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Le diciotto Sonate per pianoforte di Mozart furono composte nel periodo compreso tra il 1774
ed il 1789, in un momento storico di consolidamento e di sviluppo della Sonata per pianoforte nella
sua articolazione interna e nei rapporti strutturali di ogni singolo movimento [Pestelli 1991, 116-118],
e rappresentano una sintesi delle esperienze compositive dello stesso Mozart in relazione ad altre
forme e ad altri generi [Pestelli 1991, 148]. Inevitabilmente lindagine critica e analitica su questo
repertorio vastissima. I diversi studi presenti su questo argomento in senso generale puntano di
solito verso una lettura diacronica dellevoluzione della scrittura sonatistica mozartiana [Mila 1963;
Rosen 1979; Abert 1984; Carli Ballola-Parenti 1990; Irving 1997]; altri, decisamente pi capillari,
privilegiano lanalisi di alcuni stilemi presenti in modo costante in alcune Sonate [Burde 1969;
Eiseman 1991; Laufer 1991; Brugge 1993] mentre pi rari [Eppstein 1980] sono quelli che concentra-
no la loro attenzione sui riferimenti esterni di scrittura operistica e sinfonica rispetto a quella squisita-
mente pianistica.
Il punto di partenza del presente studio nasce dalla personale esperienza esecutiva derivata
dallincisione dellintegrale delle Sonate in oggetto [Albrizio 1991], che inevitabilmente pone non
pochi problemi interpretativi legati sia alla strutturazione di una logica di coesione allinterno dei
movimenti, sia alla volont di considerare il pianoforte uno strumento dotato di eclettiche potenzialit
espressive non legate esclusivamente al proprio timbro. Lobiettivo analitico generato da tale
esperienza si tradotto nella focalizzazione e nel confronto di determinati elementi compositivi costanti
presenti nei movimenti estremi delle Sonate, individuati sulla base di due principali tipologie: le
costanti interne, comprendenti gli aspetti formali e di scrittura pianistica; le costanti esterne, compren-
denti alcuni stilemi di riferimento lessicali e di genere diversi da quelli strettamente pianistici. Questa
duplice divisione di approccio si rende necessaria in virt della presenza di un materiale interno
fortemente eterogeneo, la cui appartenenza a generi diversi da quello delle Sonate per pianoforte
stricto sensu comporta lutilizzo di una metodologia in grado di determinare con chiarezza eventuali
rimandi di carattere intertestuale. Naturalmente gli elementi compositivi di varia provenienza non sono
ravvisabili nelle Sonate con lo stesso coefficiente di ridondanza: Mozart compone combinando il
materiale a sua disposizione in vari modi, per cui potremo trovarci di fronte a stilemi o a procedimenti
presenti in un certo numero di Sonate e non in altre. La presente indagine svolge quindi una ricerca
trasversale allinterno del corpus delle Sonate, evidenziando elementi che possono costituire volta per
volta dei punti di riferimento di un linguaggio appartenente, come vedremo, a tutte le forme espressive
contemporanee al compositore. Inoltre, assumeremo come riferimento storico il fatto che lordine
cronologico di composizione delle Sonate strettamente legato ad un ordine geografico di spostamen-
to di Mozart, per cui il corpus stesso delle Sonate si pu empiricamente dividere in quattro gruppi cos
delineati: il primo, comprendente le prime sei Sonate composte tra il 1774 ed il 1775 fra Salisburgo e
Monaco (KV 279-284); il secondo, che comprende le due Sonate scritte a Mannheim nel 1777 (KV
309 e 311) e quella scritta a Parigi nel 1778 (KV 310); il terzo, quello delle quattro Sonate scritte tra
Salisburgo e Vienna tra il 1780 ed il 1783 (KV 330-333) e lultimo, il quarto, che raggruppa le Sonate
scritte a Vienna dal 1784 al 1789 (KV 457-576). [Irving 1991]
1. Le costanti interne
1.1 Generalit
Le costanti interne sono costituite dalle costanti formali legate alle strutture interne dei
movimenti estremi che si manifestano con una certa ridondanza nel corpus delle Sonate. Brevemente,
per quanto concerne laspetto legato squisitamente allanalisi formale, va subito detto che non vi sono
variazioni della macrostruttura sonatistica: Mozart compone sempre Sonate in tre movimenti, di cui il
primo un Allegro nello stile della forma-sonata, il secondo in forma-sonata, forma-lied o di danza
(minuetto o polonaise) ed il terzo in forma-sonata, rond o rond-sonata (vedi tab. 1). Uniche
variazioni di rilievo rispetto (in corsivo nella stessa tabella) a questa tipologia sono rappresentate dalla
Sonata KV 282, dove il primo movimento in tempo Adagio anzich Allegro (sempre nello stile della
forma-sonata) e dalle Sonate KV 284 e KV 331, uniche sonate in cui Mozart inserisce come
movimento rispettivamente finale ed iniziale la tipologia del tema con variazioni. Per quanto riguarda
invece lanalisi della struttura del primo movimento in forma-sonata, si ravvisano solo due casi di
deviazione dalla (o utilizzazione della) norma: lAllegro KV 311, dove la Ripresa presenta i due temi
fondamentali in ordine invertito, e lAllegro della Sonata KV 533, dove la dialettica tipica della forma-
sonata portata da due a tre temi [Carli Ballola-Parenti 1990, 272].
Tabella 1
In questa prima parte dello studio, concernente lanalisi delle costanti compositive allinterno
delle Sonate mozartiane, anzich considerare il prevedibile percorso armonico presente tra il primo ed
il secondo gruppo tematico, preferibile focalizzare lattenzione su due aspetti presenti allinterno
della sezione di sviluppo. Il primo, su cui esiste un saggio di David Eiseman [1991], riguarda il punto
di arrivo tonale (la meta armonica), vale a dire il punto pi lontano di allontanamento rispetto alla
tonalit dimpianto, tale da denotare un cambio di direzione armonica da un moto centrifugo ad un
moto centripeto. Il secondo, che deriva da un mio personale rilevamento analitico, riguarda il tipo di
discontinuit rilevabile tra la coda dellEsposizione e linizio dello Sviluppo, consistente perlopi
nelluso dellaccordo di dominante minore e nella modifica del materiale motivico.
