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1 Giornali disseminano le idee ¢ formano le ment, Agestne Cig yw )« {-t: IG. IAA 4 I “s COKE venite, Teste neni ni pane ... che lo ho prepara- to! (Pr 9,5) Vinvito @ chiaro, Eloquente, E: da chi andremo, Signore? E la risposta: umile e at- tental Profonda come il Mistero, Sublime come un Miracolo. Tu, Pane vivo, disceso dal cielo, sei venuto nella carne e hai associato alla tua Vita Vesperienza umana: mistero di Incarnazione! Tu, parola fata carne, sei diventato Pane spezzato, per la vita del mondo. Mi- stero di morte e di Risurre- zione. Mistero di Reden- zione, Tu il Vivente risorto, sei rimasto con noi nel- Eucarestia, facendo della tua e nostra vita un rendi- mento di grazie. La carne e il pane, incarna- zione della vita vera, in ogni tempo ed in ogni luogo: Mistero di una reale pre- senza. Guardiamo al mistero, Ac- cogliamo il dono di una vita sacrificata: prendete e man- giate... prendete e bevete, Pane spezzato, sangue versa- to, L'Eucarestia é tutta qui: sacramento di amore e di dono. Un modo concreto di mantenere la promessa: Sard sempre con voi Gesit & rimasto. Prigioniero d'amore, racchiuso nei tanti tabernacoli che popolano la 2-3 BLOC NOTES pops terra Madrid GMS nova lesperienza pen) della mangiatoia: Nato per | Palanzano 100° essere il Dio con noi. Si realizza la chiamata di 6 ASSOCIAZIONE LAICALE tanti, di tutti: Venite, be- 7-8 rofl nedetti dal Padre mio. rivive lesperienza di Cana: L- eter aaron PA reer mes en oy Eacarteren en ener mangiate i mio pane Domenie Guat pf Fate quello che Egli vi dir La volonta del Padre & gioia per tutti Si rafforza la fede dei cre- denti: Entrd, vide e credette; va’ in pace la tua fede ti ha salvata, Si celebra e si compie il mi- stero pasquale: dalla morte alla vita, alla luce. L'Eucaristia celebrata, rice- uta, vissuta @ il centro della vita della Chiesa, il cuore delle nostre giornate, il cibo che alimenta tutte le sfere del nostro essere ed agire L’Eucarestia @ pane in noi € per noi, ed @ fame per chi desidera realizzare un in- contro personale con il Vi- vente e farsi pane spezzato per i fratelli LeEucarestia é luce nelle te- nebre dellindifferenza e del male; @ forza nella debo- lezza e nella fragilita; & conforto nella solitudine nel'abbandono, étistoro per gli affaticati ed oppressi. Nell’Eucarestia - diceva la beata Eugenia Picco - 'anima si perde nel suo centro, nel Cuore del suo cuore, nell’Anima della sua anima, nel- Amore del suo amore, nella Vita della sua vita...nel suo Tutto, nel suo Diletto”. “Rechiamoci spesso a venerare quel Dio, che prigioniero di amore, riposa nel tabernaco- Jo... mettiamaci in rapporto con questa luce, che si comu- nica a noi come sole". L'Eucaristia chiama, attra, rafforza € spinge a cose grandi, accoglie ed invia. | discepoli di Emmaus lo riconobbero allo spezzare del pane e ritorna- rono ai fratelli annunciando: Abbiamo riconosciuto il Signore! L'Eucarestia, fa di tutti noi dei missionari, pronti 2a tutto: a stare e ad andare, a rimanere e a fare, a pro- strarsi e a rialzarsi, a parlare e a tacere, ad ascoltare ea comprendere, pronti a vivere nella morte e nella Vita. Con i martir di Abitene possiamo, anche noi, dire: Senza lEucarestia non possiamo vivere. . [co-omze tera Peete) Seon mr ee ripensando madrid che cose scot fae oe wenas conaiiovtensta Janeane oaaciene Panag So cece aS Sir eda na Si Smiveiuant Gina Sia ances aetna pagum sete Mena ea a gaze delay "se conoces ore eg Sama entagst Arrivando a Madrid per la GMG siamo stati accolti in una scuola dai volontari che hanno fatto di tutto per farci sentire parte di loro; con cura ‘ogni