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LUIGI PIRANDELLO (1867-1936) ------ 330 UMBERTO SABA (1883-1957) ---------- 366
Novelle per un anno, 1937------------------------ 331 Il Canzoniere, 1961 ------------------------------- 366
La patente, 1918----------------------------------- 331 La capra, 1909-10--------------------------------- 366
Il treno ha fischiato, 1922 ------------------------ 333 A mia moglie, 1911-------------------------------- 367
Ma non una cosa seria, 1918------------------- 334 Mediterranee, 1948 ------------------------------- 368
Ulisse, 1947---------------------------------------- 368
Ritratto della mia bambina, 1920 ---------------- 369
LANTI-PATRIA------------------------------ 338
Gori Pietro (1865-1911), Stornelli desilio,
1895-98 -------------------------------------------- 338 INNI E CANTI DELLA CHIESA
Addio padre e madre, 1916 ----------------------- 339 CATTOLICA (1950-70) -------------------- 370
O Gorizia, tu sei maledetta, 1916 ---------------- 340 Adeste fideles -------------------------------------- 371
Fuoco e mitragliatrici, 1916 --------------------- 341 Ave, maris stella ----------------------------------- 371
Dimmi, bel giovane, 1920 ------------------------ 341 Christus vincit ------------------------------------- 372
Regina caeli---------------------------------------- 373
Te, Deum, laudamus ------------------------------ 374
LERMETISMO (1920-1950) ------------- 344 Veni, Creator Spiritus----------------------------- 375
Andr a vederla un d ----------------------------- 376
VINCENZO CARDARELLI (1887-1959)345 Il tredici maggio apparve Maria ----------------- 376
Poesie, 1942 --------------------------------------- 345 Maria di Nazaret, Lanima mia loda il Signore,
Autunno, 1931 ------------------------------------- 345 Lc 1 39-55 ----------------------------------------- 376
Gabbiani, 1932 ------------------------------------ 346 Mira il tuo popolo --------------------------------- 377
Adolescente, 1909 --------------------------------- 346 Noi vogliam Dio, Vergine Maria----------------- 377
Passato --------------------------------------------- 347 O Maria, quanto sei bella ------------------------ 377
Ottobre --------------------------------------------- 347 Quando nellombra cade la sera----------------- 378
Sera di Gavinana ---------------------------------- 348 DAria Francesco Saverio (1889-1976),
Dellaurora tu sorgi pi bella, 1959------------- 378
De Andr Fabrizio (1940-1999), Ave Maria, 1970379
Fig. 2. Curva della dimenticanza Di qui lo spazio dato ai canti e agli inni della Chiesa
cattolica, ai canti e agli inni politici, alle canzonette di
La curva a indica la rapida dimenticanza dei dati; la Sanremo e infine a cinque romanzi di successo.
curva b indica quel che succede se i dati vengono
rinfrescati ogni tanto; la curva c indica che cosa Lignoranza non mai stata una virt, nemmeno se
succede se i dati vengono programmaticamente e si- difesa, patrocinata e imposta dallo Stato e dal gover-
stematicamente rinfrescati. Poich i dati sono i no- no italiano.
stri strumenti di lavoro e i servizi che noi vendiamo
sul mercato, conviene ripassarli e rivisitarli costan-
temente, finch non si sono incorporati chiaramente,
ordinatamente, stabilmente e definitivamente nel no-
stro tessuto cerebrale.
Lincorporazione stabile si ottiene in un unico modo:
ripassare, ritornare, ripetere e riflettere infinite volte
su un dato, su una questione, su un passo; e farlo ogni
volta con lo stesso interesse, con la stessa curiosit e
con la stessa partecipazione, come se fosse la prima
V 5.
Bibit hera, bibit herus Beve la padrona, beve il padrone,
bibit miles, bibit clerus beve il soldato, beve il clero,
bibit ille, bibit illa beve quello, beve quella,
bibit servis cum ancilla beve il servo con la serva,
bibit velox, bibit piger beve il veloce, beve il pigro,
bibit albus, bibit niger beve il bianco, beve il negro,
bibit constans, bibit vagus beve lindeciso e il costante,
bibit rudis, bibit magnus, beve il dotto e lignorante.
VI 6.
bibit pauper et egrotus Beve il povero e lammalato,
bibit exul et ignotus beve lesule e lo sconosciuto,
bibit puer, bibit canus beve il giovane e lanziano,
bibit presul et decanus beve il vescovo e il decano,
bibit soror, bibit frater beve la sorella con il fratello,
bibit anus, bibit mater beve la nonna con la madre,
bibit ista, bibit ille beve questo, beve quello,
bibunt centum, bibunt mille! bevon cento, bevon mille.
VII 7.
Parum sexcente nummate Durano poco seicento denari,
durant, cum immoderate suffice quando bevon tutti
bibunt omnes sine meta senza limiti,
quamvis bibant mente leta. anche se bevono con animo lieto.
Sic nos rodunt omnes gentes Cos tutti ci denigrano
et sic erimus egentes. e non ci offrono nulla.
Qui nos rodunt confundantur Chi ci disprezza sia castigato
et cum iustis non scribantur! e sia messo tra i disonesti.
---II--- ------------------------------II-----------------------------
Er nam den chocher unde den bogen Poi prese larco e la faretra,
bene venabatur cacciava molto bene!
der selbe hete mich betrogen Mi ha ingannato,
ludus compleatur. il gioco finito.
Hoy et oe Hoy et oe
Maledicantur thylie Maledetti siano i tigli,
iuxta viam posite. posti lungo la via!
----II--- ----II---
Amen. Amen
---II--- ---II---
Osservazioni
1. Il testo scritto in latino e appartiene allarea tede-
sca. ugualmente presentato perch mostra che si
pu fare cultura anche cantando i piaceri della vita; e
perch permette di cogliere la differenza tra la cultura
italiana ufficiale e quella straniera. Al tempo peraltro
esisteva una cultura europea che accomunava tutti gli
intellettuali.
2. Esso spinge a fare una riflessione su che cos la
cultura; e permette di dare una risposta: la cultura
tante cose (cultura economica, religiosa, letteraria,
scientifica, giuridica, scolastica ecc.); ed ora piace-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 17
Le maggiori correnti del Duecento contro la corruzione della Curia romana. Egli vuole
riformare restando dentro la Chiesa, perci chiede ed
ottiene il riconoscimento della Regola prima verbal-
Le maggiori correnti letterarie del Duecento sono: la mente da papa Innocenzo III nel 1209, poi ufficial-
Scuola siciliana (1230ca.-1260ca.), la Scuola toscana mente da papa Onorio III nei 1223. Muore nel 1226.
(1260ca.-1280ca.), la corrente comico-realistica
(1260ca.-1310ca.), il Dolce stil novo (1274-1294). Francesco scrive le due Regole, il Cantico di Frate
Sole (o Laudes creaturarum), e il Testamento. Il can-
Per tutto il secolo poi ha una grande diffusione la let- tico, scritto forse nel 1224, riprende due salmi della
teratura religiosa. Il termine religioso soltanto indi- Bibbia (Salmo 148; Daniele III, 52-90), che invitano
cativo perch inadeguato. La letteratura religiosa le creature a lodare Dio. Esso presenta una difficolt
quasi tutta la letteratura esistente e gli autori sono di interpretazione: il significato da dare alla preposi-
spesso ecclesiastici. zione per dei vv. 10, 12, 15, 17 ecc. Per pu signifi-
------------------------------II----------------------------- care da (e allora le creature sono invitate dallo scritto-
re a lodare Dio); o per lesistenza di (e allora luomo
La letteratura religiosa loda Dio perch gli ha donato le creature). Nessuna
delle due soluzioni per va bene per tutti i casi.
I maggiori esponenti della letteratura religiosa sono Lambiguit comprensibile: Francesco usa il lin-
Francesco dAssisi (1182-1226), Tommaso da Celano guaggio per comunicare, non si preoccupa di riflette-
(1190ca.-1260), Jacopone da Todi (1236ca.-1306). re sulla lingua come strumento rigoroso e formale di
comunicazione. La seconda interpretazione quella
Francesco dAssisi (1182-1226) figlio di un ricco tradizionale dellOrdine francescano, accolta anche
mercante, conduce una vita dissipata, quindi ha una dalla critica pi recente. Vale anche la pena di ricor-
crisi religiosa che lo porta a convertirsi. Fonda lordi- dare che al tempo la lingua si stava formando e i ter-
ne dei frati minori, i cui ideali sono lumilt, la pover- mini avevano un significato oscillante, ora legato al
t, la castit e una totale fiducia nella Provvidenza di- latino, ora legato al volgare. Ed ragionevole pensare
vina. Francesco propone questi valori in una societ che nel testo il significato si modifichi dai primi versi
dilaniata dai contrasti politici tra fazioni rivali e dalle agli ultimi.
polemiche religiose, che impegnano le sette eretiche ---II---
Francesco dAssisi, Laudes creaturarum, Lode delle creature o Cantico di Frate Sole
1224
1.
I O Altissimo, onnipotente e buon Signore,
Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue sono le lodi, la gloria, lonore
tue so le laude, la gloria e honore e ogni benedizione.
et onne benedictione. A te solo, o Altissimo, esse spettano,
Ad te solo, Altissimo, se konfno e nessun uomo degno di nominare il tuo nome.
et nullu homo ne dignu te mentovare.
2.
II Che tu sia lodato, o mio Signore, con tutte le creature,
Laudato sie, mi Signore, cum tucte le tue creature, specialmente [per][averci dato] messer fratello Sole,
spetialmente messor lo frate sole, che luce del giorno, e tu cillumini per mezzo di lui.
lo qual iorno, et allumini noi per lui. Esso bello e irraggia grande splendore:
Et ellu bellu e radiante cum grande splendore, di te, o Altissimo, il simbolo.
de te, Altissimo, porta significatione. Che tu sia lodato, o mio Signore,
Laudato si, mi Signore, per sora luna e le stelle, per [averci dato] sorella luna e le stelle:
in celu li formate clarite et pretiose et belle. in cielo le hai create lucenti, preziose e belle.
Laudato si, mi Signore, per frate vento et per aere Che tu sia lodato, o mio Signore, per fratello vento,
et nubilo et sereno et onne tempo, il cielo nuvoloso e sereno e ogni tempo,
per lo quale a le tue creature di sustentamento. per mezzo del quale sostieni la vita delle tue creature.
Laudato si, mi Signore, per soraqua, Che tu sia lodato, o mio Signore, per sorella acqua,
la quale multo utile et humile et pretiosa et casta. che molto utile, umile, preziosa e casta.
Laudato si, mi Signore, per frate focu, Che tu sia lodato, o mio Signore, per fratello fuoco,
per lo quale ennallumini la nocte, per mezzo del quale tu illumini la notte:
et ello bello et iocundo et robustoso et forte. esso bello, gioioso, gagliardo e forte.
Laudato si, mi Signore, per sora nostra matre terra, Che tu sia lodato, o mio Signore, per nostra sorella
la quale ne sustenta et governa, madre terra, che ci nutre e ci governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. e produce diversi frutti, fiori colorati ed erba.
IV 4.
Laudate et benedicete mi Signore Lodate e benedite il mio Signore,
et ringratiate et serviateli cum grande humilitate. e ringraziatelo e riveritelo con grande umilt.
---II--- ---II---
Commento
1. Il testo pu essere diviso in quattro parti: a) lin- 6. La conclusione invita apparentemente a incentrare
troduzione che loda lAltissimo; poi b) la lode per le la vita su Dio e sulla salvezza eterna, quindi a una
creature date da Dio alluomo; c) la lode sia per quelli scelta radicalmente e solamente religiosa: il mondo
che perdonano e soffrono in nome di Dio, sia per co- terreno in funzione di quello ultraterreno; la vita
loro che muoiono in grazia di Dio; d) la conclusione sulla terra in funzione alla vita in cielo. In realt
che invita a lodare, riverire e servire il Signore. dando importanza allal di di l e svalutando lal di
2. Dio definito come altissimu, onnipotente, bon qua, Francesco ottiene il risultato di buttare acqua sul
Signore, al quale spettano tutte le lodi: luomo nul- fuoco, cio sui contrasti che provocavano gli scontri
la davanti a Lui e tuttavia Egli ama luomo, per il sociali e sugli stessi valori dominanti, che si possono
quale ha creato la Natura. Dio padre buono e bene- ignorare a favore di altri valori, pi adatti alla convi-
fico nei confronti delle creature, alle quali vicino. venza civile: un valore per essere tale deve essere ri-
Esse possono riporre in Lui tutta la fiducia. conosciuto come valore Nella Divina commedia di
3. Le creature, che sono al servizio e ad uso delluo- Dante agli inizi del Trecento, indubbiamente un testo
mo, sono indicate ordinatamente: il sole, simbolo di molto pi complesso, esiste un meccanismo simile,
Dio, la luna, le stelle, laria, il fuoco, lacqua, il ven- che tuttavia mostra in modo molto pi visibile il fatto
to, il bello ed il cattivo tempo, la terra, che madre e che lal di l in funzione dellal di qua.
nutrice per gli uomini. Nel cantico sono presenti tutte 7. Non deve stupire che la cultura del tempo sia (qua-
le creature che fanno parte della natura; sono assenti si) soltanto religiosa: la Chiesa aveva avuto 800 anni
gli animali, ma anche luomo e la societ umana, che (476-1225) per conquistare lintera societ europea e
sono dilaniati dai contrasti e che ignorano e rifiutano per plasmarla con i suoi valori. Oltre a ci nel mondo
la vita semplice a contatto con le altre creature. antico greco e romano la religione era sempre presen-
4. Subito dopo le creature sono nominate le malattie, te nelle cerimonie private come nelle pubbliche.
che hanno unorigine naturale, e le sofferenze, che ------------------------------II-----------------------------
invece hanno una origine sociale. Le une e le altre
vanno sopportate per amor di Dio. Linvito acquista Il frate francescano Tommaso da Celano (Abruzzo)
la sua importanza e mostra la sua utilit se si tiene (1190ca.-1260), che scrive la prima biografia di Fran-
presente che nel Medio Evo il dolore e le malattie so- cesco dAssisi, tradizionalmente considerato lau-
no i compagni inseparabili della vita quotidiana. tore del Dies irae, una delle espressioni pi alte ed
5. Quindi sono nominate la morte del corpo, da cui intense della religiosit medioevale. Dio appare come
luomo non pu fuggire, e la morte dellanima, che un giudice terribile, che non lascia nulla di impunito.
luomo deve fuggire morendo in grazia di Dio. La se- Perci il credente, temendo di finire tra le fiamme
renit del cantico interrotta allimprovviso e per un dellinferno, cerca un difensore e si rivolge a Ges
momento dalla minaccia Guai a coloro che muoiono Cristo, ricordandogli che morto sulla croce proprio
in peccato mortale!. Laccenno alle sofferenze di o- per salvarlo dalla dannazione eterna.
rigine sociale risulta lunico riferimento alla vita so-
ciale e terrena e agli scontri che caratterizzano la so- Il Dies irae non va letto, va cantato o ascoltato in
ciet del tempo. Francesco peraltro conosce tali con- chiesa e in coro in una fredda giornata invernale, ver-
trasti e, per disinnescarli, propone valori terreni e ul- so il tramonto, quando si accendono le torce per far
traterreni alternativi (la sopportazione per amore di luce.
Dio, lumilt, limportanza della salvezza eterna).
Quid sum miser tunc dicturus? Che cosa io, misero, allora dir?
quem patronum rogaturus, quale avvocato chiamer?
cum vix justus sit securus? quando a stento il giusto sar sicuro?
Preces meae non sunt dignae, Le mie preghiere non sono degne,
sed tu bonus fac benigne, ma tu, o buono, fa benignamente
ne perenni cremer igne. che io non arda nel fuoco eterno.
Il frate domenicano Tommaso dAquino (1225- nei decenni successivi. Si impegna per anche a scri-
1274) considerato lautore dellinno Pange, lingua. vere inni sacri che permettano di esprimere coralmen-
Il teologo si dedica alle questioni dottrinarie e filoso- te la fede. La fede non ha solamente una dimensione
fiche, alla diffusione delle sue tesi e alla costruzione razionale e filosofica, ma anche una pi semplice e
di un sistema di pensiero che la Chiesa far proprio immediata, che si esprime nel canto.
Jacopone da Todi (1236ca.-1306) considerato tra- La sequenza fu musicata centinaia di volte nel corso
dizionalmente lautore della sequenza Stabat Mater. dei secoli.
Quis est homo, qui non fleret, Chi luomo che non piangesse,
Matrem Christi si vidret se vedesse la Madre di Cristo
in tanto supplcio? in tanto supplizio?
Amen. Amen.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 23
Commento 3. Alla fine del Duecento Jacopone da Todi (1236
1. La passione e morte di Cristo vista con gli occhi ca.-1306) in una lauda propone ancora la passione e
della Madonna o, meglio, tutta la sequenza insiste sul la morte di Cristo in croce vista dagli occhi della Ma-
dolore della Madonna, che vede il Figlio straziato donna, ma punta maggiormente sul dramma della
dalle ferite, che muore sulla croce. Nella sequenza Madonna che diventa una madre qualsiasi, che perde
per compare anche il fedele, che chiede di soffrire il figlio. E insiste sul dolore e sullangoscia che la
insieme con la Vergine e con il Figlio. Alla fine chie- Madonna soffre da sola e sul rapporto drammatico tra
de alla Madonna di difenderlo nel giorno del giudizio la Madre ed il Figlio, che condotto a morire sulla
universale, ma si rivolge anche al Figlio, affinch at- croce. Non c la figura del credente. C per lo
traverso sua Madre lo accolga nella gloria del paradi- spettatore, che partecipa emotivamente al dramma dei
so. protagonisti.
2. La sequenza va confrontata con la visione della fi- 4. Il testo scritto in un latino semplice, chiaro e
gura femminile che le correnti laiche stavano propo- comprensibile. Ha qualche rima. Vuole presentare le
nendo. Giacomo da Lentini (1210ca.-1260ca.), il sofferenze della Madonna o, meglio, della Madre di
maggiore esponente della Scuola siciliana, dice che Cristo. Non vuole attardarsi a questioni dottrinali. La
vuole andare in paradiso, ma vuole andarci con la sua religiosit proposta quella che il popolo pu capire
donna, non per commettere peccato, ma per vederla e quella pi adeguata a un inno che si canta coral-
nella gloria del cielo. mente in chiesa.
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Jacopone da Todi (1236ca.-1306) studia diritto a Si scontra con papa Bonifacio VIII, che lo scomunica
Bologna, quindi ritorna a Todi, dove svolge la profes- e nel 1298 lo incarcera. liberato cinque anni dopo
sione di avvocato e di notaio. Nel 1268 durante una da papa Benedetto XlI, che succede a Bonifacio VIII
festa gli muore la moglie a causa del crollo del pavi- e che lo libera dalla scomunica. Muore nel 1306.
mento della sala. Scopre che, sotto le vesti, indossava Scrive numerose laudi, nelle quali riversa la sua in-
il cilicio, uno strumento di penitenza. Sconvolto dalla tensa religiosit e la sua polemica contro la corruzio-
scoperta, abbandona la vita mondana e fa dieci anni ne della Curia romana. La pi intensa di esse O Se-
di penitenza, quindi entra nellordine francescano. gnor, per cortesia, la laude dellamore mistico. La
Allinterno dellordine si schiera con gli Spirituali pi famosa Donna del paradiso, in cui la passione e
contro i Conventuali, che volevano mitigare lasprez- la morte di Ges Cristo vista con gli occhi della
za della regola francescana. Madonna.
Enfin del mondo a la finita Fino alla fine del mondo (=fino alla morte)
s mme duri questa vita mi sia data questa vita,
e poi, a la scivirita, e poi alla partenza [per lal di l]
dura morte me sse da. mi sia data una dura morte.
Figlio, cheo maio anvito, VERGINE O figlio, son venuta perch ne ho motivo,
figlio, pate mmarito! o figlio, padre e marito!
Figlio, chi tt firito? O figlio, chi ti ha ferito?
Figlio, chi tt spogliato?. O figlio, chi ti ha spogliato?
Osservazioni
1. Il testo precedente stato cos costruito: a) si sono
indicate le maggiori correnti del Duecento; poi b) si
passa a parlare della letteratura religiosa (nel seguito
delle altre correnti poetiche); quindi c) si presentano
in ordine cronologico i maggiori autori della lettera-
tura religiosa (dei pi importanti c un cenno alla vi-
ta e allopera; per il Cantico delle creature poi si de-
ve chiarire il probabile significato di per).
2. I commenti servono a commentare i testi ed anche
ad allargare la prospettiva di analisi: Dio, nel corso
della storia, stato interpretato in molti modi, tra loro
diversi ed anche contraddittori.
3. I commenti servono anche per indicare la contrap-
posizione di valori tra la visione religiosa, che domi-
nava la cultura e limmaginario collettivo, e la visione
laica della vita, che si andava affermando con lo svi-
luppo dei commerci.
4. Il lettore, se vuole, pu prendere posizione a favore
o contro ognuna di tali visioni della vita: la cultura
non mai passivit davanti al testo n davanti al
mondo; scelta motivata delle proprie posizioni e dei
propri valori.
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Riassunto. Il poeta tanto triste, che anche un suo Se io fossi fuoco, brucerei il mondo
nemico mortale avrebbe piet di lui: la donna che
ama non sinteressa di lui. Potrebbe guarirlo da ogni Se io fossi fuoco, brucerei il mondo,
male anche soltanto dicendogli che lo odia. Invece gli se io fossi vento, lo tempesterei,
risponde che non gli vuol n male n bene, e che vada se io fossi acqua, io lannegherei,
a farsi i fatti suoi. Non si preoccupa se egli felice o se io fossi Dio, lo sprofonderei,
infelice, meno di una paglia che le vada tra i piedi.
Cos il poeta se la prende con il dio Amore che lo ha se io fossi papa, allora sarei giocondo,
fatto innamorare. perch metterei nei guai tutti i cristiani,
se io fossi imperatore, farei volentieri questo:
Commento a tutti taglierei il capo con un colpo di scure.
1. Il poeta si lamenta perch Becchina non lo vuole
pi. Si accontenterebbe che la donna gli dicesse an- Se io fossi morte, andrei da mio padre,
che che lo odia. Gli dice invece che vada a farsi gli se io fossi vita, fuggirei da lui,
affari suoi. Cos Cecco impreca contro il dio Amore la stessa cosa farei con mia madre.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 38
Se io fossi Cecco, come sono e fui, E verr sempre. Che cosa mi dai come pegno?
prenderei per me le donne giovani e belle,
e le vecchie e sporche lascerei a voi! La mia buona fede. Tu ne hai molto poca.
Non verso di te. Non ingannarmi, ne ho la prova.
Riassunto. Il poeta dice che, se fosse fuoco, ardereb- Dove ho sbagliato? Tu sai che lo so.
be il mondo. Se fosse vento lo tempesterebbe. Se fos- Dimmelo, amore. Va, che ti venga un accidente!
se papa maltratterebbe i cristiani, se fosse imperatore
ucciderebbe i suoi sudditi. Se fosse morte andrebbe Vuoi che io muoia? Me lo auguro da mille anni!
da suo padre, se fosse vita fuggirebbe da sua madre. Tu non lo dici sul serio. Ah, parli seriamente tu!
Se fosse Cecco, come ed stato, terrebbe per s le Io morir. Magari fosse vero!
donne giovani e belle, e lascerebbe ai presenti quelle
vecchie e sporche. Che Dio ti perdoni. Perch non te ne vai?
Potessi io farlo! Ti tengo forse per i vestiti?
Commento Tu tieni il mio cuore. E lo terr facendoti penare!
1. Il poeta fa minacce terribili e... impossibili davanti
ai suoi amici allosteria, che lo ascoltano intimoriti da Riassunto. Il riassunto impossibile, perch il sonet-
tanta violenza: se io fossi..., farei... Ma alla fine, con to si sviluppa sul dialogo tra Cecco e Becchina, non
un improvviso e beffardo cambiamento di scena, egli sul contenuto. Cecco ha tradito Becchina con unaltra
dice che cosa farebbe se fosse Cecco, come ed donna. Becchina venuta a saperlo ed arrabbiatis-
stato: tiene le donne giovani e belle per s, e lascia sima. Il poeta se la gode a provocarla. La donna rea-
quelle vecchie e sporche agli altri, cio ai presenti. gisce augurandogli un accidente e mandandolo via.
2. Il sonetto non va letto in un rapporto privato e soli- Ma tutto ci non sufficiente, perch Cecco ha il
tario con il testo, va declamato davanti ad un uditorio controllo della situazione. Alla fine sulla battuta di
che ascolta attento ed interessato e condivide gli stes- Cecco la donna si prende una mezza vittoria: far pe-
si valori del poeta. Anche in questo caso Cecco si nare il poeta.
vuole contrapporre ai poeti stilnovisti, che cercavano
un pubblico pi acculturato e raffinato e intendevano Commento
produrre letteratura per pochi iniziati. 1. Il poeta dialoga e litiga con la sua donna: Becchina
3. Dante e gli stilnovisti scrivono per se stessi e per i non lontana, spirituale, passiva ed irraggiungibile
loro amici. Cecco invece si preoccupa di scrivere per come le altre donne della tradizione letteraria. Ri-
il suo pubblico e di declamare i suoi sonetti in pub- sponde, riempiendo le parole dei suoi sentimenti e, in
blico. questo caso, del suo risentimento verso Cecco, che
---II--- lha tradita con unaltra donna.
2. Il poeta contento di averla fatta arrabbiare, e fin-
Becchinamor! Che vuo, falso tradito? ge di chiederle perdono. Egli per se la gode. Becchi-
na invece proprio arrabbiata. N il dialogo n, tanto
Becchinamor! Che vuo, falso tradito? meno, il tradimento hanno grande spazio nella tradi-
Che mi perdoni. Tu non ne se degno. zione letteraria italiana. Dante ha un momento di crisi
Merz, per Deo! Tu vien molto gecchito. morale che lascia indeterminato e che trasfigura in
E verr sempre. Che sarammi pegno? termini letterari (Pg XXX, 22-145). Per il resto fe-
delissimo alla moglie, Gemma Donati, che non nomi-
La buona f. Tu ne se mal fornito. na mai e che lo accompagna pazientemente nelle-
No inver di te. Non calmar, chi ne vegno. silio.
In che fallai? Tu sa chi labbo udito. 3. Il nome della donna, Becchina, consapevolmente
Dimmel, amor. Va, che ti vegnun segno! antiletterario come tutto il resto. Esso il diminutivo
popolare di Domenica. Forse contiene anche una cer-
Vuo pur chi muoia? Anzi mi par millanni. ta irriverenza verso la Domenica, il giorno del Domi-
Tu non di ben. Tu minsegnerai. nus, cio del Signore.
Ed i morr. Om che tu minganni! 4. Il sonetto costruito come un contrasto, cio un
componimento a botta e risposta tra un uomo e una
Die tel perdoni. E che, non te ne vai? donna. La spontaneit delle battute soltanto appa-
Or potessio! Tgnoti per li panni? rente: il poeta riuscito con grande abilit a tenere la
Tu tieni l cuore. E terr co tuo guai! sua battuta e la risposta di Becchina nello stesso ver-
---II--- so, per tutto i 14 versi del sonetto.
5. Il lettore pu confrontare la vivace figura di Bec-
Becchina, amore!Che vuoi, bugiardo traditore? china con le donne finora incontrate e con quelle che
incontrer.
Becchina, amore! Che vuoi, bugiardo traditore? 6. La difficolt di fare un riassunto che sintetizzasse
Che mi perdoni. Tu non ne sei degno. il contenuto il sonetto invece costruito sul dialogo
Piet, in nome di Dio! Tu vieni molto umile.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 39
tra Cecco e Becchina mostra lelaborazione e lin- 3. Il sonetto in genere censurato, perch fa fare
ventiva letteraria che gli sta dietro. brutta figura a Dante: lo abbassa ai piccoli, vili e dif-
---II--- ficili problemi della vita quotidiana, quelli di sbarcare
il lunario. E comunque neanche qui, davanti a questo
Dante Alighier, si so begolardo sonetto abilmente o ingannevolmente sincero, si deve
dimenticare che il sonetto offensivo un genere lette-
Dante Alighier, si son bon begolardo, rario, nel quale lo stesso Dante si cimenta, scambian-
tu mi tien bene la lancia a le reni; do tre sonetti velenosi con il cognato Forese Donati.
seo desno con laltrui, e tu vi ceni;
seo mordo il grasso, e tu ne suggi il lardo; Osservazioni
1. Anche in questo caso, come nei precedenti, si ri-
seo cimo il panno, e tu vi freghi il cardo; spetta lo stesso schema nel presentare una corrente: a)
seo so discorso, e tu poco taffreni; il luogo in cui sorge; b) il tempo in cui si sviluppa; c)
seo gentileggio, e tu messer tavveni; gli autori pi importanti, la loro vita (se importan-
seo so fatto romano, e tu lombardo. te); d) la loro opera; ed e) la loro poetica. Eventual-
mente anche il loro pubblico ed ogni altra informa-
S che, laudato Deo, rimproverare zione che possa essere considerata importante e carat-
poco p luno laltro di noi due: terizzante. Ad esempio i poeti precedenti da cui la
sventura o poco senno cel fa fare. corrente prende idee e motivi, i poeti successivi che
essa ha influenzato, lo specifico pubblico a cui essa si
E se di questo voi dicere piue, rivolge.
Dante Alighier, i tavar a stancare, 2. Si dato uno spazio particolarmente ampio a Cec-
cheo so lo pungiglione e tu se l bue. co Angiolieri, perch un letterato forbito che vuole
---II--- fare lantiletterato e perch in tutta la letteratura ita-
liana ci sono rarissimi esempi di antiletteratura. I cri-
O Dante Alighieri, se io parlo a vanvera tici in genere non lo apprezzano e lo mettono da par-
te, preferendogli Dante, Boccaccio e Petrarca. La
O Dante Alighieri, se io parlo a vanvera, stessa denominazione della corrente implica un giu-
tu mi tiene la lancia sulla schiena (=tu mi tieni die- dizio limitativo e riduttivo su questa produzione con-
tro); sapevolmente antiletteraria.
se io desino con altri, tu vi ceni; 3. Si pu concludere quindi che la scelta di unopera
se io mordo il grasso, tu succhi il lardo; anzich di unaltra non dipende dal valore dellopera
stessa, valutato oggettivamente. Dipende dalle con-
se io cimo il panno, tu vi freghi il cardo (=il pettine); vinzioni, dai valori, dai criteri adottati da chi opera la
se io parlo senza tregua, tu poco ti freni; scelta. Dante, Petrarca e Boccaccio sono senzaltro
se io faccio il gentiluomo, tu vuoi fare il signore; grandi e resteranno grandi. Ma anche in questo caso
se io scrocco a Roma, tu scrocchi in Lombardia. esiste la discrezione: ad esempio si deve privilegiare
la Vita nova o il De monrchia? La corrente comico-
Cos che, sia lodato Dio, ben poco realistica perci merita pi spazio di quello che tradi-
pu rimproverare luno allaltro di noi due: zionalmente le riservato. Tanto vero che lo stesso
la sventura o il poco senno ce lo fa fare. Dante non si vergogna affatto di scrivere sonetti sala-
ci. Per Dante, Petrarca e Boccaccio la letteratura non
E, se di tale materia vuoi dire di pi, separata dalla vita, non richiusa nelle biblioteche,
o Dante Alighieri, io rispondo che ti potr stancare, come i critici credono e dove i critici la relegano! La
perch io sono il pungolo e tu sei il bue. letteratura vita.
------------------------------II-----------------------------
Commento
1. Questo sonetto mostra un altro aspetto di Cecco
letterato: il confronto che fa tra la sua vita e quella di
Dante. La conclusione malinconica: Tu ti puoi at-
teggiare a grande intellettuale, ma nella realt nessu-
no di noi due migliore dellaltro; la sventura o il po-
co cervello ci fa litigare. Cecco per si prende una
piccola rivincita (sarebbe stato un errore voler strafa-
re): Dante, ricordati che, se mi vuoi rispondere per le
rime, ti posso stancare, perch io sono il pungolo del
boaro, tu sei il bue.
2. Il sonetto scritto quando Dante gi in esilio, o-
spite forse di Bartolomeo della Scala, il gran lom-
bardo.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 40
Il Dolce stil novo (1274-1294) colei che conduce luomo a Dio.
Questa corrente ha una chiara marcatura sociale: i
Il Dolce stil novo sorge a Bologna con Guido Guini- protagonisti risentono delle trasformazioni politiche
zelli (1235ca.-1276), che nel 1274 scrive la canzone- ed economiche che caratterizzano il loro tempo; e
manifesto Al cor gentil rempaira sempre amore. Da fanno parte della nuova classe emergente, la borghe-
Bologna si diffonde in Toscana, in particolare a Fi- sia cittadina, che si affermata o si sta affermando
renze, nel decennio successivo, per esaurirsi poco do- contro la nobilt tradizionale. Perci essi propongono
po. I maggiori poeti sono Guido Guinizelli, Dante A- un nuovo concetto di nobilt, basato non pi sul san-
lighieri (1265-1321), Guido Cavalcanti (1255-1300), gue ma sui meriti personali. Dante Alighieri, che ap-
Lapo Gianni (1260ca.-1328), Cino da Pistoia (1270- partiene alla piccola nobilt, costretto a iscriversi
1336) e Gianni Alfani. formalmente ad unarte per poter partecipare alla vita
I temi che esso canta sono tre: 1) amore e cuore genti- politica, dopo il successo della borghesia conseguito
le si identificano; 2) la nobilt non nobilt di sangue con gli Ordinamenti di giustizia di Giano della Bella
che si eredita, gentilezza (o nobilt) danimo che si (1294).
conquista con il proprio ingegno; 3) la donna un Il nome alla corrente dato soltanto molti decenni
angelo venuto dal cielo per portare luomo a Dio. dopo, verso il 1314, da Dante, quando nel purgatorio
Lo Stil novo prosegue lopera di recupero della don- polemizza garbatamente con Bonagiunta Orbicciani,
na, iniziata dalla Scuola siciliana (alla quale si rial- uno dei maggiori esponenti della Scuola toscana (Pg
laccia anche per altri motivi): essa non pi la tenta- XXIV, 49-63). In quella circostanza per il poeta im-
trice, che porta luomo alla dannazione eterna; anzi broglia Bonagiunta, i critici e noi
---II--- ---II---
II 2.
Foco damore in gentil cor saprende Il fuoco damore si accende nel cuore gentile
come vertute in petra preziosa, come la virt attiva nella pietra preziosa,
che da la stella valor no i discende e dalla stella non discende in essa tale virt
anti che l sol la faccia gentil cosa; prima che il sole non labbia resa gentile:
poi che nha tratto fre dopo che il sole con la sua energia ha tolto
per sua forza lo sol ci che li vile, via da essa tutto ci che vile,
stella li d valore: la stella infonde la sua virt:
cos lo cor ch fatto da natura allo stesso modo il cuore, che la natura ha fatto eletto,
asletto, pur, gentile, puro e gentile,
donna a guisa di stella lo nnamora. dalla donna come da stella fatto innamorare.
III 3.
Amor per tal ragion sta n cor gentile Amore sta nel cuore gentile per lo stesso motivo
per qual lo foco in cima del doplero: per il quale il fuoco risplende liberamente
splendeli al su diletto, clar, sottile; chiaro e sottile in cima alla torcia:
no li stari altra guisa, tant fero. non gli converrebbe altro modo, tanto fiero.
Cos prava natura Allo stesso modo un animo vile oppone resistenza
recontra amor come fa laigua il foco ad amore come fa lacqua, per la sua natura fredda,
caldo, per la freddura. con il fuoco che emana calore.
Amore in gentil cor prende rivera Amore prende dimora in un cuore gentile
per suo consimel loco come in luogo affine a s,
comadams del ferro in la minera. come il diamante nella miniera di ferro.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 41
IV 4.
Fere lo sol lo fango tutto l giorno: Il sole colpisce il fango tutto il giorno: il fango
vile reman, n l sol perde calore; resta vile, il sole invece non perde il suo calore.
disomo alter: Gentil per sclatta torno; Luomo altezzoso dice: Sono gentile per nascita;
lui semblo al fango, al sol gentil valore: io paragono costui al fango, paragono il cuore gentile
ch non d dar om f al sole: non si deve credere
che gentilezza sia fr di coraggio che la gentilezza prescinda dai meriti personali
in degnit dere e consista in una dignit che si eredita,
sed a vertute non ha gentil core, se non si ha un cuore gentile incline alla virt:
comaigua porta raggio lacqua attraversata dal raggio di luce,
e l ciel riten le stelle e lo splendore. ma il cielo conserva inalterati le stelle e lo splendore.
V 5.
Splende n la ntelligenzia del cielo Dio creatore risplende nellintelligenza motrice
Deo criator pi che n nostrocchi l sole: del cielo pi del sole risplenda ai nostri occhi:
ella intende suo fattor oltra l cielo, essa intende il suo creatore, oltre al suo cielo,
e l ciel volgiando, a Lui obedir tole; e, prende ad ubbidirgli, facendo girare il cielo,
e con segue, al primero, e consegue subito un felice risultato
del giusto Deo beato compimento, conforme alla giustizia divina:
cos dar dovria, al vero, allo stesso modo la donna, che splende negli occhi
la bella donna, poi che n gli occhi splende del suo gentile amante, dovrebbe veramente
del suo gentil, talento infondere in costui il desiderio
che mai di lei obedir non si disprende. di non cessare mai dubbidirle.
VI 6.
Donna, Deo mi dir: Che presomisti?, O donna, Dio mi dir, quando la mia anima sar
siando lalma mia a lui davanti. davanti a lui: Quale presunzione hai avuto?
Lo ciel passasti e nfin a Me venisti Hai oltrepassato il cielo e sei giunto sino a me
e desti in vano amor Me per semblanti: e mi hai paragonato ad un amore effimero,
cha Me conven le laude perch a me e alla Regina del cielo
e a la reina del regname degno, spetta la lode,
per cui cessa onne fraude. perci lascia frode (=ogni realt ingannevole)!
Dir Li por: Tenne dangel sembianza Io gli potr dire: La mia donna aveva laspetto
che fosse del Tuo regno; di un angelo venuto dal tuo regno:
non me fu fallo, sin lei posi amanza. non commisi peccato, se riposi in lei il mio amore.
---II--- ---II---
Riassunto. 1. Lamore dice il poeta trova sempre Gli potr dire che la mia donna assomigliava ad un
dimora nel cuore gentile come luccello trova rifugio angelo disceso dal cielo. Perci non commisi peccato,
nel bosco: la natura ha fatto sorgere contemporanea- se riposi in lei il mio amore.
mente amore e cuore gentile. 2. Il fuoco dellamore si
accende nel cuore gentile come la virt attiva si ac- Riassunto. Il poeta afferma che lamore e il cuore
cende nella pietra preziosa. Dal cielo discende in es- gentile sono la stessa cosa. E fa numerosi esempi trat-
sa la virt attiva soltanto dopo che il sole lha purifi- ti dalla natura (1-3). Quindi critica luomo che si van-
cata. Allo stesso modo il cuore prima reso puro e ta per la sua nobilt di sangue. Ed afferma che la gen-
gentile dalla natura, poi fatto innamorare dalla don- tilezza gentilezza danimo, non di sangue, e che es-
na. 3. Lamore dimora nel cuore gentile per lo stesso sa non pu mai prescindere dai meriti personali (4-5).
motivo per cui il fuoco risplende in cima alla torcia: Infine immagina di esser giunto davanti a Dio e che
questa la sua natura. 4. Il sole colpisce il fango tutto Dio lo rimproveri per aver cantato un amore destinato
il giorno, ma il fango resta senza valore. Luomo su- a durare poco. Gli risponder che la sua donna sem-
perbo dice: Io sono nobile per nascita. Io paragono brava un angelo disceso dal cielo, perci non ha com-
lui al fango, perch la nobilt non pu prescindere dai messo peccato se ha riposto in lei il suo amore (6).
meriti personali. 5. Dio illumina le intelligenze ange-
liche, che muovono i cieli. Esse gli ubbidiscono e Commento
perci portano a termine felicemente i loro compiti. 1. Il testo non sempre chiaro, le tesi che caratteriz-
Allo stesso modo la donna illumina il suo amante, e zano il movimento sono per espresse pi volte con
infonde in lui il desiderio di ubbidirle sempre. 6. O chiarezza e con determinazione. La prima tesi (amore
donna, Dio mi dir, quando giunger davanti a Lui: e cuore gentile si identificano) trattata nelle prime
Come hai osato paragonare lamore verso una donna tre strofe. La seconda (la nobilt non di sangue n si
allamore che devi a me e alla Regina del cielo?. Io eredita, di spirito e si conquista con i propri meriti)
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 42
trattata nelle successive due strofe. La terza tesi (la importanza a Guido Guinizelli, non tanto perch il
donna un angelo disceso dal cielo per portare caposcuola, quanto perch nella canzone-manifesto
luomo a Dio) trattata nellultima strofa. ha proposto le tesi che caratterizzano la scuola; e a
2. Lautore vuole contrapporsi con forza e con deci- Dante Alighieri, perch il poeta pi grande del
sione alla cultura aristocratica tradizionale, perci gruppo. Di questultimo si d anche estesamente la
contrappone una nuova forma di nobilt, quella per- vita e lopera, perch ha unimportanza ben pi gran-
sonale e spirituale, contro quella antica, che nobilt de: la produzione stilnovistica soltanto una parte
di famiglia, di sangue e di titoli. Dietro a questa pro- quella giovanile della sua vasta produzione artisti-
posta culturale sta anche la consapevolezza di appar- ca. Lo schema quindi stato aggiustato sullargo-
tenere ad una classe diversa la borghesia , che in mento che doveva esporre.
ascesa, deve affermarsi ed ha bisogno di una sua spe- 2. Anche il Dolce stil novo, come le altre correnti o
cifica cultura per farlo. La lotta di classe insomma scuole poetiche, ha una specifica matrice sociale: gli
avviene sia sul piano economico sia sul piano ideolo- stilnovisti hanno alle spalle la borghesia cittadina, che
gico-culturale. ha il potere economico e che deve acquistare spazio
3. Lultima tesi (la donna un angelo disceso dal cie- politico e prestigio sociale a spese delle forze tradi-
lo), per quanto espressa in una sola strofa, partico- zionali, la nobilt e la chiesa. In genere le classi e-
larmente suggestiva. Almeno in questa strofa il poeta mergenti non riescono mai ad imporsi completamente
si pone su un piano ben superiore a quello espresso sulle classi tradizionali: si giunge ad ampi compro-
da Giacomo da Lentini, che vuole andare in paradiso messi, alla coesistenza, a parziali alleanze o a parziali
con la sua donna. fusioni.
4. Per spiegare il suo pensiero, il poeta ricorre pi 3. I due riassunti mostrano che non c un unico mo-
volte ad immagini naturalistiche. Lintera canzone do per riassumere un testo: si pu riassumere strofa
per condensa una vasta cultura scientifica, filosofi- per strofa (primo riassunto) o si pu fare un riassunto
ca, astronomica e religiosa, che Bonagiunta Orbiccia- concettuale (secondo riassunto). Si pu fare un rias-
ni criticava aspramente. Il Dolce stil novo si apre al sunto aderente al testo o si pu fare un riassunto che
sapere, alla filosofia e alla scienza o, meglio, alla fi- porti alla luce il filo conduttore del testo. Le possibili-
losofia della natura. t sono molteplici. Ben inteso, si possono fare rias-
sunti pi lunghi o meno lunghi. E si possono fare
Osservazioni riassunti in funzione dello scopo o allutente a cui so-
1. Anche con il Dolce stil novo si seguito lo schema no destinati.
di esposizione usato per le altre correnti: a) il luogo di
nascita; b) la durata; c) gli autori; d) i motivi poetici.
Ogni punto stato trattato a seconda della sua impor-
tanza. Ad esempio nel punto b) si data particolare
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Guido Cavalcanti, Perchi no spero di Perch io non spero di tornare mai pi, o piccola
tornar giammai ballata
Perchi no spero di tornar giammai, Perch io non spero di ritornare mai pi,
ballatetta, in Toscana, o piccola ballata, in Toscana,
va tu, leggera e piana, va tu, leggera e piana,
dritt a la donna mia, diritta alla donna mia,
che per sua cortesia che per sua cortesia
ti far molto onore. ti far molto onore.
Deh, ballatetta, a la tu amistate Deh, o mia piccola ballata, alla tua amicizia
questanima che trema raccomando: raccomando la mia anima che trema:
menala teco, nella sua pietate, conducila con te, nella sua piet,
a quella bella donna a cu ti mando. a quella bella donna a cui ti mando.
Deh, ballatetta, dille sospirando, Deh, o mia piccola ballata, dille sospirando,
quando le se presente: quando sarai alla sua presenza:
Questa vostra servente Questa vostra serva
vien per istar con vui, viene per restare con voi
partita da colui ed partita da colui
che fu servo dAmore. che fu vostro servo dAmore!.
Per, al mio parer, non li fu honore Movesi il vecchierel canuto e bianco, XVI
ferir me de saetta in quello stato,
a voi armata non mostrar pur larco. Movesi il vecchierel canuto et biancho
---II--- del dolce loco ov sua et fornita
et da la famigliuola sbigottita
Era Venerd Santo, il giorno in cui il sole si offusc che vede il caro padre venir manco;
Era Venerd Santo, il giorno in cui il sole si offusc indi trahendo poi lantiquo fianco
per la compassione verso il suo creatore, per lextreme giornate di sua vita,
quando io fui catturato (io non stavo in guardia), quanto pi p, col buon voler saita,
perch, o donna, fui incatenato dai vostri begli occhi. rotto dagli anni, et dal camino stanco;
Perci, secondo me, non gli fede onore Il vecchietto con i capelli bianchi e pallido
colpirmi con la freccia [mentre ero] in quello stato;
e non mostrare a voi armata nemmeno larco. Il vecchietto con i capelli bianchi e pallido lascia
il dolce luogo in cui ha trascorso la giovinezza
e la famiglia smarrita,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 52
che vede lamato padre venir meno; lacqua nel viso co le man mi sparse. 155
Vero dir (forse e parr menzogna)
quindi, trascinando il vecchio corpo chi sent trarmi de la propria imago,
negli ultimi giorni della sua vita, et in un cervo solitario et vago
quanto pi pu con la buona volont si aiuta, di selva in selva ratto mi trasformo:
sfinito dagli anni e dal cammino; et anchor de miei can fuggo lo stormo. 160
e viene a Roma, seguendo lantico desiderio Canzon, i non fu mai quel nuvol doro
di ammirare il volto di Colui (=Cristo) che poi discese in pretosa pioggia,
che spera di vedere lass in cielo. s che l foco di Giove in parte spense;
ma fui ben fiamma chun bel guardo accense,
Allo stesso modo, ahim, talvolta io cerco, et fui luccel che pi per laere poggia, 165
o donna, quant possibile, nel viso dunaltra donna alzando lei che ne miei detti honoro:
il vostro desiderato e vero volto. n per nova figura il primo alloro
seppi lassar, ch pur la sua dolce ombra
Riassunto. Come il vecchietto abbandona la casa e la ogni men bel piacer del cor mi sgombra.
famiglia per andare a Roma a vedere il volto di Cristo
impresso nella Veronica, cos il poeta cerca di vedere Nel dolce tempo della giovinezza
nel volto delle altre donne quello di Laura. []
Fui uno spirito dolente, che vagava (mi ricordo)
Commento per spelonche deserte e pellegrine,
1. Il poeta fa un paragone la cui prima parte lunga e piansi per molti anni la mia sfrenata audacia.
ben 11 versi, la seconda soltanto 3: lelaborazione let- Poi conobbi la fine di quel male
teraria del testo fuori di ogni ragionevole dubbio. e ritornai nel mio corpo terreno, 145
2. Egli si paragona ad un vecchietto che mosso da credo per sentire con esso pi dolore.
un grande desiderio, se disposto ad abbandonare ca- Io seguii tanto avanti il mio desiderio
sa e famiglia, nonostante let avanzata. che un giorno mincamminai (come di solito facevo)
3. Egli paragona il volto di Laura al volto di Cristo, per incontrarla; e quella fiera bella e crudele
cio mescola profano e sacro; il paragone per suona se ne stava tutta nuda in una fonte dacqua, 150
irriverente verso la religione e anche sproporzionato. quando il sole ardeva pi forte.
4. Il sonetto ha un ritmo estremamente lento ed co- Io, che non maccontento di alcunaltra vista,
stituito da una sola e lunghissima proposizione. stetti a mirarla, perci ella prov vergogna.
5. Il poeta, anzich andare alla ricerca concreta di E, per vendicarsi o per nascondersi,
Laura, si limita a cercare nelle altre donne il volto di con le mani mi spruzz lacqua sul viso. 155
Laura. Insomma pi che di Laura egli innamorato Dir la verit (forse essa sembrer una menzogna):
dellamore per Laura, e prova piacere ed interesse io sentii di perdere il mio aspetto umano
soltanto nellesaminare esasperatamente le manife- e mi trasformai in un cervo solitario e bello
stazioni di questo amore dentro di lui, non ad avere che corre veloce di selva in selva,
concretamente, davanti agli occhi, la figura di Laura. per fuggire allo stuolo dei miei cani. 160
6. Lopera riprende il continuo dialogo con se stesso
che santAgostino (354-430) fa nelle sue Confessioni. O canzone, io non fui mai quella nuvola doro
---II--- che poi discese sotto forma di pioggia preziosa,
cos che spense in parte il fuoco di Giove;
Nel dolce tempo de la prima etade, XXIII ma fui ben la fiamma che un bello sguardo accese,
e fui luccello che pi vola per laria, 165
[] inalzando lei che onoro nelle mie poesie.
Spirto doglioso errante (mi rimembra) N seppi lasciare il primo alloro per il nuovo aspetto,
per spelunche deserte et pellegrine, perch basta soltanto la sua dolce ombra
piansi moltanni il mio sfrenato ardire: per sgombrarmi dal cuore ogni piacere meno bello.
et anchor poi trovai di quel mal fine,
et ritornai ne le terrene membra, 145 Riassunto. Il poeta ricorda che da giovane frequenta-
credo per pi dolore ivi sentire. va posti isolati, ma poi cambi stile di vita e si ab-
I segu tanto avanti il mio desire bandon a un desiderio temerario, lamore per Laura.
chun d cacciando s comio solea Un giorno cerc la donna lungo il fiume Sorga, come
mi mossi; e quella fera bella et cruda soleva fare. Ella se ne stava tutta nuda in una pozza
in una fonte ignuda 150 dacqua a causa della calura. Egli si ferm per ammi-
si stava, quando l sol pi forte ardea. rarla, lei prov vergogna e, per vendicarsi o per na-
Io, perch daltra vista non mappago, scondere il suo corpo, con le mani lo spruzz dacqua
stetti a mirarla: ondella ebbe vergogna; sul viso. Egli si sent trasformare in un cervo, che
et per farne vendetta, o per celarse, correva veloce per fuggire i suoi cani che lo insegui-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 53
vano. Quindi nel congedo si rivolge alla canzone e le s chio mi credo omai che monti et piagge
dice che non fu mai la pioggia doro con cui Giove et fiumi et selve sappian di che tempre
spense in parte la sua passione amorosa. Fu invece sia la mia vita, ch celata altrui.
una fiamma, accesa dallo sguardo di Laura, e fu luc-
cello che passa il tempo in volo, per innalzare lei con Ma pur s aspre vie n s selvagge
le sue poesie. N seppe abbandonare lalloro poetico cercar non so chAmor non venga sempre
per acquisire il nuovo aspetto, perch basta soltanto ragionando con meco, et io collui.
lombra di Laura, per liberare il suo cuore da ogni ---II---
piacere disonesto (o turpe o vergognoso o ignobile).
Solo e pensoso i pi deserti campi
Commento
1. La poesia di Petrarca vive del passato e dei ricordi Solo e pensoso i campi pi deserti
del passato. In questa canzone egli va indietro nel misuro con i miei passi tardi e lenti,
tempo e ricorda che da giovane si rifugiava nei boschi e rivolgo gli occhi (pronti a fuggire)
a piangere le sue inclinazioni amorose. Un giorno, dove il terreno mostri qualche orma umana.
comera solito fare, cerc Laura. La trov che se ne
stava tutta nuda in una pozza dacqua, poich il sole Non trovo altra difesa che impedisca alla gente
bruciava forte. Egli si ferm a guardarla. La donna, di vedere chiaramente [quanto io sia innamorato],
presa da vergogna, con le mani gli spruzz acqua sul perch nei miei atti privi di allegria
viso, per impedirgli di vedere. Egli allora si sent tra- di fuori si vede quanto io dentro bruci di passione:
sformato in un cervo, inseguito (come Atteone) dalla
torma dei suoi cani. E poi commenta: egli non fu mai cos che io credo ormai che i monti, le pianure,
la nuvola che poi si trasform in pioggia doro, come i fiumi e i boschi sappiano come
fece Giove, per calmare in parte il fuoco della passio- sia la mia vita, che nascosta agli altri.
ne amorosa. Egli fu invece la fiamma, accesa da uno
sguardo della sua donna, fu luccello, che pass il Ma non so cercare vie cos aspre n cos selvagge,
tempo a volare per cantarla nelle sue poesie. N di- che il dio Amore non venga sempre
mentic lalloro poetico perch laveva vista nuda: a discutere con me ed io con lui.
bastava lombra della sua donna per cacciargli dal
cuore ogni desiderio indegno. Riassunto. Petrarca cerca luoghi deserti per non mo-
2. Il lettore, se pensa che almeno una volta Petrarca si strare alla gente quanto innamorato. Tuttavia, do-
comporti umanamente e faccia il guardone, subito vunque egli vada, il dio Amore viene sempre a discu-
deluso. Il poeta va subito a immagini letterarie: Atte- tere con il poeta, ed il poeta con lui.
one trasformato in cervo e inseguito dai suoi cani,
perch aveva sbirciato Artemide nuda; Giove che si Commento
trasforma in pioggia doro per possedere Danae, che 1. Anche qui Petrarca pensa che la gente si preoccupi
il padre aveva richiuso in una torre. E a questi riferi- che egli innamorato. Questo per ci che egli pen-
menti mitologici seguono due paragoni: egli la sa; da parte sua non si preoccupa affatto di sapere se
fiamma di fuoco, accesa dallo sguardo di Laura, ed la gente innamorata o meno. In altre parole il poeta
luccello che vola, per cantare Laura. A parte i riferi- fa girare il mondo compresa Laura intorno a se
menti mitologici, Petrarca guardone rimanda alla pit- stesso e intorno al fatto che egli innamorato.
tura, al tpos di Susanna nuda al bagno, concupita e 2. Da una parte sembra che egli voglia fuggire dal dio
importunata da due vecchioni. Ad ogni modo un Pe- Amore, dallaltra dice che egli gli risponde. Ci vuol
trarca, vero o falso guardone che sia, fornisce unidea dire che prova piacere a parlare con lui. Il suo atteg-
diversa del poeta. giamento quindi contraddittorio, ma proprio questa
---II--- contraddizione sta alla base dellispirazione poetica
di tutto il Canzoniere.
Solo e pensoso i pi deserti campi, XXXV 3. Il poeta non si accontenta di dire che la gente, se lo
incontrasse, vedrebbe subito quanto egli innamora-
Solo et pensoso i pi deserti campi to. Giunge ad affermare anche che tutta la natura co-
vo mesurando a passi tardi et lenti, nosce questa sua passione amorosa (e questo fatto
et gli occhi porto per fuggire intenti ancora pi incredibile del primo). Ma egli ritiene che
ove vestigio human larena stampi. tutto il mondo giri intorno a lui, al suo amore e al suo
dissidio interiore.
Altro schermo non trovo che mi scampi 4. In questo sonetto non citata Laura, ma il dio A-
dal manifesto accorger de le genti, more: lamore esiste soltanto dentro lanimo del poe-
perch negli atti dalegrezza spenti ta, che in proposito strumentalizza anche Laura: la
di fuor si legge comio dentro avampi: donna esiste in quanto egli la pensa e la ricorda. Non
ha unesistenza propria.
---II---
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 54
letteraria: la concezione drammatica dellamore come
Benedetto sia l giorno e l mese e tormento di Andrea, cappellano del re di Francia (se-
lanno, LXI conda met del sec. XII).
3. Lamore continua ad essere psicologico ed interio-
Benedetto sial giorno el mese e lanno re, sacro e profano: il poeta esamina se stesso e le sue
e la stagione el tempo e lora e l punto reazioni psicologiche davanti al fatto di essere inna-
el bel paese el loco ovio fui giunto morato.
daduo begli occhi che legato mnno; 4. Il poeta ricorre alla figura retorica dellanafora (o
ripetizione) (Che sia benedetto...), per esprimere in
E benedetto il primo dolce affanno modo letterariamente efficace, quasi tangibile, la sua
ch ebbi ad esser con Amor congiunto, estasi.
e larco e le saette ond fui punto, 5. Anche in questo sonetto il poeta parla con se stes-
e le piaghe chenfin al cor mi vanno. so: in nessun componimento dialoga con Laura, no-
nostante che la letteratura tradizionale fornisse nume-
Benedette le voci tante chio rosi esempi in proposito, dal contrasto di Cielo dAl-
chiamando il nome de mia donna sparte, camo (prima met del Duecento) a Becchinamor!
e i sospiri e le lagrime e l desio; di Cecco Angiolieri (1260ca.-1312ca.).
6. Lamore di Petrarca per Laura quindi un amore
e benedette sian tutte le carte letterario, che si compiace di essere tale, che si preoc-
ovio fama lacquisto, e l pensier mio, cupa di essere intessuto di citazioni letterarie (Scuola
ch sol di lei; si chaltra non v parte. siciliana, Dolce stil novo, Bibbia ecc.), che soddi-
---II--- sfatto di rispecchiarsi in se stesso. Angiolieri voleva
fare unantiletteratura, Petrarca vuole fare una iperlet-
Benedetto sia il giorno, il mese e lanno teratura: la realt trasformata in unabile, raffinata e
preziosa (ri)elaborazione letteraria.
Benedetto sia il giorno, il mese, lanno, ---II---
la stagione, il tempo, lora, il momento,
il bel paese e il luogo dove io fui raggiunto Padre del ciel, dopo i perduti giorni, LXXII
dai due begli occhi [di Laura], che mi legarono;
Padre del ciel, dopo i perduti giorni,
e benedetto sia il mio primo dolce affanno, dopo le notti vaneggiando spese
che io ebbi congiungendomi con il dio Amore; con quel fero desir che al cor saccese
larco, le frecce che mi colpirono, mirando gli atti per mio mal si adorni;
e le ferite che giunsero fino al cuore.
piacciati omai, col tuo lume, chio torni
Benedette siano le parole che io ho sparso ad altra vita et a pi belle imprese;
chiamando il nome della donna, s chavendo le reti indarno tese
i sospiri, le lacrime e il mio desiderio [di lei]; il mio duro adversario se ne scorni.
e benedetti siano tutti gli scritti Or volge, signor mio, lundecimo anno
(con cui io le procuro fama) e il mio pensiero, chifui sommesso al dispietato giogo,
che pensa solo a lei e non ha posto per nessunaltra. che sopra i pi soggetti pi feroce.
Riassunto. Il poeta benedice tutto ci che riguarda il Miserere del mio non degno affanno;
suo incontro con Laura (lanno, il mese, il giorno e reduci i pensier vaghi a miglior luogo;
lora in cui lha incontrata), quindi conclude dicendo rammenta lor comoggi fosti in croce.
che pensa soltanto a lei e che nel suo cuore non c ---II---
posto per nessunaltra.
O Padre del ciel, dopo i giorni di perdizione
Commento
1. Il poeta esalta il momento in cui ha visto e si in- O Padre del cielo, dopo i giorni di perdizione,
namorato di Laura. Lesaltazione mistica cede ora il dopo le notti consumate in pensieri vani
posta allesaltazione amorosa profana. I precedenti con quel crudele desiderio che si accese al cuore,
letterari di questa esaltazione davanti alla figura guardando gli atti [di Laura] per mio male cos belli,
femminile si possono rintracciare in Lo viso mi fa an-
dare alegramente di Giacomo da Lentini o in Gioio- ti piaccia ormai con la tua grazia che io ritorni
samente canto di Guido delle Colonne, ambedue del- a unaltra vita e a pi belle imprese,
la Scuola siciliana. cos che il mio crudele avversario (=il demonio),
2. Questo amore fatto nello stesso tempo di gioia e avendo teso invano le reti, rimanga scornato;
di affanni. Anche qui Petrarca recupera la tradizione
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 55
ora, o mio signore, sta passando lundicesimo anno uno spirto celeste, un vivo sole
da quando io fui sottoposto allo spietato giogo fu quel chi vidi, e se non fosse or tale,
(=lamore per Laura), che pi crudele sui pi debo- piaga per allentar darco non sana.
li. ---II---
Abbi piet del mio indegno affanno; I capelli biondi erano sparsi allaria
ricondci i miei i pensieri erranti verso il cielo;
ricorda loro come oggi tu fosti crocefisso. I capelli biondi [di Laura] erano sparsi allaria,
che li faceva ondeggiare in mille dolci nodi,
Riassunto. Il poeta si rivolge a Dio, riconoscendo di e oltre ogni misura ardeva la luce
aver consumato il suo tempo in un amore terreno. Gli di quei begli occhi, che ora sono meno luminosi;
chiede di poter intraprendere una vita pi degna con
laiuto della sua grazia, in modo da sconfiggere il e mi pareva (non so se era vero o falso)
demonio. Ricorda ancora che da 11 anni sottoposto che il viso assumesse un aspetto di compassione;
alla schiavit amorosa, perci gli chiede di aver piet io, che nel petto avevo lesca amorosa,
per il suo indegno affanno e di ricondurre i suoi pen- che meraviglia c se mi innamorai subito?
sieri verso il cielo.
Il suo camminare non era da essere mortale,
Commento era quello di un angelo, e le sue parole
1. Petrarca conduce da 11 anni questa vita oscillante suonavano oltre la voce umana;
fra la terra ed il cielo, fra amor sacro ed amor profa-
no. A quanto pare la situazione non completamente uno spirito celeste, un sole vivente fu ci che io vidi;
spiacevole, se egli insiste nel rimanervi irretito. E, e, se anche essa ora non fosse pi cos,
comunque, non intende impegnarsi seriamente ad u- la ferita amorosa non guarisce per larco allentato
scirne: chiede a Dio di ricondurre i suoi pensieri er- (=perch non pi bella come un tempo).
ranti verso il cielo, ma da parte sua non dimostra mol-
ta buona volont a dimenticare la terra. Riassunto. I capelli biondi di Laura erano sparsi alla-
2. Il poeta ripiega sempre su se stesso. Si tratta per ria, i suoi occhi erano splendenti. Perci non c da
di un atteggiamento letterario, che non ha alcun ri- meravigliarsi se il poeta si innamorato subito di lei.
scontro nella sua vita pratica, dove egli coglie onori e La donna camminava come un angelo, aveva una vo-
denaro. Ma anche cos testimonia le tensioni reali e- ce sovrumana, era uno spirito celeste, un sole vivente.
sistenti nella cultura del tempo. Ed anche se ora non pi bella come un tempo, egli
3. Al di l delle scelte letterarie, Petrarca e, con lui, il ne ancora innamorato.
Canzoniere, testimonia la frattura delluniverso di va-
lori medioevale: Chiesa ed Impero, vita terrena in Commento
funzione della vita ultraterrena, salvezza dellanima e 1. Il poeta gioca sul termine laura (=laria e Laura):
dannazione eterna, cultura religiosa e cultura laica. lattenzione, quasi esasperata, verso le possibilit e-
Boccaccio, di solo dieci anni pi giovane, appartiene spressive date dalle parole una caratteristica costan-
gi ad una cultura che si aperta ai valori terreni e li te del Canzoniere. Il gioco di parole costruito su
ricerca. Essa non si sente affatto in colpa per aver ab- laura e liperbole un sole vivo anticipano il concetti-
bandonato i valori ultraterreni tradizionali. smo della poesia barocca (prima met del Seicento).
---II--- 2. Come altrove, egli riprende motivi stilnovistici da
Guinizelli (la donna-angelo) e da Dante (la donna-
Erano i capei doro a laura sparsi, XC angelo, il modo di camminare sovrumano). Le imma-
gini per risultano rozze e approssimative rispetto al
Erano i capei doro a laura sparsi sonetto dantesco Tanto gentile e tanto onesta pare.
che n mille dolci nodi gli avolgea, 3. Il poeta ricorre anche ad un calibrato anacoluto
e l vago lume oltra misura ardea (Io... che meraviglia c, se...), per mantenersi al
di quei begli occhi chor ne son s scarsi; centro dellattenzione e per esprimere il sopraggiun-
gere improvviso ed inevitabile dellamore per Laura.
e l viso di pietosi color farsi, 5. Lamore per Laura un amore della memoria: il
non so se vero o falso, mi parea: poeta ricorda il suo amore giovanile e ribadisce che
i che lesca amorosa al petto avea, ancora innamorato. La duplicit temporale (il passato
qual meraviglia se di subito arsi? ed il presente) lo spinge a riconoscere e a sottolineare
che ora Laura meno bella di allora, perch ormai
Non era landar suo cosa mortale invecchiata. Altrove, citando lEcclesiaste, aveva
ma dangelica forma, e le parole concluso che ci che piace al mondo dura poco (I).
sonavan altro che pur voce umana;
II 2.
Segli pur mio destino, Se mio destino
e l cielo in ci sadopra, (e il cielo opera in questa direzione)
chAmor questocchi lagrimando chiuda, che Amore mi faccia morire piangente,
qualche grazia il meschino spero che per qualche sorte benigna
corpo fra voi ricopra, il mio povero corpo sia sepolto in mezzo a voi
e torni lalma al proprio albergo ignuda. e che lanima, separata dal corpo, torni al cielo.
La morte fia men cruda La morte sar meno dura,
se questa spene porto se porter con me questa speranza
a quel dubbioso passo; al momento dellincerto trapasso:
ch lo spirito lasso il mio spirito affaticato
non poria mai in pi riposato porto non potrebbe fuggire dal corpo travagliato
n in pi tranquilla fossa per trovare riparo in un porto pi sicuro
fuggir la carne travagliata e lossa. o in un sepolcro pi tranquillo.
III 3.
Tempo verr ancor forse Forse in un tempo futuro
cha lusato soggiorno la crudele bella e mite,
torni la fera bella e mansueta, intenerendosi per me,
et l ov ella mi scorse ritorner in questo luogo abituale,
nel benedetto giorno e l, dove mi vide in quel giorno fortunato,
volga la vista disiosa et lieta, volger gli occhi desiderosi
cercandomi: et, o pieta!, e lieti di vedermi, volendomi cercare. E, ahim!,
gi terra infra le pietre vedendomi divenuto polvere fra le pietre
vedendo, Amor linspiri del sepolcro, il dio Amore le ispirer
in guisa che sospiri tali dolci sospiri
s dolcemente che merc mimpetre, che ella mi far ottenere
et faccia forza al cielo, la misericordia divina,
asciugandosi gli occhi col bel velo. asciugandosi gli occhi con il suo velo.
IV 4.
Da be rami scendea Dai bei rami scendeva
(dolce ne la memoria) (mi dolce il ricordo)
una pioggia di fior sovra l suo grembo; una pioggia di fiori sopra il suo grembo,
et ella si sedea ed ella sedeva
umile in tanta gloria, umilmente in tanta gloria,
coverta gi de lamoroso nembo. ormai ricoperta da una nuvola amorosa.
Qual fior cadea sul lembo, Un fiore le cadeva sulla veste,
qual su le trecce bionde, un altro sulle trecce bionde (quel giorno
choro forbito et perle sembravano oro lucente e perle),
eran quel d, a vederle; un altro si posava per terra,
qual si posava in terra, e qual su londe; un altro sulle onde del fiume,
qual, con un vago errore un altro vagava dolcemente nellaria
girando, parea dir: Qui regna Amore. e sembrava dire: Qui regna il dio Amore!.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 57
V 5.
Quante volte dissio Quante volte io,
allor pien di spavento: pieno di stupore, dissi:
Costei per fermo nacque in paradiso. Certamente costei nata in paradiso!.
Cos carco doblio A tal punto la divina bellezza,
il divin portamento il volto, le parole e il dolce sorriso
e l volto e le parole e l dolce riso mi avevano fatto
maveano, et s diviso dimenticare e separato
da limagine vera, dalla realt,
chi dicea sospirando: che io dicevo sospirando:
Qui come vennio, o quando?; Come sono venuto qui? E quando?,
credendo esser in ciel, non l dovera. poich credevo dessere in cielo, non l dovero.
Da indi in qua mi piace Da allora in poi mi piace tanto quellerba,
questa erba s, chaltrove non ho pace. quel luogo, che non so trovar pace altrove.
VI 6.
Se tu avessi ornamenti quant hai voglia, O canzone, se tu fossi bella come vorresti,
poresti arditamente potresti avere il coraggio
uscir del bosco e gir in fra la gente. di uscire dal bosco e andare tra la gente.
---II--- ---II---
Riassunto. 1. O dolci acque del fiume dice il poeta 3. Il testo , come di consueto, assai ricercato e assai
, o ramo gentile, o erba e fiori, o aria serena [dove elaborato sul piano letterario. Agli inizi si rivolge a
Laura vissuta], ascoltate le mie ultime parole. 2. Se parlare alle acque del fiume Sorga, al ramo, allerba e
dovr morire piangendo, spero di essere sepolto in ai fiori. Alla fine personifica anche la canzone, che il
mezzo a voi, che per me siete il luogo pi sicuro e poeta invita ad andare tra la gente. Il lettore non deve
tranquillo. 3. Forse in futuro ella torner qui e mi cer- preoccuparsi del contenuto, piuttosto semplice, ma
cher e, vedendomi morto e sepolto, implorer il cie- delle immagini che il poeta cerca di evocare. Quel
lo ed otterr per me la grazia divina. 4. Ricordo con che conta sono soltanto le immagini letterarie: il poe-
dolcezza quando sopra di lei e intorno a lei cadevano ta ha perci saccheggiato la letteratura prima di lui.
fiori, che sembravan dire: Qui regna il dio Amore. 4. Petrarca descrive un locus amoenus e vi immerge
5. Quante volte io, stupito, dissi che era nata in para- Laura, lunica che a lui par donna, cio domina, si-
diso! La sua bellezza mi faceva dimenticare a tal pun- gnora e padrona. La scenografia coinvolgente e
to la realt, che io mi chiedevo comero giunto l, straordinaria.
perch pensavo di essere in cielo. Perci non riesco a 5. Anche qui tutta la realt, compresa Laura, gira in-
vivere altrove. 6. O canzone, se tu fossi bella come torno al poeta, che vive dei ricordi del passato, ma
vorresti, lasceresti questo luogo per andare tra la gen- che immagina anche di essere morto nel futuro. Per la
te. prima ed ultima volta si preoccupa di quel che prova
Laura: alla vista della sua tomba la donna verser
Commento qualche lacrima, che sar sufficiente per fare andare il
1. Il riassunto, che si limita ad eliminare gli aggettivi poeta in cielo.
e le proposizioni dipendenti superflui, mostra chiara- 6. Questo testo, come tutti i precedenti, mostra quanto
mente quanto (poco) il poeta sia interessato al conte- la poesia di Petrarca sia intessuta di citazioni lettera-
nuto, e quanto (molto) sia interessato alla forma lette- rie precedenti, di riflessioni e di sentenze tratte dalla
raria in cui il contenuto espresso. Bibbia, dagli stoici, dai Padri della Chiesa, da santA-
2. La canzone riprende e rielabora immagini e motivi gostino. Essa e vuole essere una poesia in cui la di-
della tradizione letteraria siciliana e stilnovistica, a mensione letteraria (fusa con legocentrismo del poe-
cui si aggiunge il mai sopito dissidio interiore tra ter- ta) si impone completamente sui contenuti. Il riassun-
ra e cielo. Langelico seno la piega del vestito o to pi sopra lo dimostra.
anche i seni (al singolare). E ad ogni modo un rife- ---II---
rimento alla donna angelicata del Dolce stil novo.
Quello che conta non se il discorso ha un senso, ma
il riferimento letterario, con cui il poeta pensa ed e-
sprime i suoi sentimenti. Letteralmente sembra che la
donna si sia spogliata per prendere il sole, abbia mes-
so da una parte il vestito e si sia distesa supina
sullerba l vicino. Limmagine rimanda alle figure
femminili a seno nudo in particolare le statue , che
riempiono le chiese. Gli angeli sono asessuati o erma-
froditi. Hanno un aspetto effeminato.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 58
Italia mia, ben che l sperar sia indarno, O Italia mia, bench la speranza sia vana
CXXVIII
I 1.
Italia mia, bench l parlar sia indarno O Italia mia, bench le mie parole non possano
a le piaghe mortali guarire le tue piaghe mortali,
che nel bel corpo tuo s spesse veggio, che cos numerose vedo sul tuo bel corpo,
piacemi almen che miei sospir sian quali desidero almeno che i miei sospiri siano
spera l Tevero et lArno, come li spera il Tevere, lArno ed il Po,
e l Po, dove doglioso et grave or seggio. dove ora, addolorato e pensoso, io mi trovo.
Rettor del cielo, io cheggio O Dio del cielo, io ti chiedo che la compassione,
che la piet che Ti condusse in terra che ti fece venire sulla terra, ti faccia ora
Ti volga al Tuo dilecto almo paese. guardare il tuo amato paese.
Vedi, Segnor cortese, Vedi, o Signore cortese, come futili motivi
di che lievi cagion che crudel guerra; siano causa di guerre crudeli!
e i cor, che ndura et serra Apri, o Padre, intenerisci e sciogli i cuori,
Marte superbo et fero, che ora Marte (=il dio della guerra),
apri Tu, Padre, e ntenerisci et snoda; superbo e feroce, ha indurito e richiuso.
ivi fa che l Tuo vero, Fa che qui la tua verit, anche se io valgo poco,
qual io mi sia, per la mia lingua soda. sia detta dalla mia bocca.
2.
II
O voi, che dalla sorte avete avuto il governo
Voi cui Fortuna posto in mano il freno
de le belle contrade, delle nostre belle contrade, per le quali
non mostrate di avere alcuna compassione,
di che nulla piet par che vi stringa,
che cosa fanno qui tante armi straniere? Pensate
che fan qui tante pellegrine spade?
davvero che la nostra terra verdeggiante si tinga
perch l verde terreno
del sangue dei barbari? Vi fa piacere sbagliare!
del barbarico sangue si depinga?
Vedete poco e vi sembra di vedere molto,
Vano error vi lusinga:
poich cercate lamore e la fedelt
poco vedete, et parvi veder molto,
in cuori che si vendono.
ch n cor venale amor cercate o fede.
Perci chi ha pi mercenari anche colui
Qual pi gente possede,
che ha pi nemici intorno.
colui pi da suoi nemici avolto.
Questo diluvio stato raccolto
O diluvio raccolto
in paesi selvaggi e spaventosi,
di che deserti strani
per inondare i nostri campi fertili!
per inondar i nostri dolci campi!
Se prepariamo con le nostre mani la nostra rovina,
Se da le proprie mani
chi ci potr salvare?
questo navene, or chi fia che ne scampi?
3.
III
La natura si preoccup della nostra sicurezza,
Ben provide Natura al nostro stato,
quando pose le Alpi come barriera
quando de lAlpi schermo
tra noi e la rabbia tedesca.
pose fra noi et la tedesca rabbia;
Ma il desiderio cieco, ostinato
ma l desir cieco, e ncontral suo ben fermo,
contro il proprio bene, si poi tanto impegnato,
s poi tanto ingegnato,
che ha procurato la scabbia al corpo sano dellItalia.
chal corpo sano procurato scabbia.
Ora dentro ad una stessa gabbia si trovano
Or dentro ad una gabbia
belve feroci e greggi mansuete,
fiere selvagge et mansete gregge
cos che il migliore geme sempre.
sannidan s che sempre il miglior geme:
E, per nostro maggior dolore,
et questo del seme,
queste belve discendono dal popolo senza legge,
per pi dolor, del popol senza legge,
al quale, come dice la storia,
al qual, come si legge,
Caio Mario inflisse una tale sconfitta,
Mario aperse s l fianco,
che ancor vivo il ricordo dellimpresa,
che memoria de lopra ancho non langue,
quando lesercito romano, assetato e stanco,
quando assetato et stanco
trov nel fiume pi sangue che acqua.
non pi bevve del fiume acqua che sangue.
V 5.
N vaccorgete anchor per tante prove Non vi siete ancora accorti, dopo tante
del bavarico inganno prove, dellinganno dei mercenari bavaresi,
chalzando il dito colla morte scherza? i quali, alzando un dito in segno di resa,
Peggio lo strazio, al mio parer, che l danno; si prendono gioco della morte?
ma l vostro sangue piove La beffa , secondo me, peggiore del danno.
pi largamente, chaltrira vi sferza. Il vostro sangue per versato largamente:
siete spinti gli uni verso gli altri da ben altro odio!
Da la matina a terza
Riflettete un momento sulla vostra situazione,
di voi pensate, et vederete come e capirete che non pu avere caro alcuno colui
tien caro altrui che tien s cos vile. che ritiene se stesso cos vile, da vendersi per denaro.
Latin sangue gentile, O nobile stirpe latina, allontana da te il peso dannoso
sgombra da te queste dannose some; di questi mercenari, e non trasformare in idolo
non far idolo un nome la loro vuota fama, che non ha riscontro nella realt!
vano senza soggetto: colpa nostra, non della natura,
ch l furor de lass, gente ritrosa, se il furore settentrionale,
vincerne dintellecto, restio a ogni incivilimento,
peccato nostro, et non natural cosa. ci supera nelle capacit intellettuali.
VI 6.
Non questo l terren chi toccai pria? Non questa la terra ove nacqui?
Non questo il mio nido Non questo il mio nido
ove nudrito fui s dolcemente? ove fui nutrito cos dolcemente?
Non questa la patria in chio mi fido, Non questa la patria in cui ho riposto
la mia fiducia, la madre benigna e pietosa,
madre benigna et pia,
che ricopre ambedue i miei genitori?
che copre lun et laltro mio parente?
In nome di Dio, o principi, questo pensiero
Perdio, questo la mente
penetri qualche volta nella vostra mente,
talor vi mova, et con piet guardate e, pieni di compassione, guardate le lacrime
le lagrime del popol doloroso, del popolo sofferente, il quale, dopo Dio,
che sol da voi riposo soltanto da voi pu sperare protezione.
dopo Dio spera; et pur che voi mostriate E, purch mostriate qualche segno
segno alcun di pietate, di compassione, il coraggio [militare]
vert contra furore contro la furia [straniera] impugner le armi,
prender larme, et fia l combatter corto: e il combattimento sar breve,
ch lantiquo valore perch lantico valore non ancora
ne gli italici cor non anchor morto. scomparso dai cuori degli italiani.
Riassunto. (1) O Italia mia dice il poeta , anche se la natura. (6) Non lItalia la terra dove sono nato e
le mie parole non ti possono guarire, parlo ugualmen- cresciuto e dove sono sepolti i miei genitori? O signo-
te come ti piacerebbe sentirmi parlare. O Dio, volgi lo ri, abbiate compassione del nostro popolo, che soffre.
sguardo al tuo amato paese, sciogli i cuori induriti, e Basterebbe un po di compassione a fargli prendere le
fa che la tua verit esca dalla mia bocca. (2) O signo- armi e a fargli cacciare gli stranieri. Il coraggio dei
ri, che governate lItalia, perch ci sono qui tanti sol- romani non ancora scomparso dal suo cuore. (7) O
dati stranieri? Pensate forse che costoro si ammazzino signori, il tempo vola e la morte si avvicina: quando
per voi? Vi illudete! Essi sono venuti per distruggere arriva, bisogna lasciare tutto. Perci, mentre vivete,
i nostri campi, e noi, chiamandoli, ci stiamo distrug- lasciate ogni odio, che impedisce di vivere serena-
gendo con le nostre mani. (3) La natura ha innalzato mente. E dedicate il tempo, che ora perdete ad angu-
le Alpi, per separarci dai tedeschi. Voi invece li avete stiare gli altri, per imprese pi degne. Cos vivete fe-
chiamati qui, ed ora lupi feroci e pecore mansuete vi- lici sulla terra, e vi preparate la salvezza del cielo. (8)
vono insieme, e chi ci rimette sempre il migliore. O canzone, esponi con prudenza i tuoi argomenti: de-
Eppure questi soldati discendono da quelli che sono vi andare tra gente abituata alladulazione, non alla
stati cos duramente sconfitti da Caio Mario, che verit. Poche persone ti ascolteranno. Chiedi la loro
dellimpresa ancor vivo il ricordo. (4) Non parlo poi protezione, ne hai bisogno, perch vai a predicare la
di Giulio Cesare, che li sconfisse pi volte. Ora, se pace.
abbiamo perso la protezione del cielo, per colpa vo- ---II---
stra! Le vostre ambizioni stanno rovinando lItalia.
