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DI
COSTRUZIONI
IN
ZONA
SISMICA
PRESENTAZIONE
Dicembre
2012
Le
lezioni
raccolte
in
questo
pdf,
sono
il
frutto
delle
trascrizioni
delle
lezioni
tenute
dal
professor
Franco
Braga
e
in
parte
dal
professor
Rosario
Gigliotti,
durante
il
corso
di
Costruzioni
in
zona
sismica,
corso
di
laurea
in
ingegneria
civile,
universit
La
Sapienza
di
Roma.
Abbiamo
unito
le
registrazioni
di
anni
accademici
diversi,
principalmente
2011/2012
e
2010/2011,
grazie
anche
a
Francesca
G.,
Riccardo
A.
e
Ivano
I.
che
ce
le
hanno
gentilmente
passate
tutte
le
volte
che
le
nostre
mancavano.
Alle
registrazioni
abbiamo
unito
le
immagini
e
stralci
delle
dispense
del
corso.
Il
poco
tempo
a
disposizione
non
ci
ha
permesso
di
rivedere
con
attenzione
quello
che
abbiamo
trascritto,
o
di
completare
il
lavoro,
come
nel
caso
delle
prime
tre
lezioni
sulla
sismologia
e
lultima
sui
nodi,
n
tanto
meno
di
migliorare
limpaginazione.
Questo
lavoro
non
ha
alcuna
pretesa
di
sostituirsi
in
alcun
modo
alla
bibliografia
consigliata
a
lezione
per
approfondire
i
singoli
argomenti
ma
pensiamo
che
possa
essere
un
utile
strumento
a
chi
si
affaccia
per
la
prima
volta
alla
materia
e
ci
piacerebbe
quindi
che
possa
avere
la
massima
diffusione
tra
noi
studenti.
Buona
lettura
Margherita
Alessandrini,
Marina
Calisti
Ingegneria
Edile-Architettura
U.E.
La
Sapienza,
Roma
12
ottobre
2011
lezione
IV
CATALOGO
PARAMETRICO
DEI
TERREMOTI:
per
cui
si
sono
considerati
dei
parametri
interpretati
e
correlati
poi
tra
loro.
Sono
state
considerati
informazioni
quali
-Elenco
dei
terremoti
tra
il
1000
e
il
1984
da
cui
sono
stati
desunti
gli
effetti
sismo
indotti
-
Localit
dove
si
sono
avuti
questi
effetti
-
Frasi
significative
da
cui
desumere
le
informazioni
riguardo
gli
effetti
-
Bibliografica
a
cui
riferirsi
per
le
frasi
storiche
-
Effetti
sul
terreno
per
uno
specifico
terremoto
in
una
certa
localit
1)
Prima
di
essere
usato
un
catalogo
sismico
va
filtrato
dagli
aftershocks
e
i
foreshocks.
Vedi
quanto
successo
a
L
Aquila
nei
mesi
precedenti
ad
esempio.
E
uno
dei
problemi
principali
quello
di
distinguere
levento
principale
depurato
dalle
scosse
prime
e
dalle
scosse
successive.
2)
per
essere
utilizzato
nel
metodo
di
cornell,
il
catalogo
sismico
deve
essere
articolato
per
zone
sismo
genetiche,
avendo
attribuito
i
terremoti
per
ciascuna
zona
sismogenetica.
3)
questa
spartizione
terremoti
fra
zone
sismogenetiche,
si
fa
sia
su
base
del
catalogo
sismico
sia
sulla
geologia
del
territorio:
ovvero
ragionando
su
dove
sono
le
faglie,
su
quante
sono
quella
attive
e
quante
energia
possono
immagazzinare.
IN
ITALIA:
Esempio
stringa
del
catalogo:
ora,
mese
giorno,
minuto.
Valore
intensit
macorosismica
(MCS)
e
l
area
epicentrale
con
l
area
sismo
genetica
riportata
(73)
INCERTEZZA
EPISTEMICA
:
definizione
dei
confini
zone
sismo
genetiche
(perch
operazione
di
spalmamento
sismicit)
Completezza
del
catalogo
ricorre
nella
macrosismica
come
qui:
per
fare
Anno Io statistica
in
maniera
efficace
necessario
definirla.
Nel
caso
della
1000 >9.5 macrosismica
la
linea
rossa
delimitava
l
incompletezza,
linea
dopo
la
quale
non
eravamo
pi
sicuri
che
la
rappresentazione
fosse
completa,
qui
la
linea
1610 >8.5 blu
(vedi
immagine
sulle
dispense)
definisce
la
zona
in
cui
siamo
sicuri
che
la
1760 >7.5 rappresentazione
completa.
In
particolare
per
i
terremoti
di
intensit
1780 >6.5 macrosismica
10
si
arriva
fino
all
anno
1000,
mentre
per
terremoti
pi
1860 >5.5 piccoli
siamo
pi
vicini
ai
giorni
nostri.
Ci
perdiamo
le
intensit
macrosismiche
pi
piccole
man
mano
che
andiamo
indietro
nel
tempo.
1980 <5.5
Minore
lintensit
del
terremoto,
minore
la
probabilit
che
il
catalogo
sia
completo
andando
indietro
nel
tempo.
DEFINIZIONE
DELLE
LEGGI
DI
RICORRENZA
:
Nel
1954
Gutemberg
e
Richter
sono
i
primi
a
rappresentare
la
sismicit
di
un
area
sismo
genetica
con
una
legge:
ovvero
quali
terremoti
avr
quella
zona.
Legge
che
lega
il
numero
medio
annuo
di
eventi
N
con
magnitudo
maggiore
o
uguale
ad
M
,
con
M
stessa:
Gli
intervalli
di
confidenza
li
tracciamo
con
la
deviazione
standard
(
radice
quadrata
del
quadrato
della
differenza
tra
il
singolo
valore
e
il
valore
medio)
calcolando
lo
scarto
quadratico
medio
(o
coefficiente
di
variazione
se
divido
lo
scarto
quadratico
medio
per
il
valore
medio
.
Mi
fa
leggere
la
varianza
o
lo
scarto
quadratico
medio
in
termini
di
valore
medio
per
capire
la
bont
della
valutazione
del
valore
medio).
Una
rappresentazione
comoda
perch
se
dico
che
vale
10%
vuol
dire
che
il
valor
medio
pi
o
meno
10%
dandomi
un
entit
immediata
delle
oscillazioni)
s
il
singolo
valore.
NOTA:
Quando
faccio
statistica,
posso
interpolare
ma
non
posso
estrapolare.
Se
faccio
una
regressione
tra
due
valori,
in
mezzo
la
previsione
ottima
fuori
no.
L
intervallo
di
confidenza
enorme
infatti
e
la
legge
perde
di
significato
Regressione
di
tipo
indefinito:
non
si
accorge
che
terremoti
superiori
di
una
certa
intensit
non
possono
avvenire.
Ad
esempio
la
California
che
ha
un
bed
rock
sostanzialmente
calcareo
anzich
granitico.
Per
cui
abbiamo
terremoti
frequenti
(per
il
fenomeno
a
cui
quei
terremoti
si
leggano)
ma
di
intensit
minore.
Possiamo
in
realt
utilizzare
una
soglia,
con
leggi
che
hanno
un
picco
laddove
ho
raggiunto
lintensit
massima,
per
cui
non
aumenta
la
magnitudo
al
diminuire
della
frequenza
media
annua.
Esempio
reale,
per
la
zona
51,
la
legge
di
ricorrenza
e
quella
troncata:
R2
=
la
varianza
associata:
quanto
il
valore
medio,
ipotizzando
una
distribuzione
gaussiana,
dia
ragione
che
alcuni
valori
siano
sopra
e
alcuni
siano
sotto:
0.9773
alto,
vuol
dire
che
l
intervallo
di
confidenza
strettissima.Tronco
perch
con
la
regressione
trovo
i
due
coefficienti
, con
i
minimi
quadrati
imponendo
che
lo
scarto
tra
la
mia
legge
e
i
valori
che
ho
registrato
statisticamente
sia
minimo,
faccio
la
sommatoria
della
differenza
al
quadrato
tra
la
previsione
della
legge
e
le
letture
fatte
sperimentalmente.
Spalmando
devo
poi
utilizzare
la
legge
di
ricorrenza
va
poi
ricondotta
anche
per
quelle
zone
che
non
sono
sismogenetiche,
ad
esempio
Roma
per
valutarne
la
pericolosit.
Castelli,
Abruzzo,
viterbese:
spalmate
per
avere
una
legge
di
ricorrenza
per
ciascuna
area.
Lego
poi
la
magnitudo
del
terremoto
che
pu
nascere
allarea,
facendo
una
DENSITA
DI
MAGNITUDO
(magnitudo
totale
diviso
l
area)
per
poter
fare
un
integrale
da
aereola
al
sito.
Esempio
perch
l
areole
pi
lontane
mi
danno
un
effetto
minore,
per
via
dell
attenuazione:
L
onda
sferica.
Per
cui
conta
meno
l
area
pi
lontana
rispetto
al
sito
di
interesse.
Integrando
le
aereole
con
le
loro
distanze,
ho
il
terremoto
che
arriva
a
sito
di
interesse.
Integro
rispetto
alla
distanza
e
rispetto
all
area.
Trovo
la
sismicit
del
sito
di
interesse
quando
integro
per
tutte
le
distanze.
Questo
stato
fatto
per
10730
siti
diversi
dell
Italia.
Con
unincertezza
epistemica
legata
all
aver
abbandonato
le
faglie
e
all
aver
associato
a
tutte
le
areole
una
caratteristica
media
di
rilascio
di
energia
molto
diversa
tra
loro.
DEFINIZIONE
DELLE
LEGGI
DI
ATTENUAZIONE:
il
fine
quello
di
determinare
il
contributo
attenuato
al
sito
di
tutte
le
zone
sismogenetiche.
Il
terremoto
viene
integrato
facendo
variare
le
varie
distanze
di
un
area
con
un
terremoto
che
ha
una
magnitudo
diffusa.
Dati
per
caratterizzare
l
attenuazione
sono:
1) Magnitudo
M
2) distanza
dal
sito
d
(epicentrale)
3) profondit
ipocentrale
h
(conta
poco
quanto
pi
distanza
epicentro.
Solitamente
terremoti
italiani
poco
profondi,
20
km
al
massimo)
4) tipo
di
terreno
al
sito
s
(
sarebbe
comodo
una
trasmissione
su
roccia,
per
avere
accelerazioni
al
sito
pi
basse,
ma
questo
avviene
solo
negli
Appennini,
nelle
altre
zone
abbiamo
strati
di
terreno
che
modificano
significativamente
l
onda
sismica.
Come
una
struttura,
con
un
periodo
proprio.
Non
si
mantiene
uguale
a
se
stessa:
l
onda
in
termini
di
spettro,
scompaiono
alcune
frequenze
e
ne
compaiono
altre
nei
30-50
km
di
terreno
finale.).
In
realt
il
fenomeno
dipende
da
parecchi
altri
parametri,
per
diverrebbe
troppo
complessa
la
descrizione
dell
attenuazione,
per
cui
non
se
ne
tiene
conto:
classico
esempio
di
incertezza
descrittiva
della
conoscenza,
ovvero
epistemica.
La
modellazione
rozza,
per
non
complicare
l
analisi.
Vedremo
leggi
di
attenuazione
oggettive
che
lavorano
con
la
Magnitudo.
Ma
ci
sono
state
leggi
che
lavoravano
in
termini
macrosismici,
ad
esempio
una
legge
del
1987
con
l
intensit
macrosismica
epicentrale
che
si
riduce
con
la
distanza
in
Km.
Le
diverse
curve
sono
in
base
alle
diverse
intensit
macrosismiche.
Oppure
la
Sabetta
Pugliese
con
il
valor
medio
tratteggiato
quando
tiene
conto
della
deviazione
standard.
Solo
oggi
vengono
completamente
abbandonate
le
rilevazioni
macrosismiche.
Spesso
per
risentiamo
di
tali
valutazioni.
Si
riconoscono
dalla
scala
di
attenuazione
utilizzata.
Mentre
le
oggettive:
ci
attacchiamo
a
parametri
misurabili
quali
le
accelerazioni
a
cui
si
legano
le
forze
di
inerzia
e
poich
le
azioni
sismiche
sono
legate
a
forze
di
inerzia,
le
accelerazioni
sono
il
dato
oggettivo
pi
frequente.
Leggi
di
attenuazione
oggettive
LEGGE
SABETTA
PUGLIESE
1987
ESPRESSIONE
ANALITICA
In
termini
oggettivi
di
PGA.
Legge
logaritmica.
IPOTESI,
scelta
analitica
per
manipolare
lincertezza
intrinseca
del
fenomeno:
Dati
sperimentali
si
distribuiscono
con
una
curva
di
distribuzione
gaussiana,
ovvero
probabilit
distribuita
normalmente,
di
cui
effettuiamo
regressione.
NOTA:
legge
inutile
se
passasse
per
quei
punti,
linterpolante
sar
comunque
foto
di
quel
terremoto
non
del
prossimo.
Rimane
lincertezza
intrinseca
ineliminabile.
Cerco
quindi
una
rappresentazione
che
al
meglio
rappresenti
i
valori
medi
e
ch
mi
avverta
lincertezza
con
cui
quel
valore
medio
calcolato.
Pensa
alla
resistenza
caratteristica
del
cls,
tipico
fenomeno
aleatorio
con
incertezza
intrinseca
pensa
alla
rottura
del
calcestruzzo:
avverr
intorno
al
valore
medio,
nei
punti
che
saranno
al
di
sotto
del
valore
medio.
Ci
interessa
loscillazione,
per
questo
oggi
parliamo
di
valori
caratteristici.
Due
calcestruzzi
con
lo
stesso
valore
medio:
uno
potr
essere
ottimo
(perch
distribuzione
gaussiana
con
una
cuspide
molto
alta
e
molto
stretta,
per
cui
poco
disperso
intorno
al
valore
medio)
oppure
mediocre
(perch
gaussiana
molto
larga
e
molto
piatta,
molto
disperso
intorno
al
valore
medio).
Lincertezza
rimane
intrinseca:
non
possiamo
eliminarla,
ma
possiamo
manipolarla
analiticamente
attraverso
il
valore
medio
e
la
deviazione
standard
o
lo
scarto
quadratico
medio
(=
radice
quadrata
della
somma
dei
quadrati
delle
differenze
tra
il
valore
puntuale
e
quello
che
il
valore
medio
prevederebbe
in
quel
punto).
Curva
di
densit
di
probabilit.
NOTA
LA
PROBABILITA
SI
HA
SEMPRE
CON
UN
INTERVALLO,
DOBBIAMO
FARE
UN
INTEGRALE
CON
LE
VARIABILI
ALEATORIE.
Oppure
calcoliamo
il
coefficiente
di
variazione:
dividiamo
la
varianza
per
il
valore
della
media.
Avere
il
coefficiente
di
variazione
50%
vuol
dire
che
per
avere
il
95%
di
probabilit
di
fiducia
devo
andare
due
volte
dal
valore
medio
o
scendere
a
zero.
Mi
devo
aspettar
valori
che
sono
il
doppio
della
media
o
niente.
Ovvero
ho
un
valore
medio
poco
credibile.
Parametri
importanti
che
ci
fanno
capire
cosa
ci
sta
raccontando
l
incertezza
intrinseca.
La
valutazione
dell
intervallo
di
confidenza
attraverso
la
valutazione
dello
scarto
quadratico
medio.
Con
un
relativo
intervallo
di
confidenza
in
termini
di
coefficienti
di
variazione.
Sulla
base
di
17
terremoti
avvenuti
in
Friuli
e
Irpinia
e
letti
da
stazioni
diverse,
con
95
registrazioni
disponibili(perch
letti
da
diverse
stazioni)
di
magnitudo
compresa
tra
4,6
e
6,8
(
In
Italia
riteniamo
che
terremoti
sopra
magnitudo
7
non
avvengano
e
sotto
5,5
non
abbiano
conseguenze
significative
sugli
edifici).
Formula
che
suggeriscono
la
cui
deviazione
standard
piuttosto
contenuta.
NOTA
hanno
fatto
estrapolazione
per
i
grafici
e
avere
magnitudo
4
e
7
ho
un
intervallo
di
confidenza
molto
maggiore.
NOTA:
S
termine
importante
se
terreno
stratificato
NOTA:
pochi
terremoti
e
poche
registrazioni
Ma
siccome
vuole
essere
una
legge
tutta
sul
versante
strumentale,
questo
spiega
come
mai
cos
pochi
i
terremoti
di
riferimento
Diminuzione
dovuta
al
fatto
che
le
onde
sono
sferiche.
Terreni
soffici
sono
quindi
pi
pericolosi,
perch
tendono
ad
attenuare
meno
e
amplificano
le
azioni
sismiche.
La
possiamo
leggere
in
termini
probabilistici,
come
funzione
di
una
densit
di
probabilit
a
distribuzione
log
normale
della
PGA.
Con
uno
scarto
quadratico
molto
contenuto
su
quei
17
terremoti,
con
alfa
intervallo
di
confidenza
con
quella
probabilit.
Nell
ipotesi
di
densit
di
probabilit
normalmente
distribuita.
NOTA:
in
realt
la
varianza
si
riferisce
a
valori
logaritmici
di
PGA,
quindi
non
pi
troppo
piccola.
Abbiamo
una
valutazione
abbastanza
dispersa.
Ovvero
integro
la
probabilit
gaussiana
da
questo
valore
a
pi
infinito,
oppure
meno
infinito
se
voglio
sapere
la
probabilit
di
avere
un
valore
pi
piccolo
faccio
lintegrale
con
meno
infinito
STATISTICA:
quando
ho
disegnato
nel
piano
bilogaritrmico
la
retta
della
regressione
con
i
valori
veri.
Ovvero
dico
il
fenomeno
posso
descriverlo
cos:
se
lo
volessi
descrivere
puntualmente
dovrei
dire
per
ogni
terremoto
punto
per
punto
qual
stata
lattenuazione.
Oppure
una
regressione
prendendo
tutti
i
terremoti
avvenuti
nel
mondo,
valutando
dispersione
e
valore
medio
e
ho
considerato
la
statistica
di
tutti
i
terremoti.
Una
statistica
con
tutti
i
terremoti:
distribuzione
incertezza,
densit
di
probabilit
sempre
pi
assomigliante
ad
una
gaussiana.
Perch
la
gaussiana
una
scelta
di
modellazione.
Potrei
sceglieglierne
unaltra.
Se
invece
scelgo
tutti
i
terremoti
italiani:
altro
grafico,
altro
valore
medio,
altra
dispersione.
Cos
per
quelli
Umbri.
Allontanandomi
dalla
distribuzione
gaussiana
perch
meno
soggetti
coinvolti
e
una
distribuzione
diversa.
Per
cui
statistica
pu
essere
varia.
E
legata
ai
dati
che
posseggo,
una
maniera
sintetica
con
cui
descrivo
i
miei
dati.
Ma
non
ci
faccio
progettazione
con
la
statistica.
Ho
un
valore
medio
e
una
deviazione
standard
che
valuto
dopo
aver
fatto
la
regressione.
Non
posso
prendere
decisioni
con
la
statistica.
Mi
d
solo
lintervallo
di
confidenza.
Delle
soglie
concordate
e
una
distribuzione
di
probabilit
ricavata
dalla
statistica
per
progettare.
Per
cui
la
statistica
descriver
e
il
fenomeno
e
misura
l
incertezza.
Ma
devo
poi
concordare
la
soglia
e
una
distribuzione
di
probabilit,
di
eccedenza.
Faccio
statistica
nelle
zone
sismo
genetiche
con
le
leggi
di
ricorrenza,
curve
di
pericolosit
nelle
zone
non
sismogenetiche
che
ricevono
da
pi
sorgenti
dove
ho
bisogno
di
mettere
assieme
tutto
quello
che
ricevo.
Le
curve
di
pericolosit
raccolgono
tutto
ci
che
avviene
nelle
zone
circostanti
CURVE
DI
PERICOLOSITA:
mi
danno
la
frequenza
media
annua
dei
terremoti
di
una
certa
intensit
che
si
risentono
in
un
certo
sito.
Anche
esse
come
le
leggi
di
ricorrenza,
che
per
sono
legate
alle
zone
sismo
genetiche,
forniscono
oltre
che
dei
valori
medi
le
dispersioni
intorno
ad
essi
per
valutare
le
incertezze
che
alla
statistica
si
accompagnano.
IN
TERMINI
STATISTICI:
data
la
Magnitudo
del
terremoto
e
la
distanza
dalla
sorgente.
E
condizionata
perch
le
riteniamo
due
probabilit
non
indipendenti.
Si
ritiene
che
la
magnitudo
alla
sorgente,
che
la
stessa
al
sito
va
associata
la
distanza
per
conoscere
la
probabilit
che
la
PGA
si
manifesti
con
quella
intensit.
IPOTESI
NEL
METODO
DI
CORNELL:
indipendenza
statistica
delle
diverse
sorgenti
sismo
genetiche.
Per
cui
la
curva
di
probabilit
al
sito
si
ottiene
sommando
i
diversi
contributi
dovuti
alle
singole
zone
che
si
risentono
al
sito.
ESEMPIO
DI
CURVA
DI
PERICOLOSITA
PER
POTENZA:
Areole
a
distanza
costante
da
Potenza:
come
se
avessi
fatto
centro
a
potenza
e
avessi
fatto
una
circonferenza
affettando
larea
sismo
genetica
51.
Integrali
numerici
perch
non
divisa
in
parti
infinitesime
(integrale
analitico).
La
stessa
operazione
per
la
zona
69
che
ha
un
altra
legge
di
ricorrenza
e
di
attenuazione.
Metto
assieme
i
contribuiti
delle
due
zone
per
avere
la
curva
di
pericolosit
a
Potenza.
Descrivo
cos
i
terremoti
a
Potenza,
ho
fatto
statistica
non
ho
ancora
fatto
previsioni
o
progettazione
E
stata
fatta
questa
operazione
in
tutta
Italia,
per
i
10700
punti
di
una
rete
di
circa
5
km
di
lato
che
copre
tutta
l
Italia.
Ognuno
di
quei
punti
ha
una
curva
di
pericolosit,
nella
quale
nell
ordinata
ho
il
logaritmo
della
frequenza
annua
e
nell
ascissa
il
logaritmo
della
PGA.
Per
qualunque
PGA
sono
in
gradi
di
dire
il
periodo
di
ritorno
Tr.
Ne
ho
quindi
ricavate
11000
circa
di
queste
curve.
SINTESI:
Metodo
di
Cornell,
ripetuto
in
Italia:
Si
partiti
dalla
sismicit
storica,
fatto
un
catalogo
e
si
ricavati
le
sorgenti
sismiche.
Si
fatta
la
zonizzazione
sismo
genetica
e
si
diviso
il
catalogo
in
zone
diverse,
perch
ogni
zona
sismi
genetica
ha
la
sua
curva
di
pericolosit
Le
disegnate,
si
definito
al
legge
di
attenuazione
ricavando
la
curva
di
pericolosit
nodo
per
nodo,
per
circa
i
11000
punti
con
cui
suddivisa
l
Italia
in
termini
sismici.
PERICOLOSITA
SISMICA:
un
modello
matematico
che
ha
approssimazioni
comunque
migliorabili.
IN
TERMINI
STATISTICI:
fornire
Tr
di
un
terremoto
di
una
certa
severit.
Descrizione
fisica.
Con
la
distribuzione
di
Poisson
si
descrive
la
probabilit
di
eccedenza.
So
la
PGA
come
valore
medio
e
come
dispersione
standard:
la
statistica
da
cui
parto
per
quella
frequenza.
Ma
la
statistica
non
mi
da
previsione,
non
mi
aiuta
a
fare
progettazione
DISTRIBUZIONE
POISSONIANA:
la
teoria
della
probabilit
che
consente
di
trasformare
la
frequenza
annua
in
probabilit
annua
di
un
numero
n
di
eventi
in
un
periodo
Td
fissato
se
si
ripetono
con
una
frequenza
media
nel
tempo
e
sono
indipendenti
nel
tempo
che
intercorre
tra
l
uno
e
l
altro.
-Fissato
Td,
Vr
per
le
NTC
2008
(
il
periodo
in
cui
aspetto
il
terremoto)
-Curva
densit
di
probabilit
nel
tempo
assunta
costante,
si
parla
di
frequenza
media
di
occorrenza
costante.
Ovvero
una
retta
orizzontale
parallela
allasse
delle
ascisse:
incertezza
epistemica
che
non
considera
la
memoria
delle
faglie.
Una
faglia
che
si
rompe
ogni
100
anni,
se
sono
passati
99
anni
ha
una
probabilit
maggiore
rispetto
a
che
se
siano
passati
2
giorni
di
rompersi
di
nuovo.
Per
Poisson
invece
questa
densit
di
probabilit
la
stessa.
Posso
poi
fare
diverse
previsioni
con
questa
formula.
Esempio
che
n=0
dell
evento
che
mi
preoccupa
durante
Vr.
Zero
fattoriale
fa
1
P(n)=
e-
Vr
Oppure
se
=1/Vr
,
in
altri
termini:
dato
un
terremoto
con
un
periodo
di
ritorno
Vr,
quale
probabilit
ho
di
non
incontrarlo
se
aspetto
Vr
anni?
Il
termine
medio
Vr
ma
con
una
grande
dispersione
intorno.
Poisson:
P(n)=
e-1
per
cui
circa
una
probabilit
su
tre
di
non
incontrarlo
e
due
su
tre
di
incontrarlo
in
quei
50
anni
(perch=1/e).
La
probabilit
che
avvenga
almeno
un
terremoto,
uno
meno
la
probabilit
che
non
avvenga:
P(n)n>0=1-Pn=0=
1-
e-
Vr
24
ottobre
2011
/
(parte)
26
ottobre
lezione
VII-VIII
Rimangono
difetti:
1) zonazione
per
comuni
2) Rapporto
costante
tra
ag
SLU
e
SLD
Basate
sulle
mappe
di
rischio
sismico
realizzate
nel
2001.Rifiutata
ai
fini
dell
ordinanza.
2003-2008:
guerra
sotterranea,
ma
non
per
questo
meno
violenta,
in
corso
tra
il
dipartimento
della
Protezione
Civile
e
il
Consiglio
Superiore
dei
Lavori
Pubblici.
Cio
lotta
tra
enti
dello
stato
per
impadronirsi
di
questo
argomento.
NOTA:
il
servizio
sismico
nazionale
che
allinterno
della
protezione
civile
a
proporre
mappe
del
rischio
sismico.
Il
servizio
sismico
viene
fatto
uscire
dal
ministero
dei
lavori
pubblici
negli
anni90
per
entrare
nella
presidenza
del
consiglio
dei
ministri.
Intorno
al
servizio
sismico
nazionale
cresce
la
protezione
civile.
E
strano
che
non
accetti
quindi
delle
mappe
che
ha
prodotto
lei
stessa,
anche
se
nella
forma
di
servizio
sismico
nazionale.
MARZO
2003
ordinanza
n
3274:
classificazione
sismica
del
territorio
nazionale
e
di
normative
tecniche
per
le
costruzioni
in
zona
sismica.
Protezione
civile.
1) Zonazione
unica:
solo
SLU
2) per
la
prima
volta
compare
Poisson
in
una
norma.
Si
fissa
Vr=50
anni
e
una
Probabilit
di
superamento
del
10%
per
un
Tr=
475
anni.
Si
accetta
quindi
di
progettare
descrivendo
in
termini
probabilistici
la
pericolosit,
facendo
riferimento
ad
un
database
statistico
della
stessa
pericolosit.
Da
ora
in
poi
sempre
presente.
3) La
pericolosit
sismica
perennemente
migliorabile,
nel
concetto
di
modello
matematico
di
un
fenomeno
fisico.
4) Pericolosit
sulla
base
di
zone
sismiche
come
quelle
considerate
dal
consiglio
dei
lavori
pubblici.Si
parla
per
di
aggiornamenti
5) SLD
con
ag
2,5
volte
pi
piccola
dello
SLU
.
Quindi
sufficiente
dividerla
per
2,5
per
ottenere
l
accelerazione
dello
SLD.
NOTA:
si
lavora
ancora
per
comuni,
perch
nella
mappa
si
pu
vedere
come
il
collegamento
da
una
zona
all
altra
brusco:
si
leggono
i
confini
comunali.
6)
si
parla
di
livelli
di
protezione
antisismica
e
fattori
di
importanza:
livello
di
protezione
a
seconda
dell
uso.
Ma
in
maniera
non
poissoniana:
esempio
lo
stesso
edificio
ma
con
usi
diversi
avr
una
stessa
accelerazione
orizzontale
massima
moltiplicata
per
un
fattore.
In
realt
devo
aumentare
il
periodo
di
ritorno
per
tenere
conto
della
pericolosit
del
terremoto
non
l
accelerazione,
perch
in
realt
potrebbe
rappresentare
un
valore
di
saturazione
di
accelerazione.
Questo
modo
di
progettare
con
si
lega
alla
pericolosit
del
sito
anche
se
il
concetto
corretto,
di
protezione
diversificata
a
seconda
dell
uso
dell
edificio.
MAGGIO
2003
spoleto
Critiche
all
odinanza
n
3274.
Prof.
Braga
come
capofila
del
consiglio
superiore
fa
critiche
alla
protezione
civile
Zonazione:
1) zonazione
che
si
riferisce
ad
unit
amministrative
(comuni)
2) zonazione
che
si
riferisce
ad
un
unico
periodo
di
ritorno
Tr=
475
anni
3) zonazione
troppo
rigida
e
schematica:
sicurezza
disuniforme
da
comune
a
comune
Azione
sismica
4) unica
forma
spettrale
al
variare
intensit
5) unica
forma
spettrale
al
variare
fattore
d
importanza
6) variabilit
delle
forme
spettrali
al
variare
del
terreno
(effetti
locali)
A
sostegno
di
questa
tesi:
-le
normative
come
EC8
considerano
diversi
periodi
di
ritorno
per
diversi
valori
di
terremoto
di
progetto.
-
Curve
di
pericolosit
dei
comuni
non
sono
omotetiche,
ottenibili
per
semplice
traslazione.
Frequenza
annua
e
accelerazione
di
picco
al
suolo.
Se
io
ad
esempio
prendo
un
Tr=10
anni
tra
Messina
e
Norcia
rispetto
a
Tr=1000
anni.
Vediamo
come
il
terremoto
che
avviene
a
Messina
sia
decisamente
pi
grande
rispetto
a
quello
di
Norcia.
Per
cui
non
ho
una
sola
azione
sismica
indipendente
dal
periodo
di
ritorno.
Ma
zonazione
dipendente
dal
periodo
di
ritorno
dovr
fare.
CLASSIFICA
8100
COMUNI
A
PGA
CRESCENTE:
come
si
pu
vedere
a
destra,
ogni
comune
dovrebbe
avere
la
stessa
classifica,
ovvero
mantenere
traiettorie
verticali
al
modificare
del
periodo
di
ritorno
Tr.
LA
ZONAZIONE
A
QUATTRO
ZONE
A
CASSETTI
non
funziona,
come
si
pu
vedere
qui
a
sinistra.
Perch
per
alcuni
comuni
come
Gioia
Tauro
sto
correndo
pericoli
forti,
per
altri,
come
Potenza
sto
sprecando
soldi.
Perch
per
ogni
cassetto
sto
considerando
un
certo
valori
di
accelerazione
ma
sottostimando
(comuni
sopra
il
cassetto)
o
sovrastimando
(al
fondo
del
cassetto).
26
ottobre
2011
lezione
VIII
quella
precedente
(sapete
che
lesponenziale
complesso
si
pu
esprimere
in
seni
e
coseni).
Per
se
la
preferite
utilizzabile
questa
equazione
con
queste
due
costanti
dintegrazione
(A
e
).
Langolo
di
fase
serve
a
sfalsarmi
questo
movimento
rispetto
allorigine
dei
tempi,
cio
a
dirmi
che
se
anche
t=0,
qui
c
un
valore
diverso
da
zero.
Che
faccia
ha
il
movimento?
Se
lo
rappresento
al
variare
del
tempo,
ha
questa
faccia:
u(t)=Ae- tcos(Dt-),
un
movimento
periodico
di
ampiezza
decrescente
perch,
come
vedete,
lampiezza
A
moltiplicata
per
un
esponenziale
negativo,
quindi,
al
crescere
del
tempo,
questo
un
termine
che
diventa
sempre
pi
piccolo
perch
1/e t
crescendo
t
diventa
sempre
pi
piccolo
e
quindi
riduce
A.
Questo,
invece
un
termine
tipicamente
periodico
cos(Dt-),
cio
il
coseno
si
ripresenta
uguale
al
variare
di
t
(-2-4
etc).
Ecco
quindi
che
landamento,
al
variare
del
tempo
questo.
Notate
che
se
mettete
=0,
cio
pensate
ad
un
movimento
non
smorzato,
avete
scoperto
il
moto
perpetuo,
cio,
una
volta
che
avete
spostato
il
vostro
oscillatore
dalla
posizione
di
equilibrio
e
lo
avete
abbandonato,
lui
per
sempre
osciller
con
Acos(Dt-),
cio
continuer
ad
oscillare
ad
ampiezza
costante.
Si
capisce
quindi
meglio
che
significato
ha:
la
misura
della
velocit
con
la
quale
il
movimento
si
restringe
fino
a
fermarsi
intorno
alla
posizione
di
equilibrio.
Quindi
oscilla
intorno
alla
posizione
di
equilibrio
(lo
zero)
fino
a
fermarsi
sulla
posizione
dequilibrio.
Allora,
vediamo
il
foglio
di
calcolo.
Cerco
di
farvelo
vedere
a
schermo
tutto,
dati
e
grafico.
Si
prende
lequazione
differenziale,
si
usano
come
parametri
indipendenti
lo
spostamento
a
tempo
zero
e
la
velocit
a
tempo
zero,
si
assegnano
e
(o
,
il
coefficiente
di
smorzamento)
e,
di
conseguenza,
si
traccia
il
grafico
graficando
il
tempo
che
passa
e
una
di
queste
colonne.
Per
esempio,
quando
lo
smorzamento
nullo,
il
movimento
un
movimento
armonico
puro,
cio
lampiezza
iniziale
rimane
per
tutto
il
tempo.
Se
azzero
la
velocit,
cio
se
prendo
il
mio
oscillatore,
lo
sposto
e
lo
abbandono
senza
lanciarlo,
cio
senza
dargli
velocit,
lo
abbandono
da
fermo,
cosa
vi
aspettereste
da
questo
movimento?
Facciamo
al
contrario:
mentre
lo
spostamento
dalla
posizione
di
equilibrio
piccolissimo,
la
forza
con
la
quale
lo
lancio
tuttaltro
che
piccola,
perch
lo
abbandono
con
0,6m/s
in
una
certa
direzione.
Il
grafico
parte
circa
da
zero,
x
circa
nullo
(1/10000
m
come
spostamento
iniziale),
mentre
la
velocit,
tangente,
piuttosto
significativa.
Se
aumentiamo
violentemente
x
(x=0,3),
lo
spostamento
inizialmente
aumenta
(derivata
positiva),
poi
inizia
ad
oscillare.
A
questo
punto
abbassiamo
la
velocit
a
0,06
m/s,
lo
facciamo
partire
molto
pi
lentamente:
lo
spostamento
comincia
a
ridursi.
Se
la
velocit
negativa
il
grafico
va
direttamente
verso
il
basso,
cio
parte
riducendo
lo
spostamento.
Ovviamente
al
variare
degli
smorzamenti,
a
crescere
degli
spostamenti,
le
oscillazioni
diventano
sempre
pi
piccole.
Mentre
partono
tutti
dalla
stessa
posizione,
lo
spostamento
cambia
molto
rispetto
alloscillazione
libera,
che
rimane
sempre
la
stessa,
se
ho
un
coefficiente
di
smorzamento
anche
basso,
ma
comunque
del
5%.
Intanto
suggerirei
che
giocaste
un
po
col
foglio
di
calcolo
per
rendervi
conto
delle
caratteristiche
del
moto
al
variare
(state
guardando
cosa
farebbe
uno
strumento
mediocre:
partirebbe
da
una
posizione
iniziale,
farebbe
unoscillazione
molto
contenuta
intorno
alla
posizione
finale
e
poi
si
attesterebbe
sulla
posizione
finale)
dello
smorzamento,
facendo
attenzione
a
non
superare
1,
senn
cambiano
le
regole.
I
nostri
strumenti,
in
genere,
sono
sullo
0,85-0,9.
Uno
strumento
ben
costruito
ha
=0,9,
riducendo
ulteriormente
le
oscillazioni.
Al
di
l
del
giochino
e
dellastrazione
della
grafica,
quello
che
cinteressa
che
banale
descrivere
la
legge
del
moto
avendo
le
equazioni
di
DAlembert
e
avendo
qualcuno
che
ci
ha
fatto
la
cortesia
di
integrare
le
equazioni
del
moto
definendoci
anche
le
costanti
di
integrazioni,
quindi
banale
trovare
in
che
modo
la
mia
struttura,
spostata
dalla
posizione
di
equilibrio,
oscilla.
Vi
vorrei
far
notare
alcuni
altri
fatti.
Per
esempio,
notate
che
le
mie
curve,
pi
o
meno,
incrociano
tutte
nello
stesso
posto
tranne
questultima,
cio
passano
tutte
quante
pi
o
meno
per
lo
zero
nella
stessa
posizione.
Che
cosa
sto
vedendo?
La
differenza
tra
D
e
,
cio
sto
assistendo
allimportanza
di
(1-2)
nel
definire
la
velocit
angolare:
il
mio
oscillatore
smorzato
oscilla
con
una
velocit
angolare
pari
a
D.
Il
mio
oscillatore
primo
di
smorzamento
((1-02)=1)oscilla
co
n
velocit
angolar
.
Quindi,
se
io
confronto
il
passaggio
per
lo
zero
della
curva
blu
con
il
passaggio
per
lo
zero
delle
curve
verde,
arancione,
viola
vedo
quanto
conta
lo
smorzamento
nel
variare
la
velocit
angolare.
Notate
che
finch
lo
smorzamento
abbastanza
piccolo,
questa
differenza
minima;
si
comincia
a
vedere
significativamente
per
la
curva
arancione
per
la
quale
=0,2,
cio
il
coefficiente
di
smorzamento
elevato.
Nelle
mie
strutture
reali
non
supero
mai
0,05
(5%),
quindi
per
le
strutture
reali
il
confondere
con
D
non
un
problema:
ottengo
risultati
sostanzialmente
coincidenti.
Lasciamo
il
foglio
di
calcolo
e
ritorniamo
alla
nostra
presentazione.
Ci
siamo
effettivamente
accertati
che
questo
sia
il
tipo
di
comportamento:
quando
il
coefficiente
di
smorzamento
sufficientemente
basso
potete
tranquillamente
utilizzare
invece
di
D
per
valutare
la
velocit
angolare
del
vostro
oscillatore.
Questo
il
grafico
che
abbiamo
appena
visto
anche
se
con
colori
lievemente
diversi:
sono
i
vari
andamenti
al
variare
del
coefficiente
di
smorzamento.
Lampiezza
delle
oscillazioni
e
il
relativo
angolo
di
base,
perch,
notate,
sono
tutti
partiti
da
un
valore
dello
spostamento
iniziale
piuttosto
elevato,
dipendono
dalle
condizioni
iniziali.
Da
quel
momento
in
poi
loscillatore
si
muove
in
funzione
delle
proprie
caratteristiche.
Quali
sono
le
proprie
caratteristiche?
Sono
=(k/m)
e
=
c/[2(km)],
coefficiente
di
smorzamento.
Quindi
nel
momento
in
cui
avete
fissato
la
massa
e
la
rigidezza
del
vostro
oscillatore,
avete
definito
il
modo
nel
quale
si
muove,
le
sue
oscillazioni
libere.
Poi,
variando
le
costanti
dintegrazione,
variando
le
condizioni
iniziali,
varier
il
punto
da
cui
partir
il
movimento,
ma
il
movimento
quello
e
quello
resta,
cio
la
velocit
angolare
quella
e
quella
resta:
=(k/m),
il
coefficiente
di
smorzamento
quello
e
quello
resta: =
c/[2(km)].
Quindi
la
distanza
tra
due
punti
di
una
stessa
linea
rimane
sempre
la
stessa
indipendentemente
dalle
costanti
dintegrazione,
dipende
solo
da
;
la
riduzione
del
movimento
che
la
linea
subisce
per
ogni
ciclo
dipende
da
,
non
dipende
dalle
condizioni
iniziali.
Quindi
e
definiscono
il
modo
con
il
quale
loscillatore
elementare
si
muove,
sono
delle
propriet
sue,
intrinseche,
lo
caratterizzano
in
termini
di
movimento.
[Domanda:
mettendo
z=0,8,
la
curva
non
ha
pi
una
tendenza
verso
il
basso,
ma
verso
lalto.
Risposta:
ovviamente
il
coefficiente
di
smorzamento,
variando
D
varia
langolo
di
fase.
Lo
varia
significativamente
perch
cambia
lo
sfasamento
angolare
tra
il
moto
che
vorrei
e
il
moto
che
ho
in
funzione
dello
smorzamento.]
A
questo
punto,
supponendo
di
avere
chiaro
come
funzionano
le
oscillazioni
libere,
vediamo
come
funzionano
le
OSCILLAZIONI
FORZATE,
cio
come
si
muove
il
mio
oscillatore
se
io
gli
applico
una
forza
in
funzione
del
tempo.
Lequazione
del
moto,
lequazione
di
DAlembert,
diventa
questa:
mx(t)+cu(t)+ku(t)=f(t).
Siamo
tornati
alla
formulazione
iniziale.
Al
solito,
x(t)
ha
sempre
un
termine
di
spostamento
relativo
della
massa
rispetto
al
terreno
e
uno
di
spostamento
assoluto
del
terreno.
Supponiamo
di
ignorarlo
(quindi
non
stiamo
ancora
parlando
di
terremoto,
stiamo
parlando
di
oscillazioni
forzate)
e
a
f(t)
diamo
questespressione:
f(t)=r0sin(ft),
cio,
sostanzialmente,
prendiamo
una
forzante
sinusoidale.
Una
forzante
che
ha
unampiezza
massima
(quando
sin(ft)=1,
f(t)=
r0),
ha
una
velocit
iniziale
(anche
la
forzante
ha
una
sua
velocit
angolare,
come
logico
che
sia
e
dipende
anche
lei
dal
tempo).
Quindi
immediato
il
passaggio
da
questa
espressione
mx(t)+cu(t)+ku(t)=f(t)
a
questa:
mx(t)+cu(t)+ku(t)=
r0sin(ft).
Faccio
le
solite
sostituzioni:
=
c/[2(km)
e
=(k/m).
Non
mi
sono
fermato
per
niente
per
ora
su
che
cosa
sia
2/T
(T
il
periodo
proprio
del
mio
oscillatore,
cio
quanto
tempo
ci
mette
il
mio
oscillatore
a
fare
un
giro
completo:
posizione
iniziale-posizione
opposta-ritorno
alla
posizione
iniziale,
ovviamente
lo
valuto
come
2/T
perch
una
velocit
angolare,
cio
una
velocit
espressa
come
rad/s).
Interessante
r0=r0/m
(m
la
massa
del
mio
oscillatore
elementare).
Come
vedete
mi
sono
riportato
allespressione
canonica,
peccato
che
al
secondo
membro
ho
questo
fastidioso
termine
noto,
quindi
lintegrale
generale,
quello
dellomogenea
associata,
sempre
buono,
ma
adesso
ho
il
problema
di
trovarmi
un
integrale
particolare
da
aggiungere
allintegrale
generale
per
avere
lintegrale
dellintera
espressione.
Sono
cose
che
ad
analisi
avete
visto
chiss
quante
volte
e
che
ora
avrete
anche
dimenticato,
visto
il
tempo
passato,
per,
se
ci
ripensate
un
attimo,
forse
vi
ritornano
in
mente
e
comunque
c
stato
qualche
cortese
signore
che
le
ha
risolte
per
voi,
quindi,
in
realt,
vi
basta
guardare
quali
sono
le
soluzioni.
Acquista
unimportanza
straordinaria,
direi
fondamentale
per
le
cose
che
racconteremo
nel
resto
dellanno,
il
rapporto
tra
la
velocit
angolare
della
forzante
e
la
velocit
angolare
delloscillatore
elementare,
rapporto
che
chiamiamo
=f/:
quindi
al
numeratore
la
velocit
angolare
della
forzante
e
al
denominatore
la
velocit
angolare
delloscillatore
elementare.
un
punto
cruciale:
vedremo
che
quello
che
descrive,
definisce,
coglie
le
caratteristiche
del
nostro
moto.
In
tutti
i
casi
in
cui
0,
cio
in
tutti
i
casi
in
cui
la
forzante
abbia
una
velocit
angolare,
lequilibrio
deve
essere
trattato
in
termini
dinamici.
Quindi,
quella
famosa
domanda:
se
applico
la
forza,
lentamente
posso
prescindere
dalle
forze
dinerzia?
Cosa
stiamo
dicendo?
Guarda,
se
hai
una
velocit
angolare
della
forzante,
in
assoluto
non
puoi
prescindere;
certo,
se
quest
piccola,
puoi
prescindere
e,
in
particolare,
se
quest
piccola
se
riferita
all
delloscillatore
senzaltro
la
cosa
non
importante.
Ecco
quindi
che
entra
in
campo
loscillatore:
non
esiste
una
forza
che
sia
applicabile
staticamente
di
suo,
per
decidere
se
sia
staticamente
applicabile
devo
sempre
confrontarne
la
velocit
angolare
con
la
velocit
angolare
delloscillatore.
questo
rapporto
b
che
mi
permette
di
decidere
se
la
forza
applicabile
staticamente
o
no.
Quindi
non
una
propriet
della
forza,
ma
una
propriet
della
forza
confrontata
con
una
propriet
delloscillatore.
Quand
che
le
forze
dinerzia
sono
pi
importanti?
Quando
questo
rapporto
tende
a
1,
cio
quando
la
velocit
angolare
della
forzante
e
la
velocit
angolare
delloscillatore
sono
identiche.
Quindi
una
forzante
tanto
pi
lenta,
cio
modellabile
staticamente,
quanto
pi
la
sua
velocit
angolare
diversa
dalla
velocit
angolare
delloscillatore.
Per
cui
si
evidenziano
due
campi:
uno
in
cui
1<<
e
uno
in
cui
0<<1.
Tanto
pi
mi
allontano
da
1,
tanto
pi
posso
descrivere
staticamente
lequilibrio
del
mio
oscillatore;
tanto
pi
mi
avvicino
a
1,
tanto
pi
lequilibrio
del
mio
oscillatore
va
descritto
dinamicamente.
un
fenomeno
di
cui
sicuramente
avete
gi
sentito
parlare:
il
fenomeno
della
risonanza.
Com
fatto
lintegrale
delloscillazione
forzata?
C
un
cortese
signore
che
ci
ha
ricavato
lintegrale
particolare:
Rustsin(ft-f).
Come
vedete,
quindi,
rimane
il
primo
termine
che
avevamo
gi
visto,
lintegrale
generale
delloscillatore
(Ae- tcos(Dt-))
e
si
aggiunge
a
questo
termine
lintegrale
particolare
della
forzante.
Notante
che
i
termini
presenti
sono
totalmente
diversi:
D-f;
-f,
quindi
la
forzante
ha
un
suo
angolo
di
fase
e
una
sua
velocit
angolare;
loscillatore
ha
un
suo
angolo
di
fase
e
una
sua
velocit
angolare.
La
forzante
produce
uno
smorzamento
massimo.
Il
primo
termine
(Ae- tcos(Dt-)),
quello
legato
alle
oscillazioni
libere
delloscillatore,
lo
chiamiamo
termine
transitorio:
transitorio
per
motivi
ovvi,
perch
come
vedete,
allinterno
ha
sempre
un
termine
smorzato.
Quindi
il
nostro
oscillatore
elementare,
investito
dalla
forzante
che
lo
comincia
a
sbatacchiare,
inizialmente
cercher
di
resistere
muovendosi
con
la
propria
oscillazione
libera,
ma
rapidamente
ceder
allineandosi
al
moto
che
gli
impone
la
forzante.
Infatti
il
secondo
termine
(Rustsin(ft-f))
lo
chiamiamo
termine
stazionario,
perch
non
c
niente
che
lo
muti,
cio
al
passare
del
tempo
tende
a
ripetersi
identico
a
se
stesso.
Quindi,
il
povero
oscillatore
elementare,
investito
dalla
forzante,
annaspa
un
po
allinizio
cercando
di
farsi
valere
e
poi,
tradito
dal
termine
esponenziale,
dallo
smorzamento,
cede
e
sparisce
lasciando
via
libera
alla
forzante
e
quindi
allineandosi
in
tutto
e
per
tutto
alla
forzante.
Attenzione,
per
a
non
trarne
delle
conseguenze
affrettate,
cio
attenzione
a
non
pensare
che
alla
fine
decida
tutto
la
forzante:
non
cos.
Particolarmente
interessante
a
riguardo
questo
termine
R:
lo
chiamiamo
fattore
di
amplificazione
della
risposta
dinamica
rispetto
alla
risposta
statica:
umax/ustatico
(vi
ricordo
che
ustatico=r0/k)
ed
funzione
di
e
di
,
quindi
funzione
del
rapporto
tra
la
velocit
angolare
della
forzante
e
la
velocit
angolare
delloscillatore
e
del
coefficiente
di
smorzamento.
Come
vedete,
loscillatore,
attraverso
,
cacciato
dalla
porta
da
questo
termine
esponenziale
che
ne
azzera
le
oscillazioni
relativamente,
rientra
dalla
finestra
incidendo
su
R,
facendo
variare
R.
Detto
in
altri
termini,
se
c
risonanza,
in
un
certo
senso,
ha
vinto
loscillatore
elementare,
perch
per
esserci
risonanza
vuol
dire
che
ci
si
muove
come
vorrebbe
lui,
con
la
sua
.
Quel
termine,
il
fattore
di
amplificazione
un
termine
importante,
grande.
Se
non
c
risonanza,
cio
se
tende
o
a
0
o
a
,
quel
termine
diventa
decisamente
pi
piccolo,
quindi
loscillatore
si
muove
come
gli
impone
la
forzante,
ma
con
degli
spostamenti
molto
pi
piccoli
di
quelli
che
avrebbe
se
fosse
libero.
Quindi,
apparentemente
loscillatore
elementare
perde
perch
le
sue
oscillazioni,
quelle
libere,
smorzano
rapidamente,
ma
nella
sostanza
dei
fatti
vince,
perch,
attraverso
,
risponde
amplificando
le
oscillazioni
se
sono
secondo
la
sua
velocit
angolare
e
risponde
resistendo
e
quindi
riducendo
lampiezza
delle
oscillazioni,
se
le
oscillazioni
sono
troppo
vicine
alla
velocit
angolare
della
forzante.
Interessante
quanto
vale
ustatico=r0/k:
cio
lo
spostamento
che
servirebbe
alloscillatore
se
soggetto
ad
una
forza
statica
r0:
cio
se
applicassi
la
forza
staticamente,
sposterei
loscillatore
di
ustatico,
se
poi
ci
metto
anche
il
tempo
potrebbe
spostarsi
di
pi
o
di
meno
a
seconda
di
quale
sia
la
velocit
angolare
della
forzante.
2
novembre
2011
lezione
IX
transitorio
perch
al
crescere
del
tempo
tende
a
scomparire,
mentre
questo
secondo
termine
(Rustsin(ft-
f))
lo
chiamiamo
stazionario
perch
al
passare
del
tempo
si
mantiene
identico
a
se
stesso
e
non
si
riduce
al
crescere
di
t.
In
particolare
ustatico
non
nientaltro
che
r0/k,
in
particolare
questo
sarebbe
r0/k
[],
quindi
non
sarebbe
nientaltro
che
lo
spostamento
che
la
forzante
produrrebbe
sulloscillatore
se
fosse
applicata
staticamente.
Mentre,
invece,
il
fattore
di
amplificazione
R
il
rapporto
tra
lo
spostamento
massimo
prodotto
dalla
forzante
e
lo
spostamento
statico:
R=
umax/ustatico.
Quindi,
in
sostanza,
R
ci
dice
che
la
forzante
pu
produrre
effetti
ben
maggiori
di
quelli
che
produrrebbe
se
fosse
applicata
staticamente:
cio
umax
pu
essere
decisamente
pi
grande
di
ustatico.
Quindi
applicare
una
forza
dinamicamente,
se
con
velocit
angolare
opportuna,
pu
produrre
effetti
ben
maggiori
di
quelli
che
produrrebbe
se
venisse
applicata
staticamente.
Questo
un
dato
abbastanza
interessante
e
non
immediatamente
comprensibile,
cio
[]
dinamica,
non
sarebbe
cos
chiaro
come
applicare
una
forza
che,
invece
di
avere
intensit
costante,
ha
intensit
variabile
nel
tempo
con
legge
sinusoidale
e
alla
fine
produce
effetti
maggiori
di
quelli
che
produrrebbe
una
forza
statica.
Quindi
un
dato
sicuramente
importante
ed
anche
un
dato
che
ci
d
una
misura
della
pericolosit
del
terremoto,
perch
il
terremoto,
purtroppo,
ha
un
fattore
di
amplificazione
che
per
le
nostre
posizioni
oscilla
tra
2,5
e
3.
Quindi
il
terremoto
produce
effetti
circa
tripli
di
quelli
che
produrrebbe
se
applicato
staticamente,
per
il
solo
fatto
di
essere
applicato
dinamicamente
[].
C
anche
un
angolo
di
sfasamento
tra
la
forzante
e
il
movimento
che
la
forzante
produce
nelloscillatore.
Quindi
abbiamo
uno
sfasamento
angolare
proprio
delloscillatore,
uno
sfasamento
angolare
proprio
della
forzante
una
velocit
angolare
propria
della
forzante,
una
velocit
angolare
propria
delloscillatore
tenuto
conto
dello
smorzamento.
Complessivamente
il
moto
ha
due
personalit
distinte,
una
propria
delloscillatore,
una
propria
della
forzante.
Nel
tempo
la
forzante
prevale,
cio
la
personalit
delloscillatore
sparisce
ed
in
questo
modo
tende
a
diventare
nullo
per
i
motivi
detti
(esponenziale
negativo
che
va
crescendo
nel
tempo)
e
rimane
soltanto
la
forzante.
Quindi,
a
prima
vista,
la
forzante
costringe
sempre
loscillatore
a
fare
ci
che
vuole.
[].
Dopo
una
parte
iniziale
nella
quale
loscillatore
[],
cio
ha
il
proprio
modo
di
vibrare
che
cerca
in
qualche
modo
dimporre
(linea
nera
continua).
Loscillatore
cerca
in
tutte
le
maniere
di
divincolarsi,
ma
non
ci
riesce
e
pian
piano
la
forzante
(linea
nera
tratteggiata)
lo
costringe
a
seguire
il
proprio
movimento
(la
linea
continua
si
sovrappone
a
quella
tratteggiata).
E
qui
vedete
quali
sono
i
parametri
in
questione:
state
vedendo
una
situazione
nella
quale
f=3,77 rad/s
e
=12,57
-UNICO
RAPPORTO
DI
2,5
TRA
AZIONI
DI
SLU
E
SLD
DI
ag:
ovvero
terremoti
che
avvengono
ogni
500
anni
o
100
anni.
Non
va
bene
per
come
sono
le
leggi
di
ricorrenza.
Per
cui
il
rapporto
tra
le
accelerazioni
variabile
a
seconda
della
legge
di
ricorrenza.
Deve
variare
da
punto
a
punto,
a
seconda
della
pericolosit
sismica
del
sito
considerato.
Lo
si
vede
prendendo
tre
diverse
curve
di
pericolosit.
In
particolare
per
arrivare
a
2,5
in
Italia
bisogna
arrivare
a
7700
e
passa
comuni:
gli
ultimi
300
comuni,
quelli
pi
sismici
(ad
esempio
quelli
dell
arco
calabro).
Per
la
media
dei
comuni
italiani
per
SLD
con
p=50%
su
Vr=50
anni,
Tr=92
anni,
i
rapporto
ag
di
SLU/SLD
0,8
NON
2,5.
-
FORME
SPETTRALI
PER
I
DIVERSI
TIPI
DI
SUOLO
O
COFFICIENTI
NON
POSSONO
ESSERE
SLEGATI
DALLA
PERICOLOSITA
Dopo
queste
critiche,
la
protezione
civile
stipula
con
INGV
una
convenzione
da
20
milioni
di
euro
per
il
PROGETTO
S1
per
una
definizione
della
pericolosit
sismica
pi
aderente
alle
attuali
conoscenze
della
geofisica.
DM
2005
1) Zonazione
ancora
comunale
unica
2) Forme
spettrali
e
coefficienti
di
forma
ancora
indipendenti
dalla
severit
del
terremoto
3) Variabilit
forme
spettrali
con
il
suolo
discutibile
NOVITA:
SLD
con
Tr=72
anni
anzich
92
anni
e
Spettri
di
risposta
distinti
tra
SLD
e
SLU
ORDINANZA
CONSIGLIO
DEI
MINISTRI
(opcm)
2006
porta
unaggiornamento
degli
elenchi
zone
sismiche.
In
realt
la
protezione
civile
ha
quasi
pronta
la
pericolosit
prodotta
dall
INGV,
dove
troviamo
espressi
questi
concetti:
1) Quattro
zone
sismiche
con
quattro
diversi
valori
di
ag
su
suolo
di
tipo
A.
Le
prime
3
zone
possono
essere
poi
ulteriormente
suddivise
in
sottozone,
togliendo
quindi
la
differenza
troppo
alta
dei
cassetti
(critica
vista
in
occasione
della
conferenza
di
Spoleto).
Le
regioni
per
i
loro
comuni
possono
quindi
ridurre
la
differenza
tra
i
comuni
attraverso
una
sottozonazione
in
termini
di
accelerazione
con
intervalli
fino
a
0,025
ag
2) Probabilit
di
superamento
10%
in
50
anni
con
Tr=
475
anni
3) Per
la
prima
volta
si
parla
di
pericolosit
calcolata
per
punti
che
non
devono
distare
pi
di
5
km
tra
loro.
Controsenso
con
la
zonazione
comunale
del
DM!
Nota
sulla
mappa:
le
linee
di
livello
tracciate
su
una
maglia
di
punti.
Nota
la
differenza
rispetto
alle
altre
carte:
si
vede
che
non
pi
fatte
sui
comuni.
La
protezione
civile
si
sta
quindi
allineando
con
quanto
detto
su
Spoleto
e
Genova
INGV
mette
in
rete
le
mappe
interattive
di
pericolosit
sismica
su
rete.
Con
la
ricerca
per
latitudine
e
longitudine
o
per
nome
del
comune
NOTA:
le
accelerazioni
sulla
maglia
sono
precise
a
meno
dell1%
di
g.
E
un
errore
grande
dove
ho
piccole
accelerazioni.
