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DOMENICANI
domenicani - marzo - aprile 2010 - n. 2
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DOMENICANI Anno XLIV - marzo-aprile 2010 - n. 2
bimestrale d’informazione La lunga serie degli Ange-
della Provincia Romana li raffigurata dal B. Angelico
A. XLIV - n. 2 - marzo-aprile 2010 - - Sped. A.P. - D.L. 24/12/2003, n. 353, conv. in L. 27/02/2004 n. 46 - Firenze Aut. n. 1800/1967.
di S.Caterina da Siena è meravigliosa! Presenti nu-
merosi e bellissimi nelle varie
Anno XLIV – n. 2 rappresentazioni degli eventi
sommario
Direttore
P. Eugenio Zabatta o.p.
Responsabile SOMMARIO
P. Fausto Sbaffoni o.p.
47 Editoriale.
Direzione e Redazione: La Redazione.
piazza S. Domenico, n. 5
09127 CAGLIARI Spiritualità.
Tel. 070 65 42 98 48 Per una testimonianza più fedele.
cell. 339 18 22 685 P. Eugenio Zabatta op.
e.mail 52 La sacra Sindone: leggiamola con il bea-
zabatta.eugenio@tiscali.it to Angelico.
P. Eugenio Zabatta op.
CON APPROVAZIONE 58 Voi siete tutti fratelli (4° parte)
ECCLES. E DELL’ORDINE
P. Carlos A.Costa, MO.
Sped. Abb. Postale
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86 Pubblicazioni. •••
editoriale
editoriale
Al vaglio della propria identità, Do- nizzata e per le vocazioni sacerdotali e
menicani sa di non corrispondere a religiose, maschili e femminili.
pieno, nonostante la sua buona volon- Raduni, convegni, o semplicemente
tà, a quanto è nell’attesa dei suoi gen- giornate di spiritualità promosse tra le
tili lettori. Cosciente dei propri limiti e nostre associazioni e nei nostri ambienti,
delle proprie possibilità, pensa tuttavia con la presenza e il contributo di tutti,
di essere da questi cortesemente atteso. sono le notizie che Domenicani “spi-
Nella sua “ingenuità” non ha dubbio, gola” volentieri per poi diffonderle con
comunque, della propria utilità. stima. In questo “gesto” la nostra piccola
In effetti Domenicani è ancora lon- rivista serve da invito all’emulazione per
tano dal suggerire progetti o attività che le buone iniziative; da incoraggiamento
siano di contributo alla nostra missione, per coloro che si trovano in difficoltà;
tuttavia nel suo sforzo sa di ben assolve- serve da lode per la buona riuscita di
re all’impegno di dare a tutti le notizie alcuni e per la collaborazione, genero- 47
e le più essenziali informazioni della samente offerta, di altri.
grande Famiglia domenicana e, più di-
rettamente, delle comunità della nostra Nella scelta dei vari articoli questo
Provincia; e sa pure di favorire l’unione numero di Domenicani ha tenuto con-
fraterna, tanto necessaria ai fini di una to di quanto stiamo dicendo e del par-
più fruttuosa collaborazione, anche tra ticolare momento storico che, a livello
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anno 2010
“E come lo annunzieranno
senza essere prima inviati?
LA MISSIONE DELLA «Vivere con il dovuto fervore perché
PREDICAZIONE il volto della Chiesa rifulga davanti ai
fratelli da noi separati e davanti al mon-
Così, seguendo l’esempio di Do- do intero, e sia affrettata la crescita del
menico, e facendo nostro il grido di regno di Dio» (De Oec., 4).
San Paolo, noi lo adottiamo come
filo conduttore per tutta la durata di La dichiarazione del Concilio Vati-
questi anni di pellegrinaggio fino alla cano II, sulle relazioni con le religioni
celebrazione del Giubileo del 2016. non-cristiane, “Nostra Aetate“, era de-
(…). stinata ad aprire e a portare un decisivo
Le parole di San Paolo sono, come mutamento nei rapporti tra cristiani e
ha detto Benedetto XVI nel suo mes- non-cristiani e nei metodi di diffusione
saggio di apertura del Sinodo (2008), del Vangelo, con conseguenze positive
“un grido che per ogni cristiano di- incalcolabili non solo sul piano religioso
venta un insistente invito a mettersi ma anche su quello sociale e politico.
48 al servizio di Cristo”. Vi leggiamo: «Nel nostro tempo in
Anche noi prendiamo a cuore cui il genere umano si unifica di giorno
queste parole, riconoscendo in esse in giorno più strettamente e cresce l’in-
il Vangelo stesso che ha sollecitato la terdipendenza tra i vari popoli, la Chie-
missione della predicazione del no- sa esamina con maggiore attenzione la
stro Santo Padre Domenico; portando natura dei suoi rapporti con le religioni
con se dappertutto nei suoi viaggi il non-cristiane»1.
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dialogo
i non-cristiani, attualmente denomina- perfetta e definitiva con cui Egli, Dio,
to “Pontificio Consiglio per il dialogo vuole essere conosciuto, amato e servi-
interreligioso»3. Nell’enciclica “Eccle- to… è l’unica, la vera religione»8.
siam suam”4 scriveva: «Noi non ci rifiu- La Chiesa, nei documenti del Con-
tiamo di riconoscere con rispetto i valori cilio e in quelli che sono seguiti sull’ar-
spirituali e morali di tante confessioni re- gomento, ribadisce l’unicità assoluta del
ligiose non-cristiane… Su comuni ideali, Cristianesimo9.
il dialogo da parte nostra è possibile». Rinunciando alla sua supremazia e
Altri segni di apertura furono allo- trascendenza, anche se questa va ben
ra esplicitati dal documento “Dignita- intesa, il Cristianesimo sa che rinunce-
tis Humanae”, sulla libertà religiosa, e rebbe alla sua natura di religione rive-
in “Nostra Aetate” venivano nominate lata e quindi unica: rinuncerebbe a se
come grandi religioni di Oriente: In- stesso! Per la validità di una religione –
duismo, Buddismo, Musulmanesimo, possiamo considerare – non basta essere
Ebraismo5. sinceri con se stessi perché la sincerità è
possibile anche a chi vive nell’errore; né 49
Tuttavia, nello stesso tempo, il cristia- è sufficiente collegarsi con un qualun-
nesimo non ha mai rinunciato alla sua que concetto di divinità: quante nozioni
posizione unica tra le religioni a motivo contrastanti su Dio ci sono al mondo!
della sua natura di “Religione rivelata da Unico criterio di validità per una
Dio stesso” che può vantare. È veramen- religione è, invece, la rivelazione da
te prezioso il testo dell’Ecclesiam Suam parte di Dio.
