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Giovannino Guareschi

Un Borghese
grande grande
Il disastro dei partiti, il (gi poco)
comune senso del pudore, il
Concilio e i suoi imminenti
disastri. Ecco linedito Guareschi
polemista. In attesa che lo
pubblichino

di Alessandro Gnocchi
08 Novembre 2015 ore 06:17

A ridosso delle elezioni del 1963,


in una lettera al figlio,
Giovannino Guareschi diceva
Coi disegni del Borghese hanno
fatto volantini e manifesti. Mi fa
piacere. Significa che non sono
proprio finito. Se c uno stato
danimo al fondo della raccolta
degli articoli scritti per il
Borghese di Mario Tedeschi tra il
1963 e il 1968 preparata dai figli
Alberto e Carlotta, lo si
percepisce in quella stupita
constatazione di non essere
proprio finito. Lo si respira,
quasi lo si tocca nelle pagine, di
cui alcune inedite, in attesa di
essere pubblicate da Rizzoli
ormai da tempo. Carlotta, che
morta il 25 ottobre, conosceva
bene il Guareschi che ci sta
dentro, sofferente e irrequieto per
il degradare dei tempi, e ne aveva
una tenerezza immagonita. Ma
quel Guareschi ancora troppo
inedito e si stenta a riconoscergli
il valore di intelligenze critica che
le pagine del Borghese esibiscono
invece in tutta la sua profondit.
Se si vuole trovare un paragone
che ne regga il calibro, non si
deve evocare Pier Paolo Pasolini,
come si fatto, ma Leonardo
Sciascia. Pasolini era una sorta di
Guareschi al contrario, girato a
testa in gi, mentre Sciascia ne
era il riscontro speculare, dalla
fustigazione dei costumi fino alle
considerazioni sulla religione.
Il paragone con Pasolini stato
indotto dal fatto che Guareschi
firm con lui La rabbia, un film
diviso in due tempi in cui
ciascuno degli autori rispondeva
alla domanda: Perch la nostra
vita dominata dalla
scontentezza, dallangoscia, dalla
paura?. Allora, molti lettori
guareschiani si mostrarono
stupiti e lo scrittore emiliano ne
spieg le ragioni sul settimanale
di Tedeschi il 21 febbraio 1963.
Nellarticolo P.P.P. Eccetera
diceva al lettore perplesso:
Dovrei ringraziare P.P.P.
davermi concesso la possibilit di
fare un po di polemica
anticonformista attraverso lo
schermo. Questa mia
affermazione ti stupir perch tu
ragioni secondo una logica che
non funziona pi. Per te, infatti,
le cose dovrebbero andare cos:
P.P.P. mette sul piatto sinistro
della bilancia il suo primo tempo
facendola pendere
pericolosamente a sinistra. Poi
arrivo io, metto il mio secondo
tempo sul piatto di destra e
ristabilisco lequilibrio. Ecco
lerrore, amico: non sono io a
ristabilire lequilibrio, P.P.P.
Lequilibratore P.P.P., mentre io
non sono che lo squilibrato
squilibratore. Quale produttore,
quale finanziatore privato, quale
banca, oggi, simpegnerebbe in un
film non-conformista? E quale
commissione di censura
permetterebbe la proiezione di un
film non-conformista?.
In effetti lo squilibrio di
Guareschi era cos
scandalosamente lungimirante
che fu pi comodo per tutti
ignorarlo. In politica, previde la
trasformazione del Partito
comunista in un movimento
radicale di massa e smascher il
disegno secolarizzante della
Democrazia Cristiana. Per quanto
riguarda il costume, alla sua
morte, nel 1968, aveva gi detto
tutto sulla contestazione che
stava per nascere. E lo stesso fece
circa la crisi della Chiesa.
Nel 1966, intervenne sul caso
della Zanzara, il giornale
studentesco del liceo Parini di
Milano che aveva pubblicato
uninchiesta sulla sessualit
suscitando uno scandalo tale
arrivare fino in tribunale. Dopo
lassoluzione degli autori, il 21
aprile, nellarticolo La Disfida di