Per
cui
ad
oggi
PERICOLOSITA
AD
ERRORE
ASSOLUTO
COSTANTE,
per
cui
molto
pi
aderente
alla
realt
nelle
zone
molto
sismiche,
poco
aderente
alla
realt
nelle
zone
poco
sismiche.
Mappe
di
livello
con
i
valori
medi
pi
lo
scarto
quadratico
medio,
con
cui
vediamo
la
dispersione
delle
pericolosit.
Tutte
pericolosit
con
il
10%
su
50
anni
e
con
ag
su
suoli
rigidi
affioranti
piani
individuate
con
la
velocit
di
trasmissione
delle
onde
di
taglio
nei
primi
30
metri
che
deve
essere
superiore
a
800
metri
al
secondo.
Sono
le
cattive
traduzioni
del
piedi
americani:
2550piedi/secondo(1piede=0,3025
metri)
Pericolosit
sismica
sulle
are
sismo
genetiche
individuate.
NOTA
alcune
per
vanni
riviste,
quelle
individuate
con
lettere
e
non
con
numeri
Variano
le
forme
spettrali
al
variare
percentuale
di
eccedenza.
La
forma
varia
con
il
periodo
di
ritorno
allargandosi
in
generale.
SISMICITA
ITALIANA
COMPLETA
IN
TERMINI
SPAZIO
TEMPORALI.
Si
tiene
conto
variabilit
spaziale
degli
11000
punti
e
temporale,
per
cui
varia
l
intensit
del
terremoto
al
variare
probabilit
di
superamento
del
terremoto
su
50
anni.
GRAFICI
DI
DISAGGREGAZIONE
importanti
per
i
siti
non
sismo
genetici,
ad
esempio
Roma,
per
vedere
il
contributo
in
termini
di
magnitudo
e
distanza
con
i
diversi
colori
che
ci
dicono
in
percentuale
come
quel
sito
contribuisce.
Vedi
programmi
tipo
SIMQUAKE
e
REXEL.
Programmi
che
forniscono
accellerogrammi
purch
gli
venga
data
la
magnitudo
e
la
distanza
di
riferimento.
Ad
esempio
a
15
km
di
distanza,
con
terremoti
veri(rexel)
o
simulati(simquake),
so
cosa
vuol
dire
ricevere
un
terremoto
posto
ad
una
certa
distanza
con
una
certa
distanza
ipocentrale
e
di
una
certa
magnitudo
NEGLI
STATI
UNITI:
non
si
limitano
a
dire
a
che
distanza
stanno
le
sorgenti.
Ma
vengono
posizionate
non
in
una
simmetria
polare,
ma
mettendole
dove
stanno,
consentendo
al
progettista
di
sapere
da
che
direzione
viene
i
terremoti
pi
intensi.
Liberando
il
progettista
di
dimensionare
con
terremoti
equo
intensi
qualunque
sia
la
direzione
da
cui
arriva.
In
Italia
bisognerebbe
passare
ad
isosisme
ellittiche
da
circolari
e
bisognerebbe
lavorare
sulla
attenuazione.
QUANTO
E
STATO
GUADAGNATO
PASSANDO
DA
UNA
PERICOLOSITA
SISMICA
DI
QUATTRO
ZONE
AD
UNA
PERICOLOSITA
SISMICA
DEFINITA
IN
QUESTO
MODO?
Accelerazione
di
picco
per
progettare,
con
Tr
500
anni,
40%
rispetto
alle
accelerazioni
precedenti.
Perch
migliore
articolazione
sismicit:
molti
di
pi
i
punti
che
richiedono
meno
ag
rispetto
a
quelli
che
ne
richiedono
di
pi.
- ridondanza
- iperstaticit
- sovra
resistenza
La
distribuzione
Poissoniana
per
sapere
la
probabilit
che
ho
di
incontrare
un
terremoto
(pi
che
conoscere
la
statistica
del
sito
ogni
quanto
torna
un
terremoto)
se
costruisco
un
Periodo
di
riferimento
di
molto
inferiore
al
periodo
di
ritorno
del
terremoto.
Per
cui
il
problema
di
definire
quale
sia
Vr,
un
problema
che
afferisce
alla
norma
perch
un
problema
tra
costruttori
e
utilizzatori.
Delle
tante
possibili
espressioni
Poissoniane,
la
probabilit
di
un
solo
superamento
ha
questa
espressione:
La
normativa
lo
definisce
legandolo
a
delle
indicazioni
progettuali,
poi
fissa
delle
probabilit
di
superamento
(ne
definisce
entit
a
seconda
stato
limite)
e
rinvia
al
punti
2.4
per
definire
Vr.
Vn
la
vita
nominale
della
costruzione
mentre
Cu
legato
all
uso
dell
edificio
che
si
fa.
Fotografiamo
cos
due
caratteristiche
diverse
delledificio:
-Vn
si
lega
alla
manutenzione
delledificio
ma
anche
alla
durabilit
della
mia
costruzione
definita
in
fase
progettuale.
Ad
esempio
se
stabilisco
Vn=
50
anni
sto
decidendo
una
serie
di
accorgimenti
progettuali
che
sostanzialmente
si
legano
alla
durabilit.
NOTA:
nellEurocodice
Vn
ha
una
definizione
diversa:
design
working
life
legandola
pi
che
alla
durabilit
o
solo
a
quella,
alla
sicurezza.
Da
noi
questo
legame
completamente
tagliato.
Perch
siamo
lunico
paese
europeo
che
d
alla
propria
legge
un
carattere
impositivo.
Per
cui
non
stato
messo
il
discorso
della
sicurezza
nelle
NTC.
Va
indicato
espressamente
nelle
tavole
di
progetto.
La
norma
pensa
a
tre
tipi
di
costruzione.
Per
la
prima
pensa
anche
ad
opere
di
grandi
dimensioni,
come
il
ponte
di
Messina,
che
impiegher
tempo.
Le
opere
che
hanno
vita
nominale
100
anni
non
costa
il
doppio
di
quella
50
anni:
oggi
non
pensiamo
mai
al
solo
costo
previsto
d
acquisto
ma
anche
i
costi
di
manutenzione.
Costo
attualizzato
vedendo
quanto
ci
sar
costata
quella
costruzione
dopo
100
anni
con
gli
interventi
di
manutenzione.
Se
le
condizioni
ambientali
non
cambiano,
Vn
ci
dice
dopo
quanto
tempo
effettuare
manutenzione
ordinaria.
NOTA:
Si
lega
ai
cicli
di
manutenzione:il
problema
della
manutenzione
straordinaria
(controlli
approfonditi
che
vanno
dal
rifacimento
delle
impermeabilizzazioni,
impianti..).
Lidea
che
se
la
faccio,
gli
azzero
let
dell
edificio.
Per
cui
la
vita
vera
dipende
da
quanto
buona
sar
la
manutenzione
che
faccio.
Vn
si
lega
all
approccio
poissoniano,
all
idea
di
una
densit
di
probabilit
uniforme.
PROCESSO
SENZA
MEMORIA,
che
non
tiene
conto
il
tempo
che
passato,
perch
in
realt
dopo
50
anni
il
terremoto
potrebbe
arrivare
in
tempi
pi
vicini.
E
qualcosa
che
andr
rivista.
NOTA:
uno
pu
pensare
anche
ad
altre
Vn
- Cu
edifici
abitati
in
maniera
diversa
dalluso
per
il
quale
erano
stati
progettati.
Esempio
ospedali
allinterno
di
edifici
nobiliari.
E
meglio
legare
la
sicurezza
alluso
che
se
ne
fa
delledificio
piuttosto
che
allidea
per
la
quale
era
stata
progettata
la
costruzione.
Per
cu
diventa
un
coefficiente
maggiorativo
che
nasce
alluso
che
uno
attribuisce
alledificio.
Risponde
alla
domanda:
ho
progettata
questo
edificio
come
civile
abitazione,
ma
come
ospedale
quanto
crescono
le
azioni
di
progetto?
Per
cui
cambia
destinazione
come
cambiano
le
azioni
di
progetto?
Perfetta
analogia
con
la
normativa
Europea:
4
classi
d
importanza.
Addirittura
ho
una
prima
classe,
con
gli
edifici
rurali
(stalle)
in
cui
il
coefficiente
duso
minore
di
uno,
perch
cos
modesti
e
importanti
che
posso
ridurre
l
azione
della
vita
nominale.
Al
procedere
classe
duso,
aumenta
la
Vn.
NOTA
IMPORTANTE
:
In
precedenza
si
parlava
di
coefficienti
di
importanza
,
tuttora
nell
euro
codice,
come
coefficienti
maggiorativi
dellaccelerazione
sismica
al
suolo.
Ma
sono
sbagliati.
Leuro
codice
in
realt
dice
che
il
fattore
d
importanza
assegnato
a
ciascuna
classe
d
importanza
e
che
dovrebbe
essere
derivato
da
un
pi
alto
o
un
pi
basso
periodo
di
ritorno.
Maggiorare
Vn
di
un
coefficiente
maggiorativo
vuol
dire
maggiorare
Vr
e
quindi
Tr(pensa
alle
formule
di
Poisson).
Non
significa
questo
maggiorare
l
azione
sismica,
perch
non
vuol
dire
passare
ad
un
terremoto
con
un
periodo
di
ritorno
maggiore,
perch
le
curve
di
pericolosit
non
indicano
un
incremento
continuo
dell
azione
sismica:
si
saturano
all
aumentare
di
Tr,
si
va
attenuando
la
crescita
dell
azione
sismica.
1) Per
cui
non
corretto
collegare
la
classe
d
importanza
ad
un
coefficiente
maggiorativo
dell
accelerazione
al
suolo,
perch
magari
sono
in
un
sito
in
cui
ho
gi
raggiunto
l
azione
sismica
massima
presente
per
un
Tr
475
anni
che
corrisponde
ad
un
Vn
50
anni,
per
cui
non
ha
senso
maggiorare
l
azione
sismica
per
proteggere
se
l
non
c
la
possibilit
di
unazione
sismica
maggiore
non
detto
quindi
che
mi
trasferisco
ad
un
terremoto
con
periodo
di
ritorno
maggiore.
2)
Fisso
1,4
come
massimo
di
aumento
dellazione
sismica,
ma
se
raddoppia
il
Tr
non
detto
che
sia
sufficiente.
Questo
lo
leggo
sempre
sulla
curva
di
pericolosit.
Esempio
per
Catania,
Cu
=
2
anni
l
azione
sismica
pi
che
doppia,
quando
passo
da
Tr=475
a
Tr=925
PER
CUI
COERENTE
CON
UN
Vr
LEGATO
SEMPRE
AL
PERIODO
DI
RITORNO
Tr,
CONSIDERARE
COS
Cu.
Decidere
sempre
il
periodo
di
attesa
del
terremoto
non
l
aumento
dell
azione
sismica.
Considerando
una
legge
di
ricorrenza
di
tipo
poissoniano
e
legando
la
verifica
alla
probabilit
di
superamento
corrispondente
a
4
stati
limite.
Limite
inferiore
di
protezione
sismica:
nel
caso
di
Vr<35
anni,
lo
assumiamo
pari
a
Vr=35
anni
perch
nel
caso
della
casistica
sismica
italiana
il
primo
Tr
relativo
a
terremoti
di
ogni
30
anni.
Per
cui
Vr
il
primo
arrotondamento
facendo
Vr=Vn*Cu
.
Ad
esempio
nel
primo
rigo
avremmo
al
massimo
20
anni
per
la
classe
IV.
Sono
esclusi
dalla
verifica
sismica
opere
come
i
ponteggi,
ovvero
che
abbiano
vita
nominale
inferiore
a
due
anni.
Fin
qui
abbiamo
parlato
di
Vr,
ma
per
trovare
Tr,
oltre
a
Vr
,
dobbiamo
conoscere
la
Probabilit
di
superamento
Pn>1
Qui
rispetto
agli
approcci
precedenti,
c
stato
un
incremento
degli
stati
limite.
Prima
solo
il
crollo,
poi
crollo
e
danni
perch
un
terremoto
piccolo
e
frequente
pu
arrecare
danni
da
richiedere
una
progettazione
specifica
per
motivi
economici.
Oggi
sono
diventati
quattro,
due
di
esercizio
e
due
ultimi.
Ad
ogni
stato
limite
p
legato
un
periodo
di
superamento,
pari
a
Per
cui
a
questo
punto
conosciamo
la
domanda
sismica.
Ma
perch
stati
limite
e
perch
quattro
anzich
uno
solo?
Perch
della
curva
di
capacit
forza
orizzontale
applicata-
spostamento
massimo,
vogliamo
definire
abbastanza
puntualmente
il
tracciato.
Essendo
una
linea
piuttosto
variabile
al
variare
della
rigidezza
della
struttura
man
mano
che
il
danno
procede,
ci
servono
pi
punti
per
caratterizzarla.
Le
strutture
nostre
elastiche
le
abbiamo
definite
sempre
con
Forza
massima-spostamento
massimo
perch
il
comportamento
erano
lineari,
per
cui
era
sufficiente
un
punto
per
conoscere
la
curva
di
capacit,
ovvero
come
si
comportava
allaumento
delle
forze.
Ora
invece
ci
servono
pi
punti
perch
accettiamo
un
comportamento
elasto-plastico,
la
curva
non
pi
un
segmento
di
retta
ma
un
arco
di
parabola.
Per
cui
progettazione
per
soddisfare
molte
prestazione
PROGETTAZIONE
MULTIPRESTAZIONALE
ANTISISMICA
Mutuata
dalla
pi
recente
normativa
USA.
Dopo
il
terremoto
californiano
di
Northridge
1995:
non
bastava
rafforzare
le
strutture.
Negli
anni
70
San
Fernando.
A
3
km
di
distanza
e
con
la
stessa
magnitudo,
ma
il
secondo
ha
prodotto
molti
pi
danni
nonostante
il
rinforzo
strutture.
Per
cui
due
anni
dopo
VISION
2000
-Abbiamo
vari
stati
limite,
abbiamo
varie
prestazioni:
quattro.
Per
cui
progettazione
multi
prestazionale.
LA
PRESTAZIONE
INDIVIDUATA
IMPONENDO
IL
RISPETTO
DI
PIU
STATI
LIMITE
-
Se
prima
ci
occupavamo
solo
della
struttura,
per
cui
la
prestazione
era
in
sostanza
una
resistenza:
valutavamo
le
sollecitazioni
massime
prodotte
dal
terremoto,
verificavamo
che
la
resistenza
struttura
fosse
maggiore
o
uguale
alle
sollecitazioni
massime
prodotte.
Poi
si
visto
come
la
maggior
parte
dei
costi
in
termini
di
danno
provocate
da
un
terremoto,
erano
legate
ad
elementi
non
strutturali.
Da
cui
si
passato
dal
concetto
di
resistenza
al
concetto
di
prestazione,
includendo
elementi
non
strutturali
e
impianti.
Prestazione
per
cui
posso
controllare.
Curva
di
capacit-rappresentazione
sintetica
della
struttura:
Tante
prestazioni
perch
capacit
dellintera
costruzione:
elementi
strutturali,
elementi
non
strutturali
e
impianti.
Non
si
pu
considerare
la
semplice
somma,
perch
interagiscono
tra
loro.
Esempio
una
struttura
a
telaio
c.a.
tamponato:
se
all
interno
del
telaio,
ho
un
altra
curva
di
capacit
rispetto
ad
una
curva
di
capacit
telaio
in
c.a.
+
tamponatura.
E
poi
come
lo
traduco
in
termini
progettuali
questi
stati
limite?
In
termini
quantitativi
queste
prestazioni
e
soprattutto
poi
lasciato
il
progettista
a
decidere
come
soddisfare
quella
prestazione.
Norme
sempre
pi
prestazionali
che
prescrittive,
per
cui
il
progettista
sempre
pi
libero
sul
come
ma
poi
ne
deve
rispondere.
Per
ciascuna
probabilit
di
superamento
che
si
lega
al
mio
stato
limite
a
cui
si
lega
Vr,
ricavo
il
Tr
del
terremoto
ovvero
la
domanda
per
cui
sono
in
grado
di
conoscere
la
capacit.
Domanda
che
ha
tante
caratteristiche
a
cui
si
risponde
una
capacit.
IMMGINE
CURVA
DI
CAPACITA
DI
UN
TELAIO
PIANO,
che
ne
caratterizza
la
progettazione:
i
nuovi
stati
limite
sono
quelli
con
sfondo
bianco.
E
stato
confrontato
il
taglio
al
piede
con
lo
spostamento
massimo
in
testa.
Ci
aspettiamo
che
le
nostre
strutture
abbiano
questa
curva.
NOTA
va
inteso
in
maniera
ampia,
se
volessimo
ridurre
veramente
il
rischio
sismico.
Pensa
alle
attrezzature
all
interno
di
un
ospedale..esempio
condizionatori,
proiettori,armadi..
DOMANDA:
questi
due
stati
limite
nuovi,
hanno
una
ragion
d
essere?
Per
capirlo,
vediamo
cosa
ci
raccontano.
SLO:
perch
nato?
Per
i
terremoti
piccoli,
quello
che
precede
lo
stato
limite
di
danno,
perch
abbiamo
costruzioni
come
gli
ospedali
per
cui
siamo
interessati
prima
alla
funzionalit
che
al
danno.
Vogliamo
che
rimangano
operative
durante
e
subito
dopo
il
terremoto.
Ma
anche
i
musei.
Anche
perch
quando
arrivavo
allo
SLU
avevo
resistenza
in
termini
di
strutture,
ma
impianti
fortemente
danneggiati.
SLC:
per
sapere
se
il
terremoto
poco
pi
grande
provocava
il
crollo
della
struttura.
Lo
spettro
di
progetto
il
valore
medio
dei
massimi
per
cui
ha
probabilit
del
50%
di
essere
superato
e
il
50%
di
non
essere
superato.
Se
ho
speso
tutta
la
resistenza,
in
che
altro
modo
posso
difendermi
dal
crollo?
Duttilit,
quello
spostamento
orizzontale
nella
curva
di
capacit
per
cui
ho
una
probabilit
di
superamento
che
il
doppio,
e
il
Tr
raddoppi.
Per
cui
se
il
terremoto
una
volta
e
mezzo
pi
forte,
la
struttura
duttile
non
crolla.
La
struttura
si
sposta
orizzontalmente
a
forza
costante,
non
pi
in
grado
di
far
cresce
la
forza
applicata
perch
ormai
si
plasticizzata.
Non
ha
pi
rigidezza
per
cui
on
grado
di
far
crescere
la
forza
applicata:
non
leggiamo
questa
maggiore
intensit
sulla
struttura.
La
probabilit
che
crolli
la
met
della
probabilit
che
ti
venga
il
terremoto
per
la
quale
raggiungi
la
resistenza,
e
la
struttura
in
grado
di
sopportare
un
terremoto
una
volta
e
mezzo
pi
grande
se
la
progetti
con
una
duttilit
adeguata.
Duttilit
da
conservare
oltre
la
resistenza
massima.Esigenze
effettive
quindi
questi
due
stati
limite.
Fasi
operative
quindi:
1) si
valuta
il
periodo
di
riferimento
Vr
2) si
ricava
per
ciascun
stato
limite,
tramite
poisson,
il
periodo
di
riferimento
Tr
Dati
gli
stati
limite
e
la
probabilit
di
superamento,
quali
Tr
stiamo
associando?
SLO
per
Vr=
50
anni
ha
un
Tr=
30
anni.
Per
cui
senza
altro
lo
incontriamo
anche
a
Roma
questo
terremoto.
SLD
per
Vr=50
anni
ha
un
Tr=50
anni.
Per
cui
vicino
a
SLO.
Mentre
p
lontano
SLV
rispetto
al
SLD,
perch
ha
un
Tr=9,5
volte
Vr,
per
cui
per
un
Vr=50
anni
ha
un
Tr=475
anni
mentre
per
SLC
ha
un
Tr=975
anni,
quindi
il
doppio
rispetto
dallo
stato
limite
penultimo
(SLV)
e
comunque
molto
lontani
dai
corrispondenti
terremoti
di
SLE.
Per
cui
la
normativa
consapevole
ha
lasciato
una
porta
aperta
ad
eventuali
modifiche
limitandole
per
agli
SLE,
perch
contemplando
la
sicurezza
delle
persone
gli
SLU,
non
le
posso
cambiare
e
sono
ritenuti
sufficienti
dalla
normativa.
Quindi
posso
modificare
ad
esempio
per
un
edificio
di
classe
II,
le
percentuali
81%
e
63%
per
produrre
costruzioni
che
sopportano
meglio
terremoti
medio-piccoli.
Spendendo
di
pi
per
comprare
ma
meno
per
mantenere.
Lo
facciamo
sempre
il
confronto
tra
costo
e
costo
attualizzato.
Si
pu
pensare
a
SLE
pi
protettivi,
ad
esempio
riducendo
quelle
percentuali,
ottenendo
terremoti
pi
intensi
perch
con
Tr
in
generale
pi
alti.
Cu
invece
che
per
moltiplicare
Vn,
lo
si
usa
per
dividere
la
Probabilit
di
superamento.
La
chiamiamo
strategia
b,
pi
protettiva
nei
confronti
degli
SLE.
Detto
Tr,a
il
periodo
di
ritorno
con
la
strategia
di
noma
e
Tr,b
il
periodo
di
ritorno
ottenuto
con
la
strategia
pi
protettiva,
per
confrontare
le
due
strategie,
considero
tale
rapporto
R:
Le
troviamo
nella
Circolare
617
/2009
(C3-
capitolo
3
come
la
norma)
attuativa
delle
DM
2008
Succede
che
nel
momento
in
cui
ho
plasticizzato
questunico
elemento
duttile,
la
forza
con
cui
sto
tirando
le
due
estremit
di
questa
catena
non
potr
pi
crescere.
Quindi,
sicuramente,
la
resistenza
dellanello
duttile
determina
la
resistenza
complessiva
della
struttura
(in
questo
caso
la
struttura
la
catena).
La
conditio
sine
qua
non
che
nel
frattempo
non
si
siano
rotti
gli
elementi
fragili,
senn
l
la
duttilit
me
la
do
in
fronte.
Tanti
pi
elementi
fragili
inserisco,
tanto
meno
duttile
la
catena.
Laltra
cosa
interessante
:
che
relazione
c
tra
la
duttilit
degli
elementi
fragili,
[]
e
dellelemento
duttile?
Pur
avendo
la
duttilit
concentrata
solamente
in
pochi
elementi,
in
questo
caso
addirittura
in
uno
solo,
riesco
ad
ottenere
un
comportamento
duttile
dinsieme.
E
qui
capite
subito
lanalogia:
non
c
differenza
concettuale
rispetto
a
quello
che
abbiamo
detto
degli
anelli
fragili
e
duttili
con
riferimento
ad
una
struttura
intelaiata
costituita
da
travi
e
pilastri.
Per
tutte
le
situazioni
per
cui
il
funzionamento
in
serie:
le
sollecitazioni
sugli
elementi
fragili
siano
direttamente
collegabili
alle
sollecitazioni
sugli
elementi
duttili,
con
equazioni
di
equilibrio,
ad
esempio
nei
nodi
di
un
telaio
in
cui
gli
elementi
duttili
sono
le
travi,
se
queste
sono
plasticizzate
la
somma
dei
momenti
agenti
sui
pilastri
pari
alla
somma
dei
momenti
agenti
sulle
travi
cambiate
di
segno.
Cos
come
il
tiro
agente
sugli
anelli
di
vetro,
pari
al
tiro
esercitato
dallanello
duttile
tenuto
conto
delle
sue
deformazioni.
-
E
sufficiente
che
gli
elementi
fragili
siano
pi
resistenti
degli
elementi
duttili
-E
sufficiente
che
le
sollecitazioni
sugli
elementi
fragili
siano
ricavate
non
dal
modello
di
calcolo
ma
dalle
sollecitazioni
agenti
dai
momenti
duttili
TELAIO
IN
C.A.:
dal
modello
di
calcolo
ricavo
le
sollecitazioni
sulle
travi
dalle
quali
decido
le
resistenze.
Avendole
armate
conosco
il
loro
momento
resistente.
Le
sollecitazioni
sui
pilastri
le
calcolo
prendendo
le
resistenze
delle
travi
imponendo
che
siano
in
equilibrio
con
i
momenti
sollecitanti
con
i
pilastri
considerando
anche
un
ulteriore
coefficiente
moltiplicativo
dell
ordine
del
10%
o
30%
a
seconda
della
classe
di
duttilit
(coefficiente
di
sovra
resistenza
r).
NOTA:
UN
METODO
DI
PROGETTO
NON
DI
VERIFICA,
non
ho
verifica
senn
dovrei
utilizzare
un
modello
non
lineare.
Non
avr
mai
l
evidenza
di
aver
conseguito
tale
strategia
se
non
attraverso
un
modello
di
calcolo
non
lineare
che
mi
farebbe
toccare
con
mano
il
reale
comportamento
della
struttura.
Si
pu
parlare
di
meccanismi
fragili
come
i
nodi:
li
rendo
cos
resistenti
che
non
si
rompono
prima
che
si
elasticizzano
le
travi.
Per
cui
si
pu
definire
la
gerarchia
delle
resistenze.
Il
meccanismo
resistente
il
Momento
flettente.
Nota:
anche
allinterno
dellelemento
Trave,
che
sono
elementi
duttili,
abbiamo
meccanismo
duttile
o
fragile:
non
sono
elementi
duttili
per
qualsiasi
sollecitazione,
ad
esempio
non
lo
sono
per
il
taglio.
Per
cui
mi
debbo
assicurare
che
la
mia
trave
non
si
rompi
a
taglio
prima
di
elasticizzarsi
a
flessione.
Armatura
a
taglio
della
trave,
in
base
al
momento
resistente:
Trave
se
si
oppone
allo
spostamento
che
il
terremoto
produce:
momenti
allestremit
concordi
allestremit
delle
travi
perch
energicamente
il
modo
migliore.
Considero
i
due
casi
solo
quindi
corrispondenti
a
momenti
concorsi.
Per
cui
"r * (Mr,sin+ Mr,des)
Ved,max =
l + pl /2
Non
solo
mi
metto
al
sicuro
dalla
rottura
degli
elementi
fragili
ma
anche
dai
meccanismi
fragilizzanti
che
possono
investire
gli
elementi
duttili.
Lultima
domanda
questa:
che
relazione
c
tra
la
duttilit
globale
e
la
duttilit
locale.
Ora,
con
semplici
passaggi
e
facendo
delle
assunzioni
tra
gli
spostamenti,
viene
fuori
una
relazione
di
questo
tipo.
Lo
spostamento
di
prima
plasticizzazione,
in
questo
caso,
sar
dato
dal
numero
di
anelli
perch
io
sto
sommando
le
deformazioni
(quindi
sto
sommando
gli
spostamenti).
Quindi
dal
numero
di
elementi
fragili
prendo
lo
spostamento
in
corrispondenza
della
forza
P1
degli
anelli
fragili,
che
hanno
comunque
una
loro
rigidezza
e
quindi
comunque
uno
spostamento
[],
pi
lo
spostamento
2
dellelemento
duttile.
Lo
spostamento
finale
sar
dato
da
n
volte
lo
spostamento
1+
2
(1
in
corrispondenza
di
questo
livello
di
forza).
Facendo
delle
assunzioni
tra
i
rapporti
tra
gli
spostamenti
viene
fuori
una
relazione
di
questo
tipo,
cio
che:
la
duttilit
globale,
la
relazione
che
sussiste
tra
la
duttilit
globale
e
la
duttilit
locale.
Facciamo
un
esempio:
se
il
numero
di
anelli
fosse
paria
9
e
il
livello
di
duttilit
locale
fosse
pari
a
10,
avremmo
20/10,
cio
staremmo
dicendo
stiamo
dicendo,
in
sostanza,
che
vero
che
riesco
comunque
ad
ottenere
un
comportamento
duttile,
ma
evidentemente
le
plasticizzazioni
si
concentrano
in
pochi
elementi,
quindi
forti
concentrazioni
di
domanda
di
duttilit.
Emergono
due
fattori:
il
concetto
che
posso
ottenere
un
comportamento
globale
duttile
a
condizione
che
gli
elementi
fragili,
pur
avendo
un
limitato
numero
di
elementi
duttili
allinterno
della
struttura,
siano
pi
resistenti
dellelemento
duttile;
che
il
rapporto,
la
relazione
che
sussiste
tra
la
duttilit
globale
della
struttura
e
la
duttilit
locale
comunque
influenzata
da
quanto
le
plasticizzazioni
sono
diffuse
allinterno
degli
elementi.
E
quindi,
come
vedete,
sono
ritornati
tutti
i
concetti
contenuti
in
termini
di
criteri
progettuali
nella
norma.
Rimane
da
particolarizzare,
da
un
punto
di
vista
applicativo,
questi
concetti
alle
strutture
reali,
alle
strutture
in
carne
e
ossa
e,
continuiamo,
poi
dovendoci
ritornare,
che
per
una
struttura
in
cemento
armato,
la
sequenza
naturale,
quella
che
garantisce
un
comportamento
strutturale
dissipativo,
dovrebbe
vedere,
nellordine
di
preferenza,
le
plasticizzazioni,
seguire
questo
schema.
Cio,
evidente
che
i
meccanismi
duttili
sono
per
noi
meccanismi
eccezionali
delle
travi;
in
successione,
la
resistenza
a
taglio
delle
travi,
il
comportamento
a
taglio;
poi
a
presso
flessione
e
poi
a
taglio
dei
pilastri.
Stiamo
dicendo
che,
se
voglio
garantire
un
comportamento
che
posso
vedere
prima,
preferirei
che
le
plasticizzazioni
si
formassero
nelle
travi.
Quindi
significa
che
io,
come
prima
cosa,
a
partire
dalle
azioni
di
progetto
definisco
le
sollecitazioni
allinterno
della
struttura
e
progetto
la
resistenza
a
flessione
delle
travi.
Una
volta
che
ho
progettato
la
resistenza
a
flessione
delle
travi,
col
concetto
della
progettazione
in
capacit,
dovr
far
s
che
questa
non
questa
sia
anticipata
dalla
rottura
a
taglio
e
quindi
progetter
la
resistenza
a
taglio,
poi
vedremo
come,
non
in
funzione
delle
sollecitazioni
di
calcolo,
ma
in
funzione
della
capacit,
cio
della
resistenza
delle
sezioni
di
estremit.
Perch
ovvio
che
in
una
trave,
quando
le
sezioni
di
estremit
hanno
raggiunto
il
momento
di
plasticizzazione,
il
taglio
allinterno
dellelemento
ancora
pi
preciso,
tenendo
conto
della
sovraresistenza.
In
successione
far
la
stessa
cosa:
determiner
la
domanda
a
pressoflessione
nei
pilastri
in
funzione
della
capacit
delle
travi.
Avendo
determinato
la
domanda
a
pressoflessione
dei
pilastri,
quindi
progettato
la
resistenza
a
pressoflessione
dei
pilastri,
determiner
la
domanda
a
taglio
nei
pilastri
in
funzione
della
capacit
di
pressoflessione
nelle
due
sezioni
di
estremit
dei
pilastri,
sapendo
che,
una
volta
che
si
sono
plasticizzate
le
due
sezioni
di
estremit
chiaramente
non
si
potr
superare
quel
valore
del
taglio.
Infine,
avendo
determinato
la
resistenza,
avendo
progettato
gli
elementi
strutturali
(travi
e
pilastri),
progetter
la
resistenza
dei
nodi
in
funzione
della
duttilit
e
di
come
sono
armati
gli
elementi
adiacenti,
ovviamente
con
tutta
una
serie
di
regole
che
tengono
conto
di
quali
sono
le
sollecitazioni
indotte
allinterno
di
un
elemento
strutturale
e
nel
meccanismo
dagli
elementi
strutturali
che
vi
convergono,
dalle
resistenze
degli
elementi
strutturali
che
vi
convergono.
Il
passaggio
successivo
che
ci
sono
tipologie
strutturali
pi
adatte
e
meno
adatte
a
portare
il
terremoto.
Ce
l
hanno
mostrato
i
terremoti
stessi.
Caratteristiche
significative
per
definire
queste
tipologie
sono
le
solite
tre:
Rigidezza,
resistenza
e
duttilit.
A
parit
di
resistenza,
non
ci
sono
le
stesse
caratteristiche
di
duttilit
e
di
rigidezza
tra
le
tipologie.
Se
ci
siamo
occupando
degli
SLU,
dove
mi
preoccupa
di
pi
la
duttilit,
scelgo
per
ogni
tipologia
q
il
fattore
di
struttura
che
divide
lo
spettro
elastico
per
ottenere
lo
spettro
di
progetto
attraverso
il
quale
tengo
conto
della
capacit
che
la
struttura
ha
di
dissipare
energia.
Elementi
non
strutturali:
per
lirregolarit
in
pianta
di
tamponamenti
con
spessore
maggiore
di
10
cm,di
solito
li
consideriamo
assenti,
ma
non
detto
che
sia
la
condizione
pi
gravosa
tra
le
possibili.
Dovremmo
valutare
la
peggiore
situazione
per
gli
elementi
resistenti
con
e
senza
tamponature.
Senn
raddoppiamo
leccentricit
accidentale
e
considerare
cos
il
caso
di
modello
con
tamponature.
Per
lirregolarit
planimetrica
5
dicembre
2011
lezione
XVII
EDIFICIO
REGOLARE
IN
ALZATO
NOTA:
se
passo
a
pilastri
30*30
(bh3/12=30^4=)
a
25*25
(25^4=
molto
facile
avere
una
riduzione
del
30%.
Cos
abbiamo
ridotto
del
70%
la
rigidezza.
Sembra
difficile
da
incontrare
invece
facile
caderci
per
pilastri
piccoli.
Per
questo
consiglio
di
pilastri
a
sezione
costante:
comportamento
dinamico
migliore
struttura
e
costa
di
meno
in
termini
di
cls,
con
vantaggi
significativi
in
termini
di
armatura.
Il
punto
g
non
rispettato
se
faccio
armature
costanti:
senn
a
fronte
di
sollecitazioni
che
variano
da
piano,
il
rapporto
tra
capacit
e
domanda
varia
pi
del
20%.
Ovvero
non
devi
esagerare
con
la
sovra
resistenza
NTC
2008
7.3
RAPPORTO
TRA
au/a1,
nota:
per
le
costruzioni
non
regolari
in
piata
questo
rapporto
ridotto
perch
considera
che
sempre
maggiore
di
uno
per
cui
facendo
la
media,
sto
riducendo
q.
NTC
2008
7.4.3.1
TIPOLOGIE
STRUTTURALI
65%
due
terzi,
perch
qualche
parete
ce
l
ho
sempre,
ad
esempio
nucleo
ascensore.
Non
c
una
ragione
forte
per
la
scelta
di
questi
termini,
le
ritroviamo
anche
nelle
normative
europee.
Quando
ho
parete
composta,
configurazione
pi
semplice
quella
accoppiata,
in
cui
ho
un
paio
di
pareti
singole
o
pi,
collegate
da
travi.
Queste
travi
tendono
a
farle
deformare
come
se
fossero
un
tutt
uno
invece
che
come
due
pareti
distinte.
Per
fare
questo
trasmettono
tagli
da
una
parete
all
altra,
sommandosi
all
altezza
della
parete
producono
al
piede
delle
pareti
una
forza
di
compressione
e
di
trazione.
Per
cui
La
parete
sopravvento
tende
a
diventare
tesa,
la
seconda
tende
a
prendere
uno
sforzo
di
compressione,
se
queste
due
forze
producono
una
coppia
che
vale
almeno
il
20%
che
il
momento
che
il
momento
diagramma
triangolare
del
sisma
ha
rispetto
a
terra,
si
parla
di
pareti
accoppiate.
NOTA
in
figura
vediamo
la
reazione
del
terreno
non
l
azione
della
parete.
Nota
potrei
avere
configurazioni
diverse
secondo
le
due
direzioni
ortogonali,
in
questi
casi
scelgo
la
configurazione
in
una
direzione
e
l
altra
nell
altra
direzione.
Esempio
parete
e
telaio,
trovando
il
fattore
q.
adotto
poi
quello
pi
piccolo.
Il
fattore
di
struttura
non
pu
essere
diverso
per
le
due
direzioni,
le
tipologie
possono
essere
diverse
secondo
le
direzioni.
ci
sono
poi
queste
situazioni
miste.
La
prima
assimilabile
a
telaio
se
almeno
il
50%
dell
azione
assorbita
dal
telaio.
Le
strutture
deformabili
torsionalmente
tendono
a
ruotare,
hanno
come
primo
di
vibrare
il
moto
torsionale,
per
cui
necessario
fare
questo
controllo.
Il
peggio
del
peggio,
senza
tamponature,
tendono
a
concentrare
tutte
le
plasticizzazioni
al
piano
terra,
dove
i
piani
superiori
tendono
a
muoversi
e
il
piano
terra
tende
a
fare
l
asta
del
pendolo
e
si
rompe.
Esempio
di
queste
strutture
ce
l
abbiamo
al
villaggio
olimpico
di
Roma.
In
generale
strutture
a
piloty
Esempi:
Ora
possiamo
quindi
definire
q0
in
cui
vediamo
strutture
che
portano
meglio
il
terremoto
tramite
la
duttilit
e
altre
malissimo
Per
le
pareti
abbiamo
anche
un
fattore
da
considerare,
nel
caso
di
pareti
tozze:
kw
come
fattore
riduttivo
fino
a
0,5.
E
un
rapporto
tra
altezza
e
larghezza
Se
la
nostra
tipologia
non
rientra
in
nessuna
di
quelle
tipizzate
o
prendiamo
un
q
molto
basso
(1,5)
oppure
lo
giustifichiamo
effettuando
una
analisi
non
lineare.
Si
vede
come
il
coefficiente
di
struttura
ha
un
massimo
di
5,85
ad
un
minimo
di
1,2.
Cambiandola
tipologia
strutturale,
le
resistenze
di
calcolo
cambiano
moltissimo.
A
parit
di
terremoto
si
pu
progettare
con
forze
che
sono
1/
6
della
forza
elastica
a
forze
che
sono
circa
pari
alla
forza
elastica.
Per
cui
la
tipologia
strutturale
importante
nella
definizione
del
meccanismo
resistente.
Lo
si
pu
toccare
con
mano
confrontando
due
spettri.
7
dicembre
2011
lezione
XVIII
FORZE
D
INERZIA
Accelerazione
unitaria
ad
un
nodo,
tenendo
fermi
gli
altri,
per
le
masse
nascono
forze
d
inerzia.
La
forza
di
inerzia
come
somma
di
tutte
le
forze
d
inerzia
Ho
quindi
vettori
e
matrici
nel
caso
di
un
MDOF,
ma
sostanzialmente
ho
le
stesse
espressioni
di
un
oscillatore
elementare.
NOTA:
in
generale
cerchiamo
di
non
considerare
le
coppie
dinerzia
anche
se
in
realt
ci
sarebbero,
gli
spostamenti
unitari
comunque
producono
coppie
per
quanto
piccole
sugli
altri
nodi.
Non
producono
effetti
sostanziali,
importanti.
E
unapprossimazione,
se
volessimo
fare
una
corretta
descrizione
delle
forze
dinerzia
dovremmo
considerarle.
Ce
ne
liberiamo
di
queste
coppie
trasferendo
le
masse
nei
nodi
e
non
lungo
lasta.
Ad
esempio
per
una
trave,
diamo
met
massa
al
nodo
di
sinistra
e
met
al
nodo
di
destra.
Alle
volte
non
coretto
nel
caso
di
forti
sbalzi.
1) matrice
d
inerzia
diagonale
con
i
termini
in
diagonale
uguali
a
zero,
perch
non
consideriamo
le
rotazioni
inerziali
(
momento
che
nasce
per
effetto
delle
rotazioni)
ma
solo
inerzie
traslazionali.
2) condensazione
statica
della
matrice
di
rigidezza.
E
soluzione
di
un
sistema
di
equazioni
per
sostituzione:
Se
pensiamo
ad
una
struttura
non
abbiamo
forzanti
esterne
applicate
per
cui
le
uniche
azioni
agenti
sulla
struttura
sono
le
forze
d
inerzia.
Se
sono
nulle
per
certi
gradi
di
libert
perch
la
matrice
di
massa
diagonale.
I
gradi
di
libert
li
scriviamo
nodo
per
nodo:
Il
vettore
ordinato
per
Ux,Uy, (
rotazione
intorno
ad
un
asse
ortogonale
all
asse
del
disegno).
Ma
secondo
non
abbiamo
forze
d
inerzia.
Sono
gli
unici
termini
che
rappresentano
azioni
applicate,
forzanti
vere,
che
effettivamente
agiscono
sulla
struttura:
perch
se
prendiamo
la
struttura
e
la
deformo,
la
lascio
libera
di
oscillare
e
sono
le
forze
di
inerzia
a
farla
muovere.
Le
uniche
forze
esterne
ce
le
ho
nelle
Ux
e
Uy.
Per
cui
riscriviamo
la
matrice
scrivendo
per
ultimi
i
gradi
di
libert
rotazionali:
esempio
Ux,
Uy
nodo
uno,
Ux,
Uy
nodo
due
e
al
termini
i
dei
vari
nodi.
Per
cui
possiamo
separare
le
equazioni
che
hanno
termine
noto
diverso
da
zero
e
termine
noto
nullo
e
risolvere
per
sostituzione:
ricavare
dalla
parte
di
equazione
che
ha
termine
noto
nulle
ricavare
alcune
incognite,
quelle
che
hanno
forze
applicate
nulle
,in
funzione
delle
incognite
che
hanno
forze
applicate
diverse
da
zero.
Sostituire
quest
ultime
e
trovare
tutto
in
funzione
dei
gradi
di
libert
sui
quali
sono
applicate
forze
esterne.
Possiamo
eliminare
tutti
i
gradi
di
libert
su
cui
non
agiscono
forze
dinamiche
esterne
nellanalisi
dinamica,
per
avere
un
equazione
pi
semplice.
1) eliminiamo
i
gdl
rotazioni
se
non
ci
sono
forze
esterne
applicate.
2) Possiamo
eliminare
i
verticali
perch
non
abbiamo
forze
di
inerzia
verticali
significative
se
non
abbiamo
grandi
sbalzi
e
grandi
luci
delle
travi
3) Possiamo
eliminare
le
deformazioni
nei
piani
dei
solai:
cio
diciamo
che
il
solaio
non
si
deformi
nel
piano.
Per
cui
la
matrice
di
massa
diagonale.
Pensiamo
che
non
ci
siano
termini
di
smorzamento
ma
solo
forze
di
richiamo
elastiche
e
le
forze
dinerzia
(forze
che
nascono
perch
la
struttura
vuole
ritornare
nella
sua
posizione
di
equilibrio).
Equilibrio
del
sistema.
Per
sostituzione,
nessuna
approssimazione
per
cui
trovati
gli
Ut
troviamo
U0
in
funzione
di
Ut.
Riduce
i
gdl:
da
6
per
nodo
passiamo
a
3gdl
per
nodo
e
3
comuni
per
tutto
il
piano
=3N
gdl
(termine
noto
nullo)
+
3.
Come
due
equazioni
in
due
incognite
ma
quando
divido
e
ho
una
matrice,
inverto
la
matrice.
E
l
operazione
che
fa
il
SAP:
SPOSTAMENTI
DI
TUTTI
I
NODI
NONOSTANTE
QUESTA
OPERAZIONE
L
HA
FATTO
PER
IL
NODO
MASTER.
CONDENSAZIONE
STATICA:
forze
di
inerzia
applicate
solo
al
nodo
master.
Esempio
non
si
pu
fare
nel
caso
di
solai
inclinati.
Noi
abbiamo
solai
tutti
paralleli
e
piani.
Questi
ultimi
3
sono
legati
al
diaframma
per
cui
le
forze
d
inerzia
sono
2
traslazionali
rispetto
al
punto
in
cui
concentrata
tutta
la
massa(baricentro
del
piano)
e
una
rotazionale
intorno
all
asse
verticale
che
possiamo
modellare
come
un
unica
massa.
La
conseguenza
di
trattare
i
solai
come
diaframmi,
mentre
ogni
nodo
inizialmente
ha
6
gdl
in
un
telaio
spaziale,
3
di
quei
6
sono
organizzabili
in
modo
tale
da
non
avere
forze
di
inerzia
associate.
Per
cui
sono
in
grado
di
condensare
per
nodo
3
gdl
su
6.
Questo
semplifica
in
modo
strepitoso
la
rappresentazione
della
struttura.
Condensazione
statica
perch
si
lega
ad
un
equilibrio,
per
questo
statica.
Qui
non
ci
sono
approssimazioni,
cerano
nel
dire
che
non
cerano
masse
inerziali
nelle
rotazioni,
poi
la
condensazione
ha
passaggi
esatti,
senza
pi
approssimazione.
Questo
non
perch
il
calcolatore
abbia
difficolt
a
risolvere
un
sistema
ad
n
gradi
di
libert,
ma
a
limitazioni
nostre:
difficolt
a
leggere
un
problema
a
tanti
gradi
di
libert.
La
condensazione
serve
a
rendere
il
problema
pi
comprensibile
a
noi.
Logica
della
condensazione
statica:
per
leggere
meglio
i
risultati
non
unapprossimazione.
Ci
interessa
capire
come
si
muove
il
solaio
nelle
oscillazioni
del
telaio
e
ci
interessa
poco
sapere
se
quella
trave
si
allunga
e
si
accorcia
un
decimo
di
millimetro
(sta
vibrando
sui
propri
modi
di
vibrare
che
non
sono
quelli
complessivi
della
struttura)
mentre
il
solaio
di
quella
trave
si
sta
spostando
di
15
cm.
Ci
interessa
lo
spostamento
complessivo.
Considero
la
trave
inestensibile
assialmente,
per
questo
posso
mettere
la
sua
massa
met
a
sinistra
e
a
destra,
ovvero
sui
nodi,
perdendo
i
suoi
allungamenti
e
accorciamenti,
le
oscillazioni
assiali
perch
ho
trascurato
le
sue
deformazioni
assiali
e
quindi
le
forze
di
inerzia
assiali.
Mi
interessa
sapere
come
si
muove
la
trave
assieme
a
tutte
le
altre.
Non
siamo
attrezzati
a
vedere
deformazioni
cos
piccole!
Deformazioni
cos
piccole
che
non
ci
interessano
in
una
situazione
di
terremoto.
Per
cui
spostamenti
complessivi
e
non
deformazioni
locali.
In
un
telaio
ci
interessano
gli
spostamenti
di
piano,
perch
ad
essi
sono
legate
le
forze
di
inerzia.
Ma
anche
gli
spostamenti
fuori
dal
piano
possono
interessarmi:
i
pilastri
che
si
accorciano
e
si
allungano.
Allinizio
quando
descrivo
lo
spostamento
orizzontale
telaio
non
mi
interessa,
poi
si
quando
voglio
conoscere
come
variano
gli
sforzi
assiali
nei
pilastri.
Ma
posso
conoscerli
in
funzione
degli
spostamenti
orizzontali
letti
prima.
Due
passi
per
arrivare
alla
condensazione(in
cui
non
faccio
approssimazione):
1) butto
via
le
forze
di
inerzia
che
considero
troppo
piccole:
ovvero
che
quel
nodo
si
muova
in
maniera
diversa
da
quell
altro
nodo
perch
si
allunga
e
si
accorcia
l
asta
2) butto
via
l
inerzia
rotazione
intorno
ai
nodi
perch
le
considero
piccole
Per
cui
in
termini
di
approssimazioni
mi
sono
ricondotto
alla
situazione
di
destra
in
cui
faccio
condensazione.
Per
cui
se
nella
situazione
di
sinistra
ho
ancora
il
concetto
di
pilastri
che
si
allungano
e
si
accorciano
quando
il
telaio
si
muove,
ma
non
ho
forze
di
inerzia
collegate
perch
essendo
questa
massa
in
asse
con
la
trave,
questo
punto
si
muove
solo
orizzontalmente,
non
nascono
forze
di
inerzia
verticali
nello
spostamento
orizzontale.
Allora,
con
la
condensazione
questi
spostamenti
verticali
fanno
parte
delle
equazioni
con
termine
noto
nullo,
per
cui
li
ricavo
in
termini
di
U1
e
U2
che
sono
spostamenti
orizzontali.
Per
trovati
U1
e
U2,
posso
ricavare
a
marcia
indietro
lallungamento
di
questo
pilastro
e
laccorciamento
i
questaltro
che
non
avevamo
considerato
nella
operazione
di
condensazione
in
cui
avevamo
meno
forze
di
inerzia
.
Per
cui
nella
condensazione
statica
tengo
conto
in
prima
approssimazione
gli
spostamenti
orizzontali
e
per
sostituzione
trovo
gli
spostamenti
verticali.
Nel
passaggio
dalla
struttura
reale
alla
struttura
su
cui
faccio
condensazione,
ho
buttato
via
la
deformabilit
assiale(differenza
di
forza
di
inerzia
tra
i
due
nodi
di
cui
fa
parte
la
trave)
della
trave
e
le
forze
rotazionale
intorno
ai
nodi
perch
non
fanno
parte
dellequazione
di
equilibrio,
perch
sono
piccole.
Mentre
nella
condensazione
ho
risolto
U1
e
U2
ed
essendo
poi
libero
di
ricavare
gli
spostamenti
verticali
che
sono
esprimibili
in
funzione
di
questi
perch
non
sono
applicate
forze
di
inerzia
verticali.
Possiamo
riscrivere
il
nostro
sistema
di
equazione
di
equilibrio
in
termini
di
forze
di
inerzia,
forze
di
richiamo
elastiche,
forze
di
smorzamento
uguale
forzanti
esterne
applicate
ai
nodi.
Ho
masse,
la
matrice
di
viscosit
e
di
rigidezza.
NOTA:
velocit
della
struttura
rispetto
al
terreno
pensato
fermo,
cos
lo
spostamento
e
laccelerazione.
Il
terremoto
x
due
punti
di
g.
Perch
stiamo
di
nuovo
considerando
le
forze
di
inerzia
totali.
Non
solo
quelle
legate
al
movimento
relativo
del
generico
nodo
rispetto
al
terreno,
ma
anche
quelle
che
nascono
per
movimento
del
terreno.
Forze
di
inerzia
legate
alla
struttura
e
quelle
prodotte
dal
terreno
Ipotesi
che
la
struttura
sia
una
pulce
per
il
terreno,
ovvero
che
laccelerazione
del
terreno
non
risenta
della
presenza
della
struttura
sopra:
come
se
sia
un
peso
che
non
influenzi
il
moto
del
terreno.
Questa
cosa
non
sempre
vera,
pensa
ad
una
centrale
di
nucleare:
non
possiamo
dire
che
x
due
punti
di
g
sia
lo
stessa
con
o
senza
centrale.
Diventer
la
forzante
da
mettere
a
secondo
membro
M(t)
Ipotizziamo
invece
che
sia
un
termine
noto
che
ricaviamo
dagli
accelerogrammi.
Accelerazione
di
trascinamento:
qualcuno
ci
leva
il
tappeto
da
sotto
i
piedi
In
particolare,
per
leggere
immediatamente
il
processo,
non
considero
smorzamento
ma
solo
forza
dinerzia
e
forza
di
richiamo
elastica.
E
cos
unequazione
differenziale
semplice.
Ci
interessano
deformate
particolari
per
cui
spostando
la
struttura,
spostandola
dalla
posizione
di
equilibro
e
attribuendole
quella
deformata
particolare,
oscilla
mantenendo
quella
deformata
come
forma,
non
come
ampiezza
(cambia
con
il
tempo,
istante
per
istante).
Ovvero
gli
spostamenti
dei
vari
nodi
cambia,
ma
il
rapporto
tra
i
diversi
spostamenti
rimane
lo
stesso.
Dove
avendo
u(t)
questa
espressione
(diversa
da
zero):
Espresso
con
un
vettore
che
chiamo
autovettore
che
definisce
la
forma
e
da
una
ampiezza
che
funzione
del
tempo.
La
forma
sta
per
conto
suo
mentre
l
ampiezza
di
questa
forma
varia
con
il
tempo.
La
sostituiamo
nell
equazione
del
moto,
per
cui
la
derivata
seconda
:
Vediamo
come
la
derivata
d
quel
vettore
rispetto
al
tempo
sia
la
derivata
di
rispetto
al
tempo,
essendo
indipendente
dal
tempo
Mi
rimane
quindi
questa
espressione,
mettendo
in
evidenza
il
termine
comune:
mi
posso
liberare
del
termine
quindi
il
termine
csen(t + ).
Mi
rimane
l
espressione
semplice:
NOTA:
interessante
scritta
in
questo
modo
perch
vediamo
come
lo
spostamento
si
riscrivibile
in
una
parte
che
dipende
dal
tempo
e
in
una
parte
che
si
lega
alla
forma.
Questa
le
novit
rispetto
alloscillatore
elementare:
nelloscillatore
elementare
cera
uno
spostamento
solo,
non
parlavamo
di
forma,
mentre
in
un
telaio
che
ha
tanti
nodi
ho
una
forma
dello
spostamento
cio
come
si
presenta
durante
lo
spostamento
il
telaio?che
relazione
c
tra
lo
spostamento
dei
vari
nodi?
QUELLO
CHE
NOI
CHIAMIAMO
FORMA
E
UN
RAPPORTO
TRA
SPOSTAMENTI.
Esempio
quando
noi
disegniamo
in
scala
dividiamo
la
forma
reale
per
un
fattore
che
chiamiamo
fattore
di
scala:
disegniamo
a
scala
1:50
rimpiccioliamo
la
figura
umana
ma
la
figura
rimane
uguale
a
se
stessa.
Se
noi
prendiamo
la
figura
umana
e
decidiamo
che
il
braccio
un
quinto
della
sua
altezza,
possiamo
riferirci
alla
lunghezza
del
braccio
mentre
disegniamo
ponendo
la
lunghezza
del
braccio
uguale
ad
uno.
Essere
umano
proporzionato,
pensa
alluomo
di
Leonardo.
La
statuaria
greca:
i
greci
si
accorgono
delle
proporzioni
del
corpo
umano.
Cos
per
la
struttura:
riferiamo
la
forma
della
struttura
allo
spostamento
di
un
nodo,
se
il
nodo
uno
si
sposta
di
uno,
quanto
si
spostano
gli
altri
nodi?
Quella
la
forma
della
struttura.
In
forma
vettoriale
possiamo
dire
che
lo
spostamento
a
cui
ci
riferiamo
la
costante
scalare
C.
Questo
spostamento
ha
entit
C,
tutti
gli
altri
che
valori
hanno
rispetto
a
C?
Vettore
che
ha
tante
componenti
quanti
sono
i
gdl
della
struttura.
Una
componente
del
vettore
ha
valore
di
uno
(quella
corrispondente
ad
ampiezza
pari
a
C),
tutte
gli
altri
spostamenti
hanno
precisi
valori
pari
come
ampiezza
a
quella
che
sto
scrivendo
dentro
il
vettore
moltiplicata
per
C.
Forma
che
assume
il
telaio
riferita
ad
uno
spostamento
che
assume
come
riferimento
che
ha
ampiezza
C.
Questa
separazione,Forma
e
fattore
di
scala,
comoda
per
ragionare
e
sta
alla
base
del
criterio
di
normalizzazione
della
separazione
della
forma
dalla
scala.
Esempio
il
SAP
quando
chiediamo
la
rappresentazione
della
deformata
ci
chiede
quanto
amplificare
gli
spostamenti.
Sta
riferendo
tutti
gli
spostamenti
a
quello
spostamento
che
amplificato
di
quella
quantit.
Conserva
la
forma
della
struttura
variandone
il
fattore
amplificativo.
FORMA:
rapporto
tra
gli
n
gradi
di
libert
e
un
grado
di
libert
preciso
che
ho
preso
come
riferimento,
a
cui
corrisponde
l
amplificazione
della
scala
che
sto
decidendo.
Tutti
gli
alti
in
automatico
si
trovano
perch
hanno
la
forma
moltiplicata
per
la
scala.
Quando
chiediamo
al
SAP
lanimazione,
la
forma
e
la
scala
sono
bloccate
varia
t
nell
equazione
di
(sen
t
+
),
facendo
variare
a
seconda
della
pulsazione.
Il
SAP
di
solito
lavora
ad
1/20
di
secondo.
Mentre
rimane
costante
(c*)
Come
per
loscillatore
elementare,
teniamo
separata
la
quantit
dello
spostamento
C
dalla
la
legge
temporale
dello
spostamento
*t
Dove
:
T=2/ e
=radice
di
(k/m)
quando
erano
due
numeri,
avevano
un
chiaro
significato.
Ma
ora
che
significato
ha
visto
che
la
radice
quadrata
di
un
quoziente
di
matrici?
Queste
forme
le
chiamiamo
Modi
di
vibrare.
Ad
ogni
modo
di
vibrare
si
associa
una
precisa
velocit
angolare
.
N
modi
di
vibrare
quanti
i
gradi
di
libert.
Anche
per
il
grado
di
libert,
per
il
modo
di
vibrare
vale
questa
relazione,
cio
non
solo
per
loscillatore
elementare.
Per
un
vettore
diverso
da
zero,
imponiamo
questa
espressione:
problema
agli
autovalori
Esiste
un
autovettore
per
cui
posso
scrivere
questa
cosa
da
sostituire
nellequazione
di
equilibrio.
Se
questo
vettore
tutto
di
zeri,
lespressione
zero,
ma
non
ci
interessa
la
soluzione
per
cui
ho
struttura
in
deformata.
Ci
interessa
chiederci
quando
questo
prodotto
non
zero
lequazione
zero.
Determinante
nullo
di
una
matrice:
Se
il
determinante
della
matrice
nullo,
possibile
trovare
una
forma
di
vettore
che
non
sia
nulla,
nonostante
il
prodotto
della
matrice
per
il
vettore
sia
nullo.
Ovvero
impongo
un
determinante
di
rango
n-1
anzich
n.
Il
sistema
di
equazioni
esprimibile
con
unequazione
di
quel
sistema
combinazione
lineare
delle
altre.
Ovvero
pu
essere
risolto
attribuendo
un
valore
qualsiasi
ad
una
variabile
e
risolvendo
tutte
le
altre
risolvendo
le
n-1
equazioni.
Per
cui
il
problema
si
lega
a
delle
ipotesi:
come
scegliamo
la
prima
variabile?!?perch
le
altre
si
risolvono
automaticamente
risolvendo
il
sistema
di
equazioni
che
diventato
di
rango
n-1
e
il
determinate
di
un
sistema
di
rango
n-1
non
nullo.
Esiste
una
soluzione
univocamente
definita.
la
matrice
ha
n
gradi
di
libert
per
cui
se
scrivo
l
equazione
di
questa
matrice
ho
un
equazione
di
n
radici.
Ad
ogni
auto
valore
corrisponde
una
forma
.
Ipotesi
semplificative
per
cui
gli
auto
valori
e
auto
vettori
sono
tutti
reali.
E
gli
auto
valori
sono
anche
tutti
positivi.
Equazione
algebrica
di
grado
n
2
nellincognita
Normalizzazione
della
masse
dell
edificio.