Perch importunate il vicino? Perch cercate soldati Riassunto. Il poeta si rivolge ai signori dItalia e
stranieri? Perch provate piacere a veder spargere il chiede perch hanno invitato soldati stranieri (1). Essi
sangue? Io parlo per dire la verit, non per odio verso non sono venuti qui per ammazzarsi tra loro, ma per
qualcuno. (5) Non vedete che questi soldati, arren- depredare il nostro paese. (2). La natura ha innalzato
dendosi, evitano lo scontro, e si prendono gioco di le Alpi per dividerci dai tedeschi, ed ora lupi feroci e
voi? Riflettete un po: come pu avere caro qualcuno pecore mansuete vivono insieme, e chi ci rimette
chi ritiene di valere tanto poco, da vendersi? O nobile sempre il popolo italiano. Eppure essi sono i discen-
sangue latino, non ammirare la loro fama, che im- denti di quei popoli che sono stati cos duramente
meritata. E, se ci superano, la colpa nostra, non del- sconfitti da Caio Mario (3) e da Giulio Cesare. Per-
ch i signori dItalia vogliono far guerra ai loro vicini
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 61
(4)? I soldati stranieri fingono di combattere e si contro il re di Napoli: le conseguenze, disastrose per
prendono gioco dei loro datori di lavoro. Non posso- tutti, di l a poco si fanno vedere. Con due secoli di
no essere fedeli a nessuno coloro che si mettono in anticipo il poeta invita i signori dItalia a non com-
vendita per poco prezzo. La loro fama militare del mettere errori e a cacciare fuori dItalia gli stranieri!
tutto infondata (5). Quindi il poeta fa due riflessioni. Il potere politico, ignorante e beota, non lo ascolta nel
a) LItalia la terra dove egli nato, perci invita i presente n nel futuro. Contemporaneamente ad Ario-
signori ad avere compassione del popolo italiano e a sto Machiavelli nel Principe (1512-13) si affanna a
fargli prendere le armi contro gli stranieri invasori convincere Lorenzino de Medici a impugnare una
(6). b) E poi il tempo vola, e si avvicina la morte: nel bandiera e a mettersi a capo del popolo italiano per
poco tempo che ci rimane meglio pensare alla sal- cacciare i barbari fuori dItalia... Insomma la valuta-
vezza ultraterrena che a farsi guerra (7). Infine il poe- zione che Petrarca d sulla classe politica italiana del
ta invita la canzone ad andare tra la gente a predicare suo tempo non quella di uno sprovveduto intellettu-
la pace. ale, che apolitico e rinchiuso nella sua grettezza e
---II--- nel suo egoismo. quella di un intellettuale che non
pu capacitarsi che si possa vivere a livelli cos bassi,
Commento cos contingenti, cos banali.
1. La canzone latteggiamento pi politico che Pe- ---II---
trarca riesce ad esprimere in tutta la sua vita. In realt
egli non interessato alla politica ed lontano dalle Passa la nave mia colma doblio,
beghe politiche tra fazioni o tra citt e citt o tra state- CLXXXIX
rello e staterello che caratterizzano lItalia del Due-
cento e poi del Trecento. Proiettato com nel mondo Passa la nave mia colma doblio
dei classici, nella repubblica ideale che lo fa incontra- per aspro mare, a mezza notte il verno,
re con i grandi dellantichit, egli non capisce n pu enfra Scilla et Caribdi; et al governo
capire come si possa perdere tempo in conflitti conti- siede l signore, anzi l nimico mio.
nui, inutili ed estenuanti. La guerra o le piccole guer-
re dei signori non sono i suoi valori. Egli ne ha altri. I
suoi valori non sono effimeri, n contingenti, perci A ciascun remo un penser pronto et rio
guarda con fatica e con poco interesse ai signori che che la tempesta e l fin par chabbi a scherno;
sono incapaci di uscire da un momento storico soffo- la vela rompe un vento humido eterno
cante e senza alternative, per attingere a quella vita di sospir, di speranze, et di desio.
fuori del tempo che unisce i grandi del passato, del
presente e del futuro. Pioggia di lagrimar, nebbia di sdegni
2. Petrarca radicalmente diverso da Dante, che nella bagna et rallenta le gi stanche sarte,
Divina commedia (1306-21) esprime le sue idee poli- che son derror con ignorantia attorto.
tiche, sociali, religiose, scientifiche, che dedica i canti
VI delle tre cantiche ai problemi politici, che si sca- Celansi i duo mei dolci usati segni;
glia duramente contro i principi locali, contro i papi, morta fra londe la ragion et larte,
contro gli imperatori, quasi contro Dio, contro i fio-
tal chincomincio a desperar del porto.
rentini (Pg VI), che hanno dimenticato il loro ruolo,
---II---
la loro missione, il loro ambito, che hanno dimentica-
to lItalia e la funzione delle due grandi istituzioni, il
Passa la nave mia colma doblio
papato e limpero. Che vede la conflittualit persi-
stente tra i signorotti locali (If XXVII). Non si pu
Passa la mia nave (=la mia vita) piena doblio
dire chi, tra i due poeti, ha pi ragione (o pi torto),
per un mare aspro, a mezza notte, dinverno,
poich hanno valori diversi e vivono in due dimen-
fra gli scogli di Scilla e di Cariddi; e alla guida
sioni diverse. Dante attaccato alla sua Firenze. Pe-
siede il signore, anzi il mio nemico (=il dio Amore).
trarca un personaggio che ha vita, interessi interna-
zionali, e vive ospite di chiunque lo inviti, paghi i
A ciascun remo siede un pensiero sfrenato e reo,
suoi servizi e gli permetta di dedicarsi ai suoi amati
che pare non curarsi della tempesta n della salvezza;
autori latini. In cambio egli d lustro con la sua pre-
la vela battuta da un vento umido, continuo,
senza e svolge incarichi diplomatici. Giustamente gli
fatto di sospiri, di speranze e di desideri [vani].
umanisti si ricollegano a lui: hanno gli stessi valori,
gli stessi interessi, la stessa cultura e la stessa menta-
La pioggia delle lacrime e la nebbia degli sdegni
lit.
bagna e rallenta le srtie ormai stanche (=logore),
3. Qui Petrarca si chiede perch i signori dItalia han-
che sono fatte di errore intrecciato con ignoranza.
no invitato milizie straniere per combattere per essi.
Nel Cinquecento Ariosto si chiede meravigliato come
Si celano i miei due dolci e consueti segni (=gli occhi
sia possibile che Ludovico il Moro, signore di Mila-
di Laura); morta fra le onde la scienza e larte
no, abbia potuto chiamare in Italia il re di Francia
di navigare, tanto che comincio a disperare del porto.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 62
Riassunto. Il poeta paragona la sua vita a una nave, veggio fortuna in porto, et stanco omai
che con il mare in tempesta e in una notte dinverno il mio nocchier, et rotte arbore et sarte,
attraversa uno stretto pericoloso. Al timone siede il e i lumi bei che mirar soglio, spenti.
dio Amore, che il suo signore, ma anche il suo ne- ---II---
mico. Ai remi stanno pensieri sfrenati e colpevoli. E
la vela spinta dal vento irresponsabile delle passio- La vita fugge e non si ferma un momento
ni. Non ci sono pi gli occhi di Laura a guidarlo.
scomparsa fra le onde la scienza e larte di navigare, La vita fugge e non si ferma un momento
tanto che ormai egli dispera di raggiungere il porto. e la morte le vien dietro a grandi passi;
e le cose presenti e le passate
Commento mi tormentano, e anche le future;
1. Il sonetto potrebbe risalire al 1343, quando il poeta
attraversa una profonda crisi spirituale: gli nasce e il ricordo e lattesa mi angosciano
Francesca, la seconda figlia naturale, e il fratello da una parte e dallaltra, cos che in verit,
Gherardo si fa monaco, nonostante che egli fosse se non avessi piet di me stesso,
contrario. Laura poi lontana da lui, perch egli si sarei gi fuori di questi pensieri (=mi sarei suicidato).
reca a Napoli.
2. Il sonetto fatto con la consueta abilit letteraria e Mi torna in mente se il mio cuore infelice ebbe mai
con il consueto uso di figure retoriche: il paragone tra qualche dolcezza; e poi, dallaltra parte (=al futuro),
la nave e la vita, laccumulo di situazioni negative nei vedo i venti scatenati contro la mia navigazione:
primi 11 versi, la lentezza dei versi che con la loro
gravit accentuano il carattere drammatico della si- vedo tempesta nel porto (=alla morte), ormai stanco
tuazione, luso di termini pregnanti gi indicati nel il timoniere, sono rotti lalbero e le srtie, e spenti
sonetto iniziale (lacrimar, sdegni, error, ignorantia, i begli occhi (=di Laura), che solevo ammirare.
desperar), lantitesi (signore-nemico), i consueti due
termini congiunti (Scilla et Caribdi, pronto e rio, Riassunto. Il poeta vede la vita passare in gran fretta e
bagna et rallenta, la ragion et larte). la morte avvicinarsi. Il presente ed il passato lo tor-
3. La presenza massiccia, qui come altrove, della re- mentano ed ugualmente il futuro, tanto che egli, se
torica anche in questo sonetto che sembrerebbe pi non avesse piet di se stesso, si sarebbe gi suicidato.
sincero di altri pone il problema se il Canzoniere sia Il passato non gli ha dato gioie, il futuro si presenta
sincero o sia una semplice finzione letteraria. Una ri- minaccioso. Vede la sua vecchiaia sconvolta ancora
sposta potrebbe essere questa: il poeta ritiene che sol- dalle passioni, egli ormai stanco e gli occhi di Laura
tanto luso estesissimo della retorica sia capace di e- si sono spenti.
sprimere adeguatamente i suoi sentimenti. La retorica
quindi labito letterario con cui egli vuole e deve Commento
necessariamente rivestire e travestire i suoi pensieri 1. Il sonetto sembra avere un contenuto maggiore di
ed i suoi sentimenti. E noi siamo costretti a rispettare altri (il riassunto pi lungo della media). In realt il
questa sua concezione della retorica e tenerla presente poeta dimostra di aver raggiunto un controllo ancora
quando leggiamo il Canzoniere. pi raffinato del linguaggio, che ora controbilancia
---II--- con il contenuto. Le figure retoriche sono numerose,
ma non si avvertono, in tal modo il contenuto acqui-
La vita fugge e non sarresta unora, sta pi spazio e appare in primo piano.
CCLXXII 2. Il sonetto pieno di figure retoriche: antitesi (fug-
ge/sarresta, vita/morte, cose presenti/passate, ri-
membrar/aspettar, or quinci/or quindi ecc.); litote
La vita fugge, et non sarresta una hora, (Non sarresta); ripetizioni (il secondo verso ripete il
et la morte vien dietro a gran giornate, concetto espresso nel primo); metafore (i lumi, cio
et le cose presenti et le passate gli occhi di Laura) ecc. Ricompare la metafora della
mi dnno guerra, et le future anchora; vita come di una nave e, di conseguenza, del vivere
come di un navigare, e della morte come del porto.
e l rimembrare et laspettar maccora, Addirittura il poeta medita una cosa reale come il sui-
or quinci or quindi, s che n veritate, cidio. Si tratta, come di consueto, di un atteggiamento
se non chi di me stesso pietate, letterario.
i sarei gi di questi penser fra. 3. I motivi del sonetto sono i consueti della poesia pe-
trarchesca: il passato angoscioso, il ricordo del passa-
Tornami avanti, salcun dolce mai to, il presente doloroso; il futuro incerto e sconvolto
ebbe l cor tristo; et poi da laltra parte dalle passioni; lamore per Laura che non conosce
veggio al mio navigar turbati i vnti; momenti di debolezza; la vita che passa, che come
una nave, che si dirige verso il porto della morte.
I 1.
Vergine bella, che di sol vestita, O Vergine bella (che splendente come il sole
coronata di stelle, al sommo Sole e coronata di stelle, piacesti al sommo Sole (=Dio)
piacesti s, che n te Sua luce ascose, a tal punto, che racchiuse in te la sua luce),
amor mi spinge a dir di te parole: lamore mi spinge a parlare di te:
ma non so ncominciar senza tu aita, ma non so iniziare senza il tuo aiuto e quello
et di Colui chamando in te si pose. di Colui che per amore sincarn nel tuo ventre.
Invoco lei che ben sempre rispose, Invoco colei che sempre rispose
chi la chiam con fede: a chi la chiam con fiducia;
Vergine, sa mercede o Vergine, se mai a piet
miseria extrema de lhumane cose ti mosse la misera condizione
gi mai ti volse, al mio prego tinchina, della vita umana, ascolta la mia preghiera,
soccorri a la mia guerra, soccorri ai miei affanni,
benchi sia terra, et tu del ciel regina. bench io sia fango e tu regina del cielo.
II 2.
Vergine saggia, et del bel numero una O Vergine saggia, che fai parte del bel numero
de le beate vergini prudenti, delle beate vergini prudenti,
anzi la prima, et con pi chiara lampa; anzi sei la prima, e con luce pi luminosa;
o saldo scudo de lafflicte genti o forte scudo delle genti afflitte
contra colpi di Morte et di Fortuna, contro i colpi della Morte e della Fortuna,
sotto l qual si trumpha, non pur scampa; sotto il quale non solo ci si salva, ma si trionfa;
o refrigerio al cieco ardor chavampa o refrigerio al cieco desiderio che brucia
qui fra i mortali sciocchi: qui tra gli sciocchi mortali;
Vergine, que belli occhi o Vergine, quei begli occhi
che vider tristi la spietata stampa che videro sofferenti limpronta crudele delle ferite
ne dolci membri del tuo caro figlio, sul corpo del tuo amato figlio,
volgi al mio dubbio stato, volgi al mio incerto stato, che smarrito
che sconsigliato a te vn per consiglio. viene a te per aver consiglio.
III 3.
Vergine pura, dogni parte intera, O Vergine pura, immacolata in ogni tua parte,
del tuo parto gentil figliola et madre, figlia e madre del tuo nobile parto,
challumi questa vita, et laltra adorni, che illumini questa vita e abbellisci laltra,
per te il tuo figlio, et quel del sommo Padre, per mezzo di te e del sommo Padre, tuo figlio,
o fenestra del ciel lucente altera, o finestra del cielo luminosa e superba,
venne a salvarne in su li extremi giorni; venne a salvarci negli ultimi giorni del mondo;
et fra tutti terreni altri soggiorni e fra tutte le altre donne
sola tu fosti electa, tu sola fosti prescelta,
Vergine benedetta, o Vergine benedetta,
che l pianto dEva in allegrezza torni. che tramuti in allegria il pianto dEva.
Fammi, ch puoi, de la Sua gratia degno, Rendimi, poich tu puoi, degno della sua grazia,
senza fine o beata, o infinitamente beata,
gi coronata nel superno regno. gi coronata in paradiso.
IV 4.
Vergine santa dogni gratia piena, O Vergine santa, piena di ogni grazia,
che per vera et altissima humiltate che grazie alla tua sincera e nobilissima umilt
salisti al ciel onde miei preghi ascolti, salisti al cielo, da dove ascolti le mie preghiere,
tu partoristi il fonte di pietate, tu partoristi la fonte di piet
et di giustitia il sol, che rasserena e il sole di giustizia, che rasserena
il secol pien derrori oscuri et folti; il secolo pieno derrori, oscuri e numerosi;
tre dolci et cari nomi i in te raccolti, tre dolci e cari nomi unisci in te,
madre, figliuola et sposa: madre, figlia e sposa;
V 5.
Vergine sola al mondo senza exempio, O Vergine unica al mondo e senza uguali,
che l ciel di tue bellezze innamorasti, che facesti innamorare il cielo della tua bellezza,
cui n prima fu simil n seconda, a cui fu uguale n prima n seconda,
santi penseri, atti pietosi et casti santi pensieri, atti pietosi e casti
al vero Dio sacrato et vivo tempio fecero nella tua verginit feconda
fecero in tua verginit feconda. un tempio vivente consacrato al vero Dio.
Per te p la mia vita esser ioconda, La mia vita pu essere gioconda, o Maria,
sa tuoi preghi, o Maria, o Vergine dolce e pietosa,
Vergine dolce et pia, se grazie alle tue preghiere,
ove l fallo abond, la gratia abonda. dove lerrore abbond, la grazia abbonda.
Con le ginocchia de la mente inchine, Con le ginocchia della mente inchinate
prego che sia mia scorta, ti prego di essere la mia scorta
et la mia torta via drizzi a buon fine. e si rivolgere la mia vita a buon fine.
VI 6.
Vergine chiara et stabile in eterno, O Vergine luminosa e stabile in eterno,
di questo tempestoso mare stella, stella per questo mare tempestoso,
dogni fedel nocchier fidata guida, guida fidata di ogni navigatore,
pon mente in che terribile procella rivolgi il pensiero alla terribile tempesta
i mi ritrovo sol, senza governo, in cui io mi ritrovo solo, senza timoniere,
et gi da vicin lultime strida. e ho gi vicine le ultime parole [della mia vita].
Ma pur in te lanima mia si fida Ma la mia anima peccatrice
peccatrice, i no l nego, si affida a te, io non lo nego,
Vergine; ma ti prego o Vergine; ma ti prego
che l tuo nemico del mio mal non rida: che il tuo nemico non rida della mia dannazione:
ricorditi che fece il peccar nostro, ricordati che i nostri peccati
prender Dio, per scamparne, fecero che Dio sincarnasse
humana carne al tuo virginal chiostro. nel tuo grembo virginale, per salvarci.
VII 7.
Vergine, quante lagrime gi sparte, O Vergine, quante lacrime ho gi versato invano,
quante lusinghe et quanti preghi indarno, quante lodi e quante preghiere, solamente
pur per mia pena et per mio grave danno! per accrescere la mia pena e il mio grave tormento!
Da poi chi nacqui in su la riva dArno, Da quando io nacqui sulla riva dellArno,
cercando or questa et or quelaltra parte, percorrendo ora questa, ora quellaltro paese,
non stata mia vita altro chaffanno. la mia vita non stata altro che affanno.
Mortal bellezza, atti et parole mnno Bellezza, atti e parole mortali mi hanno
tutta ingombrata lalma. ingombrato lanimo completamente.
Vergine sacra et alma, O Vergine sacra e vivificante, non tardare,
non tardar, chi son forse a lultimo anno. poich io forse sono alla fine della mia vita.
I d miei pi correnti che saetta I giorni se ne sono andati pi velocemente
fra miserie et peccati che una freccia, tra miserie e peccati,
sonsen andati, et sol Morte naspetta. e mi aspetta soltanto la Morte.
IX 9.
Vergine, in cui tutta mia speranza O Vergine, in cui io ripongo tutta la mia speranza,
che possi et vogli al gran bisogno aitarme, ti prego, aiutami nel momento del grande bisogno,
non mi lasciare in su lextremo passo. non abbandonarmi nel passaggio estremo!
Non guardar me, ma Chi degn crearme; Non guardare me, ma Chi si degn di crearmi;
no l mio valor, ma lalta Sua sembianza, non il mio valore, ma la Sua infinita sembianza
ch in me, ti mova a curar duom s basso. che in me, ti spinga a curare un uomo cos misero.
Medusa et lerror mio mn fatto un sasso Un amore insano e i miei errori mi hanno trasformato
dumor vano stillante: in sasso che versa un inutile pianto:
Vergine, tu di sante o Vergine, riempi il mio cuore stanco
lagrime et pe adempi l meo cor lasso, di lacrime sante e pietose,
chalmen lultimo pianto sia devoto, cos che almeno lultimo piano sia devoto,
senza terrestro limo, libero da inquietudini,
come fu l primo non dinsania vto. come il primo non fu privo di follia.!
X 10.
Vergine humana, et nemica dorgoglio, O Vergine benevola e nemica dellorgoglio,
del comune principio amor tinduca: ti convinca lamore per la comune origine:
miserere dun cor contrito humile. abbi piet di un cuore pentito e umile.
Che se poca mortal terra caduca Che se son solito amare con cos mirabile fedelt
amar con s mirabil fede soglio, un po di terra mortale di breve durata (=Laura),
che devr far di te, cosa gentile? che cosa dovr fare verso di te,
Se dal mio stato assai misero et vile che sei creatur cos nobile?
per le tue man resurgo, O Vergine, se mi risollevo dalla mia condizione
Vergine, i sacro et purgo assai misera e vile grazie al tuo aiuto,
al tuo nome et penseri e ngegno et stile, io consacrer al tuo nome e purificher pensieri,
la lingua e l cor, le lagrime e i sospiri. ingegno e stile, lingua, cuore, lacrime e sospiri.
Scorgimi al miglior guado, Guidami al passaggio migliore
et prendi in grado i cangiati desiri. e gradisci i miei desideri ormai cambiati.
XI 11.
Il d sappressa, et non pte esser lunge, Il giorno si avvicina e non pu essere lontano,
s corre il tempo et vola, perch il tempo corre e vola,
Vergine unica et sola, o Vergine unica e sola, ora il rimorso,
e l cor or coscentia or morte punge. ora il pensiero della morte tormentano il mio cuore.
Raccomandami al tuo figliuol, verace Raccomandami a tuo figlio, vero
homo et verace Dio, uomo e vero Dio,
chaccolga l mo spirto ultimo in pace. affinch accolga il mio spirito nella pace del cielo.
---II--- ---II---
Commento
1. Il protagonista nobile, ed appartiene ai ranghi pi
bassi della nobilt, quella di cui il popolo ha espe-
rienza. Sperpera le ricchezze, vuole recuperarle in
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 73
I Fioretti di san Francesco la retorica e sa piegarla abilmente per catturare le
simpatie del suo pubblico: il fioretto ha una struttura
simmetrica, consistente in cinque definizioni negati-
I Fioretti di san Francesco sono unanonima tradu- ve, che suscitano la curiosit di frate Leone e, con il
zione degli Actus beati Francisci et sociorum ejus, frate, degli ascoltatori; seguono tre definizioni che si
che appare verso la fine del Trecento. Il traduttore capiscono subito perch costituite da tre esempi con-
un abile letterato, che riesce a tradurre in un toscano creti, disposti in crescendo; alla fine, e soltanto alla
semplice ed efficace lo spirito di Francesco e dei suoi fine, c una definizione teorica generale, che non
primi compagni. perde mai di vista la concretezza e che si inserisce in
---II--- un contesto pi ampio e pi significativo, quello del
rapporto delluomo con Dio.
Della perfetta letizia 3. Le cinque definizioni negative hanno lo scopo di
stimolare la curiosit di frate Leone e contemporane-
Riassunto. San Francesco e frate Leone stanno an- amente dellascoltatore. Lascoltatore, se non capisce
dando verso Santa Maria degli Angeli, quando san da solo, si trova davanti alla reazione di frate Leone,
Francesco dice: Se i frati minori dessero esempio di deve soltanto imitarla, ed esprimere la sua curiosit.
santit, ebbene non ivi la perfetta letizia. Poco do- Le tre definizioni positive, che si contrappongono a
po il santo riprende: Se il frate minore facesse mira- quelle negative, riescono cos a colpire meglio lim-
coli, ebbene non ivi la perfetta letizia. Poco dopo il maginazione, lintelligenza e la memoria dellascol-
santo riprende ancora: Se il frate minore sapesse tut- tatore. Lo scrittore non avrebbe colpito in maniera
te le lingue e tutte le scienze, ebbene non ivi la per- cos efficace, se avesse dato subito la definizione teo-
fetta letizia. Poco dopo il santo riprende ancora: Se rica di perfetta letizia, anzi si sarebbe perso in una de-
il frate minore convertisse tutti gli infedeli, ebbene finizione astratta, senza collegamenti con la vita rea-
non ivi la perfetta letizia. le, incomprensibile e indigesta per lascoltatore. Per
A questo punto, incuriosito, frate Leone chiede al lo stesso motivo ricorre agli esempi sia nelle defini-
santo in che cosa consista allora la perfetta letizia. zioni negative sia in quelle positive.
Il santo risponde: Quando noi arriviamo a Santa Ma- 4. La perfetta letizia, di cui parla lo scrittore, la
ria degli Angeli tutti bagnati e infreddoliti, se il frate forma di felicit pi completa di cui si possa godere
guardiano, non riconoscendoci, ci caccer, ebbene ivi qui sulla terra. Essa ben diversa della felicit ultima
perfetta letizia. Se noi insisteremo ed egli ci caccer che si raggiunge in cielo e che consiste nella visione
in malo modo e noi sopporteremo tutto ci paziente- di Dio. Lo scrittore sa che questa felicit la visione
mente e con gioia, ebbene ivi perfetta letizia. Se noi mistica di Dio come immaginata ad esempio da
insisteremo ancora, ed egli ci bastoner, e noi soppor- Dante (Pd XXXIII, 67-145) lontana e per i suoi
teremo tutto ci pazientemente e con gioia, pensando ascoltatori incomprensibile. Perci, pieno di buon
alle sofferenze di Cristo, ebbene ivi perfetta letizia. senso, delinea una felicit che terrena, che facil-
Insomma, perfetta letizia vincere se stessi e per a- mente, anzi quotidianamente raggiungibile, che d un
more di Cristo sopportare volentieri pene, ingiurie, senso alle sofferenze, alle malattie e alle offese rice-
obbrobri e disagi. Noi non ci possiamo gloriare di tut- vute. Insomma san Francesco si apre allaltro mondo,
ti gli altri doni di Dio, perch provengono da Lui, non ma senza nessuna fretta teologica. E con fraterno
da noi. Ma delle sofferenze noi ci possiamo gloriare, buon senso indica il modo per affrontare positiva-
perch sono nostre. mente i dolori e le sofferenze della vita quotidiana,
senza che essi ci travolgano. E senza trasformare la
Commento propria vita terrena in un inferno di odi, di frustrazio-
1. Ci sono cinque definizioni negative di ci che non ni e di insoddisfazioni.
la perfetta letizia; poi c la reazione di frate Leone, 5. Francesco dAssisi e, sulle sue orme, lordine fran-
che, finalmente incuriosito, chiede una definizione cescano rifiuta i valori della societ del tempo, incen-
positiva di perfetta letizia. Segue la risposta: Se noi trati sul benessere, sul potere e sulla ricchezza. Ma
fossimo respinti, se noi fossimo offesi, se noi fossimo contemporaneamente riesce a dare un senso e una
picchiati dal frate guardiano, questa perfetta leti- giustificazione agli aspetti negativi e pi penosi, che
zia. E la conclusione finale: La perfetta letizia con- caratterizzavano costantemente la vita quotidiana
siste nel piegare la nostra volont e la nostra superbia dellascoltatore.
alla volont di Dio, e per amore di Lui sopportare do- 6. Il Duecento e il Trecento sono ancora secoli im-
lori, offese e disagi. La perfetta letizia perci consi- pregnati di cultura religiosa perch gli scrittori sono
ste nellimitazione di Cristo e della sua passione: co- religiosi o perch parlano di argomenti religiosi. Tale
me Egli ha sofferto sulla croce per la nostra salvezza, cultura il frutto di una accuratissima assimilazione
cos noi accettiamo le sofferenze della vita per amore della retorica antica. A sua volta essa sar assimilata
verso di Lui e per amore verso il prossimo. dalla cultura laica del Trecento e del Quattrocento.
2. Il fioretto semplice, facile, lineare, essenziale. Lassimilazione avviene senza traumi perch molti
Sotto lapparente semplicit e ingenuit, rivela per ecclesiastici sono letterati e molti letterati hanno pre-
la mano di un grande letterato, che conosce larte del- so i voti minori, per poter godere di prebende, in
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 74
cambio di una sottomissione formale alla Chiesa. Per passano il tempo in cielo a banchettare; un male in-
il Trecento lesempio pi tipico F. Petrarca (1304- tenso di breve durata; un male lungo facilmente
1374). sopportabile; la felicit facile da raggiungere. Gli
7. Il ricorso ad esempi facili e immediati caratterizza stoici (sec. III-II a.C.) avevano parlato di indifferenza,
la retorica religiosa sia del volgarizzatore dei Fioretti di imperturbabilit e di insensibilit come tecniche
sia di Passavanti. Ambedue gli autori avevano lo stes- efficaci per combattere il male. Da parte sua santA-
so pubblico popolare. Eppure la semplicit e limme- gostino (354-430) aveva sostenuto che il male era pu-
diatezza sono soltanto apparenti: alle spalle esse han- ra assenza di bene, era semplice non essere. Ci non
no una lunga tradizione culturale, costantemente ar- lo rendeva per pi piacevole.
ricchita e messa alla prova dei fatti, che rivela espe- 12. Dopo Francesco dAssisi il santo pi importante
rienza, capacit di persuadere, conoscenza dellanimo dellordine santAntonio (1195-1231) da Padova
umano e dei suoi meccanismi. Le tecniche della per- (ma nato a Lisbona).
suasione o i persuasori occulti esistevano gi nel ------------------------------II-----------------------------
mondo antico e nel Medio Evo: ai nostri giorni sono
stati soltanto riscoperti e banalizzati da studiosi im-
provvisati e da pubblicitari senza fantasia.
8. Il fioretto costituisce anche uno straordinario e-
sempio di come si possa insegnare coinvolgendo e
interessando lascoltatore. Ma costituisce anche uno
splendido esempio di farmacopea: la logoterapia. Il
mondo antico costretto a sviluppare quel sistema di
lenimento del dolore costituito dalle parole di confor-
to, dalle parole incoraggianti, dalle parole che mini-
mizzano il male e richiamano i pensieri al bene. In
attesa della morte a cui era stato condannato, Anicio
Manlio Severino Boezio (481ca.-526) scrive il De
consolatione philosophiae.
9. I Fioretti si rivolgono al popolo, parlano con la
semplicit che il popolo capisce e offrono al popolo
la visione dellal di qua e dellal di l che il popolo
capisce. Non c niente del titanico e del sublime
mondo terreno e ultraterreno tratteggiato da Dante
nella Divina commedia. Lal di l non nemmeno
accennato. La visione mistica di Dio impensabile.
Tutti gli Itineraria mentis in Deum escogitati dai mi-
stici medioevali sono completamente assenti. C in-
vece una semplice, chiara e utile fede in Dio, con la
quale luomo comune rende pi tollerabile la sua esi-
stenza quotidiana, immersa nei dolori, nelle sofferen-
ze e nella carenza di tutto.
10. La proposta, espressa nel fioretto, di accettare tut-
to ci che proviene da Dio si trova gi nel Cantico di
Frate Sole di Francesco dAssisi (1182-1226) e nella
laude O Segnor, per cortesia di Jacopone da Todi
(1236ca.-1306). Francesco invita ad accettare da Dio
infirmitate et tribulatione. Jacopone si augura ogni
male perch ha corrisposto con ingratitudine allamo-
re che Dio gli ha rivolto: O Signore non una puni-
zione adeguata tutta la sofferenza che io mi sono au-
gurato, perch tu mi creasti per tuo amore, ed io ti ho
ucciso per ingratitudine.
11. Il Fioretto riesce a tradurre tutti i discorsi fatti sul
male e sul dolore dalla filosofia antica e cristiana in
una semplice e chiara ricetta, facile da applicarsi ogni
giorno: sopportare in silenzio, pensando alle soffe-
renze di Cristo sulla croce, ritenere che la sofferenza
ci accomuni a Cristo e che sia uno speciale segno di
distinzione riservato da Dio per noi. Nel mondo anti-
co gli epicurei (sec. III-II a.C.) avevano elaborato il
tetrafarmaco: gli dei non si occupano degli uomini e
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 75
Giovanni Boccaccio (1313-1375) in prima persona la sua storia; il Ninfale fiesolano
(1344-46), un poemetto che spiega lorigine dei due
fiumi Africo e Mensola; il Decameron (1349-51), una
La vita. Giovanni Boccaccio nasce a Certaldo nel raccolta di 100 novelle; il Corbaccio (1354-55 o
1313. Nel 1327 segue a Napoli il padre, che lavora 1365-66), una durissima invettiva contro le donne; il
alle dipendenze della Compagnia dei Bardi. Qui con- Trattatello in lode di Dante (1357), una biografia e-
tro la volont paterna trascura la pratica della merca- logiativa di Dante, a cui si aggiunge il commento dei
tura e si dedica allo studio del diritto canonico. Fre- primi 17 canti dellInferno.
quenta lo Studio napoletano, dove tra il 1330 e il
1331 insegna Cino da Pistoia, il poeta amico di Dan- La poetica. Lopera di Boccaccio si inserisce nel con-
te. Le opere di questo periodo sovrappongono temi testo politico, culturale ed economico di met Trecen-
classici a motivi cortesi. Cerca di inserirsi, ma senza to: la borghesia finanziaria e commerciale italiana ed
successo, tra la nobilt della corte angioina. Resta a europea vede arrestarsi quello sviluppo economico
Napoli fino al 1341, quando il fallimento della Com- iniziato dopo il Mille; le epidemie sfociano nella pe-
pagnia lo costringe a ritornare a Firenze. Qui svolge ste nera del 1348-51; la cultura e la politica conosco-
qualche incarico diplomatico per la citt. I tentativi di no una involuzione e ritornano a posizioni conserva-
trovare una sistemazione economica prima a Ravenna trici. Boccaccio si forma alla corte angioina una
(1345-46), poi a Forl (1347) ed infine a Napoli corte legata a valori tradizionali, costantemente in po-
(1348), dove vorrebbe ritornare, falliscono. Nel 1349- lemica con la Chiesa e fa suoi gli ideali nobiliari,
51 scrive il Decameron, la sua opera maggiore. Nel che poi propone nelle sue opere. Egli si schiera reci-
1350 conosce Petrarca, che gli fa visita, mentre sta samente con la nobilt e con la monarchia angioina,
andando a Roma. Tra i due scrittori sorge una viva che esprimono valori economici e sociali arretrati;
amicizia. Sotto il suo influsso Boccaccio inizia a stu- non si schiera con la borghesia fiorentina, di cui egli
diare le opere classiche, e diventa un punto di riferi- fa pure parte, con i suoi valori di intraprendenza e di
mento per tutti quegli intellettuali che in quegli anni rinnovamento. Nello stesso tempo inizia studi lettera-
si orientano verso interessi di carattere filologico- ri, che soddisfano i suoi interessi intellettuali ma che
erudito. Porta alla luce gli Annali di Tacito, le Meta- lo fanno rimanere in condizioni economiche sempre
morfosi di Apuleio e diversi codici di Cicerone e di precarie. Nelle sue opere, in particolare nel Decame-
Varrone. Promuove lintroduzione dello studio della ron, emergono alcuni motivi precisi:
lingua greca nelluniversit di Firenze. Negli ultimi a) lo studio ed il recupero del mondo classico, che
10 anni di vita lo scrittore assume atteggiamenti mo- fanno dellautore un anticipatore dellUmanesimo
ralistici ed ha scrupoli religiosi, che lo spingono a quattrocentesco;
condannare il Decameron. Le opere di questo periodo b) il proposito di costruire una prosa volgare model-
mostrano una profonda evoluzione nellautore: si riti- lata sul latino classico;
ra nei suoi studi eruditi e preferisce luso del latino al c) la produzione di una letteratura che propone valori
volgare. Questo nuovo atteggiamento fa di Boccaccio nobiliari, come la cortesia, la liberalit, la prodezza, e
un anticipatore dellUmanesimo quattrocentesco. Nel che ha nella nobilt il suo pubblico privilegiato;
1363 Petrarca lo fa uscire da una crisi religiosa pro- d) il rifiuto di qualsiasi valutazione morale della real-
vocata da un frate che gli aveva preannunziato la t e del comportamento degli individui.
dannazione eterna per le sue opere licenziose. Negli
ultimi anni svolge ancora qualche incarico per il co- Boccaccio abbandona quindi lidea dantesca di una
mune di Firenze; e cerca ancora, sempre inutilmente, letteratura impegnata sul piano politico e religioso, e
di ritornare a Napoli. Per risolvere le sue difficolt la sostituisce con quella di una letteratura dintratte-
economiche prende gli ordini minori. Nel 1373 per il nimento e che celebra i valori tradizionali della nobil-
comune inizia la lettura ed il commento della Com- t. I temi dominanti quindi non sono pi il rapporto
media dantesca, che porta avanti per circa due mesi. tra uomo e Dio, la salvezza dellanima, e una visione
Muore nel 1375. trascendente delluomo. Sono invece quelli relativi al
variegato mondo terreno e a quanto vi succede: i per-
Le opere. Boccaccio scrive il Filocolo (1336-39), che sonaggi sono uomini e donne di tutte le classi sociali,
rielabora la leggenda di Florio e di Biancofiore, due presentati realisticamente come sono, mentre cercano
giovani che dopo varie peripezie coronano il loro so- di soddisfare i loro desideri naturali o sociali e mentre
gno damore; il Filostrato (1336), ambientato durante vivono i loro valori di classe. Lautore scopre la vita
la guerra di Troia, che narra linfelice storia di Troilo, terrena nella sua autonomia, e tale vita ai suoi occhi
innamorato di Criseida; il Teseida (1339-40), che risulta completamente separata da ogni tensione ultra-
racconta la guerra di Teseo contro le amazzoni, con- terrena. Egli racconta la vita terrena e la variegata
clusasi con il matrimonio con Ippolita, la loro regina; umanit che presenta: i nobili, verso cui vanno co-
la Commedia delle Ninfe o Ameto (1341-42), un dia- stantemente le sue simpatie, il clero, criticato non per
rio spirituale costruito sul modello della Vita nova di i suoi comportamenti immorali ma come concorrente
Dante; lAmorosa visione, che cerca di imitare la Di- della nobilt, il popolo, ignorante ed assetato di mira-
vina commedia; lElegia di madonna Fiammetta coli. Oltre alle classi sociali, che gi caratterizzano gli
(1343-44), un romanzo in cui la protagonista racconta
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individui, ci sono gli individui nella loro concreta re- NellIntroduzione alla quarta giornata lo scrittore
alt: quello che si formato a contatto con lespe- giustifica la sua opera e il suo amore per le donne. Si
rienza e quello che si formato a contatto con i libri, dimentica per di dire che con le donne gli andava
lo stupido e lintelligente, il paziente e lirascibile, il sempre male e che persino una vedova lo ha respinto.
giovane ed il vecchio, le donne, verso le quali vanno
costantemente ed inevitabilmente i desideri maschili. Ser Ciappelletto (I, 1)
Lideologia filonobiliare dellautore si stempera
quindi nellattenzione disincantata che egli dimostra Riassunto. Musciatto Franzesi, un ricchissimo mer-
verso la realt. In sintonia con la scoperta della realt, cante, deve lasciare la Francia e ritornare in Toscana
il linguaggio diventa linguaggio realistico, capace di per desiderio di papa Bonifacio VIII. Prima della par-
individuare e presentare la realt del mondo terreno. tenza pensa perci di sistemare i suoi affari. A tutti
---II--- trova una persona a cui affidarli, tranne che per uno:
la riscossione di crediti fatti a dei borgognoni, gente
Il Decameron. Boccaccio scrive il Decameron nel litigiosa e sleale. Alla fine si ricorda di ser Ciappellet-
1349-51, quando a Firenze infuria la peste. Egli im- to, un uomo che poteva essere allaltezza della mal-
magina che dieci giovani (3 uomini e 7 donne) si riti- vagit dei debitori. Lo fa venire e prende accordi con
rino in una villa fuori della citt e si raccontino 10 lui. Ser Ciappelletto era da Prato e faceva il notaio. Si
novelle ogni giorno per 10 giorni. Le novelle quindi preoccupava con la massima cura di fare atti notarili
sono cento. Ogni giorno eletto un re o una regina, falsi e di farli scoprire. Se richiesto, faceva giura-
che stabilisce largomento delle novelle. Lultima no- menti falsi. Si applicava per far sorgere inimicizie tra
vella di ogni giornata di argomento libero; sono pu- parenti ed amici. Partecipava volentieri ad omicidi, e
re di argomento libero le novelle della prima e della senza chieder compensi. Bestemmiava Iddio e i santi
nona giornata. Le novelle sono collegate fra loro dalla per qualsiasi motivo e non andava mai in Chiesa, pre-
cornice costituita dai 10 giorni durante i quali i gio- ferendo le osterie e gli altri luoghi disonesti. Amava
vani si intrattengono piacevolmente per sfuggire e per le donne come i cani amano il bastone. Avrebbe ruba-
dimenticare la peste, per vivere nobilmente nonostan- to con quella coscienza con cui un santo avrebbe fatto
te la presenza della peste. Gli argomenti delle novelle le elemosine. Era golosissimo, grande bevitore ed an-
sono vari: la beffa, la battuta di spirito, lintelligenza, che baro. Insomma era il peggiore individuo che mai
lavventura, lamore a lieto fine, lamore tragico, fosse al mondo. Egli va in Borgogna, ospite di due
lastuzia ecc. Il pubblico a cui lo scrittore si rivolge usurai fiorentini. Qui incomincia a riscuotere i crediti
quello borghese di Firenze, ma idealmente un pub- con le buone maniere, quasi si riservasse in seguito il
blico nobile, che profondamente legato ai valori no- ricorso alle cattive. Allimprovviso per si ammala. A
biliari del passato e allo stile di vita praticato alla cor- nulla valgono gli interventi dei medici fatti venire dai
te. Lo scrittore di estrazione borghese; tuttavia fa due fratelli, perch ormai vecchio ed ha il fisico mi-
interamente sua lideologia nobiliare e abbraccia nato da una vita dissoluta. I due usurai perci si pre-
senza incertezze questa classe sociale. Egli usa un occupano: non possono allontanarlo di casa dopo a-
linguaggio concreto e realistico, e pone le basi per la verlo fatto curare con sollecitudine, perch i borgo-
prosa italiana. Oltre allideologia nobiliare nellopera gnoni li avrebbero biasimati. Tuttavia, se restava, era
compaiono anche un grande amore per le donne e la vissuto cos malvagiamente che non si sarebbe voluto
polemica contro i costumi corrotti del clero. Per il re- confessare; e, anche se si fosse confessato, per i suoi
sto lautore non d mai alcuna valutazione morale, n gravissimi peccati nessuno lavrebbe assolto. Cos sa-
positiva n negativa, dei suoi personaggi. Ser Ciap- rebbe stato sepolto in terra sconsacrata. I borgognoni
pelletto, luomo pi malvagio che forse mai esistito, li avrebbero accusati di ospitare gente non di chiesa e
apprezzato perch in uno scontro dintelligenza vin- ne avrebbero approfittato per derubarli e forse anche
ce un santo ma poco intelligente frate (la novella la per ucciderli. Ser Ciappelletto sente i loro discorsi e li
prima che si incontra, perci deve dare la chiave di fa venire, riconoscendo che sarebbe successo come
lettura dellintera opera). Frate Cipolla apprezzato essi avevano immaginato. Egli per ha fatto tante in-
perch riesce a parare una beffa che poteva conclu- giurie a Dio che fargliene ora una in punto di morte
dersi con suo danno ed anzi la rovescia a suo vantag- non avrebbe fatto differenza. Li prega perci di far
gio; contemporaneamente sono derisi i certaldesi cre- venire il frate pi santo e valente che potevano, ed e-
duloni. gli avrebbe sistemato le cose con reciproca soddisfa-
zione. Viene un vecchio frate, di santa e buona vita,
Boccaccio scrive alcune novelle erotiche, che merita- maestro nelle Scritture, venerato in tutta la regione. Il
no uno spazio a s. Vale la pena di leggerle, almeno frate, appena giunto, consola ser Ciappelletto, quindi
in riassunto, e meditarle: gli chiede se vuole essere confessato. Ser Ciappelletto
risponde affermativamente. Il frate allora gli chiede
http://www.letteratura- da quanto non si confessa. Il notaio, che non si era
italia- mai confessato in vita, risponde che ha labitudine di
na.com/pdf/letteratura%20italiana/19%20Boccaccio confessarsi una volta alla settimana, ma che a causa
%20erotico.pdf della malattia non si confessava da otto giorni. Per
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ogni volta che si confessa ha labitudine di confessare cui era sempre vissuto. Ma, avendo risolto il loro
tutti i peccati che ha commesso fin da piccolo. Il fra- problema, non si curano di altro. Ser Ciappelletto di l
te, contento della risposta, incomincia a confessarlo, a poco si comunica, riceve lestrema unzione e muo-
partendo dai peccati meno gravi e proseguendo con re. Il giorno dopo il frate confessore viene in proces-
quelli pi gravi. Chiede perci se ha commesso pec- sione con tutti i frati del convento a prendere il corpo
cati di lussuria. Ser Ciappelletto si pu veramente del morto per portarlo in chiesa, seguiti da quasi tutto
vantare, perch vergine come quando uscito dal il popolo. E, salito sul pulpito, racconta la confessio-
grembo materno. Il frate si entusiasma della risposta e ne del moribondo, parla dei suoi digiuni, della sua pu-
lo elogia; quindi chiede se ha commesso peccati di rezza, della sua santit, e sottolinea il timore di non
gola. Ser Ciappelletto risponde che solito digiunare venire perdonato da Dio per il suo peccato pi grave,
tre giorni alla settimana, oltre i digiuni comandati, ma loffesa alla mamma. Quindi rimprovera la folla che
che alcune volte, dopo un digiuno, ha mangiato con per un niente bestemmia Iddio e tutta la Corte del pa-
troppo gusto certe insalatuzze. Il frate contento del- radiso. Dopo la cerimonia funebre i presenti fanno
la risposta; quindi chiede se ha peccato in avarizia. calca per baciare le mani ed i piedi al morto, e gli
Ser Ciappelletto gli risponde che ha diviso con i po- strappano le vesti di dosso per farne reliquie. Prima di
veri la ricca eredit paterna, che gli affari, grazie a notte il corpo di ser Ciappelletto sepolto in unarca
Dio, gli sono sempre andati bene e che ha sempre di- di marmo. Il giorno dopo la gente comincia ad andare
viso con i poveri i suoi guadagni di mercante. Il frate ad adorarlo e a votarsi a lui. Ser Ciappelletto, ormai
lo elogia ancora; quindi gli chiede se si adirato. Ser da tutti considerato santo, incomincia a fare miracoli.
Ciappelletto gli risponde di s, e molto spesso anche, Forse commenta il narratore egli si pentito
contro gli uomini che tutto il giorno fanno cose scon- allultimo istante e quindi andato in paradiso. O for-
ce, non osservano i comandamenti di Dio e seguono se, molto pi probabilmente, morto comera vissuto
le vanit del mondo. Il frate gli risponde invece che ed finito allinferno. E tuttavia non ci dobbiamo
questa buona ira; quindi gli chiede se ha offeso, in- meravigliare se Dio fa miracoli anche se ci si rivolge
giuriato o ucciso qualcuno. Ser Ciappelletto protesta ad un suo avversario, perch guarda la sincerit di chi
vivamente: come pu porgli una tale domanda? se prega, non a chi la preghiera rivolta.
avesse fatto cos, poteva pensare che Iddio lavrebbe
aiutato? Quindi il frate gli chiede se ha testimoniato il Riassunto minore. Musciatto Franzesi, un ricco mer-
falso o se ha sparlato di qualcuno. Ser Ciappelletto cante, deve lasciare la Francia e tornare in Italia. Af-
riconosce daverlo fatto: ha riferito ai parenti che un fida il compito di recuperare i crediti che ha con i
suo vicino batteva la moglie. Il frate gli chiede quindi borgognoni a ser Ciappelletto, un individuo che pote-
se, come mercante, ha imbrogliato. Ancora una volta va stare alla pari con la malvagit dei debitori. Ser
lammalato risponde affermativamente: per sbaglio Ciappelletto il peggiore individuo che mai fosse e-
ha trattenuto alcuni spiccioli e, poich non ha potuto sistito: era notaio e faceva documenti falsi, amava
restituirli, li ha dati in elemosina ai poveri. Ser Ciap- provocare discordie, partecipava volentieri ad omici-
pelletto quindi si accusa di aver sputato in chiesa. Il di, era goloso, baro e omosessuale. In Borgogna o-
frate lo scusa: essi, che sono religiosi, lo fanno tutto il spite di due usurai fiorentini. Qui allimprovviso si
giorno. Ser Ciappelletto allora rimprovera il frate: ammala. I due usurai temono di avere guai dai borgo-
non ci si deve comportare cos nel tempio in cui si gnoni, se lospite muore in casa loro. Ser Ciappelletto
rende il sacrificio a Dio. Poi si mette a sospirare. Il li rassicura: devono fare venire il frate pi santo della
frate chiede che cosha. Ser Ciappelletto continua a regione, ed al resto pensa lui. Il frate giunge ed inco-
sospirare. Il frate insiste. Egli infine cede alle insi- mincia la confessione. Il moribondo d risposte false
stenze. Ha un peccato che non ha mai confessato: ha alle domande del frate e descrive la propria vita come
bestemmiato contro sua madre quandera piccolino. Il quella di un santo: non ha mai avvicinato le donne,
frate gli risponde che non un gran peccato: gli uo- digiuna almeno tre volte la settimana, divide i suoi
mini bestemmiano Iddio tutto il giorno, ma Egli per- guadagni con i poveri. Il frate crede a tutto ci che il
dona sempre volentieri; e, anche se fosse uno di quel- moribondo dice, tanto che dopo lassoluzione gli
li che lavessero crocifisso, Egli lo avrebbe perdona- chiede se vuole essere sepolto nel loro convento. Ser
to. Non restando nientaltro da confessare, il santo Ciappelletto accetta. Durante la cerimonia funebre il
frate gli d lassoluzione, convinto di trovarsi davanti frate tesse lelogio di ser Ciappelletto, che nellopi-
ad un santo; quindi gli augura di guarire. Gli chiede nione di tutti diventa un santo e incomincia a fare mi-
per, qualora Iddio lo chiamasse a Lui, se vuole esse- racoli.
re sepolto nel convento. Ser Ciappelletto risponde af-
fermativamente. I due fratelli, temendo che lospite li Riassunto minimo. Ser Ciappelletto forse luomo
ingannasse, si erano posti in una stanza vicina ad ori- pi malvagio che sia mai vissuto. Con una falsa con-
gliare. Essi non sapevano quasi trattenere le risate, fessione inganna un pio frate, e muore in fama di
sentendo la confessione, ed esprimono ammirazione santit. Dopo la morte incomincia a fare miracoli.
verso il moribondo, che n la vecchiaia n la malattia
n la paura della morte n limminente giudizio di
Dio erano riusciti a distoglierlo dalla malvagit con
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Commento fargli cambiare gli ultimi istanti di vita e a fargli rin-
1. Il tema della novella tipicamente medioevale, ma negare la vita passata. Fare denaro non lo interessa,
la conclusione rovesciata: grazie a una confessione poich troppo e radicalmente preso da questo ideale
blasfema il protagonista con la sua intelligenza laica e di malvagit: dona atti notarili falsi e partecipa gratui-
terrena inganna il frate credulone, toglie dagli impicci tamente ad omicidi. In fin di vita egli gioca la sua
i due usurai che lo ospitano e si fa seppellire in chie- beffa suprema: non pi agli uomini, ma a Dio stesso,
sa. Non si prende gioco per soltanto del frate, ma attraverso il suo intermediario, il frate credulone. Tra
attraverso il frate sembra che voglia prendersi gioco ser Ciappelletto ed il ministro di Dio non c per
anche di Dio, di cui il frate modesto ministro. La possibilit di confronto, perch troppo grande la lo-
scelta dellargomento e la conclusione della prima ro distanza intellettuale e luso che essi fanno delle
novella forniscono probabilmente la chiave di lettura loro capacit intellettuali: il notaio si formato a con-
per lintero Decameron: elogio della nobilt mercan- tatto con lesperienza e la vita; il frate si formato a
tile produttrice di ricchezza, elogio dellintelligenza contatto con i libri, che ha capito poco e che si diletta
laica, per quanto proveniente da un losco individuo, a citare a memoria. Perci ser Ciappelletto pu rim-
critica durissima al clero e al popolo superstiziosi, proverare a pi riprese il frate per questa superficiale
amoralit sia religiosa sia politica per quanto riguarda religiosit.
il giudizio sulle azioni e sui comportamenti dei per- 5. Il frate crede a tutto ci che il moribondo dice, par-
sonaggi. Manca soltanto il tema dellamore e del ses- tendo dal presupposto che in punto di morte nessuno
so, che tuttavia appaiono marginalmente (il protago- pu avere il coraggio di mentire. Ma, oltre a ci, il
nista omosessuale). Lautore non mette pi laltro frate vuole credere a quello che gli si dice, e il notaio
mondo e la condanna dantesca dei peccati al centro gli dice proprio ci che il religioso vuole sentirsi dire.
dei suoi interessi: non scrive per indicare la via del Egli intellettualmente cieco: non cerca mai di con-
bene, ma per intrattenere lallegra brigata aristocrati- trollare se quanto gli dice il moribondo vero. Eppu-
co-borghese. re poteva farlo, esaminando il viso, lespressione del
2. I personaggi sono pochi ed essenziali, come in tutte viso e degli occhi, lo stato del corpo, i vestiti ed il
le novelle: a) Musciatto Franzesi il deus ex ma- profumo usati, le mani, i gesti, il modo di pensare e di
china, che, assolto il suo incarico nelleconomia della parlare del moribondo. Egli non lo fa, non lo vuole
novella, scompare; b) ser Ciappelletto, il protagoni- fare, non lo sa fare, perch si fida, abituato a fidarsi
sta, giganteggia con la sua malvagit fredda e funzio- e a credere a quanto gli detto. abituato ad una vita
nale e con la sua grande esperienza di vita; c) il frate quieta e regolare, in cui fa i suoi piccoli interessi: usa
vive superficialmente la sua fede, credulone e si fa una scaletta con i peccati dai pi leggeri ai pi gravi;
ingannare, ma pensa anche ai vantaggi materiali del e si preoccupa del prestigio che otterr il convento se
convento; d) i due usurai sono intelligenti a met: ve- potr seppellirvi la salma di un santo. La sua religio-
dono il guaio che sta loro capitando, ma non riescono sit superficiale e da individuo mediocre: sputa in
a trovare una soluzione; e, quando ser Ciappelletto li chiesa, non vive con intima convinzione le sue scelte
ha tolti dai guai, sono soddisfatti e non ci pensano religiose, non sa affrontare da solo la vita e perci si
pi; e) il popolo di Borgogna, che credulone, super- appoggia alla forza del convento.
stizioso, facile da ingannare e assetato di miracoli. 6. I due fratelli sono a livelli umani ed intellettuali
3. Musciatto Franzesi nobile e ricco e vuole recu- ben pi bassi rispetto a Musciatto Franzesi e a ser
perare i suoi crediti, prima di ritirarsi dagli affari. E- Ciappelletto: vedono il guaio in cui stanno precipi-
gli conosce molti individui e sa scegliere opportuna- tando, ma non sanno trovarvi rimedio; ascoltano, dif-
mente quello pi adatto ad affrontare le circostanze. fidenti, la confessione blasfema del loro ospite, e alla
Egli onesto, almeno finch pu esserlo; quando non fine si sganasciano dalle risate; ma, quando vedono di
pu pi esserlo, amorale: usa gente per bene, quan- essere usciti dai guai, non ci pensano pi. Invece frate
do pu risolvere i suoi affari ricorrendo a gente per Cipolla (VI, 10) si preoccupa di parare la beffa che
bene; usa gente malvagia come ser Ciappelletto, gli stata giocata; ma contemporaneamente si preoc-
quando non pu fare altrimenti. Insomma gli affari cupa anche di piegarla a suo vantaggio. E vi riesce.
sono sacri, e il denaro deve assolutamente ritornare La funzione dei due usurai quella di sottolineare, in
indietro: se, per ottenere ci, servono persone oneste, vece del lettore, la grandezza del malvagio, davanti
va bene; ma, se servono persone disoneste, va ugual- alla quale ci si deve sbalordire. A condizione per
mente bene. Limportante che laffare abbia il rien- che si sia intelligenti e che la si capisca.
tro economico. I mezzi, onesti o disonesti che siano, 7. Il popolo, qui come nelle altre novelle, presenta-
sono semplicemente strumentali, ed hanno valore nel- to come credulone, superstizioso, stupido, ignorante
la misura in cui servono a raggiungere lo scopo. ed assetato di miracoli. Oltre a ci capisce quello che
4. Ser Ciappelletto si dedica a fare il male come altri vuole capire e non crede nemmeno a ci che vede con
si dedicano a fare il bene, sceglie la trasgressione i suoi occhi. Crede invece a tutto ci che il frate dice
come altri scelgono lordine, la legge. Egli mo- e si getta irrazionalmente sul corpo di ser Ciappelletto
struosamente malvagio e nello stesso tempo mo- per strapparne le vesti e farne reliquie. Sembra pro-
struosamente intelligente: nemmeno la paura della prio che voglia farsi ingannare. A pi riprese lautore
morte e dellimminente giudizio divino riescono a condanna le classi inferiori, che per natura sembrano
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incapaci sia di pensare sia di comportarsi in modo so- lume. Per la paura si rifugia in un casolare. I due si
cialmente decoroso: i servi sembrano individui infe- dirigono proprio in quel luogo e a causa della puzza
riori sia perch si trovano nel gradino pi basso della lo scoprono. Egli racconta ci che gli capitato. Essi
gerarchia sociale sia perch poco dotati di capacit ridono e gli dicono che stato fortunato, perch con
dalla natura. In unaltra novella, quella di frate Cipol- la borsa poteva perdere anche la vita. Quindi gli pro-
la, lautore deride anche i suoi compaesani (VI, 10). pongono un affare: derubare il vescovo sepolto la
8. Boccaccio introduce la novella con la figura di mattina stessa con un anello preziosissimo. Andreuc-
Musciatto Franzesi, perch rappresenta la classe so- cio, consigliato pi dal desiderio di recuperare il de-
ciale che egli ammira; quindi fa fare una brevissima naro che dal buon senso, accetta. Strada facendo i due
entrata ed una altrettanto breve uscita ai fratelli usu- ladri lo calano in un pozzo per togliergli la puzza di
rai, per non togliere spazio a ser Ciappelletto, che con dosso. Andreuccio in fondo al pozzo quando arriva-
la confessione occupa la maggior parte della novella. no due guardie assetate per aver inseguito due malan-
Egli passa quindi al gran finale in cui il frate impreca drini. Alla loro vista i due ladri fuggono. Esse deposi-
contro il popolo peccatore, che ascolta in silenzio, e tano larmatura e tirano la corda, per far salire il sec-
lo spinge a baciare i piedi del morto e a strappargli i chio. Quando vedono apparire due mani, si spaventa-
vestiti per farne reliquie. Alla fine interviene vivace- no e fuggono. Andreuccio esce dal pozzo e si mera-
mente per bocca del narratore: spiega perch Dio fa viglia di non trovare nessuno. Di l a poco per ritro-
miracoli anche se noi preghiamo un suo avversario. va i due ladri e insieme ricostruiscono laccaduto. I
9. Nella novella c il piacere di raccontare ed il pia- tre entrano in chiesa e aprono il sepolcro. Nessuno
cere di ascoltare. Chi ascolta appartiene alla classe dei due ladri per vi vuole entrare, non fidandosi
borghese e nobiliare, che ama intrattenersi con questi luno dellaltro; perci costringono Andreuccio a far-
racconti che celebrano lintelligenza di vecchia data lo. Il giovane, temendo di essere ingannato, prende
(Musciatto Franzesi, nobile e ricco) e lintelligenza lanello per s, quindi porge gli altri paramenti. Non
pi recente (i due usurai, ser Ciappelletto). Boccaccio vedendo arrivare lanello, i due ladri, maliziosi, lo
per non nasconde lorigine delittuosa della ricchez- rinchiudono nel sepolcro. Andreuccio si dispera, per-
za, soprattutto della ricchezza pi recente. In questa ch o muore di fame con il cadavere del vescovo o,
celebrazione sono esclusi gli ecclesiastici (il frate e il scoperto, giustiziato. Ad un certo punto sente un
suo convento), ed il popolo credulone, che hanno po- tramestio in chiesa. Sono altri ladri venuti a derubare
ca o nessuna intelligenza. La novella quindi fornisce il morto. Essi aprono il sepolcro, ma nessuno vuole
uno spaccato realistico della societ italiana e delle entrarvi. Allora un prete li rimprovera: i morti non
classi sociali di met Trecento. hanno mai mangiato nessuno. E sale sul sepolcro.
---II--- Quando entra, Andreuccio finge di afferrarlo per i
piedi. Il prete preso dallo spavento, lancia un urlo e
Andreuccio da Perugia (II, 5) fugge di chiesa con gli altri ladri. Andreuccio pu co-
s uscire di chiesa e raggiungere la locanda, dove gli
Riassunto. Andreuccio da Perugia un giovane ine- altri commercianti lo stavano aspettando preoccupati.
sperto, figlio di un sensale di cavalli. Va a Napoli con Qui racconta la sua storia e mostra lanello. Loste gli
altri mercanti per fare acquisti. Qui gira il mercato consiglia di abbandonare al pi presto la citt. An-
mostrando una borsa di 500 fiorini, ma senza compe- dreuccio parte. Ritorna cos a Perugia con un anello
rare niente, per non farsi vedere inesperto. Una gio- che vale pi dei 500 fiorini perduti, e soprattutto la-
vane prostituta siciliana lo vede e pensa a come im- scia intendere il narratore con unesperienza di vita
possessarsi della borsa. Vede per caso la sua serva che non ha prezzo: una sola notte passata a Napoli
incontrare il giovane e fargli grande festa. Ella la in- bastata a fargliela avere.
terroga, nascondendo per il motivo del suo interesse.
Scopre che la donna ha servito in casa del giovane. Si Commento
fa perci raccontare tutto di lui e della sua famiglia. 1. I personaggi sono molto pi numerosi di altre no-
Manda quindi una giovane serva che inviti Andreuc- velle: Andreuccio, la prostituta siciliana, la vecchia
cio a casa sua. Quando il giovane giunge, si fa passa- serva, la giovane serva, i vicini della prostituta, i due
re per sua sorella, raccontando una storia verosimile, ladri, i due gendarmi, il prete e i suoi compagni,
basata sulle notizie raccolte. Quindi lo invita a cena e loste e i compagni di Andreuccio. Tutti i personaggi
lo intrattiene fino a notte tarda per costringerlo a ri- sono descritti con grande precisione psicologica.
manere. Dopo cena Andreuccio va nella sua stanza e 2. Andreuccio si mette subito nei guai a causa della
si spoglia per andare a dormire. La cena abbondante sua inesperienza, ma un po alla volta si sveglia, tanto
lo costringe ad andare ai servizi: due assi appoggiate che la novella ha un lieto fine: ha perso una borsa di
su due travi a mezzaria sul vicolo. Unasse per 500 fiorini, ma ha guadagnato un anello che vale di
schiodata ed egli precipita nel liquame, salvandosi la pi e soprattutto ha fatto esperienza. Una notte passa-
vita. Esce dal vicolo e bussa alla porta di casa della ta a Napoli stata sufficiente a maturarlo. Andreuccio
presunta sorella, ma nessuno gli apre, anzi intimidi- per giovane, ma non stupido: sa imparare dalle-
to dai vicini di casa ed egli, nudo e sporco, costretto sperienza. Non capisce che non pu avere fatto inna-
ad andarsene. Per strada vede due individui con un morare di s una giovane sconosciuta; non capisce
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che Fiordaliso il nome darte che la giovane prosti- no mai mangiato nessuno!. La sua fede in Dio e
tuta si messa. Non capisce che non deve avere fidu- nellaltro mondo lascia molto a desiderare. Qui, come
cia nei due ladri n accettare la loro proposta di deru- altrove, Boccaccio rivela la sua antipatia verso la
bare il vescovo. Si accorge per, una volta costretto Chiesa e gli ecclesiastici in genere. La vita per si
ad entrare nel sepolcro del vescovo, che deve prende- prende gioco di lui: la corte napoletana lo respinge a
re le sue precauzioni, se non vuole essere ingannato pi riprese; ed egli in vecchiaia ha una crisi religiosa
dai due ladri. Ed quello che fa. La novella sottolinea ed pure costretto a prendere gli ordini minori per
la sua maturazione psicologica. I cambiamenti sono avere delle entrate.
lenti, perci sono verosimili e credibili. 6. I mercanti che sono stati compagni di viaggio di
3. La prostituta siciliana intelligente ed esperta della Andreuccio si dimostrano giustamente preoccupati e
vita, perci ha subito la meglio sullinesperto An- passano la notte in bianco, in attesa che ritorni. Ma
dreuccio. Vede la borsa con i 500 fiorini e pensa subi- soltanto loste oltre alla preoccupazione ha una im-
to a come impossessarsene. Elabora un piano artico- pennata dintelligenza, che condensa in pochissime
lato, che richiede a) la ricerca di informazioni su An- parole: consiglia Andreuccio a lasciare immediata-
dreuccio (linterrogatorio fatto alla serva); b) lelabo- mente Napoli. I motivi del consiglio sono lasciati im-
razione teorica del piano in funzione delle informa- pliciti sia dalloste sia dal narratore sia da Boccaccio,
zioni raccolte (Sono tua sorella, tuo padre e mio e devono essere scoperti dallascoltatore (o dal letto-
venuto a Palermo ed ha amato mia madre...); c) re), se intelligente. Essi sono questi: il prete, una
linvestimento economico per lesecuzione del piano volta passato lo spavento, sarebbe ritornato in chiesa,
(lacquisto di fiori e di cibo abbondante e costoso per poich, come aveva detto, i morti non mangiano i vi-
rendere credibile quanto racconta); d) lesecuzione vi. Avrebbe scoperto che il vescovo era stato deruba-
fredda e magistrale del piano (il racconto che sua to e avrebbe immaginato ci che era successo: dentro
sorella, le domande su tutti i componenti della fami- la tomba cera qualcuno che aveva derubato il vesco-
glia, la costrizione a rimanere a cena, la costrizione a vo o che sapeva chi laveva derubato. Perci si sareb-
rimanere per la notte); quindi e) il furto finale. Ad be messo alla caccia, chiedendo informazioni alla
ogni momento potevano sorgere imprevisti, che do- malavita napoletana. Contemporaneamente si sarebbe
vevano essere risolti subito, senza incertezze, con diffusa tra la malavita la voce del colpo fatto da ma-
immediata capacit dinventare la soluzione giusta, donna Fiordaliso a spese di un giovane, che girava
altrimenti il piano sarebbe fallito. La donna ha grandi nudo per la citt, e il colpo fatto dai due malandrini a
capacit intellettuali ed ha fiducia estrema in esse: spese del vescovo e lasciando il giovane collaboratore
abituata a vivere cos, sullimprovvisazione e sullin- rinchiuso nella tomba del vescovo. Perci qualcuno
venzione. Poteva ricorrere anche a piani pi semplici (il gruppo di madonna Fiordaliso, i due malandrini
e meno elaborati (attirare Andreuccio nel quartiere o che hanno proposto laffare ad Andreuccio, il gruppo
in casa sua e farlo uccidere; attirarlo in casa sua e fin- del prete) sarebbe riuscito in qualche modo, o prima o
gersi innamorata di lui; ecc.). Ricorre invece ad un poi (ma era questione di pochissimo tempo: mezzo-
piano che richiede grandissima attenzione fino alla ra, unora al massimo), a ricostruire laccaduto, e a
conclusione. Fino alla fine esso incerto: forse ha mettersi in caccia di Andreuccio e del suo anello da
pensato di uccidere o di fare uccidere Andreuccio nel 500 fiorini: la preda era facile, perch tutti capiscono
sonno, come pensano i due ladri, o forse ha schiodato che giovane, inesperto e perci indifeso. E per di
intenzionalmente lasse del gabinetto. Sta di fatto che pi si muove su un terreno Napoli a lui sconosciu-
Andreuccio perde la borsa, ma, cadendo nel liquame, to. Cos Andreuccio, senza saperlo, si trovava tre
sfugge fortuitamente alle sue mani e salva la vita: la gruppi di malavitosi che gli davano la caccia. E il pi
fortuna, lincertezza, le circostanze, limprevisto stan- pericoloso quello della prostituta siciliana, che sa
no sempre in agguato nella vita umana. dove alloggia. Loste, napoletano ma amico dei mer-
4. I due ladri scoprono Andreuccio per la puzza, si canti che hanno labitudine di pernottare da lui, vede
fanno raccontare la storia, ridono e gli dicono che in un attimo tutte queste cose, e comunica ad An-
stato anche fortunato: ha perso 500 fiorini ma ha sal- dreuccio la conclusione: deve andarsene da Napoli,
vato la vita. Escludono che egli possa recuperare ci perch prima lo fa, meglio .
che ha perso e, cinicamente, gli propongono un affa- 7. Andreuccio da Perugia uno dei giovani che si in-
re, in apparenza per generosit verso il giovane, in contrano nel Decameron. Altri giovani sono Nastagio
realt per il loro tornaconto: pensano gi di costringe- degli Onesti (V, 8) e Federigo degli Alberighi (V, 9).
re Andreuccio ad entrare nella tomba del vescovo, Rispetto agli altri giovani Andreuccio risulta essere
poich non si fidano luno dellaltro. Essi non si fan- figlio di un sensale di cavalli, di estrazione sociale
no problemi ad ingannare chi era stato appena ingan- piuttosto bassa (non ha alcun nome di famiglia, da
nato: vedono la possibilit di trarre un vantaggio dal- Perugia), anche se ricco o in via di arricchimento (ha
lo spontaneo ma poco sensato desiderio di Andreuc- un giro daffari che da Perugia giunge sino a Napoli).
cio di recuperare quanto ha perso, e cercano di appro- Egli non ha avuto alcuna formazione dal padre n
fittare delloccasione. dalla madre n dalla scuola; ed mandato in compa-
5. Il prete non si fa problemi a derubare il vescovo, gnia di mercanti amici a Napoli a fare un po di espe-
anzi deride chi ha paura del morto: I morti non han- rienza. Il padre non sa fare altro per educare il figlio.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 81
Lo manda allo sbaraglio ad affrontare il mondo. I padre di poter portare nella loro celletta una di quelle
mercanti a cui affida il figlio sono fidati, ma si lascia- papere, che egli le dar da beccare. Il padre si rifiuta,
no sfuggire il ragazzo. Che la colpa sia loro o di An- dicendo che egli non sa dove si imbeccano. E in quel
dreuccio secondario: cos il giovane abbandonato momento sente che la forza della natura era pi forte
a se stesso contro un mondo pericoloso com Napoli. delleducazione che egli aveva impartito al figlio; e si
Se in qualche modo sopravvive allo scontro, ed anzi pente di averlo condotto a Firenze.
guadagna un anello, vuol dire che ha capacit e che A questo punto Boccaccio interrompe la novelletta
ha intelligenza, seppure ancora da affinare. Daltra affermando che proprio la natura lo spinge verso le
parte giovane e non ha avuto una educazione ade- donne e verso la loro bellezza; e alla natura non si
guata; ed figlio di una famiglia e di una classe so- pu resistere. Daltra parte anche Guido Cavalcanti e
ciale la borghesia che sta emergendo. Dante Alighieri, gi vecchi, si sono preoccupati di
8. Con questa novella Boccaccio vuol dire che soltan- compiacere le donne. Oltre tutto vero che si deve
to a Napoli possono succedere certe cose. Lo dice a restare con le Muse in Parnaso; ma anche vero che
ragion veduta e per esperienza diretta, perch vissu- non possiamo restare sempre con le Muse, n esse
to per 14 anni in quella citt (1327-41). con noi. E poi le Muse sono donne e le donne asso-
9. Qui come altrove fin dalla novella iniziale Ser migliano alle Muse. Quindi non si dimenticano le
Ciappelletto (I, 1) lautore alla formazione dellin- Muse se talvolta ci si diletta un po con le donne.
dividuo fatta sui modelli astratti ed immutabili propo- ---II---
sti dai libri contrappone la formazione continua nel
contatto quotidiano dellintelligenza con lesperienza. Commento
---II--- 1. Boccaccio afferma che la cultura, cio leducazio-
ne, non pu modificare n reprimere la natura e le
Introduzione alla quarta giornata inclinazioni naturali. Quarantanni prima Dante aveva
sostenuto la tesi opposta in If V: grazie a un libro
Riassunto. Boccaccio vuole difendersi da quei critici alla cultura Paolo e Francesca scoprono lamore, il
che lo hanno accusato di pensare troppo alle donne e piacere che si possono dare lun laltra, la bellezza
troppo poco alle sue entrate economiche. Vista let dei loro corpi e la loro sessualit. La donna riconosce
che ha, farebbe bene a pensare a cose pi concrete e a che Galeotto fu l libro, e chi lo scrisse. Soltanto la
seguire le Muse. A sua difesa egli racconta una favo- cultura riesce a dare una forma precisa ai desideri
letta. confusi ed inespressi, che turbavano i loro cuori. A
Un tempo a Firenze viveva Filippo Balducci, di mo- questo punto si pu discutere quale dei due autori ab-
desta estrazione sociale, ma ricco e bene avviato. A- bia ragione o se il problema vada posto in altro modo:
veva una moglie, che amava e da cui era ricambiato. ogni individuo ha le sue reazioni particolare e perci
Un giorno per la moglie muore, lasciandogli il figlio non si pu generalizzare. In tal modo nella societ ci
di circa due anni. Sconsolato dalla perdita, Filippo sono individui come Paolo e Francesca e individui
decide di lasciare il mondo e di dedicarsi al servizio come Filippo Balducci e il figlio. E la variet fa gli
di Dio. Perci con il figlio si ritira a vivere in una cel- interessi di tutti.
letta sul monte Asinaio. Qui vive di elemosine, pre- 2. I personaggi della novelletta sono, come di consue-
gando e digiunando. Al figlio non parla mai di cose to, pochi: Filippo Balducci, la moglie, il figlio e le
terrene, affinch esse non lo distraessero dal servizio papere.
divino. Ogni tanto scendeva a Firenze per essere aiu- 3. Filippo Balducci impernia la vita sullamore e
tato da persone pie. Un giorno avviene che il figlio, sullaffetto verso la moglie. Quando essa muore, egli
ormai diciottenne, chieda al padre, ormai vecchio, entra in crisi, perch non ha altri valori a cui attaccar-
dove va. Il padre glielo dice. Allora il figlio lo prega si. Non si proietta nemmeno nel figlio, che ha una vi-
di prenderlo con s, di fargli conoscere gli amici che ta davanti e che potrebbe dargli delle soddisfazioni.
lo aiutavano, cos poi sarebbe sceso soltanto lui in cit- Perci abbandona la vita sociale e si ritira in un ere-
t. Il padre acconsente. I due scendono in citt. Il gio- mo, per dedicarsi al servizio di Dio. La reazione al
vane vede palazzi, case, chiese e le altre cose che si lutto familiare irrazionale: il dolore accompagna i-
vedono nelle citt; si meraviglia, e chiede al padre nevitabilmente la vita di ogni individuo; quindi egli
come si chiamano. Il padre glielo dice. Per caso in- non poteva pensare di vivere per sempre con la mo-
contrano una brigata di donne, che tornavano da un glie n sperare di morire contemporaneamente ad es-
matrimonio. Il giovane chiede che sono. Il padre gli sa. Oltre a ci coinvolge anche il bambino nelle sue
dice di abbassare gli occhi, perch sono mala cosa. Il scelte: lo sottrae alla vita comunitaria e non gli parla
figlio insiste. Allora il padre dice che si chiamano pa- mai di cose terrene, affinch non lo distraessero dal
pere. Il figlio, che non le aveva mai viste, dimentica i servizio divino. Non si dimostra capace di prevedere
palazzi, il bue, il cavallo e lasino; e prega il padre di quello che sarebbe successo con il passare degli anni:
fargliene avere una. Il padre insiste nel dire che sono suo figlio sarebbe cresciuto ed egli sarebbe invecchia-
mala cosa. Il figlio ribatte che egli non ha mai viste to. Di qui linsuccesso delleducazione che impartisce
cose cos belle e che esse per lui sono pi belle degli al figlio: essa non era in grado di rispondere alla si-
angeli dipinti che il padre gli ha mostrato. E prega il tuazione che si sarebbe presentata in futuro. Il termi-
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ne con cui indica le donne, cio papere, non risolve il na nuda inseguita da due mastini e da un cavaliere
problema di distogliere linteresse del figlio per loro armato di spada. Afferra subito un bastone per difen-
(ci che conta non il nome usato, ma se una cosa derla. Il cavaliere lo chiama per nome e gli ordina di
attrae o non attrae), e lo spinge su un terreno ambiguo non intervenire. Ma il giovane intende difendere la
e involontariamente osceno. donna. Il cavaliere allora gli racconta la sua storia:
4. La moglie del tutto simile al marito e non sembra Guido degli Anastagi; ed era innamorato della donna
capace dimporsi o dimporre al coniuge altri valori pi di quanto egli non lo sia della figlia dei Traversa-
oltre allamore reciproco. Marito e moglie sembrano ri. La donna provava piacere a respingerlo, cos egli
pi occupati ad amarsi lun laltra, che a dedicarsi ad un giorno si uccise. Essa ne fu contenta, e non si pent
educare e a far crescere il figlio. Nessuno dei due della sua crudelt. Perci ambedue furono condannati
interessato alla vita sociale ed ai valori che essa pro- allinferno, e la loro punizione questa: ella fugge,
pone. La donna ricorda la dantesca Pia de Tolomei egli la insegue, la raggiunge, la uccide con la spada
(Pg V, 130-136). con cui si ucciso, d il suo cuore e le sue viscere in
5. Il figlio non certamente n viziato n soffocato pasto ai cani, quindi essa si rialza, e da capo inizia il
dalleccessivo amore dei genitori verso di lui. ri- doloroso inseguimento. Ogni venerd in quel luogo,
spettoso del padre, ne assimila i valori, e si preoccupa e ne fa lo strazio che vedr; gli altri giorni fa la stessa
di aiutarlo, vedendolo ormai vecchio. Leducazione cosa in altri luoghi. La punizione divina dura tanti
per non riuscita a sopire la sua intelligenza e le sue anni quanti sono stati i mesi in cui la donna lo ha re-
inclinazioni naturali: curioso verso la realt scono- spinto. inutile perci che Nastagio cerchi di opporsi
sciuta e prova uninclinazione naturale verso le don- alla volont divina. Quindi il cavaliere raggiunge la
ne. Il suo cervello non stato rovinato dalleduca- donna, la uccide e ne d le viscere ai cani. Poco dopo
zione: era contento della vita nelleremo (non cono- la donna si rialza ed il cavaliere riprende linsegui-
sceva per altre possibilit); ma, quando si presenta mento. Nastagio resta a lungo spaventato da ci che
loccasione, non fa fatica a spostare i suoi interessi su ha visto, ma alla fine pensa al modo in cui gli possa
altri valori, senza dover superare resistenze morali. tornare utile. Prega gli amici di un ultimo favore, e
6. Le papere suscitano interesse pi dei palazzi, pi poi avrebbe dimenticato la ragazza: per il venerd se-
del bue e pi dellasino. Esse attirano immediatamen- guente devono invitare a pranzo da lui Paolo Traver-
te con la loro bellezza naturale e sociale: sono giova- sari, la moglie e la figlia, e tutte le donne di Ravenna
ni, belle, allegre, eleganti, accaldate, perch vengono che vogliono. Gli amici acconsentono. Il venerd suc-
da un matrimonio. Il giovane, come lo scrittore quasi cessivo gli invitati fanno un pranzo magnifico proprio
quarantenne, non pu resistere al loro fascino, n pu nel luogo in cui il cavaliere fa strazio della donna,
evitare di sentirsi spinto dalla natura a cercarle. Per- dove Nastagio aveva fatto preparare le tavole. Ormai
ci ne vuole una da portare nelleremo. Qui come al- alla fine del pranzo si sentono le grida, ed appare la
trove Boccaccio proietta luomo non verso il cielo, ragazza inseguita dai cani e dal cavaliere. I presenti
ma verso i valori ed i piaceri terreni. cercano di intervenire a difesa della ragazza, ma il
---II--- cavaliere li ferma, e ripete ci che aveva gi detto a
Nastagio. Tutti i presenti sono molto colpiti, anche
Nastagio degli Onesti (V, 8) perch molti di loro avevano conosciuto la donna e
linfelice amore del cavaliere. Quindi il cavaliere uc-
Riassunto. Nastagio degli Onesti un giovane nobile, cide la donna, come aveva fatto davanti a Nastagio, e
che vive a Ravenna. Diviene ricchissimo per la morte ne d le viscere ai cani. Poi riparte. I presenti, spaven-
del padre e di uno zio. innamorato della figlia di tati, si mettono a parlare del fatto. Si spaventa moltis-
Paolo Traversaro, una ragazza di straordinaria bel- simo anche la donna amata da Nastagio, che capisce
lezza, pi nobile di lui. Egli la corteggia, spendendo che il fatto riguardava lei pi che le altre donne. Per-
molto e facendo grandi feste, ma senza successo. ci la sera stessa invia da Nastagio una serva, a dirgli
Sembrava che tutto ci che a lui piaceva, a lei non che disposta a fare tutto ci che egli vuole. Nastagio
piacesse. Perci egli pensa talvolta al suicidio o al- le dice che la vuole sposare. La ragazza porta lei stes-
meno a doverla odiare. Ma senza risultato, perch la sa la notizia ai genitori, che ne sono contenti. Le noz-
ama pi di prima. Vedendo le spese eccessive, gli ze sono fatte la domenica seguente. I due giovani vi-
amici ed i parenti gli consigliano di lasciare la citt, vono per lunghissimo tempo felici. Il fatto per ha
cos grazie alla lontananza poteva dimenticare la ra- anche unaltra conseguenza positiva: da quel momen-
gazza. Nastagio rifiuta pi volte, ma alla fine accetta to le donne di Ravenna, per timore di fare la stessa
il consiglio. Fa grandi preparativi, come se dovesse fine, diventano pi arrendevoli alle richieste degli
recarsi in Francia. Invece si ferma un po fuori di Ra- uomini di quanto non lo erano prima.
venna, a Chiassi, dove continua a fare la vita consue-
ta, invitando gli amici e dando grandi feste. Un ve- Commento
nerd agli inizi di maggio sta pensando alla ragazza e, 1. I personaggi della novella sono relativamente po-
per pensare meglio, ordina alla servit di lasciarlo so- chi: Nastagio degli Onesti e la bellissima figlia di Pa-
lo. Senza accorgersene si addentra nella pineta. Ad un olo Traversaro; quindi gli amici ed i parenti di Nasta-
certo punto sente delle grida. Vede una giovane don- gio; Guido degli Anastagi, la donna da lui amata ed
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i mastini; infine le donne di Ravenna, dove la novella gio, o almeno dice di odiarlo. In realt non lo odia,
ambientata. come dopo forse non lo ama. giovanissima e deve
2. Nastagio degli Onesti giovane, nobile di antica ancora crescere: non pu ancora sapere che cosa ve-
nobilt, ricchissimo ed innamorato. anche bello o ramente sia lodio e lamore. E per ora ama contrad-
almeno simpatico, se pure benvoluto da amici e da dire tutto e tutti. Non ha ancora raggiunto let in cui
parenti. Egli quindi un buon partito. Ci per non provare sentimenti veri. Per ora pratica la strategia di
sufficiente per fare innamorare la figlia di Paolo Tra- contraddire ad oltranza la controparte. Lunico senti-
versaro. Ed anche lui deve affaticarsi come una ma- mento sincero di cui capace sembra essere la grande
schio normale che corteggia una donna. Gli amici e i paura che prova quando assiste alluccisione della
parenti si preoccupano nel vedere che sta spendendo donna che aveva respinto Guido degli Anastagi. Poi,
(e invano) il suo patrimonio; perci lo invitano a di- una volta sposata, grazie anche al marito, poteva di-
menticare la ragazza che lo respinge abbandonando ventare una moglie contenta e vivere un rapporto a-
per qualche tempo Ravenna. Egli alla fine ascolta il moroso felice.
