.

2012
ag.-Lug
N. 2 M

Anno XLVI - Periodico trimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Parma

so a chi ho creduto! Domenica Guatteri pf

A voi stata data la che, avvolta dal mistero

grazia di credere in delle tenebre, si lascia
Cristo. sfiorare dalla tenue luce
Cos lapostolo Paolo si dellaurora, si spinge
rivolgeva alla Chiesa di verso lalto, discende
Filippi, a quegli uomini lentamente nella cal-
che, grazie alla Parola da luce del tramonto
annunciata, si erano e, come dincanto, si
convertiti ed avevano abbandona alla tene-
aderito a Cristo, croci- rezza di un abbraccio.
fisso risorto. Per loro, Dunque fede allinizio,
come per noi, stato fede nel cammino, fede
un cammino: la vita, la al compimento di ogni
Parola, la conversione, il vita toccata dallamore
Pane condiviso, la fede di Cristo: il Vivente.
in dono. La fede amore sotti-
La fede, fresca come le e profumato come
rugiada, forte come roc- incenso, amore forte
cia, preziosa come linfa come roccia, amore ge-
vitale. La fede e le opere: una sintesi perfetta di vita neroso come fonte che zampilla fresca, amore arden-
vissuta nella fede in Cristo. te come il fuoco che arde e purifica.
Cristo la porta: una porta sempre aperta dove si Stampiamo nella nostra mente che solo nella fede
entra per rimanere, ma, per passare necessario ardente in Cristo potremo attingere quel caldo
adattarsi alle sue dimensioni: ingrandirsi e dilatarsi, entusiasmo che innalza, rapisce e trasporta. Cristo
abbassarsi e ridursi alle altamente vivo nei nostri cuori sar la nostra luce, la
misure dellamore. nostra fortezza, il nostro balsamo, la nostra gloria
Come dice don Agostino
Chieppi, la fede una Con il cuore si crede, con la bocca si fa la pro-
catena che lega la terra fessione di fede...
con il cielo. Non un lume e la vita continua sulla terra sfidando il cielo,
di evidenza, ma un lume continua nella polvere toccando le stelle, continua,
divino, che fa aderire alla condannata a vivere con il cuore aperto, a vivere con
verit con la certezza mag- il cuore ferito come lui il Cristo, il Risorto.
giore di ogni certezza. Come dice S. Agostino, tu
che credi in lui, chiunque tu SOMMA
RIO
So in chi ho creduto sia, tu che non porti invano il
e questa vita la vivo nome di cristiano, tu che non 2-3 SPIRITU
ALIT
ABC della
nella fede del Figlio di entri in chiesa per caso, tu che vita religio
sa
Dio. ascolti la Parola di Dio con
4-5 Un prese
nte
carico di p
La fede vita. Vita che timore e speranza, troverai assato
6 ASSOC. LA
cammina, pellegrina sulle nello spezzare il pane una ICALE
Inviati nel
strade delluomo, alla ricerca di cuori da abitare. confortante certezza. Abbi mondo
7-8 PROFILI
Vita che, come vascello fragile e disperso, si lascia fede, Egli con te, anche se
trasportare dalle acque della sapienza di Dio. Vita non lo vedi.

PICCOLE FIGLIE 1 MAG. - LUG. 2012

 Il 25 marzo, nella Cattedrale di Parma, il Vescovo mons Enrico
Solmi ha presieduto la Celebrazione eucaristica in cui sette sorelle
hanno celebrato il 50 della loro consacrazione e sr Cristina ha
emesso la propria professione per tutta la vita. Di Lei pubblichiamo
unintervista. Tra le tante testimonianze che ci sono giunte, segno di
gratitudine e di amicizia verso le sorelle che hanno celebrato il cin-
quantesimo della loro consacrazione religiosa, pubblichiamo le seguen-
ti che esprimono lemozione dei tanti che hanno partecipato alla
celebrazione.

labc della vita religiosa: da 0 a 50!

C ara sr Clementina,
scrivere non il mio forte, ma
scrivere come ho vissuto io questa
splendida giornata mi sembra un
dovere, mi lascia libera. Giusto per
presentarmi alle persone alle quali
farai leggere questo scritto, dico
di essere un infermiera di Milano.
Dieci anni fa ci siamo conosciute
alla Pio X e alla Fontana, in un
momento toccante della tua vita,
ma reso forte dal tuo esempio
nell obbedienza, nella serenit
e nella fede. Oggi il Vescovo En-
rico stato grande insieme alla
tua Madre Generale, madre Alba
Nani, hanno accolto in modo
speciale la Professione Perpetua di sr
Cristina Lommi e la rinnovazione dei
voti nell occasione del cinquantesimo
anno di Professione religiosa delle
Suore: Anna Scala, Carla Saccani, Cle-
mentina Negri (la tua), Giulia Chiozzi,
Lucia Casini, Luisa Ravazzini, Rosanna
Bardelli.
Ogni momento stato semplicemente
toccante, persino il Canto al Vangelo:
Se uno mi vuol servire, mi segua,
dice il Signore, e dove sono io, l sar
pure il mio servo. (Gv 12,26: toc-
cato proprio a me leggerlo dopo la II
Lettura). Per non parlare del Vangelo
dove si legge. In verit, in verit vi
dico: se il chicco di grano caduto
in terra non muore, rimane da solo; se
invece muore, produce molto frutto.