1.2 La meta armonica
Eiseman individua due entit come meta armonica dello sviluppo: la dominante del VI grado
della tonalit dimpianto [(D)Tp] e laccordo del VI grado [Tp], o del IV [S], maggiore o minore, in
sua sostituzione. Nelle sonate in tonalit maggiore egli verifica lutilizzo della dominante del VI grado
in sette sonate, del VI in altre quattro e del IV in una, il che darebbe adito a pensare di trovarci di
fronte ad un percorso armonico abbastanza consueto nellelaborazione dello sviluppo. Viene logico
pensare, in termini di analisi funzionale, che Mozart abbia presente come punto di arrivo centrifugo la
tonalit della tonica parallela (da cui la tonicizzazione temporanea o meno del VI grado in oggetto), cui
si sostituisce o si aggiunge quella della sottodominante minore. Vanno per comunque puntualizzati
alcuni dati. In primo luogo, la classificazione di Eiseman viene svolta su un numero di Sonate
inferiore al corpus totale (diciassette anzich diciotto) prendendo in considerazione un arco cronologi-
co di composizione che non tiene conto del fatto che la gittata compositiva delle prime sei Sonate parte
dal 1774 e non dal 1775 come da lui affermato, avendo Mozart utilizzato, per le suddette Sonate, del
materiale risalente al 1774 [Abert 1984, 360 nota 49]. In secondo luogo (cosa ancor pi importante da
evidenziare), Eiseman considera lunico caso di meta armonica condotta al IV grado quello presente
nel I movimento della Sonata KV 545, dove per la zona della sottodominante da lui individuata, non
si trova allinterno dello Sviluppo, ma coincide con linizio della Ripresa. La contraddizione di tale
ipotesi risiede per nel fatto che se, per definizione, la meta armonica costituisce il punto di arrivo
tonale dove inizia il moto armonico che riporta il discorso musicale verso la tonica, non si vede dove,
in caso di coincidenza con la stessa Ripresa, possa iniziare il vettore di ritorno allinterno dello
Sviluppo. In realt, seguendo invece un criterio di analisi comparata dei percorsi armonici compresi
nelle sezioni di Sviluppo (e non oltre) allinterno del corpus delle diciotto Sonate, rileviamo lutilizzo
del IV grado come meta armonica in sostituzione della tonica parallela nelle due Sonate scritte in
tonalit minore, le Sonate KV 310 e KV 457. Ravvisiamo oltre a ci, anche se con una certa difficolt
di determinazione, lunico caso di utilizzo dellaccordo di sottodominante parallela (il II grado), a
scopo di sostituzione dellaccordo sul VI grado, nella Sonata KV 282.
Come risulta dalla tabella 2, la presenza del percorso armonico indicato da Eiseman allinterno
dello sviluppo risulta in ben 16 Sonate (con le sole esclusioni quindi della KV 283 e della KV 331,
quella con il Tema e variazioni come primo movimento). In tal senso si potrebbe definire lo sviluppo
del primo movimento delle sonate mozartiane una grande cadenza alla dominante attraverso le funzioni
di tonica parallela o di sottodominante.
Tabella 2
a) La funzione armonica
Il primo procedimento (tab. 3a) riguarda lutilizzo di funzioni armoniche contrastanti tra la fine
dellEsposizione (dove si raggiunge la tonalit della Dominante) e linizio dello Sviluppo, in grado di
veicolare un deciso cambio di connotazione espressiva. La funzione armonica usata a tale scopo risulta
essere in sette Sonate su diciotto la dominante minore, quattro volte allinterno delle prime otto (KV
279, 284, 309, 311) e tre volte allinterno delle ultime quattro (KV 533, 545 e 576), con ci saltando a
pi pari il periodo parigino ed il primo periodo viennese (Sonate composte dal 1778 al 1785). Mozart
usa questa procedura sempre per introdurre un repentino cambiamento di espressione in grado di
spiazzare totalmente lascoltatore, e questo non solo grazie allinversione di polarit maggiore-minore
(come nel caso delle Sonata KV 545, es. 1),
La modifica della connotazione espressiva viene poi sostenuta da altri aspetti della scrittura
compositiva. Anticipando brevemente una particolarit appartenente alle costanti esterne, assistiamo
nel caso della Sonata KV 279 ad un passaggio brusco verso una configurazione tipica di un tutti
orchestrale, veicolato da un seppur momentaneo ispessimento della voce superiore (da una linea
solistica ad un accordo) e da una parziale modifica dellarticolazione fraseologica rispetto a quanto
udito nella coda dellEsposizione. Ad esempio nella Sonata KV 279, mentre nelle ultime due battute
della coda larticolazione consiste in una frase di 2/4 seguita da quattro figure di 1/4, linizio dello
Sviluppo presenta lalternanza (rafforzata anche dal continuo cambio di registro) di frasi di 1/4
concluse dal battere successivo con frasi di 2/4 precedute da un levare.
Per quanto riguarda le altre tre Sonate, delle sette soggette a questo procedimento, va precisato
che leffetto cercato dal compositore si avvale questa volta del senso di sinistra attesa creata
attraverso una scarnificazione della scrittura compositiva che indirizza la proiezione percettiva
dellascoltatore verso un evento futuro drammaticamente pi rilevante. Nella Sonata KV 533 (es. 4) il
proporre allinizio dello Sviluppo il primo tema in tonalit minore prima al soprano (batt. 102) e poi al
basso (batt. 108) rispettando quasi la procedura imitativa di uninvenzione bachiana,
prelude ad un successivo episodio pi concitato, costruito sullimitazione ravvicinata del secondo tema
(quasi come uno stretto di fuga, bb. 125-139) e contraddistinto da una dinamica marcata con
l'indicazione sforzando e forte (es. 5).
