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MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI

Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte

Monografie
9

2001
MIN ISTERO PER I BENI E LE ATTlVIT CULTURALI
SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DEL PIEMONTE
REG IONE PIEMONTE
ClT r DI MONDO vT

DAI BAGIENNI A BREDULUM


Il pianoro di Breolungi tra archeologia e storia

a cura di
M ari ca Venturino Ga mbari

O MEGA EDIZ IONI


ARCHEOLOGIA E STORTA

Avoe,tenza
Sono state usate le seguenti abbrev iazioni : us: un it slratigra fica;
d.: diametro; L. : lunghezza; I.:brghezz.a; s.: spessore. Quando non
diversamente indicato, i d isegni della cer.lm <....l sono in scala 1:3,
quelli d t!i maoufaUi i n p ietra c dei reperti metallici in sca b 1:2.
l
52

Fig. 39 Tabula Pedemonlii anliqtd, el medi; aevi. Incisione d i P. Amali c


P. Te/a, disegmu,1 da Lirelli (AST, Crte, Carte lopografiche per A e B,
Piemonte 21) . Particolare del LcrrilOrio del comitato di Bredulo.
53

Santa Maria di Bredulo: prime ricerche archeologiche


Egle Micheletto

Il comitato secoli dell'alto med ioevo, su i qua li pesa negativamen-


te la grave scarsit di fonti documentarie. Nuove inda-
Un buon tratto delle Alpi Marittime, il Tanaro e la gini archeologiche e la revisione di vecchi dati di sca-
Stura definiscono la forma di un grande triangolo, vo consentono per di esalninare con un 'ottica diver-
con il vertice posto grosso modo alla confluenza dei sa le tnodificazioni, lo spostamento, l'arrocca lnento
due corsi d'acqua: sono questi i confini concorde- degli abitati, a riprova di una realt insediativa radi-
me nte attribuiti dagli storici al comitato di Bredulo cahnente n1utata rispetto a quella dell'et romana Il.
(fig. 39), la cui prima attestazione certa risale al 1014, Si tratta di un'area caratterizzata dal fenomeno del-
quando Enrico II conferm una serie di possessi la precoce scomparsa di centri urbani che ebbero una
all'abbazia di Fruttuaria ' . Si tratta di un distretto terri- certa rilevanza nei primi due secoli de ll'impero. Ad
toriale minore , per certi versi "anomalo" e privo di un anni di distanza dallo studio che al fenomeno dedic
ce ntro cospicuo', che l'impe rato re ne l 1041 conceder Giulio Schlnieclt l2 non vi sono e lem enti nuov i da
formalmente al vescovo di Asti l , po ne ndo in qu e l prendere in esame, se rimaniamo al clato docu menta-
modo le basi per la formazione di un vero e proprio rio; certam ente le suggestioni evocate da chi propone
"p rincipato ecclesia sti co"4, di vedere nel fallimento di questi centri una e rrata va-
Agli albori del secolo precedente, ne l 901 e nel lutazione da parte di Roma delle pote nzialit dell'area
902, i due diplomi rilasciati da Ludovico ili al vesco- in questione sono da te nere nel deb ito conto l 3 , ma
vo di Asti Eilulfo, sulla cui autenticit si a lungo di- non da sottovalutare la costante te nden za alla di-
scusso, elencavano numerose chi ese, cOiti e castelli spersione dell'insedialnento, che si nota con ev idenza
appartenenti al fisco imperiale , che venivano donati nel lungo periodo, tanto che lo stesso processo di in-
alla chiesa astese'. In una integrazione all 'atto del 902 castellamento lnedievale si pre senter con elelnenti
comparivano per la prima volta l'abbazia di San Dal- n on cos rivoluzionari, COlne avviene invece in altre
mazzo di Pedona, insieme alla precisazione dell 'e- regioni.
sten sione del territorio oggetto della donazione: "inler Se incrociamo il dato documentario con quello ar-
Tanagrum et Sturiam". cheologico, possiamo verificare l'esistenza di un co-
Secondo Giuseppe Sergi i due diplomi, autentici stante rappo rto tra il "fallimento" di tali centri e la fo r-
nella sostanza, dovrebbero essere emendati d e i pass i Inazione di altre tipologie insediative, quali i
rife riti al comitato bredole nse", come gi s uggeriva "castra" "; in effetti le fonti, siano essi i diplomi de l X
Luigi Schi apa re lli', mentre Re nato Bordone riconosce secolo gi citati e, in precedenza, i pochi accenni
loro piena autenticit; la donazione testimoni erebbe conte nuti negli e le nchi di geografi, quali l'Ano nimo
l'effettiva este nsione de lla diocesi di Asti a tutto il ter- Ravennate 15 , rapportano Pollentia ad un castrum Pol-
ritorio tra Tanaro e Stura, entro quegli stessi confini lentinum, Augusta Bagiennorum a Baene. Un poco
che solo centoquaranta anni pi tardi il diploma del diverso il caso di Pedona, ma anch'essa ricollega-
1041 precise r in modo definitivo". ta ad un castrum Auriatensium s in dalla fin e del IX
La convinzione che il Piemonte meridional e ne i secolo, in un'appendice alla Passio di Sa n Dalmazzo l (, .
primissimi anni del X secolo possedesse gi caratteri Senza addentrarci nel complesso problema d ella loro
istituzionali definiti non unanimemente condivisa?; individuazione su l terreno, ad oggi non risolto, inte-
in esso agivano comunque, ancor prima dell 'azione ressante ril evare che questi castelli parrebbero essere
promossa dalla prese nza vescovi le, altre forze locali, il risultato di uno "sdoppiamento" di centri urbani in
pote ntissimi gruppi famigliari che andavano struttu- grave crisi 17 . Come stato precisa to ancora recente-
randosi in senso signorile, come quelli "de Morocio" e mente, un elem ento fortem en te discriminante per la
quelli "de Sarmatorio"iO. sopravvivenza delle citt dopo il V secolo, costituito
Al quadro istituzionale ben d e lineato dagli storic i dalla presenza o me no d i strutture dife nsive 18 . Alba
nell'ultimo trentenni o, che consente di individuare Pompeia, infatti, si era precocemente dotata di una
anche alcuni caratteri dell 'insediamento nel territorio cinta muraria19 e Tortona, estesa in et romana impe-
che ci interessa, pur se a partire dall 'XI secolo, fa da riale nella pianura circostante il caste llo, difeso in et
contrappunto una situazione molto meno chiara per i tardo-repubblicana da un muro possente, torn nei
54 AHCHEOLOGIA E STORIA

Fig. 40 Augusta Bagiennorum. Veduta aerea del teatro c dcll<l chiesa


sovrapposta al tempio romano.

