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SORIN DRAGOMIR
e quindi
2 1 1 1 2 1
Hessg (0, 0) = , Hessg , = .
1 0 12 6 1 1
Le equazioni caratteristiche che vi corrispondono sono
1 1
det [Hessg (0, 0) I2 ] = 0, det Hessg , I2 = 0,
12 6
ossia
2 1 2 1
1 = 0,
= 0,
1 1
che si scrivono
( 2) 1 = 0, ( 1)( 2) 1 = 0,
ossia
2 2 1 = 0, 2 3 + 1 = 0,
con le radici
3 5
1,2 = 1 2, 3,4 = .
2
Abbiamo determinato
Spec [Hessg (0, 0)] = {1 2, 1 + 2},
( )
1 1 3 5 3+ 5
Spec Hessg , = , .
12 6 2 2
Giacche 2 > 1.41 la matrice Hessg (0, 0) ha un autovalore negativo
e laltro positivo, sicche Hessg (0, 0) non `e ne semi-definita positiva ne
semi-definita negativa. Segue che (0, 0) non `e un punto di estremo
locale per lafunzione g. Diversamente, tutti gli autovalori della matrice
1 1
Hessg 12 , 6 sono positivi sicche la matrice in questione `e definita po-
1 1
sitiva e quindi il punto critico 12 , 6 `e un punto di minimo locale per
la funzione g.
Dunque
f x = 0
2x + y z = 0
fy = 0 4y + x = 0
f = 0
2z x = 0
z
= 3 + 82 18 + 10.
Com`e noto, non vi sono fomule generali per la risoluzione delle equazioni
polinomiali del terzo grado. Nellesempio presente v`e una modalit`a di-
retta per verificare che lequazione polinomiale 3 +82 18+10 = 0
non amette radici negative. Precisamente, dimostriamo che
Proposizione 1. Per ogni Spec [Hessf (0, 0, 0)] si ha > 0 e quindi
Hessf (0, 0, 0) `e una matrice definita positiva sicche (0, 0, 0) `e un punto
di minimo locale.
Dimostrazione. Ragioniamo per riduzione ad assurdo. Si supponga
che esista 0 Spec [Hessf (0, 0, 0)] tale che 0 0. Giacche
Spec [Hessf (0, 0, 0)] = { R : 3 + 82 18 + 10 = 0}
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segue che
30 + 820 180 + 10 = 0.
Tuttavia, per analisi diretta del segno dei vari addendi, si vede che
0 0 = 3 0 + 820 180 0 = 30 + 820 180 + 10 > 0,
una contraddizione.
Giacche siamo interessati, in problemi pratici di ricerca di estremi
locali per funzioni di tre o pi`u variabili reali, al segno degli autoval-
ori della matrice Hessiana anziche a risolvere lequazione caratteristica
associata, sono utili i seguenti risultati di pura algebra.
Teorema 1. Si consideri lequazione polinomiale del terzo grado
(2) 3 + a2 + b + c = 0.
Si supponga che tutte le radici dellequazione (2) sono numeri reali.
Allora
i) Le radici dellequazione (2) sono negative se e solo se a > 0, b > 0
e c > 0.
ii) Le radici dellequazione (2) sono positive se e solo se a < 0, b > 0
e c < 0.
Dimostrazione. Le due affermazioni del Teorema 1 risultano facil-
mente dalle relazioni di Viette (relazioni fra radici e coefficienti di
una equazione polinomiale). Non richiamiamo le relazioni di Viette
in piena generalit`a (ci`o sarebbe un argomento allinterno di un corso
elementare di algebra). Nel caso considerato le relazioni di Viette si
possono dedurre facilmente. Infatti se 1 , 2 e 3 sono le tre radici
reali dellequazione (2) allora il polinomio in questione ammette la de-
composizione
3 + a2 + b + c = ( 1 )( 2 )( 3 )
e quindi (per il principio di identit`a dei polinomi)
(3) a = 1 2 3 , b = 1 2 + 1 3 + 2 3 , c = 1 2 3 .
Siamo ora in grado di provare laffermazione (i) del Teorema 1 (mentre
la prove dellaffermazione (ii) si propone come esercizio al lettore). Si
supponga dapprima che le radici dellequazione (2) sono negative i.e.
1 < 0, 2 < 0, 3 < 0.
Allora (3) implica immediatamente a > 0, b > 0 e c > 0. Viceversa,
si supponga che a > 0, b > 0 e c > 0. Conduciamo il resto del
LEZIONE 7: RICERCA DI ESTREMI LOCALI 7