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coloniale. Gli anni della conquista e i primi decenni della valorizzazione popolazioni
locali riservati trattamenti terribili. Progressivamente venga attuata una gestione meno
disumana, di stampo autoritario, fondata su missioni e su societ capitaliste.
La Spagna aveva perso gli ultimi grandi possedimenti (Cuba, Portorico, Filippine) con la
guerra ispano-americana del 1898. Restavano alcuni modesti possedimenti africani:
Guinea, Ceuta e Melilla. Pi rilevante l'impero portoghese (Goa in India, Macao in Cina,
Timor Est, Angola, Mozambico, Guinea-Bissau e Capo Verde) le colonie costituivano
teoricamente parte integrante della Repubblica ma mancanza di mezzi e volont politica.
Imperialismo dei poveri = in Italia, la penisola dovette accontentarsi di qualche
acquisizione marginale: l'Eritrea, parte della Somalia e la Libia occupata nel 1911.
L'imperialismo giapponese deriv inizialmente da una tendenza ad imitare l'Occidente.
Con il trattato di Shimonoseki 1895, il Giappone aveva ottenuto Taiwan (fino al 1945) e
un protettorato sulla Corea, annessa nel 1910, conosciuto le forme pi brutali
dell'oppressione coloniale. Conseguenze economiche molto pesanti = ampia
espropriazione delle terre contadine. Repressione poliziesca fu brutale. Divieto di
costituire partiti politici e insegnare la lingua coreana. Ridussero all'opposizione ad un
gruppo di esiliati. L'unico aspetto positivo di questa colonizzazione spietata con lo
sviluppo delle infrastrutture e dell'industria.
La complementariet la giustificazione ufficiale della colonizzazione si fondava su un
duplice trasferimento: di sapere e di ricchezze. Imperialismo coloniale aveva il compito
di portare agli indigeni la civilt e progresso, in cambio le colonie avrebbero contribuito
con lo sfruttamento delle proprie risorse a favore dei bisogni materiali del mondo
moderno. Lord Lugard amministratori in Uganda-Nigeria, svilupp la tesi del doppio
mandato utilitarismo di Bentham i vantaggi reciproci contribuivano al benessere
di tutti. Reciprocit parzialmente rispettata. Mantenendo le colonie in uno stato di scarsa
industrializzazione, redditivit dei capitali impegnati fu notevole.
Su basi cos disuguali, una complementarit economica si instaur prima del 1914, grazie
ai progressi della grande navigazione, alla ristrutturazione dei porti e alla costruzione di
ferrovie, sub un'accelerazione negli anni 20 e nel clima di depressione causato dalla crisi
del 1929. In questo contesto depressivo, la complementarit economica si rafforz grazie
ad un riorientamento degli scambi tra madrepatrie e colonie. Il rafforzamento dei legami
fu pi netto nel caso britannico, dovuta ai dominion.
Il rafforzamento della complementarit fu evidente della Francia. Le conseguenze della
crisi del 29 non si rivelarono del tutto negative. Oltre alla ripresa dell'economia coloniali
dal 1935 in poi, vi furono altri effetti benefici: prodotti di esportazione riuscirono ad
aumentare la loro produzione. La conseguenza pi rilevante fu per sopperire alla
contrazione degli investimenti privati e colmare i deficit del bilancio coloniale, lo Stato
abbandon la sua tradizionale neutralit per impegnarsi in una politica di sviluppo.
Sovvenzioni statali a favore delle colonie.
Il contributo della crisi all'aumento delle diseguaglianze sociali. La crisi sment
l'affermazione spirituale della capacit delle potenze coloniali di assicurare il progresso e
il benessere dei colonizzati. Radicalizzazione del nazionalismo e un allargamento
delle sue basi sociali.
Altra complementarit: regime amministrativo delle colonie. In un primo tempo
favor l'emergere di borghesi e indigene che ruppero brutalmente i legami con il sistema
coloniale per assumere la guida del movimento nazionalista. In questo fenomeno si rivel
decisivo all'accesso a un tipo di insegnamento occidentale. L'Asia fu avvantaggiata
rispetto agli altri continenti. Paesi Bassi, Francia, Belgio e Portogallo restii nella
promozione intellettuale e sociale nei prossimi all'immobilismo.
Fatta eccezione per l'Africa nera, dove il risveglio fu pi tardivo, la crisi degli anni 30 si
dimostr decisiva nello sviluppo dei nazionalismi. Essa permise ad una generazione di
leader istruiti dall'Occidente di ritorcere contro quest'ultimo i principi democratici che
erano stati loro insegnati e di galvanizzare le masse popolari intorno alla parola
indipendenza. 1930-34 disobbedienza civile India e nascita dei partiti comunisti
indocinese, malese e filippino, comitato d'azione marocchina. Dal 1935 la ripresa
economica e distensione politica provocarono una battuta d'arresto. La crisi aveva
strutturato il nazionalismo.
A causa della bassa natalit e delle conseguenze della guerra, l'immigrazione europea era
diminuita molto. Questo ristagno della popolazione bianca non favoriva l'uniformazione
degli standard di vita che restavano irregolari.
Per l'indigeno, l'uomo bianco restava sempre un privilegiato, per i segni esterni che ne
attestavano la ricchezza: alimentazione abbondante, abitazioni pi grosse, salari e sussidi
pi elevati, meno imposte, domestici e costruzione di barriere giuridiche e di ostacoli
legali, che conferivano agli europei una cittadinanza rifiutata alla quasi totalit degli
indigeni, sottoponeva a quest'ultimi ad un assoggettamento amministrativo e poliziesco
legalizzato dai codici dell'indigenato e ne vietava l'accesso agli impieghi amministrativi e
ai gradi militari; diminuzione dei contatti tra le due parti.
Il razzismo bianco divenne uno stato d'animo e una pratica effettiva, non teorizzato ma
gravido di giudizi e di esplicito disprezzo. Arroganza britannica intrisa di severit e
sufficienza nei confronti dei nativi, la familiarit oltraggiosa del piccolo bianco del Nord
Africa = convinzione di legittimit e superiorit si trasformarono talora in nazismo.
Il razzismo non altro che la forma caricaturale di un processo di snaturamento dei
popoli colonizzati. Quest'ultimi, privati della propria storia-cultura, e sottoposti ad una
lunga e dolorosa interiorizzazione di inferiorit dichiarata, trovarono nel nazionalismo le
vie della riappropriazione:
1) la pi antica e la pi universale corrente= di ispirazione religiosa e valorizz
l'appartenenza nazionale attraverso la fedelt alla religione tradizionale. Questa corrente
tradizionalista dimostr grandi potenzialit emancipatrici, apporto della modernit. Le
grandi religioni dell'Asia mobilitarono la protesta anticolonialista: induismo e buddismo,
l'Islam fond un nazionalismo unificatore di cui cemento e alla religione.
2) seconda corrente generata dalla modernizzazione economica e dalla promozione di una
classe media = esprimeva meglio il contributo culturale dell'Occidente nella formazione
di un'lite borghese liberale, convertita ai meriti della democrazia.
3) l'innesto comunista non fu trascurabile. L'anticolonialismo esitante era stato sostituito
da Lenin con una condanna senza appello dell'imperialismo. Lenin formula del fronte
unico antimperialista, trovato in Cina la sua migliore concretizzazione. Tale strategia fu
brutalmente interrotta nel 1927 quando, in seguito alla ribellione di Chang Kai Shek
contro i comunisti, Stalin abbandon quest'ultimi al loro destino. 1935 il Comintern
futuro.