Milano, lo scrittore
commentava: Bisogna pur
parlare del grande sconfitto della
Disfida di Milano: il Pudore. Non
temo di essere accusato di
conformismo dicendo che il
Pudore la pi grande conquista
dellumanit. Il Pudore, infatti,
quella particolare faccenda che
soprattutto distingue gli uomini
dalle bestie. () Il Pudore nato
come lunica, valida difesa della
personalit e della dignit umana.
Grazie al Pudore, lamore ha
cessato di essere un semplice
rapporto animale ed diventato
qualcosa di estremamente
importante: la molla della vita e
del progresso. LArte, la Poesia, la
Letteratura sono nate e hanno
prosperato perch esisteva il
Pudore.
E poi arrivava al cuore del
problema indicando nella
cosiddetta liberazione sessuale la
via maestra verso la
decostruzione delluomo: Questa
giovent spudorata ha vinto la
Disfida di Milano. Cosa
tremendamente grave, perch
quando un individuo, con
lautorizzazione della Legge,
rinuncia alla propria intimit, al
segreto dei suoi pensieri, alla sua
dignit e si denuda in pubblico
spiritualmente (denudarsi
materialmente ancora minor
cosa) costui rinuncia
praticamente alla propria
personalit. Non si trattava del
verboso ma innocuo argomentare
del bigotto, era il grido di chi
aveva capito dove avrebbe
sarebbe giunta la deriva
intrapresa: Le ragazzine del
Parini sanno benissimo come
nascono i figli. Vogliono
istruzioni sul come fare lamore
senza avere figli.
Quel Pudore scritto con la P
maiuscola, ormai, poteva godere
solo della cura di vecchi arnesi
poco graditi alle voglie matte dei
tempi in corso. Arnesi cos vecchi
da comprendere che lassalto
arrembante della rivoluzione
aveva un sostrato religioso e si
alimentava della desistenza di
una Chiesa teneramente
innamorata del mondo.
L11 marzo 1965, nove mesi prima
della chiusura del Concilio
Vaticano II, lo scrittore indirizz
uneloquente Lettera a don
Camillo. Il parroco di Mondo
piccolo, causa intemperanze
anticonciliari, era stato relegato
in un paesino di montagna e lui
gli dava dellimprudente: Lei
aveva pur visto alla Tv ()
comera apparecchiata la Sacra
Mensa attorno alla quale il Papa e
i nuovi cardinali hanno
concelebrato il Banchetto
Eucaristico. Non sera accorto che
il Crocifisso situato al centro della
Tavola era tanto piccolo e
discreto da confondersi coi due
microfoni? Non aveva visto,
insomma, come tutto, nella Casa
di Dio, deve essere umile e povero
in modo da far risaltare al
massimo il carattere comunitario
dellAssemblea Liturgica di cui il
Sacerdote soltanto un
concelebrante con funzione di
presidente? (). E la Chiesa che,
fino a ieri semplicemente
Cattolica e Apostolica, diventa
(ricordi sempre Lercaro) Chiesa
di Dio.
In quegli anni, la questione
cattolica rappresent il cuore
dellintera riflessione di
Guareschi, che la sond
attraverso gli animati dialoghi dei
componenti della famiglia
Bianchi. Il signor Cesare,
fervente cattolico
lercaromontinolapiroroncalliano
tutto Stampa e Corriere. La
moglie Maria, un po moroide
nel senso di seguace di Aldo
Moro, un po liberale e per il
rimanente dotata di buon senso.
La figlia Giusy, ultrasedicenne
pariniana. Il figlio Gypo, di sana
e robusta costituzione spirituale e
politica.

Alcune delle vignette che


Giovannino Guareschi faceva per
il Borghese, che furono anche
usate per dei manifesti politici
La puntata del 4 marzo 1965 si
intitolava La Messa clandestina
e serbava un battibecco tra il
reazionario Gypo e il progressivo
signor Bianchi: E tanto perch tu
lo sappia, pap domenica io non
ci vengo alla Mandata
Quale Mandata?