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dialogo
Chi non conosce le altre religioni - 1965), n. 1.
giustamente si dice - non può conoscere
2
PAOLO VI, Enc. Ecclesiam Suam (6
agosto 1964), n. 38.
adeguatamente neppure la propria! Alla 3
CONGR. PER L’EVANGELIZZAZIONE,
luce di questo principio, infatti, anche Dialogo e Annuncio, n. 2.
se da un lato siamo avvertiti di essere at- 4
PAOLO VI, Enc. Ecclesiam Suam, n. 60;
tenti ai falsi miraggi che la fede di coloro Cf. Redemptoris Missio, n. 55.
che, immigrati nelle nostre contrade, ci 5
Nostra Aetate, nn. 2 e 3.
offrono e poco si adattano allo stile di 6
PAOLO VI, Enc. Ecclesiam Suam, 60.
vita dettato dalla nostra fede, dall’altro 7
GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris
siamo richiamati alla responsabilità di Missio (7.12.1990), n. 55. «Quanto c’è di
far conoscere la nostra fede: «guai a me vero e di santo nelle altre tradizioni religiose
se non evangelizzassi»14. sono “riflessi di quella verità che illumina
tutti gli uomini” (Ivi, 55).
Il confronto storico, che il dialogo 8
PAOLO VI, Enc. Ecclesiam Suam, n.
comporta, non può che farci apprezzare 60. Cf CONC.VAT II, Lumen Gentium, 1; Cf
maggiormente la “ricchezza trascenden- Commis. Theol. Internazionale, Il Cristiane-
simo e le religioni, n. 67.
9
Tra questi documenti, si ricordi: “Dialo-
go e Annuncio”, a 25 anni da “Nostra aetate” 51
e “Dominus Jesus” (6 agosto 2000).
10
Ecclesiam Suam, n. 110. Il Cristiane-
simo adattandosi alle varie culture non è
esaurito da nessuna di esse: oggi si parla
di “assolutezza inclusiva” e non di “asso-
lutezza esclusiva” dei valori positivi delle
altre religioni.
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11
CONC. VAT II, De Oecumenismo, n. 4.
Più avanti si dice: «Le divisioni dei cristiani
impediscono che la Chiesa stessa attui la
pienezza della cattolicità a lei propria in
quei figli, che le sono bensì uniti con il
battesimo, ma sono disgiunti dalla piena
comunione con lei» (ivi).
12
SCHILLEBEECKH E., Chiesa missiona-
ria e religioni, in La Chiesa e le religioni non
cristiane, EDI (1966) p. 82.
13
GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris
Missio (7.12.1990), n. 51.
14
San PAOLO, I Cor. 9,16.
15
De Oecumenismo, n. 4. •••
IL VOLTO DIVINO
LA SACRA SINDONE:
leggiamola con il beato Angelico
eventi
La Sindone? Un lenzuolo, un telo “vestita” da molti “teli” diversi: si co-
lungo m. 4,42 e largo m. 1,13. Che si- mincia con i mantelli che la gente stende
gnificato può avere la sua ostensione? ai piedi di Gesù che entra trionfalmente
Non abbiamo certezza che si tratti in Gerusalemme (Gv. 12,12), si passa ai
davvero del lenzuolo che servì a rico- tappeti del Cenacolo (Mc. 14,15), per
prire Gesù deposto dalla Croce, ma la arrivare al mantello che i soldati di Pila-
Sindone di Torino è, comunque, una “re- to Gli mettono addosso per schernirlo e
liquia” impressionante. E la veneriamo alla tunica, tutta di un pezzo, che tirano
non perché da oltre un secolo è stata a sorte (Gv 19,23). E ancora, il velo del
sottoposta a studi attenti con avanzati Tempio che si scinde, al momento della
mezzi scientifici, ma semplicemente sua morte (Mc 15,38 ).
perché – è troppo vero – aiuta a com- Infine, nel racconto del Sepolcro 53
prendere meglio la storia narrata dai vuoto troviamo il sacro lino che ha
Vangeli. È come uno “specchio” della coperto il volto di Gesù, le bende e la
Passione del Signore. Sindone (Gv 20,7). Ci si domanda: per-
Del resto le Scritture si avvalgono ché la descrizione di tanti particolari
molto del “linguaggio” dei colori come nei Vangeli e come mai tanta insistenza
delle “stoffe” per accompagnarci alla sulle stoffe? Non si tratta certo di un ca-
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B. ANGELICO, la lamentazione (38x 46). Immagine centrale della predella del retablo
di S. Marco, ora nella Pinacoteca di Monaco.
Il cruciforme corpo di Cristo, sostenuto da Nicodemo, Maria e Giovanni, il discepolo
diletto, è poi avvolto nella lunga Sindone che, sull’erba fiorita del giardino, diventa un
perfetto rettangolo di stoffa bianca evocante la tovaglia della mensa eucaristica.
sitatori che si sono prenotati per veder- cro, mentre “il lenzuolo“ che “lo ridona
la esposta nel Duomo di Torino dal 10 vivo” è come partecipe della stessa luce
aprile al 23 maggio. Visita che non potrà del Risorto.
durare oltre i tre minuti, per dare modo Nelle meravigliose opere d’arte,
a tutti di vederla. Un fatto che non la- nell’intento di “significare“ il passaggio
scia indifferenti, specie se, fermandosi dalla morte alla vita, emergono due ele-
in preghiera, ci si misura interiormente menti narrativi principali. Il primo pre-
dinanzi ad essa. senta il Risorto in piedi, con lo scettro
Il messaggio della Sindone è richia- regale o la bandiera in mano, mentre la
eventi
mo alla sofferenza affrontata da Gesù Sindone, che lo aveva avvolto, è metà
per la nostra salvezza. «L’ostensione del- dentro il sepolcro e metà sistemata fuo-
la Sindone – secondo le parole del Papa ri di esso. La scena è tale che lascia già
(2 giugno 2008) – sarà occasione quan- pensare, scomparso il Cristo, che reste-
to mai propizia per contemplare quel rà proprio la Sindone, emergente dal
misterioso volto, che silenziosamente sepolcro vuoto, a dare, alle donne e a
parla al cuore degli uomini, invitandoli Pietro, testimonianza della resurrezione
a riconoscervi il volto di Dio». avvenuta.
Un appuntamento spirituale e reli- La Sindone, il lungo telo utilizzato
gioso, dunque, che non ha nulla a che per la sepoltura del Salvatore, appare
fare con il turismo e il commercio. Chi soprattutto nelle raffigurazioni della Sua
“va a vedere” la Sindone, più comune- deposizione e del successivo compian-
mente, confessa di avere ricevuto tanta to sul cadavere. Allora la stoffa bianca,
pace dalla contemplazione di quella sulla quale è steso il corpo rigido di Ge-
immagine. sù, viene presentata come veneranda
Il motto che accompagna questa reliquia del sacrificio della Croce: reso
prima ostensione del terzo millennio è più evidente dalla rappresentazione del 55
«Passio Christi, passio hominis», scelto Golgotha, lungo del sacrificio, che viene
dall’arcivescovo di Torino, Severino Po- aggiunta nell’opera.
letto, per sottolineare come «la Passione È questo il secondo elemento a cui
di Cristo riassume in sé tutte le sofferen- ci riporta la Sindone. Normalmente
ze degli uomini». l’opera iconografica, nel suo insieme –
La Sindone è una risposta al mistero crocifissione, deposizione, resurrezione
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del dolore che assume, qui, chiaramen- – serviva da sfondo per l’Eucaristia che
te, senso redentivo e la sua immagine è veniva celebrata davanti a queste raffigu-
«specchio del Vangelo». razioni del sacrificio fisico del Salvatore
e il telo bianco steso sotto il Corpo del
Tuttavia, più che una reliquia di soffe- Cristo, nella tavola, era pertanto visto
renza e di mortalità, la Sindone è segno appena sopra l’altare, a sua volta rico-
della vita che trionfa sulla morte: la tom- perto di un analogo tessuto bianco, la
ba vuota, le bende deposte, il sudario tovaglia su cui il sacerdote celebrante
abbandonato. pone il “Corpo sacramentale del Signo-
E come vita che vince sulla morte – re”: l’Ostia consacrata.
dopo il meraviglioso duello – la Sindone Nella simbologia liturgica medievale
è stata “visualizzata” nell’arte di tutti i – ricordiamo – l’altare era considerato
tempi, dove Cristo “esplode” dal sepol- simbolo del sepolcro.