In Asia il fiorire dei nazionalismi fu pi precoce. L'insuccesso = rivoluzioni cinesi del
1911 e 1924-27. Crisi del 29 effetti drammatici in Asia, innesc un'ondata di
movimenti sociali, conferendo al nazionalismo l'appoggio popolare che gli mancava.
Nelle colonie asiatiche prese forma una costellazione di organizzazioni diverse: religiose,
nazionaliste moderate o radicali, circoli socialisti, gruppi intellettuali e associazioni
giovanili. Il movimento comunista tent di coordinare l'azione scoordinata delle masse
rurali e operaie. L'innesto marxista ebbe un ruolo essenziale, ma la sua efficacia non fu
omogenea. L'influenza del comunismo risult pi fruttuosa in Indocina, creazione del
partito comunista indocinese 1930, futuro Ho Chi Minh attu un programma di lotta
anticolonialista contro la Francia e lotta delle classi contro il feudalesimo. Il fallimento di
un tentativo di soviet e di rivolta contadina nel 1931, lo costrinse all'esilio in Cina. Come
in Cina, la guerra avrebbe finito con il realizzare una osmosi tra comunismo e
nazionalismo.
3) la risposta delle madrepatrie: Repressione e concessioni di fronte allo sviluppo dei
nazionalismi, le potenze coloniali si dimostrarono timorose. Esse rimasero convinte dalla
propria missione civilizzatrice ed alla legittimit del proprio dominio, reprimendo le
manifestazioni di protesta, fino alla guerra i dirigenti europei avevano conservato il
controllo sulle colonie. Le lodi coloniali ebbero un peso notevole e anche la diffusa
convinzione che le masse colonizzate capissero e rispettassero solo la forza. La crisi del
29 e 1936 contribuirono all'arretramento imperiale delle grandi potenze e all'affermazione
dell'indissolubilit del legame tra la madrepatria e il suo impero.
Il ricorso all'esercito rest frequente, per i bisogni della repressione o per volont di
intimidazione. Con la pacificazione per il mantenimento dell'ordine divent di
competenza della polizia assistita da un apparato giudiziario docile. La gamma dei mezzi
repressivi fu vasta: interdizione, molte, prigione e esilio.
La brutalit della repressione ebbe i suoi limiti: conferire alle vittime l'aura di martiri,
essa era troppo in contraddizione con i principi democratici. Ripresa del dialogo o
distensione.
Adozione di alcune riforme, concessioni che, restando molto al di sotto delle aspettative
nazionaliste, permisero di canalizzare le rivendicazioni politiche conservandone solo le
pi moderate. L'Italia, il Portogallo e in Belgio non concesso nulla continuando ad
esercitare un dominio che accordava agli indigeni uno spazio irrisorio. Azione
riformatrice si manifest in tre modi:
1) tolleranza in materia di stampa e pubblicazioni.
2) le grandi democrazie imperiali avevano accolto le diverse forme di contestazione
politica (circoli di studio, associazioni studentesche, movimenti giovanili e partiti) non
senza ricorrere alle contromisure dell'infiltrazione poliziesca, della manipolazione e
dell'arresto dei capi.
3) Le tre grandi potenze coloniali avevano dato vita ad assemblee che includevano una
rappresentanza indigena a livello comunale, provinciale e territoriale. Per il suffragio
rest strettamente connesso al censo. La rappresentanza europea fu sempre
sproporzionata rispetto al loro numero effettivo. Sebbene strettamente controllate, queste
assemblee ebbero la loro utilit: formando un'amministrazione indigena, favorirono
l'apprendimento degli affari pubblici e permisero la nascita di una classe politica destinata
ad affermarsi dopo la guerra.
La principale peculiarit della politica coloniale britannica fu quella di non considerare
definitiva nessuna situazione. Aveva perso credito l'idea del fine 19 secolo, di una
federazione imperiale che terminasse definitivamente i rapporti tra madrepatria e colonia.
Convinta dell'eccellenza delle proprie istituzioni, essa ambiva ad introdurre nelle diverse
zone del suo impero, riconoscendo in un self-government all'interno di un regime
parlamentare. La missione della madrepatria di promuovere l'aspetto politico e umano di
questi popoli e il potere arbitrale di risolvere i conflitti razziali e religiosi che ne
minacciassero la coesione.
L'importante contributo dei dominion durante la guerra, non permetteva pi di mantenere
il regime di controllo legislativo e di unit diplomatica. I dominion avevano espresso
segnali di rottura dei legami con la politica britannica, soprattutto in occasione del
conflitto anglo turco del 1922 e degli accordi di Locarno del 25. La conferenza imperiale
del 1926 prese atto di queste nuove disposizioni e adott la formula del Commonwealth
che sostituiva la subordinazione con la libera associazione di nazioni pienamente sovrane,
unite da una comune fedelt alla corona. La proposta fu approvata nel 1930 = statuto di
Westminster = veniva soppresso il controllo legislativo e conferiva piena indipendenza in
materia di diplomazia e difesa. Allontanamento dei legami politici e privilegio doganale
nei confronti dell'impero.
Di fronte all'ascesa del nazionalismo arabo, la Gran Bretagna pronta compromesso.
Sfruttando l'inesperienza, la venalit e le divisioni del nazionalismo arabo, essa riuscii a
mantenere intatte le proprie posizioni fino allo scoppio della guerra.
1925 UK riconobbe all'Iraq una costituzione parlamentare, avviando la nascita di
un'amministrazione moderna. In realt, la costituzione spesso sospesa dall'applicazione
della legge marziale e la gestione del paese rest nelle mani dell'oligarchia terriera e della
borghesia sunnita, nel disprezzo dei diritti dei musulmani sciiti e del popolo curdo, le cui
manifestazioni di protesta vennero punite. La Gran Bretagna rimosse il mandato firmando
il trattato del giugno 1930: l'Iraq entr nella societ delle nazioni 1932. Questa
indipendenza fittizia sollev nell'esercito un'opposizione nazionalista, che organizz
complotti e attentati. Evoluzione analoga condusse il mandato della Transgiordania ad
una indipendenza ugualmente controllata = stato fantasma.
Guidata dal Wafd, l'agitazione nazionalista egiziana ebbe il suo culmine 1919-21. Uk
restitu all'Egitto la propria sovranit con la dichiarazione del febbraio 1922. Tuttavia, le
clausole condussero il Wafd a rifiutare un indipendenza illusoria. La vita politica egiziana
era limitata all'opposizione tra due forze:
1)Wafd (borghesia arricchita e istruita) = movimento nazionale pi populista che
democratico;
2) Re Fuad sostenuto dall'oligarchia possidente, s'appoggiava all'Inghilterra per
proteggere il proprio tono governando tramite interposti feudatari. Elezioni 1936 = vinse
Wafd. Uk 1936 concedeva all'Egitto un'indipendenza completa, accompagnata
dall'ingresso nella societ delle nazioni.