Es. 5: Sonata KV 533, I mov., bb. 123-139
Anche nello Sviluppo della Sonata KV 576 Mozart (es. 6) ripropone il disegno melodico in
6/8 con cui si chiude lEsposizione, con la polarit di modo invertita. Alla creazione di un clima di
attesa, segue subito la sua risoluzione con la riproposizione dello stesso disegno connotato da una
dinamica in forte come in un tutti orchestrale, che introduce ancora una volta un procedimento
imitativo, ovvero la ricomparsa del primo tema, contrappuntato a se stesso (batt. 62 e 63).
Es. 6: Sonata KV 576, I mov., fine Esposizione-inizio Sviluppo
Linizio dello Sviluppo della Sonata KV 311 (es. 7) presenta uninteressante particolarit:
anche qui la ripresentazione dellultima idea melodica udita nella Coda dellEsposizione sottoposta al
consueto cambio di polarit armonica, ma laccordo di dominante minore si percepisce subito come
veicolo cadenzale di funzione sottodominantica rispetto alla tonalit di Sottodominante parallela (nel
caso di questa Sonata in tonalit di re maggiore, mi minore) che si raggiunge immediatamente dopo.
Tuttavia, nonostante lesigua durata di una battuta della semifrase in oggetto, siamo di fronte anche qui
allo stesso procedimento armonico. Che Mozart faccia durare poco la percezione di dominante minore
come tonalit a s stante e decida di impiegarla subito come accordo di transizione, una questione di
economia di percorso per ottenere, anche qui, una modulazione che crei limpressione di un cambio di
connotazione.
Anche allinizio dello Sviluppo nella Sonata KV 570 sono utilizzati degli accordi orchestrali,
ma poich in questo caso ci non presenta una discontinuit con quanto udito nella Coda dellEspo-
sizione, Mozart ottiene leffetto di contrasto grazie allintroduzione di una tonalit in relazione di terza
maggiore rispetto alla tonalit del secondo gruppo tematico, nella fattispecie re bemolle maggiore
rispetto a fa maggiore.
Nellultima Sonata da analizzare allinterno di questa tipologia, la Sonata KV 282, ci troviamo
di fronte ad unelaborazione decisamente pi complessa. Qui Mozart inizia lo Sviluppo (es. 9) con
lincipit del primo tema sottoposto ad un processo di diminuzione ritmica, in grado di generare
successivamente una sincope che sorregge un salto di ottava in valori di semiminime, seguito da un
disegno melodico discendente per terze in crome.
Es. 9: Sonata KV 282, I mov., fine Esposizione-inizio Sviluppo
b) Il cambio ritmico-motivico
Nelle Sonate per pianoforte di Mozart una forte cesura tra Esposizione e Sviluppo pu essere
creata da un totale cambio motivico. Questa seconda tipologia, presente in cinque Sonate su diciotto
(si veda la tab. 3b) si realizza con linserzione di una nuova idea tematica, contraddistinta da un
modulo fraseologico e ritmico completamente diverso in grado di iniziare ex novo il percorso di
elaborazione tematica presente nello Sviluppo. Nel corso dei primi movimenti di quattro Sonate (KV
280, 283, 330 e 332) la nuova sezione si presenta con un andamento pi lento rispetto alle rispettive
Code (considerate nel loro segmento finale) mentre solo nel caso della Sonata KV 281 linizio dello
Sviluppo mantiene la stessa configurazione ritmica della Coda (es. 10), dovuta alla reiterazione di
veloci quartine di biscrome nel basso di sostegno.
Es. 10: Sonata KV 281, I mov., fine Esposizione-inizio Sviluppo.
Iniziamo dai moduli riferiti allorchestra compresa nella sua integrit: lunisono orchestrale,
indicato nellesempio con orchestral unison as a concerto tutti, che corrisponde alla scrittura
eseguita dalle due mani a distanza di ottava o di doppia ottava, e il tutti orchestrale, orchestral tutti
concitato, caratterizzato nella mano destra non solo dalle ottave spezzate ma anche dalle semicrome.
Con colpi darco, coups darchets vengono denominati accordi arpeggiati dalla nota pi grave a
quella pi acuta, mentre per quanto riguarda la linea del basso abbiamo tre tipi di scrittura: il basso
cupo, murky bass, composto dalla reiterazione di unottava spezzata che insiste nel registro basso, il
basso ostinato, trommel-bass, diverso dal precedente solo per linsistenza sulla stessa nota anzich
di due a distanza di ottava e il basso tipo-ciaccona, chaconne-type, delineato da una linea melodica
discendente. Un altro termine squisitamente orchestrale rappresentato dalla "fanfara" con cui si
indica un tipo di scrittura nel registro medio-acuto basata su arpeggi spezzati di triadi perfette maggiori
o minori, legate idealmente alla coeva prassi esecutiva degli ottoni, mentre Tutti-solo rappresenta una
scrittura a valenza mista in cui, a breve distanza (nellesempio di Ratner allinterno della stessa battuta)
un effetto di massa sonora ottenuto con ottave spezzate (come indicato in orchestral tutti; concitato)
si contrappone ad una linea melodica solistica potenzialmente riferibile ad uno strumento singolo. Ora,
considerando che i topics di matrice connotativa o ritmica, come marcia, rubato e recitativo obbligato,
sono descritti dalla loro stessa denominazione, ne rimangono due da definire, quello di "brilliant
style", corrispondente ad una generale tipologia di scrittura di carattere virtuosistico, e quello di
"singing style", di definizione pi problematica. Ratner, nel suo studio sullo Stile Classico [1980, 19],
d una definizione di questo termine legata ad una musica di vena lirica, in tempo moderato e
caratterizzato da una linea melodica cantabile con valori melodici lenti allinterno di un ambito
abbastanza ristretto. Nel saggio sulla Sonata KV 284 [1991, 619], tale definizione viene esemplifica-
ta da passaggi sostanzialmente omogenei, riferiti:
- ad una linea melodica cantabile legata senza basso (b. 22);
- ad una linea melodica accompagnata da un basso fissato su una nota (bb. 9-10);
- ad una serie di linee melodiche (bb. 4-6, 9-12, 41 e 44) suscettibili di unipotetica orches-
trazione riferita a coppie di strumenti a fiato per peculiarit di fraseggio, per essere scritte a
distanza di terza e sesta e per essere collocate in un registro medio acuto.