consiglio, ma non lo mette in pratica alla lettera: si 4. Gli amici ed i parenti di Nastagio vogliono bene a
allontana soltanto un po dalla citt e continua a fare Nastagio, gli danno buoni consigli e si preoccupano
la bella vita, circondato dagli amici. A Chiassi un ve- quando vedono che spende troppo per la donna di cui
nerd, immerso nei suoi pensieri, cio pensando alla innamorato. A quanto pare gli vogliono bene o per-
ragazza che ama, entra nella pineta ed assiste allin- ch Nastagio suscita simpatia e benevolenza o perch
seguimento infernale. Egli nobile e coraggioso, si sentono un po i suoi protettori o perch si identifi-
quindi la sua prima e spontanea reazione quella di cano nelle sue doti e nella sua posizione sociale di
difendere la donna. Perci afferra un bastone per far- nobile e ricco. Il rapporto per non univoco: se essi
lo, anche se si trova davanti un avversario armato di danno, anche Nastagio d, e si dimostra generoso nei
spada. Non attacca in modo impulsivo, ma ascolta le loro confronti. Le feste ed i banchetti lo dimostrano.
parole del cavaliere (prima si discute; poi, se necessa- Il rapporto tra loro e Nastagio non quindi un sem-
rio, si passa ad altre e pi convincenti argomentazio- plice e brutale rapporto di dare e di avere economico.
ni), che lo persuadono a desistere dal suo proposito qualcosa di diverso: ci sono di mezzo laffetto reci-
(un nobile potrebbe ingannare forse un altro nobile?). proco, la generosit e gli ideali nobiliari di liberalit e
Assiste poi allo scempio della donna e resta a lungo di prodezza, che caratterizzano idealmente la cultura
spaventato, dopo che il cavaliere se ne va. Non resta e la mentalit degli uni come del giovane. Insomma,
per a lungo inattivo: la sua formazione lo spinge ad di mezzo c uno stile di vita e dei valori che acco-
agire e a sfruttare per i suoi fini quanto ha visto. E or- munano gli amici, i parenti e Nastagio.
ganizza il piano per far cedere la donna: se la strate- 5. Guido degli Anastagi si innamorato e si ucciso,
gia del corteggiamento dolce mediante pranzi e feste perch respinto. Non ha usato mezzi coercitivi contro
non ha funzionato, si pu, anzi si deve cambiare stra- la donna, per persuaderla del suo amore. Ha fatto in-
tegia, e ricorrere ad una strategia dura, quella di spa- vece violenza su di s, e si ucciso per amore. Ades-
ventare la ragazza. La cosa importante non fossiliz- so, nellaltro mondo e per volere di Dio, la insegue e
zarsi su una strategia che si dimostrata perdente. La la punisce per il modo crudele con cui lo ha respinto.
nuova strategia risulta efficace: la ragazza si spaventa Poteva s respingerlo, ma non doveva provare piacere
e cede senza condizioni. Egli per non ne approfitta: di respingerlo. Non era un atteggiamento consono al
non per niente della famiglia degli Onesti. E le dice suo stato. La novella non fa capire se egli prova pia-
per lennesima volta che la vuole sposare. Daltra cere a punire la donna. La risposta per dovrebbe es-
parte perch approfittare della donna? bellissima, sere negativa: un cavaliere non pu usare violenza a
nobilissima, ricchissima. Anche viziata dalla fami- una donna. Nastagio lo dimostra chiaramente, poich
glia. Ed giovanissima, perci impulsiva e con poco non usa violenza verso la donna che ama e perch
cervello. Egli si dimostra responsabile a pensare an- cerca di difendere laltra donna dalla violenza del ca-
che per lei. Tocca a lui fare il marito ed il padrone di valiere. In altre novelle per, come quelle tragiche
casa. Lodio della donna verso di lui soltanto appa- della quarta giornata, Boccaccio mostra che anche i
rente. Forse apparente anche lamore successivo. nobili sono capaci di usare violenza sulle donne. La
Ma non questo il problema: la ragazza troppo gio- realt egli riconosce spesso diversa da quello
vane per capire sia lamore sia la vita sia il mondo. E che dovrebbe essere o da come vorremmo che fosse.
comunque la sua bellezza straordinaria da una parte 6. La donna amata da Guido degli Anastagi ha poco
lha resa superba, dallaltra spinge allindulgenza. Es- cervello: si accontenta di respingere Guido e di gode-
sa quindi non ha proprio tutte le colpe. Per vivere per- re per la sua morte. Non si accorge nemmeno che ci
fettamente la sua nobilt Nastagio aveva bisogno sol- peccato. Cos senza volere finisce allinferno. Lei si
tanto di una donna bellissima. E riesce a conquistarla. comporta come si sta comportando la figlia di Paolo
3. La figlia di Paolo Traversaro bellissima e si sente Traversaro, ma non fortunata come questultima,
pi nobile di Nastagio. Ci la rende anche superba. perch Guido non riesce ad aggirare le sue resistenze
Probabilmente figlia unica e perci stata anche vi- ed anzi si uccide. Eppure le due donne sono uguali:
ziata. stata abituata a fare tutto quello che voleva e giovanissime, bellissime e perci viziatissime. La so-
a vedere soddisfatti tutti i suoi capricci. Odia Nasta- ciet le spinge a curare la bellezza e a mostrarla; non
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si preoccupa invece di dare loro una educazione affet- centro del racconto e d gli insegnamenti morali). Il
tiva e sentimentale. Poi per le condanna, le colpevo- carbonaio passivo; il conte discretamente attivo; il
lizza o le punisce. Dovrebbero cedere al pi presto ai cavaliere in vita passivo e subisce liniziativa della
desideri maschili e mettere in secondo piano le loro donna; in morte soffre insieme con la donna. La don-
esigenze, la loro immaturit e la loro sessualit. La na, e soltanto la donna sembra attiva: prende il cava-
prima finisce allinferno e poi deve espiare unor- liere come amante, uccide il marito per peccare me-
ribile punizione. La seconda pi fortunata, perch glio, si pente a tempo debito per evitare linferno. Il
incontra Nastagio, che le vuole bene e che si rifiuta di cavaliere si fa strumentalizzare per soddisfare i desi-
trattarla come una donna-oggetto. Ci la sottrae deri della donna, e non se ne accorge nemmeno. Nella
allideologia ed ai valori dominanti, che vogliono la novella la donna bella, passiva ed oggetto di deside-
donna succuba alluomo. rio e di piacere maschile. Nella predica essa invece
7. Dopo aver visto la caccia infernale, le donne di la tentatrice, che pu portare luomo alla perdizione
Ravenna cedono pi facilmente alle richieste maschili eterna, ed affamata di sesso. Essa per anche si-
nel timore di finire allinferno. Ci potrebbe essere lenziosa le regole sociale la costringono a tacere e a
unaltra possibilit: con il pretesto del timore di finire subire , ma pi intelligente delluomo, che piega ai
allinferno, esse soddisfano le loro esigenze femmini- suoi desideri e alla sua volont. Boccaccio pone
li e strumentalizzano luomo. Questa seconda ipotesi allinferno i due amanti, perch non interessato al
assai remota: la conclusione della novella troppo problema della salvezza dellanima; Passavanti inve-
rapida per capire come stanno le cose; ed anche per ce li pone in purgatorio, perch vuol dire al suo pub-
capire se soltanto ironica e maliziosa. Tutto il rac- blico che la salvezza dellanima difficile ma possi-
conto per evita il termine violenza e tutto ci che es- bile, anche se non al primo tentativo. Lamore della
sa implica: le donne non sono costrette con la forza a novella un amore-piacere, il gioco in cui si cimen-
cedere ai desideri maschili. Guido punisce la donna, tano i giovani; quello della predica una semplice
ma perch lo vuole la giustizia divina; Nastagio spa- soddisfazione sessuale.
venta la ragazza, ma non usa altre armi per fare pres- 10. Nastagio uno dei giovani del Decameron. Altri
sioni su di lei. Boccaccio non si preoccupa mai delle sono Andreuccio da Perugia (II, 5) e Federigo degli
specifiche esigenze affettive e psicologiche delle Alberighi (V, 9). Rispetto agli altri egli rappresenta
donne. lideale perfetto di nobilt di lunga data e di ricchezza
8. Boccaccio rovescia le conclusioni di un motivo ti- sovrabbondante, di vita dedita ai pranzi, alle feste ed
picamente medioevale, la caccia infernale: la paura al culto della bellezza femminile. Egli anche corag-
dellinferno utilizzata non per spingere lascoltatore gioso, pronto di mente e capace di sfruttare locca-
verso una vita senza peccato, ma a rendere pi dispo- sione favorevole. Andreuccio invece proviene da una
nibili le donne alle richieste maschili. Il timore famiglia non nobile, senza tradizioni educative, che
dellinferno non spinge luomo verso il paradiso, co- ha raggiunto da poco la ricchezza. Non stupido,
me succede contemporaneamente nelle prediche di soltanto inesperto; e promette di imparare dallespe-
Jacopo Passavanti (1302ca.-1357); lo spinge con pi rienza della vita. Federigo invece il nobile di misu-
forza verso i piaceri ed i valori terreni. Daltra parte rata ricchezza, senza amici e senza parenti che si pre-
proprio la caccia infernale largomento di una pre- occupino per lui. Si innamora della persona sbagliata,
dica del frate: Il carbonaio di Niversa. Il contesto una donna sposata, che corteggia senza successo e
diverso: religioso e trascendente nella predica; laico e sempre allo stesso modo, senza cambiare la strategia
terreno nella novella. E la conclusione ugualmente che si dimostrata incapace di dare risultati. Per que-
diversa: la predica esorta lascoltatore a pregare, a fa- sta donna si rovina. Ritorna in possesso della ricchez-
re le elemosine e a far dire messe; la novella invece za per motivi indipendenti dalle sue capacit e dalla
esorta ad una vita pi lussuriosa. Anche il pubblico sua intelligenza. Oltre a questi giovani nel Decame-
diverso: il popolo minuto da una parte; la nobilt e la ron ci sono personaggi di mezza et, come Geri Spi-
borghesia emergente, che presta denaro e che si de- na e Cisti fornaio (VI, 2), Currado Gianfigliazzi (VI,
dica con successo ai commerci dallaltra. 4) e frate Cipolla (VI, 10); e vecchi come ser Ciappel-
9. Il confronto tra la novella di Boccaccio e la predica letto e il santo frate (I, 1). Tutte le et umane sono
di Passavanti anzi molto istruttivo, perch mostra rappresentate.
sia come i due autori vedono la realt (ma anche con 11. Questa, come le altre novelle che parlano dei rap-
quali valori e con quali scopi la vedono e la valuta- porti tra uomini e donne, pone una serie di problemi,
no), sia come si svolge la dinamica della trama. Nel che si possono cos indicare: a) comera la condizione
laico e filonobiliare Boccaccio il protagonista il reale della donna nella societ italiana del Trecento?
giovane, nobile e ricchissimo Nastagio, che attiva- b) comera la condizione della donna nellimma-
mente sfrutta la caccia infernale per piegare la volon- ginario collettivo o, almeno, nellimmaginario dei let-
t della donna che ama. Nel religioso Passavanti il terati e dei poeti? c) comera il rapporto di Boccaccio
protagonista il carbonaio (che per primo assiste alla con le donne? Alla prima domanda si pu rispondere
caccia infernale e con cui si identifica il pubblico), cos: la donna era subalterna alluomo e poteva rag-
ma anche il conte (che rappresenta la regola, la legge giungere una qualche libert e avere una qualche e-
e lautorit), ma anche il cavaliere (che si pone al ducazione soltanto se apparteneva a classi sociali ele-
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vate. Alla seconda si pu rispondere cos: limmagi- bia bisogno di denaro, piuttosto che denaro che abbia
nario collettivo presentava una donna bellissima ed bisogno di un uomo. Essi riconoscono la generosit
angelicata, che contrastava completamente con la danimo di Federigo e accettano. Federigo sposa cos
donna reale. Allultima si pu rispondere cos: i rap- la donna che amava e che ora divenuta anche ric-
porti di Boccaccio con le donne non devono essere chissima, diviene accorto amministratore delle ric-
stati facili, perch nel Decameron fa loro fare quasi chezze acquisite e con la donna termina felicemente
sempre brutta figura; egli le ama e le cerca, ma poi gli anni della sua vita.
scrive il Corbaccio, che una durissima invettiva
contro le donne che lhanno respinto . Commento
12. Anche Dante 50 anni prima aveva affrontato il 1. I personaggi della novella sono anche qui pochi:
tema dellamore nellepisodio di Paolo e Francesca Federigo degli Alberighi, madonna Giovanna, il ma-
(If V). La sua analisi molto articolata: come creden- rito e il figlio, i due fratelli di Giovanna, infine il fal-
te e, ugualmente, come cittadino condanna i due a- cone.
manti (i tradimenti minano i rapporti dentro la fami- 2. Federigo giovane, ricco, innamorato, spendac-
glia e nella societ), ma come uomo li capisce e forse cione. Sinnamora di una donna sposata, che ha un
li assolve, perch essi non potevano resistere alla for- marito ed un figlio. Per essa spende senza risultati
za della passione, fatta emergere dalla lettura di un tutta la sua ricchezza sino a diventare povero. Ma,
libro, uno dei poemi cavallereschi che giravano per le una volta divenuto povero, non sente la povert, n si
case dei nobili. La passione talmente forte, che i pente di ci che ha fatto. Non dimostra per n gran-
due cognati saranno uniti per leternit. de ricchezza (la spende in breve tempo), n particola-
---II--- re intelligenza, poich sceglie una donna sposata (la
riteneva forse una facile preda, dal momento che ave-
Federigo degli Alberighi (V, 9) va un marito vecchio? ma non aveva paura del marito
e di chi il marito poteva pagare per tenerlo lontano?)
Riassunto. Federigo degli Alberighi un giovane e e soprattutto perch corteggia una donna che non
nobile fiorentino. Ama madonna Giovanna e per essa interessata n alla vita sociale n ai corteggiamenti.
spende tutto il suo patrimonio, ma senza alcun risulta- Se ci non bastasse, insiste nel corteggiarla sempre
to. Cos costretto a ritirarsi in un suo piccolo podere allo stesso modo, anche se vede che la donna non re-
fuori di Firenze. Qui si procura da vivere cacciando agisce e continua a non reagire alle spese che fa per
con un falcone, e sopporta pazientemente la sua po- lei. Poteva cambiare tecnica, corteggiarla scrivendo
vert. Il marito della donna si ammala e, vedendo la poesie per lei; poteva fare come aveva fatto Dante:
morte vicina, fa testamento a favore del figlio e quin- sposare una donna buona massaia e cantare per tutta
di a favore della moglie che egli aveva molto amato, la vita unaltra donna. Non fa niente di tutto questo,
se questi fosse venuto meno. Di l a poco muore. Ri- perch ha un modo di pensare rigido. Poteva cercare
masta vedova, Giovanna porta il figlio fuori di Firen- di scoprire qual era il punto debole della donna, e at-
ze in una propriet vicina a quella di Federigo, del traverso di esso arrivare al suo cuore. Non si pone la
quale anzi diventa amico. Un giorno il ragazzo si domanda e non cerca la risposta. Eppure la donna ha
ammala. La donna gli dice che disposta a dargli un punto debole: il figlio, che ama teneramente e
qualsiasi cosa, pur di farlo guarire. Il ragazzo allora per il quale disposta a tutto. Federigo non se ne ac-
dice che vuole il falcone di Federigo. La donna resta corge n quando la corteggia n quando la sorte gli
incerta, sapendo che il falcone era lunico sostenta- getta il bambino tra le braccia: il bambino si affe-
mento di Federigo, ma alla fine lamore di madre ha ziona al falcone e per esso va a trovare il giovane. In
la meglio. Va da Federigo e si fa invitare a pranzo. questo caso le circostanze sono favorevoli: attraverso
Federigo solo allora si accorge di quanto era divenuto il ragazzo poteva tentare di arrivare al cuore della
povero, non avendo nulla da offrirle; cos, per onora- donna. Non lo fa: egli non Nastagio che, passata la
re lospite, fa uccidere il falcone. Dopo il pranzo la paura, si preoccupa subito di sfruttare la visione in-
donna gli dice il motivo della visita. Federigo si di- fernale. Non nemmeno Andreuccio da Perugia, che
spera di non poter accontentarla, e mostra le penne e alla fine guadagna un anello che vale pi di 500 fiori-
le ossa del falcone, che hanno appena mangiato. La ni e lesperienza. Alla fine ottiene la donna e, con la
donna lo rimprovera perch ha sacrificato per lei un donna, anche una nuova ricchezza, che lo restituisce
falcone cos bello, e tuttavia dentro di s ammira la al suo antico stato sociale. Ma non per merito suo.
generosit delluomo, che nemmeno la pi estrema Per merito della sorte, che talvolta favorevole anche
povert era riuscita a incrinare. Quindi se ne va delu- verso chi non lo merita. Federigo lesponente di una
sa. Pochi giorni dopo il figlio muore. Lei diventa cos societ nobiliare legata agli antichi valori, che tutta-
ricchissima. I fratelli insistono che si risposi, poich via non ha saputo trovare nuove fonti economiche nel
ancora giovane e bella. Giovanna dice che starebbe passaggio da uneconomia curtense ad uneconomia
bene anche cos, ma che, se vogliono vederla rispo- mercantile. Egli socialmente ed economicamente
sarsi, accetterebbe soltanto Federigo. Essi la derido- uno sconfitto e, consumando il suo patrimonio cor-
no, facendole notare che completamente povero. La teggiando Giovanna, cerca la bella morte nel suici-
donna allora risponde che preferisce un uomo che ab- dio sociale. Soltanto un tale suicidio morire per la
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propria donna come si usava un tempo degna se pi anziano di lei e forse contento che resti a
conclusione dei suoi ideali, della sua classe sociale, casa con il figlio. Forse vede la corte di Federigo e
della sua vita e della sua morte. Egli legato al passa- lascia fare: sua moglie giovane ed egli vecchio. O
to anche in questa scelta: la sua intelligenza non sta- forse, conoscendo la moglie, sa che Federigo perde il
ta capace di rettificare vita e valori, trovare un impie- suo tempo e il suo denaro. Oppure vede che Federigo
go presso il comune o presso le forze tradizionali (le inoffensivo e che anzi si sta distruggendo con le sue
numerose corti, la Chiesa), per continuare con altre mani. Non ci sono elementi per capirlo. Comunque
entrate economiche la vita di un tempo. Contempora- sia, non si lamenta mai del comportamento della don-
neamente altri nobili e non nobili sciamavano e si ar- na. Quando muore, non risulta che la donna abbia
ricchivano in Europa: Musciatto Franzesi, Geri Spina, sparso lacrime per lui.
ser Ciappelletto, Cisti fornaio, frate Cipolla. Il suo 5. I fratelli sono brutalmente concreti, e disprezzano
vicino di casa, Currado Gianfigliazzi, dimostra in- la povert di Federico, anche se poi, per intervento
vece ben altra tempra, ben altra volont e ben altro della donna, riconoscono in lui una estrema coerenza
spirito. di vita e di valori, che nemmeno la povert riuscita
3. Madonna Giovanna bella, sposata, con un marito a piegare. Insistono perch Giovanna si risposi, ma
e un figlio. corteggiata ma respinge il corteggiatore. non hanno n forza di volont n autorit tali, da riu-
Anzi non lo degna di uno sguardo. Il motivo di questo scire ad imporsi alla donna, che alla fine si sposa, ma
rifiuto non un atteggiamento di onest o la fedelt al con chi ha deciso lei. In un mondo dominato dalluo-
marito, bens il fatto che non interessata n alla vita mo Giovanna si dimostra indifferente ed insensibile
di societ n ai corteggiamenti. Peraltro pi che il ai valori proposti dalluomo: ricchezza, corteggia-
marito ama il figlio. Nonostante ci il marito la ama mento, amore, prestigio sociale ecc. Non appartiene e
molto e lha scelta per continuare la sua famiglia. A non vuole appartenere a questo mondo. Appartiene
parte lamore per il figlio, la donna non sembra capa- soltanto al proprio mondo, dove esiste solamente
ce di provare altri sentimenti. Quando il figlio si am- lamore per il figlio e, per un attimo, un sentimento di
mala, disposta a fare qualsiasi cosa per lui, anche ammirazione verso la coerenza di vita e di valori di
andare a chiedere il falcone a Federico. La donna sa Federigo.
di non avergli mai dato nulla, neanche uno sguardo; 6. Il falcone lunico disgraziato che ci perde in que-
ha presente anche il fatto che ha assistito con indiffe- sta storia. Non ha nessuna colpa, anzi il migliore
renza alla sua rovina; e che il falcone lunica fonte falcone che esisteva. Ci per non gli vale a salvarlo.
di sussistenza e lunico divertimento rimasto a Fede- La sorte ingiusta con lui. E, comunque, con il suo
rigo. Ma il suo amore di madre ancora pi forte. sacrificio il padrone ritorna ricco ed ottiene la mano
Perci va da Federigo e si autoinvita a pranzo. Dopo di Giovanna. Il lettore, impietosito, pu almeno con-
il pranzo esprime il motivo della sua visita e, davanti solarsi dicendo che Federigo non sapeva fare la corte
alle penne del falcone, rimprovera il giovane per aver ad una donna, ma almeno sapeva addestrare ottima-
sacrificato il suo bel falcone per una femminetta in- mente un falcone.
degna come lei. Dentro di s per lo ammira per esse- 7. Il motivo della ricchezza recuperata si trova anche
re rimasto fedele ai suoi ideali di generosit anche nellexemplum Il cavaliere che rinneg Dio di J. Pas-
nellestrema povert. Questo il primo sentimento savanti (1302ca.-1357). Un cavaliere sperpera il suo
diverso dallamore di madre che essa prova. Poi se ne patrimonio. disposto a vendere lanima al diavolo
va delusa. Avrebbe dimenticato Federigo se i fratelli per ritornare ricco. Poi si pente. Un altro cavaliere as-
non lavessero invitata a risposarsi: giovane, bella e siste di nascosto al pentimento, e decide di dargli in
ricca. Ella sta bene anche cos: a quanto pare, il ma- moglie la figlia e di restituirgli le ricchezze che ave-
trimonio, lamore, la presenza di un uomo non la inte- va comperato da lui. I due contesti sono per diversi:
ressano. Per non sentirsi annoiata dai fratelli, accetta terreno in Boccaccio, religioso nel frate.
di risposarsi; per decide lei chi sposare. una donna ---II---
volitiva. E sceglie Federigo, ricordando la sua nobilt
danimo e il suo disinteresse per il denaro. Non si Cisti fornaio (VI, 2)
sposa per amore, ma neanche per obbedire ai fratelli.
Si sposa perch nella societ medioevale luomo co- Riassunto. Geri Spina ospita alcuni ambasciatori
manda la donna, il fratello comanda la sorella. Gio- mandati a Firenze da papa Bonifacio VIII. Ogni mat-
vanna obbedisce, senza sentire troppo grave questa tina egli, con i suoi ospiti, passa davanti a Santa Ma-
obbedienza, ed obbedisce come vuole lei: i fratelli ria Ughi, dove Cisti fornaio ha il suo forno ed eserci-
non sarebbero certamente riusciti a piegare la sua vo- tava personalmente la professione. A Cisti la fortuna
lont. Non cera riuscito neanche Federigo con tutte aveva dato una condizione umile, ma laveva anche
le sue spese. Giovanna vive nel suo mondo ed ha un fatto molto arricchire, perci egli poteva vivere
atteggiamento di indifferenza verso chi la circonda. splendidamente. Era famoso per avere i migliori vini
4. Il marito ama Giovanna, ma non sembra che sia bianchi e rossi che si trovavano a Firenze o nel con-
altrettanto riamato. Per non pu lamentarsi per alcun tado. Cisti, vedendo Geri Spina e gli ambasciatori
motivo del comportamento della moglie. Forse la vo- passare ogni giorno davanti al suo forno, pensa che
leva pi interessata alla vita mondana o forse no. For- sarebbe stata una grande cortesia offrir loro del suo
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buon vino bianco. Poich non gli sembra opportuno gerarchia sociale. Geri pensa di concludere degna-
invitarli direttamente a causa della sua umile condi- mente il pranzo di addio con un bicchiere del buon
zione, cerca il modo di spingere Geri stesso ad invi- vino di Cisti, e manda un servo. Egli per viene meno
tarsi. Perci ogni mattina, quando Geri Spina passa, si alla sua classe e alla sua educazione (cio alla corte-
fa trovare sulluscio ad assaporare con gusto un bic- sia che deve improntare ogni azione della classe nobi-
chiere del suo vino. Dopo averlo visto due o tre mat- le), quando non controlla il comportamento del servo.
tine, Geri chiede a Cisti se il vino buono. Cisti ri- E di tale comportamento egli e si sente responsabi-
sponde di s, ma soltanto assaggiandolo si poteva ca- le. Ugualmente Cisti lo sente responsabile. Cos il
pire quanto lo era. Allora Geri e, con lui, gli amba- servo si presenta da Cisti con un fiasco spropositato
sciatori accettano di assaggiare il vino. Cos ogni Cisti non pu non rimproverare il servo e quindi, at-
mattina, prima di andare a trattare i loro affari, Geri traverso il servo, il padrone. Geri non stupido ed
Spina e gli ambasciatori si fermano da Cisti a bere un allaltezza della sua classe: non pensa che Cisti si ri-
bicchiere di vino. Finite le trattative, Geri Spina d fiuti di dargli il vino, indaga, e scopre il comporta-
una festa, ed invita anche Cisti. Cisti per non accetta mento scortese del servo. Lo rimprovera e corre ai
linvito per nessun motivo. Allora Geri invia da Cisti ripari, facendogli prendere una bottiglia di grandezza
un servo a prendere un fiasco di vino. Il servo, forse conveniente. Il nobile non pu che ammirare il com-
indispettito per non aver mai potuto assaggiare quel portamento cortese del fornaio, e a questo punto va
vino, va da Cisti, portando un gran fiasco. Quando lo oltre il comportamento tenuto fino a quel momento.
vede, Cisti gli dice che il suo padrone non lo manda Ringrazia Cisti nel modo dovuto, lo tiene in grande
da lui. Il servo allora torna da Geri, che lo rimanda da considerazione e lo ha per amico. Ben inteso il no-
Cisti: se Cisti gli d la stessa risposta, deve chiedergli bile che prende liniziativa di rompere le barriere di
da chi lo manda. Cisti risponde ancora che il suo pa- classe, non il fornaio. Cisti non ci avrebbe nemmeno
drone non lo manda da lui. Il servo allora gli chiede pensato n lo avrebbe nemmeno voluto. Indubbia-
da chi lo manda. Cisti gli risponde che lo manda ad mente con cittadini come Cisti quanti conflitti sociali
Arno. Allora Geri, insospettito, chiede al servo di si potevano evitare!
mostrargli il fiasco. Vedendolo, Geri rimprovera il 4. Cisti cerca un sotterfugio per superare la barriera
servo e lo rimanda da Cisti con un fiasco pi piccolo. di classe che lo divide dalla nobilt. A suo avviso la
Cisti glielo riempie volentieri. Quindi fa riempire una diversa condizione sociale non gli permetteva di ri-
botticella dello stesso vino e la porta personalmente a volgersi direttamente a Geri Spina. Egli quindi rispet-
Geri, dicendogli che non aveva avuto paura del gran ta e non vuole infrangere questa barriera: sta al suo
fiasco, ma che, come in tutti quei giorni gli aveva di- posto, e come inferiore ammira colui che gli supe-
mostrato bevendo piccoli orcioletti, quel vino non era riore. Neanche la ricchezza che ha giustifica ai suoi
vino per servi. Egli quel giorno glielo aveva voluto occhi linfrazione delle regole sociali. Con la strate-
ricordare. Ora glielo regala tutto. Geri gradisce mol- gia dellinvito a gustare un bicchiere di buon vino, il
tissimo il dono, ringrazia Cisti nel modo dovuto, e da fornaio si mette in contatto ed entra nel mondo della
quel momento lo tiene in grande considerazione e lo nobilt. Fa assaggiare alla nobilt un po della sua
ha per amico. ricchezza, e mostra il valore e le capacit della nuova
classe sociale. Ma non va oltre. Il comportamento
Commento maldestro del servo gli permette di mostrare chiara-
1. Per Boccaccio esistono i nobili di antica data, che mente che la nuova classe non ha soltanto ricchezza,
sono la classe principale della societ, e, vicino ad es- ha anche cortesia, la stessa cortesia che caratterizza la
si, coloro che sono usciti dal popolo diventando ric- nobilt. Cos egli d una lezione di buon comporta-
chi. Insomma esiste Geri Spina da una parte, Cisti mento al nobile proprio nellambito che deve caratte-
fornaio dallaltra. Le due classi sono chiuse e non rizzare la nobilt: la cortesia. Tuttavia non diventa ar-
permettono a chi appartiene alla classe inferiore di rogante n presuntuoso, perch fa a gara con il nobile
passare alla classe superiore. Oltre ad esse c il clero in quanto a cortesia: riempie la bottiglia al servo e
(alto e basso) ed il popolo minuto dei servi. subito dopo porta personalmente una botticella di vi-
2. I personaggi sono, come al solito, pochi e ben deli- no. Oltre che cortese egli si dimostra quindi anche
neati: Geri Spina, Cisti fornaio, il servo sfrontato, gli generoso e liberale. Insomma Cisti riesce ad imper-
ambasciatori. Come per altre novelle Boccaccio inizia sonare il modello tradizionale di generosit e di libe-
parlando di un nobile, anche se questi non il perso- ralit molto meglio di Geri, che fin dalla nascita era
naggio principale. Gli ambasciatori sono silenziosi e stato educato ad impersonare questo modello. La cor-
fanno da sfondo. Con la loro presenza per nobilitano tesia e la nobilt danimo di Cisti rompono le barriere
latmosfera. di classe e i due, pur nelle rispettive posizioni sociali,
3. Geri Spina una persona importante, e non pu diventano amici. Per Cisti la nobilt la classe socia-
che svolgere incarichi importanti. Il nobile accetta le pi elevata e costituisce per tutte le altre classi il
linvito di bere un bicchiere di vino che gli viene dal punto di riferimento ed il modello di comportamento.
ricco borghese. E, a tempo debito, cerca di sdebitarsi Comunque sia, qualcosa ha cambiato lantica opposi-
invitando Cisti al pranzo con gli ambasciatori. Cisti zione tra nobili e borghesi, se Geri Spina accetta di
per rifiuta linvito: vuole rimanere al suo posto nella bere insieme con il ricco fornaio: la classe borghese
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emergente non ha tradizioni di sangue alle spalle, ma alt per favorire il colpo di Stato dei Neri, che sareb-
ha il denaro ed il potere connesso al denaro. Il denaro be costato lesilio a Dante.
accumulato e la libert che ad esso collegata per- 10. Nella societ medioevale, come in tutte le altre
mettono a Cisti di avvicinarsi alla nobilt. societ, un valore e una distinzione sociale poter
6. Il servo, come tutti gli altri servi del Decameron, avere ospiti, soprattutto ospiti importanti, a pranzo.
non partecipa n del mondo della ricchezza, n del Limportanza intellettuale (il prestigio dato dallo-
mondo della cortesia, n del mondo dellintelligenza: spite importante, le novit portate dallospite, i di-
va da Cisti con una bottiglia troppo grande, non capi- scorsi e lo scambio di esperienze), ma anche sociale
sce il comportamento n la battuta di Cisti, giusta- (la disponibilit di cibo e la possibilit di offrirlo in
mente rimproverato dal padrone. Ed costantemente abbondanza e di qualit).
stizzito perch non ha potuto gustare il vino del for- ---II---
naio, uno dei tanti beni materiali da cui escluso e
che suscitano i suoi desideri. Cisti non ha alcuna con- Chichibo e la gru (VI, 4)
siderazione di lui. Dice esplicitamente che il suo vino
non vino da servi. Riassunto. Currado Gianfigliazzi ama andare a cac-
7. Gli ambasciatori esistono, ma stanno sullo sfondo, cia. Un giorno cattura una giovane e grossa gru. La
per non turbare e per non togliere spazio alle azioni di d al suo cuoco, Chichibo, per cucinarla. Chichibo,
Cisti e agli affari importanti che Geri Spina tratta con un veneziano sciocco ma molto bravo come cuoco, la
loro. Essi sono invisibili come gli ospiti di Currado prepara. Il profumo si spande per tutta la via. Una ra-
Gianfigliazzi (VI, 4). gazza di nome Brunetta, che piaceva al cuoco, entra
8. Un personaggio a parte il papa Bonifacio VIII, il in cucina e gli chiede una coscia. Chichibo non vuole
deus ex machina della novella. Il papa appare con la dargliela, ma la ragazza insiste e ricorre alle minacce:
stessa funzione anche in Ser Ciappelletto (I, 1), dove se non gliela d, neanche lei gli avrebbe pi dato quel
richiama in Italia Musciatto Franzesi. Boccaccio lo che a lui piaceva. Chichibo allora cede. Quando por-
presenta non come il rappresentante di Dio in terra, ta in tavola la gru, Currado si accorge che manca una
ma come un grande principe, che ha molti affari da zampa. Chichibo risponde che le gru hanno una
sbrigare o da far sbrigare: non sta bene che un nobile gamba sola. Il padrone, per rispetto verso gli ospiti,
sbrighi certe faccende in prima persona. Ben diverso non insiste; ma, frenando lira, gli dice che il giorno
il giudizio positivo che egli ne d, rispetto al dopo avrebbero controllato se le gru hanno una gam-
giudizio molto negativo espresso da Dante, che accu- ba sola. Il giorno dopo il padrone, a cui non era pas-
sa il papa di simonia e lo condanna alle pene sata lira, e il cuoco, spaventato a morte, vanno a ca-
dellinferno prima ancora di essere morto (If XIX, 52- vallo verso un lago l vicino, solitamente frequentato
57). dalle gru. Quando arrivano vedono numerose gru che
9. La novella breve e gira intorno al concetto di no- stavano dormendo appoggiandosi ad una sola gamba,
bilt: alla nobilt di sangue tradizionale si affianca un come sono solite fare. Il cuoco, tutto contento, lo fa
nuovo tipo di nobilt: la nobilt danimo. Peraltro notare al padrone, pensando di cavarsela. Il padrone
lapertura di Boccaccio non va oltre: Cisti pu dare allora fa un verso, che spaventa le gru, le quali abbas-
una lezione di cortesia ad un nobile, ma soltanto per- sano la zampa e spiccano il volo. Currado in questo
ch dietro di s non ha il vuoto, ha il potere che deri- modo pensa di aver sconfitto il cuoco. Ma Chichibo,
va dal denaro. In tal modo pu diventare legittimo ed con un colpo di genio che neanche lui sa da dove vie-
accettabile che un ricco fornaio si avvicini alla nobil- ne, risponde che Currado ha ragione, ma la sera pre-
t. In ogni caso il popolo di servi e resta escluso da cedente non aveva spaventato la gru; se lavesse fatto,
questi nobili di sangue o danimo, forti di prestigio o essa avrebbe abbassato la gamba. Currado scoppia a
di denaro. Anche in questo caso Boccaccio si schiera ridere e si rappacifica con il cuoco.
con i nobili. Ci dipende sia dalla sua esperienza alla
corte di Napoli, dove dominava la nobilt legata al Commento
sovrano o la nobilt latifondista, sia dal fatto che nel 1. I protagonisti della novella, come al solito, sono
Trecento la societ e leconomia italiane perdono poco numerosi: Currado Gianfigliazzi, il cuoco Chi-
slancio e ritornano a modelli del passato: la rifeuda- chibo, la serva Brunetta, la gru.
lizzazione. In tal modo egli fa un passo indietro ri- 2. Currado lideale perfetto della nobilt: ama la
spetto a Dante, che con i poeti del Dolce stil novo 60 caccia, ama la buona cucina, ama avere ospiti, edu-
anni prima aveva contrapposto la nobilt danimo alla cato e rispettoso verso gli ospiti (non litiga con il ser-
nobilt di sangue ed aveva disprezzato questultima. vo davanti ad essi), ha un preciso ideale di giustizia e
Comunque sia, per Boccaccio tra la vecchia nobilt di una idea precisa di come si devono comportare coloro
sangue e la nuova nobilt di denaro non ci sono con- che non sono nobili, cio i servi; ma anche litigioso,
flitti sociali. La cosa curiosa, perch la novella collerico ed irascibile. E tuttavia non vive n applica
ambientata nel 1300, quando Dante era uno dei priori, meccanicamente i suoi ideali nobiliari e i canoni che
Geri un Nero e gli ambasciatori del papa erano an- informano la sua vita. Egli garante della legge o,
dati a Firenze per rappacificare Bianchi e Neri. In re- meglio, delle norme sociali che stabiliscono la supe-
riorit dei nobili sulle altre classi. Ma talmente sicu-
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ro di questa superiorit che pu permettersi di essere di mantenerla, ma perch sa di poter pagare il cuoco
indulgente e di ascoltare anche le ragioni della con- soltanto con le parole. Essa ricorda, ad un livello di
troparte. Cos d una possibilit al servo, riservandosi normalit, lincredibile serva del cuoco, che corteg-
di arrabbiarsi in seguito. Un ulteriore motivo di que- giata da Guccio Imbratta (VI, 10); e, pi in generale,
sta disponibilit pu essere la consapevolezza, detta- ricorda molte altre donne del Decameron dalla gio-
tagli dalla sua esperienza, che nel mondo ci sono pi vane dei Traversari alle donne di Ravenna , a cui
ragioni di quanto possa prevedere la mente umana; e Boccaccio fa fare brutta figura ed accusa di non pen-
che conveniente fare professione di flessibilit intel- sare con il cervello (V, 8). Ad ogni modo anche qui
lettuale e di curiosit. In questo modo si potevano lautore fa delle eccezioni: la giovane siciliana, che
scoprire cose interessanti. E poi che vale una coscia con un piano abilissimo deruba Andreuccio da Peru-
di gru davanti alla possibilit di scoprire qualche altro gia (per una prostituta...) (II, 5); e la Giovanna, che
aspetto del mondo reale? Il prezzo da pagare mini- restituisce al suo antico lignaggio il povero e balordo
mo; la possibilit di guadagnare massima. In nome Federigo degli Alberighi (ma frigida...)(V, 9). Boc-
di questa flessibilit intellettuale Currado accetta an- caccio ama le donne, e si vendica come pu quando
che la non-risposta: egli chiede al servo una dimo- esse non lo ricambiano con lo stesso trasporto...
strazione scientifica che le gru hanno una gamba sola. 7. La gru svolge una funzione di primaria importanza
Il servo gli risponde prendendolo invece in contro- nelleconomia della novella. Altrove la stessa funzio-
piede, con una risposta che una battuta di spirito. ne era stata svolta dal falcone di Federigo. Su un ba-
Currado sa che il mondo come luomo non fatto nale comportamento di un animale, quello di dormire
soltanto di dimostrazioni e di verit astratte, e si met- con una gamba alzata, Boccaccio sviluppa una storia
te a ridere. Fa la pace con il servo che sa molto bravo garbata ed interessante.
(il profumo che esce di cucina attira Brunetta), ma ---II---
anche di poco cervello. E poi, se avesse cacciato Chi-
chibo, era sicuro di trovare un altro cuoco cos bra- Frate Cipolla (VI, 10)
vo?
3. Lintelligenza, la versatilit e lirascibilit di Cur- Riassunto. Frate Cipolla era piccolo, buontempone e
rado ben si contrappongono con limmagine fallita abile parlatore. Ogni anno era solito andare a Certal-
della nobilt impersonata da Federigo degli Alberighi do a raccogliere le elemosine fatte dagli sciocchi. Una
(V, 9), il quale deve contare sulla fortuna, per ritorna- volta, dopo la messa promette ai presenti che il pome-
re a quella ricchezza che la sua intelligenza con il pa- riggio avrebbe mostrato la penna che langelo Gabrie-
raocchi e meccanica gli aveva fatto perdere. Ma Boc- le aveva perso quando era andato nella camera della
caccio mostra anche altri nobili, e ben diversi: Madonna a Nazareth. In chiesa tra i presenti ci sono
lesperto Musciatto Franzesi (I, 1), che ricorre a cri- due suoi amici, Giovanni del Bragoniera e Biagio
minali per recuperare dei crediti, e il giovane e inna- Pizzini, che pensano di giocargli una beffa: sottrargli
morato Nastagio degli Onesti (V, 8). la penna. Decidono di sottrargliela mentre occupato
4. Gli ospiti di Currado sono pure ombre, come altro- a pranzare. Devono per superare lostacolo del servo
ve gli ambasciatori di Geri Spina (VI, 2). del frate, il quale era variamente chiamato: Guccio
5. Chichibo un cuoco bravo, ma ha poco cervello: Balena, Guccio Imbratta, Guccio Porco, che era brut-
d una coscia in cambio di una promessa di paga- tissimo, sempre pronto a dare consigli non richiesti e
mento e dimenticando di avere un padrone irascibile che corteggiava tutte le donne che incontrava. Il pia-
e capace di controllare con occhio vigile il compor- no semplice: uno intratteneva il fante, laltro rubava
tamento e le malefatte dei servi. Cede al presente e la penna. Essi per non devono preoccuparsi del fan-
dimentica quel che gli pu capitare in futuro. Anche te, perch occupato in cucina a corteggiare una
quando il padrone lo interroga, ricorre alla stessa stra- donna grassa e grossa, piccola e mal fatta, con un pa-
tegia: uscire dalle difficolt presenti. Non si accorge io di poppe che parevano due cestoni da letame, tutta
che, cos facendo, non risolve il problema, lo sposta sudata, unta ed affumicata. Entrano nella stanza del
soltanto nel futuro ed anzi lo aggrava. Per caso gli e- frate, trovano la cassetta che contiene la penna, pren-
sce di bocca quella battuta che lo fa uscire dai guai. dono la penna e, per non lasciar la cassetta vuota, la
Probabilmente quella stata lunica battuta che in tut- riempiono con i carboni che erano in un angolo della
ta la vita gli uscita dal cervello. Tale mancanza stanza. Il pomeriggio la chiesa piena di gente, ac-
dintelligenza caratterizza, secondo Boccaccio, quasi corsa anche dai paesi vicini, per vedere la penna
tutti gli esponenti delle classi inferiori. Chichibo si dellangelo Gabriele. Dopo una lunga predica prepa-
trovato un padrone ben diverso da Geri Spina, che ratoria, frate Cipolla apre la cassetta e vede i carboni.
manda a prendere il vino da Cisti fornaio e non si Non pensa che sia stato Guccio Imbratta, n se la
preoccupa di controllare il fiasco del servo! prende con il servo inaffidabile. Maledice se stesso
6. La Brunetta va da Chichibo non perch innamora- per aver affidato le sue cose al servo che sapeva esse-
ta, ma perch sente il profumo di arrosto. guidata re inaffidabile. Sul suo viso per non compare alcuna
dai desideri del ventre, non da un qualche barlume emozione e, dopo aver lodato Dio, richiude la casset-
dintelligenza. Quindi minaccia Chichibo, che poi ta e incomincia a raccontare dei suoi viaggi in mezza
paga con una promessa, non perch non fosse capace Europa (in realt attraverso i quartieri di Firenze), in
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India, dove aveva visto volare i pennuti, a Gerusa- popolo, che ha fame di miracoli, contento, e lo rin-
lemme, dove Maso del Saggio gli aveva mostrato le grazia concretamente abbondando in elemosine. Il
sue reliquie (il dito dello Spirito Santo, il ciuffetto del frate non si preoccupa di non riuscire a trovare una
serafino che era apparso a san Francesco, lunghia di soluzione: ha davanti a s un popolo credulone e ha
un cherubino, una costa del Verbun-caro-fatti-alle- una fiducia totale nel potere persuasivo della parola.
finestre). Con costui egli scambia alcune reliquie. In Ed egli sa parlare e sa dire ci che linterlocutore
cambio riceve la penna dellangelo Gabriele e i car- vuol sentirsi dire. Se linterlocutore stupido egli si
boni con cui fu arrostito san Lorenzo. Egli solito pu sempre giustificare non certamente colpa sua.
portare le due reliquie con s in due cassette uguali, e Boccaccio aveva tratteggiato unaltra figura di frate
molto spesso successo che le ha confuse. Questa in Ser Ciappelletto (I, 1): un santo frate, che si era
volta per non stato un errore, stata la volont di formato sui libri, che crede a quello che vuole sentirsi
Dio a fargli prendere la cassetta sbagliata, visto che di dire da ser Ciappelletto moribondo, e che pensa anche
l a qualche giorno era la festa di san Lorenzo. Prima agli interessi economici del convento. La polemica
di mostrare i carboni frate Cipolla ricorda ai fedeli contro i religiosi un motivo conduttore del Decame-
che essi sono miracolosi: chi segnato da un segno di ron.
croce fatto con quei carboni, pu stare sicuro che per 3. Il servo Guccio Imbratta o Guccio Porco o Guccio
tutto lanno il fuoco non lo brucer che non si senta. Balena degno compare del frate. Di religioso non ha
La gente li guarda con riverenza; quindi, facendo of- nemmeno lapparenza. pura materia. Si crede anco-
ferte molto maggiori del solito, prega il frate di se- ra pi saccente del padrone, ed una copia ancora
gnarla con quei carboni. Il frate allora fa grandi croci peggiore del padrone, perch non illuminato nem-
sui vestiti degli uomini e delle donne, affermando che meno dal pi piccolo barlume di intelligenza. Usa la
i carboni pi si consumavano, pi ricrescevano nella ragione e la parola per soddisfare i suoi appetiti fisici.
cassetta. Cos segna tutti i certaldesi, con grande tor- E corteggia indiscriminatamente tutte le donne che
naconto personale, e beffa coloro che, prendendogli incontra, a cui fa promesse sconclusionate di matri-
la penna, pensavano di schernirlo. I due amici, ve- monio. Corteggia con grandi discorsi la serva, che
dendo il modo in cui il frate aveva parato la loro bef- un mostro di bruttezza. Eppure il suo degrado morale
fa, ridono tanto che temono di smascellarsi. Quando e la sua vita soltanto istintuale colpiscono il suo dato-
la gente se ne va, vanno da lui e gli restituiscono la re di lavoro, che ne elenca con puntiglio e quasi con
penna, che lanno seguente al frate rende non meno di orgoglio tutti i difetti. Per poco la sua figura non
quanto avevano reso quel giorno i carboni. sfugge di mano allo stesso autore, che ne affascina-
to e che gli sta dando pi spazio del dovuto.
Commento 4. La serva una donna bruttissima, grassa e grossa,
1. I protagonisti della novella sono, come al solito, piccola e mal fatta, con un paio di poppe che pareva-
pochi e ben delineati: frate Cipolla, il servo Guccio no due cestoni da letame, tutta sudata, unta ed affu-
Imbratta (o Guccio Porco o Guccio Balena), i due micata. Sembra sprovvista anche di parola, quindi
amici burloni, la serva delloste, i certaldesi credulo- non ha la minima scintilla di intelligenza. Essa ma-
ni. teria vivente e fascio di istinti animaleschi. domina-
2. Il frate basso, grosso, dai capelli rossicci, gran ta dalla cieca necessit di soddisfare i suoi istinti an-
parlatore e dalla mente sveglia. Considera la religione cor pi del servo Guccio Imbratta, che la corteggia.
come una merce da piazzare presso il popolo credu- un corpo che vive, uno stomaco che divora. Guccio
lone, che ama e che vuole essere stupito. Quando si invece un corpo dominato dai sensi e dagli istinti,
trova in difficolt (apre la borsa e trova carboni anzi- ed usa la ragione e la parola per ottenere tutto ci che
ch la penna dellangelo Gabriele), non si perde pu soddisfare i suoi appetiti animaleschi. Essa fa
danimo e non se la prende con il servo, che sa irre- parte dei livelli pi bassi dei servi e del popolo. Boc-
sponsabile e pieno di cattive qualit. Prima se la caccio aveva gi descritto altri servi, come Chichibo
prende con s, perch si fidato di Guccio, che sa i- e Brunetta (VI, 4) e come il servo senza nome che va
naffidabile. Poi cerca una soluzione. Per poterla tro- da Cisti fornaio con un grande fiasco (VI, 2). Egli li
vare ha bisogno di tempo, perci incomincia a fare un colloca sempre nei gradini pi bassi della societ, at-
lungo discorso senza capo n coda. Contemporanea- tribuisce loro scarse capacit intellettuali e li fa do-
mente pensa per trovare la soluzione, e la trova: i car- minare dagli istinti. Insomma sembra dire che, se si
boni sono quelli serviti ad arrostire san Lorenzo, e lo trovano nelle parti pi basse della gerarchia sociale,
scambio di cassette stato voluto da Dio, poich di l c un motivo: la loro poca intelligenza e il fatto che
a qualche giorno la festa del santo... Il frate non si sono dominati dal puro istinto. Ben altra cosa sono gli
accontenta di parare la beffa che gli stata giocata. aristocratici dallo spregiudicato Musciatto Franze-
Cerca anche di volgerla a suo vantaggio. E, raccon- si (I, 1) al giovane Nastagio degli Onesti (V, 8),
tando la storia di san Lorenzo, vi riesce. Probabil- dallambasciatore Geri Spina (VI, 2) allirascibile
mente la soluzione non gli costata grande fatica: Currado Gianfigliazzi (VI, 4) , il cui potere legato
limbroglio quotidiano costituisce il suo modo di vi- proprio al fatto che sono i migliori.
vere normale. Non si sente nemmeno colpevole di 5. I due amici giocano spensieratamente uno scherzo
ci: egli d al popolo quel che il popolo chiede. Ed il al frate, senza preoccuparsi delle conseguenze che es-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 91
so poteva avere. Ad esempio i certaldesi si potevano con cui la corte papale rivendicava il possesso di
sentire imbrogliati o presi in giro, e trattare il frate di Roma e dei territori circostanti. Quindi nella seconda
conseguenza. Essi giocano la beffa, perch a quel met del secolo con Masuccio Salernitano (1410-
tempo e in quella societ la beffa era uno dei pochi 1475), che ne Il novellino (1476), una raccolta di 50
divertimenti possibili. Essi costituiscono la spalla o novelle, attacca sia limmoralit e lavidit di denaro
i deuteragonisti del personaggio principale, come in del clero, sia la concorrenza che esso fa alla classe
altre novelle (i due usurai fiorentini che ospitano ser nobiliare nellintascare denaro. Per il suo carattere
Ciappelletto, i due malandrini che incontrano An- osceno e blasfemo lopera data alle fiamme subito
dreuccio da Perugia ecc.). Ma non hanno, n possono dopo la morte dellautore. Insomma la corte napole-
avere, uno sviluppo artistico autonomo. tana schiera gli intellettuali per difendersi e per con-
6. I certaldesi sono creduloni, ignoranti, superstiziosi, trattaccare il clero locale e le pretese di Roma.
hanno fame di religione e di miracoli. Boccaccio di- 9. Lopera di Masuccio Salernitano permette peraltro
sprezza anche in questa novella il popolo in quanto di confrontare il mondo nobiliare di cui parla Boc-
tale: egli vuole cantare lintelligenza, non la stupidit. caccio con il mondo nobiliare di cui parla lo scrittore
In questa occasione egli si prende pure gioco dei suoi napoletano. Il mondo di Boccaccio gi un mondo
compaesani, sui quali riversa la sua lingua velenosa: umanistico, un mondo umanistico fiorentino e roma-
il frate ritorna un anno dopo, ed essi continuano a no. Un mondo sia laico sia religioso che ha una
fargli abbondanti elemosine. Il tempo non era servito fiducia estrema nella forza e nel successo della ragio-
ad insegnare loro qualcosa. ne. Il mondo nobiliare di Masuccio risente invece del-
7. La polemica contro il popolo credulone che si fa le forti tensioni che esistevano tra i baroni e il sovra-
imbrogliare dai religiosi presente fin dalla prima no ed anche del rapporto di sudditanza che esisteva
novella, quella di Ser Ciappelletto (I, 1). In essa un tra il regno e la Curia romana. Gli attacchi al clero
santo frate pensa agli interessi del convento e rim- napoletano vanno intesi in genere come attacchi di-
provera la folla, che non rispetta i comandamenti e fensivi nei confronti di Roma, che chiede tributi che
che, contemporaneamente, ha sete di religione e di non si possono negare e che pu contare su una quin-
reliquie. Anche qui Boccaccio polemizza con i reli- ta colonna, il clero napoletano. Il regno di Napoli era
giosi, ma non con i personaggi delle sue novelle, ben- costantemente sulla difensiva rispetto allo strapotere
s con i religiosi concreti che vivono nella societ e di Roma, che era totale: sia politico, sia economico,
che sfruttano la credulit popolare. La polemica per sia culturale. E, in questa lotta, la monarchia napole-
non del tutto disinteressata: i denari che il popolo tana (iniziata nel 1266 quando la casa dAngi accet-
versa alla Chiesa non vanno ad arricchire la classe ta lincoronazione al regno in cambio di tributi alla
nobiliare, che egli ha scelto come classe putativa. Gli Chiesa e riesce a sconfiggere prima Manfredi di Sve-
scontri fra nobilt e clero sono molto pi violenti nel via e poi Corradino) riesce ad alienarsi prima le sim-
napoletano, che ha uneconomia agricola ed arretrata, patie dei nobili a causa delle pressioni fiscali a cui li
piuttosto che a Firenze, dove domina la borghesia fi- sottopone, poi le simpatie della cerchia nobiliare pi
nanziaria e commerciale, ed maggiore la ricchezza ristretta, quella di cui fa parte lo stesso Masuccio, che
da dividere tra le varie classi sociali. alla fine si schiera con lopposizione. Cos nel 1282
8. Boccaccio non esprime alcuna valutazione morale la Sicilia si stacca e finisce nelle mani della monar-
su frate Cipolla, come non la esprime sugli altri per- chia aragonese. Nel 1458-62 scoppia la prima rivolta
sonaggi. Ben inteso, sa anche usare una lingua ta- dei baroni, soffocata nel sangue, e 20 anni dopo la se-
gliente, quando necessario. Ma in questo caso e- conda (1485-86). Nel 1494 il regno invaso dalle
quanime, ugualmente critico verso nobili, ecclesia- truppe francesi, chiamate contro di esso da Ludovico
stici e borghesi. Neanche il popolo valutato con cri- il Moro, signore di Milano.
teri morali. Tuttavia sempre presentato in termini ------------------------------II-----------------------------
negativi. Nel testo spunta la polemica, costante nel
Decameron, contro il commercio e il culto delle reli-
quie, gi criticati fin dalla novella iniziale di Ser
Ciappelletto (I, 1). Ma essa non acquista troppo spa-
zio: alla fine i due giovani consegnano al frate la
penna rubata e ridono alle spalle del popolo credulo-
ne. Lo scrittore sensibile alla polemica antieccle-
siastica, perch la nobilt trova nella Chiesa una te-
mibile concorrente nelle attivit che portano a mettere
le mani sulla ricchezza prodotta dalleconomia. A
Napoli la polemica antiecclesiastica pi vivace che
altrove a causa delle pretese della Curia romana sul
regno, giuridicamente vassallo della Chiesa. Tale po-
lemica conosce livelli di estrema durezza nel Quat-
trocento con Lorenzo Valla (1405-1457), che dimo-
stra la falsit della Donazione di Costantino (1440),
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 92
Masuccio Salernitano (1410ca.- viene anche sul piano ideologico e culturale: la Chie-
sa usa le prediche, Masuccio le novelle.
1476)
La poetica. Leconomia arretrata, i conseguenti con-
La vita. Tommaso Guardati, detto Masuccio Saler- flitti tra monarchia e nobili, tra nobili ed ecclesiastici,
nitano (Salerno, 1410ca.-Salerno, 1476) imbevuto tra monarchia e Chiesa romana permettono di capire
di cultura religiosa ed una figura solitaria dellUma- meglio i suoi attacchi polemici e le sue ossessioni.
nesimo napoletano, poich non un letterato di pro- Tuttavia nelle novelle egli fa sentire la sua formazio-
fessione. Lavora come funzionario alla corte di Al- ne sia religiosa sia teatrale. Daltra parte la Chiesa
fonso dAragona a Napoli, dal 1463 entra al servizio aveva il monopolio della cultura e del teatro che era
del principe di Salerno Roberto Sanseverino. Ha cin- nato con le sacre rappresentazioni In una societ
que figli, tre dei quali prendono gli ordini religiosi. povera i premi in palio sono pochi: un po di ricchez-
za e un po di sesso, rappresentato dal corpo di una
Lopera. Masuccio Salernitano scrive il Novellino, donna, che appaiono ossessivamente e in modo ripeti-
una raccolta di 50 novelle che dissacrano il mondo tivo da una novella allaltra. Lamore poi povero,
ecclesiastico e celebrano la nobilt. La stesura len- soltanto fisico, soltanto sesso: il maschio possiede e
tissima, inizia nei primi anni Cinquanta e termina nei usa la femmina per soddisfare i suoi appetiti sessuali
primi anni Settanta. Subito dopo la morte il mano- che culminano nellorgasmo. Lamore sessuale non
scritto bruciato dallinquisitore. La prima edizione sinnalza mai al livello letterario, emotivo, sentimen-
critica dellopera opera del patriota napoletano Do- tale, ideale, come proponevano la Scuola siciliana
menico Settembrini, che si propone di recuperare la (1230-60) e il Dolce stil novo fiorentino (1275-95),
letteratura meridionale del passato. Masuccio divide che avevano inventato la donna-angelo, che porta
le novelle in dieci gruppi, introdotti da un Prologo, luomo a Dio. E oltre al sesso con c altro, non ci
che trattano uno specifico argomento. Alla fine sono altri valori. Il sesso che travolge il lettore non
dellopera pone un Parlamento, insomma una Post- quindi una ricerca del piacere che soddisfa e realizzi i
fazione. A sua volta ogni novella ha lArgomento, personaggi. la fuga in un mondo turpe e degradato,
cio il riassunto in 5-6 righe, il nome dellautore a un auto-stordimento, per protestare contro il mondo
cui dedicata, lesordio, che una specie di premes- reale in cui si vive.
sa, la Narrazione, cio il testo della novella, infine il Basta confrontare le cinque novelle erotiche di Ma-
commento finale intitolato Masuccio e fatto dallo succio con le sei novelle erotiche di Boccaccio e si
stesso autore. Ogni decade di novelle tratta poi lo coglie la diversa prospettiva dei due autori. Boccac-
stesso argomento. Lo scrittore cerca in qualche modo cio apprezza lironia, la battuta di spirito, lamore
di ripetere lorganizzazione del Decameron di Boc- sentimentale, lamore romantico, lamore tragico. A
caccio: per allontanarsi dalla peste, 10 giovani si riti- tutto questo lo scrittore salernitano contrappone la ri-
rano in una villa fuori di Firenze e si raccontano una cerca continua e ossessiva di amplessi, ricercati dai
novella al giorno per 10 giorni con argomento indica- nobili cavalieri e da tutte le donne, presentate come
to dal re o dalla regina. Lultima novella della giorna- voraci vagine affamate di membri maschili. Il popolo
ta e alcune giornate hanno argomento libero. In tal invece sessualmente anoressico (gli uomini) o ter-
modo i due autori salvano unit e variet, ed evitano reno di caccia per nobili e clero (le donne) o altri es-
la noia e la ripetizione. I due mondi, quello di Boc- seri mostruosi affamati di sesso (i nani). Lo scrittore
caccio e quello di Masuccio, sono per molto diversi, propone insomma, e consapevolmente, unestetica del
perci i risultati sono completamente diversi. Anche brutto, unestetica pre-barocca, incentrata sulla cele-
gli scopi sono diversi: Boccaccio vuole serenamente brazione dellosceno, del deforme e di una umanit
divertire, anche quando racconta novelle licenziose. degradata.
Masuccio non dimentica mai lo scopo pubblicitario e Lopera molto apprezzata dalla nobilt del tempo,
politico delle sue novelle: la difesa della classe nobi- ma osteggiata dalle autorit ecclesiastiche ed pre-
liare contro il clero e i vari ordini frateschi, che insi- sto dimenticata, poich propone un mondo deforme e
diano le donne e la ricchezza alla nobilt. Il popolo grottesco che si contrappone sia al mondo ideale e al-
per lui semplice carne da macello, che si fa imbro- la nobilt di Boccaccio sia ai valori classicheggianti
gliare dai frati, e le sue donne sono territorio di caccia dellUmanesimo e perch ferocemente antiecclesia-
per i nobili lombi. I disprezzo per il clero non gli im- stica. Masucccio, blasfemo e pornografico, risco-
pedisce di piazzare i suoi figli e le sue figlie proprio perto soltanto da Domenico Settembrini (1813-1876),
nella gerarchia ecclesiastica. Leventuale contraddi- un patriota napoletano, che ripubblica il Novellino nel
zione passa per in secondo piano se si tiene presente 1874. Il Salernitano per subisce la condanna morali-
che egli si schiera con i principi napoletani contro stica dei critici di ispirazione crociana, che propone-
lesosa fiscalit del sovrano, che ne deve domare le vano unestetica del bello. E la sua cattiva fama
due rivolte. Firenze era ricca e produceva ricchezza, permane anche con le edizioni critiche di Alfredo
il Regno di Napoli no. Di qui la lotta di tutte le parti Mauro (1940) e di Giorgio Petrocchi (1957) e, a par-
sociali per strappare ricchezza alle altre. La lotta av- te qualche rara eccezione, anche con la critica succes-
siva.
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Commento ta per lui. Egli diventa invece importuno e la segue
1. Masuccio mostra un aspetto della cultura meridio- ovunque. Caterina pensa di avvisare il marito prima
nale ben diverso da quello normalmente conosciuto, che altri lo avvisino. Il marito le dice di farlo venire
prima la Scuola siciliana e poi allUmanesimo napo- di notte, al resto avrebbe pensato lui. Diego entra, una
letano. Vale la pena di leggerlo proprio per questo serva lo conduce in una stanza buia. Qui il marito e
motivo. uno scrittore anomalo, che non cerca clas- un servo lo strangolano. Il marito si pente subito
sici greci e latini da pubblicare, e che porta la cultura dellomicidio (teme il re e il convento). Con il servo
in ambiti originali, del tutto sconosciuti. Conviene lo porta in convento e lo mette a sedere in una stanza
confrontarlo con il Decameron (1349-51) di Giovanni su una sedia ( la latrina del convento). Quindi ritorna
Boccaccio, a cui si ispira, e anche con lo Specchio di a palazzo. Un giovane frate va nella stessa stanza per
vera penitenza (1354) di Jacopo Passavanti, scrittore sgravarsi di corpo. Riconosce Diego seduto e si mette
di prediche, che scopre le atmosfere notturne. La cosa ad aspettare. Tra i due non correva buon sangue. Ma
curiosa che il suo moralismo (ma filonobiliare) su- Diego non si muove. Allora il frate, pensando che lo
pera di gran lunga quello del frate domenicano. voglia prendere in giro, afferra una pietra e lo colpi-
1.1. La corte napoletana peraltro offre anche unaltra sce sul capo. Diego cade. Egli pensa di averlo ucciso
e ben diversa visione dellUmanesimo: quello di Lo- e, temendo dessere incolpato a causa della loro ini-
renzo Valla (1407-1457), di Giovanni Pontano (1422- micizia, lo prende e lo trascina davanti alla porta del
1503) e di Iacopo Sannazaro (1455-1530), tre gran- palazzo di Roderigo, poich sapeva che il frate ne
dissimi umanisti. Valla, un professionista della cultu- corteggiava la moglie. Non contento, va dal padre
ra, fa la spola tra Napoli e Roma e dimostra che la do- guardiano e gli chiede di poter andare a Medina con
nazione di Costantino un falso del sec. VII (1440). una cavalla a prendere le elemosine che aveva raccol-
Pontano e Sannazaro scrivono splendide opere in la- to. Il padre lo loda e gli d il permesso. Roderigo pas-
tino. sa la notte in bianco, finch decide di mandare un
2. Masuccio pu essere confrontato proficuamente servo ad ascoltare se i frati hanno scoperto il morto. Il
con Jacopo Passavanti per diversi motivi: Passavanti servo esce e trova subito il cadavere. Ritorna dal pa-
proietta luomo sullal di l dove i peccati sono du- drone, che non si arrabbia affatto. Manda il servo a
ramente puniti; Guardati lascia interamente luomo prendere uno stallone, sul quale legano il morto, gli
sulla terra, un infermo non meno peggiore. I due au- mettono una lancia in mano e lo portano davanti al
tori puntano sullorrido, su atmosfere cupe e maligne convento. In quel momento dal convento esce il frate
in cui i personaggi sono immersi. Per il frate la ric- con la cavalla. Sentendo lodore della femmina, lo
chezza un dis-valore e fa perdere lanima. Per stallone cerca di montarla. Il frate le spinge gli spero-
Guardati una dei due valori, laltro lamore fisico ni nei fianchi, la cavalla si mette a correre, inseguita
con una donna. Per il frate la cultura fa andare dallo stallone. Il frate chiede aiuto. Ormai primo
allinferno (Serlo e lo scolaro dannato), per il Saler- mattino, la gente guarda dalla finestra, vede i due frati
nitano un valore, ma lontanissimo e non si accorge che si inseguono e ride. Alla fine i due sono fermati
che grazie ad essa i frati predicatori riescono a tessere ad una porta della citt. Gli abitanti volevano sapere
con successo i loro imbrogli. Peraltro egli pi vici- che cosa era successo. Il morto sepolto, il vivo
no a Passavanti (1354) che a Boccaccio (1349-51). portato in convento, poi sarebbe stato portato in car-
Ma Guardati non riesce mai a staccarsi dal suo mon- cere con laccusa di omicidio. Il podest lo avrebbe
do tra Napoli e Salerno e da una visione grossolana- giudicato e impiccato. Intanto era giunto il sovrano, il
mente materialistica della realt. Il passato pesa sulle quale, sentendo la storia, da una parte ride, dallaltra
sue idee. Non capisce che luomo e la donna hanno dispiaciuto di aver perso un frate cos stimato. Ma
bisogno di sogni e di illusioni per vivere. Lo dir poi la giustizia doveva seguire il suo corso. Allora Rode-
Ugo Foscolo, un altro materialista, in un romanzo rigo, per evitare che il frate fosse ingiustamente im-
(1798). In quegli stessi anni Firenze, Roma e Venezia piccato ed essendo in buoni rapporti con il sovrano,
conoscono i fulgori dellUmanesimo e poi del Rina- decide di confessare in pubblico quanto era successo.
scimento. E la lingua ufficiale il latino. Per disposto a raccontare la storia soltanto se il so-
---II--- vrano perdona preventivamente colui che ha giusta-
mente ucciso il frate. Il sovrano concede il perdono e
Maestro Diego, la cavalla e lo stallone (I, il nobile racconta la storia. Il frate insidiava e impor-
1) tunava sua moglie, cos egli ha pensato di farlo venire
di notte e di strangolarlo. Poi laveva portato in con-
Riassunto. A Salamanca viveva un frate minore con- vento, ma se lera ritrovato davanti alla porta il matti-
ventuale di nome Diego de Revalo. Era esperto in san no dopo. Allora laveva messo sullo stallone e ripor-
Tommaso come in Duns Scoto. Teneva lezione allu- tato al convento. Il re aveva gi sentito qualche voce
niversit. Era bello e leggiadro e sentiva il fuoco sullintraprendenza di Diego verso le donne. Perci fa
dellamore. Si innamora di Caterina, moglie di Rode- venire il frate guardiano, il frate incriminato e gli altri
rigo dAngiaja, un notabile della citt. Le scrive una confratelli, che ascoltano il racconto di Roderigo e
lettera, che fa portare da un chierichetto. La donna confermano il comportamento riprovevole di Diego.
lusingata, ma gli risponde che suo marito la vuole tut- Cos il sovrano fa liberare il frate, ingiustamente ac-
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cusato, e oltre al perdono loda il cavaliere per quanto 6. Masuccio non dimentica mai lo scopo pubblicitario
ha fatto. e politico delle sue novelle: la difesa della classe no-
biliare contro il clero e i vari ordini frateschi, che in-
Commento sidiano le donne e la ricchezza alla nobilt. Il popolo
1. Il punto forte del racconto la cavalcata infernale per lui semplice carne da macello, che si fa imbro-
che avviene sul far dellalba. Il punto debole che gliare dai frati, e le sue donne sono territorio di caccia
non si spreca uno stallone cos, per scopi poi non per i nobili lombi. Il disprezzo per il clero non gli im-
molto chiari. Che dovevano dire o fare i frati davanti pedisce di piazzare i suoi figli e le sue figlie proprio
al morto legato allo stallone? Sicuramente non si era nella gerarchia ecclesiastica. Leventuale contraddi-
legato da solo Comunque sia, la storia movimen- zione passa per in secondo piano se si tiene presente
tata e piena di colpi di scena. Arriva anche il sovrano, che egli si schiera con i principi napoletani contro
senza farsi annunciare, che serve come e diventa il lesosa fiscalit del sovrano, che ne deve domare le
deus ex machina, che risolve la situazione, con soddi- due rivolte.
sfazione di tutte le parti in causa. La morale della fa- 7. La novella va paragonata alle novelle di Boccaccio
vola c anche una morale! , espressa dal sovrano, incentrate sui giovani (Andreuccio da Perugia, Na-
che non si va a pascolare impunemente lerba altrui stagio degli Onesti, Federigo degli Alberighi) e sul-
e che il nobile ha fatto bene a strangolare il frate. Il lerotismo (Masetto da Lamporecchio, Re Agilulfo e
sovrano d un perdono preventivo e oltre al perdono il palafreniere, Madonna Filippa). La conclusione
loda il cavaliere che si fatto giustizia da solo. I frati immediata: i due mondi sono lontanissimi. Un con-
del convento davano per il loro consenso: Diego de fronto efficace anche con un altro scrittore del terro-
Revalo esagerava nellessere intraprendente verso le re: Jacopo Passavanti, che spaventa i fedeli per por-
donne. E non capiva che doveva restare a pascolare le tarli a vivere in grazia di Dio.
sue popolane e non insidiare mogli di nobili. 8. La novella iniziale d una idea soddisfacente del
2. I personaggi sono poveri di tratti. I frati o i preten- Novellino. un mondo degradato, che pensa unica-
denti sono giovani, belli e innamorati. Tutto qui. Le mente al sesso e alle soddisfazioni sessuali. Ma le
donne sono belle o bellissime e concupibili o nor- novelle successive aggravano (se cos si pu dire)
malmente vogliose di rapporti sessuali. E, almeno in questo degrado: compaiono le donne dalla vagina ar-
questo caso, sono oneste soltanto per timore delle dente, sempre affamate di sesso, i mariti anoressici e
conseguenze. Normalmente non si preoccupavano tanti nani dal pene sovradimensionato, che esistono
neanche di esserlo: farsi possedere era il loro unico unicamente per soddisfare le voglie femminili.
ideale di vita. Avevano una particolare predilezione 9. Una degli aspetti che pi colpiscono di questa co-
per i nani a causa della fama che essi avevano di ave- me delle altre novelle la sua costruzione teatrale:
re un pene sovra-dimensionato. Concedersi a un altro non scritta per essere letta, scritta per essere rap-
nobile si poteva anche capire, ma concedersi a un fra- presentata. Lautore pensa e scrive in termini di rap-
te no: i frati avevano gi la loro pastura tra le popola- presentazione teatrale ed sempre attento allam-
ne che andavano in chiesa. Quindi risulta del tutto biente in cui lazione si svolge. In questa fa compari-
giustificata lirritazione del nobile. re in scena anche gli spettatori: la gente che si sveglia
3. Non deve sfuggire il modo sbrigativo di farsi giu- allalba e assiste alla cavalcata infernale. Seicento
stizia: il frate scocciato che Diego de Revalo resti anni prima della comparsa del cinema Un esempio
troppo a lungo a sgravarsi le budella e gli tira un sas- pu essere istruttivo: Il mondo perduto Jurassic
so. Non si accorge della testa a penzoloni del morto Park (1995) di Michael Crichton (1942-2008) non
(era stato strangolato) e lo porta davanti alla porta di un romanzo da leggere, gi la sceneggiatu-
casa del potenziale assassino. Nessuno poi nota il col- ra/montaggio di un film, che poi si far (1997).
lo spezzato del frate o, almeno, leffetto dello stran- 10. La novella della cavalcata infernale sul far
golamento. Il collo doveva ritornare al suo posto, per dellalba d inizio alla lettera tura nera, alle atmosfere
la sceneggiata successiva. piene di paura, ai morti viventi, agli zombie, al rac-
4. Lo strangolamento del frate non d luogo ad alcuna conto e al romanzo gotico o del terrore, che esplode-
catena di vendette. Tutte le parti riconoscono che fra ranno nellOttocento. Le penne pi illustri sono lo
Diego de Revalo meritava di essere punito per aver statunitense Edgard Allan Poe (1809-1949), lo statu-
corteggiato una donna, una donna sposata, e sposata nitense Howard Phillips Lovercraft (1890-1937) e lo
a un nobile. Il nobile insomma ha per tutti il diritto di statunitense Stephen King (1947). La produzione ita-
strangolare linvasore, lintruso. Oggi la legge italia- liana ed europea insignificante. E lItalia vive di
na punisce il padrone di casa o il gioielliere che spara cultura americana e inglese importata. Basta scorrere
al ladro per legittima difesa e/o per difendere la sua gli autori delle collane della Mondadori.
propriet! Paese che vai, diritto che trovi. ---II---
5. Il re di Spagna svolge la funzione di deus ex ma-
china della tragedia antica: incanala la novella verso
la soluzione che accontenta tutte le parti. chiaro poi
che le decisioni di un re sono non si possono discute-
re e sono sempre giuste
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 95
Un frate domenicano, madonna Barbara e madre, la quale le dice che stata ingannata. Adirato,
il quinto evangelista (I, 2) il duca manda soldati per tutta la regione ad ammaz-
zare frati. Infine d la figlia in moglie a un piccolo
Riassunto. In Germania viveva un ricco signore, il barone. Egli e la moglie terminano amareggiati i loro
duca di Lanzhueta, che aveva ununica figlia, molto giorni.
bella, di nome Barbara. La ragazza si fissa di fare vo-
to di castit e nulla le pu far cambiare idea, tanto che Commento
alla fine i genitori si rassegnano. Essa pregava e face- 1. Per entrare nel mondo dello scrittore napoletano
va digiuni tanto che la sua fama si diffuse in tutta la bisogna tener presente che nel Basso Medio Evo la
Germania e poi anche in Italia. Cos, per vederla, ini- Chiesa attirava i giovani di tutte le classi sociali, for-
ziano i pellegrinaggi, non sempre ispirati da buone niva loro cultura, chiedeva loro soltanto di esserle fe-
intenzioni. Un frate domenicano, bravo predicatore, deli. In cambio concedeva prestigio, denaro e la mas-
girava il paese con false reliquie e faceva spessissimo sima libert sessuale. I giovani, soprattutto delle clas-
miracoli. La sua fama giunge alle orecchie della ra- si pi povere, trovavano quindi nella Chiesa una ec-
gazza, che lo vuole vedere per chiedergli consiglio e cezionale occasione per abbandonare la loro povert,
lo invita. Il frate era giovane e robusto e, quando vide per avere cultura, prestigio, denaro, cibo in abbon-
la ragazza, se ne innamora. Fa fatica a controllare i danza, soddisfazioni sessuali con maschi come con
suoi desideri, ma loda la scelta di Barbara di restare femmine. Soltanto la Chiesa garantiva una vita eco-
vergine. Anzi persuade la famiglia a costruire un mo- nomica soddisfacente. E gli ordini religiosi hanno
nastero per la figlia e le altre donne che volevano vi- uno sviluppo esponenziale: francescani e domenicani
vere come lei. In breve il monastero costruito. ecc., che sottraggono ricchezza alla classe nobiliare.
dedicato a santa Caterina da Siena. In poco tempo si Di qui gli attriti fra mobilit (o Stati) e Chiesa di Ro-
riempie di giovani figlie dei nobili della regione. Egli ma. Francesco Petrarca, il maggior poeta del Trecen-
le convince che il modo migliore di lottare contro il to, prende gli ordini minori per convenienza e per la
maligno quello di confessarsi. Cos diventa il loro sua parrocchia di Santa Giustina (Padova) passa sol-
padre spirituale. A questo punto mette in atto la se- tanto per intascare le decime. Convive con una donna
conda parte del piano. Una sera prende il messale di che gli d due figli. Nessuno gli rimprovera questa
Barbara e vi infila un biglietto scritto a lettere doro: vita. Soltanto il concilio di Trento (1545-63) pone or-
Tu concepirai il quinto evangelista e rimarrai vergi- dine alla vita sessuale dei parroci: in giro per la cano-
ne. Poi lo rimette al suo posto. Quando lo prende e nica potevano andare soltanto donne che avevano
legge la frase, la ragazza si preoccupa non poco e va compiuto 40 anni, che erano un vero orrore.
a chiedergli consiglio. Il frate dice che non deve cre- 2. Lo scrittore racconta una storia dolente: anzich
dere a quelle tentazioni del maligno. Lei se ne va con- pensare al matrimonio, la ragazza si intestardisce a
tenta. Allora egli d al suo chierichetto altri santini voler restare vergine e a passare la vita tra preghiere e
simili da lanciare nella stanza della ragazza. Essa al- digiuni. E poi arriva un giovane e santo frate e si fa
lora ritorna dal frate, il quale risponde che potevano ingannare. Una vergogna per la famiglia. Anche i no-
provenire da Dio come no. Ma doveva restare nella bili risultano creduloni: una vergogna doppia
decisione precedente. Sarebbe venuto per nella sua 3. Ovviamente la costruzione del monastero troppo
cella a celebrare una messa. Il giorno dopo va. Per rapida. Ma quel che conta la storia, non le difficolt
tutta la messa il chierichetto continua a lanciare san- tecniche o i punti inverosimili della storia, che non
tini. Alla fine la donna chiede come potr obbedire a interessano al lettore. Il lettore si pu porre anche
Dio se non conosce uomo. Quindi pensa che il frate, unaltra domanda: valeva la pena di fare tutta quella
uomo buono e pio, sia la persona giusta. Egli rispon- fatica per conquistare la ragazza? Non era troppa?
de che ha fatto voto di castit, ma, per non permettere Non conveniva pensare a un altro modo per conqui-
che le carni della ragazza siano contaminate da altre starla, ad esempio rapirla e violentarla? O, addirittura,
mani, disposto a sacrificarsi. Si sarebbero preparati non era meglio lasciar perdere? O semplicemente an-
pregando fino a sera. Giunta lora, entra nella cella dare in un bordello o, al limite, consolarsi con un al-
della ragazza. Ma non ha fretta, anche se il desiderio tro frate? Molto spesso neanche i grandi romanzieri
lo prende. La vuole prima vedere nuda. Mette due di massa si pongono queste semplici domande.
torce ai lati e le dice di spogliarsi. bellissima. Per 4. La formazione teatrale di Masuccio si vede nella
poco egli non sviene dallemozione. Quindi inizia a scena in cui fa spogliare Barbara tra due fiaccole. I
baciarla. La possiede per tutta la notte tante volte movimenti delle fiamme creano e ricreano ombre
quanti i doni dello Spirito Santo. Barbara ci prende sensuali sul corpo della donna e sulle pareti della
gusto, anche se lo faceva per obbedienza. Alla fine stanza, e aumentano a dismisura leffetto erotico.
rimane incinta. Il frate allora si preoccupa. Le dice 5. Si pu confrontare il meccanismo di questa novella
che sarebbe andato dal Santo Padre e sarebbe ritorna- con il meccanismo ben pi elaborato di Andreuccio
to a prenderla con i cardinali. La ragazza gli crede. Il da Perugia (II, 5), che ha per deuteragonista una pro-
frate ritorna in Italia e si perde in Toscana, dove con- stituta siciliana. La novella ambientata nei quartieri
tinua a imbrogliare chiunque incontrava. Poich i di Napoli. Il meccanismo della novella di Boccaccio
cardinali non arrivano, Barbara confessa tutto alla pi scorrevole e credibile.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 96
6. Un confronto si pu fare anche tra il voto di castit te daccordo. Aggiunge che avrebbe portato un suo
di Lucia Mondella (Promessi sposi) e quello di Bar- confratello, che si sarebbe fatta la serva. Agatha rife-
bara. I due contesti sono radicalmente diversi. I con- risce tutto alla serva, che contenta della notizia. Il
fronti si possono allargare ad altri personaggi del ro- giorno dopo il marito deve uscire di casa. Agatha si
manzo e dei racconti. Possono riguardare le figure finge ammalata e manda la serva a chiamare il frate.
degli ecclesiastici nel Novellino e nei Promessi sposi, Come daccordo, il frate viene con il confratello.
ad esempio la figura di don Abbondio, di fra Galdino Giunto a casa della donna, dice che le reliquie fanno
(quello delle noci), di fra Cristoforo, del padre pro- pi effetto se precedute dalla confessione. Cos nella
vinciale, di Federigo Borromeo ecc. Un altro confron- stanza rimangono le due donne e i due frati. Per cac-
to pu riguardare i nobili di Manzoni e i nobili di Ma- ciarla meglio, fra Nicol si toglie le mutande e le
succio. possibile tirare fuori anche un terzo inco- getta in capo al letto. Era gi arrivato alla terza lepre,
modo: fra Timoteo, il cinico frate della Mandragola quando sente arrivare maestro Ruggero. Si risistema
(1518), che pensa a fare i suoi interessi e gli interessi in fretta e furia, fa entrare i servi, ma dimentica le
del convento, e che non resiste alla tentazione di sa- brache. Il marito non contento di vedere i frati.
pere come la storia andr a finire. I confronti servono Agatha gli dice che lavevano guarita con le reliquie
per vedere come un argomento, un tema, una figura di san Griffone. Allora il marito, credulone, ringrazia
sono visti in modi diversi e magari contrapposti da Dio, san Griffone ed anche il frate. Andandosene, il
scrittori diversi e di societ diverse. Per derubare la frate si accorge che il suo cane sbatte ora di qua, ora
Chiesa e gli ordini religiosi prima la Rivoluzione di l. Gli viene in mente che ha dimenticato le brache.
francese (1789), poi Napoleone (1805) sciolgono i Il compagno lo rassicura: le avrebbe trovate la serva,
monasteri e ne incamerano i beni. Erano arrivati i che poi le avrebbe nascoste. Fra Nicol si augura che
predoni e i bottegai, nati dalle idee e dalla penna cau- non ne seguisse uno scandalo. Laltro aggiunge che i
stica degli illuministi, che dicevano che tuti gli uomi- frati domenicani vanno in giro a cacciare senza mu-
ni erano uguali e che anche la borghesia aveva il di- tande. Poi si confidano: fra Nicol era alla terza
ritto, come nobili e clero, di arraffare.. starna, laltro al secondo chiodo. Invece maestro Rug-
---II--- gero si accorge delle brache, le riconosce del frate e
chiede spiegazione. La donna risponde prontamente
Fra Nicol da Narni e le brache di san che il frate aveva lasciato da lei la reliquia, per pro-
Griffone (I, 3) lungarne leffetto benefico. Aveva chiesto lei di la-
sciargliela. Il marito si rasserena. Le crede o finge di
Riassunto. Tempo addietro a Catania viveva Ruggero crederle. Conoscendo il marito, Agatha pensa bene di
Campisciano, dottore in medicina. Da vecchio prende togliergli ogni sospetto mandando la serva al conven-
moglie. Si chiamava Agatha. Era molto bella. E di- to. Doveva dire di tornare a prendersi la reliquia. La
viene geloso anche degli amici. Le impone di guar- serva corre e trova subito fra Nicol. Il frate va dal
darsi sia dai laici sia dai religiosi, anche se egli era padre guardiano, racconta la storia e chiede aiuto. Il
tesoriere dei frati minori. Un giorno in citt viene un padre guardiano si rabbuia, gli chiede perch non
frate, ipocrita e imbroglione come tutti gli altri, ma stato pi attento. Facendo cos portava discredito
giovane e bello. Si chiamava fra Nicol da Narni. sullordine e poi toccava a lui aggiustare gli errori.