In Africa, le concessioni britanniche non si spinsero fino a questo punto. Ovunque furono
istituiti consigli legislativi e forme embrionali di consigli esecutivi per assistere i
Stanco della guerra, il governo britannico concesse unilateralmente un nuovo statuto con
il Government of India Act 1935 = aboliva il sistema diarchico nelle province, dotando
esse di governi responsabili davanti alle assemblee elette da un elettorato allargato; la
diarchia veniva per instaurata a livello federale. Non si trattava di uno statuto di
dominion e venne rifiutato dal congresso. La Gran Bretagna aveva provvisoriamente
sotto controllo la situazione, ma seconda guerra mondiale avrebbe risollevato gli animi.
La politica coloniale francese anche la Francia aveva conosciuto le esigenze di alcuni
processi di evoluzione o riformismo. La crisi del 29 era stata l'occasione per fissare i
termini di uno sviluppo economico incentrato sugli interessi esclusivi della madrepatria e
dei coloni europei e sullo sviluppo del mercato interno dei possedimenti d'oltremare,
sull'innalzamento degli standard di vita grazie allo sviluppo delle infrastrutture e
dell'industrializzazione.
L'importanza dei movimenti nazionalisti minore. Fiducia dei vantaggi
dell'assimilazione e della possibilit di crescita intellettuale e sociale, che il modello
repubblicano offriva = ebbe l'effetto di ritardare l'ascesa dei nazionalismi autoctoni.
La madrepatria perse ogni possibilit di instaurare un dialogo efficace. Promuovendo lo
sviluppo di una classe media e di alcune lite francesizzate, essa mise in atto una politica
di associazione. Le pesantezze burocratiche e le lobby coloniale contribuivano a
mantenere lo status quo coloniale. Questa staticit e repressione sproporzionata rispetto
all'entit delle agitazioni, convertito in rivendicazione indipendentista quella che era solo
una richiesta di integrazione.
I due decenni tra le due guerre furono espressione di una gestione pi conservatrice che
immobilista, ma questa strategia autarchica riusc a mantenere l'economia coloniale in
seno alla madrepatria. Tale sistema fu criticato. Continu a venire applicato il principio di
Malthus, che nel tentativo di fare economia imponeva alle colonie di autofinanziarsi,
limitando il contributo dello Stato al mantenimento dei funzionari e al rimborso di
prestiti, clausola che impediva lo sviluppo delle infrastrutture pubbliche in favore di
investimenti speculativi. Gli anni di crisi avevano obbligato lo stato ad un maggiore
interventismo, per via del rallentamento delle entrate fiscali e del deficit del bilancio
coloniale.
Sul piano sociale furono realizzati notevoli progressi (sanitario-scolastico), sforzo tenace
delle missioni cattoliche-protestanti. Ma nelle campagne miseria contadina che
dilagare della disoccupazione; il lavoro forzato diminu senza scomparire solo negli anni
30.
Alcune concessioni politiche furono riconosciute all'indomani della guerra come
ricompensa per il contributo dei popoli colonizzati alla vittoria: diritti elettorali pi estesi
per i musulmani d'Algeria, agevolazioni per la naturalizzazione degli indigeni = maggiore
rappresentanza. La Francia non ostacol la maturazione intellettuale dei nazionalismi,
anche se alle forme organizzate dell'opposizione rispose con l'indifferenza e uso della
forza. 1930-34 severa repressione.
Cartello delle sinistre (1924-26) attaccato allo status quo, non riusc a dimostrarsi
molto rinnovatore.
Il programma del fronte popolare riconosceva alle colonie una posizione modesta, quella
coloniale non era una questione prioritaria, a sinistra come a destra. Ampia amnistia
la Somalia italiane furono poste sotto questo statuto. Riguardo ai territori non autonomi =
quasi tutte le colonie e i protettorati, la carta obbligava le potenze coloniali a promuovere
il progresso delle loro popolazioni. La Francia ottenne che fosse vietato alle Nazioni
Unite ogni intervento negli affari di esclusiva competenza nazionale degli stati.
Su presupposti cos limitati, il ruolo dell'Onu fu inizialmente modesto. Rest estranea
all'indipendenza delle Filippine, dell'India, Pakistan, Sri Lanka, Birmania e Indocina. Il
suo intervento = utile solo per Libia-Somalia.
Anni 50 Francia affrontare l'anticolonialismo del gruppo afro-asiatico. Questione
marocchina e tunisina si riproposero fino al 1956, anno in cui i due protettorati ottennero
l'indipendenza. Fine del 1960, i diplomatici algerini ottennero dall'assemblea generale il
riconoscimento dei diritti del popolo algerino alla libera determinazione di s e
all'indipendenza.
Nell'ex Congo belga, l'azione dell'Onu = importante. Invocata da Lumumba 1960
intervento di polizia internazionale fu sostenuto solo dagli Stati Uniti, essersi rivelato
lungo e costoso, ma fu un successo, riuscendo a preservare l'unit e l'indipendenza del
paese.
1960-63 prima ondata di indipendenze africane. 1960 fu adottata una dichiarazione
sulla concessione dell'indipendenza ai popoli e ai paesi coloniali nacque cos il
comitato di decolonizzazione dell'Onu. L'Onu ebbe un ruolo molto attivo contro il
colonialismo portoghese, il separatismo sudrhodesiano e il regime di apartheid in
Sudafrica. Tenacia dell'Onu = innegabile e efficace nel regolamento della questione
Namibiana. L'Onu accompagn e amplific il processo di decolonizzazione.
Fondata il 22 marzo 1945: la Lega Araba un programma antimperialista che sollev
grandi speranze nel Nord Africa e fu sperimentato con successo quando la Francia
dovette riconoscere l'indipendenza definitiva di Siria e Libano. La lega offr debole
sostegno alla lotta per l'emancipazione dei due protettorati del Maghreb. L'indipendenza
della Libia dipese dalle decisioni ONU, mentre quella dell'Algeria fu molto pi favorita
dal sostegno del colonnello Nasser che dalla lega araba.
Fondata nel 1963: l'organizzazione dell'unit africana (OUA) fu il risultato di un
compromesso, che avrebbe causato divergenze stabili, tra chi sosteneva
un'organizzazione integratrice degli Stati che promuovesse un'unit africana
(progressisti) e chi optava per una semplice associazione per la cooperazione (moderati)
= affermando i principi di uguaglianza sovrana degli stati e di non ingerenza negli affari
interni.
L'OUA non ebbe influenza sul compimento della decolonizzazione africana, per
mancanza di mezzi finanziari e a causa delle divisioni interne.
Il ruolo delle chiese dagli anni 1870-80, colonizzazione ed evangelizzazione andate
di pari passo. Poco diffusa in terra islamica, dove incontr forti resistenze, l'opera
missionaria fu importante in Africa, Madagascar, Asia e Oceania.
Negli ambienti cattolici le voci discordanti furono rare. Fu dal Vaticano che arriv una
presa di distanza destinata a diffondersi. Leone XIII aveva gettato le basi di una teologia
della colonizzazione fondata sull'uguaglianza delle razze e sul rispetto della persona
umana. Simile precauzione necessaria perch il colonialismo aveva perso il suo spirito di
crociata per caricarsi di motivazioni politiche e commerciali a cui la Chiesa intendeva
restare estranea. Pio XI promulg nel 1926 l'enciclica Rereum Ecclasiae che, grazie al
rallentamento dello slancio missionario formazione di un clero indigeno su larga scala.