primi anni del Vl secolo a concentrare l'attivit edili- no n modifiche rebbero tuttavia, in considerazion e del-
zia civile suU'altura, a seguito di precise raccomanda- la loro sporadicit, il quadro delineato, nel senso che
zioni del sovrano , come tramanda Cassiocloro 20 , Per l'abbandono di queste citt da vedersi soprattutto
Augusta Bagiennorum e Pollenlia, invece, l'esistenza nel venire meno cii un ru olo istituzional e, che non
di un recinto difensivo molto dubbia, malgrado le implica la total e scomparsa dell'insediamento 25 ,
attestazioni docu mentari e nel secondo caso e la pre- Se quindi gli elementi archeologici in nostro pos-
senza di porte nel primo: doveva trattarsi di difese in sesso individuano tra il tardo V ed il VI secolo la fase
materiale precario, accompagnate da un fossato 2 1, di cri si definitiva, forse anche d el ruolo amministrati-
I reperti archeologici rinve nuti ne lle ripetute cam- vo di questa citt, piLI complesso stab ilire quale
pagne di scavo condotte da G. Assandria e G. Va c- centro ne s ia divenuto l'erede. Nella storiografia loca-
chetta nella piana della Roncaglia tra il 1894 ed il le lo s i spesso voluto ide ntificare in Bredulum, il
1925 22 , ne lla vasta pianura agricola unanimemente cen tro eponilno del cOlnitato, i cui confin i si sarebbe-
identificata con il sito di Augusta Bagiennorum (fig. ro estesi all'''intero tratto di pianura ch e era stato oc-
40), sono in parte conservati nel locale antiquarium. cupato anticatnente dai Vagienni, s nei tnonti che nel
Alcune monete di valentiniano III (425-455) furono piano"26 ,
considerate dagli scavatori tra i repetti pi indicativi Tra i sostenitori di questa "teoria de lla continuit"
delle ultime fasi di vita della citt 2 ' , ma sarebbero da vi fu chi ipotizz, troppo semplicisticamente, un pas-
ri esam inare - e la ricerca attualmente in corso, in saggio senza bru sche interruzio ni delle prerogative
concomitanza con il riordino del piccolo museo, in dell'antica citt di Augusta Bagiennorum al centro di
previsione di una prossima riape rtura al pubblico - i Bredulum"- Quest'ultimo veniva ide ntificato da alcu-
materiali ceramici rinvenuti ne l 1942 nell'area del fo- ni con l'attuale frazion e Breolungi di Mondov'" (fig.
ro, caratterizzati da "impasti grossolani con decorazio- 41), dove si poneva la sede di una romana colonia
ni a fasce parallele", tra i quali "non mancano esempi bredulensis, sulla base di un testo epigrafico segnala-
caratteri stici, gi noti in necropoli barbariche" 24 , Po- to a Jacopo Durandi dal canonico Meyranesio, rive la-
trebbe anche trattarsi di reperti di e t longobarda , che tosi poi, com e tanti altri , un fa lso clamoroso 29 , Nello
SANTA MARIA DI IlREDULO, PRlM E RI CE RCHE ARCHEOLOGICHE

Fig. 41 Mond o v, rraz. Breolung i. Veduta ae re a delb sommit clcl l'a ltu,J. ,
da e st (cone. S.M.A . Il . 66,9 Jd 12.11. 1997).

stesso to rno cii tempo altri studios i, COlne P. Nallino, Diano, localit minore posta su di una altura a breve
pre feriron o invece collocare il centro e ponimo de l distanza dal centro romano-33 . Breo lungi stato allora
comitato a Breo, il te rzie re di Mo ndov a ridosso del annoverato tra quei fo rtilizi posti s ulla linea di difesa
torrente Ellero30 (fig. 44). Tale convinzione venne fatta arre trata dei passi alpini e divenuti, con Diano e Au-
propria in tempi pi vicini a no i da G.D. Serra, il qu a- riate, sede di comitato. Sulla base di quanto teorizzato
le prolungava cos sino alla nascita di Mondov la se- in questo sen so da U. Formentin P\ un pi recente
quen za di insediamen t j31. Fu il Barelli , alcu ni anni d o - studio proponeva cii data re al p e riodo tardo-romano
po, a contestare decisa me nte questa proposta di iden- la muratura in ciottoli an cora visibile ai margini del
tifi ca zion e, sosten endo, sulla scorta d el ritrova m ento pianoro sul quale sorge la chiesa romanica di Santa
di ulte riori e pig rafi romane (figg. 42-43), questa volta Maria-~'i .
autentiche, m esse in luce in te mpi diversi su ll 'altura e La ri cerca di sllpe rfi cie condo tta n el sito n e i primi
pi in basso, nel Pesio, conse rvate ancora oggi nella anni Ottanta, i cui risultati son o stati s intetizzati in
chiesa j 2 , ch e solo l'attuale frazion e Breolungi cii M o n- un articolo cii Vera Chiarlone 36 , rive l L1na situazione
dov , pote va rive ndica re a pieno tito lo questo fuolo. aft~ttto diversa: a lla g rande quantit di ceralnica pro-
Tutti gli studi che abbiamo rapidame nte passato in tostori ca s i contrappose il recupero di soli quattro
rassegna partono clal presu pposto della nascita di un fralnlnenti datati al p eriod o tardo-rolnano 37 . La revi-
insedialnento a Bredulum (sia esso identificato con la s ione cii quegli stessi materiali effettuata da L. Va-
frazio ne di Breolungi o con Mondov\Breo) mo lto sch e tti per questo volume, tenuto conto del progres-
prima de lla costituzio ne del comitato tra X e XI seco- so delle conoscenze nell 'ambito cle lla c ultura mate-
lo; se non di origine romana , esso doveva essersi for- riale cii qu esti secoli, conse nte ulte rio ri e de finitive
mato in et tardoantica , ne lle forme di un caste llo ar- considerazioni sull 'asse n za di una fa se insediativa
roccato sul Pesio (Breolungi) o sull 'Ell ero (Mondov tard o-antica, a pi riprese ribadita a nch e da chi scri-
\ Breo). Fo rti analog ie vengono riscontrate, ino ltre, ve 3fl e che oggi, come vedremo, trova confe rma ne i
con la s ituazione verificatasi ad Alba in et longobar- ri sultati degli accertamenti archeologici ne l fratte m-
da, con il trasferimento del centro amministrativo a po rea lizzati.
56 ARCHEOLOGIA E ST O RIA

Figg. 42-43 Mondov, rra z. Breolungi. Epigra fi romane reimpicgate nella


chiesa d i Sanla Maria.