Aveva studiato a Perugia, era bravo predicatore ed Poi chiama a raccolta i frati e dice del miracolo fatto
era stato compagno di san Bernardino. Un giorno, da san Griffone. Li mette in ordine per due, poi in
mentre predica, la vede e comincia a fissarla. La don- processione, preceduti dalla croce, vanno alla casa del
na lo guarda, gli pare bello, e pensa di andare a con- loro tesoriere. A Ruggero il padre guardiano dice che
fessarsi da lui. Finita la predica, gli si fa incontro. i frati portavano di nascosto le loro reliquie a casa di
Lui, per nascondere il suo desiderio di possederla, di- chi ne aveva bisogno e poi di nascosto le riportavano
ce che non poteva confessarla. Ma poich la moglie al convento, per non far venir meno la fede nei mira-
del loro procuratore, lavrebbe fatto. Alla fine della coli, se non avevano fatto effetto. Ma ora, davanti al
confessione la donna chiede al frate se c un modo miracolo, aveva pensato bene di venire a riprenderle
per eliminare la gelosia del marito. Magari con im- con una grande processione pubblica. Il marito, ve-
piastri derbe. Il frate contento: si vede aperta la dendo davanti a s tutto il capitolo dei frati, pensa che
porta di casa. Ma risponde che la causa di tutto era la mai essi avrebbero coperto unazione poco pulita. Si
bellezza della donna e un uomo saggio doveva essere persuade delle parole del padre guardiano, prende per
per forza geloso. Lei chiede lassoluzione. Il frate le mano lui e il predicatore e li porta in camera della
risponde che non poteva dargliela senza laiuto di lei. moglie. Il padre guardiano bacia le brache, le fa ba-
La donna, sicura che il frate fosse gallo e non cappo- ciare al marito, alla moglie e a tutti i presenti, quindi
ne, dice che voleva concedergli il suo amore. Il frate le depone nel tabernacolo che aveva portato con s.
risponde che insieme avrebbero gustato la loro giovi- Poi, cantando il Veni Creator Spiritus, se ne ritorna in
nezza. Lei dice che ogni mese ha un momento di de- processione al convento tra due ali di folla. Qui le de-
bolezza ed ha bisogno del medico. Un giorno in cui il pone in chiesa sullaltar maggiore. Dovunque andas-
marito assente si finge ammalata, cos il frate pote- se, maestro Ruggero parla del miracolo che aveva fat-
va andare da lei con la reliquia di san Griffone. Il fra- to guarire la moglie e aumenta la devozione popolare
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 97
verso lordine francescano. Mentre egli incrementa la no e cerca un passaggio su una nave. Fra Girolamo
fama del convento, fra Nicol e laltro frate conti- con alcuni suoi compagni prende invece una barca di
nuano la caccia. Citando il medico arabo Avicenna, la Amantea. Sulla barca fingono di non conoscersi, co-
donna dice con saggezza che un rimedio saltuario me fanno gli imbroglioni nelle fiere. Una tempesta
giova, ma un rimedio continuo guarisce. E il rimedio per manda tutti su una spiaggia vicino a Sorrento. Il
del santo frate lavrebbe fatta guarire. brutto tempo li avrebbe trattenuti per qualche giorno
in quei luoghi. Perci fra Girolamo pensa di mettere
Commento subito alla prova la falsa reliquia del cavaliere. In-
1. Lo scrittore descrive uomini e donne, nobili e reli- forma del suo piano frate Mariano, chiede al vescovo
giosi, tutti affamati di sesso e sempre a caccia di pre- di poter fare una predica il giorno dopo che era do-
de. I frati di tutti gli ordini insidiano anche le tasche menica. Durante la predica avrebbe mostrato una re-
dei nobili e del popolo. Lo scrittore dileggia la credu- liquia. Il vescovo fa diffondere la notizia per il conta-
lit del pubblico, il culto dei miracoli e delle reliquie. do. Il frate fa una lunga predica preparatoria: sicura-
La polemica contro le reliquie si trova ampiamente mente per volont divina erano finiti sulle loro spiag-
anche nel Decameron di Boccaccio e in altri scrittori. ge. Come premio della loro devozione Dio aveva vo-
2. In greco t agath significa le cose buone, A- luto che mostrasse loro una reliquia miracolosa: il
gatha quindi la bona. Gli scrittori stanno sempre braccio e la mano destra di san Luca. Essi avrebbero
attenti ai nomi e ai suoni dei nomi. Alberto Pincherle ottenuto indulgenze, se facevano offerte alla reliquia
non avrebbe mai avuto successo, neanche se scriveva secondo le loro capacit. Poi bacia la cassetta e mo-
un Decameron bis. Ma, divenuto Alberto Moravia stra il santo braccio ai presenti. Dal fondo della chie-
(prende il cognome della madre), entra nel paradiso sa fra Mariano, fattosi domenicano, si mette a urlare
degli scrittori laici ed adorato e santificato. La stes- che la reliquia era falsa ed egli un bugiardo. Il vesco-
sa cosa vale per Italo Svevo, che allanagrafe non si vo e gli altri prelati gli dicono di tacere. Invece egli
chiamava cos. Molti scrittori professionisti si firma- urla ancora pi forte. A questo punto fra Girolamo
no con uno pseudonimo, che addirittura possono chiede silenzio, si rivolge a Dio e gli chiede di fare un
cambiare a seconda del genere di romanzi che scrivo- miracolo. Allora fra Mariano comincia ad urlare e a
no. contorcersi, diviene balbuziente e poi muto del tutto,
3. La novella pu essere confrontata con la novella di fino a cadere a terra morto. Il popolo inizia a mormo-
Boccaccio in cui compaiono le brache: La badessa e rare di stupore. Il frate allora lo fa deporre davanti
le brache del prete (IX, 2). La badessa per errore si allaltar maggiore. Lavrebbe resuscitato e gli avreb-
mette in testa le brache del prete con cui stava forni- be ridato la parola, affinch la sua anima non finisse
cando. Una novizia, colta in fragrante con il suo ra- allinferno. Con un coltellino gratta in un bicchiere
gazzo, glielo fa notare. La badessa smette di rimpro- pieno dacqua un po dunghia della mano del santo,
verarla e se ne ritorna dallamante. Il tempo della- fa bere lacqua al morto che subito si rialza e si rimet-
more prezioso e non va sprecato. La giovinezza te a parlare e a invocare Ges. Fra Girolamo fa poi
bella, ma si fugge tuttavia, fugge via rapidamente, mettere la cassetta sullaltare in modo che la gente
parola di Lorenzo de Medici. passasse e lasciasse lelemosina. Alcune donne dona-
---II--- no i gioielli che hanno addosso. Per tutta la giornata
la reliquia rimane esposta. A sera il frate fa raccoglie-
Fra Girolamo da Spoleto e il braccio di re tutto e con gli altri frati se ne va. Fa anche certifi-
san Luca (I, 4) care i miracoli che la reliquia ha fatto. Il giorno dopo
i frati partono per la Calabria, dove con i loro imbro-
Riassunto. Al tempo di Giacomo di Borbone (1415) a gli raccolgono molto altro denaro. Fanno la stessa co-
Napoli giunge fra Girolamo da Spoleto, un abile sa in altre citt dItalia e allestero, tanto che diven-
predicatore, che acquista ben presto una vasta fama. gono ricchissimi. Infine ritornano a Spoleto. Qui fra
Un giorno ad Aversa in un convento di frati predica- Girolamo con la mediazione di un cardinale compera
tori gli mostrato il corpo, ancora intatto, di un nobi- un vescovado, non per simonia, come si faceva un
le cavaliere. Egli immagina subito come far denari tempo, ma per procura, come si diceva al presente. E
con qualche reliquia del morto. Cos poi si sarebbe con fra Mariano vive nellabbondanza e nellozio per
dato alla bella vita e forse avrebbe anche comperato il resto della vita.
qualche carica ecclesiastica. Molti religiosi vivevano
imbrogliando i creduloni: vendevano assoluzioni in Commento
cambio di denaro e si riempivano le budella di quat- 1. Nel Medio Evo esiste la libert di pensiero e di pa-
trini, anche se la regola dellordine lo vietava. Fra rola. Le porno-novelle di Masuccio lo dimostrano.
Girolamo corrompe il sacrestano del convento ed ot- Neanche lonnipotenza della Chiesa cattolica riesce
tiene il braccio e la mano del cavaliere. Poi ritorna a ad imporre un pensiero unico. Tommaso dAquino
Napoli. Ritrova il suo compagno fra Mariano da Sa- accusato di eresia dal concilio di Parigi (1274), poi
vona, abile artista quanto lui, e insieme vanno in Ca- diventa il maggiore teologo della Chiesa. Oggi un
labria, una provincia abitata da gente ignorante. Per Novellino o la stessa Divina commedia manderebbero
prudenza fra Mariano si traveste da frate domenica- allergastolo per leternit i loro autori. Dante mette
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 98
allinferno i sodomiti, cio i culatoni (If XV). Essi dice che, non appena il marito fosse uscito di casa, si
sono tutti ecclesiastici e grandi letterati. Invece mette sarebbe concessa a lui. Anche un altro vicino di casa
in paradiso, nel cielo degli spiriti amanti, Cunizza da si innamora della ragazza. Si chiama Marco, fa il sar-
Romano (un paese presso Treviso), che era una nin- to ed giovane e bello. Corteggia con garbo e intelli-
fomane, e Raab, che era una prostituta democratica, genza la ragazza che a un certo punto gli promette di
che si vendeva ad amici e a nemici, e che era pure sua spontanea volont che si sarebbe concessa a lui.
una traditrice, perch consegna i suoi concittadini agli Alcuni giorni dopo il marito della donna deve partire
ebrei, che li sterminano (Pd IX). per Palermo. Marco incontra Massimilla ad una festa
2. Per lo scrittore i religiosi di tutti gli ordini usano la e ne molto contento. I due si divertono. Alla fine
religione per fare i loro interessi economici e per sod- della festa le chiede di mantenere la promessa. La ra-
disfare i loro istinti sessuali, che dovrebbero control- gazza gli dice di seguirla con discrezione. Il marito
lare. Cos il mondo risulta vuoto, squallido e senza della donna aveva una casetta dove lavorava o ripo-
ideali. I nobili dovrebbero riempirlo con i loro ideali, neva gli attrezzi. Massimilla pensa che sia un luogo
ma anchessi risultano di poco conto. Con le critiche discreto per passare tutta la notte insieme. Sapendo
ai religiosi Masuccio tocca sul vivo una classe socia- che il marito partito, il prete va a casa della donna e,
le, che allora era potentissima. Oggi non provoche- non trovandola, va a vedere se era nella casetta del
rebbe le stesse reazioni, perch il clero ha perso sia marito. Appena arrivato, si mette a bussare, pensan-
importanza sia prestigio. Lo scrittore potrebbe allora do che sia sola. Il sarto invece ha appena iniziato a
parlare dei politici? pericoloso. I politici italiani ri- baciarla. Egli le ricorda la promessa, ma la donna non
tengono calunniose e offensive anche le vignette sati- gli vuole aprire. Allora egli passa alle minacce. La
riche. Essi fanno intervenire subito laccusa di vili- donna, sapendo che il prete non sentiva ragione, dice
pendio. Invece incassare tangenti fino al 15% (insom- al sarto di nascondersi in soffitta e di tirare su la sca-
ma pi del pizzo della mafia) per loro naturale, il la. Avrebbe risolto il problema in poco tempo. Marco
loro stauts symbol. Bettino Craxi (1934-2000), segre- accetta, anche perch non aveva il cuore di leone. La
tario del PSI, inventa il socialismo delle tangenti. E, donna fa entrare il prete, che senza ritegno si mette
scoperto, scappa in Tunisia per evitare la galera. Gli subito a baciarla e a nitrire come un cavallo. Sapendo
altri partiti prendono esempio da lui. di essere guardata dal sarto, la donna cerca di difen-
3. La novella pu essere confrontata con la novella di dersi, ma debolmente. Il prete per vuole concludere
Boccaccio in cui compaiono reliquie: Frate Cipolla e grida che vuole mettere il Papa a Roma. E la scara-
(VI, 10). Il frate vuole mostrare la penna dellangelo venta sul letto. Marco soffre a vedere la scena, ma
Gabriele e poi per uno scherzo che subisce mostra i non ha pi paura, perch le battute di spirito sono il
carboni di san Lorenzo Un errore voluto dal cielo, suo pane quotidiano. Perci pensa che a Roma il Papa
perch di l a poco era la festa di san Lorenzo, marti- non poteva andare senza un accompagnamento di
rizzato sui carboni accesi! Le due prediche preparato- musica. E, tirata fuori la piva dalla cintura, si mette a
rie sono simili. Oggi i laici deridono la creduloneria suonare una entrata in porto, facendo con i piedi un
del popolino medioevale. E dimenticano che i laici gran rumore. Il prete, pensando che sia il marito o i
sono assidui frequentatori di cartomanti, maghi e im- parenti della donna, prende le sue cose e si d precipi-
broglioni di ogni tipo. Gli economisti di fama che nel tosamente alla fuga per la porta rimasta aperta. Marco
1929 giocavano in borsa a New York non erano di- scende con pi coraggio di quanto era salito e trova la
versi da Pinocchio che si era fatto convincere di se- Massimilla che si stava sbellicando dalle risate. Ri-
minare le sue monete nel Campo dei Miracoli, perch prende il bacio interrotto, aggiungendo che, se il Papa
si sarebbero moltiplicate senza che lui dovesse lavo- non poteva entrare in Roma senza musica, il Turco
rare e far fatica non pu entrare senza balli a Costantinopoli.
4. Il lettore, se ha voglia, pu confrontare il clero dei
Promessi sposi con il clero descritto da Masuccio. E Commento
chiedersi chi ha ragione 1. Lo scrittore anticlericale e filonobiliare. Ma, al di
---II--- l di queste scelte, non ci sono in nessuna classe so-
ciale figure idealizzate. La sua visione del mondo e
La Massimilla concupita da un prete e della cultura troppo limitata. E le sue storie oscene
da un sarto, ai quali si era promessa (I, 5) sono troppo povere e troppo ripetitive. Il sesso non
mai liberatorio n lesplosione degli istinti vitali.
Riassunto. In passato, quando la citt era ricca, vicino soltanto la droga pi efficace per ubriacarsi e dimen-
ad Amalfi viveva un prete, don Battimo, che era gio- ticare una realt economica e sociale del tutto insod-
vane e bello e si era dato al servizio delle donne pi disfacente, che porta la nobilt a ribellarsi due volte
che a quello di Dio, tanto che a molti compaesani a- contro la monarchia napoletana.
veva posto in capo la corona con le corna. Una sua 2. La novella di Massimilla, bella, sposata, ma dispo-
vicina di casa, Massimilla, moglie di un falegname, nibile con i vicini di casa, pu essere confrontata con
era orgogliosa della sua bellezza, ma proprio per que- la Mandragola (1518) di Niccol Machiavelli. Lo-
sto non si era mai degnata di guardarlo. Allora egli nestissima Lucrezia, moglie di Nicia, un avvocato
inizi a importunarla, tanto che alla fine la donna gli fiorentino, ingannata e persuasa o costretta a conce-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 99
dersi a Callimaco, un bello e ricco trentenne, che si gna, una delle attrazioni artistiche della citt ed l
innamorato di lei e della sua bellezza (in altre parole, da 450 anni. I laici bacchettoni ridevano quando il
la vuole semplicemente possedere), e lascia Parigi, papa fece coprire gli enormi membri maschili dipinti
per realizzare il suo proposito. Lo scrittore, che non da Michelangiolo Buonarroti a casa sua, nella Cap-
era del tutto privo di cervello, alla fine scopre che tut- pella Sistina. Nel 2016 Facebook aveva censurato la
ti sono contenti (Nicia ha un figlio, Callimaco ha foto della bambina vietnamita che corre nuda in se-
unamante, Sostrata ha un nipotino, fra Timoteo un guito a un attacco al napalm, scattata dal fotografo
po di denaro). Ma che il prezzo da pagare troppo Nick Ut nel 1972 e divenuta unicona dei crimini sta-
elevato: lo scardinamento dei valori che stanno alla tunitensi in Vietnam, ed costretto a cambiare idea in
base della societ. E tutto per frullare una donna spo- seguito alle proteste ricevute.
sata, che era bella e onesta, e che parola del marito 6. Dovrebbe essere chiaro che ogni societ e ogni cul-
aveva pure i piedi freddi. Ne valeva la pena? Gli tura sono chiuse in se stesse e che storicamente non
errori si scoprono sempre dopo. Oltre a ci Lucrezia, fanno i conti con le altre societ, fino allavvento di
sentendosi raggirata da marito, madre, confessore, Internet e della globalizzazione (1990-2000). E che i
scopre il potere della vagina sugli uomini, impara a valori di ogni societ sono conflittuali in modo irri-
usarlo e ne approfitta per dominarli. mediabile con quelli delle altre societ e civilt. La
3. La battuta finale fa parte della cultura del tempo. Si Chiesa cattolica e la pittura italiana ed europea non
trova anche nella Mandragola (1518) di Niccol Ma- hanno paura del nudo. La cultura araba invece vieta
chiavelli: Io so che la Pasquina entrer in Arezzo sia il nudo, sia la figura vestita e privilegia gli arabe-
(IV, 8). La Pasquina il pene, Arezzo la vagina. La schi. La soluzione dei conflitti pu essere la censura
battuta oscena ha alle spalle una macchina da guerra del cosiddetto politically correct e leliminazione
prima romana e poi medioevale, lariete, usato per preventiva di tutto ci che potrebbe offendere qualche
sfondare le porte delle citt assediate. fascia sociale (lipotesi considerata da Ray Bra-
4. Ovviamente la novella e lopera si possono con- dbury in Fahrenheit 451, 1953), ma pu essere anche
frontare con i personaggi nobili del Decameron ed una semplicissima e banalissima avvertenza, hic sunt
anche con i giovani nobili (i servi non fanno testo) di leones (Qui ci sono i leoni), da mettere ai margini
Romeo e Giulietta (1597) di William Shakespehare. della propria cultura, quando ci si allontana. Insom-
Per chi osa, anche con i personaggi veneziani di ma, se vai a vedere, se metti il naso fuori della porta o
Bilra (1530). Venezia era il Meridione del nord, i della finestra o della tua cultura, la responsabilit
canali una fogna allaria aperta, perci i veneziani tua, perch puoi trovare cose per te offensive e scan-
vanno in villa nel retroterra, lungo la Brenta. O di dalose. In India si lasciano andare le mucche per le
Stephen King. strade, nel resto del mondo no. La censura dovrebbe
5. Dopo aver incontrato Masuccio il lettore pu ri- risultare subito eliminerebbe dalla circolazione qua-
scontrare pi che mai lenorme variet di prospettive si tutta la produzione pittorica e buona parte della
culturali finora incontrate e arricchite da quelle che scultura antica, greca e romana, e moderna, italiana e
seguiranno. Noter il loro radicale e inconciliabile europea. Un costo e uno spreco insostenibile.
contrasto. E dovr riflettere sui rapporti tra cultura e ------------------------------II-----------------------------
amore, cultura e sesso, letteratura e amore, letteratura
e sesso, letteratura-amore-sesso-passione-morale pub-
blica-e-privata. Si divertir anche con un nuovo ar-
gomento: la pornografia. E si chieder in che cosa
consiste la pornografia In un corpo nudo di donna
(ma ce ne sono tanti nelle chiese!) o di uomo (ugual-
mente ce ne sono tanti nelle chiese, piselli compresi,
e nelle piazze italiane, piselloni compresi!) o negli
occhi impuri di chi guarda. Paolo di Tarso o, se si
preferisce, san Paolo scrisse che omnia munda mun-
dis (Tutto puro per i puri!) (Lettera a Tito, I, 15).
Il comune di Londra costringe gli organizzatori della
mostra a ritirare i manifesti con una Venere nuda
(1529) di Lucas Cranach il Vecchio dalla metropoli-
tana di Londra (2008). Facebook censura la statua di
Nettuno a Bologna (2017), laccusa per contenuti
sessualmente espliciti. Da parte sua Google censura
Lorigine del mondo (1866) di Gustave Courbet
(2016) per gli stessi motivi: una mano con il pollice
in gi esprime il suo giudizio sul quadro incriminato.
La fontana di Nettuno, che si trova nella piazza omo-
nima, stata realizzata nel 1566 dallo scultore fiam-
mingo Jean de Boulogne, italianizzato in Giambolo-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 100
UMANESIMO E RINASCIMENTO prima della caduta di Costantinopoli in mano ai turchi
(1453). A Roma sono portate alla luce e studiate sta-
(1390-1530) tue romane o dinflusso greco, che provocano una ri-
presa originale della statuaria antica. Il latino diventa
Tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento in la lingua ufficiale degli umanisti; e leloquenza di-
Italia inizia un ampio processo di rinnovamento, che venta il fine ultimo della cultura e della pedagogia
investe tutta la cultura. Esso ha le sue radici in quegli umanistiche.
intellettuali che ammirano il mondo latino e che per-
ci cercano sistematicamente codici antichi, li raccol- 2. Una nuova visione delluomo e dei suoi rapporti
gono, li copiano e li diffondono. A inaugurare questa con la natura e con Dio. Luomo, come nel mondo
pratica Francesco Petrarca (1304-1374), seguito da antico, diventa il centro di attenzione sia per la lette-
Giovanni Boccaccio (1313-1375). In ambito letterario ratura sia per le altre arti. Ed celebrato per le sue
questa rinascenza prende il nome di Umanesimo; in capacit intellettuali e civili, grazie alle quali pu co-
ambito artistico prende il nome di Rinascimento. struire la citt ideale qui sulla terra ed essere lartefice
LUmanesimo si conclude alla fine del Quattrocento; del suo destino. Gli studia humanitatis, cio lo studio
il Rinascimento invece prosegue fin oltre il 1530. della letteratura e soprattutto degli autori classici, ol-
Le citt pi importanti in cui questo rinnovamento si trepassano i limiti dellerudizione e della conoscenza
sviluppa sono Firenze, Roma, Venezia, Milano e fine a se stessa, come pure del semplice godimento
Napoli, ma anche altri centri come Urbino, Ferrara e estetico. E diventano gli strumenti e il modello di un
Modena. Gli umanisti della prima met del secolo so- processo di educazione totale delluomo, il cui fine
no Coluccio Salutati (1331-1406), Giannozzo Manetti non tanto quello di fornire abilit specialistiche,
(1369-1459), Leonardo Bruni (1370-1444), Poggio quanto quello di formare un uomo equilibrato, capace
Bracciolini (1380-1459), Leon Battista Alberti (1404 di confrontarsi con se stesso, ed aperto al mondo e-
-1472) e Lorenzo Valla (1405-1457). sterno e alla vita sociale con gli altri. Le humanae lit-
Gli umanisti della seconda met del secolo sono terae, cio la letteratura, la parola scritta ed il discor-
Giovanni Pontano (1422-1503), Luigi Pulci (1432- so eloquente, parlano delluomo nella sua totalit; e
1484), Matteo Maria Boiardo (1441-1494), Lorenzo tendono a mettere in luce e a celebrare la nobilt
de Medici (1449-1494), Agnolo Poliziano (1454- delluomo, che stato messo da Dio al centro dellu-
1494), Iacopo Sannazaro (1455-1530) e Giovanni Pi- niverso, e la sua eccellenza, sia intellettuale sia prati-
co della Mirandola (1463-1494). ca. La vita terrena non pi in funzione della vita ul-
Il Rinascimento delle arti si sviluppa per tutto il Quat- traterrena. Essa acquista una sua totale autonomia,
trocento, e raggiunge il suo massimo sviluppo alla fi- anche se il fine della vita continua ad essere la sal-
ne del Quattrocento e nel primo trentennio del Cin- vezza dellanima. Luomo per non ha fretta di anda-
quecento. Esso coinvolge tutte le arti: la pittura, la re in paradiso: ritiene di dover prima esprimere le ca-
scultura, larchitettura, lurbanistica. Gli artisti pi pacit che Dio ha messo in lui. Perci gli umanisti
importanti sono Filippo Brunelleschi (1377-1476), danno grande importanza alla pedagogia, che serve a
Lorenzo Ghiberti (1378-1455), Donatello (1386- educare e a potenziare le capacit intellettuali e mora-
1466), Leon Battista Alberti (1404-1472), Piero della li dellindividuo, e propongono una formazione inter-
Francesca (1410ca.-1492), Sandro Botticelli (1445- disciplinare. Allo stesso modo acquista una totale au-
1510), Leonardo da Vinci (1452-1519), Michelangio- tonomia la natura, che riscoperta e studiata non in
lo Buonarroti (1475-1564) e Raffaello Sanzio (1483- quanto simbolo della divinit, come succedeva nel
1520). Medio Evo, ma come espressione di bellezza e di per-
Molti artisti, come Brunelleschi, Alberti, Leonardo e fezione e come luogo in cui luomo attua la sua vita
Michelangiolo, danno contributi significativi in due o terrena.
pi discipline. La maggior parte di essi opera a Roma,
alla corte di papi mecenati e umanisti, e a Firenze alla 3. La nascita della filologia. Gli umanisti si avvicina-
corte della famiglia de Medici. no in modo nuovo anche ai testi antichi. Vogliono e-
I temi dellUmanesimo e del primo Rinascimento liminare gli errori dei copisti ed anche le interpola-
spesso coincidono. Essi sono: zioni introdotte nel Medio Evo. Essi vogliono leggere
i testi come sono usciti dalle mani dei loro autori (o
1. La riscoperta della letteratura e dellarte antica. almeno il pi possibile secondo la loro stesura origi-
La lingua e la letteratura latina erano sufficientemente nale) e nel preciso senso che i loro autori davano ad
conosciute anche nel Medio Evo. Ora per la cono- essi. La filologia, le cui basi sono poste da Valla, Er-
scenza della cultura classica migliora sia in termini molao Barbaro (1453-1493) e Poliziano, serve per ri-
qualitativi sia in termini quantitativi grazie alla sco- pristinare i testi che si sono corrotti nel corso del
perta di nuovi manoscritti. Si diffonde anche la cono- tempo. Applicando la filologia Valla mostra che la
scenza della lingua e della cultura greca con larrivo cos detta Donazione di Costantino, con cui la Chiesa
in Italia di numerosi intellettuali greci in occasione rivendicava il potere su Roma e sui territori limitrofi,
del concilio di Ferrara (1439-1442), che doveva riuni- un falso, che risale al VII sec. circa, perch usa il
ficare la Chiesa romana e quella bizantina, e poco latino che si parlava in tale periodo. Oltre a ci i testi
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 101
vengono storicizzati: sono letti ed interpretati dal dominio delluomo sulla natura e di continuare in tal
punto di vista della cultura e dellambiente in cui so- modo lopera di Dio. La magia diviene una scienza
no stati composti, non in base alle aspettative del let- operativa, capace di modificare la realt; ed con-
tore. Il mondo classico quindi non pi visto come trapposta alla fisica insegnata nelle universit, che
precursore del mondo cristiano e completato dalla ri- capace soltanto di descrivere la realt.
velazione; visto in modo autonomo, dal suo punto 6. La stampa. Un aiuto straordinario alla diffusione
di vista. Anzi un po alla volta si diffonde una valuta- delle idee e delle opere degli umanisti proviene dalla
zione negativa dei secoli precedenti: il Medio Evo di- stampa a caratteri mobili, inventata in Germania da
venta let di mezzo che separa il presente dalla gran- Johann Gutenberg (1394/99-1468) verso il 1445 (i
dezza del mondo antico. testi apparsi prima dellanno 1500 si chiamano incu-
naboli). In tal modo la diffusione dei libri aumenta
4. La riscoperta della natura e lelaborazione della per quantit e migliora per qualit. Diminuiscono gli
prospettiva. La natura acquisisce una sua autonomia e errori: ogni edizione pi corretta delle precedenti.
una sua dignit. Non pi il simbolo della divinit o Diminuiscono notevolmente anche i costi tipografici
una fonte di tentazioni per luomo. Essa colta per la e i prezzi di vendita, perci nuove classi sociali si
sua bellezza e per il suo splendore. Alcuni autori la possono aprire alla cultura. Nasce leditio princeps,
considerano come il luogo in cui si esprime la poten- cio ledizione di un testo approntata con criteri filo-
za creatrice di Dio. Essa quindi studiata in modo logici e derivata dal confronto dei migliori mano-
nuovo: non pi con la logica, di origine aristotelica, scritti di un testo, al fine di emendare errori e interpo-
ma con la matematica, di cui Platone (427-347 a.C.) lazioni e ripristinare il testo comera uscito dalle mani
aveva indicato le capacit conoscitive. Gli Elementi del suo autore. LItalia, con lOlanda, diventa il paese
di Euclide appaiono in traduzione nel 1475. Insomma che ha il maggior numero di stamperie. A Venezia, il
non pi luomo che si proietta verso Dio; Dio che centro pi importante, opera Aldo Manuzio (1450-
si manifesta alluomo sulla terra e attraverso lo 1515), che introduce un formato pi maneggevole per
splendore della natura. La riscoperta della natura e i libri (lin-8, cio cm 20-28 di altezza), e caratteri in
della realt avviene anche in ambito artistico con tondo e in corsivo, la cui eleganza decreta il successo
lelaborazione della prospettiva: lo spazio della pittu- della stampa italiana nel resto dellEuropa.
ra non pi uno spazio schematico, idealizzato, gros- ------------------------------II-----------------------------
solanamente empirico, costruito in funzione della fi-
gura umana. uno spazio autonomo, che il pittore Agnolo Ambrogini (1454-1494), che prende il nome
conosce, apprezza e ricostruisce con cura grazie di Poliziano, da Mons Politianus, cio Montepulcia-
alluso della geometria. Nasce cos la prospettiva, no, dove era nato, si trasferisce a Firenze nel 1464.
cio la visione geometrica dello spazio, che permette Qui si dedica agli studi letterari. Nel 1470 entra nella
allartista di vedere lo spazio, le cose, le figure, non cerchia dei letterati che frequentano la corte di Lo-
esteriormente ed approssimativamente, ma dal loro renzo de Medici, il quale nel 1475 gli affida leduca-
interno, a partire dalla loro struttura, e nella loro con- zione di Piero, il figlio maggiore. Nel 1478 si allonta-
creta corporeit. Lo spazio diventa tridimensionale e na da Firenze, per andare a Venezia, quindi a Manto-
caratterizzato dal punto di vista prescelto dallosser- va. Nel 1480 rientra a Firenze e nominato lettore
vatore; ugualmente diventano tridimensionali i corpi nello studio fiorentino. Muore nel 1494. Scrive le
che in esso appaiono. Luomo e le cose stabiliscono Stanze (1475-78, incompiute), in onore di Giuliano
un nuovo rapporto con lo spazio in cui vivono: prima de Medici, le Rime e numerose canzoni. Nella sua
lo spazio era povero e in funzione delle figure e della canzone pi famosa, I mi trovai, fanciulle, un bel
storia raccontata; ora diventa lambito in cui le cose e mattino, canta la giovinezza e la bellezza, che fuggo-
le figure inseriscono la loro concretezza e la loro esi- no e che perci vanno colte prima che sfioriscano.
stenza. Latmosfera della canzone magica ed evanescente,
come la rosa e la giovinezza che canta.
5. La magia. LUmanesimo non si sviluppa nelle uni-
versit, dominate dalla logica e dalle dottrine aristote- Agnolo Ambrogini, I mi trovai, fanciulle,
liche. I motivi sono molteplici: gli umanisti predili- un bel mattino
gono gli incarichi politico-amministrativi; ritengono
che la cultura sia incompatibile con un incarico sti-
I mi trovai, fanciulle, un bel mattino
pendiato, e soprattutto sentono la forte attrazione del-
di mezzo maggio in un verde giardino.
le corti. Ci non vuole dire che lUmanesimo sia osti-
le o indifferente alla scienza, poich propone unidea
Eran dintorno violette e gigli
di natura e di scienza assai diversa da quella professa-
fra lerba verde, e vaghi fior novelli
ta nelle universit. Esso si riallaccia alle correnti pla-
azzurri gialli candidi e vermigli:
toniche e neoplatoniche, e d grande importanza alla
ondio porsi la mano a cr di quelli
magia, allastrologia, allalchimia. La natura vista
per adornar e mie biondi capelli
come un grande organismo, retto da forze spirituali e
e cinger di grillanda el vago crino.
provvisto di anima. La magia permette di realizzare il
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 102
I mi trovai, fanciulle, un bel mattino Io mi trovai, o fanciulle, un bel mattino...
Ma poi chi ebbi pien di fiori un lembo, Quando la rosa ha aperto tutti i suoi petali,
vidi le rose e non pur dun colore: quando pi bella, quando pi gradita,
io colsi allor per empir tutto el grembo, allora il momento per metterla nelle ghirlande,
perchera s soave il loro odore prima che la sua bellezza possa fuggir via.
che tutto mi senti destar el core Cos, o fanciulle, mentre pi fiorita,
di dolce voglia e dun piacer divino. dobbiamo cogliere la bella rosa del giardino.
I posi mente: quelle rose allora Riassunto. Una fanciulla si rivolge ad altre fanciulle,
mai non vi potre dir quanteran belle; e racconta di essersi trovata un mattino di maggio in
quale scoppiava della boccia ancora; un bel giardino pieno di fiori. Essa incomincia a rac-
qualeron un po passe e qual novelle. coglierli, ma quando vede le rose affascinata dal lo-
Amor mi disse allor: Va, co di quelle ro profumo e nel cuore prova il dolce desiderio ed il
che pi vedi fiorite in sullo spino. divino piacere dellamore. E, mentre le guarda, il dio
Amore sembra che la inviti a cogliere le rose pi bel-
I mi trovai, fanciulle, un bel mattino... le. Ed essa le coglie, prima che la loro bellezza sfiori-
sca. E, come si coglie la rosa, cos si deve cogliere il
Quando la rosa ogni suo foglia spande, fiore della propria giovinezza, prima che passi.
quando pi bella, quando pi gradita, ------------------------------II-----------------------------
allora buona a metter in ghirlande,
prima che la sua bellezza sia fuggita: Lorenzo de Medici, detto il Magnifico (1449-
sicch fanciulle, mentre pi fiorita, 1492), deve assumere il governo della signoria di Fi-
coglin la bella rosa del giardino. renze nel 1469, dopo la morte prematura del padre.
Nel 1478 sfugge fortunosamente ad una congiura or-
I mi trovai, fanciulle, un bel mattino ganizzata dalla famiglia de Pazzi, mentre il fratello
---II--- Giuliano rimane ucciso. Fa giustiziare sommaria-
mente i congiurati, tra cui il vescovo della citt. Il pa-
Io mi trovai, o fanciulle, un bel mattino pa reagisce lanciando linterdetto su Firenze e prepa-
randosi a marciare sulla Toscana con il re di Napoli.
Io mi trovai, o fanciulle, un bel mattino Lorenzo ottiene lappoggio degli Sforza, signori di
di met maggio in un verde giardino. Milano, e del re di Francia, quindi con un audace vi-
aggio a Napoli riesce a convincere il re Ferdinando
Intorno vi erano violette e gigli dAragona ad abbandonare le ostilit contro Firenze.
in mezzo allerba, bei fiori novelli, Da quel momento diventa lago della bilancia della
di colore azzurro, giallo, bianco e rosso. politica italiana, e riesce a impedire lesplosione dei
Perci io allungai la mano a coglierli, conflitti esistenti tra i numerosi staterelli italiani.
per adornare i miei capelli biondi e cingere Muore nel 1492. Dopo la sua morte lequilibrio ita-
con una ghirlanda i miei lunghi capelli. liano spezzato e le tensioni esplodono: gli Sforza di
Milano invitano in Italia il re di Francia contro il re-
Io mi trovai, o fanciulle, un bel mattino... gno di Napoli (1494). Con la spedizione di Carlo
VIII, re di Francia, iniziano le invasioni dellItalia,
Ma dopo che io ebbi riempito un lembo della veste, che perde rapidamente le libert comunali. Lorenzo
vidi le rose e non soltanto di un colore: scrive numerose opere, tra cui le Rime, la Nencia da
io allora corsi per riempire tutto il grembo, Barberino e alcuni Canti carnascialeschi per il car-
perch il loro profumo era cos soave, nevale del 1490. Ad essi appartiene la Canzona di
che mi sentii risvegliare tutto il cuore Bacco e Arianna, una ballata che si caratterizza per
da un dolce desiderio e da un piacere divino. una ripresa malinconica, disperata e suggestiva.
Commento
1. Le ninne nanne sono scritte in latino perch esso
era divenuto la lingua ufficiale per gli umanisti. Essi
ritengono che soltanto il latino sia capace di esprime-
re adeguatamente i sentimenti dellanimo umano e le
molteplici espressioni, letterarie e civili, di una socie-
t. In tal modo dimenticano gli sforzi per costruire un
italiano letterario e interclassista compiuti nel Trecen-
to da Dante, Boccaccio e Petrarca. Daltra parte an-
che Petrarca scriveva in latino le opere che riteneva
importanti e usava litaliano soltanto per unopera
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 106
Il Cinquecento di riferimento per tutti gli scrittori. Il latino umanisti-
co continua ad essere usato, ma ritorna ad avere mag-
giore importanza la lingua volgare.
Il Cinquecento continua e sviluppa i motivi dellU-
manesimo e del Rinascimento del Quattrocento. Il se- Nella prima met del Cinquecento la produzione di
colo si apre con il Rinascimento maturo (1490-1530), commedie raggiunge livelli artistici straordinari. Gli
si sviluppa e si conclude con il Manierismo. Alla fine autori si ispirano alla produzione classica ed am-
del secolo sono gi visibili i primi elementi della po- piamente praticata la contaminazione, cio la fusione
etica della meraviglia del Barocco, che avranno la di motivi e di parti delle trame di due o pi comme-
loro massima diffusione nella prima met del Seicen- die. Ma anche il Decameron offre continui suggeri-
to. Tutte le arti sono coinvolte nel rinnovamento del menti.
linguaggio e dei motivi; e risentono dei grandi muta- Gli autori pi significativi sono i maggiori letterati
menti politici e religiosi che caratterizzano tutto il se- del tempo. Il cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena
colo. (1470-1520) scrive La Calandria (1513). Niccol
La letteratura continua il filone del poema cavallere- Machiavelli (1469-1527) scrive la Mandragola
sco e della lirica petrarchesca; e i temi umanistici del- (1518) e la Clizia (1524-25). Ludovico Ariosto
la dignit e delleccellenza delluomo si presentano (1474-1533) scrive la Cassaria (1508), i Suppositi
ormai acquisiti. Essa per si apre anche a nuovi ar- (1508), il Negromante (1519-20, 1528), la Lena
gomenti legati ai vistosi mutamenti politici, sociali e (1528) e gli Studenti (incompiuta). Angelo Beolco,
religiosi del tempo. Essa condizionata da alcuni av- detto Ruzante (1496ca.-1542), scrive in dialetto pa-
venimenti: le invasioni dellItalia da parte di eserciti vano la Prima orazione (1521), lAnconitana (1522),
stranieri, che si concludono con legemonia spagnola la Beta (1524-25), la Seconda orazione (1528), il
sulla penisola; la Riforma protestante (1517), che Dialogo facetissimo, La Moscheta e il Primo dialogo
rompe lunit religiosa dellEuropa e pone fine allu- (Parlamento de Ruzante che iera vegn de campo)
niversalismo medioevale; laffermarsi degli Stati na- (1529), il Secondo dialogo (Blora) (1530), La Pio-
zionali, che rompono luniversalismo politico medio- vana (1532) e la Vaccaria (1533).
evale; la lotta tra Spagna-Impero e la Francia per il
predominio in Italia e in Europa (1521-59); il malgo- Le commedie peraltro non svolgono una semplice
verno e loppressione politica spagnola, che continua funzione di intrattenimento e di evasione. Esse costi-
anche nel Seicento; il Concilio di Trento (1545-63) e tuiscono una complessa riflessione sulla realt.
la Controriforma, con cui la Chiesa cattolica ricon- Machiavelli va oltre le conclusioni a cui era pervenu-
quista legemonia culturale e religiosa che era stata to nel Principe. Ora lintelligenza fraudolenta ha la
messa in crisi dalla Riforma protestante. meglio sullonest e sui valori di Lucrezia, ma ha an-
La cultura si produce nelle corti e per le corti. Spesso che la meglio sullimpeto irrazionale e passionale con
per ha risvolti politici: essa d prestigio, perci rice- cui si doveva sbloccare la ragione in stallo.
ve unattenzione particolare. I maggiori centri cultu- Ariosto abbandona lironia e il disincanto dellOr-
rali sono, come nel Quattrocento, Roma e la corte pa- lando furioso, recupera il mondo delle commedie la-
pale, Firenze, Venezia, Ferrara, Urbino, Milano, Na- tine ed offre un brutale spaccato della realt del suo
poli. tempo: nemmeno la corte immune dalla degrada-
I maggiori autori del Cinquecento sono Ludovico A- zione, anche se il principe assolto; e i protagonisti
riosto (1474-1533) e Torquato Tasso (1544-1593), cercano di soddisfare i loro istinti e i loro desideri, e
che continuano il filone del poema cavalleresco che di barcamenarsi sul mare accidentato della vita.
aveva avuto un grande sviluppo nel Quattrocento; Ruzante porta sulle scene il mondo contadino, da
Niccol Machiavelli (1469-1527) e Francesco Guic- sempre sfruttato, e usa il dialetto stretto delle classi
ciardini (1483-1540), quindi il gesuita Giovanni Bo- popolari, il pavano (il dialetto parlato nella campagna
tero (1544-1617), che affrontano temi politici e di alla periferia di Padova) come il bergamasco. Egli
scienza della politica. Per tutto il secolo molto dif- vede la realt rovesciata, dal punto di vista, con i va-
fuso il petrarchismo: sono innumerevoli i canzonieri lori e gli istinti delle classi meno abbienti.
modellati su quello petrarchesco.
Si pu leggere la Bilra (1530), una sua opera, in dia-
Nella prima met del secolo compaiono alcune opere letto e in versione italiana:
significative: Il cortegiano (1528) di Baldassar Casti-
glione (1478-1529) e il Galateo (1555) del monsigno- http://www.letteratura-
re Giovanni della Casa (1503-1556), che indicano il italia-
corretto modo di comportarsi alluomo di corte al na.com/pdf/letteratura%20italiana/06%20BEOLCO%
servizio del signore. Le numerose corti italiane diven- 20Bilora%20in%20italiano.pdf
tano il luogo privilegiato in cui la cultura si produce e ------------------------------II-----------------------------
si consuma.
La riflessione sulla lingua continua con le Prose della
volgar lingua (1525) del cardinale Pietro Bembo
(1470-1547). Il fiorentino continua ad essere la lingua
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 107
Ludovico Ariosto (1474-1533) fragile: impazzisce perch una donna Angelica lo
ha respinto. E, mentre in preda alla pazzia, incontra
la donna senza riconoscerla; e con un pugno le am-
La vita. Ludovico Ariosto nasce nel 1474 a Reggio mazza il cavallo. Astolfo, il pi saggio dei guerrieri
Emilia da una famiglia nobile. Nel 1489 il padre lo cristiani, va sulla luna a recuperare il senno di Orlan-
avvia agli studi giuridici nellUniversit di Ferrara, do, perch soltanto se ritorna assennato il paladino
anche se il figlio preferisce quelli letterari. Dopo cin- pu riprendere a combattere e portare alla vittoria
que anni improduttivi, costretto a lasciargli seguire lesercito cristiano che sta subendo numerose sconfit-
le sue inclinazioni. Nel 1500 il padre muore, e Ario- te...
sto costretto a mantenere la madre e i numerosi fra- Ariosto non condanna gli uomini, li giudica con in-
telli. Nel 1503 entra al servizio del cardinale Ippolito dulgenza, perch essi sono tutti ugualmente dominati
dEste, per il quale svolge numerose missioni diplo- da forze irrazionali: chi perde il senno per le opere
matiche. Nello stesso anno prende gli ordini minori darte, chi per conquistare la fama, chi per arricchirsi
per ottenere un beneficio e forse inizia a comporre con i commerci, chi per ingraziarsi con adulazioni i
lOrlando furioso. Nel 1513 conosce Alessandra Be- potenti. Insomma tutto il senno degli uomini finito
nucci, che sposa segretamente nel 1527, per non ri- sulla luna, anche se essi pensano di averlo. La follia
nunciare al beneficio ecclesiastico di cui godeva. Lo non risparmia nessuna classe sociale, n i potenti, n
stesso anno si reca a Roma, con la speranza di ottene- gli intellettuali, n i filosofi, n lo stesso poeta.
re dal nuovo papa, Leone X (Giovanni de Medici) un Questa visione disincantata della vita spiega la strut-
incarico presso la corte pontificia. Ma senza risultati. tura del poema: un susseguirsi di avventure, in cui i
Nel 1516 fa stampare a Venezia lOrlando furioso, in personaggi si incontrano, si lasciano e si incontrano
40 canti. Lopera ha successo, e il poeta appronta nel nuovamente, allinfinito. Il disincanto porta alla com-
1521 unedizione in cui elimina le voci dialettali, per prensione indulgente dei comportamenti degli uomi-
avvicinarsi ai grandi modelli del Trecento fiorentino: ni, che lautore per denuncia senza mezzi termini.
Dante, Petrarca, Boccaccio. Nel 1517 il cardinale de-
ve recarsi a Buda, in Ungheria, dove stato nominato
LOrlando furioso (1532)
vescovo. Ariosto si rifiuta di seguirlo, ed licenziato.
Lanno dopo per passa al servizio del fratello Alfon-
so dEste. Tra il 1522 e il 1525 svolge lincarico di LOrlando furioso (1503-16, 1521 e 1532) lopera a
governatore della Garfagnana, una zona dellAppen- cui il poeta dedica tutta la vita e che contiene in modo
nino tosco-emiliano infestata dalla malaria e dai bri- pi articolato la sua visione della vita umana, degli
ganti. Riesce a migliorare la situazione ricorrendo pi uomini e della corte. Esso si inserisce nella letteratura
allastuzia che alla forza. Al ritorno a Ferrara nomi- epico-cavalleresca, che nel Quattrocento aveva dato il
nato savio del comune: partecipa attivamente alle Morgante maggiore di Luigi Pulci (1432-1484) e
delibere comunali, ma pu dedicarsi anche quasi to- lOrlando innamorato di Matteo Maria Boiardo
talmente allattivit poetica, considerata ugualmente (1441-1494). Di questultimo, iniziato nel 1469 e in-
utile alla politica estense. Tra il 1508 e il 1528/29 terrotto nel 1471 al canto XIX, vorrebbe anzi essere
scrive cinque commedie, che rientravano negli obbli- una semplice aggiunta. I risultati vanno per ben oltre
ghi imposti al letterato di allietare la corte nelle gran- il mondo poetico e immaginario di Boiardo. Il poema
di occasioni. Nel 1532 pronta ledizione definitiva contiene la visione che Ariosto ha della vita, una vi-
dellOrlando furioso, in 46 canti. Muore nel 1533. sione che risente anche dellincertezza dei tempi che
era seguita alla rottura dellequilibrio politico italiano
Le opere. Ariosto scrive alcune satire, cinque com- dopo la morte di Lorenzo de Medici (1492) e alle
medie di ispirazione classica e il poema cavalleresco successive invasioni straniere. Il poeta non ha pi la
lOrlando furioso, la sua opera maggiore. fiducia umanistica, secondo cui luomo artefice del
suo destino; non ha nemmeno la fiducia di Niccol
La poetica. Per Ariosto la vita umana dominata dal Machiavelli (1469-1527) nelle capacit umane (o al-
caso, dalle circostanze, dallimprevisto, dal paradosso meno nella virt del principe) di contrastare la fortu-
e dalle contraddizioni; e, se ci non bastasse, dalla na. Non pensa per neanche a rifugiarsi nellutile
pazzia umana. Franchi e mori si fanno la guerra, an- particulare (=personale), come propone pessimisti-
zich cercare di convivere in pace. Ma tutti i maggio- camente Francesco Guicciardini (1483-1540).
ri guerrieri delle due parti sono pronti a dimenticare La trama aggrega i destini incrociati dei personag-
la patria e la fede, per inseguire Angelica, che con la gi intorno a tre grandi temi: a) la guerra che i cristiani
sua bellezza li affascina e che li respinge. A sua volta ed i saraceni combattono sotto le mura di Parigi; b) la
Angelica, che regina del Catai, potrebbe scegliere pazzia di Orlando, quando scopre che Angelica, che
chi vuole; ma preferisce farsi desiderare, farsi inse- egli ama, gli ha preferito un oscuro fante, Medoro; ed
guire e rifiutarsi. Alla fine, dimenticando i suoi dove- infine c) il motivo encomiastico del matrimonio tra
ri di regina per i suoi desideri di donna, sceglie un o- Bradamante e Ruggiero, da cui sarebbe derivata la
scuro fante, Medoro, che trova ferito e che guarisce, casa dEste.
perch soltanto con lui riesce a trovare la felicit. Or- ---II---
lando, il pi valoroso dei paladini, emotivamente
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 108
Argomento e dedica (I, 1-4) 2. Fin dalle prime ottave sono presenti i protagonisti
del poema. Essi sono sia quelli immaginari Orlan-
1. Io canto le donne, i cavalieri, le battaglie, gli amo- do, Angelica, Rinaldo... , sia quelli reali gli ascol-
ri, le azioni cortesi, le imprese audaci, che si fecero al tatori, la casa dEste, i cortigiani . Ma la divisione
tempo in cui i Mori attraversarono lo stretto di Gibil- tra gli uni e gli altri, tra realt e finzione, co-
terra, e in Francia fecero molti danni, seguendo lira e stantemente impercettibile, perch per il poeta tra il
la furia giovanile del loro re Agramante, che si vant reale e limmaginario non c contrapposizione: la
di vendicare la morte del padre Troiano sopra re Car- finzione la rete concettuale con cui il lettore pu
lo, imperatore romano. cogliere ed interpretare la realt. Senza tale rete egli
si trova disarmato ed impotente. Chi accusa Ariosto
2. Nello stesso tempo su Orlando dir cose che non di parlare di inesistenti cavalli che volano usa un con-
sono mai state dette prima, n in prosa n in versi: per cetto estremamente rozzo e materiale di realt, che lo
amore egli perse il senno e divenne matto, eppure scrittore non pu condividere: quale potrebbe essere
prima era stimato un uomo molto saggio. [Le dir] se per esempio il corrispondente empirico e materiale
dalla mia donna (che mi ha reso pazzo quasi come dellironia ariostesca?
Orlando e che continuamente mi consuma il mio po- 3. Lironia del poeta serve a rendere meno amara la
co ingegno) me ne sar lasciato quel tanto che basti a sconfitta della ragione umanistica secondo cui luomo
terminare quanto ho promesso. artefice del suo destino. E quale difesa si poteva in-
nalzare contro le forze irrazionali e gli eserciti stra-
3. O generosa discendenza di Ercole, o splendore ed nieri che stavano trasformando lItalia in un campo di
ornamento del nostro secolo, vi piaccia, o Ippolito battaglia ed in una terra di conquista? Ariosto rispon-
dEste, gradire ci che vuole e che soltanto pu darvi de con lironia, Machiavelli proponendo lintelli-
il vostro umile servitore. Posso pagare il mio debito genza, la scienza politica e la virt del principe,
con voi soltanto in parte, con le parole e con gli scrit- Guicciardini invitando pessimisticamente e scettica-
ti. N mi si pu accusare che io vi dia poco, perch vi mente a rifugiarsi nellutile particulare. Ma nessuna
do tutto quello che vi posso dare. di queste risposte risulta capace di modificare la si-
tuazione.
4. Fra i pi grandi eroi che io mi preparo a nominare ---II---
con lode, voi sentirete ricordare quel Ruggiero che fu
capostipite di voi e dei vostri antenati. Vi far ascol- La fuga di Angelica (I, 33-49)
tare il suo grande valore e le sue famose imprese, se
voi mi ascoltate e se i vostri grandi impegni lasciano 33. Angelica fugge tra selve spaventose e oscure, per
un po di spazio, cos che i miei versi trovino posto luoghi disabitati, solitari e selvaggi. Il fruscio del fo-
tra loro. gliame di cerri, olmi e faggi, che sentiva, le aveva fat-
to provare improvvise paure e laveva spinta a cerca-
Commento re di qua e di l sentieri insoliti, perch ogni ombra
1. Ariosto con la sua ironia investe sia la trama, sia i che vedeva sia sui monti sia nelle valli le faceva te-
personaggi, sia tutti gli ascoltatori (il cardinale Ippoli- mere di avere Rinaldo alle spalle.
to dEste, la propria compagna Alessandra Benucci,
la casa dEste), sia se stesso. Il tono per voluta- 34. Come una piccola daina o capriola, che tra le
mente leggero e non gli fa ignorare n nascondere fronde del boschetto in cui nata vede la madre az-
quegli aspetti drammatici della realt che impongono zannata alla gola dal leopardo, che poi le apre il fian-
la loro presenza contro i propri desideri, e che n co o il petto, di selva in selva fugge lontana dal nemi-
lironia, n la volont, n lintelligenza riescono a co crudele, e trema di paura e di sospetto; ad ogni ce-
rintuzzare, a piegare o a mascherare. Ci vale in par- spuglio che sfiora crede di essere in bocca alla fiera
ticolare per la follia, sia nelle sue forme inoffensive, immonda.
sia nelle sue forme pi pericolose. E luomo circon-
dato dalla pazzia, compie azioni sconsiderate e trova 35. Quel d, tutta la notte e met del giorno dopo essa
la pazzia anche dentro di s. La corte e soltanto la continu la fuga, e non sapeva dovera: alla fine si
corte sembra unisola, per quanto precaria, che forni- trov in un bel bosco, mosso lievemente dalla brezza;
sca un po di sicurezza in un mondo dominato dalle due ruscelli trasparenti mormorano l vicino, e fanno
forze irrazionali della pazzia e della violenza. Uno sempre crescere erbe tenere e novelle; il loro scorrere
spettro si aggira per il mondo... Qualche anno prima lento, interrotto da piccoli sassi, produceva una musi-
Erasmo da Rotterdam (1467-1536) scrive Lelogio ca dolce.
della pazzia (1509), in cui celebra platonicamente lo
spirito creatore della pazzia, che spezza i vincoli della 36. Pensando di essere qui sicura e lontana mille mi-
tradizione e della ragione; e critica sia la stoltezza, glia da Rinaldo, decide di riposare un po, stanca per
cio il conformismo e la mancanza di spirito critico, il cammino e per larsura estiva. Scende in mezzo a
sia la sapienza, cio la ragione sicura e presuntuosa di fiori, e lascia il cavallo andare a pascolare senza bri-
s degli stoici e la ragione intollerante dei teologi.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 109
glia; esso vaga intorno alle acque limpide, che aveva- 44. Sia vile per gli altri e sia amata soltanto da colui
no le rive ricoperte di erba fresca. al quale fece cos largo dono di s. Ah, o Fortuna
crudele, o Fortuna ingrata! gli altri trionfano ed io
37. Non lontano vede un bel cespuglio di biancospino muoio dinedia. Dunque, pu essere che non mi piac-
fiorito e di rose rosse, che si specchia nelle onde, cia pi? Dunque io posso lasciare la mia propria vita?
chiuso dal sole in mezzo a querce alte e frondose; Ah, meglio che vengano meno i miei giorni, me-
tanto vuoto nel centro, da concedere un fresco riparo glio che io non viva pi, se non debbo amare lei!
fra le ombre pi nascoste; e le foglie sono tanto in-
trecciate con i rami, che non vi entra il sole e neppure 45. Se qualcuno mi domanda chi sia costui, che versa
uno sguardo umano. tante lacrime sopra il ruscello, io dir che il re di
Circassia, il povero Sacripante, travagliato dallamo-
38. Dentro ad esso fanno un giaciglio le tenere erbet- re; io dir ancora che la prima e la sola causa della
te, che invitano a riposare chi si avvicina. La bella sua pena era quella di essere innamorato, uno dei tan-
donna vi entra dentro, si distende e si addormenta. ti innamorati di costei: e lei lo riconobbe subito.
Ma non rest cos a lungo, perch crede di sentire un
calpesto. Si alza in silenzio, e vede che un cavaliere 46. Per amore di lei era venuto dallestremo Oriente,
armato era giunto in riva al fiume. l dove sorge il sole, quando in India seppe, con suo
grande dolore, che essa aveva seguito Orlando in Oc-
39. Non comprende se egli un amico oppure un ne- cidente; poi in Francia seppe che Carlo Magno lave-
mico; il timore e la speranza le scuotono il cuore va sequestrata, per darla a chi dei due guerrieri (=Or-
dubbioso; e aspetta levolversi della situazione, trat- lando e Rinaldo) quel giorno avesse maggiormente
tenendosi anche di respirare. Il cavaliere scende in aiutato i Gigli doro di Francia contro i Mori.
riva al fiume, per riposare il capo sopra un braccio, e
si sprofonda a tal punto nei suoi pensieri, che sembra 47. Era stato sul campo di battaglia e aveva sentito
cambiato in una pietra insensibile. parlare di quella sconfitta crudele che limperatore
Carlo aveva subito: cerc una traccia della bella An-
40. O Signore (=Ippolito), il cavaliere, addolorato, gelica, ma non ne aveva ancora ritrovata alcuna. Que-
rimase pensieroso pi di unora a capo basso; poi, sta dunque la triste e crudele storia che lo fa penare
con un suono afflitto ed angosciato, cominci a la- damore, che lo affligge e lo fa lamentare e dire paro-
mentarsi cos soavemente, che per la compassione a- le che per la compassione potrebbero fermare il sole.
vrebbe spezzato anche un sasso, avrebbe reso man-
sueta una tigre; piangeva sospirando, tanto che le 48. Mentre Sacripante si affligge e si addolora e tra-
guance parevano ruscelli e il petto un vulcano. sforma i suoi occhi in una tiepida fontana e dice que-
ste e molte altre parole, che non mi pare opportuno
41. O pensiero egli diceva che mi agghiacci e mi raccontare, il suo destino avventuroso vuole che
ardi il cuore e provochi il dolore che sempre lo rode e giungano alle orecchie di Angelica; e cos gli succede
lo lima, che cosa debbo fare, dal momento che sono in unora, in un momento quello che in mille anni o
giunto tardi e qualcun altro andato, prima di me, a mai gli poteva succedere.
cogliere il frutto? Io ho avuto appena parole e sguar-
di, e un altro ha avuto la ricca spoglia. Se non me ne 49. La bella donna con molta attenzione ascolta il
tocca n frutto, n fiore, perch per lei mi voglio af- pianto, le parole, [e osserva] il modo (=il comporta-
fliggere il cuore? mento) di colui che non cessa di amarla; n questa
la prima volta che lo sente lamentarsi; ma, dura e
42. La verginella simile alla rosa, che in un bel fredda come una colonna, non si abbassa ad averne
giardino sopra il nativo gambo spinoso, mentre sola e piet; come colei che ha tutto il mondo a sdegno e
sicura si riposa, non avvicinata n da alcun gregge non le pare che alcuno sia degno di lei.
n da alcun pastore; laria dolce e lalba piena di ru-
giada, lacqua, la terra si inchinano alla sua bellezza: i [La donna cerca di approfittare dellinsperato incon-
giovani belli e le donne innamorate amano adornarsi tro: esce dal cespuglio e chiede aiuto. Sacripante
mettendola sul seno o tra i capelli. ben disposto ad aiutarla. Cerca per di cogliere loc-
casione favorevole per violentarla. Il suo proposito
3. Ma non appena rimossa dal gambo materno e per vanificato dallarrivo di un cavaliere ( Brada-
dalla sua radice, essa perde tutto ci che aveva dagli mante) che lo sbalza da cavallo e poi prosegue per la
uomini e dal cielo: favore, grazia, bellezza. La vergi- sua strada. Dopo la brutta figura il guerriero pagano
ne, che ad alcuno lascia cogliere il fiore, che deve a- non ha pi il coraggio di riprendere lo stupro interrot-
vere pi caro dei begli occhi e della vita, nel cuore di to...]
tutti gli altri innamorati perde il pregio che aveva in-
nanzi. Commento
1. Ariosto racconta una storia favolosa, che avviene
in luoghi lontani, e verosimile, perch i protagonisti
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 110
hanno la stessa psicologia, la stessa mentalit, le stes- soltanto una preda da concupire e da possedere.
se debolezze e le stesse reazioni degli ascoltatori. Gli Daltra parte la donna accetta il gioco, e cerca di ap-
uomini reali o immaginari che siano sono sempre profittare di Sacripante. In ambito femminile il com-
gli stessi e si comportano sempre allo stesso modo. Il portamento equivalente a quello maschile espresso
velo della finzione oltre tutto costantemente strap- dalla maga Alcina, che non perde tempo in preamboli
pato dallironia e dalle intrusioni che lo scrittore fa e sistematicamente abusa degli uomini di cui si inna-
nel corso del racconto. Tanto vale allora divertirsi, mora. La normalit e la ragionevolezza sono invece
essere indulgenti e accettare gli uomini come sono: i espresse da Bradamante, la donna guerriera e mono-
moralisti non servono a nulla, perch non cambiano gama, tenace e paziente, che insegue il suo bel Rug-
nulla. Fra Gerolamo Savonarola travolto dalle for- giero per tutto il poema e alla fine lo sposa.
ze che fustiga e muore bruciato vivo sul rogo (1498). 5. Per quanto riguarda la dialettica tra i sessi Ariosto
2. Angelica una delle figure centrali del poema: per riserva nel corso del poema infinite altre sorpre-
bella, bionda, figlia del re del Catai, fa innamorare di se, come la storia boccaccesca raccontata da un oste
s tutti i guerrieri, sia cristiani sia pagani, ma non si al guerriero pagano Rodomonte (XXVIII, 1-74): tra-
concede a nessuno, poich preferisce farsi desiderare diti dalle loro mogli, il re longobardo Astolfo e lami-
da tutti. Per essa tutti i guerrieri sono disposti a di- co romano Fausto Latini vanno in giro per il mondo
menticare la patria, la guerra, lonore, e ad inseguirla. alla ricerca di una donna fedele; ma non la trovano; e
Non si preoccupa delle responsabilit legate al fatto alla fine decidono di ritornare dalle loro mogli e di
di essere lerede al trono; si lascia invece trascinare non preoccuparsi pi dei loro tradimenti.
dai suoi desideri femminili, per dedicarsi alleterno 6. La riscoperta della donna e della bellezza femmini-
gioco dellamore, che lega luomo e la donna. Essa le, iniziata dopo il Mille con la Scuola siciliana, con-
rifiuta lamore di Orlando, il pi forte paladino tinuata dal Dolce stil novo alla fine del Duecento, da
dellesercito cristiano; tale rifiuto provoca la pazzia Petrarca e da Boccaccio nel Trecento, quindi dagli
del paladino. Fugge, senza pensarci e senza preoccu- umanisti nel Quattrocento, svolta con nuove e
parsi, in mezzo alla foresta, perch sa di poter domi- splendide immagini dalle parole che il poeta mette in
nare sempre gli avvenimenti con la sua femminilit. bocca a Sacripante: la donna come una rosa, che
La vita le riserva per un destino paradossale: si in- mostra la sua bellezza sopra il suo stelo; tutti la am-
namora non del guerriero forte e virile, ma di uno mirano e tutti si innamorano di lei, finch non si dona
sconosciuto fante, che essa trova ferito e che non fa al suo unico innamorato.
niente per farla innamorare. Eppure con questo oscu- ---II---
ro fante si sente felice e realizzata: egli non chiede e
non pu chiedere nulla, perch ferito a morte; lei Il castello del mago Atlante (IV, 15-40)
che pu dare, che pu concedersi, che pu rendersi
utile, che pu riportare alla vita e che pu donare a- 15. Il mago non impieg molto tempo ad uscire dal
more affettivo (ed anche fisico). Nessun guerriero a- castello, non appena sent il suono del corno e la voce
veva capito n poteva capire la sua psicologia o, al- di Bradamante. Il cavallo alato per laria lo porta con-
trimenti, il suo punto debole. tro costei, che sembra un uomo feroce. La donna
3. Sacripante uno dei tanti guerrieri innamorati di allinizio si fa coraggio, poich vede che colui poco
Angelica. Per essa ha lasciato il suo regno ed venu- le pu nuocere: non porta lancia, n spada, n mazza,
to in Francia. Ha ununica ossessione: amare per pri- che possa forare o rompere la sua corazza.
mo la donna. E, credendo che qualcun altro sia arriva-
to per primo, si affligge (ma poi si chiede perch si 16. Nella mano sinistra aveva soltanto lo scudo, tutto
deve affliggere), medita il suicidio (che per non ha coperto con un drappo rosso; nella destra aveva un
alcuna intenzione di attuare), si augura di morire e si libro, leggendo il quale faceva nascere grandi prodigi,
chiede se non lama pi. Il guerriero pagano un po perch talvolta la lancia sembrava correre, e a pi di
patetico e un po troppo riflessivo: agire non il suo un guerriero aveva fatto batter le ciglia di meraviglia,
forte. Di l a poco gli succede un occasione che talvolta sembravano ferire la mazza o la spada; inve-
come lo stesso Ariosto sottolinea con forza non gli ce egli era lontano e non aveva toccato alcuno.
poteva capitare in mille anni: incontra da solo, in un
bosco, la donna che ama, la quale gli chiede pure aiu- 17. Il destriero invece non finto, ma vero; nato
to. il colpo di fortuna (egli cerca di approfittarne e da una giumenta e da un grifone: come il padre aveva
si prepara a violentare la donna), che per immedia- le piume e le ali, i piedi anteriori, il capo e il becco; in
tamente seguito da un colpo di sfortuna (i suoi propo- tutte le altre membra assomigliava alla madre, e si
siti di violenza sono resi vani dallarrivo di Brada- chiamava Ippogrifo. Questi animali nascono nei
mante, che lo sbalza da cavallo e gli fa fare brutta fi- Monti Rifei, che sorgono molto pi in l dei mari
gura davanti ad Angelica). ghiacciati, e sono rari.
4. Sacripante e la sua superficialit affettiva sono
limmagine costante che in tutto il poema Ariosto d 18. Il mago lo tir nel castello sui Pirenei con la forza
delluomo. Agli occhi del pagano, ma anche di tutti dellincantesimo; e, dopo che lebbe, non si dedic ad
gli altri guerrieri che inseguono Angelica, la donna altro, e con impegno e con fatica oper tanto, che in
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 111
un mese riusc a mettergli la sella e la briglia; cos 26. Pensando di tagliargli la testa, alza in fretta la
che in terra, in aria ed in ogni luogo lo fa volteggiare mano vittoriosa; ma, quando guarda il viso, arresta il
senza difficolt. colpo, quasi rifiutando una cos bassa vendetta. Un
venerabile vecchio dal viso triste vede essere colui
19. Del mago ogni altra cosa era finzione, perch fa- che ha messo alle strette.
ceva comparire rosso il giallo; ma con la donna non
vi riusc, perch grazie allanello incantato essa non 27. Dal viso rugoso e dai capelli bianchi mostra di
poteva essere ingannata. Pi colpi tuttavia essa sferra avere settantanni o poco meno. Tglimi la vita, o
al vento, ed ora qui ora l spinge il cavallo; e si dibat- giovane, in nome di Dio diceva il vecchio adirato ed
te e si travaglia tutta, come era stata istruita di fare indispettito; ma la donna aveva il cuore cos resto a
dalla maga Melissa prima di giungere al castello. prendergliela, come quello aveva desiderio di lasciar-
la.
20. Dopo essersi impegnata per un po di tempo sopra
il destriero, decide di combattere anche a piedi, per 28. Bradamante volle sapere chi fosse il negromante e
poter portare meglio ad effetto il piano che la cauta per quale scopo avesse costruito la rocca in quel luo-
maga le aveva suggerito. Il mago si prepara a fare go selvaggio e per quale motivo recasse oltraggio a
lultimo incantesimo, perch non sa n crede che vi tutto il mondo. N per maligna intenzione, ahim
possa essere difesa dalle sue arti: scopre lo scudo, e disse piangendo il vecchio incantatore, feci la bella
certamente presume di farla cadere con la sua luce rocca in cima alla rupe, n per avidit di denaro sono
abbagliante. un rapinatore;
21. Poteva scoprirlo fin dal primo momento, senza 29. ma, per allontanare un gentile cavaliere dalla
scontrarsi con i cavalieri; ma gli piaceva vedere sfer- morte, mi mosse amore, perch, come il cielo mi mo-
rare da loro qualche bel colpo di lancia o di spada: stra, in breve tempo, fattosi cristiano, deve morire a
come si vede che talvolta allastuto gatto piace scher- tradimento. Il sole tra questo polo ed il polo australe
zare con il topo e, quando questo piacere gli viene a non vede un giovane cos bello e cos prestante: si
noia, gli d un morso e lo fa morire. chiama Ruggiero.
22. Dico che il mago al gatto e gli altri al topo asso- 30. Io lho nutrito da piccolino; io sono Atlante. Il de-
migliavano nelle battaglie precedenti, ma non succes- siderio di onore ed il suo crudele destino lo hanno
se pi cos, quando la donna si fece avanti. Essa stava condotto in Francia dietro al re Agramante; ed io, che
attenta e fissa su ci che era opportuno, affinch il lo amai sempre pi che un figlio, cerco di allontanar-
mago non prendesse alcun vantaggio; e, come vide lo dalla Francia e dal pericolo. Ho costruito la bella
che scopriva lo scudo, chiuse gli occhi e si lasci ca- rocca soltanto per tenervi Ruggiero al sicuro.
dere a terra.
31. Io lo catturai come oggi speravo di fare con te: vi
23. Non che lo splendore del lucido metallo le potes- ho condotto poi donne e cavalieri, come tu vedrai, af-
se nuocere, come succedeva agli altri cavalieri; ma finch, non potendo uscire, avendo compagnia meno
fece cos, affinch il vano incantatore scendesse da gli rincresca. Purch non mi chiedano di uscire di las-
cavallo e venisse vicino a lei: nessuna parte del suo s, mi prendo cura di ogni loro soddisfazione; e quan-
piano fall, poich, non appena essa cade per terra, il ta se ne pu avere da ogni parte del mondo, tutta
cavallo alato accelera il volo e con larghe ruote scen- racchiusa in quella rocca: suoni, canti, vestiti, vivan-
de a terra. de, tutto ci che il cuore umano pu desiderare, pu
chiedere la bocca.
24. Il mago lascia appeso alla sella lo scudo, che ave-
va gi riposto nella coperta, e a piedi si avvicina alla 32. Io avevo ben seminato e stavo raccogliendo i ri-
donna, che lo attende, proprio come il lupo nascosto sultati, ma sei giunto tu a rovinarmi tutto. Deh, se non
nella macchia fa con il capriolo. Senza perder altro hai il cuore meno bello del viso, non ostacolare il mio
tempo essa si alza di scatto quando lha vicino, e lo onesto proposito! Prendi lo scudo (io te lo dono) e
afferra ben strettamente. questo destriero che va cos veloce per laria; e non
impicciarti oltre del castello; o prendi uno o due ami-
25. Quel misero aveva lasciato per terra il libro magi- ci e lascia gli altri; o prendili pure tutti.
co con cui combatteva chi lo sfidava a duello; e si av-
vicinava con una catena, che era solito portare per 33. Di pi non ti chiedo se non che tu mi lasci il mio
questo uso, perch credeva di legare costei, come per Ruggiero. E, se proprio me lo vuoi togliere, ti prego,
laddietro era abituato a legare gli altri. La donna prima che tu lo riconduca in Francia, di sciogliere
laveva gi rovesciato a terra, e, se il mago non si di- questanima afflitta dalla sua scorza ormai putrida e
fese, io lo scuso senza difficolt, perch cera troppa rancida! Risponde la donna: Io voglio porre in li-
differenza tra un vecchio debole e lei tanto forte. bert proprio lui; tu, se vuoi, gracchia e ciancia.
27. Come talvolta un ceppo, che abbia linterno rado 35. E come ci trasse la nostra strada e il nostro duro e
e vuoto, e che sia messo a bruciare, dopo che il calore traditore destino, una mattina giungemmo sopra una
ha consumato laria umida che contiene, risuona bella spiaggia, dove un castello della potente maga
allinterno, e con strepito bolle tanto, che lumore in- Alcina sorge sul mare. Noi la trovammo che era usci-
fuocato trova la via per uscire; cos mormora, stride e ta dal castello e che stava sulla riva del mare tutta so-
si lamenta quel mirto offeso, e alla fine spezza la cor- la. Senza reti e senza ami essa trascinava sulla spiag-
teccia. gia tutti i pesci che voleva.
28. Con il suono mesto e flebile usc un discorso 36. I delfini vi correvano veloci; il grosso tonno vi
sciolto e chiaro, che dice: Se tu sei cortese e pietoso veniva a bocca aperta; i capidogli con i vecchi pesci
come dimostri dal bellaspetto, leva questo animale marini vengono turbati dal loro pigro sonno. Muli,
dal mio alloro. La mia sventura mi flagella abbastan- salpe, salmoni e coracini nuotano a schiere pi in
za, e non c bisogno che unaltra pena, un altro dolo- fretta che possono; pistici, fisiteri, orche e balene e-
re venga a tormentarmi da fuori. scono dal mare con le loro schiene mostruose.
29. Al primo suono di quella voce Ruggiero volge il 37. Vediamo una balena, la pi grande che si fosse
viso e si alza subito. E, poich si accorge che usciva mai vista per i mari: undici passi e pi mostra le sue
dallalloro, resta stupefatto pi di quanto non sia mai spalle fuori delle onde salate. Tutti insieme cadiamo
stato. Subito corre a levare il destriero, e con le guan- nello stesso errore, perch era ferma e perch non si
ce rosse dalla vergogna dice: Chiunque tu sia, o spi- era mai mossa: credemmo che essa fosse unisoletta,
rito umano, o dea dei boschi, perdonami! cos distanti tra loro erano testa e coda.
30. Il non aver saputo che sotto le ruvide scorze si na- 38. La maga Alcina faceva uscire i pesci dallacqua
scondeva uno spirito umano mi ha spinto a danneg- con semplici parole e con puri incantesimi. Ella era
giare le tue fronde e a ingiuriare il mirto in cui vivi. nata con la fata Morgana, non so dire se contempora-
Ma non trattenerti, per questo, di dirmi chi sei tu, che neamente, o prima, o dopo. La maga Alcina mi guar-
con la voce e con lanima razionale vivi dentro un d, e subito le piacque il mio aspetto, come mostr
corpo orrido ed irto. Ti auguro che il cielo tenga la subito. E pens di separarmi dai compagni con
grandine sempre lontana da te! lastuzia e con lingegno. E il piano le riusc.
31. E, se ora o mai potr riparare questa offesa con 39. Ci venne incontro con il viso lieto e con modi
qualche beneficio, ti prometto, in nome di quella graziosi e riverenti, e disse: O cavalieri, se vi fa pia-
donna (=Bradamante) che tiene la miglior parte di cere di restare oggi con me, vi far vedere, mentre
me, che io far, con le parole e con le azioni, che tu pesco, specie differenti di tutti i pesci: quello che ha
abbia un buon motivo per lodarti di me. Come Rug- le scaglie, quello che molle, quello che ha il pelo.
giero smette di parlare, il mirto trema dalla cima al Essi saranno pi numerosi delle stelle che sono nel
piede del tronco. cielo.
32. Poi si mette a sudare sulla corteccia, come tronco 40. E, se volete vedere una sirena, che con il suo dol-
appena trascinato fuori del bosco, che sente venire la ce canto accheta il mare, passiamo da questa allaltra
forza del fuoco, poich ogni riparo risultato inutile. spiaggia, dove a questora sempre solita tornare. E
E comincia: La tua cortesia mi spinge a scoprirti nel- ci mostr quella balena grandissima, che, come dissi,
lo stesso tempo chi io ero prima e chi mi abbia tramu- pareva unisoletta. Io, che fui sempre avventato nelle
tato in mirto su questa spiaggia amara. decisioni (e me ne rincresce), salii sopra quel pesce.
33. Il mio nome fu Astolfo. Ero paladino di Francia 41. Rinaldo mi accennava, come Dudone, di non an-
assai temuto in guerra. Ero cugino di Orlando e di dare; ma non serv a niente. La maga Alcina, con il
Rinaldo, la cui fama non ha limiti, ed avrei ereditato viso sorridente, lascia gli altri due e sale dietro di me.
il trono inglese dopo mio padre Ottone. Fui bello e La balena, pronta a partire, se ne and a nuoto per le
leggiadro, tanto che feci innamorare di me pi di onde salate. Mi pentii subito della mia sciocchezza,
qualche donna. E alla fine offesi me soltanto. ma ormai mi trovavo troppo lontano dalla spiaggia.
122. Dopo che pot togliere il freno al suo dolore 132. Afflitto e stanco alla fine cade sullerba, fissa gli
(perch rest solo e non doveva trattenersi per la pre- occhi al cielo e non parla. Resta senza cibo e senza
senza di altri), dagli occhi sulle guance sparse un dormire, mentre il sole tre volte sorge e tre volte tra-
fiume di lacrime sul petto. Sospirava e si lamentava e monta. Il dolore acerbo non smise di aumentare, e al-
si rivoltava continuamente per il letto, che sentiva pi la fine lo condusse fuori di senno. Il quarto giorno,
duro di un sasso e pi pungente di unortica [...]. spinto dalla pazzia, si stracci di dosso le maglie e le
piastre dellarmatura.