Madre Alba ha usato parole semplici
ma molto pratiche sia verso sr Cristina
che ha fatto la Professione Perpetua
sia verso voi altre sette suore che avete
fatto il cinquantesimo di Professione
religiosa. Ha ringraziato la famiglia
di sr Cristina, crede che, ogni sorella
che festeggia oggi il 50, possa es-
sere punto di riferimento per la sua
crescita. Bella l immagine che in una
Famiglia che festeggia le ricorrenze si
festeggi anche il segno del Proseguo
con nuove Professioni Che bello,
un giorno, al 25 anniversario di sr
glia e, a dir la verit, penso che
non rivedr mai pi un numero
cos illimitato di Suore. Ritornati
a Roma, abbiamo festeggiato sr
Lucia anche con tutti gli amicicon
un rinfrescodopo la celebrazione
nella Parrocchia del quartiere. Mi
sono messa a ridere quando una
mia amicaha detto , vedendo che
erano venute un sacco di persone:
Non pensavo che venisse tanta
gente; non pensavo che unaSuo-
ra avesse cos tanti amici. Ho riso
perch solo in quel momento mi
sono resa conto che diventando
suora scegli una vita al servizio di
Cristina, si festeggino anche nuove tutti coloro che ne hanno bisogno
Professioni! stata una giornata da e ho pensato che in qualche modo sr
ricordare perch non solo noi persone Lucia avesse aiutato ognuna diquelle
abbiamo festeggiato con ciascuna di persone presenti anche solo facendo-
voi, anche Lui stato con noi fin dal gli un sorriso. Insomma non penso che
mattino donandoci un sole splendido! avrei provato tutte queste emozioni
Mi unisco a voi nella mia, seppur se non fossi mai arrivata al GREST. L
povera preghiera, perch il buon Dio ho trovato veramente una seconda
vi doni secondo la Sua volont forza famiglia e quindi non mi rimane che
nello Spirito e salute nel corpo! Grazie ringraziare le persone che hanno fatto
per la bellissima giornata di festa! Un s che provassi queste emozioni
abbraccio a ciascuna!
Angela
Sono Prisca, ho 13 anni: non avrei mai
pensato di conoscere delle Suore, anzi
se quattro anni fa qualcuno mi avesse
detto che sarei andata a Parma senza
la mia famiglia a dormire in una casa
di Suore per poi assistere ad un anni-
versario di50 diProfessione Religiosa
di una Suora mia amica, avrei risposto:
Penso che abbia sbagliato persona!
Tutto iniziato cinque anni fa quan-
do mio padre ha scelto di portarmi al
GREST A Parma la cosa che pi mi
ha emozionato stato il vedere una
Suora celebrare la sua Professione
Perpetua.Il coraggio con cuiconsacra
la sua vita aDio e promette di vivere
da Piccola Figlia nella povert. Mi
piaciuto anche vedere il modo in cui
ci siamo riuniti al rinfresco dopo la
celebrazione come una grande Fami-

PICCOLE FIGLIE 2 MAG. - LUG. 2012

Sr Cristina Lommi arri-
vata al momento della professione
perpetua dopo un lungo cammino
di vita cristiana nella sua famiglia
(gi il Signore aveva scelto uno cu-
ginodon Giovanni Lommie due zie,
sr Giacintaesr Carla). Il cammino di
discernimento nella Famiglia religiosa
iniziato, quasi per caso, si fa per dire,
perch per il Signore niente avviene a
caso. Chiediamo a sr Cristina di parlarci
del suo percorso di vita.
Si dice che in una scelta di vita il
per sempre sia lostacolo piu
grande: sei daccordo?
Secondo me il contesto in cui uno
cresce che non aiuta a credere nel
per sempre.. quindi un cammi-
no non facile C paura del per
sempre perch c crisi di valori, di
fiducia. Tante famiglie oggi non sono
basate sul sacramento del matrimo-
nio, non vivono bene e i ragazzi che
crescono in un contesto di disagio
familiare, fanno fatica a credere
che si possa percorrere una strada
diversa
E tu come hai fatto ad arrivare a
un s definitivo?
Io veramente non so come ho
fatto!!! Dopo un cammino di forma-
zione con laiuto della responsabile
di formazione (che mi ha seguito fin
dallinizio del mio cammino nella vita
religiosa) e consigliata dal direttore
spirituale, ho maturato questa deci-
sione piano piano.
Questo non vuole dire che uno non
abbia timori e dubbi, ma si superano,
con la fede, la preghiera e laiuto del-
le persone pi avanti di me nel cam-
mino e soprattutto la testimonianza
delle altre suore.
Da dove vieni? sei di Parma?
Vengo da un paesino della bassa
parmense, Ronco C.C. Sono cresciuta
in una famiglia meravigliosa, che mi
ha dato tutto: amore, testimonianza
di fede (con in nonni pregavamo il
Rosario tutte le sere), il senso dello-
nest e della responsabilit per gli
impegni presi. Soprattutto mio pap
era sempre disponibile per ogni per-
sona, generoso: questa stato un
esempio per me! Anche il mio parroco
Don Roberto Cugini mi ha insegnato
a vedere il bene in ogni persona e me
lo ricordo bene!
Potresti raccontarci qualcosa della
tua storia?