42 43

Le nu.ove indagini d e lla chiesa una recin zio ne racc hiude il piccolo ca m-
po s po rti vo re alizzato negli anni Settanta .
"Dove no i diciamo Breolo ngo, ne lle ca rte antiche Il fo togramma fissato dall 'e rudizione di fine Sette-
si legge: in cas/ello Bredu./i ... Il che no n prova, che cento ITIanteneva in gra n palte intatta la fisiono mia
dove e ra il castello, l fosse Bredolo. Ino ltre ne ll'istes- lnedieva le d ell 'altura, cos CQlne era v iviclamente
so posto de l castello non poteva darsi Eredulo, per- esplicitata ne lla docume nta zio ne scritta, che alla met
ch la strettezza del s ito no n pe rmette va tanto. Egli d e ll 'X! secolo diversificava la re alt insediativa, distin-
poco, e ristretto da due la rg hi, e profo ndi fossati, da gue ndo tra pieve, corte e castello<iO; un atto cii soli
alta ri va a ponente verso il fiUlne, a m ezzod da pro- due anni succ essivo, associava invece molto precisa-
fo ndo fosso, e sulle a lte rive un muro circondava il me nte il cas/rum a lla plebs, escl udendo solo quest'ul-
stretto piano, dentro il quale e r'd.no alcune case di si- tima dalla do nazione de l vescovo di Asti a l mo nastero
g no rili famiglie, la Parrocchia, e l'abitazione de l Par- di Sa nt'Anastasio. Senza e ntrare nel me rito di tutte le
roco, il che fo rma va il caste llo, la cui situa zio ne fa fe- successive attesta zioni scritte , esauriente mente analiz-
de sicura , che col non po teva abitare il popolo di zate da Vera Chiarlone, al cui contributo si rim anda4 1,
nume rosa popolazion e, e la stessa etimologia de l no- appare evidente come l'ambigu it docu m entari a in ve-
me, che Breo era longi , cio non nel castello, ma al- sta sempre il rapporto pieve-caste llo e ma i la villa,
trove"3. (fig. 45) . Poco rima ne da aggiungere a q uesta sempre distinta dagli altri nucl e i cii insed iamento .
puntuale descrizione de l Nallino s ulla topografia de l Se dalla fonte scritta passiamo ai ri scontri sul terre-
sito di Bre du lo, ne l quale egli ide ntificava solo il ca- no, gli e lementi caratteri zzanti l'alnlra di Breolungi so-
stello e non il centro abitato che, come abbiamo vi- no in effetti la chiesa e la cinta muraria; quest'ultima
sto , collocava a Mondov. Oggi solo la chiesa mantie- chia ra me nte pe rcepibile solo a ridosso de lla strada di
ne i ca ratteri originari, malgrado le diverse ripl asma- accesso alla frazion e, ma alcuni altri tratti , ai margini
zioni , mentre la canonica stata ricostruita, cos come del piano ro, sono ipotizzabili con buona attendibilit
le case poste a ridosso de lla strada di accesso; un am- (fi g. 48). No tizie oggi no n pier verificabili narra no del
pio setto re del pianoro, a sette ntrione, occupato dal ri trova mento di strutture ri conducibili a q uest'ultima ,
ci mitero , costituitosi in epoca napoleonica , e ad ovest insieme ad una torre ne l suo immediato interno, du-
SANTA MARIA DI IlHEDULO, l'HIME RICERCHE ARCHEOLOGI CHE )7

Fig. 44 Mondov, veduta a volo d'uccello. /m;;siolle al/onima SI I disew/O


(1662) di Prancesco Toscano (particola re, da l Thea/mm Salxmdiae).
\8 AHCHEOLOGIA E STORIA

Fig. 45 Mondov , fraz. Breolungi . La pieve di Santa Maria vist;l da eSI,


prima dei recenti restauri del settore absidale .

fante i lavori di costru zione del cim itero nei primi anni costruzione de ll a sacrestia alla fine del Settecento.
del XIX secolo . La porzione di muratura superstite, in- L'interno si presenta voltato, tlla in origine aveva sicu-
te ramente reali zzata in ciottoli di fiume legati da malta ram ente una copertura a capriate, descritte nella Visi-
chiara, con una sommaria disposizio ne di alcu ni fil ari ta Pastorale di Mons. Scarampi ciel 1583: Ecclesia San -
a spina d i pesce, non offre e le me nti intrinseci di data- ctae Mariae quae dicitur a Breolongo suh ti/ulo As-
zione, dal momento che utili zza il materi ale costruttivo sumptionis, constat trihus navihus suh tegulis 50 .
immediatamente disponibile, prelevandolo dal 50ttO- Davanti alla facciata, su lla parte bassa clelia quale
stante alveo fluvial e. Confro nti possono proporsi co n si conservano pregevoli affreschi clatati al XV secolo,
il primo recinto de l castel lo di Manzano presso Chera- recenteme nte restaura ti' l clopo l'asportazione clelle
sco, di analoga tecnica costruttiva, datato tra la fine e pigrafi romane, ricollocate all 'inte rn o cle li a ch iesa, si
de l X secolo e d i primi anni ciel successivo" , analoga- dispone un portico voltato, sorretto cla p ilastri late rizi
mente a quello clella curtis cI'Orba, clefinitivamente (fig. 47); al di sopra ci i quest'ultimo, la muratura ar-
iclentificata nel sito clella cascina La Torre cii Frugarolo, ticolata da arch etti rampanti, come anch e il tratto di
in provincia cii Alessanclria", o, a ncora, a quello del deristorio settentri onale .
Bric S. Vito a Pecetto eTo) , attribuito al castrum di Se l'edific io attende ancora uno studio complessi-
"Montisferrati "44, per rimanere ai casi la cui cronologia vo, che vada oltre la citazione o la breve scheda edita
stata verificata su base archeologica, ma molti altri ne i repertori sull'architettura o la pittura romanica
potrebbero essere opportunamente rich iamati" . clelia provincia d i Cuneo", essa stata ripetutamente
La chiesa, attuale parrocchiale di Maria Ve rgine As- segn alata come rife rimento datante per la particolarit
sunta 46 , stata da lungo tempo identificata, grazie agli delle nicchi e a fornice de ll'abside'l (fig. 49), che tro-
stucli cii Morozzo cleli a Rocca" con la plehs hredulensi vano uno stretto confronto con quelle del San Gio-
cie l cliploma de lla met de ll 'XI secolo, ripetutamente va nni al campo ci i Piobesi, presso Torino" (fig. 50).
citato 48 ; l'edificio, riplasmato a pi ri p rese, conserva L'unico intervento arc heologico all 'inte rno della
intatti alcun i elementi m edievali: le monofore sul lato chiesa stato fin alizzato, in p revisione dell 'allestim en-
sette ntrio nale e, soprattutto, l'abside maggiore, scandi- to cie l lapicla rio, al risana mento ciel piccolo vano che,
ta in alto da nicchiette a fornice disposte in gruppi di a ll a met cie li 'Ottoce nto, aveva occupato, dopo la co-
quattro, mediante l'inte rmediaz io ne cii lesene (fig. 46). stru zione di un divisorio, la parte terminal e della na-
L'impianto, a tre navate se parate da pilastri ottago- vata clestra , conclusa cla un'abside curvilinea. Questo
na 1i 49 , concluso a est da absidi semicircolari : si con- settore assunse itnpropriamente la fun zione di corri -
servano solo quella maggiore e q uella m erid ionale, doio, con due scale, l'una di discesa ad un interrato
mentre l'altra ha subito un totale rifacitnento con la clisposto acl occupare lo spazio sottosta nte il presbite-
SANTA MARIA DI IlHED ULO, PHIME RlCERCHE ARCHEOLOG IC HE

Fig. 46 Mond ovl, fra z. I3reolllo).:i. Chiesa d i S~! nla Maria. Pianta.

Fig. 47 Mondov , rr.1Z. Brcullingi. Chies:! di Santa Ma ria . La f:J.cc iata con il
a nl ist:lnle.
]l()[liC<l

Fig. 48 Mondov, rr:tZ. I3reolu n gi. 'Jbllo d dl:t cinta mur:t ria del c{/slmm
(da CHIAHI.o;-.'f. 198').

rioSS, l'altra cii sa lita verso la casa canonica a sud-est.