«La stessa mistica allusione all’alta- sere ripresentato – qui e ora – sull’altare
re eucaristico è presente in una piccola eucaristico.
tavola del Beato Angelico - vedi l’im- È questa una perfetta lettura teologica
magine riportata a pagina dieci - dove i dell’evento salvifico da parte dell’Ange-
temi di compianto e sepoltura, sovrap- lico che con la sua opera invita anche
ponendosi e fondendosi, suggeriscono noi a “leggere” allo stesso modo. Una
un’adorante “comunione spirituale“ che lettura, amiamo pensare, del tutto dome-
è anche un addio. Il cruciforme corpo di nicana che non ci deve mancare.
Cristo, sostenuto da Nicodemo, Maria e Lo strumento di unificazione, in que-
eventi
Giovanni, il discepolo diletto, è poi av- sto caso è la Sindone, che tuttavia, come
volto nella lunga Sindone che, sull’erba possiamo ammirare anche in altre opere
fiorita del giardino, diventa un perfetto d’arte, è “utilizzata“ per aiutare a legge-
rettangolo di stoffa bianca evocante la re tutti gli episodi della vita del Cristo,
tovaglia della mensa eucaristica. secondo la riflessione dei Santi Padri –
Pure in questo caso l’opera era infatti si direbbe – orientati alla crocifissione,
parte di una pala d’altare – il pannello all’ora del Cristo. Esempio meraviglioso
centrale della predella – e anche qui la di questo è “la Croce di Pasquale I“, Pa-
tovaglia bianca sulla mensa era visibile
pochi centimetri sotto la Sindone raffi-
gurata e della stessa forma.
Quest’immagine era al centro della
predella della celebre pala angelicana
per la chiesa fiorentina di San Marco,
oggi conservata nell’attiguo convento
domenicano divenuto museo.
56 Leggendo dall’alto verso il basso si
capiva quindi che Cristo era prima nato,
poi morto e successivamente sepolto;
l’elevazione dell’Ostia dalla tovaglia-
sindone, al momento della consacra-
zione avrebbe sottolineato che Egli era
anche, infine, risorto. E la stoffa bianca A sinistra: La Sindone in
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eventi
senso spirituale, dell’evento morte e re-
surrezione – testimoniato dalla Sindone
– si avrà solo quando la stessa Sindone,
trovandosi sull’altare eucaristico, ci “ri-
dona“ Cristo vivo, vera carne per la no-
Un Volto spledido
stra Vita e per quella del mondo. come il sole
(p. eugenio zabatta op.). «E apparve trasfigurato davanti a
loro; il suo volto brillò come il sole»
(Mt 17,2). La scena evangelica della
trasfigurazione di Cristo, nella qua-
le i tre apostoli Pietro, Giacomo e
Giovanni appaiono come rapiti dalla
bellezza del Redentore, può essere
assunta ad icona della contemplazio-
ne cristiana.
Fissare gli occhi sul volto di Cristo, 57
riconoscerne il mistero nel cammino
ordinario e doloroso della sua uma-
nità, fino a coglierne il fulgore divino
definitivamente manifestato nel Risor-
to glorificato alla destra del Padre, è il
compito di ogni discepolo di Cristo; è
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Roma, 8 Agosto 2009
Solennità
del Nostro Santo Padre Domenico.
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spiritualità
(Mt 23,8b)
IV parte
di organizzare dei tranelli pur di spun- tempo precedente”, “la vita di prima”,
tarla… sebbene in questo Giuseppe sia per morire però nuovamente!). Sognia-
diverso). mo con tempi che sono già passati e
pretendiamo che tutto sia “nuovamen-
Possiamo ridurre la nostra vocazione te” come lo era allora, perché il tempo
di “essere frati” o “fratelli” a una questio- passato è sempre stato migliore… Come
ne di pura “sopravvivenza”? Dio vuole quando avevamo 40 anni o come tutto
la vita, non chiede solamente che noi era negli anni ‘40! (Per altri saranno i
“sopravviviamo”. Riflettiamo su queste ‘50, i ‘60, i ‘70, gli ‘80…). ¡?’’’
cose immaginando la nostra presenza, Senza timore di sbagliarmi, direi che
la nostra missione, la predicazione ed l’insulto più terribile che la narrazione
i destinatari della nostra predicazione, della Passione di Gesù ci presenta non
tutti quelli che sperano da noi il pane consiste tanto nelle burla, negli sputac-
chi, nei pugni o la flagellazione, la coro- anche con il rispetto della giustizia di-
nazione di spine, la condanna alla croci- stributiva (proporzionale).
fissione… l’insulto che riassume davvero
il dramma della croce e dell’umanità lo Certamente, è l’amore misericor-
ritroviamo in una frase breve e taglien- dioso la radice o la ragione teologica,
te, antica e moderna “Salva te stesso!”. l’anima che dà vita, ravviva ed attiva la
spiritualità
spiritualità
scrivere realtà più profonde, spiritua- le province e da quella del nostro Ordi-
li: la complementarietà, l’“aiuto che ne. È una constatazione quotidiana che
gli corrisponda”. Scopriamo in queste tocca i più svariati aspetti della nostra
parole, nei contesti differenti e a volte vita: il fisico e il biologico, ma anche
somiglianti, una profonda analogia. Per lo psicologico e il sociologico, il morale
questo possiamo applicarle alla frater- e lo spirituale. Quello che non si assume
nità. Giuseppe sta di fronte ai suoi fra- non si sana.
telli, loro sono carne della sua carne, Nel momento in cui il “sognatore”
sangue del suo sangue, “schegge dello ha preferito dimenticare… la doman-
stesso bastone” diremmo in castigliano da di Dio a Caino ritornò ad esigere da
latinoamericano. Giuseppe una nuova risposta: “Dove
Quando Giuseppe pensava di voltare stanno i tuoi fratelli?”. Quella ricerca
definitivamente pagina riguardo al suo della sua giovinezza – prologo di una
passato (che aveva voluto controllare tappa dolorosa della sua vita – ritorna
come controllava i beni che ammini- ad apparire con rinnovato aspetto dram-
strava), si imbatte faccia a faccia con matico: “Sono in cerca dei miei fratelli.