La
maniera
in
cui
si
muove
il
nostro
telaio
la
sovrapposizione
di
tutti
i
modi
di
vibrare.
Ricavo
per
ogni
autovettore
qual
l
valore
della
prima
componente
arbitraria
da
attribuire.
Ipotesi-consitatazione
:
la
legge
di
spostamento
del
tempo
del
telaio
si
ottiene
sovrapponendo
i
modi
di
vibrare
moltiplicati
ciascuno
per
una
costante
funzione
del
tempo
NORMALIZZAZIONE
UNITARIA
RISPETTO
ALLA
LUNGHEZZA
Imponendo
che
la
lunghezza
della
forma
sia
unitaria.
Questo
vale
sia
per
il
singolo
autovettore
sia
per
la
matrice
di
tutti
gli
auto
vettori.
Sostituita
nell
espressione
del
moto,
dove
ho
la
derivata
seconda
(ricorda
che
non
dipende
dal
tempo
ma
solo
l
ampiezza
raccolta
nel
vettore
q):
Se
rimoltiplico
per
trasporto:
diagonalizzo
il
problema,
e
arrivo
a
6
euqzione
in
un
incognita.
Il
passaggio
dallo
spazio
apparentemente
tridimensionale
allo
spazio
6n
auto
vettori,
mi
porta
a
disaggregare
il
sistema
di
6n
equazioni
in
6
n
incognite
in
6
equazione
ciascuna
in
un
incognita.
Mi
serve
per
sfruttare
la
propriet
di
ortogonalit
tra
gli
auto
vettori.
In
termini
fisici
ri-moltiplico
per
trasporto
con
il
principio
dei
lavori
virtuali:
impongo
che
qualsiasi
spostamento
sto
trattando,
il
sistema
sia
in
equilibrio.
Per
cui
ri-moltiplico
le
forze
per
trasporto
qualunque
sia
q.
Che
impongo
che
il
cambio
di
sistema
di
riferimento
non
modifichi
la
situazione
di
equilibrio
nella
quale
ci
troviamo.
12
Dicembre
2011
lezione
XIX
3)Incastri
alla
base
(vedremo
che
questa
non
unipotesi
necessaria,
anzi
vedremo
che
opportuno
tenere
conto
della
deformabilit
del
terreno
se
la
deformabilit
significativa).
Ovviamente
nel
frattempo
il
SAP
passato
ad
una
versione
successiva,
ma
questo
quello
che
vedreste
con
il
vostro
modellatore
SAP.
Dovreste
dirgli
che
state
facendo
unanalisi
piana
per
bloccare
i
gradi
di
libert
fuori
dal
piano
del
disegno,
quindi
le
due
rotazioni
e
la
traslazione
fuori
dal
piano
del
disegno.
Dopodich
inserireste
i
dati
e
avreste
il
vostro
modello.
Impostereste
unanalisi
di
autovalori
e
autovettori
e,
in
particolare,
qui
saremmo
andati
nel
menu
che
ci
permette
di
scaricare
i
risultati
dellanalisi.
In
particolare,
vedete,
saremmo
andati
alle
informazioni
modali
e
staremmo
guardando
la
tabella
dei
periodi
modali
e
delle
relative
frequenza.
Quello
che
leggeremmo
sarebbe
questo,
cio
staremmo
leggendo,
in
diversi
modi,
5
perch
abbiamo
5
solai
e
perch
gli
spostamenti
sono
solo
spostamenti
orizzontali.
Quindi
se
avessimo
fatto
una
condensazione
statica
dei
gradi
di
libert,
poich
abbiamo
soltanto
masse
orizzontali,
avremo
5
gradi
di
libert
sui
quali
stiamo
lavorando:
tanti
quanti
sono
i
piani.
Notate
che,
viceversa,
quel
telaio
che
abbiamo
visto,
avrebbe
9
gradi
di
libert
per
piano
per
5
piani,
quindi
staremmo
risolvendo
un
problema
a
5
gradi
di
liber
invece
che
45
(9x5)
gradi
di
libert.
Gli
altri
40
gradi
di
libert
il
programma
li
ricaverebbe
noti
i
5
sui
quali
ci
sono
masse,
cio
sui
quali
si
pu
pensare
che
agiscano
forze
dinerzia.
Al
solito,
li
ricaverebbe
per
back
substitution,
cio
farebbe
una
risoluzione
a
marcia
indietro
sostituendo
i
5
gradi
di
libert
che
ha
valutato
nelle
relazioni
che
legano
gli
altri
40
a
questi
5.
Relazioni
ricavate
dalle
equazioni
che
hanno
termine
noto
nullo,
cio
sulle
quali
non
c
massa.
Per
richiamare
quel
discorso
di
condensazione
statica
che
abbiamo
visto
la
volta
scorsa.
Quindi
questi
sono
il
totale
dei
modi
di
vibrare
per
la
struttura
che
abbiamo
studiato:
i
5
piani
condensati
con
i
diaframmi
cio
con
le
travi
inestensibili
assialmente.
Come
vedete
il
programma
di
calcolo
estrae
gli
autovalori
a
valore
decrescente,
cio
comincia
con
lautovalore
(2) che
ha
il
periodo
pi
alto,
poi
ricava
il
successivo
e
cos
via.
Ciascun
autovalore
precede
quello
che
lo
segue
in
termini
di
entit
del
periodo:
quindi
esce
prima
lautovalore
relativo
al
moto
pi
lento,
quello
che
ha
il
periodo
pi
grande,
quello
che
ci
mette
pi
tempo
a
compiere
un
ciclo;
e
poi
via
via
escono
i
pi
veloci.
Ovviamente
relativamente
facile
ricavare
la
frequenza
dal
periodo,
cio
una
frequenza
,
come
vedete
facilmente,
linverso
del
periodo.
Logico
no?
Quanto
tempo
ci
vuole
a
fare
un
ciclo
(periodo),
quanti
cicli
ci
sono
in
un
secondo
(frequenza).
Quindi,
ovviamente,
la
frequenza
linverso
del
periodo.
Poi
c
la
velocit
angolare
,
che
2/t,
quindi
,
grossolanamente,
6,28/T.
E
poi,
finalmente
c
2.
I
modi
di
vibrare
si
portano
dietro
i
loro
autovettori.
Qui,
per
obbligo
dimpaginazione,
vedete
soltanto
il
primo,
quello
che
ha
questo
periodo
(0,49
s),
il
secondo
e
il
terzo
(come
vedete
il
fondino
prende
solo
i
primi
tre).
Notate:
ogni
MODO
DI
VIBRARE,
tant
che
parliamo
di
primo
modo,
di
secondo
modo,
di
terzo
modo,
si
caratterizza
per
il
fatto
che
il
primo
modo
ha
gli
spostamenti
tutti
da
un
lato,
quindi
tutti
i
nodi
tendono
a
muoversi
della
stessa
direzione.
Il
secondo
modo
caratterizzato
dallavere
arte
degli
spostamenti
in
una
direzione
e
parte
degli
spostamenti
in
direzione
opposta;
quindi
il
secondo
modo,
necessariamente,
ha
un
incrocio,
gli
spostamenti
cambiano
di
segno.
Il
terzo
modo
vede
gli
spostamenti
cambiare
di
segno
due
volte
e
cos
via.
Il
quarto
modo
li
vede
cambiare
di
segno
tre
volte,
il
quinto
li
vedrebbe
cambiare
di
segno
quattro
volte
e
cos
via.
Quindi
noi,
almeno
in
termini
intuitivi,
quale
sia
la
forma
del
modo
di
vibrare
lo
possiamo
prevedere
a
priori:
gi
sappiamo
che
un
primo
modo
ha
gli
spostamenti
tutti
da
un
lato,
il
secondo
ha
gli
spostamenti
che
incrociano
una
volta,
il
terzo
ha
gli
spostamenti
che
incrociano
due
volte
e
cos
via.
Gli
autovettori
li
leggereste
da
qui.
Passereste
per
joint
output,
cio
per
luscita
relativa
ai
nodi;
passereste
per
displacement
e
finalmente
leggereste
joint
displacement.
E
la
cosa
si
presenterebbe
in
questo
modo.
Ovviamente
siccome
abbiamo
tre
gradi
di
libert
U2
sarebbe
nullo
(U2
sarebbe
lo
spostamento
ortogonale
al
piano
del
disegno,
quindi
U1
e
U3
sarebbero
gli
spostamenti
nel
piano
del
disegno,
nel
piano
dello
schermo);
la
rotazione
intorno
allasse
1
(R1)
sarebbe
nulla
perch
di
nuovo
sarebbe
una
rotazione
fuori
dal
piano
del
disegno,
la
R3
sarebbe
nulla
perch
sarebbe
una
rotazione
fuori
dal
piano
del
disegno,
mentre
leggeremmo
R2
perch
sarebbe
la
rotazione
intorno
allasse
2,
lasse
ortogonale
al
piano
del
disegno.
Non
so
che
altro
dirvi
a
riguardo.
Ovviamente
i
nodi
sono
15
(3x5)
e
quindi
avete
i
gradi
di
libert
relativi
a
tutti
i
nodi
quindi
avete
15x3=45
gradi
di
libert.
Quindi,
mentre
i
modi
di
vibrare
sono
5
perch
sono
caratterizzati
dagli
spostamenti
orizzontali
dei
5
piani,
qui
stata
gi
fatta
la
back
substitution,
cio
gi
sono
stati
trovati
gli
altri
40
gradi
di
libert
in
funzione
dei
primi
5,
chiaro?
E
quindi
gli
autovettori
si
presentano
completi,
cio
vi
danno
per
ogni
nodo
3
gradi
di
libert,
ma
i
modi
di
vibrare
sono
definiti
unicamente
dagli
spostamenti
orizzontali
di
ogni
nodo.
Infatti,
vedete
che
state
leggendo
che
il
nodo
1
e
il
nodo
3
hanno
lo
stesso
spostamento
orizzontale
(0,0027802
m).
La
differenza
che
state
leggendo
qui
(0,0027871
m)
legata
esclusivamente
al
fatto
che
il
pilastro
centrale
si
sta
allungando
e
quindi
lo
spostamento
orizzontale,
tenuto
conto
di
questo
allungamento,
lievemente
diverso.
E
cos
via.
Quindi
chiaro
che
sono
stati
gi
lavorati
questi
gradi
di
libert,
ma
sono
partiti
tutti
da
modi
di
vibrare
che
avevano
spostamenti
orizzontali
definiti
per
i
5
piani.
Qui
vedete
com
stata
riordinata
la
matrice
[]
quella
che
ha
tutti
gli
autovettori
uno
accanto
allaltro.
Qui
vedete
agganciati
i
periodi
propri
ai
modi
di
vibrare
e
vedete
anche
il
modo
di
vibrare.
Il
modo
1
disegnato
in
questa
direzione,
verso
destra,
perch
gli
spostamenti
hanno
segno
positivo
vero
destra.
Mentre
il
modo
1,
per
andare
da
questa
posizione
diametralmente
opposta
e
ritornare
in
questa,
ci
mette
0,49
secondi;
il
modo
2,
per
andare
da
questa
posizione
a
quella
diametralmente
opposta
e
ritornare
in
questa
posizione,
ci
mette
0,15
secondi.
Quindi
0,49/0,15>3:
vuol
dire
che,
mentre
il
primo
modo
oscilla
una
volta,
il
secondo
modo
oscilla
pi
di
tre
volte.
Il
modo
3
ha
un
periodo
di
0,08
secondi,
quindi
oscilla
pi
di
6
volte
mentre
il
modo
1
oscilla
una
volta
(6x0,8=0,48<0,49)
e
finalmente
il
modo
4
(T=0,06
s)
oscilla
quasi
9
volte
mentre
il
modo
1
oscilla
una
volta.
Quindi
non
capita
praticamente
mai
che
i
massimi
del
modo
2
si
sovrappongano
ai
massimi
de
modo
1
o
i
massimi
del
modo
3
si
sovrappongano
ai
massimi
del
modo
1
e
del
modo
2.
Perch
i
modi
di
vibrare
cominciano
tutti
insieme
a
manifestarsi,
ognuno
col
proprio
angolo
di
fase.
Quindi
attenzione
a
pensare
che
il
massimo
complessivo
della
struttura
sia
la
somma
dei
massimi
di
ciascun
modo
di
vibrare:
non
cos.
Ciascun
modo
di
vibrare
ha
la
sua
legge
temporale
che
significativamente
diversa
dagli
altri
modi
di
vibrare.
Quindi,
se
il
problema
che
ci
poniamo
quali
sono
i
massimi,
non
cos
facile
trovare
quale
sia
il
massimo,
specialmente
se
dobbiamo
trovare
il
massimo,
per
esempio,
per
ogni
grado
di
libert.
Qui
soltanto
quelli
che
ho
chiamato
incroci
(si
possono
anche
chiamare
intersezioni).
Come
vedete
un
primo
modo
non
ha
incroci,
non
ha
intersezioni,
tutto
da
un
lato;
un
secondo
modo
ha
unintersezione,
cio
il
segno
degli
spostamenti
parte
positivo
e
parte
negativo;
un
terzo
modo
ha
due
intersezioni,
quindi
negativo-
positivo-negativo
(abbiamo
detto
che
positivo
verso
destra
il
segno
degli
spostamenti);
un
quarto
modo
ha
tre
intersezioni,
positivo-negativo-positivo-negativo.
In
realt
non
sapremmo
dove
sono
le
intersezioni,
ma,
grossolanamente,
com
fatto
il
modo
di
vibrare
lo
sapremmo.
Permane
il
problema
di
trovare
i
valori
massimi,
per
i
motivi
che
vi
ho
detto:
ogni
modo
di
vibrare
ha
un
periodo
diverso
e
quindi
i
massimi,
in
generale
non
sono
contemporanei.
Notate,
anche
questo
ve
lavevo
gi
segnalato,
la
forma
del
modo
che
fissata,
ma
lampiezza
del
modo
dipende
dalla
maniera
con
cui
abbiamo
scelto
la
legge
di
normalizzazione.
Quindi,
questampiezza,
se
scegliamo
la
regola
SAP
(la
matrice
di
massa
pre-moltiplicata
e
post-
moltiplicata
per
la
matrice
degli
autovettori
ha
una
matrice
diagonale
unitaria),
ha
una
certa
ampiezza;
se
scegliessimo
laltra
forma
di
normalizzazione
che
vi
proponevo
(la
norma
degli
autovettori
unitaria),
avrebbe
un
altro
valore.
Ma
non
il
valore
assoluto
che
ci
interessa,
ma
la
forma,
cio
i
rapporti
tra
i
diversi
spostamenti:
questo
che
caratterizza
il
modo
di
vibrare.
Poi
il
fattore
di
normalizzazione
che
scegliamo
pu
essere
diverso:
vuol
dire
che
nel
calcolo
ne
terremo
conto
del
fattore
di
normalizzazione
che
abbiamo
scelto.
Ma
quella
che
ci
interessa
veramente
la
forma,
non
lampiezza.
Quando
scriviamo
quella
relazione
u(t)=1q1(t),
lampiezza
in
funzione
del
tempo,
mentre
la
forma
qualcosa
che
definisce
la
geometria
e
non
dipende
dal
tempo,
stiamo
dicendo
proprio
questo:
cio
stiamo
dicendo
che
questampiezza
varia
col
tempo,
ma
il
rapporto
tra
i
diversi
spostamenti,
quello
indipendente
dal
tempo,
quello
rimane
sempre
lo
stesso.
Anche
questa
una
cosa
da
capire
sul
serio.
In
sostanza,
il
tempo
come
una
lente
dingrandimento
che
si
avvicina
e
si
allontana
dalla
forma.
Quindi
al
passare
del
tempo
la
vedo
pi
ampia,
la
vedo
pi
stretta:
la
forma,
per,
rimane
sempre
la
stessa.
Ricordatevi
lassurdo
di
Achille
e
la
tartaruga,
perch
un
caso
classico.
Questo
proprio
un
classico
esempio
di
Achille
e
la
tartaruga.
Cio
se
uno
non
ragiona
al
limite
il
discorso
non
gli
torna:
come
faccio
ad
incrociare,
se
soltanto
una
questione
di
scala?
A
cambiare
segno?
Cio
questo
in
0,49
secondi
va
da
tutto
positivo
a
tutto
negativo
per
ridiventare
tutto
positivo.
La
dipendenza
dal
tempo
sinusoidale,
quindi
passa
per
lo
zero
e
cambia
di
segno,
per
ripresentare
lo
stesso
massimo
col
segno
opposto.
Cio
sempre
questa
la
relazione
che
comanda
u(t)=1q1(t):
la
forma
moltiplicata
per
una
dipendenza
temporale.
Qui
c
lampiezza,
qui
c
la
forma:
le
due
sono
staccate.
Quindi
la
trovata
vera
per
i
problemi
di
autovalori
e
autovettori
questa:
data
lequazione
differenziale,
separare
la
forma
dalla
legge
temporale
per
tenere
la
forma
costante
e
far
variare
la
legge
temporale
indipendentemente
dalla
forma.
E
infatti,
come
vedete,
facendo
cos
ho
una
parte
scalare
dipendente
dal
tempo
e
una
parte
vettoriale
dipendente
dalla
forma.
Ma
la
parte
vettoriale
si
tratta
molto
bene
perch,
vedete,
1
a
comune
su
tutte
e
tre
le
leggi
di
frequenza.
Vedete,
se
io
prendo
la
mia
struttura,
la
sposto
dalla
posizione
di
equilibrio
e
poi
labbandono,
la
mia
struttura
oscilla,
ma
la
forma,
come
notate,
non
cambia
mai,
cio
rimane
sempre
quella.
Ma
se
io
prendo
una
forma
qualsiasi,
quando
labbandono
balla
il
twist,
non
mantiene
la
stessa
forma.
Quindi
gli
autovettori
vanno
scelti
in
modo
tali
da
rispettare
rigorosamente
questa
separazione
tra
forma
ed
entit,
da
separare
rigorosamente
la
dipendenza
dal
tempo
dalla
forma.
Lidea
vincente
di
partenza
questa:
vista
la
forma
dellequazione
differenziale,
opportuno
separare
la
forma
dal
tempo.
Come
si
fa?
Mettendo
lo
spostamento
in
questa,
formalizzandolo
cos,
appunto
separando
forma
e
tempo.
Separati
forma
e
tempo
si
hanno
quegli
effetti
che
avete
visto:
che
la
forma
si
mantiene
la
stessa
al
variare
dellampiezza,
cosa
che
non
succederebbe
se
non
avessi
azzeccato
la
forma
del
modo
di
vibrare.
Qualunque
altra
forma
prendo
non
ho
questa
separazione.
Non
so
se
la
volete
rivedere
ancora
una
volta:
questa,
abbandonata,
mantiene
sempre
gli
stessi
rapporti
tra
gli
spostamenti,
spostata
dalla
posizione
di
equilibrio
e
lasciata
libera
di
vibrare;
questa
cambia
continuamente
la
propria
forma
perch
continua
a
mescolare
forma
e
ampiezza.
Invece
quella
sopra
tiene
rigorosamente
separata
la
forma
dallampiezza,
sfrutta
questa
cosa
per
mantenere
la
permanenza,
la
costanza
della
forma
e
quindi
per
parlare
di
autovettore.
Bene,
stiamo
soltanto
ripercorrendo
le
cose
viste
la
volta
scorsa
cercando
di
farvele
toccare
meglio,
di
farvele
toccare
con
mano,
quindi
di
capire
meglio
di
cosa
stiamo
parlando.
Allora,
volendo
una
descrizione
completa
degli
spostamenti
della
struttura,
se
la
struttura
ha
n
autovettori,
basta
sovrapporre
gli
n
modi
di
vibrare.
chiaro,
per,
che
ogni
modo
di
vibrare
ha
dentro
la
sua
legge
temporale,
vedete?
Ha
i
e
ha
qi.
Questo,
il
primo,
ha
0,49
secondi
di
periodo
proprio;
il
secondo
ha
0,15
secondi
di
periodo
proprio,
il
terzo
ha
0,08
secondi.
Cio
ognuno
ha
una
legge
temporale
diversa,
quindi
la
legge
temporale
completa
la
somma
delle
cinque
leggi
temporali
dei
5
modi
di
vibrare:
u(t)=iqi(t).
Ma,
per
esempio,
il
problema
di
trovare
i
massimi
ancora
un
problema
aperto.
I
massimi
chiss
dove
si
presenteranno,
perch
sto
sovrapponendo
5
sinusoidi
diverse:
che
ne
so
dove
ci
saranno
i
massimi
e
di
quale
grandezza.
E
se
avr
il
valore
massimo
dello
spostamento
del
nodo
5
in
orizzontale,
ci
sar,
per
esempio,
un
massimo
contemporaneo
per
lo
spostamento
orizzontale
nel
nodo
3?
Probabilmente
no.
Cio
ho
45
gradi
di
libert?
Avr
45
massimi
diversi
nel
tempo,
posizionati
diversamente
nel
tempo.
Quindi
la
ricerca
delle
sollecitazioni
massime,
che
quella
che
poi
ci
interessa,
che
si
lega
alla
combinazione
degli
spostamenti
massimi,
di
nuovo
non
cos
banale:
come
trovarli?
Qual
il
modo
per
decidere
degli
spostamenti
massimi?
Per
esempio,
questa
equazione,
formalizzata,
vediamo
se
funziona
Se
la
struttura
nel
complesso
si
muove
tutta
verso
sinistra,
i
quattro
modi
di
vibrare
viaggiano
ognuno
per
conto
proprio.
Notate,
sembra
che
il
secondo,
il
terzo
e
il
quarto
stiano
fermi:
non
cos.
Il
secondo,
il
terzo
e
il
quarto
si
stanno
muovendo
cos
come
il
primo.
Finch
vedete
la
struttura
oscillare,
anche
se
lievemente,
tutti
e
quattro
modi
di
vibrare
stanno
lavorando,
ma
ognuno
mettendo
in
ballo
una
parte
della
struttura
via
via
meno
importante.
Vedete,
dopo
34-35
secondi
ancora
non
si
fermata
la
struttura,
al
di
l
di
quello
che
ci
dice
il
nostro
occhio
(dovremmo
ingrandire
di
molto
limmagine
per
vedere
che
ci
sono
ancora
delle
piccolissime
oscillazioni).
Quindi
attenzione
a
questo
mondo
degli
autovettori
e
a
come
funziona.
C
molto
da
capire,
al
di
l
del
fatto
formale.
Cio
la
comprensione
non
capire
analiticamente
come
si
risolve
il
problema,
la
comprensione
:
quali
sono
le
conseguenze
fisiche
dellapproccio
risolutivo
analitico
che
ho
scelto.
Questo
dovete
capire,
l
serve
la
comprensione.
Come
in
generale
:
la
comprensione
serve
nel
passaggio,
nellinterpretazione
delle
regole
analitiche.
La
matematica,
lo
sapete,
una
forma
di
scrittura:
applicando
una
partenza,
applicando
regole
fisse,
ho
larrivo,
quindi
un
tipico
processo
deduttivo.
La
comprensione
fisica
di
quello
che
il
processo
deduttivo
ci
sta
raccontando,
sostanzialmente
a
carico
vostro:
il
processo
non
ce
lo
racconta,
non
ci
fa
capire
fino
in
fondo
che
cosa
succede.
Quindi
ragionateci
sui
modi
di
vibrare,
proprio
per
capire
queste
peculiarit:
il
fatto
che
lampiezza
dipenda
dal
tempo,
il
fatto
che
i
massimi
non
siano
contemporanei,
il
fatto,
quindi,
che
gli
spostamenti
della
struttura
originaria
sono
la
somma
degli
spostamenti
dei
quattro
modi
di
vibrare,
ma
le
conseguenze
di
questo,
in
termini
di
sollecitazioni,
non
le
abbiamo
ancora
trovate,
cio
ancora
non
sappiamo
come
ricavare
le
sollecitazioni
massime
che
poi
sono
quelle
che
ci
interessano
per
progettare.
M !"u!!(t ) + !!
xg (t )#$ + Cu! (t ) + Ku (t ) = 0 .
Notate,
questa
volta,
che
!!
xg
non
nullo,
cio
il
terremoto
c.
Per
in
tutta
questa
strepitosa
barca
il
terremoto
il
noto,
cio
!!
xg
noto
perch
i
nostri
accelerometri
posizionati
a
terra
durante
il
terremoto
hanno
registrato
proprio
le
!! xg .
Qui
un
lettore
di
un
palato
pi
fine
si
porrebbe
qualche
dubbio
e,
per
esempio,
si
direbbe:
ma
siamo
sicuri
che
il
segnale
registrato
free
field
(cio
senza
nessuna
struttura)
coincida
con
il
segnale
registrato
con
la
struttura
presenta?
Cio
possibile
che,
mentre
questo
sterminato
cagnone
che
la
Terra
scuote
il
suo
vello,
non
si
accorge
di
una
pulce
che
pu
essere
anche
pesante
e
che
sta
l
attaccata?
Cio
possibile
che
lazione
sismica
non
risente
della
massa
delledificio?
La
risposta
:
s,
ne
risente,
ma,
in
generale,
ne
risente
talmente
poco
che
possiamo
considerare
!!
xg
costante
indipendentemente.
Attenzione:
ci
stanno
anche
strutture
che
non
sono
pulci,
sono
zecche,
cio
sono
proprio
infilate
nel
terreno.
Per
esempio,
un
bel
garage
sotterraneo,
10
piani,
non
proprio
una
pulce:
cio
il
terremoto
se
ne
accorge
eccome
che
l
c
qualcosa
di
strano
e,
quindi
cambia
il
segnale,
quindi
cambia
!! xg .
Oppure
il
nocciolo
di
una
centrale
nucleare,
cio
uno
sferone
spesso
due
metri
in
calcestruzzo
armato
infilato
almeno
per
met
dentro
al
terreno:
il
terremoto
l
se
ne
accorge
che
l
c
una
massa
molto
rigida
e
molto
significativa
che
gli
cambia
!!
xg .
Per
sono
situazioni
molto
peculiari.
Quindi
se
vi
capita
il
garage
sotterraneo
da
10
piani
importante,
quello
cambier
il
segnale:
l
dovrete
fare
unanalisi
di
interazione
terreno-struttura,
non
potrete
dire:
il
terremoto
questo
perch
lo
dico
io.
Dovrete
prendere
il
terremoto
free
field
e
fare
in
modo
che
il
terremoto
si
accorga
che
presente
il
garage.
Se
vi
capita
un
nocciolo
di
una
centrale
nucleare
(forse
non
vi
capiter
pi,
diciamo),
in
quel
caso
dovreste
ugualmente
tenerne
conto.
In
generale,
invece,
pensiamo
che
!! xg
sia
il
segnale
registrato
free
field,
campo
libero,
senza
strutture.
Allora,
noto.
Quindi,
poich
nota
anche
M,
il
prodotto
M !! xg
un
termine
noto:
lo
prendo,
lo
cambio
di
segno
e
lo
metto
al
secondo
membro:
M!! xg (t ) = !MTZ!!g (t ) .
u (t ) + Cu! (t ) + Ku (t ) = !M!!
Tutti
gli
altri,
noterete,
sono
spostamenti
relativi
rispetto
al
terreno.
Questo
lo
spostamento
assoluto
del
terreno
derivato
due
volte
rispetto
al
tempo,
quindi
laccelerazione
assoluta
del
terreno.
Le
chiamiamo
accelerazioni
di
trascinamento
perch
trascinano
la
costruzione.
Notate
che
sono
solo
le
forze
dinerzia
che
tengono
conto
di
questaccelerazione:
perch?
Per
motivi
ovvi:
uno
smorzatore,
per
tenere
conto
di
questaccelerazione,
dovrebbe
essere
agganciato
alla
luna,
se
agganciato
a
terra
chiaro
che
lavora
solo
sugli
spostamenti
relativi.
La
matrice
di
rigidezza
perch
non
lavorasse
sugli
spostamenti
relativi
della
struttura
rispetto
al
terreno,
dovrebbe
essere
fondato
da
unaltra
parte
ledificio,
non
sulla
terra.
Quindi
sono
solo
le
forze
dinerzia
che
hanno
questo
problema,
che
possono
essere
diverse
se
il
terreno
si
sta
muovendo,
ossia
sono
formate
da
una
parte
di
accelerazioni
relative
della
struttura
rispetto
al
terreno
pi
le
accelerazioni
del
terreno.
Gli
altri
termini
rimangono
sempre
gli
stessi.
Queste
cose
non
ve
le
ho
fatte
notare
in
precedenza,
ve
le
ho
fatte
notare
adesso
perch
maspetterei
che
il
vostro
gusto
sia
migliorato,
cio
che
sugli
oscillatori
elementari
ci
abbiate
un
po
ragionato.
Mi
raccomando,
questo
sforzo
di
dare
un
significato
fisico
alle
formule,
alle
espressioni
analitiche,
fatelo:
anche
la
cosa
che
rende
lanalisi
pi
divertente.
Perch
applicare
regole
grammaticali,
cio
fare
passaggi
analitici,
non
molto
divertente.
una
mente
da
insetto
quella
che
gode
nel
fare
passaggi
automatici,
ma
una
mente
che
gode
nel
capire
in
termini
fisici
che
cosa
ci
sta
raccontando
il
passaggio
matematico
la
trovo
decisamente
pi
umana:
sta
leggendo
nel
mondo
che
la
circonda
delle
conseguenze
che
erano
gi
insite,
ma
che
non
vedeva.
Perch
la
matematica,
lo
sapete,
non
ci
dice
nulla
pi
di
quello
che
gi
sapevamo,
un
processo
deduttivo.
Per
linterpretazione
di
quello
che
ci
sta
dicendo
la
parte
che
ci
caratterizza,
la
parte
interessante.
Quindi
fatelo
questo
sforzo
di
dare
un
significato
alle
formule:
che
vuole
dire
questa
cosa?
Che
mista
dicendo
il
passaggio
analitico?
Questo
Z!!g non
preoccupatevi
guardandolo,
abbastanza
ovvio
cosa
significhi:
quando
muovo
il
terreno,
nella
mia
analisi
modale
sto
pensando
che
il
mio
edificio
si
muova
come
un
punto
a
terra,
un
solo
punto,
ma
di
gradi
di
libert
sulledificio
ne
ho
n
e
le
masse
stanno
applicate
a
quei
gradi
di
libert,
se
un
punto
alla
base
delledificio
si
muove
in
modo
prefissato,
Z!!g ,
i
nodi
come
si
muovono?
A
prima
vista
non
cos
banale
come
problema.
Me
lo
dice
T,
quindi
T
la
matrice
che
mi
trasforma
il
movimento
di
un
unico
punto
al
centro,
alla
base
del
mio
edificio
nel
movimento
degli
n
nodi
del
mio
edificio.
Al
solito,
che
sto
facendo?
Sto
interpretando
quello
che
lanalisi
mi
dice
in
termini
fisici.
Lanalisi
mi
starebbe
soltanto
dicendo
che,
se
qui
ho
un
matrice
nxm
e
qui
ho
un
vettore
3x1,
qui
in
mezzo
ci
deve
stare
una
matrice
mx3
perch
senn
il
prodotto
non
si
pu
fare.
Questo
mi
direbbe
lanalisi.
Linterpretazione
fisica
mi
dice
che,
se
io
dico
che
il
terreno
lo
definisco
come
un
vettore
3x1,
vuol
dire
che
sto
pensando
a
un
punto,
quindi
mi
evidenza
unipotesi
tipica
dellanalisi
modale.
Per
lanalisi
modale
la
base
del
nostro
edificio
si
muove
rigidamente,
un
diaframma
anche
lei,
si
muove
come
un
diaframma.
Siccome
ho
n
gradi
di
libert
ai
nodi,
debbo
trovare
qualche
cosa
che
mi
traferisca
da
quel
nodo
semplice
agli
n
nodi.
Cio
sto,
cos,
esprimendo
le
accelerazioni
degli
n
nodi
prodotte
dalle
accelerazioni
di
quel
punto
al
centro
della
mia
base,
del
master
del
diaframma
di
base.
chiaro
anche
qui?
Dopodich
T=BxR
ulteriormente
pi
articolato:
B
una
matrice
booleana,
una
matrice
di
zeri
e
di
uno
(c-non
c);
mentre
la
matrice
direzionale
R
mi
fa
capire
che,
se
ho
uno
spostamento
in
questa
direzione
e
il
grado
di
libert
in
unaltra,
lo
spostamento
in
quella
direzione
su
quel
grado
di
libert
non
conter,
quindi
mi
orienta,
rispetto
ai
tre
gradi
di
libert
centrali
della
base,
i
diversi
gradi
di
libert
della
struttura.
Cio,
di
nuovo,
se
date
il
significato
fisico
alle
vostre
espressioni
analitiche,
vedete
ben
la
differenza
qual
:
due
vettori,
per
essere
moltiplicati
tra
loro,
debbono
avere
lo
stesso
numero
di
componenti;
una
matrice,
per
moltiplicarsi
con
un
vettore,
deve
avere
un
numero
di
componenti
uguale
al
numero
di
componenti
del
vettore.
Queste
sono
regole
di
analisi
matriciale,
dietro
di
fisico
non
c
nulla.
Se
io,
per,
ho
usato
queste
espressioni
per
descrivere
un
fenomeno
fisico,
se
ho
azzeccato
la
descrizione,
cio
se
il
fenomeno
fisico
correttamente
descritto
da
quelle
espressioni,
quelle
espressioni
hanno
un
preciso
significato
ed
bene
che
io
lo
capisca,
il
preciso
significato
fisico.
Perch,
forse,
che
la
base
delledificio
venisse
considerata
rigida
e
quindi
descritta
con
tre
gradi
di
libert,
non
vi
era
cos
chiaro
fino
ad
un
istante
fa.
O
sbaglio?
Quindi,
se
voi,
alla
formulazione
analitica,
date
un
significato
fisico,
capite
a
fondo
il
vostro
modello
che
cosa
vi
sta
raccontando.
Equando
troveremo
che
su
una
struttura
si
parla
di
eccentricit
accidentale
e
si
mettono
dei
momenti
torcenti
ad
arte,
forse
non
ci
sorprender
ricordando
che
c
questa
ipotesi
semplificativa
che
la
base
delledificio
si
muove
rigidamente.
Non
diremo,
un
po
somarescamente,
come
qualche
collega
qui
dentro,
che
quello
leffetto
delle
masse
che
si
dispongono
in
modo
diverso
sul
solaio.
Quindi
la
lettura
delle
formule
in
termini
fisici,
serve
a
capire
quanto
corretta
sia
la
descrizione
analitica
che
abbiamo
dato
del
fatto
fisico
e
serve
anche
a
leggere
gli
effetti,
le
conseguenze
di
quella
descrizione
fino
in
fondo
ed
eventualmente
a
correggerle.
Quindi
fatelo
questo
sforzo,
oltretutto
anche
divertente,
perch
vi
sentirete,
poi,
molto
pi
padroni
delle
formule
che
state
usando,
di
quanto
ve
ne
sentivate
prima,
quando
controllavate
soltanto
la
correttezza
dei
passaggi,
cio
ho
applicato
correttamente
la
regola
grammaticale
o
no?
Sto
scrivendo
in
matematichese
grammaticalmente
corretto
oppure
sgrammaticato?
Io
personalmente
in
queste
cose
(non
a
caso
faccio
il
professore
di
tecnica
delle
costruzioni)
non
ci
ho
mai
trovato,
nel
controllare
la
grammatica,
un
grande
divertimento.
Mentre
mi
sembrato
sempre
molto
divertente
controllare
la
sintassi,
come
la
chiamo
io,
che
cosa
c
dietro,
la
fisica
del
problema:
la
sto
descrivendo
correttamente?
Ho
colto
tutto?
Cosa
manca?
Cosa
potrei
aggiungere?
Qui
per
capire
ancora
meglio,
quindi
per
vedere
che
c
una
descrizione
con
g,
cio
del
terreno
(le
due
frecce
orizzontali
blu
e
la
freccia
verticale
nera)
e
c
uno
spostamento
della
struttura
(le
due
frecce
azzurre).
Quindi
il
terreno
si
sta
muovendo
secondo
le
due
frecce
rosse
e
la
nera
verticale
che
comune
per
tutti,
la
struttura
la
stiamo
descrivendo
in
questo
riferimento.
Daccordo
fin
qui?
Questo
succede
sempre
perch,
in
generale,
le
mie
direzioni
di
registrazione,
proprio
per
motivi
ovvi,
sono
Nord-
Sud
e
Est-Ovest,
cio
un
accelerometro,
quando
lo
si
mette
a
terra,
uno
deve
avere
una
bussola
perch
orienta
i
due
sensori
orizzontali,
uno
secondo
a
direzione
Nord-Sud
(quindi
al
Polo
Nord)
e
laltro
ortogonalmente.
Quindi
le
due
direzioni
rosse
non
dipendono
da
noi,
sono
fissate,
sono
quelle.
Le
due
direzioni
blu
dipendono
da
noi,
cio
da
come
messo
ledificio.
I
pilastri
saranno
paralleli
ai
lati.
Ma
che
i
nostri
edifici
sono
orientati
Nord-Sud
Est-Ovest?
Se
leggete
quelle
riviste
di
benessere
vi
diranno
che
opportuno
dormire
orientati
Nord-Sud.
Vi
siete
chiesti
se
a
casa
vostra
possibile
dormire
orientati
Nord-
Sud?
E
scoprite
che
vi
dovreste
mettere
in
cucina,
a
45,
tra
il
frigorifero
e
il
forno
perch
lunica
posizione
in
cui
siete
orientati
Nord-Sud.
E
cos
via.
Per
il
terremoto
cos
succede:
le
registrazioni
sono
Nord-Sud
Est-Ovest
e
ledificio
messo
come
gli
pare.
Quindi,
intanto,
c
questo
problema,
che
quando
metto
!! xg ,
sto
viaggiando
secondo
le
frecce
rosse;
quando
voglio
leggere
le
forze
dinerzia
della
struttura,
mi
devo
sistemare
secondo
le
frecce
blu.
Ed
ecco
quindi
la
necessit,
a
parte
i
passaggi
analitici,
di
fare
questa
operazione
per
leggere
le
forze
dinerzia
sui
nodi,
di
accorgerci
di
queste
cose.
A
parte
il
numero.
Cio
vedete?
I
due
sistemi
hanno
3
gradi
di
libert
ciascuno:
le
accelerazioni
a
terra
sono
3
accelerazioni,
le
accelerazioni
sulla
struttura
sono
nx3
(n=numero
dei
nodi;
3=gradi
di
libert
per
nodo,
se
il
telaio
fosse
piano),
nx6
(6=gradi
di
libert
per
nodo,
se
il
telaio
fosse
spaziale).
Quindi
capite
bene
che
R,
che
vi
fa
questo
passaggio,
essenziale
e
B,
che
vi
dice
se
quellaccelerazione
conta
o
non
conta
per
quel
grado
di
libert
essenziale.
E
vedete
anche
quali
sono
i
gradi
di
libert
di
cui
stiamo
parlando:
terreno,
costruzione,
nodi.
Lanalisi
ci
chiederebbe
soltanto
che
questo
3
andasse
daccordo
con
questo,
questo
n
andasse
daccordo
con
questo,
ma
non
ci
farebbe
capire
che
stiamo
facendo.
Quindi,
mi
raccomando,
fatela
questa
fatica:
come
la
droga,
se
la
fate
una
volta,
non
riuscita
pi
a
farne
a
meno.
Cio
la
curiosit
di
cos
che
mi
sta
raccontando
questo
passaggio?
vi
avr
contagiato
e
non
ve
ne
libererete
pi,
con
anche
qualche
vantaggio,
diciamo.
Qui
inutili
farla
ulteriormente
lunga,
spero
di
essermi
spiegato.
Stiamo
trasformando
in
movimento
dei
gradi
di
libert
del
piano
di
base
della
struttura
nel
movimento
degli
n
gradi
di
libert
dei
nodi.
Qui,
per
esempio,
state
vedendo
che
sto
pensando
ad
un
terreno
senza
componente
verticale,
ci
sto
mettendo
solo
le
componenti
orizzontali.
Cosa
che
fate
spesso
nella
vostra
analisi
modale.
Altra
cosa
da
avere
presente:
lanalisi
modale
una
cosa,
il
terremoto
unaltra.
Quando
voi
fate
lanalisi
modale,
non
vi
serve
lazione,
quindi
il
programma
opera
anche
se
non
avete
definito
lo
spettro
di
progetto.
Questa
cosa
constatatela,
ma
cos.
Perch?
Perch
quando
fate
lanalisi
modale,
state
leggendo
qualcosa
che
proprio
soltanto
della
struttura.
Lanalisi
modale
la
decomposizione
della
struttura
nei
modi
di
vibrare
nei
modi
di
vibrare
che
le
sono
propri,
la
decomposizione
della
struttura
in
oscillatori
elementari:
N
oscillatori
elementari
(N=nx6;
n=numero
dei
nodi,
6=gradi
di
libert
per
ciascun
modo).
Quando,
invece,
fate
la
risposta
al
sisma,
state
incrociandole
caratteristiche
della
struttura
con
le
caratteristiche
del
terremoto,
ma
un
passaggio
successivo.
Lanalisi
modale
prescinde
dal
terremoto,
sempre
la
stessa.
Oggi,
infatti,
le
prove
dinamiche
stanno
via
via
cancellando
sulle
nostre
strutture
le
prove
statiche.
Perch?
Perch
le
prove
dinamiche
sono
proprio
della
sola
struttura,
cio
le
prove
dinamiche
fotografano
la
struttura
e
basta
e
sono
sempre
quelle.
il
DNA
della
struttura
la
prova
dinamica.
I
modi
di
vibrare
sono
il
DNA
della
struttura.
Se
conosco
i
modi
di
vibrare
di
una
struttura,
di
quella
struttura
so
tutto:
vita,
morte,
miracoli,
stato
di
conservazione,
lesioni
presenti,
cio
ne
posso
ricavare
tutto.
Quindi,
lanalisi
modale
vedetela
anche
come
una
tecnologia
di
approccio
alle
strutture
in
continua
espansione:
la
stiamo
usando
sempre
di
pi.
Perch?
Faccio
unanalisi
modale
della
mia
struttura
come
se
fosse:
nodi
effettivamente
rigidi,
materiale
in
condizioni
perfette,
armature
totalmente
aderenti,
etc.
Poi
vado
sulla
struttura,
aspetto
che
ci
sia
un
discreto
vento,
leggo
come
la
struttura
si
muove,
decompongo
quella
deformata
nei
miei
modi
di
vibrare,
leggo
quella
deformata
nei
miei
modi
di
vibrare
o,
se
preferite,
ricavo
i
modi
di
vibrare
id
quella
deformata
(posso
fare
anche
questo).
Che
parentela
c
tra
quei
modi
di
vibrare
e
i
modi
teorici
che
ho
previsto
della
struttura?
Che
ipotesi
debbo
cambiare
per
far
sovrapporre
i
modi
di
vibrare
che
ho
previsto
con
i
modi
di
vibrare
che
ho
misurato?
Quali
lesioni
debbo
prevedere?
Quali
nodi
non
debbono
funzionare?
Quindi
la
usiamo
come
indizio,
lanalisi
modale,
per
capire
dove
ci
sono
lesioni,
dove
ci
sono
cose
che
non
funzionano
e
lanalisi
modale,
in
questo,
potentissima,
perch
non
locale,
globale.
Lanalisi
modale
legge
linsieme
della
struttura,
non
legge,
come
la
prova
di
carico
classica,
un
pezzo
di
struttura.
Prendo
un
solaio
e
lo
carico:
benissimo,
ho
letto
le
caratteristiche
di
quei
travetti
che
ho
caricato.
Prendo
un
solaio,
ci
metto
una
libreria
e
ci
leggo
i
moti
di
vibrare:
ho
messo
in
ballo
tutta
la
struttura.
Quindi
ho
letto,
non
solo
lo
stato
tensionale
del
solaio,
ma
come
quel
solaio
interagisca
con
la
struttura,
che
tipo
di
vincoli
ha,
che
tipo
di
vincoli
ha
la
struttura,
come
conservata
la
struttura.
Capirete
adesso
perch
vi
dicevo
non
riesco
a
spiegarmi
come
mai
non
si
racconti
da
subito
in
termini
di
modi
di
vibrare
lanalisi
strutturale:
fate
lanalisi
modale
di
una
trave
appoggiata,
troverete
i
tre
famosi
modi
di
vibrare
che
vi
ho
raccontato
(il
modo
assiale,
il
modo
a
taglio
e
il
modo
flessionale).
Guardatevela
e
ditemi
se
non
sarebbe
pi
semplice
raccontare
tutto
cos,
invece
di
raccontarla
come
siete
abituati
a
fare.
Se
andate
a
fare
delle
prove
su
una
trave
appoggiata,
una
trave
da
ponte,
troverete
quei
modi
di
vibrare,
non
troverete
le
diverse
caratteristiche
di
sollecitazione
separate
luna
dallaltra
a
cui
siete
abituati.
Troverete
che
il
taglio
va
sempre
cos,
troverete
che
lo
sforzo
assiale
va
sempre
cos,
troverete
che
le
rotazioni
vanno
sempre
cos.
E
allora?
Quindi
abituatevi
a
muovervi
bene
in
mezzo
ai
modi
di
vibrare.
Questi
passaggi
li
abbiamo
gi
visti
per
le
oscillazioni
libere,
rivediamoli
per
le
oscillazioni
forzate.
Ho
fatto
il
primo
passo,
cio
ho
separato
la
forma
dal
tempo
u(t)=
iqi(t).
Qui
per
ora
non
ho
fatto
nulla.
chiaro
che
il
tempo
sta
dentro
le
tre
accelerazioni
al
piede,
le
tre
componenti
dellaccelerazione
del
terreno.
Bene,
ho
fatto
sparire
la
sommatoria
e
ho
messo
tutto
in
forma
matriciale:iqi(t)=q(t).
Banale
anche
questo,
no?
Se
la
struttura
fosse
piana,
questa
T
avrebbe
una
faccia
diversa
perch
ci
sarebbero
molti
meno
gradi
di
libert
in
ballo.
Arriverei
quindi
a
questo
tipo
di
espressione
M!q!!(t ) + C!q! (t ) + K!q (t ) = "M ! !! xg (t ) .
A
questo
punto
farei
il
solito
cambiamento
di
riferimento,
cio
passerei
al
sistema
nello
spazio
a
n
dimensioni
degli
autovettori.
E
quindi
pre-
moltiplicherei,
e
questa
volta
tutto,
per
necessit,
anche
il
secondo
membro,
per
T,
che
la
matrice,
la
che
ha
gli
autovettori
scritti
in
colonna
uno
accanto
allaltro.
Quindi
la
T
ha
gli
autovettori
scritti
per
riga
uno
sotto
laltro.
Avrei
questa
espressione:
!T M!!! q (t ) + !T C!q! (t ) + !T K!q (t ) = "!T M ! !! xg (t ) .
So
gi
che
a
tutti
e
tre
gli
addendi
del
primo
membro
mi
esce
una
matrice
diagonale.
Mi
esce
questa
espressione
m j q!!(t ) + c j q! (t ) + k j q (t ) = !m j " j !! xg (t ) ,
ma
mi
debbo
sempre
ricordare
che
gli
autovettori
sono
tra
loro
ortogonali.
E
quindi
ho
questa,
per
ora
misteriosa,
.
Questa
la
massa
che
corrisponde
ad
uno
oscillatore
elementare
modo
j-esimo
(mj),
questo
lo
smorzamento
che
corrisponde
ad
uno
oscillatore
elementare
modo
j-esimo
(cj),
questa
la
rigidezza
che
corrisponde
ad
uno
oscillatore
elementare
modo
j-esimo
(kj).
Notate
che
se
vi
venisse
la
voglia
di
verificare
questo,
potreste
anche
disegnare
un
oscillatore
elementare
che
ha
quella
massa,
ce
lha
ad
unopportuna
altezza,
in
modo
da
dare,
per
esempio,
gli
stessi
momenti
al
piede
che
leggete
sul
vostro
modo
di
vibrare
j-esimo:
oscillatore
elementare
modo
di
vibrare
j-esimo.
Abituatevi
a
fare
questo
passaggio,
cio
ad
associare
allidea
delloscillatore
elementare
la
deformata
della
struttura,
con
un
unico
gradi
di
libert
che
lampiezza
di
quella
deformata.
Chiamiamo
questo
partecipazione
modale
del
modo
j-esimo
e
gli
diamo,
com
giusto
che
sia,
unimportanza
strepitosa
perch
ci
d
la
misura
della
fetta
di
azione
sismica
che
viene
raccolta
dal
modo
di
vibrare
j-esimo.
Cio,
quanta
parte
dellazione
sismica
viene
sostenuta
dal
modo
di
vibrare
j-esimo?
Ce
lo
dice
questa
.
La
ha
! Tj M "
questa
espressione
j ! = e
qui
capite
perch
il
SAP,
Wilson,
abbia
scelto
di
avere
unitario
questo
! Tj M ! j
valore
(mj=1).
Cio
il
fattore
di
normalizzazione
dellautovettore,
Wilson
lo
ha
scelto
in
modo
tale
che
tutti
questi
valori
siano
unitari.
Cio
che
la
TM
sia
una
matrice
diagonale
unitaria,
anzi,
una
matrice
unitaria
perch
la
matrice
unitaria
per
definizione
diagonale
(tutti
1
sulla
diagonale
principale,
tutti
0
fuori
dalla
! Tj M "
diagonale
principale).
La
ragione
che
questa
espressione
! j = T
si
semplifica
parecchio:
! j M! j
! j = "! Tj M " .
Come
vedete
sparito
il
denominatore
e
rimane
solo
il
denominatore
(
sparito
perch
va
a
1).
E
qui
vedete
qual
linterpretazione:
sostanzialmente
una
misura
di
lavoro.
Se
sadottasse
laltro
criterio
di
normalizzazione,
cio
quello
che
vede
gli
autovettori
a
norma
unitaria
( ! (i)T ! (i) = 1 ! " T" = I ),
la
rappresentazione
sarebbe
sicuramente
pi
complicata:
! = "C "1#T ! .
Il
vantaggio
sarebbe
che
il
fattore
di
scala
sarebbe
messo
in
evidenza,
cio
sarebbe
separato
dalla
forma.
Quindi,
pi
complicata
la
valutazione
del
fattore
di
partecipazione,
pi
significativa
la
rappresentazione
in
termini
numerici.
Vedete?
lultima
casella
delle
informazioni
modali:
Modal
participation
factors
(fattori
di
partecipazione
modale),
sono
i
.
Il
generico
ha
questespressione
! j = "! Tj M " .
Li
leggete
qui,
modo
di
vibrare
per
modo
di
vibrare,
in
particolare
qui
li
state
vedendo
per
le
due
traslazioni,
ma
ci
son
anche
per
la
rotazione.
Quelli
a
cui
ci
riferiamo
abitualmente
perch
rendono
questi
numeri
apparentemente
poco
significativi,
immediatamente
interpretabili,
sono
i
fattori
di
partecipazione
modale
(i
Modal
participation
mass
ration
sono
i
rapporti).
Sono
immediatamente
pi
interpretabili
perch
sono
normalizzati
a
uno.
Sono
gli
stessi
numeri
di
prima
divisi,
guarda
caso,
per
la
! 2j
norma
di
:
%M = T .
Per
capire
perch
venga
la
voglia
di
! !
usare
degli
autovettori
a
norma
unitaria.
Che
leggiamo
qua?
Leggiamo
che
dellazione
sismica
agente
sulla
nostra
struttura,
il
primo
modo
di
vibrare
se
ne
piglia
niente
pop
di
meno
che
l84,5%,
il
secondo
modo
di
vibrare
se
ne
prende
il
10%,
il
terzo
modo
di
vibrare
se
ne
prende
il
3,6%
e
poi
frittura
varia.
Questo
in
direzione
X.
Tutto
questo
ci
fa
nascere
una
voglia
di
dire:
a
che
ci
servono
tutti
questi
altri
modi
di
vibrare
se
con
i
soli
primi
3
modi
di
vibrare
metto
insieme
il
99%
dellazione
sismica
agente
sulla
mia
struttura?
Che
motivi
ho
per
portarmi
dietro
questi
altri?
E
quindi
ci
evidenzia
un
altro
vantaggio
dei
modi
di
vibrare:
che
non
essendo
i
modi
di
vibrare
ugualmente
importanti
in
termini
di
capacit
di
farsi
eccitare
dal
terremoto,
possiamo
considerare,
nel
valutare
le
sollecitazioni
sulla
struttura,
soltanto
i
modi
di
vibrare
che
vengono
pi
facilmente
eccitati
dal
terremoto.
Quindi,
con
lipotesi
di
diaframmi
rigidi
nel
loro
piano,
avevamo
ridotto
i
modi
di
vibrare
necessari
a
descrivere
una
struttura
attraverso
la
condensazione
statica;
constatando
che
i
fattori
di
partecipazione
modale
sono
molto
importanti
per
alcuni
modi
di
vibrare
e
molto
poco
importanti
per
tutti
gli
altri,
riduciamo
ulteriormente
il
problema
confinandolo
soltanto
ai
modi
di
vibrare
per
i
quali
la
partecipazione
di
massa
importante.
Proviamo
a
sintetizzare
tutto
il
percorso
insieme.
Modello
la
struttura;
ne
ricavo
i
modi
di
vibrare;
mi
trovo
degli
oscillatori
equivalenti,
ognuno
con
la
sua
massa,
il
suo
smorzamento,
la
sua
rigidezza,
il
suo
periodo
(ve
li
ho
disegnati
sotto
a
questi
in
modo
che
questa
equivalenza
la
leggiate:
quelli
sotto
hanno
un
gradi
di
libert
esattamente
come
quelli
sopra,
una
massa
precisa
come
quelli
sopra,
una
rigidezza
precisa
come
quelli
sopra
e,
di
conseguenza,
uno
smorzamento
preciso
e,
di
conseguenza,
un
periodo
proprio
preciso);
per
ogni
oscillatore
elementare
risolvo
la
mia
equazione
di
equilibrio
dinamica
(DAlembert);
mi
accorgo
che
ogni
oscillatore
in
grado
di
succhiare
una
certa
quantit
di
energia
sismica;
di
conseguenza,
leggo
la
mia
risposta
complessiva
in
termini
formali
sommando
da
1
ad
n,
cio
mettendo
in
ballo
tutti
gli
autovettori,
in
realt
sapendo
bene
che
posso
interrompere
questa
sommatoria
molto
presto
perch
gli
autovettori
per
i
quali
i
sono
significativi
sono
pochi,
sono
i
primi
(in
genere
sono
i
primi
3
in
direzione
X,
i
primi
3
in
direzione
Y,
i
primi
3
intorno
allasse
Z:
quindi
con
9
autovettori
sono
in
grado
di
cogliere
sostanzialmente
bene
la
risposta
di
una
struttura
qualunque
sia
il
numero
di
gradi
di
libert
che
una
struttura
ha.
Teoricamente
ha
1000
gradi
di
libert?
Mi
servirebbero
1000
autovettori
per
descrivere
compiutamente
il
modo
col
quale
vibra,
in
realt
ne
posso
usare
9
contro
1000
e
gi
mi
sono
fatto
un
quadro
preciso
al
96-97%,
cio
commettendo
errori
di
qualche
%).
Capite
quindi
quanto
potente
lanalisi
modale
e,
di
conseguenza,
perch
la
stiamo
usando
tanto,
cio
continuamente
trovate
applicazioni
nuove.
Qui
state
vedendo
cosa
succederebbe
ai
nostri
quattro
oscillatori
e,
in
particolare,
state
vedendo
dove
ci
sarebbero
i
massimi
delle
risposte.
Massimi
delle
risposte
che,
come
ci
siamo
detti
pi
volte,
non
sono
contemporanei.
Notate,
quindi:
accelerogramma,
oscillatore
elementare
(la
struttura
lho
gi
decomposta
nei
quattro
oscillatori),
risposta.
Come
ottengo
questa
risposta?
Ho
decomposto
laccelerogramma
attraverso
una
FFT
(trasformata
rapida
di
Fourier)
in
1000
sinusoidi;
applico
1000
sinusoidi
a
questo
oscillatore
elementare;
ottengo
1000
risposte,
le
sovrappongo,
ottengo
questa
risposta.
Se
sommo
queste
quattro
risposte,
quella
famosa
sommatoria
doppia
che
vi
ho
evidenziato
allinizio,
ottengo
la
risposta
complessiva
della
struttura
reale
allaccelerogramma
reale.
Riconoscerete
che
anche
questa
simmetria
tra
linput,
la
decomposizione
dellaccelerogramma,
e
il
filtro,
la
struttura,
anchesso
decomposto
in
oscillatori
elementari,
sia
molto
piacevole,
ci
consenta
di
capire
subito
cosa
conta
e
cosa
non
conta.
Tradotto
vedete
che
cosa
vuol
dire
che
i
sono
diversi?
Che
nella
nostra
struttura,
alla
fine,
il
primo
modo
di
vibrare,
in
generale,
fa
la
parte
del
leone.
Quelle
sotto,
nonostante
le
abbia
avviate,
le
leggete
pochissimo
di
oscillazioni.
Perch?
Perch
fatta
in
questo
modo
quindi
il
taglio
al
piede,
quello
che
sta
facendo
il
lavoro
che
leggete
nei
,
la
somma
di
spostamenti
di
segno
opposto
ossia
di
forze
dinerzia
di
segno
opposto;
state
vedendo
che
ogni
componente
si
azzera.
Quindi,
alla
fine,
quattro
modi
di
vibrare
per
descrivere
quella
struttura
che
aveva
4
piani,
ma
in
realt
gi
il
primo
sufficiente
per
cogliere
il
grosso
del
comportamento.
Tant
vero
che
la
normativa
vi
pone
una
limitazione
dell85%
della
massa
eccitata,
cio
vi
dice:
quando
la
somma
dei
vostri
supera
la
soglia
dell85%
non
avete
bisogno
di
considerare
altri
modi
di
vibrare,
tranne
quelli
che
abbiano
un
almeno
superiore
al
5%.
Qui
vedreste
la
struttura
del
suo
insieme
come
somma
di
tutti
insieme
al
primo
modo
e
notate
quanto
assomiglia,
la
struttura
nel
suo
insieme,
al
solo
primo
modo
che
sta
oscillando.
Quindi,
seconda
considerazione,
alcuni
modi
di
vibrare
contribuiscono
in
maniera
pi
significativa
alla
risposta.
Direi
che
avete
parecchio
su
cui
riflettere.
Sono
state,
questa
e
la
precedente,
due
lezioni
cruciali
per
capire
lingegneria
sismica,
perlomeno
per
capire
come
affrontiamo
i
problemi
del
terremoto
nelle
strutture.
Quindi
fate
questo
sforzo
di
capire
il
significato
fisico
di
quello
che
ci
siamo
raccontati
in
termini
analitici.
Fate
anche
domande
qualche
volte.
Se
non
fosse
che
parlate
fra
voi,
io
potrei
pensare
che
siete
muti
perch
domande
pubbliche
non
se
fanno.