Ero attiva nella mia mitica parroc-
chia di Ronco Campo Canneto nella
catechesi e nellanima-
zione liturgica. Coltivavo
con cura lamicizia con
il Signore: ogni mattina,
appena alzata, mi ferma-
vo in preghiera silenziosa
sul Vangelo e alla sera
andavo a Messa tutti i
giorni. Ho fatto tutti i
campi estivi di Azione
Cattolica dalla 5 elemen-
tare alla 4 superiore, poi
stato fondamentale per
me frequentare gli incon-
tri del 3 Marted guidati
mons Sergio Chezzi e poi
don Marco Uriati, in Se-
minario Maggiore.
Ero anche inserita in
pastorale giovanile diocesana come
Responsabile zonale. Dopo essere
diventata Ragioniera, ho fatto anche
la gelataia in Via Sidoli e mi piaceva
moltissimo il rapporto con i bambini
e con la gente, intanto frequentavo
lIstituto di Scienze Religiose. Questo
lavoro stagionale mi dava la possibilit
di mantenermi, finch non ho iniziato
a fare linsegnante di Religione.
Avevi gia lidea di fare la suora?
Dallet di 18 anni ho avvertito che il
Signore mi chiamava Ma non vole-
vo neanche pensarci! Mi sono arrivati
gli inviti al gruppo diocesano Talita
Kum, ma io non ne volevo sapere,
perch avevo chiaro una cosa Io,
suora?! mai!! Volevo continuare a
dedicarmi a tempo pieno alla Dioce-
PICCOLE FIGLIE 3 MAG. - LUG. 2012
si, alla Parrocchia, alla pastorale dei
bambini come docente di religione
nella scuola dellInfanzia e Primaria.
Come mai hai cambiato idea? Ce
stato un momento chiave?
Ho accettato, non so perch, di
fare lanimatrice a un Camposcuola
diocesano del Gruppo Vocazionale
Femminile Se conoscessi il dono di
Dio a Berceto (PR). L sono andata
in crisi portando una bimba al pronto
soccorso alluna di notte a Parma
e il mattino dopo ero gi di ritorno a
Berceto . Mi sono chie-
sta: Come ho fatto?
Durante il campo poi un
giorno don Stefano Ro-
sati in passeggiata verso
il Lago di Achille mi
chiede Come va? e io
Bene! Non pensavo! e
lui ha replicato Cosa ne
pensi di fare di tutta la
vita un campo? Mi sono
detta cosa dice?
e da l sono entrata in
crisi profonda. Suora
no!! mi ripetevo
per continuava la crisi,
perch in fondo sapevo
cosa Ges mi chiedeva
, finch mi sono decisa
a parlare con una religiosa di quello
che sentivo e dopo un breve cammino
di discernimento sono entrata nella
Famiglia delle Piccole Figlie, a Parma,
a 29 anni, il 7.9. 2002. E stato un
cammino ricco di sorprese e di tanta
gioia
Come vedi il tuo futuro?
A come Amore cio Africa. Sono stata
in Congo un anno e mezzo e mi sono
innamorata di quella terra. E stata
lesperienza di amore pi significativa
che ho fatto nella mia vita.
B come Bambini piccoli e ultimi ho
lavorato nella scuola dellinfanzia e
i piccoli mi hanno rubato il cuore
C come Cuore di Cristo essere pic-
cola figlia per testimoniare il Suo
Amore a tutti!!

Sabato 14 aprile, presso la sala Capito-
lare della Casa Madre in Parma, stato
presentato il libro Agostino Chieppi ed
Eugenia Picco. Accoglienza, educazione
e cura delluomo, che raccoglie la storia
della Congregazione delle Piccole Figlie
a Parma, in un libro ricco di testimonian-
ze scritte e iconografiche. La Congrega-
zione delle Piccole Figlie a Parma nasce
insieme allItalia, e compir i suoi 150
anni nel 2015. Il libro, a cura di Pier An-
gela Paglioli e Giorgio Bordin - Palatina
editrice - ripercorre attraverso la vita, il
pensiero e le opere del fondatore, don
Agostino Chieppi e della figura pi signi-
ficativa delle sue suore, Eugenia Picco, la
crescita e le opere della Congregazione.
Un modo per rivivere la storia di Parma
e del 150 della formazione dello Stato
Italiano, attraverso i documenti di una
carit operosa che si dimostrata capa-
ce di incidere nel tessuto sociale con la
portata di una sussidiariet anticipatrice
di una welfare society viva ancora oggi.
Ha introdotto suor Liliana Triches, Consi-
gliera generale delle Piccole Figlie, che ha
fatto giungere al numerosissimo uditorio
il calore di unesperienza personale e
condivisa. A seguire gli interventi di Car-
lotta Capacchi della Palatina Editrice, Pier
Angela Paglioli, architetto, insegnante,
autrice del libro, Giorgio Bordin, medico,
curatore della pubblicazione. Ha modera-
to la giornalista della Gazzetta di Parma
Monica Tiezzi.