i suoi fratelli, con la sua storia, con la Indicami dove si trovano…”. La rispo-
propria vita. A volte, anche noi lo desi- sta della Provvidenza divina – che mai
dereremmo fare, però poi non saremmo l’ha abbandonato e che mai ha abban-
più uomini se non in apparenza, come donato i suoi – sconvolge il suo cuore: 61
dei moncherini, spogli di umanità. Da “Stanno lì, di fronte a te! Al tuo fianco!”.
qui, l’importanza biblica del “ricordo” Qualcosa di simile ci succede quando
o della “memoria”. ci guardiamo attorno e riconosciamo
chi sono i nostri fratelli! Questi sono i
“Allora Giuseppe si ricordò dei sogni miei fratelli! (e non quello o quelli che
che aveva avuto a loro riguardo… (Gen mi immagino). Non possiamo preten-
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42,9). Li trattò quindi con durezza e li dere che cambino per accettarli come
mise alla prova. Nonostante ciò, nel ri- saranno e poi amarli.
conoscerli come propri fratelli, Giusep- Quando Dio chiese a Caino di suo
pe cominciò – malgrado il dolore pro- fratello, egli – evitando di dire la verità
vocato dalla loro presenza – a risanare – si nascose dietro una sua domanda:
la sua storia. “Sono forse io il custode di mio fratel-
Siamo soliti ricordare la famosa fra- lo?”. In Cristo e per la vocazione con cui
se di San Gregorio Nanzianzeno (329- ci ha chiamato, non possiamo ripetere
391): “Quello che non è stato assunto, questa battuta. Perché, in realtà, non
non è stato curato” (non è stato sanato, siamo “custodi dei nostri fratelli”; non
redento, salvato). Abbiamo imparato ad siamo niente più, ma niente meno, che
applicare questa verità teologica anche, fratelli dei nostri fratelli!
in modo analogo, in ambiti diversi e Vi sono molte cose da riconciliare
nella famiglia di Giacobbe e di Giusep- Dopo, i suoi fratelli si misero a conver-
pe. Occorre tempo ed attesa per farlo. sare con lui.” (Gen 45,3-4.15).
Nella Genesi vediamo come sia neces- Le lacrime sembrano definitivamen-
sario procedere per tappe. Non è possi- te purificare lo sguardo del suo cuore.
bile imporre un ritmo “imprenditoriale” Attraverso questo tsunami affettivo, es-
alla storia, al voler rimarginare le ferite sendo ormai passati 15 anni da quel
spiritualità
spiritualità
«Non temete. Tengo io forse il posto di pudiarla in segreto) ci fa conoscere un
Dio? Se voi avete tramato il male contro cammino vocazionale che supera tutto
di me, Dio ha pensato di farlo servire a quello che avevamo potuto desiderare
un bene, per compiere quello che oggi si o pensare, per noi e per gli altri, e tutto
avvera: far vivere un popolo numeroso. quello che gli altri potevano sognare per
Dunque non temete, io provvederò al noi… (cf. Is 55,8).
sostentamento di voi e per i vostri bam- La storia di Giuseppe termina – po-
bini». Così li consolò parlando al loro teva in altro modo? – con un ultimo
cuore” (Gen 50,15.18-21). “sogno” (inteso ora come “rivelazio-
Giuseppe, il sognatore, ebbe delle ne”). “Poi Giuseppe disse ai fratelli: «Io
difficoltà con i suoi fratelli quando volle sto per morire, ma Dio verrà certo a
fare conoscere i propri sogni. Ciò segnò visitarvi e vi farà uscire da questa terra,
la sua vita. La stessa vita però, poco per verso la terra che egli ha promesso con
volta, lo aiutò a riconoscere e a scoprire giuramento ad Abramo, a Isacco e a
che anche gli altri hanno i loro sogni. Giacobbe»” (Gen 50,24). È il preludio
Partendo da questa esperienza, iniziò ad della storia vocazionale di un popolo,
ascoltare i sogni degli altri ed ha voluto non più solo della famiglia di Giacobbe,
anche – in nome di Dio – interpretarli. che avrà il suo culmine nella missione
Non poteva mai immaginare però che del Figlio prediletto che, cercando an-
aprendosi a questa possibilità (sentire che Lui i suoi fratelli, sarà venduto per 63
come proprie le necessità degli altri, alcune monete e diventerà principio di
ascoltare pazientemente gli altri e fare vita nuova attraverso la sua morte e la
spazio agli altri nel proprio cuore) Dio sua resurrezione.
stesso gli avrebbe concesso di conosce- Le nostre vite e la vita delle nostre
re i propri sogni – sogni di salvezza e di comunità locali, provinciali e quella di
liberazione! – per lui, per i suoi fratelli, tutto l’Ordine, pure loro hanno bisogno
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gico incanto. Tutti hanno maturato di unirci in comunità per ascoltare insieme
ritornare per incontrarsi con Giacobbe la voce di Dio (preghiera comunitaria)
(il padre), hanno appreso, in un senso ed ascoltarla attraverso le voci dei fratelli
molto concreto e attraverso non poche (riunioni e capitoli comunitari). Anche
sofferenze, ad amare. La vita di ognuno comunitariamente siamo chiamati ad
stava legata misteriosamente a quella ascoltare chi condivide la nostra missio-
degli altri (tutti hanno ricevuto la vita ne ed i suoi stessi destinatari (missione
dallo stesso padre). Attraverso le vicissi- comunitaria).
tudini della vita hanno scoperto l’amore Giuseppe, nel vedere i suoi fratelli af-
del padre che li ha resi fratelli. Non c’è famati in Egitto, comprende finalmente
fraternità senza filiazione. che il disegno di Dio ha trasformato in
L’incontro dei fratelli, con Giusep- bene quel male che loro avevano pen-
pe, attorno a suo padre Giacobbe, dopo sato di fargli. Aprendo Giuseppe il suo
cuore ai sogni degli altri, Dio gli ha da- ci per mezzo del Figlio che cosa sia la
to di conoscere i propri sogni. I sogni carità fraterna”6.
di Dio per lui, per i suoi fratelli, per il
suo popolo. Per questo, ad immagine di Questa “perla” preziosa, la nostra
Dio, anche Giuseppe è misericordioso fraternità domenicana, è grido che rag-
e perdona. giunge tutta la terra, linguaggio che ar-
spiritualità
riva fino ai confini del mondo (cf. Sal 19
Come fratelli predicatori, ricono- (18),5). Che risplenda come la nostra
sciamo anche in San Domenico queste migliore lode, benedizione e predica-
stesse viscere di misericordia e compas- zione, perché ogni uomo è mio fratello7
sione. Penso che le più belle parole nei e noi siamo stati chiamati a predicare a
confronti del Nostro Padre siano quelle tutti i popoli, a consolarli, parlando al
del beato Giordano di Sassonia quan- loro cuore.
do scrive nel Libellus: “Accoglieva tutti
nell’immensa carità del suo cuore e poi- Ai fratelli pace e carità con fede da
ché amava tutti da tutti era amato”5. parte di Dio Padre e del Signore Gesù
Leggiamo nelle nostre Costituzioni: Cristo (Ef 6,23).
“Affinché ogni convento costituisca una
comunità fraterna, i frati si accettino a Nel Nostro Santo Padre Domenico
vicenda e vivano insieme come membra Fra Carlos A. Azpiroz Costa O.P. Ma-
di uno stesso corpo, diversi certamente estro dell’Ordine
per indole e per incarichi, ma uguali nel
vincolo della carità e della professione”
(LCO 4 § I).