Pio XII enciclica Fidei Domum 1957 e enciclica Evangelii Praecones 1951:
1) rifiuto della Chiesa universale di legarsi ad una cultura particolare, poich il Vangelo
come parola e atto di Dio trascende tutte le culture;
2) i torti causati dalle nazioni civilizzate ai popoli che avevano sotto tutela;
3) la necessaria evoluzione dei popoli colonizzati verso una libert giusta e progressiva e
cooperazione estesa a tutti i campi. Questa posizione evolutiva fu applicata solo dove il
comunismo non costituiva una minaccia. In caso contrario in Indocina, il Vaticano ebbe
un atteggiamento pi prudente, avallando la riconquista militare francese.
Francia cattolica = posizionamento centrista ma alcune scelte pi radicali. Tanti i cattolici
a capo della lotta per la decolonizzazione: crisi dei protettorati e guerra d'Algeria =
esempi di questo posizionamento critico.
Le missioni protestanti si insediarono pi tardi, seconda met del 19 secolo = et dell'oro
della loro espansione. La loro penetrazione fu modesta nel sud-est asiatico, ma molto pi
cospicua nell'Africa nera, in Madagascar e in Oceania. Si instaurarono rivalit tra
missione cattolica-protestante. Le missioni protestanti esercitavano questi compiti con
maggiore libert e ampiezza di vedute rispetto a quelle cattoliche, anche perch disposero
di autonomia e mezzi finanziari pi consistenti (missioni americane).
La traduzione della Bibbia in lingua locale, fu un potente mezzo di acculturazione. Meno
timorate delle missioni cattoliche, esse incoraggiavano la formazione di un'lite
occidentalizzata.
Le missioni protestanti contribuirono a rendere pi umana la colonizzazione,
denunciandone gli eccessi. La decolonizzazione trovo quindi terreno fertile. 1946 la
commissione delle chiese per gli affari internazionali = a favore della promozione
dell'indipendenza dei popoli colonizzati delle istituzioni politiche.
Innegabile che le chiese anticiparono la decolonizzazione e la accompagnarono, fornendo
gli strumenti per una critica razionale del colonialismo.
Bandung e Suez si form all'Onu un gruppo arabo-asiatico che, con l'adesione
dell'Etiopia e della Liberia fine 1950, divenne un gruppo afro asiatico che si prefisse un
duplice scopo:
1) assumere la guida di un antimperialismo militante;
2) definire una linea indipendente dalle sfere di influenza che si ponesse al servizio della
pace.
Aprile 1954: i capi di governo di Sri Lanka, India, Pakistan, Birmania e Indonesia si
riunirono a colombo con l'intento di organizzare una grande conferenza afro asiatica, ma
questa idea scontr con le reticenze di Nehru che riteneva prima necessario normalizzare
le relazioni tra India e Cina. appuntamento fissato a Bandung nell'isola di Giava.
Furono 25 gli stati invitati. Mancato invito ai paesi latinoamericani, considerati troppo
assoggettati all'imperialismo Yankee e esclusione dell'Urss. Mettendo insieme stati
comunisti, filo occidentali (Giappone) e neutralisti = di organizzatori diedero prova di
un'importante volont di compromesso.
Fu al colonialismo tradizionale che si attenne il comunicato finale del 24 aprile e del
diritto all'indipendenza dei popoli nordafricani.
Capitolo 3 l'Asia.
conclusione alla quale giunse la quasi totalit della classe politica inglese.
Pi dell'indipendenza, riconosciuta come inevitabile, furono la divisione e le sue
condizioni a rappresentare un problema. Responsabilit di:
1) turbolenza del congresso
2) Jinnah = personalmente ostile alla divisione, ne avrebbe brandito l'esigenza per
ottenere dal congresso le maggiori concessioni possibili a vantaggio della propria
comunit.
Dibattito tra:
1) preminentisti = considerano ineluttabile la divisione
2) artificialisti = la ritengono uno spiacevole incidente storico.
1) mettono in discussione l'incompatibilit di fondo tra le identit religiose, le strutture
sociali e i comportamenti, in ragione della contrapposizione del monoteismo e
dell'egualitarismo musulmani al politeismo e alla gerarchia ind.
2) rilevano analogie tra i due sistemi = lunga compatibilit dimostrata prima e durante la
dominazione coloniale.
Ai confini dell'India: Sri Lanka, Birmania e Malesia Sri Lanka e Birmania accesso
all'indipendenza senza particolari problemi all'inizio del 1948, dopo un graduale processo
di concessione. La Malesia avrebbe invece conosciuto una decolonizzazione pi
conflittuale e tardiva per via della lunga guerriglia comunista contro la potenza imperiale.
Indipendenza dello Sri Lanka = un nazionalismo accomodante, cui dal 1941 la Gran
Bretagna concesse uno statuto di autonomia interna nell'ambito di uno sistema
rappresentativo.
Alla fine della guerra, tenendo conto dell'energico sostegno apportato alla mobilitazione
inglese, conservatori e laboristi d'accordo nel considerare Sri Lanka il procedimento pi
maturo per accedere allo statuto di dominion. 1944 adozione di riforme costituzionali.
Nuova costituzione 1946 riconobbe un'autonomia completa e lo statuto di dominion
indipendente. Indipendenza fu effettiva il 4 febbraio 1948 e adesione al Commonwealth.
Birmania = nel 1923 fu posta sotto un regime diarchico. Il nazionalismo di Romano si era
affermato lentamente, senza mai derivare ad assumere la forma di un grande partito. Il
nazionalismo si allarg = propaganda socialista - antibritannica, 1939 fondato il partito
comunista. Conquista nipponica nel gennaio 1942 = brutalit dell'occupazione
giapponese origin una resistenza composta da comunisti. Arrivo delle truppe britanniche
nel maggio 1945.
Churchill nutr grande avversione nei confronti del nazionalismo birmano, colpevole di
aver patteggiato con i giapponesi. Attlee gioc la carta Aung San leadership
politica, accordo dell'27 gennaio 1947= si realizzava un processo politico simile a quello
dell'India: elezione di un'assemblea costituente, formazione di un governo provvisorio e
promessa di indipendenza. Optato per un federalismo con diritto di secessione, la
Birmania ebbe accesso all'indipendenza il 14 gennaio 1948 senza aderire al
Commonwealth.
Decolonizzazione pi difficoltosa della Malesia perch:
1) popolazione multietnica = tensioni fra le comunit malese-cinese;
2) forte presenza comunista. Posizione predominante della comunit cinese, la pi solida.
Gli inglesi ne furono consapevoli e nell'aprile 1946, proclamarono una unione Malayan,
una politica di riconquista. Le differenze principali furono nel trattamento delle due
colonie: nell'arcipelago indonesiano l'autorit coloniale venne eliminata; in Indocina
invece l'amministrazione francese rest in vita fino al 1945. Le differenze riguardavano
inoltre la diversa posizione internazionale = i Paesi Bassi= obbligati ad accettare la
mediazione di Usa-Uk, mentre l'orientamento comunista del movimento di liberazione
nazionale colloc l'Indocina al centro della guerra fredda.
1930 installazione dei primi soviet comunisti = malessere profondo della societ
vietnamita, aggravato dalla crisi economica e alimentato dall'immobilismo
dell'amministrazione coloniale. malessere legato alla sovrappopolazione contadina,
all'esproprio fondiario, alla prevaricazione fiscale, alle condizioni di lavoro e salariali.
Malessere anche operaio: diminuzione dei salari 1930-36, rialzo dei prezzi e scioperi
1936-37. Malessere dei giovani intellettuali disprezzo o sottoccupazione da parte
dell'ordine coloniale.
