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Incontri e dibattiti antichisti della Psychologische Mittwoch-Gesellschaft
Tralasciando per un attimo la complessa ambiguit del nesso teoretico tra
filosofia e psicanalisi resta innegabile il fatto che la psicanalisi spesso e
volentieri si volga proprio al pensiero antico come alla primitiva scaturigine di
quella realt mentale oggetto della sua indagine. In una dimensione
metastorica alcune delle principali categoria del pe nsiero Antico a identificare
cio in esse proprio lespressione primaria e archetipica dei vari tratti della
realt mentale e culturale dellindividuo. La psicanalisi si configura da subito
come una sorta di lente di osservazione della realt che mentre ingrandisce
deforma i conttorni di volta in volta affrontate allinterno del proprio orizzonet
concettuale e delle peculiari categoria esplicative.
2. Sogno e <Traumdeutung>
Freud e la tradizione tra oniromanzia e fisiologia: Artemidoro,
Aristotele e il superamento del riduzionismo onirologico positivista.
I nuclei tematici attorno ai quali linflusso del pensiero antico avvertiti
da Freud possono raggrupparsi sulla falsariga delle consuete partizioni della
filosofia, corrispondenti allambito teoretico,, etico, estetico ed epistemologico.
I punti nevralgici coincidono di fatto anche con quelle che possiamo identificare
come figure o ipostasi della teoria freudiana , cio i momenti-chiave in cui si
annuncia la novit dellintuizione psiconalitica: il sogno, leros e linconscio.
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Richiamandosi alle speculazioni onirologiche degli antichi, Freud; non si limita a
tentare di nobilitare con precedenti illustri un oggetto di studio al quale la
scienza ufficiale dellepoca guardava con la sprezzante sufficienza riservata ai
maghi, ma aspira anche a trarre conoscenze ed indicazioni di merito
indispensabili per destreggiarsi in un ambito sino ad allora estraneo agli
interesse della psichiatria. Le due chiavi di lettura del sogno di derivazione
ippocratica e aristotelica e quella ermeneutica-divinatoria di Artemidoro
soddisfano la duplice esigenza di salvaguardare i saldi presupposti di
unosservazione <laica> e obiettiva del fenomeno e di cogliere i tratti indicativi
di dinamiche psichiche sino ad allora sconosciute.
Nellantichit la filosofia condivide lo sforzo di inquadrare il sogno in una
prospettiva di ridimensionamento o demistificazione del valore delle varie
pratiche divinatorie ad esso legate. Il <libro dei sogni> di Artemidoro
rappresenta una sorta di raffinamento o evoluzione del pinakon poich
anchesso consiste in una corposa rassegna degli oggetti onirici pi ricorrenti e
degli auspici futuri ad essi ricollegabili. Dunque, Freud attinge al sapere
onirologico veicolato dalle fonti classiche mantenendo ben salda la sua
vocazione empirico-scientifica in virt della quale egli assume come punto di
partenza imprescindibile la definizione di Aristotele e da lui pi volte ribadita
per cui il sogno non sarebbe altro che lattivit compiuta dalla mente in stato
di sogno (pag:62). Le immagini oniriche rievocate dal sognatore costituiscono
soltanto il cosiddetto <contenuto manifesto> del sogno, la sua indagine
orientata appunto verso la ricerca del contenuto <latente>, cio di quelle
istanze psichiche inconsce che affiorano alla coscienza di chi sogna soltanto
dopo lelaborazione prodotta dal <lavoro onirico>.
3. Eros e libido
Eros come archetipo pulsionale e come polo dialettico: lautorictas del
<divino Platone> e la lettura freudiana del <Simposio>
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Lidea dellamore come travolgente energia propulsiva che indirizza le
vicende non solo umana, ma cosmiche incarna un antichissimo topos della
cultura non solo greca ma universale. F. rintraccer la primitiva intuizione
dellamore non solo in Platone e Empedocle, ma addirittura nella remota
sapienza orientale delle <Upanisad>. E proprio F. in persona a rendere
ineludibile il confronto con la visione platonica dellamore e lo sottolinea con
compiacimento. Lelemento fondante dellanalogia consiste nella vocazione
onnicomprensiva , universale, pervasiva che lamore assume al di l della sua
molteplicit ed eterogeneit di manifestazioni particolari sia nel sistema
psicanalitico che nella dottrina platonica. In Freud e in Platone si riscontra
unanaloga sorprendente acutezza di osservazione della fenomenologia che il
desiderio umano in tutti i suoi pi tortuosi e sfuggenti risvolti , ma al tempo
stesso non si pu fare ameno di rilevare come nei due casi lo sguardo
introspettivo tenda a incanalarsi secondo percorsi dissimili. La sollecitazione
ad approfondire il tema delleros platonico fu trasmessa a Freud dalla lettura di
un saggio di Havelock Ellis , sorge il sospetto che a proposito del concetto di
libido, nella mente di Freud possa essere intervenuto quel meccanismo di
inconsapevole recupero concettuale che lautore stesso designa come
<criptomnesia>, uno dei motivi caratterizzanti del suo rapporto con lantichit
classica. Allidea di unestensione della pulsione erotica e di unantitesi
costituita tra essa e la ragione si affiancarono lintuizione di un meccanismo
erotico sublimativo, il riferimento alla problematiche dellamore omosessuale e
la consapevolezza dei processi di idealizzazione che connotano il rapporto con
loggetto amato. Lamore freudiano non pi concepito come archetipo
pulsionale ma assurge al rango di principio ontologico destinato a scontrarsi
con le esigenze umane della sopravvivenza. Lelaborazione filosofica del
sentimento amoroso se da un lato tende a canalizzare le potenti energie
mobilitate dalleros verso mete degne filosoficamente, dallaltro lato mira a
neutralizzare i danni collaterali di ogni normale passione erotica quali la
possessivit, lattaccamento morboso, la concentrazione ossessiva di tutti i
propri pensieri .