Perciò i frati, unanimi tra di loro per 1. Cf “Domenicani”: n. 4/2009, pp.
l’obbedienza, affratellati in un amore 141ss; n. 5/2009, pp. 184ss; n. 1/2010, 65
più elevato per la disciplina della casti- pp. 16ss.
tà e dipendendo più strettamente gli uni 2. Cf. Summa Theologiæ I, q. 21,
dagli altri per la povertà, in questa ma- aa. 3-4.
niera cercheremo di edificare per prima 3. Cf. San Tommaso d’Aquino, Scrip-
cosa nei nostri conventi la Chiesa di Dio tum super libros Sententiarum, I, d. 43,
che, mediante la nostra vita e missione, q. 2, a. 2 ad 4.
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celebrazioni
SANTESIMO DELLA MORTE
per il Magistero, soprattutto per i suoi prima della Democrazia Cristiana e poi
interventi a seguito della tragica guer- della Lega Democratica Nazionale, no-
ra civile spagnola, quando confortò il nostante Papa S. Pio X lo avesse implo-
Pontefice nella stesura della enciclica rato di non farlo con l’esortazione “Pieni
“Divini Redemptoris” sui crimini com- l’animo” e il predecessore Leone XIII,
piuti dai repubblicani e dai comunisti a già nel 1901, avesse precisato i confini
danno di innocenti religiosi, ma fu poi dell’esperienza politica dei cattolici con
SS. Pio XII che lo nominò Teologo della l’enciclica “Graves de Communi”.
Casa Pontificia, nel 1942, avendone ben Murri, ormai vecchio e malato si era
chiare le indiscutibili qualità. Si tratta- rivolto al Papa Pio XII che per non su-
va di una carica unica nella storia del- scitare tensioni (tanto vivo ancora era
la Chiesa, che lo collocava certo in un l’episodio) lo aveva raccomandato al
ambito di indubbio prestigio, ma anche Padre Cordovani. Questi ne curò il ri-
di profonde responsabilità, proprio negli entro nella Comunità cristiana con di-
anni difficili della guerra. screzione e carità grandi in modo che
In quel periodo ebbe anche l’incarico potesse rendere l’anima a Dio, come
dal Sommo Pontefice Pio XII di curare il infatti avvenne, nell’anno 1944, proprio
68
Serravalle è posta a
800 metri di altitudine
domenicani - marzo - aprile 2010 - n. 2
celebrazioni
un certo senso il “confessore”, vicino
com’era all’allora Sostituto alla Segrete-
ria di Stato mons. Montini (1896/1978)
ed aiutò molti esponenti di quel partito
nel non facile percorso di accreditamen-
to vaticano.
Cordovani aveva vissuto la doloro-
sa esperienza della diaspora politica
dei cattolici dopo l’ascesa al potere del
fascismo, tanto che nel 1926 era stato
sequestrato un fascicolo della rivista fio-
rentina “Cronache Sociali” (di Grandi e
Cappugi) proprio perché P. Mariano vi Il Codice di Camaldoli
aveva pubblicato un articolo giudicato (18-24 luglio 1943).
“caldo” intitolato: “Il Concetto di Stato”
in piena opposizione al nascente stato «Fra qualche settimana, in maggio, si
etico fascista che non aveva niente fuo- svolgerà a Camaldoli, presso l’eremo, un
ri, niente contro, ma, cosa più grave, convegno che riunirà tutti coloro che si
>>> richiamano al vissuto dei cattolici demo-
cratici, per riflettere, in un Convegno di
due giorni, sull’attuale situazione sociale,
nell’ambito di un progetto che si chiama 69
“Progetto Camaldoli 2010”.
Ebbene pochi sanno che quando
nell’estate del 1943, quando le maglie
del regime fascista morente lasciavano in-
travedere la tragedia dello sfascio dell’Ita-
Sopra a destra, il frontespizio del lia, fu proprio P. Cordovani, con l’allora
“Codice di Camaldoli”. Principi dell’Or- mons. Montini, futuro Papa Paolo VI, a
domenicani - marzo - aprile 2010 - n. 2
ma anche nel fervore di convegni, rifles- tutto delle sorelle Gina e Bice Tincani e
sioni e conferenze a cui P. Cordovani della prof.ssa Giuliana Cavallini, futura
partecipò sempre con entusiasmo e in direttrice del Centro Nazionale di Studi
quegli anni conobbe il prof. Luigi Ged- Cateriniani.
da (1902/2000) pioniere della presenza Dopo la guerra P. Mariano si dedicò,
dei cattolici sul terreno della formazione dalla prestigiosa posizione di teologo
culturale e presidente prima della GIAC della Segreteria di Stato e di Maestro del
e poi dell’Azione Cattolica. Con Gedda Sacro Palazzo Apostolico, alla formazio-
condivise l’insegnamento al Magistero ne culturale e religiosa della classe poli-
“Maria SS. Assunta” dove l’illustre ge- tica cattolica, ma anche al radicamento
netista volle insegnare Igiene, proprio dei valori della mediazione politica,
in contrasto con le allora imperanti leg- come elemento proprio del tomismo,
gi razziali e il domenicano coadiuvò la attualizzando il pensiero dell’Aquinate
Madre Luigia Tincani (1889/1976) oggi anche nel suo ultimo libro, “Spunti di
PELLEGRINAGGIO ITALIANO
DEL ROSARIO A
70
LOURDES
dal 4 al 10 luglio 2010
Guidato dai Padri Domenicani
domenicani - marzo - aprile 2010 - n. 2
celebrazioni
come potere, ma anche come servizio
per l’esercizio della funzione sociale e
coadiuvando Papa Pio XII nei documenti
anche sociali e Luigi Gedda nella forma-
zione della Società Operaia che il pro-
fessore aveva fondato a Roma nel 1942
avendo come esempio il Getsemani.
Non da meno fu la collaborazione
con mons. Giovanni Battista Montini,
che, non a caso, volle imprimere la pro-
pria prefazione alla faconda biografia
che su P. Cordovani scrisse negli anni P. MARIANO CORDOVANI o.p.
cinquanta un altro grande figlio di San Breviario spirituale secondo L’Imi-
Domenico, il P. Raimondo Spiazzi. tazione di Cristo, ed. Studium, Roma,
Il ricordo di P. Mariano non dev’esse- 1952 (pp. 344).
re consegnato solo all’indulgenza della
memoria affettiva di chi lo ha conosciuto L’Imitazione di Cristo era, per il Padre
o, come me, ne ha studiato il pensiero e Mariano, specialmente negli ultimi anni
ne porta con orgoglio il nome religioso di vita, il suo libro preferito. Le diverse
nel Terz’Ordine, ma deve, soprattutto edizioni possedute da lui sono piene di
in un periodo non facile che il mondo sottolineature, di annotazioni, di referenze
cattolico sta vivendo, rappresentare un e riscontri. Ne gustava e cercava di farne 71
esempio e uno stimolo, per proseguire gustare la verità e la bellezza, la profon-
sulla via del riconoscimento della pro- da sapienza cristiana. La morte lo sorprese
con l’Imitazione sul tavolo.