Naturalmente noi potremmo continuare su questa linea e rendere lelenco di Ratner ancora pi
specialistico, ma ci che ora ci interessa sottolineare questo: stabilita la presenza di moduli squisita-
mente pianistici e di moduli potenzialmente orchestrali, ci si chiede con quale coefficiente di ridondan-
za siano stati uniti da Mozart allinterno dei movimenti, unitamente a quale siano i loro punti di
riferimento strutturale.
Lipotesi proposta quindi la seguente: Mozart compone le sue Sonate per pianoforte
utilizzando moduli di scrittura che propongono spesso delle correlazioni tra il primo movimento
(lAllegro in forma-sonata) e la scrittura per orchestra utilizzata nelle sinfonie, tra il secondo
movimento (in forma-sonata o in forma-lied) e la scrittura operistica ed infine tra il terzo movimento
(Rond o rond-sonata) e la scrittura dei concerti per strumento solista ed orchestra. Rimandando alla
mia tesi di laurea [Albrizio 2003] per una esposizione esaustiva delle tre tipologie, in questa sede mi
limiter a evidenziare solamente le correlazioni dei movimenti estremi, in quanto in questi maggiore
il potenziale di ambiguit che si pu generare per luso combinato di stilemi pianistici e orchestrali.
2.2 Correlazioni tra i movimenti finali delle Sonate e quelli dei Concerti per pianoforte e orchestra
Nella tabella 4 sono stati descritte le due possibili tipologie di scrittura rilevate nei movimenti
finali delle Sonate in relazione a possibili riferimenti idiomatici tipici del concerto per pianoforte e
orchestra. Nella seconda colonna sono indicati i procedimenti compositivi utilizzati negli episodi
iniziali al fine di ottenere un effetto dialogico che pu evocare la contrapposizione tra le due entit
sonore. Nella terza colonna invece indicata la presenza di cadenze (potenziali o reali) con funzione
affine a quelle dei concerti solistici
Tabella 4
Sonata Episodi iniziali: stilemi riguardanti il procedimento dialogico tra pf. e orchestra Presenza di una pos-
con riferimento alle relative battute e alla fraseologia sibile Cadenza solis-
tica
KV 279 Cambio registro bb. 1-8: a(4) + a(4) [all8ava inferiore]
KV 280 Cambio registro a(8) + a(8) [all8ava inferiore]
KV 281 Sonorit evocante vc. e cb. a(4) + a(4) [aggiunta ottave alla m.s.] Cadenza (b. 43)
KV 282 Scrittura potenzialmente differenziata (elementi pf. + elementi orch.) a(8) + b
(6) [altro disegno con basso albertino]
KV 283 Scrittura potenzialmente differenziata (elementi pf. + elementi orch.) a(8)
[con trommel-bass] + b(8) [figurazione pi articolata]
KV 284
KV 309 Sonorit evocante vc. e cb. a(8) + a(7 + 3). + b(4) [aggiunta ottave alla m.s.]
KV 310 Struttura a sezioni con rit. centrale a(8+8+4) + b(8) [altro disegno della m.s.]
KV 311 Struttura a sezioni a(4 + 4[cambio disegno della m.s. + aggiunta ottave]) Cadenza (b. 173)
KV 330 Cambio accompagnamento a(8 ) + a(7) [aggiunta arpeggi al basso]
KV 331 Struttura a sezioni con rit. a( 8, con rit.) + b(16, con rit.) + c(8, con rit.)
KV 332 Nucleo tematico potenzialmente Solo-Tutti a(3) [solo] + b(3) [Tutti]
KV 333 Cambio accompagnamento a(8) + a(8) [aggiunta basso albertino] Cadenza (bb.
171-198)
KV 457 Cambio registro a(8) + a(8) [all8ava inferiore] Cadenza (bb.
228-244 )
KV 533 Cadenza (bb.
143-169)
KV 545 Struttura a sezioni con rit. a(8, con rit.) + b(4) [basso albertino]
KV 570 Struttura a sezioni con rit. a(22, con rit.) + b(8, con rit.) + c(12, con rit.)
KV 576 Cambio accompagnamento a(8 ). + a(8) [disegno m.s. pi concitato]
Il primo dato di partenza rappresentato dallinserzione, in cinque Sonate (KV 281, 311, 333,
457 e 533), di cadenze vere e proprie, tipiche del concerto per pianoforte ed orchestra, arrivando
addirittura nella Sonata KV 333 alla specificazione della dicitura Cadenza in tempo dopo un
episodio tipicamente orchestrale che si conclude su un accordo di quarta e sesta (es. 12).
A questo dato vanno aggiunti una serie di indizi pertinenti lipotesi prima avanzata: sempre per
quanto concerne il terzo movimento, anche allinterno delle Sonate che non contengono una Cadenza,
si ravvisa spesso una struttura dialogica tra stilemi pianistici ed orchestrali tipica della costruzione
fraseologica dei movimenti finali dei Concerti mozartiani per pianoforte ed orchestra. Questi ultimi,
come illustrato nella tabella 5 dove sono presi in considerazione, come esempio, gli episodi di
apertura, presentano inizialmente una strutturazione simmetrica per cui spesso (11 Concerti su 19
esaminati) allesposizione del materiale tematico da parte del pianoforte, in genere di 8 battute, segue la
riproposizione del medesimo materiale da parte dellorchestra (o, viceversa, come nel caso dei
Concerti KV 467 e KV 449).