Un a po rla , ri cava ta in ro ttura nel muro curvilin eo cla -
va infine accesso ad un angusto g iardino, ra cchiu so
eia una ci nta, ora demolita; quest 'u ltimo inte rvento
consente di apprezzare per intero da ll 'este rn o il setto-
o o o
re absida le de ll a chiesa.
L'esige nza cii un ri sanamento pavimentale, o nde
ovviare a problem i di ri salita di umidit lungo le pa re- o O O
ti , in c ui si intravedono importanti lacerti cii decora-
z ione pittorica occu ltati cla ripetute scialbature, ha de-
te rmin ato un 'indagine esaustiva d ell 'ambiente, di cu i
si ria ssumo no i dati pi significativi 'i6: l'asportazione
dell 'ammattonato m oderno, datato al 1928 circa, allet-
tato su di un sottile strato di malta poggiante su un li- m
,
L '_ _
>O
~_ _- ' ,

vello cii maceri e, ha 111esso in luce una pav im e nta zio-


ne in malta SLI vespa io di ciottoli , conservatasi su tutta
46
l 'area 57 , a sua volta sovrapposto, con l 'intermecl iazio-
ne di uno strato di distruzione ricco di framment i di
into naco decorato, forse relativi alle antich e volte d e-
molite, ai lacerti cii un pi antico suolo in ma lta bian-
castra allettato su ciottoli , con una variazion e cii quo-
ta, a conferma dell'esistenza cii un g radino al limite
d e ll 'emi ciclo absidale ( fig. 51) . Un altare quadran gola-
re , sta cca to clalla parete, secondo una b en nota tipo-
logia ch e ne conferma l 'antichit , era conservalo per
un filare d e ll 'eleva to, in blocchi di pi etra lega ti da
malta; il suolo sopr.a descritto v i si addossava. I lim ita-
ti acce rtame nti conclo tti intorno all 'altare, d ove il ve-
spaio in c io ttoli presentava alcune disom ogeneit, fo r-
se attribuibili a sepolture, hanno dato esito nega ti vo.
La prosecu zione del lo scavo in p rofondit nel set-
to re occiden tale ha confermato l 'esistenza cii una stra-
tifi cazio ne composta da una sequenza di livelli di
ri empimento, n ei quali si inserisce la fossa te rragna
p er una sepoltura infantil e S8 , orientata nord-sud, posta
a notevole profondit rispetto al piano pavimenta le 47
rOlnani co, 111a alla stessa quota del cimitero esterno
alla chiesa. Uno strato compatto, con una lente cii
conco tto nel quale si sono rinvenuti alcuni frammenti
di tego le con ri svolto, insieme a due re perti diag nosti-
ci, il primo attribuibile all e produzioni di te rra sig ill ata
tarda regionale prodotte a partire dalla seconda m et
d el IV seco lo ed in uso per tutto il V , il seco ndo ad
un contenitore in p ietra oliare databile tra il V ed il V I
secolo 59 , interpretabile com e piano d i frequentazio-
ne altomedievale, rimasto pressoch inalterato e vero-
similmente d es tin ato ad uso agricolo, sino all'edifica-
zione del muro perimetrale clelia ch iesa e d e lla sua
abside meridionale. Questi sono all 'apparen za unitari ,
anch e se la necessit di manten ere in silu l'altare ed il
piano pavimentale ci rcostante n o n ha consentito cii
esaminare per intero la struttura semicircolare .
Non definitiva rimane comunqu e l 'attribuzione
dell 'uni ca sepoltura alla fase m edievale, in considera-
zio ne d ella profondit e soprattutto d ell 'ori entamento 48
60 ARCHEOLOGIA E STORIA

Fig. 49 Mondov , fraz . Breolungi. Chiesa di Sanla Maria. Particolare delle


nicchie a fornice nella Inlll.dtura absidale.

Fig. 50 Piobesi (Torino). Chiesa di San Giovanni al campo. Le nicchie a


fornice .

Fig. 51 Mondov, fraz. 13reolu ngi. Chiesa d i Sanl<J Maria. Rilievo


de ll'abside merid ionale con l'inclicazione de ll e eme rge nze ,u cheo logiche.

clelia fossa, ma non da trascurare, in favore di que-


sta cronologia pi tarda, sia la posizione antistante
l'altare, sia l'omogene it di quota con il cimitero ester-
no, sia infine la centralit rispetto ai muri pe rime trali
della navatella. Questi ultimi sono realizzati in ciotto li ,
come pure la fondazione de ll 'altare ; la tecnica ed ilizia
quella ampiamente diffusa negli ed ifici romanici
dell'area presa in esao1e, COlne avviene, per citare un
esempio molto prossimo a Breolungi, nella chiesa del
priorato di San Biagio di Morozzo, oggetto di un este-
so accertamento archeologico' (figg. 52-53).
La stratificazio ne pi profonda, inte rsecata da nu-
me rose buche di palo, alcune delle quali verosimil-
me nte da riferire alla frequ e ntazione alto medievale
del s ito, attribuibile a l periodo protostorico.
49 L'inte rvento ne ll 'abside della chi esa di Santa Maria
s i aggiunge ad una serie di modesti acceltamenti con-
dotti in pi riprese n egli anni preced e nt i a ridosso
della chiesa, pre liminarme nte alla posa di servizi per
la canon ica e per la vicina abitazi o ne privata.
l o scavo di una trincea per un collettore fognario,
svoltosi in due fasi tra il 1994 ed il 1995 nei terreni a
sud della chiesa (saggio 3)", ha e videnziato ne l pri-
mo tratto gli estrelni le lnb i 111e riclionali ciel cimitero
ta rdo e post-lned ie vale, con tre sep o lture in pie n a ter-
ra 62 . La ripresa del lavo ro ha permesso il recupero d i
altre nove tombe, o rie ntate est-ovest (cranio ad
ovest); si tra tta di inu111azio ni in piena terra, con fossa
in genere poco profo nda, il cui profilo scarsamente
definibile a causa della sovrapposizione delle deposi-
zio ni. Il rie mpimento senlpre ug uale, di colo re scu-
ro perch ricco cii resti o rganici e con lnateriale cera-
mico residual e eli epoca protostorica. Non si pur-
50
troppo individuato il piano di campagna del cimitero
e la sca rsa profondit de lle fosse induce a rite ne re
51 che il te rre no sia stato ribassato in epoca moderna ,
come confe rme rebbe l'a lto numero di reperti osteolo-
gic i ne i d epositi supe rficia li.
Due sondaggi pill ampi e ran o stati rea li zzati tra il
1990 ecl il 1991: il primo all'interno ciel giardino de lla
cano nica, pe r consentire la posa di una ciste rna per il
riscaldamento (saggio 1), il seconclo pe r l'apertura di
una scala di sicurezza ve rso il selninte rrato de llo stes-
so edificio (saggio 2)63. Nel saggio l, a l cii sotto cii
una stratificazione rilnan eggiata in occasione cie l rifa-
cime nto dell'abitazione alla fine degli a nni Cinquanta,
cOlnprendente anche live lli cii macerie rife ribili alla
recinzio ne ottocentesca, cle lno lita contestualme nte al
vecchio fabbricato, sono eme rse le prime sepolture;
solo 23 inUll1azioni si sono conservate in connessione
anatomica, anche se spesso danneggiate da tombe
successive. Il lo ro o rie ntalnento prevalenteme nte
est-ovest, con cranio a ovest, fatta eccezio ne per le
"
m L
' _~ _ _ tombe 1-3 e 9, con cranio a nord. Si tratta cii sepoltu-
re in piena terra, prive di deliInitazioni; solo ne l caso
SANTA MARIA D I BREDULO , PHlM E HlCERCH E ARCH EOLOG ICH E 61

Fig . 52 Priorato di S,Hl Biagio d i Morozzo. 1.<1 chiesa t'd il c1 mlJ<H1 il e. fig . 53 Primato di San Biagio di Morozzo. Lo scavo : in p r imo piano le
slru tture del campanile absidato.