dettagiio: al mattino la colazio- re, Ia pulizia dei nostri ambienti per- ché noi dovevamo correre per arrivare in tempo alle cateches (eravamo fuori Citta e ci impiegavamo piti di un’ora ad arrivare); nella notte ci aspettava- rio fino a che I'ultimo fosse arrivato € poi si fermavano a fare veglia men- te ciriposavamo in palestra 0 fuori in cortile peril caldo. Dopo il nostro ritorno ci siamo scritt Uno di loro - Mario Anton - ci serve: “Anche se il tempo che abbiamo avuto per condlvidere ¢ stato poco ho potuto apprezzare I'affetto e bonta vostra e del vostro gruppo. Mi é dispiaciuto che rnon abbiate potuto stare nel settore 8 voi designato per /a Messa a Cuatro vientos, ma sono sicuro che lesperien- 22 sia stata unica e indimenticabile com’e stata la mia. Credo che siamo Uscit tutti rinforzati da questa GMG & soprattutto quello che piti mi ha emo- Zionato é stato il vedere che siamo ‘molti quel che condividiamo la nostra fede e questo ci fa pit forti! E stato per noi un piacere potere es sere stati attentinellaccoglienza verso i vo, spero che il nostro piccolo sfor- 20 vi abbia aiutato a passare giorni felici a Madrid nelle giornate della Go”. Lesperienza vissuta a Madrid, insieme ai giovani, & stata ricca di contenuti ‘e momenti forti di fede universale, ‘come ¢ a Chiesa. Siamo convinti che I Signore ci ha concesso di vivere que- sto momento della storia, perché gra- zie alla fede di questi giovani continui 2 risuonare i] suo Nome in tutta la terra e testimone di questo ¢ stata la qualita della partecipazione dei gio- vani ai vari momenti: catechesi, cele- brazione della riconciliazione, via cru- cis, Messe ... Soprattutto nella Vega, al momento dell’adorazione, hanno dimostrato a seria partecipazione e Ia volonta di mettersi in ascolto e in preghiera: nonostante il vento e la pioggia si é creato una grande silen- 2io di adorazione. Le strade, la metropolitana, le piazze ‘ovunque erano piene di giovani di tutto il mondo, e sempre accolti da tutti con molto affetto e rispetto, an- ‘che nei locali convenzionati dove po- tevamo mangiare; alcuni di questi lo- ‘ali quel giorni hanno restato il loro servi- Zio solo ai giovani della GMG ed erano chiusi ad altri Gié capitato pid di una volta che, riem- piendo l'autobus con i nostri gruppi, gli autisti abbiano de. Viato il loro percorso e portandoci diretta- mente al capo linea Dl aco- onze dove poi prendevamo la me- tropolitana: questa gentilezza ci permetteva di arrivare ab- bastanza in tempo alle cate- chesi Non potevamo dimostrare che ‘eravamo un po’ disorientati nel trovare la via per arrivare a un posto che erano gia Ii per aiu- tarci. Alcuni, intanto che pas- savamo per le strade, ci batte- vano le mani, soprattutto per- sone anziane. I nostro vescove di Parma nella sua catechesi ci spronava a “trovare le nostre radici nell'amore ... non siamo soli” quell'amore I'abbiamo anche ‘sentito attraverso i nostri fratelli spa- gnoli e nei giovani di altre nazioni che ci trovavamo ovunque e che salu- tavamo con affetto e gioia, pur senza conoscerci. Nella GMG ci siamo sentiti accompagnati dall’Amore ... ora la nostra missione di trasmettere que- st'amore é una sfida da continuare qui dove siamo per essere lievito “Radicati e fondati in Cristo, saldi nel- la fede.” Anna Verdugo pf Mi avevano detto che la GMG s3- rebbe stata un‘esperienza molto bella ma non credevo potesse essere cosi tanto coinvolgente. A Madrid non eravamo solo noi del “Se conoscessi iI done di Dio”, ma vi erano persone provenienti da tutto il mondo. In tan- {i riuniti per un unico motivo, tante persone di etnie, costumi, vite diverse ma con almeno un punto in