Tabella 5. Episodi iniziali dei movimenti finali dei Concerti per pianoforte e orchestra
Nel Concerto, la frase musicale del tema di otto battute esposta dal pianoforte solo, contraddis-
tinta con la lettera "a", viene ripetuta simmetricamente dallorchestra (frase "b" dellEs. 13) con un
ispessimento sonoro costruito secondo diversi livelli: raddoppio del tema all8 inferiore dei violini II;
trasformazione dellarpeggio spezzato della m.s. in accordi ribattuti dei fiati; rafforzamento dellunit
metrica con viole, violoncelli e contrabbassi.
NellEs. 14 sono invece riportate le prime 8 battute del terzo movimento della Sonata KV 281,
indicando con "a" e "b" le due semifrasi che vanno confrontate con le corrispondenti del Concerto KV
595. Sebbene le proporzioni si dimezzino essendo tutto compreso in un periodo di otto battute, con
antecedente e conseguente di quattro battute ciascuno leffetto di contrasto evidente. Nella seconda
semifrase il principio dialogico ottenuto secondo diversi procedimenti: diminuzione della voce
superiore; estensione del registro al basso, in quanto nella seconda semifrase le ottave eseguite dalla
mano sinistra provengono dalla trasformazione dei bicordi della prima semifrase, quasi ad individuare
degli strumenti gravi; incremento della scansione ritmica del basso.
Es. 14: Sonata KV 281, III mov., bb. 1-9.
Proseguendo la nostra analisi sullipotetica dialogicit tra pianoforte ed orchestra insita nel
processo di contrapposizione di masse sonore, riscontriamo ancora tre procedimenti allinterno dei
movimenti finali delle Sonate mozartiane:
1) il cambio di registro. Se come abbiamo visto precedentemente la diversificazione di scrittura
nella ripetizione del medesimo materiale genera un effetto di virtuale attribuzione ad entit
sonore diverse, possiamo annoverare tra i procedimenti utilizzati a tale scopo anche il cambio
di registro. Si intende indicare con ci non una semplice ripresentazione del tema in una voce
differente, ma la riproposizione dellintero passaggio collocato in una zona diversa della
tastiera con la volont di ottenere un timbro diverso cos come accadrebbe per lorchestra. Nei
movimenti finali delle Sonate KV 279 (es. 15), 280 e 457, Mozart traspone non solo lo stesso
segmento tematico iniziale allottava inferiore, ma anche laccompagnamento (mantenendo cos
la stessa distanza in relazione alla melodia), suggerendo con ci la volont di creare una variet
generalizzata di ordine timbrico.
Es. 15: Sonata KV 279, I mov., bb. 1-10.
2) il cambio dellaccompagnamento. In questo caso, rilevato nelle Sonate KV 330 (es. 16), 333 e
576, la medesima frase iniziale di otto battute viene riproposta con una diminuzione del
disegno della mano sinistra in un registro pi grave, la cui articolazione ritmica pi mossa
determina una concitazione che contrasta decisamente con la prima esposizione dellelemento
melodico reiterato.
Es. 16: Sonata KV 330, III mov., bb.1-15.
Es. 17a: Sonata KV 331, III mov., bb. 25-32, terza sezione (uguale alla sesta).
Es. 17b: Sonata KV 331, III mov., bb. 88-96, nona sezione e inizio coda.
Allinterno di questa casistica possono essere inseriti anche i movimenti finali delle Sonate KV
545 e 310. Nella prima, la sezione ritornellata una sola, quella iniziale, di otto battute (es. 18),
contraddistinta da un incipit tematico basato su terze staccate che contrasta con la scrittura pi
articolata della frase successiva, di fatto, anche in questo caso, pi facilmente attribuibile ad unese-
cuzione al pianoforte grazie anche allinserzione di un basso albertino che ne accentua lanimazione
ritmica.
Es. 18: Sonata KV 545, III mov., bb. 1-16.
contrasta decisamente con il resto del brano, costruito su un nucleo tematico inquieto (Es. 19b),
il cui cambiamento di spessore sonoro dovuto al passaggio nel registro grave suggerisce anche
stavolta lintervento di masse sonore attribuibili a entit diverse (Es. 22c).
Per quanto riguarda i movimenti finali delle Sonate che non sono state menzionate nelle
categorie finora descritte, va espressa comunque unultima considerazione di carattere analitico.
Escludendo da questo discorso la Sonata KV 284 per la presenza di un Tema con variazioni come
movimento finale, rimangono tre Sonate (KV 282, 283 e 332) dove le correlazioni con stilemi presenti
nei concerti per pianoforte ed orchestra sono visibili nellattribuzione degli stessi a frasi diverse o a
sezioni ben differenziate allinterno del movimento anche se non contraddistinte da ritornelli. Tra
queste, va segnalata indubbiamente come la pi indicativa di questa tendenza la Sonata KV 332, in
quanto gi il primo nucleo tematico dellAllegro assai finale (es. 20) presenta una divisione al suo
interno tra una figurazione brillante tipicamente pianistica ed una serie di ottave spezzate, il cui
assemblaggio era stato indicato da Ratner proprio utilizzando il termine tutti-solo.