pria identità, oggi un po’ dimenticata,
Nella prefazione della pubblicazio-
ricordando soprattutto ai giovani che ne che preparò delle sue note è scritto:
in momenti non meno difficili uomini «Questo libro dovrebbe intitolarsi così:
come Mariano Cordovani “spesero” il Ore di raccoglimento in Dio con l’autore
domenicani - marzo - aprile 2010 - n. 2
loro abito e la loro fede a servizio della dell’Imitazione di Cristo, perché veramen-
verità, della promozione dell’uomo e te è questo anonimo e grande mistico che
della formazione della società secondo i parla e dirige, mentre io non ci metto che
fondamenti dell’etica cristiana e tomista, un certo ordinamento interno alle sue ri-
senza cerimonie, senza cercare visibilità flessioni, con qualche commento piuttosto
inutili, ma agendo sul cuore degli uomi- libero… Senza far torto a nessuno, sembra
che, dopo la Sacra Scrittura, questo sia il
ni con serenità di spirito e fermezza di
libro più bello di spiritualità».
convinzioni. Il P. Cordovani continua l’elogio de
l’Imitazione e, infine, dedica il suo scritto,
Prof. GIULIO ALFANO che intitola “Breviario Spirituale“, ai giova-
Presidente Emerito Consiglio Nazionale ni sacerdoti i quali “impareranno da que-
delle fraternite Laiche Domenicane sto libro che la loro vera e unica gloria è di
d’Italia e Malta. ••• essere degni sacerdoti“. • • •
Riportiamo volentieri le seguenti annotazioni del Prof. Dr. Horst Seidl, della Fra-
ternita di Roma e prof. della Pont. Univ. del Laterano, anche perché il tema della
conferenza, e quanto egli annota, è in sintonia con il tema del 2010 in preparazio-
ne al Giubileo dell’Ordine (2016).
Il professore era presente al Convegno insieme al presidente delle Fld, Piergior-
gio Imbrighi e ad una nutrita rappresentanza dei laici della nostra Provincia.
COMPITO DEL
LAICO-DOMENICANO
NEL MONDO OGGI
Come partecipante del Convegno viene allontanata con la fede nel Cristo
ho approfittato molto della conferenza risorto.
72 della collega Dott.ssa Giuliana Martirani La seconda parte tematizza “le at-
sul tema: “Guai a noi se non predicassi- tese e i bisogni di speranza nel mondo
mo il vangelo, per rendere ragione della contemporaneo”, la quale deve venire
speranza che è in noi (1 Pt 3, 15)” che nutrita continuamente per collaborare
ha messo in rilievo molto bene il com- con Dio nel suo progetto di salvezza del
pito di noi laici domenicani di confor- mondo attraverso il suo Figlio. Come la
mare la nostra vita e quella dei nostri causa della disperazione è la divisione
domenicani - marzo - aprile 2010 - n. 2
vicini alla vita di Cristo, anzi “di con- fra gli uomini, così la causa della spe-
creare con Dio un mondo nuovo”. Dal ranza è l’aiuto dai vicini: familiari, co-
manoscritto, rilasciatomi gentilmente, niugi, padrini ed altri. Il conflitto gene-
riprendo alcuni punti che mi stimolano razionale tra i genitori e il figlio chiede
ad aggiungere annotazioni dalla parte da lui di “tagliare il cordone ombelicale
della mia disciplina di filosofia. culturale-psicologico per acquisire una
La conferenza si è svolta in tre parti. sua personalità”.
La prima intitolata: “Dalla conversione Un grande ruolo per la vita umana
alla predicazione” ci ricorda che prima gioca il tempo che a seconda dell’uso
di andare agli altri dobbiamo comincia- che ne facciamo diventa o un “tempo
re da noi stessi, confessarci peccatori e kronos” o un “tempo kairós”. Come nel-
superare la debolezza dell’anima, che la mitologia greca Krónos era uno degli
proviene dall’angoscia della morte e dèi originali che divorò i suoi figli, così
anche a noi capita che il tempo, quan- esteriorizzata e sommersa nelle cose
do l’abusiamo per troppe cose materiali, del mondo, alienandosi da se stessa.
di essere divorati dal tempo, cosicché La morte che vuole condurre l’anima
la vita non può adempiersi pienamen- davanti a se stessa, diventa una cosa
te. Quando però l’usiamo saggiamente positiva, anzi desiderata, perché libera
per le poche cose morali necessarie, il l’anima dal corpo a una nuova forma di
tempo ci offre l’uno o altro kairós, cioè vita. Se però l’anima è alienata da sé al-
il momento opportuno, cosicché la vita lora sente paura di incontrare il nulla. Al
laicato
arrivi alla sua pienezza. contrario, dovrebbe incontrare se stessa
La terza parte che ha come tema e inoltre, nella prospettiva religiosa, il
“Testimoniare la giustizia e la pace del suo Dio Creatore e Padre.
Risorto in un mondo ingiusto e in guer- 2. I classici della tradizione già antica
ra”, esorta alle virtù di umiltà, di sobrie- e medievale, dalla quale attinge anche
tà e di parsimonia economica, fondate l’autrice, ci mostrano una grande fami-
sull’amore del prossimo e di Dio, per liarità interna dell’anima, presente a se
superare i conflitti mondiali e per arri- stessa, il che è frutto non solo di forma-
vare a più giustizia e pace. zione intellettuale ma anche di buona
A queste considerazioni, fin ora ri- educazione psichica, che si basano on-
ferite, che sono molto preziose sotto gli tologicamente sull’identità dell’essere
aspetti religiosi cristiani, vorrei aggiun- uomo ossia persona.
gere alcune riflessioni filosofiche: La generazione giovanile oggi deve
1. Riguardo alla paura della morte, certamente trovare, nell’educazione, la
questa si spiega, sotto l’aspetto religio- strada di maturazione, e cioè ciascuno
so, certamente con l’allontanamento verso la sua individuale personalità, ma
dell’anima da Dio; visto filosoficamen- sulla base comune dell’essere uomo os-
te, si spiega già con l’allontanamento sia persona. Compito dell’educazione è 73
dell’anima da se stessa, quando vive anche di condurre il giovane all’interio-
3. Se ai movimenti corrisponde il
tempo, allora all’essere corrisponde
l’adesso (lat. nunc). Se le azioni sono
movimenti — con inizio, stadi intermedi
e fine —, la vita è diversa da ogni azione,
non è neanche la somma di tutte le azio-
ni, bensì l’atto dell’essere uomo, in ogni
adesso qualche perfezione in se stessa,
che si mantiene come soggetto stabile
di tutte le azioni che si susseguono nel- — come la giustizia, la temperanza, la
la successione dei tempi. Per il kairós, fortezza —, in parte teoriche, come la
il momento opportuno, è caratteristico sapienza metafisica e la contemplazio-
che il nostro intelletto — trovandosi nel ne religiosa, dedicate alla realtà divina,
flusso del tempo — prende più intensa- che hanno la priorità alle attività prati-
mente coscienza del suo essere umano che, perché realizzano la forma più alta
e intuisce nel molteplice agire ciò che della vita umana, nella contemplazione
74 è importante per la vita buona. Nel ca- attiva dell’intelletto, attivata dalla real-
so contrario, si disperde in tante attività tà divina, che è in massimo grado vita.