150 anni di Piccole Figlie a
Una curiosit insaziabile
Tutto allinizio appare
fragile, anche lamore
di un uomo e di una
donna sarebbe tale se
non fosse sostenuto
dallincoscienza dellen-
tusiasmo e poi dalla
conferma sistematica
della sua bont, della
corrispondenza a s e della verit di
compimento. Tutto continuerebbe a
rimanere fragile se fosse affidato unica-
mente alle proprie risorse umane, alle
proprie capacit di gestione. Cos sta-
to per me quando venendo a Parma ho
incontrato la realt della Congregazio-
ne delle Piccole Figlie. E scattata da su-
bito una curiosit insaziabile collegata
al desiderio di approfondire il carisma
di un uomo, Agostino Chieppi, che con
determinazione, sacrificio e devozione
profonda aveva generato una realt di
opere e di vocazioni tanto articolate.
Quel fragile inizio legato al rapporto
amicale con Anna Micheli che
nel giro di pochissimi anni
venuta a mancare in modo
inaspettato agli affetti del
fondatore e di quanti da lei
avevano tratto ispirazione,
diventato un solido rapporto
con la realt storica di Parma
attraverso la figura intelligen-
te, premurosa e ascetica della
Beata Eugenia Picco.
E la Provvidenza divina la
vera protagonista della storia
della Congregazione; ad
essa che si possono attribuire
i meriti di una dinamica tanto
interessante di amicizie, di
legami, di relazioni umane che hanno
contribuito a costruire una realt di
opere tanto significativa per il territorio
parmigiano. Ma questo, lungi da uno
sterile fatalismo, richiede una parteci-
pazione libera, sistematica, attenta e
affezionata di personalit di uomini e
donne molto concreti, che sappiano
cio stare di fronte alla realt con unin-
telligenza di fede e di apertura nei
confronti delle provocazioni che le cir-
costanze pongono, mettendosi conti-
nuamente in gioco. Tutto ci, ad esem-
pio ha voluto dire per Chieppi avviare il
lavoro di giornalista nelle testate di
giornale del territorio per sensibilizzare
le coscienze, ha voluto dire per Anna
PICCOLE FIGLIE 4 MAG. - LUG. 2012
Pier Angela Paglioli, Autrice
Micheli iniziare la prati-
ca dellaccoglienza nei
confronti degli orfani,
per Eugenia Picco avvia-
re attivit lavorative per
le donne istituendo
nuove forme di aggre-
gazione cooperativa che
salvaguardasse il mante-
nimento personale attraverso la produ-
zione di filati, per le Piccole Figlie, in
genere, intraprendere attivit educati-
ve, espressive e di cura di grande rilie-
vo, riconosciute su tutto il territorio e
oltre.
Ma oggi, io cosa ho da imparare da
una realt cos prolifica di esempi e di
testimonianze? Oggi, nel contesto sco-
lastico in cui vivo e opero, nel rapporto
con i colleghi, gli allievi, ma soprattutto
con le famiglie, mi rendo conto che il
primo fattore in gioco sempre lascol-
to del bisogno che incontro, che diven-
ta una provocazione alla mia umanit,
che diventa richiesta di un tentativo
di risposta, che io so che da sola non
potr mai pienamente esaudire e che
per il quale vivo ununit profonda
con altri che condividono la mia stessa
idealit, poich ogni bisogno racchiude
un bisogno pi grande, il bisogno del
significato ultimo della propria e altrui
esistenza. Ecco perch, con don Agosti-
no, tendo a dire che, come insegnante,
entro in dialogo con il cuore dei miei
ragazzi e dei loro genitori perch at-
traverso la vocazione educativa avviene
prima di tutto, il mio cambiamento
personale, in quanto laltro la risorsa
del mio compimento umano.
a Parma - Un presente carico di passato
Con ci dovrebbe essere pi chiara
la ragione che ci ha condotto prima
a realizzare una mostra su Agostino
Chieppi ed Eugenia Picco, nata dallin-
tuizione del nostro centro culturale
Eliot e poi a pubblicare un libro su
questa storia cos gloriosa di 150 anni
di vita della Congregazione. Come si
vede dal testo, esso documenta non
solo i passaggi descrittivi di una storia
che dal 1860 (anno in cui arriva don
Agostino a Parma) presente e viva
fino ai nostri giorni, ma testimonia
Dentro una storia pi grande
Le ragioni del mio im-
pegno in questo libro
sono molte. Una, di
certo una compagnia al
lavoro paziente di mia
moglie, con cui condivi-
do molti interessi a ca-
rattere culturale, tra cui
anche lopera dellAssociazione culturale
Eliot, dalla quale in qualche modo
iniziato tutto questo.
Una seconda il gusto a cimentarmi in
grafica, in publishing, per cui mi diverto
a ideare e portare fino in fondo progetti
comunicativi, come parte di miei interessi
legati al mondo dellimmagine.
Ma entrambe queste ragioni hanno con-
tribuito a reggere con gusto una cosa che
si rendeva evidente man mano che cre-
sceva, e che non era cos chiara allinizio.
Rendere cio pi chiaro e convincente i
motivi, intuiti di getto 7 anni fa, per cui
avevo deciso di lasciare la citt dove sono
nato e vissuto, Novara, e il mio lavoro di
primario in un ospedale statale di Milano,
per trasferirmi a Parma a proseguire la
mia attivit professionale presso lOspe-
dale delle Piccole Figlie.
Avevo percepito allora lidea che quello
che stavo facendo si inseriva in una sto-
attraverso immagini inedite
del periodo, la prolificit di una
vita piena e presente.