2.3 Correlazioni tra i movimenti iniziali delle Sonate e quelli delle Sinfonie
Mentre nei movimenti finali delle Sonate per pianoforte, Mozart riesce spesso a darci
limpressione di scrivere le frasi per due entit sonore diverse grazie alla contrapposizione di masse
sonore, nei primi movimenti delle Sonate si pu ipotizzare la presenza di stilemi legati al linguaggio
orchestrale presente nelle sinfonie. Ratner [1980, 135] aveva gi segnalato questo aspetto dello stile
mozartiano, ripartendo i casi rilevati in tre tipologie: stile di concerto (Sonate KV 279, 309 e 457),
stile della serenata per archi (Sonate KV 281, 282, 330, 332, 333 e 576) e stile della sinfonia d'opera
(Sonate KV 284 e 311). Ma ci che risalta ad un esame analitico condotto applicando ulteriormente le
categorie di Ratner presenti nel suo successivo studio sulle Sonate, lutilizzo della scrittura
bivalente nei due principali gruppi tematici. Ci accade in undici delle diciotto Sonate (KV 279, 280
[Es.24], 282, 284, 309, 311, 310, 332, 457, 570, 576, come illustrato nella Tabella 7), ma la
rilevazione sembra essere pi determinante se si tiene conto del fatto che delle Sonate rimanenti una
stata concepita con un chiaro intento didattico (KV 545) e una presenta un Tema con variazioni come
primo movimento (KV 331).
Tabella 6. Elementi della scrittura bivalente nei temi principali dei primi movimenti
Se ora analizziamo il primo movimento della Sonata KV 309 (es. 23), vediamo che Mozart
propone un tema principale costituito da due frasi iniziali di due pi cinque battute; mentre le prime
due battute, contraddistinte anche qui dalla lettera "a", sono costruite su un disegno in forte eseguito
dalle due mani allunisono di marcata incisivit, le seguenti cinque battute, segnate con "b", sono in
piano e mostrano un andamento pi pacato. E anche stavolta, alla successiva riproposizione dei due
segmenti a e b, Mozart fa seguire una fragorosa frase in forte con delle ottave e dei bicordi della mano
destra, evocanti una sonorit orchestrale (lettera "c" nellesempio).
La condensazione motivica
Ai fini della confutazione della cronologia riguardante il gruppo di Sonate KV 330-332 prima
esposta, oltre ai dati emersi nel corso dellanalisi delle costanti interne ed esterne svolte nei paragrafi
precedenti, si renderanno necessari quelli relativi ad unaltra costante, questa volta operativa,
riguardanti quella che definiremo come la condensazione motivica, ovvero la presenza del procedi-
mento di imitazione a vari livelli, dal cambio di registro alla scrittura tipica dello stretto di fuga.
Lanalisi di questo aspetto nei movimenti estremi allinterno delle Sonate, ci fornisce alcuni dati di
immediata evidenza.
Il primo, il rilevamento della collocazione del procedimento imitativo quasi sempre in due
punti fondamentali: nello Sviluppo e allinizio della Ripresa (anche se con minore frequenza, vedi tab.
7). Visto che tali punti coincidono con i momenti chiave del processo di drammatizzazione prima del
ritorno alla tonica e della reinterpretazione drammatica dellEsposizione [Rosen 1971, 82], ci ha
sicuramente a che vedere con lesplicitazione di un momento di importante tensione espressiva.
Tabella 7. Utilizzo di procedimenti imitativi
Sonate I movimento III movimento
KV 279 Sviluppo, bb. 45-47 Sviluppo, bb. 57-68
KV 280 Ripresa (II tema), bb. 117-120 Sviluppo, bb. 90-98
KV 281 Episodio centrale, bb. 60-62
KV 282 Sviluppo, bb. 48-55
KV 283 Esposizione (II tema), bb. 56-63
KV 284 Sviluppo, bb. 58-61, 63-65, 67-69 e Ripresa, bb. Variazioni VIII e IX
82-93
KV 309 Ripresa (II tema), bb. 127-136
KV 311 Sviluppo, bb. 40-41 e 43-45 Episodio centrale, bb. 119-133
KV 310 Sviluppo, bb. 58-61, 63-65, 67-69; Ripresa, bb. 82-93 Ripresa, bb. 203-210
KV 330
KV 331
KV 332 Tema I, bb. 5-8 II Tema, bb. 36-38, 41-43, 170-173,
175-177
KV 333
KV 457 Coda Esposizione, bb. 71-73; Sviluppo, bb. 75-78; Ripresa, bb. 191-193
83-88; Ripresa, bb. 118-120; Coda, bb. 168-172
KV 533 Esposizione (I tema, bb. 1-15; bb. 33-36; II tema, bb. Cadenza, bb. 152-160
49-57; 57-62; III tema, bb. 66-75), Sviluppo, bb.
103-112; 116-119; 125-136; Ripresa (I tema, bb.
146-158; II tema, bb. 168-184; III tema, bb. 193-201)
KV 545 Sviluppo, bb.37-40; Ripresa, bb. 46-53 bb. 28-32; 40-44
KV 570 Sviluppo (bb. 101-117) bb. 45-52
KV 576 Esposizione (ponte modulante, bb. 27-34), Sviluppo bb. 34-40; 103-111; 125-130
(bb. 62-68; 69-77; 81-96), Ripresa (109-117; 137-144)
Il secondo che Mozart utilizza questo modulo compositivo in tutte le Sonate tranne che in tre,
la didattica KV 330, lanomala KV 331 (per la presenza di un Tema e variazioni come movimento
iniziale) e la KV 333. Tuttavia, indipendentemente dalle ragioni sottese a questa limitazione duso,
rileviamo per contro una sua consistente presenza soprattutto nelle Sonate del periodo viennese, ed in
particolare conseguentemente alla riscoperta delluniverso bachiano avvenuta nel 1782 grazie alla
frequentazione del barone van Swieten [Carli Ballola-Parenti 1990, 178]. Tale stilema si esplica
soprattutto nei primi movimenti delle Sonate in oggetto, con esempi che vanno dallo Sviluppo
dellAllegro KV 576 (es. 25, bb. 107-118), al secondo tema dellAllegro KV 570, costruito mediante
la sovrapposizione di un nucleo di note ribattute rispetto al primo tema, che si presenta con due battute
di anticipo nel registro grave, affidato alla mano sinistra (es. mus. 29, bb. 41-46).