della t. 7 e de lla t. 15 a lcune lastre di pietra contorna- delle braccia sul petto, che indirizza no gen e ricamente
no la fossa , me ntre la prima conse rva anche le tracce ve rso il peri odo tardo-n1e dievale: in un recente stud io
di una tavola lig nea . Gli arti infe rio ri sono sen1pre tipo logico condotto su estesi can1pi o ni di ci mite ri p ie -
ravvicinati ed i pie di accostati , a d ocume ntazio ne mo ntes i, s i infa tti acce rtato che ta le disp osizio ne de-
de ll 'esiste nza del sudario; le braccia sono ne lla 111ag- gli alt i s upe rio ri caratterizza in prevale nza le fas i da ta-
g ior pa rte dei casi ripiegate sul petto e solamente l'i- bili al XIII-XIV secolo", senza p o te rsi per escludere
numato de lla t. 23 ha g li a rti su pe rio ri distesi lungo i una cro no logia un p oco p i alta, come s i ve rifi ca pe r
fianchi. Nume rosissitni fralnlnenti ossei, ins ie me a la consuetudine di avvolgere stre ttame nte il corpo ne l
crani e fe lTIo ri no n pi in connessio ne a nato lnica atte- le nzuo lo fun ebr 6 .
stano la dens it e la continuit de ll'area cimiteria le, Se dalla doc umentazio ne d'a rchivio s i evince che la
con riduzio ni d i to mbe pi antiche; questo fatto fo ndazio ne d i Mo ndov sull o scorcio del xn secolo'"
comprovato d a lla de posizio ne, al eli sopra di alcuni aveva determinato una massiccia elni grazio ne da l vec-
sche le tri , di gran parte de lle ossa di sep o lture prece- chio centro abitato, con la costitu zio ne di un nuovo
de nti. La fitta successio ne d elle inumazio ni n o n ha cilnitero presso la nuova chiesa di Santa Maria intu..'.
consentito di disting ue re i tagli ne l te rreno e di conse- civitate, presso il po nte della Nova, la villa di Bredulo
g uen za il profilo de lle fosse, ad eccezio ne di que lle ancora attestata negli anni quaranta de l XIIT secolo(>H.
pi pro fo nde, poste a diretto contatto con il terreno Un piccolo nucleo cii p o po lazio ne continu quind i ad
naturale : ne lle tt. 8, Il , 13, 14, 16 e 19 queste erano utilizzare sino a q uesto m Olne nto l'antica area ci mite-
ovoidali, stre tte ed allungate. riale a ridosso eli quella ch e ne l 1414 ve rr de finita:
Non si sono rinve nu ti compl e me nti di vestia rio e "ecclesia extra civitatem" e ne l 1433 "Sanctae Ma riae
la ceram ica recupe rata, qu as i escl usivame nte di epoca de Bredu.lo campestn~'(,'); il Regislmm ecclesiarum dioe-
pre ro mana , ins ie lne a laterizi, no n fornisce ind icazio- cesis aslensis l'aveva d 'altro nde g i me nzio nata come
ni util1 p er la datazio n,j . Elementi diagn ostici posso- oratorium de Bredulo 70 nel 1345 e come semplice
no essere considerati sia il s udario , sia la posizio ne cappe llania viene descritta nel 1583 ne lla visita pasto-
62 ARCHEOLOGIA E STORIA

Fig. 54 M ondov , rra z. Breolungi. Chies.l di Sama Maria, Vedut:I del sella-
re orient ... lc dopo i recenti restau ri e la demolizione del muro di cinta .

ral e de l vescovo Gerolamo Sca rampi" (fig . 54). s petto a ll 'ed ificio di culto d i et romanica e l'anteriorit
l'ur in asse nza qu indi del le cons uete tipo logie del- al cimitero, nessun elemento cronologico proviene dal-
te tombe di et ro manica, ad esempio qu elle a cassa Ia str~lto nel quale la struttura muraria si fo nda, che ha
con alveolo cefa lico, pare indubbio, su base docu- restituito esclusivam ente ceram ica protosto ri ca.
mentaria , che la fa se cii pi tl inte nso utili zzo del cim i- Non risulta, pUltroppo, essere stata rea li zzata docu-
te ro circostante la chiesa risa lga all 'a rco crono logico mentazione grafi ca di un altro tratto di mura tu ra messo
compreso tra il XI I ed il XIII secolo, anche se la t. 7, in lu ce negli anni Settanta nel l'a rea antistante la chiesa;
per la patticolare conforn1azione della cassa in tecni- ne lla relazione conservata ne ll 'archi vio dell a Soprinten-
ca mista (coffi-e-mixte in pietra e legno), potrebbe an- denza viene descritta una stru ttu ra d i spessore notevo-
che essere ricondotta all 'alto medioevon le, costruita in ciottoli legati da malta, con sporad ica di-
Una sequenza stratigrafica a naloga caratte rizza il se- sposizione dei filari a spina di pesce, situata in prossi-
condo sondaggio, dove s i sono messe in luce solo cin- mit del margine del pianoro, con o rientamento no rd-
que sepolture non disturbate, in pie na terra e tutte sud. Le caratteristiche dei resti parrebbe ro assimilarla
ori entate est-ovest, verositnilmente con deposizione in a lla cinta de l caslrUln, a giudicare dalla po rzio ne di
sudario. Alcune delle fosse avevano tagliato una strut- q uest'ultima ancora visibile all'imbocco de lla strada di
turd muraria in pietre e ciottoli , legati con malta grigia, accesso, pii) che alla struttum pre-romanica illustrata
il cui andamento no rdovest-sudest diverge da quello poco sopra . Non da trascumre, infatti, che la stessa
della chiesa roma nica (fig. 55); ne stato docume ntato docume ntazione scritta attesta la presenza di alcune a-
solo un breve tratto, sino a lla lacu na causata da lla co- b itazioni all 'inte m o del recinto, come la casa di un cer-
struzion e delb ca nonica ottocentesca, che aveva scon- to Giacomo alla, me nzio nata ne l 1190" .
volto in pro fondit il terreno. Un lacelto d i pavimenta- A questi indizi, pur labili , dell 'esiste nza di cellule edi-
zione in cocciopesto, privo d i vespa io e appoggiato d i- lizie in aggiunta ed in prossimit della chiesa, con qual-
rettamente su di uno strato brun o contenente abbon- che resto pi antico, fa da contmppunto la scarsit di re-
danti framme nti d i cera mica protostori ca, compariva perti attri bui bil i all'et medieva le , in particolare nello sca-
solo nella sezione me ridi onale dello scavo; si potuto vo in estensione realizzato nel corso degli anni Novanta
cOITIunque accelta re il suo rapporto con la Inuratura a ridosso del cimitero ottocentesco. Le nume rose buche
descritta . Sono questi ultimi gli unici indizi struttum li d i palo , di dimensioni e profondit diverse, sono in gra n
per ipotizzare un insedialnento sull'altura anterionne n- palte cronologican1ente indetenninabili , quando non ri-
te all'XI secolo; certo si tratta di testimonianze labili e condotte al periodo preromano" ; que lle attribuibili con
prive di dati intrinseci per una datazio ne assoluta. Se, sicu rezza all'et storica sono meno di dieci, piuttosto
infatti, sono significati vi l'o rientamento divergente ri- o mogenee nelle clitllensioni , con un d iametro di m O,50
SANT A MARIA D I BREDULO , PRIM E RICERCHE ARCHEO LO GICH E 63
Fig. 55 Mo ndov , fr:l l.. Br~o lun gi. Arca della Pi eve (saggio 2) . Stru ttura
ll1u raria p reroman icl,