comune, , Gesii! In quella stupenda citta spagno- la per lui, per accogliere la sua chia- mata, per essere “radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”. Sono rimasta molto colpita da questo. Vedere tutte quelle persone li mi ha reso molto felice. Ammetto che é stata un po" faticosa per gli orari, le camminate per la citta, ma ne é valsa la pena! Spero di poter partecipare anche alla prossima, anch’essa sara sicuramente indimenticabile! Maria Elena Vilirillo Un‘esperienza che ti cambia Ia vi- ‘a, avevo sentito dire prima di partire. Ci credevo, si, avevo anche tanti dubbi Come possono nave giorni cam- biarmi, rendermi diversa da come sa- rei stata prima di partire? Il giorno della partenza, lo ammetto, avevo un po’ di paura: cosi lontano da casa (non ero mai stata in Spagna prima di allora) per affrontare un viaggio che pitt che una vacanza si rivelava, un‘awentura, Ma avevo anche tante speranze: speravo di conoscere tante persone, di legarmi ancora di pitt con chi conoscevo gi; speravo di crescere ‘come persona e spiritualmente; spera- vo di vedere il Papa, impaziente com’ero di sentire le sue parole. Ora che sono tornata posso dire di avere fatto parte di una fantastica esperienza, “lo c'ero” & quello che dico orgogliosa a chi parla della GMG: ero proprio li, in mezzo a quel mare di quasi due milioni di persone. Que- sta @ stata la cosa che mi ha emozio- rato di pit: vedere cos! tante persone, provenienti da ogni parte del mondo, tutte riunite sotto la figura del Papa; tutti Il per lo stesso motivo, riuniti sotto la stessa fede. E io ne ho fatto parte. immagine che in me restera sempre impressa & ilclima di festa che si awertiva per le strade, anche nei moment pid impensati (come la fila per entrare in un museo): i giovani cantavano e ballavano, unendo a loro volta la propria voce a canti di altri gruppi, in un modo cosi spontaneo e allegro da ‘trasmettermi una gioia ve- ra, Una grande festa! Non importava da che paese uno arrivasse, anzi la di- versita era fonte di sorpresa e curiosita, Le storie, nel corso dei giorni, si intrec- iarono, scoprendo famiglie intere arrivate dall’America Latina, persone anziane venute da sole solo per vedere il Papa, neonati in spalla alle madri sotto il sole di Madrid. € allora ti domandi: “cosa spinge la gente a fare tutto questo? La fedel!” "Non vergognatevi di essere cristiani" furo- no le parole di Benedetto XVI. Ci sono stati anche dei momenti di difficolta, @ vero, ma nonostante le intemperie (la serata di sabato all'aperto ha mes- Cari amici, Dio ci ama. Questa é la grande veri della nosta vita ¢ che di senso a tuto resto, Non samo fatto del cato o dellirizionati, ma alforigine della nosta esstenza 7 un progetto d'amore di Dio, Rimanere nel suo amore significa vivere radicati nella fede, perché la fede non & la semplice accettatione di aleune veritaastrate, bensl wna relazione intima con Cristo che ci porta ad aprite il nostro cuore a questo mistero di amore ¢ a vivere come persone che si riconoscono amate da Dio. Cari amici, che nessuna avversta vi paralizi! Non abbiate paura del mondo, né del furuso, né della vostea debolezza. Il Signore vi ha concesso di vivere in questo momento della storia, perché grazie alla vostra fede continu a risuonare il suo Nome in tutta la terra apa Benedeto XVI ai giant delle GMG so a dura prova le nostre capacita di adattamento!) ¢ la fatica fisica insie- me abbiamo superato tutto, aiutan- doci e sostenendoci l'un I'altro, sem- pre con un sorriso! Un altro momento che avrd sempre nel cuore & a Messa della Domenica presieduta dal Papa. I canti e le preghiere in tutte le lin- gue, il saluto del Papa Stato per Stato, i momenti di surreale silenzio .. unen” doci tutti in un grande abbraccio. E tornando alla domanda iniziale “Pua un‘esperienza cambiarmi la vi- ta?” la risposta é "Si". Ho avuto la possibilita di riflettere su me stessa, sulla mia vita, ascoltare le vite degli altri ed essere confortata dalle parole del Papa. Un'esperienza che rifarei e che consiglio ad ogni giovane di pro- vare almeno una volta nella vita. Maila De Carolis UN PAESE IN FESTA PALANZANO, mercoledi 7 settem- bre, Alle ore 18, nella chiesa parroc- @ svolta una grande festa, in ‘occasione de! 100° anniversario di presenza delle suore Piccole Figlie. Nella chiesa, gremita di fedeli, hanno preso posto le rappresentanze della Croce Rossa, degli Alpini, del Comune, altre personalita e un numeroso grup- po di piccole figlie. Ha presieduto la Celebrazione Eucari- stica don Pietro Montali, parroco, pre- senti anche Don Marcello Benedini, parroco di Monchio, don Protais Dt sabe, parroco di Ranzano, don Gio- vanni Orzi, parroco di Tizzano e don Mauro Pongolini parroco di S, Leonar- do (PR). All'inizio della celebrazione sr Alba Nani, superiora generale, ha ricordato con gioia che l'inizio dell'opera della Scuola dell'infanzia, & legato oltre che alla beata Eugenia - di cui si faceva memoria liturgica - a due grandi santi parmensi: Andrea Ferrari e Guido Ma- ria Conforti che hanno dato corpo ai desideri del benefattore Don Dome- nico Montali e del parroco fondatore di questo asilo don Giacomo Bettoli Don Montali ha voluto offrire 'Euca- ogee Gideon pt restia in suffragio di tutte le suore che hanno prestato servizio a Palan- zano e ogi non sono pi tra noi Alla fine del rito, vissuto con grande attenzione e inten- sita da tutti, ha preso la pa- rola anche il sindaco Giorgio Maggiali per un breve sa- luto. Ha ricordato che la Congre- gazione, in tutte le sue co- munita sparse nei vari con- tinenti, si @ distinta fin dalle origini per opera nel set- tore sanitario (ad esempio in occasione dell'assistenza ai malati della Grande guerra, come pill tardi nella Casa di Cura Piccole Figlie, che la gente della montagna ha ben conosciuto e conosce) sia nel settore educative, come si @ sperimentato a Palan- zano. ringraziare, a nome della cittadinanza, la Madre e la congregazione tutta ¢ in particolare sr Bruna Aiolfi e le sorelle che operano a Pa- lanzano per la loro presenza disponibile e generosa, nel servizio della collettvita E ciha tenuto a sottolineare che, seppur in un tempo di continuo spopolamento della montagna, la comunita religiosa ha resistitol! £ cid costituisce un grande dono di cui rendere grazie Gli applausi della gioiosa assemblea ‘owiamente non sone mancati La festa @ proseguita alla Scuola dell'infanzia don Montali con unrin- fresco, offerto da genitori e amici, in un clima di gioia e di condivisione se- rena, in cui sié toccato con mano l'af- fetto della gente di Palanzano “per le loro suore”. 7 L'Asilo di Palanzano e la sua Storia Per noi di Noceto era una fermata obbligatoria prima di raggiungere la colonia di Vecciatica: per la corriera stracarica di ragazze, bagagli e “vi- veri" che arrancava su quella massese che solo da pochi anni piano piano cambia volto; per noi ragazze che avevamo il tempo di fare quattro salti; per Mons. Copello, che sempre ci accompagnava, che fruiva di un breve momento di ristoro ed infine per le suore che tra un “Sia lodato Gest ¢ Maria” e I'altro incontravano le loro consorelle. Se per noi nocetani rasilo di Palanzano era uno “scalo tecnico", per la Comunita del Paese era ed @ una realta ben pit importan- te, la cul storia viene da lontano. sia Devoier Tutto hi