La borghesia vietnamita, inorridita dalla violenza operaia e contadina, si era rifugiata in
atteggiamenti simili al potere coloniale.
L'ascesa del fronte popolare nel 1936 distensione politica, grazie alla liberazione di
prigionieri e all'allentamento della censura. Il ministro delle colonie e il governatore
riuscirono ad introdurre soltanto alcune utili forme sociali, a discapito di qualsiasi
prospettiva di evoluzione istituzionale, contribuendo a consolidare all'interno della
societ coloniale una posizione.
Occupazione giapponese:
1) depredando sistematicamente le risorse del paese
2) incoraggiando le forze di opposizione al potere coloniale. Vichy aveva inviato
l'ammiraglio Decoux che ricorse ad una serie di manovre allo scopo di conservare intatte
le prerogative della sovranit francese, di incoraggiare lo sviluppo e la diversificazione
delle risorse economiche, di contrastare il comunismo vietnamita e di promuovere un
patriottismo franco vietnamita. Decoux combin una politica di favori a vantaggio dei
sovrani locali con la promozione della lingua e della cultura vietnamita.
Parallelamente i dirigenti comunisti preparavano l'alternativa allo status quo franco
nipponico. Fondata nel 1941 il Vietminh = il suo programma fu pi di carattere nazionale
e sociale, ostile all'occupante giapponese e al colonialismo francese. Esso fu ben visto e
finanziato dalla Kuomintang cinese e dei servizi segreti americani embrione di
apparato amministrativo, con stampa clandestina e milizie armate.
In ragione della cresciuta importanza dell'Indocina dopo la perdita delle Filippine e allo
scopo di sventare la doppia minaccia di sovversione comunista e rivolta delle truppe
francesi, i giapponesi scatenarono un'azione di forza il 9 marzo 1945. Il Vietnam,
Cambogia e Laos si videro conferire un'indipendenza a cui i sovrani locali aderirono
frettolosamente, ma rest teorica. La situazione mut dopo il bombardamento di
Hiroshima e il 15 agosto della resa giapponese. Le forze dell' vietminh si organizzarono
in un esercito di liberazione e si impadronirono delle citt. Il 25 agosto l'imperatore
abdic, lasciando il posto alla Repubblica democratica vietnamita, proclamata il 2
settembre a Hanoi da Ho chi minh. Fondato uno Stato fragile ed embrionale, ma che
godeva di reale legittimit e misure per lo sradicamento del feudalesimo agrario.
I francesi sbarcarono a Saigon guerriglia vietminh in Cocincina.
2) l'Algeria.
Guerra complessa che sovrappose la classica prova di forza tra colonizzatore e
colonizzato agli effetti indotti da altre due guerre accessorie:
1) una interna ai francesi = fu essenzialmente una guerra d'opinione incentrata sulla
legittimit e sulle modalit del conflitto;
2) altra interna agli algerini = scontro spietato che mise a confronto il FLN e il
movimento nazionale algerino.
L'Algeria francesestoria dell'Algeria francese = successo della colonizzazione e
fallimento dell'assimilazione.
Nonostante il ritardo dell'industrializzazione, la colonizzazione fu il grande successo
dell'Algeria francese, frutto di un paziente lavoro di sfruttamento del suolo.
L'assimilazione fu soddisfatta a partire dal 1848 con il conferimento di statuto di
dipartimento al territorio algerino che le garantiva il diritto ad una rappresentanza locale.
L'assimilazione divent poi la dottrina ufficiale della terza Repubblica che, in nome dei
suoi principi egualitari e del suo ideale civilizzatore, avrebbe dovuto procedere ad un
allineamento della condizione giuridica e materiale della popolazione musulmana su
quella della minoranza europea. = ci non avvenne per volont della potente lobby
coloniale algerina. L'assimilazione non fu uno strumento di promozione bens di
destrutturazione della societ algerina.
Vi furono alcuni progressi: codice dell'indice nato 1881 abolito; la doppia fiscalit
musulmana venne soppressa nel 1919; possibilit di naturalizzazione allagate. Ordinanza
del 7 marzo 44 afferm il principio di uguaglianza per tutti gli abitanti dell'Algeria.
In campo economico-sociale l'assimilazione fu apertamente contraddetta. L'ampiezza
dell'esproprio fondiario ed espulsione dei contadini verso le terre pi povere, insieme a
un'esplosione demografica incontrollata, avevano prodotto un impoverimento delle masse
contadine. Disoccupazione interessava nel 1954, un quarto della popolazione maschile in
et lavorativa. L'Introduzione nel circuito capitalista favoriva indebolimento
dell'economia tradizionale.
L'Algeria si svegli tardi al nazionalismo. Un ritardo dovuto all'assenza dello Stato
autenticamente algerino preesistente alla conquista, alla debolezza numerica della
borghesia algerina e all'adesione di quest'ultima a i miti egualitari dell'assimilazione
all'interno di una Repubblica indivisibile. Prima opposizione del movimento dei giovani
algerini 1910. Gli ulema si riunirono in federazione nel 1921, allo scopo di gettare le basi
storiche e culturali di una nazione algerina, aggiungendo il ripudio del colonialismo
straniero all'esigenza di ritorno alla purezza della fede musulmana. Il ruolo degli ulema fu
fondamentale nella genesi-affermazione del nazionalismo algerino. divisioni al suo
interno.
Fu la repressione a prevalere, attenuatasi solo con l'ascesa del fronte popolare. 1936
progetto che conferisse l'attributo di lettori a pieno titolo a una parte di musulmani scelti
in base a criteri diversi. Il carattere estensivo della cittadinanza suscit grandi speranze
verso le categorie pi evolute, sollevando invece un'alzata di scudi da parte dei francesi
d'Algeria. E si avviarono una campagna di intimidazione, facendo s che il progetto
venisse abbandonato = facile vittoria dei coloni.
Ben accolto dalla popolazione europea, il regime di Vichy sette inizialmente guadagnarsi
religioni africane.
Precedentemente alla prima guerra mondiale, lo sviluppo congiunto del capitalismo e
dell'amministrazione aveva favorito la nascita di una ristretta classe media urbana: piccoli
imprenditori, commercianti, impiegati = un discreto messaggio di emancipazione = molto
pi evidente nell'Africa occidentale inglese-francese rispetto al resto del continente.
Nacquero strumenti di emancipazione: associazioni, club, giornali e partiti politici.
Il futuro dell'Africa si decideva fuori dal continente: nei centri di ricerca europei-
americani. In Europa, quello coloniale non era pi un dibattito nazionale e restava
limitato.
La repressione ebbe comunque la meglio, resistenze contadine, religiose o politiche, ma
fu meno brutale rispetto agli inizi del secolo e pi fondata sulla censura e sulla
detenzione. La tesi che si affermava era quella di un dovere di civilizzazione = per
ottenere benessere materiale ed elevazione intellettuale imponeva alle madrepatria uno
sforzo maggiore nel campo delle infrastrutture e dell'istruzione. Meno incline della
Francia a promuovere una classe di funzionari africani, la Gran Bretagna fu la prima ad
aprire agli indigeni. La Francia si limit agli organi consultivi. In Madagascar si svilupp
un movimento nazionale.