(nell’attivismo di mille azioni) e diventa Perciò già per l’antichità e il medioevo
divorato dal tempo krónos. la metafisica come sapienza contempla-
4. Nel campo filosofico, visto stori- tiva era anche felicità e perfezione del-
camente, solo la metafisica tradizionale la vita umana, insieme alle altre attività
si riferisce all’essere delle cose, incluso contemplative dell’uomo.
domenicani - marzo - aprile 2010 - n. 2
notizie
menicana italiana.
Al X Incontro Mondiale del Movi-
I Consigli USMID e CPDIM hanno mento Giovanile Domenicano dell’an-
ritenuto di far proseguire il “progetto“ no scorso (3-9 agosto) in Portogallo a
di coordinamento, a livello nazionale, Fatima, seguirà l’anno prossimo, a Ma-
tra frati e suore operanti nel settore della drid, in Spagna, la Giornata Mondiale
Pastorale giovanile. della Gioventù (15-21 agosto 2011) per
Il fine di questo intento consiste nel la quale, per quanto riguarda il nostro
“proporre percorsi comuni ai giovani Ordine, è stato creato un Equipe di coor-
domenicani (18-35 anni) con alcune dinamento per promuovere diversi spazi
iniziative. Tra queste iniziative un ap- di incontro e di attività domenicana nel
puntamento annuale: La Giornata della centro città.
Gioventù Domenicana. L’incontro mondiale giovanile dome-
La Prima Giornata della GDI sarà a nicano riunì oltre 150 giovani di tutti i
Torino, 14-16 maggio, in Pellegrinaggio Continenti e il tema che li accompagnò
alla Santa Sindone. Il Beato Pier Gior- era: «Cercando e predicando con lo stile
gio Frassati, laico domenicano, giovane di San Domenico»; la Giornata mondia- 75
predicatore, sarà “la figura di santità do- le prevede circa due milioni di giovani,
menicana” di esempio da seguire e di che Madrid si prepara ad accogliere.
intercessore da invocare. La nostra equipe nel voler “condi-
Per informazioni far riferimento al si- videre la grazia della missione”, ini-
to: www.gioventudomenicana,ning.com zierà dal primo luglio ad accogliere
e all’e.mail: barbara.faretra@alice.it le iscrizioni di partecipazione. Servirsi
domenicani - marzo - aprile 2010 - n. 2
dell’indirizzo: jmjmadrid@dominicos.
org e visitare il sito: www.jmj2011ma-
Il Veb dei laici Domenicani drid.com
sulla Predicazione. Un’eccellente opportunità per cono-
scersi e per stringere legami di Famiglia:
Secondo quando è stato deciso in unità di intenti opereremo con frutti
all’Assemblea Europea delle Fraternite più abbondanti.
Laiche Domenicane, in Slovacchia nel “Questo incontro - ha scritto Marga-
maggio 2008, è stato allestito il nuovo rita Cortés op - per noi che lo abbiamo
sito veb per condividere esperienze di vissuto - ha rappresentato un segno dei
predicazione: tempi, grazie al quale le nostre realtà si
http: // laicatuspraedicans.org. e lai- coniugano in un solo grido: speranza“
catuspraedicans@gmail.com (IDI, n. 478, p. 7).
Incontri dei Provinciali d’Ita- IN PROVINCIA
lia e Malta.
Cambiamenti di residenza e nuovi
Il 23 gennaio 2010, a San Domenico incarichi di confratelli, da parte del
di Chieri (TO) i nostri Superiori Provin- Padre Provinciale, P. Daniele Cara, e
ciali si sono riuniti per analizzare e ap- del suo Consiglio:
provare il regolamento per gli studenti
e la “ratio formationis”. Approva l’elezione priorale di fr
Essi hanno pure trattato della revisio- Daniele Ols nel Convento di S. Maria
notizie
Le Suore Domenicane
della Toscana
notizie
nel lunedì di Pasqua
S. Domenico di Fiesole 5 aprile 2010
cuore, pregare insieme. Inoltre un nu- dalla sua missione e dalla comunione
meroso gruppo di Suore giovani della fraterna: non si tratta di una struttura
comunità di Iolo hanno animato la li- giuridico-organizzativa, ma di qualcosa
turgia e rallegrato la giornata con canti che nasce in funzione di una missione
e danze… evangelica di predicazione; una forma
Interessante e impegnativo l’argo- di vita evangelica finalizzata alla pre-
mento della relazione tenuta da Padre dicazione.
Alberto Simoni o.p.: La Famiglia Dome- Gli uomini e le donne che hanno ri-
nicana ripensa se stessa nell’anno sa- sposto liberamente al dono dello Spirito
cerdotale. Il tema è stato sviluppato in condividono la responsabilità per la vita
modo profondo e coinvolgente. della comunità nella missione. Attraver-
Non intendo sintetizzare la conferen- so la professione del voto di obbedien-
za tanto più che gentilmente P. Alberto za, impegnano se stessi a scoprire e ad
notizie
notizie
conversione cristiana, ma anche per la la vitalità della Famiglia Domenicana
vocazione propria dell’Ordine che esige e l’ha dimostrato anche sottolineando
da esso una presenza nel mondo adatta la ricchezza di contenuto e l’efficacia
ad ogni generazione” (CF. n. 7) delle provocazioni scaturite dalla ricca
“Lo scopo fondamentale dell’Ordine relazione di P. Alberto Simoni.
e il genere di vita che ne deriva conser- Siamo grati alla comunità di Fiesole
vano la loro importanza in qualunque - Frati e collaboratori - per l’accoglien-
periodo della Chiesa. Però la loro inter- za fraterna fatta di attenzione e dispo-
pretazione e valutazione, come ci in- nibilità per tutti. Questo ha supplito
segna la nostra tradizione, acquistano anche alla mancanza di un bel sole in
una estrema importanza nei periodi di un panorama che, però, resta sempre
più profondi mutamenti e di più acce- incantevole.
lerata evoluzione. In questi casi bisogna Sr Armida Fresia, op.
che l’Ordine si rinnovi con coraggio e si Prato, 16 apr. 2010
79
80
domenicani - marzo - aprile 2010 - n. 2
notizie
sabato 27 febbraio Giovanni Bargnoni. Musicista, cul-
INTRODUZIONE: UN CONVENTO tore di Storia della musica - Pistoia
NELLA CITTÀ
fr. Alessandro Cortesi op – Priore sabato 22 maggio
del convento MAESTRANZE BIZANTINE E TO-
SCANE PER LA DECORAZIONE DEL
IL BEATO GIOVANNI E LA BIBLIO- PORTICO DI SANTA MARIA MADDA-
TECA DEL CONVENTO LENA
Elettra Giaconi. Ricercatrice - Cen- Antonio Palesati. Storico dell’arte
tro Espaces ‘G. La Pira’ – Pistoia – Biblioteca Nazionale Centrale di Fi-
renze
sabato 6 marzo
LA DISPERSIONE DEL PATRIMONIO sabato 29 maggio
DI SAN DOMENICO AL MOMENT0 GLI AFFRESCHI CHE SONO CON-
DELLA SOPPRESSIONE RICCIANA SERVATI NELL’ANTICO REFETTORIO
Alberto Coco. Ricercatore - Centro Nicoletta Lepri. Storica dell’arte –
Espaces ‘G. La Pira’ – Pistoia Università di Firenze 81
Il 13mo Capitolo Generale elettivo gregazione, ma, in effetti, era stato lui
notizie
delle Suore Domenicane del SS. Sacra- ad avere la prima ispirazione divina di
mento, si è svolto dal 27 dicembre 2009 fondazione.