Come
se
uno
chiedesse
particolari
intimi,
cose
offensive
per
la
maggioranza.
Cio
siate
un
po
pi
fiduciosi
in
voi
stessi:
se
vi
viene
un
dubbio,
espettoratelo
questo
dubbio,
tiratelo
fuori.
15
febbraio
2012
lezione
XXI
! M!i q!!i (t ) + !C!i q!i (t ) + ! K!i qi (t ) = "MTZ!!g (t ) .
Abbiamo
gi
detto
della
propriet
importante
dei
modi
di
i=1 i=1 i=1
vibrar,
la
propriet
dellortogonalit,
che
quindi
diagonalizza
la
matrice
delle
masse
e
che
quindi
consente
di
scrivere
un
sistema
come
un
sistema
di
n
equazioni
disaccoppiate
fra
loro.
Cio
la
cosa
veramente
interessante
quello
che
tutte
queste
equazioni
sono
disaccoppiate
tra
loro
e
quindi
sono,
di
fatto,
le
equazioni
di
tanti
oscillatori
elementari
indipendenti
luno
dallaltro.
Ovvero
quanto
scritto
nel
sistema
di
riferimento
della
struttura
in
forma
matriciale
diviene
ci
che
vedete
rappresentato
l
M!q!!(t ) + C!q! (t ) + K!q (t ) = "M!! xg (t ) .
Ora
per
semplicit
di
comprensione.
Fino
ad
ora
che
abbiamo
fatto?
Abbiamo
scritto,
impostato
il
problema
in
forma
matriciale
in
termini
assolutamente
generali
per
la
struttura
tridimensionale
a
N
gradi
di
libert
in
cui
abbiamo
considerato
tutti
i
gradi
di
libert
dello
spazio,
i
gradi
di
libert
dinamicamente
significativi
nello
spazio.
Solo
per
semplicit
di
rappresentazione,
da
questo
momento
in
poi,
solo
per
semplicit
di
esposizione
dei
concetti
fisici,
nientaltro
che
quello,
da
questo
momento
in
poi
facciamo
riferimento,
come
esempio,
ad
una
struttura
intelaiata
piana.
Quindi,
le
equazioni
del
moto
sono
esattamente
identiche
a
quelle
che
abbiamo
appena
visto,
semplicemente
la
differenza
sta
in
questo
vettore
di
trascinamento:
invece
di
avere
questa
matrice
di
trascinamento
T,
riferendoci
ad
una
struttura
piana
abbiamo
un
vettore
di
trascinamento
e
un'unica
componente
di
accelerazione
del
terreno,
quindi
abbiamo
una
!! xg (t ) .
Un
vettore
di
trascinamento
perch
ci
stiamo
riferendo
ad
un
telaio
piano:
,
vettore
di
trascinamento
o
vettore
dinfluenza.
Stiamo
considerando
un
telaio
piano
su
un
piano
verticale.
Laccelerazione
di
trascinamento
del
terreno
al
piede.
Questa
accelerazione,
ovviamente,
agisce
su
tutte
le
componenti
di
massa
del
sistema,
cio
questo
il
concetto
fondamentale.
Cio
su
tutte
le
componenti
di
massa
del
sistema
ci
sono
tre
gradi
di
libert
dinamicamente
significativi.
Per
intenderci:
se
ho
una
struttura
intelaiata
a
quattro
piani,
faccio
lipotesi
che
ogni
piano
ci
sia
un
vincolo
diaframma,
cio
che
esiste
un
solaio
rigido,
indeformabile
al
di
fuori
del
piano.
Il
che
vuol
dire
che
tutti
gli
spostamenti,
tutti
i
modi
di
quel
piano
hanno
la
stessa
traslazione.
Quindi
sto
riducendo
il
numero
di
gradi
di
libert
dinamicamente
significativi
del
problema.
Quindi,
in
questo
caso,
avrei
che
i
gradi
di
libert
dinamicamente
significativi
sono
tanti
spostamenti
quanti
sono
il
numero
di
piani
della
mia
struttura
che
un
telaio
piano
nella
direzione
x-z.
Questi
sono
gli
N
gradi
di
libert,
quanti
sono
i
numeri
dei
piani.
Laccelerazione
agisce
al
piede,
ma
questaccelerazione
si
traduce
in
un
vettore
forze
di
trascinamento
che
data
dal
prodotto
della
massa
di
ciascun
piano
per
quellaccelerazione.
In
questo
caso
che
mi
serve?
Mi
serve
proprio
questo
vettore
dinfluenza
perch
serve
a
dire:
questa
accelerazione
del
terreno
influisce
su
quali
masse?
Quindi
devo
espandere
questa
unica
componente
di
accelerazione
in
un
vettore
che
ha
tante
righe
quanti
sono
i
gradi
di
libert
del
mio
problema.
Ora
la
struttura
viene
decomposta
in
modi
di
vibrare,
come
visto,
e
lequazione
del
moto
diventano
quelle
che
vedete:
n n n
! M!i q!!i (t ) + !C!i q!i (t ) + ! K!i qi (t ) = "M ! !!xg (t ) .
Ancora
una
volata
una
sommatoria
di
n
equazioni
in
cui
i=1 i=1 i=1
vedete
massa
M
per
singola
forma
modale
i
per
q!!i (t )
etc.;
dallaltra
parte
la
forzante
esterna.
Scritta
in
forma
matriciale
cos: M!q!!(t ) + C!q! (t ) + K!q (t ) = "M ! !! xg (t ) .
Ora
attenzione
ad
un
aspetto
che
di
una
certa
importanza:
di
fatto
noi,
quando
facciamo
questa
operazione,
stiamo
facendo
un
cambiamento
di
riferimento.
Cio
stiamo
passando
dal
sistema
di
riferimento
nello
spazio,
in
cui
entrano
in
gioco
le
singole
componenti
dello
spostamento,
ad
un
sistema
di
riferimento
che
il
sistema
di
riferimento
dei
modi
di
vibrare.
Siccome
i
modi
di
vibrare
sono
ortogonali
tra
loro,
il
nostro
problema
si
scrive
in
funzione
del
numero
di
modi
di
vibrare.
Cio
io
sto
guardando
un
problema
in
cui
mi
sto
spostando
nel
sistema
dei
modi
di
vibrare.
N
il
numero
dei
modi
di
vibrare,
che
sono
tutti
ortogonali
tra
loro,
quindi,
semplicemente,
sto
scrivendo
un
problema
multidimensionale
in
cui
i
modi
di
vibrare
sono
individuati
una
volte
per
tutte
e
ho
tante
equazioni
quanti
sono
questi
modi
di
vibrare,
equazioni
disaccoppiate
tra
loro.
I
modi
di
vibrare
chi
sono?
Sono,
di
fatto,
gli
autovettori,
perch
noi
abbiamo
detto
che,
perch
esista
soluzione,
questo
lavete
gi
visto
con
Braga,
a
quel
sistema
scritto
in
oscillazioni
libere
occorre
che
il
determinante
sia
uguale
a
zero,
ma
di
soluzioni
ne
esistono
1
e
questo
il
classico
problema
di
autovalori
e
autovettori.
Gli
autovalori
costituiscono
le
pulsazioni
naturali
del
sistema,
che,
di
fatto
sono
2
e
da
risalgo
al
periodo
di
oscillazione
del
singolo
oscillatore
elementare;
poi
vado
a
sostituire
queste
pulsazioni,
gli
autovalori,
e
determino
gli
autovettori.
Gli
autovettori
sono
tutti
individuati
a
meno
di
una
costante.
Cosa
significa
questo?
Significa
che
quando
individuo,
risolvo
gli
autovettori,
trovo
la
soluzione
del
mio
problema
(un
problema
di
autovalori
e
autovettori),
sto
trovando
le
forme
naturali
di
vibrare,
ma
sono
forme,
che
sono
quindi
individuate
a
meno
di
una
costante,
cio
ce
ne
sono
1
possibili.
Il
che
significa
che
in
qualche
modo
dovr
scegliere
un
riferimento,
un
fattore
di
normalizzazione.
Questo
un
classico
problema
di
autovalori
e
autovettori.
Ora,
in
riferimento
agli
autovettori,
da
questo
momento
in
poi
(guardate
che
le
operazioni
che
si
fanno
sono
banali
e
sono
sempre
le
stesse,
concentratevi
sugli
aspetti
fisici)
Le
equazioni
del
moto
le
abbiamo
scritte
in
maniera
essenziale:
siamo
partiti
dal
principio
di
DAlembert
e
abbiamo
scritto
delle
equazioni
di
equilibrio
(forze
dinerzia,
componente
di
smorzamento,
componente
di
richiamo
elastico:
niente
pi
di
questo;
la
forzante
esterna
il
terremoto);
abbiamo
preso
la
componente
del
terremoto
e
labbiamo
riportata
su
tutti
i
gradi
di
libert
del
sistema
(abbiamo
scritto
tutto
in
forma
matriciale);
dopodich
abbiamo
decomposto
la
nostra
struttura,
cio
il
vettore
degli
spostamenti
labbiamo
scritto
come
prodotto
della
forma
per
la
variabile
temporale
(la
forma
nientaltro
che
la
matrice
dei
modi
di
vibrare).
Tutto
questo,
formalmente,
ha
ancora
la
stessa
faccia
che
aveva
lequazione
del
moto
delloscillatore
elementare.
Le
equazioni
sono
ancora
una
volta
le
stesse,
sto
semplicemente
pre-moltiplicando
per
T
e
ottenendo
la
relazione
che
vedete:
!T M!!! q (t ) + !T C!q! (t ) + !T K!q (t ) = "!T M ! !! xg (t ) .
Se
voglio
ottenere,
invece
dellinsieme
di
equazioni,
la
j-
esima
equazione,
quella
relativa
al
j-esimo
oscillatore,
devo
pre-moltiplicare
per
il
vettore
jT,
invece
di
moltiplicare
per
tutta
la
matrice
T.
Ottengo
la
j-esima
equazione
perch
ricordatevi
che
per
il
principio
di
ortogonalit
dei
modi
di
vibrare,
tutti
i
termini
misti
danno
come
prodotto
0,
quindi,
di
fatto,
esisteranno
solamente
i
termini
relativi
al
singolo
modo
i
vibrare.
Questo
mi
dar
tante
equazioni
disaccoppiate
tra
loro.
Ecco
perch,
se
io
vado
a
pre-moltiplicare
per
il
vettore
jT,
dopodich
anche
se
ho
tutte
le
altre
componenti,
ottengo
la
j-esima
equazione:
m j q!!j (t ) + c j q! j (t ) + k j q j (t ) = !m j " j !! xg (t ) .
Ora
questequazione
ha
esattamente
la
stessa
faccia
che
aveva
lequazione
del
moto
delloscillatore
elementare
a
meno
di
un
termine
che
comparso
qui:
questo
j
non
cera.
mj
la
massa
del
modo
j-esimo,
cj
la
viscosit
del
modo
j-esimo,
kj
la
rigidezza
del
modo
j-esimo.
Questo
j
si
definisce
come
partecipazione
modale
del
modo
j-
esimo.
In
qualche
modo,
vedete
che
un
termine
che
sta
nella
parte
della
forzante
esterna.
Mentre
nellequazione
delloscillatore
elementare
non
considerate
questo
termine.
In
realt
qui
dentro
ci
sono
le
forme
modali
(ognuno
di
questi
oscillatori
ha
dentro
una
forma
e
la
forma
proprio
la
decomposizione
della
mia
struttura),
per
come
equazione
lequazione
delloscillatore
elementare.
Quindi
sulla
parte
di
decomposizione
della
struttura
c
lanalisi
modale
dietro,
c
la
decomposizione,
c
un
passaggio
di
sistema
di
riferimento
al
sistema
modale
avendo
decomposto
la
struttura
in
tanti
oscillatori
elementari
caratterizzati
ciascuno
a
un
periodo
e
da
una
forma,
dopodich
sto
guardando
tutto
come
se
stessi
guardando
loscillatore
elementare.
Sulla
parte
della
forzante
compare
questo
termine,
partecipazione
modale
del
modo
j-esimo,
che
per
unidea
me
la
d.
Qual
lidea
che
mi
sta
trasferendo
fisicamente?
Che
la
mia
forzante
esterna,
la
mia
accelerazione
non
agisce
pi
su
una
sola
massa
come
accadeva
per
loscillatore
elementare,
ma
sta
agendo
su
un
sistema
che
io
ho
decomposto,
dovr
decomporsi
anche
le.
Cio
anche
la
forzante
esterna
dovr,
in
qualche
modo,
decomporsi
fra
tutti
questi
oscillatori
elementari
in
cui
ho
decomposto
il
mio
sistema
strutturale,
giusto?
Quindi,
questo
termine,
che
mi
dice
la
quota
parte
di
azioni
di
trascinamento
che
compete
a
quel
modo
lo
leggo
attraverso
la
partecipazione
modale
del
modo
j-
esimo.
Tra
un
po
capiremo
meglio
fisicamente
che
cosa
rappresenta
questo
termine.
E
lo
capiremo
meglio
quando
ci
riferiremo,
invece
che
al
fattore
modale,
alla
massa
partecipante.
Perch
la
massa
partecipante,
essendo
un
termine
che
non
ha
dimensione,
sicuramente
si
presta
meglio
ad
uninterpretazione
fisica.
Questa
partecipazione
modale
sicuramente
un
fatto
matematico,
perch,
avendo
pre-moltiplicato,
avendo
detto
che
il
termine
mj
jTMj,
moltiplicando
e
dividendo
per
questo
termine
ottengo
che
j
#Tj M !
dato
da
questo
rapporto:
! j = " T .
Ricordatevi
c
he
stiamo
guardando
un
sistema
piano
e
quindi
# j M# j
quel
un
vettore;
diversamente,
se
stessimo
guardando
un
sistema
tridimensionale
quel
non
sarebbe
un
vettore,
ma
sarebbe
una
matrice
T.
Abbiamo
detto
che
il
problema
di
autovettori
definito
a
meno
di
una
costante,
quindi,
in
qualche
modo,
dobbiamo
essere
noi
a
decidere,
a
darci
un
riferimento.
Cio
dobbiamo
decidere
un
criterio
di
normalizzazione
degli
autovettori.
Ora,
il
criterio
di
normalizzazione
non
univocamente
determinato,
possiamo
scegliere
un
criterio
di
normalizzazione.
Su
quale
base?
Sostanzialmente
sulla
base
di
vantaggio
computazionale
o
di
chiarezza
del
risultato:
di
comodit.
Quindi
molto
convenzionale
il
criterio
di
normalizzazione.
Qual
il
criterio
di
normalizzazione
adottato
dal
SAP2000?
Il
criterio
di
normalizzazione
adottato
dal
SAP
che
il
termine
mj
sia
uguale
a
1,
cio
un
criterio
di
normalizzazione
rispetto
alla
matrice
delle
masse.
Cio
si
scrive
tutto
in
modo
tale
che
il
prodotto
jTMj
sia
uguale
a
1.
Questo
perch?
Perch
un
fatto
convenzionale
e
di
comodit:
un
criterio,
un
criterio
qualsiasi
e
il
SAP
adotta
questo
criterio.
Quindi
evidente
che,
adottando
questo
criterio,
il
fattore
di
partecipazione
modale,
poich
il
denominatore
diventa
uguale
a
1,
j
assume
quellespressione
l:
j=-jTM.
Assumendo
quellespressione
l
si
vede
che
al
fattore
di
partecipazione
modale
si
pu
dare
un
significato,
quale
significato?
Lo
vedete,
sta
scritto:
il
fattore
di
partecipazione
modale
il
lavoro
compiuto
dalla
forza
esterna
M,
per
effetto
di
un
moto
di
trascinamento
alla
base
avente
accelerazione
unitaria,
quando
la
struttura
si
deforma
secondo
la
j-esima
forma
modale.
il
prodotto
tra
il
vettore
di
trascinamento
(),
quello
che
posiziona
questaccelerazione
lungo
tutti
i
gradi
di
libert,
tra
le
accelerazioni
unitarie
di
trascinamento
(M)
e
la
forma
modale
(jT).
Quindi,
con
questo
criterio
di
normalizzazione,
il
fattore
di
partecipazione
modale
assume
questo
significato.
Quindi
sembrerebbe,
in
qualche
modo,
dipendere
dalla
matrice
delle
masse.
Per
attenti:
il
fatto
che
lo
vediamo
dipendere
dalla
matrice
delle
masse
dipende
soltanto
dal
criterio
di
normalizzazione
adottato.
Tanto
vero
che,
se
noi
adottassimo
un
criterio
di
normalizzazione
diverso,
un
criterio
che
separa
la
forma
e
la
scala.
Per
esempio
potrebbe
essere
questo:
utilizzo
due
vettori
di
lunghezza
unitaria
e
scrivo
come
criterio
di
normalizzazione
quello
che
! T ! = I (I=matrice
identit).
Ora,
in
questo
caso,
il
fattore
di
partecipazione
modale
utilizza
il
fattore
C,
la
matrice
dei
fattori
di
scala:
=-C-1T.
Affinch
sia
vero
quel
prodotto
dovrei
tirar
fuori
la
matrice
dei
fattori
di
scala.
In
questo
modo
il
fattore
di
partecipazione
modale
non
pi
dipendente
dalla
matrice
delle
masse.
Ricordatevi
che
prima
il
criterio
di
normalizzazione
era
che
jTMj=1,
quindi
era
nel
criterio
di
normalizzazione
che
entrava
la
matrice
delle
masse:
ecco
perch
poi
me
la
ritrovo
nel
fattore
di
partecipazione
modale,
non
perch
nel
suo
significato
ci
sia
dentro
la
matrice
delle
masse.
Perch
sto
perdendo
tanto
tempo
per
farvi
capire
questa
cosa?
Perch
importante
che
la
formalizzazione
matematica
non
vi
porti
a
delle
considerazioni
fisiche
sbagliate.
Quella
matrice
delle
masse,
che
compare
l
dentro,
riporta
ad
un
significato,
ad
uninterpretazione
fisica
che
quella
del
lavoro
compiuto
alle
forze
di
trascinamento
e
riferita
ad
unaccelerazione
unitaria
per
un
sistema
di
spostamenti
della
forma
modale,
ma
quella
matrice
delle
masse
che
vedete
l
dentro
compare
perch
ve
la
ritrovate
anche
dentro
le
forma
modali.
Le
forme
modali
sono
normalizzate
rispetto
alla
matrice
delle
masse.
Se
io
normalizzassi
le
forme
modali
in
maniera
diversa,
non
troverei
pi
quel
termine.
Se
poi
ci
pensate
a
queste
cose,
vedete
che
sono
meno
complicate
e
ostiche
di
quanto
non
possano
apparire.
Adesso
sembra
un
po
uno
scioglilingua,
ma
poivanno
semplicemente
rimasticate,
niente
pi
di
questo.
Ora,
quando
io
faccio
le
analisi,
non
so
a
che
punto
siete
col
vostro
modello
(avete
gi
fatto
lanalisi
dinamica
della
struttura?
Avete
tirato
fuori
i
modi
di
vibrare?
Avete
assegnato
le
masse?)se
avete
almeno
assegnato
i
carichi
agli
elementi
e
il
vostro
modello
non
sbagliato,
se
avete
impostato
correttamente
tutto,
se
avete
impostato
le
condizioni
cinematiche
correttamente
(cio
piano
per
piano
avete
assegnato
dei
vincoli
diaphragm
che
in
qualche
modo
dicono
al
vostro
modello
strutturale
che
tutti
i
nodi
di
piano
sono
collegati
da
un
solaio
che
impedisce
spostamenti
relativi
nel
piano
tra
quei
nodi).
Se
avete
fatto
tutte
queste
operazioni,
il
vostro
programma
gi
ha
costruito
in
automatica
la
matrice
delle
masse.
La
fa
trasformano
i
carichi
in
masse,
quindi
lui,
sostanzialmente,
trasforma
i
pesi
propri
degli
elementi,
i
carichi
esterni
applicati
in
masse.
Poi,
che
labbiate
fatto
bene
o
male
da
verificare.
Fate
attenzione
a
queste
cose,
perch
da
qui
derivano
tutti
i
pi
grossi
errori
nella
vostra
analisi
strutturale.
Quindi
fate
attenzione
allanalisi
dei
carichi,
a
come
assegnate
i
carichi
agli
elementi,
a
come
definite
le
condizioni
di
carico
elementari
e
le
combinazioni
di
carico,
a
quali
condizioni
di
carico
vi
riferite
nel
definire
le
masse
della
struttura
per
lanalisi
dinamica.
Perch
vero
che
il
programma
lo
fa
in
automatico,
ma
lo
fa
sulla
base
di
quello
che
voi
avete
assegnato.
Se
avete
fatto
bene
tutte
queste
operazioni,
come
spero,
voi
potete
immediatamente
lanciare
lanalisi.
Tutto
quello
che
abbiamo
visto
in
termini
analitici
quanto,
di
fatto,
sta
facendo
il
programma:
cio
unanalisi
agli
autovalori
e
agli
autovettori
viene
eseguita
dal
programma
di
calcolo
(ha
costruito
la
matrice
di
rigidezza
della
struttura,
la
matrice
di
smorzamento,
risolve
il
problema
agli
autovalori
e
agli
autovettori)
e
vi
tira
fuori
i
risultati
dellanalisi.
Ci
concentriamo
sui
risultati
pi
generali,
cio
su
structure
output,
in
particolare
su
modal
information.
Sotto
la
finestra
modal
information
abbiamo
quattro
tabelle:
la
prima
sono
i
periodi
modali
e
la
frequenza,
la
seconda
sono
i
rapporti
di
partecipazione
modale
delle
forze,
la
terza
i
rapporti
delle
masse
partecipanti
modali
e
la
quarta
sono
i
fattori
di
partecipazione
modale.
I
fattori
di
partecipazione
modale
del
SAP
sono
questi,
hanno
questespressione
che
dipende
dal
criterio
di
normalizzazione
che
ha
adottato
il
SAP:
j=-jTM.
Noi
troveremo,
in
sostanza,
numeri
diversi,
se
avessimo
adottato
un
criterio
di
normalizzazione
diverso.
Numeri
diversi,
non
risultati
diversi:
numeri
diversi
del
fattore
di
partecipazione
modale.
Quando
tiro
fuori
il
risultato
dellanalisi,
nel
risultato
dellanalisi
il
criterio
di
normalizzazione
non
mi
d
pi
risultati
diversi,
perch
nei
prodotti
successivi
il
criterio
di
normalizzazione,
di
fatto,
si
perde.
Influenza,
invece,
il
fattore
di
partecipazione
modale;
non
influenza
le
masse
partecipanti,
come
vedremo
tra
un
attimo.
Cos
si
presenta
la
tabella
dei
fattori
di
partecipazione
modale.
In
questo
caso,
vedete,
troviamo
primo,
secondo,
terzo
modo
fino
al
dodicesimo
modo;
il
periodo
di
ciascun
modo
(da
0,49
a
0,018
secondi),
ordinati,
in
genere,
dal
periodo
maggiore
al
periodo
minore
(il
periodo
maggiore
sar
anche
quello
che
ha
una
massa
partecipante
pi
elevata);
e
poi
i
fattori
di
partecipazione
modale
nelle
varie
direzioni,
perch,
ovviamente,
vedete
che
c
il
vettore
,
! 2j
quindi
un
fatto
di
ordine.
Masse
partecipanti:
lespressione
della
massa
partecipante
%M = .
!T !
Questo,
invece,
un
termine
che
non
ha
dimensione
ed
un
termine
che
non
influenzato
dal
criterio
di
normalizzazione.
Quindi
un
termine
che
si
presta
ad
uninterpretazione
fisica
pi
chiara.
Quindi
sicuramente
il
termine
a
cui
noi
ci
riferiamo
nellinterpretazione
del
comportamento
strutturale.
Vedremo
tra
un
po
o
venerd
mattina
qual
il
significato
fisico
del
termine
massa
partecipante.
Un
po
lo
potete
immaginare.
Per
lo
stesso
concetto
introdotto
precedentemente:
abbiamo
visto
che
lequazione
del
moto
del
singolo
modo
di
vibrare,
del
modo
di
vibrare
j-esimo,
formalmente
identica
allequazione
del
moto
delloscillatore
elementare
a
meno
di
quel
termine
di
fattore
di
partecipazione
modale.
Ora,
se
invece
di
guardare
il
fattore
di
partecipazione
modale,
guardo
la
massa
partecipante,
fisicamente
posso
immaginare
di
che
stiamo
parlando.
Sulloscillatore
elementare
sto
dicendo
che
quellaccelerazione
agisce
su
tutta
la
massa
delloscillatore;
su
un
sistema
strutturale
complesso
sto
dicendo
che
quellaccelerazione
agisce
sullintero
sistema
strutturale,
quindi
agisce
su
tutte
le
masse
del
sistema,
come
forze
si
trascinamento,
ma
che
modo
per
modo
deve
essere
decomposta,
cio
che
ci
sar
una
quota
parte
che
compete
ad
un
modo,
una
quota
parte
compete
ad
un
altro
modo,
una
quota
parte
compete
ad
un
altro
modo
ancora.
Detta
cos
pi
o
meno
ci
sta,
tanto
che
qualcuno
parla
anche
di
massa
eccitata:
troverete
anche
questo
su
alcuni
testi
di
dinamica,
massa
partecipante
e
massa
eccitata.
Pi
o
meno
unidea
ce
la
d,
non
del
tutto
a
mio
parere.
Non
ci
d
esattamente
il
significato.
Ora,
chiudiamo
una
sintesi
di
quanto
visto
finora:
rivediamo
i
vari
passi.
Il
passo
numero
1
la
modellazione
della
struttura.
Il
passo
numero
2
dellanalisi
modale
proprio
lindividuazione
dei
modi
di
vibrare.
I
modi
naturali
di
vibrare
sono
caratterizzati
da
un
periodo,
da
un
coefficiente
di
smorzamento
e
da
una
forma.
Vi
ricordate
la
modellazione
dello
smorzamento?
Il
problema
che
lanalisi
modale
lavete
visto
prima
in
assenza
di
smorzamento
e
poi
in
presenza
di
smorzamento.
Vi
ricordate
cosa
significa
una
struttura
classicamente
smorzata?
cio,
una
struttura
si
dice
classicamente
smorzata
quando,
di
fatto,
ha
lo
stesso
periodo,
la
stessa
forma,
gli
stessi
modi
di
vibrare
della
struttura
non
smorzata.
Perch
questo
accada
occorre
imporre
delle
condizioni
sulla
matrice
di
smorzamento.
Cookie
ha
dimostrato
quali
sono
le
condizioni
sulla
matrice
di
smorzamento
che,
semplificate,
possono
portare
ad
uno
smorzamento
alla
Raleigh.
Vi
ricordate
che
lo
sviluppo
in
serie
individuato
da
Cookie
pu
essere
individuato
arrestandosi
al
secondordine
e
quindi
scrivere
una
matrice
di
smorzamento
che
data
da
due
termini:
uno
proporzionale
alla
massa
e
uno
proporzionale
alla
rigidezza.
In
questo
modo
si
riesce
a
definire
la
matrice
di
smorzamento.
Vi
vedo
un
po
persi,
magari
lo
riprendiamo
perch
una
cosa
abbastanza
importante.
Detto
questo,
abbiamo
detto
che
ho
individuato
i
modi
naturali
di
vibrare.
Avendo
individuato
i
modi
naturali
di
vibrare
significa,
di
fatto,
aver
individuato
li
oscillatori
elementari
equivalenti.
Perch
ho
separato
la
forma
dalla
variabile
temporale:
ogni
modo
ha
la
sua
forma.
Togliendo
di
mezzo
la
forma
che
caratteristica
intrinseca,
propriet
di
ciascun
oscillatore,
rimangono
il
periodo
e
lo
smorzamento.
La
forma
invariante,
varia
lampiezza:
lampiezza
lanalisi
che
io
sto
facendo
sulloscillatore.
Avendo
individuato,
nel
passo
3,
questi
oscillatori
elementari
equivalenti,
il
problema,
al
passo
4
la
risoluzione
dellequazione
del
moto
per
ogni
singolo
oscillatore.
Risolta
lequazione
del
moto
per
ogni
singolo
oscillatore,
il
calcolo
della
risposta
del
sistema
per
ogni
singolo
modo,
dopo
aver
risolto
il
problema
per
ogni
singolo
oscillatore,
gli
faccio
tirar
fuori
la
sua
forma.
E
quindi
otterr
la
risposta
del
sistema
sovrapponendo
le
risposte
di
tutti
gli
oscillatori.
Vedete
che
c
di
mezzo
il
fattore
di
partecipazione
modale.
Il
calcolo
della
risposta
complessiva
non
nientaltro
che
la
sommatoria
delle
risposte
di
tutti
i
singoli
oscillatori.
Attenti
che
qui
dentro,
vedete,
c
il
fattore
di
partecipazione
modale.
Sto
dicendo:
considero
la
risposta
come
se
un
oscillatore
si
prendesse
la
stessa
forzante
esterna,
quindi
li
ho
considerati
separatamente,
come
se
viaggiassero
ognuno
per
conto
proprio,
e
poi,
per,
ad
ognuno
do
il
suo
fattore
di
partecipazione
modale,
quindi
la
sua
quota
parte:
sto,
in
qualche
modo,
riproporzionando
la
forzante
esterna,
sto
ripartendo
la
forzante
esterna
in
tanti
oscillatori
elementari.
Quindi
ho
determinato
la
loro
risposta.
La
risposta
complessiva
,a
questo
punto,
la
sovrapposizione
di
tutte
queste
risposte.
Il
terremoto,
come
abbiamo
detto
allinizio,
pu
essere
espresso
in
forma
di
accelerogramma.
Aver
fatto
tutte
queste
operazioni
che
significa?
Che
questo
accelerogramma
viene
fatto
passare
sotto
tutti
questi
oscillatori
elementari.
Ricordatevi
che
un
modo
di
operare.
Abbiamo
detto:
io,
intanto
li
considero
separatamente,
questi
oscillatori,
ho
decomposto
la
mia
struttura;
so
che
ogni
oscillatore
ha
la
sua
forma
e
se
la
sta
portando
dietro,
affar
suo;
il
terremoto,
quel
terremoto
lo
sto
applicando
indipendentemente
a
ciascuno
di
questi
oscillatori;
dopo
mi
dovr
ricordare,
in
realt
che
questo
terremoto
si
sta
ripartendo
in
parti
non
uguali
tra
questi
oscillatori
(lo
posso
fare
pure
prima
questo,
abbastanza
indifferente).
Per
il
momento
sto
guardando
la
risposta
di
tutti
questi
oscillatori
elementari
di
questo
terremoto.
Che
cosa
osservo
dinteressante?
Che
le
risposte
sono
diverse
tra
loro.
E
perch
sono
diverse
tra
loro?
Laccelerogramma
lo
stesso,
ma
le
risposte
son
diverse.
Le
risposte
son
diverse
perch
gli
oscillatori
son
diversi,
no?
Hanno
periodi
propri
diversi
e,
come
ben
sapete,
apparentemente
a
comandare
la
forzante,
ma
in
realt
chi
comanda
loscillatore:
questo
un
concetto
che
dovrebbe
esservi
chiaro
adesso,
no?
Non
avete
rimosso
tutto,
vero?
Quella
parte
molto
carina
della
dinamica
che
Braga
vi
ha
spiegato
sicuramente
molto
bene,
in
cui
vi
fa
vedere
come
nellanalisi
della
risposta
strutturale
delloscillatore
apparentemente
la
forzante
vince
perch
porta
loscillatore
dove
gli
pare,
ma
quando
la
forzante
non
unarmonica,
ma
un
insieme
di
armoniche,
la
forzante
pensa
di
vincere,
di
portarlo
dove
gli
pare
con
la
forza
bruta,
ma
loscillatore,
in
realt,
si
sta
muovendo
sulle
frequenze
pi
vicine,
quelle
pi
consone,
quelle
che
lo
fanno
divertire
di
pi,
delle
altre
se
ne
frega
di
meno.
Quindi,
intanto,
come
mi
aspettavo,
le
risposte
son
diverse.
Prima
considerazione,
di
un
certo
interesse:
i
massimi
delle
risposte
non
sono
contemporanei.
Vi
viene
in
mente
una
qualche
conseguenza
pratica
dal
fatto
che
i
massimi
delle
risposte
non
sono
contemporanei?
Ora,
pensateci
un
attimo.
Se
io
devo
fare
lanalisi
dinamica
(time
history,
si
dice),
se
sto
cercando
la
storia
temporale
della
risposta
della
mia
struttura,
forse
non
c
una
conseguenza
pratica.
Nel
senso
che
io
individuo
la
risposta
delloscillatore
elementare
e
la
risposta
della
struttura
la
ottengo
come
sovrapposizione
delle
risposte
di
tutti
questi
oscillatori
elementari,
giusto?
Quindi,
alla
fine
non
me
ne
importa
niente
perch
istante
per
istante
sto
sommando
queste
risposte
e
finisce
l
la
storia:
che
problema
ho?
Se,
per,
per
esempio,
io
non
stessi
cercando
tutta
la
risposta
temporale,
bens
solo
il
massimo
della
risposta
che
una
grandezza
dinteresse
progettuale
per
me,
tant
vero
che
quello
che
si
fa
normalmente.
Quando
facciamo
le
analisi
con
spettro
di
risposta,
che
facciamo?
Lo
spettro
che
cos?
Lo
spettro
linviluppo
delle
massime
risposte
di
tanti
oscillatori
elementari
aventi
periodi
diversi.
Cio,
di
fatto,
io
non
uso
laccelerogramma,
ma
io
uso
lo
spettro,
vado
a
cercare
direttamente
i
massimi
delle
risposte.
Posso
fare
questoperazione
per
il
singolo
oscillatore
elementare
perch,
se
conosco
il
periodo
e
conosco,
in
questo
dato
sito,
qual
lo
spettro
di
risposta,
che
caratterizzato
da
unaccelerazione
di
ancoraggio
e
da
una
forma,
in
funzione
del
periodo
di
oscillazione
trovo
qual
la
risposta
massima.
E
questo
mi
sta
bene
perch
mi
comodo
come
grandezza
progettuale:
a
quella
accelerazione
massima
corrisponde
un
taglio
al
piede,
a
quel
taglio
al
piede
corrispondono
le
sollecitazioni
oppure
corrisponde
uno
spostamento
massimo:
esattamente
tutte
l
grandezze
ingegneristiche
di
interesse
progettuale.
Lo
faccio
bene,
lo
vedo
bene
per
un
oscillatore
elementare.
Per
una
struttura,
che
un
insieme
di
oscillatori
elementari,
posso
ancora
fare
questi
ragionamenti?
S,
sul
singolo
oscillatore,
ma
devo
tener
conto
del
fatto
che
i
massimi
delle
risposte
non
sono
contemporanei.
Ne
devo
tener
conto
nel
momento
quando
poi,
in
qualche
modo,
dovr
cercare
il
massimo
della
risposta.
Cio
devo
sapere
che
questi
massimi
non
sono
contemporanei,
quindi,
se
io
sommassi
i
massimi
delle
risposte
di
questi
oscillatori,
certamente
starei
sovrastimando
la
risosta
della
struttura,
proprio
perch
non
c
un
istante
in
cui
questi
massimi
coincidono.
Qual
il
modo
per
tenerne
conto?
Lo
vediamo
successivamente.
Esistono
dei
criteri
di
base
probabilistica
che
tengono
conto
proprio
di
questo
fatto,
cio
che
i
massimi
delle
risposte
non
sono
contemporanei.
Con
il
danneggiamento
della
struttura
succede
che:
o
non
posso
pi
riferirmi
allanalisi
modale
perch,
ovvio,
che
io
i
modi
di
vibrare
li
ho
individuati
con
riferimento
a
particolari
caratteristiche
dalla
mia
struttura
(quando
scrivo
la
matrice
di
rigidezza,
scrivo
la
matrice
di
rigidezza
che
tiene
conto
di
un
particolare
stato
della
struttura:
se
la
mia
struttura
si
sta
danneggiando,
evidentemente
sta
variando
la
sua
rigidezza)
oppure
dovrei
aggiornare
lanalisi
modale
ad
ogni
istante,
cio
sto
dicendo
che
stanno
cambiando
i
modi
di
vibrare
della
mia
struttura
nel
tempo,
quindi,
di
fatto
si
sta
modificando
la
mia
risposta.
Genericamente,
se
pensassi
al
primo
modo
di
vibrare,
penso
che
la
mia
struttura
sta
attraversando
vari
stadi:
inizialmente
si
sta
fessurando,
sta
riducendo
la
sua
rigidezza
e
aumentando
il
periodo,
sicuramente
stanno
aumentando
gli
smorzamenti,
probabilmente
sta
aumentando
lo
smorzamento
perch
una
struttura
che
si
sta
danneggiando
sicuramente
sta
smorzando
di
pi
(e
questo
un
fatto
positivo
perch
sta
dissipando
energie),
ma
siccome
si
sta
spostando
anche
su
un
altro
periodo,
significa
che
si
sta
modificando
anche
la
risposta,
cio
mi
sto
spostando
nelle
zone
meno
sensibili
come
accelerazione,
quindi,
fortunatamente
ho
un
fatto
benefico.
In
una
struttura
che
si
danneggia
ho
diversi
elementi
benefici:
maggiore
dissipazione
di
energia;
incremento
del
periodo,
quindi
mi
sposto
in
zone
di
minore
amplificazione
delle
accelerazioni,
ovviamente
questo
a
prezzo
di
danneggiamenti.
Il
fatto
negativo
che
allaumentare
del
periodo
corrispondono
maggiori
spostamenti
e
cos
via.
un
discorso
che
concettualmente
pu
ancora
essere
affrontato
in
questo
modo,
da
un
punto
di
vista
dellanalisi
strutturale
bisogna
capire
quali
sono
i
metodi
pi
adatti.
In
genere,
si
adottano
modelli
di
analisi
non
lineare
con
analisi
time
history
(
un
po
diverso
il
problema
dellanalisi
strutturale).
Il
danneggiamento
non
d
problemi
sulla
contemporaneit
dei
massimi
della
risposta
(non
si
verifica
lo
stesso),
ma
d
pi
problemi
sulla
modellazione
strutturale
per
cogliere
la
risposta
corretta.
Laltra
considerazione,
siccome
non
abbiamo
considerato
i
fattori
di
partecipazione
modale,
considerando
i
fattori
di
partecipazione
modale
ci
renderemo
conto,
evidentemente,
che
non
tutti
i
modi
contribuiscono
allo
stesso
modo
alla
risposta
strutturale.
Cio,
apparentemente,
prima
abbiamo
visto
questi
oscillatori
soggetti
allo
stesso
terremoto
in
cui
la
prima
considerazione
evidente
che
i
massimi
non
sono
contemporanei.
La
seconda
considerazione
che,
quando
andiamo
ad
applicare
il
fattore
di
partecipazione
modale
a
ciascuna
forzante
esterna,
mi
accorgo
che
il
contributo
alla
risposta
complessiva
non
uguale
per
tutti
gli
oscillatori.
Alcuni
oscillatori,
quindi
alcuni
modi,
contribuiscono
alla
risposta
pi
di
altri:
e
questo
un
secondo
aspetto
di
un
certo
interesse.
Di
questo
parliamo
ancora
venerd
quando
parliamo
degli
aspetti
fisici
legati
alla
massa
partecipante
e
alle
forze
di
trascinamento.
Con
questo,
almeno
tutta
la
parte
dellanalisi
modale
dovrebbe
essere
abbastanza
conclusa,
almeno
in
tutta
la
sua
parte
concettuale
generale
e
vi
dovrebbe
mettere
in
condizione
di
interpretare
correttamente,
gi
da
subito,
i
risultati
che
ottenete
dal
vostro
modello
di
calcolo.
La
massa
partecipante
si
lega
meglio
ad
un
significato
fisico
particolare,
che
quello
che
vedremo
meglio
venerd.
15/17
Febbraio
2011
lezione
XXI-XXII
La
portiamo
poi
a
secondo
membro.
Usiamo
la
matrice
T
per
trasferire
laccelerazione
del
terno
ai
nodi
della
struttura.
Per
cui
scriviamo,
preso
il
terreno
e
fattolo
muovere
con
una
certa
accelerazione
xg
,
qual
la
accelerazione
di
ciascun
nodo
della
struttura
che
non
si
deforma,
cio
che
viene
trascinata
dal
terreno
e
rimane
in
deformata?
T
Racconta
tale
relazione
:
a
dire
in
funzione
delle
componenti
Zg
,che
sono
le
componenti
a
terra,
qual
la
componente
nodo
per
nodo
dellaccelerazione
di
trascinamento.
T=
matrice
di
trascinamento
B=
matrice
booleana
(di
uni
e
di
zeri)
Il
terremoto
potrebbe
essere
rappresentato
in
due
componenti
orizzontali
ortogonali,
sul
piano
del
terreno
Zg1
-
Zg2
,
mente
il
sistema
di
riferimento
della
struttura
ha
i
due
assi
blu
qualsiasi
Xg1
-
Xg2
:
dipende
da
come
orientato
il
suo
riferimento.
Il
terremoto
ha
le
sue
tre
componenti,
sovrapponibile
al
sistema
di
riferimento
della
struttura
solo
quella
verticale,
mentre
sono
distinte
sicuramente
quelle
orizzontali
al
piano.
Con
l
analisi
matriciale:
1)Vogliamo
passare
al
sistema
per
definire
l
accelerazione
di
trascinamento
nel
sistema
di
riferimento
della
struttura,
per
cui
proiettiamo
le
frecce
rosse
sulle
frecce
blu
con
la
matrice
R
di
cambiamento
di
riferimento.
2)
Da
cui
vogliamo
passare
dalle
tre
componenti
a
terra
alle
componenti
orizzontali
sui
gradi
di
libert
dei
piani
(=
3
numero
dei
piani
nell
immagine
sopra).
Con
la
booleana
B
passiamo
dalle
frecce
blu
alle
frecce
piano
per
piano.
Proiezione.
Da
Xg
a
xg
Con
la
matrice
T=
mi
lega
le
accelerazioni
del
terreno
alle
accelerazioni
piano
per
piano
nel
sistema
di
riferimento
della
struttura.
Le
matrici
proiettano
sul
sistema
di
riferimento
della
struttura
le
due
componenti
di
accelerazione
sismica
a
terra
Zg1
-
Zg2
.
Note
queste
riscriviamo
le
componenti
di
accelerazione
piano
per
piano.
NOTA
:Zg1
-
Zg2
sono
vettori
mentre
Xg1
-
Xg2
una
matrice
.
Il
prodotto
finale
un
vettore
xg1
-
xg2
numero
di
gradi
di
libert
complessivi.
Comodo
a
livello
operativo
ordinare
i
gdl
in
modo
da
avere
le
componenti
secondo
le
direzioni
principali
(1,2,3,)della
struttura
in
questo
modo
raggruppate.
Da
cui
possiamo
accorgerci
che
non
c
componente
verticale
di
accelerazione:
il
terreno
sta
accelerando
solo
in
direzione
1
e
in
direzione
2.
Stessa
orientazione
di
U:
Per
cui
con
la
T
ho
alla
fine
la
componente
di
trascinamento
per
ciascuna
componente
di
accelerazione
relativa
di
ciascun
nodo.
Come
per
i
modi
di
vibrare:
possiamo
separare
il
termine
funzione
del
tempo,
dal
termine
geometrico
per
ciascun
modo
di
vibrare.
Forma
del
modo
di
vibrare
separata
dalla
legge
,
dall
ampiezza
del
modo
di
vibrare
con
cui
varia
nel
tempo.
Lo
posso
fare
per
gli
N
gdl
della
struttura.
Ho
a
disposizione
N
autovettori=
N
gdl
struttura=
3
Numero
piani
ovvero
N(gdl
della
struttura)=3n(numero
di
piani)
Gli autovettori 1,2...li organizziamo scrivendoli per colonna per ottenere matrice .
Stiamo
cambiando
riferimento:
stiamo
per
proiettare
il
modo
con
cui
la
struttura
si
muove
dallo
spazio
dei
movimenti
della
struttura
dallo
spazio
degli
auto
vettori.
Nota
allinizio
avevamo
un
tipico
spazio
tridimensionale
a
tre
assi:
X1,
X2,
X3.
Se
poi
pensiamo
ad
uno
spazio
N
dimensioni,
che
contiene
gli
N
spostamenti
che
la
struttura
pu
subire,
possiamo
esprimere
gli
spostamenti
della
struttura
in
questo
spazio
dicendo
qual
lentit
dello
spostamento
su
ciascuno
degli
N
assi:
Da
tre
gdl
a
N
gdl,
ovvero
arriviamo
ad
avere
la
componente
di
spostamento
di
ciascun
nodo,
per
avere
tutti
gli
spostamenti
di
tutti
i
nodi.
Altro
sistema
di
riferimento
N
in
cui
gli
assi
non
sono
la
componente
di
spostamento
di
ciascuno
nodo
ma
sono
gli
autovettori
corrispondenti
a
ciascuna
componente
di
spostamento:
N
componenti
di
spostamento
per
cui
usiamo
N
auto
vettori.
Passiamo
al
sistema
di
riferimento
negli
auto
vettori
dalle
sistema
di
riferimento
nelle
componenti
di
spostamento.
Pensiamo
alloscillatore
elementare:
la
massa
ha
tre
possibili
componenti
di
spostamento(due
orizzontali
una
verticale).
N
rappresentato
per
loscillatore
dai
tre
spostamenti
che
solo
casualmente
coincidono
con
gli
spostamenti
nel
sistema
tridimensionale
nel
quale
raccontiamo
la
geometria.
Pensa
se
avesse
lasta
inclinata
rispetto
al
terreno:
avrebbe
gdl
su
un
piano
inclinato
e
non
coinciderebbe
con
i
3gdl
del
sistema
a
terra.
Se
usassimo
gli
auto
vettori
dell
oscillatore:
avremmo
modi
di
vibrare
assiale
e
lungo
due
direzioni
ortogonali.
Passiamo
dal
sistema
di
riferimento
delle
tre
componenti
dell
unico
nodo
che
abbiamo
al
sistema
di
riferimento
dei
tre
auto
vettori
corrispondenti.
Se
la
pensiamo
non
ad
una
struttura
ad
un
gdl
ma
N
gdl,
il
sistema
di
riferimento
degli
spostamenti
nodali
per
i
6
gdl
per
ciascun
nodo
(se
non
ho
fatto
condensazione,
ipotesi
di
diaframma).
Avr
un
sistema
di
riferimento
pari
a
6*
numero
dei
nodi:
Con
degli
scalari
descrivo
cos
qualsiasi
deformazione
della
struttura,
perch
avrei
per
ogni
nodo
6
componenti
di
spostamento
e
uno
scalare
con
cui
esprimo
la
componente
di
spostamento
su
ciascun
asse
(da
uno
a
6
assi
per
ogni
nodo).
6N
A
questa
situazione
corrisponde
a
6
N
auto
vettori.
Posso
passare
a
questo
sistema
di
riferimento
rappresentato
dai
6N
autovettori.
Premoltiplico
e
postmoltiplico
per
Matrice
esprime
la
forma
degli
auto
vettori:
in
che
rapporto
stanno
tra
loro
i
gdl
della
struttura
rispetto
a
quel
autovettore?
Come
esprimo
nel
sistema
dei
gdl
tutti
gli
auto
vettori,
perch
scrivere
la
forma
vuol
dire
scrivere
come
sono
fatti
gli
auto
vettori
nel
sistema
di
riferimento
dei
gdl.
Forma=
come
passo
dal
sistema
dei
gdl
struttura
agli
auto
vettori.
Come
se
considerassi
i
gdl
di
ciascun
nodo
e
li
faccio
diventare
assi
di
riferimento
per
ciascun
nodo.
Cos
la
deformata
della
struttura
la
posso
definire
con
scalari
Come
per
gli
assi
cartesiani:
definiamo
la
direzione
dei
tre
assi
ed
esprimiamo
il
vettore
di
spostamento
tramite
scalari.
Cosi
per
la
struttura
con
6n
assi
avr
6n
numeri
che
esprimono
in
termini
scalari
una
direzione
precisa.
Con
cui
metto
da
parte
vettori.
VANTAGGI:
il
prodotto
T
*
M
Sostituisco
u(t).
Li
racconto
ancora
nel
sistema
di
riferimento
degli
u.
Siccome
unequazione
di
equilibrio,
questa
deve
essere
valida
per
qualsiasi
deformata,
qualsiasi
sistema
di
spostamenti
che
applico
alla
struttura.
Applico
il
principio
dei
lavori
virtuali:
deformata
virtuale
impongo
poi
che
il
lavoro
del
primo
membro
sia
uguale
al
lavoro
del
secondo
membro.
Spostamento
virtuale
lo
esprimo
come
:
q(t)
.
Siccome
devo
moltiplicare
queste
forze
per
lo
spostamento
virtuale,
cio
fare
un
prodotto
scalare,
traspongo
il
vettore
e
moltiplico
tutti
i
termini
per
questo
vettore
trasposto.
Per
cui
scrivo
come
spostamento
virtuale:
T q(t)T
E
pre-moltiplico
primo
e
secondo
membro
di
questa
equazione
per
questo
termine.
Ma
lo
spostamento
deve
essere
virtuale:
relazione
che
deve
valore
per
qualsiasi
spostamento.
Per
cui
posso
eliminare
q(t)T
perch
deve
essere
qualsiasi(
lampiezza!),
per
cui
avr
da
pre-
moltiplicare
solo
per
T :
il
prodotto
finale
T
*
M da
componenti
solo
nella
diagonale
principale,
perch
tutti
gli
altri
termini
fuori
dalla
diagonale
principale
avranno:
i
j =0
perch
gi
auto
vettori
sono
ortogonali.
Per
cui
mi
scompaiono
tutti
gli
altri
termini
che
non
sono
sulla
diagonale
principale.
Perch
da
un
sistema
ad
n
equazioni
ad
n
incognite,
passo
ad
n
equazioni
distinte
ad
una
incognita.
Posso
quindi
risolvere
in
maniera
pi
semplice.
Ogni
equazione
pu
essere
risolta
per
conto
suo,
e
ha
una
sola
incognita:
EQUAZIONI
DISACCOPIATE.
Sistemi
di
normalizzazione:
I
pi
usati
sono
quelli
che
dicono
che
la
lunghezza
dell
auto-
vettore
sia
unitaria
(la
norma,
lunghezza,
scalre= T ).
Mentre
il
SAP
normalizza
gli
auto
vettori
in
modo
che
la
matrice
di
massa
non
solo
sia
diagonale,
ma
sia
fatta
di
tutti
uno.
Leggiamo
al
numeratore,
il
lavoro
fatto
dalla
forza
di
trascinamento
(premoltiplicata
per
T q(t)T
per
leggere
il
lavoro
compiuto
dalla
forzante
nellauto-vettore
j-esimo)
e
normalizzato
con
la
regola
del
SAP:
autovettore
fatto
in
modo
tale
che
per
qualsiasi
sia
j(cio
tutti
gli
auto
vettori)
ho:
NOTA:
qualunque
sia
il
criterio
di
normalizzazione.
Vedo
quanto
valgono
questi
.
Massa
modale
uno
per
il
criterio
di
normalizzazione
adottato
dal
SAP.
Ma
pi
interessanti
sono
i
modal
partecipation
ratios
=
MASSA
PARTECIPANTE
che
la
percentuale
di
massa
totale
che
viene
eccitata
in
quel
particolare
modo
di
vibrare:
in
quella
decomposizione
in
sottostrutture,
in
oscillatori
elementari,
ognuno
che
porta
con
se
massa,
rigidezza,
e
viscosit.
Che
fetta
di
massa
totale
si
porta
con
s.
E
pi
interessante
perch
vediamo
quanto
conta
modo
di
vibrare
per
modo
di
vibrare
.
Esempio
la
maggior
parte
delle
forze
d
inerzia
confluir
nel
primo
modo
di
vibrare
in
x:
84,5%.
Nota
non
leggo
nulla
in
direzione
y
perch
telaio
piano.
Autovettori
con
maggiore
massa
sono
pi
importanti:
perch
sono
quelli
che
hanno
le
sollecitazioni
pi
grandi.
Nel
caso
di
telaio
piano
a
4
piani,
con
i
primi
3
modi
di
vibrare
si
porta
dietro
il
98,9%
della
massa.
Ho
preso
quasi
tutto
quello
che
il
trascinamento
del
terreno
mi
d
nei
soli
primi
3
modi
di
vibrare.
In
realt
modi
di
vibrare
per
descrivere
=
3*
N
numero
dei
piani=
12
modi
di
vibrare.
Ma
in
sostanza
non
li
porto
neanche
in
conto
nel
rapporto,
nelle
forze
di
inerzia.
RIPERCORRIAMO:
1) Modellazione
struttura
e
analisi
modale.
Esempio
ha
questi
4
modi
di
vibrare
ognuno
con
un
diverso
periodo
proprio
e
deformata.
Stiamo
decomponendo
in
4
oscillatori
elementari
con
quella
forma
sempre
uguale
ma
con
ampiezza
variabile
con
il
tempo
2) Cambio
di
riferimento
3) Fattore
di
partecipazione
modale
4) Siamo
in
grado
di
valutare
la
risposta
complessiva
sistema,
sovrapponendo
per
ciascun
oscillatore
le
risposte
istante
per
istante.
OSSERVAZIONI:
1) i
massimi
non
saranno
contemporanei
2) la
sovrapposizione
cambia
ad
ogni
oscillazione:
ad
ogni
ciclo
sono
diverse,
i
massimi
si
spostano
continuamente.
I
massimi
traslano.
Se
partiamo
dal
terremoto
in
forma
di
accelerogramma,
lo
leggiamo
con
gli
oscillatori
elementari.
Ogni
oscillatore
l
ha
filtrato
dandomi
segnali
diversi,
con
massimi
in
posizione
diverse.
Effetti
dell
accelerogramma
sugli
oscillatori.
Vedo
che
i
massimi
non
sono
contemporanei.
Ce
li
ha
in
posizione
diverse.
Per
capire
la
sollecitazione
massima,
dovrei
prendere
il
massimo
e
leggere
sulla
verticale
le
altre
sollecitazione,
sommarli
e
vedere
un
primo
possibile
massimo.
E
cos
per
tutti
gli
oscillatori.
Non
coglierei
forse
neanche
cos
il
massimo:
magari
cade
in
mezzo,
in
una
situazione
che
non
massima
per
nessuno
dei
4
oscillatori
elementari.
DOVREI
LEGGERE
LE
LEGGI
TEMPORALE
ISTANTE
PER
ISTANTE,
SOVRAPPORLE
PER
LEGGERE
LE
SOLLECITAZIONI
E
SOMMARLE
PUNTUALEMENTE.
Ognuna
di
quelle
risposte
ha
il
suo
fattore
di
partecipazione
modale:
quantit
di
massa
che
viene
eccitata.
Ognuna
con
le
sue
diverse
velocit.
Fattori
di
partecipazione
di
massa
condiziona
molto
l
importanza
dei
modi
di
vibrare,
ci
consente
di
descrivere
con
pochi
modi
di
vibrare
i
modi
con
cui
la
struttura
risponde
al
terremoto,
cogliendone
sostanzialmente
l
effetto.
Quando
il
terreno
si
muove
e
trascina
la
struttura,
le
matrice
T,
R,
B
servono
a
produrre
l
effetto
per
cui
i
terreno
si
muove
con
accelerazione
xg
ma
la
struttura
senza
deformarsi,
cammina
con
il
terreno
e
ogni
nodo
ha
xg
.
Perch
telaio
piano,
il
terreno
pu
muoversi
solo
nel
piano
del
disegno,
cos
il
telaio
piano
si
muove
nel
piano
del
disegno:
il
terreno
si
muove
xg
,il
telaio
trasla
senza
deformarsi
con
xg
Distribuzione
delle
forze
d
inerzia
ad
ogni
piano,
se
uguale
massa
per
ogni
piano:
LE
FORZE
D
INERZIA
PER
OGNI
PIANOPER
IL
TRASCINAMENTO
SONO
UGUALI.
Le
forze
d
inerzia
che
sono
la
forzante,
il
secondo
membro.
Se
le
moltiplico
per
per
vedere
quanta
parte
di
queste
forze
di
inerzia
va
a
ciascun
modo
di
vibrare.
Un
trascinamento
solo
nel
piano
del
disegno,
struttura
con
5
piani:
mi
bastano
5
modi
di
vibrare
per
descrivere
la
struttura.
Quantit
descritte
con
la
legge
corrispondente
al
modo
di
vibrare.
d
D
o
bbiamo
per
considerare
che
abbiamo
anche
la
RISONANZA
data
dal
termine
Mu
Questo
ci
porta
a
dire
che
a
seconda
del
periodo
che
stiamo
considerando,
o
stiamo
nella
zona
di
amplificazione
o
nella
zona
di
deamplificazione.
Per
cui
abbiamo
un
ulteriore
impiccio:
a
seconda
del
modo
di
vibrare
oltre
a
prendere
pi
o
meno
massa,
posso
ricadere
nella
zona
in
cui
l
oscillazione
si
amplifica
e
zone
in
cui
l
oscillazione
si
deamplifica.
A
seconda
del
periodo
di
vibrare.
Lo
spettro
di
risposta
assomiglia
la
curva
di
risonanza:
spettro
di
risposta
curva
di
risonanza
un
po
semplificata
(
tagliata
dritta
orizzontale).
Disegnata
laccelerazione
di
trascinamento
e
la
forza
di
inerzia
di
trascinamento
per
ciascun
piano
(linea
gialla)
vediamo
cosa
combinano
i
modi
di
vibrare
con
quelle
forme:
il
primo
modo
di
vibrare
con
l
87%
del
totale
si
prende
quelle
forze
di
inerzia.
Quelle
sismiche
di
trascinamento
e
in
rosso
quelle
che
il
primo
modo
di
vibrare
racconta
alla
struttura:
si
prende
molto
di
pi
sopra
di
forza
di
trascimaneto,
sotto
di
meno.
Si
vedono
le
forze
sismiche
cumulate:
la
somma
delle
forze
di
inerzia.
Alla
fine
si
vede
come
ho
preso
il
diagramma
rettangolare
corrispondente
alle
forze
di
trascinamento,
nonostante
le
apparenze.
Complessivamente
ottengo
la
forza
di
trascinamento.
In
termini
di
sollecitazione
per
comanda
lo
spettro:
a
parit
di
forza
applicata,
che
mi
trovo
in
zona
di
amplificazione
o
deamplificazione,
amplificher
o
deamplificher
la
fetta
di
forza
di
inerzia
che
gli
spetta,
per
colpa
della
risonanza,
per
ogni
periodo.
La
forza
di
inerzia
rettangolare
sarebbe
la
linea
orizzontale
dello
spettro.
La
risposta
complessiva
della
struttura
la
somma
di
tutti
questi
effetti:
- il
modo
di
vibrare
con
il
suo
periodo
e
quindi
amplificazione
e
deamplificazione,
- la
fetta
di
forza
di
inerzia
che
spetta
a
quel
modo
di
vibrare
e
che
leggo
facilmente
con
il
modal
partecipation
mass
ratios
PERCENTUALE
DI
MASSA
PARTECIPANTE
rispetto
alla
massa
totale.