Ed ancora, dal furore polifonico [Carli Ballola-Parenti 1991, 272] del primo movimento
della Sonata KV 533 dove il terzo tema contrappuntato al secondo nello Sviluppo, fino a
sovrapporsi a se stesso al Molto Allegro della Sonata KV 457, dove giunge a comprimere le entrate
dei temi come in uno stretto di fuga, tanto che il primo gruppo tematico (es. 27),
Es. 27, Sonata KV 457, I mov., Tema I
presenta delle entrate ravvicinate che iniziano alla fine dellEsposizione (es. 28),
si intensificano progressivamente nella Ripresa, come nella successione degli stretti nella fuga (es.
29),
Ora, ai fini della nostra revisione storica riguardante il gruppo di Sonate KV 330-332, non ci
resta che sommare i dati provenienti da questultimo rilievo formale a quelli delle costanti precedenti,
tentando al tempo stesso di individuare un "movente" storico in grado di giustificare una nuova
configurazione cronologica delle Sonate stesse.
larcivescovo vuol gestire i tempi e i modi della presenza di Mozart a Vienna, disponendo
a suo piacimento del musicista; questi, da parte sua, vorrebbe sfruttare questa nuova
occasione per farsi conoscere dallaristocrazia e ottenere unudienza dallimperatore
Giuseppe II. Soltanto una volta il musicista riesce a sottrarsi alla gravosa tutela, partecipan-
do ad un concerto di beneficenza: al Teatro di Porta Carinzia (3 aprile 1781) dirige e suona,
con grande successo, una propria sinfonia e un concerto per pianoforte ed orchestra. Il
conflitto tocca il culmine quando giunge da Colloredo lordine, esteso a tutti i musicisti, di
ripartire per Salisburgo. A questo punto lartista decide di rompere ogni rapporto e di
lasciare definitivamente il servizio, scegliendo di rimanere a Vienna come libero artista, che
vive dei profitti dei concerti e delle lezioni private.[Carli Ballola-Parenti 1991, 70].
Scrive infatti Mozart in una lettera al padre: Ho qui a Vienna le migliori e pi utili relazioni
mondane, sono benvoluto e considerato nelle famiglie pi importanti, mi si tratta con tutti gli onori e
per giunta mi si paga; dovrei languire a Salisburgo per 400 fiorini?. [Bauer-Deutsch-Eibl 1962-75,
vol. III, 93-95]
A giudicare da queste testimonianze la motivazione per la composizione delle tre sonate
potrebbe allora essere non tanto l'esclusiva necessit di pezzi didattici modellati sui trattati contrappun-
tistici dell'epoca (l'ipotesi di Plath, Tyson e Irving) quanto la volont di mantenere viva l'attenzione
della capitale asburgica sulla propria produzione sonatistica. Questa ipotesi pu essere suffragata sia
dai dati analitici in nostro possesso, sia da alcune considerazioni di carattere filologico.
Innanzitutto gli autografi delle Sonate KV 330 e 332 portano rispettivamente, sul frontespizio,
la dicitura Sonata I e Sonata III. Essendo in possesso solamente delle pagine finali dellautografo
della Sonata KV 331, possiamo ragionevolmente supporre che questultima sia stata concepita come
Sonata II di questo delineato gruppo di tre sonate. Tale dicitura fortemente sintomatica del fatto
che Mozart pensasse ad una pubblicazione di tale gruppo, oltre che ad un loro utilizzo didattico.
Anche se la destinazione didattica di un lavoro pu essere sempre tenuta presente, occorre chiedersi se
effettivamente Mozart abbia scritto ben tre sonate per pianoforte, numerandole come in una serie
completa, con una straordinaria configurazione pianistica stricto sensu (soprattutto nella Sonata KV
332 a fini concertistici) solamente per farne un modello didattico. E inoltre, se gi la difficolt di lettura
del suo modo di comporre costituiva un dato di fatto per la sua potenziale utenza didattica, avrebbe
scritto in chiave di soprano per complicarne ulteriormente la decodifica? Nessun didatta di pianoforte
penserebbe di porre un coefficiente di difficolt di lettura pi alto di quanto non preveda essere in
possesso dei suoi allievi. Insomma, le Sonate sono troppo squisitamente pianistiche per essere solo un
modello compositivo, e soprattutto non furono concepite ad uso esclusivamente didattico.
Dal punto di vista analitico interessante associare le considerazioni che svilupperemo alla
lettera spedita dal padre a Mozart il 13 agosto 1788 mentre questultimo si trovava a Parigi, invitando
il figlio ad adeguarsi ad un tipo di letteratura coeva per pianoforte, basata su una scrittura facile con
idee e strutture musicali altrettanto facili:
Scrivi qualcosa di breve, di facile e di popolareTimmagini forse che sia cosa indegna
di te? Se cos , hai pienamente torto. Quando Bach viveva a Londra, non scriveva forse
altro che bazzecole di questo genere? Anche ci che leggero pu essere grande, se scritto
in uno stile naturale, scorrevole e facile, e se, al tempo stesso, si basa su una solida
composizione. Tali lavori sono pi difficili da comporre di tutte quelle progressioni
armoniche che la grande maggioranza del pubblico non comprende, o di quei pezzi che
hanno piacevoli melodie, ma che sono difficili da eseguire. [Bauer-Deutsch-Eibl
1962-75, vol. II, 442-447]
Per quanto riguarda le Sonate KV 330 e 331, la volont di non appesantire ulteriormente il
coefficiente di difficolt esecutiva si ravvisa anche nella loro struttura. Il Tema e variazioni KV 331
presenta unestrinsecazione molto ridotta delle potenzialit offerte da un nucleo compositivo di siffatta
maniera, ed inoltre tutta la Sonata KV 330 si rivela di dimensioni e dimpegno elaborativi inten-
zionalmente modesti nella sua scrittura lieve ma solidissima e meravigliosamente appropriata al
medium timbrico ed espressivo di un pianoforte recuperato nella sua pi squisita dimensione
cameristica. [Carli Ballola-Parenti 1991, 262]. Addirittura, a ben guardare, tutto il primo movimento
giocato sulla reiterazione variata delle frasi a gruppi di due o quattro, queste s, concepite didattica-
mente. Qualche esempio, tra i molteplici in questo senso, solo per quel che riguarda lEsposizione:
a) bb.1-2/3-4; 5-6/9-10 (es. 33);
Ma la facilit non lunica direttiva che Mozart si pose nella composizione di queste Sonate:
per cercare di essere apprezzato in un contesto cos elevato come quello viennese, gli elementi di
novit e di variet di idee musicali potevano essere sicuramente dei parametri apprezzabili, ed allora
ecco che analizzando le tre Sonate in oggetto troviamo, a parte la ripetizione della struttura della forma-
sonata nei movimenti iniziali e finali, una diversit di moduli formali difficilmente ravvisabili
(soprattutto nei movimenti centrali) in altri gruppi di Sonate (tab. 8).