I 150 anni coincidono con lU-
nit dItalia, e sono pieni delle
contraddizioni del periodo
storico, delle rinunce e fatiche
dei nostri protagonisti, ma
carichi anche dellentusiasmo
di scoprire continuamente la
bont del proprio operato, so-
stenuto moralmente anche da
figure sante come il Vescovo
San Guido Maria Conforti, amico per-
sonale di Eugenia Picco. Dalle tracce di
questa storia desideriamo apprendere
un metodo, che quello di affidarci
totalmente allazione di Colui che
interviene attraverso volti, situazioni
e modalit oggettive e di obbedire,
non ad una interpretazione che ab-
biamo noi della realt, ma alla realt
concreta, cos come , per quello che
, sapendo che essa lo strumento
intelligente con cui il Mistero ancora
oggi ci interpella.
Dott. Giorgio Bordin, Curatore progetto grafico
ria che mi precedeva,
e che non si esauriva
nel perimetro dei muri
e dellattivit medica e
direttiva della Casa di
Cura
Tutto il significato di
quello che - insieme ai miei amici in dire-
zione - facciamo in ospedale sta dentro
una storia che pesca molto pi profon-
damente, e che nella nostra azione asso-
lutamente laica e professionalmente non
diversa da quello che le circostanze oggi
richiedono, sentiamo di poter contribuire
a dar vita e corpo, in questa carit ope-
rosa, che - come dice il retro di copertina
- stata capace di una azione sussidiaria
anticipatrice di una welfare society, viva
ancora oggi.
Lavorare appartenendo ad una storia pi
grande non vuol dire perdere la propria
individualit, ma renderla pi feconda,
significativa e incidente.
Ma per questo occorre un affondo e una
esplicitazione della ragione ultima per
cui le cose si fanno. Io me ne stavo tanto
bene anche a Novara, senza nulla togliere
alla bellezza di questa citt che ho facil-
mente imparato ad amare.
PICCOLE FIGLIE 5 MAG. - LUG. 2012
 inviati nel
La responsabilit e il compito
dei laici nella Chiesa del terzo mil-
lennio, il tema che lAssociazione
Laicale ha cercato di approfondire
durante le giornate di spiritualit,
tenutesi dal 2 al 4 Marzo a Roma.
Le giornate sono iniziate Sabato 3
Marzo con una visita guidata ai Musei
Vaticani, per ammirare una parte del
patrimonio artistico, sacro e
non, conservato in quei luoghi
e gustarne la bellezza. Nel
primo pomeriggio, dopo il sa-
luto della presidente M. Rosa
Campolattano, Don Franco
Perazzolo ci ha guidati a capi-
re il significato di apostolato
dei laici. Nella storia della
Chiesa, il Concilio Vaticano II
ha operato una svolta signi-
ficativa per quanto riguarda
lidentit e la missione dei
laici. Nel decreto Apostolicam
Actuositatem, (n. 1), si enun-
ciano i principi fondamentali e si
precisano la natura, il carattere e la
variet dellapostolato dei laici, per
un suo pi efficace esercizio. I laici
fanno parte del popolo di Dio a pieno
titolo, in virt del Battesimo che han-
no ricevuto, di conseguenza essi sono
degli inviati (apostolo=inviato),
da Cristo stesso. Tutti i membri del
popolo di Dio sono inviati e lavorano
insieme per un obiettivo comune: le-
dificazione della Chiesa, corpo mistico
di Cristo. Nello specifico, i laici sono
inviati nel mondo, a tempo pieno,
per prendersi delle responsabilit per
quanto riguarda levangelizzazione e
la salvezza di quanti incontrano nel
loro cammino, ordinando e orien-
tando le cose temporali a Cristo.
La strada del rinnovamento, trac-
ciata dal Concilio, non stata sempre
mondo per il mondo
semplice. Si faticato molto a far
comprendere sia al mondo laicale che
a quello clericale, che i laici hanno la
stessa dignit degli altri membri del
popolo di Dio, ma compiti specifici
propri. Il loro dovere-diiritto allapo-
stolato deriva dallunione con Cristo,
ecco perch si rende necessario pren-
dere sul serio il proprio Battesimo. I
laici, inoltre, devono rispondere ai
vari bisogni, nelle realt in cui vivo-
no e a cui appartengono, secondo le
proprie capacit, per il bene di tutti.
Don Franco, a proposito di noi laici
che facciamo parte di unassociazio-
ne, ci ha spronato a fare del nostro
impegno associativo una missione.
Dopo la relazione, noi associati ci
siamo confrontati nei gruppi per
cercare delle risposte concrete sul
come esercitare al meglio laposto-
lato, partendo dallidentit e dal
ruolo di laici partecipi di un carisma
particolare, cio, con una responsa-
bilit in pi.
Domenica 4 Marzo, dopo le lodi e
la celebrazione Eucaristica, la presi-
dente ci ha salutato ed ha introdotto
la seconda giornata, sottolineando
limportanza della preghiera sempre,
PICCOLE FIGLIE 6 MAG. - LUG. 2012
Maria Rosaria Pisano
ma anche e soprattutto, nei tempi
liturgici forti. Essa, infatti, ci aiuta a
rinnovare e celebrare lesperienza di
Fede che non si vive col pensiero, ma
con la vita. Subito dopo sono state
esposte le relazioni dei gruppi di lavo-
ro. Tutte convergevano sul fatto che
noi dobbiamo esercitare l apostolato
ovunque viviamo e ci troviamo ad
operare: famiglia, parrocchia,
lavoro, societ, associazione.