In
un
altro
modo,
posso
vedere
come
al
sommare
dei
modi
di
vibrare
varia
lo
spettro:
il
primo
modo
di
vibrare
si
prende
una
grossa
fetta
di
spettro.
Qui
vedo
solo
variare
lo
spettro
senza
considerare
la
risonanza.
Con
il
fatto
che
il
terreno
da
questa
forza
di
inerzia
che
per
viene
amplificata
e
deamplificata.
Che
effetti
comporta
sulla
struttura?
Fino
ad
ora
la
massa
partecipante
sul
taglio
al
piede.
Esempio
87,5%
il
taglio
al
piede
eccitato
nel
primo
modo
di
vibrare.
Ma
poi
piano
per
piano
come
lo
metto
questo
effetto?
Ci
saranno
dei
piani
in
cui
la
massa
conta
poco
e
quanto
conta
di
pi?
Non
lo
stesso
a
tutti
i
piani.
Ad
esempio
per
un
edificio
a
10
piani,
che
ha
tanti
modi
di
vibrare
in
pi.
Il
primo
modo
di
vibrare
la
massa
eccitata
81,6%,
ma
si
distribuisce
in
maniera
diversa
per
piano.
Per
certi
piani
addirittura
sto
conteggiando
il
90
e
passa
%
di
taglio
che
sto
trasferendo
al
piede
della
struttura
non
equamente
distribuito
sulla
altezza
della
struttura.
Questo
significa
che
vero
che
mi
bastano
pochi
modi
di
vibrare
per
descrivere
la
struttura,
ma
tanto
pi
la
struttura
grande
e
tanto
pi
devo
tenere
conto
dei
modi
superiodi
per
considerare
la
sollecitazione
massima
del
telaio
per
ogni
piano.
Perch
piano
per
piano
varia
linfluenza,
il
contributo
del
taglio
al
piede.
Per
cui
se
voglio
valutare
il
taglio
all
ultimo
piano,
devo
almeno
leggere
il
4
modo
di
vibrare
per
l
ultimo
piano.
FATTORI
DI
PARTECIPAZIONE
sono
affidabili
per
i
primi
piani
ma
poco
per
gli
ultimi:
rischio
di
sottodimensionamento.
Esempio
con
le
deformazioni
relative
di
piano.
24
Febbraio
/
14
Marzo
2011
lezione
XXIV-XXVIII
Limportante
sono
i
risultati
che
si
ottengono.
Quelle
che
ci
interessano,
per
la
struttura,
sono
le
forze,
in
particolar
quelle
equivalenti
alle
forze
di
inerzia.
Mente
l
accelerogramma
che
ci
interessa
nel
moto
in
se
stesso
(per
il
terremoto).
Ad
ogni
rappresentazione
si
affianca
un
approccio
analitico.
Sono
calcoli
per
il
programma,
che
ci
dice
quanto
impegnativo
sia
il
grado
di
modellazione.
L
a
pi
banale
quella
per
forze
statiche
equivalenti.
B=
matrice
di
rigidezza,
ovvero
termini
non
nulli
N=
gradi
di
liberta
M=
auto
valori
richiesti
P=
numero
di
passi
di
integrazione
NOTA:
analisi
modale,
non
altro
che
una
serie
di
analisi
statiche,
analisi
statica
ripetuta
quanti
sono
i
modi
di
vibrare
(B
e
M
che
moltiplicano
alla
forma
sopra).
Per
laccelerogramma
parliamo
di
integrazione
al
passo:
prendiamo
l
accelorogramma.
Leggiamo
accelerazioni
terreno
ogni
centesimo
secondo
ad
esempio
otteniamo
3000
punti
che
sono
i
passi
P.
A
priori
non
si
pu
dire,
ma
in
generale
l
ultima
la
pi
pesante.Sono
anche
in
ordine
cronologico
come
tipo
di
passo.
VALUTAZIONE
RIDUZIONE
RIGIDEZZA
Siccome
lentit
dellazione
dipende
dai
periodo
propri
che
dipendono
dalla
rigidezza
degli
elementi
strutturali,
e
in
particolare
la
fessurazione
del
calcestruzzo.
Se
non
si
vuole
entrare
nel
dettaglio
di
una
modellazione
non
lineare
del
materiale,
si
considerano
delle
riduzioni
forfettarie
di
rigidezza.
Ad
esempio
se
sono
con
periodi
troppi
bassi:
vogliono
dire
risposte
spettrali
alte.
Indicazioni
per
cui
possiamo
porci
su
un
valore
di
rigidezza
che
pari
alla
met
dellintera
sezione
reagente,
dimezzando
il
modulo
di
elasticit
del
materiale
(300000
cls=15000cls).
Valori
pi
reali
in
SLV:
di
quando
la
struttura
in
prossimit
della
rigidezza
per
forze
orizzontali
nulla.
METODI
DI
ANALISI:
Noi
utilizziamo
analisi
lineare
dinamica,
mentre
la
statica
solo
per
un
dimensionamento
iniziale.
Oggi
si
percorre
la
strada
dell
analisi
non
lineare
statica,
mentre
quella
non
lineare
dinamiche
ancora
complicata
per
essere
alla
portata
di
tutti.
La
normativa
dice
come
lanalisi
di
riferimento
sia
l
analisi
modale
con
spettro
di
risposta
o
analisi
lineare
dinamica.
Anche
l
euro
codice
lo
utilizza
come
metodo
di
analisi
come
via
di
mezzo
di
compresso
tra
impegno
e
risultati.
La
normativa
ci
chiede
anche
di
non
arrestare
le
nostre
analisi
con
i
modi
di
vibrare,
se
non
abbiamo
preso
in
considerazione
l
85%
della
massa
del
nostro
edificio.
Per
cui
dobbiamo
sommare
i
nostri
modal
partecipation
mass
ratios
finch
non
arriviamo
a
tale
massa
e
comunque
non
dobbiamo
trascurare
quei
modi
con
massa
eccitata
pari
almeno
al
5%.
Leuro
codice
conferma
il
5%
e
chiede
il
90%
come
massa
totale
eccitata.
Va
effettuata
sempre
l
analisi
modale
perch
ci
vuole
poco
per
farla
diventare
regolare
in
pianta
o
in
alzato.
E
sempre
di
rigore.
L
analisi
statica
ci
valuta
le
forze
di
inerzia
tramite
forze
statiche
equivalenti
ma
ha
alcune
limitazioni
per
poterla
utilizzare.
Se
utilizziamo
questa,
non
vuol
dire
che
non
teniamo
conto
dello
spettro
di
risposta,
tanto
che
la
normativa
ci
dice
di
assumere
un
periodo
valutato
con
una
formula
semplificata
che
tiene
conto
dellaltezza
delledificio
e
un
coefficiente
che
tiene
conto
del
meccanismo
resistente.
Lentit
delle
forze
statiche
equivalenti
si
ricava
facilmente
dalla
risposta
spettrale
corrispondente
al
periodo
cos
calcolato.
Analisi
statica
che
tiene
conto
un
periodo
preciso.
Di
solito
questo
periodo
molto
vicino
a
quello
calcolato
con
lanalisi
modale:
ottima
approssimazione.
La
distribuzione
delle
forze
lungo
laltezza
dell
edificio
tende
a
simulare
le
forze
di
inerzia
che
accompagnano
il
primo
modo
di
vibrare
C1
al
variare
con
il
materiale
e
dell
altezza,
dove
vediamo
come
lacciaio
si
muova
pi
lentamente
poi
c
il
cls
armato
e
infine
altre
costruzioni
come
quelle
in
muratura.
Il
tipo
di
forze
statiche
che
usiamo
per
modellare
le
forze
di
inerzia.
Al
di
l
della
apparente
complicazione
della
formula
Formula
banale
che
serve
a
far
diventare
una
situazione
di
forze
di
inerzia
di
trascinamento
(
a
massa
costante
per
i
vari
piani)
cio
un
rettangolo,
in
un
triangolo
di
pari
area,
con
zero
a
terra
e
valore
massimo
alla
sommit
delle
edificio:
pari
risultante.
Interessante
il
coefficiente
riduttivo
=0,85
perch
questa
formula
pensa
che
al
primo
modo
di
vibrare
pensa
che
si
associ
al
pi
l
85%
della
massa.
Avendo
scelto
di
modellare
le
forze
statiche
equivalenti
alle
forze
di
inerzia
con
una
distribuzione
triangolare
da
primo
modo,
mi
dice
di
ridurre
l
entit
delle
forze
di
un
15%
perch
al
pi
sar
l
85%
la
massa
da
essere
eccitata,
la
massa
eccitata
con
legge
triangolare.
I
modi
superiori
devono
contare
poco,
perch
senn
una
formula
che
punta
tutto
sul
primo
modo
di
vibrare
non
va
bene.
Per
capire
la
formula:
F=
La
risposta
spettrale
per
0,85
divisa
l
accelerazione
gravit
Fh=
F
riferito
al
peso
H=
momento
statico
rispetto
al
piano
zero
dei
pesi
dei
vari
piani
diviso
il
piano
totale,
ovvero
la
posizione
dell
edificio
rispetto
al
terreno
Le
forze
sono
distribuite
con
legge
triangolare.
Quando
Zi=H
Fi=Fw;
Zi=0
Fi=0
Tutti
ruotano
intorno
al
valore
uno
che
corrisponderebbe
alla
distribuzione
rettangolare
di
forze
di
inerzia,
legate
al
trascinamento
dell
edificio,
allo
spostamento
del
terreno.
SCOPO
DELLA
FORMULA
E
QUINDI
QUELLA
DI
FAR
RUOTARE
QUESTA
DISTRIBUZIONE
RETTANGOLARE
INTORNO
AL
SUO
BARICENTRO
PER
DARE
QUESTA
DISTRIBUZIONE
CHE
APPROSSIMA
L
ANDAMENTO
DELLE
FORZE
DI
INERZIA
RELATIVE
AL
PRIMO
MODO
DI
VIBRARE.
ANALISI
LINEARE
STATICA
7.2.6.
NTC
2008
Si
suppone
un
momento
torcente
che
nasce
se
il
centro
di
massa
non
coincide
con
il
centro
di
massa.
Che
effetti
produrrebbe?
Se
la
rigidezza
delledificio
fosse
spalmata
sulla
pianta
delledificio,
gli
effetti
prodotti
sarebbero
dati
da
questa
linea
scura.
Poi
vediamo
gli
effetti
per
le
varie
file
di
pilastri
a
sinistra
e
a
destra
dellestremit
della
pianta.
Fino
ad
arrivare
a
infiniti
allineamenti
(linea
nera),
in
cui
ho
spalmato
la
rigidezza
su
tutta
la
pianta:
come
se
avesse
delle
molle
su
tutta
la
lunghezza
per
simulare
un
momento
torcente,
come
una
trave
su
suolo
elastico.
Caso
in
cui
l
eccentricit
minore
della
lunghezza
del
lato:
Quanto
conta
lincremento
di
sollecitazione
sullallineamento
dei
pilastri
che
ci
interessa
per
effetto
di
questo
momento
torcente?
Ad
esempio
su
9
allineamenti
ortogonali
avremmo
in
incremento
del
25%
:
incremento
del
25%
delle
forze
orizzontali
sui
diversi
telai
per
effetto
di
questa
ipotesi
di
torsione
per
non
coincidenza
centro
di
massa
e
di
rigidezza
in
pianta.
Per
questo
si
cerca
di
non
avere
moti
torsionali:
producono
incrementi
di
sollecitazione
sui
telai
lontani
dal
baricentro
che
sono
parassitari
ovvero
che
non
che
sono
sollecitazioni
a
cui
non
possiamo
fare
nulla,
che
sono
propri
del
terremoto.
Accompagnano
il
terremoto,
ma
noi
possiamo
cambiare
il
nostro
modello
per
ridurre
questi
effetti,
spostando
i
baricentri
o
il
centro
di
rigidezza.
Nel
caso
in
cui
ho
una
distribuzione
continua
e
discontinua
delle
rigidezze:
incremento
anche
del
25-30%
SPOSTAMENTI
EFFETTIVI
STRUTTURA:
Gli
spostamenti
che
ci
fornisce
il
modello
non
sono
reali:
perch
sono
quelli
al
limite
della
resistenza
ma
essendo
elastico.
Gli
spostamenti
effettivi
saranno
almeno
q
volte
quelli
che
il
modello
fornisce,
ad
esempio
con
un
fattore
di
struttura
pari
a
q=3,9
avremmo
spostamenti
4
volte
pi
grandi
di
quelli
forniti
dal
modello.
Se
ci
trovassimo
sul
PLATEAU
dello
spettro
questo
effetto
sarebbe
ancora
pi
risentito
(T1<Tc)
pensa
ai
movimenti
relativi
tra
le
travi.
3)
quando
non
c
pericolo
di
attivare
movimenti
verticali
con
forze
di
inerzia
orizzontali:
presenza
di
sbalzi
importanti.
MODELLAZIONE
INDIRETTA
7.3.5.
NTC
2008
Ritornando
all
idea
delle
tre
componenti
X,Y,Z
e
non
sapendo
da
dove
arriva
il
terremoto,la
normativa
mi
fornisce
una
regola
di
combinazione
che
mi
suggerisce
come
orientarlo
rispetto
all
edificio.
Tre
possibilit:
1) Intera
componente
rispetto
alla
direzione
x
,
30%
secondo
direzione
Y
e
30%
in
direzione
Z
2) Intera
componente
in
direzione
Y,
30%
in
direzione
X
e
30%
in
direzione
z
3) Intera
componente
in
direzione
Z,
30%
in
direzione
X
e
30%
in
direzione
Y
Tra
queste
tre
ipotesi
scegli
la
peggiore
rispetto
alla
caratteristica
di
sollecitazione
che
ti
interessa
(sollecitazione,deformazione,spostamenti).
NOTA:
sembra
un
parto
di
fantasia
malata.
In
realt
per
una
valutazione
ragionevole
dei
massimi
possibili
delleffettiva
risposta
del
sisma.
Naturalmente
quando
non
devo
considerare
la
componente
verticale
la
levo.
Ne
debbo
tenere
conto
degli
spostamenti
relativi
se
non
ho
cordoli
o
una
struttura
che
li
impedisce.
MODELLAZIONE
CON
ACCELEROGRAMMA
(DINAMICA
CON
INTEGRAZIONE
AL
PASSO
IN
CAMPO
LINEARE
O
NON
LINEARE):
Devo
usare
un
accelerogramma
tri-componente,
ovvero
tre
treni
di
onde
nelle
tre
direzioni
X,Y,Z
e
per
tenere
conto
dell
aleatoriet
del
fenomeno.
La
norma,poi,
mi
richiede
7
diversi
gruppi
di
accelero
grammi,
oppure
prendere
i
massimi
degli
effetti.
Mentre
utilizzando
i
7
accelerogrammi
a
tre
componenti,
leggiamo
le
risposte
e
facciamo
i
valori
medi
con
i
quali
dimensioniamo,
nel
secondo
caso
N
massimo,
M
massimo..
quindi
approccio
pi
pesante.
E
comunque
mai
meno
di
3
gruppi
di
accelero
grammi.
MODELLAZIONE
DIRETTA
3.2.3.6.
NTC
2008
Tre
tipi
di
accelerogrammi:
Programma
corposo
da
scaricare
per
i
database
italiani
ed
Europei
che
ha
il
suo
interno.
Viene
aggiornato
ogni
6
mesi.
Come
sono
organizzati
i
database:
Terremoti
(sono
i
puntini)
sono
organizzati
come
magnitudo
e
distanza
epicentrale.
Poi
ogni
terremoto
ha
diverse
registrazioni
per
i
diversi
terreni
(A,B,C,D,E)
anche
5-10
registrazioni
un
unico
terremoto,
a
seconda
dello
strumento
che
l
ha
letto
e
il
terreno
su
cui
quello
strumento
stava.
Non
sono
tantissimi:
per
magnitudo
o
distanze
epicentrali
particolari,
i
programma
ci
dice
che
non
ci
sono
dati
che
fittino
il
sito
di
interesse.
Occorre
riferirsi
in
partenza
ad
un
database
o
l
altro
avendo
terremoti
comuni.
PASSI:
1)
definizione
dello
spettro
Target-Target
spectrum:
si
incomincia
con
l
individuazione
del
sito,
quindi
interfaccia
simile
a
simqke
e
spettri
v.1.03
Vediamo
come
chieda,
seguendo
le
NTC
2008:
longitudine
e
latitudine
sito
di
interesse
(oppure
ricerca
per
comune),
il
terreno,
il
coefficiente
stratigrafico
e
topografico,
la
vita
nominale,
stato
limite,
Vr
tipo
di
suolo..stessi
parametri
che
ci
servono
per
lo
spettro
di
risposta
elastico
o
spettro
di
progetto
se
definiamo
anche
il
fattore
di
struttura
q.
Per
l
EC8
chiede
ag(valore
di
ancoraggio
dello
spettro)
e
la
categoria
di
sottosuolo
di
riferimento.
E
possibile
anche
una
terza
strada:
user
defined
spectrum
per
uno
spettro
di
progetto
completamente
definito
dallutente.
Si
specifica
la
componente
azione
sismica
che
si
vuole
considerare:
al
solito
per
le
componenti
X
e
Y
ho
un
unico
spettro
di
risposta
mentre
la
componente
che
descrive
il
moto
verticale
caratterizzato
dal
suo
spettro
di
risposta.
Disaggregazione
provengono
i
dati
dal
sito
S1:
quindi
c
coerenza
con
la
pericolosit
sismica
di
riferimento
italiana.
Per
tutti
i
siti
italiani
e
per
due
periodi
e
per
quattro
periodi
di
ritorno.
E
pi
interessante
se
fosse
stata
data
con
distribuzione
direzionale
che
circolare
per
sapere
da
che
direzione
viene
il
terremoto.
Comunque
ho
informazioni
importanti
con
la
distribuzione
circolare:
quell
accelerazione
che
leggiamo
al
suolo
da
quale
terremoto
e
a
quale
distanza
prodotta.
Ovvero
quanto
dista
il
sito
che
lha
prodotta
e
qual
la
magnitudo
del
terremoto
che
produce
quel
sito.
Per
cui
con
la
disaggregazione
decidiamo
che
distanza
epicentrale
e
che
magnitudo
chiediamo
a
rexel.
Per
cui
le
sappiamo
la
coppia
M-R.
Errori
commessi
maggiori
per
periodi
di
ritorno
pi
basso.
Gli
diciamo
per
che
ordinata
spettrale
vogliamo
la
disaggregazione.
Nellesempio
ho
T=0
che
cosa
leggiamo
sul
terreno
e
per
T=1
secondo,
cio
che
cosa
leggiamo
per
una
struttura
che
ha
periodo
proprio
di
1
secondo,
come
vedi
la
disaggregazione
completamente
diversa.
Ha
un
interfaccia
pi
simpatica
del
sito
S1.
NOTA:
2) P
r
eliminary
database
research
scegliamo
il
database
che
ci
interessa,
se
quello
europeo
o
quello
italiano
(ESD
o
ITACA)
gli
forniamo
la
magnitudo
e
la
distanza
epicentrale
ricavata
dai
grafici
precedenti.
Ricaviamo
una
serie
d
informazioni,
2)
Accelerogrammi
artificiali
tramite
SIMQKE
(scaricabile
dal
sito
dell
universit
di
Trento)
che
genera
gli
accelero
grammi
in
base
allo
spettro
di
risposta.
In
questo
caso
parliamo
di
accelogrammi
artificiali
spettro
compatibili,
realizzati
con
modelli
probabilistici
tali
che
il
loro
spettro
di
risposta
sia
molto
prossimo
allo
spettro
di
progetto.
Generati
in
modo
che
dessero
un
preciso
spettro
di
risposta.
E
un
programma
americano
di
Berkley
degli
anni
80.
Prof.
Gelfi
ha
fatto
solo
l
interfaccia
input-output.
Ma
scaricando
non
te
ne
accorgi.
Nota:
fissa
le
rampe
in
termini
di
tempo,
ove
l
intensit
del
terremoto
va
crescendo(10
secondi)
per
quanto
lungo
il
tratto
per
la
quale
l
accelerazione
massima
e
quanto
lunga
la
rampa
per
la
quale
il
terremoto
si
va
riducendo
(tutte
del
ordine
di
10-15
secondi).
Export
data
per
esportare
i
dati
da
mettere
in
SAP.
Chiede
1) la
normativa
da
usare
2) il
periodo
di
riferimento
Vr
3) lo
stato
limite
che
ci
interessa
4) la
ricerca
del
sito:
in
quale
comune
siamo.
Lo
stesso
lavoro
di
Spettri
1.03.
ovvero
la
maglia
che
ci
interessa,
i
parametri
interpolati..
Nota
sono
dati
di
output
legati
al
sito
che
abbiamo
scelto.
In
input:
che
suolo
c
,
la
topografia,
la
componente
che
vogliamo.
Lui
restituisce
gli
spettri
di
risposta
e
lui
d
un
accelerogramma
che
vada
daccordo
con
lo
spettro.
Nota:
non
identico
allo
spettro,
ma
rispetto
allo
spettro
dalla
quale
stato
generato
ha
una
tolleranza
massima
del
10%
in
pi
o
meno
rispetto
allo
spettro.
Come
richiesto
dalle
NTC
2008:
CI
RICHIEDE
CHE
LO
SPETTRO
DI
RISPOSTA
NTC
2008
SIA
CONFORME
CON
QUELLO
GENERATO
FISSANDO
DELLE
FASCIE
DI
TOLLERANZA.
NOTA
:
l
uso
di
questi
accelero
grammi
non
permesso
nel
caso
di
analisi
dinamiche
di
opere
e
sistemi
geotecnici.
Si
possono
inserire
questi
accelero
grammi
nel
SAP
per
vedere
sollecitazioni.
Diventa
uguale
solo
se
ne
generassimo
tanti
di
accelero
grami
e
ne
facessimo
la
media
delle
risposte,
per
questo
norma
ce
ne
richiede
almeno
7.
CONFRONTI
REXEL-SIMQKE:
Mentre
nel
SIMQKE
abbiamo
sempre
una
soluzione,
ma
non
detto
che
quello
che
cerchiamo,
con
REXEL
non
avremmo
sempre
una
soluzione,
ma
se
la
troviamo
quella
che
volevamo.
Differenza
sostanziale:
se
generiamo
dallo
spettro
di
risposta,
SIMQKE
,non
ci
accorgiamo
perch
la
risposta
spettrale
da
una
procedura
tale
che
gonfia
la
risposta
spettrale
sulle
basse
frequenze,
gli
alti
periodi.
Per
cui
otteniamo
accelero
grammi
con
tanta
energia,
pi
di
quelli
reali
con
accelerogramma
naturale,
sui
periodi
alti.
Per
cui
ad
esempio
previsioni
di
spostamenti
eccessivi:
Esempio
su
una
struttura
a
10
piani,
struttura
lenta,
non
andr
bene.
16
Marzo
2011
lezione
XXIX
COMBINAZIONE
MODALE=
Come
rimettiamo
assieme
gli
auto
vettori
per
valutare
la
risposta
della
struttura,
effettiva,
pi
prossima
al
vero.
Il
secondo
problema
sar
la
combinazione
direzionale:
finiamo
per
decidere
che
il
terremoto
viene
in
direzione
x
o
in
direzione
y.
Ma
in
realt
non
c
nessun
motivo
per
cui
terremoto
provenga
da
queste
due
direzioni.
Direzione
del
terremoto
e
come
valutare
la
risposta
massima
del
terremoto.
Come
scegliere
la
direzione
di
arrivo
del
terremoto
in
modo
che
le
valutazioni
fatte
coprano
tutte
le
valutazioni
possibili.
ANALISI
MODALE
equivale
a
dividere
la
struttura
in
oscillatori
elementari.
Deformazione
esprimibile
in
un
unico
parametro,
fissata
l
ampiezza
di
un
grado
di
libert
tutti
gli
altri
sono
fissati,
perch
la
forma
modale
fissata.
Dato
un
gdl
conosciamo
tutti
gli
altri,
e
a
quella
deformata
associamo
una
massa
periodo,
un
periodo
preciso,
quindi
una
rigidezza
precisa
e
un
coefficiente
di
smorzamento
prefissato.
Se
sotto
questi
oscillatori
elementari
mettiamo
un
generico
accelero
grammo,
quello
che
leggiamo
a
destra.
Loscillatore
filtra
il
segnale
producendo
una
risposta
che
vede
i
massimi
non
contemporanei.
Come
logico
che
sia
perch
ognuno
degli
oscillatori
oscilla
sostanzialmente
intorno
al
proprio
periodo.
LOscillatore
elementare
ha
un
transitorio
legato
alle
proprie
caratteristiche,
e
uno
stazionario
legato
alle
caratteristiche
della
forzante
ma
grazie
alla
risonanza,
finisce
per
rispondere
significativamente
solo
alle
caratteristiche
della
forzante
che
sono
prossime
alle
sue
caratteristiche
ovvero
alla
fine
oscilla
sostanzialmente
sul
proprio
periodo.
In
prima
istanza
possiamo
rappresentare
il
moto
di
quell
oscillatore
come
una
sinusoide
con
velocit
angolare
coincidente
con
la
velocit
angolare
dell
oscillatore.
Per
cui
logico
che
i
massimi
si
incontrano
per
ogni
oscillatore
in
corrispondenza
di
un
valore
del
tempo
diverso.
Lo
si
vede
con
il
circoletto
blu:
accelerogramma
filtrati
dall
oscillatore,
in
cui
i
massimi
non
sono
contemporanei.
Vuol
dire
che
ogni
oscillatore
segue
il
proprio
periodo:
ovvero
segue
come
spostamento
una
sinusoide,
come
velocit
una
cosinusoide
e
come
accelerazione
la
stessa
sinusoide
che
seguiva
come
spostamento
ma
cambiata
di
segno(derivata
seconda),
essendo
i
la
velocit
angolare
di
quel
particolare
oscillatore
che
ho
ottenuto
con
lanalisi
modale
o
di
quel
particolare
autovettore.
Le
caratteristiche
di
sollecitazione
si
legano
allo
spostamento
(moltiplicate
per
la
matrice
di
rigidezza):
saranno
massime
quando
sen( it
+
Ji)
massimo
ovvero=1.
Essendo
i
diversi,
avverr
per
tempi
diversi,
varieranno
per
ogni
oscillatore.
Non
ci
dispiace
per
che
i
massimi
non
saranno
contemporanei.
RISPOSTA
MODALE
COMPLETA:
Dovremmo
quindi
prendere
la
struttura,
ricavare
tutti
gli
auto
vettori
e
i
modi
di
vibrare
connessi,
descrivere
le
oscillazioni
di
tutti
i
modi
di
vibrare
e
fare
la
somma
di
queste
oscillazioni,
leggendo
su
questa
somma
i
massimi.
Ci
saranno
tanti
massimi:
relativi,
assoluti..
li
prendo
tutti
e
li
sommo
istante
per
istante
per
leggere
il
massimo
assoluto
e
i
massimi
relativi.
Un
lavoro
enorme.
Per
questo
sistemi
che
evitano
di
dover
sovrapporre
le
risposte
modali
quando
si
va
a
caccia
della
risposta
massima.
Approccio
molto
pi
semplice
e
che
risultasse
molto
cautelativa.
NOTA
il
massimo
assoluto
si
ha
solo
in
un
istante,
per
cui
non
sarebbe
una
tragedia
non
coglierlo
perch
solo
in
un
punto,
ovvero
in
tutta
la
storia
temporale
ce
l
ho
per
un
solo
istante.
Ci
interessa
pi
un
valore
medio
dei
massimi
che
si
presentano:
sufficientemente
cautelativo.
Si
opera
anzich
sul
tempo,
sulle
caratteristiche
di
sollecitazioni:
si
prendono
le
deformate
massime
di
ogni
modo
di
vibrare
e
si
chiede
come
combinarle
tra
loro
e
tutto
questo
nodo
per
nodo.
Sei
caratteristiche
di
sollecitazioni
ad
esse
associate
per
nodo,
quante?
6
volte
il
numero
dei
modi
considerato,
da
combinare
tra
loro.
11
x2
+
12
xy
+22
y2
tutto
sotto
radice
quadrata.
Vettori
a
due
componenti:
Vettori
angolati
tra
loro
e
stiamo
vedendo
come
si
combinano
tra
loro.
Se
fossero
ortogonali
tra
loro
non
avremmo
il
termine
rettangolare
xy.
Se
invece
non
lo
sono,
c
il
termine.
Ognuno
di
questi
tre
termini
ha
il
proprio
moltiplicatore
ij
sono
i
coefficienti
di
smorzamento
che
Der
Kiureghan
ha
considerato
diversi
modo
per
modo,
ragionevolmente.
sono
i
rapporti
tra
i
periodi
propri.
Esempio
fatto
da
Wilson,
il
padre
del
SAP:
struttura
semplice
fatta
come
a
destra
per
la
quale
sono
state
utilizzare
diverse
regole
di
combinazione.
Il
SAP
stato
il
primo
programma
ad
avere
la
CQC.
Ma
CQC
a
due
componenti,
x
e
y.
Quando
Der
Kiureghan
ha
proposto
una
CQC
a
tre
componenti,
stata
assorbita
solo
oggi
con
il
SAP
V.14
la
CQC
a
tre
componenti.
Lavoro
in
cui
come
combinare
i
modi
nella
maniera
pi
aderente
possibile
al
valore
che
si
avrebbe
combinando
sinusoide
per
sinusoide.
Per
rendere
la
cosa
pi
significativa,
ci
ha
messo
dentro
la
torsione:
spostando
il
centro
di
massa
di
25
pollici
rispetto
al
centro
di
rigidezza:
per
far
contare
i
modi
in
maniera
significativa,
mettendoci
un
po
di
torsione.
Ha
preso
un
terremoto
specifico,
quello
del
1952
di
Taft
e
ha
indicato
in
pianta
quali
fossero
i
Tagli
sui
4
telai
perimetrali:
tavolino
ma
a
zampe
perimetrali,
non
ha
pilastri
all
interno.
Ho
tagli
massimo
modo
per
modo.
Time
history:
faccio
la
combinazione
lato
per
lato
del
massimo
in
una
storia
temporale.
SRSS:
radice
quadrata
della
somma
dei
quadrati;
vediamo
come
ci
prenda
pochissimo.
ABS
troppo
cautelativa,
CQC
invece
molto
vicina
e
sufficientemente
cautelativa(migliaia
di
altri
esempi)
vicina
ai
valori
massimi
che
si
avrebbero
se
facessimo
la
combinazione
temporale
istante
per
istante.
Taglio
al
piede
dei
telai
perimetrali,
dove
si
vede
come
siano
maggiori
per
il
primo
e
secondo
modo,
per
i
quali
ho
lo
stesso
ordine
di
grandezza,
perch
gli
spostamenti
sono
equiversi,
per
cui
taglio
maggiore.
Inoltre
ho
spostamenti
anche
ortogonali
alla
direzione
ortogonale
del
sisma,
perch
ho
una
certa
eccentricit
Se
i
diventano
piccolo,
perch
allontanarsi
dei
periodi
degenera
automaticamente
nella
SRSS:
per
cui
non
dobbiamo
neanche
chiederci
se
dobbiamo
passare
alla
SRSS
in
quanto
i
modi
sono
troppo
distanti
tra
loro.
Per
cui
sempre
CQC
nel
SAP
per
cogliere
tutte
le
situazioni
possibili.
Di
solito
il
coefficiente
di
smorzamento
uguale
per
qualsiasi
modo
di
vibrare.
Per
cui
la
formula
si
semplifica
in
questo
modo,
ponendo
i=j=
:
ij
graficati
al
variare
ij
In
questo
caso
rapporto
tra
,
assumerebbe
una
forma
leggermente
diversa
se
rapporto
tra
periodi.
ij
ci
racconta
che
c
unevidente
dipendenza
da
,
per
cui
colori
diversi
al
variare
del
coefficiente
di
smorzamento:
tanto
pi
elevato
questo,
tanto
pi
i
modi
tendono
ad
abbinarsi
tra
loro
per
cui
il
contributo
della
CQC
tende
a
diventare
pesante.
La
campana
al
crescere
di
si
allarga.
Ma
se
ij
diventa
<1
(nota
simmetrica
rispetto
alla
verticale
passate
per
uno,
se
vario
il
rapporto
i
e
j,
per
cui
importa
solo
come
i
due
modi
si
accoppiano
tra
loro).
ij
vale
uno
per
i
=
j
,
ovvero
sto
combinando
due
vettori,
vettore
x
e
vettore
y,
di
cui
sto
considerando
la
risultante
:
x2 + 2 xy + y2
1) SRSS= non c correlazione tra i modi, sono completamente indipendenti tra loro.
TERZA
IDEA
DI
COMBINAZIONE
SRSS
(Square
root
of
sum
of
squares)
degenerazione
della
CQC
Prendo
le
risposte
sismiche
ai
vari
modi
di
vibrare,
prendo
le
risposte
massime
dei
vari
modi
di
vibrare
le
elevo
al
quadrato,
le
sommo
e
faccio
la
radice
quadrata.
NOTA:
noi
prendiamo
di
solito
i
modi
di
vibrare
pi
significativi.
Per
questo
la
regola
di
combinazione
si
giustifica
anche
in
questa
ottica,
nella
voglia
di
considerare
pochi
modi
di
vibrare.
30
Marzo
2011
lezione
XXX
Gli
americani,
conoscono
la
direzione
di
arrivo
e
trattano
il
problema
con
riferimento
ad
una
direzione
nota.
Nota:
la
Z3,
componente
verticale,
di
solito
molto
piccola
negli
accelerogrammi
rispetto
,
perch
registriamo
lontani
dalla
faglia,
per
cui
leggiamo
sostanzialmente
onde
di
superficie
e
non
onde
di
volume.
Su
terra
registriamo,
a
100-130
km
dallepicentro.
Dove
leggiamo
poco
le
onde
di
volume.
A
L
Aquila
dove
avevamo
distanze
di
registrazioni
dallepicentro
di
7
km,
paragonabili
alle
distanze
in
orizzontali,
la
componente
verticale
era
addirittura
paragonabili
alle
componenti
orizzontali.
Per
cui
il
rapporto
tra
le
due
componenti
dipende
dalla
distanza
dalla
faglia:
componente
verticale
dell
ordine
dei
quelle
orizzontali
o
addirittura
maggiore
se
faglia
vicino
la
costruzione.
2)
Le
NTC
2008
parlano
di
una
sola
componente,
e
componenti
perfettamente
correlate
sia
per
la
direzione
x,
y,
z.
Se
fossero
perfettamente
correlate,
la
risposta
massima
si
avrebbe
sommando
le
tre
risposte
(ABS)
:
R1+R2+R3
perch
massimi
perfettamente
contemporanei.
Se
sono
perfettamente
correlate,
nota
Z1
,
Z2
,
Z3
sono
automaticamente
conosciute
2)
Se
invece
le
componenti
sono
totalmente
non
correlate,
SRSS
ovvero
sotto
radice
quadrata:
R12+R22+R32
occorre
quindi
assegnarle
tutte:
vuol
dire
dire
che
Z1
,
Z2
,
Z3
sono
indipendenti
tra
loro
e
quindi
caratterizzati
da
un
coefficiente
di
correlazione
istantanea
nullo:
nota
la
prima
,
Z1,non
ho
nessun
modo
per
conoscere
Z2
,
Z3
se
non
registrarle
sul
terreno.
Per
tenere
conto
delleventuale
direzione
del
sisma,
utile
fare
rifermento:
Z1=
la
congiungente
epicentro
con
l
origine
del
sistema
di
riferimento
del
mio
edificio.
E
chiaro
che
segmento
lungo
decina
di
km
per
cui
non
cambia
nulla
spostarla.
Si possono quindi definire il coefficiente di correlazione tra X1, X2, che ha questa faccia:
Il
coefficiente
tiene
conto
di
come
la
risultante
ruota
rispetto
agli
assi
X1
,
X2.
Per
cui
assumiamo
un
valore
medio
nel
tempo:
dire
che
il
terremoto
viene
a
quella
distanza
e
con
quella
direzione
con
componente
massima,
dire
che
le
due
componenti
sono
scorrelate
vuol
dire
dire
che
la
risultante
del
terremoto
ruota
istante
per
istante.
Stiamo
decidendo
quale
sia
con
il
quale
proiettare
il
terremoto
sugli
assi
X1,
X2
per
cui
prendiamo
un
valore
medio
facendo
il
rapporto
Z1,
Z2
al
quadrato.
In
formule,
si
pu
vedere
che
qualsiasi
sia
si
ottiene
lo
stesso
risultato,
ovvero
fmax
uguale
a
e
scomparso
dalle
formule
Se
viceversa
diverso
da
uno,
si
pu
trovare
una
direzione
pi
gravosa assume
un
espressione
del
tipo:
in
cui
si
considera
il
suo
valore
pi
gravoso,
critico.
E
analogo
a
quanto
abbiamo
visto
per
le
direzioni
principali
delle
tensioni,
il
cerchio
di
Mohr.
Ho
un
sistema
di
riferimento
scelto
da
me
e
uno
della
struttura.
Devo
capire
come
leggere
nel
mio
sistema
di
riferimento
il
sistema
di
riferimento
della
struttura.
La
sollecitazione
massima
invariante
rispetto
alla
direzione
del
terremoto.
Viene
identica.
Precedendo
per
con
la
SRSS:
sollecitazioni
massime
in
direzione
X
e
le
sollecitazioni
massime
in
direzione
Y.
Facendone
la
radice
quadrata
ho
la
sollecitazione
massima
qualunque
sia
la
direzione
del
terremoto.
Per
terremoto
in
direzione
qualsiasi
.
Rispetto
a
quello
che
facciamo
abitualmente
ci
manca
la
sollecitazione
in
direzione
qualsiasi.
Il
SAP
ce
lo
chiede.
Se
l
azione
sismica
in
particolare
tricomponente,
la
sollecitazione
va
considerata
in
maniera
complessiva
come
somma
delle
sollecitazioni
massime
per
ogni
direzione.
Cio
Se
volessi
fare
previsioni
sul
rapporto
tra
componenti,
dovrei
mettere
in
ballo
l
asse
al
variare
del
rapporto
tra
componenti.
Diversi
tentativi
al
variare
rapporto
componenti:
complicato.
Per
questo
ci
si
chiesto
se
esisteva
un
modo
semplice
di
combinare
le
tre
direzioni,
come
si
era
fatto
per
la
combinazione
modale.
Esempio
la
NTC
2008
con
la
1.03,
per
evitare
di
dare
uno
e
leggere
tutte
le
sollecitazioni
tre
volte.
La
normativa
ha
recepito
proposte
Di
Newmark
e
Rosenblueth
degli
anni
70.
Qui
lo
trovi
scritto
in
maniera
pi
chiara
delle
NTC
che
pensa
a
valori
efficaci,
per
cui
non
mette
i
segni.
IN
realt
nelle
combinazioni
dovremmo
scegliere
opportunamente
i
segni,
dovremmo
scegliere
opportunamente
le
direzioni
delle
altre
componenti,sollecitazione
per
sollecitazione.
Avendo
trovato
le
tre
R,
si
sceglie
quella
massima:
in
questo
modo
si
tenuto
conto
di
un
terremoto
tricomponente
aggirando
in
qualche
modo
la
direzionalit
del
sisma.
Vuol
dire
avere
attribuito
alla
componete
Y,
detta
uno
la
componente
X,
un
valor
e
pi
piccolo.
Il
rapporto
tra
le
entit
tra
le
componenti
cacciato
dalla
porta
rientra
dalla
finestra.
Si
trova
in
bibliografia
100/30
(nota
alcune
normative
hanno
proposto
100/40)
L
approccio
alla
risposta
multi
direziona
100/30
viene
criticato
dai
sostenitori
della
SRSS
per
la
valutazione
multi
direzionale
combinando
le
risposte
multimodali
ottenute
con
la
CQC
ESEMPIO
per
capire
le
differenze,
che
ha
fatto
nascere
la
lite
Wilson-Der
Kiureghian:
Wilson
infatti
sposa
questo
approccio.
Errori
assolutamente
accettabili,
dell
ordine
di
massimo
del
7,8%.
Per
cui
sposa
subito
la
causa.
Ma
ha
i
difetti:
1) analiticamente
pi
impegnativo
perch
due
analisi
distinte
e
successiva
combinazione
2) prudenziale
in
maniera
eccessiva:
NELLA
REALTA
I
TERREMOTI
CON
=1
NON
SI
REGISTRANO
MAI.
Assai
pi
probabile
avere
=0,85 che
sempre
conservativo.Ma
on
questo
modo
non
pi
corretto
utilizzare
la
SRSS.
Utile
quindi
considerare
la
CQC-3
che
tiene
conto
della
correlazione
f1-f2
e
che
si
ottiene
in
maniera
analoga
ai
passaggi
Z1-Z2.
Interessanti
sono
langolo
direzione
delledificio-direzione
di
provenienza
terremoto
e
il
rapporto
tra
le
due
componenti.
Scegliamo
noi
il
rapporto
tra
le
componenti
mentre
la
direzione
peggiore
di
provenienza
terremoto
per
l
edificio,
la
sistema
in
automatico
il
programma.
1
termine=
e
la
risposta
della
struttura
se
le
direzioni
principali
del
sisma
coincidono
con
quelle
della
struttura
per
cui
=0 e =1
ovvero
se
le
componenti
orizzontali
Z1,
Z2
sono
di
uguale
intensit
e
quindi
correlate
(caso
non
esistente
veramente
in
natra).
E
questo
un
termine
identico
alla
SRSS
2
termine=
rappresenta
l
effetto
della
rotazione
degli
assi
X1,
X2
rispetto
agli
assi
Z1,
Z2
tenendo
conto
della
direzione
provenienza
del
sisma
rispetto
alle
direzioni
principali
della
struttura.
3
termine=
e
di
natura
probabilistica
e
rappresenta
l
effetto
della
correlazione
esistente
tra
componenti
della
domanda
non
appena
sia
diverso
da
1
se
proiettate
sugli
assi
X1
e
X2.
CONFRONTO
TRA
LE
DIVERSE
REGOLE
DI
COMBINAZIONE
DIREZIONALE:
1.03
rispetto
all
effettiva
valutazione
dellincidenza
dell0
angolo,
qualora
la
componente
maggiore
fosse
uno
e
la
componente
minore
fosse
0,85.
Ma
non
detto
in
assoluto
che
sia
cos.
ESEMPIO
DI
DER
KIUREGHIAN
su
un
ponte,
con
sviluppo
lineare
significativo,
per
cui
non
pi
possibile
attribuirgli
un
punto
sul
territorio.
Da
cui
necessit
scelta
direzione
del
sisma
che
potrebbe
essere
diversa
da
pila
a
pila.
In
conclusione:
1) la
SRSS:
terremoto
in
direzione
x
uno,
direzione
y
uno,
direzione
z
uno
combinati
con
la
SRSS.
Oppure
un
terremoto
combinato
con
la
1.03.
otteniamo
risultati
confrontabili.
Lo
stesso
impegno
analitico.
Perch
la
SRSS
su
tre
terremoti
separati
e
poi
la
radice
quadrata
della
somma
dei
quadrati
della
risposta,
la
confronto
con
la
sollecitazione
massima
della
1.03
2) CQC-3
la
migliore
tra
quelle
possibili.
Resta
il
problema
della
conferma
di
perch
le
normative
solitamente
ipotizzano
le
due
componenti
uguali
per
cui
=1
SUL
SAP:
LEZ
N
23
Analisi
e
modellazione
del
moto
sismico
ing.
Franco
Braga
DESCRIZIONE
DEL
MOTO
SISMICO
3.2.3.1.
NTC
2008
Lazione
sismica
avanza
con
una
precisa
velocit
nel
terreno.
Analisi
modale
ha
una
premessa
concettuale
che
forse
rimane
nascosta
ma
che
importante:
la
base
della
struttura
si
muove
tutta
rigidamente,
per
cui
non
ci
sono
movimenti
relativi
alla
base,
il
collegamento
con
i
vincoli
rigido.
Va
bene
per
un
edificio
di
dimensioni
contenute.
Discutibile
per
un
capannone
industriale
o
per
un
ponte,
perch
londa
sismica
avanza
nel
terreno
con
una
precisa
velocit
di
un
centinaio
di
metri
al
secondo.
Esempio,
se
incontra
una
struttura
lunga
1km,
il
terremoto
impatta
al
tempo
zero
l
inizio
del
ponte
e
al
a
5
secondi
la
fine
del
ponte.
E
diverso
che
se
considerare
il
ponte
tutto
collegato
e
che
si
muove
tutta
assieme
rigidamente.
Per
cui
non
ci
sarebbe
differenze
tra
le
pile:
si
muoverebbero
nello
stesso
istante.
Come
si
fa
a
tenere
conto
di
questo
effetto?
Innanzitutto
chiedersi
quando
tenere
conto
di
questo
comportamento
del
sisma:
velocit
finita
nel
tempo
nel
terreno
dell
onda
sismica.
Ad
esempio
per
una
struttura
di
70-80
metri
in
pianta
devo
iniziare
a
interessarmi
al
problema,
al
possibile
effetto
significativo.
La
proposta
della
normativa
semplice:
sovrapporre
ad
un
analisi
dinamica
classica
(tutto
il
ponte
si
muove
rigidamente
nello
stesso
istante)
degli
effetti
prodotti
dagli
spostamenti
relativi,
ovvero
deformando
il
ponte
e
leggendo
le
sollecitazioni
sul
ponte
prodotte
da
questo
spostamento.
Sommando
le
sollecitazioni
prodotte
dalla
distorsione
al
piede
a
quelle
dellapproccio
classico.
Se
ho
un
grigliato
di
travi,
collegamenti
tra
fondazioni,
questo
effetto
viene
assorbito
dal
grigliato
di
travi.
Per
questo
gli
edifici
l
ipotesi
da
analisi
modale,
base
dell
edificio
che
si
muove
tutta
rigidamente,
accettabile
perch
colleghiamo
le
fondazioni
cercando
di
minimizzare
gli
spostamenti
relativi
tra
le
fondazioni.
Notoriamente
invece
per
i
ponti
e
i
capannoni
industriali:
non
hanno
collegamento
tra
le
fondazioni,
perch
ampie
navate
per
cui
la
fondazione
pu
subire
spostamenti
relativi.
Se
scegliamo
per
accelero
grammi,
dobbiamo
procedere
per
gruppi
di
accelero
grammi.
La
norma
suggerisce
almeno
7
accelerogrammi,
andando
in
cerca
degli
effetti
pi
sfavorevoli.
Per
cui
ogni
accelerogramma
tre
componenti
(X,Y,Z),
7
accelerogrammi
diversi,
valutazione
degli
effetti
massimi,
facendo
la
media
dei
risultati
prodotti
dai
7
accelerogrammi,
ognuno
con
la
sua
componente.
In
nessun
caso
meno
di
3
gruppi
di
accelero
grammi.
TRE
GRUPPI
DI
ACCELEROGRAMMI:
LEZ
N
28
-
La
normativa
sismica
da
S.
Fernando
ad
oggi
ing.
Franco
Braga
CODICE
ATC-3-06
1978
:
applied
technology
council-
tentative
provisions
for
the
development
of
seismic
regulations
for
buildings
1) E
la
prima
norma
che
non
solo
utilizza
la
plasticizzazione
della
struttura
per
ridurre
le
azioni
di
progetto
ma
stabilisce
anche
un
legame
inverso
tra
queste:
L
entit
delle
azioni
di
progetto
viene
legata
alla
capacit
della
struttura
di
plasticizzare
senza
collassare,
ossia
la
duttilit
della
struttura.
Perch
allaumentare
della
plasticizzazione
si
riduce
la
rigidezza
e
aumenta
l
energia
dissipata
per
isteresi
per
cui
si
riducono
le
forze
d
inerzia
sulla
struttura:
al
crescere
della
duttilit
calano
le
azioni
di
progetto
variabile
tramite
la
tipologia
strutturale,
tramite
il
fattore
R
(
q
nelle
EC8)
Rapporto
inverso
quindi
tra
duttilit
e
azioni
di
progetto.
Ecco
quindi
che
nasce
la
distinzione
tra
spettro
elastico
e
di
progetto
(azione
sismica
di
progetto
ridotta
perch
la
struttura
duttile)
2) P
Progetto
prestazionale:
ovvero
pi
livelli
di
azione
di
prestazione
e
quindi
pi
strategie
di
progettazione.
Azione
(demand)
e
prestazione
(capacity)
sono
articolati
su
pi
livelli:
in
particolare
tre
livelli.
1livello=
strutture
che
sopportino
sismi
di
minore
intensit
senza
danni
2livello=strutture
che
sopportino
sismi
di
moderata
intensit
senza
danno
significativo
alle
strutture
ma
con
qualche
danno
agli
elementi
non
strutturali
3livello=
strutture
che
sopportino
sismi
di
maggiore
intensit
senza
crolli
e
salvando
vite
TIPOLOGIE
IN
C.A.:
Confronto
tra
i
valori
attribuiti
ad
R
dall
ATC
e
i
valori
che
proponeva
lo
UBC
1961.
I
rapporti
tra
i
coefficienti
sono
sostanzialmente
gli
stessi,
cambiata
la
formalizzazione:
K
al
numeratore
adesso
R
al
denominatore.
Non
quindi
che
ci
siano
stati
straordinari
cambiamenti
in
termini
di
tipologia.
Correttezza
dei
modelli
con
la
lettura
sperimentale
sulla
struttura
lette
in
California
grazie
alla
frequenza
dei
terremoti.
CODICI
DI
NUOVA
GENERAZIONE-
ITALIA
LItalia
ha
fatto
riferimento,
prima
alla
normativa
Americana
poi
alla
normativa
Europea.
EC8
abbastanza
superato
dalle
normative
Americane:
non
ha
ancora
acquisito
le
novit
americane.
Infine
le
NTC
2008
che
dovrebbe
essere
oltre
gli
euro
codici
e
pi
vicina
alla
normativa
Americana.
Riepilogo
delle
FEMA
356:
nota
del
2000
ma
riguarda
la
riabilitazione
degli
edifici.
Gli
americani
hanno
abbandonato
lidea
che
le
citt
si
demoliscono
e
ricostruiscono:
perch
si
sono
resi
conto
che
la
citt
gestita
cos
non
assume
mai
un
carattere,
diventa
anonimo.
Tendono
a
recuperare
anzich
ricostruire.
Si
parla
di
prescrizioni
e
sono
rivolti
sia
ai
proprietari
di
edifici
che
professionisti
della
progettazione.
Viene
data
al
proprietario
un
importanza
maggiore
di
quella
che
gli
diamo
noi.
Cio
da
noi
lo
stato
che
richiede
certi
criteri
di
sicurezza.
Per
gli
edifici
nuovi
l
attenzione
sempre
per
i
professionisti
della
progettazione
e
ai
proprietari
e
si
presta
attenzione
anche
ad
altre
cose,
che
nell
esistente
non
si
riesce
ad
acquisire.
Attenzione
agli
impianti
principali.
Migliorare
la
capacit
degli
impianti
essenziali
e
le
strutture.
In
Italia
incontra
fortissime
resistenze:
perch
richiedere
livelli
di
qualit
legati
al
sisma
di
elementi
non
strutturali
e
impianti
problematico
ancora.
Chi
deve
dare
queste
sicurezze
(
il
produttore,
l
installatore?)
e
in
che
cosa
si
manifestano
queste
sicurezze?
LIVELLI
DI
AZIONE
:
FEMA
356-
2000
Stesso
approccio
delle
normative
italiane,
si
fissa
il
Periodo
di
ritorno
e
dando
le
curve
di
pericolosit:
fissano
livelli
di
azione
in
funzione
dei
periodo
di
ritorno.
Questo
ha
sempre
dietro
Poisson.
DIVERSE
LE
PROBABILITA
DI
SUPERMANETO
TRA
NORME
AMERICANE
E
NORME
ITALIANE.
La
differenza
sostanziale,
come
si
pu
vedere
a
destra,
sta
che
le
probabilit
di
supermento
fissate
dalle
norme
sono
diverse.
In
Italia
abbiamo
il
primo
livello
con
82%
di
probabilit
di
superamento:
vuol
dire
che
richiediamo
sulla
prima
prestazione
caratteristiche
decisamente
peggiori
di
quelle
che
richiedono
le
norme
americane.
Cos
per
l
ultima:
noi
al
collasso
fissiamo
il
5%:
anche
qui
chiediamo
prestazioni
peggiori.
Per
cui
fissare
queste
probabilit
di
superamento
diverse,
vuol
dire
non
solo
avere
Tr
diversi,
ma
anche
prestazioni
diverse:
costruzioni
diverse
con
caratteristiche
diverse.
Nel
testo
unitario
ci
si
era
messi
in
una
strana
situazione:
per
cui
stati
limite
di
danno
molto
costosi,
del
50%
mentre
gli
altri
stati
limite
erano
pi
sfumati,
in
particolare
per
lo
stato
limite
di
collasso.
se
cambia
il
periodo
di
riferimento
a
parit
di
probabilit
di
superamento,
cambia
l
intensit
del
terremoto.
Per
cui
l
intensit
me
la
fissa
il
periodo
di
riferimento
e
la
probabilit
di
superamento
sulla
quale
leggo
quel
periodo
di
ritorno
Il
testo
unico
2005
pensava
troppo
alla
sismicit
californiana,
con
conseguenti
edifici
troppo
costosi,
perch
ha
una
sismicit
troppo
elevata
per
poter
essere
un
riferimento
utile.
NTC
2008
1) Per
cui
sono
stati
aumentate
le
probabilit
di
superamento
a
parit
di
periodo
di
riferimento,
sugli
stati
limite
di
esercizio,
per
ridurre
i
costi
delle
costruzioni.
2) Si
interpola
sul
periodi
di
ritorno
3) Si
interpola
sulla
localizzazione
4) Sono
conviventi
le
zone
con
la
pericolosit.
I
primi
servono
a
definire
gli
obblighi
amministrativi,
le
pericolosit
servono
a
definire
le
azioni.
Quindi
una
convivenza
solo
apparente.
LEZ
N
30
-
La
capacit
espressa
in
termini
di
prestazione2
ing.
Franco
Braga
Se
siamo
preoccupati
di
livelli
prestazionali
di
strutture
(freccia
blu)
e
livelli
prestazionali
di
elementi
non
strutturali
(freccia
verde),
si
vede
nellimmagine
come
vanno
peggiorando
le
prestazioni
al
crescere
alla
domanda
sismica
al
ridursi
rapporto
capacit-domanda.
Si
inizia
con
qualche
lesione
e
si
finisce
con
i
pilastri
incernierati
all
attacco
delle
travi
del
piano
terra.I
danni
degli
elementi
non
strutturali.
Fino
ad
arrivare
ad
un
miscuglio
di
entrambi
i
tipi
di
danno.
Piloty
crollano
in
maniera
verticale,
senza
troppa
rotazione,
per
crollo
piano
piloty.
LIVELLI
DI
PRESTAZIONE:
FEMA
356-
2000
Alcune
di
queste
indicazioni
le
troviamo
nella
norma
italiana.
Sar
poi
possibile
modificare
le
due,
mescolando
la
lettera
con
il
numero
,
ad
esempio
1-A
la
struttura
immediatamente
occupabile
gli
elementi
non
strutturali
sono
operativi.
Dall
incrocio
di
queste
due
liste
nascono
i
livelli
di
prestazione
dell
edificio
nel
suo
complesso.
ELEMENTI
STRUTTURALI:
Noi
sostanzialmente
abbiamo
preso
S1,S2,S3,S5
mentre
da
noi
non
esiste
S6:
demolire
l
edificio
prima
dell
arrivo
del
sisma.
Si
arriva
alla
progettazione
prestazionale,
con
la
curva
di
capacit:
taglio
alla
base
della
costruzione-spostamento
massimo
in
testa.
E
questi
sono
i
livelli
prestazionali
richiesti
alla
struttura.
In
generale
in
Italia
abbiamo
S1
ce
l
abbiamo
un
pelo
prima
del
limite
elastico.
CioS1
americano
abbastanza
pi
vicino
a
S2.
S3
il
nostro
SLV
mentre
S3-S5
hanno
come
noi
lo
stesso
taglio
al
piede.
Per
i
sistemi
costruttivi
considerati:
anche
qui
siamo
abbastanza
allineati.
Prevediamo
anche
noi
adesso
edifici
in
legno.
Per
ognuno
dei
diversi
sistemi
costruttivi,
abbiamo
i
diversi
livelli
di
prestazione
che
sono
definiti.
Per
i
telai
in
c.a.,
le
prestazioni
sono
chiaramente
indicate
con
la
distinzione
di
elementi
principali
e
ed
elementi
secondari
(anche
le
NTC
2008
contengono
questa
distinzione)
e
i
livelli
di
prestazione
si
legano
a
dei
drift,
spostamenti
di
interpiano
che
sono
transitori
per
i
livelli
S1-S3,
mentre
sono
transitori
o
permanenti
per
i
livelli
S5,
dove
sono
ammessi
deformazioni
permanenti.
NOTA:
pareti
in
cls
sono
molto
meno
deformabili
dei
telai:
si
considerano
rigide
il
doppio
dei
telai
con
spostamenti
pi
ridotti.
Anche
qui
estesa
descrizione
dei
danni.
Telai
in
acciaio
invece
hanno
spostamenti
che
saranno
decisamente
maggiori
di
quelli
del
cls.
Nella
sostanza
per
ogni
tipologia
vengono
indicate
le
prestazioni.
Meno
deformabile
dell
acciaio
invece
il
legno
e
troviamo
anche
attenzione
sulle
fondazioni.
ELEMENTI
NON
STRUTTURALI:
NTC
2008
seguono
NA-NB-NC
mentre
il
pericolo
ridotto
va
legato
alla
prevenzione
del
collasso
mentre
no
a
nessuna
prestazione
considerata.
Le
prestazioni
anche
qui
sono
definite:
hai
un
idea
dei
danni
che
leggerai
in
un
edificio
dopo
un
terremoto.
Ad
esempio
per
solai
in
legno,
ca..ho
i
danni
che
mi
aspetto
(Per
gli
elementi
orizzontali).
Poi
componenti
architettonici:
rivestimenti,
vetrate,
tramezzi.
Poi
controsoffitti,
parapetti,
ciminiere,
scale
antincendi,
porte,
impianti
elettrici
e
di
distribuzione
dellacqua.
Per
cui
l
approccio
p
abbastanza
puntuale
e
sistematizzato.
Descrizioni
che
derivano
da
osservazione
di
carattere
statistico:
distribuzione
dei
danni
media
di
questo
tipo
perch
tanti
terremoti
e
tanti
edifici
rilevati.
CORRELAZIONE:
per
cui
se
chiediamo
la
occupabilit
immediata,
dovremmo
puntare
ad
una
prestazione
1A
ovvero
operabilit
degli
elementi
non
strutturali
e
impianti.