dalla morte di don Domenico Montali (1897), gia parroco di Palanzano, che lascia una ricca ere- dita al Cardinale Andrea Ferrari, arci- vescovo di Milano. Questo “ben di Dio” deve essere utilizzato per la realizzazione di opere assistenziali, educative e d'istruzione a totale be- neficio della popolazione locale Vengono tentate alcune strade per raggiungere i fini dell'eredita, ma. niente, tutto inutile. Nel 1907 & nominato parroco di Palan- zano don Bettoli, nocetano di nascita, sacerdote molto determinato con una grande passione per le arti (conseguira la laurea in architettura) molto creativo € con spiccate doti manageriali Con il suo arrivo qualcosa comincia a muoversi. E perd un movimento non in finea con la volonta di don Montali Liallora vescovo di Parma, Magani, chiede al parroco di Palanzano la ven. dita del patrimonio Montali a beneficio del seminario di Parma, Don Bettoli non solo rigetta dentro di sé questa richiesta, ma pensa ala realizzazione di Un asilo infantile, come base per ulteriori e favo revoli attivita per la co- munita locale. In stretta confidenza si consulta con Mons. Conforti, Vicario generale e col Cardinale Ferrari, unico erede. Alla fine, forte del consenso ottenuto, decide di so- prassedere alla richiesta del Vescovo in attesa di ‘tempi piu favorevoli. Dopo pochi anni il momento propizio arriva con la nomina di Mons. Confor- tia Vescovo di Parma. In pratica il Parroco di Palanzano ha carta bianca per le iniziative che vuole intraprendere. Inizia subito la costru- zione dell'asilo (ogi sede municipale) e nel 1911 tut- to @ pronto, Maa chi affi- dare opera? La sua richiesta @ subito in- dirizaata alla Congregazione delle “Piccole Figlie dei SS. Cuori di Gesii e Maria”, Su- periora Generale M. Euge- nia Picco: per il numero esiguo di suore in rapporto al numero delle opere av- viate, la risposta @ nega~ tiva nell’immediato, ma lascia una speranza per il futuro. La speranza si concretizza dopo poco tempo. Suor Re 11 30 novembre 1911 si insedia a Palanzano la prima comunita di tre suore alla quale viene affidata una sala di cu- stodia, l'oratorio festivo en Giacome Bettli Superora Suor Madéslena Angelini © Hinsegnamento del catechismo. Pochissimi anni di ativita poi la guerra (1915/13) ferma tutto. La scuola viene utilizzata dai militari e le suore vengono richiamate a Parma per prestare la loro opera negli ospe- dali Finalmente finisce la guerra, Le attivita gia awiate peré non ripren- dono e le suore non tornano. Un pas- so indietro nel difficile cammino del- Ia realizzazione dei voleri di don St Teresina Biavasch Novia Montali Ancora un volta la crea- tivita ma ancor pit la tenacia e la determina- zione di don Bettoli gli permettono di sfruttare Te sue capacita mana- geriali e con risolutezza aliena l'intera eredita Montali compreso l'edi- ficio dell'asilo acquistato dal Comune. Decide anche di affidare alle “Piccole Figlie” il ri cavato del lascito, sicuro che l'avrebbero utilizzato in loco ed al meglio per la popolazione. Una fiducia ben riposta che vede la Congregazione farsi carico in proprio, di notevoli spese per terminare la co- struzione dell’attuale edificio e dare vita non pid ad una sala di custodia, ma ad un asilo ed a due lassi di scuola elementare oltre alla ripresa delle at- tivita gia awviate prima della guerra, Nel 1928 le suore, sem- pre attente alle nuove ne- cessita, istituiscono il col- legio "San Giuseppe”, ini- zialmente solo femminile, per ospitare bambine pro- venienti da famiglie di- sagiate, Le suore “si fanno su le maniche”ancora una volta e senza gli aiuti domestici sui quali si pud contare oggi, fanno fronte a questo