Don Franco, in conclusione,
ha ulteriormente sottolineato
che necessario che sia chia-
ra, ai laici, la propria identit
perch si possano prendere,
ogni giorno, decisioni e im-
pegni che diano risposte non
solo verbali, ma anche di vita
concreta.
La responsabilit nostra,
quella di fare una scelta dalla
parte dellAssociazione. Le
parrocchie diventano per noi, laici
associati, come per gli altri, luoghi
privilegiati di inserimento responsa-
bile e di esercizio dellapostolato per
diffondere il carisma con impegno
costante ed integrit di vita.
La consapevolezza di essere laici
associati, poi, deve essere motivo di
formazione continua per modellare
quotidianamente, la nostra vita e
rendere affascinante la nostra uma-
nit.
Dobbiamo, dunque, lavorare di pi,
perch la nostra proposta associati-
va sia pi attraente, lAssociazione
possa crescere e affinch il nostro
Apostolato, che lo stesso di tutta
la Chiesa, sia esercitato efficacemen-
te e in ogni circostanza di vita, in
questo momento particolare in cui
urge un rinnovamento di mentalit
e valori.

Sr M. MARTINA CATTENATI
Soragna (PR) 13.02.1920
> Parma 06.03.2012
Ripercorrendo il cammino percorso da
sr Martina nei suoi 92 anni di vita, tutta
dedita alleducazione, viene spontaneo
pensarla oggetto privilegiato di quella
Luce che, venuta dallalto, avrebbe illu-
minato migliaia di giovani e di consorelle
lungo liter della loro crescita umana e
spirituale. Nasce a Soragna nel 1920, da
una famiglia profondamente cristiana
e anche molto ricca di qualit umane e
spirituali.
A soli 15 anni entra in Congregazione
e nel 1944 consegue la laurea in Peda-
gogia presso lUniversit Cattolica del
S.Cuore. Dal 1944 al 1954 insegnante
di pedagogia, storia e italiano a Casa Fa-
miglia, dove copre anche il ruolo di Vice
Preside, e alla Scuola Magistrale delle
Luigine. Nel 1954 nominata Preside di
Casa Famiglia, ruolo che occuper fino al
2000. Dal 1958 al 1994 stata consigliera
generale e dal 1992 al 2000 anche supe-
riora della comunit di Casa Famiglia e
Consigliera della FISM. A questi incarichi,
gi per s onerosi, si aggiunge anche un
lungo percorso come relatrice in tutti gli
aggiornamenti e incontri formativi delle
sorelle. Nel 2003, per motivi di salute,
lasci Casa Famiglia e and a far parte
della comunit delle sorelle anziane a
Villa Chieppi.
Le caratteristiche della sua ricca perso-
nalit sono molteplici. In primo piano
metterei lamore per la vita consacrata
come Piccola Figlia, che si evidenzia gi in
uno studio da lei fatto quando era allU-
niversit, sulla preghiera nel pensiero e
nella vita del Fondatore.
Un patrimonio da lei vissuto e trasmesso
con entusiasmo alle consorelle in forma-
zione e a quelle pi anziane nei vari corsi
di aggiornamento. Da questa ricchezza
spirituale, associata ad una intelligenza
brillante e ad una maturit umana no-
tevole, la capacit di gestire con amore
e competenza la direzione della scuola.
Il segno della sua azione educativa
rimasto indelebile, con un tono parti-
colare, nelle allieve dellIstituto tecnico
femminile, nel quale ha lasciato passare
non solo linsegnamento, ma soprattutto
la testimonianza della ricchezza della
donna nelle sue tipiche peculiarit fem-
minili, come era nel programma di quel
tipo di scuola.
Con la sua scomparsa si chiusa una pagi-
na di storia, da annoverare fra quei tesori
di grazia che il Signore ha voluto elargire
alla nostra Famiglia Religiosa e che reste-
ranno un aiuto prezioso per le giovani
invitate a vivere nelloggi la ricchezza del
dover essere piccole per amore.
TESTIMONIANZE
Carissima Madre Martina,
sono qui per dirle grazie a nome di tut-
ti gli ex alunni del liceo biologico. Per
chi come me appartiene alla vecchia
guardia sono passati gi tanti anni dal
giorno in cui abbiamo lasciato il rassicu-
rante nido di Casa Famiglia, ma passan-
do da Via Cocconcelli impossibile non
sentire un tuffo al cuore come quando si
riconosce la propria casa, il luogo che ha
ospitato un pezzo importante della storia
di ciascuno di noi.
E la casa richiama subito la famiglia: le
tante persone con cui abbiamo condivi-
so gli anni della scuola: i
compagni, i prof, le suore
che ci hanno visto cresce-
re qualcuno fin dalla
scuola materna.
Il pensiero va al suo volto
sorridente che ci acco-
glieva quotidianamente
davanti alla porta della
segreteria, attento anche
alle sfumature pi nasco-
ste del nostro umore di
adolescenti in crescita.
La sua presenza sempre
stata una guida sicura e ogni problema
trovava gi il suo principio di risoluzione
solo dicendo andiamo da Madre Mar-
tina.