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FREUD, lungi dal richiamarsi come Platone, a unastratta conformazione
della struttura dellanima, ipotizza nel bambino il precoce affiorare di un
inconsapevole desiderio incestuoso volto a prolungare loriginaria simbiosi con
la madre e lemergere di uno spiccato sentimento di ostilit contro il padre.
Ci costituirebbe una fase cardinale dello sviluppo psichico del singolo. E
superato il complesso di castrazione da parte del padre medesimo, lindividuo
si identifica con limmagine del padre assumendo la propria identit,
orientando la propria libido verso un oggetto eterosessuale. Il motivo
incestuoso ben presente anche in Platone configurandolo come un desiderio
inconscio.
4 . Lirrazionale e linconscio.
Oltre i confini dellIo: una <reductio ad unum> etiologica che parte da
lontano
La nozione di inconscio costituisce al tempo stesso limplicito
presupposto sistematico e il pi consistente approdo teoretico delle singole
indagini freudiane sugli aspetti enigmatici della vita psichica: sogno, lapsus,
pulsione libidica, sintomi nevrotici, postulano lidea che esista una sfera
dellattivit mentale in cui le complesse trame dei fenomeni indagati possano
dispiegarsi malgrado linconsapevolezza dellinteressato. Linconscio
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freudiano non altro che una poderosa categoria residuale in cui confluiscono
quegli accadimenti psichici che non si lasciano inscrivere entro gli schemi
deduttivi o induttivi, n tanto meno nellambito dei paradigmi biologici
naturalistici della scienza positiva. Linconscio freudiano intende proporsi come
lo <strumento> , un mezzo di decodificazione dellirrazionale. I Greci
avvertivano quello stesso analogo impulso a dominare lirrazionale che li
induceva ad elaborare quei paradigmi di spiegazione come lonirologia
aristotelica o lidraulica pulsionale delineata da Platone, da cui F. attinge a
piene mani guadagnando per il loro tramite una prospettiva di indagine
alquanto peculiare ed eccentrica rispetto alle temperie positivista.
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allignoranza o allerrore evitabile, laddove la seconda corrisponde in tutto e
per tutto alla colpa volontaria delluomo malvagio.
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Psiche e politeia tra Uber-ich e Unbehagen
La struttura dellanima come micro mondo etico: dalla Legge del Padre
alla legge della polis
Ldea di una corrispondenza strutturale tra lorganizzazione psichica e la
genesi delle istanze morali, rappresenta un celebre <topos> di matrice gi
platonica a partire dal libro IV delle Repubblica, in cui larticolazione tripartita
posta in correlazione con la genesi delle varie compagini sociali, ciascuna intsa
come proiezione esteriore di una delle componenti dellindole umana (pag.
168). Se il predominio dellanima raziocinante conduce alla perfezione politica
dellaristocrazia o della monarchia i mali della <Politeia> vengono invece
prospettati come disfunzioni delle facolt extrarazionali dellanima il cui
sopravvento d luogo al regime timocratico e l<epitymetikon> che pu
determinare le progressive degenerazioni rappresentate dalloligarchia, dalla
democrazia e dalla tirannide. Contrariamente a quanto emerger dalla
prospettiva freudiana in Platone la conflittualit sociale non scaturisce da una
fisiologica i intrinseca indomabilit della natura umana, bens da una
degenerazione psicopatologica che non ne riflette lintima essenza. F. instaura
una correlazione precisa tra interiorit e dimensione sociale: il sorgere
dellUber-Ich e dellIchideal cio delle istanze psichiche che presiedono alla
determinazione degli ideali e delle prescrizioni etiche, viene ricondotto
allintroiezione della figura paterna e al superamento del complesso edipico.
Sebbene non debba suonare stravagante lipotizzare che dalla suggestione
platonica F. possa aver tratto numerosi motivi ispiratori evidente come il suo
sistema non sia improntato a una contrapposizione assiologia tra democraticit
e aristocraticit: letica non altro che la riproposizione di quella dialettica
pulsione/ragione in una prospettiva di contestazione di quella consolidata
gerarchia che antepone il razionale cosciente al pulsionale inconscio.
7 il filosofo e il clinico
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