo i foni lunghi, che
nella tradizione IPA vengono marcati dal crono (consistente in due punti
[:]) posto alla destra del simbolo del fono. Se un fono non esplicitamente
marcato come lungo, vuol dire che breve.
In italiano invece non esiste una distinzione fonemica tra vocali lunghe e
vocali brevi; la lunghezza vocalica non ha valore distintivo perch
predicibile dal contesto: le vocali accentate tendono ad essere pi lunghe
delle vocali non accentate; in particolare, una vocale accentata in sillaba
aperta non finale di parola si allunga:
mala:to sere:no vagi:to paro:la palu:de
Per esempio, la [e] di pero pi lunga della [e] di per, e si potrebbe
annotare, in una trascrizione relativamente stretta, come lunga: [pe:ro].
La vocale di una sillaba aperta tonica quindi pi lunga della corrispettiva
vocale in sillaba chiusa o di quella in sillaba aperta ma atona.
Tono/Intonazione
La frequenza con cui vibrano le corde vocali determina laltezza tonale di
un suono: tanto pi alta la frequenza, tanto pi acuto il suono.
In molte lingue (forse tutte), la possibilit di variare laltezza/tonalit dei
foni sonori (cio, da un punto di vista articolatorio, la velocit di
vibrazione delle corde vocali) viene sfruttata per trasmettere informazioni
di natura sintattica o pragmatica.
parole come
ammazzare, agnello, ascellare, taglieggiare, azzurro
vanno con una doppia sia in trascrizione fonetica che fonologica per la
consonante che distintiva ma solo in trascrizione fonetica per quella
che non lo (gn, sc, gl, ts, dz)
Commento: Si veda il commento precedente per laccento primario e il crono. Notiamo che la i
allinterno della sillaba gio ortografica, posta cio per disambiguare il valore del grafema <g>
che in italiano si usa per i suoni [g] e [dZ]. Il crono non va messo perch la sillaba portatrice di
accento chiusa (termina per consonante).In questo caso le due trascrizioni coincidono.
languire [lagwi:re] /langwire/
Commento: usiamo in trascrizione fonetica il fono nasale velare [ ] perch si trova davanti
allocclusiva velare sorda [g]. Il fono [ ] un allofono (variante contestuale) del fonema /n/ che
viene riportato in trascrizione fonologica. Segniamo il crono [:] per la lunghezza vocalica della
vocale [a]. Ricordiamo che ogni sillaba aperta (cio che termina per vocale, ad esempio CV, CCV
ecc.) portatrice di accento primario sempre lunga. La lunghezza vocalica non distintiva di
significato e perci non viene segnata in trascrizione fonologica. Segniamo laccento primario con
lapice posto in alto a sinistra della sillaba portatrice di accento: in questo caso [gwi:]. Laccento
primario distintivo di significato (si consideri la coppia minima meta met) e va segnato sempre
anche in trascrizione fonologica.
Commento: Segniamo il fono nasale labiodentale [M] perch si trova davanti alla fricativa
labiodentale [v]. Anche questo un allofono di /n/ e pertanto non si riporta in trascrizione
fonologica. Il suono [tS] non sempre lungo in posizione intervocalica, ma pu esserlo creando
cos una coppia minima (ad esempio, cacio / caccio; micia / miccia)
Commento: In italiano standard alcuni suoni [L, N, S, dz, ts,] sono sempre lunghi in posizione
intervocalica e pertanto vanno allungati in trascrizione fonetica; la loro lunghezza non distintiva e
pertanto essa non va trascritta in trascrizione fonologica.
Commento: si ha raddoppiamento sia in trascrizione fonetica che fonologica per la consonante che
distintiva, ma solo in trascrizione fonetica per quella che non lo .
pala palla pa l a
pa ll a