al 06 gennaio 2010 nell’Istituto “S. Ma- Don Antonio era stato il direttore e
ria di Lourdes“, in Via di Selva Candida, formatore spirituale sia di Sr Tarcisia,
a Casalotti-Roma. sia delle altre suore che formarono il
Le Capitolari, una ventina, hanno gruppo iniziale che diede poi avvio al-
rieletto la Madre Gusmana Staiano per la Congregazione. Pensiamo si debba al
un secondo sessennio alla guida della Palladino, inoltre, anche il riferimento
Congregazione, fondata il 19 ottobre specifico, di questa Famiglia religiosa,
1927 a Cerignola (FG) da Madre Tarci- al carisma eucaristico, nell’adorazione
sia Vasciaveo. prolungata, e alla particolare attenzione
Tuttavia, la stessa M. Tarcisia, fon- al Papa. Anche l’affiliazione all’Ordine
datrice, indicava Mons. Don Antonio dei Predicatori la dobbiamo a lui, essen-
Palladino come “il venerato Padre Fon- do egli stesso appartenente al Laicato
datore”. Egli era morto l’anno prece- domenicano.
dente all’inizio ufficiale di questa Con- Madre Tarcisia Vasciaveo, ebbe co-
82
domenicani - marzo - aprile 2010 - n. 2
gno caritativo e spirituale, erano andati tative, il gruppo da tre anni sostiene con
calando; ora, grazie alla ventata di fede proprie offerte, l’attività missionaria dei
gioiosa e creativa del nostro assistente, nostri padri domenicani in Guatemala
P. Angelo Belloni, e grazie alla dedi- dove, tra il maggio e giugno 2009, si
zione di Sr Anna Maria, domenicana è recata anche una nostra consorella
dell’Unione S. Tommaso, il gruppo cre- come volontaria insegnante ed è ritor-
sce nell’amore verso l’Ordine. nata entusiasta.
Gli incontri mensili sono vissuti con Oltre a questo, ormai da due anni, le
intensità di preghiera e con arricchimen- Laiche domenicane di Empoli, assieme
to spirituale: facciamo delle riflessioni al P. Belloni, accompagnano spiritual-
mente un gruppo di giovani con letture
bibliche mensili presso la casa di una
consorella, a Fibbiana-Montelupo (FI).
Con la grazia di Dio e la buona volontà,
speriamo che la Fraternita diventi più
numerosa e abbia buoni e numerosi
84 frutti spirituali.
Ad agosto del 2009, d’accordo con il
parroco di Fibbiana, don Locastro, ab-
biamo celebrato il triduo e la festa di S.
Domenico e celebreremo anche il triduo
e la festa di S. Caterina da Siena.
Infine, in vista dell’ottavo centena-
domenicani - marzo - aprile 2010 - n. 2
pervenute in redazione
da P. E. Zabatta, era stato più volte solle- a crescere nell’amore a Cristo Crocifisso,
citato e atteso da numerose persone. unica via e ponte di salvezza. •••
Le monache del Sasso, affezionate
consorelle, costatata la grande acco-
glienza data al diario, sono liete di far
conoscere maggiormente la spirituale
vitalità che ha accompagnato Sr Petra
durante i lunghi anni vissuti in clausura
e l’esempio di virtù che ha lasciato.
Il genere di vita, quello claustrale,
da lei vissuto in pienezza, contribuisca
– dicono le consorelle - alla crescita di
stima della nostra vita, soprattutto da
spiega la fecondità di tanto bene umil-
mente fatto e il disegno misterioso di
Dio nella sua anima. Questo sereno
traspare e vibra come luce diamantina
dai frammenti del suo diario raccolti e
commentati in questo volumetto di cui
ne consigliamo la lettura. •••
pubblicazioni
A. LAMORTE, Passo Passo con Maria,
Rosario poetico, Nerbini, Firenze 2010,
pp.170. La pubblicazione si presenta
quale contributo al rinnovamento della
preghiera del S. Rosario e intende valo-
rizzare il linguaggio poetico e profetico
dei Salmi biblici per la meditazione sui
singoli 20 misteri che lo compongono.
Questo sussidio è corredato anche AA. VV., Strumento e cantore nella
da originali contributi di meditazione su sinfonia di Dio, Domenico Galluzzi do-
altri episodi della vita di Gesù: ciò sot- menicano, Ara Crucis, Faenza (2008). Il
tolinea che il Rosario è vero compendio fascicolo di 70 pagine è una sintesi della
del Vangelo. vita e della missione del P. Galluzzi, ac-
••• compagnata da testimonianze che ma-
P. B. DI COLA, op., Profilo spirituale nifestano le sue particolari virtù.
di Giuseppina Grassi (1893-1959), Opu- Nato a Cattolica di Rimini (1906), 87
scola, Firenze 2010, pp. 138. Domenico vestì l’abito domenicano a
Giuseppina Grassi, laica domenica- Bergamo (1930) e divenne sacerdote
na, nata il 5-11-1893, entrò giovanissi- nel 1936. Fin dal 1943 concepì e poi
ma nell’insegnamento a Calenzano, a realizzò l’opera Ara Crucis, un Mona-
Cavarzano, per moltissimi anni, poi a stero di Claustrali impegnate nell’ado-
Bagnolo di Montemurlo. Sfollata duran- razione eucaristica per la santificazione
domenicani - marzo - aprile 2010 - n. 2
te la guerra a Casale di Prato, dove ebbe dei sacerdoti, a Faenza. In questo anno
il comando a Jolo per quel periodo, inse- dedicato al sacerdozio torna esemplare
gnò a Prato negli anni immediatamente l’attenzione ai sacerdoti. (Ara Crucis, via
successivi alla liberazione. degli Insorti, 27 – Faenza (RA).
… Nel 1915 aveva fatto la professio-
ne nel Laicato domenicano. Divenne
priora della fraternita nel 1936 e man-
tenne questo ufficio con altissimo sen-
so di dovere, fino alla morte avvenuta
il 17 -2-1959 in una clinica di Careggi
di Firenze».
Questa vita, all’apparenza così co-
mune ed ordinaria, ha un segreto che • • •
Molto amati Sacerdoti
“DOMENICANI” n. 2 / 10
marzo - aprile 2010
PROVINCIA ROMANA DI S. CATERINA DA SIENA
piazza S. Domenico, n. 5 - 09127 Cagliari
Tel. 070-65 42 98 - cell. 339 18 22 685
fax 070-662837 - ccp. 41 48 28 94
e.mail: zabatta.eugenio@tiscali.it