Stasera siamo qui per esprimerle tutta la
nostra gratitudine per averci trasmesso il
valore della cultura che brilla solo se ar-
ricchita di umanit; per averci insegnato
a difendere la vita in ogni stadio del suo
sviluppo umano e lamore per la Verit tutto lanno, tranne che al momento dello
anche quando scomoda; per averci
fatto vivere la scuola come una grande
famiglia, ma dove ognuno deve saper
stare al suo posto.
Grazie per averci insegnato che il dialogo
ed il confronto sono pi efficaci delle
punizioni e aiutano a diradare le incom-
prensioni ed a scardinare i pregiudizi;
Grazie per averci insegnato a rispettare
il tempo ed a valorizzare i momenti
significativi dellanno; Grazie perch al
rientro da ogni gita scolastica la trova-
vamo sempre sul cancello della scuola ad
attenderci; e per le innumerevoli torte
mangiate insieme per festeggiare qual-
cosa o qualcuno; Grazie per aver tenuta
aperta la scuola fino a sera tardi quando
preparavamo le tesine di maturit e
non tutti avevano ancora un computer
in casa. Le siamo grati soprattutto per
averci fatto conoscere la Passione che ha
mosso tutta la sua vita: Ges, vero Dio e
vero Uomo.
Carissima Madre Martina, tutto questo
solo una piccola parte dellimmensa ere-
dit che ci ha lasciato: quel patrimonio di
valori che ci ritroviamo radicato nel cuore
e che costituiscono la nostra pi grande
risorsa come persone, professionisti, edu-
catori e genitori. Ges dice:solo il seme
che muore porta molto frutto mi lasci
dire che siamo molto orgogliosi di essere
noi una parte di quei frutti nati dalla sua
vita spesa interamente per gli altri.
Arrivederci Madre Martina e grazie per
tutto.
Maria Chiara
PICCOLE FIGLIE 7 MAG. - LUG. 2012
Io insegnavo e Madre Martina era la
mia Preside. Era intelligente, ricca di
umanit e di comunicativa oltre che di
fede, insieme dolce e molto decisa, atten-
ta alla sostanza pi che alla forma. Lam-
miravo, la rispettavo, ma non la temevo:
sapevo infatti che in ogni circostanza mi
avrebbe offerto una guida sicura, ma an-
che tanta comprensione.
A Casa-Famiglia si respirava davvero
unaria di famiglia e a noi insegnanti
veniva naturale confidare anche i nostri
problemi personali o famigliari, chiedere
un consiglio e una preghiera alle nostre
suore. Lei in particolare
sapeva ascoltare e gi
questa condivisione dava
sollievo; poi trovava le
parole giuste che ti fa-
cevano sentire lamore
di Dio.
Credo che anche per gli
alunni fosse cos: non la
temevano, ma la rispet-
tavano, tutti, anche i pi
difficili.
I ragazzi erano logget-
to principale delle sue
preoccupazioni, soprattutto se intuiva
situazioni di crisi e sofferenza.
Se necessario non esitava a richiamarli,
ma dava loro anche molta fiducia e, pro-
prio come una madre, era sempre dalla
loro parte, a volte anche contro il parere
dei docenti. ( Ricordo che una mia collega,
bravissima ma esigente, amava ripetere
che con Madre Martina andava daccordo
scrutinio...)
Mentre instancabile impegnava tutte le
sue energie nellaccompagnare il cammi-
no degli alunni (e spesso anche quello dei
loro genitori), il suo riposo e divertimento
consisteva nellosservare i pi piccoli, i
bambini della scuola materna, che istinti-
vamente la cercavano e lamavano.
Negli ultimi anni, lontana dalla sua scuola
e dai suoi ragazzi, era piena di nostalgia,
ma via via sempre di pi si staccava dalle
cose terrene e si immergeva in Dio:
Ges non ti delude mai, Ges non ti
abbandona.
Cara Madre Martina, ricorder per sem-
pre il Suo sorriso. Dal Cielo continui a ve-
gliare sulle persone che Le hanno voluto
bene e soprattutto, cos come faceva nelle
riunioni dei docenti, interceda ora presso
il Padreterno per quei giovani che in que-
sto mondo pieno di disvalori rischiano di
perdere la strada.
Gabriella

Sr M. ROSA VICINI
Rivarolo del Re (CR) 26.03.1944
> Parma 29.02.2012
La ricchezza umana e spirituale di sr
Rosa tutta racchiusa in una preghie-
ra da lei composta quando gi da tem-
po era provata dalla malattia e si stava
ormai avviando a quel duro calvario
che lha portata alla Patria. Era il 26
marzo 2011: Fino a quando Tu vorrai
latto di consegna senza riserve, che
ha riprodotto il SI di Ges alla volont
del Padre: Quella ricchezza di amore
per la sua famiglia, per la sua comu-
nit e per il Signore della sua vita, ha
trovato il culmine nellabbandono a
quel progetto che era gi chiaro in
lei, per unesperienza di dolore, che
da tempo non le dava tregua.
Dotata di una sensibilit straordinaria,
ha vissuto tutta una vita in dono, con
quella carica di sofferenza che da esso
pu derivare, quando la fragilit non
regge alla prova. Erano dominanti in
lei il , due componenti preziose per chi
chiamato a seguire le orme di Ges
morto sulla Croce per amore.