La Messa in italiano".

Fino a quando sar il capo di


questa fino ad oggi onorata
famiglia, cose del genere non
accadranno mai. Tu domenica
verrai a Messa con noi!
No, pater! Non voglio correre il
pericolo di trovare sul pulpito un
funzionario della Federazione
Socialista. Io andr a Messa s,
ma dove mi pare e piace. Io sono
uno dei fondatori dellACP.

ACP? Che significa?

Associazione Cattolici Pacelliani.


(...) abbiamo trovato in un
paesino un prete di quelli non
riformati, che celebra la Messa in
Latino. Insegna che tutti gli
uomini sono uguali davanti a Dio
e, quindi, ci sono dei buoni non
solo nel proletariato, ma anche
fra i borghesi. E spiega che non
basta essere brutti, stupidi e
poveri per avere diritto al Regno
dei Cieli, ma occorre essere anche
buoni e onesti. E un vecchio
parroco che crede ancora in Dio,
nei Santi, nel Paradiso e
nellInferno (). Uno pu
accendere un cero alla Madonna
o a qualche Santo: lui non dice
come quel famoso parroco sociale
che hanno fatto cardinale adesso,
che i vassoi coi lumini accesi sono
uno spettacolo da rosticceria.
Lo spettro delle due chiese era
cos evidente a quel cattolico fuori
moda che lo mise nero su bianco
il 19 maggio 1966 in unaltra
Lettera a don Camillo. Lei
diceva al vecchio sacerdote ha il
sacro terrore duna divisione fra i
cattolici. Ma, purtroppo, questa
divisione esiste gi. So che Lei
inorridir, ma lo dico
ugualmente. Pensi, reverendo,
quale cosa meravigliosa sarebbe
stata e quale nuova forza ne
avrebbe ritratto la Chiesa se, alla
morte del Parroco del Mondo
(che per la sua bont e ingenuit
tanti vantaggi ha dato ai senza
Dio) il Conclave avesse avuto il
coraggio di eleggere, come nuovo
Papa il Cardinale Mindszenty!
() Don Camillo, non mimporta
se Lei urler inorridito, ma io
debbo dirLe che, non solo per me,
ma per molti altri cattolici
sovversivi, il Papa al quale
guardiamo come al luminoso faro
della Cristianit non si chiama
Paolo ma Giuseppe. Josef
Mindszenty, il Papa dei cattolici
che provano disgusto davanti alle
macchinette distributrici di Ostie,
alla Tavola calda che ha distrutto
gli altari e cacciato via il Cristo,
alle Messe y-y e ai
patteggiamenti con gli
scomunicati senza-Dio.
La nuova chiesa piaceva poco a
Guareschi perch la vedeva
operare la triste pedagogia del
cristianesimo senza Croce. Pochi
mesi prima, l11 gennaio 1966,
aveva confidato la sua pena al
direttore del Borghese
nellarticolo Fiera protesta: E
in campo religioso? Caro
Direttore, tu lo saprai: in molte
chiese il Cristo crocifisso stato
tolto dallaltar maggiore e appeso
dalla parte opposta, accosto alla
porta. La ragione ufficiale che,
essendo stata istituita al posto
dellaltar maggiore la famosa
tavola calda modello Lercaro,
lex parroco, oggi Presidente
dellAssemblea, celebrando la ex
Messa dovrebbe voltare le spalle
al Cristo. La ragione vera che il
Cristo risulta sistemato in modo
che i fedeli gli voltino le spalle e
possa rapidamente e senza
scandali essere cacciato fuori
dalla chiesa.

Ci era arrivato prima di tutti,


aveva scoperto il disegno sotteso
alle novit dei lavori in corso e lo
aveva definito, con inesorabile
tratto geniale, come il passaggio
dalla ex religione cattolica al
nuovo ateismo cattolico.

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