L'importanza strategica ed economica dell'Africa fu maggiore durante il secondo
conflitto. = una maggiore valorizzazione delle basi militari e delle risorse economiche, i
cui effetti rafforzarono l'importanza della borghesia nera. La supremazia dei bianchi fu
messa in difficolt dagli insuccessi delle potenze alleate. Gli Stati Uniti invece godevano
di una reputazione lusinghiera, sia per i principi emancipatori enunciati nella carta
atlantica, sia per gli incoraggiamenti al panafricanismo da parte dell'amministrazione
Roosevelt. La delusione fu notevole quando, all'indomani della guerra, le potenze
coloniali riaffermarono il proprio dominio con un ritorno allo status quo (Belgio) o con
riforme insufficienti (Gran Bretagna, Francia). Si moltiplicarono i segnali di un
nervosismo sociale-politico.
Ci che colpisce non l'accesso all'indipendenza da parte delle colonie africane, quanto
la sua precocit e la rapidit con cui si svolta. Un ambiente internazionale meno
favorevole alla perpetuazione del dominio coloniale. Evoluzione convergente
dell'opinione pubblica europea meno sensibile alla grandezza imperiale e pi attenta al
costo reale della colonizzazione.
Nel continente africano il boom economico anni 50, la modernizzazione rapida delle
infrastrutture e la progressiva abolizione del lavoro forzato, accelerarono le
trasformazioni sociali. Il progresso del lavoro salariato e la sindacalizzazione degli
operaie furono fattori di emancipazione. Per la prima volta i partiti uscirono dalla ristretta
cerchia della classe media per raccogliere adesioni di massa e perseguire obiettivi
emancipatori. I partiti adempirono la funzione di catalizzatori di un nazionalismo
territoriale, rappresentando la leva principale dell'indipendenza.
Di fronte a questa netta radicalizzazione, le potenze coloniali ebbero reazioni diverse, ma
ovunque la repressione ebbe la meglio: se questo di giornali, arresto di leader i militanti,
interdizione di partiti.
La decolonizzazione africana suddivisa in tre fasi:
1) 1957-60 = indipendenza di 15 colonie e il suo carattere negoziato e Pacifico.
minoranza bianca dalla pressione demografica dei neri, dalla loro crescente
urbanizzazione e dall'emergere di una borghesia concorrente. Un intero sistema
legislativo dava armi legali alla repressione, regolamentando l'attivit di stampa, sindacati
e partiti. Dal 1951, le ex riserve furono progressivamente sostituite con i bantustan che,
rispondevano ad un triplice obiettivo della minoranza bianca:
1) frenare la mobilit geografica della manodopera e il suo inserimento urbano;
2) attenuare le tensioni sociali permettendo ad un'lite nera di accedere ad alcune
responsabilit;
3) ostacolare e dividere il nazionalismo nero alimentando le diversit e le ostilit etniche.
Si era costituito nel 1923 l'ANC = movimento fu represso. Pan African Congress (Pac) =
scaten una campagna contro i pass imposti ai neri x gli spostamenti, provocando violenti
scontri a Sharpeville 21 marzo 60. Con la proclamazione dello stato d'emergenza, Anc e
Pac furono sciolti. Sudafrica = tregua di 15 anni.
La repressionedelle rivolte studentesche di Soweto 16-22 giugno 76, Sanc un brutale
inasprimento del sistema, ma in un contesto internazionale non pi favorevole.
Il lungo governo di Botha introdusse degli alleggerimenti all' petty apartheid, ma il
risveglio dell'agitazione e gli attentati rilanciavano la repressione, e culmin nell'85 con il
ritorno allo stato d'emergenza. 1988, il congresso inaspr le sanzioni economiche. Il
nuovo primo ministro De Klerk = rompere con la mentalit da bunker dei suoi
predecessori. Una volta risolta la questione namibiana, l'evoluzione verso un Sudafrica
libero dal razzismo e dalla discriminazione fu rapida e si svolse nel 90: legalizzazione dei
movimenti nazionalisti neri, liberazione di Nelson Mandela, abolizione della
segregazione nei luoghi pubblici, revoca dello stato d'emergenza. Ascesa di una societ
multirazziale democratica. Adozione di un dispositivo costituzionale, elezione di
Mandela alla presidenza della Repubblica nel 1994.
Ultimo evento di decolonizzazione Africa del sud ovest. Ex colonia tedesca divenuta
mandato nel 1919 e territorio sotto tutela nei 45, poco popolata ma ricca di diamanti e
minerali = Namibia. Met degli anni 60 ebbe inizio la resistenza armata, ma questo non
imped al Sudafrica di organizzare il territorio sul modello dell'apartheid e dei bantustan.
L'accesso all'indipendenza dell'Angola 1975 cambi la situazione. La Swapo ricevette
sostegno finanziario e materiale da parte dei paesi dell'est e di Cuba. Il Sudafrica tent di
destabilizzare l'Angola. La negoziazione era ancora aperta, ma mancato ritiro dall'Angola
dei soldati cubani. Gorbaciov scelse la strada del disimpegno sovietico, spingendo anche
Cuba nella stessa direzione. Il ritiro delle forze straniere dell'Angola, avvi una soluzione
pacifica della questione namibiana. L'Onu invi una forza civile e militare di assistenza
per assicurare la transizione verso l'indipendenza. Nuovo stato, proclamato indipendente
il 31 marzo 90. Il raggiungimento di tale indipendenza fu tra i pi difficoltosa e vista
l'integrazione della Namibia nello spazio economico sudafricano, ebbe carattere quasi
esclusivamente politico.
3) la decolonizzazione francese. Brazzaville e le sue conseguenze essa caus una
rottura. L'intenzione era di precedere l'inevitabile internazionalizzazione che la questione
coloniale avrebbe subito all'indomani del conflitto e di dimostrare la volont di
promuovere riforme pur lasciando immutata la propria sovranit.
Conferenza di Brazzaville, Laurentie = direttore degli affari politici sosteneva
un'organizzazione federale di popoli associati alla Francia, il cui obiettivo era il self-
government. Progetto molto audace, ma anche molto prudente. Il progetto si scontrava
con i sostenitori dello status quo e con i fautori dell'assimilazione.
La conferenza non aveva poteri decisionali, il suo programma = ambiguo. Il governatore
Saller, di tendenze a ssimilazioniste, fece introdurre un appello all'opera civilizzatrice
della Francia, che escludeva ogni idea di autonomia e ogni costituzione anche lontana di
self-government, raccomandando la rappresentanza degli indigeni nelle assemblee dei
consigli e in Parlamento. Raccomandazioni economiche e sociali con Ebou e non
mancavano di audacia e generosit: rottura del patto coloniale, sviluppo pianificato della
produzione, incoraggiamento all'industrializzazione, ripudio dello statuto dell'indigenato,
promozione dell'istruzione, innalzamento del tenore di vita. autorizzazione dei
sindacati, abolizione dell'indice nato e dell'lavoro forzato, adozione di un codice del
lavoro, estensione della cittadinanza a tutti i cittadini dei territori d'oltremare queste
concessioni avvenivano in un clima di grande nervosismo africano. = impazienza da parte
delle popolazioni. Fu realizzato un apparato sindacale che denunciava gli abusi del
colonialismo e la violazione delle leggi.
Nell'incontro con Roosevelt del 1984, de Gaulle prediligeva l'idea di una federazione ma
adesso si prefer la formula dell'unione francese. Essa non sarebbe stato federale ma
composta di territori con una certa autonomia sotto la direzione di uno stato federatore.