124. E allimprovviso cominci ad odiare a tal punto
quel letto, quella casa, quel pastore, che, senza aspet- 133. Lelmo rimane qui, lo scudo rimane l, pi lon-
tare [il sorgere del]la luna o lalbore che precede il tano c larmatura e ancor pi lontano lusbergo
nuovo giorno, prese le armi ed il cavallo, ed usc fuo- (=maglia di ferro o a piastre). Insomma, in poche pa-
ri [della casa per andare] nel bosco tra le fronde pi role, tutte le sue armi erano disperse per il bosco. Poi
fitte. Quando poi fu sicuro di essere solo, con le grida si strapp i vestiti e mostr nudo il ventre peloso, tut-
e con le urla apr le porte al dolore. to il petto e le spalle, e cominci la gran follia, cos
terribile, che nessuno sentir mai parlare di una follia
125. Non cessa mai di piangere, non cessa mai di gri- maggiore di questa.
dare; n la notte n il giorno gli d mai pace. Fugge le
citt ed i paesi, e dorme nella foresta sul duro terreno 134. Fu preso da tale rabbia e da tale furia, che ebbe i
a cielo scoperto. Si meraviglia davere in testa una sensi offuscati. Non si ricord dimpugnare la spada,
fontana cos abbondante dacqua e di poter sospirare perch (io penso) avrebbe fatto cose meravigliose.
cos tanto, e spesso dice a se stesso queste parole nel Ma la sua forza smisurata non aveva bisogno n di
pianto: quella, n di scure, n di bipenne. Qui fece alcune
delle sue imprese pi grandi, perch sradic un alto
126. Queste non son lacrime che verso dagli occhi pino al primo tentativo.
con una vena cos abbondante. Non bastano le lacri-
me al dolore: esse sono terminate, quando il dolore si 135. E, dopo il primo, sradic molti altri pini come se
era sfogato soltanto in parte. [...] fossero finocchi, sambuchi e finocchietti, e fece la
stessa cosa con querce, vecchi olmi, faggi, orni, elci e
128. Non sono, non sono io quel che sembro dal viso. abeti. Quel che un uccellatore, che prepara il campo,
Quel che era Orlando morto ed sotterrato. La sua fa dei giunchi, delle stoppie e delle ortiche, per poter
donna ingratissima lha ucciso, cos lha mal ridotto, stendere le reti, Orlando faceva delle querce e di altre
non restando a lui fedele. Io sono lo spirito suo, da lui piante antiche.
diviso, che vaga e si tormenta in questo inferno, af-
finch con la sua ombra (lunica cosa che rimane di 136. I pastori, che hanno sentito il gran rumore, la-
lui) sia lesempio a chi spera in Amore!. sciano il gregge sparso per la foresta, chi da una par-
te, chi da unaltra, e tutti di corsa vengono a vedere
129. Il conte err tutta la notte per il bosco e, allo qual la causa. Ma ormai sono giunto a quel limite,
spuntare del giorno, ritorn per caso a quella fonte se io supero il quale, vi potrei annoiare con questa
dove Medoro incise il nome suo e di Angelica. La vi- storia. Io la voglio piuttosto rimandare, che infastidir-
sta di quelloffesa scritta sulla pietra lo accese a tal vi a causa della sua lunghezza.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 118
Commento uneccezione al potere o allo strapotere del caso:
1. Orlando il pi forte ed il pi valoroso dei paladi- Bradamante insegue per tutto il poema Ruggiero, che
ni. Tuttavia sul piano psicologico ha un punto debo- la ama (o almeno dice di amarla) ma che non fa nien-
le: non capace di sopportare di essere respinto, per- te per restare con lei; ed alla fine il suo impegno e la
ci impazzisce. Egli si innamora di Angelica, ma non sua ostinazione hanno successo, perch riesce a por-
le chiede se lei daccordo. D per scontato che lo tarlo allaltare.
debba essere... Cos impazzisce quando scopre che la 2. Angelica non voleva super-eroi al suo fianco, non
donna innamorata di un altro. Per di pi di un fante voleva essere un oggetto sessuale da concupire e da
sconosciuto, di nome Medoro (un nome ben poco e- usare, anche se cercava costantemente di civettare e
roico). Egli, come tutti gli altri guerrieri, non aveva di essere corteggiata. Voleva amare lei e dedicarsi a
capito la psicologia della donna: Angelica non vuole qualcuno che avesse bisogno di lei e che la apprez-
essere considerata un semplice oggetto sessuale, vuo- zasse non come oggetto sessuale, non come bambola
le amare attivamente lei. bellissima al servizio del desiderio e della volont al-
1.1. Orlando impazzisce, ma dopo una lunga serie di trui, ma come donna capace di amare e di donare atti-
colpi che il caso gli infligge: a) il bivio lo porta ad vamente amore. Soltanto cos si sarebbe sentita rea-
uno di quei luoghi, dove Angelica e Medoro venivano lizzata. Tuttavia scopre lentamente e per caso che
dalla casa l vicina del pastore (103); b) giunge alla questa la sua via. lei a iniziare Medoro allamore.
fonte limpida, dove i due amanti avevano scritto i lo- Medoro ferito a morte, non pu corteggiarla, non
ro nomi (106), anche in arabo (110); c) giunge alla pu fare niente. Lei lo guarisce, se ne innamora e di-
locanda in cui Angelica aveva portato Medoro ferito, venta sessualmente attiva: le circostanze glielo im-
laveva fatto guarire e se nera innamorata (116); d) pongono... Cos paradosso dei paradossi la princi-
riceve la stanza, piena di incisioni, in cui Angelica e pessa del Catai si innamora e sposa un oscuro fante,
Medoro avevano folleggiato (117); e) il pastore, ve- che non fa niente per conquistarla e che non ha niente
dendolo triste e volendolo rincuorare, gli racconta la da offrirle. E, per seguire lamore, per realizzare i
storia damore di Angelica e Medoro (non sempre le suoi desideri di donna, lei dimentica i suoi doveri di
buone intenzioni sortiscono leffetto desiderato) erede al trono e respinge tutti i pi forti guerrieri, sia
(118); infine f) gli mostra il bracciale con cui Angeli- pagani sia cristiani, della terra. In seguito Orlando la
ca aveva pagato e strapagato il conto: era il bracciale incontra (c anche Medoro), non la riconosce, con
che Orlando aveva regalato alla donna... (120); g) ri- un pugno le uccide il cavallo e se lo carica sulle spal-
torna, per dormire, nella stanza in cui i due innamora- le (il cavallo non voleva portare lui, allora egli porta
ti avevano festeggiato il loro amore (122); h) incapa- il cavallo). Lei cade per terra a gambe levate. Con
ce di addormentarsi, abbandona la locanda, vaga per questa caduta poco elegante e poco femminile esce
tutta la notte e sfortunatamente giunge alla fonte pie- definitivamente di scena, cio dal poema.
na di incisioni (129). Questultima batosta lo fa im- 3. Medoro fortunatissimo: ottiene la donna che i
pazzire definitivamente. Questi otto violentissimi migliori guerrieri, sia pagani sia cristiani, invano ave-
colpi fanno impazzire il guerriero, poich lo colpi- vano cercato di conquistare o, almeno, di possedere.
scono nellanimo, cio dove era pi sensibile. Essi E, ironia della sorte, la ottiene senza corteggiarla,
non avrebbero nemmeno scalfito gli altri guerrieri... Il senza affaticarsi, senza far niente. Prima di scoprire il
poeta rende credibile e verosimile la pazzia: otto col- sesso femminile il giovane fante aveva per la testa
pi di sfortuna su un animo sensibile. lamico Cloridano e soprattutto il loro re Dardinello.
1.2. Ariosto riprende la problematica della fortuna, e Insomma preferiva la compagnia dei suoi giovani a-
in questo canto, che fondamentale per leconomia mici, un po pi anziani di lui. La sua storia assurda
del poema, la affronta in questi termini: ora il caso come la sua conclusione (XVIII, 165-192-XIX, 1-
favorevole, e tutto va bene; ora sfavorevole, e allora 42): Dardinello cade in battaglia. Cloridano pensa di
luomo travolto. Lautore per arricchisce la rifles- recuperarne il corpo con una spedizione notturna. Es-
sione notando che la stessa capacit la conoscenza si recuperano il corpo del loro giovane sovrano, ma
delle lingue d risultati diversi in circostanze diver- sono scoperti. Cloridano pensa subito a mettersi in
se: tra gli infedeli aveva salvato la vita al paladino; salvo (non vale la pena di morire per un morto), Me-
ora invece lo fa impazzire. Insomma gli strumenti che doro cerca di recuperare ugualmente il corpo di Dar-
ci hanno salvato possono trasformarsi senza che noi dinello, ma raggiunto dai nemici. Cloridano si ac-
ce ne accorgiamo e senza che noi possiamo evitarlo corge che rimasto indietro, ritorna sui suoi passi e lo
negli strumenti della nostra rovina. vede circondato dai nemici. Usa larco e li colpisce a
1.3. Machiavelli rifiuta questa tesi che luomo sia nel- morte. Quando lo vede cadere, esce dal cespuglio che
le mani della fortuna, favorevole o avversa che sia. lo proteggeva e si scaglia contro i nemici che lo ucci-
Ritiene che luomo possa controllare la met (o qua- dono. Medoro mortalmente ferito, ma di l a poco
si) delle sue azioni; ed invoca la virt ma soltanto portato in salvo da Angelica, che sopraggiunge e che
quella del principe quale unica forza capace di con- lo porta alla locanda del pastore, dove lo cura. La sto-
trastare il caso avverso. Per anche lui riconosce la ria di Medoro una delle numerose storie paradossali
necessit che le azioni umane siano in sintonia con le del poema e della vita umana. Per il poeta quindi il
circostanze in cui si inseriscono. In Ariosto c per destino incontrollabile e riserva sorprese paradossa-
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li. Negli stessi anni Machiavelli si sforzava di dimo- saggio tra la prima e la seconda met della Divina
strare con il ragionamento che luomo riesce a con- commedia.
trollare il destino avverso, a condizione che prenda le ---II---
sue precauzioni quando la sorte favorevole.
3. Per il poeta il paladino pi forte paradossalmente Astolfo sulla luna (XXXIV, 69-87)
anche quello pi debole, che perde la ragione. Il mo-
tivo della sconfitta semplice: Orlando forza e ra- 69. Il santo evangelista (=san Giovanni) attacc al
gione, ma non ha lironia che lo difenda dalla realt: giogo quattro destrieri pi rossi del fuoco e, dopo che
egli ama ununica donna e vuole lamore soltanto di si sistem sul carro con Astolfo e impugn le briglie,
lei. Ruggiero invece con le donne non impazzisce: si li sospinse verso il cielo: il carro si lev per aria con
lascia amare tutte le donne, che incontra, si innamo- un gran giro e subito giunse in mezzo al fuoco eterno
rano di lui e della sua bellezza e si lascia pure usare [che circonda la terra]. Il vecchio con un miracolo fe-
come oggetto sessuale; ma si stanca presto e se ne va. ce che, mentre lo (=il fuoco) attraversarono, non fos-
Astolfo si vanta delle sue conquiste erotiche (o me- se ardente.
glio sono le donne che lo conquistano, non lui che
le conquista), e considera le donne sostanzialmente 70. Varcano tutta la sfera del fuoco, quindi vanno nel
intercambiabili, basta che si buttino tra le sue braccia. regno della luna. Vedono che quel luogo , per la
4. Le donne invece sono piene di buon senso e pi maggior parte, come acciaio che non ha alcuna mac-
equilibrata dei personaggi maschili. Bradamante fon- chia. Essi lo trovano uguale o poco pi piccolo di ci
de la sua forza con la sua decisione e la razionalit che si riunisce in questo globo, cio nel globo della
delle sue scelte; e insegue con determinazione e senza terra, comprendendo anche il mare che circonda e
tregua loggetto dei suoi desideri, che alla fine cade racchiude la terra.
nelle sue mani. Essa giudiziosa, mentre luomo che
ella ama superficiale ed irresponsabile (tanto tutto 71. Qui Astolfo ebbe una doppia meraviglia: quel pa-
gli va bene e il mago Atlante lo protegge). Essa il ese (=la luna) l vicino era assai grande, anche se ad
personaggio ideale, lessere umano pi perfetto del una piccola sfera assomiglia a noi, che lo ammiriamo
poema, tutto ci che rimasto della fiducia umani- da questa parte (=dalla terra); e gli conviene (=deve)
stica nelle capacit delluomo di costruire il proprio aguzzare ambedue gli occhi, se da l (=dalla luna)
destino. Il poeta crede in lei pi che a tutti gli altri vuole vedere la terra ed il mare che la circonda, per-
personaggi, e la delinea umanamente anche in preda ch essi, non avendo luce propria, non si vedono bene
ai dubbi e al timore della sconfitta. La maga Alcina da lontano.
invece passa dalla fame insaziabile di uomini a un in-
namoramento romantico e sentimentale, che si mani- 72. Lass ci sono altri (=ben diversi, pi grandi) fiu-
festa quando si vede respinta e lasciata con indiffe- mi, altri laghi, altre montagne, che non si trovano qui
renza da Ruggiero. Soltanto cos da maga diventa tra noi. Ci sono altre pianure, altre valli, altre campa-
donna, capace di soffrire per amore. gne, che hanno citt e che hanno castelli, con case [e-
5. Orlando fa parte della lunghissima galleria di per- normi]: mai il paladino, n prima n poi, vide case
sonaggi maschili, che si incontrano nel poema. Altri pi grande di queste! Ci sono boschi immensi e soli-
sono Sacripante, che viene dallOriente per Angelica, tari, dove anche adesso le ninfe cacciano le belve.
di cui innamorato; Ruggiero, che tutte le donne de-
siderano e che suscita anche simpatie maschili nel 73. Il duca non si ferm ad esplorare tutto quanto,
mago Atlante, che lo vede come un figlio da proteg- perch non era salito sulla luna con questo scopo. Dal
gere; il saggio, ma non troppo Astolfo, che si vanta di santo apostolo fu condotto in una valle stretta fra due
aver fatto innamorare pi di qualche donna; il fortu- montagne, dove meravigliosamente era raccolto tutto
nato Medoro, che senza far niente fa innamorare di s ci che si perde [sulla terra] per colpa nostra, per col-
Angelica, la donna che tutti desiderano; il vecchio pa del tempo o per colpa della Fortuna: ci, che si
mago Atlante, che prova sentimenti paterni verso perde qui [sulla terra], si riunisce l [sulla luna].
Ruggiero; il forte paladino Rinaldo, soltanto del quale
Angelica ha paura. In genere i personaggi maschili 74. Non parlo soltanto di regni o di ricchezze, sui
non fanno una bella figura: anche il cervello del poeta quali opera la ruota instabile della Fortuna; mi riferi-
limato dalla sua donna. sco a ci che la Fortuna non pu n togliere n dare.
6. La pazzia dOrlando collocata nel canto XXIII, Lass vi molta fama, che il tempo, a lungo andare,
cio proprio a met del poema. Essa costituisce quin- quaggi divora; lass stanno infinite preghiere ed in-
di il punto pi alto e il punto di passaggio tra la prima finiti voti, che noi peccatori facciamo a Dio.
e la seconda met dellopera. E si presenta come la
forza che sovrasta tutte le azioni umane e la spada di 75. Le lacrime e i sospiri degli amanti, il tempo spre-
Dmocle che pende, irraggiungibile, minacciosa e cato che si perde giocando e il lungo ozio di uomini
dallalto, su tutti gli uomini. Anche in Dante il canto ignoranti, i progetti vani che non hanno mai attuazio-
L il canto di Marco Lombardo il canto di pas- ne e i desideri vani sono tanto numerosi, che ingom-
76. Passando fra quei mucchi, il paladino chiede [no- 83. Esso era come un liquido sottile e molle, facile da
tizie] alla guida ora di questo ora di quello. Vide un evaporare, se non si tiene ben chiuso, e si vedeva rac-
monte di vesciche piene daria, entro le quali si senti- colto in diverse ampolle, chi pi chi meno capienti,
vano tumulti e grida. Seppe che erano le antiche co- adatte a quello scopo. La pi grande di tutte era quel-
rone degli Assiri, dei Lidi, dei Persiani e dei Greci, la in cui era versato il gran senno del folle signore di
che un tempo furono illustri e che ora sono quasi sco- Anglante (=Orlando) ed era distinta dalle altre, per-
nosciuti. ch fuori aveva scritto Senno dOrlando.
77. Vede l vicino in gran quantit rami doro e 84. Allo stesso modo tutte le altre ampolle avevano
dargento: erano i doni che si fanno a re, a principi e a scritto il nome di coloro, dei quali era stato il senno.
protettori con la speranza di ricevere ricompensa. Il duca (=Astolfo) vide gran parte del suo senno, ma
Vede lacci nascosti nelle ghirlande e chiede e ode che molto pi meravigliare lo fecero molti, che egli cre-
sono tutte adulazioni. Hanno laspetto di cicale scop- deva che non ne avessero neanche un briciolo di me-
piate i versi che si compongono per lodare i signori. no e che qui davano chiaramente la notizia che ne te-
nevano poco, perch la maggior parte era in quel luo-
78. Vede gli amori mal riusciti, che hanno la forma di go.
nodi doro e di ceppi di gemme. Vi erano artigli di
aquile, che furono (come seppi poi) lautorit che i 85. Alcuni lo perdono in amore, altri negli onori, altri
signori danno ai loro ministri. I mantici pieni di ven- [lo perdono] in cerca di ricchezze percorrendo i mari,
to, che riempiono i pendii della montagna, sono gli altri nelle speranze dei signori, altri [lo perdono] cor-
onori ed i favori che i principi concedono per breve rendo dietro a magiche sciocchezze (=le scienze oc-
tempo ai loro favoriti e che poi se ne vanno con la culte), altri in gemme, altri [lo perdono] in opere di
giovinezza [dei favoriti]. pittori ed altri in altro che apprezzano pi di ogni al-
tra cosa. Qui raccolto molto senno di filosofi e di
79. Rovine di citt e di castelli stavano qui sottosopra astrologi ed anche di poeti.
insieme con grandi tesori. Astolfo domanda, e sa che
sono trattati politici e quelle congiure che cos male 86. Astolfo prese il suo, perch glielo permise lauto-
restano nascoste. Vide serpenti con il viso di fanciul- re delloscura Apocalisse. Egli si mise soltanto sotto
la, [erano] lopera dei coniatori di monete false e dei il naso lampolla, in cui era, e pare che quello se ne
ladri. Poi vide bottiglie rotte [e perci buttate via] di sia andato al suo posto. Turpino (=un amico del pala-
pi tipi, che erano il servizio svolto dai cortigiani nel- dino) da quel momento in poi conferm che Astolfo
le misere corti. visse saggiamente per lungo tempo, ma che un errore,
che fece poi, fu la causa che gli lev il cervello
80. Vede una gran quantit di minestre versate e do- unaltra volta.
manda al suo dottore che cosa sono. lelemosina
dice, che si fa fare quando ormai si morti. Passa 87. Astolfo prese lampolla pi capiente e pi piena,
vicino ad un gran monte di fiori diversi, che ebbe un nella quale si trovava il senno, che doveva rendere
buon odore e che ora puzza fortemente. Questo era il saggio il conte Orlando. E non cos leggera, come
dono (se ci lecito dirlo) che limperatore Costantino stim quando essa era nel mucchio con le altre.
fece a papa Silvestro.
[Astolfo porta lampolla a Orlando, gliela fa annusa-
81. Vide un gran numero di panie ricoperte di vi- re, e il cervello, quasi per miracolo, torna al suo po-
schio: erano, o donne, le bellezze vostre. Sar lungo, sto. Cos Orlando pu ritornare a combattere e rove-
se io dico in versi tutte le cose che qui gli furono mo- sciare le sorti traballanti dellesercito cristiano. Il po-
strate, perch dopo mille e mille anni non ho ancora ema si conclude con un duplice lieto fine: la vittoria
finito [di elencarle], e ci sono tutte le cose di cui ab- dellesercito cristiano su quello pagano; e il matrimo-
biamo bisogno. Soltanto la pazzia non presente, n nio di Bradamante con Ruggiero (che intanto si fat-
in piccola n in grande quantit: essa sta tutta quaggi to cristiano). Le nozze possono essere veramente feli-
[sulla terra] e non se ne allontana mai. ci, perch non sono pi minacciate dalla profezia, se-
condo cui egli sarebbe morto dopo la loro celebrazio-
82. Qui Astolfo si accorse di alcuni giorni e di alcuni ne.]
fatti suoi, che aveva perduto e che a causa delle loro
forme strane non avrebbe visto, se non gliele avesse Commento
indicate la sua guida. Poi giunse a quel, che pare a noi 1. Astolfo il pi saggio dei paladini e va sulla luna a
di avere cos, che mai si fecero voti a Dio per esso recuperare il cervello di Orlando, perch lesercito
(=per ottenerlo). Io dico il senno. E qui ce nera un cristiano ha bisogno del paladino. Recuperare il sen-
no per andare a combattere indubbiamente un segno
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di saggezza e di razionalit... Nellepisodio il saggio conservare, a consolidare, ad allargare lo Stato e a di-
Astolfo (ma anche lui in seguito riperde il cervello...) fenderlo da nemici interni ed esterni.
presenta, commenta e, in alcuni casi, condanna dura- ------------------------------II-----------------------------
mente le follie degli uomini. La condanna dura e,
una volta tanto, senza indulgenza per quanto riguarda
la miseria morale delle corti, sia dei cortigiani, sia
dei signori (eppure la corte per il poeta era il luogo
ideale in cui vivere), le promesse, non mantenute, che
si fanno a Dio quando si morti, la donazione di Co-
stantino... Sulla donazione di Costantino era interve-
nuto Dante, con versi di estrema durezza (If XIX, 88-
117), ma anche Lorenzo Valla (1405-1457), che nel
1440 ne aveva dimostrato la falsit. I versi di questo
episodio sono gli unici in cui Ariosto condanna senza
ironia e senza indulgenza fatti umani.
2. Ariosto tratteggia la sua filosofia della follia: lu-
manit vuoi per un motivo, vuoi per un altro tut-
ta pazza. Tanto vale essere indulgenti. Prima dellin-
dulgenza per c una capacit acutissima ed anche
amara di vedere le cose, gli uomini, le spinte pi pro-
fonde (e niente affatto nobili) delle loro azioni. Chis-
s, forse gli uomini trovano nella pazzia il senso della
loro esistenza, che non hanno saputo trovare nella ra-
gione. La descrizione della corte, che pure era il luo-
go ideale in cui vivere, precisa, pacata e disincanta-
ta. Ma la realt, gli uomini non si possono cambiare.
3. Il mondo poetico di Ariosto si pu opportunamente
confrontare con i valori e gli ideali, che emergono
dalla Gerusalemme liberata di Tasso, che scritta e
pubblicata qualche decennio dopo (1581). Ariosto ha
una visione scettica e disincantata della vita: gli uo-
mini perdono il loro tempo in cose superficiali, per
quanto volute e piacevoli; e devono fronteggiare quo-
tidianamente circostanze impreviste ed imprevedibili.
Tasso crede intimamente nei valori sociali e religiosi
che canta, e propone un poema incentrato sul motivo
religioso la liberazione del santo Sepolcro da parte
dei crociati e sulla lotta tra il bene ed il male, con la
vittoria finale del bene. Sia i caratteri dei due poeti sia
la situazione umana e culturale in cui scrivono sono
completamente diversi: Ariosto scrive nel Rinasci-
mento maturo (1490-1530) e mostra le infinite com-
binazioni della vita; Tasso scrive dopo il concilio di
Trento (1545-63), nellet della Controriforma, e si
preoccupa di riportare il lettore ai doveri sociali e re-
ligiosi, costantemente minacciati dal fascino dei beni
e dei valori mondani.
4. Lanalisi che Ariosto fa delluomo, della societ e
della realt pu essere opportunamente confrontata
con le riflessioni che Machiavelli fa confluire nel
Principe (1512-13): il primo ironico ed indulgente,
il secondo pessimista ma fiducioso nella virt del
principe. Peraltro la realt effettuale, che Machia-
velli si vanta di aver scoperto, non trova sempre un
riscontro empirico: Ariosto descrive senza illusioni le
corti e i comportamenti meschini ed opportunistici
dei principi. Machiavelli invece attribuisce al principe
una volont super-umana, capace di opporsi e di im-
porsi alla fortuna avversa, ma anche la passione poli-
tica e una dedizione totale al bene comune, cio a
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Niccol Machiavelli (1469-1527) to, che come un dovere, di piegarli alle esigenze
dello Stato, perch senza lo Stato non c pace n vita
civile. E tutto ci che egli fa linganno, come la
La vita. Niccol Machiavelli nasce a Firenze nel frode, come la violenza deve essere giustificato,
1469. Ha una discreta formazione letteraria, sulla cio deve essere funzionale allo scopo prioritario, che
quale non sono rimaste molte notizie. Nel 1499 di- la salvezza e il consolidamento dello Stato.
venta capo della seconda cancelleria della repubblica Nel Principe lautore affronta anche un problema
fiorentina. Come segretario svolge numerose amba- drammatico, quello della fortuna. Egli non ha pi la
sciate, sia nazionali che internazionali, che gli per- fiducia dellUmanesimo quattrocentesco, secondo cui
mettono di farsi una esperienza politica diretta. Nel luomo artefice del suo destino. Ma non ha nemme-
1501 sposa Marietta Corsini, che gli d quattro figli. no il pessimismo rassegnato di chi crede che non si
Nel 1512 a Firenze tornano i Medici, e Machiavelli possa fare niente contro la sorte avversa. Egli propo-
estromesso dalla carica che ricopre. Nel forzato esilio ne la virt, cio il valore, il coraggio, la previdenza,
tra il 1512 ed il 1513 porta a termine il Principe, la laudacia, come strumenti capaci di opporsi alla catti-
sua opera pi nota. Negli anni successivi cerca di av- va sorte. E fa lesempio del fiume: il fiume in piena
vicinarsi ai Medici, per ritornare sulla scena politica. rompe gli argini e allaga la campagna; ma, se si co-
Nel 1519 per interessamento del cardinale Giulio de struivano argini quando era in secca, non sarebbe
Medici assunto per due anni dallo Studio fiorentino; straripato o, almeno, avrebbe fatto meno danni.
e nel 1525 pu ricoprire nuovamente cariche pubbli- Quando la fortuna favorevole, bisogna quindi pren-
che. Lanno successivo nominato cancelliere, in vi- dere provvedimenti per quando essa non lo sar pi.
sta di un eventuale attacco dellesercito imperiale. In ogni caso la fortuna donna, ed amica dei giova-
Nel 1526 i Medici sono nuovamente cacciati da Fi- ni, che sono audaci e che amano rischiare. Essa va
renze. Il nuovo governo repubblicano lo ritiene trop- presa con la forza e, sempre con la forza, costretta a
po compromesso con la signoria medicea, perci lo sottostare alla nostra volont.
esclude da ogni carica. Muore nello stesso 1527. Machiavelli ha ancora una concezione rinascimentale
dello Stato: luomo politico il principe, quasi un su-
Le opere. Machiavelli scrive il Principe (1512-13), la peruomo, capace di fondare, difendere e mantenere lo
sua opera pi famosa, i Discorsi sopra la prima deca Stato-principato, cio uno Stato che si estende su un
di Tito Livio (1513-17), Dellarte della guerra (1519- territorio limitato. Contemporaneamente in Europa
20), la Vita di Castruccio Castracani (1519), le Isto- esistevano ormai Stati nazionali di enorme estensio-
rie fiorentine (1520-25), tutte opere che trattano ar- ne, che funzionavano grazie ad una complessa buro-
gomenti politici o militari. Scrive anche due comme- crazia e che avevano un forte esercito.
die, la Mandragola (1518), il capolavoro della com- La sua ricerca vuole individuare le leggi della politi-
media italiana del Cinquecento, e Clizia (1524-25), e ca, ma vuole anche spingere un principe italiano al-
una novella, la Favola (Belfagor arcidiavolo)(1518). la fine un esponente della casa de Medici , a pren-
dere in mano la bandiera del riscatto nazionale per
Il pensiero politico. Machiavelli il fondatore della cacciare gli stranieri fuori dellItalia. Il pensiero poli-
scienza politica. Nel Medio Evo la politica era sotto- tico e le indicazioni di Machiavelli cercano quindi di
messa alla morale. Egli intende renderla autonoma: la rispondere alla situazione italiana del tempo: lItalia
morale ha le sue leggi, la politica ha le sue, che non ricca e indifesa, perci terra di conquista per gli e-
necessariamente coincidono con la prima. Luomo serciti stranieri.
politico, il principe, deve seguire le leggi della politi- Nel corso del Cinquecento il pensiero politico di Ma-
ca, non della morale. Ad esempio la morale dice di chiavelli suscita numerose discussioni e numerose
non uccidere. Luomo politico invece, se costretto prese di posizione tra gli intellettuali. Esso formal-
dalle circostanze, deve essere disposto ad uccidere. mente condannato, ma sotto il nome di tacitismo
Linfrazione delle leggi morali per non gratuita n sostanzialmente accolto dalla cultura politica e corti-
arbitraria: luomo politico deve preoccuparsi di man- giana, che in genere lo riduce alla tesi semplicistica
tenere, difendere e consolidare lo Stato. In nome di che il fine giustifica i mezzi, e lo applica ad ogni cir-
questo compito deve essere disposto a tutto: ad usare costanza della vita. condannato anche dalla Chiesa
la forza o lastuzia o linganno, a venir meno alla pa- in quanto immorale. Ma un gesuita, Giovanni Bote-
rola data, ad uccidere, ad usare anche la religione ro (1544-1617), il suo maggiore prosecutore. Egli
come strumento per consolidare il potere. pubblica unopera, Della ragion di Stato (1589), in
Nel Principe Machiavelli si richiama alla realt ef- cui espone in modo sistematico i princpi brutali e ci-
fettuale, alla realt dei fatti, cio a come gli Stati e nici della scienza politica, senza illuminarli di quel-
gli uomini sono effettivamente, non a come dovreb- la spinta razionale e ideale che aveva costantemente
bero o potrebbero essere. E gli uomini sono stupidi e animato il segretario fiorentino.
malvagi: vedono il loro interesse immediato e non ---II---
quello pi lontano; credono a ci che vogliono e non
a ci che vedono; promettono aiuto quanto non se ne
ha bisogno e non mantengono la promessa, se posso-
no fare a meno di mantenerla. Il principe ha il compi-
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Il Principe (1512-13) colui che cerca di arricchirsi anche con la rapina, in-
vece misero colui che risparmia eccessivamente);
Il Principe scritto in pochissimi mesi tra il 1512 e il qualcuno ritenuto generoso nel far doni, qualcuno
1513, quando Machiavelli rimosso dalla sua carica rapace; qualcuno crudele, qualcun altro pietoso; uno
in seguito al ritorno a Firenze dei Medici. Esso costi- che rompe i patti, laltro che mantiene la parola data;
tuisce il primo trattato di scienza politica nel senso luno debole e vigliacco, laltro deciso e coraggioso;
moderno del termine. Lautore intende preparare un luno affabile, laltro superbo; luno lussurioso, lal-
manuale per il principe. Le basi teoriche ed empiriche tro casto; luno sincero, laltro astuto; luno ostinato,
dellopera sono: a) il richiamo costante alla realt laltro disponibile; luno fermo nelle sue decisioni,
effettuale; b) una concezione pessimistica delluomo laltro volubile; luno credente, laltro non credente, e
e della natura umana; c) lesperienza politica diretta cos via. Ed io so che ognuno ammetter che sarebbe
dellautore; d) lesperienza desunta dal comportamen- molto lodevole che, di tutte queste qualit, un princi-
to dei sovrani e dei principi del tempo; ed e) lespe- pe avesse quelle che sono ritenute buone. Ma, poich
rienza desunta dagli avvenimenti del passato (la storia non si possono avere tutte n osservare interamente,
greca e latina), che astoricamente percepito come perch le condizioni umane non lo permettono, ne-
contemporaneo. cessario che sia tanto prudente da saper fuggire
linfamia di quei vizi che gli farebbero perdere lo Sta-
Lopera integrale in versione italiana e commentata si to, e astenersi da quelli che non glielo farebbero per-
trova in dere, se vi riesce; ma, se non vi riesce, vi si pu ab-
http://www.letteratura- bandonare con minore riguardo. E inoltre non si deve
italia- curare di cadere nellinfamia di quei vizi, senza i qua-
na.com/pdf/letteratura%20italiana/05%20MACHIAV li difficilmente potrebbe conservare lo Stato, perch,
ELLI%20Principe%20in%20italiano.pdf se si considera bene tutta la questione, si trover
---II--- qualche qualit che appare virt e, seguendola, lo
porter alla rovina; e qualcunaltra che appare vizio e,
Cap. XV: Le azioni per le quali gli uomini e seguendola, gli dar sicurezza e benessere.
soprattutto i principi sono lodati oppure bia-
simati Commento
1. Il testo contiene lespressione pregnante di realt
1. Resta ora da vedere quali debbano essere i modi e i effettuale, cio la realt dei fatti, che distingue reci-
comportamenti di un principe verso i sudditi (=in samente i fatti dalle cose che sui fatti si sono imma-
pubblico) ed i collaboratori (=in privato). E, poich io ginate. Come applicazione di questo concetto segue,
so che molti hanno scritto su questo argomento, temo, subito dopo, il riscontro che c una frattura tra ci
se lo tratto anchio, di essere ritenuto presuntuoso, che si dovrebbe fare e ci che invece si fa; e il consi-
perch, affrontando la materia, mi allontano comple- glio che si deve agire tenendo presente ci che gli al-
tamente dalle posizioni altrui. Ma, poich il mio pro- tri fanno, non ci che dovrebbero fare. Se si agisce in
posito quello di scrivere cosa utile a chi la com- base a come si dovrebbe agire, si causa inevitabil-
prende, mi parso pi conveniente andare dietro alla mente la propria rovina. Perci il principe deve impa-
realt dei fatti (realt effettuale) in discussione, che a rare ad essere anche non buono, e deve saper usare
ci che si immagina su di essi. E molti si sono imma- questa sua capacit, se necessario, cio se le circo-
ginati repubbliche e principati che non si sono mai stanze lo richiedono.
visti n riconosciuti esistenti nella realt. E c tanta 2. La discussione su essere e dover essere continua
differenza tra come si vive da come si dovrebbe vive- quindi in questo modo: nellopinione di tutti ci sono
re, che colui che lascia quello che si fa per quello che comportamenti valutati come buoni e comportamenti
si dovrebbe fare, impara a rovinarsi, piuttosto che a valutati come cattivi. A questo punto sono presentati
preservarsi. Un uomo che in ogni occasione voglia binomi di comportamenti, che indicano una virt e il
comportarsi bene, va inevitabilmente incontro alla vizio contrapposto. Il ragionamento prosegue in que-
rovina in mezzo a tanti che si comportano non bene sto modo: sarebbe opportuno che il principe avesse
(=male). Perci necessario che un principe, che vo- soltanto virt ed evitasse i vizi. Ci per non sem-
glia conservare il potere, impari a comportarsi non pre possibile, perch le circostanze non lo permettono
bene (=male) e a usare questa sua capacit quando sempre. Il principe perci deve accettare di essere
serve. biasimato, ma evitare quelle virt apparenti, che gli
2. Pertanto, lasciando da parte le cose che su un prin- farebbero perdere lo Stato, e applicare quei vizi appa-
cipe sono state immaginate e discutendo di quelle che renti che gli permettono di conservare il potere.
sono vere, dico che tutti gli uomini (quando si parla 3. La valutazione delle virt e dei vizi quindi fatta
di essi, e soprattutto di principi, che sono posti pi in non con un criterio morale, ma con un criterio politi-
alto) sono giudicati per alcune di queste qualit, che co: quale che sia lopinione positiva o negativa su un
recano loro o biasimo o lode. Cos qualcuno ritenu- certo comportamento, il principe deve evitare quelle
to generoso, qualcuno misero (=taccagno) (usando un virt che gli farebbero perdere lo Stato ed applicare
termine toscano, perch avaro nella nostra lingua quei vizi che glielo fanno mantenere.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 124
4. In ambito politico Machiavelli propone una conce- re, molto pi sicuro per il principe essere temuto
zione strumentale delle azioni: una virt va evitata, se che amato, quando fosse assente uno dei due. Perch,
fa perdere lo Stato; un vizio va applicato se fa mante- degli uomini si pu dire in generale questo: che sono
nere lo Stato. Lazione quindi non ha pi un valore in ingrati, volubili, simulatori e dissimulatori, fuggitori
s, ma acquista un valore positivo o un valore negati- dei pericoli, desiderosi di guadagno. E, mentre fai lo-
vo nella misura in cui capace di raggiungere il fine ro del bene, sono tutti tuoi, ti offrono il sangue, la ro-
prefissato. E, nel caso del principe, il fine supremo, ba, la vita, i figli (come dissi pi sopra), quando il bi-
per il quale tutto va sacrificato, la difesa e il conso- sogno [che tu hai di loro] lontano; ma, quando esso
lidamento dello Stato. si avvicina, essi si rifiutano e si ribellano. E il princi-
5. Il Principe conclude lo straordinario rapporto che pe, che si fondato sulla loro parola, trovandosi sen-
si era stabilito nel Quattrocento tra intellettuali e za altra difesa [nel momento del pericolo], va incon-
principi: i primi fornivano gli ideali che i secondi at- tro alla rovina. Perch le amicizie, che si acquistano
tuavano. E prelude al nuovo e deludente rapporto in dando benefici e non con la propria grandezza e no-
cui gli intellettuali diventano cortigiani adulatori ed bilt danimo, si comperano, ma non si hanno effetti-
esecutori pi o meno esperti di una volont e di valori vamente, e al momento del bisogno non si possono
provenienti da altri, e a loro estranei. spendere. E gli uomini si preoccupano meno di of-
---II--- fendere uno che si fa amare che uno che si fa temere,
perch lamore si fonda su un vincolo morale, il qua-
Cap. XVII La crudelt e la piet; se meglio le, poich gli uomini sono tristi, infranto ogni volta
essere amati o temuti, oppure il contrario che contrasta con il proprio interesse, mentre il timore
tenuto ben saldo dalla paura della pena, che non
abbandona mai.
1. Passando poi a considerare le altre qualit sopra
elencate, dico che ogni principe deve desiderare di 3. Tuttavia il principe deve farsi temere in modo che,
se non acquista lamore [dei sudditi], almeno fugga
essere ritenuto pietoso e non crudele. Deve tuttavia
lodio, perch si possono ben conciliare il fatto di es-
avere laccortezza di non usare male questa piet. Ce-
sere temuto ed il fatto di essere non odiato. Ci av-
sare Borgia era ritenuto crudele; e tuttavia quella sua
verr sempre, quando il principe si astenga dalla roba
crudelt era servita a riordinare la Romagna, a unirla,
dei suoi cittadini e dei suoi sudditi, e dalle loro don-
a pacificarla e a renderla leale [verso il governo]. E,
ne. E, se proprio deve uccidere qualcuno, deve farlo
se si considera bene ci (=il risultato), si concluder
quando ci sia una giustificazione conveniente e una
che egli stato molto pi pietoso del popolo fiorenti-
causa manifesta. Ma, soprattutto, deve astenersi dalla
no, il quale, per evitare il nome di crudele, lasci che
roba altrui, perch gli uomini dimenticano pi facil-
la lotta tra le fazioni distruggesse Pistoia [1501]. Per-
mente la morte del padre piuttosto che la perdita del
tanto un principe non deve curarsi dellinfamia di
patrimonio. E poi i motivi per togliere la roba non
crudele, per mantenere i suoi sudditi uniti e leali. In
mancano mai; e sempre colui, che incomincia a vive-
tal modo con pochissimi atti di crudelt sar pi pie-
re di rapina, trova motivo per appropriarsi della roba
toso di coloro i quali, per troppa piet, lasciano avve-
altrui. Al contrario i motivi per uccidere sono pi rari,
nire i disordini, dai quali sorgono uccisioni e rapine.
e vengono meno pi presto [cio non appena lo Stato
Queste ultime di solito offendono lintera cittadinan-
consolidato].
za, mentre le esecuzioni che provengono dal principe
4. Ma quando il principe con lesercito, e comanda
offendono soltanto i singoli cittadini. E, fra tutti i
migliaia di soldati, allora necessario soprattutto non
principi, il principe nuovo non pu evitare il nome di
preoccuparsi del nome di crudele, perch senza que-
crudele, perch gli Stati nuovi sono pieni di pericoli.
sto nome non si tenne mai un esercito unito n pronto
Virgilio pone queste parole nella bocca di Didone (E-
ad alcuna impresa. Tra le mirabili azioni di Annibale
neide, I, 563-564):
si annovera questa: pur avendo un esercito grossissi-
mo, composto da infinite razze di uomini, condotto a
Le necessit politiche e la novit del mio regno
combattere in terre straniere, non vi scoppiasse mai
mi spingono a tali cose, e a vigilare con cura
alcun contrasto, n tra i soldati, n contro il generale,
su tutto il mio territorio.
sia nella cattiva sia nella buona sorte. Ci dipese sol-
tanto dalla sua inumana crudelt, la quale, insieme
E tuttavia il principe deve essere cauto nel credere
con le sue infinite capacit militari, lo rese sempre
[allesistenza di pericoli] e nellagire, n deve farsi
venerabile agli occhi dei suoi soldati. E senza di essa
paura da se stesso. Deve saper conciliare prudenza e
le altre capacit militari non sarebbero riuscite ad ot-
umanit, affinch la troppa confidenza [in s] non lo
tenere quel risultato. Gli storici poco avveduti [come
renda imprudente, e la troppa diffidenza [negli altri]
Tito Livio] da una parte ammirano la compattezza
non lo renda intollerabile.
dellesercito, dallaltra condannano la principale cau-
2. Da ci nasce una questione: se meglio che il
sa di essa.
principe sia amato piuttosto che temuto, oppure il
contrario. La risposta questa: sarebbe opportuno che
il principe sia amato e contemporaneamente temuto;
ma, poich difficile mettere insieme amore e timo-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 125
Commento In questo caso devessere sempre crudele, perch sol-
1. Continua la riflessione di Machiavelli: il principe tanto cos pu tenere uniti i soldati. Il principe si deve
dovrebbe essere contemporaneamente amato e temu- dedicare alla guerra, per ottenere fama, gloria e ric-
to, cio rispettato; ma, poich molto difficile anche chezza, e per ampliare lo Stato.
per il principe farsi contemporaneamente amare e ri- ---II---
spettare-temere, meglio che si faccia temere-rispet-
tare, perch soltanto cos avr i suoi sudditi dalla sua Cap. XVIII: In che modo la parola data debba
parte nella buona come nella cattiva sorte. Il principe essere mantenuta dai principi
per non deve farsi odiare; e si fa odiare quando insi-
dia le donne e le ricchezze dei sudditi. Lautore 1. Ciascuno intende quanto sia lodevole un principe
commenta pessimisticamente e realisticamente che si che mantenga la parola data e che viva con integrit e
dimentica pi facilmente la morte del padre, ucciso, non con astuzia. Tuttavia si vede per esperienze re-
che la perdita del proprio patrimonio. centi che hanno fatto grandi cose quei principi che
2. Il segretario fiorentino parla indubbiamente male hanno tenuto poco conto della parola data e che han-
dei sudditi, che sono sleali e ingrati, e bene del prin- no saputo con lastuzia aggirare i cervelli degli uomi-
cipe, che sarebbe generoso. Non detto che le cose ni; e che alla fine hanno superato coloro che si sono
stiano cos; anzi, se si ascolta Ariosto, i principi sfrut- fondati sulla lealt.
tano i loro dipendenti e sono ben poco generosi. 2. Dovete dunque sapere che ci sono due modi di
Lautore tuttavia giustificato: il manuale che sta combattere: luno con le leggi, laltro con la forza. Il
scrivendo deve andare in mano ai principi, perci primo proprio delluomo, il secondo delle bestie.
opportuno parlar bene di loro. Ma, perch il primo molte volte non basta, conviene
3. Machiavelli continua a proporre una concezione ricorrere al secondo. Pertanto un principe deve sapere
strumentale della violenza e, in genere, delle azioni: usare bene la bestia (=la forza) e luomo (=le leggi).
la violenza, se serve, si usa; se non serve, non si usa. Questo principio stato insegnato ai principi in modo
In se stessa essa non ha alcun valore; lo acquista nella coperto (=allusivo, simbolico) dagli antichi scrittori, i
misura in cui riesce o non riesce a raggiungere il fine quali scrivono che Achille e molti altri principi anti-
prefissato. In questo paragrafo il ragionamento ar- chi furono allevati dal centauro Chirone, affinch li
ricchito da unaltra precisazione: meglio uccidere ammaestrasse alla sua scuola. Ci vuol dire avere
pochi individui e subito, piuttosto che lasciare che la come precettore un essere mezzo bestia e mezzo uo-
situazione degeneri. Se degenera, le violenze e le di- mo, perch un principe deve sapere usare luna e
struzioni aumentano e il conflitto si allarga nello spa- laltra natura e perch luna senza laltra non pu du-
zio e si allunga nel tempo. rare.
4. Il principe di Machiavelli ancora il principe ita- 3. Un principe dunque, essendo necessitato a saper
liano del Trecento e del Quattrocento, che ha un pic- usare bene la bestia, deve prendere come modello la
colo Stato; che ha consiglieri e segretari umanistici e volpe ed il leone, perch il leone non sa difendersi dai
che circondato da artisti. Anzi egli stesso un arti- lacci (=trappole, inganni), la volpe non sa difendersi
sta, e, come il suo compito, crea uno Stato che dai lupi (=forza, violenza). Bisogna dunque essere
unopera darte. Lautore non vede ancora che nel volpe per conoscere i lacci ed essere leone per inti-
Cinquecento il principe illuminato ed umanista, il morire i lupi. Coloro che praticano soltanto il leone
principe mecenate circondato dagli artisti e abbastan- non si intendono di politica. Pertanto un signore pru-
za vicino ai suoi sudditi come poteva essere Loren- dente non pu n deve mantenere la parola data,
zo de Medici ormai definitivamente scomparso. quando il mantenerla controproducente e quando
Ci sono monarchi assoluti, lontani, a capo di grandi sono scomparse le cause che la fecero promettere. Se
eserciti e di grandi burocrazie, che cercano non la co- gli uomini fossero tutti buoni, questo precetto non sa-
struzione o il mantenimento dello Stato (nessuno glie- rebbe buono; ma, perch essi sono tristi (=malvagi) e
lo insidia), ma lallargamento dello Stato al fine di non la manterrebbero a te, tu pure non devi mantener-
ottenere altro potere, altra fama, altra gloria, altra ric- la a loro. N mai ad un principe mancarono i motivi
chezza. Gli orizzonti umanistici e ideali del segretario legittimi per giustificare questa inosservanza. Di ci
fiorentino sono completamente ignorati, a favore dei si potrebbero dare infiniti esempi moderni e mostrare
brutali rapporti di potere che lega il monarca ai suoi quante paci, quante promesse sono state nulle e vane
sudditi e ogni monarca agli altri monarchi. perch i principi non hanno rispettato la parola data.
5. Lautore scrive quindi facendo riferimento soltanto E quello che ha saputo usare meglio la volpe, ha otte-
alla situazione italiana, che lo interessa e che aveva nuto migliori risultati. Ma necessario sapere ben na-
bisogno di una maggiore unit per fermare le inva- scondere questa natura ed essere gran simulatore e
sioni degli eserciti stranieri e per cessare di essere ter- dissimulatore. Sono tanto semplici (=stupidi, ingenui)
ra di conquista e di sfruttamento. Da questa situazio- gli uomini, e tanto obbediscono alle necessit del
ne non si allontana mai. momento, che colui che inganna trover sempre qual-
6. Machiavelli distingue tra il comportamento che il cuno che si lascer ingannare.
principe deve tenere nella vita politica normale e 4. Fra gli esempi recenti voglio citare questo. Papa
quello che deve tenere quando a capo dellesercito. Alessandro VI non fece mai altro, non pens mai ad
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 126
altro che ad ingannare gli uomini; e sempre trov ve se tu la mantieni al tuo avversario, quello non la
qualcuno da poterlo fare. Nessuno mai ebbe maggior mantiene a te, e tu sei rovinato: meglio prevenirlo.
forza persuasiva di lui e nessuno mai con i pi grandi 2. Il capitoletto presenta due capisaldi del pensiero di
giuramenti afferm una cosa, che poi non mantenes- Machiavelli: a) la realt effettuale, cio la realt
se. E tuttavia sempre i suoi inganni ebbero successo, dei fatti (gi incontrata nel cap. XV), che deve sosti-
perch conosceva bene questa parte della natura u- tuirsi a tutte le teorizzazioni astratte; e b) il pessimi-
mana. Un principe dunque non deve necessariamente smo circa luomo e la natura umana. Lunica speran-
avere di fatto tutte le qualit sopra indicate, ma deve za per imporsi e per dominare questa realt negativa
apparire (=mostrare) di averle. Dir di pi: se le ha e la virt del principe, che lotta con ogni mezzo per co-
se le osserva sempre, esse sono dannose; se appare struire e consolidare lo Stato. Sembrerebbe poi che
(=mostra) di averle, sono utili. Egli deve apparire nello Stato sia il principe sia luomo comune trovino
(=mostrarsi) pietoso, leale, umano, sincero, religioso; il luogo e i modi per condurre una vita degnamente
e deve avere queste qualit. Tuttavia, quando bisogna umana. Lautore per non si spinge ad affrontare que-
non averle (=sono controproducenti), deve anche es- sta problematica, poich preso dai problemi relativi
sere capace di saperle mutare nel loro contrario. E bi- alla costruzione preliminare e al mantenimento dello
sogna capire che un principe, soprattutto un principe stesso Stato.
nuovo, non pu osservare tutte quelle cose per le qua- 3. Il testo mostra anche come lautore si avvicina ai
li gli uomini sono ritenuti buoni, perch spesso, per testi antichi, che interpreta in modo allegorico; e co-
mantenere lo Stato, necessitato ad operare contro la me si avvicini in modo per noi antistorico e anacroni-
parola data, contro la carit, contro lumanit, contro stico al passato, per trarne insegnamenti validi per il
la religione. Perci bisogna che egli abbia un animo presente. Sotto questa metodologia c la convinzione
disposto a cambiare, secondo che i venti della fortuna che esista una realt immutabile ed astorica e una
e i mutamenti delle cose gli impongono. E, come dis- scienza ugualmente astorica e perenne, capace di in-
si pi sopra, non deve allontanarsi dal bene, se pu terpretare le azioni umane in tutti i tempi. Peraltro
farlo; ma deve sapere entrare nel male, se costretto questo comportamento, indubbiamente pi raffinato e
dalla necessit. pi critico, non certamente troppo diverso da quello
5. Pertanto un principe deve avere gran cura che non espresso dai primi crociati, che in Terra Santa pensa-
gli esca mai di bocca una cosa che non sia piena delle vano di incontrare gli uccisori di Cristo o i loro diretti
cinque qualit sopra indicate; e appaia, a vederlo e a discendenti. Ed erano passati 1.000 anni. Il tempo di
udirlo, tutto piet, tutto lealt, tutto sincerit, tutto Machiavelli ancora il tempo ciclico delle stagioni,
umanit, tutto religione. E non c cosa pi necessaria ancora il tempo agricolo, che caratterizza la societ
che apparire (=mostrare) di avere questultima quali- europea fino a tempi recentissimi (1950). Il suo ap-
t. Gli uomini in generale giudicano pi in base a ci proccio al passato non diverso da quello proposto
che vedono (=lapparenza) che non in base a ci che da Dante nel Convivio (1304-07) con i quattro sensi
toccano (=la realt effettiva): tutti vedono laspetto delle scritture.
esteriore delle cose, ma pochi intendono ci che vi sta 4. Il principe di Machiavelli ha certamente qualche
dietro (=la realt effettiva). Pertanto un principe deve debolezza umana; tuttavia un uomo diverso dagli
preoccuparsi unicamente di vincere e di mantenere lo altri uomini, poich, nonostante gli strumenti abietti
Stato: i mezzi saranno sempre giudicati onorevoli e che usa, si propone di realizzare un preciso ideale: la
lodati da tutti, perch il volgo va sempre trascinato costruzione dello Stato. Soltanto tale realizzazione
con lapparenza e non con la realt effettiva, e nel giustifica limpiego immorale o meglio amorale di
mondo c soltanto volgo, ed i pochi non avranno se- qualsiasi mezzo. Uno Stato in pace e funzionante
guito n ascolto, quando i molti hanno dove appog- sicuramente utile al principe e alla popolazione. Tut-
giarsi (=i risultati ed i successi ottenuti dal principe, tavia lautore non giustifica razionalmente perch il
comunque essi siano stati ottenuti). Un principe dei principe si debba dare tanto da fare per creare lo Sta-
nostri tempi (=Ferdinando il Cattolico, re di Spagna), to. Il motivo effettivo emerge soltanto alla fine dello-
che non bene nominare, non predica mai altro che pera, quando egli invita la casa de Medici a mettersi
pace e lealt, e delluna e dellaltra inimicissimo; e a capo di un movimento di liberazione nazionale che
luna e laltra, se le avesse osservate, gli avrebbero cacci gli stranieri dallItalia e costruisca (forse) uno
pi volte fatto perdere la reputazione o lo Stato. Stato nazionale. Fino a questo momento per non si
capisce perch il principe debba attuare uno scopo
Commento cos altruistico; sarebbe pi ragionevole pensare che
1. La tesi di Machiavelli semplice e ormai prevedi- voglia costruire lo Stato per il suo interesse personale
bile: la parola data si mantiene se strumentalmente e per poter sfruttare adeguatamente i sudditi. E ci
utile mantenerla; non si mantiene se dannoso man- era quanto si poteva normalmente riscontrare
tenerla: il principe prudente non pu n deve mante- nellItalia del tempo.
nere la parola data, quando il mantenerla contropro- ---II---
ducente e quando sono scomparse le cause che la fe-
cero promettere. Sarebbe bello commenta lautore
poterla mantenere; ma nel mondo reale in cui si vi-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 127
Cap. XXV: Quanto pu la fortuna nelle azioni 5. Perch si vede che gli uomini nelle azioni che li
umane e in che modo possa essere affronta- conducono al fine che si sono prefissi, cio gloria e
ta ricchezze procedono in modi diversi: luno con cau-
tela, laltro con impeto; luno con violenza, laltro
1. Non ignoro che molti sono stati e sono dello- con arte; luno con pazienza, laltro con impazienza.
pinione che le cose del mondo siano governate dalla E ciascuno vi (=alla gloria ed alle ricchezze) pu per-
fortuna o da Dio in modo tale, che gli uomini con la venire con questi diversi modi [di procedere]. Si ve-
loro prudenza non possano modificarle, e che anzi dono poi due individui cauti, uno [dei quali] raggiun-
non vi abbiano alcun rimedio. Perci essi potrebbero ge il suo scopo, laltro no. E similmente si vedono
giudicare che non ci si debba impegnare a fondo per ottenere ugualmente buoni risultati due [individui]
[modificare] la realt, ma che ci si debba lasciar go- che hanno applicato princpi diversi, essendo luno
vernare dalla sorte. Questa opinione stata professata cauto, laltro impetuoso. Ci dipende semplicemente
soprattutto ai nostri tempi, a causa dei grandi muta- dalle caratteristiche dei tempi, che si adattano o che
menti della situazione politica che si sono visti e che non si adattano al [modo di] procedere degli interes-
si vedono ogni giorno, fuori di ogni capacit umana sati. Da qui nasce ci che ho detto, [cio] che due,
di prevederli. Pensando a ci, io talvolta mi sono in operando in modo uguale, raggiungono uno il fine,
qualche modo inclinato verso questa opinione. laltro no.
2. Tuttavia, affinch il nostro libero arbitrio non sia 6. Da questo ancora dipende il variare della fortuna
negato, giudico che possa esser vero che la fortuna umana, perch un [principe], se governa con cautela e
sia arbitra della met delle nostre azioni e che lasci con pazienza e se i tempi e le cose girano in modo
governare a noi laltra met, o quasi. E paragono che il suo governo sia buono, allora ottiene buoni ri-
quella ad uno di quei fiumi rovinosi, che, quando si sultati; ma, se i tempi e le cose mutano, egli rovina,
adirano (=si ingrossano e rompono gli argini), allaga- perch non muta il suo modo di procedere. N si tro-
no la pianura, sradicano gli alberi e distruggono gli va un uomo cos prudente, che si sappia adattare a
edifici, levano da questa parte terreno e lo pongono questi mutamenti; sia perch non possiamo deviare da
dallaltra. Ciascuno fugge davanti ad essi, ognuno ce- quella direzione verso la quale la nostra natura ci in-
de al loro impeto, senza potervi in alcun modo resi- clina, sia anche perch, avendo sempre camminato
stere. E, bench siano fatti cos (=per natura violenti), per una certa strada, non riusciamo a persuaderci ad
nulla impedisce che gli uomini, quando i tempi sono abbandonarla. Perci luomo cauto, quando giunto
tranquilli, possano prender provvedimenti con ripari e il tempo di usare limpeto, non lo sa fare, perci rovi-
con argini, in modo che essi, quando crescono, sfo- na; invece, se mutasse natura in relazione [al mutare]
ghino [la furia delle loro acque] per un canale o non dei tempi e delle cose, manterrebbe la fortuna.
avrebbero un impeto cos sfrenato e cos dannoso. 7. Papa Giulio II procedette impetuosamente in ogni
3. In modo simile si comporta la fortuna, la quale di- sua cosa; e trov i tempi e le cose conformi a questo
mostra la sua potenza dove non c alcuna virt suo modo di procedere a tal punto, che ottenne sem-
(=forza) impegnata [consapevolmente] a resisterle; e pre buoni risultati. Considerate la prima impresa che
rivolge il suo impeto proprio l dove essa sa che non fece a Bologna [1506], quando era ancora vivo mes-
sono stati costruiti gli argini ed i ripari per contenerla. ser Giovanni Bentivogli (=il signore della citt). I ve-
E, se voi considerate lItalia, vedrete che essa una neziani non approvavano limpresa e nemmeno lap-
campagna senza argini e senzalcun riparo; perch, se provava il re di Spagna. Con la Francia egli era in
essa fosse difesa da unadeguata virt (=forza milita- trattative. E tuttavia con la sua ferocia (=determina
re), come la Germania, la Spagna e la Francia, questa zione) e con il suo impeto prese parte personalmente
piena (=le invasioni straniere) non avrebbe provocato a quellimpresa. Questa sua mossa fece stare incerti e
i grandi mutamenti che ci sono stati oppure non sa- fermi (=li aveva colti di sorpresa) sia gli spagnoli sia i
rebbe nemmeno avvenuta. E voglio che basti aver veneziani; questi per paura, quelli per il desiderio che
detto questo per quanto riguarda l[a possibilit di] avevano di rioccupare il regno di Napoli. Inoltre egli
opporsi alla fortuna in generale. si tir pure dietro il re di Francia, il quale, vedendolo
4. Ma, restringendomi ai casi particolari, dico che og- in azione e desiderando farselo amico per abbattere i
gi si vede un principe ottenere buoni risultati e doma- veneziani, giudic di non potergli negare il suo aiuto
ni rovinare senza avergli visto mutare natura o qualit senza offenderlo in modo esplicito. Perci Giulio II
alcuna. Io credo che ci dipenda in primo luogo dalle con la sua azione impetuosa ottenne un risultato che
cause che si sono lungamente discusse pi sopra, cio nessun altro pontefice con tutta la sua umana pruden-
che quel principe, che si affida completamente alla za avrebbe mai ottenuto; perch egli, se aspettava di
fortuna, va in rovina, non appena essa varia. Credo partire da Roma con gli accordi fatti e con le cose or-
inoltre che ottenga buoni risultati quel [principe] che dinate, come qualunque altro pontefice avrebbe fatto,
adatta il suo modo di procedere alle caratteristiche dei non avrebbe mai ottenuto quei risultati: il re di Fran-
tempi e che similmente non ottenga buoni risultati cia avrebbe avuto mille scuse e gli altri [gli] avrebbe-
quello che non adatta il suo modo di procedere ai ro messo mille paure. Io voglio lasciar stare le altre
tempi. sue imprese, che sono state tutte simili a questa. La
brevit della sua vita non gli ha fatto provare il con-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 128
trario, perch, se fossero giunti tempi che richiedesse- rimproverarsi di non aver tentato. Oltre alla prudenza
ro di procedere con cautela, avrebbe conosciuto la sua e alle precauzioni luomo per pu fare intervenire
rovina. N mai avrebbe deviato da quei modi [di pro- unaltra variabile: la virt, limpeto, il coraggio,
cedere] ai quali la natura lo inclinava. laudacia, la passione, la decisione, la determinazio-
8. Concludo dunque che gli uomini, poich la fortuna ne. Essi certamente esulano dallambito della ragione,
cambia e poich essi restano attaccati ostinatamente che in genere non si contrappongono alla ragione e
ai loro modi [di procedere], ottengono buoni risultati, che possono intervenire positivamente, quando la ra-
finch concordano con la fortuna (=le circostanze); gione ha esaurito le sue risorse ed i suoi mezzi di in-
non li ottengono pi, quando non concordano pi con tervento. Lautore punta proprio su questi interventi
essa. Io giudico bene questo: meglio essere impe- irrazionali, quando la ragione (propria ed altrui, cio
tuosi che cauti, perch la fortuna donna ed neces- degli avversari) entra in stallo. E, come di consueto, a
sario, volendola sottomettere alla propria volont, sostegno della sua tesi porta come prova la realt ef-
batterla e spingerla. E si vede che essa si lascia vince- fettuale di un fatto concreto preciso: la presa di Bo-
re pi facilmente da questi che non da coloro che logna ad opera del papa Giulio II, che con il suo
procedono con la fredda ragione. Perci sempre, co- comportamento deciso e imprevedibile sorprende gli
me donna, amica dei giovani, i quali sono meno avversari e li mette davanti al fatto compiuto.
cauti e pi feroci (=risoluti, decisi) [degli uomini ma- 3. Il testo svolge alcune interessanti riflessioni sulla
turi e perci pi cauti e meno arditi] e con pi audacia abitudine: ognuno di noi si abitua ad operare in un
la comandano. certo modo, cio in quel modo verso cui si sente pi
predisposto e che gli ha procurato successo e soddi-
Commento sfazioni. Ci per pu essere pericoloso: le cose con-
1. Il tema della fortuna uno dei motivi pi impor- tinueranno ad andarci bene soltanto se continueranno
tanti del Principe. La fortuna ha una lunga storia. la a presentarsi circostanze che richiedano quello speci-
Necessit dei greci, che pensano alle tre vecchie fico modo di affrontarle; altrimenti ci aspetta la rovi-
Cloto, Lchesi, tropo che nellAverno filano, tes- na. Daltra parte nota giustamente lautore ognu-
sono e interrompono la vita umana e il cui potere no ha un carattere specifico che lo spinge a compor-
superiore alla volont degli dei. la dea Fortuna (o il tarsi in un certo modo; e oltre tutto non si pu cam-
Fato, cio il destino, la sorte, le circostanze) dei ro- biare facilmente un modo di operare che ormai di-
mani, che cieca e che, indifferentemente, ora fa- venuto la nostra natura. Anche in questo caso lautore
vorevole, ora avversa agli uomini. la Provvidenza respinge lottimismo umanistico, che attribuiva
cristiana, che per Dante la ministra di Dio ed esegue alluomo la capacit di imporre la sua volont al de-
la volont imperscrutabile di Dio (ci per non gli stino. Egli mostra che la questione molto pi com-
impedisce di prendersela con lei, quando sfavorevo- plessa del previsto, e che resta sempre un notevole
le) (If VII, XV ecc.). la Fortuna degli umanisti del margine di rischio e di incertezza circa la riuscita del-
Quattrocento, che la ritenevano interamente control- le nostre azioni. Il futuro non pi completamente
labile, quando affermavano che ognuno artefice prevedibile n trasparente.
del suo destino. il caso imprevedibile, incontrolla- 4. La parte finale del capitoletto, in cui si afferma che
bile, assurdo e paradossale, che domina le vicende la fortuna donna ed amica dei giovani, risente pi
dellOrlando furioso, che fa impazzire Orlando, per- della passionalit che caratterizza la conclusione
ch respinto da Angelica; che fa innamorare Angelica dellopera, che della prudenza e della riflessione dei
di un oscuro fante; e che fa intersecare a pi riprese i capitoli precedenti. Ci comprensibile: Machiavelli
destini incrociati dei protagonisti del poema. ha bisogno non pi di dimostrare e di trasmettere gli
2. Machiavelli non ha pi la fiducia umanistica, se- insegnamenti di una scienza; deve incitare allazione.
condo cui luomo pu controllare interamente il suo E la ragione preferisce la riflessioni teorica allirruen-
destino. Rifiuta per il fatalismo deterministico, che za e ai pericoli dellazione.
toglierebbe alluomo qualsiasi merito e qualsiasi re- ---II---
sponsabilit per ci che fa. E inserisce le azioni uma-
ne allinterno delle circostanze, ora favorevoli ora Cap. XXVI: Esortazione a conquistare lItalia
sfavorevoli, in cui avvengono. Nel primo caso le cose e a ripristinarne la libert dagli stranieri
vanno bene; nel secondo vanno male. Egli convinto
che la fortuna controlli la met delle azioni umane 1. Tenendo dunque presenti tutte le cose precedente-
(primo caso) e che lasci agli uomini il controllo mente discusse e riflettendo dentro di me se in questo
dellaltra met (o quasi) (secondo caso). La sua idea, momento la situazione italiana favorevole allaf-
per contrastare le circostanze sfavorevoli, questa: fermarsi di un nuovo principe e se le circostanze pos-
quando le cose vanno bene e le circostanze sono fa- sono permettere ad un uomo cauto e valoroso di in-
vorevoli, luomo deve prendere provvedimenti per trodurre nuovi ordinamenti politici, che facciano ono-
quando le cose vanno male e le circostanze sono sfa-
re a lui e giovino a tutti gli italiani, mi sembra che ci
vorevoli. Con la prudenza e la prevenzione non det- siano tanti elementi capaci di aiutare un principe
to che luomo riesca a piegare la fortuna secondo le nuovo, che non ricordo che ci sia stato un altro mo-
sue intenzioni; ma almeno ci prova, cos non pu mento pi adatto di questo. E, come io dissi, se per
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 129
vedere il valore di Mos era necessario che il popolo 5. Non si deve dunque lasciar passare questa occasio-
ebraico fosse schiavo in Egitto; se per conoscere la ne, affinch lItalia, dopo tanto tempo, veda un suo
grandezza danimo di Ciro era necessario che i per- salvatore. N posso esprimere con quale amore egli
siani fossero oppressi dai medi; se per conoscere le sarebbe ricevuto in tutte quelle provincie che hanno
grandi capacit di Teseo era necessario che gli atenie- patito per queste alluvioni (=invasioni) esterne; con
si fossero disorientati ed incerti; cos ora, per cono- che sete di vendetta, con che ostinata fede, con che
scere il valore di un personaggio italiano, era necessa- piet, con che lacrime. Quali porte resterebbero chiu-
rio che lItalia si riducesse nella situazione in cui al se davanti a lui? quali popolazioni gli negherebbero
presente, cio era necessario che fosse pi schiava lobbedienza? Quale Italiano gli negherebbe losse-
degli ebrei, pi serva dei persiani, pi disorientata ed quio? A ognuno puzza questo barbaro dominio. Pigli
incerta degli ateniesi; era necessario che fosse senza dunque lillustre casa vostra questo compito con
capo, in preda al caos, sconfitta, saccheggiata, lacera- quellanimo e con quella speranza con cui si intra-
ta, percorsa da eserciti nemici e che avesse subito o- prendono le imprese giuste, affinch sotto la sua ban-
gni specie di distruzione. diera questa patria sia nobilitata, e sotto i suoi auspici
2. E, bench finora si sia potuto vedere qualche indi- si verifichi quel detto di Petrarca [Canzoniere,
zio in qualcuno (=in Cesare Borgia, detto il Valenti- CXXVIII, 93-97]:
no), da far pensare che fosse stato mandato da Dio a
salvare lItalia, tuttavia si visto in seguito che nel Virt (=il coraggio) contro la furia [dei barbari]
momento decisivo delle sue imprese questo perso- prender le armi, e il combattimento sar corto,
naggio stato abbandonato dalla fortuna. Perci perch lantico valore [dei romani]
lItalia, come se fosse rimasta senza vita, aspetta chi nel cuore degli italiani non ancor morto.
le sani le ferite, ponga fine ai saccheggi che hanno
devastato la Lombardia e ai tributi che devono pagare Commento
il Regno di Napoli e la Toscana, e la guarisca da 1. Lultimo capitolo d gli elementi per interpretare
quelle piaghe che ormai da tempo sono aperte. Si ve- correttamente lopera: lautore auspica lavvento di
de come essa prega Dio affinch Egli le mandi qual- un principe, che nel caso specifico un esponente
cuno che la liberi dalle atrocit e dalle violenze com- della casa de Medici, affinch cacci gli eserciti stra-
messe da potenze straniere. Si vede pure che essa nieri fuori dItalia e restituisca la libert agli italiani.
tutta pronta a seguire una bandiera, purch ci sia La liberazione nazionale viene poi dallalto, non dal
qualcuno che la innalzi e si faccia seguire. N al pre- popolo. Il popolo deve soltanto seguire la bandiera
sente si vede nessun altro, in cui lItalia possa spera- innalzata dal principe. Machiavelli ha ancora una vi-
re, se non il Vostro (=di Lorenzo de Medici) illustre sione ristretta e municipale della politica: il principe
casato, il quale con la sua fortuna ed il suo valore, a- pu fare tutto da s, perch il suo Stato non supera i
vendo il favore di Dio e della Chiesa, alla quale ha confini regionali e la vita politica estremamente
dato ora un papa (=Giovanni de Medici, divenuto semplice. Ci per succede soltanto in Italia, che da
papa nel 1513 con il nome di Leone X), possa guidare secoli si era cristallizzata in piccoli Stati e in Stati re-
e attuare la liberazione dallo straniero. Ci non sar gionali, sempre in lotta tra loro fino alla pace di Lodi
molto difficile, se avrete davanti a voi, come modello, (1454), perch nel resto dellEuropa ci sono, e da
le azioni e la vita dei soprannominati [Mos, Ciro e tempo, gli Stati nazionali, che fondano la loro poten-
Teseo]. E, bench quegli uomini siano rari e straordi- za su un territorio vasto, su una popolazione numero-
nari, tuttavia furono uomini, e ciascuno di loro ebbe sa, su una burocrazia efficiente e su un esercito stabi-
unoccasione meno favorevole di questa occasione le e ben armato.
presente; e la loro impresa non fu pi giusta di questa, 2. Lultimo capitolo per prosegue e conclude anche
n pi facile, n Dio fu pi favorevole a loro che a altre indicazioni ed altre riflessioni, che attraversano
voi. Qui sta la giustizia pi grande: giusta la guer- lopera: la virt, limpeto, lirruenza passionale e ir-
ra per chi necessaria, e le armi sono sante dove non razionale hanno la meglio sulla riflessione, sulla ra-
c alcuna speranza se non nelle armi [T. LIVIO, IX, gione e sulla preparazione meticolosa. La ragione pu
1]. Il popolo italiano dispostissimo [a prendere le dare i suoi contributi migliori soltanto nel prendere
armi contro gli stranieri]; e, dove c grandissima di- precauzioni per il tempo in cui la fortuna favorevole
sponibilit, non pu essere grande difficolt [a farsi vien meno. Tutto ci non deve portare ad accusare
seguire], purch la casa de Medici prenda come mo- Machiavelli di fare scelte irrazionali, perch talvolta
delli coloro che io ho proposto. Oltre a questo, qui si una situazione in stallo si pu sbloccare soltanto con
vedono avvenimenti straordinari, senza precedenti, unazione irrazionale cio si pu forzare ; poi
mandati da Dio: il mare si aperto; una nuvola vi ha perch lirrazionalit e la passionalit non si sostitui-
mostrato il cammino; la roccia ha fatto scorrere ac- scono alla ragione, ma intervengono quando la ragio-
qua; qui piovuto la manna; tutto contribuisce alla ne si trova in stallo e ha mostrato i limiti del suo in-
vostra grandezza [e al vostro successo]. Voi dovete tervento; e infine perch lintervento passionale e ir-
fare il resto. Dio non vuole fare ogni cosa, per non razionale introduce nella realt una variabile di cui la
toglierci il libero arbitrio e parte di quella gloria che ragione (degli avversari, ma anche nostra) fa fatica a
tocca a noi. prevedere le conseguenze.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 130
3. Le considerazioni appena fatte devono per tenere parla Tommaso dAquino nel De regimine principum
conto di alcune altre idee di Machiavelli: la forza (1266). Il compito supremo del rex era quello di pre-
dellabitudine che si impossessa delle azioni del prin- occuparsi ad oltranza del bonum commune, cio della
cipe, sia nel caso in cui il principe usi la ragione, ed difesa e della sicurezza dello Stato, della pace e
abbia successo, perch le circostanze richiedono a- dellordine sociale. In nome del bene comune poteva
zioni razionali; sia nel caso in cui il principe usi essere sacrificata anche la vita del singolo individuo.
limpeto passionale, laudacia e la determinazione, ed ---II---
abbia ancora successo, perch le circostanze richie-
dono un tale tipo di intervento. La forza dellabitudi- La Mandragola (1518)
ne per il principe diventa un suicidio politico, quando
intervengono circostanze che egli con la sua mentalit La Mandragola (1518) la pi bella commedia del
ed il suo comportamento vuoi razionali vuoi pas- Cinquecento. Essa trasporta sulla scena le riflessioni
sionali non abituato ad affrontare e non ha lespe- che lautore aveva fatto in ambito politico. La com-
rienza specifica con cui affrontarle. media ambientata a Firenze nel 1504.
4. Machiavelli si preoccupa in primo luogo che
lItalia sia liberata dalla presenza straniera; a questo Lopera integrale in versione italiana e commentata si
proposito ritiene che la casa de Medici abbia le mag- trova in
giori possibilit di successo. A questo punto per http://www.letteratura-
lautore si ferma: non dice che cosa succeder in Ita- italia-
lia una volta che gli stranieri sono cacciati. La casa na.com/pdf/letteratura%20italiana/04%20MACHIAV
de Medici dovr forse continuare lopera di unifica- ELLI%20Mandragola.pdf
zione nazionale oppure si dovr fermare, contenta dei
risultati ottenuti? E, se dovr continuare, come si do- Riassunto. Callimaco, che ha 30 anni e da 20 vive a
vranno comportare gli altri Stati della penisola: la Parigi, sente parlare della bellezza e dellonest di
Repubblica di Venezia, lo Stato della Chiesa e il Re- Lucrezia. Decide perci di lasciare la citt per venire
gno di Napoli? Dovranno farsi conquistare in nome a Firenze. La donna moglie di Nicia, un avvocato,
dellunit italiana o potranno resistere e reagire? E, al che molto pi anziano di lei. Ed molto pi bella di
di l della presenza degli eserciti stranieri, questo era quel che aveva sentito dire. Pensa perci al modo di
il problema che pesava, ormai da alcuni secoli, sulla possederla. Si fa aiutare da Ligurio, un consigliere
penisola. Lautore vuole dimenticare che le potenze cinico ed astuto. Ligurio pensa di sfruttare il desiderio
straniere erano in Italia dal 1494, cio da quando Lu- di Nicia di avere figli. Perci Callimaco si finge un
dovico il Moro, signore del ducato di Milano, aveva famoso medico venuto da Parigi. Nicia va a chieder-
invitato in Italia Carlo VIII, re di Francia, contro il gli una consulenza. Callimaco riesce a conquistarsi
regno di Napoli; e il sovrano francese era giunto fino subito la fiducia dellavvocato con alcune frasi in la-
a Napoli senza colpo ferire. Soltanto a questo punto tino, e fornisce la ricetta: dare da bere alla donna una
gli Stati italiani si coalizzano contro il sovrano fran- pozione estratta dalla radice della mandragola, uner-
cese, che momentaneamente fermato. Essi per so- ba selvatica. Il farmaco per ha un effetto collaterale:
no immediatamente presi dal loro individualismo e pu uccidere il primo uomo che ha rapporti con la
dalle loro conflittualit tradizionale, cos le potenze donna. Nicia si spaventa per le conseguenze. N vuo-
straniere invadono la penisola e vi restano fino le diventare cornuto. Ma Ligurio lo convince che la
allunit dItalia (1859-70). bont del fine giustifica i mezzi: ladulterio non ve-
5. Le posizioni di Machiavelli ma il discorso vale ramente tale e forse neanche il primo che giace con la
per ogni autore acquistano spessore politico e teori- donna destinato a morire. Nicia si lascia convincere.
co se confrontate (ad esempio) con la visione che Bisogna per superare le resistenze della donna. Ni-
Dante ha dello Stato (limpero deve garantire pace e cia cerca di ottenere il consenso dalla moglie facen-
giustizia agli uomini) o con la visione che ne ha dola convincere dalla madre Sostrata, di costumi ben
Thomas Hobbes (1588-1679) nel Seicento (lo Stato diversi dalla figlia, e dal confessore, fra Timoteo,
deve avere tutto il potere politico nelle sue mani, cio ben disposto a fornire il suo aiuto in cambio di una
deve essere assoluto perch soltanto cos riesce a im- lauta ricompensa. Sostrata porta la figlia da fra Ti-
porre la pace nella societ dilaniata dai conflitti tra le moteo, che con una lunga serie di citazioni prese dal-
opposte fazioni). Da questo confronto emerge pi la Bibbia le dimostra che la proposta del marito non
chiaramente quanto, al di l delle parole, lautore va contro la morale. Lucrezia non convinta, ma ac-
rimasto legato al passato e quanto andato oltre. Ma- cetta ugualmente. A sera Callimaco invia la pozione
chiavelli ha avuto forti estimatori tra i pensatori laici alla donna, mentre Nicia, Ligurio e fra Timoteo (che
che dal Risorgimento in poi lo hanno voluto contrap- si finge Callimaco) vanno a caccia del giovane che
porre alloscurantismo della Chiesa cattolica. In real- deve giacere con la donna. Essi catturano un giovane
t, se si va a vedere pi attentamente e senza pregiu- male in arnese, che Callimaco che si travestito, e
dizi il pensiero politico medioevale, si scopre con lo infilano nel letto di Lucrezia. Il mattino dopo Nicia
sorpresa che il principe di Machiavelli molto simile butta fuori di casa Callimaco, che poco dopo racconta
troppo simile al rex, al monarca assoluto, di cui a Ligurio com andata. Egli ha confessato alla donna
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 131
linganno e il suo amore. Lucrezia gli ha risposto che realt di Nicia e di Callimaco senzaltro una realt
lei non avrebbe mai fatto ci che lastuzia di Callima- degradata: il desiderio di avere un figlio ad ogni co-
co, la sciocchezza del marito, la semplicit della ma- sto, il timore della fama di cornuto; la conquista del
dre e la tristezza del confessore lhanno indotta a fare. corpo e dellamore di Lucrezia. Ma forse lautore in
Perci ritiene che quel che successo sia una disposi- precedenza ha attribuito al principe caratteristiche che
zione del cielo. E lo accetta come amante. Quindi lo nella realt effettuale il principe non ha: capacit e
invita a riprendere il suo travestimento da dottore, per valori fuori e sopra della mischia, la volont di costi-
recarsi la mattina stessa in chiesa, dove lui e il marito tuire, rafforzare e difendere lo Stato in nome del bene
sarebbero divenuti compari. Fra Timoteo, che li sta comune. Il principe perci risulta irreale, idealizzato.
aspettano, benedice il nuovo legame tra Nicia e Cal- Inesistente. Proprio come le repubbliche inesistenti
limaco. Nicia, soddisfatto, consegna poi la chiave di che lo scrittore criticava. E, quando esso rivisto in
casa a Callimaco, affinch possa entrare e uscire termini di realt effettuale, scompare il principe rina-
quando desidera. scimentale, che considera lo Stato unopera darte
soggetta alla sua volont e alle sue capacit, e compa-
Commento re il principe cinico e brutale che proposto da G.
1. La Mandragola continua in unaltra veste e in un Botero (1544-1617), il servitore docile e amorale del
altro ambito le riflessioni che lautore aveva raccolto potere costituito, lantimachiavelli, che isola il prin-
nel Principe. Presenta per significative differenze cipe e il potere dal popolo e d al principe gli stru-
rispetto alle conclusioni raggiunte nel manuale: a) menti teorici per giustificare la sua volont e il suo
non la virtus (limpeto irrazionale e passionale) n arbitrio: la ragion di Stato. Il titolo dellopera, Della
laudacia giovanile (che pure capace di imporsi sul- ragion di Stato (1589), non poteva essere pi esplici-
la fortuna) a vincere; b) invece la ragione fraudo- to. Botero per chiede qualcosa in cambio di questo
lenta ad avere la meglio sui valori e sulle resistenze estremo arbitrio morale che la Chiesa concede al po-
della donna. La vittoria di questa ragione lascia peral- tere politico costituito: lobbedienza ai valori esteriori
tro un amaro in bocca allo spettatore: non la vittoria che essa propone. Ben inteso, non una obbedienza
dellintelligenza, ma dellinganno; non la vittoria sincera, che proviene dal cuore, bens unobbedienza
del migliore, soltanto la distruzione dei valori, che esteriore, tutta apparente. Ligurio rimanda allo stesso
travolge anche il vincitore, per il quale la pi grande Machiavelli e agli infiniti, cinici e amorali, segretari
vittoria consiste nella conquista e nel possesso fisico dei principi del Cinquecento e del Seicento.
del bel corpo di Lucrezia. Eppure alla fine della 4. I sei anni che lo separano dal Principe hanno reso
commedia tutti hanno tratto vantaggio: Nicia ha avuto lautore pi realistico e pi vicino alla realt effettua-
il sospirato figlio, Callimaco ha avuto lamore e il le: non si pu dire che ci sia labbandono del principe
corpo di Lucrezia, fra Timoteo ha avuto il suo torna- idealizzato a favore della realt effettuale e della sua
conto economico, Ligurio si dimostrato un consi- turpitudine. C un effettivo mutamento di prospetti-
gliere abile e spregiudicato, capace di realizzare i de- va. La passione ideale e ugualmente la virtus, lim-
sideri del suo datore di lavoro. peto, lirruenza non possono nulla contro linganno,
1.1. Machiavelli tra il 1513 e il 1518 scopre che la lastuzia, la ragione e tutte le sue perversioni. La ra-
virtus, limpeto passionale, ha i suoi limiti, che la gione raggiunge il suo fine, perch onnipotente.
fredda ragione garantisce maggiormente il successo 5. Le radici della commedia vanno trovate in molte
rispetto alla virtus. Ma scopre anche cose imprevedi- novelle del Decameron, ed anche nella produzione
bili: il successo pu avere costi elevatissimi ed effetti classica. Alcuni personaggi rimandano a figure stere-
devastanti, pu distruggere i valori che stanno alla otipe come il marito cornuto, lo sciocco che si crede
base della convivenza civile. Il fatto che alla fine tutti intelligente, il consigliere cinico e amorale, che mette
siano contenti non vuole affatto dire che si debba can- la sua intelligenza al servizio del suo datore di lavoro,
tare vittoria. La realt molto pi complessa del pre- il servo fedele ecc. I rimandi e le citazioni del mondo
visto. E la ragione, se non diventa altrettanto com- classico costituivano il comportamento normale e ob-
plessa, corre il rischio di vincere e di distruggere il bligato: i commediografi del Cinquecento citavano
mondo che vuole conquistare. Lo scrittore ha il co- gli scrittori latini, come questi citavano e contamina-
raggio di andare oltre i risultati del Principe e di con- vano le commedie greche. Machiavelli riesce per a
tinuare lanalisi della realt effettuale. distruggere gli stereotipi e a costruire personaggi reali
2. Nella Mandragola Machiavelli ha lasciato il prin- e credibili, ognuno dei quali ha carattere e mentalit,
cipe e i suoi ideali politici ed disceso in mezzo alla valori e psicologia specifici. Nella commedia egli ha
realt effettuale, tra gli uomini. Scopre che gli uomini trasferito le sue riflessioni politiche ed anche la cono-
non sono soltanto malvagi e stupidi. Sono anchessi scenza dellanimo umano acquisita come segretario
capaci, come il principe, di usare la forza e lastuzia fiorentino, ma ha fatto anche proprie le straordinarie
per realizzare i propri desideri. E le usano per rag- ricostruzioni psicologiche dei personaggi del Deca-
giungere i loro fini, molto meno nobili di quelli del meron. I personaggi della commedia si riconoscono
principe. subito dalla battuta e nel corso della commedia resta-
3. La discesa in mezzo alla realt effettuale ha per no fedeli e coerenti con se stessi e con i propri valori.
imprevisti contraccolpi sulla figura del principe. La Essi, come individui reali, hanno ormai raggiunto la
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 132
maturit e certamente non sarebbero pi cambiati. papa Bonifacio VIII (If XXVII), un inganno inserito
Soltanto Lucrezia cambia: il marito la vede tutta tre- in un contesto completamente diverso.
mante la sera quando deve prendere la pozione e gia- ------------------------------II-----------------------------
cere con uno sconosciuto; la vede aggressiva come un
gallo il giorno dopo. Essa venuta a contatto con la
realt effettuale (lo sciocco marito e lastuto amante,
la semplicit della madre e la corruzione del confes-
sore), che ha voluto aggirare la sua onest e i suoi va-
lori. Essa non piange n si dispera: prende in mano le
redini della sua vita e della vita del marito come del-
lamante. Essa posseder le loro menti e la loro vo-
lont. La realt effettuale lha cambiata e lha spinta
a scoprire le sue capacit e il suo potere.
6. I personaggi sono costruiti con cura dentro e fuori.
Il loro nome rispetta la convinzione che nomina con-
sequentia rerum, cio che i nomi sono conseguenze
delle cose: Nicia ironicamente il vincitore, Callima-
co invece il bel combattente o colui che combatte
per la bellezza, fra Timoteo ironicamente colui che
ha timore di Dio, Lucrezia rimanda allonest della
madre dei Gracchi. In diversi casi i nomi mostrano
proprio una realt rovesciata.
7. Machiavelli riesce a far parlare fra Timoteo con la
stessa cultura, con gli stessi valori e con la stessa
mentalit dei predicatori del suo tempo. Paradossal-
mente il frate anticipa il lassismo che i gesuiti metto-
no normalmente in pratica dalla fine del secolo in poi.
La figura e i ragionamenti di fra Timoteo vanno per
confrontati con i personaggi e il contenuto delle pre-
diche di Jacopo Passavanti, ma anche con i personag-
gi e i valori degli ecclesiastici che appaiono nel De-
cameron: il santo frate che usa la scaletta per confes-
sare ser Ciappelletto (I, 1) o frate Cipolla (VI, 10).
8. Il comportamento da predatore di Callimaco an-
drebbe confrontato con il comportamento di Federigo
degli Alberighi (V, 9) e di Nastagio degli Onesti (V,
8). Il primo si rovina nel corteggiare madonna Gio-
vanna, il secondo non approfitta della vittoria ottenu-
ta sulla ragazza che ama.
9. La commedia potrebbe essere opportunamente
confrontata con il mondo ideale e nobiliare e non no-
biliare descritto da Boccaccio nel Decameron: Mu-
sciatto Franzesi, Geri Spina, Currado Gianfigliazzi,
Andreuccio da Perugia, Nastagio degli Onesti, Fede-
rigo degli Alberighi, frate Cipolla ecc. Latmosfera
diversa. Ser Ciappelletto consegue uneffettiva vitto-
ria sul frate credulone; il frate si preoccupa della sal-
vezza eterna del moribondo, ma anche di fare i suoi
interessi, cio gli interessi del convento. Andreuccio
si fa ingannare, perch inesperto, ma poi reagisce e
vince. Nastagio non approfitta della vittoria sulla ra-
gazza che ama. Frate Cipolla para la beffa e la piega a
suo vantaggio. Machiavelli ha voluto guardare la re-
alt effettuale e ha scoperto che senza valori. Ed
rimasto deluso. Ma era ovvio che era senza valori:
luomo che proietta le sue intenzioni e i suoi valori su
di essa.
10. Oltre a Boccaccio la commedia di Machiavelli si
pu confrontare con la figura dantesca di Guido da
Montefeltro (1220ca.-1298), che si fa ingannare dal
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 133
Torquato Tasso (1544-1595) lemme conquistata. A Roma gli concessa una pen-
sione dal papa e promessa lincoronazione poetica.
La vita. Torquato Tasso nasce a Sorrento nel 1544. Muore nel 1595.
Segue il padre in varie corti dItalia. Nel 1559 a Le opere. Tasso scrive il Rinaldo (1562), la favola
Venezia; quindi si sposta a Padova, dove conosce il boschereccia Aminta (1573), la canzone Al Metauro
grande letterato Sperone Speroni e scrive un poema, (1578), la Gerusalemme liberata (1575, 1581), la tra-
il Rinaldo. Tra il 1562 e il 1565 a Bologna, dove gedia Re Torrismondo (1586), le Rime (1591, 1593),
entra in contatto con i maggiori letterati. Nel 1565 a la Gerusalemme conquistata (1593). Negli ultimi an-
Ferrara, dove entra al servizio del cardinale Luigi ni si dedica anche a una produzione letteraria di carat-
dEste e poi del duca Alfonso II dEste. Nel 1573 fa tere religioso, come il Monte Oliveto e il Mondo
rappresentare una favola boschereccia, intitolata creato.
Aminta. In questi anni lavora al Goffredo, che finisce ---II---
nel 1575. Egli sottopone il poema al giudizio dei
maggiori letterati del tempo. Le critiche di tipo for- Le Rime
male e morale che riceve e le invidie provocate a cor-
te gli procurano tormenti religiosi e, contemporanea- Con le Rime Tasso supera il petrarchismo con un am-
mente, lo spingono a comportamenti che lo mettono pio ricorso a figure retoriche e con un ritmo pi ela-
in attrito con la corte. Il pi grave di tutti quello di borato, in particolare con luso dellenjambement. Il
sottoporsi allesame del Tribunale dellInquisizione, tema amoroso il motivo prevalente.
cosa che spaventa il duca, che teme il coinvolgimento ---II---
della corte. In questa situazione si manifestano le ma-
nie di persecuzione e le crisi depressive, che nel Aminta, 1573, 1581
1577 portano il poeta a lanciare un coltello contro un LAminta (1573, 1581) una favola boschereccia,
servo, sentendosi spiato. Egli incarcerato, ma riesce che segue le unit aristoteliche di luogo, tempo ed a-
a fuggire. Seguono due anni di peregrinazioni in tutta zione. Lazione in cinque atti e dura un solo giorno.
Italia. Nel 1579 ritorna a Ferrara in occasione del ma- Le azioni pi drammatiche vengono raccontate sia
trimonio del duca Alfonso. Sentendosi trascurato, per la difficolt di rappresentarle, sia in considerazio-
prorompe in invettive contro il duca. perci impri- ne del pubblico a cui lopera rivolta.
gionato nellOspedale di santAnna e messo in cate-
ne, in quanto giudicato pazzo frenetico. Nel 1581 Riassunto. Il pastore Aminta ama la ninfa Silvia, ma
esce a sua insaputa la Gerusalemme liberata, il titolo questa, seguace della dea Diana, lo respinge. Si spar-
che gli editori danno al Goffredo. Lopera ottiene ge la voce che Silvia stata divorata dai lupi. A que-
grande successo e numerose edizioni. Nel 1586 esce sta notizia Aminta si getta gi da una rupe. Ma Silvia
dal carcere per intervento di Vincenzo Gonzaga, duca non morta, e, quando sente che Aminta si ucciso
di Mantova. Il poeta riprende a girovagare in tutta Ita- per lei, scopre di amarlo. Ma nemmeno Aminta
lia, prima a Roma, poi a Napoli, a Firenze e ancora a morto, perch un cespuglio ha attutito la sua caduta. I
Roma, ospite di amici e di ammiratori. Nel 1593 pub- due giovani possono cos coronare il loro amore.
blica il rifacimento del poema con il titolo di Gerusa- ---II---
---II---
Amiam, ch l Sol si muore e poi rinasce: 6. Amiamo, perch il Sole muore e poi rinasce.
a noi sua breve luce A noi egli nasconde la sua breve luce
sasconde, e l sonno eterna notte adduce. ed il sonno ci porta una notte eterna.
Ohim! dal d che pria 2. Ohim!, dal giorno in cui respirai per la prima
trassi laure vitali e i lumi apersi volta le arie vitali e apersi gli occhi in questo mondo
in questa luce a me non mai serena, che per me non mai stato sereno, io fui
fui de lingiusta e ria un giocatolo e un bersaglio di quella [dea] ingiusta
trastullo e segno, e di sua man soffersi e malvagia, e dalla sua mano soffersi ferite
piaghe che lunga et risalda a pena. che il passare degli anni rimargina appena.
Sssel la gloriosa alma sirena, Lo sa Partenope, la gloriosa Sirena, genitrice
appresso il cui sepolcro ebbi la cuna: [di Napoli], presso il cui sepolcro io nacqui:
cos avuto vavessi o tomba o fossa cos, avessi io potuto avere l la mia tomba
a la prima percossa! o una semplice fossa al primo colpo [avverso
Me dal sen de la madre empia fortuna della Fortuna]! Lingiusta Fortuna mi strapp
pargoletto divelse. Ah! di quei baci, ancor bambino dal seno di mia madre. Ah!,
chella bagn di lagrime dolenti, sospirando io mi ricordo di quei baci che ella bagn
con sospir mi rimembra e degli ardenti con lacrime di dolore e [mi ricordo] delle preghiere
preghi che se n portr laure fugaci: ardenti che il vento fugace port via:
chio non dovea giunger pi volto a volto io non dovevo congiungere mai pi il mio viso
fra quelle braccia accolto al suo viso, accolto fra le sue braccia con abbracci
con nodi cos stretti e s tenaci. cos stretti e tenaci. Ahim!, e seguii con passi incerti,
Lasso! e seguii con mal sicure piante, come Ascanio o Camilla, mio padre costretto
qual Ascanio o Camilla, il padre errante. a peregrinare [di corte in corte].
48. Concedimi soltanto di seguirti. Questa una pic- 55. Deh! finiamo qui i nostri errori e ormai ti dispiac-
cola richiesta anche tra nemici. Il predatore non lascia ciano le nostre azioni vergognose! E il loro ricordo
indietro la preda; il trionfatore va, il prigioniero non sia sepolto in questo solitario confine del mondo. Sol-
resta. Il tuo accampamento veda me fra gli altri tuoi tanto questa, fra le mie imprese, sia taciuta in Europa
trofei di vittoria, ed alle altre tue lodi aggiunga que- e nei due continenti vicini (=lAsia e lAfrica). Deh!
sta, che tu hai schernito la tua schernitrice, e mostri a Non volere che una ignobile passione segni la tua bel-
dito me, donna disprezzata. lezza, il tuo valore, il tuo sangue reale.
49. Donna disprezzata, per chi conservo questa chio- 56. Resta in pace. Io vado. A te non permesso di
ma, ora che tu la ritieni vile? La accorcer: al titolo di venire con me: colui, che mi conduce, lo vieta. Resta
serva voglio accompagnare un comportamento servi- o va per unaltra via felice e, da saggia, placa i tuoi
le. Ti seguir, quanto pi ferve lardore della batta- propositi. Mentre il guerriero le parla in questo mo-
glia, fra le schiere nemiche. Ho tanto coraggio, ho do, Armida, torbida e inquieta, non trova pace: ormai
tanta forza, quanto basta per condurre i tuoi cavalli e da tempo con fronte corrucciata lo guarda torvamen-
per portare le tue lance. te.
50. Sar, come pi vorrai, scudiero o scudo, e non 57. Infine prorompe in ingiurie: Tu non sei nato da
succeder che io mi risparmi per difenderti. Per que- Sofia (=la madre di Rinaldo), non sei nato dal sangue
sto seno, per questo collo nudo passeranno le armi, degli Azii (=i capostipiti della casa dEste). Londa
prima di giungere a te. Forse non ci sar barbaro cos furiosa del mare e il Caucaso gelato ti generarono, e
crudele che ti voglia ferire, per non colpirmi, rinun- le mammelle di una tigre persiana ti nutrirono! Che
ciando al piacere della vendetta per questa mia bel- cosaltro dimentico? Luomo spietato [che in te]
lezza (quale che sia), da te disprezzata. non diede neppure un segno di umanit [nei miei con-
fronti]. Forse egli cambi colore [per compassione
51. Oh, misera! Ancora presumo, ancora mi vanto di verso di me]? Forse davanti al mio dolore bagn al-
questa mia bellezza schernita, che non ottiene nul- meno gli occhi [di lacrime] o sparse [anche] un solo
la?. Voleva dire di pi, ma fu interrotta dal pianto, sospiro?
che sgorgava dai suoi occhi come una fontana dalla
roccia alpina. Allora cerca di prendergli la destra o il 58. Che cosa taccio o che cosa ridico? Si offre come
mantello, in atteggiamento supplichevole. Egli arre- mio cavaliere, [ma] mi fugge e mi abbandona; e, co-
tra, resiste e vince: nel suo animo lamore trova bloc- me un vincitore generoso, dimentica le offese e per-
cata la porta dentrata, il pianto la porta duscita. dona i gravi errori del nemico malvagio (=Armida
stessa)! Ascolta come mi consiglia! Ascolta come il
pudco Senocrate parla dellamore! O Cielo, o Dei,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 144
perch sopportate che questi empi [cristiani] distrug- che la abbandona. Ella per cerca tutti i modi per co-
gano poi le torri e i vostri templi? stringerlo a restare: prima con le sue arti magiche, poi
con la sua bellezza di donna. Ma invano. Infine lo
59. Vttene pure, o crudele, con quella pace che lasci maledice e sviene, mentre il guerriero, divenuto in-
a me. Vttene, o iniquo, ormai. Mi avrai alle spalle sensibile al suo fascino, lascia il giardino. Quando lo
subito come uno spirito che ha lasciato il corpo, come scopre che se ne sta andando alla chetichella senza
unombra che tinsegue implacabilmente. [Come] una nemmeno ringraziarla per i servizi ricevuti, la donna
nuova Furia con i serpenti e con le fiaccole io ti tor- capisce di averlo perduto, ma non si d per vinta; e,
menter tanto, quanto ti amai. E, se destino, che tu una volta risultate vane le sue arti magiche, ricorre
esca dal mare, che tu schivi gli scogli e le onde e che alle sue arti femminili. La donna parla con consumata
tu giunga in battaglia; abilit artistica e con consumata retorica: per il poeta
60. l, giacendo ferito in mezzo al sangue e ai morti, come per il suo tempo anche i sentimenti dovevano
sconterai le pene [che mi fai soffrire], o guerriero essere espressi con arte e secondo le modalit uffi-
crudele e disumano. Armida per nome chiamerai cialmente riconosciute. Ci che conta non tanto la
spesso negli ultimi rantoli dellagonia. Spero di udir- sincerit o meno del sentimento, ma il fatto che sia
li!. A questo punto lo spirito venne meno alla [don- espresso in una forma esteriormente riconosciuta va-
na] angosciata, che non riusc ad esprimere intera- lida e perci apprezzata. La vita spettacolo; e se non
mente queste ultime parole. Ella cadde tramortita, si si sa recitare, se intorno non si ha un pubblico attento
ricopr di un sudore gelido e chiuse gli occhi. e capace di apprezzare, non si vive affatto. Tutto, la
commedia come la tragedia, la vita come la morte,
Commento deve diventare spettacolo per se stessi e per gli altri.
1. Il giardino ripropone la primavera eterna dellet Verso la fine del Cinquecento, quando il poeta an-
delloro e gli stessi ideali dellAminta: la giovinezza e cora in vita, Giambattista Marino (1569-1625) propo-
lamore, che sono destinati a passare e che vanno col- ne la sua estetica barocca, incentrata sulla meraviglia:
ti prima che sfioriscano. Il pappagallo espone una vi- il fine del poeta quello di meravigliare; chi non sa
sione edonistica e paganeggiante della vita, in un am- farlo pu cambiare mestiere.
biente lussureggiante e armonioso: il giardino artifi- 3. Rinaldo il guerriero che ha doveri verso lesercito
ciale, ma la maga ha imitato la natura tanto perfetta- in cui milita e verso la sua fede. Ma si lascia andare
mente che riuscita a superare la natura stessa. Il te- anche alla passione e allamore. Poi si vergogna di
sto rimanda alle discussioni sui rapporti tra arte e na- quel che ha fatto. Rispecchia e riproduce in s i valori
tura, alla progettazione e alla realizzazione dei giar- della Controriforma: la sfasatura tra ideologia religio-
dini che risalivano allUmanesimo del Quattrocento. sa e vita dei sensi. Egli si abbandona alla vita dei sen-
Il giardino il locus amoenus, il nuovo paradiso ter- si, ma, quando richiamato, ritorna al dovere, rin-
restre, progettato interamente dalluomo, la cui arte nega ipocritamente quel che sino a quel momento ha
capace di superare la natura. fatto ed ha apprezzato. Si preoccupa anche di scarica-
1.2. La visione sensuale della vita proclamata dal re su altri in questo caso su Armida le sue colpe.
pappagallo (Cogliamo la rosa nel bel mattino...) Nel drammatico colloquio con la donna, nega il pia-
messa subito in pratica e con maggiore intensit cere e lamore provati con lei, incolpa la donna di
dagli uccelli, dagli alberi, infine anche da Rinaldo e quanto successo, e liquida la loro storia damore ac-
Armida. Con fantasia sfrenata, che non ha precedenti cusandola di essere troppo giovane e troppo focosa,
n imitatori, il poeta immagina anche rapporti erotici mentre egli ha soltanto errato.
tra piante e addirittura tra piante di specie diverse! La 4. Il pappagallo propone una visione edonistica e pa-
dura quercia e il casto alloro, ma anche la terra e ganeggiante della vita: invita a cogliere la rosa e la
lacqua esalano dolcissimi sentimenti e sospiri giovinezza, prima che il tempo le faccia appassire.
damore... Tale visione si intreccia e contrasta con la fede reli-
1.3 Nel giardino il nuovo paradiso terrestre Armi- giosa del poeta ma anche con la ricerca di fama, glo-
da e Rinaldo si abbandonano totalmente alla gioia dei ria e onori. Da qui derivano i conflitti interiori che
sensi. La donna si abbandona tra le braccia delluomo sconvolgono la vita di Tasso. Eppure questi tre ideali
che ama. Rinaldo ha dimenticato tutto e si proietta di vita erano vissuti come sostanzialmente compatibi-
anima e corpo sulla maga. Ma la felicit minacciata li dallUmanesimo del Quattrocento, sensibile alle-
dallarrivo di Carlo e Ubaldo, che richiamano il pala- quilibrio e alla misura, e che rifiutava programmati-
dino alla realt e al dovere. Per il poeta la felicit camente le posizione estreme ed esasperate.
quindi destinata a durare poco. Egli ribadisce la con- 5. Carlo e Ubaldo percorrono i sentieri del giardino,
clusione del coro dellAminta: Amiam, ch l Sol si ma restano chiusi nella loro corazza psicologica: han-
muore e poi rinasce.... no il cuore e la mente frigidi, sono insensibili al fa-
2. Armida la donna passionale, che vive intensa- scino e alle lusinghe della natura e dellamore, e, im-
mente i suoi sentimenti. donna e maga, e si lascia perterriti, procedono nella loro missione. Essi sono la
andare ai suoi desideri e alle sue passioni. innamo- personificazione della mentalit repressiva, antivitali-
rata di Rinaldo, che la ricambia. Ma il suo amore en- stica e formalistica della Controriforma. Richiamano
tra in conflitto con i doveri del guerriero cristiano, Rinaldo ai suoi doveri ed hanno la meglio su lui. Ri-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 145
naldo non oppone alcuna resistenza alle loro argo- Forse sono tutti segni che la sua donna lo vuole ab-
mentazioni, si trasforma quasi in un altro uomo, ac- bandonare.
quisisce un animo controriformistico e, con giustifi-
cazioni retoriche ed astratte, valide soltanto per lui, Commento
abbandona Armida. La loro ipocrisia e la loro perver- 1. Il madrigale costruito pi sulla dolcezza, sulla
sione mentale raggiungono il culmine della perfezio- musicalit e sulla sensualit dei versi che su lesilis-
ne quando, stando dietro il cespuglio, fanno i guardo- simo motivo, cio la donna che abbandona il poeta. Il
ni: non lo fanno per loro piacere sembrano giustifi- riassunto, che riguarda il contenuto e che non riesce a
carsi , ma perch la missione lo impone. Quindi a- riprodurre la musicalit del testo, non quindi capace
spettano il momento pi opportuno, quando non c di presentare adeguatamente lintenzione del poeta.
la maga, per incontrare da soli Rinaldo. Per tutti la 2. Labbandono vissuto come presentimento di do-
donna diventava un incidente per di pi piacevole lore, un presentimento che la natura intera infonde nel
di percorso. poeta. La natura partecipe al dolore e con le lacrime
6. Lamore di Armida verso Rinaldo ha un lieto fine: di rugiada comunica al poeta il presagio della sventu-
alla fine del poema la donna abbandona i desideri di ra imminente.
vendetta, diviene umile e mansueta, si fa cristiana e 3. Conviene confrontare linterpretazione che Tasso
si riunisce a Rinaldo. La sottomissione alle idee d del motivo della partenza (o dellabbandono) con
dellavversario e, in questo caso, anche alluomo quella data oltre un secolo dopo da Paolo Rolli in So-
quindi totale. Precedentemente anche Clorinda si era litario bosco ombroso (1727) e da Pietro Metastasio
piegata al suo uccisore e si era convertita al Cristiane- in La libert (1733) e La partenza (1746).
simo.
---II--- Osservazioni
1. Ariosto, Machiavelli, Tasso, Galilei, Marino mo-
Per la corte ferrarese Tasso scrive anche numerosi strano i diversi modi con cui si pu fare cultura:
madrigali, che si caratterizzano per la loro grande a) per Ariosto essa significa divertire e costruire la
musicalit. Molti di essi sono anche musicati. rete concettuale che permette di capire la realt poli-
tica e sociale;
Qual rugiada o qual pianto b) per Machiavelli essa significa impegno per costrui-
re uno Stato solido, in pace e militarmente sicuro;
Qual rugiada o qual pianto, c) per Tasso essa significa sottomettersi al potere e ai
quai lagrime eran quelle valori costituiti e persuadere il lettore della bont di
che sparger vidi dal notturno manto questi valori;
e dal candido volto de le stelle? d) per Galilei essa significa rinnovamento della cultu-
E perch semin la bianca luna ra, apertura della scienza alla societ, discussione e
di cristalline stille un puro nembo dimostrazioni;
a lerba fresca in grembo? e) per Marino essa significa volont estrema di anda-
Perch ne laria bruna re incontro alle esigenze dei committenti, che pagano.
sudian, quasi dolendo, intorno intorno 2. Conviene anche andare a rivedere come la cultura
gir laure insino al giorno? era concepita da Dante, Petrarca, Boccaccio e gli u-
Fur segni forse de la tua partita, manisti del Quattrocento. Nel Settecento, nellOt-
vita de la mia vita? tocento e nel Novecento ci saranno altre concezioni,
pi o meno simili a quelle qui indicate. Dovrebbe ri-
Quale rugiada, quale pianto sultato subito che la cultura non al di sopra delle
parti. Essa si presta ed piegata a tante funzioni,
Quale rugiada, quale pianto completamente diverse e legate a una classe sociale
o quali lacrime erano quelle, piuttosto che a unaltra. Daltra parte la Scuola sici-
che io vidi spargere dalla volta notturna del cielo liana era certamente filonobiliare, come il Dolce stil
e dal candido volto delle stelle? novo era filoborghese. Il Decameron filonobiliare e
E perch la bianca luna semin antiecclesiastico come il De falso credita et ementita
una pura nuvola di stelle cristalline Constantini donatione (1440) di Valla antiecclesia-
in grembo allerba fresca? stico. La cultura insomma uno dei tanti ambiti in cui
Perch nellaria bruna si manifesta la lotta per affermare il proprio ceto o la
si udiva la brezza, simile ad un gemito, propria classe contro le altre. Ci permette di capire
spirare intorno intorno fino allalba? perch la Chiesa cattolica ha dato sempre grandissima
Furono forse segni della tua partenza, importanza al fatto di avere sotto il suo controllo gli
o vita della mia vita? intellettuali (e, attraverso di loro, la cultura), che essa
ripagava con pensioni, incarichi e lasciandoli liberi
Riassunto. Il poeta si chiede perch la volta celeste e (una concessione da poco) di manifestare tutte le ten-
le stelle spargono lacrime e perch la luna cosparge denze sessuali che volevano. In genere gli intellettuali
lerba di rugiada, perch la brezza spira fino allalba. non vedevano lora di asservirsi.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 146
Il Barocco (fine Cinquecento-fine 2. Il Barocco rinnova anche il linguaggio e gli stru-
menti retorici della poesia. Viola e piega ai suoi pro-
Seicento) positi le regole rinascimentali: il Canzoniere di Pe-
trarca non interessa pi come analisi introspettiva e
Il Barocco sorge quasi contemporaneamente in tutti i per il dissidio interiore; interessa per le sue soluzioni
paesi europei tra la fine del Cinquecento e gli inizi stilistiche e tecniche. I poeti barocchi danno ampio
del Seicento. Non ha un unico centro di irradiazione; spazio ai giochi di parole, al concettismo, alle agude-
ed ogni paese presenta caratteristiche specifiche. Il zas, e soprattutto alla metafora. Le parole sono spes-
termine deriva forse da baroco o barocco, con cui la so usate per la loro polisignificanza o per la loro am-
logica medioevale indicava un sillogismo piuttosto biguit: nel giro di pochi versi Marino usa sol(e) co-
contorto; o dal portoghese Barroco, passato nel fran- me sostantivo (il sole), verbo (come suole), ag-
cese baroque e da l nellitaliano, che indicava una gettivo (da sole), avverbio (solamente). Le argu-
perla irregolare. Esso appare nel Settecento, per indi- tezze mostrano lingegno e labilit del poeta, che ri-
care in tono polemico larte irregolare, tendente alla solve il sonetto nellinvenzione finale. Il concettismo
stravaganza e alleccesso, e il cattivo gusto del Sei- consiste nel ricercare e nello stabilire rapporti tra due
cento. realt diverse e nel descrivere la seconda nei termini
Il Barocco risente della crisi sociale ed economica del della prima. Sorge il mio bel sol del suo oriente,
Cinquecento, che si risolve in una ricerca ossessiva dice Marino: la donna, paragonata al sole, non pu
del nuovo e in una dimostrazione continua di inge- alzarsi che da oriente. La metafora e, in genere, i tra-
gnosit da parte dei poeti, che perdono la loro impor- slati diventano lo strumento privilegiato per indagare
tanza allinterno delle corti, a favore di altre figure la realt, poich permettono di cogliere aspetti, rela-
sociali. Risente anche della crisi di certezze, che ac- zioni e somiglianze che altrimenti sarebbero sfuggiti.
compagna la rivoluzione scientifica e la nascita
dellastronomia e della fisica moderne. 3. Con le argutezze, il concettismo e la metafora il
I paesi cattolici, come la Spagna e lItalia, presentano Barocco propone consapevolmente la poetica della
le manifestazioni pi intense della cultura e dellarte meraviglia e, nello stesso tempo, si preoccupa di co-
barocca. Ci dipende dal fatto che la Chiesa cattolica involgere il suo pubblico. Il motivo di ci semplice:
dopo il Concilio di Trento (1545-63) va alla riconqui- soltanto il successo presso il pubblico avrebbe per-
sta della societ europea attraverso il controllo della messo al poeta di uscire dalla fitta schiera dei poeti
produzione artistica e la sottomissione degli intellet- concorrenti e di ottenere fama, onori e ricchezza. Da
tuali. In Spagna i maggiori esponenti del Barocco so- qui la necessit di rinnovare continuamente i temi, le
no Luis de Gngora (1561-1627), da cui deriva il invenzioni ed il linguaggio poetico.
gongorismo, e Francisco de Quevedo (1580-1645). In
Italia sono Giambattista Marino (1569-1625) e il ma- Il Barocco ed il marinismo non sono le uniche corren-
rinismo, il gruppo di poeti che a lui si ispira: Claudio ti della poesia italiana. Accanto ad essi si manifesta,
Achillini (1574-1640), Giovanni Leonio Sempronio fin dagli inizi del Seicento, una tendenza classicisti-
(1603-1646), Giuseppe Artale (1628-1679) e Giaco- ca, che vuole mantenere i legami con la tradizione.
mo Lubrano (1619-1693). Questa corrente riprende forza dopo la met del seco-
Il Barocco si radica nella cultura cinquecentesca, sia lo, quando la poesia barocca d segni di stanchezza.
nel Rinascimento che nel Manierismo. Di essi porta Peraltro tale tendenza non ha quella forza dimpatto
allestremo i motivi poetici, poich vuole proporre n quella originalit che caratterizzano la poesia ba-
una cultura moderna, adatta al suo tempo. Da qui de- rocca. Oltre a ci sono numerosi i rapporti tra classi-
riva la polemica contro il petrarchismo, lo sforzo di cismo e Barocco, tra poeti antimarinisti e poeti mari-
rinnovare le varie forme artistiche e di guardare con nisti. Il maggiore esponente del classicismo Ga-
occhi diversi la realt. briello Chiabrera (1552-1638), che con i suoi versi
semplici e melodici anticipa lArcadia (1690-prima
I temi della poesia barocca sono molteplici: met del Settecento). Altri autori sono Fulvio Testi
(1593-1646) e Vincenzo da Filicaia (1642-1707).
1. Il Barocco scopre la realt della vita quotidiana, i Con lArcadia, che recupera e rielabora valori tradi-
gesti quotidiani, la donna nei suoi atteggiamenti di zionali, si chiude il Seicento e la cultura barocca e si
ogni giorno, i piccoli oggetti che essa usa. Essa pre- entra nella cultura razionalistica del Settecento.
sentata mentre si pettina, si specchia, ride, cuce, nuo- ------------------------------II-----------------------------
ta ecc.; o mentre usa oggetti come il ventaglio, loc-
chialino, lo specchio, il gioiello, un fiore. Della donna
il poeta barocco canta anche le imperfezioni: la donna
vecchia, con le pulci, con i pidocchi, senza un dente
ecc.; ed anche le parti del corpo: gli occhi, il naso, la
bocca, le orecchie, le mani ecc. I poeti cercano e can-
tano il brutto, lo sporco, il bizzarro, lo strano,
linsolito.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 147
Galileo Galilei (1564-1642) lute malferma, continua le sue ricerche di meccanica.
Nel 1638 fa pubblicare in Olanda la sua opera pi ri-
gorosa, i Discorsi e dimostrazioni matematiche sopra
La vita. Galileo Galilei nasce a Pisa nel 1564. Si i- due nuove scienze. Ormai cieco, passa gli ultimi anni
scrive allUniversit di Pisa come studente di medici- della sua vita circondato dallaffetto dei suoi discepo-
na, ma presto abbandona il corso per passare a mate- li (padre Benedetto Castelli, il matematico Bonaven-
matica. Nel 1589 scopre lisocronismo del pendolo e tura Cavalieri, il fisico Evangelista Torricelli, lo stu-
si convince della validit della teoria copernicana. dioso di geometria analitica Vincenzo Viviani), che
Nel 1592 diventa docente di matematica nello Studio ne continuano il pensiero e le ricerche. Muore nel
di Padova. Qui resta per 18 anni, fino al 1610. Il peri- 1642.
odo padovano il periodo pi felice della sua vita sia Nello stesso anno nasce Isaac Newton (1642-1727),
sul piano affettivo sia su quello scientifico: ha una re- che con la teoria della gravitazione universale, espo-
lazione con una veneziana, Marina Gamba, che gli d sta nei Philosophiae naturalis principia mathematica
tre figli; la Repubblica di Venezia gli assicura libert (1687), porta a conclusione le ricerche di fisica e di
di pensiero e di ricerca. Nel 1609 dallOlanda ha no- astronomia iniziate da Copernico, Keplero e Galilei.
tizie di uno strumento che avvicina le cose. Su queste
frammentarie notizie Galilei costruisce il cannocchia- Le opere. Galilei scrive il Sidereus nuncius (1610), in
le, che rivolge verso il cielo. Scopre le montagne del- cui presenta le sue scoperte astronomiche, il Saggia-
la luna, i satelliti di Giove, di cui d subito notizia nel tore (1623), dove espone il metodo matematico-spe-
Sidereus nuncius (1610), quindi gli anelli di Saturno, rimentale, i Dialoghi sopra i due massimi sistemi del
le fasi di Venere e le macchie solari. E in cielo vede mondo (1630-32), nei quali si schiera a favore della
un numero elevatissimo di stelle. Esso quindi risulta teoria copernicana, infine i Discorsi e dimostrazioni
completamente diverso da come lo descriveva lastro- matematiche sopra due nuove scienze (1638), che ri-
nomia aristotelico-tolemaica. Le scoperte astronomi- prendono argomenti di fisica.
che gli danno immediatamente una fama internazio-
nale. Nel 1610 ritorna a Firenze per motivi economi- Il pensiero scientifico e filosofico. Il pensiero e lo-
ci: riceve lo stipendio senza lobbligo di insegnare. pera di Galilei si pu circoscrivere ai seguenti nuclei:
Continua intanto a divulgare la teoria copernicana. a) le scoperte astronomiche e le ricerche di fisica; b)
Nel 1615 scrive una lettera a Cristina di Lorena, il metodo matematico-sperimentale; c) lautonomia
granduchessa di Toscana, nella quale propone una della scienza dalla fede e una (non) nuova interpreta-
(non) nuova interpretazione della Bibbia: essa contie- zione della Bibbia; d) il rifiuto del principio di autori-
ne verit di fede (era quel che diceva la Chiesa da t (lipse dixit di Aristotele) e la divulgazione scienti-
Agostino dIppona in poi) e non verit di scienza (la fica.
Chiesa non aveva mai affermato che le contenesse); 1. Con il cannocchiale Galilei scopre le montagne
le verit di scienza si trovano nel gran libro della na- della luna, i satelliti di Giove, gli anelli di Saturno, le
tura, scritto in lingua matematica, e sono storiche, fasi di Venere, le macchie solari ed un cielo incredi-
cio possono cambiare nel corso del tempo. Nel 1616 bilmente stellato. I satelliti di Giove contraddicono
ammonito dal cardinal Bellarmino a non professare poi in modo esplicito la teoria aristotelico-tolemaica,
la teoria copernicana come empiricamente vera (po- secondo cui tutti i corpi celesti, compreso il Sole, gi-
teva per professarla come utile ipotesi matematica, rano intorno alla Terra, posta al centro delluniverso.
in attesa che fosse dimostrata), perch non ancoa Respinge perci la teoria aristotelico-tolemaica e
dimostrata. Egli non capisce e non ascolta il monito o propone la teoria copernicana, secondo cui la Terra
il suggerimento. Nel 1623 pubblica il Saggiatore, in ed i pianeti girano intorno al Sole. In fisica studia i
cui propone il metodo matematico-sperimentale. Nel piani inclinati, la caduta dei gravi, formula il princi-
1630 Galilei termina di scrivere il Dialogo sopra i pio di inerzia e il principio di relativit ristretto (o ga-
due massimi sistemi del mondo, tolemaico e coperni- lileiano).
cano, che dopo lunghe trattative con le autorit eccle-
siastiche pubblica nel 1632, dimenticando per di fa- 2. Galilei elabora il metodo matematico-sperimentale,
re le correzioni concordate. Lopera, che si schiera che unisce la matematica e losservazione e che si
apertamente a favore della teoria copernicana, du- contrappone al metodo aristotelico, che privilegiava
ramente attaccata dai filosofi aristotelici e da un pre- la logica. Esso consiste di tre fasi:
dicatore domenicano. Galilei chiamato a Roma da- a) la misura del fenomeno;
vanti al tribunale dellInquisizione per discolparsi b) lelaborazione di una ipotesi matematica; e
daver professato la teoria copernicana come empiri- c) lesperimento cruciale per dimostrare o falsificare
camente vera. Egli vi giunge con cinque mesi di ri- lipotesi.
tardo, processato in un processo farsa, costretto Lautore ritiene che la matematica si possa applicare
allabiura e condannato a una pena ridicola: la recita alla realt, perch la realt ha una struttura matemati-
settimanale dei salmi (ottiene la dispensa di farli dire ca. Per Galilei addirittura Dio il primo matematico e
alla figlia). Sconta la pena in domicilio coatto, cio a conosce matematicamente la realt. La differenza tra
casa sua, nella sua villa di Arcetri, vicino a Firenze. la conoscenza umana e quella divina soltanto di
Qui riceve ospiti da tutta Europa e, nonostante la sa-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 148
quantit, non di qualit: luomo deve fare un passag- 4. Date queste premesse pu stupire il processo che lo
gio matematico alla volta, Dio invece li fa tutti insie- scienziato deve affrontare nel 1633 e che stato am-
me. La conoscenza umana quindi partecipa allasso- plificato a dismisura dagli ottimi storici italiani. La
lutezza della conoscenza divina. spiegazione non neanche difficile:
a) Le scoperte astronomiche gli danno alla testa, si
3. Galilei propone uninterpretazione della Bibbia che sente il primo scienziato cristiano dEuropa e diventa
ricalca quella tradizionalmente proposta dalla Chiesa, di una arroganza infinita.
dai Padri della Chiesa ad Agostino dIppona in poi: la b) Compie un atto di scortesia verso la Chiesa e i teo-
Bibbia contiene verit di fede, non verit di scienza. logi, perch non doveva (ri)proporre lui la corretta
Lo scrittore sacro ha usato la scienza del suo tempo, interpretazione della Bibbia, non era affatto un ambi-
altrimenti non sarebbe stato creduto. Spetta al teologo to di sua competenza.
precisa la Chiesa individuare quali esse siano; c) Non capisce che le sue osservazioni astronomiche
e/ma, una volta enunciate, esse sono immutabili. Le (la scoperta dei pianeti Medicei) sono inspiegabili nel
verit di scienza invece continua Galilei si trova- sistema aristotelico-tolemaico, ma non dimostrano
no nel gran libro della natura, cio luniverso, e sono affatto la teoria copernicana.
scritte in caratteri matematici. Perci si possono capi- d) La teoria geocentrica cercava di spiegare perch i
re soltanto se si conosce la matematica. Spetta allo pianeti restavano in cielo e inventa epicicli e sfere
scienziato ricercarle. Esse non sono immutabili, sono cristalline. Riceve un duro colpo dalla scoperta dei
storiche. La sua ricerca processuale e i risultati sono pianeti Medicei. Ma la teoria eliocentrica non si trova
sempre parziali e perfezionabili: non ci sono verit in acque migliori: descrive in modo semplice il mo-
scientifiche assolute, che pongano fine alla ricerca. vimenti dei pianeti, ma non propone alcuna spiega-
Per il pisano (come per la Chiesa) per verit di fede zione sulle cause che li fanno restare in cielo
e verit di scienza non possono contraddirsi, poich la e) Galilei non capisce nel 1616 come nel 1632 la di-
Bibbia stata ispirata da Dio e la natura stata creata stinzione proposta dal cardinale Bellarmino tra teoria
ancora da Dio. Galilei un sincero credente, aveva (copernicana) matematicamente valida/utile e teoria
passato la vita a chiedere raccomandazioni a principi empiricamente vera/dimostrata. Il teologo suggeriva
della Chiesa come a principi laici fin dal primo inca- di ritenere la teoria di Copernico utile perch sempli-
rico alluniversit di Padova, anche se (come riferisce ficava i calcoli, ma per essere ritenuta vera doveva
il suo servo a sua madre) non andava mai a messa. essere dimostrata. Una prospettiva che un qualsiasi
Perci vuole separare lambito della scienza da quello scienziato doveva capire e condividere. Nei Dialoghi
della fede ed evitare che sorga una frattura insanabile sopra i due massimi sistemi non apporta le rettifiche
tra la ricerca scientifica e la Chiesa del tempo (una concordate con i revisori ecclesiastici, ribadisce la ve-
proposta superflua perch la Chiesa aveva da sempre rit empirica della teoria copernicana e si prende la
ribadito tale separazione). E soprattutto perch vuole briga di offendere il papa, suo amico e protettore,
trovare in Dio il fondamento assoluto del suo mate- rappresentandolo nella figura di Simplicio, semplice
matismo naturalistico. Non riesce mai a capire che di nome e di fatto.
deve fare lo scienziato, che non deve andare a pasco- f) Nel 1632 in un processo farsa condannato perch
lare lerba dei teologi e che deve dimostrare la teoria aveva affermato la verit empirica delleliocentrismo,
copernicana. Bellarmino riteneva che fosse impossi- che pensava di aver dimostrato con la teoria delle
bile dimostrarla, ma non lo escludeva in via di princi- maree (Keplero lo aveva inutilmente avvisato che si
pio. Ed egli responsabile di quella contrapposizione sbagliava). costretto allabiura, se ne ritorna ad Ar-
tra Chiesa e scienza moderna, perch non ha mai ca- cetri in compagnia del vescovo di Siena suo amico e
pito che doveva lasciare le questioni teologiche ai te- riprende la sua consueta vita. I Dialoghi sono posti
ologi e che invece doveva dimostrare la teoria coper- allIndice dei libri proibiti fino al 1757. Nel 1687 I-
tnicana (come gli chiedeva la Chiesa o Bellarmino). saac Newton risolve tutti i problemi insoluti della-
Di questi aspetti del suo pensiero gli storici della stronomia proponendo la teoria della gravitazione
scienza italiani non si sono mai accorti. Hanno prefe- universale, che non dimostra la teoria di Copernico
rito confondere semplicit dellipotesi matematica (come ancora oggi gli scienziati credono), ma qualco-
con la dimostrazione della teoria copernicana ed han- sa di completamente diverso.
no insistito a parlare di Chiesa ostile alla scienza, g) Galilei, a suo dire, vuole evitare che tra Chiesa e
perch ci faceva i loro interessi. Volevano lostilit scienza moderna sorgano incomprensioni e conflitti,
tra le due parti. In tal modo essi erano liberi di fare ma commette lerrore di voler imporre le sue idee alla
della scienza ci che faceva meglio i loro interessi di Chiesa. E non riesce mai a capire che la Chiesa aveva
parte. In seguito le loro intenzioni si chiariranno: vo- problemi pi complessi da considerare: la spaccatura
gliono una ricerca scientifica libera da controlli ester- dellEuropa in mondo cattolico e protestante avvenu-
ni e libera da ogni vincolo morale e sociale. Cose che ta con Martin Lutero nel 1517. Le preoccupazioni e-
nessuna societ pu permettersi e permettere loro. rano pi che legittime: di l a poco scoppiava la guer-
Se Galilei capiva i problemi dellastronomia e non ra dei trentanni (1618-48), che spopola la Germania.
metteva naso in ambito teologico, non di sua compe- Per altro tutto il mondo protestante ostile alla nuova
tenza, era meglio per tutti. astronomia.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 149
h) Galilei non capisce che la Chiesa tradizionale co- porti cinquecenteschi; e propone una prosa che sar il
me il cardinal Bellarmino, il teologo ufficiale della modello della divulgazione scientifica posteriore.
Chiesa, che i papi ascoltavano, avevano gi risolto il 5.3 Galilei e gli storici della scienza non si sono mai
problema: la Bibbia contiene verit di fede e non di accorti che la nostra vita basata sullipse dixit: tu mi
scienza. Dio ha dato alluomo la ragione, con cui po- dici una cosa, io ci credo, io ti credo, io mi fido di te
teva esplorare tutto luniverso. Se cerano conflitti tra (e dei tuoi ragionamenti). La fiducia nelle parole al-
Bibbia e scienza, Bellarmino aveva gi individuato i trui utile e fa risparmiare risorse. Indubbiamente si
colpevoli: i teologi (i panni sporchi si lavano in fami- scopre anche che qualcuno mente o ne approfitta
glia). La colpa era loro. Se sbagliavano, andavano ba- Oltre a ci nel diritto valgono sempre i (casi) prece-
stonati e incitati a lavorare almeno bene: non erano denti. Le nuove legge e le decisioni dei tribunali de-
accaniti lavoratori, se in 1.600 anni avevano tirato vono tenere presente i precedenti, le decisioni pre-
fuori appena una dozzina di verit di fede cedenti dei giudici. Un tipico discorso fondato
i) A parte il fondamento che Galilei pone in Dio, veri- sullautorit del passato.
t di fede e verit di scienza erano poi tra loro compa- 6. N Galilei n gli storici della scienza riescono a
tibili e non conflittuali per la banalissima ragione capire che il sistema aristotelico-tolemaico, pur con
(mai vista da scienziati, epistemologi e storici della tutte le sue incongruenze (per di pi note da secoli),
scienza) che le verit di fede riguardavano laltro era un buon sistema, che aveva resistito 1.940 (330
mondo, le verit di scienza riguardavano invece que- a.C.-1610 d.C.) e che perci non si poteva cassare da
sto mondo. Divide et impera, diceva qualcuno. un giorno allaltro perch era emersa una nuova di-
5. Galilei rifiuta lipse dixit, cio Lo ha detto lui screpanza con la realt (come pretendeva il pisano).
(=Aristotele), quindi vero. Il richiamo ad Aristote- Galilei forse era giustificabile (il telescopio mostra un
le, al suo metodo e alle sue teorie caratterizzava la universo completamente diverso rispetto a quello che
scienza tradizionale. Ci avviene anche a causa della si vedeva ad occhio nudo e il suo entusiasmo am-
sintesi tra pensiero aristotelico e pensiero cristiano piamente condivisibile), gli storici della scienza ita-
fatta da Tommaso dAquino (1225-1274), che rac- liani (e stranieri) sicuramente no: hanno avuto 300
chiudeva in un sistema armonico e razionale filosofia anni (1610-2017) per pensare e riflettere. Essi hanno
greca e rivelazione cristiana, fisica e metafisica. Al anche la fortuna e il vantaggio di pensare e valutare
principio di autorit Galilei contrappone la consape- con il senno del poi e con tutte le questioni risolte da
volezza che la scienza storica, non formulata una Newton (e poi da Albert Einstein).
volta per tutte, e che nella realt ci sono molte pi ra- ---II---
gioni di quanto luomo possa immaginare. Tuttavia
dimentica subito quel che afferma e considera assolu- Il Saggiatore, 1623
tamente vera la teoria copernicana, anche se non era In un passo famoso del Saggiatore (cap. 6) Galilei
ancora stata dimostrata polemizza con il gesuita Lotario Sarsi (pseudonimo di
5.1. Qui Galilei dimentica la congrega degli scienziati Orazio Grassi), per il quale tutto il sapere gi rac-
aristotelici, seguaci della filosofia e della fisica aristo- chiuso nelle opere di Aristotele e perci si pu fare
telica. Non tanto la Chiesa quanto questi scienziati scienza soltanto richiamandosi a lui (principio di au-
erano danneggiati dalla nuova teoria: perdevano pre- torit). Ed afferma che il gran libro della natura, che
stigio e denaro. Essi si vendicano e lo denunciano sta davanti agli occhi delluomo, scritto in linguag-
allInquisizione. Le beghe tra scienziati per motivi gio matematico, e si pu comprendere soltanto se si
nobili e soprattutto meno nobili trovano uno spazio conosce tale linguaggio. In tal modo attribuisce alla
contenuto nelle storie della scienza. Eppure ci sono natura una struttura matematica e pone le basi al ma-
state e sono state ritenute squallide dagli stessi storici tematismo della scienza moderna.
della scienza. La pi memorabile quella tra Newton
e Leibniz a proposito di chi aveva scoperto il calcolo Oltre a ci, mi pare di capire che Sarsi fortemente
infinitesimale. Lambito scientifico non puro, ver- convinto che nel filosofare sia necessario appoggiarsi
gine e illibato come gli scienziati vogliono interessa- alle opinioni di qualche celebre autore, cos che la
tamente far credere al pubblico. Oggi il prestigio e il nostra mente, quando non si maritasse con il discorso
denaro in gioco sono pi alti che mai. Lonest degli di un altro, dovesse rimanere completamente sterile
scienziati (di alcuni, di molti, di tutti) deve esser veri- ed infeconda. Egli forse pensa che la filosofia [della
ficata, caso per caso, proprio come la teoria coperni- natura] (=la fisica) sia un libro e una fantasia delluo-
cana e le teorie scientifiche. mo, come lIliade e lOrlando furioso, libri nei quali
5.2. Il rifiuto del principio di autorit, unattenzione la cosa meno importante che quel che vi scritto sia
particolare verso il pubblico colto, oltre alla necessit vero. Signor Sarsi, le cose non stanno cos. La filoso-
di avere unopinione pubblica a favore della teoria fia [della natura] scritta in questo grandissimo libro,
copernicana, spingono Galilei a scrivere le sue opere che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi (io
non in latino, la lingua dei dotti di tutta Europa, ma in dico luniverso), ma non si pu intendere, se prima
italiano. In tal modo egli si inserisce nella grande tra- non si impara ad intendere la lingua e a conoscere i
dizione fiorentina del Trecento, arricchita degli ap- caratteri, nei quali scritto. Esso scritto in lingua
matematica, e i caratteri sono triangoli, cerchi ed altre
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 150
figure geometriche. Senza questi strumenti [concet- contro amici e avversari e perch non si sforza mai di
tuali] umanamente impossibile intenderne parola, capire i problemi della Chiesa, ancora lacerata dalla
ed un vano aggirarsi per un oscuro labirinto. riforma protestante (1517) e neanche il punto di vista
degli avversari (aristotelici e non). Nel 1618 inizia la
Commento guerra dei trentanni, che ha (apparenti) motivazioni
1. Dopo un testo cos violento e cos offensivo verso religiose e che coinvolge e sconvolge tutta lEuropa,
il gesuita e quindi verso tutto lordine dei gesuiti ci si tranne lItalia. La Chiesa non poteva lasciare libert
pu chiedere come mai non abbia subito minacce, at- di pensiero allo scienziato pisano n, in genere, agli
tentati, battiture o processi per vilipendio. La risposta intellettuali: per essa la cultura era uno strumento di
facile: da una parte il suo ingegno e le sue scoperte potere, che le permetteva di controllare gli intellettua-
lo proteggevano, dallaltra la sua capacit di farsi ben li in genere integrati nella gerarchia ecclesiastica e
volere e di sapersi accattivare la simpatia di interlocu- asserviti mediante incarichi ben remunerati ; e attra-
tori potenti e di poter fermare i suoi nemici pi osti- verso gli intellettuali, lintero immaginario collettivo.
nati con la serie di amicizie che aveva saputo coltiva- Ad essi chiedeva soltanto di produrre una cultura i-
re e su cui poteva contare. I filosofi aristotelici, che noffensiva, non critica, allineata ai valori dominanti,
aveva preso in giro, riescono per a farlo processare che sostenesse il potere (civile e religioso) costituito.
dal SantUffizio. Dal suo delirio di onnipotenza deri- Come contropartita in privato li lasciava liberi di
va la sua idea balorda di poter far fare la figura del condurre la vita che volevano. Ci vale con Petrarca,
chietino anche al papa. Ariosto, poi Metastasio: in genere gli intellettuali ac-
1.1. Laggressivit esagerata dipendeva forse da un cettavano volentieri le prebende in cambio della sot-
fatto successo nel 1592 a Padova: nel corteo universi- tomissione culturale. Queste sono le origini e il signi-
tario allinizio dellanno accademico che indicava il ficato del Manierismo artistico di fine Cinquecento e
prestigio dei docenti universitari il pisano era al pe- della cultura e dellarte spettacolari del Barocco sei-
nultimo posto. Ora cerca di prendersi la rivincita sugli centesco: una grande cultura al servizio di un grande
scienziati aristotelici che gli stavano davanti in quel progetto culturale di ordine sociale.
corteo. 4. La cultura quindi non un campo neutro, che si
2. Con il matematismo di Galilei cambiano gli stru- sottrae alla dinamica delle forze sociali e che permet-
menti con cui da 1.900 anni dalla scienza greca, te di evadere nellimmaginario collettivo senza pre-
cio da Aristotele (386-323 a.C.) si studiava la real- occuparsi e senza dover prendere alcuna precauzione.
t e cambia interamente anche la stessa visione della
realt: la struttura della realt non logica, matema- Osservazioni
tica; e luniverso non chiuso, estesissimo. La logi- 1. Ariosto scrive per dilettare se stesso ed i suoi a-
ca di Aristotele sostituita con il matematismo di Pi- scoltatori. Scrive per anche per costruire una rete
tagora (570ca.-495ca.), di Platone (427-347 a.C.) e di concettuale con cui affrontare ed interpretare il mon-
Euclide (III sec. a.C.). Con lo scienziato pisano se- do sconvolto da incredibili cambiamenti, in cui vive.
condo un grande storico della scienza, Alexandre La stessa cosa fa, contemporaneamente, Machiavelli
Koyr si passa dal mondo del pressappoco della con il Principe e con le altre opere storiche e politi-
scienza tradizionale alluniverso della precisione del- che. Ambedue gli autori si trovano davanti a una si-
la scienza moderna. Non intendiamo mettere in di- tuazione difficile e drammatica, che la mentalit e gli
scussione la sua autorit di grande storico. strumenti concettuali correnti non riescono ad inter-
2. Con la sua proposta di un sapere impegnato e ca- pretare e perci a controllare. Essi danno il loro con-
pace di aggredire e di interpretare la realt, Galilei si tributo teorico, seppure con modalit e da prospettive
pone accanto ai maggiori scrittori del Cinquecento e diverse. I problemi che affrontano sono per gli stes-
del Seicento italiano (ma anche europeo): Ariosto, si. Sia per luno sia per laltro la letteratura, la cultu-
Machiavelli, Tasso, Marino. Diversamente da costo- ra, la riflessione servono non soltanto per evadere
ro, egli opera allinterno di un diverso settore, non dalla realt, per sognare, per conseguire una soddisfa-
quello strettamente letterario-culturale, ma quello zione estetica o emotiva (Machiavelli scrive la Man-
scientifico-letterario: dallastronomia alla fisica, dalla dragola, la pi bella commedia del Cinquecento); ma
costruzione di strumenti alla divulgazione scientifica. anche per capire, per interpretare e per controllare la
Limpianto letterario fa da supporto alla sua strategia realt in cui si vive. Queste sono le funzioni attribuite
di divulgatore scientifico e alla sua straordinaria (e alla cultura, e che la cultura ancor oggi deve saper
spesso controproducente) vis polemica. La struttura svolgere.
dialogica si riallaccia alla tradizione culturale che ri- 2. Accanto alla loro visione della letteratura e della
sale ai Dialoghi di Platone: le teorie si discutono a cultura si pone, o meglio si contrappone, quella di
pi voci e si mettono alla prova dei fatti. Ma egli Tasso, per il quale la cultura deve proporsi di inse-
normalmente dimenticava di fare ci che imponeva gnare e di educare il lettore, ricoprendo i suoi inse-
agli altri. Non discuteva, aggrediva e offendeva. gnamenti con storie meravigliose. Tasso quindi non si
3. Il tentativo galileiano di proporre una cultura scien- preoccupa di esaminare la realt, bens di indirizzare
tifica impegnata non ha successo per il modo malde- il lettore verso valori gi stabiliti. Questi valori non
stro, arrogante e violento con cui conduce la battaglia sono mai messi in discussione, sono solamente indi-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 151
cati come mete da raggiungere. Nella prospettiva tas- vadere dal loro mondo, ma per rispondere alle esi-
siana quindi luomo non va verso la realt e le sue genze ed ai problemi pressanti che esso proponeva.
molteplici manifestazioni; luomo invece piega e fa Per capirlo, per interpretarlo e per gestirlo.
girare la realt intorno a s e ai suoi valori. ------------------------------II-----------------------------
3. Alla fine del secolo Giambattista Marino (1569-
1625) propone una nuova concezione della cultura: la
cultura deve meravigliare; lo scrittore che non lo sa
fare pu cambiar mestiere. La sua concezione risente
del nuovo rapporto che si stabilisce tra intellettuale e
potere politico e religioso: lintellettuale non deve
pensare, non deve indagare, non deve proporsi di co-
noscere la realt n di affrontare la realt con nuovi
strumenti concettuali. Lintellettuale il letterato,
lartista deve esulare da questi compiti, asservirsi,
divertire e cantare la classe politica al potere. I valori
sono i valori politici, religiosi e sociali esistenti, uni-
versali ed eterni, che non si possono mettere n si
mettono in discussione (Osservazione, 2000).
4. Su un altro versante, quello filosofico, metodologi-
co, scientifico e biblico, alla fine del Cinquecento e
agli inizi del Seicento Galileo Galilei (1564-1642)
propone una nuova cultura e nuove conoscenze a
nuovi lettori: scrive in italiano i Dialoghi sopra i due
massimi sistemi del mondo, affinch un pi largo
pubblico di intellettuali, che ignorava il latino, si
possa avvicinare alla scienza. E, come Machiavelli
nel Principe (1512-13) aveva separato la politica dal-
la morale, cos egli ora separa la ricerca scientifica
dallambito religioso e biblico (Osservazione, 2000).
4.1. Su un altro versante, quello filosofico, metodolo-
gico, scientifico e biblico, alla fine del Cinquecento e
agli inizi del Seicento Galileo Galilei (1564-1642)
propone una nuova cultura e nuove conoscenze a
nuovi lettori: scrive in italiano i Dialoghi sopra i due
massimi sistemi del mondo, affinch un pi largo
pubblico di intellettuali, che ignorava il latino, si
possa avvicinare alla scienza. E, come Machiavelli
nel Principe (1512-13) aveva separato la politica dal-
la morale (o almeno queste erano le sue confuse in-
tenzioni, poich non aveva capito che cosa la Chiesa
intendeva per morale), cos egli ora separa la ricerca
scientifica dallambito religioso e biblico (e non si era
accorto bont e intelligenza sua che la Chiesa lo
aveva fatto da sempre) (Osservazione, 2017).
5. Le riflessioni e, soprattutto, le critiche ai vari autori
servono a mostrare come si lavora criticamente ed at-
tivamente sui testi: lautore ha voluto ignorare o fin-
gere di ignorare certe questioni; e lo ha fatto per mo-
tivi di cui molto probabilmente era consapevole. Un
atteggiamento critico ed attivo con i testi permette di
capire di pi, di capire meglio, di ricordare meglio, e
di trasformare lapparato teorico cos elaborato nella
rete concettuale con cui catturare ed interpretare la
realt in cui si vive. Il passato la letteratura, larte,
la storia, le scienze pu essere un peso insopporta-
bile e noioso, pu essere evasione edonistica o esteti-
ca; ma pu essere anche loccasione per riflettere su
quanto successo (e perch successo) e su che cosa
ora sta succedendo. Sia Ariosto, sia Machiavelli, sia
Marino, sia Galilei hanno usato la cultura non per e-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 152
Giambattista Marino (1569-1625) e immediatezza sino allinvenzione finale: il potere
magico della parola trasforma e vivifica linsignifi-
canza della materia.
La vita. Giambattista Marino nasce a Napoli nel Marino consapevole della novit della sua poesia:
1569. Intraprende gli studi giuridici, che trascura per Io pretendo di saper le regole pi che non sanno tutti
quelli letterari. Ci lo mette in contrasto con il padre, i pedanti insieme; ma la vera regola saper rompere
che lo caccia di casa. Marino allora cerca la protezio- le regole a tempo e luogo, accomodandosi al costume
ne presso diverse famiglie napoletane, finch nel corrente e al gusto del secolo.
1596 entra al servizio di Matteo di Capua, principe di La sua poesia stata considerata superficiale, tutta
Conca. Nel 1600 incarcerato per aver prodotto in tesa a stupire con le metafore e con la battuta finale.
tribunale un documento falso a favore di un nobile Si pu affermare ci soltanto se si applicano criteri di
accusato di omicidio. Si reca poi a Roma, dove fre- valutazione non barocchi (come leleganza e larmo-
quenta i circoli letterari ed accademici. Qui al servi- nia del petrarchismo, limpegno morale e civile ecc.),
zio prima del monsignore Melchiorre Crescenzio, poi cio proprio quei criteri artistici che Marino e il Ba-
del cardinale Pietro Aldobrandini, nipote di papa rocco contestano. Egli invece ma ci vale per ogni
Clemente VII. Nel 1602 va a Venezia, per seguire la autore va misurato con le sue intenzioni poetiche,
stampa delle Rime. Nel 1608 accompagna il cardinale va inserito nel suo contesto storico, quello [per gli
a Torino. Qui riceve una onorificenza dal duca Carlo storici progressisti] illiberale della Controriforma, e
Emanuele di Savoia per un poemetto scritto in suo va collegato con il suo pubblico, fatto di nobili, inte-
onore. Ci provoca linvidia del poeta genovese Ga- ressati allintrattenimento e allevasione.
spare Murtola, che tenta di ucciderlo. Nel 1610 Mari- ---II---
no si trasferisce a Torino. Ha unaltra disavventura,
perch incarcerato per un anno a causa di versi rite- Le Rime (1602) contengono alcuni sonetti, le cui me-
nuti ingiuriosi nei confronti del duca. Uscito di pri- tafore fanno testo per tutto il Seicento.
gione, egli ritorna a lavorare allAdone e pubblica la
Lira (1614). Nel 1615 abbandona Torino e va a Parigi
Donna che si pettina
alla corte di Maria de Medici. Qui resta fino al 1623.
A Parigi riprende lAdone, che pubblica nel 1623, la-
vora alla Galleria (1620), alla Sampogna (1620) e al Onde dorate, e londe eran capelli,
poemetto biblico La strage degli innocenti, pubblica- navicella davorio un d fendea;
to postumo (1632). Nel 1623 rientra in Italia, prima a una man pur davorio la reggea
Roma, poi a Napoli, dove accolto trionfalmente. per questi errori preziosi e quelli;
Qui muore nel 1625.
e, mentre i flutti tremolanti e belli
Le opere. Marino scrive la Lira (1614), una raccolta con drittissimo solco dividea,
di poesie, la Galleria (1620), che descrive opere lr delle rotte fila Amor cogliea,
darte reali ed immaginarie, la Sampogna (1620), che per formarne catene a suoi rubelli.
raccoglie favole boscherecce e idilli pastorali, La
strage degli innocenti (1632, postuma), di argomento Per laureo mar, che rincrespando apria
religioso, e lAdone (1623), la sua opera maggiore. il procelloso suo biondo tesoro,
agitato il mio core a morte ga.
La poetica. Marino il maggiore esponente del Ba-
rocco italiano. Egli rappresenta in modo paradigmati- Ricco naufragio, in cui sommerso io moro,
co il poeta barocco, le sue tensioni e la sua ansia di poichalmen fur, ne la tempesta mia,
nuovo: vive a corte, cerca onori e gloria, e li ottiene, di diamante lo scoglio e l golfo doro!
ma conosce anche il carcere. un professionista della ---II---
penna, che usa per diletto del suo nobile pubblico.
Egli perci attentissimo alle reazioni del suo pub- Onde dorate (e le onde erano capelli)
blico e dei suoi committenti, perch soltanto se soddi-
sfa i loro desideri pu avere successo e ricchezza. Onde dorate (e le onde erano capelli) un giorno
Nella Murtoleide (1608) fornisce la definizione pi una navicella davorio (=un pettine) fendeva;
efficace di poesia barocca: una mano, pure davorio, la conduceva
attraverso quei meandri preziosi;
del poeta il fin la meraviglia
(Parlo delleccellente e non del goffo): e, mentre divideva con un solco drittissimo
Chi non sa far stupir vada alla striglia. i flutti tremolanti e belli,
il dio Amore coglieva loro dei fili spezzati,
Nessun genere letterario sfugge al suo interesse ed in per fare con essi catene a chi non si innamorava.
tutti si cimenta, riuscendo a trasformare e a dare nuo-
va vita poetica a tutto ci che tocca. Le immagini so- Per il mare dorato, che increspandosi apriva
no nuove, vivaci e sfarzose; sono costruite con abilit il suo tempestoso tesoro biondo,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 153
il mio cuore agitato se ne andava a morire. Commento
prezioso il naufragio, in cui io muoio sommerso, 1. Linizio volutamente contorto: La mia donna,
poich, nella mia tempesta, lo scoglio (=la fronte del- alzandosi dal suo letto, aveva sciolto allaria i suoi
la donna) di diamante e il golfo (=i capelli) doro! capelli (che hanno tolto ogni valore alloro), forse per
raddoppiare la luce del nuovo giorno.
Commento 2. Il sonetto presenta giochi fonici (laura, lauro),
1. Tutto il sonetto costruito intorno alla metafora che ricordano il petrarchesco Erano i capei doro a
capelli-mare, che genera subito laltra metafora petti- laura (=laria e Laura) sparsi (XC). Nella terzina
ne-navicella. Il sonetto si sviluppa abilmente e senza finale il poeta sfrutta con estrema abilit la polisigni-
forzature sino alla fine quando, come di consueto, e- ficanza dei termini: sol(e) significa come suole,
splode linvenzione ingegnosa: un gradito naufragio nello splendore dei suoi occhi unici e rari, sole
tra i capelli-onde a causa dello scoglio-fronte. (=astro). presente pure nella parola composta gi-
2. Con grande abilit e con grande originalit Marino rasole. Questa linvenzione ingegnosa con cui il
riprende un tema tradizionale della poesia amorosa: il poeta chiude il sonetto.
poeta sinnamora e muore damore davanti alla bel- 3. Il tema della donna e dei capelli biondi antichis-
lezza (o ai capelli biondi) della sua donna. simo e sfruttatissimo. Risale ancora alla Scuola sici-
---II--- liana. Marino per con grazia ed abilit riesce ancora
a trattarlo con originalit e con grande vivacit. I gio-
Per la sua donna, che avea spiegate le chi e le invenzioni non appesantiscono n rendono
sue chiome al sole artificioso il sonetto. Lautore inoltre inserisce la
donna in un contesto quotidiano, pi vicino allespe-
rienza del lettore: la donna si sta alzando dal letto.
A laura il crin cha laura il pregio ha tolto, Questo un ulteriore motivo di novit rispetto alla
sorgendo il mio bel Sol del suo oriente, tradizione letteraria dantesca, petrarchesca e dei pe-
per doppiar forse luce al d nascente, trarchisti, che voleva la donna lontana e irraggiungi-
da suoi biondi volumi avea disciolto.
bile.
---II---
Parte scherzando in ricco nembo e folto
piovea sovra i begli omeri cadente,
LAdone, 1623
parte con globi dor sen gia serpente
tra fiori or del bel seno or del bel volto.
LAdone (1623) un poema in 20 canti, composto da
Amor vidio, che fra i lucenti rami 5.113 ottave, che canta gli amori tra Adone e Venere.
de laurea selva sua, pur come sle Lopera contiene molte deviazioni dal tema principa-
tendea mille al mio cor lacciuoli ed ami; le ed lunga 40.904 versi (nelle Metamorfosi Ovidio
racconta la stessa storia in soli 73 versi): tre Divine
e nel sol de le luci uniche e sole commedie di Dante Alighieri. Lopera vuole essere il
intento e preso dagli aurati stami, poema dei poemi: lautore vuole riprendere tutti i mo-
volgersi quasi un girasole il sole tivi della poesia tradizionale (leroico, il romanzesco,
---II--- il tragico, il mitologico, il pastorale, il didascalico, il
comico, il patetico-sentimentale, lerotico), e superare
Per la sua donna, che aveva sciolto le sue chiome al i poeti del passato. In due episodi famosi il poeta can-
sole ta la rosa e gareggia con lusignolo.
---II---
Allaria i capelli (che han tolto ogni valore alloro)
il mio bel sole, alzandosi dal suo letto, Elogio della rosa (III, 155-160)
aveva sciolto dai suoi biondi volumi,
per raddoppiare forse la luce del nuovo giorno. CLV
Poi le luci girando al vicin colle,
Parte di essi, scherzando in una nuvola ricca e folta,
dovera il cespo che bel pi trafisse,
cadeva come una pioggia sopra le belle spalle;
una parte a forma di riccioli doro se ne andava fermossi alquanto a rimirarlo, e volle
serpeggiando tra la bellezza del seno e del viso. il suo fior salutar pria che partisse;
e vedutolo ancor stillante e molle
Io vidi il dio Amore che fra i rami lucenti quivi porporeggiar, cos gli disse:
dei suoi capelli dorati (com solito fare) Slviti il Ciel da tutti oltraggi e danni,
tendeva mille trappole al mio cuore; fatal cagion dei miei felici affanni:
Il canto dellusignolo
32.
Ma sopra tutti gli uccellini belli e gentili che cantano
e volano con leggiadria in cielo, lusignolo, la sirena
dei boschi, effonde il suo spirito tremante ed acuto; e
modula in modo tale il suo canto, che pare il maestro
del mondo degli uccelli. Esso trasforma il suo canto
in mille modi, trasforma il suo canto in mille suoni.
33.
Che meraviglia ascoltare questo prodigio musicale,
che si ode, s, ma si sente appena come ora tronca il
canto, ora lo riprende, ora lo ferma, ora lo piega, ora
lo abbassa, ora lo innalza, ora privilegia i suoni gravi,
ora quelli acuti, ora fa di dolci note una lunga catena,
e sempre, sia che dispieghi la voce in toni alti, sia che
la raccolga in toni bassi, con uguale abilit la lega e la
scioglie. [...]
36.
Pare che egli abbia in gola ed in ogni fibra una ruota
rapida o un turbine veloce. Sembra la lingua, che si
muove e si mette a vibrare, sembra la spada di uno
spadaccino abile e deciso. Se piega e se increspa op-
pure se interrompe e tiene sospesa la voce in ritmi
tranquilli, lo dirai spirito del cielo, che in tanti modi
snoda il suo canto cos vario e pieno di note.
37.
Chi creder che unanima cos piccola possa contene-
re forze cos grandi? Che un atomo canterino possa
nascondere tanta dolcezza dentro le vene e le ossa?
Che sia, mosso da un alito di vento, un canto con le
penne, un suono che vola? O che sia un respiro vivo,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 156
Non-sense, antipetrarchismo e po- E vidi le lasagne
andare a Prato a vedere il Sudario,
esia barocca e ciascuna portava linventario.
---II---
Nella letteratura esistono i letterati e i poeti ufficiali e
poi i poeti contestatori. Vale la pena di dare unoc- Nominativi fritti e mappamondi
chiata anche a questi ultimi. Il letterato anti-letterato
per eccellenza Cecco Angiolieri (1260ca.-1313), Nominativi fritti e mappamondi
che canta donna, taverna e dado, augura la morte a e larca di No fra due colonne
suo padre e a sua madre e vuole incendiare il mondo. cantavano tutti chirieleison
Canta la sua Becchina, una popolana dalla lingua ta- per linfluenza dei taglieri mal tondi.
gliente, che radicalmente anti-stilnovistica.
Nei secc. XV-XVII c addirittura una corrente anti- La Luna mi dicea: Perch non rispondi?.
petrarchista, che fa la parodia delle bionde e melense E io risposi: Io ho paura di Giasone,
donne cantate dagli imitatori di Petrarca. A questo perch io odo che il diaquilonne
proposito il poeta pi pungente scrive nei primi de- buona cosa per fare i capelli biondi.
cenni del Cinquecento ed Francesco Berni (1497-
1535). Per questo le testuggini e i tartufi
Allanti-letteratura appartiene anche Domenico di mi hanno posto lassedio alle calcagne
dicendo: Noi vogliam che tu ti stufi (=stanchi).
Giovanni, detto il Burchiello (1404-1449), che il
solitario esponente della letteratura del non-sense, che E questo sanno tutte le castagne:
avr ampia diffusione soltanto nellOttocento con per i caldi doggi sono cos grassi i gufi,
linglese Lewis Carroll (1832-1898) e il suo Alice nel che nessun di loro vuol mostrare le sue magagne.
paese delle meraviglie (1862).
Il sec. XVII il trionfo dellanti-letteratura o, come si E vidi le lasagne
vuole, di una letteratura anti-tradizionale. I poeti ba- andare a Prato a vedere il Sudario,
rocchi mostrano grandi abilit linguistiche e una stra- e ciascuna portava linventario.
ordinaria inventiva. Riscoprono la realt nei suoi
molteplici aspetti, compresi quelli brutti e ripugnanti. Riassunto. Il riassunto impossibile.
La loro capacit di vedere la realt in modo originale
e fuori di qualsiasi schema davvero straordinaria. Commento
Essi si riallacciano anche alla critica contro gli ecces- 1. Non ha senso cercare il senso di questo sonetto
si e gli aspetti pi stucchevoli della poesia tradiziona- fuori di regola ( un sonetto caudato, con tre versi in
le, dominata dal petrarchismo pi). Le parole sono tra loro mescolate come in un
---II--- dormiveglia o come lestrazione di numeri in una lot-
teria. I versi vanno letti, ascoltati e assaporati cos
Domenico di Giovanni, detto il Burchiello come sono scritti, abbandonandosi alla loro magia e
(1404-1449), Nominativi fritti e mappa- alle immagini irreali che evocano. Leffetto finale
sicuramente suggestivo e affascinante. Dopo il primo
mondi momento di sbigottimento, il sonetto ci pu far riflet-
tere sulla lingua e sulla comunicazione interpersona-
Nominativi fritti e mappamondi le, che funziona, anche se complicatissima. Nor-
e larca di No fra due colonne malmente noi non facciamo caso a questi problemi e
cantavan tutti chirieleisonne chiediamo a una persona di ripetere quel che ha detto,
per linfluenza dei taglier mal tondi. se non abbiamo capito o abbiao capito male. Il dia-
quilone una sostanza immaginaria.
La Luna mi dicea: Ch non rispondi?. 2. Il non-senso paradossale: si si guarda alla corret-
E io risposi: Io temo di Giasonne, tezza sintattica, tutto corretto. La cosa significativa
per chio odo che l diaquilonne che i soggetti richiedevano altri verbi (e viceversa).
buona cosa a fare i capei biondi. O altri aggettivi. I nominativi non possono essere
fritti. Le patatine s. N nominativi n mappamondi
Per questo le testuggini e i tartufi
n larca di No potevano cantare il kyrie eleison, le
mhanno posto lassedio alle calcagne
litanie della Chiesa. I cantori s. Soggetti, verbi e ag-
dicendo: Noi vogliam che tu ti stufi.
gettivi sono tra loro completamente sfasati, non perti-
E questo sanno tutte le castagne: nenti, e il risultato sorprendente.
pei caldi doggi son s grassi i gufi, 3. Il non-sense non una invenzione dei letterati, ma
chognun non vuol mostrar le sue magagne. la pratica costante della popolazione analfabeta, che
crede alla magia delle parole. La dimostrazione
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 157
semplice: 50 anni dopo Angelo Beolco, detto Ruzante occhi di perla (=bianchi) e che guardano obliquamen-
(1496ca.-1542), metteva in scena il suo Bilra e le te (= strabica), ciglia candide come la neve
altre sue opere. Il protagonista riempiva le frasi con (=bianche, vecchia) e mani dolcemente grosse
espressioni senza senso, con frasi orecchiate, con e- (=sono belle le mani affusolate), ha bocca ampia e
spressioni inventate, suscitando lilarit dei nobili celeste (=larga, tanto che assomiglia alla volta del
spettatori. Pensava che le parole avessero il magico cielo; bella invece la fronte ampia e intelligente),
effetto di evocare la realt. denti neri (=cariati, belli erano invece i capelli neri) e
---II--- costumi superbi (=veste allantica ed una bacchet-
tona). davvero di una inaudita ed inesprimibile ar-
monia.
Francesco Berni (1497-1535), Chiome
dargento fine, irte e attorte Commento
1. Berni usa il linguaggio petrarchesco, ma lo usa in
Berni anticipa il Barocco o, in alternativa, fa la paro- modo sfasato, in tal modo ottiene risultati parodistici:
dia della poesia petrarchesca tradizionale, che parlava i capelli dorati diventano ora viso doro, i primi sono
di donne bellissime, ma immaginarie e inesistenti. belli, ma il secondo sconvolgente! E infatti il poeta,
fissando il viso della sua donna, impallidisce: tradi-
Chiome dargento fine, irte, ed attorte zionalmente si impallidiva per la bellezza del viso;
senzarte intorno ad un bel viso doro; ora si impallidisce dallorrore...
fronte crespa, u mirando, io mi scoloro, 2. Anche Berni, come Cecco Angiolieri e poi i poeti
dove spunta i suoi strali Amore e Morte; del Seicento, prende in giro la poesia ufficiale, inse-
rendosi in quella tradizione anti-letteraria a cui hanno
occhi di perle vaghi, luci torte dato alcuni contributi anche Guido Cavalcanti e lo
da ogni obbietto disuguale a loro; stesso Dante. Del petrarchismo si criticano la mono-
ciglie di neve; e quelle, ondio maccoro, tonia, lirrealt della donna cantata e gli eccessi. E se
dita e man dolcemente grosse e corte; ne fa la parodia (il termine deriva dal greco e signifi-
ca strada vicina).
labra di latte; bocca ampia celeste; ------------------------------II-----------------------------
denti debeno, rari e pellegrini;
inaudita, ineffabile armonia; Anton Maria Narducci, Sembran fere
davorio in bosco doro
costumi alteri e gravi; a voi, divini
servi dAmor, palese fo che queste
son le bellezze de la donna mia. Sembran fre davorio in bosco doro
---II--- le fre erranti onde s ricca siete;
anzi, gemme son pur che voi scotete
Capelli dargento fine, irti ed attorcigliati da laureo del bel crin natio tesoro;
occhi color di perla, strabici, incapaci di vedere O fra bei rami dor volanti Amori,
anche oggetti in linea obliqua [rispetto allo sguardo]; gemme nate dun crin fra londe aurate,
ciglia di neve, dita e mani dolcemente grosse 11fre pasciute di nettarei umori;
e tozze, per le quali io trasalisco;
deh, savete desio deterni onori,
labbra bianche come il latte, bocca ampia, il celeste, esser preda talor non isdegnate
denti neri come lebano, radi e oscillanti; di quella preda onde son preda i cori!
Inaudita ed inesprimibile armonia; ---II---
Costumi superbi e pesanti; a voi, o divini Sembrano fiere davorio in un bosco doro
Servi del dio Amore, dico chiaramente che queste
Sono le bellezze della donna mia. Sembrano fiere davorio in un bosco doro
le fiere vagabonde di cui siete cos ricca;
Riassunto. Il poeta descrive le bellezze della sua don- anzi sono gemme quelle che voi scuotete
na: ha capelli dargento fine (=grigi), un viso doro dal tesoro dorato dei vostri capelli;
(=giallastro, quindi malato), che lo fa impallidire, do-
ve spezza le sue frecce lAmore come la Morte, ha oppure, intenti al loro nobile lavoro,
avete cos cambiato gli amorini,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 158
affinch essi tessano una bella rete al mio cuore per aumentare il dolore e laffanno
con i capelli dorati, per i quali muoio contento. di questo mio cuore prostrato e malato,
tu sei il punto finale sempre mobile dei miei lamenti.
O amorini, che volate fra bei rami dorati,
o gemme nate in mezzo alle onde dorate dei capelli; Commento
o fiere che vi siete nutrite di alimenti dolcissimi, 1. Il verso finale una acutezza e vuol dire che i la-
menti del poeta non hanno mai fine: si spostano
deh, se volete onori eterni, sempr pi in l.
non rifiutatevi di essere talvolta preda 2. Il sonetto, fondato sulla poetica della meraviglia,
da quella preda di cui son preda i cuori. mostra labilit e il virtuosismo del poeta nello svi-
luppare con metafore continue due temi paralleli: la
Commento pulce, che piccola e nera; e i seni, su cui si muove la
1. Narducci polemizza con il petrarchismo, che can- pulce, che sono candidi e grandi: Picciola macchia...
tava una donna bellissima ed inesistente; e, con mag- in sen dargento (vv. 1-2), Lieve debeno... fra nevosi
giore aderenza alla realt, canta i pidocchi di cui la sentier (vv. 5-6), volatil neo dalmo candore (v. 9),
sua donna ricca. Anzi in essi si sono trasformati gli che si esprime anche nei continui contrasti di colore:
amorini, per farlo capitolare... Lultima terzina con- macchia/argento, sol/ombra, ebeno/nevosi, neo/can-
tiene linvenzione ingegnosa: il triplice uso del termi- dore. Una serie di aggettivi metaforici esprime la
ne preda. Ma tuttto il sonetto pieno di sferzante in- mobilit dellanimaletto: instabil, volatil, non fermo.
ventiva. Alcune metafore iperboliche ne descrivono il corpo:
------------------------------II----------------------------- ombra palpabile e pungente (v. 4), antipodo nero (v.
7), volatil neo (v. 9), atomo damore (v. 11). Alcuni
Giuseppe Artale (1628-1679), Pulce sulle richiami interni sono: brieve e lieve (vv. 4 e 5), anti-
poppe di bella donna podo e mondo (vv. 7 e 8), indivisibil e atomo (vv. 10
e 11), ma anche lungo e languore (v. 13).
2.1. La terzina finale contiene una metafora gramma-
Picciola instabil macchia, ecco, vivente ticale: prolisso (=lungo), periodi (=espressioni la-
in sen dargento alimentare e grato; mentose), punto (=conclusione), non fermo (=non
e posa ove il sol fisso geminato (=doppio) concluso). Non isdegnate (rifiutatevi) una raffi-
brieve unombra palpabile e pungente. nata litote, a cui il poeta ricorre per rendere pi eleva-
to (e comico) il testo e il momento del saluto finale.
Lieve debeno (=nero) star fera mordente 3. Lideale secentesco di bellezza femminile costi-
fra nevosi sentier veggio in aguato,
tuito dalle donne pantagrueliche e sensuali del pittore
e un antipodo nero abbreviato fiammingo Pieter Paul Rubens (1577-1640), che si
dun picciol mondo, e quasi niente un ente. forma in Italia (1600-08) e che ritorna ad Anversa,
dove apre una bottega, che ha un grande influsso sul-
Pulce, volatil neo dalmo candore, la pittura europea successiva.
che indivisibil corpo hai per ischermo, ------------------------------II-----------------------------
fatto etopo un atomo damore;
Riassunto. Il poeta canta il sorriso della sua donna, 2. Liperbole barocca trasformata in grazia musica-
che ha le labbra rosse come le rose e che, sorridendo, le: n terra, n mare, n cielo sanno fare un sorriso
mostra i suoi denti candidi. Egli lo vuole cantare in bello come quello della sua donna.
modi nuovi. E dice: quando la brezza vaga tra i fiori 3. Limmagine della donna, proposta da Chiabrera,
del prato, noi diciamo che la terra sorride. Quando il continua a trasformare e ad arricchire limmagine e le
venticello agita appena appena le onde, noi diciamo funzioni della figura femminile, che erano state can-
che il mare sorride. Quando laurora si veste di un ve- tate dallintera tradizione letteraria, dalla Scuola sici-
lo dorato, noi diciamo che il cielo sorride. Ma n ter- liana ai poeti comico-realistici, dal Dolce stil novo a
ra, n mare, n cielo sanno fare un sorriso bello come Petrarca e ai petrarchisti, dallUmanesimo al Manieri-
quello della sua donna. smo, dal Barocco al classicismo del Seicento (e poi
allArcadia del Settecento).
Commento 4. La donna bella, ma non sappiamo com. Non ha
1. La canzonetta unisce grazia classicheggiante e me- alcun aspetto particolare, ha soltanto un sorriso e due
tafore blandamente barocche: le labbra rosse della labbra rosse. Tutto trasformato in musica e in musi-
donna del poeta che sono paragonate alla natura con calit, e la donna scompare. Conviene confrontarla
limpide immagini. La leggerezza delle immagini e la con le altre donne incontrate e che si incontreranno.
musicalit dei versi sono ottenute anche sostituendo 5. Labilit del poeta straordinaria: la lingua italiana
lendecasillabo con versi pi brevi. poverissima di parole brevi.
------------------------------II----------------------------- ------------------------------II-----------------------------
Commento
1. Il tema della partenza un tpos della lirica arcadi-
ca, anche se si trova gi nella letteratura del passato.
Labilit del poeta consisteva nel costruire nuove va-
riazioni, senza modificare n approfondire la situa-
zione sentimentale.
2. Lode ha uno schema metrico elementare, la rima
abab, il secondo verso per ha una rima particolare,
perch sempre tronco. La facilit e la scorrevolezza
dei versi non deve ingannare: rivela nellautore una
grandissima abilit professionale e una altrettanto
grande conoscenza della lingua italiana.
3. Il testo stato composto per essere musicato e can-
tato sulla scena. Qui esso esprime tutta la sua linearit
e la sua musicalit. La sola lettura lo fa apparire in-
consistente e superficiale.
4. Oh Dei!: il poeta si rivolge agli dei dellOlimpo,
meno irriguardoso e pi naturale, visto largomento
della canzonetta (la donna) e visto il comportamento
di quegli dei. Ma da secoli si passava con assoluta na-
turalezza dallOlimpo cristiano allOlimpo greco, e
viceversa.
5. La canzonetta ha molteplici antecedenti che me-
scolano la divinit con lamore per una donna. Nel
sonetto I maggio posto in core a Dio servire Gia-
como da Lentini vuole andare in paradiso, ma vuole
andarci con la sua donna, che ha un bel viso e capelli
biondi. Alla fine della canzone Al cor gentile rempai-
ra sempre amore Guido Guinizelli si trova davanti a
Dio, che lo rimprovera di avergli preferito un amore
profano, la donna. E il poeta si difende: la sua donna
sembrava un angelo venuto dal cielo, perci non
commise peccato, se lha amata. Il tema dellamore
sacro e profano il motivo conduttore del Canzonie-
re di Francesco Petrarca. E le invocazioni a Dio o alla
Madonna si sprecano.
6. Il motivo del poeta che muore e della donna che lo
cerca e ne scopre la tomba appartiene alla tradizione
letteraria. Nella canzone Chiare, fresche e dolci ac-
que Petrarca immagina di essere morto e sepolto, che
Laura venga a cercarlo e che, vedendolo morto, spar-
ga una lacrima di compassione. Proprio quella lacri-
ma gli aprir la porta del cielo Nellepisodio di
Erminia tra i pastori della Gerusalemme liberata
(VII, 1-22) Erminia, mentre accudisce alle pecore,
immagina di essere morta e che sulla sua tomba ven-
ga Tancredi e sparga una lacrima. Qualla lacrima la
render felice. Il contesto poetico per completa-
mente diverse: in Petrarca si inserisce nel dissidio in-
teriore tra amore sacro ed amore profano; in Tasso il
tema rovesciato ( la donna che immagina di essere
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 164
Pietro Metastasio (1698-1782) cesso. Egli per si sente estraneo ai valori e ai princi-
pi estetici diffusi dalla cultura illuministica. Perci, a
partire dalla met del secolo, si dedica a riflessioni
La vita. Pietro Trapassi nasce a Roma nel 1698 da teoriche sui principi che avevano ispirato la sua pro-
una famiglia di modeste condizioni sociali. Per la sua duzione. Nel 1773 traduce e commenta lArte poetica
abilit nellimprovvisare versi si fa notare da Gravi- di Orazio, e porta a termine lEstratto della Poeti-
na, che lo avvia agli studi letterari, conducendolo ca dAristotile e considerazioni sulla medesima.
prima a Napoli (1712) poi in Calabria, dove studia Muore nel 1782.
sotto la guida di Gregorio Caloprese, un filosofo di
fede cartesiana. Il suo protettore gli cambia il nome in La poetica. Metastasio rinnova il melodramma, cio
Metastasio. Nel 1718 ritorna a Roma, dove prende gli il dramma melodico, cantato. Prima di lui il testo del
ordini minori e decide di studiare diritto. Alla morte melodramma era ridotto ad un libretto al servizio del-
Gravina gli lascia leredit. Il testamento per im- la musica. Esso doveva presentare un certo numero di
pugnato dagli altri arcadi, perci egli nel 1719 ritorna arie, collocate in parti specifiche del dramma e ben
a Napoli. Qui introdotto nei salotti aristocratici dalla suddivise tra i personaggi principali. Esse permette-
cantante Marianna Bulgarelli Benti, detta la Romani- vano ai cantanti di dimostrare la loro bravura. Il pub-
na, che lo spinge anche a studiare musica. Nel 1721 e blico le seguiva con attenzione, mentre non si interes-
nel 1722 Metastasio compone due azioni drammati- sava dei recitativi, cio delle parti dialogate, che fa-
che. Il successo per giunge nel 1724 con la rappre- cevano procedere lazione. Metastasio mantiene la
sentazione di Didone abbandonata. Ed ripetuto dal- struttura tradizionale in tre atti del melodramma. In-
le opere successive, tanto che i suoi drammi sono nova per lidea stessa di melodramma. Egli con-
musicati pi volte dai maggiori compositori del tem- vinto che il testo poetico abbia un valore autonomo
po. Nel 1730 Metastasio invitato a Vienna come rispetto alla musica. Nello stesso tempo per scrive
poeta cesreo e con un generoso compenso. Egli versi particolarmente musicali, che ben si adattano ad
accetta. Per la corte compone drammi, azioni sceni- essere cantati. Anche la trama ed i toni sono coerenti
che di argomento mitologico e di argomento sacro. allo stesso scopo: il poeta esclude dal suo repertorio i
Tra il 1730 e il 1740 il poeta scrive le sue opere pi toni (e le storie) drammatici, per privilegiare quelli
belle: Demetrio (1731), Olimpiade (1733), Demofo- elegiaci e patetici, che giustificano il lieto fine.
onte (1733), La clemenza di Tito (1734), Achille in ---II---
Sciro (1736), Zenobia (1740) e Attilio Regolo (1740).
Negli anni successivi continua a comporre con suc-
Quel, che or malletta, o spiace. 11. Ci che ora mi rende lieto o triste,
se lieto o mesto or sono, se ora sono lieto o triste,
gi non pi tuo dono, non pi merito tuo,
gi colpa tua non : non pi colpa tua:
Riassunto. Il poeta stato lasciato dalla sua donna, prima met del Settecento, prima della diffusione del-
che gli ha preferito un altro. Egli per ha superato il le idee e dei principi artistici dellIlluminismo.
momento dellabbandono, e riesce a parlare di lei 2. La canzonetta svolge un motivo ormai divenuto un
senza emozionarsi e a notare in lei aspetti che prima tpos letterario: il poeta abbandonato dalla sua don-
gli sembravano belli ma che non lo erano. Alla fine na. Il contenuto esilissimo ed anche banale, ma i
conclude dicendo che la donna ha perso un innamora- versi musicali riescono a farlo lievitare. Le strofe po-
to fedele, mentre egli pu trovare facilmente unaltra tevano procedere indefinitamente. Comunque sia, o-
donna capace di ingannarlo. gnuna di esse riesce a interessare lascoltatore. La
strofa migliore giustamente quella conclusiva (co-
Commento me il Barocco aveva insegnato), pregevole per los-
1. La libert, con La partenza (1746), una delle servazione psicologica. Ad ogni modo il linguaggio
canzonette pi famose del poeta. Essa sintetizza la di tutta la canzonetta riesce a rinnovare il contenuto e
poetica metastasiana ma anche il gusto estetico della i fatti descritti.
Riassunto. Nice parte. Il poeta addolorato. Vuole 3. La Scuola siciliana (1230-1260ca.) inizia lopera di
seguirla almeno con il pensiero. Poi ricorda i tempi recupero della figura femminile, che la Chiesa pre-
felici, quando erano insieme. Adesso la donna riceve- sentava come la tentatrice, colei che portava luomo
r i complimenti ed i pianti da altri innamorati. Egli alla perdizione eterna. Il Dolce stil novo poi fa della
ha il cuore ancora ferito dallamore. E si chiede, a pi donna la donna-angelo, discesa sulla terra per portare
riprese, se la donna si ricorder ancora di lui. luomo a Dio. Metastasio, come altri poeti del Sette-
cento, la trasforma nellingannatrice, che tradisce
Commento luomo. E comunque almeno sulle scene teatrali
1. Il motivo della canzonetta anche qui assai esile. Il sorge una articolata dialettica tra i sessi: luomo non
nome della donna, Nice, significa vittoria o, meglio, pi onnipotente, e la donna ha una volont, che fa pe-
la vincitrice. Essa insomma vince il poeta e tutti gli sare sulluomo. Pu scegliere ed abbandonare il suo
altri amanti che la corteggiano. amante. Pu farlo soffrire.
2. La canzonetta, che musicata dallo stesso poeta, ------------------------------II-----------------------------
poi da Angelo Maiorana e, per le prime due strofe,
anche da Ludwig van Beethoven, trasforma tutto in
grazia e sentimento. Il dramma non consono alla
cultura del Settecento. Il finale di strofa ricorda
Quant bella giovinezza (1492) di Lorenzo de Me-
dici.
------------------------------II-----------------------------
Riassunto. Il poeta invita il giovin signore ad ascol- 2. Con una notevole semplificazione il poeta contrap-
tarlo: gli far da precettore e gli insegner i riti socia- pone la vita sana, allaperto e operosa del contadino e
li. dellartigiano, che valuta positivamente, alla vita not-
Allalba il contadino si alza dal letto, che ha diviso turna, oziosa e dissipata del giovin signore. Dimenti-
con la moglie e con i figli, e va con il bue nei campi. ca che la vita dei primi dura e scomoda e che lieta
Contemporaneamente si alza anche lartigiano, che soltanto nei quadretti aggraziati tratteggiati dai poeti
ritorna nella sua bottega e riprende in mano i lavori dellArcadia.
interrotti: uno scrigno antifurto per la dama. Non 3. Il poeta se la prende con le figure, a suo dire, inutili
questo il mattino del giovin signore: egli ritorna a ca- e parassitarie del maestro di danza, di canto e di lin-
sa a tarda notte sulla carrozza lanciata al galoppo, gua. Egli ignora che tutti costoro sarebbero disoccu-
quindi cena con vini francesi e ungheresi, poi va a pati, se il giovin signore lunico soggetto che in
dormire quando gli altri si alzano. Si sveglia a mez- quella societ ha potere dacquisto non chiedesse i
zogiorno e suona il campanello. Il cameriere arriva e loro servizi. La poesia pariniana si ispira insomma a
apre le finestre, evitando che il sole colpisca il padro- ideali astratti e pregiudiziali, che ignorano colpe-
ne negli occhi. Quindi gli chiede se vuole la cioccola- volmente o meno non importa la dimensione eco-
ta o il caff. Il giovin signore sceglie la prima, se vuo- nomica e sociale del lavoro, in nome di un mitico ri-
le stimolare lo stomaco; ma sceglie il secondo se vuo- torno ad una societ parsimoniosa ed agricola. Per di
le evitare di ingrassare ulteriormente. Il cameriere pi questi ideali, proposti sulla pelle altrui, contrasta-
deve per impedire che la giornata incominci male no con la continua ricerca di denaro, di sicurezza e-
con larrivo del sarto che presenta un conto intermi- conomica e di riconoscimenti sociali, e di vita mon-
nabile e vuole essere pagato. Deve invece annunciare dana, che il poeta fa per tutta la vita.
subito, perch sono sempre graditi, il maestro di dan- 4. Lepisodio iniziale del poemetto presenta sia i pre-
za, quello di canto, di violino e di lingua francese. gi sia i limiti della poesia pariniana: la visione classi-
cistica del lavoro contadino, la critica moralistica del-
Commento lozio nobiliare, la proposta di una vita parca e vicina
1. Parini recupera la cultura classica, che sviluppa in alla natura, che rifiuti la ricerca della ricchezza e del
ambito civile. Contemporaneamente, nella seconda benessere sociale, la mansuetudine e laccettazione
met del Settecento, si sviluppa il Neoclassicismo, dei soprusi, lincapacit (e il divieto) di ribellarsi con-
che si diffonde in tutte le arti e che alla fine del seco- tro lordine sociale costituito, la stabilit e la staticit
lo subisce varie commistioni con il Romanticismo. La sociale, il contrasto tra il popolo buono (e sfruttato)
cultura classica presente anche negli intellettuali ed il ricco ozioso (e depravato), il rifiuto delle novit
romantici che portano lItalia allunit, poi nella poe- introdotte con il commercio, limmobilismo sociale
sia di Giosue Carducci (1835-1907), infine nel Na- ed economico, la difesa dellagricoltura e dellaristo-
zional-fascismo (1922-45). Aveva ispirato la cultura crazia latifondistica contro la borghesia commerciale
medioevale ed aveva provocato la rivoluzione cultu- e cittadina, la sottomissione dei servi, i riferimenti
rale dellUmanesimo quattrocentesco e del Rinasci- mitologici esasperati alla cultura classica, la critica
mento quattro-cinquecentesco.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 181
continua, monotona e meccanica alla nobilt, che non proprio quella classe nobiliare che critica e che vor-
pratica pi gli antichi valori. rebbe soltanto pi consapevole della sua funzione e
5. Il linguaggio classicheggiante e pieno di riferi- delle sue responsabilit sociali. Soltanto essa ha pote-
menti mitologici. Il rinnovamento del linguaggio poe- re dacquisto. Contemporaneamente a Parini e su po-
tico leredit che Parini lascia agli scrittori che ope- sizioni ideologiche critiche verso la nobilt, Goldoni
rano tra la fine del Settecento ed i primi dellOt- sceglie un altro pubblico, la piccola borghesia, e pro-
tocento, da Foscolo a Manzoni a Leopardi. I riferi- pone unarte che indica valori da mettere in pratica e
menti mitologici circoscrivono il pubblico a cui il po- che rappresenta la vita quotidiana dei suoi spettatori.
eta intende rivolgersi: non il popolo analfabeta, ma
------------------------------II----------------------------- ------------------------------II-----------------------------
Forse vero non ; ma un giorno fama, Forse non vero; ma fama che un giorno
che fr gli uomini eguali; e ignoti nomi gli uomini furono tutti uguali; e che ignoti furono
fr plebe, e nobiltade. Al cibo, al bere, i nomi di Plebe e di Nobilt. A mangiare,
allaccoppiarsi dambo i sessi, al sonno a bere, ad accoppiarsi, a dormire
un istinto medesmo, unegual forza uno stesso istinto, una stessa forza
sospingeva gli umani: e niun consiglio spingeva gli esseri umani: nessuna
niuna scelta dobbietti o lochi o tempi decisione, nessuna scelta di oggetti, di luoghi
era lor conceduta. A un rivo stesso, o di tempi era loro concessa. Allo stesso rivo,
a un medesimo frutto, a una stessombra allo stesso frutto, alla stessa ombra
convenivano insieme i primi padri andavano insieme gli antenati
del tuo sangue, o signore, e i primi padri del tuo sangue, o Signore, e gli antenati
de la plebe spregiata. I medesmantri del volgo spregevole. Le stesse spelonche,
il medesimo suolo offrieno loro lo stesso suolo offrivano loro
il riposo, e lalbergo; e a le lor membra il riposo e il riparo. Una sola preoccupazione
i medesmi animai le irsute vesti. era comune a tutti, fuggire il dolore;
Sol una cura a tutti era comune ed ai cuori umani era ancora
di sfuggire il dolore, e ignota cosa sconosciuto il desiderio.
era il desire agli uman petti ancora. Laspetto uniforme degli uomini dispiacque
Luniforme degli uomini sembianza agli dei celesti: a rendere pi varia la Terra
spiacque a celesti: e a variar la terra fu spedito il dio Piacere.
fu spedito il Piacer. Quale gi i numi Come un tempo gli dei scendevano sui campi
dIlio sui campi, tal lamico genio, di battaglia di Troia, cos il Genio amico,
lieve lieve per laere labendo scivolando lievemente nellaria, si avvicina
savvicina a la terra; e questa ride alla Terra; e questa sorride con un sorriso c
di riso ancor non conosciuto. Ei move, he prima non aveva mai conosciuto.
e laura estiva del cadente rivo, Egli si muove; laria estiva dal ruscello
e dei clivi odorosi a lui blandisce scrosciante e dai colli profumati gli accarezza
le vaghe membra, e lentamente sdrucciola le belle membra e scivola lievemente sul tondeggiare
sul tondeggiar dei muscoli gentile. gentile dei muscoli. Intorno a lui si aggirano
Gli saggiran dintorno i Vezzi e i Giochi, i Vezzi e i Giochi: e, come ambrosia, le lusinghe
e come ambrosia, le lusinghe scorrongli gli scorrono dalle labbra color di fragola:
da le fraghe del labbro: e da le luci dagli occhi socchiusi, languidi e umidi
socchiuse, languidette, umide fuori fuoriescono scintille di tremulo fulgore,
di tremulo fulgore escon scintille per le quali arde laria che egli varca
ondarde laere che scendendo ei varca. scendendo sulla Terra.
Alfin sul dorso tuo sentisti, o Terra, Infine, o Terra, sul tuo dorso sentisti stamparsi
sua primorma stamparsi; e tosto un lento per la prima volta la sua orma; e subito
tremere soavissimo si sparse un tremito lento e dolcissimo si sparse
di cosa in cosa; e ognor crescendo, tutte di cosa in cosa; e, crescendo sempre pi,
di natura le viscere commosse: sconvolse tutte le viscere della natura:
come nellarsa state il tuono sode come nellestate riarsa si ode il tuono,
che di lontano mormorando viene; che vien mormorando di lontano
e col profondo suon di monte in monte e che con il suo suono profondo riecheggia
sorge; e la valle, e la foresta intorno di monte in monte; e la valle e la foresta
mugon del fragoroso alto rimbombo, risuonano per il suo fragoroso rimbombo,
Riassunto. Forse non vero, ma fama che un giorno plebe invece a causa dei loro organi meno sensibili
gli uomini fossero tutti uguali: bevevano allo stesso non furono capaci di cogliere le differenze, e come
ruscello, si nutrivano degli stessi frutti e si rifugiava- animali continuarono a vivere la vita di prima. Perci
no nella stessa grotta, e, spinti dagli stessi bisogni, giusto che essi abbiano ricevuto in dono la laborio-
non conoscevano la possibilit di scegliere. Avevano sit e rechino sulla mensa altrui i beni che hanno pro-
una sola preoccupazione, fuggire il dolore. Stanchi di dotto.
questa vita monotona, gli dei inviarono sulla Terra il
dio Piacere. La Terra fu sconvolta fin nelle sue visce- Commento
re allarrivo del dio. A questo punto lumanit si divi- 1. Lepisodio fonde cultura classica e grazia arcadica
se. I progenitori del giovin signore, a cui gli dei ave- e neoclassica, sensismo illuministico e, ancora, culto
vano dato gli organi pi sensibili, percepirono le dif- classicheggiante della bellezza. La grazia e la sensua-
ferenze, e impararono a distinguere il buono dal catti- lit del passo contrastano con le espressioni dure con
vo, il bello dal brutto, il vino dallacqua, e si impa- cui descritta la sorte infelice del popolo, destinato a
dronirono del buono e del bello. I progenitori della servire ai nobili quei beni che produce con il suo su-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 183
dore. Parini per non va oltre questa condanna, per ciali: esse sono state volute dagli dei e dalla natura,
dire al popolo di ribellarsi, di far valere i suoi diritti poich la nobilt ha organi pi sensibili, capaci di co-
evangelici o politici. E neanche per dare al popolo gli gliere le differenze e di apprezzare il meglio. La ple-
strumenti, come listruzione e un minimo di cultura, be invece ha organi rozzi, che le impediscono di di-
che lo facciano uscire dalla sua condizione di impo- stinguere e di scegliere. Le differenze tra le due classi
tenza nei confronti dellaristocrazia. Egli insomma non hanno quindi unorigine sociale, ma sono state
vorrebbe fare le riforme, ma senza cambiare nulla: la stabilite dalla natura e dagli dei fin dalla notte dei
nobilt deve recuperare il suo antico ruolo sociale di tempi. Perci inutile sia voler cambiare le cose, sia
garante dellordine e dovrebbe evitare i comporta- voler dare il buono alla plebe.
menti antipopolari pi odiosi; il popolo dovrebbe es- 3. Preso dal fascino del dio Piacere, che scende sulla
sere trattato con pi umanit e dovrebbe continuare a Terra con grazia e sensualit, Parini dimentica una
fare i lavori e la vita di sempre. Lautore non parla volta tanto di fare la consueta ironia antiaristocratica.
nemmeno di una pi equa distribuzione delle ricchez- 4. opportuno confrontare le posizioni caute di Pari-
ze sociali e dei prodotti del lavoro, e preferisce rifu- ni con quelle di Jean-Jacques Rousseau (1712-1778)
giarsi in un severo quanto inutile moralismo. Per di (Discorso sullorigine e i fondamenti dellinegua-
pi, ignaro ed ostile alla scienza economica, non si glianza tra gli uomini, 1750; Contratto sociale,
accorge che il risparmio e i minori consumi dei nobi- 1762); con quelle di Adam Smith (1723-1790) (Ri-
li, che propone, si trasformano in un aumento di di- cerca sulla natura e le cause della ricchezza delle na-
soccupazione per il popolo, se non cambia la tipolo- zioni, 1776); e con quelle, piene di fiducia e di ottimi-
gia dei beni prodotti e se, contemporaneamente, non smo nella ragione, di Immanuel Kant (1724-1804)
sorgono altre figure di consumatori. (Risposta alla domanda: che cos lIlluminismo?,
2. Parini immagina una favola, piena di grazia e di 1784).
sensualit, in cui i nobili giustificano le differenze so-
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Mezzogiorno: Pra colui che primo os la Mezzogiorno: Perisca colui che per primo os al-
mano zare la mano
Riassunto. Durante il pranzo un nobile vegetariano si nel Decameron molti personaggi si levano dagli im-
scaglia contro coloro che uccidono gli animali per nu- picci grazie ad una battuta di spirito. Basti pensare al
trirsene. A questo punto la dama, di cui il giovin si- cuoco Chichibo (VI, 4).
gnore cavalier servente, ricorda commossa un fatto 2. Un punto fondamentale dellepisodio ambiguo:
crudele. Un giorno la sua cagnetta per gioco diede un invan per lui fu pregato e promesso. Per pu signi-
lieve morso ad un servo. Questi le diede un calcio con ficare da lui (il servo prega a sua difesa) oppure a
il suo piede villano. I guaiti della cagnetta si diffusero difesa di lui (gli altri servi pregano a sua difesa). Nel
in tutta la casa. Accorsero tutti i servi e tutte le serve, primo caso gli altri servi tacciono e non esprimono la
rattristati. La dama svenne. Quando si riprese, chiam loro solidariet verso il malcapitato (forse per non es-
la sua cagnetta, che le corse in grembo. Quindi gett sere a loro volta coinvolti nella disgrazia) e il servo
sguardi di fuoco sul servo, che trem ed attese la colpevole prega invano a sua difesa. Nel secondo ca-
condanna. A nulla valsero la sua fedelt e il suo lungo so gli altri servi cercano di discolparlo, ma egli passi-
servizio. Fu licenziato. Invano sper di trovare un vamente tace, in attesa fatalistica della condanna. In
nuovo signore, perch si diffuse la voce della sua nessun caso si mette in atto una strategia razionale a
crudelt. Egli se ne and sulla strada con la moglie ed difesa del colpevole (sciopero bianco, sciopero della
i figli, a chiedere inutilmente aiuto. La cagnetta fu fame, autolicenziamento ecc.); n linteressato (o gli
contenta del sacrificio umano fatto per lei. interessati) si richiamano a loro eventuali diritti, rico-
nosciuti almeno nella prassi se non nei codici. Lo
Commento stesso Parini si guarda bene dallaffrontare lepisodio
1. Per questo episodio, forse il pi famoso dellintero in termini di diritto, evita di rimproverare il servo (o i
poemetto, si devono ripetere le osservazioni gi dette: servi) perch non si richiamano ai loro diritti, non si
la critica agli atteggiamenti della nobilt non ac- preoccupa di educare i servi a far valere i loro diritti,
compagnata da un invito rivolto al popolo di ribellarsi n istilla in loro lidea che debbano far valere i loro
e di far valere i suoi diritti. Tutto si risolve in unama- diritti. In sostanza con qualche piccola modifica la
ra quanto inutile condanna morale. Anche in questo societ costituita gli va bene cos.
caso lepisodio infarcito di riferimenti mitologici ed 3. Il servo per di pi si comporta in modo stupido,
usa un linguaggio aulico e ricercato (la cagnetta a- perch mette al mondo un numero elevato di figli
lunna delle Grazie e per tre volte rotola su se stessa). altri futuri servi a buon mercato , che lo rendono pi
Il servo aspetta la condanna come si pu aspettare la facile da ricattare. Parini invidia chi si fatto una fa-
caduta inevitabile della pioggia dal cielo: egli perde miglia, ma non vede tutto questo.
la pazienza (cosa che non doveva fare, ma forse, dopo 4. Sia in questo episodio come negli altri lautore d
20 anni che ingoia rospi, non ce la faceva pi a pa- per scontato quali sono i valori, che non sottopone
zientare), ma tanto ottuso da non cercare immedia- mai a critica razionale. Lironia, il sarcasmo o luma-
tamente una scappatoia al guaio che ha combinato: nitarismo, di cui fa costantemente uso, gli impedisco-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 185
no di vedere direttamente i problemi. In questo episo-
dio egli d per scontato che la dama ha trattato male il
servo, che il servo stato punito eccessivamente (e
per di pi nella punizione stata coinvolta anche la
famiglia, senzaltro innocente). E d per scontato che
il lettore si schieri con il servo contro lingiustizia che
subisce e che non condivida latteggiamento nobiliare
di dare pi importanza agli animali che agli uomini.
Ma perch non prendere le difese della cagnetta? Per-
ch non pensare che i servi valgano meno degli ani-
mali, dal momento che proprio essi non riconoscono
a se stessi n dignit n diritti? Perch pensare che il
male sia tutto da una parte (la dama) e il giusto tutto
dallaltra (il servo)? Perch Parini ci presenta un caso,
in cui la posizione da considerare giusta una sola?
Perch non esamina i rapporti tra i nobili e i servi da
un punto di vista pi generale? Ad esempio: un fatto
cos succedeva raramente o spesso? (Se succedeva
raramente, lepisodio perde tutto il suo impatto emo-
tivo.) E i servi comerano? Tutti fedeli cos o anche
sfaticati? Insomma dei parassiti che la nobilt si de-
gnava di accogliere e far lavorare? La dama poi era
cos stupida da cacciare un servo di cui poteva ap-
prezzare il servilismo e la devozione? O se la prende-
va con quel servo che non avrebbe protestato o per-
ch non aveva nientaltro da fare? Con questo episo-
dio Parini vuole suscitare compassione nel lettore, ma
evita di mettere in discussione la rigida divisione in
classi della societ, che a lui, con qualche minimo
aggiustamento, con il ritorno ai Grandi Valori dei
Nobili del passato, andava bene cos.
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Forse perch sei limmagine della morte Venere, e fea quelle isole feconde
tu, o Sera, scendi su di me cos gradita! col suo primo sorriso, onde non tacque
Sia quando ti accompagnano lietamente le tue limpide nubi e le tue fronde
le nuvole estive e i venti sereni (=destate), linclito verso di colui che lacque
sia quando dallaria nevosa porti sulla terra cant fatali, ed il diverso esiglio
notti inquiete e lunghe (=dinverno), per cui bello di fama e di sventura
sempre scendi [da me] invocata, baci la sua petrosa Itaca Ulisse.
ed occupi le vie pi nascoste del mio cuore.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 193
Tu non altro che il canto avrai del figlio, parlare dei problemi a lui contemporanei; i romantici,
o materna mia terra; a noi prescrisse proprio come aveva fatto Omero, prendono la mito-
il fato illacrimata sepoltura. logia del loro tempo e non quella di altri tempi, per
---II--- parlare dei problemi contemporanei.
3. Foscolo propone una interpretazione romantica di
A Zacinto Ulisse (egli, e non il guerriero Achille o il saggio Ne-
Io non toccher mai pi le tue sacre sponde, store o i sovrani Agamennone e Menelao, diventa il
dove trascorsi la mia fanciullezza, simbolo del mondo antico). Leroe greco bello di
o Zacinto mia!, che ti specchi nelle onde fama e di sventura insomma pi sventurato, pi
del mar Egeo, dalle quali nacque la vergine romantico , perch soltanto dopo lunghe peripezie
riesce a tornare nella sua petrosa Itaca. Il poeta
Venere, che rendeva quelle isole feconde ancora pi sventurato e quindi ancora pi romantico
con il suo primo sorriso, perci non tacque (e perci superiore ad Ulisse), perch rispetto alleroe
il tuo cielo sereno e i tuoi boschi greco egli destinato a non ritornare pi in patria e a
la grande poesia di Omero, che cant morire in terra straniera.
4. Ulisse una figura che ritorna a pi riprese nella
le peregrinazioni sul mare e in altri luoghi, cultura italiana ed occidentale.
per cui Ulisse, bello di fama e di sventure, a) Omero gli dedica lintera Odissea e lo presenta a-
baci [alla fine] la sua Itaca rocciosa. stuto o, meglio, dallingegno multiforme. Leroe
greco con linganno del cavallo fa cadere la citt di
Tu avrai soltanto il canto di questo tuo figlio, Troia; provoca lira di Nettuno, a cui ha accecato il
o mia terra natale; a me il destino ha prescritto figlio Polifemo; sfida mille pericoli, spinto dalla cu-
una sepoltura senza lacrime [in terra straniera]. riosit; e infine torna nel suo piccolo regno di Itaca,
dove Penelope, la moglie fedele, lo aspetta e dove
Riassunto. Il poeta si rivolge allisola in cui nato, deve sconfiggere la protervia dei nobili, divenuti ar-
lamentandosi di non poter pi ritornare sulle sue roganti per la sua lunga assenza.
spiagge, davanti alle quali nacque Venere e che furo- b) Dante gli dedica un intero canto (If XXVI), lo pu-
no cantate da Omero, lo stesso che cant le peregri- nisce come fraudolento ma lo esalta come simbolo
nazioni e il ritorno in patria di Ulisse. Egli potr dare del mondo antico, che ricerca con tutte le sue forze il
solamente il suo canto alla sua isola, poich il destino sapere e la sapienza: Fatti non foste a viver come
lo far morire in terra straniera. bruti dice lUlisse dantesco ai suoi compagni di
mille avventure , Ma a seguir virtute e canoscenza.
Commento In nome della conoscenza Ulisse non ritorna a casa,
1. Il sonetto parla dellautore nei primi due versi e dal figlio mai visto, dal padre e dalla moglie fedele, e
negli ultimi tre; negli altri parla delle tre figure pi punta la nave verso lo stretto di Gibilterra, per visita-
significative del mondo classico: Venere, simbolo re il mondo sanza gente. Dopo cinque mesi di na-
dellamore ma anche della bellezza, Omero, simbolo vigazione vede una montagna altissima, da cui sorge
della poesia, quindi Ulisse, simbolo delleroe. A di- un turbine che affonda la nave.
stanza di 2.500 anni la cultura greca sentita come c) Il terzo Ulisse lUlisse romantico e perci neces-
contemporanea. Il poeta, in modo piuttosto esplicito, sariamente sventurato di Foscolo: pi colpito dalle
si paragona ad Ulisse (ambedue sono eroi romantici; sventure, pi fortunato, perch pi diventa famoso.
lunica differenza, che poi va a vantaggio del poeta, d) Giovanni Pascoli nei Poemi conviviali (Il sonno di
che Ulisse riesce a ritornare in patria, egli no); ed an- Odisseo) (1904) d uninterpretazione decadente del-
che ad Omero, il poeta per antonomasia, che ha can- leroe omerico: sta tornando a casa con i suoi compa-
tato la sua isola (ed i viaggi di Ulisse). Nel sonetto gni, giunto in prossimit della sua isola, quando si
presente un motivo estraneo alla cultura classica: addormenta. I compagni aprono gli otri, dove erano
lideale romantico di patria, che proviene dalla Rivo- racchiusi i venti sfavorevoli, che allontanano la nave
luzione francese. I greci erano estremamente litigiosi, dal porto. Svegliandosi, Ulisse vede in lontananza
individualisti e campanilisti: la loro citt era superiore una terra, ma non sa se si avvicinato alla sua isola
a tutte le altre della Grecia. Lunica cosa che li univa da cui ora i venti lo allontanano o se unaltra isola:
era lodio verso i brbaroi, gli stranieri. il sonno gli ha impedito di essere pronto allappunta-
2. Agli inizi dellOttocento scoppia una violentissima mento che il destino gli aveva preparato.
polemica tra i classicisti, che si richiamavano alla pe- e) Gabriele DAnnunzio d unaltra interpretazione
rennit della cultura classica, ed i romantici, che pro- decadente delleroe greco: il poeta lo vede alla guida
ponevano una cultura impegnata ed attuale. Giovanni della sua nave, e chiede di prenderlo con lui. Ulisse lo
Berchet (1783-1851) nella Lettera semiseria di Gri- guarda per un attimo, e da quel momento egli si sente
sostomo al suo figliolo (1816) polemizza con i soste- superiore a tutti i suoi compagni (Laudi del cielo, del
nitori della cultura classica e sostiene la tesi che i veri mare, della terra e degli eroi. Maia, IV. Lincontro
classici sono i romantici: Omero ha usato la mitologi- con Ulisse, 1903).
a, che apparteneva al suo tempo e alla sua cultura, per
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 194
f) Nel romanzo Ulysses (1922) lo scrittore dublinese In morte del fratello Giovanni
James Joyce (1882-1941) racchiude in unintera gior-
nata le poco eroiche peripezie del suo Ulisse, un mo- Un giorno, se io non fuggir sempre
desto impiegato del mondo contemporaneo, che trova da un popolo allaltro, mi vedrai seduto
anche il tempo di tradire la moglie. sulla tua pietra tombale, o fratello mio,
g) Nel breve componimento intitolato Ulisse (Medi- per piangere la tua giovinezza recisa.
terranee, 1946) Umberto Saba propone di s limma-
gine di un Ulisse sempre pronto al pericolo e che non Nostra madre, trascinando ora da sola i suoi anni,
vuole invecchiare. parla di me [lontano] con le tue spoglie mute,
4. La patria di Foscolo lItalia del suo tempo, anco- ma io tendo a voi le mie mani senza potervi
ra divisa; ma in misura maggiore la patria ideale co- abbracciare; e, se da lontano saluto la mia patria,
stituita dal mondo classico greco (e non latino). La
sua patria quindi pi nel passato che nel presente. sento il destino avverso e gli affanni segreti
Manzoni invece dimentica il passato, dimentica la che sconvolsero la tua vita, e prego
cultura greca e latina, e propone un ideale di patria anchio di trovare la pace come te nella morte.
radicato nella storia e da attuare nelle sue varie di-
mensioni culturali e civili nel presente e nel futuro. In Questa di tante speranze lunica che mi resta!
Marzo 1821 (1821) egli ne d questa sintetica defini- O genti straniere, consegnate almeno il mio corpo,
zione: una darme, di lingua, daltare, Di memorie, quando morir, al petto di mia madre addolorata.
di sangue, di cor. Foscolo usa un linguaggio neo-
classico e attento al passato; Manzoni invece pone le Riassunto. Un giorno, se non fuggir sempre da un
basi per litaliano moderno. Ancora, troppo semplice popolo allaltro, il poeta andr a sedersi sulla tomba
e troppo alfieriana la valutazione che Foscolo d di del fratello, a piangere la sua giovinezza cos prema-
Napoleone, prima liberatore e poi despota; ben pi turamente recisa. Loro madre ha un figlio morto ed
complessa invece la valutazione che Manzoni ne d un altro lontano. Ed il poeta pensa di non poter pi
nellode Cinque maggio (1821): Napoleone luomo tornare in patria. Anche la sua vita sconvolta dalle
inviato da Dio, per diffondere tra i popoli gli ideali di stesse passioni che hanno sconvolto la vita del fratel-
patria e di libert e per indirizzare la storia verso la lo ed anche lui pensa di trovare pace, come il fratello,
realizzazione ottocentesca di tali ideali. soltanto nella morte. Questa lunica speranza che
---II--- ora gli resta. Quando sar morto, si augura che le sue
ossa siano consegnate a sua madre mesta.
Nel sonetto In morte del fratello Giovanni Foscolo
presenta il dramma del fratello suicida per debiti di Commento
gioco e il dolore di sua madre, che ha un figlio morto 1. Per Foscolo leroe romantico non responsabile
ed un altro lontano. Anche laltro fratello, Costantino delle sue scelte, ma vittima di un destino avverso.
Angelo, muore suicida. Gli stessi vizi e le stesse passioni sembrano essere e-
sterne e condizionare dallesterno lindividuo roman-
In morte del fratello Giovanni, 1802-03 tico. Ci vale per lo stesso poeta, per il fratello, per
Ulisse.
Un d, sio non andr sempre fuggendo 2. Foscolo considera il punto di vista e il dolore di
di gente in gente, me vedrai seduto tutti e tre i personaggi: il fratello, loro madre, egli
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo stesso. E riesce a stabilire un rapporto affettivo inten-
il fior de tuoi gentil anni caduto. so (e drammatico) fra i tre protagonisti.
3. Nel sonetto presente anche lideale di patria, dal-
La Madre or sol suo d tardo traendo la quale gli avversi numi tengono lontano il poeta.
parla di me col tuo cenere muto, Si tratta in ogni caso di una patria ideale, nella quale
ma io deluse a voi le palme tendo il poeta non pu pi tornare.
e sol da lunge i miei tetti saluto. 4. Questo sonetto di Foscolo sulla morte di un con-
giunto pu essere confrontato con altre poesie che
Sento gli avversi numi, e le secrete trattano la stessa situazione; ad esempio con Pianto
cure che al viver tuo furon tempesta, antico (1871) di Giosue Carducci (1835-1907) o con
e prego anchio nel tuo porto quiete. le numerose poesie che Giovanni Pascoli (1855-
1912) dedica alla morte del padre.
Questo di tanta speme oggi mi resta! ---II---
Straniere genti, almen le ossa rendete
allora al petto della madre mesta. Il carme De Sepolcri, 1807
---II--- Il carme De Sepolcri (1807) scritto in seguito alle
discussioni provocate dalleditto napoleonico di Saint
Cloud (1804), che esteso allItalia nel 1806. Tale
editto imponeva che le tombe fossero allontanate
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 195
dallabitato per motivi igienici e che fossero tutte u- Nel carme vivissimo lideale romantico-rivoluzio-
guali per motivi di uguaglianza. In un primo momen- nario di patria, che poi proiettato sulla cultura gre-
to Foscolo, che professa posizioni atee e materialisti- ca: per il poeta in Santa Croce a Firenze c lo stesso
che, condivide leditto e critica lamico Ippolito Pin- nume protettore della patria che spingeva i greci a
demonte, che nel poemetto I cimiteri (1807) lo accu- combattere contro i persiani a Maratona; lo stesso
sava di scristianizzare la morte. In un secondo mo- nume che abitava il cimitero di Troia, dove le donne
mento per, approfondendo il suo pensiero, giunge a piangevano i loro mariti morti in battaglia a difesa
conclusioni diverse, che fa confluire nel carme. Il te- della citt. anche vivissimo lideale di poesia, de-
sto si pu cos riassumere: sunto dal mondo classico e proiettato sulla cultura
contemporanea, e le funzioni civili che esso svolge:
Riassunto. La ragione ci dice che le tombe sono inuti- come Omero ha cantato la guerra di Troia e il sangue
li sia ai morti sia ai vivi. Il sentimento per si ribella a troiano versato per la patria, cos il poeta canta i
queste conclusioni e cerca una funzione per esse: le grandi italiani che riposano in Santa Croce. Dalle loro
tombe permettono una corrispondenza damorosi tombe trarranno forza e buoni auspici di vittoria i pa-
sensi tra i vivi ed i morti; inoltre le tombe dei grandi trioti italiani quando decideranno di combattere per
spingono gli animi forti a compiere grandi imprese. liberare la patria. Qui, come altrove, il paragone con
Tuttavia il tempo distrugge le tombe fin nelle rovine. Omero esplicito.
Interviene allora la poesia, che vince il silenzio dei
secoli, per tramandare ai posteri il ricordo delle gran-
di imprese compiute nel passato, finch il Sole ri-
splender su le sciagure umane.
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Allombra de cipressi e dentro lurne 1. Sotto lombra dei cipressi e dentro le tombe con-
confortate di pianto forse il sonno fortate dal pianto [dei propri cari] forse il sonno del-
della morte men duro? Ove pi il Sole la morte meno duro? Quando il Sole non feconder
per me alla terra non fecondi questa pi per me questa bella famiglia derbe e di animali,
bella derbe famiglia e danimali, 05 5. e quando le ore future non danzeranno davanti a
e quando vaghe di lusinghe innanzi me, piene di lusinghe; n da te, o mio dolce amico
a me non danzeran lore future, (=Ippolito Pindemonte) udr pi il verso e la triste
n da te, dolce amico, udr pi il verso armonia che lo pervade, n pi nel cuore mi parler lo
e la mesta armonia che lo governa, spirito
n pi nel cor mi parler lo spirto 10
delle vergini muse e dellamore, 10. delle vergini Muse e dellamore (=sentir lispira-
unico spirto a mia vita raminga, zione poetica e la passione amorosa), lunico compa-
qual fia ristoro a d perduti un sasso gno della mia vita raminga, quale ricompensa sar per
che distingua le mie dalle infinite i giorni passati una lapide, che distingua le mie ossa
ossa che in terra e in mar semina morte? 15 dalle infinite
15. ossa che la morte dissemina in terra e in mare?
Vero ben, Pindemonte! Anche la Speme,
ultima dea, fugge i sepolcri; e involve ben vero, o Pindemonte! Anche la Speranza, lulti-
tutte cose lobblio nella sua notte; ma dea, fugge i sepolcri, e loblio avvolge tutte le co-
e una forza operosa le affatica se nella sua notte; e una forza continua le consuma
di moto in moto; e luomo e le sue tombe 20 20. con un movimento senza tregua; ed il tempo tra-
e lestreme sembianze e le reliquie sforma [e annienta] luomo, le sue tombe e lestremo
della terra e del ciel traveste il tempo. ricordo, e ci che resta della terra e del cielo.
[...] [...]
A egregie cose il forte animo accendono 151. Le tombe dei grandi uomini, o Pindemonte,
lurne de forti, o pindemonte; e bella spingono lanimo forte a compiere grandi imprese; e
e santa fanno al peregrin la terra fanno per il pellegrino bella e santa la terra che le ac-
che le ricetta. Io quando il monumento coglie. Io, quando vidi la tomba di quel grande (=N.
vidi ove posa il corpo di quel grande 155 Machiavelli), 155. che, rafforzando il potere ai re-
che, temprando lo scettro a regnatori, gnanti, toglie ad esso gli ornamenti esteriori e svela
gli allor ne sfronda, ed alle genti svela alle genti di quante lacrime e di quanto sangue esso
di che lagrime grondi e di che sangue; grondi;
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 196
e larca di colui che nuovo olimpo e quando vidi il sepolcro di colui (=M. Buonarroti),
alz in Roma a Celesti; e di chi vide 160 che
sotto letereo padiglion rotarsi 160. costru un nuovo Olimpo in Roma agli dei; e
pi Mondi, e il Sole irradiarli immoto, quando vidi il sepolcro di colui (=G. Galilei), che vi-
onde allAnglo che tanta ala vi stese de sotto la volta celeste pi mondi ruotare ed il sole,
sgombr primo le vie del firmamento: immobile, illuminarli (perci egli sgombr per primo
te beata, gridai, per le felici 165 le vie del cielo allinglese, che le illumin con il suo
aure pregne di vita, e pe lavacri grande genio);
che da suoi gioghi a te versa Apennino! 165. gridai che tu sei beata (=felice, fortunata), per le
Lieta dellaer tuo veste la Luna felici arie piene di vita e per i corsi dacqua che dai
di luce limpidissima i tuoi colli suoi colli a te versa lAppennino! Lieta della tua aria,
per vendemmia festanti, e le convalli 170 la luna riveste con una luce limpidissima le tue colli-
popolate di case e doliveti ne,
mille di fiori al ciel mandano incensi: 170. in festa per la vendemmia; e le vallate, piene di
e tu prima, Firenze, udivi il carme case e di oliveti, mandano al cielo mille profumi di
che allegr lira al Ghibellin fuggiasco, fiori. E tu per prima, o Firenze, udivi il poema (=la
e tu i cari parenti e lidoma 175 Divina commedia), che allevi lira al ghibellino fug-
dsti a quel dolce di Calliope labbro, giasco (=D. Alighieri);
che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma 175. e tu desti i cari genitori e la lingua a quel dolce
dun velo candidissimo adornando, poeta (=F. Petrarca), che, adornandolo con un velo
rendea nel grembo a Venere Celeste; candidissimo, poneva in grembo a Venere celeste
ma pi beata che in un tempio accolte 180 lAmore, che era stato nudo in Grecia e nudo in Ro-
serbi lItale glorie, uniche forse ma.
da che le mal vietate Alpi e lalterna 180. Ma tu sei ancor pi beata, perch in un tempio
onnipotenza delle umane sorti, (=Santa Croce) conservi raccolte le glorie italiche, le
armi e sostanze tinvadeano, ed are uniche forse [rimaste] da quando le Alpi mal difese e
e patria, e, tranne la memoria, tutto. 185 lalterno destino umano ti usurpavano la forza milita-
Che ove speme di gloria agli animosi re, la ricchezza, la religione,
intelletti rifulga ed allItalia, 185. la patria e, tranne la memoria, tutto. E, quando
quindi trarrem gli auspici. E a questi marmi una luminosa speranza di gloria appaia agli animi for-
venne spesso Vittorio ad ispirarsi, ti e allItalia, da qui (=dalle tombe di Santa Croce)
irato a patrii Numi; errava muto 190 noi prenderemo ispirazione e buoni auspici. E a que-
ove Arno pi deserto, i campi e il cielo sti sepolcri venne spesso Vittorio [Alfieri] ad ispirar-
desoso mirando; e poi che nullo si.
vivente aspetto gli molcea la cura, 190. Adirato contro i patrii numi, camminava silen-
qui posava laustero; e avea sul volto zioso dove lArno meno frequentato, guardando af-
il pallor della morte e la speranza. 195 franto il paesaggio ed il cielo; e, poich niente di ci
Con questi grandi abita eterno: e lossa che vedeva gli addolciva il dolore, qui (=a Santa Cro-
fremono amor di patria. Ah s! da quella ce) si fermava laustero; e aveva sul volto il pallore
religosa pace un Nume parla: della morte e la speranza.
e nutra contro a Persi in Maratona 195. Con questi grandi ora egli abita per sempre, e le
ove Atene sacr tombe a suoi prodi, 200 sue ossa fremono ancora amore per la patria. Ah, s,
la virt greca e lira. Il navigante da quella pace religiosa dei sepolcri parla un nume:
che veleggi quel mar sotto lEubea, egli nutriva contro i persiani a Maratona
vedea per lampia oscurit scintille 200. (dove Atene consacr le tombe ai suoi valorosi
balenar delmi e di cozzanti brandi, soldati) il valore e la furia dei greci. Il navigante, che
fumar le pire igneo vapor, corrusche 205 percorse quel mare sotto lEuba, vedeva nelloscu-
darmi ferree vedea larve guerriere rit della notte balenare scintille di elmi e di spade
cercar la pugna; e allorror de notturni cozzanti tra loro, vedeva le cataste di legna
silenzi si spandea lungo ne campi 205. emettere vapori di fuoco, vedeva fantasmi di
di falangi un tumulto e un suon di tube guerrieri, scintillanti darmi, cercare il combattimen-
e un incalzar di cavalli accorrenti 210 to; e nellorrore del silenzio notturno si spandevano
scalpitanti su gli elmi a moribondi, per la campagna il rumore dei reparti ed il suono del-
e pianto, ed inni, e delle Parche il canto. le trombe,
210. e lincalzare dei cavalli allattacco, che calpesta-
vano i soldati caduti, e il pianto e gli inni di vittoria e
il canto delle Parche.
Riassunto. Il sonno della morte dice il poeta non lisse, che non le meritava: la morte dispensa giusta-
meno duro perch confortato dalle lacrime dei propri mente la gloria. Il poeta quindi invita le Muse a
cari. Quando il sole non risplender pi per noi, lu- chiamarlo ad evocare gli eroi. Oggi nella Troade, or-
nica ricompensa dei giorni passati sar soltanto una mai sterile, risplende un luogo caro ad Elettra. Prima
inutile lapide, che distingue le nostre ossa dalle infini- di morire, la ninfa si rivolse a Giove, che la amava,
te ossa disseminate in terra e in mare dalla morte. chiedendogli limmortalit della fama, se non poteva
ben vero: anche la Speranza ha abbandonato le tom- avere quella del corpo. In quel luogo essa fu sepolta
be. [...] con tutta la sua discendenza. Sulla sua tomba veniva-
Le tombe dei grandi spingono il forte animo a com- no le donne troiane, per allontanare, ma inutilmente,
piere grandi imprese. Il poeta, quando vide nella dai loro mariti la morte vicina. Veniva anche Cassan-
chiesa di Santa Croce le tombe di Niccol Machiavel- dra, quando era ispirata dal dio Apollo, e cantava un
li, di Michelangelo Buonarroti e di Galileo Galilei, canto damore ai nipoti: Se essi fossero tornati dalla
grid che Firenze era fortunata per il suo clima e per i prigionia, avrebbero cercato invano la loro patria; di
suoi fiumi; e perch per prima sentiva la Divina essa sarebbero rimaste soltanto le tombe. Un giorno
commedia e conosceva la poesia di Francesco Petrar- tra quelle tombe sarebbe venuto un cieco (=Omero)
ca. Era per ancor pi fortunata perch in quella chie- ad interrogare le urne. Esse avrebbero raccontato la
sa conservava le uniche glorie che forse erano rimaste fine di Troia per mano dei principi greci. Il sacro poe-
allItalia. E, quando gli italiani vorranno riconquistare ta avrebbe placato quelle anime ed eternato il nome
la libert, da qui trarranno laugurio di vittoria. A dei principi greci per tutta la terra. E Ettore avrebbe
quei sepolcri venne spesso Vittorio Alfieri ad ispirar- avuto lacrime di compianto dovunque sia sacro il
si; e ora con quei grandi italiani riposa per sempre. sangue versato per la patria e finch il sole risplende-
Dalla pace di Santa Croce parla lo stesso dio protetto- r sulle sciagure dellumanit.
re della patria che a Maratona aveva ispirato i greci a
combattere con furia contro i persiani invasori. Il ma- Commento
rinaio, che di notte passa davanti alla pianura di Ma- 1. Gli elementi portanti del carme sono: a) il senti-
ratona, assiste ancora allo scontro tra i fantasmi dei mento romantico-aristocratico della vita; b) la centra-
soldati greci e quelli dei soldati persiani. lit della cultura classica greca; c) la funzione civile
fortunato lamico Ippolito Pindemonte, che nella ed immortalatrice della poesia, che supera il silenzio
giovinezza percorreva il mar Egeo. Egli certamente dei secoli e che attribuisce la fama e la gloria; d) la
ha udito narrare che la marea ha portato le armi di centralit dellideale romantico-rivoluzionario di pa-
Achille sulla tomba di Aiace, dopo averle tolte ad U- tria, che proiettato sulla cultura greca; e) la funzione
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 199
incitatrice e civile delle tombe dei grandi; f) un pes-
simismo fatalistico, che celebra la guerra (e mette in
secondo piano le arti), anche se portatrice di morte e
di distruzioni. Il carme sembra mettere in secondo pi-
ano la bellezza rasserenatrice cantata dalla cultura
neoclassica e proporre limmagine e lideale di una
societ guerriera, in sintonia con la societ europea
posteriore alla Rivoluzione francese, che conosce una
militarizzazione diffusa dal 1789 al 1815. A questa
visione militaristica della societ e della storia non
forse estranea la professione militare del poeta.
2. Conviene confrontare questa visione individualisti-
ca, bellicistica, passatistica ed aristocratica della so-
ciet e della patria di Foscolo con quella ben pi arti-
colata di Manzoni: una darme, di lingua, daltare,
Di memorie, di sangue, di cor (Marzo 1821). Fosco-
lo totalmente proiettato verso la storia e la cultura
del passato; Manzoni invece si preoccupa di dare il
suo contributo teorico e pratico, per attuare lunit
dItalia nel presente: la patria liberata non dagli eroi
romantici, nel cui animo vibra il dio protettore della
patria; ma dai patrioti, che nel segreto tramano e pre-
parano le armi, e che poi mettono in atto la loro stra-
tegia razionale e democratica.
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Dolce e chiara la notte e senza vento, La notte dolce e chiara e senza vento,
e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti e la luna riposa quieta sopra i tetti e in mezzo
posa la luna, e di lontan rivela ai giardini, e in lontananza rivela
serena ogni montagna. O donna mia, con nitidezza ogni montagna. O donna mia,
gi tace ogni sentiero, e pei balconi gi tace ogni via del paese (=Recanati), e la luce
rara traluce la notturna lampa: notturna traluce fioca da qualche finestra).
tu dormi, che taccolse agevol sonno Tu dormi, poich il sonno ti accolse agevolmente
nelle tue chete stanze; e non ti morde (=ti addormentasti facilmente) nelle tue quiete stanze;
cura nessuna; e gi non sai n pensi e non ti tormenta nessuna preoccupazione;
quanta piaga mapristi in mezzo al petto. e gi non sai n immagini
Tu dormi: io questo ciel, che s benigno quale ferita mi apristi in mezzo al petto.
appare in vista, a salutar maffaccio, Tu dormi. Io mi affaccio a salutare questo cielo,
e lantica natura onnipossente, che cos benigno appare a chi lo guarda, e lantica
che mi fece allaffanno. A te la speme natura onnipossente, che mi fece nascere
nego, mi disse, anche la speme; e daltro per farmi soffrire. A te nego la speranza
non brillin gli occhi tuoi se non di pianto. - mi disse -, anche la speranza; e i tuoi occhi
Questo d fu solenne: or da trastulli non brillino daltro se non di pianto.
prendi riposo; e forse ti rimembra Questo giorno fu solenne. Ora tu prendi riposo
in sogno a quanti oggi piacesti, e quanti dagli svaghi; e forse ti ricordi
piacquero a te: non io, non gi chio speri, in sogno a quanti oggi piacesti e quanti piacquero
al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo a te. Io [certamente] non ritorno nei tuoi pensieri,
quanto a viver mi resti, e qui per terra non gi che io vi speri. Intanto io chiedo
mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi quanto mi resti da vivere, e qui per terra mi getto
in cos verde etate! ahi, per la via e grido e fremo. Oh giorni orrendi
odo non lunge il solitario canto in questa et cos verde (=la giovinezza)!
dellartigian, che riede a tarda notte, Ahi, per la via odo non lontano il canto solitario
dopo i sollazzi, al suo povero ostello; dellartigiano, che ritorna a tarda notte,
e fieramente mi si stringe il core, dopo i divertimenti, alla sua povera dimora.
a pensar come tutto al mondo passa, E per langoscia mi si stringe il cuore
e quasi orma non lascia. Ecco fuggito al pensiero che tutto al mondo passa e quasi
il d festivo, ed al festivo il giorno non lascia traccia. Ecco fuggito il giorno festivo,
volgar succede, e se ne porta il tempo e al festivo succede il giorno normale, e il tempo
ogni umano accidente. Or dov il suono porta via ogni vicenda che riguarda luomo.
di que popoli antichi? or dov il grido Ora dov il suono (=il rumore ella civilt)
de nostri avi famosi, e il grande impero di quei popoli antichi? Ora dov il grido dei nostri
di quella roma, e larmi, e il fragorio avi famosi e il grande impero di quella Roma
che nand per la terra e loceano? e le armi e la fama delle imprese militari,
Tutto pace e silenzio, e tutto posa che si diffuse per tutta la terra e per tutti i mari?
il mondo, e pi di lor non si ragiona. Tutto pace e silenzio, e tutto riposa
Nella mia prima et, quando saspetta il mondo, e pi non si parla di loro.
bramosamente il d festivo, or poscia Nella mia fanciullezza, quando si aspetta con infinito
chegli era spento, io doloroso, in veglia, desiderio il giorno festivo, a questora, dopo
premea le piume; ed alla tarda notte che il giorno era terminato, io pieno dangoscia,
un canto che sudia per li sentieri in veglia, premevo le piume [del letto](=me ne stavo
lontanando morire a poco a poco, sveglio, incapace di addormentarmi). E a tarda notte
gi similmente mi stringeva il core. un canto, che si udiva allontanarsi per i sentieri
---II--- e poi morire a poco a poco,
stringeva in modo simile il mio cuore.
---II---
Riassunto. La notte serena e senza vento, e la luna una giornata di festa. In sogno ricorda a quanti piac-
illumina il paesaggio e, in lontananza, le montagne. Il que e quanti le piacquero. Tra questi ultimi certamen-
paese silenzioso e la luce di qualche rara lampada te non il poeta. Egli non ha speranza. E, anche se
brilla fiocca tra le imposte. La donna, di cui il poeta giovane, si lascia andare alla disperazione. Per la via
innamorato, si addormentata facilmente. Non sa n ode il canto dellartigiano che a tarda notte, dopo i
immagina quanto lo ha turbato. Mentre ella dorme, divertimenti, ritorna a casa. Egli invece prova unin-
egli si affaccia a guardare il cielo e la natura, che lo finita angoscia a pensare che al mondo tutto passa
ha messo al mondo per farlo soffrire. Lei dorme dopo senza lasciare traccia. passato il giorno festivo ed
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 204
giunto il giorno normale. Le grandi imprese di Roma, nel suo animo, viene violentemente abbattuto, ed egli
di cui si parlava per terra e per mare, ora sono com- sconvolto dalle emozioni e dallangoscia.
pletamente dimenticate. Quandera fanciullo, alla fine 6. Lamore come pena ed angoscia, presente anche
del giorno festivo, egli se ne stava a letto, incapace di nella canzone Il primo amore, pu essere sincero. Ma
dormire: un canto, che si perdeva in lontananza e poi non questo il problema. Quel che conta che esso
moriva, gli riempiva il cuore con una uguale ango- ha una lunga tradizione letteraria e risale addirittura
scia. agli inizi della letteratura, con Andrea Cappellano
(sec. XIII). E viene ripreso ed esasperato con mille
Commento invenzioni da Petrarca nel Canzoniere. Il poeta ricor-
1. Lidillio mescola temi consueti: lamore infelice e re alla letteratura precedente, per esprimere i suoi
non corrisposto, la giovinezza e linfelicit di cui il sentimenti, le sue emozioni e le sue angosce.
destino responsabile. Il tema dellamore angosciato ---II---
e disperato per mescolato con la riflessione: il tem-
po passa inesorabile. La fama degli antichi romani
non pi nemmeno un fioco ricordo, proprio come
ormai dimenticato il giorno festivo, appena terminato,
con tutti gli avvenimenti gioiosi che lo hanno riempi-
to. Tutto diventa ricordo, memoria, ma poi sfugge an-
che alla memoria. Il poeta continua a vivere in
quellangoscia che lo accompagnava anche nella fan-
ciullezza.
2. Lidillio costruito sulla riflessione e sullazione
di ricordare gli avvenimenti. Il pensiero della donna
porta per il poeta prima a riflettere sulla sua vita, poi
ad allargare la sua riflessione al tempo, al passato: le
imprese degli antichi romani sono silenzio proprio
come quel giorno festivo. Il destino lo stesso. Il te-
ma del tempo e del passato, anzi dellinfinito spaziale
e temporale, si trova gi nellidillio Linfinito.
3. Il poeta, deluso, si affaccia al balcone della sua ca-
sa ed ammira la natura onnipossente. Altrove inter-
rompeva il lavoro sulle sue sudate carte, si affacciava
al balcone e ascoltava il canto di Silvia (A Silvia). Il
canto che si disperde nella notte rimanda anche al
canto dellerbivendolo, che riprende il suo cammino
quando il temporale passato (La quiete dopo la
tempesta) e allUltimo canto di Saffo. Il canto la po-
esia, lo strumento che permette alluomo di mettersi
in contatto e di descrivere la natura, ma anche di e-
sprimere i suoi sentimenti, le sue pene, la sua ango-
scia, le sue speranze e le sue illusioni e le sue delu-
sioni. Altrove lo strumento della riflessione filoso-
fica sulla vita (Canto notturno di un pastore errante
dellAsia).
4. Il tema della sera, della festa si trova anche in altri
idilli, da Il sabato del villaggio a Il passero solitario.
Questi idilli propongono anche il tema del paese, il
natio borgo selvaggio, che sorge tra il mare e i monti,
come emerge dallidillio A Silvia.
5. La compostezza classica turbata ad un certo
momento dallonnipotenza dellamore: e qui per ter-
ra Mi getto, e grido, e fremo. Latteggiamento con-
sueto del poeta quello di contemplare e di riflettere
sulla realt. Ci emerge fin dallidillio Linfinito: egli
va sul colle, si siede dietro la siepe e immagina spazi
sterminati, silenzi sovrumani ed una quiete profondis-
sima oltre la siepe. In questo caso lamore cos in-
tenso ed irruento, che lo spinge a un comportamento
scomposto: il diaframma della riflessione filosofica e
poetica, che filtra il mondo esterno che vuole entrare
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 205
Ultimo canto di Saffo, 1822 Ultimo canto di Saffo
Placida notte, e verecondo raggio 1. O placida notte e verecondo raggio della luna che
della cadente luna; e tu che spunti tramonta; e tu (=il pianeta Venere), o nunzio del gior-
fra la tacita selva in su la rupe, no, che spunti fra la tacita selva sulla rupe; o voi, a-
nunzio del giorno; oh dilettose e care spetti della natura, dilettosi e cari agli occhi miei,
mentre ignote mi fur lerinni e il fato, mentre mi furono ignoti i tormenti e il destino crudele
sembianze agli occhi miei; gi non arride (=da fanciulla)!; ormai il vostro spettacolo dolcissimo
spettacol molle ai disperati affetti. non piace pi ai miei sentimenti disperati. Una gioia
Noi linsueto allor gaudio ravviva insolita ci rallegra, quando per laria umida e per i
quando per letra liquido si volve campi ondeggianti passa il soffio polveroso del vento
e per li campi trepidanti il flutto e quando il fulmine, il potente fulmine di Giove, tuo-
polveroso de Noti, e quando il carro, nando, squarcia sul nostro capo laria tenebrosa. Noi
Grave carro di Giove a noi sul capo, amiamo aggirarci tra le nuvole per le balze e le valli
Tonando, il tenebroso aere divide. profonde, [vedere] la fuga in pi direzioni dei greggi
Noi per le balze e le profonde valli sbigottiti o [ascoltare] il suono e la furia vittoriosa
natar giova tra nembi, e noi la vasta delle onde presso la sponda malsicura di un fiume
fuga de greggi sbigottiti, o dalto profondo.
fiume alla dubbia sponda
il suono e la vittrice ira dellonda.
Bello il tuo manto, o divo cielo, e bella 2. bello il tuo manto, o cielo divino, e bella sei tu, o
sei tu, rorida terra. ahi di cotesta terra bagnata dalla pioggia. Ahi, di questa infinita
infinita belt parte nessuna bellezza i numi e lempia sorte non fecero parte alcu-
alla misera saffo i numi e lempia na alla misera Saffo. O natura, io, sottomessa alle tue
sorte non fenno. A tuoi superbi regni leggi superbe come unospite vile e sgradita e come
vile, o natura, e grave ospite addetta, unamante disprezzata, invano rivolgo supplichevole
e dispregiata amante, alle vezzose il cuore e le pupille alle tue forme eleganti. A me non
tue forme il core e le pupille invano sorride la campagna soleggiata n la luce del primo
supplichevole intendo. A me non ride mattutino [che scende] dalla porta del cielo. Non mi
laprico margo, e dalleterea porta saluta il canto degli uccelli colorati, n il mormorio
il mattutino albor; me non il canto dei faggi. Ed il ruscello, dove allombra dei salici
de colorati augelli, e non de faggi piangenti fa scorrere le sue limpide acque, ritrae sde-
il murmure saluta: e dove allombra gnoso le sue acque correnti davanti al mio piede in-
deglinchinati salici dispiega certo e, fuggendo, preme contro le rive ricoperte di
candido rivo il puro seno, al mio fiori profumati.
lubrico pi le flessuose linfe
disdegnando sottragge,
e preme in fuga lodorate spiagge.
3. Quale errore mai, quale colpa cos vergognosa mi
Qual fallo mai, qual s nefando eccesso macchi prima di nascere, per il quale il cielo e il vol-
macchiommi anzi il natale, onde s torvo to della fortuna mi fossero cos ostili? In che cosa
il ciel mi fosse e di fortuna il volto? peccai da bambina, quando la vita ignora il misfatto,
In che peccai bambina, allor che ignara per il quale poi il ferrigno mio stame (= loscuro filo
di misfatto la vita, onde poi scemo della mia vita), privo di giovinezza e di bellezza, si
di giovanezza, e disfiorato, al fuso avvolgesse al fuso della Parca inflessibile? [Accusan-
dellindomita Parca si volvesse do gli dei], il tuo labbro pronuncia parole incaute: un
il ferrigno mio stame? Incaute voci disegno misterioso governa gli eventi prestabiliti.
spande il tuo labbro: i destinati eventi Tutto misterioso, fuorch il nostro dolore. Nascem-
move arcano consiglio. Arcano tutto, mo per piangere come figli abbandonati, e il motivo
fuor che il nostro dolor. Negletta prole [di ci] si trova in grembo agli dei celesti. Oh deside-
nascemmo al pianto, e la ragione in grembo ri, oh speranze dei miei anni pi verdi! Alla bellezza
de celesti si posa. Oh cure, oh speme esteriore, alla sola bellezza esteriore il padre Giove
de pi verdanni! Alle sembianze il Padre, concesse di regnare per sempre tra le genti. E nem-
Alle amene sembianze eterno regno meno per le imprese pi valorose, per labilit nella
di nelle genti; e per virili imprese, lira o per la dolcezza del canto la virt risplende in un
per dotta lira o canto, corpo deforme.
virt non luce in disadorno ammanto.
Fra cotanto dolore 3. Fra tanto dolore, quanto il destino fece dono alla
quanto allumana et propose il fato, vita umana, se qualcuno sulla terra ti amasse reale e
se vera e quale il mio pensier ti pinge, quale il mio pensiero ti dipinge, la vita per lui sarebbe
alcun tamasse in terra, a lui pur fora beata. Io vedo ben chiaro che lamore per te mi fa-
questo viver beato: rebbe ancora inseguire la fama e virt come [facevo]
e ben chiaro veggio siccome ancora nella mia prima giovinezza. Ora il cielo (=il destino)
seguir loda e virt qual ne primanni non aggiunse nessun conforto ai nostri affanni; e con
lamor tuo mi farebbe. Or non aggiunse te la vita mortale sarebbe simile a quella che gli dei
il ciel nullo conforto ai nostri affanni; vivono in cielo.
e teco la mortal vita saria
simile a quella che nel cielo india. 4. Per le valli, ove suona il canto dellagricoltore la-
borioso, io siedo e mi lamento dellerrore giovanile
Per le valli, ove suona (=le illusioni della giovinezza) che mi abbandona; e
del faticoso agricoltore il canto, per i poggi, ove io ricordo e piango i desideri perduti
ed io seggo e mi lagno (=irrealizzati) e la perduta speranza dei miei giorni;
del giovanile error che mabbandona; pensando a te, riprendo a palpitare. Almeno io potes-
e per li poggi, ovio rimembro e piagno si, in questo secolo oscuro e in questatmosfera male-
i perduti desiri, e la perduta detta, conservare la divina sembianza! Mi devo ac-
speme de giorni miei; di te pensando, contentare [soltanto] dellimmagine, poich la realt
a palpitar mi sveglio. Epotessio, mi tolta.
nel secol tetro e in questo aer nefando,
lalta specie serbar; che dellimago, 5. Se tu sei una delle idee eterne, che la ragione eter-
poi che del ver m tolto, assai mappago. na [di Dio] non volle che fosse vestita con un aspetto
sensibile (=destinato al dolore), n che provasse gli
Se delleterne idee affanni di una vita dolorosa in mezzo agli esseri mor-
luna sei tu, cui di sensibil forma tali; o se un altro pianeta ti accoglie percorrendo le
sdegni leterno senno esser vestita, orbite celesti fra innumerevoli mondi e la stella vicina
e fra caduche spoglie pi bella del sole ti illumina e respiri unaria pi beni-
provar gli affanni di funerea vita; gna; dalla terra, dove gli anni sono infausti e brevi,
o saltra terra ne supremi giri ricevi questo inno scritto da un amante sconosciuto.
fra mondi innumerabili taccoglie,
e pi vaga del sol prossima stella Riassunto. 1. Il poeta ricorda la donna che lo ha fatto
tirraggia, e pi benigno etere spiri; innamorare e che nella giovinezza lo ha turbato gior-
di qua dove son gli anni infausti e brevi, no e notte. E si chiede se vive ancora tra la gente o se
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 209
il destino la riserva agli uomini che vivranno in futu- della capacit di resistere al dolore.
ro. 4. La conclusione, garbata, unisce la poetica della
2. Egli invece la potr vedere soltanto dopo la morte. meraviglia e le iperboli del Barocco con leleganza
Fin da giovane egli pensava che essa vagasse sulla sensuale dellArcadia. In proposito lautore che Leo-
terra. Ma nessuna donna le assomigliava. Ed anche se pardi tiene maggiormente presente, Gabriello Chia-
qualcuna le assomigliava, era assai meno bella di lei. brera. LArcadia per altro aveva rivolto in altra dire-
3. La vita umana piena di dolori. Ma, se qualcuno zione la poesia: verso versi brevi ed orecchiabili, e
amasse una donna reale come il suo pensiero la di- verso la trasformazione del dolore in motivo allegro,
pinge, costui sarebbe certamente beato. Lamore per tenue, malinconico e cantabile. Il dolore faticoso,
lei spingerebbe il poeta ad inseguire ancora la fama e per spiriti forti, non per luomo comune, che ne ha in
la gloria, come faceva nella sua giovinezza. Con lei la abbondanza. meglio stimmatizzarlo e trasformarlo
vita umana sarebbe simile alla vita degli dei. nel suo contrario. Fortunati coloro che erano abban-
4. Nelle valli il poeta si lamenta perch le illusioni donati dalle mogli o dalle amanti, che potevano can-
della giovinezza lo abbandonano. Per i colli ricorda e tare laspetto positivo di tale separazione: la libert
piange i desideri giovanili che sono rimasti irrealizza- riconquistata! il tema della canzonetta pi famosa
ti. Pensando a lei, il suo cuore si mette a palpitare. di Metastasio: La libert. Basta credere a quel che si
Vorrebbe ancora vederla, ma si deve accontentare dice, anche se talvolta (o spesso) esser abbandonati
soltanto dellimmagine che ha impresso nella sua dal partner o dalla partner un vero e proprio colpo
mente. di fortuna (cos si evita di prendere liniziativa di cac-
5. Infine il poeta si rivolge alla donna e le dice: se tu ciarlo o di cacciarla fuori di casa).
sei unidea eterna che Dio non ha voluto rendere sen- 5. Il poeta, come in altri canti, si rivolge e impreca o
sibile o se provieni da un altro pianeta, dove non esi- si lamenta contro il cielo. In realt il cielo non com-
ste il dolore che esiste sulla terra, ricevi questo scritto pletamente colpevole. Egli, come Orlando, si trovava
da un amante sconosciuto. davanti a due vie. Orlando inforca la via che lo porta
a scoprire che Angelica, la sua donna o, meglio, quel-
Commento la che considera la sua donna, si innamorata di Me-
1. Il canto pieno di termini presi dal Canzoniere di doro. La donna invece non si considera affatto sua, si
F. Petrarca (1304-1374). Anche la sensibilit pe- sente realizzata a fare la civettuola, e poi va dove e
trarchesca. Le differenze sono per significative: Pe- da chi la porta il cuore... Leopardi poteva decidere di
trarca usa Laura per indagare in modo esasperato il fare il poeta o di fare la vita normale dei suoi coeta-
suo animo. Leopardi effettivamente innamorato e nei. Ha scelto di studiare, di fare il poeta, di diventare
proiettato verso la donna, che lo provoca e lo respin- diverso dai suoi coetanei. Era gi diverso, poich era
ge. Per il resto la vita dei due poeti completamente conte e aveva una vita pi agiata della loro. Cos le
diversa: Petrarca uomo di successo, ha una amante diversit aumentano. riuscito a fare grande poesia.
che gli d due figli, produce opere in latino, scrive il Poi per non pu prendersela con il cielo. Anzi deve
Canzoniere, ma come opera privata, per se stesso. ringraziare il cielo di averlo fatto soffrire, altrimenti
Leopardi scrive i Canti come opera che contiene e con una vita normale e tranquilla, come il contadino
propone la sua sensibilit, la sua esperienza amorosa che apre il Giorno di Parini, non vi sarebbe riuscito.
insoddisfatta, le sue speranze, le sue illusioni e le sue Ma lanimo umano contraddittorio, vuole una cosa
delusioni. Nel Canzoniere Petrarca sembra debole, e il suo contrario. Non si pu volere la poesia e la fe-
fragile e ripiegato su se stesso (cosa che non ). Nei licit: luna esclude laltra. Il diavolo logico che ruba
Canti Leopardi sembra che voglia avere un atteggia- lanima di Guido da Montefeltro a san Francesco ri-
mento attivo verso la realt (cosa che non ). peterebbe: la contraddizione non lo permette (If.
2. Il poeta delinea la donna incomparabile, la mirabile XXVII).
visione, la donna angelicata o che non ha eguali. Le 6. Lamante sconosciuto che per paura o per timore
fonti sono il Dolce stil novo e, ancora, Petrarca. Il non si manifesta ha un curioso precedente religioso: il
tema della morte tipicamente petrarchesco. Il tema dio sconosciuto a cui i greci pensarono di erigere una
dellamore come pena un motivo letterario che risa- statua, nel timore di aver saltato qualche divinit e
le ancora ad Andrea Cappellano (sec. XIII) e che vie- che costei, inviperita, se la prendesse con loro. Lini-
ne ripreso da Petrarca nel Canzoniere. Leopardi lo zio della sapienza una sana pratica di prevenzione e
sviluppa interamente in unaltra direzione: la vita di prudenza...
come dolore e come affanno, la vita come infelicit. ---II---
La vita come male un motivo dellEcclesiaste, uno
dei libri della Bibbia, secondo cui ogni giorno ha il
suo affanno.
3. Il testo presenta anche un motivo proveniente dal-
la letteratura greca, che Leopardi abbina al tema del-
lamore: la donna e lamore verso la donna sono ca-
paci di rendere la vita umana simile a quella degli dei.
Epicuro per parlava dei banchetti, dellamicizia e
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 210
A Silvia, 1828 A Silvia
I
Silvia, rimembri ancora 1.
quel tempo della tua vita mortale, O Silvia, ricordi ancora
quando belt splendea quel tempo della tua vita mortale,
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, quando la bellezza risplendeva
e tu, lieta e pensosa, il limitare nei tuoi occhi sorridenti e fuggitivi,
di giovent salivi? e tu, lieta e pensierosa, ti preparavi a varcare
la soglia della giovinezza?
II
Sonavan le quiete 2.
stanze, e le vie dintorno, Le stanze e le vie circostanti
al tuo perpetuo canto, risuonavano al tuo canto continuo,
allor che allopre femminili intenta quando sedevi occupata nei lavori
sedevi, assai contenta femminili, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi. di quel vago avvenire, che avevi in mente.
Era il maggio odoroso: e tu solevi Era il mese di maggio, pieno di profumi. E tu solevi
cos menare il giorno. passare in questo modo la giornata.
III 3.
Io gli studi leggiadri Io, interrompendo talvolta
talor lasciando e le sudate carte, gli studi belli e gli scritti faticosi,
ove il tempo mio primo nei quali si spendeva la mia adolescenza
e di me si spendea la miglior parte, e la miglior parte di me,
din su i veroni del paterno ostello dai balconi della casa paterna
porgea gli orecchi al suon della tua voce, porgevo gli orecchi per ascoltare
ed alla man veloce il suono della tua voce e la mano veloce,
che percorrea la faticosa tela. che si muoveva velocemente sul telaio.
Mirava il ciel sereno, Guardavo il cielo sereno,
le vie dorate e gli orti, le vie indorate dal sole e i giardini,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte. da una parte il mare in lontananza,
Lingua mortal non dice allaltra la montagna.
quel chio sentiva in seno. Nessuna lingua mortale sarebbe stata capace
di dire ci che io provavo dentro di me.
IV
Che pensieri soavi, 4.
che speranze, che cori, o Silvia mia! Quali pensieri soavi,
Quale allor ci apparia quali speranze, quali sentimenti [provavamo],
la vita umana e il fato! o Silvia mia! Come ci apparivano belli allora
Quando sovviemmi di cotanta speme, la vita umana ed il nostro destino!
un affetto mi preme Quando mi ricordo di tali speranze,
acerbo e sconsolato, sono preso da un tormento acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura. e torno a provar dolore per la mia sorte sventurata.
O natura, o natura, O natura, o natura, perch non mantieni poi
perch non rendi poi ci che prima hai promesso?
quel che prometti allor? perch di tanto Perch inganni completamente
inganni i figli tuoi? i tuoi figli?
V 5.
Tu pria che lerbe inaridisse il verno, Tu, prima che linverno rendesse
da chiuso morbo combattuta e vinta, arida lerba, stremata e vinta
perivi, o tenerella. E non vedevi da una malattia che ti consumava da dentro,
il fior degli anni tuoi; morivi, o poverina. E non vedevi
non ti molceva il core gli anni della tua giovinezza;
la dolce lode or delle negre chiome, non ti addolciva il cuore la dolce lode
or degli sguardi innamorati e schivi; per i tuoi capelli neri e per gli sguardi
n teco le compagne ai d festivi innamorati e pudchi,
ragionavan damore. n con te le tue coetanee nei giorni di festa
parlavano damore.
VII 7.
Allapparir del vero Quando apparve la realt, tu (=la speranza, ma anche
tu, misera, cadesti: e con la mano Silvia, perch la speranza del poeta segue lo stesso
la fredda morte ed una tomba ignuda destino della ragazza),
mostravi di lontano. o infelice, cadesti; e con la mano, ormai lontana
---II--- (=dallal di l), mi indicavi la fredda morte
ed una tomba spoglia.
---II---
Riassunto. 1. Il poeta si rivolge a Silvia e le chiede se nello stesso tempo anche temperato dalla riflessio-
ricorda ancora quandera in vita e si preparava a var- ne: il poeta non abbandona mai un equilibrio e un
care la soglia della giovinezza. 2. Il suo canto risuo- controllo classico sui suoi sentimenti, sia di gioia sia
nava per le vie illuminate dal sole, mentre era occu- di dolore.
pata nei lavori femminili e immaginava un futuro fe- 3. Lidillio unifica diversi motivi: lamore, la giovi-
lice. Era maggio, e lei trascorreva cos le giornate. 3. nezza, le speranze, la felicit; ed anche il dolore,
Il poeta interrompeva i suoi studi faticosi e porgeva linfelicit, la delusione, la morte, la Natura madre e
gli orecchi per sentire la sua voce. Nessuna lingua matrigna. Essi saranno ripresi e sviluppati negli idilli
mortale pu dire quel che egli provava nel cuore. 4. successivi.
Comerano fiduciosi allora nel futuro! Quando pensa 4. Il tema della giovinezza e dellamore ha numerosi
a tali speranze, egli torna a lamentarsi della sua sven- precedenti letterari: a) la canzone I mi trovai, fan-
tura. E, angosciato, si chiede perch la natura fa tante ciulle, un bel mattino di Agnolo Poliziano (1454-
promesse, che poi non mantiene, e perch inganna in 1494); b) la Canzona di Bacco e Arianna (1492) di
quel modo i suoi figli. 5. Prima che giungesse lin- Lorenzo de Medici (1449-1492); c) la favola bo-
verno, Silvia, colpita dalla malattia, moriva e non schereccia Aminta (1573) e lepisodio del pappagal-
conosceva la giovinezza n lamore. 6. Poco dopo lo filosofo che invita a cogliere il fiore della giovi-
moriva anche la speranza del poeta: il destino gli ha nezza nella Gerusalemme liberata (XVI, 9-19) di
negato anche la giovinezza. Di tutte le speranze che Torquato Tasso (1544-1595).
ha riposto nel futuro non rimasto nulla. E la morte 5. Leopardi non vede nella morte la possibilit di una
di Silvia come la caduta delle speranze mostrano che corrispondenza damorosi sensi e nelle tombe dei
il futuro gli riserva soltanto la morte e una tomba grandi uno stimolo a compiere grandiose imprese,
spoglia. come invece faceva Foscolo. Per lui la morte la to-
tale e irreparabile negazione della vita. Insomma
Commento meglio non morire, meglio vivere, anche se la vita
1. Leopardi canta la giovinezza, la bellezza e le spe- dolore. Ci sono per la speranza (verso il futuro) e i
ranze nel futuro di Silvia. Scopre per con angoscia ricordi (verso il passato), che allietano la vita.
che la natura fa promesse di felicit, che poi non ---II---
mantiene. Cos Silvia muore ancor prima di conosce-
re la giovinezza e lamore. Ed il poeta scopre che an-
che il suo destino segnato dal dolore: non ha potuto
vivere la sua giovinezza e la morte della ragazza indi-
ca la caduta di ogni speranza e un futuro di morte.