e lepisodio in 2/4 allinterno del movimento finale (anchesso un Rond) del Concerto per violino
KV 219 del 20 dicembre 1775, scritto per il violinista Antonio Brunetti (es. 39). Laffinit presente tra
i due Rond ravvisabile sia nella scelta della tonalit di la nelle due polarit maggiore-minore, sia
nellimpulso ritmico, che mentre nella Sonata affidato alla m.s. nellinserto citato, nel Concerto inizia
dal Tutti a b. 188, ed contraddistinto da una figurazione arpeggiata sul primo ottavo della battuta
affidata ai violoncelli, che sostiene quattro ottavi reiterati nella parte dei Violini II e delle Viole.
Es. 39, Concerto KV 219, III mov., bb. 181-196.
Guarda caso, proprio Brunetti era il violinista con cui Mozart aveva tenuto i primi concerti a
Vienna appena richiamato dallarcivescovo Colloredo, dove presso suo padre, il vecchio principe
Rudolph Colloredo, vennero eseguiti il Rond in do maggiore KV 373 per violino e orchestra e la
Sonata in sol maggiore per violino e pianoforte KV 373a [379], eseguita proprio da Mozart stesso e
da Brunetti. E possibile che il compositore salisburghese abbia inserito nella Sonata KV 331 una
reminescenza legata a due composizioni risalenti a qualche anno prima? Non lo sappiamo, ma
sicuramente, tenendo presente laffinit appena esposta, pare molto meno probabile che tale prestito si
sia potuto verificare a ulteriori due anni di distanza, senza un movente come quello dellincontro con il
violinista italiano nel caso del Rond finale.
Lipotesi di partenza legata ad una possibile revisione della cronologia delle Sonate KV
330-332, prende dunque corpo in questo modo. Mozart potrebbe aver iniziato a comporle o a
stenderle sotto forma di appunti come nel caso delle prime sei Sonate, durante la sua permanenza a
Salisburgo nel 1780, poco prima della partenza per Monaco, per poi completarle nel 1781 dopo la
rappresentazione dellIdomeneo tra Monaco e Vienna, con lobiettivo di farle pubblicare nella capitale
asburgica e di servirsene non solo come materiale didattico per le sue lezioni di pianoforte, ma anche
come brani da eseguire in concerto "semplici" ma con un coefficiente molto elevato di novit in fatto
di idee tematiche, procedimenti armonici e forme compositive interne.
Un ultimo elemento a suffragio di questa ipotesi, citato anche da Tyson e da Plath, riguarda la
lettera del 9-12 giugno 1784 che Mozart scrisse al padre, in cui si riferisce alle Sonate KV 330-332
come le Sonate per pianoforte che una volta (einmal) spedii a mia sorella, la prima in do, la seconda
in la, la terza in fa. Secondo Plath, Tyson e Irving, la spedizione delle Sonate sarebbe avvenuta alla
fine del 1783 al ritorno del viaggio compiuto con la moglie a Salisburgo, dove Mozart avrebbe iniziato
a comporre le tre Sonate, richieste successivamente dalla sorella una volta che Wolfgang fosse tornato
a Vienna. Ma visto e considerato che le tre Sonate in oggetto furono poi pubblicate da Artaria nel
1784, e che la lettera appena citata porta la data del giugno dello stesso anno, come mai Mozart si
serve della definizione temporale una volta per indicare un evento che, secondo la tesi dei tre
musicologi citati, sarebbe dovuto avvenire a distanza non superiore ai sei mesi? E molto pi
plausibile, al contrario, che Mozart abbia spedito alla sorella le tre Sonate durante il primo periodo
viennese, dove proprio nel 1781 aveva necessit di produrre un cospicuo numero di composizioni per
collocarsi in sintonia con il nuovo pubblico. Nella nuova cronologia qui proposta, acquista invece pi
senso la reale datazione attribuita da Plath durante il ritorno citato, passando da Linz, alla Sonata KV
333, i cui stilemi fortemente caratterizzati dal genere del concerto per pianoforte ed orchestra, presenti
nel terzo movimento, sono coerentemente scritti nella prospettiva della grande stagione compositiva di
questo genere, che si avr proprio a partire dal 1784.
Lultimissimo quesito che rimarr per ora irrisolto - riguarda luso della chiave di soprano,
nel pentagramma riferito alla mano destra, nellautografo delle Sonate KV 330-332: scartata lidea di
una destinazione puramente didattica legata peraltro al modello teorico dei trattati dell'epoca, impro-
ponibile per chi ha inciso o almeno eseguito in concerto queste tre Sonate, potrebbero profilarsi
diverse idee con cui spiegare tale uso grafico, come ad esempio un riferimento a qualche compo-
sizione contemporanea, la cui stesura prevedeva proprio lutilizzo di detta chiave. Ci si augura, in ogni
caso, che la ricerca musicologica futura possa trovare la ragion dessere sottesa a tale particolarit,
partendo per dalla nuova ipotesi cronologica qui esposta, che, se non altro, nasce da una consider-
azione analitica coadiuvata da una viva esperienza pianistica.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI