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Iniziamo a capire e studiare insieme un libro fondamentale dell storiografia medievale: Luomo Medievale, di Jacques
Le Goff.
Riporto di seguito lo schema riassuntivo del saggio introduttivo a firma di Le Goff stesso, elaborato da Chiara Tadiello.
Il libro Luomo medievale di Jacques Le Goff si divide in dieci capitoli che descrivono altrettanti tipi di uomini del
Medioevo. Nellintroduzione sono poste delle domande alle quali possiamo trovare risposta nei capitoli che seguono.
Le prime domande che caratterizzano tutto il libro sono: luomo medievale realmente esistito? Non forse
unastrazione lontana dalla nostra realt storica?
generale
Giovanni Miccoli: parla dei monaci, non del monaco (is qui luget = colui che piange)
Nel XIII secolo si dava molta importanza alla religiosit: studiare lantropologia teologica ci fa capire come un credente
o un ateo era considerato nel periodo medievale. Per esempio lateo non credeva in Dio, ma non era un emarginato. Un
altro esempio tra cittadino medievale e un cittadino attuale: solo pochi anni fa questa distinzione era sottile e non
accentuata, oggi tutto il contrario. Cos allora luomo per lantropologia cristiana medievale? La creatura di Dio.
Questa citazione esprime lidea di uomo medievale. Riferendosi alla Genesi (Peccato originale), dove Dio crea luomo e
lo mette al centro delluniverso, manifesta il ciclo principale che identifica luomo:
NASCITA-BENE/MALE-VERGOGNA-MORTE
La Genesi sottolinea anche lo sguardo verso la condanna che sia dolore, fatica, lavoro ma anche uno strumento
con il quale si pu raggiungere la salvezza.
Lunico che per primo si sottomesso alla volont del signore Giobbe; questa visione attuata solo dopo il
Duecento. Il personaggio di Giobbe molto significativo e simbolico, perch dopo di lui, c stato solo un altro uomo
che ha compreso e compiuto la volont del Signore: Ges. Egli, denominato anche luomo della sofferenza, nel XV
secolo associato allidea di piet, sofferenza, oltraggio, flagellazione, crocifissione e passione;
Uomo sofferente, umiliato, ma divino. Dio unico, ma trino (Padre, Figlio e Spirito Santo)
Poi ci fu un riconoscimento del diavolo.
DIAVOLO DIO
Pellegrini perch?
potenziale e simbolico;
Crociati perch?
2-Penitente
I TIPI UMANI
Prima degli schemi trifunzionali, esistevano gli schemi binari, vale a dire formate da coppie ad esempio i chierici e i
laici, il potente e il povero (chiamato poi il ricco e il povero nel Duecento). Linserimento di una categoria intermedia
porta allo schema trifunzionale (secondo Adalberone di Laon, 1030) sono:
3- Laboratores = coloro che faticano (contadini, artigiani, operai, vedi saggio di Cherubini)
Lo sviluppo urbano avviene tra lXI e il XIII secolo e comprende levoluzione di tipi di uomini diversi, come il cittadino,
lintellettuale e il mercante.
Jacques Rossiaud ritieni che il cittadino medievale non esista. In sintesi afferma che luomo che si adatta allo spazio
che gli si presenta, perch se non lo fa, non potrebbe sfruttare il grande privilegio di vivere in quel territorio.
Il cittadino un uomo che vive entro le mura. il cittadino che si sottomette alla citt e cos facendo sviluppa una
mentalit furba, mercantile e sfruttatrice;questo un profilo ottimista.
Mariateresa Fumagalli Boenio Brocchieri esprime il suo concetto sullidea di intellettuale medievale. Secondo lei non
esiste: gli intellettuali di un tempo erano i cosiddetti magister, doctor, litteratus e philosophus.
Il luogo in cui questi personaggi si trovavano era luniversit: luniversitario un professionista, luomo che ama i libri
invece del lavoro manuale (SantAnselmo, Ablardo, Arnaldo da Brescia e Ruggero Bacone), ma il vero compito
dellintellettuale del XIII-XIV secolo era di fare politica.
Lintellettuale :
1- internazionale;
2- celibe libero;
In verit i mercanti erano abbastanza colti almeno nel campo delle lingue perch era una mezzo importante per i
propri commerci, infatti il pi antico testo italiano fu scritto da un mercante nel 1211.
Nello schema trifunzionale, non c posto per la donna: ella era chiamata sposa o vergine o vedova. Il suo ruolo
fondamentale era ovviamente la famiglia: la cura dei figli, della casa e quindi di tutto lo spazio domestico.
Tra gli artisti lorafo, e poi larchitetto, erano i pi importanti: loro si dedicavano maggiormente alle arti meccaniche e
alle arti liberali.
Lemarginato in sostanza era lesiliato:colui che non avevo una buona reputazione, anzi era considerato un infame e
non civile. Bronislaw Geremek si esprime sottolineando in particolar modo lemarginazione speziale.
Il santo, invece, lessere che fa da intermediatore fra cielo e terra. Spesso il santo era un uomo comune diventato poi
martire. Andr Vauchez si occupa della santit tra il XII e il XIII che diventa poi una santit di funzione/professione.
Luomo medievale per noi esotico = cio, per capire la mentalit delluomo medievale dobbiamo prima renderci conto
dellenorme mutamento avvenuto.
I VIZI: il peccato,le tentazioni, il rapporto tra luomo e il diavolo si intensifica, i 7 peccati capitali, le 9 figlie
del diavolo (pag 31);
IL VISIBILE E LINVISIBILE: ci che si pu vedere non spaventa, ma ci che invisibile mette curiosit quindi
si comincia a usare il visibile per vedere linvisibile;
LALDILA:nel XII-XIII secolo il sistema dellaldil comincia a diventare razionale mantenendo delle costanti
(paradiso, purgatorio, inferno) e delle variabili (limbo dei patriarchi e il limbo dei bambini);
IL MIRACOLO E LORDALIA: il miracolo veniva chiesto alla Vergine Maria o ai Santi. Spesso per
guarigioni,parti, per le vittime della medicina, ossa dei santi. Lordalia non veniva accettata dalla chiesa: le arti
magiche e la credenze erano pagane;
LA MEMORIA: malgrado il grande tatto di analfabetismo, su tutto ci che si imparava, veniva usata la
memoria, in particolare le mnemotecniche = arti della memoria;
LA MENTALITA SIMBOLICA: luomo medievale vive in una foresta di simboli, mezzo per comunicare, condiviso
e ricordato;
IL NUMERO: i numeri contano mondo nella mentalit religiosa delluomo medievale (trinit, evangelisti,
settenari, comandamenti, apostoli, ) si tenta poi di inserire la follia aritmetica allinterno della religione;
LE IMMAGINI E IL COLORE: sempre un modo per comunicare al posto della scrittura. I colori erano simboli:
rosso = colore imperiale, azzurro = Verigine Maria, loro = grande importanza, vita divina;
IL SOGNO: spesso avevano un significato ben preciso: era sempre un modo per comunicare, un messaggio
divino;
GERARCHIA: rispettare lorganizzazione della societ di Dio, la possibile somiglianza tra vita divina e terrena;
RIBELLE: segno di disobbedienza, molto significante e toccante a tal punto da considerare eresia;
LIBERTA: un gran privilegio, anzi, meglio sottolineare che pi importante parlare di pi libert, e quindi
privilegi;
I MONACI
INTRODUZIONE GENERALE
Il monachesimo (dal greco monachos, persona solitaria) un modo di vivere la propria religiosit, caratterizzata da
alcune rinunce agli interessi terreni (=mondani), per dedicarsi in modo pi completo allaspetto spirituale coinvolgendo
la propria esistenza.
Molte religioni hanno elementi monastici: Buddhismo, Cristianesimo, Induismo, Giainismo, Taoismo anche se la loro
espressione differisce considerevolmente.
Questa formma religiosa era stata introdotta per la prima volta verso la fine del III secolo in Egitto dove i monaci si
dedicavano a una vita di preghiera ritirandosi nel deserto.
Il Cristianesimo influenz la mentalit del Medioevo, come emerge dal grande sviluppo del monachesimo in Occidente.
Infatti nel VIsec. San Benedetto da Norcia fond il suo primo monastero a Monte Cassino, dando vita ad
unesperienza che avrebbe avuto unenorme influenza sulla successiva storia europea, da un punto di vista religioso,
culturale ed economico.
San Benedetto pose alla base di ogni monastero la regola, che era il modo di vita che i monaci accettavano seguire.Le
regole principali di un monastero erano:
Tutto ci che veniva consumato nel monastero doveva essere prodotto esclusivamente al suo interno.
La Regola Principale era riassunta nel motto di ogni convento benedettino: Ora et labora, ossia: prega e lavora.
Queste semplici regole modificarono, col tempo, leconomia allinterno e allesterno del monastero, dando vita ad
attivit e ad innovazioni sorprendenti per i loro effetti: grazie ai monaci benedettini si svilupp infatti la silvicoltura, la
pescicoltura, lapicoltura, si crearono nuovi tipi di formaggio (oggi noti in tutto il mondo), si studiarono nuovi metodi di
cura con erbe officinali, ecc. Chi, anche laico, viveva nei pressi del monastero, usufruiva di una serie di servizi senza
precedenti (scuole, ospedali, assistenza) e trovava sempre qualcosa da mangiare.
Nei pressi dei monasteri si coltivavano in particolare orzo, segale, farro e poco grano che veniva utilizzato per le ostie
poich il pane bianco, che veniva fatto solo per cerimonie importanti, era vietato dalle regole ed era distribuito ai
poveri.La dieta di un monaco era basata principalmente su legumi quali fagioli, lenticchie, piselli; il tutto accompagnato
dal pane nero.Durante il periodo di quaresima i monaci digiunavano e questo portava molto sconforto nei poveri che
vedevano nel monastero lunica fonte di vita; erano i monaci infatti che davano il cibo alla popolazione.
Poich i ricchi non volevano digiunare, per varie ragioni, si erano impegnati a donare una certa somma al monastero.
Questa somma veniva per 1/3 data ai poveri ed il restante era utilizzato per la costruzione di opere collegate con la
specializzazione del monastero
Infatti, dei vari monasteri che furono costruiti in Occidente, molti si specializzarono in ospizi e ospedali (i primi della
storia e aperti anche ai poveri), oppure come alberghi per i pellegrini.
In tutti i monasteri venivano inoltre fondate scuole che istruivano sia i monaci sia la gente comune, diffondendo cos la
cultura in tutto lOccidente.
In questo modo il monastero diventava un centro di vita attivissimo, circondato da centinaia di persone, che contribu
a dar vita alla civilt europea visto lenorme numero di monasteri sorti nel Medioevo in tutta lEuropa.
La maggiore influenza i monasteri lebbero nei territori desertici o abbandonati dove svilupparono unorganizzazione e
un arricchimento tali da trasformare e rendere popolato il luogo dove sorgevano.
Per quanto riguarda la cultura, poi, i monaci furono i primi a trascrivere manualmente tutti i testi dellepoca classica
che in questo modo sono giunti fino a noi.
San Benedetto, scrivendo la sua regola a Montecassino, in Italia centrale, tra Roma e Napoli, nei primi decenni del VI
secolo, inizia cosi a distinguere quattro categorie di monaci: i cenobiti che risiedono in un monastero, dove servono
sotto una regola e un abate; gli eremiti divenuti capaci di condurre da soli la lotta della vita ascetica; poi i sarabaiti,
termine di origine egiziana, che designa i monaci che vivono in piccoli gruppi senza avere n una regola n un abate;
infine i girovaghi, continuamente erranti e mai stabili. Poi, lasciando da parte tre di queste categorie, si interessa a una
sola di queste, i cenobiti, per i quali compone la sua regola.
Un Papa molto importante che ha abbracciato la vita monastica fu Gregorio Magno. Nacque verso il 540 dalla famiglia
senatoriale degli Anici. Alcuni genealogisti collocano fra gli antenati di Gregorio, i Papi Felice III ed Agapito I. Gregorio
era figlio del senatore Gordiano e di Silvia. Alla morte del padre, fu eletto, molto giovane, Prefetto di Roma. Grande
ammiratore di Benedetto da Norcia, decise di trasformare i suoi possedimenti a Roma (sul Celio) e in Sicilia in
altrettanti monasteri e di farsi monaco, quindi si dedic con assiduit alla contemplazione dei misteri di Dio nella
lettura della Bibbia. Non pot dimorare a lungo, nel suo convento del Celio poich il papa Pelagio II lo invi come
nunzio, presso la corte di Costantinopoli, dove rest per sei anni, e si guadagn la stima dellimperatore Maurizio I, di
cui tenne a battesimo il figlio Teodosio. Al suo rientro a Roma, nel 586, torn nel monastero sul Celio, vi rimase per
per pochissimo tempo, perch il 3 settembre 590 fu chiamato al soglio pontificio dallentusiasmo dei credenti e dalle
insistenze del clero e del senato di Roma, dopo la morte di Pelagio II di cui era stato segretario.
Dipinto di Andrea Mantegna raffigurante Gregorio con Giovanni Battista, san Benedetto da Norcia e san Girolamo
Come papa si dimostr uomo di azione, pratico e intraprendente (chiamato lultimo dei Romani), nonostante fosse
fisicamente abbastanza esile e cagionevole di salute. Fu amministratore energico, sia nelle questioni sociali e politiche
per supportare i bisognosi di aiuto e protezione, sia nelle questioni interne della Chiesa. Tratt con molti paesi europei;
con il re visigoto Recaredo di Spagna, convertitosi al Cattolicesimo, Gregorio fu in continui rapporti e fu in eccellente
relazione con i re franchi. Con laiuto di questi e della regina Brunchilde riusc a tradurre in realt quello chera stato il
suo sogno pi bello: la conversione della Britannia, che affid ad Agostino di Canterbury, priore del convento di
SantAndrea. Si dedic anche ai problemi dellItalia provata da alluvioni, carestie, pestilenze, amministrando la cosa
pubblica con equit, supplendo allincuria dei funzionari imperiali. Organizz la difesa di Roma minacciata da Agilulfo,
re dei longobardi, coi quali poi riusc a stabilire rapporti di buon vicinato e avvi la loro conversione. Ebbe cura degli
acquedotti, favor linsediamento dei coloni eliminando ogni residuo di servit della gleba. Riusc ad intrattenere epistoli
e rapporti amichevoli con il re della Barbagia, Ospitone, e cerc di dissuadere la popolazione dallidolatria e dal
paganesimo, convertendo Ospitone stesso al cristianesimo. Riorganizz a fondo la liturgia romana, ordinando le fonti
liturgiche anteriori e componendo nuovi testi, e promosse quel canto tipicamente liturgico che dal suo nome si chiama
gregoriano. Lepistolario (ci sono pervenute 848 lettere) e le omelie al popolo ci documentano ampiamente sulla sua
molteplice attivit e dimostrano la sua grande familiarit con la Sacra Scrittura. Mor il 12 marzo 604.
Lautore nel suo libro fa uno sguardo generale sul monachesimo, parlando soprattutto di:
I monasteri e i priorati nel XII secolo, erano migliaia in Europa, mentre adesso sono poche centinaia. Dopo la riforma
luterana e le violenze della grande rivoluzione il monachesimo non fu distrutto ma fu ridimensionato drasticamente il
ruolo nella vita della chiesa, segnando un suo diverso approccio con la societ e con la storia (infatti nel medioevo gli
unici veri cristiani erano i monaci).
MONACHESIMO DIFFUSO>RIDIMENSIONATO>DECLINATO
Il monastero possiamo considerarlo nel medioevo come una micro-citt, autonomo in tutto. Esso comprendeva infatti il
panettiere, il fabbro, il falegname, il farmacista (lerborista), e tanti altri ancora. Inoltre avevano molti possedimenti
terrieri e la loro grandezza e ricchezza cresceva sempre pi, fino a superare leconomia cittadina; questo perch, con
gli anni modificarono la loro regola ora et labora facendo lavorare al loro posto i servi della gleba (o conversi). Come
sappiamo nel medioevo la maggior parte delle persone desiderava e aspirava ad entrare in monastero o a diventare
cavaliere. Il monastero era il luogo dellascesi e della penitenza individuale, del rifugio e della protezione dai feroci
costumi di una societ militare, ma diventava in primo luogo la sede della preghiera collettiva e pubblica di cui gli
uomini e la societ hanno bisogno per la loro stessa sopravvivenza. Si entrava in monastero anche per raggiungere un
sempre pi stretto contatto con Dio. Gi a quel tempo i forestieri e i pellegrini che bussavano alle porte delle grandi
costruzioni venivano accolti allinterno esso comprendeva come adesso il noviziato (scuola per listruzione).
1. Allinizio i monaci erano abituati a mettere tutto in comune. Furono chiamati monaci per lausterit della loro vita
solitaria e senza famiglia; le comunit che formavano cenobiti e i loro alloggiamenti, cenobi. La loro era una vita
separata dalle debolezze e dalle miserie umane, per dedicarsi alla ricerca di Dio (Cassiano). Due punti fondamentali
li contrassegnavano:
2. A partire dal X secolo le linee della ripresa monastica si attuano sempre pi velocemente. Re e grandi signori
puntano soprattutto sui monasteri come centri religiosi di preghiera, aziende agricole, sedi di espansione e di
rafforzamento politico sul territorio. Ma la complessa funzione delle fondazioni monastiche fa si che vengano attaccati
da signori, vescovi e milites. Le due grandi distanze di riferimento della libert monastica, diventano cos il potere
regio e quello papale. Il monastero divenne nel XI-XII secolo la congregazione religiosa pi importante e autorevole
della cristianit. Questi erano anche i secoli della grande espansione. La societ era suddivisa in tre ordines: gli uomini
della preghiera (oratores), gli uomini della guerra (bellatores), gli uomini del lavoro dei campi (laboratores). Tra i
cristiani invece ci sono tre livelli laici, chierici e monaci. Solo alcune congregazioni istituivano la figura dei conversi
(coloro che presero il posto dei servi). La vita interna del monastero e il suo ruolo assumono una dimensione culturale
e di assistenza, la parte riservata alla liturgia nella giornata monastica si dilata, soprattutto nella congregazione
cluniacense. Tra il X e il XII secolo ci fu luniverso monastico: la fondazione di un lite
3. La scelta monastica reclama un rapporto privilegiato con lassoluto. Linsegna quella della rinuncia al mondo,
lelezione della povert volontaria come espressione della sequela Christi (ecco noi abbiamo lasciato tutte le cose ed
abbiamo seguito te). Diventare monaci piuttosto abbandono della societ profana e delle sue sedi abituali, rifiuto
della sua quotidianit e delle sue prospettive, privilegiamento della ricerca di Dio nella preghiera e nella
contemplazione, ristabilimento di un ordine e di una scala di valori sconvolti e manomessi dalle ricorrenti insidie di
Satana. La potenza e la ricchezza dei monasteri, la grandezza delle loro chiese e lo splendore del loro culto, lampiezza
delle loro foresterie, disposte per accogliere i poveri pellegrini ma anche per poter degnamente ospitare i grandi della
terra, le centinaia di uomini che la sciano i campi dopo che linvito a lavorare di Benedetto si tradotto in altre pi
nobili attivit. Il monastero rende visibile e concreta nella storia la realt di una natura umana sottratta ai disordini e
alle violenze del peccato, creando isole di ordine e di razionalit in una societ che senza di esse resterebbe preda
della sovversione provocata dalle costanti incursioni del maligno. Non da tralasciare che i monastici a quel tempo
erano tra i pi intelligenti e i pi sapienti di quellepoca. La scelta monastica anche una scelta di cultura e di
conoscenza, rappresenta per i figli della nobilt lunica alternativa reale offerta al mestiere della armi. Infatti la
vocazione alla santit va di pari passo con la vocazione alla cultura. Il monastero, soprattutto agli inizi, luogo e
occasione di salvezza; in esso si impara a dare importanza alla vita terrena ma anche ai destini futuri (la vita eterna).
Nonostante tutto questo per i monasteri ci fu una grande crisi di vera fede; infatti lequazione: vita apostolica- vita
monastica non combaciava molto e tutto questo a causa della crescente importanza che si dava alla ricchezza e alla
mancanza della vera povert.
LUomo Medievale.2 Il guerriero e il cavaliere
IL CAVALIERE E IL GUERRIERO
Il medioevo fu un periodo molto duro per la popolazione, schiacciata tra le invasioni barbariche e loppressione dei
tiranni, venne costretta a rifugiarsi in strutture difensive chiamate castelli oppure alloblio.
In questepoca di subbugli e incertezze vennero a formarsi tre categorie sociali: gli oratores, i laboradores e i bellatores
ormai fondamento della societ cristiana, questi ultimi furono molto rispettati e onorati, dediti allarte della guerra ed
alla sacralizzazione di questultima.
In questo periodo cupo, i diversi gruppi di soldati delite (specializzati nellarte della guerra) si radunano sotto il
comando di un signore (il senior) per combattere per lui, oppure vivere in terre affidate dal signore.
Cos si afferm la cavalleria, e non fu conseguenza dellinvenzione , ma ne fu la causa e nacque nel corso dellxiii sec.
La nascita della cavalleria e di un esercito decretarono un incredibile aumento dei signori medioevali, e un divario
sempre maggiore nella societ, cio quello tra uomini armati e uomini non armati, la plebe, gli inermi . Lo scontro fra i
signori bannali, seguiti fedelmente dai loro pi o meno piccoli eserciti fu il fattore determinante dellepoca dal decimo
allundicesimo secolo, polverizzando i diritti e i poteri pubblici, quindi facendo cadere l Europa in un periodo di
anarchia, chiamato anche Anarchia feudale, dove la categoria degli armati, opprimeva gli indifesi, partendo dagli
uomini di chiesa sino alle donne e ai bambini, ma ben presto, molte diocesi, affiancate dallaristocrazia e da quei
milites convertiti alla dedizione verso la fede, preoccupati dalla gravosa situazione economica e culturale, ostruzionista
per un modo di vita accettabile, formarono il movimento della Pax e della gloria Dei, che prevedeva la tutela di
santuari, ospizi, mercati e guadi, ma successivamente si ebbe un progresso di leggi alla tutela della plebe, e in caso di
infrazione la pena era la scomunica, definita da alcuni studiosi linferno in terra, ma senza mai proibire la guerra,
impossibile da controllare in una societ basata sulla guerra.
I signori che non rispettavano le decisioni della chiesa o delle tregue venivano definiti infractores pactis.
Il cavaliere
Il cavaliere era ununit molto costosa, avendo necessit di un cavallo, armi di ferro, una corazza (giaccone
imbottito e rinforzato), detto anche brunia.
Letica cavalleresca era basata, dopo la conciliazione con la chiesa, alla difesa della plebe, spinta sino al sacrificio della
propria vita. Questo tipo di soldato era chiamato miles Christi , che si trasform negli ultimi anni dellundicesimo secolo
nel sancti Petri, soldato pi legato alla religione e disposto a dare anima e corpo alla chiesa,
quindi i servigi militari verso la chiesa divennero presto pi considerati della vita dedita alle preghiere, con il nuovo rito
della santificazione delle armi, difatti lunione sotto lunico stendardo della religione diede pi vigore alla cristianit che
cominci ad attuare opere espansionistiche contro lIslam, che dal decimo secolo affrontava un duro periodo di
instabilit.
La prima azione bellica unita fu la riconquista della Spagna, araba dallottavo secolo, ripresa grazie alla dedizione alla
fede e alla fame di bottino di alcuni gruppi di cavalieri.
Queste guerre, per furono anche incitate da vaste campagne di propaganda, che illustravano i cavalieri come santi
protettori della fede che schiacciano gli infedeli, che portarono alla ricerca di gloria e delle sacre reliquie gran parte
degli uomini darmi europei.
Gli attacchi si moltiplicarono nel tempo, fino alla conquista della citt santa, nella crociata del 1099, con il seguente
massacro degli infedeli, purtroppo i crociati, cavalieri della croce, si diedero alle scorrerie e al saccheggio di quelle
contrade una volta fiorenti, inoltre leffetto a sorpresa che aveva segnato in gran parte le vittorie cristiane sugli infedeli
era svanito e gli eserciti arabi si riorganizzarono nel mentre che i pellegrini, fatto voto al Sepolcro, ritornavano in
patria, lasciando sguarnite le difese delle conquiste della prima crociata.
In questo periodo nacquero gli ordino monastico militari, che continuarono le guerre sante per i secoli interessati dal
medioevo, formando un nuovo tipo di approccio alla chiesa, quindi non pi di subordinazione e funzionalizzazione, ma
di formazione e identificazione spirituale.
Gli ordini dei cavalieri che prendevano parte alle crociate erano diversi, tutti dediti e rivolti come oneri e doveri alla
chiesa, ed i principali erano:
I templari:lordine dei cavalieri del tempio di Salomone, nati in seguito al concilio di Troyes nel 1128, e venne sciolto
nel 1312, per volere del papa Clemente quinto, a causa dellindebitamento del re francese nei loro confronti.
I cavalieri di rodi: cavalieri detti anche ospedalieri, perch davano rifugio e protezione ai pellegrini in viaggio per la
terra santa
I diversi ordini religioso militari erano per molti di pi, come la milita Christi, o lordine dei teutonici, he come tutti
attiravano fra le loro schiere persone di ogni rango sociale, ma anche nobili dellaristocrazia militare del tempo, grazie
anche alla propaganda e degli ideali della cavalleria divina.
Le crociate cavalleresche cristiane durarono sino alla fine del medioevo, divenendo come una tradizione e non pi
come tributo alla fede.
I tornei
I tornei furono una delle principali attrazioni del medioevo e ci partecipavano tutti i nobili cavalieri, che talvolta li
presero come lavoro, avendo come profitto in caso di vittoria le armi degli sfidanti sconfitti e un ingente premio al
vincitore del torneo.
Questa pratica darme venne duramente criticata durante il basso medioevo, giudicata fonte di tutti i peccati capitali,
sin quasi a scomparire, ma non smise mai di essere praticata, nonostante lavversit di diverse importanti autorit
come papi e re, mossi dal fatto che gli sconfitti provavano rancore nei confronti dei vincitori, causando dissapori che
minavano la stabilit e lunione della cristianit.
La Terra Santa fu soggetto delle fantasie europee essendo sempre stato un luogo mistico e misterioso, cantato
ovunque come posto fantastico e ricco di tesori, ma per larmata di dio era una realt ben diversa, luogo di battaglie,
vittorie e sconfitte.
Lesercito I crociati avevano un esercito molto complesso, formato principalmente dalla cavalleria, affiancata da fanti,
guastatori,con innumerevoli cariche sia difensive che dassedio e fanteria leggera, ma certi storici sono in dubbio
sullorganizzazione tattica e strategica cristiana, essendo un blocco compatto e non diviso, ma frammentato e
scontroso allinterno, creano difficile la cooperazione e dando svantaggi sullunit.
Lesercito arao, invece era tattico, con precise disposizioni per ogni gruppo, e riusciva persino a organizzare raid di
arceri a cavallo per colpire le prime linee cristiane, e ci permise agli arabi di vincere molte battaglie decisive contro i
crociati.
I cavalieri nellalto medioevo erano il fulcro dellesercito e soldati delite, suddivisi in banderesi, cio coloro che erano in
grado di poter portare lo stendardo, essendo il simbolo di propriet delle loro terre, o baccellieri, cio privi di origine
nobiliare o terreni, quindi di bassa nobilt, ma questa classe di cavalieri scomparve quando il titolo di cavaliere divenne
pi una carica e onorificenza, legata ad imprese, ricchezze o nobilt quando la cavalleria nellesercito perse il valore di
un tempo, a causa dellinvenzione di armi da fuoco come moschetti e cannoni,ma anche della balestra che rivalutarono
il ruolo della fanteria.
Di fronte a questa situazione i sovrani dei paesi europei, cominciarono principalmente una rifeudalizzazione dei terreni.
Il milites
Questo tipo di soldati era legato al coraggio, alla fedelt e allaffetto per il compagno darme .
I milites, come del resto ogni altra unit dellesercito, era spietata con la fanteria e altra unit, ma nei confronti dei
cavalieri tentava non di ucciderli, ma di catturarli per ottenere in cambio un riscatto.
Le unit semplici di fanteria, se ferite in campo di battaglia non venivano soccorse, ma abbandonate, non essendo
importanti, se non per i commilitoni, solidali fra loro.
IL CITTADINO
Luomo medievale viveva nelle citt, luogo non sempre ospitale e confortevole
La citt si rivela sede di unumanit molto particolare, condannata da uni, lodata da altri.
Le citt, vaste necropoli del mondo rurale, logorano fuor di misura un materiale umano molto presto sostituito. La loro
installano, i principi ne fanno le loro capitali, lartigianato vi si diversifica e il loro mercato stende sempre di pi in
lontananza i proprio orizzonti. La citt il centro di sviluppo di una societ complessa che si adatta al sistema signorile
Non bisogna pensare che tra labitante cittadinoe quello campagnolovi erano grandi differenze, pi che tutto solo
Verso il 1150, un contadino varcava le porte di una citt per tentare di lavorarvi e forse per stabilirsi.
Assisi e Bologna imponevano tasse gravose ai non liberi; dappertutto il signore disponeva di un anno per recuperare il
suo uomo, e in una quantit di borghi rurali, le condizioni personali non differivano gran che da quelle della citt. La
libert era in primo luogo questo complesso progressivamente accumulato di diritti e di usi estorti, acquisiti, ottenuti
col consenso o strappati, molto pi che non il privilegio di una carta o di una legge.
Una legge valeva solo per la forza di una comunit che poteva farla rispettare. Le citt avevano il danaro, il numero
cittadino si sovrapponeva alle giurisdizioni che gli facevano concorrenza e, tendeva a unificare la condizione delle
persone e dei beni. Gli uomini daffari disponevano di un diritto libero dalla paralisi dei formalismi; potevano senza
impacci reclutare la manodopera necessaria ai loro laboratori, controllare pesi e misure, mercati e fiere, regolamentare
lassunzione del personale e i mestieri, intervenire efficacemente in favore del loro concittadini vittime di un futuro o di
Far parte del popolo non era facile e una maggioranza di abitanti privi di risorse si rilevava incapace di oltrepassare le
muraglie erette allinterno da una minoranza gelosa. Tuttavia il semplici fatto di risiedere a lungo in citt autorizzava
la speranza di sopravvivere nel tempo della disoccupazione e della miseria grazie alla distribuzione di razioni
Le mura della citt costituiscono senzaltro la frontiera decisiva che separa due spazi. Ogni citt chiusa, per necessit
politica e militare. Non che oltrepassare le porte tutto subisca un capovolgimento: la vicina campagna dominata dalla
propriet e dai capitali cittadini, punteggiata di residenze borghesi; i suoi contadini frequentano regolarmente il
mercato.
Abitare in citt significa in primo luogo occupare in due o tre una camera, una tana senza luce o una soffitta che d su
un cortile posteriore, stabilirsi alla locanda, se si ha qualche soldo; disporre di una o due stanze se si ha famiglia, ma
sempre dover dividere con altri luso di un pozzo e di una cucina; lartigiano abita la propria casa, ha il suo focolare, la
sua cantina e il suo granaio, ma coi servi e gli apprendisti. Bisogna dunque abituarsi a vivere circondati di condizioni e
Essere cittadino anche dipendere dal mercato, subire gli inconvegnenti dell essere racchiusi tra le mura;mancare
talvolta dacqua potabile quando i pozzi sono inquinanti; vivere in mezzo agli escrementi. (malattie,peste)
All inizio si dirigevano verso la citt uomini abbastanza benestanti, attirati dalle sue libert e dalle sue possibilit di
ascensione sociale, ma dal XXI in poi, gli agiati erano preceduti dai fuggiaschi, dai poveri, dagli straccioni.
Ampliamento dell area migratoria, squilibrio in favore dei nuovi venuti, furono ancora accentuati dalle calamit del
lungo secolo XIV. Verso il 1450 la gente arrivava da pi lontano, la percentuale dei forestieri aumentava costantemente
e la svalutazione relativa dai salari agricoli ingrossava dappertutto la fiumana dei poveri.
Per i magistrati i nuovi venuti rappresentavano a un tempo una necessit e un pericolo, per gli imprenditori e per i
venditori di generi alimentari linteresse era di aprire, ma nellartigianato la minima recessione contribuiva a sviluppare
Il danaro facilitava lintegrazione ma non risolveva tutto. Un immigrato non disponeva delle reti di relazioni, delle
possibilit di assumere, di ammissione in un mestiere, di partecipazione politica di cui beneficiavano i cittadini che
Il lignaggio domina la vita sociale e politica della citt mediterranee fino al secolo XIV almeno. Minacciati o indeboliti, i
lignaggi hanno determinato la creazione della vaste parentele artificiali riunite sotto un nome totemico. Le famiglie
apparentate condividono un complesso di comuni preoccupazioni; lo studio dei nuclei famigliari non deve dunque
essere disgiunto dai legami che li uniscono e che possono rilevarsi abbastanza forti. Le grandi case sono rare. La
tendenza generale di sparpagliarsi. La popolazione appare formata di cellule ristrette, di nuclei famigliari di tenue
densit; la famiglia cittadina pi ridotta della famiglia rurale. Rari sono i padri che possono maritare le figlie alleta
della pubert (12-13anni!!!!), let media di alza (15-16). Sappiamo inoltre che luomo si sposava tardissimo : 30anni.
Il matrimonio dunque una vittoriasociale che costa cara. Era frequente la rottura fra coniugi.
Il matrimonio fra gli artigiano modesti o gli operai frutto di una scelta personale. La famiglia cittadina appare cosi pi
duttile, pi fragile e anche meno duratura della famiglia contadina. I cittadini hanno una coscienza molto netta della
fragilit famigliare. Il modesto borghese sogna solidariet di lignaggio, parentele attive e generose. Quindi la citt
esercita una funzione distruttrice dei legami famigliari; le epidemie colpiscono, le solidariet si allentano, i danni morali
aspettano al varco, lautorit del capofamiglia messa in pericolo. Il cittadino non pu contare gran che sui suoi amici
carnali.
Molti cittadini sfuggirono agli orrori della sommossa e della repressione, me tutti dovettero affrontare quasi
Le funzioni cittadine possono essere molteplici; prende il sopravvento la mentalit mercantile che modella le sensibilit
e i componimenti. Molti artigiani sono dei commercianti a part time; lartigiano salariato vende la propria capacit
Il denaro il sangue della citt, il suo fluido vitale e il suo principio organizzatore.
Le fortune borghesi conservano in effetti quasi sempre una parte del loro carattere originario: la nobilt.
Molti uomini non poterono e non vollero rischiare le loro magre economie e la salvezza dellanima loro in imprese
marittime o nellusura. Ogni cittadino era attento alla buona amministrazione del danaro, ai movimenti del capitale,
IL MERCANTE
Nel mondo cristiano il mercante visto sempre con sospetto dal punto di vista etico:
non viene propriamente condannato ma la sua figura mal si accorda con gli ideali etici
e religiosi. NellIslam invece il mercante assume un diversa considerazione: non vi
alcuna riserva o preclusione nei suoi riguardi, anzi diventa una personaggio centrale
della vita sociale e politica, con grande prestigio anche morale. Nellambito ebraico
invece assistiamo quasi a una identificazione del mercante con la unica figura di
rilievo.
Molti mercanti erano anche usurai, e quindi erano visti male dalla chiesa e infatti molti
venivano condannati al male eterno. Venivano criticati e molti personaggi della chiesa
dicevano loro che avrebbero patito linferno se non avessero ripagato.
Nella cultura europea, in linea generale, la figura del mercante considerata meno
prestigiosa di quella del proprietario terriero. Il concetto si trova gia in Roma nella
quale lordine senatoriale (formato da proprietari terrieri) era considerato superiore a
quello equestre (di quelli che si occupavano di traffici e commerci) ed era anzi vietato
ai senatori occuparsi di afari Ma la figura del mercante viene dequalificata
propriamente nel medioevo cristiano.
In questo contesto il lavoro eticamente accettato era quello dei campi mentre veniva
respinto quello del mercante.
Il lavoro, o meglio, la fatica nei campi era vista come penitenza o come espiazione dei
propri peccati: la mano delluomo semina e Dio si compiace quindi di benedire il suo
lavoro facendo crescere frutti e messi : la carestia segno che luomo ha troppo
peccato e Dio non lo ha ancora perdonato. labbondanza pegno della benevolenza
divina.
La figura del mercante viene vista sempre almeno con sospetto quando non
addirittura chiaramente ed esplicitamente condannata.
Il mercante infatti colui il quale cerca la ricchezza, quindi avido e avaro, tendente
inevitabilmente allinganno e al raggiro. Non chiede a Dio attraverso la natura il suo
sostentamento: se lo procura da solo togliendo i frutti agli altri uomini.
Si aggiunga poi che nel Medio Evo il commercio verteva su beni di lusso, superflui e in
contrasto a una esistenza semplice e virtuosa. Anche se non mancava, ad esempio, il
commercio di granaglie, infatti la difficolt dei trasporti, linsicurezza generale rendeva
conveniente trattare soprattutto beni di lusso molto costosi: panni pregiati, le spezie,
la seta, l artigianato artistico, tutte cose che il pio e il virtuoso disprezzava .
Tutto ci porta a vedere nel mercante una figura in negativo; anche se in molti epoche
e in molti luoghi il mercante assume grande importanza e considerazione sociale e
spesso anche la direzione dello Stato (si pensi per esempio alla Firenze delle
corporazioni o alle repubbliche marinare ) tuttavia il vero signore, il vero nobile il
proprietario terriero che non lavora i campi ma che, comunque, dai campi trae la sua
forza. E infatti i mercanti appena hanno raggiunto un certo livello di vita abbandonano
la mercatura per diventare proprietari terrieri, acquistano ville in campagna e palazzi
in citt .
Si dice comunemente che i grandi palazzi che si afacciano sul Canal Grande a Venezia
siano il segno della grandezza di quella repubblica. In realt storicamente il
contrario: sono i segni della decadenza. Infatti i mercanti veneziani quando
raggiungevano un grado che essi ritenevano sufficiente di ricchezza smettevano di
commerciare, compravano latifondi, si costruivano ville splendide e soprattutto
erigevano grandi e sontuosi palazzi.
Infatti lItalia cattolica della seconda parte del feudalesimo, quella che va dal Mille alla
scoperta europea dellAmerica, fu caratterizzata, al pari delle Fiandre, da una fiorente
attivit commerciale, invidiata da tutta Europa, unEuropa che sarebbe diventata
protestante solo molti secoli dopo.
Se le cose stanno cos forse riduttivo sostenere che letica economica medievale, qui
gestita dalla sola chiesa romana nella parte occidentale dellEuropa, fu di tipo
concessivo, nel senso che tendeva progressivamente ad adeguarsi alle spinte
borghesi che emergevano ad extra del proprio perimetro dazione, delle proprie
concezioni e dei propri stili di vita.
Se questa tesi vera, la storia del basso Medioevo va in parte riscritta, poich stando
ai documenti ufficiali dellepoca e in genere alle tesi principali dei maggiori medievisti,
la chiesa romana non appare come un fattore propulsivo del mercantilismo, ma
semmai come un freno. Ed indubbiamente stato cos nella maggior parte dei paesi
euroccidentali di quel periodo storico. Non tuttavia in Italia. Non a caso qui i grandi
traffici commerciali fanno nascere quelle grandi rivoluzioni culturali che passano sotto
il nome di realismo giottesco, di umanesimo nel pensiero e di rinascimento nelle arti.
Le Gof, Capitani ecc. sostengono che il mercantilismo, nato al di fuori delle tradizionali
abitudini e competenze della chiesa romana, fu inizialmente tollerato in quanto non
ritenuto particolarmente pericoloso per i criteri di vita della societ feudale, tanto che
letica economica medievale si configura come unetica concessiva, disposta ad
adeguarsi in maniera relativa al mutamento delle circostanze. Solo che ad un certo
punto la situazione assunse degli sviluppi che sfuggirono al controllo della chiesa, e in
questa incapacit politica delle gerarchie i medievisti laici vedono in genere un fattore
di progresso per lo sviluppo dellEuropa, in particolare per quelle classi sociali che la
stavano portando al di fuori dei cosiddetti secoli bui.
Qui sarebbe bene fare una puntualizzazione di metodo storiografico. Ci rendiamo
conto che sarebbe ingenuo pensare di poter trovare un riscontro esplicito alla tesi che
vogliamo sostenere nei documenti ufficiali dellepoca, non fossaltro che per una
ragione: le fonti storiche, specie quelle scritte, spesso servono non per svelare ma per
nascondere la realt.
Fa specie, in tal senso, vedere come Le Gof definisca il secolo XIII con lespressione
secolo della giustizia, solo perch i canonisti avevano equiparato il furto usurario a
un peccato contro la giustizia. Ormai dovrebbe essere ritenuta pacifica la tesi
secondo cui un periodo storico non pu essere interpretato sulla base della concezione
che esso ha di se stesso (e questo ovviamente vale anche per una persona o per una
classe sociale).
Lo stesso vale per il presente. Infatti, anche se vero che la lettura e la scrittura
riguardano la stragrande maggioranza delle persone (almeno nei paesi
industrializzati), per anche vero che nelle civilt antagonistiche le opinioni
dominanti sono soltanto quelle espresse dai poteri dominanti, politici ed economici,
che tutelano interessi di una ristretta minoranza di persone.
Daltra parte i tassi praticati da Israele non superavano mai quelli delle civilt ad essa
coeve (p.es. nel codice Hammurabi si arriva fino a 50-70%).
Nel periodo ellenistico si arriv (se si esclude lEgitto dove rimase al 24%) a un tasso
ragionevole dell8-10%. Nel I secolo d.C. un decreto imperiale lo fiss al 12% nelle
province dAsia.
E evidente che con queste misure si tentava di salvare capra e cavoli: da un lato si
scoraggiava la partecipazione dellaristocrazia al mercato dei capitali, dallaltro si
permetteva che venissero richiesti interessi superiori al 6% generalizzato, al fine di
incoraggiare le spedizioni a rischio.
Questo significa che, malgrado la condanna religiosa del prestito ad interesse, gli
imperatori bizantini, realisti, non tentarono mai seriamente di proibirlo; piuttosto,
scelsero di autorizzarlo per meglio controllarlo. Quanto alla chiesa, essa si limitava a
condannare gli ecclesiastici che la praticavano.
Ostrogorsky aferma che sebbene lusura fosse contraria alla moralit medievale, la
proibizione di prestare a usura era molto rara a Bisanzio. Le esigenze delleconomia
monetaria, molto sviluppata nellimpero, ignoravano i precetti della morale e il prestito
a usura era stato in ogni tempo molto difuso a Bisanzio(Storia dellimpero bizantino,
Einaudi, p. 171).
Nellet carolingia Rabano Mauro (784-856) proibisce lusura fra cristiani, siano essi
laici o ecclesiastici, ma nei confronti degli infedeli o dei criminali ritiene giusto
linteresse spirituale (il pentimento, la fede, la conversione), come compenso per
le spese sostenute per la predicazione loro rivolta della parola di dio.
Anche nellarea bizantina nellXI secolo si passa ad una scala diversa e pi elevata dei
tassi usurari: per i senatori il 5,55%, per la gente comune il 8,33%, per gli uomini
dafari l11,71%, per i prestiti marittimi il 16,66%. I medesimi tassi resteranno in
vigore nel corso del XII secolo. Ma Catacolone Cecaumeno, duca di Antiochia caduto in
disgrazia, militare e aristocratico, continua a tuonare contro il prestito a interesse. Il
vecchio generale approvava soltanto il prestito finalizzato al riscatto dei prigionieri
(che tra laltro era lunico motivo che giustificasse la vendita di beni ecclesiastici) e
condannava tutte le altre forme di prestito: per ricavarne interessi; per ricavarne
guadagni illeciti (quindi sono da evitare anche le associazioni dafari); per guadagnare
i favori di una donna; per favorire chi vuole appaltare un posto nellamministrazione o
chi vuole acquistare schiavi o terreni
Per tutto il basso Medioevo schiere di teologi e canonisti favorevoli o contrari allusura
si dividevano sulla questione di sapere a chi essa fosse rivolta: infatti, quanti
appoggiavano lidea clericale di unafermazione temporale della chiesa non avevano
dubbi nel ritenerla lecita nei confronti degli stranieri, degli infedeli, dei nemici di
guerra e della chiesa romana in generale; quanti invece afrontavano largomento in
chiave puramente etica, erano in genere contrari a qualunque forma di usura, che
veniva paragonata a una sorta di furto e a volte persino di eresia.