Andando
avanti
ho
gli
incroci.
Nota
la
sostanziale
sovrapposizione
tra
i
diversi
livelli.
La
normativa
per
essere
efficace
dovrebbe
essere
fatta
in
maniera
tale
che
gli
elementi
strutturali
e
gli
elementi
non
strutturali
si
danneggino
all
incirca
nella
stesso
modo.
Ovvero
che
la
strategia
progettuale
percorra
la
diagonale
di
quella
matrice.
Ovvero
si
danneggino
negli
stelli
livelli
di
danno
per
gli
elementi
strutturali
e
non
strutturali
TESTO
UNICO
2005
11
Maggio
2012
lezione
XXXVI
1) con
il
terremoto
di
San
Fernando
e
la
diga
di
Pacoima:
si
misura
per
la
prima
volta
le
accelerazioni
sua
struttura.
Queste
misure
confermano
tutte
le
reali
previsioni
delle
accelerazioni
sulla
struttura,
spostando
la
progettazione
dalla
progettazione
elastica
alla
progettazione
in
duttilit.
2) Danneggiamento
anche
sostanziale
ai
ponti
e
di
conseguenza
ci
si
accorge
che
un
terremoto
non
essenziale
solo
la
resistenza
ma
anche
l
entit
degli
spostamenti
ch
a
struttura
subisce.
Non
si
pensava
che
si
spostassero
tante
lo
pile
di
appoggio.
Progettazione
in
duttilit
con
controllo
degli
spostamenti.
3) Northridge:
ci
si
rende
conto
che
anche
i
terremoti
piccoli
possono
essere
costosi
se
non
si
pensato
agli
elementi
non
strutturali.
Nella
progettazione
antisimica
vengono
inseriti
definitivamente
gli
elementi
non
struttura
e
impianti,
Si
inizi
a
parlare
a
strategia
di
progettazione,
non
pensando
solo
ai
terremoti
che
producono
morti
ma
anche
a
terremoti
pi
piccoli.
DANNI
TERREMOTO
DI
SAN
FERNANDO
1971
1) Abbandono
dei
modelli
statici:
oggi
modellazione
statica
delle
forze
equivalenti
al
terremoto
in
termini
grossolanamente
dinamici
perch
la
normativa
ci
fornisce
un
periodo
prossimo
al
primo
modo
di
vibrare.
E
un
approccio
statico
ma
che
tiene
conto
del
periodo
dinamico
2) resistenza
pari
ad
una
domanda
non
pi
elastico.
Non
ci
si
rende
conto
ancora
degli
spostamenti
la
normativa
del
1978
la
diretta
conseguenza
di
questi
terremoti:
la
plasticizzazione
ci
riduce
i
costi
della
progettazione.
Si
capir
dopo
Northridge
che
non
sufficiente
un
unico
livello
di
progettazione.
Per
un
terremoto
si
progetta
su
diversi
stati
limite,
ma
ha
avuto
evidenze
fisiche
solo
con
il
terremoto
di
Northridge,
dopo
il
quale
questa
idea
introdotta
con
le
ATC
1978,
stata
accettata.
Controlli
di
qualit
che
sono
previste
negli
stati
uniti
ma
non
in
Italia
DANNI
TERREMOTO
DI
LOMA
PRIETA
1989
E
stato
particolarmente
violento:
ha
raggiunto
il
IX
grado
della
scala
Mercalli,
causando
63
morti
e
3000
feriti
e
10000
sfollati.
Peculiarit
sono
stati
i
danni
a
ponti
e
viadotti.
Danni.
Non
sono
stati
tenuti
conto
gli
spostamenti.
Nota
la
Vn
un
maggiore
o
uguale.
Ad
esempio
per
il
ponte
sullo
stretto
stato
richiesto
200
anni.
Il
progettista
e
il
committente
non
devono
attenersi
solo
a
questo
numero.
Vn
deve
essere
espressamente
indicato
negli
elaborati
del
progetto.
Cu
sono
quattro.
Sono
il
miglior
approccio
di
quanto
richiesto
dall
Eurocodice,
di
quanto
faccia
EC
stesso:
richiede
che
dove
possibile
il
fattore
d
importanza
,
che
si
lega
alla
classe
d
uso,
dovrebbe
essere
derivato
in
maniera
tale
da
corrispondere
ad
un
maggiore
o
minore
Tr.
Perch
maggiora
Vr
che
proporzionale
a
Tr.
Sotto
35
anni
non
consideriamo
Vr.
Nota
il
discorso
della
fase
costruttive:
un
ponte
o
un
certo
modo
di
costruire
gli
edifici:
con
il
nucleo
centrale
in
calcestruzzo
e
i
solai
calati
dall
alto.
E
un
esempio
di
un
comportamento
completamente
diverso
durante
la
fase
costruttiva
rispetto
alla
fase
finale.
Noto
Vr,
immediato
conoscere
Tr
,
per
ogni
stato
limite.
Ogni
stato
limite,
con
le
nostre
probabilit,
che
hanno
un
grosso
gap
tra
il
danno
e
la
salvaguardia
della
vita.
E
evidente
che
pi
grande
la
probabilit
di
superamento
pi
piccolo
il
periodo
di
ritorno.
Per
cui
vuol
dire
progettare
per
terremoti
pi
piccoli
nello
SLD
di
quanto
gli
americano
facciano.
Strategia
progettuale
quindi
riadattata.
A
fronte
della
variabilit
della
domanda:
capacit
su
misura
con
i
4
stati
limite.
Pi
importante
la
destinazione
d
uso
pi
basso
il
rischio
che
accettiamo.
CURVE
DI
CAPACITA.
Ha
questo
andamento
per
una
struttura
che
si
plasticizza.
Spostamento
azione
non
proporzionali:
al
crescere
dello
spostamento
l
azione
cresce
pi
velocemente.
Si
vedono
dove
si
oc
localizzano
i
diversi
stati
limite:
nella
scelta
italiana
lo
SLO
un
pelo
sotto
il
raggiungimento
il
rapporto
limite
di
proporzionalit
,
cio
stiamo
pensando
ad
una
struttura
le
cui
armature
siano
prossime
allo
snervamento
ma
ancora
in
campo
elastico.
SLD
qualche
snervamento.
Per
gli
americani
tutto
pi
su.
Cambiano
da
costruzione
a
costruzione
questa
strategia.
SLV
abbastanza
lontana
da
SLD,
lontana
quanto
il
fattore
di
struttura:
cio
moltiplicata
per
lo
spostamento
il
fattore
di
struttura,
arriviamo
a
quel
taglio
al
piede.
SLC
lontana
dallo
SLV
e
si
basa
sulla
duttilit.
Questo
lo
leggiamo
nella
definizione
degli
stati
limite.
Ad
esempio
per
SLV:
Si
associa
una
perdita
di
rigidezza
nei
confronti
delle
azioni
orizzontali.
La
rigidezza
alle
azioni
orizzontali
praticamente
nulla.
Mentre
conserva
resistenza
alle
azioni
orizzontali:
ha
una
resistenza
che
circa
costante,
cio
incremento
di
spostamento
non
produce
incrementi
di
resistenza,
cio
diventato
plastico.
Per
le
azioni
verticali
invece
ho
quasi
la
stessa
resistenza
che
aveva
all
inizio.
SLC:
per
le
azioni
verticali
ho
la
16
Maggio
2012
lezione
XXXVII
LEZ
N
32
-
La
capacit
espressa
in
termini
di
prestazione4
ing.
Franco
Braga
PROGETTAZIONE
PRESTAZIONALE
ANTISISMICA
NTC
2008
Cerchiamo
di
capire
ancora
meglio
cosa
vuol
dire
progettazione
prestazionale
e
le
scelte
che
si
legano
a
questo
tipo
di
approccio.
Abbiamo
detto
tanti
terremoti
di
varie
intensit
e
a
fronte
di
queste
domande
diverse,
capacit
diverse
comunque
sempre
tali
che
la
capacit
sia
almeno
pari
alla
domanda.
Due
gruppi
di
stati
limite:
SLE
per
le
quali
ci
riferiamo
agli
spettri
di
risposta
elastici
e
gli
SLU
per
i
quali
ci
riferiamo
agli
spettri
di
progetto.
Qualche
pericolo
di
sorpasso
tra
i
primi
e
i
secondi,
al
crescere
del
fattore
di
struttura
q
e
al
passare
dalla
CD
B
alla
CD
A.
Ad
esempio
un
approccio
prestazionale
potrebbe
comportare
il
fatto
che
non
si
progetti
pi
i
resistenza,
o
se
preferite,
che
la
resistenza
per
la
quale
progettare,
la
domanda,
non
sia
relativa
a
SLV
ma
relativa
allo
SLD.
Capiamo
qual
la
capacit
dimensionate
la
nostra
struttura,
qual
lo
stato
limite
dimensionante
la
nostra
struttura.
1) Avendo
una
pericolosit
diversa
da
sito
a
sito,
occorre
capire
la
variabilit
della
progettazione
quanto
dipenda
da
questo,
ovvero
dall
input.
2) Oppure
quanto
la
variabilit
della
progettazione
dipenda
dal
nostro
approccio
prestazionale.
Confronto
tra
le
risposte
massime
elastiche
in
accelerazione
relative
allo
SLV
(10%
superamento
su
Vr)
e
le
risposte
corrispondenti
a
SLD
(63%
di
supermento
su
Vr).
Entrambi
elastici,
per
capire
linput
sismico
come
diverso
in
un
caso
e
in
un
altro.
Fatto
questo
per
Vr
diversi,
quelli
pi
frequenti,
quelli
a
cui
pi
facile
pensare
Vr=50,75,100,150,200
anni:
ovvero
per
Cu
II-Cu
III-Cu
IV
per
Vn
=50
anni
(50
anni,
75
anni,
100
anni
di
Vr),
oppure
per
Vn=100
anni
Cu
II-III-IV
(
100
anni,150
anni
e
200
anni).
Un
quadro
abbastanza
fedele
di
quello
che
potrebbe
succedere.
SLD
il
prodotto
della
accelerazione
terreno
corrispondente
a
SLD
moltiplicata
per
il
fattore
di
amplificazione
spettrale,
quindi
accelerazione
per
la
quale
la
struttura
deve
essere
progettata,
la
domanda.
SLV
la
stessa
quantit
riferita
allo
stato
limite
di
salvaguardia
della
vita
(10%
e
63%
probabilit
di
superamento.
Per
cui
il
confronto
facendo
il
rapporto
di
queste
due
quantit:
azione
massima
che
si
ha
sulla
struttura
per
SLV
e
azione
massima
che
si
ha
sulla
struttura
per
SLD.
Il
rapporto
ha
queste
facce
in
generale.
Vr
50
anni,
vuol
dire
che
laccelerazione
con
la
massima
amplificazione
corrispondente
a
SLV
2,5
l
accelerazione,
per
la
massima
amplificazione,
corrispondente
allo
SLD.
Se
pensiamo
ad
un
intervallo
di
confidenza
del
95%
abbiamo
variazione
abbastanza
forte
intorno
al
valore
medio.
Se
facciamo
variare
Vr,
la
media
2.425
la
deviazione
standard
abbastanza
significativa
ma
contenuta.
Le
palline
colorate
sono
i
valori
medi
il
segmento
l0
intervallo
di
confidenza.
Questo
ci
dice
che
il
rapporto
delle
accelerazioni
circa
2,5
,
ma
se
vuoi
avere
un
intervallo
di
confidenza
del
95%,
il
rapporto
pu
essere
3,3
o
1,7:
ovvero
1,25
pi
o
meno
il
valore
medio.
Cio
il
rapporto
tra
le
due
azioni
fortemente
variabile
intorno
al
valore
medio.
Quindi
attenzione
la
sismicit
del
sito
importante,
non
c
una
regola
generale:
sulla
base
del
sito
scegliere
qual
dimensionante.
Sui
10750
punti
della
sismicit
italiana,
ecco
cosa
vediamo.
Variabilit
da
sito
a
sito.
L
intervallo
di
confidenza
si
valuta
nell
ipotesi
di
distribuzione
normale:
ma
si
vede
che
non
normale
la
distribuzione,
perch
dovremmo
vedere
distribuzione
di
punti
molto
addensata
introno
al
valore
medio
e
molto
pi
rada
allontanandoci
dal
valore
medio.
Per
questa
constatazione,
NTC
2008
richiede
verifiche
di
rigidezza,
per
tenere
conto
dello
SLD,
ma
anche
di
resistenza.
Limita
tali
verifiche
di
resistenza
alle
classi
III
e
IV,
supponendo
un
fattore
di
sovra
resistenza
1,33.
Cio
consente
di
ridurre
la
domanda
moltiplicandola
per
2/3.
Se
questa
domanda,
relativa
allo
SLD,
tenendo
conto
della
sovra
resistenza
moltiplicata
per
2/3
risulta
essere
maggiore
della
domanda
allo
SLV,
la
domanda
di
SLD
dimensionante.
Per
fare
questo
confronto
dobbiamo
attribuire
allo
SLV
un
fattore
q,
ovvero
ammettiamo
una
plasticizzazione
e
vediamo
cosa
varia.
Ricapitolando:
ho
4
stati
limite
e
una
struttura
unica.
Qual
dei
4
stati
limite
dimensionante?solitamente
SLV
il
primo
che
ci
viene
in
mente,
perch
relativa
allo
SLU.
Ma
lazione
sismica
nei
rapporti
tra
SLV
e
SLD
variabile.
Ci
sono
situazioni
per
cui
SLV
molto
pi
alto
(vale
3,5)
altri
situazioni
invece
che
li
vede
molto
vicini
(1,5):
hanno
quindi
un
rapporto
non
costante,
variabile.
Per
cui
guardo
in
che
posto
d
Italia
vai
a
costruire:
dipende
dal
sito
questo
rapporto.
Pu
succedere
che
dimensionante
lo
SLD,
cio
struttura
non
danneggiata,
rispetto
allo
SLV
struttura
danneggiata
e
l
input
diviso
q.
Per
cui
possibile
il
sorpasso
dello
SLD
rispetto
allo
SLV.
Perch
sussiste
e
a
fronte
di
cosa?
SLD
l
ho
valutato
come
impone
la
norme,
riducendo
l
azione
di
2/3
perch
devo
supporre
una
sovra
resistenza
anche
per
SLD,
quantizzandola
pari
a
1,5
(come
se
avessi
fissato
un
u/1
anche
per
SLD).
Per
quanto
riguarda
SLV
devo
decidere
quanto
vale
q,
che
per
pu
avere
tanti
valori,
da
2
a
6:
la
cosa
pi
logica
vedere
come
varia
questa
situazione
al
variare
di
q
per
vedere
quando
dimensionante
SLD
e
quando
SLV.
Tutto
questo
considerando
diversi
valori
di
Vr
e
che
lo
SLV
si
pu
riferire
a
diverse
classi
di
duttilit,
alta
o
bassa.
Se
allora
faccio
il
rapporto
non
pi
pensando
tutto
elastico
ma
pensando
ad
una
struttura
che
si
pu
plasticizzare(SLV/q)
diviso
una
struttura
che
pur
mantenendosi
elastica
ha
un
fattore
di
sovra
resistenza
(2SLD/3),
la
situazione
che
mi
trovo,
al
variare
del
fattore
di
sovrastruttura
q
quella
in
figura.
Si
vede
che
pu
succedere
che
debbo
dimensionare
per
lo
SLD
a
partire
da
un
q=4.
Per
questo
valore
il
valore
medio
di
questo
rapporto
sta
un
pelo
sotto
uno.
Vuol
dire
che
il
denominatore
un
pelo
pi
grande
del
numeratore,
Per
cui
lazione
suggerita
dallo
SLD
pu
scavalcare
lazione
suggerita
dallo
SLV.
Per
cui
se
prendo
un
fattore
di
struttura
basso(faccio
elasticizzare
poco
la
struttura)
lo
SLV
sempre
dimensionante,
l
azione
doppia
mediamente
di
quella
corrispondente
allo
SLD.
Ma
se
vado
a
quattro
lo
SLD
sta
superando
lo
SLV.
Se
vado
a
cinque
o
sei,
il
sorpasso
ancora
pi
forte.
Prima
conseguenza
della
progettazione
prestazionale
di
dire:
non
conta
solo
la
SLV
ma
anche
SLD,
perch
pu
succedere
che
devi
progettare
la
resistenza
strutturale
per
lo
SLD.
Vedi
anche
la
dispersione,
lintervallo
di
confidenza:
ampio.
Leggi
la
dispersione
della
pericolosit
sismica
italiana.
Se
q
maggiore
di
4
pu
essere
che
lo
SLD
sia
dimensionante.
Risultano
allora
dimensionanti
per
SLD
le
zone
in
verde:
per
strutture
a
telaio
pareti
accoppiate
miste,
per
coefficienti
di
struttura
alti
potrebbe
essere
dimensionante.
Mentre
potrebbe
essere
dimensionante
SLV
per
le
classi
di
duttilit
bassa
in
particolare
se
i
coefficienti
di
struttura
sono
bassi.
Se
ledificio
cade
in
Cu
III
o
IV(scuole,
ospedali,
caserme)
facile
che
lo
SLD
sia
dimensionante,
e
che
non
possa
sfruttare
la
duttilit
completamente.
PRIMO
GRAFICO:I
due
casi
in
cui
prevale
luno
o
laltro.
Pensiamo
a
Vr=100
anni
e
ad
una
tipologia
si
struttura
che
ci
consentirebbe
q=5
e
un
rapporto
0,723
per
cui
dimensionante
lo
SLD.
Se
la
struttura
fosse
elastica,
il
limite
SLC
darebbe
il
taglio
alla
base
massimo
e
lo
spostamento
laterale
ultimo
piano
massimo.
Un
terremoto
SLC(5%
probabilit
di
superamento)
1,5
SLV(10%
di
probabilit
di
superamento
su
uno
stesso
Vr),
nella
pericolosit
sismica
italiana
(in
termini
di
ag
*
s,
una
discorso
di
pericolosit
sismica
tipicamente
italiana).
Parlo
dintensit
del
terremoto
perch
sto
leggendo
il
taglio
alla
base,
che
una
misura
della
domanda
del
terremoto:
la
risultante
delle
forze
di
inerzia
agente
sulla
mia
struttura.
La
domanda
che
ha
5%
di
superamento
1,5
la
domanda
del
terremoto
che
ha
un
10%
di
probabilit
di
superamento.
Se
progettassi
elastico
avrei
questo
quadro.
Ma
progetto
elastoplastico,
e
in
particolare
progetto,
con
gli
spettri,
per
un
SLV/q
per
cui
prendo
l
accelerazione
relativa
ad
una
probabilit
di
superamento
del
10%
su
Vr=100
anni,
accelerazione
corrispondente
a
Tr=
975
anni
e
la
divideremmo
per
q
e
progetteremo
per
le
sollecitazioni
ricavate
per
questo
valore
dell
azione,
questo
lo
faremmo
con
il
nostro
modello
elastico.
Il
rapporto
SLV
e
SLV/q
dipende
da
q,
avendo
scelto
q=5:
l
azione
con
cui
progetto
un
quinto
dell
azione
con
la
quale
dovrei
progettare
se
volessi
progettare
elastico.
Ma
peraltro
la
mia
struttura
ha
una
sovra
resistenza,
per
cui
la
mia
curva
di
capacit
non
una
retta
orizzontale,
ha
questo
andamento
rosso:
deve
passare
per
uno
spostamento
pari
allo
spostamento
elastico
sotto
SLV
ed
la
duttilit
di
progetto
che
controlliamo
quando
facciamo
2q-1
per
leggere
la
curvatura
locale
e
deve
avere
un
ulteriore
capacit
in
duttilit
per
non
crollare
sotto
il
terremoto
in
SLC.
Prendiamo
SLD:
2SLD/3
maggiore
di
SLV/q
per
cui
chiaro
che
il
taglio
nel
primo
caso
maggiore,
per
cui
dimensionante.
La
curva
vera
di
comportamento
vera
di
comportamento
della
struttura
quella
verde:
se
voglio
rispettare
lo
SLD
devo
necessariamente
progettare
una
struttura
di
necessit
pi
resistente
di
quella
che
avrei
progettato
se
avessi
sfruttato
a
fondo
il
q
che
la
normativa
mi
consentiva.
Per
cui
inutile
che
punti
molto
sulla
duttilit
e
punti
ad
avere
fattori
di
struttura
molto
alti
se
poi
ho
un'altra
verifica
allo
SLD
che
mi
dir
che
dovr
progettare
per
una
resistenza
maggiore.
Perch
dovr
passare
per
forza
per
quel
punto
per
rispettare
lo
SLD.
In
termini
prestazionali:
se
vuoi
contenere
i
danni
che
un
terremoto
medio
piccolo
produrrebbe
sulla
tua
struttura
molto
duttile,
devi
scegliere
di
sfruttare
meno
la
duttilit.
Prendi
anche
un
fattore
di
struttura
pi
piccolo,
perch
comunque
devi
progettare
una
struttura
pi
resistente
per
evitare
che
un
terremoto
medio
piccolo
produca
danni,
cio
ti
faccia
iniziare
una
plasticizzazione.
SECONDO
GRAFICO:
il
coefficiente
di
struttura
diventato
q=2,
per
cui
il
comportamento
elastico
identico
ovviamente.
Per
cui
SLV
e
SLC
elastici
hanno
la
stessa
posizione.
Quello
che
cambia
SLV/q
perch
q
pi
basso,
per
cui
SLV/q
si
colloca
pi
in
alto.
SLD
e
2/3
SLD
si
collocano
pi
in
basso
di
SLV/q,
per
cui
SLV
dimensionante.
Addirittura
non
ci
sono
danni
sotto
a
2/3
SLD:
essendo
ancora
in
campo
elastico
,
avendo
sfruttato
poco
la
duttilit.
PER
CUI
NEL
PRIMO
CASO(primo
grafico)
AVREI
FATTO
UNA
STUPIDAGGINE
A
PROGETTARE
CON
q
ALTO,
SFRUTTANDO
A
FONDO
LA
DUTTILITA
PER
CHE
POI
MI
RITROVO
CHE
DEVO
PROGETTARE
IN
MANIERA
Pi
RESISTENTE
PER
TUTELARMI
DALLE
AZIONI
DA
SLD,
NEL
SECONDO
CASO(secondo
grafico)
HO
SFRUTTATO
TROPPO
POCO
LA
DUTTILITA
PERCHE
GLI
SLD
SAREBBERO
SODDISFATTI
STANDO
ANCORA
LARGAMENTE
ALL
INTERNO
DELLA
RESISTENZA
ELASTICA,
NON
ARRIVANDO
AL
LIMITE.
Per
cui
lideale
sarebbe
scegliere
un
fattore
q
tali
che
le
due
curve
coincidano.
E
inutile
prendere
un
q
pi
grande
o
un
q
pi
piccolo(perch
sto
sprecando
soldi,
potrei
abbassarmi
sovrapponendomi
a
questa
curva).
La
multi
prestazione
mi
chiede
cose
che
in
precedenza
non
avevamo
chiare:
mi
richiede
di
confrontare
le
due
situazioni
e
di
metterle
daccordo
con
la
progettazione.
Primo
grafico:
Evita
di
puntare
troppo
sulla
duttilit
per
lo
SLV
perch
senn
spenderai
troppo
con
i
terremoti
medio
piccoli;
se
rispetti
questo
per
spendere
poco
con
i
terremoti
medio
piccoli,
questa
non
dimensionate
per
cui
non
la
utilizzerai
mai
(SLV/q).
Non
mi
serve
tutta
quella
duttilit
e
diventa
stupida
la
tua
difesa
dal
terremoto..danni
pesanti,
spostamenti
grandi..
pi
corretto
progettare
con
questo
valore
di
resistenza
Secondo
grafico:
mi
dice
di
non
eccedere
in
direzione
opposta,
prendendo
q
troppo
piccolo,perch
spendo
troppi
soldi.
Mi
porta
a
stare
troppo
in
campo
elastico
per
lo
SLD,
e
invece
con
un
q
un
po
pi
grande
potrei
avere
una
linea
verde
e
la
linea
rossa
coincidenti.
Per
cui
dovremmo
fare
questo
confronto
prima
di
iniziare
il
progetto.
Se
decidiamo
che
la
nostra
sovrareistenza
non
2/3
allora
diventa
ancora
pi
dimensionante
lo
SLD.
IN
CONCLUSIONE:
duttilit
una
bella
cosa,
ma
se
abbiamo
presente
che
non
abbiamo
solo
terremoti
distruttivi
che
producono
crolli
ma
anche
medio
piccoli
che
producono
danni,
e
ci
rendiamo
conto
che
la
nostra
struttura
avr
2,3,4
terremoti
medio
piccoli
e
1
terremoto
distruttivo
nella
sua
vita,
allora
se
siamo
accorti
ai
terremoti
medio
piccoli,
ci
potrebbe
convenire
una
struttura
un
po
pi
resistente
e
un
po
meno
duttile
per
i
terremoti
medio
piccoli,
riducendo
il
costo
dei
terremoti
medio
piccoli,
riducendo
il
costo
complessivo
della
nostra
struttura,
non
solo
quella
d
acquisto
semplice
(faccio
la
struttura
meno
resistente
possibile,
sfruttando
la
duttilit
al
massimo,
pagandola
di
meno
quando
la
compro;
ma
poi
la
pago
di
pi
per
rimetterla
apposto
durante
i
terremoti
medio
piccoli.
Spendo
di
pi
quando
la
compro
per
spendere
di
meno
quando
la
uso).
Analisi
costi
benefici,
confezionata
con
quattro
stati
limite
e
con
una
progettazione
multi
prestazionale.
STRATEGIE
PROGETTUALI
ALTERNATIVE
NTC
2008
Le
probabilit
di
superamento
(5%-10%..)
della
norma,
sono
ragionati
bene?
sono
l
unica
scelta
possibile?
Quali
scelte
cambiare
e
con
che
conseguenze?
La
norma
come
strategia
progettuale
decide
per
una
COSTANZA
DELLA
PROBABILIT
DI
SUPERAMENTO
che
competono
agli
stati
linite,
al
variare
di
Vr.
Invece
di
aumentare
Vn
attraverso
un
fattore
Cu
per
arrivare
a
Vr,
proviamo
a
dividere
di
quel
fattore
la
Probabilit
di
superamento.
Variare
le
probabilit
di
superamento.
Ma
la
sicurezza
si
convenzionale,
ma
non
possiamo
fare
sconti:
se
abbiamo
detto
che
quella
la
minima
accettabile,
non
possiamo
scendere
sotto.
Non
possiamo
fare
per
gli
stati
limite
ultimi,
vogliamo
che
sia
quella
per
SLV
e
SLC
(10%
e
5%).
Possiamo
variare
le
probabilit
di
superamento
relative
allo
SLD
e
SLO
che
comportano
costi.
Possiamo
l
si
decidere
di
cambiare
strategia.
Esempio
per
un
museo,
posso
decidere
di
proteggere
meglio
gli
SLD.
Lascio
fissa
la
Vn,
dividendo
la
probabilit
di
superamento
per
Cu.
Riduco
la
probabilit
di
superamento
e
faccio
confronti
sui
periodi
di
ritorno
Tr
che
ottengo,
perch
mi
immediato
conoscere
le
azioni.
Il
rapporto
che
ottengo
tra
il
Tr,a
con
la
strategia
di
norma
e
Tr
diviso
per
Cu
(Tr,b),
ho
questo
rapporto
R,
utilizzando
Poisson.
Per
cui
la
curva
blu
corrispondente
a
Cu
III
e
quella
rossa
corrispondente
alla
classe
d
uso
IV,
il
valore
di
R
al
variare
della
probabilit
di
superamento
ha
un
andamento
di
questo
tipo.
Per
gli
stati
limite
ultimi,
le
due
curve
sono
sovrapposte
al
valore
uno,
cio
non
c
differenza
tra
i
periodi
di
ritorno:
sono
tutelati
allo
stesso
modo
gli
SLU
con
una
o
l
altra
strategia.
Con
la
strategia
B,
per
cui
divido
la
probabilit
di
superamento
per
Cu,
ottengo
dei
Tr
decisamente
pi
grandi,
per
cui
proteggo
meglio
gli
SLD.
Azioni
relativi
a
periodi
pi
alti,
proteggendo
meglio
per
gli
SLD.
STRATEGIA
PIU
PROTETTIVA
NEI
CONFRONTI
DI
SLD,
UGUALE
PER
GLI
SLV.
NOTA:
E
solo
una
delle
strategie
alternative
che
possiamo
inventare.
Si
valuta
quindi
ora
come
modificare
direttamente
Pvr
nel
periodo
di
riferimento
Vr,
al
variare
di
Cu,
per
ottenere
Tr
suggeriti
dalla
nuova
strategia.
Occorre
porre
R=1
Si
ottengono
cos
i
valori
P*vr
a
partire
da
Pvr
al
variare
di
Cu.
Si
nota
come
P*vr
per
gli
SLU
sostanzialmente
non
varino.
In
particolare
i
Tr:
le
azioni
degli
SLU
sono
sostanzialmente
progettiamo
sono
le
stesse
al
variare
di
Cu.
Tabella
che
serve
a
confrontare
i
periodi
di
ritorno
espressi
dei
diversi
stati
limite,
espressi
in
funzione
del
periodo
di
riferimento.
Se
prendiamo
Cu=1
vediamo
gli
stessi
risultati
visti
in
precedenza.
La
strategia
che
vede
Cu
al
denominatore
di
Pvr
anzich
moltiplicatore
di
Vn,
suggeribile
a
chi
voglia
proteggere
meglio
il
proprio
bene
in
termini
di
SLD:
garantisce
la
stessa
protezione
agli
SLU
e
molta
protezione
agli
stati
limite
di
danno.
Conclusione:
la
strategia
multi
prestazionale
ci
apre
a
livello
di
norma
e
progettuale
ci
pare
una
serie
di
possibilit
che
non
abbiamo
ancora
esplorato.
E
molto
sintetica
e
quindi
ci
consente
dei
confronti
rapidi
tra
le
ipotesi,
ma
occorre
ragionare
e
confrontare
le
diverse
prestazioni
chiedendoci
quanto
ci
tengo
ad
ogni
prestazione.
Esempio
del
museo:
siccome
un
museo
quanto
voglio
proteggere
agli
SLD?
Di
conseguenza
quelle
probabilit
potrebbero
essere
riviste.
I
PERFORMANCE
POINTS:
Curve
di
capacit
incrociata
con
lo
spettro
accelerazioni
spostamento:
altra
maniera
per
vedere
il
legame
che
c
tra
resistenza
e
duttilit.
Ossia
se
laccelerazione
con
la
quale
si
progetta
si
riduce,
automaticamente
gli
spostamenti
per
i
quali
si
progetta,
crescono.
Indipendentemente
da
come
disegnata
la
curva
di
capacit
(
il
modo:
anche
per
punti,
ossia
facendo
crescere
gradualmente
le
forze
applicate
e
far
corrispondere
ad
ogni
entit
dell
azione
far
corrispondere
un
taglio
al
piede
corrispondente),
ci
interessa
capite
come
si
scegli
e
il
punto
dove
la
costruzione
si
localizza.
Lo
si
sceglie
in
questo
modo:
gli
spettri
in
accelerazione
spostamento
per
i
quattro
stati
limite
si
presentano
in
questo
modo
come
in
figura.
SLO
tutto
elastico,
SLD
pochissimo
plastico
e
man
mano
che
la
domanda
in
duttilit
cresce,
perch
cresce
lentit
del
terremoto,
cambia
la
forma
dello
spettro.
Diventa
indicativo
di
una
plasticizzazione
forte.
Come
si
decidono
questi
quattro
punti,
lincrocio
tra
spettri
e
prestazione.
Da
un
lato
abbiamo
gli
spettri
di
Norma:
possiamo
disegnarli
a
prescindere
dalla
struttura.
Occorre
prendere
la
Pvr
richiesta
dalla
norma,
di
conseguenza
abbiamo
Tr
per
i
diversi
stati
limite.
In
funzione
di
questo
l
accelerazione.
La
forma
dello
spettro
definito
dalla
norma.
Anche
il
comportamento
della
struttura
lo
puoi
disegnare
indipendentemente
:
taglio
al
piede
ordinata
e
lo
spostamento
in
ascissa.
Ma
come
si
parlano
queste
due
classi
di
curve
tra
loro
indipendenti?Nota,
nel
passaggio
da
uno
spettro
SLD
e
SLV,
cosa
cambiato?
O
anche
tra
SLO
e
SLV,
per
il
quale
utilizziamo
un
fattore
di
struttura,
la
struttura
ha
aumentato
la
sua
dissipazione
di
energia
perch
diventata
plastica.
Quando
disegniamo
lo
spettro,
ipotizziamo
una
dissipazione
di
energia
che
valutiamo
con
q.
Capire
come
si
incrociano,
capire
quale
fattore
q
la
curva
di
capacit
ci
sta
raccontando.
Approccio
non
lineare
statico:
uno
dei
metodi
previsti,
ci
serve
per
legare
queste
curve
e
parlare
di
sovra
resistenza.
La
curva
di
capacit(taglio
al
piede-spostamento
massimo
in
testa)
in
rosso
definisce
il
comportamento
della
struttura
al
crescere
della
risultante
sismica
applicata
=
taglio
al
piede.
Le
richieste
di
norma
sono
caratterizzate
dalle
curve
spostamento-accelerazione.
Un
comportamento
minimo
che
dato
dalla
forma
spettrale.
Spettri
come
domini
di
resistenza
elasto-plastica:
come
per
le
sezioni,
solo
che
in
termini
di
energia
dissipata.
Se
il
punto
blu
interno
vuol
dire
che
la
struttura
sta
dissipando
troppa
energia
rispetto
a
quella
che
autorizzata
a
dissipare.
Curve
di
capacit:
Sto
applicando
forze
statiche
con
una
distribuzione
triangolare
delle
forze
(distribuzione
da
primo
modo
di
vibrare,
progetto
elastico
con
le
forze
statiche
equivalenti)
con
una
precisa
risultate
i
cui
valori
li
disegniamo
in
ordinata.
La
struttura
si
sposta
di
una
quantit
che
indichiamo
in
ascissa.
Da
cui
abbiamo
la
curva
di
capacit.
Gli
spettri:
la
normativa
ci
lascia
le
formule
di
accelerazione,
noi
ci
mettiamo
sugli
spostamenti
(=
accelerazioni
scelte
/
), quindi
operazione
facile.
Ad
ognuno
di
questi
spettri
2
si
associa
un
preciso
valore
di
q,
uguale
ad
uno
per
gli
SLE
maggiore
di
uno
per
gli
SLU.
Le
une
sono
indipendentemente
disegnabili
dalle
altre.
Lincrocio
di
queste
curve
ingannevole:
il
fatto
che
la
curva
rossa
incroci
la
curva
blu
in
quel
punto,
non
vuol
dire
che
quel
punto
appartenga
a
tutte
e
due
le
curve,
perch
la
curva
rossa
a
dissipazione
crescente,
ovvero
ma
mano
che
ci
si
sposta
s
questa
curva,
q
cresce.
Lenergia
dissipata
l
area
sottesa
per
cui
l
energia
restituita
molto
poca,
se
scarichiamo
(parallelamente
alla
retta)
Luna
a
dissipazione
costante
(perch
disegnate
per
un
preciso
valore
di
q),
laltra
a
dissipazione
variabile
:
per
cui
non
detto
che
quella
curva
soddisfi
entrambe
le
curve
degli
spettri.
Per
capire
se
soddisfa
anche
quella
curva,
devo
valutare
se
lenergia
dissipata
pari
al
fattore
q.
Punti
sono
detti
performance
points=punto
di
prestazione(
da
tradizione
neozelandese).
Vogliamo
che
non
tanto
le
curve
si
intersechino,
ma
che
quel
punto
veda
la
stessa
quantit
di
energia
dissipata
segnalata
dalle
due
curve.
Tracciata
la
curva
di
capacit
(ovvero
sapendo
quanta
energia
dissipata
corrisponde
quel
punto),
facciamo
camminare
quello
spettro
SLV
aumentando
e
diminuendo
q
fino
a
che
le
energie
dissipate
coincidano.
Per
cui
diagramma
sintetico
ma
significativo:
unica
rappresentazione
in
cui
ho
accelerazione
richiesta
quindi
una
chiara
misura
della
resistenza
,
(del
taglio
al
piede),
e
una
misura
della
duttilit
richiesta,
che
la
struttura
deve
possedere,
perch
spostamento
massimo
in
testa
e
lo
spettro
SLV
che
incrocia
la
curva
in
quel
punto.
Cio
come
ci
troviamo
in
quel
punto
rispetto
alla
norma:
prestazione
maggiore
alla
domanda
di
norma?
Allora
ci
troveremo
pi
avanti
con
quel
punto
che
indica
la
dissipazione.
Incroceremo
lo
spettro
SLV
avendo
dissipato
meno
energia
di
quella
per
il
quale
lo
spettro
SLV
disegnato.
Se
ci
troviamo
prima
con
quel
punto:
vuol
dire
che
la
struttura
sta
dissipando
pi
energia
con
prestazioni
pi
basse
di
quelle
richiesta
dalla
norma
che
richiede
che
quella
struttura
sopporti
una
forza
maggiore
e
uno
spostamento
maggiore.
E
troppo
poco
duttile
o
si
plasticizza
presto
perch
troppo
poco
resistente.
Il
diagramma
che
sintetizza
perfettamente
il
comportamento
della
struttura
e
ti
fa
cogliere
in
un
colpo
solo
resistenza,
duttilit
e
il
confronto
tra
quello
che
stai
fornendo
e
le
richieste
della
norma.
In
teoria
metti
a
punto
il
foglio
excell
per
gli
spettri
in
spostamento
e
poi
giochi
sulla
curva.
NOTA:
se
vari
la
resistenza,
spostando
in
su
o
in
gi
l
incrocio
dello
SLO,
puoi
trovare
che
poi
non
sono
soddisfatte
le
verifiche
a
SLU.
Progettazione
prestazionale
per
essere
richiede
quattro
stati
limiti
e
non
detto
che
soddisfare
i
primi
porti
a
soddisfare
automaticamente
a
soddisfare
i
secondi
e
viceversa.
18
Maggio
2012
lezione
XXXVIII
LEZ
N
33
NTC
2008
ing.
Franco
Braga
INTRODUZIONE
Ci
riferiamo
alla
norma
del
14
Dicembre
2008
e
alla
circolare
2
Febbraio
2009,
entrambe
scaricabili
in
maniera
gratuita
dal
consiglio
lavori
pubblici.
Aggiorna
il
precedente
documento
del
2005
Nella
gazzetta
ufficiale
spiega
lo
scopo
delle
norme
che
si
ha
davanti:
1)
definiscono
le
regole
per
la
progettazione,
lesecuzione
e
il
collaudo
in
zona
sismica
e
non
sismica
NOTA
collaudatore
in
corso
dopera,
chiamato
allinizio
dei
lavori.
Per
cui
il
progettista
discute
con
il
collaudatore
le
decisioni.
2)
Definiscono
i
principi
per
la
progettazione,
esecuzione
e
il
collaudo
delle
costruzioni,
nei
riguardi
delle
prestazioni
loro
richieste
in
termini
di
resistenza
meccanica
e
di
stabilit
anche
in
caso
dincendio
e
di
durabilit.
3)
Definiscono
i
criteri
generali
di
sicurezza.
Fino
ad
oggi
fatta
coincidere
con
la
capacit-
domanda
ovvero
resistenza
sollecitazione
richiedente
che
la
prima
fosse
almeno
pari
alla
seconda.
Precisano
la
domanda,
definiscono
le
caratteristiche
dei
materiali
e
dei
prodotti,
ovvero
la
capacit
e
in
pi
generale
trattano
la
sicurezza
strutturale
delle
opere.
Le
NTC
2008
ha
una
novit:
capitoli
10-11.
Il
primo
tratta
delle
relazioni
di
calcolo,
il
capitolo
11
delle
caratteristiche
commerciali
dei
prodotti.
La
relazione
di
calcolo
quella
che
fornisce
ad
un
tuo
collega
del
genio
civile
per
decidere
che
la
tua
struttura
sicura
e
corretta,
per
cui
deve
essere
comprensibile
e
deve
contenere
tutte
le
informazioni
che
il
collega
necessit.
Il
capitolo
11
una
sorta
di
base
di
contratto
tra
il
produttore
e
il
consumatore
di
materiali.
Per
cui
per
ogni
materiale
troviamo
le
propriet
richieste,
le
prove
da
fare
per
accertarsi
quali
sono
le
propriet.
Questi
sono
gli
aspetti
attinenti
alla
sicurezza
strutturale.
Altra
novit
che
le
opere
e
i
componenti
strutturali
(esempio
solai
prefabbricati,
perch
non
compriamo
se
non
il
cls
e
acciaio
che
qualcuno
ha
gi
lavorato.
Noi
laccettiamo
nel
momento
in
cui
entra
in
cantiere.
Il
direttore
di
lavori
in
cantiere
deve
essere
daccordo
per
l
accettazione
e
il
montaggio,
senn
quel
materiale
non
entra
in
cantiere).
Oggi
si
consegnano
i
piani
di
manutenzione
nell
ottica
della
qualit.
Ad
esempio
sulle
zone
pi
sollecitate,
una
trave,
richiedi
un
controllo
ad
esempio
annuale.
O
gli
isolatori:
se
hanno
una
vita
utile
di
15
anni,
lo
scrivi
nel
piano
di
manutenzione.
Stabilisci
per
la
costruzione
la
manutenzione
da
eseguire,
dobbligo
di
allegarlo
assieme
al
progetto
e
di
consegnarlo.
Obbligo
che
la
sicurezza
si
mantenga
per
tutti
gli
anni
previsti
dal
piano
di
manutenzione.
LA
CIRCOLARE
AGGIUNGE
IL
FATTO
CHE
L
IMPOSTAZIONE
E
COERENTE
CON
GLI
EUROCODICI
E
CHE
LA
PERICOLSITA
SISMICA
E
ALL
AVANGUARDIA
E
CHE
E
CONDIVISA
DAL
MONDO
ACCADEMICO
(QUASI
TUTTI
HANNO
ABBANDONATO
LA
PERICOLOSITA
PUNTUALE
E
LE
TENSIONI
AMMISIBILI)
Impostazione
un
po
vecchia
per
andare
d
accordo
con
gli
euro
codici.
Ad
esempio
il
fatto
che
le
costruzioni
in
zona
sismica
sono
trattati
in
maniera
a
parte:
la
separazione
tra
il
capitolo
4
e
il
capitolo
7
non
ha
molto
senso.
Perch
la
pericolosit
sismica
dice
proprio
il
contrario
ovvero
che
tutta
l
Italia
sismica.
Questo
per
seguire
la
normativa
Europea.
Eurocodice
le
prescrizioni
sismiche
sono
additive
delle
prescrizioni
nelle
situazioni
normali:
EC2
rimane
valido
per
le
costruzioni
in
zona
sismica
solo
che
si
aggiungono
le
prescrizioni
dell
EC8.
La
stessa
cosa
per
le
NTC
2008:
rimane
tutto
valido
il
capitolo
4
con
laggiunta
del
capitolo
7.
Quindi
si
suppone
che
i
capitolo
2(valutazione
della
sicurezza),3(valutazione
dell
azione
sismica),4(cls
armato),
tu
li
conosca
gi:
le
considerazioni
del
capitolo
sette
sono
da
considerare
aggiuntive
e
non
sostitutive.
NTC
7
Permangono
ancora
alcune
cose
della
precedente
normativa
che
verranno
corretti
nella
nuova
norma(2013?)
separazione
tra
prescrizioni
amministrative
e
valutazione
delle
azioni
sismiche,
viene
violata
dalla
prima
affermazione
costruzioni
in
zona
4...
Considera,
a
riguardo
delle
azioni
orizzontali,
che
tutto
lesistente
stato
progettato
senza
considerare
le
azioni
orizzontali,
neanche
il
vento.
Considera
che
con
un
7-8%
di
taglio
al
piede
orizzontale
crolla.
La
richiesta
delle
forze
orizzontali
minime:
il
vento
1-2%
dei
carichi
verticali;
se
poi
hai
un
palazzo
sottilissimo,
arriva
al
massimo
al
3%
del
peso.
Il
terremoto
invece
7-8%.
Le
relative
verifiche
di
sicurezza
devono
essere
effettuate
allo
stato
limite
ultimo,
indipendentemente
nelle
due
direzioni:
ovvero
ti
eviti
la
combinazione
1.03.
Non
richiesta
la
verifica
allo
stato
limite
desercizio.
Sono
cose
sciocche
per
le
cose
dette
sul
rischio
sismico!
Ma
un
compromesso.
Perch
un
padano
che
non
ha
mai
progettato
antisismico
e
ha
un
edificio
di
50
anni,
non
ha
voglia
di
farlo.
E
una
comunit
che
scrive
le
norme:
c
il
partito
a
cui
interessa
il
sisma
e
a
chi
no.
Per
cui
compromesso:
prescrizioni
semplificative
non
tanto
giustificabili
a
livello
concettuale
quanto
dei
risultati
a
cui
si
arrivati.
NTC
3.1.
AZIONI
SISMICHE
-
Sotto
leffetto
di
azioni
sismiche
si
richiede
che
sia
garantito
il
rispetto
degli
SLU
e
SLE
quali
definiti
nel
3.2.1.
-Si
parla
di
prestazioni
e
non
solo
resistenza.
Prestazioni
che
riguardano:
1) Costruzione
nel
suo
complesso
2) volume
significativo
del
terreno
(no
plasticizzazione
del
terreno
per
colpa
della
costruzione,
durante
il
terremoto)
3) strutture
di
fondazione
4) elementi
strutturali
ed
elementi
non
strutturali.
NOTA:
manca
SLO
e
SLC
per
un
discorso
di
costi,
spese
non
retribuite
al
progettista.
Ovviamente
queste
due
verifiche
vanno
fatte
nel
caso
di
costruzioni
in
classe
d
uso
III
e
IV,
perch
sono
quelle
costruzioni
per
cui
la
verifica
a
SLO
nata!
VOLUME
SIGNIFICATIVO
TERRENO
=
parte
del
sottosuolo
influenzata
direttamente
o
indirettamente
dalla
costruzione
del
manufatto
e
che
influenza
il
manufatto
stesso.
Quando
londa
sismica
incontra
la
costruzione,
la
massa
e
la
rigidezza
di
questa
turba
lo
stato
del
terreno.
Il
terreno
cambiato
rispetto
a
quando
la
costruzione
non
cera
e
questa
pu
provocare
plasticizzazione.
NTC
7.1.
REQUISITI
NEI
CONFRONTI
STATI
LIMITE
ROBUSTEZZA
STRUTTURALE:
la
capacit
di
sostenere
carichi
imprevisti.
Come
si
fa?
Largheggiando
capacit-domanda.
Ma
questo
vorrebbe
dire
avere
costruzioni
inutilmente
costose.
Viceversa,
avere
costruzioni
duttili
vuol
dire
che
la
costruzione
si
plasticizza
senza
rompersi
allarrivo
di
carichi
imprevisti.
Oggi
puntiamo
sulla
duttilit,
come
requisito
obbligatorio
che
gradito
non
solo
al
sisma
ma
anche
allo
scoppio
della
bombola
di
gas
o
impatti
violenti.
Per
cui
i
requisiti
richiesti
per
il
terremoto
vanno
bene
anche
per
queste
situazioni.
STRUTTURE
DI
FONDAZIONE:
Sempre
nellottica
di
non
far
plasticizzare
il
terreno
di
costruzione:
vogliamo
che
la
costruzione
si
porti
il
terremoto
ma
rimanendo
dove
era,
non
vogliamo
che
si
sposti.
Perch
1) non
vogliamo
plasticizzazioni
nel
terreno
di
fondazione.
Per
cui
va
valutata
la
risposta
sismica
e
la
stabilit
del
sito.
Proscrizioni
geotecniche
tipiche
della
sismica
sono
nel
7.11.5
NOTA:
aggettivi
senza
quantizzazione
non
hanno
senso
elevata
o
adeguata..si
ma
che
vuol
dire?
Di
quanto
e
rispetto
a
qui?
C
una
comparativa
che
non
chiara.
2) un'unica
tipologia
di
fondazione
:
in
altri
termini
non
fate
fondazioni
dirette
e
indirette
nella
stessa
struttura,
se
lo
fate
dovete
giuntare.
Per
cui
non
impedito
fare
entrambe,
ma
facendo
un
giunto
nelle
due
zone!
Non
vi
deve
sorprendere:
ci
sono
dei
cedimenti
verticali
e
orizzontali
che
sono
diversi.
Guaio
poi
per
i
carichi
verticali
e
orizzontali
3) nella
stessa
struttura,
deve
essere
evitato
l
uso
contestuale
di
fondazioni
su
pali
o
miste
con
fondazioni
superficiali.
Se
faccio
una
fondazione
su
pali,
faccio
pali
poi
sterro
fino
alla
testa
dei
pali
poi
getto
il
plinto
contro
terra,
per
cui
carico
il
peso
del
plinto
sul
terreno
e
in
generale
mentre
costruisco,
continuo
a
caricare
il
plinto
oltre
ai
pali.
Per
cui
perch
quando
debbo
trasmettere
le
forze
orizzontali
a
terra
debbo
considerare
che
il
taglio
transiti
tutto
nei
pali
e
parte
non
transiti
nel
contatto
plinto-
terreno?
Rilievi
sperimentali:
un
15%
per
cento
trasmissione
per
attrito
e
un
80-85%
trasmissione
a
taglio
sui
pali,
diretta.
Non
poco
quel
15-20%
perch
spesso
i
pali
a
taglio
non
ce
la
fanno.
Una
fondazione
mista
trasmette
parte
per
attrito
e
parte
per
taglio
diretto,
per
ci
hanno
diritto
di
cittadinanze.
Prima
non
venivano
considerate
in
maniera
contestuale
dei
due
effetti
NTC
7.2.
CRITERI
GENERALI
DI
PROGETTAZIONE
E
MODELLAZIONE
Parla
di
resistenza
e
rigidezza
nei
confronti
delle
due
componenti
ortogonali
orizzontali.
Per
cui
vedi
come
si
inizia
ad
affaciarsi
il
discorso
della
combinazione
direzionale
delle
componenti
dell
azione
sismica
che
orientato
come
gli
pare
a
lui.
O
SRSS
con
una
1,0-0,1
trattate
separatamente
e
poi
combinate
oppure
una
1,0.3-0.3,1
prendendo
la
peggiore,
ottenenendo
risultati
pressoch
identici.
NOTA:
nell
ottica
di
compromesso,
la
terza
componente,
componente
verticale,
c
solo
nel
caso
in
cui
si
considera
necessario
considerarla.
-Elementi
precompressi
:
esempio
la
trave
da
ponte
oscilla
verticalmente
aumentando
o
riducendo
la
componente
verticale
per
cui
la
trave
in
precompresso
si
pu
anche
rompere.
Considera
il
momento
di
precompressione:
come
momento
che
comprime
le
fibre
inferiore
a
cui
si
detra
il
momento
dovuto
ai
carichi
verticali
che
un
momento
che
tende
le
fibre
inferiori.
Se
quest
ultimo
si
riduce,
la
compressione
sulle
fibre
inferiori
divenga
eccessiva
e
la
trave
in
precompressione
scoppi
verso
l
alto.
-Elementi
a
mensola
di
oltre
a
4
metri:
i
nodi
ruotano
quando
il
solaio
si
sposta
orizzontalmente,
per
cui
lo
sbalzo
attaccato
a
questi
nodi
scodinsola
facendo
nascere
delle
forze
d
inerzia
verticali.
Per
cui
la
componente
verticali.
Non
solo
e
forze
d
inerzia
verticali
che
nascono
per
lo
scodinszolanetno,
il
su
e
gi
del
solaio,
ma
anche
la
component
everticale
ch
rsi
aggiunger
allo
sodinzolamento
dovuto
agli
spostamenti
orizzontali
-
Strutture
spingenti:
volte
a
botte,
spinge
sugli
appoggi
in
orizzontale.
Durante
il
terremoto
si
alza
e
si
abbassa
se
gli
appoggi
si
spostano,
per
cui
nascono
forze
d
inerzia
dovute
a
carichi
verticali
oltre
a
quelle
per
carichi
orizzontali
sulla
volta.
-
Pilastri
in
falso:
sale
e
scende
durante
la
flessione
trave.
Se
si
attivano
forze
d
ienrzia
verticali
per
spostamenti
orizzontali,
va
considerata
la
componente
verticali
Pi
interessante
il
discorso
della
rigidezza,
perch
capacit,
sono
pi
caratteristiche
assieme
a
decidere
la
prestazione,
non
solo
resistenza.
VARIABILITA
SPAZIALE:
Il
terremoto
si
muove.
Durante
l
analisi
modale
non
pensiamo
hce
il
basamento
si
muova
rigidamente
cio
non
pensiamo
a
velocit
di
avanzamento
del
terremoto
nel
terreno.
Se
lo
pensassimo
avremmo
degli
sconti
sulla
risultante:
la
sua
entit
potrebbe
ridursi
del
10-20%
a
seconda
di
come
fatto
l
edificio.
Il
fatto
che
il
terremoto
non
investe
l
edifici
tutto
assieme:
il
primo
plinto
e
poi
i
successivi
ma
scalato.
Il
terremoto
arriva
da
una
certa
parte
come
un
serpente
lungo
il
terreno:
come
se
avessimo
il
serpente
fermo
e
spostaassimo
l
eidifico
lungo
il
serpente
dove
ha
una
piega
massima
e
minima.
Lultimo
plinto
subisce
spostamento
pi
basso
rispetto
al
primo
che
subisce
uno
spostamento
massimo:
noi
invece
pensiamo
che
tutti
subiscano
uno
spostamento
massimo.
Se
l
edificio
diventa
lungo,
questo
effetto
pu
divetare
fastidioso
non
tanto
per
l
azione
che
rimane
la
massima,
ma
per
gli
spostamenti
relativi.
Perch
il
terreno
ha
un
inerzia
e
una
forza
maggiore
dell
edificio.
L
edificio
segue
il
serpente,
lo
deve
seguire.
L
edificio
abbstanza
deformabile
per
seguire
il
terreno?
E
se
prova
a
resistere,
che
succede?
Si
rompe.
Variabilit
spaziale
entra
in
gioco
quando
struttura
lunga
e
snella
ed
assimilabile
ad
una
linea
e
non
un
punto
(tracciato
stradale,
ponte..),
perch
potrebbe
non
resistere
allo
spostamento
del
terreno
EFFETTI
TORSIONALI:
Inseritit
per
seguire
EC8.
Ma
sono
inutili.
Eccentricit
accidentale:
una
scocciatura
a
livello
di
calcolo
e
non
serve
davvero.
Non
quella
che
produce
i
problemi
che
constatiamo.
Se
io
ho
costruito
una
struttura
che
ha
disaccopiato
gli
effetti
tralsazionali
e
gli
effetti
torsionali.
Se
sono
ben
disaccopiati,
non
dar
particolari
problemi
l
eccentricit
accidentale.
Solo
se
sono
vicini.
E
una
cura
indiretta.
Sarebbe
meglo
imporre
il
no
ai
moto
rototraslazionali.
Non
possibile
impedire
il
moto
rotazionale,
perch
ho
una
massa
rotazionale,
ma
evitare
che
mentre
trasli
ruoti
anche,
per
evitare
effetti
torsionali
indisiderati.
Separati
e
separati
di
tanto.
ORIZZONTAMENTI:
Le
forze
scambiate
tra
i
sistemi
resistenti
verticali
ci
sono
sempre,
anche
per
solo
carichi
verticali,
tra
solai:
solai
diaframmi
rigidi
nel
loro
piano
per
garantire
questa
unitariet
dello
spostamento.
Il
fatto
che
sia
un
vincolo
cinematico,
d
bene
il
perch:
il
solaio
deve
essere
in
grado
di
produrre
questo
vincolo
cinematico.
RIGIDEZZA
SISTEMA
DI
FONDAZIONE:
Rigidezza
estensionale:
il
serpente
fermo
sul
quale
l
edificio
cammina.
La
fondazione
rigida
nel
suo
piano,
in
modo
che
mentre
cammina
sul
serpente,
sia
lei
a
far
scivolare
sul
serpente,
cio
sganciare
lei
localmente
il
contatto
fondazione
terreno
,
piuttosto
che
rompere
la
fondazione
per
seguire
il
serpente.
COMPORTAMENTO
STRUTTURALE:
La
norma
prevede
due
comportamenti.
Comportamento
non
dissipativo,
sostanzialmente
quello
elastico,
per
il
quale
lenergia
di
deformazione
viene
restituita
quando
la
sollecitazione
si
riduce.
Comportamento
dissipativo:
lenergia
immessa
nella
struttura
viene
dissipata,per
al
ridursi
dello
stato
di
sollecitazione
comunque
in
parte
non
viene
restituita.
Ci
interessano
entrambe
con
riferimento
agli
stati
limite
di
competenza.
Il
primo
caso
ci
interessa
per
gli
SLD
che
si
pongono
a
cavallo
della
resistenza
elastica.
Mentre
il
comportamento
dissipativo
per
gli
SLU
che
entrano
significativamente
nel
campo
della
plasticizzazione.
NOTA:
le
sollecitazioni
sono
riferite
alla
configurazione
non
deformata
della
struttura,
per
cui
non
ci
si
riferisce
alle
non
linearit
geometriche.
Mentre
si
tiene
conto
delle
non
linearit
di
materiale:
il
fatto
che
il
materiale
abbia
raggiunto
la
propria
tensione
di
snervamento
e
plasticizzazione
e
quindi
vari
il
propri
comportamento
al
variare
dello
stato
tensionale.
Siccome
non
vogliamo
rinunciare
ai
nostri
modelli
elastici
lineari,
il
comportamento
strutturale
dissipativo
viene
valutato
in
maniera
convenzionale:
ossia
invece
che
seguire
l
effettivo
comportamento
della
struttura
adottando
un
modello
non
lineare,
adottiamo
un
modello
lineare
e
riduciamo
le
azioni
tenendo
conto
in
questo
modo
delle
energia
che
si
dissiperebbe
per
effetto
delle
non
linearit
di
comportamento.
Facciamo
una
stima
convenzionale
dellenergia
dissipata
mantenendo
il
modello
lineare,
ma
riducendo
le
azioni
di
calcolo
in
funzione
dellentit
delle
plasticizzazioni.
E
il
fattore
di
struttura
q.
Lo
facciamo
per
tutta
la
struttura
tranne
che
per
le
fondazioni,
a
cui
chiediamo
un
comportamento
non
dissipativo,
anche
per
gli
SLU:
perch
riteniamo
che
sia
particolarmente
pericoloso
un
comportamento
dissipativo,
a
cui
si
accompagno
deformazioni
residue,
per
cui
anche
quando
scaricata
rimangono
deformazioni;
questo
creerebbe
problemi
in
fondazione
per
cui
non
lo
accettiamo.
COMPORTAMENTO
DISSIPATIVO
facendo
riferimento
a
due
classi.