La sua esperienza iniziata con il lavo-
ro di domestica, quando aveva appena
14 anni, per dare sostegno alla fami-
glia. Attirata dal desiderio di fare del
bene a chi soffre, ha poi frequentato
la Scuola per Infermiere Professionali
nella nostra Casa di Cura e qui ha sco-
perto e potuto realizzare la sua voca-
zione. I primi anni come infermiera li
ha trascorsi in Casa di Cura e alla Santa
Chiara a Locarno; ma il compimento
del suo ideale doveva raggiungerlo,
prima ad Appenzell in Svizzera e poi a
Potenza, con i bimbi bisognosi di una
famiglia e quindi di grande amore. Lo
attestano unanimi le sue consorelle e i
ragazzi che ha seguito per una decina
danni. (Sr. Liliana e comunit)
Chi ha vissuto accanto a lei le durissi-
me ore del suo calvario non pu non
pensarle una riproduzione concreta
della morte di quel Ges che prima
della gloria ha voluto vivere con noi
la pi terribile umiliazione. Ci aiuti sr
Rosa a dare senso e speranza ad ogni
triste avvenimento di cui ricolma la
vita, per giungere, come lei, fedeli fino
alla meta.
contagiare tutti? Eppure era di salute
malferma e protagonista di una storia
contrassegnata fin dalla nascita da
sofferenze e prove di ogni genere.
Lo afferma lei stessa in una nota au-
tobiografica in cui descrive liter del
suo cammino dalla nascita alla sua
entrata in noviziato. Nacque in una
famiglia profondamente cristiana, ma
provata terribilmente.
Aveva solo tre mesi quando mor la
Sr M. PIERINA CATENACCI mamma di spagnola a soli 33 anni,
Cremona 13.10.1917 lasciando lei e altri tre fratellini,
> Parma 28.04.2012 mentre il pap era in guerra. Ha ini-
zio qui un itinerario dolorosissimo,
Sr Pierina si spenta a 94 anni, dopo ma guidato in modo stupendo dalla
una graduale perdita di tutte le sue Provvidenza, per cui non le manc
facolt, esclusa la lucidit mentale, uneducazione cristiana e lopportu-
che fino allultimo ha manifestato col nit di essere accompagnata, durante
sorriso, in risposta ad ogni intervento la scuola, dalle Suore Canossiane e
di chi laveva in cura o andava a salu- poi di aver incontrato a Cignone le
tarla. Potremmo chiamarla la suora Piccole Figlie, che divennero la meta
della gioia, che fino a pochi mesi fa irrinunciabile del suo futuro. Non
esprimeva con la musica che si sfor- fu facile giungere al traguardo, ma
zava di far emergere dallorganetto quando finalmente, dopo prove inim-
a bocca, suo compagno da sempre. maginabili, pot entrare, rilesse tutto
Era una donna intelligente, di fede il suo passato alla luce della Parola
cristallina, senza una particolare for- di Dio in Dt 32 : Egli lo trov in terra
mazione intellettuale, ma che ha sa- deserta in una landa di ululati solitari.
puto rendersi preziosa, sia nel contat- Lo circond, lo allev,lo custod come
to educativo con i giovani e le mam- pupilla del suo occhio
me, sia nellanimazione gioiosa e
rasserenante degli anziani. Ha svolto
il suo servizio in aiuto nella scuola
materna e nelle attivit parrocchiali
in diverse comunit: Novi, Polesine,
Limana, Rolo, Gualtieri, Trecasali.
Ovunque ha lasciato un segno indele-
bile, come dimostrano alcune testi-
monianze scelte fra tante altre. A Li-
mana rimase per dieci anni e quando
dovette lasciare, nel bollettino par-
rocchiale dellagosto 1973, usc un
articolo da cui stralciamo qualche
particolare: Venne a Limana undici
anni fa, e vi rimase, umile, discreta,
generosa, in un atteggiamento di
semplicit che incantava. I suoi com-
piti erano quelli propri di <chi serve>:
far la cucina, accudire alle pulizie
della casa, curare lorto, fare la spesa
Le sue occupazioni, molte e fatico-
se, non le impedivano un costante e
diretto impegno di apostolato.
Ebbe cura per alcuni anni dei fanciulli
di Azione Cattolica, che aiut con
grande amore. Nel bollettino parroc-
chiale di Trecasali del 1995, leggiamo:
Sr Pierina si inserisce nel cammino di
questa casa (Villa Gay Corradi) come
animatrice, con il cuore grande e la-
more per le piccole cose, quelle che
Dio sa come farle diventare prezio-
se agli occhi suoi.
Scrive Don Francesco Piazza: Con un
organetto a bocca Suor Pierina suona
una allegra canzone che suscita negli
ospiti ricordi lontani Davvero un
cuore giovane e grande in questa
piccola e simpatica sorella contenta
La Congregazione Piccole Figlie
di suscitare gioia in chi vive il proprio esprime il suo pi vivo ringraziamento
esilio in questa bella casa. a tutti coloro (e sono tanti!) che hanno
Ma dove ha preso sr Pierina quella inviato offerte per il presente Giornalino,
lHospice, il Congo, il Per e le tante
carica di gioia che ha contrassegna- necessit a cui la carit ci spinge...
to la sua vita di consacrata, cos da
PICCOLE FIGLIE 8 MAG. - LUG. 2012