Professional Documents
Culture Documents
Vertigini
collana di narrativa
S-stanti. Storie di viaggi, strade, sentieri, percorsi
e traiettorie
2013 Mariacristina Brettone, Roberto Gianolio,
Emma Grillo, Damiana Guerra, Sara Maggi,
Alberto Marcolli, Roberto Ragazzo, Francesco
Romoli, Mauro Sighicelli
2013 Matisklo Edizioni
ISBN: 978-88-98572-12-0
Prima edizione, dicembre 2013
Mariacristina Brettone
Roberto Gianolio
Emma Grillo
Damiana Guerra
Sara Maggi
Alberto Marcolli
Roberto Ragazzo
Francesco Romoli
Mauro Sighicelli
La curva del puzzle
Mariacristina Brettone
Berlino 2012
Quella era unestate immobile.
I ricordi correvano via nelle mattinate bianchicce.
Le ombre dei sogni si stendevano sul pavimento e ai
bordi delle finestre spalancate.
Il tuffo della perdita tagliava ancora lo stomaco, un
corvo gracchiava strafelice e si tuffava nellazzurro,
era nero, corvino.
Ero quasi ai sessanta, mi arrivata cos, al-
limprovviso la voglia di raccontare le storie che
vedevo passare.
Cos decisi: Berlino.
Perch: soprattutto per la sua storia, ma ancora non
sapevo che sarebbe stato il cielo a segnare il mio
viaggio.
Sono partita con in tasca Wenders e Rainer Maria
Rilke.
Al centro della piazza come non pensare agli angeli
sopra Berlino.
Le nuvole nel cielo largo del tramonto portavano le
storie.
Era come se scorressero su un parabrezza, pallini
grigi, neri, bianchi come nei film di una volta.
Gli angeli guardavano le storie, interessati,
sorridevano, non giudicavano.
Qui le anime mi sembravano pi trasparenti.
Io penso che fosse leffetto della sua storia: una citt
distrutta, demolita, divisa e nonostante questo viva e
presente a s stessa, ai suoi ricordi.
Lo spazio, a Berlino, si divide tra il fiume che scorre
lento e instancabile si riprende i suoi spazi, il bosco
grande e misterioso, molto utile quando serviva la
legna per scaldarsi e il cielo aperto, al di sopra.
Cos ho cominciato a raccontare.
Ho visto una donna in quei palazzi squadrati, tipici
della ricostruzione.
Aveva come un braccio allingi, dopo una giornata
di lavoro puliva con uno straccio, ancora, stanca-
mente.
Era come spiaccicata sul muro, in attesa, sembrava
volesse domandare.
Ho sentito le storie delle donne e degli uomini ebrei
di Russia, del loro cammino dallest.
Stretti nei loro vestiti neri, con i pizzi bianchissimi
curati.
Nei loro occhi cera la determinazione a volere una
vita futura.
Balli, suoni, preghiere.
Poche parole, gesti, oggetti, vita nuova.
Ho guardato un uomo, non riuscivo a capire se fosse
maschio o femmina.
Era Berlino che non simporta dellapparenza, che si
diverte, che inventa nuovi modi di esprimersi.
Sono andata fuori citt, nel campo, eravamo ancora
nel comune, ma abbiamo percorso trenta minuti di
ferrovia.
Quanto larga Berlino.
L, dottori, uomini di scienza torturavano e
sperimentano sugli esseri umani.
Io non riuscivo a capire, mi sono detta che la
violenza, la cattiveria, il desiderio di potere, la
dittatura in fondo fanno parte della nostra storia,
sono dentro di noi.
Ma usare la scienza per massacrare uomini e donne,
no, questo era incomprensibile.
Ho conosciuto un pastore luterano, mi ha condotto
da lui la mia curiosit.
Lui mi ha raccontato la storia di Berlino, sconfitta,
finita, affamata risorta mille volte.
Mi ha spiegato con le palme delle mani aperte che
per la loro religione, il loro modo di pensare, quello
che conta sono le parole, pi delle immagini, pi
della rappresentazione.
Parlava con calma, lentamente.
Ha lenito la mia paura.
Allora ho pensato che Berlino era una domanda, al
centro di una piazza, circondata dalle nuvole ad un
angelo sdraiato sul parabrezza di Dio che sfogliava le
carte, una dietro laltra.
Svisch
Poi tornato settembre, rude, come sempre.
Io non capivo, lasciavo andare.
Il freddo repentino e le secchiate dacqua arrivavano
allimprovviso e spargevano lidea del futuro.
Berlino era ancora l, con il suo treno che passava
sopra tutta la citt, come sospeso.
Un altro piccolo signore
Damiana Guerra