Spingiamo
pi
o
meno
sul
comportamento
dissipativo,
deformazioni
plastiche
pi
o
meno
intense.
Non
detto
che
in
generale
convenga
l
una
o
l
altra
classe.
Non
c
una
differenza
significativa
tra
i
due,
tanto
che
quasi
sempre
si
progetta
in
classe
di
duttilit
alta.
CD
A:
q
pi
alto,
per
cui
una
resistenza
minore,
con
quindi
una
minore
quantit
di
armatura,
sezioni
pi
piccole.
Ma
la
normativa
lo
fa
scontare
con
particolari
costruttivi
pi
complessi,
pi
difficili
da
progettare.
Per
cui
non
detto
che
sia
minore
il
costo
della
tua
struttura.
La
manodopera
pi
onerosa
dei
materiali.
CDB:
si
usano
pi
materiali,
maggiore
resistenza
con
fattori
q
pi
bassi.
Ma
minore
manodopera.
Per
entrambe,
la
struttura
ha
un
comportamento
dissipativo
e
duttile:
mantenendo
la
resistenza
al
crescere
delle
deformazioni
plastiche
senza
rompersi.
Siccome
non
seguiamo
passo
passo
il
comportamento
della
struttura
(modello
non
lineare)
per
assicurarci
che
la
struttura
abbini
un
comportamento
dissipativo
ad
un
comportamento
duttile,
utilizziamo
la
GERARCHIA
DELLE
RESISTENZE,
che
un
metodo
di
progetto.
Pensiamo
di
assicurarci
un
comportamento
dissipativo
e
duttile
assieme.
Differenza
tra
un
comportamento
duttile,
per
il
quale
anche
per
le
zone
dove
si
producono
plasticizzazioni,
queste
riguardano
lacciaio,
si
assiste
a
lesioni
esterne
visibili,
sostanzialmente
riconducibili
a
snervamento
acciaio.
Sotto
larmatura
si
snervata
e
snervandosi
ha
subito
delle
deformazioni
permanenti,
per
cui
armatura
pi
lunga
anche
se
scaricata.
Lesioni
che
non
si
richiudono
anche
se
lo
stato
di
sollecitazione
si
azzera,
che
si
abbina
all
allungamento
plastico
dell
acciaio.
Cerniere
plastiche
dei
nodi:
Lesione
maggiore
superiormente
che
inferiormente,
probabilmente
per
alternanza
segni
momenti
per
cui
si
sono
avute
fenomeni
di
in
stabilizzazione
barre
compresse.
Allungamento
residuo
barre
tese,
per
cui
all
invertirsi
del
segno,
compressione
ed
entrano
in
carico
di
punta
imbarcandosi
espellendo
cls.
Nodo
che
mantiene
resistenza
significativa,
dell
ordine
della
resistenza
di
prima
plasticizzazione.
Rotture
del
nodo:
resistenze
nulle.
Non
si
vedono
pi
cose
a
contatto,
si
vedono
rotture
vere
e
proprie
IDEA
DI
PARTENZA:
se
tanti
elementi
fragili
e
un
solo
elemento
duttile,
necessario
che
rendi
gli
anelli
fragili
pi
resistenti
della
resistenza
di
plasticizzazione
dell
elemento
duttile,
affinch
il
comportamento
d
insieme
sia
duttile.
Catena
che
si
allunga
plasticamente,
non
si
rompe:
per
cui
quando
questa
forza
di
trazione
raggiunge
la
resistenza
di
plasticizzazione
dell
anello
duttile,
l
anello
duttile
si
allunga.
Complessivamente
mi
accorgo
che
raggiunta
una
certa
trazione,
si
mantiene
costante
mentre
la
catena
si
allunga:
deformazione
cresce
a
tensione
costante.
Mi
accorgo
di
una
duttilit
di
insieme.
Metodo,
idea
di
base:
Il
valore
di
plasticizzazione
dellanello
duttile
minore
della
resistenza
degli
anelli
fragili.
Per
cui
abbinando
elementi
duttili
ed
elementi
fragili,
posso
coprire
gli
elementi
fragili
con
il
comportamento
duttile,
purch
gli
elementi
fragili
siano
pi
resistenti
degli
elementi
duttili.
E
un
criterio
di
progetto:
quale
siano
gli
elementi
fragile
quali
duttili,
li
scelgo
a
priori
sulla
struttura.
E
una
scelta
motivata
che
gli
elementi
strutturali
manifestano:
comportamento
duttile
agli
elementi
sollecitati
a
flessione
e
comportamento
fragile
ad
elementi
soggetti
a
taglio
o
pressoflessione.
Quindi
a
seconda
della
sollecitazione
dominante
sull
elemento.
1)
decido
quali
elementi
duttili
e
quali
fragili
2)
Decido
dove
gli
elementi
duttili
si
plasticizzano.
3)
Come
rendere
gli
elementi
fragili
pi
resistenti
degli
elementi
duttili.
Esempio
travi
duttili
e
fragili
i
pilastri
(comportamento
fragile
perch
prevalentemente
soggetti
a
sforzo
assiale),
far
i
pilastri
pi
resistenti
delle
travi
e
individuer
le
zone
nelle
quali
le
travi
si
plasticizzano
e
quelle
zone
le
considerer
come
zone
critiche,
cio
come
zone
da
trattare
con
attenzione.
Pilastri
forti
e
travi
deboli:
idea
neozelandese
che
si
lega
alla
constatazione
che
su
cicli
di
flessione
di
segno
opposto.
(ordinata
il
carico
che
potrebbe
essere
momento
flettente
per
la
mia
sezione
e
in
ascissa
che
l
abbassamento
ma
anche
la
rotazione
al
nodo.
Incomincio
con
un
comportamento
elastico,
inverto
il
segno,
aumentano
i
momenti
flettenti
invertendo
i
segni:
complessivamente
comportamento
stabile.
Ad
ogni
ciclo
perdo
un
po
di
rigidezza,
perche
la
tangente
a
questi
cicli
sempre
meno
verticale,
sempre
pi
bassa,
che
si
accompagna
a
danni.
Aumentano
le
rotazioni
all
aumentare
del
momento
flettente,
ma
comportamento
stabile.
Leggo
danneggiamento
ma
anche
resistenza
stabile.
Siccome
il
terremoto
fa
fare
4-5
di
questi
cicli,
una
struttura
che
regge
questi
cicli,
una
struttura
sufficientemente
stabile
e
duttile.
Il
fatto
che
sia
dissipativa
si
legge
perch
in
corso
di
un
ciclo,
la
struttura
circumnaviga
una
certa
area:
quellarea
sta
a
significare
energia
dissipata.
Linea
di
ritorno
distinta
da
quella
di
andata
e
isolata
quel
ciclo:
quellarea
lenergia
dissipata.
E
andata
in
riduzione
di
resistenza
e
rigidezza.
Ovvero
in
danni
sulla
struttura
che
ci
sono
e
rimangono.
Ma
almeno
non
si
rotta,
ha
sopportato
il
terremoto.
1) Dissipare
energia
vuol
dire
come
se
il
progetto
di
risposta
smorzato
anzich
5%,
10-
15-20%
per
cui
ho
una
risposta
a
parit
di
terremoto
molto
pi
piccola.
2) Dall
altro
lato
la
struttura
dissipando,
vede
crescere
il
proprio
periodo,
perch
vede
ridurre
la
propria
rigidezza:
da
cui
la
risposta
si
riduce
ulteriormente,
perch
man
mano
che
il
periodo
cresce
la
risposta
si
riduce
(pensa
alle
forme
spettrali)
La
struttura
risponde
al
terremoto
danneggiandosi.
Il
danneggiamento
quindi
opera
in
una
doppia
maniera:
dissipa
energia,
quindi
come
se
la
struttura
leggesse
la
propria
risposta
su
uno
spettro
di
risposta
pi
basso
(corrispondente
ad
uno
smorzamento
maggiore
del
5%)
e
leggesse
la
propria
risposta
sempre
pi
sulla
parte
destra
dello
spettro,
su
periodi
che
crescono.
Energia
dissipata
che
fa
crescere
lo
smorzamento
di
riferimento.
E
un
modo
di
passivarsi
della
struttura
rispetto
a
terremoto,
purch
la
struttura
sia
duttile:
resistenza
e
rigidezza
permangano
anche
se
riducendosi.
Zone
critiche
si
formino
l
dove
vogliamo
che
si
formino
e
che
una
volta
formatesi
si
mantengano
funzionanti,
si
comportino
come
duttili,
non
si
rompano.
Per
capire
la
differenza,
a
destra
abbiamo
un
telaio
piano
in
un
caso
in
cui
si
comporta
male
perch
si
plasticizzano
le
colonne,
e
in
un
caso
che
si
comporta
bene
perch
si
plasticizzano
le
travi.
Lo
spostamento
massimo
in
testa
uguale
in
entrambi
i
casi.
Per
dire
che
il
lavoro,
lenergia
fornita
dal
terremoto,
dalle
forze
di
inerzia
del
terremoto
alla
struttura
sia
la
stessa;
ovvero
l
energia
in
entrata
e
in
uscita
dalla
struttura,
in
un
caso
questa
energia
viene
dissipata
unicamente
in
queste
cerniere
(puntini
neri)
in
totale
6
cerniere.
Su
rotazioni
relative
molto
forti:
zone
molo
elasticizzate,
per
dissipare
l
energia
che
volgiamo
devono
possedere
molta
duttilit.
Nel
secondo
caso
abbiamo
6
cerniere
per
piano,
ovvero
30
ceriere+3
ovvero
33
cerniere
contro.
Abbiamo
duttilit
richieste
che
pari
a
circa
un
sesto
del
primo.
Risultato,
il
secondo
a
parit
di
energia
fornita
rimane
in
piedi,
il
primo
crolla.
Per
i
pilastri
non
si
riescono
a
formare
una
sequenza
di
energia:
si
forma
il
piano
soffice,
un
piano
scorre
sullaltro.
Per
cui
scelto
di
privilegiare
le
travi
duttili.
Cerniera
al
piede
de
primo
pilastro
lultima.
Travi
deboli
e
pilastri
forti:
molte
pi
cerniere,
dissipa
la
stessa
energia
a
prezzo
di
deformazioni
plastiche
pi
basse.
Esempio
edifici
a
piloty:
edifici
che
tendono
a
formare
cerniere
a
testa
e
piedi
pilastri.
Edifici
che
non
avendo
la
duttilit
necessaria,
crollano
per
eccesso
di
duttilit
I
telai
invece
spargono
le
plasticizzazione
sulle
travi
e
riescono
a
mantenere
stabilit
per
forzi
orizzontali,
perch
richiesta
di
duttilit
contenute
a
parit
di
terremoto.
Motivo
scelta
del
telaio
quindi
la
possibilit
di
avere
tante
cerniere
anzich
poche,
quindi
richieste
di
duttilit
contenute.
Si
plasticizzano
le
travi
e
non
i
pilastri
e
le
zone
sono
di
attacco
ai
pilastri
e
le
zone
in
mezzeria.
Almeno
due
per
travi:
comunque
pi
alto
che
nel
primo
caso.
Per
questo
attenzione
sui
pilastri
e
il
dichiarato
scopo
di
non
farli
plasticizzare
mai:
dobbiamo
renderli
pi
resistenti
delle
travi.
Non
possiamo
dimensionare
i
pilastri
con
la
sollecitazione
di
calcolo,
perch
momento
sulla
trave
e
sul
pilastro
all
attacco
sono
uguali
e
contrari:
equilibrio
sul
nodo.
Per
cui
dobbiamo
aumentare
la
resistenza,
maggioriamo
la
richiesta
di
resistenza
sul
pilastro.
Mentre
la
resistenza
della
trave
le
calcoliamo
sulle
sollecitazioni
che
il
modello
di
calcolo
ci
da
sulle
travi,
per
il
pilastri
lo
calcoliamo
a
partire
dalla
resistenza
della
trave.
In
generale
non
riusciamo
a
fare
strutture
di
resistenza
identica
alla
sollecitazione:
le
facciamo
sempre
un
po
pi.
Perch
nelle
strutture
in
c.a.
usiamo
acciaio
con
diametri
in
eccesso.
Per
l
acciaio
usiamo
profilati
in
modo
che
ecceda
la
domanda.
COEFFICIENTE
DI
SOVRARESISTENZA:
Pilastri
valutano
la
loro
resistenza
a
partire
dalla
resistenza
delle
travi
che
convergono
nel
nodo
di
quel
pilastri
e
maggioriamo
per
di
pi
quella
resistenza
di
un
opportuno
coefficiente
di
sovra
resistenza
pari
a
10
%
e
30%
di
crescita.
Per
consentire
una
plasticizzazione
ciclica
Come
per
tutte
quelle
situazioni
in
cui
gli
elementi
fragili
sono
collegati
ad
elementi
duttili:
dispositivi
di
vincolo
temporaneo.
Entit
del
fattore,
in
relazione
alla
duttilit
fattore.
Pi
elevata
la
duttilit
pi
sovra
resistenze:
l
acciaio
non
un
materiale
elastoplastico
perfetto
ma
elasto
plastico
incrudente.
Quindi
se
deformato
di
pi
abbiamo
sollecitazioni
maggiori,
per
questo
classe
di
duttilit
alta
produce
deformazioni
plastiche
maggiori
quindi
una
maggiore
entit
di
incrudimento.
COLLEGAMENTI
PER
SEMPLICE
APPOGGIO
O
ATTRITO:
semplice
appoggio,
come
i
ponti:
spostamenti
veri,
non
del
modello
elastico
se
non
moltiplicati
per
il
fattore
di
struttura,
siano
compatibili
con
la
geometria
dell
appoggio.
Ovvero
le
travi
non
devono
cadere
dai
pulvini,
dagli
appoggi.
Spesso
si
fanno
vincoli
per
attrito,
sempre
considerato
presente.
Ma
in
caso
di
terremoto
pu
sparire,
a
causa
delle
componenti
verticali
del
sisma.
Si
pu
ridurre
il
peso
gravante
e
quindi
l
attrito:
pu
accadere
che
cerniera
divenga
carrello
.
non
si
fa
affidamento
sull
attrito
se
vincolo
un
vincolo
sismico
DETTAGLI
COSTRUTTIVI
pensa
agli
ancoraggi
barre
longitudinali
o
staffe.
Vogliamo
che
siano
realizzati
con
attenzione
affinch
elementi
duttili
rimangano
duttili
anche
quando
si
plasticizzano.Si
realizzano
quindi
dei
particolari
costruttivi
pensati
per
una
sezione
non
elastica,
ma
sezione
plasticizzata
DISTANZA
TRA
COSTRUZIONI
CONTIGUE
quanto
devono
essere
ampi
i
giunti.
E
sufficiente
solo
qualche
centimetro
quando
non
siamo
in
zona
sismica:
per
tenere
conto
solo
delle
dilatazioni
termiche.
In
zona
sismica
oscillazioni
anche
non
sinocre
dovute
al
terremoto.
Per
evitare
fenomeni
di
MARTELLAMENTO,
Si
impongono
giunti
pari
a
:
se
ag*S=
0,5
g,
il
prodotto
pari
ad
uno
e
il
giunto
1/100
dalla
distanza
di
terra.
Sono
grandi
questi
numeri,
per
6
piani
di
edificio:
20
cm
di
giunto.
L
adeguamento
per
edifici
esistenti
problematico,
perch
abbiamo
5-6
cm.
E
importante
pensare
da
subito
il
giunto,
difficile
da
realizzare
per
edifici
che
non
la
rispettano.
Alternativa
fare
calcoli
specifici
per
vedere
l
entit
degli
spostamenti
relativi
tra
due
spostamenti
vicini,
ma
non
avremo
numeri
molto
lontani
da
questo
calcolo.
ALTEZZA
MASSIMA
DEGLI
EDIFICI
vecchia
come
richiesta.
Una
gerarchia
dell
affidabilit
per
cui
gli
edifici
in
muratura
si
facevano
pi
bassi
degli
edifici
in
calcestruzzo
armato,
e
quest
ultimo
pi
basso
di
un
edificio
in
acciaio.
Oggi
c
l
idea
che
gli
edifici,
se
calcolati,
possono
essere
alto
quanto
vuole:
il
modello
di
calcolo
a
fornire
il
limite
di
altezza,
non
la
norma.
Quando
viene
un
terremoto
importante
in
un
comune
storico
con
le
strade
strette:
pu
avvenire
il
crollo
degli
edifici
con
il
blocco
dell
accessibilit
in
strade
strategiche.
I
comuni
dovrebbe
ero
preparare
un
piano
del
rischio,
dividendo
le
strade
che
dovrebbero
essere
tenute
aperte
con
sicurezza
dopo
un
terremot,
abbattendo
degli
edifici
o
facendoli
costruire
pi
arretrati.
Nessun
comune
ha
prodotto
questi
piani,
anche
se
previsti
dalla
legge.
In
particolare
in
zona
1,
si
a
lungo
predicato
di
non
fare
edifici
pi
alti
di
due
piani.
Esempio
Messina:
prima
del
terremoto
aveva
in
riva
al
mare
la
famosa
palazzata
di
7
piani.
Oggi
superati
i
palazzi
dopo
la
prima
linea,
trovi
palazzi
molto
pi
bassi,
con
la
prescrizione
di
edifici
non
pi
alti
di
due
piani,
per
produrre
edifici
meno
vulnerabili
dal
terremoto.
Anche
questa
superata:
se
i
modelli
prodotti
in
maniera
accurata,
al
massimo
fanno
errori
del
20%
sulle
sollecitazioni.
Per
cui
pensiamo
che
il
modello
sia
un
fedele
predittore
nella
previsione
delle
sollecitazioni:
lo
dice
esplicitamente
EC0.
Quindi
rientra
anche
questa
in
una
accortezza
del
passato
che
oggi
sostanzialmente
non
servono
pi.
RAPPORTO
ALTEZZA
MASSIMA-LARGHEZZA
STRADALE
23
Maggio
2012
lezione
IXL
LEZ
N
34
NTC
2008
ing.
Franco
Braga
ELEMENTI
SECONDARI
Pensiamo
alle
travi
a
spessore:
spesso
inessenziali
al
terremoto
nel
modo
di
funzionare
perch
poca
rigidezza,
quindi
collaborano
poco
a
fare
in
modo
che
quel
telaio
sia
antisismico,
per
cui
possiamo
decidere
che
siano
elementi
secondari.
Per
cui
le
si
toglie
nel
modello
antisismico,
pensandole
cernerietate
agli
estremi
quando
struttura
soggetta
alle
azioni
sismiche
e
si
pensano
presenti
solo
ai
carichi
verticali:
resistenti
solo
ai
carichi
verticali.
Valutazione
cautelativa
perch
eliminare
quelle
travi
faranno
s
che
i
pilastri
e
pareti
saranno
un
po
pi
sollecitati
.
Ci
semplificano
la
vita
perch
difficile
renderle
duttili,
per
cui
pu
essere
preferibili
non
contare
su
di
loro.
Ci
aspettiamo
che
comunque
non
si
stacci
dalla
struttura
principale:
che
segua
le
deformazioni
senza
rompersi,
non
partecipa
alla
resistenza
ma
segue
le
deformazioni
della
struttura
che
resiste
al
sisma.
In
ogni
caso
non
possiamo
eliminare
degli
elementi
che
ci
fanno
divenire
la
struttura
da
regolare
a
irregolare(coefficiente
di
struttura
maggiore)
n
possiamo
far
variare
la
rigidezza
della
struttura
del
pi
del
15%,
cio
pu
diventare
pi
deformabile,
ma
non
possiamo
eliminare
elementi
in
modo
che
diventi
irregolare.
ELEMENTI
NON
STRUTTURALI
Ci
interessano
elementi
non
strutturali
che
abbiano
uno
spessore
significativo:
pi
spessi
di
10
cm,
che
possono
avere
effetti
importanti
perch,
soprattutto
privi
di
porte
e
finestre,
sono
molto
rigidi,
magari
non
molto
resistenti
,
ma
rigidi.
Noi
abbiamo
considerato
il
nostro
telaio
nudo,
cio
privo
di
elementi
secondari,
e
ne
abbiamo
valutato
il
comportamento.
Se
noi
abbiamo
degli
elementi
secondari
che
hanno
una
rigidezza
tale
da
opporsi
agli
spostamenti
che
troviamo,
chiaro
che
la
dinamica
del
modello
pu
cambiare
significativamente
per
la
presenza
degli
elementi
non
secondari
e
le
sollecitazioni
possono
cambiare
significativamente.
Per
cui
sarebbe
opportuno
realizzare
due
elementi
di
calcolo
con
e
senza
gli
elementi
non
strutturali,
e
scegliere
per
ogni
elemento
strutturale,
scegliere
la
condizione
peggiore
dei
due
modelli.
Esempio
per
evitare
che
una
tamponatura
troppo
rigida,
pensa
al
tufo,
possa
tagliare
il
pilastro:
mentre
il
pilastro
tende
a
spostarsi
in
orizzontale,
la
parete
tende
a
restare
verticale
e
se
sufficiente
rigido,
taglia
il
pilastro
come
un
coltello.
Non
inconsueto
vedere
edifici
che
non
sono
crollati
ma
che
hanno
pilastri
spostati
verso
lesterno.
Perch
ha
cercato
di
spostarsi
verso
linterno,
ma
la
parete
glielo
ha
impedito,
ma
nel
movimento
opposto
l
ha
tagliato
all
attacco
all
attacco
con
la
trave
superiore.
Per
cui
rimane
che
le
pareti
reggono
l
edificio
e
i
pilastri
tagliati.
Quindi
la
presa
in
conto
degli
elementi
non
strutturali
operazione
da
farsi.
Per
cui
bisogna
parlare
di
regolarit
in
pianta
e
in
altezza.
Possono
ricevere
il
terremoto
anche
ortogonale
al
piano
medio.
Se
parallelamente
al
piano
medio,
stanno
lavorando
a
taglio
e
sono
molto
rigide,
mentre
se
lo
ricevano
ortogonalmente
al
piano
medio,
cambia
il
modo
di
funzionare:
stanno
lavorando
a
flessione
sostanzialmente
e
sono
molto
meno
rigide
e
resistenti.
La
normativa
si
preoccupa
di
questo,
per
ci
d
una
definizione
delle
forze
da
considerare
per
valutare
l
azione
sismica
fuori
dal
piano
di
tamponatura,
per
vedere
la
sollecitazione
a
cui
soggetta
sotto
azione
sismica.
Formula
semplice:
peso
della
tamponatura,
il
fattore
di
struttura
del
pannello:
a
parte
dalla
struttura,
dipende
dalle
caratteristiche
del
pannello,
un
S
che
dipende
dalle
caratteristiche
del
pannello
stesso
e
che
gi
di
suo
espresso
in
g.
E
un
numero
che
moltiplicata
per
il
peso
mi
dice
la
spinta
orizzontale.
FATTORI
DI
STRUTTURA
DEI
DIVERSI
PANNELLI:
Scoperte
sensazionali:
i
pannelli
pubblicitari
hanno
qa=1,
ovvero
sono
elementi
che
si
rompono
fragili,
non
dissipano
nulla.
Nota:
se
voleste
assicurarvi
che
anche
i
mobili
non
vi
cascano
addosso,
dovresti
valutare
quanto
pesano
e
agganciarlo
alla
parete
e
considerare
un
qa=2
per
vedere
se
ce
la
fa.
FONDAZIONE:
Vogliamo
che
rimanga
elastica:
tra
tutti
gli
elementi
che
costituiscono
l
edificio,
la
consideriamo
la
pi
fragile
di
tutti
pensando
alla
gerarchia
delle
resistente.
La
pi
fragile
tanto
che
la
consideriamo
elastica.
La
dobbiamo
fare
la
pi
resistente
di
tutti
quindi.
Quanto
resistente?
La
dimensioniamo
in
base
alla
resistente
degli
elementi
che
spiccano
dalla
fondazione
o
in
alternativa
in
base
alla
risposta
elastica
delledificio
sovrastante.
Se
ledificio
sovrastante
lo
calcoliamo
attribuendogli
un
fattore
di
struttura
q,
la
fondazione
la
dimensioniamo
pensando
che
la
struttura
sopra
abbia
un
q=1
oppure
la
dimensioniamo
con
la
resistenza
degli
elementi
che
spiccano
dalla
fondazione,
indipendentemente
dalle
sollecitazioni
trasmesse.
Questa
cosa
ci
interessa
soprattutto
nel
caso
di
taglio
e
pressoflessione,
come
avviene
abitualmente
nei
pilastri
in
fondazione
che
trasmettono
forze
orizzontali,
sforzo
assiale
e
momento
flettente.
Attenzione
che
queste
azioni
non
debbano
risultare
maggiori
di
quelle
trasferite
dagli
elementi
sovrastanti
amplificate
con
i
fattori
di
sovra
resistenza
e
comunque
non
maggiori
di
quelle
corrispondenti
ad
un
analisi
elastica
con
fattore
di
struttura
q=1.
Questo
perch?
Se
pareti
o
pilastri
grandi:
possiamo
avere
che
non
si
plasticizzano.
Tendiamo
ad
usare
fattore
di
struttura
in
maniera
superficiale.
Pensiamo
ad
un
edificio
con
pareti,
q=3.
Prendo
le
azioni
sismiche,
spettro
elastico,
lo
divido
per
q=3
:
spettro
di
progetto,
dimensiono
la
struttura
in
questo
modo.
Non
chiudo
il
cerchio,
ovvero
quale
sia
la
resistenza
di
quella
paretona:
se
trovo
che
largamente
superiore
alla
resistenza
richiesta,
non
decido
immediatamente
dopo
che
le
fondazioni
vanno
dimensionate
non
alla
azione
corrispondente
a
q=3
ma
alla
resistenza
della
paretona.
La
norma
mi
impone
armatura
minima
per
le
sezioni
in
cls:
se
la
parete
particolarmente
massiccia,
la
sua
resistenza
largamente
superiore
a
quella
richiesta
dal
fattore
di
struttura
q=3.
Non
che
bello,
che
bello!
perch
vuol
dire
che
q=3
non
viene
mai
raggiunto!
Non
si
plasticizza!!
Al
massimo
arriva
q=1.
Se
per
armatura
minima
largamente
resistente.
Per
tutta
l
altezza
dell
edificio
si
prender
q=1,
elementi
portanti
non
si
elasticizzano
per
una
prescrizione
architettonica
magari
(piacciono
le
paretone
agli
architetti).
Ma
cos
rischi
di
sbagliare
le
fondazioni,
pensando
invece
che
bello
di
avere
tutta
questa
resistenza:
colosso
con
piedi
ad
argilla.
Dimensioniamo
con
sollecitazioni
q=3
le
fondazioni,
quando
invece
sollecitazioni
q=1
perch
la
resistenza
largamente
superiore.
Quando
usiamo
un
fattore
di
struttura,
non
possiamo
avere
troppa
resistenza
in
pi
perch
non
maggiore
sicurezza.
O
sfruttiamo
la
duttilit
oppure
abbiamo
sollecitazioni
maggiori
di
quelle
che
pensi
ci
saranno.
Grande
attenzione
elementi
dimensionati
ad
estetica
che
a
resistenza.
I
primi
a
rimetterci
sono
le
strutture
di
fondazione.
Non
ci
servono
a
particolari
da
duttilit
se
pensiamo
che
non
si
debbano
plasticizzare.
Prescrizioni
su
armature
richieste.
ATTENZIONE
INTERAZIONI
TERRENO
STRUTTURA:
non
facile
in
termini
analitici.
Il
terreno
p
come
un
budino
al
sisma,
e
ci
abbiamo
messo
degli
stecchini.Chiediamoci
se
pi
resistente
il
budino
o
lo
stecchino?
Se
pi
resistente
lo
stecchino,
quando
il
budino
inizia
a
fare
il
budino,
lo
stecchino
lo
taglia
come
un
filo
d
acciaio:
il
palo
taglia
il
terreno
e
si
apre
un
buco
intorno
al
palo!
In
quel
caso
non
c
interazione
cinematica:
se
il
palo
portava
carichi
verticali
per
attrito,
l
attrito
molto
ridotto
dopo
il
terremoto,
quindi
rischio
di
cedimenti
verticali.
Se
il
palo
deformabile:
per
cui
quando
il
budino
si
muove,
lo
stecchino
si
muove,
ho
un
interazione
cinematica.
Il
palo
si
preso
delle
sollecitazioni
che
si
legano
a
deformazioni
del
terreno.
Deformazioni
tanto
forti
che
rischiano
di
romperlo.
Succede
quando
ho
un
terreno
stratificato,
e
ad
esempio
ho
una
superficie
di
contatto
tra
terreno
deformabile
e
terreno
pi
rigido:
l
facile
che
il
palo
si
rompa
perch
i
movimenti
tra
parte
superiore
e
parte
inferiore,
i
movimenti
sono
diversi
e
il
terreno
costringe
il
palo
a
seguirlo.
E
pi
rigido
e
gli
impone
di
seguirlo.
Interazioni
inerziali:
ossia
che
conto
va
tenuto
la
massa
del
terreno
sulle
sollecitazioni
del
palo.
E
da
evitarsi
l
inclinazione
pali:
direzione
terremoto
per
cui
un
inclinazione
favorevole
e
una
sfavorevole,
per
cui
in
una
direzione
il
palo
spinto
e
in
una
direzione
tirato.
E
da
evitare
formazione
di
cerniere
plastiche
nei
pali
di
fondazione.
Se
non
si
possono
escludere
la
formazione,
tali
sezioni
devono
essere
progettate
per
avere
un
comportamento
duttile
e
opportunamente
confinate.
Ad
esempio
nel
caso
di
un
terreno
stratificato:
armate
meglio
i
pali
e
staffatelo
perch
rischio
plasticizzazione.
COLLEGAMENTI
ORIZZONTALI
TRA
FONDAZIONI
Terreno
pu
avere
spostamenti
relativi
da
punto
a
punto,
ma
noi
tendiamo
ad
evitarli.
Per
cui
colleghiamo
le
fondazioni
dei
diversi
pilastri
con
tiranti
e
puntoni
attraverso
cordoli
di
collegamento.
Se
abbiamo
distanze
troppo
forti,
allora
tendiamo
conto
nel
calcolo
della
struttura
i
possibili
spostamenti
relativi
e
le
sollecitazioni
che
nascono.
Pensa
ad
un
capannone
industriale:
diventa
impossibile
mettere
i
cordoli
di
collegamento.
Abbiamo
le
regole
per
i
ponti
che
si
adattano
a
qualsiasi
costruzione:
possiamo
valutare
lavanzamento
dell
onda.
Quanto
valgono
queste
azioni
assiali
nei
cordoli?
Non
sono
piccoli,
le
valutiamo
rispetto
agli
sforzi
assiali
pilastri.
Con
valori
dipendenti
dal
tipo
di
terreno:
tanto
pi
deformabile,
tanto
pi
questi
spostamenti
relativi
tra
i
piedi
dei
pilastri
sono
grandi.
Sforzi
importanti
con
doppio
segno:
trazione-compressione.
RIGIDEZZA
DEGLI
ELEMENTI
STRUTTURALI
Importante:
se
riduciamo
la
rigidezza,
di
conseguenza
cambia
la
risposta
della
struttura
e
la
risposta
della
struttura
o
rimane
identica
o
probabilmente
si
riduce
(se
siamo
oltre
Tc).
Il
fatto
che
si
leghi
la
rigidezza
a
livello
di
sollecitazione,
porta
che
se
occorre
verificare
la
struttura
per
SLE
o
SLU,
occorre
usare
modelli
diversi,
o
valori
dei
moduli
di
elasticit
diversi.
Dobbiamo
riferirci
ad
una
struttura
pi
rigida
per
gli
SLE
perch
struttura
meno
danneggiata,
e
ci
riferiamo
ad
una
struttura
meno
rigida
per
gli
SLU
perch
la
struttura
pi
danneggiata.
I
coefficienti
che
leggiamo
qui
(0,5-0,4):
il
periodo
inversamente
proporzionale
alla
radice
quadrata
della
rigidezza,
per
cui
se
moltiplichiamo
il
periodo
per
0,5
E
diventa
1,41
volte
(cresce
di
radice
di
due).
Non
piccolo
come
dato
spostandosi
lungo
lo
spettro:
facile
che
la
risposta
si
riduca
del
25-30%
per
questa
variazione
del
periodo.
Per
cui
SLE:
sezione
interamente
reagente
o
al
limite
della
fessurazione,
mentre
SLU
sezione
danneggiata,
fessurata
con
valori
di
modulo
elastici
pi
piccoli.
Regola
allintera
struttura
e
estendiamo
all
intera
membratura
Controlli
sulla
singola
membratura:
MEMBER
RESPONSE
di
RESPONCE
2000.
Pilastro
o
trave,
per
controllare
che
la
rigidezza
della
trave
e
pilastro
rispettano
questi
numeri.
Si
vedr
che
sono
pi
azzeccati
di
quanto
si
potrebbe
pensare
a
prima
vista.
Per
valutarla
dobbiamo
integrare
lungo
lintera
membratura
il
diagramma
delle
curvature.
Al
variare
dei
momenti
lungo
la
membratura
e
quindi
delle
fessurazioni,
non
facile
leggere
un
valore
unitario
da
attribuire
alla
rigidezza.
Controllo
con
Responce
2000
degli
elementi
e
della
loro
effettiva
rigidezza:
come
verifica
dei
coefficienti
proposti
dalla
tabella
FEMA
che
sono
coefficienti
di
progetto.
L
hai
una
variazione
della
rigidezza
al
variare
del
carico:
tangente.
Il
comportamento
della
sezione:
fessurazione,
con
tre
tangenti
per
quando
la
sezione
interamente
reagente,
quando
fessurata
e
quando
le
armature
agli
incastri
iniziano
a
elasticizzarsi.
Infatti
diagramma
trilineare
con
cui
dimensioniamo
il
cls
armato,
non
c
solo
un
diagramma
mono
lineare,
tutto
elastico.
Tre
cambi
di
stato
importanti:
interamente
reagente
fessurato,
fessurato,
snervato.
Tutto
questo
calcolato
a
mano
sarebbe
una
follia,
per
cui
si
calcola
rapidamente.
Si
acquista
sensibilit
che
se
mettiamo
armatura
compressione,
cambia
tutto.
Sensibilit
di
progettazione
in
resistenza
e
in
duttilit,
non
solo
resistenza
di
una
sezione
pensata
interamente
elastica,
ma
una
sezione
elasto-plastica:
cls
non
lineare,
sezione
fessurata
con
armature
plasticizzate.
Per
cui
questa
apparente
efficace
similitudine
della
energia
dissipata
nel
moto
viscoso
e
isteretico,
in
termini
di
quantit
di
energia
dissipata
a
stessa
cosa,
in
termini
di
legge
del
moto
ben
diverso.
Distinguiamo
la
dissipazione
di
energia
del
cls
armato
che
isteretica,
il
grosso
legato
al
danneggiamento
struttura,
che
si
lega
agli
spostamenti
della
struttura,
rispetto
ai
modelli
che
ne
faccio
che
invece
descrivono
anche
a
livello
di
norme,
che
posso
sostituire
il
termine
smorzamento
viscoso
sullo
spettro
elastico,
con
1/q
sullo
spettro
di
progetto.
Non
detta
questa
eguaglianza
tra
viscoso
e
isteretico
sia
vera:
facilmente
significativi
errori
di
previsione
sugli
spostamenti
e
le
velocit.
Il
nostro
automatico
passaggio
tra
l
isteresi
e
la
viscosit.
In
un
caso
dissipo
in
proporzione
alla
velocit
e
in
un
caso
alla
proporzione
dello
spostamento,
in
particolare
spostamento
plastico
(danneggiamento
sezione).
Le
variazioni
sono
piccole
nel
nostro
corso,
per
cui
le
trascuriamo.
Ma
non
ad
esempio
per
un
garage
interrato
un
edificio
alto
fondato
su
terreni
deformabili!
Per
cui
bisogna
tenere
conto
rigidezza
e
smorzamento
rispetto
alla
deformazione
terreno.
Molle
e
smorzatori
dipendono
dal
entit
dell
azione
che
passa:
comportamento
fortemente
non
lineare!
Fondazione
se
mista,
come
in
generale
,
siccome
il
plinto
non
trasmette
il
suo
taglio
a
terra
solo
attraverso
i
pali
ma
anche
attraverso
la
superficie
di
contatto
con
il
terreno,
la
modellazione
deve
diventare
ancora
pi
accurata
valutando
lattrito
tra
plinto
e
terreno.
Le
nostre
ipotesi,
nel
caso
di
fondazione
di
pali:
taglio
tutto
su
pali.
Troveremo
poi
che
i
tagli
sono
importanti,
che
condizionano
la
dimensione
del
palo
e
la
sua
armatura,
per
cui
verr
la
voglia
di
ridurre
l
armatura,
trasferendo
taglio
per
attrito.
Se
trascuriamo
anche
lattrito
e
l
interazione
la
consideriamo
poco
significativa:
calcolo
pesante
per
la
struttura.
Cio
i
risultati
saranno
pensati
per
la
struttura,
perch
sopravaluteremo
certe
sollecitazioni
sulla
struttura.
Modello
difficile,
calcolo
leggero
per
certe
sollecitazioni
sulla
struttura
che
si
ridurranno;
per
questo,
in
generale,
la
spinta
a
migliorare
il
modello
una
spinta
continua
per
la
ricerca
dell
economia:un
oggetto
che
funziona
bene
con
il
minimo
modello
possibile.
ECCENTRICITA
ACCIDENTALE
Si
vuole
levare
il
discorso
dell
eccentricit
accidentale
presente
nell
eurocodice
vuole
tenere
conto
due
cose:
1) Variabilit
spaziale
del
moto
sismico
che
c
sempre
ma
la
trascuro
nelledificio
perch
lanalisi
modale
ipotizza
che
la
base
delledificio
si
muova
rigidamente.
E
a
favore
di
sicurezza
questa
ipotesi
a
livello
globale,
perch
pensare
che
ledificio
si
muova
tutto
assieme
anzich
pensare
che
lazione
sismica
avanzi,
entrando
nelledificio.
Costante
sulledificio
per
tutto
ledificio.
Ipotesi
di
analisi
modale
a
favore
di
sicurezza.
Localmente
pu
non
esserlo:
diversa
per
lelemento
di
collegamento.
Eccentricit
modifica
i
fatti
globali,
non
locali.
Non
mi
porta
ad
una
situazione
pi
aderente
alla
realt.
Quindi
si
sta
cercando
di
elimarlo.
2) Eventualit
incertezze
nelle
localizzazione
delle
masse
LEZ
N
35
NTC
2008
ing.
Franco
Braga
7.3
METODI
DI
ANALISI
E
CRITERI
DI
VERIFICA
a) ANALISI
LINEARE
PER
SISTEMI
NON
DISSIPATIVI
q=1.
Lo
utilizziamo
per
gli
SLE,
caso
in
cui
il
modello
aderente
alla
realt.
Notate
che
molto
aderente
alla
realt:
se
correttamente
realizzati,
EC,
stima
che
sbagliano
del
20%.
E
un
numero
piccolo.
Possiamo
usare
un
modello
lineare
per
fenomeni
lineari
e
credere
nella
resistenza
delle
membrature
per
quei
collegamenti.
Crederci
ad
un
livello
tale
che
se
siamo
costretti
a
spingere
le
sollecitazioni,
troviamo
il
formarsi
delle
lesioni,
molto
simile
alle
previsioni
di
calcolo.
Non
c
richiesta
di
duttilit.
In
realt
si
richiede
alle
strutture
di
essere
robuste:
condizioni
di
carico
improvvise,
senza
danni
particolari,
per
cui
la
duttilit,
che
dal
modello
non
sarebbe
giustificata,
sarebbe
richiesta
dall
uso.
Duttilit
da
struttura,
pi
che
da
modello
lineare
elastico,
pi
che
da
robustezza.
Duttilit
minima
a
prescindere
dal
terremoto
b) ANALISI
LINEARE
PER
SISTEMI
DISSIPATIVI
q>1
modello
lineare
chiedendo
che
la
struttura
sopporti
azioni
pi
intense
di
quelle
che
la
nostra
resistenza
permetti.
Vogliamo
supplire
alla
resistenza
insufficiente
con
la
duttilit,
ridistribuendo
grazie
alla
plasticit
la
domanda,
la
struttura
rimanga
in
piedi.
La
gerarchia
delle
resistenze,
o
meglio
il
capacity
design
(capacit
in
duttilit
per
supplire
alla
capacit
in
resistenza).
Per
distribuirla
opportunamente:
gerarchia
delle
resistenza.
CAPACITA
IN
DUTTILITA
Per
supplire
alla
insufficiente
domanda
di
resistenza.
Attraverso
q
e
le
sue
regole:
q0=
Valore
massimo
del
fattore
di
struttura.
Quanto
vogliamo
sfruttare
la
duttilit.
E
chiaro
che
se
io
voglio
produrre
una
capacit
in
resistenza
bassa,
attraverso
una
capacit
in
duttilit
abbondante,
la
capacit
in
duttilit
dipende
da
quanto
scarso
la
capacit
in
resistenza.
Poca
resistenza
tanta
duttilit
e
viceversa.
Devono
essere
equilibrati,
non
sono
indipendenti.
Ma
si
manifesta
in
maniera
diversa
a
seconda
di
come
progettata
la
mia
struttura.
Si
plasticizza
molto
gradualmente?allora
plasticizzazione
si
manifesteranno
in
maniera
continua.
:
u
/ 1
piuttosto
grande,
vale
uno
non
c
sovra
resistenza.
NON
LINEARITA
GEOMETRICHE
Da
sempre
valutiamo
le
sollecitazioni
nello
stato
in
deformato.
Ma
se
sto
spingendo
con
delle
forze
oritzzonatlai,
per
cui
il
telaio
si
sposta
in
un
senso
e
in
un
altro,
ha
senso
considerare
la
struttura
in
maniera
in
deformata?
Confrontiamo
il
momento
flessionale
del
pilastri,
dovuto
agli
spostamenti
orizzontali
dovuto
a
carichi
verticali
(P
carichi
sul
generico
pilastri,
dr
spostamento
nodo
superiore
rispetto
al
nodo
inferiore)
e
il
taglio
per
altezza
del
piastro.
Senn
momenti
flettenti
che
crescono
per
questo
effetto
del
30%
e
oltre.
c) ANALISI
NON
LINEARE
si
usa
per
sistemi
dissipativi
e
tiene
conto
delle
non
linearit
geometriche
e
di
materiale.
Le
prime
possono
essere
trascurate
come
visto
primo.
Matrice
ideale
in
cui
colonne
lineare
non
lineare
e
le
righe
statiche
dinamiche,
da
cui
quattro
alternative.
ANALISI
DINAMICA
LINEARE:
analisi
modale
con
spettro
di
risposta
- equilibrio
trattato
dinamicamente,
- la
struttura
lineare
- lazione
sismica
trattata
rispetto
ad
uno
spettro
di
progetto.
In
alternativa
si
pu
adottare
unintegrazione
del
sisma
al
passo,
utilizzando
accelero
grammi
per
modellare
il
sisma,
ma
struttura
non
dissipativa.
ANALISI
STATICA
LINEARE
Se
modi
superiori
non
sono
troppo
importanti
nella
risposta
sismica,
esempio
un
telaio
con
pochi
piani.
-equilibrio
trattato
staticamente
-
analisi
della
struttura
lineare
-
lazione
sismica
modellata
attraverso
lo
spettro
Per
leggere
meglio
i
fenomeni,
analisi
non
lineari
ma
solo
per
sistemi
dissipativi:
dovremmo
seguire
il
comportamento
della
struttura
isteretico
e
viscoso
in
maniera
puntuale.
ANALISI
STATICA
NON
LINEARE
PUSHOVER
-azione
sismica
attraverso
forze
statiche
fatte
crescere
monotonamente
ANALISI
DINAMICA
NON
LINEARE
E
abbastanza
complicata
per
cui,
per
ora
si
pensa
ad
una
modellazione
statica
quasi
si
parla
di
analisi
non
lineare.
Anche
in
questo
caso
fissiamo
noi
X,Y
che
sono
anche
in
questo
caso
gli
assi
principali
dei
pilastri
della
struttura.
Man
mano
facciamo
crescere
il
sistema
di
forze:
mentre
l
azione
cresce,
la
struttura
si
plasticizza,
modificando
quindi
il
suo
comportamento.
Si
pu
fare
con
il
SAP
indicando
le
zone
che
si
plasiticizzeranno
attribuendo
diagrammi
momento
rotazione
in
queste
zone.
Stiamo
andando
a
caccia
del
collasso:
situazione
per
la
quale
ulteriori
incrementi
di
forze
non
sono
pi
equilibrate
dalla
struttura.
Richiediamo
per
questa
analisi
pushover,
come
per
l
analisi
lineare
statica
chiedevamo
che
fosse
significativo
il
primo
modo,
che
al
sistema
strutturale
reale
venga
associato
un
sistema
strutturale
equivalente
ad
un
grado
di
libert.
Non
lo
fa
il
SAP:
rappresenta
il
comportamento
della
struttura
al
crescere
di
carichi
orizzontali
applicati.
In
quella
maniera
ci
riferiamo
ad
uno
spettro
di
risposta
che
sempre
lo
stesso,
ossia
la
forza
che
va
crescendo
in
maniera
monotona
fino
ad
un
valore
massimo
che
la
struttura
non
riesce
pi
ad
equilibrare
(collassa),
questa
forza
la
facciamo
crescere
con
riferimento
ad
un
preciso
spettro,uno
solo,
senza
tenere
conto,
quindi,
che
al
plasticizzarsi
della
struttura,
varia
la
risposta
spettrale.
Per
cui
il
SAP
ci
fa
veder
in
che
modo
la
struttura
crolla,
dove
si
formano
le
cerniere
plastiche,
ma
non
ci
consente
di
vedere
come
varia
la
risposta
della
struttura
al
variare
della
risposta
spettrale.
Non
ci
fa
variare
la
risposta
spettrale.
Per
questo
ci
viene
richiesto
di
individuare
oscillatore
ad
un
grado
di
libert.
Non
sempre
possibile
unanalisi
lineare
dinamica:
operativamente
possibile
ma
complicata
da
interpretare.
Diventa
accessibile
quando
costruzioni
con
isolamento
alla
base!
Perch
la
costruzione
rimane
lineare
elastica
mentre
solo
per
il
collegamento
a
terra
si
da
l
analisi
non
lineare
e
valutazione
si
fa
applicando
accelero
grammi
al
piede.
Le
analisi
sono
a
livello
globale,
mentre
criteri
di
verifica
delle
sezioni
non
lineari.
Ossia
le
non
linearit
sono
sia
globali
che
locali:
sollecitazioni
con
modelli
lineari
o
non
lineari
e
le
verifiche
con
modelli
locali
non
lineari.
Capacit
delle
sezioni
con
modello
non
lineare.
Per
questo
incrocio
tra
metodi
di
analisi
e
criteri
di
verifica:
per
i
metodi
di
analisi,
quali
sono
i
criteri
di
verifica.
Per
questo
sia
in
termini
di
resistenza
che
duttilit
la
verifica,
perch
adottiamo
modelli
non
lineari.
SLU:
A
seconda
degli
stati
limite:
resistenza
del
danno,
contenimento
del
danno,
mantenimento
della
funzionalit.
SLO
si
riferisce
a
questultimo
mentre,
SLD
al
contenimento
del
danno.
25
Maggio
2012
lezione
XL
LEZ
N
36
NTC
2008
ing.
Franco
Braga
7.3.
CRITERI
DI
PROGETTAZIONE
7.3.4.1.
Analisi
non
lineare
statica
Come
si
riduce
la
risposta
al
crescere
della
plasticizzazione.
Stiamo
facendo
riferimento
ad
una
precisa
distribuzione
di
carichi,
ad
una
precisa
struttura
assimilabile
ad
un
oscillatore
ad
un
grado
di
libert,
tanto
che
abbiamo
richiesto
che
la
massa
sia
eccitata
almeno
al
75%
nel
primo
modo
di
vibrare,
quindi
il
primo
modo
di
vibrare
che
descrive
la
costruzione
ai
fini
del
pushover,
ai
fini
dell
analisi
non
lineare
.
Possiamo
scegliere
nella
curva
di
push-over
un
punto
che
riteniamo
essere
il
massimo,
e
tracciamo
la
curva
di
capacit.
Ci
aspettiamo
di
avere
la
curva
di
capacit
che
approssimeremo
con
la
curva
sottile.
Mentre
quella
reale
quella
con
tratto
pi
scuro.
A
sinistra
l
oscillatore
elementare
equivalente.
Fattore
di
partecipazione:
ci
raccontiamo
che
si
almeno
0,75.
Alla
curva
di
capacit
del
sistema
equivalente,
si
sostituisce
una
curva
bilineare,
qui
di
seguito
i
passaggi.
Come
individuiamo
il
comportamento
lineare
nel
suo
passaggio
al
tratto
plastico
perfettamente.
Incrocio
curva
con
la
linea:
la
lineare
la
conduco
per
0,6
della
resistenza
massima
del
sistema
strutturale
reale.
La
seconda
in
modo
che
abbia
la
stessa
area
sottesa
dalla
curva
bilineare
e
dalla
curva
a
tratto
orizzontale:
bilancio
energetico,
per
cui
non
fornisco
e
non
rubo
energia
al
sistema.
F*y
lo
individuiamo
attraverso
lo
spostamento
massimo,
chiedendo
che
la
riduzione
della
resistenza
non
sia
inferiore
al
15%
della
resistenza
massima
Ricaviamo
un
periodo
elastico
del
sistema
bilineare
Il
sistema
elastico
corrispondente
al
segmento
passante
per
il
punto
0,6
F*bu
e
il
sistema-
elasto
plastico
hanno
lo
stesso
spostamento.
Se
T*
>Tc
lo
spostamento
sempre
lo
stesso.
La
domanda
di
spostamento
del
sistema
elasto
plastico
la
stessa
del
sistema
elastico
di
ugual
periodo.
Lo
abbiamo
visto
per
gli
spettri
tetra
logaritmici
Se
T*<Tc
(punto
di
passaggio
dello
spettro
di
risposta
a
spostamento
costante
a
velocit
costante)
grafico
a
destra.
Stiamo
su
uno
spostamento
anelastico
maggiore
di
quella
del
sistema
elastico.
Una
volta
trovata
la
domanda
di
spostamento
d*max,
si
verifica
che
lo
spostamento
massimo
sia
minore
uguale
di
du
e
verifica
compatibilit
spostamenti
per
gli
elementi-meccanismi
duttili
e
resistenze
elementi-meccanismi
fragili.
Controlliamo
domanda
-
capacit
in
termini
di
resistenza
per
gli
elementi
fragili
mentre
controlliamo
disuguaglianza
capacit
-
domanda
in
duttilit
per
gli
elementi
duttili.
NOTA
bene
costruirla
questa
curva,
anche
per
una
struttura
semplice
anche
sul
SAP.
Curva
di
capacit
utilizzando
un
programma
che
metta
cerniere
plastiche
sulla
struttura
e
forze
che
spingono
la
struttura
fino
a
farla
crollare.
Anche
telaio
un
piano,
una
campata,
anche
piano:
4
cerniere
richiede.
Per
cui
si
possono
avere
4
plasticizzazioni
prima
che
la
rigidezza
per
carichi
orizzontali
sia
nulla.
Mettiamo
noi
cerniere
nei
punti
che
riteniamo
ragionevoli,
pi
di
quattro
diamo
la
possibilit
di
formarli,
sar
i
programma
a
decider
quali
si
attivano.
Facendo
crescere
le
forze
siamo
in
grado
di
costruire
la
curva
di
capacit.
Disegnata,
siamo
in
grado
di
linearizzare
la
curva
con
i
criteri
visti
in
precedenza.
Quando
bilinearizzato,
possiamo
valutare
se
lo
spostamento
massimo
raggiunto
quello
da
aspettarsi,
a
seconda
del
periodo.
Controllo
sulla
duttilit,
per
decidere
se
ha
una
duttilit
dinsieme
sufficiente
o
no.
Perch
se
invece
usi
unanalisi
lineare
con
i
dettagli
costruttivi
da
norma
e
la
gerarchia
delle
resistenze,
la
duttilit
dinsieme
gi
automaticamente
garantita.
Ma
se
vogliamo
controllare,
facciamo
questanalisi.
Essendo
unanalisi
consideriamo
due
segni
dellazione.
Non
detto
che
la
curva
di
capacit
sia
identica
per
le
due
direzioni.
PER
UN
ANALISI
NON
LINEARE
STATICA
HA
IMPORTANZA
IL
SEGNO:
ad
esempio
un
pilastro
di
un
telaio
piano
ad
una
sola
campata,
caricato
meno
assialmente
per
cui
quando
spingo
il
telaio,
pu
andare
in
trazione
e
rompersi
per
trazione;
cambiando
il
segno
va
in
compressione,
e
siccome
l
altro
era
pi
fortemente
caricato
in
compressione,
il
collasso
sopraviene
pi
tardi.
E
utile
per
capire
se
la
duttilit
sufficiente:
fare
questanalisi
prima
su
esempi
facili
e
poi
sulla
tua
struttura
7.3.4.2.
Analisi
non
lineare
dinamica
E
di
difficile
comprensione
nei
suoi
risultati.
E
sempre
da
confrontare
con
unanalisi
modale
con
spettro
di
risposta
per
capire
le
differenze.
Ad
esempio
per
una
struttura
la
cui
rigidezza
tutta
legata
ad
una
parete
in
cls:
nell
analisi
modale
quella
parete
c
e
d
certe
risposte.
Mentre
nellanalisi
non
lineare
dinamica,
quella
parete
si
rompe
e
ci
d
delle
risposte
completamente
diverse,
perch
il
periodo
della
struttura
cresce
strepitosamente
per
cui
la
risposta
dinamica
con
forze
molto
basse
e
spostamenti
molto
pi
alti.
Analisi
modale:
potrebbe
raccontarci
che
conta
la
resistenza
di
zona,
mentre
analisi
dinamica
non
lineare
la
risposta
ci
direbbe
che
conta
la
capacit
d
assieme.
Per
cui
il
tipo
di
analisi
che
si
fa,
condiziona
molto
la
risposta
e
il
suo
significato.
Possibili
fenomeni
di
degrado
per
cicli
di
isteresi:
possono
peggiorare
da
ciclo
a
ciclo
i
cicli
di
isteresi.
L
ipotesi
che
ciclo
duecento
volte
e
non
cambia
nulla.
In
realt
un
ciclo
di
isteresi
quando
inverte
la
sollecitazione,
torna
ne
punto
di
deformazione
massima
a
cui
ero
arrivata
in
precedenza,
cio
la
rigidezza
cala
strepitosamente
ad
ogni
ciclo,
per
cui
l
ergo
che
sto
dissipando
ad
ogni
ciclo
pu
calare
strepitosamente.
Si
scende.
Per
cui
analisi
non
lineare
dinamica
richiede
il
degrado
per
deformazioni
cicliche.
Fenomeni
che
non
ci
accorgiamo
con
analisi
lineare.
Per
dire
che
bisogna
aprire
la
porta
della
non
linearit.
Spostamenti
crescono
in
maniera
forte,
come
nella
rappresentazione
della
resistenza
costante,
porta
ad
effetti
del
secondo
tipo
importanti:
spesso
la
costruzione
crolla
per
effetti
del
secondo
ordine.
7.3.5.
DIVERSE
COMPONENTI
DELL
AZIONE
SISMICA
E
VARIABILITA
SPAZIALE
DEL
MOTO
COMBINAZIONE
DIREZIONALE
Possono
non
essere
tenute
conto
nelle
analisi
non
lineari.
Finisci
per
non
capirci
nulla.
E
bene
non
incrociare
altre
cause
di
complicazione
nelle
analisi
non
lineari,
per
cui
non
tieni
conto
della
variabilit
spaziale
del
moto
e
delle
diverse
componenti.
VARIABILITA
SPAZIALE
DEL
MOTO
Accelero
grammi:
se
riuscite
a
mettere
assieme
i
7
gruppi
di
accelero
grammi,
prendiamo
i
valori
medi
senn
i
pi
sfavorevoli,
ma
mai
meno
di
3
gruppi
di
accelero
grammi.
SEGUONO
I
CRITERI
DI
VERIFICA
AGLI
SLU
E
SLE
(vedi
lezione
precedente)
Ci
semplifica
la
disposizione
armature
e
riduce
in
parte
l
armatura
sia
per
i
momenti
positivi
che
negativi,
perch
una
delle
prescrizioni
delle
duttilit
quella
di
avere
armatura
per
momento
positivo,
met
delle
armature
per
il
momento
negativo.
Per
cui
se
i
momenti
positivi
si
riducono,
si
riducono
le
armature
non
da
calcolo.
3)
possibilit
di
introdurre
modelli
non
lineari.
In
realt
li
usiamo
con
una
certa
cautela,
facciamo
ricorso
a
modelli
apparentemente
lineari
con
il
coefficiente
di
struttura
q.
Ma
dobbiamo
verificare
che
almeno
localmente
ciascuna
sezione
abbia
quelle
caratteristiche
di
duttilit
che
la
norma
richiede.
Controllo
progettuale
da
fare.
4)
Necessit
di
tenere
conto
della
deformabilit
della
struttura,
ovvero
considerare
le
sollecitazioni
non
riferendoci
alla
configurazione
non
deformata
ma
deformata.
Necessit
che
nasce
quando
il
coefficiente
di
sensibilit
degli
effetti
del
secondo
ordine
maggiore
del
10%
(coefficiente
).
Ha
al
numeratore
il
carico
verticale
per
spostamento
orizzontale
e
al
denominatore
taglio
sul
pilastro
per
altezza
di
interpiano.
DUTTILITA
DI
STRUTTURA
LA
GERARCHIA
DELLE
RESISTENZE,
che
andrebbe
pi
correttamente
chiamata
progettazione
della
capacit,
era
presente
anche
nelle
normative
precedenti,
in
particolare
dal
2003
con
l
ordinanza
.
Il
fine
a
cui
vorremmo
arrivare
di
produrre
n+1
cerniere
plastiche,
centinaia
zone
plastiche.
E
chiaro
che
un
obiettivo
cos
molto
ambizioso,
perch
non
facciamo
unanalisi
non
lineare,
ma
analisi
lineare
e
la
progettiamo
con
i
risultati
di
un
analisi
non
lineare.
Ecco
allora
la
necessit
di
un
metodo
di
progetto
che
miri
a
conseguire
una
struttura
di
questo
genere,
in
grado
di
produrre
centinaia
di
zone
di
plasticizzazione
prima
di
crollare.
E
un
metodo
di
progetto
del
quale
non
facciamo
verifica,
a
meno
che
non
usiamo
metodi
non
lineari.
Attraverso
il
modello
non
lineare
controlliamo
il
conseguimento
dellobiettivo,
senn
ipotesi
e
nessuna
oggettiva
evidenza:
capacity
design
un
metodo
di
progetto,
non
c
verifica
a
meno
che
non
si
fa
un
modello
non
lineare.
