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TIPOLOGIA A - ANALISI DEL TESTO

F.Petrarca, RVF 226

1 Passer mai solitario in alcun tetto in = sopra


2 non fu quant'io, n fera in alcun bosco,
3 ch'i' non veggio 'l bel viso, et non conosco
4 altro sol, n quest'occhi nn'altro obiecto. obiecto=oggetto

5 Lagrimar sempre 'l mio sommo diletto,


6 il rider doglia, il cibo assentio et tsco, assentio et tsco=amaro
veleno
7 la notte affanno, e 'l ciel seren m' fosco,
8 et duro campo di battaglia il letto.

9 Il sonno veramente, qual uom dice,


10 parente de la morte, e 'l cor sottragge 'l cor sottragge=priva
il cuore di quel dolce..
11 a quel dolce penser che 'n vita il tene.

12 Solo al mondo paese almo, felice,


13 verdi rive fiorite, ombrose piagge, piagge=contrade, localit
14 voi possedete, et io piango, il mio bene.
Comprensione
Dopo aver letto attentamente:
1) Introduci e sintetizza il testo.
2) Da un titolo adatto e coerente al sonetto.
3) Parafrasa i primi due versi.
4) Che proposizione ch'i' non veggio?
5) Quali elementi nel testo rimandano alla persona della donna amata e quale tra essi risulta il pi
rilevante?
6) Per quale ragione si fa riferimento al sonno?
7) Cosa si intende per almo e come potrebbe essere parafrasato?
8) A quale paesaggio rimanda lultima terzina?

Analisi
9) Che tipologia di rime presente nelle terzine?
10) Individua limportante enjambement presente nel testo e spiegane la funzione.
11) Individua la figura retorica prevalente nel sonetto e spiega la ragione della sua presenza
costante in molti dei sonetti petrarcheschi.
12) Un importante chiasmo presente nel testo individualo e spiegane la funzione.
13) Dopo aver analizzato le aree semantiche del sonetto individua la parola chiave motivando la
tua scelta.

Contestualizzazione e confronti
14) Il verso 1 del componimento rimanda al salmo 101, in cui il salmista lamenta la sua
condizione di esule, come quella di tutti gli ebrei, a Babilonia. La parte ripresa del salmo la
seguente:Vigilavi, et factus sum sicut passer solitarius in tecto. Il poeta rielabora
adattandola al suo contesto la citazione biblica: in che modo? Questuso dellincipit di
derivazione biblica ti richiama alla memoria altri poeti?
15) In quali altri sonetti da te studiati il poeta affronta il tema della lontananza dalla donna
amata?
16) Il v.8 del sonetto (con la terzina seguente) rimanda con evidenza ad un sonetto studiato,
quale motivo ricorre in entrambi?
17) Lultima terzina per la sua ambientazione pu essere confrontata con un altro
componimento del poeta, quale e con quale differenza di fondo?
18) Anche in Inf.V sono presenti similitudini relative agli uccelli, illustrale. Quale differenza
sostanziale noti rispetto al testo petrarchesco?
19) Parafrasa il testo dantesco tratto dal canto V:
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse:
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per pi fate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi baci tutto tremante.
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:
quel giorno pi non vi leggemmo avante.
20)
21) Individua punti di contatto e differenze tra i due testi proposti.
TIPOLOGIA A - ANALISI DEL TESTO

F.Petrarca, RVF 364

1 Tennemi Amor anni ventuno ardendo, ardendo =


nellardore dellamore
2 lieto nel foco, et nel duol pien di speme; duol...speme =
dolore...speranza
3 poi che madonna e 'l mio cor seco inseme seco inseme =
insieme con lei
4 saliro al ciel, dieci altri anni piangendo.

5 Omai son stanco, et mia vita reprendo reprendo =


rimprovero
6 di tanto error che di vertute il seme
7 quasi spento; et le mie parti extreme, mie parti extreme
= gli ultimi anni
8 alto Dio, a te devotamente rendo:

9 pentito et tristo de' miei s spesi anni, tristo = afflitto


10 che spender si deveano in miglior uso, deveano =
dovevano
11 in cercar pace et in fuggir affanni.

12 Signor che 'n questo carcer m'i rinchiuso,


13 trmene, salvo da li eterni danni, trmene=portami fuori
14 ch'i' conosco 'l mio fallo, et non lo scuso.

Comprensione
Dopo aver letto attentamente:
1) Introduci e sintetizza il testo.
2) Da un titolo adatto e coerente al sonetto.
3) Parafrasa i versi mia vita reprendo di tanto error che di vertute il seme
quasi spento
4) Che proposizione ch'i'conosco il mio fallo?
5) A quale data corrispondono il primo e il ventunesimo degli anni trascorsi nel pieno
dellardore amoroso dal poeta?
6) Sulla base dei riferimenti richiesti dalla domanda precedente e in considerazione del v.4 del
sonetto calcola la possibile data del sonetto.
7) Cosa intende indicare il poeta con le parole error e fallo?
8) A quale carcere allude il poeta nellultima terzina e cosa intende per eterni danni?

Analisi
9) Che tipologia di rime presente nelle terzine?
10) Quale figura retorica presente nel secondo verso e qual la sua funzione?
11) Spiega in che modo attraverso i tempi e i modi verbali si scandiscono le tappe dellitinerario
interiore del poeta.
12) Quali campi semantici ti sembrano rilevanti nel sonetto?
13) Dopo aver analizzato le aree semantiche del sonetto individua la parola chiave motivando la
tua scelta.

Contestualizzazione e confronti
14) Il sonetto si presenta come uno dei sonetti di anniversario, quali testi studiati puoi
richiamare a confronto?
15) Come viene considerato lamore in questo sonetto? Puoi stabilire un confronto su questa
tematica con il primo sonetto dei RVF?
16) Limmagine del poeta ormai stanco e in l con gli anni richiama un sonetto studiato, scritto
per in tempi diversi: quali le differenze?
17) Confronta il tema della morte della donna amata in Petrarca e nel Dante della Vita
nuova.
18) Anche in Inf.V presente la tematica del pianto, illustrala e individua possibili differenze
col testo petrarchesco.
19) Parafrasa il testo dantesco tratto dal canto V:
Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui della bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer s forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense.
Queste parole da lor ci fur porte.
Quand'io intesi quell'anime offense,
china' il viso, e tanto il tenni basso,
fin che 'l poeta mi disse: Che pense?
20) Confronta la concezione dellamore cos come presentata nel testo dantesco con quella
presente nel sonetto 364 proposto.

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