circa , ma dista nti tra lo ro e non riconducibili q uindi ad


alcu no schema planimetrico. Ad esse si aggiungono altre
fosse, alcune cii c1inle nsioni decisanlente maggio ri, con
un rietnpimento che lnescola ceramica di impasto a scar-
si franlmenti laterizi, la cui analisi no n consente, vista
l'esig uit dei camp io ni, alcuna co nsiderazione crono logi-
ca. All'assenza d i materiali datanti , deve poi aggiungersi
la mancanza d i p iani d i calpestio che , anche in traeLia ,
ind ichino l'esistenza d i capanne. Gli scarsissimi fra m-
ll1enti cerami ci parrebbe ro attestare anche q ui una fre-
q ue ntazio ne sporadica del sito nel corso dell 'alto med io-
evo" , pe r scop i p revalentemente agricoli , a questa con-
clusione si giunge anche a seguito dello studio de lla fau-
na recuperata in tutti i riem p im enti e neg li strati ricond u- scana'"' A Breolungi tutti i dati di scavo ad oggi acq u isi-
cibili co n sicurezza all'et storica 7G ti convergono, in pieno accordo co n la documentazio-
Dai risu ltati di q uesta indagin e , che ha comunq ue ne scritta e pu r co n tutte le ince l1ezze d eri vate
inte ressato una supe rficie piuttosto ampia de lla SOIUln i- dall'assenza di "fo ssili guida" per la dataz io ne assoluta
t clell'alnlra, eme rge q ui nd i con una certa chiarezza, di fasi insed iative comprese tra l'Vl Il ed il X secolo , alla
o ltre a lla definitiva negazio ne de ll'esistenza di un ca- defin izione di un caste llo S0l10 a d ifesa de lla pieve, no n
Stnl,m [a rdo-romano , di cui si parlato poco sop ra, an- prima del X secolo, in un sito oggetto di s po radi ca fre-
che la pro b lematicit de ll 'ipotesi, no n tralasciata nepp u- q uentazione nei secol i p recedenti, p er attivit in p reva-
re da ch i scrive" , di una fase di abitato alto-medievale , le nza ag ricole. L'ab itato pro tetto dal caste llo e, forse, d i
sul modello di q uell i ben eviden ziati da indag ini in e - p iLI antica o rig ine , si svil u p pava in u n 'area prossim a
stensio ne in altre regio ni italiane , in palticolare in To- all'alll.u a e r im ane ancora da in d iv id uare.

NOT E

1 MG J-I , Diplo mata , III , d oc. 305, p . 381. co rrisponden Z:1 d i un angolo d el Serapeion: Z ANDA - PAN'I 1999, p. 255 .
l SERGI 1971, p p . 690-694; quest'a rea v ie ne I;;!Samin:l ll l da llo studioso nel l6 MOI{QZzo DElLA ROCCA, I , p . 8 1, che aveva ripreso la d efi n izio ne d a
p iLI am pio con testo della marca ard uinic:1 d i Torino. AI p roposito si veda G i u lio d i San Q u in ti no .
anche CoMilA 1983. in panico!;l re all e pp . 43- /'-1; 1998. a M ICl lF:LQTll 1920 .
~ MG H, Dfploma la , V , d m:. 70 , pp. 9055 . bi G ifl D UItANOI I 77-1 , p , 169 , non avt: va d ubbi SU ll :1 s ua po sizione : "cssa
.jBORDO NE 1992 , p. 12 2. cad e a Breolongo, o 13r<::o lon , al nordovcst di Mo ndovl sulla gra nde stra-
5 SCHIAI'AH ELlJ 19 10, d o c . 13, pp. 38-43 ; d o c . S. pp. BO-tU. d a, che v ic n d a FOSS;Hl O~.
(, SERGI 1971, pp. 693-691 . Non si p ronuncia invece su lla pa rte relat iva al ?-J A q uel tem po c m gi no ta anche una seconda epigra fe, au temica, rci m -
comilato di Brcdulo CASTO 1976, pp. 1655., mentre aecrUa come b uo na la p i~gata ne i g rAdi ni d i ingresso alla chiesa d i Sa nta Maria d i I3reo lungi
pa rte relativa a Ped o na . ( O IJN,\NDI 1769 , p, 80; N,\I.lJNO 179 1, p. 305; Cii.., v , 7722; / ./ ., IX, I, p. )8,
7 SCH IAl'AHEUJ 19 08, p. 193 . n. (4),
Il BORDONE '\ 97 1, pp . 357-444; 1980; 1992 , p . 121. JO "Conv engo no lutti , che a Breolongo fosse Bred olo , Cl l.hco, ed io di co
'J D i q uest'idea GUGLlEI.\10 m 1990; m o lto p il l calila b IXlsizio ne di sempre esser stato a pi del Montc .. T ra il fiume Fll ero cd il m o nte ad un-
COMBA 1998, p, M. q ue d ico esser stato il ca po della Colonia Brc d olcse, cio Breo" (NAI.I.JNO
lO G UG I.IElMQTI1 1990. 179 1, pp. 302-303)
Il La bi b liogra f .. !,iul le ma ri assunt.. in M ICHr.UT I"Q 1998; 2000; MUKIALDO 3 1 SERRA 195 I , p . 23 1.
2000, j l So l o due emn o rci m picg:llc nel la c hi esa: dell a p ri m a si parla to

12 SCHMIE[)T 1974 . p oco sopra ( cfr. no ta 29) . Essa v e nn e mu r ata a lb met d e ll 'SOO
13 LA ROCCA 1992; 1994. d ,I II ',lll ora p arroco , do n CarI od , n el pO!"l i t:o ant istanl e la fa cci ata ; co -
14 Pcr la biblio grafi a sul ICma, con parti colare ri fcrime nto ai l"i sco n tri ar- m e l e alt rI..! , SI:I!;t negl i u ll imi ;lnl1i c() l l oc at ~1 all'int e rn o, i n co ncomi -
cheo lo gici, cfr. M ICI-IELET ro 1998; 2000; M URl Al.DO 2000 . tanza con i n te r ve nt i di rest au ro d egli affr esc h i m ess i i n l uce su q uc-
1~ AN ONIMO HAVENN AT E, Cosmograph ia. sW pa rel c . La secon da , co n l' iscrizi o ne che r ammen ta C. Pelrol lf u s
16 G ABOTr o 19 11 , p p . 620-631; RII3EIU 1929, p p . 3t:n 55. Plt lll dia n ;u s ( CII.., V, 7723; 1.1" IX, I , n . 6 5; SAnORt 1965, p. 127, n,
17 SERltA 1957; SJ.;ITtA 199 5. 65i i n ult i m o M I:RCANDO PACI 199R, p p . 11 1- 11 2), cost i t ui va pa rt e
IH Il reno m eno stato p untua lm en te rimarcato pe r TridelLl u l1/. ( Tre n to ), d e l basa m e nto ci el pul p it o; venm: an ch 'ess<l colloca l a ne l p o rtic o d ;ll
accan to al q uale l 'Anonim o Havcn nate cita Trin cto n a ( Doss Trenlo?): S ET- me d esimo p arroco !1 l! ll'an no 1864. A l ui si deve an ch e il rl'c upe r o ,
TlA 1995. ne l 186 3, p r ojJe ared ll ll1 m , in Flll vio Pes io d ell'ara d ed i cat a all a V i tto -
l') FILl I'I'1 1997. ri a (CN , V, 7721 ; 1./., IX, 1, n. 63, p. 37). Il framm e n to epigrafi co d i
./IlCASS., var" I, 17. u n Valeli/ls Sevenls e ra stalo ri n vt: n uto nel 1792 " l ungo l a ri va d cI
li Pcr Aug usla l1ag iemw n.tm: ASSANDRIA - VACCH ElTA 1901, p . 415; per castc\ lo", come ram m t: n l:t i l Fe rru :I, che ri p rcnd e l'affe rm az i o ne d el
Pollemia: f ll.II'1'1 1999, con l a biblio grafa p reced en te. N.II 1in o ( ClL, V , 772-1 ; / ./ ., IX, I , n . 66, p . 39). Un 'altra e p i grafc , ritro -
~l Pcr l a bibliogra fi a sui vecch i sca vi nella ciu !"Om<lna si rim anda a F1u l'- Vill a nel 194 1 nel ri faci me nt o de ll a strad a p er Fossa no , a 300 m ctri
l'I - M ICHEU;;-n"O 1987, p . 21 c M ICJ! ELElTO in slalllpa. cirC.l d all a ch ie sa, ve nn e u tili zz:lla ne l l 'anno su cces.s iv o co m e base
13 ASSANDHlA - VACCIIETIA 1R98, p. 30 .~ . pe r i l foc o l are d a alcuni so l d ati , rov inandola (1.1. , IX, I , n . 67 , p. 39).
l~ CAR DUCCI 1950, p . 21 1. Qu esto d ato, ripo r tato da l Ferrua, in co n traddi zio ne co n q u an to af-
1~ Come si 1'0 1u ta verifk .. rt: rece nTemen te ad I nd ustri a (Mon teu d a l'o ), fe rm ato da B . Mon d i no (M ONDINO 1976, p . un, che n lln m e n ta d u e
con il ri trova men to d i una tomba t:on corredo della fine del VI l secolo in la p id i, " tro v ate nel .seco l o sco rso ... distru u e durante la seco nda gu e r-
ARC H EOLOG IA E STOIHA

ra mond iale pe rch alcuni militari di passaggio le staccarono per adi - pube sin ist ro); il femore sinistro ed un osso mcr:narsale. In base alla lun-
b irl e a focolari", Un u lt t:::riore, imporlamt::: frammento di stele con sct!- ghezza de lle diafisi delle ossa degli ani si pu ritenere che lo scheletro sia
na d'aratura, non ha dali su l luogo t! l'anno del ri trovamento ( vero- ..rppartenuto ad un neonat.o (STEWA ltT 1979) di sesso naturalmente non de-
similmente da ricondurre ;ti lavor i de i pr im i anni Scllanla per la rea- tenninabilc. Oall'esame di tulli i resti sche letrici non si rilevano tracce di
lizzazione del picco lo campo sportivo ant istante la chiesa) ( MER - pa to logie, sl.tti carenziali o lrJ. umi che possano aver dCl(..:nninato la morce
CANDO - PACI 1998, n. 49, p. 11 2). I n ultimo, un 'ara anep igra fe slata del nt:onato.
recupera ta dalla ,scriven te nel dirupo verso 11 Pesio n ell'anno '1988. lunghezz a delle ossa degli arli (in. milftmetrO
'.' BARELU 1954. omero d. 66,2 omero s. 66,1
I. FOl\1ENnN I 1941. Ancorn recentemente si 3ffcnnato che i com itati di radi o d. 52,5 radio s. 52,6
Bredulo e di Amiate "derivavano da distretti castrensi tardo-imperia li , che ulna d. 60,3 ulna s. 60,2
:1Vcvano sostituito le scomparse civtlafes di rorum Genna, Pol/entia, Pedo femore s. 74
e AI/R//sla Bagiennontm": PAVONI 1969-70 (1995), p. 11 1, nOia 3. La sched a amropologica di Elena Bedini , che ringrazio.
" COCCOLlJro 1978. w Cfr. VASClltrlTl, I repet1i medievali e poslmedielxlli, ilifra.
Il, CHIARWNE 1985 ; per u na notizia preliminare su lle ricerche d i superficie: (O> Le vicende del priOl<lto d i San Biagio di Moro7./..0, 0 1', 1 fr,lzione di Mondov,

NEGRO PONZI MANCINI 1984. sono state ben ddine-.lle gr.l7ie all'imelVento conOOto dana Soprintenden7..t. Ar-
., A maleriali roman i fa ri ferimento u n resoconto di sop ra ll uogo condono cheologiCl nelb ch.iesa costruita presso la connut..->t1:r..l dei torn:nt.i Breb bio e Pe-
nel 1976 d a G. Molli l30ffa ( A rc hivio Soprinlendenza Archeologica del Pie- sio; si sono riprese le ma di lavori realizzat.i senZ::1 conlrollo ard"K.."'Ologico nd
mOnle), pan.icollinnente importa nle perch costituisce l'unico ricordo d el- 197.1, chiarendo la presen:r..,l di um chiesa ron-onk"41 a lre navale SGUldite da pila-
lo scavo condoUo nell'a rea antistante la chiesa per la rea lizz'lzionc d i u n stri 1'L1tangoiari, la rui facciata stata rinvenuta in corrisponden7.a dell'alluale
piccolo cam po d i calcio: sarebbero sl ali recu pera ti e trasferiti presso il co- passo Cln<:lio. Affiancato alle absidi, sul IalO settentrionale, si trova il c llnp;mile,
mune d i Bastia Mondov:" frammenti di ceramica ad impasto di tipo p re- anch'esso dotato di tennina7jone curvilinC"".l, secondo il noto mock:!Uo tr.L-;llleSSO
romano .. e materiali lavomli al tornio, sia con tracce di vernice nera, sia alle chiese dipendenti dal monastero di Frurtuaria. L'(.>sistenza di una sorta di pla-
ceram ica comune, e inoltre due frammenti di vasi a pareti soui li e uno di tea di fonda7ione, omogenea per la chics..'l c per il cunpanile, ne ha fatto ilxxiz-
sigillata a rilievo". 7~lrc la comempor.meit d i impianto (GAUl'.SIO 1991 , pp. &5-67). Se la prima ~lIte
'>H MICHEl.ETro 1992, p. 16; 1998. st;l zinne pI'L'Lisa dd priOrdto si ritrova solo nel 11 73 CGIX;UEIMOTI1 1m, p. 43;
"~I NAl.l.lNO 1791, pp. 302-303. CARANll 19CXJ, doc. 1), la tradi7jone sLOriografica concorde nel1'identiAcl7ione
,'I Come si ev ince dal dipl oma dd 1041, dta LO alla nota 3. dcll'cdilcio am una delle cappelle anonime cJenclte nel gi Lit:.llo diploma di
I I Cl Il ARLONE 1985. r:mico Il dci 1014; la sua fondazi one viene altribuita ad Eremberto di Morozzo
,! MICHE!.FITO 1992, p . 17; 1998, pp. 72-73. ( ncl l'e\t:nco del 1014 sono concessi a Frulluaria i beni del comitato di Brt..oclulo,
" BOUGAlm 1991. pelVenuti cb ll 'cl"edit.;) di 1-leribel1ifilii Gezoni deSlo/crano).
" PANr 1994. 'd Cfr. CIA ll~;Tn et al., L'indagine arcbeologica, t"1ir,.a..

, ~ Ad esempio, in un sito molto prossimo a Breolungi, la cint:1 d el Gl stel10 ,,~ l.'t:pisodicit d egli interventi d i scavo a riclosso della chiesa , costante-
di Morozzo, per la quale cfr. COCCOLlJl"O .1978. mente impost i dall'emergen7.<1, ha per il mornenl O impedito d i progmm-
, h La parrocchia fu ricostituita nel 1843 dal vescovo Chibrdi: MONDINO mare lo sludio antropologico delle inu mazioni ( fa \w eccezione per la l o m-
1976, pp. 51-52. ba inf;lOlile :l ll im emo denabsidiola m erid iona le, per la quale cfr. nota
,- MOllozzo D EI.LA RCX;CA, l , 186 1. 58), privilegiando quello del ca mpione faunistico, per il quale cfr. BEDlNI,
,II Cfr. nota 3. Analisi archeozoologiche, i/l/ra.
, 'l Per la nOSlr.l chiesa, com e si verifca anche nel caso dell 'abbnia le d i lo.'Cfr. G IARITrt et al., L indagine archeologica, irifra.
Sanla Maria d i Cavour, databile nello stesso arco cronologico, no n v i sono (.; Cfr. VASCHETI1, I repetU di etil medievale e poslmedievale, iufra.
elementi p roban ti per riferi fC questa particolare confonnazione dei p ilastri M C I\OSl-~rrO 1998, p. 228.
alla fa se o riginaria, com e stato ipotizzato ad es. per q uelli del San Pi(.!lro ,~, Cfr. ad es. il caso dell'area cim iterhlle , datala 1m il XII ed il XIV secolo ,
d i Acqui (su lla base delle vecchie fotografie sui restauri) da Toseo 1997, circostante la chieS:J. d i San Pietro di C;lv:tll~rmaggiore: MICH I~J.E1TO 1984;
p. 49 o per il San Michele di T ri no, con una datazione tra il X e l'XI seco- 191")0, in particolare pp. 286-287.
lo (N EGRO l'ONZI MANCINI 1989, fig. 6). cfr. al propos ito anche le conside- 1>7 Su lla fondazione di Mondov, si veda d;! ultimo GUGI.1 HMOTll 1995, cui
razioni sui pilastri del San Dalmazzo d i Pedona, in MICHEl.ElTO 1999, nolll si rimanda per la cospi cua bibliografia precedente.
66 e testo corrispon ck.:nte. '''' MOROZZO DELLA ROCCA, l , p. 357. Pcr l e altre :tttest:lzioni doculllt:!ntarie,
... ' Arch iv io Vescov il e di Mondov, Visita Aposlolica di MO l1s. Scarampi, "1 9 tutte comprese entro i primi anni del XIII secolo, si rimanda li CHIAHI.ONE
febbraio 15R3. 1985, in particola re pp. 330-331.
<; 1 GA I.AI\'1l~ GAIIIIONE 1999. r~, IlQl.FI, ms. in BlU (miscell. Sl.p., 821), p. "120; NALI.I NO 179 1, pp. 30 1-
'" Ad esempio: CAIIBONERI 1971, pp. 14 ss.; CRISEHI 1974, p. 21. 302. Cfr. anche le considerazi on i di CI!IARLONE 1985, p. 332. da rilevare
~' CAR IT 1994; Tosco 1997. che ne ll 'alto del 1433 compare per la prima vol w )'intitolazi one della chie-
' I La bibliografia sllll'edilcio, datato nella prima met dell'XI st:!colo, sa, anon im a invece in tutta la documentazio ne p i antica (cfr. GRASSI DI
riassunta in MtCIIEt.E1TO 1998, a cu i si rimanda ;lIlche per i nuovi elemcnli SANTA CRISTINA, l , pp . 103 ss.).
sullt:! fasi costnlttive, emerse nei recenti accertameOli archeologici . "'l, CONTEnNO 1988, p. 25.

~~ Questo vano SOlleITlIneO necessit.. di uno stud io pitl approfondilo; allo 71 Cfr. noia SO.

stato allua le esso pare ri ferirsi ad epoca post-medievale, pur senza esci ll- 71 Per la dirrusi0ne dci tipo in Piemo nle: CROSEITO 1998, p . 224; per un

den:: b possibili!":' d i considera rlo la riplasmazione di u n invaso pitl antico . confron to con u na tomba d el priorato d i S,m PiCl m d i Cava llennaggiore:
...., Cfr. CtARtrlT1 el al., l 'indagine arcbeologica, infra. MICI"IEI.ETlD 1990, p . 287.
~- Il pavimento si presenl:.l v.1 mollo usu raio, a confem la d i un prolungato '.' AST, l Sez., Pogliola , m. 4. Il d ocu mento, del 3 maggio 1190, rogato in
Ulilizzo, forse giunto si no alla m et del XIX secolo, al momento della co- loco Bmduli, in domo lacobi DUe in casleUo.
slruzione dell'auuale muro di sep ara zione dalla navata della ch iesa; le la- ~I Cfr. C IAnlrtTI
el al., l 'indagine arcbeo logica, itifm. Per una prima se-
cune erano st:\te colma l e con terriccio bru no sciolto, nel quale venne oc- g n:ltazio ne sulle indagi ni avviate nel sito cfr. VE/I.'TUIlINO GAMBARI el al.
cullato nell"ultimo venticinque nnio del XVII secolo un gruzzolo di m o ne- 1993; VEN"IlJRINO GAM\:JARI - THAVERSONE 1995.
le, come auesl:lIlo qU:'Ulro mezzi soldi di Carlo Emanuele Il (1648-1675). 7~ Cfr. VASCHi-:nl , I reperti di ell medievale e poslmedielJule, ;'ifra.
Sui reperti monClali cfr. BARELLO, Un ripostiglio monelale del XVII secolv, 76 Crr. BEDINI, Analisi archeozoologiche, ttifra.
in/m. n MI C HEI .l-~no 1998, pp. 71 -72; 2000 .
.... Lo scheletro si present;l incompleto nel cranio e negli al1i inferiori. Del- 7M Il miglior esempio quello di Poggibonsi, per cui cfr. Poggio Imperiale

le ossa cran iche si const:!rvano l'occipila le incompleto, .dcuni fr.:lmnH~ nli 1996. Qui le prime tracce cii frequenlazione dell'a llur:1 sono mppresentate
dei p;lrietali, una rocca petrosa, la met:' sinistm della mandibo la CI LIlt e le da un p iccolo edifici o tardo-romano; nel VI secolo l'insediamcnto si arti-
gemme dei denti deddu i sono perdute /XJsl m.orlem) . Tra le OS.<;;1 dello cola in tre llbita zion i con 1l111r:1 in terr-r e p;rv imenl azion i in pietm. In et
scheletro postcraniale sono conservati molli elementi della gabbi;r 10racic'J lnngob;trda e caroli ngia il villaggio si es!enck!, comprendendo numerose
C7 corpi d i vCI1ebre torael:he e lombari, molti emiarchi vertebrali , quasi cap.rnne di pianimetria diversa, cui si aggiungono due arec cimit.eria li. Gli
IUlIe l e costdi la met sinistra dd cinto scapolare, l e ossa lunghe degli a11i ultim i dati di scavo sono riassunti negli Ani dci Il Congresso Nazionale di
superiori Comeri, radii , ulne); gli elemenli del cinto pelvico (manca solo il Archeologia Medievale (FRONi'.A - VALENTt 2(x)(), pp. 21 ss.).

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