-
Elementi
duttili
comandano
il
comportamento
della
struttura
purch
elementi
fragili
siano
significativamente
pi
resistenti
di
quelli
duttili.
E
unidea
intelligente
purch
si
scelgano
accuratamente,
attraverso
ipotesi
progettuali
su
chi
duttile
e
su
chi
fragile,
gli
elementi
duttili
e
fragili.
-
Inoltre,
non
viene
chiarito
con
chiarezza,
deve
essere
una
struttura
caratterizzata
da
elementi
duttili
e
fragili
disposti
in
serie,
cio
collegate
tra
loro
attraverso
relazioni
di
equilibrio
e
non
di
congruenza,
come
invece
tipico
per
gli
elementi
in
parallelo.
Si
adatta
a
quegli
elementi
che
funzione
in
serie,
dei
quali
conosco
bene
le
sollecitazioni,
se
ho
dato
le
sollecitazioni
agli
elementi
con
loro
contatto.
Telai
hanno
questa
caratteristica
di
essere
in
serie,
siccome
assumiamo
che
gli
elementi
duttili
siano
le
travi
e
gli
elementi
fragili
siano
i
nodi
e
i
pilastri,
le
sollecitazioni
sui
nodi
e
sui
piastri
siano
note
se
conosciamo
le
resistenze
delle
travi.
Vogliamo
evitare
meccanismi
fragili
locali.
Ma
vogliamo
arrivare
al
crollo
completo
della
struttura
per
poter
definire
i
fattori
di
struttura
q,
perch
troppe
poche
cerniere
si
sono
formate
e
non
raggiungiamo
q
se
crolli
locali.
Ecco
il
quadro
dei
che
usiamo
a
seconda
della
classe
di
duttilit
e
della
sollecitazione
che
stiamo
considerando.
NOTA:
telaio
piano,
quindi
non
sto
considerando
che
ho
sia
Mx,
My
e
non
ho
un
solo
sforzo
assiale.
Con
chi
faccio
la
verifica?
al
crescere
dello
sforzo
assiale,
se
sto
al
di
sotto
della
rottura
bilanciata,
la
resistenza
dei
pilastri
cresce..qual
la
pressione
che
metto?Il
metodo
di
progettazione
capacit
ha
punti
deboli,
pensa
al
fatto
che
non
consideri
lo
sforzo
assiale
travi.
Per
cui
parecchi
punti
deboli
potenziali
tale
metodo.
Lo
usiamo
perch
non
abbiamo
ad
oggi
niente
di
meglio.
Ma
appena
saremo
padroni
modellazione
non
lineare,
useremo
quelle,
perch
rimane
un
metodo
di
progetto
da
verificare.
Lo
supponiamo
sicuro,
che
non
richieda
verifica,
ma
non
univocamente
determinato
come
metodo
di
progetto.
E
derivato
dalla
normativa
neozelandese,
poi
americana,
poi
europea
e
infine
italiana.
Il
passaparola
modifica
l
idea
iniziale:
essenziale
i
valori
assegnati
a
q,
variano
molto.
Parentela
sostanziale
solo
tra
normativa
europea
e
italiana.
Varia
ledificio,
le
verifiche
che
si
debbono
fare
e
varia
l
importanza
dei
meccanismi
duttili
rispetto
a
quelli
fragili.
Non
cos
garantita
la
robustezza
di
tale
metodo
di
progetto.
Telai
ci
preoccupa
la
formazione
del
piano
soffice:
pilastri
si
plasticizzano
all
attacco
solaio
superiore
e
inferiore,
ai
piedi
e
alla
testa:
perch
fa
s
che
l
edificio
in
corrispondenza
di
un
piano
scorra
orizzontalmente.
Siccome
pensiamo
che
gli
spostamenti
massimi
in
un
comportamento
elastico
ed
elasto-plastico
si
mantengano
costanti
(approccio
pi
semplice
in
una
duttilit
dinsieme)
se
tutta
la
plasticizzazione
si
verifica
su
un
piano,
le
richieste
di
duttilit
su
quel
piano
sono
molto
forti.
ECCESSO
DI
DOMANDA
IN
TERMINID
I
DEFORMAZIONE,
DI
DUTTILITA
RICHIESTA.
Per
questo
si
usa
il
termine
domanda
che
non
comprende
solo
sollecitazioni,
ma
anche
deformazioni
e
spostamenti.
Ci
si
occupa
invece
del
meccanismo
travi
forti-pilastri
deboli
spalma
meglio
la
duttilit
sulla
struttura.
Per
le
zone
duttili
ricaviamo
le
sollecitazioni
dal
modello,
per
le
zone
fragili,
ricaviamo
le
sollecitazioni
dalle
condizioni
di
equilibrio,
per
questo
necessario
il
comportamento
in
serie.
Cerniere
plastiche
perch
ua
volta
raggiunta
a
resistenza
viene
mantenuta
anche
allincirca
quando
la
sezione
si
plasticizza.
TAGLIO
TRAVE:
Per
evitare
che
si
inneschino
meccanismi
a
taglio.
Estraiamo
la
trave
e
si
applica
il
momento
resistente
a
flessione
della
trave,
all
estremo
A
e
all
estremo
B.
Due
possibilit
di
momenti,
perch
a
seconda
che
il
terremoto
venga
a
sinistra
o
destra
rispetto
al
telaio.
Come
se
fosse
semplicemente
appoggiata
la
trave,
ricaviamo
i
tagli
dovuti
ai
carichi
agenti
e
ci
sommiamo
i
tagli
dovuti
ai
momenti
resistenti
destremit,
maggiorati
di
un
opportuno
coefficiente
di
sovra
resistenza.
Ricaviamo
in
questo
modo
i
tagli
di
calcolo
e
armiamo
la
trave
con
le
opportune
armature.
Abbiamo
dimensionato
a
taglio
nella
peggiore
delle
situazioni
possibili,
per
cui
non
si
rompe
a
taglio.
MA
INCERTEZZE:
1)Ipotesi
per
che
gli
appoggi
rimangano
fermi
quando
il
telaio
si
muove,
e
quindi
gli
appoggi
di
quella
trave,
cosa
succede
in
quelle
travi
in
termini
di
tagli
e
trazioni
e
compressioni?
Il
metodo
di
progetto
non
ne
tiene
conto
2)
L
acciaio
con
cui
ho
fatto
i
calcoli
per
i
momenti
resistenti,
si
plasticizza
davvero
alla
tensione
nominale
di
snervamento
fyk?
Il
frattile
del
10%
inferiore
della
tensione
di
snervamento.
L
acciaio
vero,
quello
che
mettiamo
in
opera,
se
lo
proviamo,
troviamo
che
ha
una
tensione
significativamente
maggiore
della
tensione
nominale.
Per
cui
la
scelta
dei
la
fa
la
norma
ed
convenzionale.
All
interno
di
un
elemento
duttile
ci
sono
meccanismi
duttili
(plasticizzazione
sezioni
estremit
per
flessione)
e
fragili
(si
rompono
a
taglio
le
sezioni
di
estremit)
NOTA
il
termine
di
meccanismo
si
pu
intendere
per
l
intera
struttura
(piano
soffice)
o
per
la
singola
trave.
Attenzione
quindi
che
il
capacity
non
grossolano
di
quanto
sembri
a
prima
vista.
Per
cui
anche
nella
trave
si
possono
innescare
meccanismi
fragili.
FLESSIONE
PILASTRI
Elementi
fragili,
quindi
non
stiamo
esaminando
un
meccanismo
fragile
all
interno
di
un
elemento
duttile,
come
prima.
Si
parte
da
un
equilibrio
al
nodo.
E
infatti
si
nota
come
i
momenti
sulle
travi
sono
i
momenti
resistenti.
Le
due
travi
che
convergono
nel
nodo
vengono
eliminati
e
si
mettono
i
relativi
momenti
resistenti
travi.
Possono
avere
due
situazioni
di
momenti
resistenti
che
provengono
dalle
sollecitazioni
di
calcolo.
Per
quanto
riguarda
i
pilastri,
agiscono
queste
sollecitazioni
di
verso
opposto
per
garantire
equilibrio
al
nodo.
Le
sollecitazioni
con
cui
armo
i
pilastri
devono
essere
maggiorati
di
che
il
rapporto
tra
la
soma
dei
momenti
resistenti
e
la
somma
dei
momenti
sui
pilastri
presi
in
valore
assoluto,
maggiorati
di
un
gamma.
Sia
per
le
due
direzioni,
di
cui
scelgo
maggiore,
perch
pilastri
armati
simmetricamente.
No
pilastri
armati
di-simmetricamente,
perch
nella
messa
in
opera
possono
essere
sbagliate.
Anche
se
non
la
situazione
pi
economia,
ma
la
pi
cautelativa:
pi
difficile
sbagliare
armatura
simmetrica
che
armatura
di-simmetrica.
Dobbiamo
minimizzare
gli
errori
umani,
perch
sono
quelli
che
decidono
la
sicurezza.
CALCESTRUZZO:
che
si
almeno
di
classe
20/25
ovvero
resistenza
cilindrica
Rck=20
Mpa
e
resistenza
cubica
fck=
25
Mpa,
pari
a
200-250
kg/cm2.
ACCIAIO:
B450C
.Nota
le
sigle
dell
euro
codice
sono
di
origine
francese
(esempio
B=Beton,
barre
da
cls
armato,
beton),
come
molte
delle
cose
che
riguardano
il
cls,
(pensa
a
F.
Hennebique,
il
grande
maestro
del
cls
armato).
450=
fyd
tensione
di
snervamento
nominale,
C=
una
definizione
di
residienza,
misura
che
si
lega
alle
caratteristiche
di
duttilit
e
di
capacit
di
dissipare
energia.
B450A
;
B450B
snervano
a
450
N/mm2.
Ma
non
li
accettiamo
in
zona
sismica.
Perch
allungamento
minore:
7,5%
a
fronte
di
2,5%.
Pochi
casi
nei
quali
utilizzarli.
7.4.3.1.
Tipologie
strutturali
4) strutture
deformabili
torsionalmente
sono
quelle
strutture
formate
da
telai
e
pareti,
ma
esempio,
per
i
quali
gabbia
scala
eccentrico
rispetto
al
centro
di
figura.
La
scala
da
una
parte
produce
una
deformabilit
torsionale
forte
che
valutiamo
attraverso
un
parametro
e
che
produce
richieste
di
duttilit
disomogenee,
con
un
comportamento
d
insieme
cattivo.
Gi
il
fattore
di
struttura
infatti
minimo
(q=2)
5) strutture
a
pendolo
inverso
TIPOLOGIE
TRANS
TIPOLOGICHE:
ovvero
a
struttura
che
in
una
direzione
ha
una
tipologia
e
un
altra
tipologia
nell
altra
direzione.
Due
coffientienti
di
struttura,
una
per
ogni
direzione
Legame
costitutivo
visto
da
vicino.
Primo
diagramma,
vediamo
come
una
barra
che
raggiunge
una
deformazione
a
rottura
del
44,7%
per
strizione
e
una
tensione
massima
in
corrispondenza
del
24,4%,
noi
poi
la
facciamo
lavorare
nella
zona
gialla.
Siamo
al
5%
e
cmq
gi
25
volte
di
pi
del
2
per
mille
come
deformazione.
Limitazioni,
addirittura
il
frattile
5%
per
spiegare
come
mai
la
sigla
sia
diversa
cos
dalla
prova.
Raggio
di
curvatura
per
la
lavorabilit.
CRITERI
DI
ACCETTAZIONE
ACCIAIO
B450
C
NTC
2008
STESSO
DISCORSO
DEL
CLS:
corretto
tracciare
una
curva
monotona
per
un
materiale
che
soggetto
a
operazioni
cicliche
a
questo
andamento
Bauschinger?
Se
metto
tutte
le
compressioni
e
trazioni
assieme,
smontando
il
diagramma,
vedo
come
la
prova
monotona
continua
ad
essere
l
inviluppo
ei
cicli.
Per
cui
si
pu
continuare
a
provare
il
materiale
cos
come
lo
qualifico
perch
mi
serve
a
descrivere
anche
il
comportamento
ciclico
non
solo
il
comportamento
monotono.
Come
si
dispongono
i
cicli
attorno
alla
curva
scheletro.
Nota
che
ci
sono
gli
scavallamenti
Frequenza
di
deformazione:
importante
la
velocit
delle
prove.
Siamo
abituati
a
pensare
il
materiale
privi
di
massa.
Operazione
di
spostamento
molecole,
quando
lo
deformo:
resistenze
a
spostarsi
per
cui
se
applico
cicli
rapidi
di
deformazione,
il
materiale
manifesta
una
deformazione
maggiore
perch
leggo
la
forza
legata
alla
deformazione
pi
la
forza
legata
allinerzia.
E
dinamico
come
processo,
per
cui
pi
veloce
questi
cicli,
il
materiale
manifesta
una
deformazione
maggiore.
Resistenza
apparente
maggiore
di
quella
reale:
per
cui
ritardi
di
tempo,
differenza
angolo
di
fase
(se
le
rappresentassi
come
onde)
tra
lo
stato
di
sollecitazione
e
di
deformazione
.
Ritardo
di
tempo.
10-20%
di
aumento.
E
Effetto
della
temperatura
Tanto
pi
freddo
diventa
il
materiale,
tanto
pi
tende
a
fragilizzarsi.
Per
questo
misuriamo
la
residienza.
Specialmente
in
paese
freddi
e
negli
anni
30
alcuni
ponti
sono
crollati
per
questo
motivo:
acciaio
tende
a
vetrificarsi,
a
diventare
pi
fragile
Effetto
dell
invecchiamento
tendono
a
cristallizzare
meglio,
in
maniera
pi
sfavorevole,
acciai
che
hanno
plasticizzato.
Rischio
dell
acciaio:
comportamento
fragile
per
successivi
terremoti
dopo
aver
plasticizzato
per
un
terremoto
precedente.
NOTA:
la
normativa
parla
di
confinamento
ma
non
dice
quanto
cresce
la
tensione
e
deformazione
per
effetto
del
confinamento
.
EC2
invece
ci
sono
P
P
LEZ
N
39
LE
STRUTTURE
DUTTILI
-2
parte
CALCESTRUZZO
CONFINATO
Fenomeno
fisico
del
confinamento:
lapplicazione
al
nostro
cls,
di
uno
stato
di
tensione
triassiale
inteso
non
come
essere
triassiale
lo
stato
di
tensione.
Perch,
nota
bene,
sempre
triassiale
lo
stato
di
tensione
del
cls
qualunque
sia
il
carico
applicato
l
provino:
sempre
tre
componenti
di
tensione
abbiamo
all
interno.
Ma
nel
leggere
l
interazione
acciaio
staffe
e
cls
intorno
al
quale
le
staffe
sono
disposte,
ci
accorgiamo
che
per
la
rigidezza
relativa,
le
staffe
si
oppongono
alla
dilatazione
trasversale
del
cls.
Il
cls
per
motivi
legati
al
coefficiente
di
Possion
tende
,se
compresso
assialmente
e
a
dilatarsi
trasversalmente.
La
presenza
di
queste
staffe
(linee
nere
in
immagine)
si
oppone
a
questa
dilatazione
trasversale.
In
questi
effetti
contrapposti,
il
cls
che
si
vuole
dilatare
e
staffe
che
si
oppongono
alla
dilatazione,
nasce
uno
stato
di
tensione
ulteriore:
applichiamo
delle
tensioni
radiali
che
sono
a
risultante
nulla
ma
che
invece
modificano
l
stato
di
tensione
del
cls.
Questo
per
non
avviene
sempre!
Se
diamo
il
coefficiente
di
poisson
0,15-0,20
l
interazione
nulla
Il
cls
trasversalmente
molto
pi
rigido
delle
staffe
che
gli
si
oppongono.
Allora
quando
nasce
questo
confinamento?
Quando
inizia
ad
essere
confinato?
Quando
inizia
a
rompersi.
Allora
si
rompe
il
cls
per
produrre
il
confinamento?
Il
primo
segnale
la
crescita
del
coefficiente
di
poisson.
Dal
cls
intatto
0,15-0,20
poi
cresce
rapidamente
fino
ad
attestarsi
a
0,5:
valore
tipico
della
gomma,
di
un
materiale
che
vede
il
suo
volume
mantenersi
costante.
Si
dilata
trasversalmente
tanto
da
annullare
la
riduzione
di
volume
effetto
della
compressione
assiale.
Perde
rigidezza
trasversale
il
cls,
e
lo
leggiamo
dal
coefficiente
di
poisson:
diventa
il
triplo.
Diventa
un
cls
gommoso!
Per
cui
le
sigma
radiali
iniziano
a
diventare
importanti
sulle
staffe,
tanto
che
queste
si
snervano.
ROTTURA
PER
SCHIACCHIAMENTO
in
realt
rottura
per
instabilit
elastica.
E
improprio
quindi
per
il
cls.
Supponiamo
di
avere
una
carota
cilindrica
con
un
rapporto
2:1
(altezza-diametri,
cio
alta
20
cm-larga
10)
e
immaginiamo
di
comprimerla
applicando
uno
sforzo
assale
e
di
esprimere
tutto
in
rapporto
alla
tensione
massima.
Come
fatto
il
cls?
Come
un
torrone,
cio
le
mandorle
(ghiaia)
e
la
pasta
che
la
pasta
cementizia
ovvero
sabbia,
acqua
e
i
vari
prodotti
che
vengono
dal
cemento.
Gli
inerti
sono
di
solito
pi
resistenti
della
pasta
cementizia.
Per
aumentare
la
sua
resistenza,
utilizziamo
inerti
silicei
anzich
calcarei.
Finch
la
carota
ha
una
=0,3,
ovvero
1/3,
si
vede
all
aumentare
della
sigma,
che
la
pasta
cementizia
si
stacca
dalla
ghiaia:
non
ci
sono
lesioni,
distacco
ma
reversibili.
Se
supero
0,3,
sulla
punta
della
mandorla
si
iniziano
a
formare
delle
microlesioni.
Dirette
secondo
le
tensioni
di
compressione.
La
lesione
parallela
alla
sigma
di
compressione.
Avviene
sulla
punta
di
ciascun
grano
di
ghiaia,
ovvero
inizia
a
riempirsi
di
microlesioni
nella
pasta,
ma
che
non
si
parla.
Ogni
granulo
di
ghiaia
produce
lesioni
sul
perimetro,
ma
non
ci
sono
collegamenti
tra
queste
microlesioni
nel
perimetro.
Mentre
la
tensione
cresce
ancora,
e
arriva
a
0,6
queste
tensioni
iniziano
a
diventare
un
unica
lesione.
0,85
il
sistema
delle
lesioni
interessa
tutto
il
provino,
tanto
che
se
lascio
il
provino
con
quel
carico
sufficientemente
lungo,
siccome
quelle
lesioni
hanno
diviso
quel
cilindro
in
quei
prismi,
uno
dei
quei
provini
entrer
in
carico
di
punta.
Effetto
domino
strepitoso
subito
dopo.
Per
cui
il
provino
scoppia.
Ma
il
fenomeno
di
instabilit
elastica,
non
si
sta
schiacciando:
questi
mini
prismi
che
si
sono
formati
per
lesioni
di
trazione,
entrano
in
carico
di
punta.
Pi
legacci
metto,
e
pi
ritardo
linstabilit
di
questi
prismi:
pensa
agli
asparagi,
non
te
li
danno
uno
ad
uno
ad
uno
ma
vengono
legati.
PER
QUESTO
COMANDA
LA
RESISTENZA
DELLE
STAFFE,
che
sono
il
legaccio
che
rendono
monolitico
quello
shangai.
STAFFE
E
FERRI
LONGITUDINALI
CONTENGONO
L
ESPANSIONE
LATERALE
APPLICANDO
PRESSIONI
RADIALI
AL
CLS,
OSSIA
CONFINANDOLO.
Nel
primo
tratto
il
diagramma
del
cls
non
confinato
e
confinato
sono
sovrapposti
e
lo
sono
finch
il
cls
non
confinato
raggiunge
lo
schiacciamento.
Come
leggiamo
con
parametri
meccanici
classici
questo
affettarsi
del
cls
al
interno?
Lo
leggiamo
con
il
coefficiente
di
Poisson,
che
= 0,15-0,20
per
il
cls.
Quando
sia
arriva
intorno
allo
0,65-0,70
della
fcd,
il
coefficiente
di
poisson
inizia
a
crescere
fino
ad
arrivare
a
0,50
di
allo
schiacciamento.
Ovvero
quello
tipico
della
gomma:
schiacciata
verticalmente
si
gonfia
orizzontalmente
cos
tanto
che
non
c
perdita
di
volume.
Tanto
perde
volume
che
si
sta
accorciando,
che
acquista
mentre
si
rigonfia.
Cos
il
cls
che
cerca
di
mantenere
lo
stesso
volume
rigonfiandosi
lateralmente,
ma
impedito
dalle
staffe.
Il
cls
finch
non
si
lesiona
a
trazione,
non
le
vede
proprie
le
staffe,
perch
talmente
pi
rigido
che
non
gli
cambia
il
fatto
che
ci
siano
le
staffe.
IL
PRIMO
SEGNALE
DI
CONFINAMENTO
E
LA
CRESCITA
DEL
COEFFICIENTE
DI
POISSON
LETTURE
PER
CONFINAMENTO
ATTIVO:
Diagramma
delle
prove
di
compressione
triassiale
su
cilindri
di
cls.
Fatte
dai
neozelandesi.
Come
le
prove
triassiali
in
geotecnica.
Membrana
di
gomma
intorno
alla
quale
acqua
in
pressione,
per
applicare
pressioni
radiali
mentre
in
contemporaneamente
si
comprime
assialmente
il
provino.
Perch
il
provino
risente
del
terreno
circostante.
Applicate
una
pressione
esterna
e
si
leggono
gli
effetti.
Nota
interesse
teorico:
non
possiamo
pensare
di
mettere
membrane
sui
pilastri.
Ma
si
vede
poi
come
confinare.
Ci
dice
questo
diagramma
che
se
prendiamo
un
cls
non
confinato,
con
resistenza
a
schiacciamento
25,2
MPa
(cls
di
classe
25/30
perch
provino
cilindrico)
vediamo
come
dandogli
una
compressione
laterale
pari
a
3,79
MPa
(4
MPa
di
confinamento),
arriva
molto
in
alto.
Ma
mano
che
aumentiamo
la
pressione
radiale,
vediamo
crescere
la
resistenza
e
vediamo
incrementarsi
la
duttilit.
Confinamento
migliora
in
maniera
straordinaria:
incrementa
resistenza
duttilit,
diventa
da
materiale
fragile
a
duttile.
Se
ne
accorge
quando
raggiunto
=0,5
la
sua
rigidezza
trasversale
diventata
cos
bassa,
che
la
rigidezza
trasversale
delle
staffe
diventata
significativa
che
possono
s
impedirgli
di
dilatarsi.
A
posteriori
sembra
ovvia.
Le
prime
prove
per
capire
se
il
fenomeno
esisteva
davvero:
prova
edometrica,
prendendo
il
cls
dentro
ad
una
protezione
di
gomma
sotto
pressione
con
l
acqua
per
applicargli
una
compressione
assiale.
Il
provino
di
partenza,
cls
non
confinato:
250
kg/cm2
ovvero
250
N/mm2
(25
Mega
Pascal).
Al
crescere
della
pressione
esterna,
la
resistenza
del
cls
va
aumentando.
Ma
tutte
le
curve
escono
dalla
stessa
radice:
ossia
non
che
migliorato
il
cls,
ma
cambiato
l
effetto
di
instabilit.
Sempre
fine
anni60
in
Nuova
Zelanda:
La
membrana
viene
sostituita
da
una
staffa
a
spirale
in
queste
altre
prove.
Della
spirale
si
d
il
passo
da
una
spirale
all
altra.
Se
120
mm
a
30
mm:
il
comportamento
cambia
moltissimo.
Ci
dicono
questi
risultato
che
pu
essere
raggiunto
con
tecniche
costruttive
il
confinamento.
Pilastri
circolai
con
staffe
ad
elica
(spiral
pitch)
e
hanno
fatto
prove
variando
il
passo
(passo
infinito
non
ci
sono
staffe).
Da
16
N/mm2
a
45-47
N
/mm2
quindi
una
resistenza
quasi
tripla,
due
volte
e
mezzo.
Ogni
punto
del
cls
era
confinato,
ma
anche
qui
resistenza
tripla.
Quindi
i
Neozelandesi
iniziano
a
tirare
fuori
legami
costitutivi
per
il
cls
confinato
e
non
confinato,
distinguono
i
due
comportamenti.
E
legando
il
confinamento
al
numero
di
staffe
presenti.
Qui
vediamo
come
non
sia
obbligatorio
avere
pilastri
circolari
per
parlare
di
confinamento.
Pu
essere
confinato
a
prescindere
dalla
forma.
Passiamo
a
prismi,
con
pilastri
quadrati
e
rettangolari:
staffe
con
passi
diversi
e
forme
diverse.
Troviamo
sempre
miglioramento
strepitoso
n
duttilit
e
resistenza.
PROVE
DI
TENSIONE
BIASSIALE:
facendo
variare
i
rapporti
tra
le
due
tensioni
principali,
sul
cls.
Tutte
le
situazioni
per
le
diverse
caratteristiche
del
cls.
Quando
facciamo
compressione
studiando
il
comportamento
solo
in
direzione
uni
assiale,
ci
muoviamo
lungo
solo
uno
dei
due
assi.
Asse
positivo
trazione
asse
negativo
compressione.
Diverse
situazioni
per
diversi
cls.
Provini
sollecitati
con
due
stati
tensionali
a
volte
di
compressione
entrambi,
a
volte
compressioni-
trazioni,
fino
ad
arrivare
a
trazioni-
trazioni.
Trovando
leffetto
positivo
del
confinamento.
Ovvero
per
il
cls
compresso
nelle
due
direzioni 1 2,
la
compressione
anche
secondo
nella
direzione
ortogonale,
la
resistenza
secondo
laltra
direzione
cresce.
La
compressione
nella
direzione
ortogonale
allarga
il
dominio
di
resistenza.
Proietto
il
dominio
ottosen
sul
piano
di
kupfer.
Ottimo
accordo
con
l
intersezione
su
un
piano
1 2.
Paulay:
propone
dei
particolari
costruttivi.
Sono
abbastanza
complessi
come
gi
puoi
vedere
nella
vista
in
pianta.
Nella
sezione
assiale:
vedi
come
il
fenomeno
non
funziona
solo
nel
piano
ma
anche
tra
una
staffa
e
l
altra.
Il
gioco
degli
archi
con
catene
c
anche
nella
zona
compresa
tra
una
staffa
e
laltra.
Confinamento
funziona
tra
una
staffa
e
l
altra,
in
verticale
vedo
come
nella
sezione
ci
sono
degli
archi
che
riportano
al
piano
delle
staffe.
Ci
sono
le
barre
verticali
che
anche
loro
confinano.
La
sezione
in
realt
composta
di
cls
confinato
e
non
confinato,
con
comportamenti
totalmente
diversi:
Il
non
confinato
interessa
i
copri
ferri.
Per
questo
saltano
al
primo
ciclo
di
prova.
Ma
anche
un
po
del
cls
che
sta
a
contatto
con
questi
archi
di
spinta
(campito).
Le
normative
e
l
EC
no
tengono
conto
di
questa
cosa,
di
come
si
deve
tenere
conto
di
questa
contemporanea
presenza:
caratteristiche
medie
o
non
tenere
conto
del
confinamento.
NON
CI
SONO
ARCHI
E
UNA
DISTRIBUZIONE
DELLE
SIGMA
E
DELLA
TAU
IN
QUESTO
MODO
ALL
INTERNO
DELLA
SEZIONE.
Modello
Braga:
come
funziona
realmente
il
cls
all
interno
della
sezione.
Facendo
un
modello
ad
elementi
finiti,
costante
la
sigma
media
di
confinamento
ma
varia
in
intensit
a
seconda
della
sezione
considerata.
Ovvero,
se
rappresenti
l
andamento
di
sigma
di
confinamento
secondo
la
linea
(prendi
la
sezione
quadrata
e
disegni
quella
linea
leggendo
le
tensioni
lungo
quella
linea)
troviamo
quel
diagramma.
Se
la
linea
diventa
quella
pi
stretta
o
larga.
Per
questo
lo
schema
dellarco
pensato
dai
neo
zelandesi,
perch
le
tensioni
diventa
sempre
pi
irregolari,
quindi
qualcosa
che
spinge
sugli
angoli
c
,
qualcosa
che
spinge
lungo
le
quattro
diagonali.
Se
vado
sempre
pi
al
centro
questo
andamento
delle
diventa
sempre
pi
uniforme.
Le
staffe
impediscono
lo
scorrimento
oltre
a
trasmettere
compressione,
ho
un
andamento
delle
in
quel
modo.
E
non
sono
trascurabili
nella
rottura
della
sezione.
TRA
LA
CATENA
E
IL
CLS
C
+
ATTRITO,
PER
CUI
TRASFERISCE
DELLE
TAU
CHE
I
NEOZELANDESI
NON
CONSIDERANO
PARLANDO
DI
ARCHI.
d=
diametro
per
cui
fl*d*pigreco*s
=fyh*2*Asp
fyh=
tensione
di
snervamento
della
staffa,
dell
acciaio
Asp=
sezione
della
staffa,
ne
ho
due.
Area
dell
acciaio,
ne
ho
due
staffe
s=
distanza
tra
la
staffa
di
sopra
e
la
staffa
di
sotto,
che
confina
il
cls
che
sta
tra
le
due
staffe.
Fino
a
definire
questo
rapporto
tra
calcestruzzo
confinato
e
calcestruzzo
non
confinato.
Fl
la
tensione
radiale.
Se
riferisco
fl
a
fc
ho
l
espressione
della
sigma
di
confinamento
alla
resistenza
a
compressione
cls,
in
modo
da
vere
un
rapporto
percentuale.
Ecco
il
grafico
che
si
utilizza
in
questo
modo:
si
trova
un
punto
con
quel
rapporto
per
la
direzione
x
leggendo
0,17
della
sigma
a
compressione
cls.
La
stessa
quantit
in
direzione
y:
trovando
0,
07
e
andando
verso
su
leggo
che
diventata
1,6
la
resistenza
rispetto
alla
resistenza
non
confinata.
Confinamento
passivo
Grazie
alle
staffe,
ecco
il
diagramma
del
cls.
E
ancora
molto
cauta
come
rappresentazione,
perch
la
sigma
di
confinamento
non
cresciuta
come
quella
vista
prima
(primi
anni
80,
successiva)
come
la
rimasto
al
2
per
mille.
Prime
formule
di
Kent
and
Park
(1971)
Cambia
la
formula
con
Priestley
and
Park
(1981)
ma
soprattutto
quello
che
cambia
che
compare
sia
l
aumento
della
resistenza
che
deformazione
rispetto
a
prima.
Il
confinamento
d
molta
pi
duttilit
che
resistenza
rispetto
alla
formula
di
prima.
Ne
devi
solo
mettere
di
pi
di
staffe.
Si
vede
poi
come
cambia
la
resistenza
a
seconda
della
velocit:
prove
fatte
rapidamente
o
lentamente.
Vantaggi
maggiore
nel
primo
caso.
Low-High
strain
rate.
(1988)
Mander,
Park,
Priestley.
Perch
si
scoperto
il
copri
ferro.
Mander
spinge
al
massimo
le
relazioni.
E
l
espressione
che
utilizziamo
oggi
nell
EC2.
Nel
secondo
grafico
sotto,
vediamo
a
confronto
con
le
espressioni
precedenti
QUINDI
INCREMENTO
DELLA
RESISTENZA
SCHIACCIAMENTO,
INCREMENTO
2
PER
MILLE
DEFORMAZIONE
SCHIACCIAMENTO
E
IL
NOTEVOL
INCREMENTO
DI
DUTTILITA
RISPETTO
AD
UN
CLS
NON
CONFINATO.
FORMULE
PER
IL
CONFINAMENTO
DELL
EURO
CODICE
2
Rapporto
di
tensione
confinamento
e
schiacciamento
visto
dai
grafici
neozelandesi:
Non
ragionevole
che
superi
0,3
rapporto
tensione
di
confinamento-tensione
di
schiacciamento
:
gi
cos
molto
ricca
di
staffe
(tubo
di
acciaio
con
cls!).
Se
anche
questo
rapporto,
tensione
snerva,
lo
limitiamo,
l
incremento
di
tensione
dell
ordine
del
150%
cio
moltiplicatore
da
uno
a
2,5
la
resistenza.
La
di
schiacciamento
per
un
rapporto
0,3
diventa
0,09,
quindi
significativo
incremento.
E
infine
la
deformazione
ultima
6
per
cento
che
si
somma
ad
un
due
per
mille.
Per
il
massimo
incremento
si
ha
nella
u
di
30
volte,
ovvero
6,2%
dal
2
per
mille.
Prove
su
carote
staffate
per
vedere
diversit
comportamento:
si
vede
come
si
stacca
il
copri
ferro,
ma
non
si
ha
l
esplosione
del
provino
legato
all
in
stabilizzazione
dei
prismi
compressi.
Rottura
diffusa
ma
non
esplosiva,
si
legge
in
superficie
che
i
prismi
di
cls
si
sono
separati.
Ma
finch
le
staffe
non
si
rompono,
tutti
rimangono
in
posizione.
LEZ
N
40
LE
STRUTTURE
DUTTILI
-3
parte
STRUTTURE
IN
C.A.:
DUTTILITA
DI
SEZIONE
In
particolare,
vediamo
quindi
che
dopo
un
primo
ciclo,
con
resistenza
e
rigidezza
maggiore,
saltano
i
copri
ferri
nella
zona
di
plasticizzazione
e
quindi
automaticamente
si
riducono
resistenze
e
rigidezze.
Questa
riduzione
la
vediamo
nei
diagrammi
tratteggiati:
vediamo
che
la
tangente
minore
come
pendenza
rispetto
ai
cicli
con
tratto
continuo.
La
perdita
di
resistenza
minore,
nota
bene.
Non
siamo
lontani
tra
le
curve
tratteggiate
e
a
curve
a
tratto
continuo.
Avremo
invece
spostamenti
5-6-
volte
pi
grandi,
si
alza
e
si
abbassa
di
pi
dopo
il
primo
ciclo
di
carico
e
scarico.
IMPORTANTE:
limportanza
del
copriferro
tanto
pi
grande
quanto
paragonabile
in
termini
di
grandezza
pilastro.
Perdite
importanti
in
percentuali
se
pilastri
piccoli
FENOMENO
DI
PINCHING:
pizzico.
Ovvero
ci
si
aspetta
che
il
ciclo
continuo.
Invece
quando
superiamo
il
valore
nullo,
ovvero
quando
la
sollecitazione
inizia
ad
invertire
il
proprio
segno,
ho
un
improvvisa
riduzione
di
rigidezza
quando
cambia
segno.
Spingo
la
mensola
(vedi
immagine
sopra)
verso
il
basso,
per
cui
le
armature
al
lembo
superiore
raggiungono
tensione
di
snervamento
per
trazione.
Allinvertire
del
segno
della
sollecitazione,
spingo
verso
l
alto,
ma
le
armature
che
si
sono
snervate
si
oppongono
alla
chiusura
lesioni
cls.
Si
chiudono
solo
quando
le
armature
si
snervano
a
compressione.
Finch
la
lesione
rimane
aperta,
la
rigidezza
rimane
bassa:
invece
di
lavorare
cls
compressa-
barra
tesa,
lavora
armatura
compressa
(lesione
cls
che
non
si
ancora
chiusa)-tesa(lesione
aperta
cls),
ovvero
lavora
tutta
con
l
acciaio
la
sezione
in
quel
tratto.
Trasmette
taglio
cls
ma
non
trasmette
compressione,
fuori
uso.
Si
manifesta
fino
a
quando
la
sollecitazione
non
aumenta,
e
le
armature
precedentemente
snervate
a
trazione,
non
si
snervano
a
compressione
e
il
cls
ritorna
a
contatto
per
cui
la
rigidezza
ricresce.
Comportamento
tipico
di
un
basso
sforzo
assiale
Armatura
asimmetrica:
Travi.
Momento
resistente
su
un
lato
minore
momento
resistente
da
un
lato.
Esempio
armature
superiori
pi
importanti
armature
inferiori.
Sforzo
assiale
basso,
ho
tutti
i
fenomeni
di
prima
compreso
pinching.
Travi
si
distinguono,
non
perch
sono
orizzontali,
perch
sforzo
assiale
al
pi
10%
della
sforzo
assiale
a
schiacciamento.
Quindi
si
distingue
in
questi
cicli.
Cicli
stabili
quando
espulso
il
copri
ferro
IPOTESI
PER
CALCOLARE
LA
RESISTENZA,
MOMENTO
RESISTENE
DELLA
SEZIONE
1) mantenimento
sezioni
piani:
sicuramente
discutibile
ma
comoda
2) perfetta
aderenza
cls-acciaio:
difficile
da
considerare
verosimile.
Pensa
quando
acciaio
si
snerva
e
si
allunga.
Non
credibile
che
rimanga
a
contatto
3) resistenza
cls
trascurabile
per
la
trazione
4) legame
costitutivo
cls
stress-block
5) legame
costitutivo
elasto
plastico
per
l
accaio
6) resistenza
a
flessione
quando
il
cls
raggiunge
cu
nella
sua
estrema
fibra
LIMITI
NORMATIVA:
Limitazioni
dimensionai,
inizialmente
non
comprensibili.
Ci
impone
dei
rapporti
tra
la
zona
collaborante
e
le
dimensioni
pilastro.
Ci
scattano
queste
limitazioni
per
tutte
le
armature
necessarie
per
il
momento
negativo,
spesso
non
facile
perch
sono
molte:
possono
essere
infilati
nelle
due
solette
collaboranti,
cls
ai
lati
delle
travi.Per
considerarla
effettivamente
collaborante,
deve
rispettare
dei
limiti
dimensionali,
perch
deve
parlare
con
il
pilastro,
ferri
tesi
devono
trasferire
momento
al
pilastro.
Perch
i
momenti
trasferiti
dalle
travi
ai
pilastri.
Pilastri
esterni:
limitazioni
pi
stringenti.
Hanno
travi
al
pi
su
tre
lati,
anzich
quattro.
Per
cui
complessivamente
il
nodo
meglio
confinato
per
il
pilastro
con
4
travi:
pi
duttile
e
trasferisce
meglio
gli
sforzi
un
pilastro
interno
RESISTENZA
A
FLESSIONE
TRAVI:
si
fissa
la
conservazione
sezioni
piane,
tutta
una
questione
di
equilibrio.
Si
ricerca
la
posizione
asse
neutro,
impongo
lo
stress
block
e
conosco
le
forze
in
ballo.
Sezione
condizionata
dalla
resistenza
acciaio:
voglio
che
raggiunga
la
tensione
di
snervamento.
Cls
forma
i
suoi
prismi,
va
in
carico
di
punta,
e
voglio
sempre
raggiungere
il
punto
di
rottura
bilanciata,
o
voglio
stare
immediatamente
sopra
o
sotto.
Per
questo
sigma
di
compressione
bassa
nel
dimensionamento
dei
pilastri
(0,25
N,
ovvero
un
quinto
o
un
quarto
di
quella
che
la
sezione
pu
sopportare),
in
modo
che
la
N
agente
non
faccia
entrare
in
crisi
la
sezione
per
schiacciamento
cls
anzich
snervamento
barre.
AUMENTO
DUTTILITA
SEZIONE
TRAMITE
ARMATURA
IN
COMPRESSIONE
La
normativa
racconta
questo,
anche
se
non
con
chiarezza.
Limitazioni
geometriche
sulle
travi,
suggerisce
un
rapporto
minimo
altezza
larghezza
che
di
quattro.
D
delle
dimensioni
delle
zone
critiche
che
sono
tanto
pi
gradi
quanto
pi
elevata
la
classe
di
duttilit,
perch
la
plasticizzazione
pi
importante,
e
la
zona
plasticizzata
si
allungata.
NOTA
QUANDO
PILASTRI
IN
FALSO:
Situazione
pessima
perch
la
freccia
trave
eccita
forze
di
inerzia
verticali
lungo
il
pilastro
facendo
aumentare
gli
sforzi
che
il
pilastro
si
deve
prendere.
RICORDATI
SEMPRE
DI
UNA
VISIONE
NON
STATICA
MA
DINAMICA
QUANDO
PENSI
AL
TERREMOTO,
ovvero
in
una
situazione
dinamica
abbiamo
che
le
forze
cresceranno.
Equazione
di
D
alambert
lega
lequilibrio
alle
forze
di
inerzia.
Quali
sono
le
forze
di
inerzia
in
questo
caso?
Qui
ho
una
trave
che
se
si
inflette,
forze
d
inerzia
verticali,
con
aumento
sforzi
assiali
pilastro.
Limitazioni
armatura
travi:
Noi
pensiamo
che
buttando
dentro
armatura
in
compressione
e
trazione
raggiungiamo
la
duttilit
perduta.
ARMATURA
LONGITUDINALE
Per
le
travi
dovrebbe
essere
un
rapporto
circa
10.
Sembra
un
rapporto
luce
altezza,
perch
il
momento
flettente
il
taglio
per
la
mezza
luce
della
sezione.
Ovvero
l/d=1/10.
Perch
M=2Tl.
SEZIONE
SOGGETTA
A
SCORRIMENTO
SEZIONE
SOGGETTA
A
TORSIONE
LEZ
N
42
LE
STRUTTURE
DUTTILI
-5
parte
NODI
TRAVE-PILASTRO
STRUTTURE
IN
C.A.:
DUTTILITA
DI
ELEMENTO
Come
disporre
la
duttilit
di
sezione
vista
sull
elemento
per
avere
la
duttilit
di
elemento.
La
norma
prevede
tre
modelli:
modello
elastico
il
SAP,
modello
elasto-plastici
che
sono
pi
aderenti
alla
realt.
La
normativa
permette
anche
la
ridistribuzione
RIDISTRIBUZIONE:
LA
NORMATIVA
LO
CONSENTE
SEMPRE,
NON
SOLO
PER
LA
SISMICA,
ANCHE
PER
I
CARICHI
VERTICALI.
pensiamo
ad
una
situazione
di
trave
doppiamente
incastrata.
E
chiaro
che
al
crescere
del
carico,
in
una
o
pi
sezione,
raggiungiamo
la
resistenza.
La
raggiungiamo
assieme
nelle
due
sezioni
di
estremit.
A
questo
punto
possiamo
seguire
due
strade.
In
un
caso
possiamo
decidere
che
abbiamo
raggiunto
la
resistenza
delle
sezioni,
per
cui
smettere
di
incrementare
i
carichi.
Oppure
decidere
che
interessa
la
resistenza
dell
elemento:
anche
se
si
plasticizzato
nelle
due
sezioni
di
estremit,
ancora
non
diventato
labile.
Tre
cerniere
collineari
per
essere
labili.
Per
cui
possiamo
far
crescere
ulteriormente
il
carico.
Il
confronto
tra
i
due
modi
di
leggere,
ovvero
considero
di
aver
raggiunto
la
resistenza
massima
in
due
o
pi
sezioni,
oppure
non
dico
che
in
crisi
perch
non
labile.
Il
diagramma
delle
sollecitazioni
in
verde:
SLD
Se
faccio
crescere
ancora
il
carico,
mi
porto
SLV:
nelle
due
sezioni
di
incastro
dove
ho
il
momento
massimo.
1/12
pl2
allincastro,
met
in
mezzeria.
Se
a
resistenza
costante
la
trave,
quando
ho
raggiunto
la
resistenza
di
1/12
pl2
ho
ancora
altrettanto
circa
di
spendere.
IPOTESI:
una
volta
raggiunto
il
momento
resistente,
si
blocchi.
La
sezione
ruota
con
il
momento
costante,
al
crescere
della
deformazione
non
cresce
la
sollecitazione,
per
cui
la
struttura
libera
di
ruotare
e
lincremento
di
carico
sostenuto
da
un
incremento
di
momento
in
mezzeria,
mentre
agli
appoggi
rimane
costante
e
pari
al
momenti
resistente.
Per
cui
p*
da
applicare
alla
struttura
maggiore
di
p
pari
al
carico
che
fa
raggiungere
la
resistenza
massima
in
una
o
pi
sezioni.
In
realt
lelemento
permette
un
ulteriore
incremento
di
momento
senza
che
entri
in
crisi:
ridefinisce
il
diagramma
dei
momenti.
La
seconda
situazione,
raggiunge
la
crisi
quando
la
deformazione
nelle
sezioni
elasticizzate
talmente
forte
che
non
posso
pi
deformare:
per
eccesso
di
deformazione,
ma
intanto
ha
guadagnato
con
il
diagramma
dei
momenti
in
rosso
e
carico.
Nella
seconda
ipotesi
ho
P*max
applicato
come
in
una
trave
semplicemente
appoggiata,
con
due
cerniere,
anche
se
plastiche
con
momento
resistente
pari
a
quello
applicato,
ma
le
sezioni
possono
ruotare.
Per
cui
il
carico
massimo
P*max
l2
/
8
-
2(
Pmax
l2
/
12)
Per
cui
P*max
4/3
di
P
max,
ovvero
ho
33%
di
carico
ancora
applicabile,
chiedendo
di
portare
il
collasso
l
intera
trave
anzich
limitarmi
alla
resistenza
delle
sezioni
di
estremit.
Ossia
ci
sono
margini
importanti
da
sfruttare.
Siccome
poi
mi
interessa
la
crisi
dell
intera
struttura,
nello
SLU,
inutile
fermarmi
prima,
posso
far
crescere
il
carico
di
un
terzo.
Potrebbero
essere
sezioni
di
attacco
ai
pilastri,
travi
di
qualunque
telaio
o
sezioni
attacco
a
terra
pilastri
per
qualunque
telaio:
possiamo
fare
questa
osservazione
sempre
e
vediamo
ora
come
far
diventare
questa
curiosit
in
qualcosa
di
applicativo.
Analisi
limite
delle
sezione
lascia
ampi
spazi
di
sicurezza
della
struttura,
vediamo
come
sfruttare
questa
curiosit.
Calcolo
sollecitazioni
con
il
modello
elastico
della
mia
struttura,
per
cui
avremmo
preso
sezioni
agli
appoggi
e
avremmo
dimensionato
per
quelle
sezioni,
in
modo
da
avere
resistente
uguali
e
maggiori
delle
sollecitazioni.
Se
voglio
risparmiare
armatura
agli
appoggi,
perch
in
mezzeria
ho
ancora
resistenza
da
spendere,
allora
agli
appoggi
non
armo
in
modo
da
vere
resistenza
pari
alla
sollecitazione
ipotizzata
dal
modello
elastico.
Mi
accerto
che
in
mezzeria
ci
sia
resistenza
necessaria:
traslo
diagramma
verso
il
basso,
permettendomi
di
armare
meno
agli
appoggi:
traslo
fino
al
-30%.
Passaggio
linea
continua:
diagramma
sollecitazioni
da
calcolo
modello
elastico,
alla
linea
tratteggiata:
diagramma
sollecitazioni
che
io
assumo,
quando
decido
di
armare
in
maniera
diversa
da
quella
suggerita
modello
elastico.
Questo
mi
aiuta
nell
ancoraggio,
nei
minimi
massimi
Si
valutano
le
sollecitazioni
di
calcolo,
quelle
corrispondenti
a
P*max.
In
alcune
sezioni,
come
quelle
di
incastro,
sarebbe
la
linea
pesante
disegnata.
Perch
il
modello
di
calcolo,
suppone
trave
incastrata
agli
appoggi,
per
cui
calcola
sollecitazioni
con
:
P*max
l2
/12
Sollecitazioni
che
troviamo
con
il
modello
elastico
con
il
carico
massimo
applicabile,
produce
sollecitazioni
maggiori
di
quelle
dellarmatura
che
vorremmo
disporre.
Cosa
succede
quando
ci
avviciniamo
al
momento
resistente
della
sezione.
Lo
vediamo
nella
struttura
pi
semplice
che
abbiamo:
la
mensola.
NOTA
non
si
pu
fare
la
ridistribuzione
nelle
strutture
isostatiche,
diventa
labile
al
raggiungimento
della
resistenza
massima.Noto
diagramma
dei
momenti
dei
flettenti,
diagramma
della
domanda
quello
triangolare:
qualunque
cosa
le
succeda,
il
diagramma
della
domanda
lo
stesso.
Con
quale
capacit
risponde?
Diagramma
smerlettato,
perch
piena
di
lesioni
a
trazione.
Ogni
volta
che
si
forma
una
lesione
a
trazione,
di
colpo
la
distribuzione
dei
momenti
flettenti
cambia,
l
dove
si
formata
la
lesione,
la
trazione
portata
dall
acciaio.
Man
mano
che
mi
allontano
dalla
lesione,
in
parte
contribuisce
trazione
anche
cls,
per
cui
la
resistenza
dell
acciaio
rientra
dove
contribuisce
il
cls.
Diagramma
con
cui
la
struttura
risponde.
Curvatura
di
snervamento
acciaio,
per
cui
comincia
a
crescere
a
momento
pressoch
costante.
Non
appena
curvatura
inizia
ad
essere
vicina
a
quella
di
snervamento,
tangente
cala
strepitosamente,
tendente
ad
una
tangente
orizzontale:
curvatura
infinita
con
piccolissimo
momenti.
PROVA
A
LEGGER
IL
DIAGRAMMA
COME
SE
FOSSE
MOMENTO
CURVATURA:
curvatura
variabile
da
sezione
a
sezione
perch
varia
il
momento
di
inerzia.
Con
la
curvatura
in
ascissa:
si
vede
come
per
piccoli
incrementi
di
momento
flettente,
la
tangente
quasi
orizzontale,
la
curvatura
tende
a
crescere
moltissimo
per
piccoli
incrementi
di
momento.
Deformata:
mi
ruota
molto
all
incastro.
Come
se
fosse
una
sezione
cerniera
NASCE
COSI
LA
CERNIERA
PLASTICA:
invece
di
descrivere
punto
per
punto
la
curvatura,
ovvero
la
smerlettatura,
facciamo
un
operazione
pi
rozza:
Pensiamo
che
sia
elastica
l
asta
dalla
punta
alla
base,
e
focalizziamo
tutta
la
deformazione
plastica
nella
sezione
di
base,
che
si
comporta
come
una
cerniera:
cio
una
sezione
che
raccoglie
tutta
la
rotazione
dovuta
all
integrale
di
quella
curvatura
e
dico
che
quella
una
cerniera
plastica
Cerniera
plastica:
cerniera
che
ruota
non
sotto
l
azione
di
un
momento
nullo,
ma
noto
e
pari
alla
resistenza
della
sezione
Calcolo
lunghezza
zona
critica:
disegno
il
diagramma
momenti
agenti,
passo
dal
momento
alla
curvatura,
vedere
quando
raggiungo
curvatura
di
snervamento,
dopo
cresce
strepitosamente
e
da
l
disegnare
zona
critica,
dove
si
hanno
plasticizzazioni
acciaio
via
via
crescenti.
Posso
anche
calcolare
il
valore
rotazione
che
accompagna
alla
plasticizzazione
sezioni
=
lintegrale
della
curvatura
che
eccede
il
comportamento
lineare.
Prima
comportamento
elastico
dell
asta.
Deformazione
localizzata
nella
zona
critica,
la
integro
trovando
una
rotazione
che
applico
in
una
sola
sezione
che
chiamo
cerniera
plastica.
Andamento
parabolico
di
ordine
anche
elevato
che
assimilo
a
un
triangolo(a
favore
di
sicurezza)
e
di
cui
calcolo
la
sua
area.
Area
uguale
alla
base,
quantit
pari
alla
curvatura
che
supera
la
curvatura
di
snervamento,
diviso
met
altezza
del
triangolo
che
la
zona
nella
quale
eccedo
la
curvatura
elastica.
Ovvero:
Curvatura
massima
meno
curvatura
di
snervamento
per
met
altezza
della
zona
nella
quale
eccedo
la
curvatura
elastica.
PERCORSO:
1) disegno
diagramma
momenti
2) disegno
diagramma
momenti-curvatura
(esempio
tramite
programma
RESPONSE
2000)
3) vedo
quando
la
curvatura
supera
la
curvatura
plastica
4) integro
questa
parte
nel
tratto
in
cui
supera
fino
alla
curvatura
massima
(corrispondente
al
momento
che
sto
applicando),
assimilo
quel
tratto
ad
un
tratto
lineare
(ho
levato
il
tratto
elastico
che
rimane
sull
asta)
e
quel
triangolo
che
mi
resta,
lo
integro
(base
per
altezza
diviso
due)
e
alla
fine
dico
che
la
deformazione
si
ottiene
moltiplicando
la
curvatura
massima-meno
curvatura
di
snervamento
per
la
met
altezza
della
lunghezza
di
plasticizzazione.
Quella
la
rotazione
della
mia
cerniera
plastica
Quando
parliamo
di
ZONE
CRITICHE:
Normativa
ci
dice
che
sono
una
volta(livello
di
duttilit
basso)
o
una
volta
e
mezzo
altezza
trave(se
duttilit
alta),
sta
facendo
operazioni
di
questo
genere.
Se
vogliamo
sapere
duttilit
necessaria
(al
di
l
delle
formulette
facili:
2q-1)
possiamo
calcolarlo
in
questo
modo,
vedendo
quando
la
curvatura
maggiore
curvatura
di
snervamento,
quella
la
zona
critica.
Possiamo
anche
calcolare
la
rotazione
allestremit
della
trave
anche
la
possiamo
calcolare.
Pensiamo
che
sia
lineare
la
curvatura
quando
supera
la
curvatura
di
snervamento(ovvero
che
sia
un
andamento
lineare).
Ci
rimane
un
triangolo(rozzamente
un
triangolo),
levando
il
pezzo
elastico
e
lo
integriamo.
DUTTILITA
DI
SPOSTAMENTO
E
DUTTILITA
DI
CURVATURA
Curvatura
una
grandezza
puntuale,
differenziale.
A
noi
interessa
per
la
nostra
struttura
grandezze
integrali,
ovvero
curvatura
di
spostamento.
Sulla
mensola
lo
spostamento
massimo
in
testa
quello
che
corrisponde
al
raggiungimento
curvatura
massima
al
piede.
E
la
lunghezza
cerniera
plastica,
se
quello
assimilabile
ad
un
triangolo,
la
met
della
base
del
triangolo,
perch
la
curvatura
varia
linearmente
in
quel
tratto,
cio
posso
assimilare
la
variazione
curvatura
ad
una
variazione
lineare,
e
sono
anche
a
favore
di
sicurezza,
perch
mi
metto
sopra
allandamento
parabolico
se
vedi
bene
il
disegno.
Larea
di
quel
triangolo
base
per
altezza,
diviso
due,
allora
posso
pensare
che
la
lunghezza
della
cerniera
plastica
met
della
zona
nella
quale
ho
plasticizzazioni.
Trovata
la
lunghezza
di
plasticizzazione,
l
ho
assunta
a
curvatura
costante
pari
alla
curvatura
massima
meno
curvatura
di
plasticizzazioni,
la
zona
critica.
NOTA
BENE
mensola
la
met
di
una
trave
che
appartiene
ad
un
telaio
che
porta
solo
azioni
sismiche,
senza
carichi
verticali,
per
cui
immediatamente
estensibile
al
telaio
questo
esempio.
I
carichi
verticali
ci
complicano
solo
la
questione.
LA
DUTTILIT
DI
CURVATURA
IL
RAPPORTO
DI
CURVATURA
MASSIMA
DIVISO
CURVATURA
DI
SNERVAMENTO
La
rotazione
plastica
corrisponde
al
valore
p
e
posso
pensare
di
mettere
a
cerniera
altezza:
rettangolo
diventato,
quindi
posso
pensare
che
la
cerniera
si
localizzi
a
met
della
sua
base
(
l-
0,5
lp).
NOTA:
la
zona
interessata
dalle
plasticizzazioni
dove
super
le
curvature
di
snervamento,
ma
il
diagramma
non
elastico.
Non
brusco
il
passaggio,
in
realt
ha
iniziato
prima.
Ma
i
neo
zelandesi
sostituiscono
per
avere
un
ginocchio.
I
neo
zelandesi
tracciano
la
zona
lineare
dalla
testa
fino
a
y
poi
tangente
non
pi
lineare.
Curva
che
fanno
diventare
un
triangolo:
area
che
consideri
di
pi.
La
rotazione
che
consideri
per
dire
che
la
struttura
duttile
maggiore
di
quella
effettiva.
Sai
quanto
vale
la
rotazione
che
subisce
quella
cerniera.
La
zona
soggetta
a
plasticizzazione
quella,
anche
se
la
cerniera
la
concentri.
Area
quel
triangolo
ha
la
stessa
area
del
rettangolo
perch
stessa
altezza.
La
localizzi
sul
baricentro
delle
curvature:
ad
un
mezzo
della
lunghezza
di
plasticizzazione
che
pari
alla
zona
critica.
1
giugno
2010
Lezione
XLV
TORSIONE.
Non
so
quanta
ne
avete,
in
generale
tentiamo
di
evitarla
la
torsione.
Intanto
perch
spesso
possibile
sostituire
la
situazione
di
torsione
con
una
situazione
di
flessione.
Tipica
situazione
di
torsione:
le
travi
a
ginocchio
delle
scale
con
i
gradini
che
escono
a
sbalzo.
Il
momento
flettente
di
quei
gradini
torsione
per
la
trave,
ma
posso
facilmente
sostituire
una
situazione
di
questo
genere
con
una
soletta
rampante
e
allora
non
ho
pi
questo
problema:
ho
flessione
sulla
soletta
rampante.
Oppure:
ho
un
balcone,
il
solaio
sul
lato
della
trave
tessuto
parallelamente
alla
trave,
sul
lato
del
balcone
tessuto
ortogonalmente
alla
trave.
La
trave
soggetta
a
torsione
verso
lesterno.
Se
giro
il
solaio
a
sbalzo,
la
trave
soggetta
a
flessione
e
non
pi
a
torsione.
Quindi
la
torsione,
in
generale,
tendiamo
ad
eliminarla,
a
progettare
in
modo
tale
che
non
ci
sia.
Ma
qualche
volta
non
si
riesce
ad
eliminarla.
La
torsione
della
stessa
qualit
del
taglio,
quindi
tende
a
produrre
meccanismi
fragili.
Non
riusciamo
a
dissipare
molta
energia
con
la
torsione
e
quindi
la
torsione,
come
il
taglio,
ci
preoccupa,
perch
non
un
meccanismo
stabile.
La
struttura
soggetta
a
torsione
[]
non
si
plasticizza.
[].
Ricorderete
che
la
torsione
produce
una
serie
di
lesioni
che
si
attorcigliano,
tipo
serpente,
intorno
alla
trave.
Su
due
facce
della
trave
vediamo
la
nostra
lesione
diversamente
orientata,
cio
vediamo
le
lesioni
a
torsioni
disporsi
cos
sulle
facce
della
trave.
Le
lesioni
a
taglio
le
vedremmo
dirette
nello
stesso
modo,
quindi
quelle
a
torsione
si
riconoscono
subito.