L'esperienza dell'unione francese elemento pi importante di essa = l'Africa nera. Il
suffragio era universale per il collegio dei cittadini, ma non lo era per l'immensa
maggioranza degli indigeni = un collegio ristretto destinato ad allargarsi
progressivamente, 6 milioni 1955. Questo sviluppo del sistema rappresentativo ebbe il
merito di plasmare una classe politica africana. Se non era pi il re della savana,
l'amministratore restava onnipresente e onnipotente nel mantenimento dell'ordine
coloniale.
Insurrezione Malgascia 1947. L'amministrazione della Francia libera non si era distinta
molto da quella di Vichy. Febbraio 1946, in questo contesto di scontento e frustrazioni
accumulate, ma anche di vaga speranza di cambiamento alimentata dalla carta delle
Nazioni Unite, venne fondato a Parigi il movimento democratico del rinnovamento
Malgascio (MDRM) = persegu l'obiettivo di un'indipendenza immediata.
Il MDRM aveva rivendicato per l'isola lo statuto di stato associato nell'unione francese,
ma esso era stato negato. Suddivisione del territorio in cinque province percepita come un
attentato all'unit = agitazione al culmine. 29 marzo 47 una rivolta locale degener in un
massacro di europei = insurrezione. Riconquista delle zone in sorte dur fino a dicembre
48, il MDRM fu sciolto e i suoi dirigenti arrestati. = 25000 morti.
La guerriglia che insanguin il Camerun dal 1955-59 ebbe origine dallo scontro tra
un'amministrazione e dei coloni molto conservatori e l'impazienza emancipatrice della
fazione pi radicale dell'unione delle popolazioni camerunensi di Nyobe.
Rivendicazioni: indipendenza immediata e riunificazione. Repressione degli scontri
urbani del 55. Nyobe entr in clandestinit, ispirandosi al maoismo, egli scaten
operazioni di guerriglia obbligando l'esercito francese ad operazioni di rastrellamento.
Nyobe ucciso il 13 settembre 58. Il Camerun, sotto controllo ONU, si rivolse
pacificamente prima verso l'autonomia e poi verso l'indipendenza.
L' RDA nato nell'ottobre 46, i cui delegati provenivano dai circoli comunisti e sindacali.
Il suo programma marxisteggiante era di stampo anticolonialista, pur non essendo
separatista, ma ci sufficiente a farne allontanare molti leader moderati. L'RDA =
raggruppamento di partiti, i cui quali provenivano dalla piccola borghesia e dal
sindacalismo e diedero prova di un'intensa attivit di mobilitazione e propaganda. Dura
repressione francese nel 49-50. L'amministrazione moltiplic intimidazioni e
ostilit.distensione luglio 50.
anni 50la gestione economica dell'Africa francese = molto pi dinamica. Il merito fu
della IV Repubblica, che seppe rompere con l'egoismo di corte vedute della precedente.
Vichy aveva usato intaccare lo status quo, ma fu solo dopo la guerra civile che il paese si
not dei mezzi necessari: una programmazione quadriennale articolata in base a piani di
modernizzazione. Lo sforzo finanziario permesso dalla madrepatria fu notevole: 20%
dell'investimento pubblico totale. Crescita del prodotto interno lordo 10% nell'Africa
occidentale-equatoriale francese tra il 1947-58.
Campo privilegiato dell'investimento pubblico furono le grandi infrastrutture:
sistemazione dei porti, strade, campi di aviazione, dighe, risorse minerarie e petrolifere e
fabbriche. Istruzione grandi progressi.
Questi risultati notevoli furono contestati: alcuni esperti si preoccupavano per i costi
supplementari che tale sforzo comportava in un momento in cui il riorientamento degli
scambi commerciali verso l'Europa rendeva pi urgente la modernizzazione
dell'economia francese.
Dien Ben Phu, Bandung, Suez = ripiegamenti del potere coloniale che guidarono un
risveglio della vita politica africana dal 1955.
La perdita dell'Indocina fece dell'Africa il centro dell'unione francese e la revisione del
titolo VIII della costituzione si rese necessaria. Nell'ottobre 1955 Teitgen costru un
progetto per una nuova organizzazione dei territori africani e malgascio: generalizzazione
del suffragio universale, responsabilit dei governi africani negli affari interni e ampia
africanizzazione della funzione pubblica. Legge adottata 23 giugno 1956.
Dotata di maggiori poteri, ogni assemblea e leggeva un consiglio di governo composto di
12 ministri, presieduto dal capo del territorio francese (ex governatore). Stesso schema
applicato ai raggruppamenti territoriali dell'Africa occidentale-equatoriale francese.
La legge quadro non realizz una piena autonomia interna a causa del potere diarchico. I
leader africani consideravano la legge come un buon inizio.
Bilancio della IV Repubblica = in meno di 12 anni la sua attivit fu notevole. Certamente
commise ancora abusi di potere e di autorit, ma seppe educare la classe politica africana
nell'ambito di un quadro istituzionale rinnovato, accelerando cos la modernizzazione
economica e sociale dei territori posti sotto la sua responsabilit.
Dalla comunit alle indipendenze de Gaulle nutriva un profondo attaccamento
personale all'Africa. Brazzaville = discorso che segn la rottura con il vecchio ordine
coloniale. De Gaulle scelse il federalismo, ma temendo una proliferazione di stati fragili e
influenzabili, prefer mantenere una sovranit e una cittadinanza uniche all'interno di una
struttura solitamente costruita dalla Francia. = costituzione del 25 luglio = ignor il diritto
all'indipendenza. I leader africani manifestavano unanimemente la propria opposizione.
De Gaulle comprese la minaccia e avvi un mutamento di rotta. Il termine federazione
sussidi sociali previsti furono minori rispetto a quelli della madrepatria e la legislazione
del lavoro venne applicata male conflitti sociali. Questo fallimento favor la
rivendicazione autonomista. I governi francesi dell'epoca immobilismo politico
scredit le tendenze che sostenevano l'autonomia a vantaggio di quelle indipendentiste.
Le leggi di decentramento del 1982 elevarono i DOM al rango di regioni e furono
accompagnate da diverse leggi fiscali. Il tenore di vita relativamente elevato dei Dom ha
moderato e marginalizzato l'indipendentismo.
TOM= l'arcipelago delle Comore fu oggetto di un dibattito tra autonomisti e
indipendentisti, rivoltosi a favore dell'indipendenza con il referendum del 1974. Ma
l'isola di Mayotte aveva manifestato la volont di restare nella Repubblica. La mancanza
di uno statuto di dipartimento d'oltremare = l'isola una collettivit territoriale della
Repubblica, dotata di un consiglio generale.
Possedimento francese dal 1853, la nuova Caledonia era stata a lungo sottoposta ad un
regime coloniale molto duro. Questo trattamento all'algerina aveva avuto gravi
conseguenze di destrutturazione e deculturazione delle societ rurali, aggravate dalle
rivolte duramente represse del 1878 e il 1917. L'istruzione non permetteva alcuna
possibilit di ascesa sociale, il codice dell'indigenato e il lavoro forzato scomparvero solo
dopo il 1945.