nuovo e impegnativo carico di lavoro. Lasilo, la scuola, il col- legio e “per non farsi mancare nulla” anche un aldassrni pensionato invernale per anziane residenti nel territorio, dieci i posti disponibil Questa attivita ha vita breve: 1960/1964. Si sa che la convivenza tra bambini ed anziani non & facile e da qui la decisi ne di proseguire I'attivita a favore dei piccoli Nel 1975 viene chiuso il Collegio “San Giu- Seppe”, sempre per stare al passo con i tempi. In quegli anni la casa @ ogget- ‘to di numerosi lavori Prima di tutto la messa in sicurezza delle fondamenta, minate da infiltra- zioni di acqua piovana, in seguito vengono effettuati lavori di migliorie e di ammodernamento. Queste opere rendono la casa fruibile per gruppi parrocchiali e non solo, per giornate di ritiro, preghiera ed altre attivita, Con questi lavori 'edificio diventa an- che la casa dove le suore, in estate, possono andare a riposare. Ma le suore non pensano solo alla lo- ro “campagna”: ne usufruiscono an- che i piccoli ospiti della comunita edu- ativa “Villa S, Maria” di Parma che proprio a Palanzano trascorrono in gran parte le loro vacanze estive. fa storica di questa opera, perché Foggi @ sotto gli occhi di tutti, Anche sotto i miei Da molti anni non faccio pit lo “scalo tecnico” a Palanzano, ma nella mia annuale e ormai tradizionale visita al- le suore, ritrovo con gioia la stessa di- sponibilit, affabilita e fraternita spe- rimentata nelle fermate obbligatorie per Vecciatica, quando i miei ricci ri- belli erano neri neri . riccote nue [5] aco.-orr.2011 [ASSEMBLEA ELETTIVA - “OSARE LA RESPONSABILITA” ‘A Parma, press la Casa Madre Piazzale San Giovani, nel gio 12-13 novembre, stra Asembleaelettva del’ Assocazione laicale. “Osare la solta: dalidentit alla mission tema della precedente Assembla, ha alutato gli associat nella ilessione sul senso i appartenenza allAssocazione. Questo ci ha stmolat ci ha aiutati a quardare al futuro del! Associazione ce, in questutimotrennio 2008-2011, a aperto le frontier ad altri Continent, in particolre al Pera con novi aggregati eat sono in cammino verso Iaggregazione in Cilee in Aca Nella prossima Assemblea Eletva siamo tut chiamati ad “Osare la responsabilita”,quind a testimoriare “I bellezza della vert ela gioia di essere cistiani" nelle famigle, nel mondo del lavoro nella scieta vivendo in penezza il Caria dele Piccole Fig, secondo le indicazion dello Statuto del Associazione laicale: "Gl associat partecipano al crim e alla misione delistitute: sono ciamat e mandat a testimonare il Vangelo delincarnazione .. si vvon il carsma delincarnazione, del nuncio, el'attenzione a fratell, con precilezione per pid per, nelle situazion| ‘uotilane, anche le pil semplice nacoste (daloStatuto cap. 1, n. 23). con Maria per GESU ai PACE nello Spirito La chiamata a vivere l'esperienza degli Esercizi spirituali, quest’anno @ arrivata da una delle valli pitt estese delle Alpi centrali: la sugge- stiva Val Camonica, Dal $ al 14 Lu- glio, siamo stati ospiti dell’Eremo 5S, Pietro e Paolo di Bienno (BS). Don Roberto Domenighini, diretto- re dell’Eremo, ci ha guidati nella riflessione sulla Parola di Dio. Du- rante gli Esercizi, noi associati laici viviamo dawvero un tempo di gra- zia, perché, lontani dalla quotidiana vita frenetica, abbiamo Ia possibilita di lasciare tutto per cercare Dio e ritrovarci nella pace, nel silenzio, nella preghiera, nell’ascolto della Parola di Dio. Attraverso la lettura di alcuni brani degli Atti degli Apostoli, abbiamo meditato sull’azione dello Spirit Santo nella vita cristiana, Gesu ha realizzato il progetto di Dio che, attraverso i suoi discepoli, continua