Sfruttamento del nichel, di cui la Nuova Caledonia divenne il terzo produttore mondiale e
di altri minerali, provoc un afflusso di dirigenti provenienti dalla madrepatria. Boom del
nichel si gonfi nel 1975. Altri fattori alimentarono la rivendicazione indipendentista:
natura interna ed esterna, con l'indipendenza degli arcipelaghi Oceaniani. La situazione
sub una brusca radicalizzazione nel 1984.
Questi fatti, aprirono una grave crisi. Inviato da Parigi, l'ex ministro gollista Pisani
prospett pubblicamente un'indipendenza-associazione in quattro province. In
madrepatria il ritorno al potere della destra nel 1986 confort i sostenitori delle maniere
forti.
La missione di dialogo avviata da Rocard, nuovo primo ministro, permise di evitare il
peggio e di predisporre al meglio il futuro. Ampia amnistia e accordo firmato il luglio
1988, stabil il mantenimento dello statuto di autonomia provinciale fino al referendum di
autodeterminazione, mentre lo Stato assumeva l'amministrazione diretta del territorio per
un anno. L'accordo fu accettato.
Il processo di pace non fu interrotto e fece un passo avanti grazie all'accordo stipulato a
Noumea 1998: cittadinanza neo-caledoniana organizzando un trasferimento
progressivo delle competenze statali in favore di un governo territoriale responsabile.
Fragile a causa della persistenza di tensioni intra-inter comunitarie, la pace caledoniana
ancora in divenire.
Arcipelago polinesiano un'autonomia interna grazie alle leggi del 1977-1984,
seguendo un'evoluzione pacifica ma molto agitata dal punto di vista elettorale crisi.
Altri casi l'imperialismo Usa coniuga un ampio dominio economico di aziende
agroalimentari e multinazionali americane ad una soggezione politica sostenuta dalle
oligarchie locali e da dittatori compiacenti. Tra il big stick caro ai repubblicani e il buon
vicinato pi rispettoso delle regole costituzionali, difeso dai democratici, non vi sono di
mezzo e di interventi armati della Cia = molti. La pax americana ormai non sembra pi in
e acquisire una legittimit internazionale. Compiti questi, tanto temibili quanto lo erano la
mancanza di transizione, la scarsit di quadri e l'assenza di coesione. La persistenza del
sottosviluppo, il fallimento di troppi modelli frettolosamente improvvisati base di
un'instabilit che la diffusione del partito unico e delle derive autocratiche serv pi a
sostenere che ad ostacolare. Anni 60-70 atteggiamento di indulgenza. Fine anni 80,
discorso terzomondista non ha + successo.
Il sud e il Nord Dopo Bandung, il terzo mondo era una massa indifferenziata, unita
solo dalla povert e dalla scarsa industrializzazione. Esso ripudi le strutture imposte dal
mondo sviluppato: con il non allineamento, con cui rifiut la bipolarit e il condominio
inconfessato delle due grandi potenze sugli affari mondiali; e con la nascita nel 63 di una
formazione propria all'Onu. Legato alla storia dello scambio ineguale, il terzo mondo
oppose al libero scambio astratto e complicato, vantaggioso solo per i paesi sviluppati, le
regole di un commercio equo per il passaggio dalla decolonizzazione politica alla
decolonizzazione economica. La crescente differenziazione del terzo mondo, favorita dal
petrolio e dall'ascesa dei paesi emergenti, port il sud a frammentarsi in una serie di
interesse particolare scontrarsi con l'opposizione ostinata degli Usa. Comunit
economica europea convenzione di Yaound 1964 stabil dei legami tra la comunit e i
18 Stati africani, Caraibi e del pacifico.
L'aiuto allo sviluppo ha suscitato diversi dibattiti e sollevato critiche. Raramente
disinteressato da parte dei contributori e a lungo condizionato dalla rivalit est-ovest, esso
stato considerato un atto di neocolonialismo perpetrato da paesi che ricorrono
massicciamente all'aiuto bilaterale (Francia) o all'aiuto legato (Usa e Giappone). L'aiuto
pubblico bilaterale favorisce il clientelismo politico dei giovani stati e diventa
antieconomico. Paesi meno avanzati da anni 80 l'evoluzione degli aiuti pubblici in
diminuzione.
L'inserimento internazionale la portata della decolonizzazione proporzionale alla
crescita numerica degli stati Onu. In un mondo rimasto ancora bipolare, l'emergere di
nuovi stati non ha destabilizzato l'equilibrio mondiale, ma lo ha reso pi complicato.
1962-75 = la distensione est-ovest non fu turbata dall'accelerazione delle indipendenze e
nemmeno dal conflitto arabo-israeliano e guerra del Vietnam. Penetrazione sovietica in
Angola, Mozambico e corno d'Africa: nuovo fronte della guerra fredda.
Bandung fu la matrice diretta dell'afroasiatismo e del non allineamento, concorrendo alla
pace mondiale e ripudio della logica dei blocchi. L'afroasiatismo si inaridito in
polemiche su rappresentanza e influenza, non riuscendo a staccarsi dal clientelismo delle
grandi potenze. Esso si era diffuso in America Latina con la creazione, nel 1266 della
Tricontinentale di solidariet dei popoli= intenzione era di coordinare una strategia
imperniata sulla priorit della lotta armata. Si limitarono ai focos scoppiati
nell'America del sud che favorirono molto di pi la proliferazione delle dittature latino-
americane che la causa della rivoluzione.
Molto promettente, il non allineamento non ha resistito alla prova dei fatti. Diverso
approccio dei tre uomini di Stato riuniti a Brioni: neutralismo equidistante dall'est-ovest
per Tito, pacifismo non violento per Nehru, neutralismo attivo, che sapesse cio servirsi
della rivalit dei due grandi, per Nasser.
L'ambiguit rest costante tra la priorit della lotta contro l'imperialismo americano,
tra ex colonizzatori-colonizzati.
Le memorie post coloniali si concentrarono sulla guerra d'Algeria. Se lo Stato algerino
imponeva l'iperamnesia, la Francia oblio. = dovere di dimenticare contro quello di
ricordare. L'obiettivo era impedire qualsiasi lavoro di memoria che avesse potuto
chiamare in causa lo stato.
L'Algeria indipendente stata edificata sulla continua memoria della guerra di
liberazione, ancora vive la fiamma del ricordo. Essa mise in atto un sistematico discredito
dell'avversario, servendosi di una storia di menzogne in cui la falsificazione si
accompagn ad una depurazione dell'informazione.
Per molto tempo le autorit francesi opposero a questa memoria di ovatta una volont di
non-memoria. Guerra d'Algeriavinta sul piano militare ma persa su piano politico, non
meritava di essere commemorata.
Legge 1999 ha ufficializzato l'espressione guerra d'Algeria.
Fulcro della questione le difficolt di adattamento e di inserimento di una minoranza
di immigrati provenienti dall'ex impero: presso i francesi = estremismo xenofobo; presso
gli immigrati confermava l'idea del rifiuto-disprezzo. Si cre dunque una frattura
coloniale, alimentata dall'irruzione di memorie conflittuali continuamente riattivate.
Questi eccessi risultato stato un indebolimento del legame sociale e della coesione
nazionale a vantaggio della chiusura comunitarista. La fine di questa ipertrofia
legislativa, fatta di divieti e di ingiunzioni, si avuta quando il consiglio costituzionale ha
abrogato l'articolo 4 della legge del febbraio 2005, che insisteva sul ruolo positivo della
presenza francese oltremare.