ancora oggi ad essere disponibile per ogni persona che abbia la buo- na volonta di accoglierlo, Per Luca il discepolo é una persona che si mette in viaggio; non da solo e non senza meta. Egli é in cammino con Gesit verso la pienezza dell’incon- tro, Pertanto il discepolo cammina nelia storia, condivide le esperienze degli altri uomini, ma si caratterizza perché @ con Gesii e ha una meta. Secondo Luca, credere in Cristo non @ condividere una dottrina, ma se- guire una Persona. Quindi il Cristia- esimo non é una teoria, ma una vita in cammino. Gi Atti degli Apostoli sono stati de- finiti “il vangelo dello Spirito” per- che Luca non intende raccontare gli atti, cioé le azioni compiute da sin- goli personaggi, quanto piuttosto Te azioni dello Spirito attraverso al- cuni personaggi fondamentali. Lo Spirito Santo é il dono promesso da Dio Padre fin dalla creazione del mondo e, grazie a Gesti Cristo e alla sua opera, viene comunicato alla comunita cristiana. Nel giorno di Pentecoste, la prima comunita ha fatto l'esperienza di una particolare rivelazione di Dio, che si & comuni- cato ai credenti come realta interio~ re di luce e di forza che li ha cam- biati, Ii ha resi capaci e disponibili alla missione. Il centro deil‘esperienza cristia~ na non é il frutto di una conoscen- za morale, ma la potenza dello Spi- rito di Cristo; per questo il credente @ una persona colma di Spirito che, in tutto cid che fa e dice, manifesta questa singolare presenza che lo ha rinnovato. Naturalmente uomini spirituali non ci si inventa, non é la generosita dell’impegno a renderci tali, ma il dono di Dio, In questo cammino delia storia della salvezza Maria riveste un ruolo di straordinaria importanza Con il suo “Si”, umile ma pieno, Maria ha mostrato la sua totale dit sponibilita al progetto di Dio e in quel momento il Verbo del Padre - Dio come Lui - é diventato uomo come noi, Maria é diventata la Ma- dre di Gesii, il nostro Salvatore e Redentore. *Ringraziamola - scrive don Agostino Chieppi, il nostro fon- datore - di aver pronunciata questa miracolosa parola,... perché & con questa parola che ci ha dato il Sal vatore e ci ha dischiuse le porte del Cielo...”". Per questo "imitiamola”, facciamo risuonare nel nostro cuo- re, ogni giorno della nostra vita, Eccomi che Maria ha rivolto a Dio nell’Annunciazione. Come Maria apriamoci a Dio che si rvela, in modo totale, accoglien- dolo in tutta la vita Crediamo in Dio, fidiamoci di Dio, affidiamoci a Dio, cresciamo gra- dualmente nella fede come Lei “La fede, ¢ il principio della nostra giustificazione; & quella che, con fa fiaccola alla mano, ci conduce nella strada della perfezione ed a tutte le cristiane virti... Non basta avere la fede. Bisogna vivere di fede. Al tro @ credere, altro é vivere di fede...” (Agostino Chieppi) Maria ha camminato nella fede giorno dopo giorno, prova dopo prova, fatica dopo fatica fino al mo- mento pi drammatico del Calvario, per giungere al giorno della Risur- rezione del Figlio. All'inizio degli Atti degli Apostoli Maria viene mesa dentro alla Chie- sa, & presente nel giorno di Pente- coste quando gli apostoli hanno ri- cevuto il dono dello Spirito Santo e ha iniziato l'opera evangelizzatrice insieme ai discepol, per testimonia- re la sua fede in Gesti Cristo. “Chiediamo a Maria di farci que- stoggi dono della sua fede, quella fede che ci fa vivere gia in questa dimensione tra finito e infinito, quella fede che trasforma anche il sentimento de! tempo e del trascor- rere della nostra esistenza, quella fede nella quale sentiamo intima- mente che la nostra vita non ¢ risuc-

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