2. Lidillio incentrato sulla memoria: il poeta ricor-
da Silvia, la sua bellezza, i suoi canti, linterruzione
dei suoi studi per ascoltare la ragazza, le speranze che
ambedue riponevano nel futuro. Egli dialoga con se
stesso e con la sua memoria, come aveva fatto ne
Linfinito e Alla luna. Il dialogo angoscioso, ma
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 212
Il passero solitario, 1829 e lor fia voto il mondo, e il d futuro
del d presente pi noioso e tetro,
I che parr di tal voglia?
Din su la vetta della torre antica, Che di questanni miei? Che di me stesso?
passero solitario, alla campagna Ahi pentiromi, e spesso,
cantando vai finch non more il giorno; ma sconsolato, volgerommi indietro.
ed erra larmonia per questa valle. ---II---
Primavera dintorno
brilla nellaria, e per li campi esulta, Il passero solitario
s cha mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti; 1. Dalla cima dellantico campanile, o passero solita-
gli altri augelli contenti, a gara insieme rio, canti rivolto verso la campagna, finch non muo-
per lo libero ciel fan mille giri, re il giorno. E larmonia [del tuo canto] si diffonde
pur festeggiando il lor tempo migliore: per tutta la valle. La primavera brilla dappertutto
tu pensoso in disparte il tutto miri; nellaria ed esulta per i campi, cos che a guardarla il
non compagni, non voli, cuore si intenerisce. Si odono le greggi belare, gli ar-
non ti cal dallegria, schivi gli spassi; menti muggire. Gli altri uccelli, felici, a gara insieme
canti, e cos trapassi per il cielo libero fanno mille voli, anche se festeg-
dellanno e di tua vita il pi bel fiore. giano il tempo pi bello della loro vita. Tu non hai
compagni, non fai voli, non cerchi lallegria, eviti i
II divertimenti. Canti, e cos passi il pi bel tempo
Oim, quanto somiglia dellanno e della tua vita.
al tuo costume il mio! sollazzo e riso,
della novella et dolce famiglia, 2. Ohim, quanto il mio modo di vivere assomiglia al
e te german di giovinezza, amore, tuo! Divertimento e risate, dolci compagni della gio-
sospiro acerbo de provetti giorni, vinezza, e te, o amore, fratello della giovinezza, rim-
non curo, io non so come; anzi da loro pianto doloroso della maturit, io non curo, non so
quasi fuggo lontano; per quale motivo. Anzi da loro quasi fuggo lontano.
quasi romito, e strano Quasi solitario ed estraneo al mio paese natale, passo
al mio loco natio, la primavera della mia vita. Questo giorno, che ormai
passo del viver mio la primavera. cede [il posto] alla sera, usanza festeggiare nel no-
Questo giorno chomai cede la sera, stro paese. Si ode per il cielo sereno un suono di
festeggiar si costuma al nostro borgo. campana, si ode spesso un tuonare di fucili, che ri-
Odi per lo sereno un suon di squilla, suona in lontananza da una borgata allaltra. Tutta ve-
odi spesso un tonar di ferree canne, stita a festa, la giovent del luogo esce di casa e si
che rimbomba lontan di villa in villa. spande per le strade, ammira ed ammirata, ed in
Tutta vestita a festa cuore si rallegra. Io, uscendo da solo verso la campa-
la giovent del loco gna in questa zona appartata, rimando al futuro ogni
lascia le case, e per le vie si spande; divertimento ed ogni gioco. Ed intanto lo sguardo,
e mira ed mirata, e in cor sallegra. disteso nellaria luminosa, mi colpito dal sole, che
Io solitario in questa tra i monti lontani, dopo il giorno sereno, cadendo
rimota parte alla campagna uscendo, scompare, e pare che dica che anche la fortunata gio-
ogni diletto e gioco vinezza destinata a finire.
indugio in altro tempo: e intanto il guardo
steso nellaria aprica
mi fere il sol che tra lontani monti, 3. Tu, o uccellino solitario, giunto alla fine della vita
dopo il giorno sereno, che il destino ti conceder, certamente non ti addolo-
cadendo si dilegua, e par che dica rerai per il tuo modo di vivere, perch ogni vostro
che la beata giovent vien meno. comportamento prodotto dalla natura. A me, se non
otterr di evitare lodiosa soglia della vecchiaia
III (quando questi miei occhi non diranno pi nulla al
Tu solingo augellin, venuto a sera cuore altrui, e ad essi il mondo apparir vuoto e il fu-
del viver che daranno a te le stelle, turo sar pi noioso e angoscioso del presente), che
certo del tuo costume cosa sembrer tale scelta? Come appariranno questi
non ti dorrai; che di natura frutto miei anni? Che cosa penser di me stesso? Ahi, mi
ogni nostra vaghezza. pentir [di essere vissuto da solo], e spesso, ma inu-
A me, se di vecchiezza tilmente, mi volger indietro.
la detestata soglia
evitar non impetro,
quando muti questi occhi allaltrui core,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 213
Riassunto. 1. Dallantico campanile il passero solita- di Foscolo e alle interpretazioni eroiche del Romanti-
rio canta verso la campagna fino sera, e la dolcezza cismo, che proiettano sulla natura passioni sconvol-
del suo canto si diffonde per tutta la valle. primave- genti ed impetuose. Leopardi ha un rapporto di con-
ra: gli altri uccelli volano insieme nel cielo, e festeg- templazione con la natura, non la sovraccarica con i
giano il pi bel tempo dellanno e della vita. Il passe- suoi sentimenti: si abbandona ad essa e alle dolcissi-
ro invece vive in disparte e guarda: non cerca compa- me sensazioni che gli fa provare.
gni n soddisfazioni, contento di passare il suo tempo ---II---
a cantare. 2. La vita del poeta assomiglia alla vita del
passero: non si preoccupa (e non sa perch) n dei di-
vertimenti n dellamore, il compagno inseparabile
della giovinezza. E passa la sua giovinezza come se
fosse uno straniero nel luogo in cui nato. Nel suo
paese consuetudine festeggiare il giorno prefestivo:
i giovani si riversano nelle strade, vestiti a festa; am-
mirano e si fanno ammirare; e sono felici. Il poeta in-
vece si rifugia da solo tra i campi e rimanda al futuro
il momento dei piaceri e del gioco. Intanto il sole,
tramontando, sembra dire che la giovinezza destina-
ta a passare. 3. Luccellino per, giunto alla fine della
vita, non prover rincrescimento per la sua vita solita-
ria, perch questa la sua natura. Il poeta, se non riu-
scir ad evitare la vecchiaia, che cosa penser della
sua scelta? Si pentir, e inutilmente si volger indie-
tro.
Commento
1. Il poeta continua ad essere affascinato dal paesag-
gio, tanto che paragona la sua vita solitaria a quella di
un uccellino. La gioia nel paesaggio, nel sole che
tramonta e che sembra salutare la giovinezza che se
ne va, nella giovent del paese, tutta vestita a festa,
che cerca lamore. La tristezza soltanto dentro di
lui, che non frequenta i coetanei, non cerca lamore,
cerca la solitudine e rimanda al futuro il momento del
contatto e del rapporto con gli altri. Anche qui la ri-
flessione e la memoria hanno grande spazio: il poeta
immagina di essere giunto alla fine della sua esisten-
za e di trarre le conclusioni: il passero sar contento,
perch ha seguito la sua natura solitaria; egli non lo
sar, e spesso, ma sconsolato, si volger indietro.
2. Lidillio contiene la stessa parte riflessiva e gli
stessi motivi (la giovinezza, lamore, il dolore, la soli-
tudine, la bellezza intensissima della natura) presenti
nei Piccoli e nei Grandi idilli precedenti. In genere il
poeta struttura lidillio in due parti: la prima descrit-
tiva; la seconda riflessiva.
3. Il poeta mantiene lo stesso atteggiamento gi e-
spresso negli idilli Linfinito e Alla luna: non si getta
nella vita; ha un contatto riflessivo e memoriale con
la vita. In questo caso egli addirittura immagina di
essere ormai vecchio e di rivolgere il suo pensiero
verso il passato, per esprimere la sua insoddisfazione
verso le scelte che sta facendo.
4. Il poeta descrive affascinato e con tenerezza il na-
tio borgo selvaggio e il paesaggio che circonda il
suo paese anche negli idilli La quiete dopo la tempe-
sta e Il sabato del villaggio. Le sue descrizioni sono
antitetiche alla ricerca dellorrido, di paesaggi cupi ed
invernali, e delle notti illuminate dalla luna del Ro-
manticismo inglese. Sono antitetiche anche a quelle
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 214
Le ricordanze, 1829 I ricordi del passato
Vaghe stelle dellOrsa, io non credea 1. O vaghe (=belle e desiderate) stelle dellOrsa,
tornare ancor per uso a contemplarvi io non credevo di ritornare ancora a contemplarvi
sul paterno giardino scintillanti, scintillanti sopra il giardino paterno
e ragionar con voi dalle finestre e a ragionare con voi dalle finestre
di questo albergo ove abitai fanciullo, di questa dimora in cui abitai da fanciullo
e delle gioie mie vidi la fine. e in cui vidi la fine delle mie gioie.
Quante immagini un tempo, e quante fole Un tempo quante immagini e quante fantasie
creommi nel pensier laspetto vostro mi cre nel pensiero laspetto vostro
e delle luci a voi compagne! allora e delle stelle a voi compagne! quando, in silenzio,
che, tacito, seduto in verde zolla, seduto sul prato erboso, io solevo passare
delle sere io solea passar gran parte gran parte delle sere guardando il cielo
mirando il cielo, ed ascoltando il canto e ascoltando il canto della rana
della rana rimota alla campagna! lontana nella campagna!
E la lucciola errava appo le siepi E la lucciola errava presso le siepi
e in su laiuole, susurrando al vento e sulle aiole, mentre sussurravano al vento
i viali odorati, ed i cipressi i viali [di alberi] odorosi ed i cipressi l
l nella selva; e sotto al patrio tetto nella selva; e sotto il tetto paterno risuonavano
sonavan voci alterne, e le tranquille le voci dei dialoghi e le tranquille faccende
opre de servi. E che pensieri immensi, dei servi. E che progetti immensi, che dolci
che dolci sogni mi spir la vista sogni mi ispir la vista di quel lontano
di quel lontano mar, quei monti azzurri, mare, quei monti azzurri, che da qui riesco
che di qua scopro, e che varcare un giorno a vedere e che io pensavo di varcare
io mi pensava, arcani mondi, arcana un giorno, immaginando per la mia vita
felicit fingendo al viver mio! arcani mondi e unarcana felicit!
Ignaro del mio fato, e quante volte Ignaro del mio destino, quante volte avrei
questa mia vita dolorosa e nuda cambiato volentieri con la morte questa mia vita
volentier con la morte avrei cangiato. dolorosa e infelice.
N mi diceva il cor che let verde 2. N il cuore mi prediceva che sarei stato
sarei dannato a consumare in questo condannato a consumare la mia giovinezza
natio borgo selvaggio, intra una gente in questo natio borgo selvaggio, tra gente zotica
zotica, vil; cui nomi strani, e spesso e vile; per la quale la cultura e la conoscenza
argomento di riso e di trastullo, sono nomi strani e spesso argomento
son dottrina e saper; che modia e fugge, di riso e di trastullo; che mi odia e mi fugge,
per invidia non gi, che non mi tiene non per invidia, perch non mi tiene maggiore
maggior di s, ma perch tale estima di s, ma perch pensa che io mi ritenga tale
chio mi tenga in cor mio, sebben di fuori nel mio cuore, sebbene di fuori
a persona giammai non ne fo segno. io non ne faccio mai segno a persona.
Qui passo gli anni, abbandonato, occulto, Qui passo gli anni, abbandonato, nascosto,
senzamor, senza vita; ed aspro a forza senza amore, senza vita; e per forza
tra lo stuol de malevoli divengo: divento aspro tra lo stuolo dei malevoli:
qui di piet mi spoglio e di virtudi, qui mi spoglio di piet e di virt e per il gregge
e sprezzator degli uomini mi rendo, (=i compaesani) che ho appresso mi metto
per la greggia chho appresso: e intanto vola a disprezzare tutti gli uomini.
il caro tempo giovanil; pi caro E intanto vola il caro tempo giovanile;
che la fama e lallor, pi che la pura pi caro che la fama e lalloro (=la gloria),
luce del giorno, e lo spirar: ti perdo pi che la pura luce del giorno e il respiro.
senza un diletto, inutilmente, in questo Ti perdo senza un diletto, inutilmente,
soggiorno disumano, intra gli affanni, in questo soggiorno disumano, tra gli affanni,
o dellarida vita unico fiore. o unico fiore della mia arida vita.
O Nerina! e di te forse non odo 7. O Nerina! forse non odo questi luoghi
questi luoghi parlar? caduta forse parlare di te? forse tu sei caduta dal mio pensiero?
dal mio pensier sei tu? Dove sei gita, Dove sei andata, perch qui di te trovo soltanto
che qui sola di te la ricordanza il ricordo, o dolcezza mia? Questa terra,
trovo, dolcezza mia? Pi non ti vede dove sei nata, non ti vede pi: quella finestra,
questa terra natal: quella finestra, dalla quale eri solita parlarmi e sulla quale [ora]
onderi usata favellarmi, ed onde il raggio delle stelle si riflette mestamente, deserta.
mesto riluce delle stelle il raggio, Dove sei, perch [ora] non odo pi la tua voce
deserta. Ove sei, che pi non odo sonora, come [avveniva] un tempo, quando il suono
la tua voce sonar, siccome un giorno, anche lontano delle tue labbra, che mi giungeva,
quando soleva ogni lontano accento era capace di farmi impallidire? Era un altro tempo.
del labbro tuo, cha me giungesse, il volto O mio dolce amore, i tuoi giorni appartengono
scolorarmi? Altro tempo. I giorni tuoi al passato. Tu sei morta. Oggi tocca ad altri
furo, mio dolce amor. Passasti. Ad altri vivere sulla terra ed abitare questi colli odorosi.
il passar per la terra oggi sortito, Tu se morta ancor giovane e la tua vita fu
e labitar questi odorati colli. come un sogno. Andavi danzando [verso la vita];
Ma rapida passasti; e come un sogno la gioia ti risplendeva sulla fronte, negli occhi
fu la tua vita. Iva danzando; in fronte ti risplendeva quella fiducia e quella speranza
la gioia ti splendea, splendea negli occhi nel futuro, quella luce della giovinezza,
quel confidente immaginar, quel lume quando il destino li spegneva, e giacevi [morta].
di giovent, quando spegneali il fato, Ahi Nerina! In cuore sento ancora lantico amore.
e giacevi. Ahi Nerina! In cor mi regna Se talvolta mi reco a qualche festa, se mi reco
lantico amor. Se a feste anco talvolta, a qualche festa in campagna, dentro di me io dico:
se a radunanze io movo, infra me stesso O Nerina, per le feste in campagna, per le feste
dico: o Nerina, a radunanze, a feste tu non ti prepari pi, tu non vai pi.
tu non ti acconci pi, tu pi non movi.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 217
Se torna maggio, e ramoscelli e suoni Se ritorna maggio e gli amanti portano
van gli amanti recando alle fanciulle, ramoscelli e canti alle fanciulle,
dico: Nerina mia, per te non torna io dico: O Nerina mia,
primavera giammai, non torna amore. per te la primavera non torner mai pi,
Ogni giorno sereno, ogni fiorita non torner lamore.
piaggia chio miro, ogni goder chio sento, In ogni giorno sereno, ad ogni luogo fiorito
dico: Nerina or pi non gode; i campi, che io guardo, per ogni godimento che io sento,
laria non mira. Ahi tu passasti, eterno dico: Nerina ora non gode pi;
sospiro mio: passasti: e fia compagna non guarda pi i campi, n laria. Ahi tu sei morta,
dogni mio vago immaginar, di tutti o mio eterno sospiro. Tu sei morta! Ed il ricordo
i miei teneri sensi, i tristi e cari acerbo [di te] sar compagno delle mie speranze
moti del cor, la rimembranza acerba. nel futuro, di tutti i miei teneri sensi,
---II--- di tutti i tristi e cari sentimenti del mio cuore.
---II---
Riassunto.
1. Leopardi si rivolge alle stelle dellOrsa Maggiore, 7. Cos il poeta ripensa a Nerina. Si chiede dov ora.
che non pensava di rivedere mai pi dalla casa pater- Ricorda quando parlavano insieme. E ricorda anche il
na dove ha trascorso la sua giovinezza. Da fanciullo tumulto di sentimenti che la sua voce, soltanto la sua
passava il tempo fantasticando: guardava il cielo e voce, provocava nel suo petto. Ma ora morta. Ad
ascoltava i rumori della campagna e i suoni della casa altri tocca di vivere sulla terra. Ed morta che era an-
paterna. Faceva progetti per il futuro e immaginava cora giovane. La sua vita stata come un sogno. Il
una felicit straordinaria. Ma il destino voleva diver- poeta ancora innamorato di lei. E, quando si reca
samente. ad una festa, sente con angoscia la sua assenza. Per
2. Egli non immaginava che doveva passare la sua lei non ci sar pi una nuova primavera, non ci sar
giovinezza tra gente volgare, che disprezzava lui, la pi lamore. Nerina morta. E il ricordo amaro della
cultura e la conoscenza. Qui, nel suo paese, doveva sua morte lo accompagner nel presente come nel fu-
trascorrere la sua giovinezza in solitudine, senza a- turo.
more e senza vita, in mezzo ad una mandria di bestie,
che lo spingevano a disprezzare tutti gli uomini. E in- Commento
tanto vola, e vola inutilmente, il tempo della sua gio- 1. Le ricordanze ripetono lidillio A Silvia: Il poeta
vinezza. immagina un futuro felice, ma il destino di diverso
3. Il suono dellorologio gli fa ricordare le notti pas- avviso. Silvia e Nerina muoiono, ed egli vede davanti
sate in bianco. Ma tutto ci che vede o sente gli fa ri- a s soltanto la sconfitta della morte. Le differenze
cordare il passato. Ed il passato dolce, anche se sono minime: A Silvia incentrato sulla figura di Sil-
stato infelice. Egli pensa alla casa paterna, agli affre- via. Le ricordanze invece sono incentrate sui ricordi
schi sulle pareti, ai suoi giochi infantili, quando la vi- del poeta, sulla sua infelice vita nel paese, sui suoi
ta si mostrava piena di dolcezza. Ladolescente ine- incubi notturni; e la ragazza vi svolge una funzione
sperto e sogna con trepidante attesa la vita futura. importante ma secondaria. Compare soltanto nellul-
Non sa che lo aspetta la delusione pi cocente. tima strofa. Le ricordanze per altro sono pi lunghe e
4. Le speranze nel futuro si sono dimostrate inganne- pi angosciate degli altri idilli. Per capire corretta-
voli. Eppure il poeta le ricorda sempre con un deside- mente il testo e per non accusare il poeta di essere
rio struggente, anche se il tempo passato. Linfeli- troppo lamentoso, si deve per ricordare un dato de-
cit la regola per tutti gli uomini. Si pu sperare sol- mografico: la societ tradizionale agricola non cono-
tanto nella morte. Eppure, quando sar in procinto di sceva la medicina ed era immersa costantemente nella
morire, egli si ricorder proprio delle speranze e dei morte. La morte era la compagna non desiderata di
sentimenti che hanno caratterizzato la sua giovinezza. ogni giorno della vita umana. La mortalit infantile
E prover un immenso dispiacere di esser vissuto inu- era elevatissima, ma la mortalit nelle altre fasce
tilmente. det non era da meno. E laltro compagno della vita
5. Gi nella prima giovinezza ha invocato la morte e quotidiana era il dolore. Lalimentazione era spesso
ha meditato il suicidio, sedendo sulla fontana della insufficiente, le case non avevano i servizi igienici e
casa paterna. Le sue acque potevano porre fine alle non erano riscaldate dinverno. Lunica chiazza di lu-
vane speranze e al dolore che lo schiacciava. La ma- ce era la giovinezza: non si andava a scuola, si anda-
lattia min la sua giovinezza e lo spinse, di notte, a va subito a lavorare. Gli unici giorni belli della setti-
scrivere canti infelici. mana erano il sabato e la domenica, perch liberi dal
6. Ma nessuno pu ricordare la giovinezza senza so- lavoro e perch permettevano di andare in piazza a
spirare. Le ragazze sorridono al giovane, che ne e- sfoggiare il vestito nuovo e a incontrare gli amici. Si
stasiato. Il mondo sembra tutto suo. Ma questi giorni pensava subito a corteggiare o a farsi corteggiare,
passano in un baleno. E, dopo quei giorni della gio- quindi ci si sposava e si mettevano al mondo i figli.
vinezza, nessun uomo pu pi sottrarsi alle sventure Non si perdeva tempo in riflessioni filosofiche, che
della vita. anche 60 anni dopo per DAnnunzio erano del tutto
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 218
inutili. La vita era vissuta attimo per attimo, con gio- 5. Il linguaggio sembra quasi una prosa. Ma le imma-
ia. La morte poteva arrivare prima dei 30 anni. La vi- gini e le parole colpiscono il lettore con la loro sec-
ta era implacabile con i poveri come con i ricchi. Il chezza: le parole e i versi scompaiono, resta il dram-
poeta muore a 39 anni: una vita relativamente lunga. ma e langoscia del poeta, che potrebbe essere il
La medicina diventa efficace soltanto dopo il 1950, dramma e langoscia di ciascun lettore. Il linguaggio
quando compaiono gli antibiotici. LItalia di Leopardi poetico costantemente teso. Lunico abbassamento
resta tale e quale fino al boom economico (1958-63). di tono lespressione dolcezza mia (strofa sesta).
Oggi quellItalia non esiste pi, ed pure difficile 6. Ha grande spazio linnamoramento giovanile: la-
farsi unidea della societ agricola tradizionale. dolescente si abbandona interamente allamore, pensa
2. Come di consueto, il poeta trasforma tutto in avve- che costituisca la felicit della vita. Non sa che cosa
nimenti interiori, in sensazioni, in emozioni, in do- lo aspetta in futuro.
lore, in angoscia, in speranze deluse. Al limite nel 7. Qui lo scolorarsi in viso leffetto dellinnamo-
piacere del dolore, nel piacere di ricordare il passato ramento; nel Canto notturno di un pastore errante
anche se il passato triste ed anche se langoscia non dellAsia invece lindicazione della morte. Il pi
lo vuole lasciare. lo stesso atteggiamento passivo, famoso scolorarsi in viso per quello di Francesco
contemplativo, meditativo, intimistico dei primi idilli, Berni (1497/98-1535) davanti alla sua donna: Chiome
Linfinito e Alla luna. Per altro ognuno sceglie la sua dargento fine irte e attorte senzarte. Ma il poeta
vita, ma poi non ha alcun diritto di lamentarsi. Egli ha cinquecentesco fortunato: non sarebbe lunico a
deciso di mettere in primo piano i suoi dolori e le sue scolorarsi in viso davanti alle bellezze della sua don-
angosce. Niente da dire. Ha fatto una scelta precisa e na!
coerente. Altri, come Alessandro Manzoni (1785- 8. Le reminiscenze foscoliane sono numerose. Pro-
1873), ha ritenuto di non dover perdere tempo con le vengono da tutte le opere: Sonetti, De sepolcri, le
proprie fisime personali, di costruire una lingua per i Grazie. Nel sonetto In morte del fratello Giovanni e-
contemporanei e per i posteri, di giudicare gli intellet- gli scrive: Questa (=la morte) di tanta speme oggi mi
tuali italiani venduti e voltagabbana, di dire agli ita- resta, che Leopardi trascrive (strofa quarta). Daltra
liani cose antipatiche come questa: se volete la libert parte il poeta aveva bisogno di punti di riferimento,
dalloppressione straniera, dovete conquistarvela con per uscire dalla sua poesia come meditazione e passa-
il vostro sangue. Dio vi d una mano dopo che voi re ad un poesia dominata dalla passione insoddisfatta
avete iniziato a darvi da fare. Perci preparate lin- e dalla presenza della morte. Alcune indicazioni: i
surrezione, affilate nellombra le spade e combattete. fiore di giovinezza, il tempo e le preoccupazioni, le
O liberate lItalia o vi fate ammazzare. ore danzanti.
3. Il poeta ha un sentimento ambiguo o ancipite verso 9. Per altro accanto e intessuto a Foscolo c la pro-
i suoi compaesani. Da una parte vorrebbe essere co- blematica e la terminologia poetica del Canzoniere di
me loro, e vivere serenamente e felicemente la giovi- Petrarca, anche se non esasperata n provvista di vita
nezza e lamore. Ci emerge soprattutto negli idilli Il propria. Petrarca presente anche altrove, nel vec-
sabato del villaggio e Il passero solitario. Dallaltra chierel del Canto notturno di un pastore errante
sente lincomprensione e il reciproco disprezzo. Essi dellAsia, che rimanda al sonetto Movesi l vecchierel
non possono capire il valore della sua cultura e del canuto e bianco (III).
sapere; e possono soltanto deridere il suo aspetto fisi- ---II---
co. Egli nobile, ricco e brutto. Forse avranno prova-
to un senso di soddisfazione e di rivincita: noi siamo
poveri, ma il conte ha messo al modo un figlio pre-
suntuoso e gobbo. Che vive da solo, va a passeggiare
nei campi da solo, va sul monte Tabor da solo. E si
mette dietro la siepe. Da solo. Che cosa fa? La realt
ci che succede si pu vedere sia con gli occhi di
Leopardi sia con gli occhi degli abitanti (giovani e
adulti) di Recanati.
4. La canzone autobiografica pi che gli altri com-
ponimenti del poeta. O anche radicata pi delle altre
nella vita e nei problemi quotidiani del poeta: lan-
dare e il venire da Recanati, la vita insoddisfacente
nel paese, lincompatibilit e limpossibilit di giun-
gere a un dialogo con i suoi compaesani. Eppure so-
pra tutti questi motivi contingenti e autobiografici si
impone il fascino del paesaggio, il tema e il mito del-
la bellezza quella della donna come quella del pae-
saggio e della natura , della giovinezza, dellamore.
E poi le speranze e le delusioni. La vita implacabile
per lui come per i suoi compaesani.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 219
La quiete dopo la tempesta, 1829 dalcun dolor: beata
se te dogni dolor morte risana.
I ---II---
Passata la tempesta:
odo augelli far festa, e la gallina, La quiete dopo il temporale
tornata in su la via,
che ripete il suo verso. Ecco il sereno 1.
rompe l da ponente, alla montagna; Il temporale passato:
sgombrasi la campagna, odo gli uccelli far festa
e chiaro nella valle il fiume appare. e la gallina, ritornata sulla via,
Ogni cor si rallegra, in ogni lato ripete il suo verso. Ecco, il cielo sereno rompe
risorge il romorio [le nuvole] l da ponente, verso le montagne;
torna il lavoro usato. la campagna si sgombra ed il fiume appare
Lartigiano a mirar lumido cielo, chiaramente nella valle.
con lopra in man, cantando, Ogni cuore si rallegra, da ogni parte risorge
fassi in su luscio; a prova il rumore, riprende il lavoro consueto.
vien fuor la femminetta a cr dellacqua Lartigiano si fa sulluscio, con il lavoro in mano,
della novella piova; cantando, per guardare il cielo ancora umido.
e lerbaiuol rinnova La donna esce di casa per raccogliere lacqua
di sentiero in sentiero della pioggia appena caduta.
il grido giornaliero. Lerbivendolo torna a ripetere di sentiero
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride in sentiero il suo grido di ogni giorno.
per li poggi e le ville. Apre i balconi, Ecco, il Sole ritorna e sorride
apre terrazzi e logge la famiglia: sopra le colline e sopra le borgate. La servit
e, dalla via corrente, odi lontano apre i balconi, le terrazze e le finestre
tintinnio di sonagli; il carro stride pi alte della casa. E dalla strada principale
del passegger che il suo cammin ripiglia. si ode in lontananza il tintinnio dei sonagli.
Cigola la carrozza del viaggiatore,
II che riprende il suo cammino.
Si rallegra ogni core.
S dolce, s gradita 2.
quand, comor, la vita? Si rallegra ogni cuore.
Quando con tanto amore Cos dolce, cos gradita la vita
luomo a suoi studi intende? quando come ora?
O torna allopre? o cosa nova imprende? Quando con tanto amore luomo si dedica
Quando de mali suoi men si ricorda? alle sue occupazioni? O riprende il lavoro?
Piacer figlio daffanno; O inizia un nuovo lavoro?
gioia vana, ch frutto Quando meno si ricorda dei suoi mali?
del passato timore, onde si scosse Il piacere figlio del dolore;
e pavent la morte una gioia vana, provocata dal timore
chi la vita abborria; appena passato. Perci fu scosso
onde in lungo tormento, ed ebbe timore della morte colui che [prima]
fredde, tacite, smorte, odiava la vita. Perci in una lunga angoscia
sudr le genti e palpitr, vedendo le genti, raggelate, silenziose e smorte [di paura],
mossi alle nostre offese sudarono e tremarono, vedendo i fulmini,
folgori, nembi e vento. le nuvole ed il vento scatenati
per recar danno agli uomini.
III
O natura cortese, 3.
son questi i doni tuoi, O natura cortese, questi sono i tuoi doni,
questi i diletti sono questi sono i piaceri che tu porgi agli uomini?
che tu porgi ai mortali. Uscir di pena Per noi la fine della pena il piacere.
diletto fra noi. Tu spargi pene a piene mani.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo Il dolore sorge spontaneamente.
spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto Ed un gran guadagno quel po di piacere che,
che per mostro e miracolo talvolta per un prodigio o per un miracolo,
nasce daffanno, gran guadagno. Umana talvolta nasce dallaffanno. O razza umana,
prole cara agli eterni! assai felice amata dagli dei, sei assai felice se hai
se respirar ti lice un momento di respiro da qualche dolore.
Sei fortunata, se la morte ti libera da ogni dolore.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 220
Riassunto. 1. Il temporale passato, nota il poeta. Gli fine del temporale ed il ritorno del bel tempo. Quelli
animali fanno festa, e il cielo si libera dalle nuvole. della seconda parte invece hanno suoni aspri e cupi,
Ogni cuore si rallegra: lartigiano si sporge sulluscio che esprimono efficacemente la capacit del poeta di
di casa, la donna raccoglie lacqua della pioggia ap- percepire il dramma della vita, mentre uomini e ani-
pena caduta, lerbivendolo riprende il suo giro. Il sole mali dimostrano una sorprendente capacit di oblio.
riappare. E la servit riapre i balconi. 2. Ma la vita 6. Lidillio contiene la duplice immagine di una natu-
si chiede il poeta cos dolce, cos gradita quando ra che dovrebbe essere madre e rendere felici gli uo-
cos? Quando ognuno ritorna alle consuete occupa- mini come gli animali; e poi si rivela come una ma-
zioni? Quando meno si ricorda dei suoi mali? Il pia- trigna, indifferente ai dolori e agli affanni che distri-
cere figlio del dolore ed una gioia che dura poco, buisce agli esseri viventi. C per una differenza tra
frutto della paura appena provata. Per questo motivo uomini e animali da una parte e il poeta dallaltra: i
ebbe paura della morte chi prima disprezzava la vita, primi sono indifferenti e dimenticano subito gli af-
alla vista degli elementi naturali scatenati. 3. Il poeta fanni che la natura manda; il poeta invece, e soltanto
perci si chiede sarcasticamente se questi sono i doni lui, se la prende e rimprovera aspramente la natura
ed i piaceri che la Natura porge ai mortali. Lunico per il modo in cui si comporta verso gli esseri viventi.
piacere uscire dal dolore. Il dolore sorge spontane- A quanto pare, ai primi va bene anche cos: inutile
amente. E il piacere (quel poco che c) nasce dal do- prendersela se non si possono cambiare le cose. Al
lore. Lumanit deve quindi considerarsi felice con- poeta invece i dolori e gli affanni non piacciono affat-
clude amaramente il poeta se il dolore le d tregua; to e riversa il suo sarcasmo sulla natura, che accusa di
e deve considerarsi beata quando la morte la risana da avere fatto e di non avere mantenuto le sue promesse
tutti i dolori. di gioia e di felicit.
7. In questo idillio il poeta definisce la felicit non
Commento come qualcosa di positivo, ma come semplice pausa
1. Lidillio costituito da una prima parte descrittiva, tra due dolori.
da una seconda parte riflessiva, seguite da una con- 8. Il temporale come simbolo del dolore eccessivo:
clusione. Come negli altri idilli, il poeta classica- la natura sembra ritornare a nuova vita quando ces-
mente ordinato e in modo ordinato espone le sue os- sato, e lo stesso poeta non riesce a nascondere il pia-
servazioni e le sue riflessioni. cere e lo stupore che prova davanti al paesaggio rin-
2. La prima parte descrive la vita degli animali e degli frescato dalla pioggia e alla vita di uomini e di anima-
uomini che riprende dopo il temporale, come se non li, che riprende.
fosse successo niente. Il poeta descrive gli uccelli, ma 9. Il tema della morte presente negli stessi termini
anche gli animali domestici, che festeggiano la fine anche in A Silvia e nel Canto notturno di un pastore
del temporale. Quindi si ferma affascinato ad ammi- errante dellAsia: luomo Leopardi come, a suo avvi-
rare e a descrivere la bellezza della natura: lazzurro so, gli uomini in genere la vogliono fuggire ad ogni
del cielo squarcia le nuvole verso i monti, a ponente; costo e continuare a vivere, anche se la vita un con-
la campagna si libera dalle nuvole; il fiume riappare tinuo dolore.
chiaramente in fondo alla valle. Infine presta atten- ---II---
zione alla vita umana, che ritorna alla sua normalit:
lartigiano si fa sulla porta di casa per guardare il cie-
lo ancor pieno di pioggia; la donna esce di casa per
raccogliere lacqua; lerbivendolo riprende a gridare.
3. La seconda parte, molto pi complessa, fa del tem-
porale il simbolo del dolore: sia gli uomini sia gli a-
nimali dimenticano subito il dolore, non appena
passato, e ritornano alla loro vita di sempre. In con-
trapposizione al temporale-dolore il poeta definisce il
piacere-felicit prima come figlio del dolore e gioia
inconsistente, frutto del timore passato, che spinse a
temere la morte chi precedentemente disprezzava la
vita; poi come semplice pausa tra due dolori. In tal
modo presenta una visione fortemente pessimistica
della condizione umana.
4. La conclusione contiene un rimprovero alla natu-
ra, che sparge dolori a larga mano sui mortali; e
laffermazione, ugualmente sarcastica, che soltanto la
morte risana gli uomini da ogni dolore. Essa per non
un invito a morire, ma ribadisce il valore della vita,
che dovrebbe essere (ma non ) allietata dalla felicit.
5. I versi della prima parte hanno suoni aperti, che ri-
producono fonicamente la gioia della natura per la
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 221
Il sabato del villaggio, 1829 stagion lieta cotesta.
Altro dirti non vo; ma la tua festa
I chanco tardi a venir non ti sia grave .
La donzelletta vien dalla campagna ---II---
in sul calar del sole,
Il sabato del villaggio
col suo fascio dellerba; e reca in mano
un mazzolin di rose e viole,
1.
onde, siccome suole, La fanciulla viene dai campi
ornare ella si appresta con il suo fascio derba, al tramonto del sole;
dimani, al d di festa, il petto e il crine. e reca in mano un mazzetto di rose e di viole,
Siede con le vicine con le quali (com solita fare)
su la scala a filar la vecchierella, si prepara ad ornarsi il corpetto ed i capelli
incontro l dove si perde il giorno; domani, giorno di festa.
e novellando vien del suo buon tempo, La vecchietta siede con le vicine
quando ai d della festa ella si ornava, sulla scala a filare, con il viso rivolto
ed ancor sana e snella l dove finisce il giorno; e parla
solea danzar la sera intra di quei della sua giovinezza, quando nei giorni di festa
chebbe compagni nellet pi bella. ella si adornava e, ancora sana e snella,
Gi tutta laria imbruna, era solita danzare la sera con coloro
torna azzurro il sereno, e tornan lombre che ebbe come compagni della sua et pi bella.
gi da colli e da tetti, Ormai tutta laria imbruna;
al biancheggiar della recente luna. il cielo sereno diventa dun azzurro cupo,
Or la squilla d segno le ombre scendono dai colli e dalle case,
della festa che viene; mentre sorge la luna nuova.
Ora la campana annuncia la festa che viene;
ed a quel suon diresti
e a quel suono diresti che il cuore si riconforta.
che il cor si riconforta. I fanciulli, gridando a gruppi sulla piazza
I fanciulli gridando e saltando qua e l, fanno un rumore gradevole.
su la piazzuola in frotta, E intanto il contadino, fischiando,
e qua e l saltando, ritorna alla sua modesta mensa, e pensa
fanno un lieto romore; tra s e s al giorno del suo riposo.
e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore, 2.
e seco pensa al d del suo riposo. Poi, quando ovunque sono spente le luci
e tutto il paese tace,
II si ode il martello picchiare,
Poi quando intorno spenta ogni altra face, si ode la sega del falegname,
e tutto laltro tace, che ancora sveglio con la lucerna accesa
odi il martel picchiare, odi la sega nella bottega chiusa, e si d da fare
del legnaiuol, che veglia per terminare il lavoro prima dellalba.
nella chiusa bottega alla lucerna,
e saffretta, e sadopra 3.
di fornir lopra anzi il chiarir dellalba. Il sabato dei sette il giorno pi gradito,
perch porta speranze e gioia.
Domani le ore porteranno tristezza e noia [perch
III
le speranze non si sono realizzate],
Questo di sette il pi gradito giorno, e ciascuno con il pensiero far ritorno
pien di speme e di gioia: al lavoro consueto.
diman tristezza e noia
recheran lore, ed al travaglio usato 4.
ciascuno in suo pensier far ritorno. O fanciullo spensierato,
la giovinezza come un giorno pieno di allegria,
IV un giorno chiaro e sereno, che precede la festa
Garzoncello scherzoso, della tua vita (=la maturit). Sii felice,
cotesta et fiorita o fanciullo mio, perch la giovinezza una situazione
come un giorno dallegrezza pieno, dolcissima, un periodo lieto.
giorno chiaro, sereno, Non ti voglio dire nientaltro; ma non provare
che precorre alla festa di tua vita. dispiacere se ti sembra che la tua festa (=la maturit)
Godi, fanciullo mio; stato soave, impieghi troppo tempo a giungere.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 222
Riassunto. Il poeta descrive il sabato del suo paese: la 5. A questa ulteriore argomentazione segue largom-
fanciulla ritorna dai campi con un mazzo di fiori, con entazione finale: o fanciullo, godi la tua giovinezza,
cui si far bella il giorno dopo; la vecchietta siede con godi lattesa della maturit, non avere fretta di rag-
le vicine e, filando, ricorda il tempo felice della sua giungere la maturit, perch soltanto adesso puoi es-
giovinezza. Intanto scende la sera. I ragazzi giocano sere felice, perch soltanto nellattesa consiste la feli-
sulla piazza del paese, mentre il contadino ritorna a cit. La maturit sar una delusione, perch non ti da-
casa, pensando che il giorno dopo potr riposare. Poi r la felicit che speravi e perch preannunzia la tri-
scende la notte ed il silenzio avvolge tutto il paese. stezza della vecchiaia.
Soltanto il falegname ancora sveglio: cerca di finire 6. Il poeta si proietta verso il paese, come fa anche ne
il lavoro prima dellalba. A questo punto il poeta Il passero solitario, e guarda con tenerezza la ragaz-
svolge alcune riflessioni: il sabato il giorno pi bel- za, la vecchietta, i ragazzi, il contadino, poi dialoga
lo della settimana, perch porta speranze e gioia; la con il ragazzino che ha fretta di crescere. Una sera
domenica invece sar triste e noiosa, perch le spe- diversa quella di Dante in Pg VIII, 1-6; quella di
ranze non si realizzano. Quindi fa un paragone: la Foscolo nel sonetto Alla sera; quella di Pascoli intito-
giovinezza come il sabato, ed il pi bel tempo del- lata La mia sera; quella di DAnnunzio intitolata La
la vita perch porta speranze e gioia; la maturit sera fiesolana.
come la domenica, ed triste e noiosa perch le spe- ---II---
ranze non si realizzano. Cos il poeta pu concludere
invitando il ragazzino a non aver fretta di diventare
adulto: la felicit il periodo che sta vivendo,
lattesa della maturit; invece la maturit sar infeli-
ce, perch le speranze non si realizzeranno.
Commento
1. Lidillio ha una struttura estremamente ordinata: a)
la descrizione del sabato in paese e la gioia che esso
porta a tutti; b) il contrasto tra le gioie e le speranze
del sabato e la tristezza e la noia della domenica; c) il
paragone della giovinezza e della maturit con il sa-
bato e la domenica; infine d) linvito a godere il pre-
sente, perch la felicit non giunge con la maturit
della vita, ma il presente stesso, la giovinezza,
lattesa della maturit. Perci il garzoncello non deve
avere nessuna fretta di crescere: la maturit porta sol-
tanto delusioni e prelude alla vecchiaia e alla morte.
2. Anche in questo idillio il poeta si sofferma a de-
scrivere con grande partecipazione la natura: il sole
che tramonta, laria che imbruna, il cielo che diventa
dun azzurro cupo, il sorgere della luna nuova, il si-
lenzio notturno. E quindi lambiente paesano: la fan-
ciulla che ritorna dai campi, la vecchietta che fila e
che ricorda i bei tempi della sua giovinezza, i fanciul-
li che giocano, il contadino che ritorna a casa stanco
ma felice, il falegname che vuole finire il lavoro pri-
ma dellalba.
3. Dopo la parte descrittiva c la parte riflessiva, che
presenta la vita in termini sereni. I toni pessimistici
sono completamente assenti. Il sabato pi bello del-
la domenica perch porta speranze e gioia; la dome-
nica invece sar una delusione, perch porta tristezza
e noia. Il poeta ha costruito lidillio in modo ordinato
e consequenziale; ed ora presenta unargomentazione
quasi matematica, per dimostrare le sue idee.
4. A questo punto il poeta arricchisce e allarga il testo
introducendo una identit-corrispondenza tra sabato-
domenica da una parte, giovinezza-maturit dallal-
tra: la giovinezza corrisponde al sabato, quindi la ma-
turit corrisponde alla domenica. E largomentazione
diventa questa: come il sabato, anche la giovinezza
gioiosa; come la domenica, anche la maturit triste.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 223
Canto notturno di un pastore errante Canto notturno di un pastore errante dellAsia
dellAsia, 1829-30
1.
I
Che fai tu, o luna in cielo? dimmi che fai,
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
o silenziosa luna?
silenziosa luna?
Sorgi alla sera e vai, contemplando
Sorgi la sera, e vai,
le steppe deserte; quindi tramonti.
contemplando i deserti; indi ti posi.
Tu non sei ancora sazia
Ancor non sei tu paga
di ripercorrere sempre le stesse vie?
di riandare i sempiterni calli?
Non ti sei ancora annoiata,
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
ancora sei desiderosa
di mirar queste valli?
di guardar queste valli?
Somiglia alla tua vita
Assomiglia alla tua vita la vita del pastore.
la vita del pastore.
Si alza allalba; conduce il gregge
Sorge in sul primo albore
per la pianura;
move la greggia oltre pel campo, e vede
vede greggi, fontane ed erbe;
greggi, fontane ed erbe;
poi, stanco, si riposa alla sera:
poi stanco si riposa in su la sera:
non spera mai nientaltro.
altro mai non ispera.
Dimmi, o luna, a che vale
Dimmi, o luna: a che vale
al pastore la sua vita,
al pastor la sua vita,
a che vale la vostra vita a voi?
la vostra vita a voi? dimmi: ove tende
questo vagar mio breve, dimmi: dove tende
questo mio breve cammino,
il tuo corso immortale?
dove tende il tuo corso immortale?
II
2.
Vecchierel bianco, infermo,
Un vecchierello bianco, infermo,
mezzo vestito e scalzo,
mezzo vestito e mezzo scalzo,
con gravissimo fascio in su le spalle,
con un pesantissimo fardello sulle spalle,
per montagna e per valle,
per montagne e per valli, per strade
per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
sassose, per sabbioni profondi
al vento, alla tempesta, e quando avvampa
e per macchie di pruni,
lora, e quando poi gela,
sotto il vento, sotto la pioggia,
corre via, corre, anela,
quando la stagione rovente
varca torrenti e stagni,
e quando poi gela, corre via, corre,
cade, risorge, e pi e pi saffretta,
ansima, oltrepassa torrenti e stagni,
senza posa o ristoro,
senza riposo o senza ristoro, lacero,
lacero, sanguinoso; infin charriva
insanguinato; finch arriva l
col dove la via
dove fu rivolta la sua gran fatica:
e dove il tanto affaticar fu vlto:
abisso orribile, immenso (=la morte),
abisso orrido, immenso,
dove egli, precipitando,
ovei precipitando, il tutto obblia.
dimentica tutto.
Vergine luna, tale
O vergine luna, questa
la vita mortale.
la vita umana.
III
3.
Nasce luomo a fatica,
Nasce luomo a fatica,
ed rischio di morte il nascimento.
ed rischio di morte la sua nascita.
Prova pena e tormento
Prova pene e tormenti come prima cosa;
per prima cosa; e in sul principio stesso
e fin dallinizio la madre e il padre
la madre e il genitore
prendono a consolarlo di essere nato.
il prende a consolar dellesser nato.
Via via che cresce, luno e laltro
Poi che crescendo viene,
genitore lo sostengono,
luno e laltro il sostiene, e via pur sempre
e senza sosta con atti e con parole
con atti e con parole
cercano di fargli coraggio
studiasi fargli core,
IV 4.
Pur tu, solinga, eterna peregrina, Tu, o solitaria, eterna pellegrina,
che s pensosa sei, tu forse intendi che sei cos pensosa, tu forse comprendi
questo viver terreno, che cosa siano questa vita sulla terra,
il patir nostro, il sospirar, che sia; i nostri patimenti, i nostri sospiri;
che sia questo morir, questo supremo tu forse comprendi che cosa sia
scolorar del sembiante, questo estremo scolorirsi delle sembianze,
e perir della terra, e venir meno questo andarsene dalla terra
ad ogni usata, amante compagnia. e questo venir meno ad ogni solita
E tu certo comprendi ed affettuosa compagnia.
il perch delle cose, e vedi il frutto E tu certamente comprendi il perch delle cose,
del mattin, della sera, e vedi il frutto (=lo scopo) del mattino,
del tacito, infinito andar del tempo. della sera, del silenzioso ed infinito
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore procedere del tempo.
rida la primavera, Tu sai, tu sai certamente, a quale suo
a chi giovi lardore, e che procacci dolce amore sorrida la primavera,
il verno co suoi ghiacci. a chi giovi la calura estiva
Mille cose sai tu, mille discopri, e che cosa procuri linverno con il suo freddo.
che son celate al semplice pastore. Mille cose tu sai, mille cose tu scopri,
Spesso quandio ti miro che sono nascoste al semplice pastore.
star cos muta in sul deserto piano, Spesso, quando io ti guardo stare
che, in suo giro lontano, al ciel confina; cos muta sulla pianura deserta,
ovver con la mia greggia che nel lontano orizzonte confina
seguirmi viaggiando a mano a mano; con il cielo, oppure quando ti vedo seguirmi
e quando miro in cielo arder le stelle; con il gregge e accompagnarmi passo dopo passo,
dico fra me pensando: e quando guardo in cielo arder le stelle;
A che tante facelle? dico, pensando fra me e me:
che fa laria infinita, e quel profondo a quale scopo ci sono tante luci?
infinito seren? che vuol dir questa che fa laria infinita? che significa
solitudine immensa? ed io che sono? questa immensa solitudine? ed io che sono?
Cos meco ragiono: e della stanza Cos ragiono dentro di me:
smisurata e superba, e non so indovinare nessun uso (=utilit),
e dellinnumerabile famiglia; nessun frutto (=scopo) della stanza (=luniverso)
poi di tanto adoprar, di tanti moti smisurata e superba e della grande
dogni celeste, ogni terrena cosa, famiglia degli esseri viventi, delle continue
girando senza posa, trasformazioni della materia, di tanti movimenti
per tornar sempre l donde son mosse; di corpi celesti e di corpi terresti, che girano
uso alcuno, alcun frutto si son mossi senza riposo per tornare sempre l
indovinar non so. Ma tu per certo, donde (=dalla materia informe e senza vita). Ma tu
giovinetta immortal, conosci il tutto. certamente, o giovinetta immortale, conosci tutto.
Questo io conosco e sento, Io invece conosco e sento questo,
che degli eterni giri, che forse qualcun altro avr qualche bene
che dellesser mio frale, o qualche soddisfazione dalle eterne
qualche bene o contento orbite percorse dagli astri
avr forsaltri; a me la vita male. e dalla mia fragilit; per me la vita male.
VI 6.
Forse savessio lale Forse, se io avessi le ali,
da volar su le nubi, per volare sopra le nuvole
e noverar le stelle ad una ad una, e contare le stelle ad una ad una,
o come il tuono errar di giogo in giogo, o se come il tuono potessi andare di colle in colle,
pi felice sarei, dolce mia greggia, sarei pi felice, o mio dolce gregge,
pi felice sarei, candida luna. sarei pi felice, o candida luna.
O forse erra dal vero, O forse il mio pensiero, guardando alla sorte
mirando allaltrui sorte, il mio pensiero: degli altri esseri, si allontana dal vero:
forse in qual forma, in quale forse in qualsiasi forma, in qualsiasi condizione,
stato che sia, dentro covile o cuna, dentro un covile come dentro una culla,
funesto a chi nasce il d natale. funesto per chi nasce il giorno della nascita.
---II--- ---II---
Riassunto. 1. Il pastore si rivolge alla luna e le chiede senso della vita umana. Forse comprende perch
che cosa fa in cielo: sorge alla sera, contempla le luomo viene meno alla consueta compagnia. Forse
steppe deserte, quindi tramonta. La sua vita assomi- vede il senso delle cose, il motivo per cui il tempo
glia a quella della luna: si alza allalba, conduce il trascorre. Forse sa perch ci sono le stagioni. Spesso,
gregge al pascolo, quindi, alla sera, ritorna; non ha quando la guarda, si chiede: a quale scopo ci sono
altra speranza. Che senso ha quindi la vita della luna? tante stelle? che cosa significa questa solitudine? ed
e che senso ha la sua vita? 2. Un vecchietto incanutito egli chi ? Ma non sa trovar nessuno scopo alluni-
affronta mille difficolt, senza mai fermarsi, finch verso, n agli esseri viventi, n alle continue trasfor-
giunge l dove fu rivolta la sua grande fatica: labisso mazioni della materia. Ma essa certamente conosce
orrendo della morte, precipitando nel quale dimentica tutto. Il pastore invece pu dire soltanto questo: forse
tutto. 3. Luomo nasce nel dolore e prova tormenti qualcuno trae vantaggio dal movimento degli astri e
per prima cosa. I genitori passano il tempo a conso- dalla sua fragilit. Per lui invece la vita un male. 5.
larlo di essere nato. Ma allora perch mettere al mon- Il gregge invece non conosce la propria infelicit; ed
do chi poi devessere consolato di essere vivo? Se la egli lo invidia. Non soffre e, se soffre, dimentica su-
vita una sventura, perch la sopportiamo? Questa bito gli affanni. Non prova tedio. Riposa contento la
la condizione umana. 4. La luna forse comprende il maggior parte dellanno. Il pastore invece si annoia.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 226
Eppure non desidera nulla e, per ora, non ha motivo Torquato Tasso, ai pastori dellArcadia. Anche Ga-
di lamentarsi. Non sa se il gregge felice; egli lo briele DAnnunzio canta i suoi pastori. Leopardi tra-
poco. Ma non si lamenta solo di questo. Se il gregge sforma lelogio tradizionale della vita pastorale, nella
potesse parlare, gli chiederebbe: perch ogni animale quale il poeta intendeva evadere, in un momento di
se sta in ozio si sente soddisfatto, mentre egli assali- riflessione filosofia e poetica sulluomo, sul dolore
to dalla noia? 6. O forse, se avesse le ali per volare che attraversa la vita umana e sulla morte che costi-
sopra le nuvole, sarebbe pi felice. O forse si sbaglia: tuisce il male supremo.
dovunque, in un covile come in una culla, funesto 7. Le domande che il poeta-pastore rivolge alla luna
per chi nasce il giorno della nascita. restano senza risposte, perch lautore professa una
visione atea e materialistica della vita, che lascia a-
Commento perti e senza risposta problemi come il senso del do-
1. Anche qui il poeta parla alla luna, ma fa un discor- lore, il senso della vita umana, il senso delluniverso.
so molto pi vasto, che comprende il tema del dolore Nel Dialogo della Natura e di un Islandese (1824)
umano e universale, il tema del senso delluniverso e lautore propone questa risposta: la nascita e la morte
della vita umana, il rifiuto della morte e lattacca- sono necessarie affinch il ciclo della natura continui;
mento ad oltranza alla vita. altrimenti, se si toglie la morte (e quindi il dolore e la
2. La visione del mondo proviene dalle concezioni distruzione), si toglie anche la nascita; ed il ciclo si
atee e materialistiche formulate dallIlluminismo interrompe. Negli stessi anni Foscolo sulle stesse
francese, che porta alle estreme conseguenze il mec- posizioni, ma respinge le conclusione materialistiche
canicismo e lempirismo della scienza moderna. Il in nome della religione della bellezza e di altri miti,
poeta per si preoccupa pi della condizione umana e coscientemente accettati; Manzoni invece propone
del dolore che accomuna tutti gli esseri viventi nel risposte legate alla sua fede religiosa, ma preso da
loro rapporto con la natura, piuttosto che delle pole- dubbi vedendo nella storia lassurdit o linesplica-
miche contro le religioni positive e contro gli effetti bilit del male.
negativi della vita sociale. Rousseau era un riformato- 8. Nei versi finali il poeta si preoccupa non pi sol-
re sociale e un rivoluzionario; Leopardi un filosofo tanto della condizione umana, ma anche della condi-
ed un poeta, con una scarsissima fiducia verso tutte le zione di ogni essere vivente: forse, se egli vedesse
ideologie, laiche e religiose, che promettono di fare dallalto la vita degli uomini e la vita degli animali,
uscire luomo dalla sua condizione umana di dolore, e vedrebbe che il giorno della nascita un giorno fune-
di fargli raggiungere la felicit, costantemente insi- sto per tutti gli esseri viventi. Il pessimismo del poeta
diata dalla sofferenza. da pessimismo storico (la vita umana dolore) diven-
3. E come filosofo egli si chiede, qui come altrove, ta pessimismo cosmico (la vita di tutti gli esseri vi-
perch luomo continua a voler vivere, se la vita venti dolore). Resta inalterato per il valore della
sventura, se non pu avere la felicit e se non pu e- vita, alla quale il poeta resta ad oltranza legato.
vitare il dolore. Ma la ragione umana non capace di 9. Contro i mali che la natura riserva alluomo il poe-
rispondere a queste domande. Forse la luna conosce ta nella sua ultima opera La ginestra o il fiore del de-
le risposte, ma non le dice al pastore. serto scettico sulle magnifiche sorti e progressive,
4. La morte non affatto desiderata, neanche se la vi- di cui parla lIlluminismo e che sarebbero garantite
ta dolore: essa vista come un abisso orrido e tre- dalla ragione e dalla scienza, e invita gli uomini alla
mendo, nel quale luomo dimentica tutto, e quindi si solidariet.
annichilisce. Per il poeta vivere significa acquisire ed 10. Le riflessioni e il pessimismo di Leopardi saranno
essere un patrimonio di ricordi, che con la morte si riproposti 50 anni dopo da Govanni Verga (1840-
disperdono. Vivere per significa anche avere una 1922) nel racconto Fantasticheria (1878-79) e poi nei
solita ed affettuosa compagnia di affetti, che si in- Malavoglia (1881). lideale dellostrica, che, se si
terrompono drammaticamente con la morte. Egli allontana dallo scoglio, a cui attaccata, si perde nel
quindi legato ad oltranza alla vita, anche se la vita vasto mare e con s perde anche i suoi familiari. Ma
costantemente dolore. anche la stranissima scoperta che i ragazzini vivono
5. Nellidillio compare anche il tema del tedio, la noia felici e ignorano tutte le previsioni nefaste e il pessi-
che colpisce il pastore quando guarda le pecore. Gli mismo assoluto dello scrittore di Catania.
animali invece passano il tempo tranquillamente, sot- ---II---
to lombra delle piante, al riparo dalla calura, e sem-
brano immuni dalla noia. Sembrano anche capaci di
dimenticare subito il dolore, appena passato. Il tae-
dium vitae un motivo gi presente nella poesia ro-
mana. Il poeta per lo trasforma in una domanda filo-
sofica sulla condizione umana.
6. I pastori e la vita pastorale, costantemente idealiz-
zati, sono un filo conduttore della letteratura italiana:
dallUmanesimo del Quattrocento, allepisodio di
Erminia fra i pastori della Gerusalemme liberata di
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 227
Il tramonto della luna, 1936-37 Il tramonto della luna
Riassunto. 1. Come in una notte solitaria la luna tra- e verecondo raggio Della cadente luna...). La scelta
monta nellorizzonte pi lontano dietro le montagne e della luna e non del sole caratterizza quindi la poesia
la notte diventa buia, di Leopardi. La luna tranquilla e notturna. Il sole
2. cos la giovinezza si dilegua e abbandona la vita infuocato e illumina nitidamente il giorno. La luna
umana. Scompaiono le speranze della fanciullezza e spinge a meditare, il sole ad agire.
le illusioni che pure davano gioia. E la vita rimane 3. Il paragone giovinezza-sabato, maturit-domenica
vuota. Il viandante non riesce a trovare un senso al de Il sabato del villaggio sostituito dal paragone lu-
suo cammino: egli si sente estraneo alla condizione na-sole, giovinezza-vecchiaia. Il paragone per in-
umana ed essa risulta estranea a lui. completo: la luna tramonta con la sua tenue luce e
3. La vita umana apparve troppo felice agli dei: nella contemporaneamente il sole sorge con i suoi raggi in-
giovinezza ogni gioia frutto di mille dolori. N fu- fuocati. Invece nel corso della vita umana la giovi-
rono contenti che la vita di ogni essere si concludesse nezza, cio la luna, con la sua modesta felicit non ha
con la morte. Perci essi vollero che met della vita come seguito il sole, cio una luce e una felicit pi
fosse pi terribile della morte. E inventarono la vec- grande. Subentra la scomparsa delle speranze, la fine
chiaia con il suo sguito di desideri insoddisfatti, di delle illusioni, insomma il vuoto o, meglio, la vec-
speranze deluse e di acciacchi sempre pi dolorosi. chiaia, con il suo pieno di insoddisfazioni, di acciac-
4. Ma, quando la luna tramonta ad occidente, il sole si chi e di miseria. E la notte, che conclude il giorno, ha
prepara a sorgere ad oriente e inonder la terra di luce come corrispettivo la sepoltura, che conclude la vita
e di calore. Invece, quando la giovinezza tramonta, umana. La strofa finale ripropone la strofa finale
non sorge unaltra luce. E la vita umana rimane vuota dellidillio A Silvia: la morte della ragazza indica che
sino alla fine. E la notte, che pone fine ad essa, ha nel futuro per lui c soltanto la fredda morte e una
come segno distintivo la sepoltura. tomba ignuda.
4. Il tramonto della luna quindi il simbolo e la con-
Commento statazione che con la giovinezza tramontano le spe-
1. Lidillio ripropone temi consueti: la luna, la giovi- ranze e le illusioni. Arriva subito la vecchiaia, con il
nezza, la felicit come breve frutto del dolore, la vita suo carico di sofferenza. Sorprendentemente assente
come dolore, la vecchiaia con il suo sguito di ac- la maturit: con la fine della giovinezza cessano i mo-
ciacchi e di sofferenze, la morte che terribile e che ti del cuore, cessano le speranze. Lanimo umano si
conclude la vita. Manca soltanto il tema dei ricordi e svuota. Resta soltanto il corpo, condannato ad una
della maturit. sempre pi visibile decadenza. La vecchiaia non
2. La luna compare fin dai Piccoli idilli, e sovrasta il nemmeno allietata dallesperienza accumulata, dal
paesaggio con la sua luce fredda e nitida (Alla luna). bagagli dei ricordi piacevoli o dolorosi che siano.
anche linterlocutrice silenziosa dei problemi filo- 5. Come manca il tema della maturit, cos manca an-
sofici del poeta (Canto notturno di un pastore errante che quello della bellezza e dellamore, che pure sono
dellAsia). Compare anche ne La sera del d di festa e (o erano) compagni di giovinezza. Il poeta ormai si
domina ancora il paesaggio (Dolce e chiara la not- sente interamente al di l di quel segnale che divide la
te senza vento E queta sovra i tetti e in mezzo agli or- vita umana in due parti: prima e seconda met, giovi-
ti Posa la luna, e di lontan rivela Serena ogni monta- nezza e vecchiaia. Ha passato il mezzo del cammino
gna...). E ne Lultimo canto di Saffo (Placida notte, della sua vita. Il riferimento a Dante (If. I) indubbio,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 229
ma non polemico: il cammino che Dante sta intra- dellAsia. Ne Il tramonto della luna non c nemme-
prendendo lungo, difficile, ma voluto dal cielo, no quella in qualche modo comprensione e giustifica-
facilitato dalle guide e ha una conclusione che soddi- zione della sofferenza, insita nella condizione umana,
sfa il poeta oltre ogni desiderio umano. Il cammino di che era stata individuata dalla riflessione filosofica
Leopardi ha soltanto una dimensione terrena: la gio- nel Dialogo della Natura e di un Islandese (1824).
vinezza che porta speranze e gioia, seguita imme- 9. Eugenio Montale (1896-1981), che quanto a pes-
diatamente dalla vecchiaia, con il suo bagaglio di sof- simismo non era secondo a nessuno, in Gloria del di-
ferenze, con il vuoto interiore, con la sua incapacit steso mezzogiorno (1925) canta invece con gioia
di dare e di ricevere affetto. Questultimo motivo larrivo della vecchiaia. Anzi per lui il completa-
presente fin dagli inizi della sua poesia (Alla luna). mento, il massimo dispiegarsi della giovinezza e del-
6. Luomo come viator (viandante, pellegrino, pas- lesistenza umana: Il sole incombe dal cielo; e qui,
seggero) gi presente nella canzone Alla sua donna sulla terra, il letto del torrente reso asciutto. Il mio
(v. 18), ne La quiete dopo la tempesta (passeggier, giorno non dunque passato (=la mia vita giunta
v. 24) e ne La ginestra o il fiore del deserto (peregri- allo zenit, al culmine, ed ora devo affrontare laltra
no, v. 20, 276; passeggero, v. 13). Ma c anche met); Lora pi bella mi aspetta dallaltra parte del
lerbaiuol [che] rinnova Di sentiero in sentiero Il muretto, Quando il sole scende verso un tiepido e pal-
grido giornaliero (La quiete dopo la tempesta, vv. lido tramonto.
15-18). Essa riprende limmagine religiosa delluomo 10. La strofa finale rielabora con la specifica sensibi-
che pellegrino su questa terra, in questa valle di la- lit di Leopardi un tema presente gi in Torquato
crime, prima di salire al cielo. Il viandante per non Tasso (1544-1593). Amiamo, perch il Sole muore e
compie un viaggio di sua spontanea volont. Lo subi- poi rinasce. A noi egli nasconde la sua breve luce ed
sce. Il viaggio non lo porta a vivere una realt supe- il sonno ci porta una notte eterna (Aminta, atto III, O
riore, pi complessa, ma esso stesso dolore e si bella et delloro, congedo). Il poeta napoletano ave-
conclude con il peggiore dei mali, la morte. Il viaggio va tradotto alla lettera tre versi di Valerio Catullo
e il viandante di Leopardi vanno confrontati con i (Carmina, V, 4-6).
simboli di due grandi culture: Ulisse che nellOdissea 11. I rimandi o il confronto con Tasso si possono an-
ritarda il ritorno a casa, spinto dal suo desiderio di sa- che estendere ad altri motivi. Nella Gerusalemme li-
pere e di fare esperienza degli uomini; Dante che berata (XVI, 15) il poeta invita a cogliere la rosa del-
compie concretamente con il corpo nellal di l quel- la giovinezza, prima che appassisca: [Come la rosa],
litinerarium mentis in Deum, che i mistici medioeva- il verde fiore [della giovinezza] se ne va con il tra-
li compievano soltanto con la mente. scorrere dei giorni della nostra vita mortale. E, se an-
7. Nella canzone per anche un riferimento al sole che aprile (=la giovinezza) fa ritorno, essa (= la rosa e
che nel Cantico delle creature come in tutte le reli- la giovinezza) non rifiorisce n rinverdisce mai pi.
gioni il simbolo della divinit. Il poeta per rifiuta Cogliamo la rosa nel bel mattino di questo giorno,
qualsiasi riferimento ultraterreno. Gli dei sono il de- che ben presto perde il suo fulgore [perch volge alla
stino, la condizione umana, non sono mai realt ultra- sera]. Cogliamo la rosa dellamore ed amiamo ora,
terrene. E la vita umana si deve accontentare della quando si pu amare ed essere riamati. Ma esso ha
giovinezza con la sua tenue felicit, rappresentata tre fonti di ispirazione e di valori che gli riempiono e
dalla luna. La felicit completa forse c, forse la che danno senso alla sua vita: i piaceri sensuali di una
giovinezza congiunta con la bellezza e con lamore. vita secondo natura, la ricerca della fama e della glo-
Ma egli non lha provata. E la maturit e la vecchiaia ria ed anche della ricchezza di una vita secondo so-
sono ugualmente infelici: la prima, quando c, fa co- ciet, la pratica dei valori morali di una vita secondo
noscere la fine delle speranze e delle illusioni; la se- religione. Quanto a numero di valori non era messo
conda fa conoscere linizio di quelle sofferenze che si male; ma finiva in crisi ogni volta che cercava di ren-
concludono soltanto alla fine della vita con la morte. derli compatibili.
Eppure la morte non invocata, soltanto la consta- 12. Un altro riferimento si pu fare ai versi iniziali
tazione che la vita giovinezza (ma non per il poeta) del Giorno (1763) di Giuseppe Parini (1729-1799):
senza sguito di felicit, dolore e morte. Sorge il Mattino in compagnia dellalba, Innanzi al
8. Il riferimento e il confronto con il Cantico delle Sol che di poi grande appare sullestremo orizzon-
creature si pu estendere anche altrove: Francesco te..., e poi si passa al contadino che si alza dal letto,
accetta da Dio il bello come il cattivo tempo, le ma- lascia a casa la moglie e i figli e va a lavorare con il
lattie come le sofferenze, compresa la morte. Dio bue.
buono e ama le sue creature e, se c il dolore, vuol ---II---
dire che anche la sofferenza ha un senso. La vita in
ogni caso ha un senso: la salvezza eterna. Leopardi
non riesce a trovare nessun senso alla vita n al dolo-
re. Non ha senso luniverso, la vita umana si conclude
con labisso orrendo che la morte, e tutti gli esseri
viventi sono nati per soffrire, come aveva detto pi
estesamente nel Canto notturno di un pastore errante
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 230
pongono. La Natura sta rispondendo, quando giungo-
Le Operette morali, 1827 no due leoni mezzo morti di fame, che divorano
lislandese. Cos, almeno per quel giorno, sopravvi-
Le Operette morali (1827, 1835, 1847) affrontano in vono alla morte. Altri invece dicono che un vento
modo pi sistematico e riflessivo i temi degli idilli. violentissimo lo seppellisce sotto la sabbia. Da qui
Nel Dialogo della Natura e di un Islandese (1824) dissotterrato e collocato in un museo di una qualche
Leopardi affronta il tema dei rapporti delluomo con citt dellEuropa.
la natura e del significato del dolore nellesistenza
degli esseri viventi. La trama la seguente: Commento
1. Loperetta morale non ha precedenti nella storia
della letteratura italiana: nello stesso tempo opera di
Dialogo della Natura e di un Islandese,
prosa, di poesia e di filosofia.
1824 2. Essa ha una struttura dialogica e non propone veri-
t a cui credere. La risposta resta problematica, pos-
Riassunto. Un islandese, che aveva girato tutto il sibile, aperta. Lautore vuole affrontare e discutere le
mondo, giunge in Africa, sotto lequatore. Qui, con questioni, non proporre soluzioni dogmatiche, valide
laspetto di una donna gigantesca, incontra la Natura, una volta per tutte.
la sua mortale nemica. Tra uomo e Natura inizia un 3. Il tema delloperetta stato trattato pi volte anche
dialogo. Lislandese dice che lha sempre fuggita. La negli idilli. Ogni volta per il poeta sa riesaminare e
Natura allora gli chiede perch. Luomo ne spiega il ridiscutere le conclusioni a cui pervenuto. La scelta
motivo raccontando la sua storia. Fin da giovane vide del dialogo funzionale a questo scopo. Prima di lui
la vanit della vita e la stoltezza degli uomini: essi la scelta del dialogo per sua natura aperto ed anti-
cercano piaceri che non dilettano e si fanno infiniti dogmatico era stata fatta da Galileo Galilei (1564-
mali che potrebbero evitare. Egli perci, volendo evi- 1642) e dal filosofo ateniese Platone (427-347 a.C.).
tare di recare e di subire offese, cerca una vita oscura Ad esempio qui il poeta cerca di approfondire la que-
e tranquilla. Ma non la trova. Egli si libera degli uo- stione, proponendo questa risposta alla realt del do-
mini e delle loro molestie abbandonando la vita so- lore: nascita e distruzione sono ugualmente inevitabili
ciale. Tuttavia, pur vivendo privandosi di ogni piace- e necessarie, perch danno lesistenza alla natura. Se
re, non riusciva ad evitare i patimenti: la sua isola era ne mancasse una, mancherebbe anche laltra; e la na-
fredda dinverno, calda destate, e poi cera il costan- tura annichilirebbe. Nel posteriore Canto notturno di
te pericolo dei vulcani. Perci egli la lascia e cerca un pastore errante dellAsia (1829-30) il poeta fa un
altrove un luogo pi vivibile. Ma ogni luogo della ter- dialogo solitario con la luna e scopre il dolore univer-
ra che visita ha i suoi pericoli, tanto che egli pensa sale, che coinvolge indistintamente tutti gli esseri vi-
che la Natura avesse destinato alluomo un unico venti. In tal modo dal pessimismo storico perviene al
luogo della terra dove vivere e che perci luomo do- pessimismo cosmico.
vesse incolpare se stesso delle sue sofferenze. Egli 4. Il pessimismo di Leopardi ribadisce il valore della
per non trova nessun luogo dove poter vivere senza vita e il disvalore della morte. Mezzo secolo dopo
incorrere in malattie, pur astenendosi da ogni piacere. Giovanni Verga (1840-1922) propone un pessimismo
Ed ora vede gi che la vecchiaia sta tristemente so- assoluto e senza speranza nella novella Fantastiche-
praggiungendo. La Natura risponde che lei non ha ria (1878-79) come nelle altre sue opere: il mondo
fatto il mondo per luomo e che non si preoccupa n fatto di vinti, chi cerca di uscire dalle sue dure condi-
della felicit n dellinfelicit umana. Anzi non si ac- zioni di vita e dalla sua collocazione sociale va incon-
corge nemmeno se provoca felicit o infelicit agli tro alla rovina e in essa coinvolge anche i suoi cari;
uomini. Luomo allora risponde con un esempio: meglio per coloro che sono morti perch non soffrono
immaginiamo che un ricco minviti nella sua villa e pi; e fortunati coloro che non sono nati, perch evi-
che io, per compiacerlo, ci vada. Qui egli mi fa man- tano una vita fatta soltanto di sofferenze.
giare e dormire male e mi fa bastonare dai servi. Se io 5. Le risposte che Leopardi propone dei problemi fi-
mi lamentassi dei maltrattamenti e se egli mi rispon- losofici si inseriscono nella filosofia atea e materiali-
desse che non ha costruito la villa per me, io allora gli stica del Settecento, che si pu riassumere nella tesi
chiederei perch mi ha invitato: non gli ho chiesto io di Antoine-Laurent Lavoisier (1743-1794), liniziato-
di andare. Lislandese pone la stessa domanda alla re della chimica moderna, secondo cui nulla si crea,
Natura: perch lha messo al mondo, perch lo rico- nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.
pre di dolori e qual il senso delluniverso? La Natu- 6. La problematica sulluomo e sulla natura, che il
ra risponde che la vita delluniverso un ciclo infini- poeta affronta, ancora quella di una societ preindu-
to di produzione e di distruzione, ognuna delle quali striale, in cui luomo costantemente in bala delle
alimenta laltra. Perci, se cessa una delle due, cessa forze della natura. La rivoluzione industriale inglese
anche laltra, e luniverso si dissolverebbe. La soffe- (1770), che rovescia i rapporti di forza tra uomo e na-
renza quindi necessaria. Lislandese allora chiede tura, far sentire il suo impatto in Italia soltanto a me-
che senso ha la vita delluniverso, se conservata con t Novecento.
la sofferenza e la morte di tutti gli esseri che lo com-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 231
7. La natura riscoperta a partire dal Quattrocento.
LUmanesimo ne mette in luce la bellezza sensuale e
la struttura ordinata mediante la prospettiva. Ariosto
ne coglie il carattere rigoglioso e la fa diventare il
teatro delle avventure delle sue dame e dei suoi cava-
lieri. Tasso la considera il luogo di una felicit perdu-
ta (let delloro), ma anche il luogo che con le sue
seduzioni pagane affascina e tenta luomo. Galilei ne
coglie lestrema ed imprevedibile ricchezza, e ne in-
dica la struttura matematica, che luomo pu cono-
scere. Gli arcadi si rifugiano in essa, per alleviare i
loro affanni amorosi. Leopardi ne sottolinea la straor-
dinaria bellezza, ma anche linsidia che contiene: il
dolore. NellOttocento dal Romanticismo al Veri-
smo al Decadentismo appariranno altre immagini
della natura. Parallelamente anche gli artisti scopro-
no, dal Quattrocento in poi, i molteplici aspetti in cui
la natura si presenta ai loro occhi. Ogni autore ed o-
gni movimento quindi la interpreta e la presenta in
modo diverso e con una sensibilit diversa.
8. Dai Piccoli idilli alle Operette morali, ai Grandi
idilli rimane immutato latteggiamento riflessivo e
contemplativo dellautore verso i problemi e verso la
realt. I momenti di maggiore estroversione sono i
dialoghi immaginari dellislandese con la Natura o
del pastore con la luna. Il suo approccio meditativo
alla realt ben diverso da quello romantico-
passionale di Foscolo e da quello intellettualmente e
politicamente aggressivo di Manzoni, che proietta la
sua fede militante sulla realt.
9. La visione pessimistica della vita di Leopardi pu
essere opportunamente paragonata con quella di Fo-
scolo e di Manzoni, e anche con quella posteriore di
Verga. La stessa cosa si pu fare con il tema del dolo-
re e della morte, e con il tema del rapporto tra luomo
e la natura.
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Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti, 1. Dagli antichi palazzi ricoperti di muschio, dalle
dai boschi, dallarse fucine stridenti, piazze abbandonate, dai boschi, dalle officine riarse
dai solchi bagnati di servo sudor, dal fuoco e rumorose per il lavoro, dai campi bagnati
un volgo disperso repente si desta; dal sudore [di un popolo] asservito, una plebaglia di-
intende lorecchio, solleva la testa visa rapidamente si sveglia, tende lorecchio, solleva
percosso da novo crescente romor. 6 il capo, colpita da una nuova e sempre pi diffusa no-
tizia.
Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti,
qual raggio di sole da nuvoli folti, 2. Dagli sguardi dubbiosi, dai visi timorosi come un
traluce de padri la fiera virt: raggio di sole in mezzo a nuvole spesse traluce il
ne guardi, ne volti, confuso ed incerto superbo valore degli antichi romani: negli sguardi,
si mesce e discorda lo spregio sofferto nei visi, confuso ed incerto, si mescola e contrasta il
col misero orgoglio dun tempo che fu. 12 disprezzo sofferto con il misero orgoglio di un tempo
ormai passato.
Saduna voglioso, si sperde tremante,
per torti sentieri, con passo vagante, 3. Si raduna desiderosa [di sapere], si disperde im-
fra tema e desire, savanza e rist; paurita [della sua audacia], per sentieri tortuosi, con
e adocchia e rimira scorata e confusa passo indeciso; fra timore e desiderio avanza e si
de crudi signori la turba diffusa, ferma; e guarda e riguarda, scoraggiata e confusa, la
che fugge dai brandi, che sosta non ha. 18 turba dispersa dei crudeli signori, che fugge lontano
dalle spade dei nemici e che non si ferma.
Ansanti li vede, quai trepide fere, 4. Li vede ansanti come fiere impaurite , con le
irsuti per tema le fulve criniere, lunghe chiome rossicce rese irte dalla paura, cercare
le note latebre del covo cercar; la familiare oscurit del nascondiglio; e qui, lasciato
e quivi, deposta lusata minaccia, il consueto atteggiamento minaccioso, le donne su-
le donne superbe, con pallida faccia, perbe, con il viso pallido, guardare pensierose i figli
i figli pensosi pensose guatar. 24 pensierosi.
E sopra i fuggenti, con avido brando, 5. E sopra i fuggitivi, con la spada assetata di sangue
quai cani disciolti, correndo, frugando, come cani lasciati liberi correndo, frugando, da
da ritta, da manca, guerrieri venir: destra, da sinistra vengono i guerrieri nemici: [la ple-
li vede, e rapito dignoto contento, baglia divisa] li vede e, rapita da una contentezza
con lagile speme precorre levento, sconosciuta, con agile speranza anticipa lavve-
e sogna la fine del duro servir. 30 nimento e sogna la fine della sua dura servit.
Udite! Quei forti che tengono il campo, 6. Udite! Quei forti guerrieri che tengono il campo [di
che ai vostri tiranni precludon lo scampo, battaglia], che precludono le vie di fuga ai vostri ti-
son giunti da lunge, per aspri sentier: ranni, son giunti da lontano, per sentieri difficili: so-
sospeser le gioie dei prandi festosi, spesero le gioie di banchetti festosi, sorsero in fretta
assursero in fretta dai blandi riposi, da ozii piacevoli, chiamati repentinamente dalla
chiamati repente da squillo guerrier. 36 tromba di guerra.
Lasciar nelle sale del tetto natio 7. Essi lasciarono nelle sale della dimora nativa le
le donne accorate, tornanti alladdio, donne accorate, che ripetevano laddio, le preghiere, i
a preghi e consigli che il pianto tronc: consigli, che il pianto interruppe: hanno la fronte ca-
han carca la fronte de pesti cimieri, rica degli elmi ammaccati, hanno posto le selle sui
han poste le selle sui bruni corsieri, loro bruni cavalli, volarono sul ponte levatoio, che
volaron sul ponte che cupo son. 42 risuon cupamente.
E il premio sperato, promesso a quei forti, 10. E il premio sperato, promesso a quei forti [guer-
sarebbe, o delusi, rivolger le sorti, rieri], sarebbe, o illusi!, mutare la sorte, porre fine al
dun volgo straniero por fine al dolor? dolore di una plebe straniera? Ritornate alle vostre
Tornate alle vostre superbe ruine, superbe rovine, alle opere servili delle officine riarse
allopere imbelli dellarse officine, dal fuoco, ai solchi bagnati da sudore servile.
ai solchi bagnati di servo sudor. 58
11. Il vincitore si mescola con il nemico vinto, con il
Il forte si mesce col vinto nemico, nuovo signore rimane lantico; un popolo e laltro vi
col novo signore rimane lantico; stanno sul collo. Dividono i servi, dividono gli ar-
lun popolo e laltro sul collo vi sta. menti; si insediano insieme sui campi insanguinati di
dividono i servi, dividon gli armenti; una plebaglia divisa, che non ha neppure il nome.
si posano insieme sui campi cruenti
dun volgo disperso che nome non ha. 64
---II--- ---II---
Riassunto. 1. Dagli antichi palazzi in rovina e dai perci la seguente: gli italici, se vogliono la libert,
campi bagnati di sudore servile un volgo disperso al- non devono contare su aiuti stranieri; devono lottare
za la testa, colpito da una inattesa notizia. 2. Nei suoi con le proprie forze.
occhi dubbiosi traspare il coraggio degli antichi ro- 2. La tragedia ha una dimensione religiosa e politica.
mani; e lumiliazione presente contrasta con il misero a) Essa affronta il problema del male e del dolore nel-
orgoglio per la grandezza del passato. 3. Si raduna e la vita umana e nella storia: Adelchi e la sorella Er-
si disperde, e guarda con speranza i crudeli oppressori mengarda appartengono al popolo degli oppressori
che fuggono davanti ai nemici. 4. Vede i superbi eppure essi stessi sentono il peso dellingiustizia e
guerrieri cercare i nascondigli del loro covo; e vede le delloppressione. Adelchi muore in difesa del suo po-
loro donne pallide guardare i figli. 5. Vede i vincitori polo. Ermengarda ripudiata da Carlo, che essa ama-
inseguire gli sconfitti; e spera che siano giunti per va, e costretta a ritirarsi in convento: soltanto la morte
porre fine alla loro servit. 6. Ma i vincitori sono sembra lunica via duscita ad una vita di dolore. Car-
giunti da lontano, hanno interrotto la vita festosa per lo accorre in aiuto della Chiesa, minacciata dai lon-
impugnare le armi. 7. Hanno lasciato le loro donne e i gobardi; ma non immune dalla violenza: ripudia la
loro castelli. 8. Hanno affrontato marce forzate e notti moglie per unaltra donna. Per lo scrittore resta irri-
gelide, pensando sempre alle loro dimore e ai collo- solto il problema ed il mistero del male nella storia.
qui damore. 9. Hanno sopportato la fame e rischiato b) Essa anche il dramma di tre popoli: i longobardi
la vita in battaglia. 10. E il premio sperato, promesso opprimono gli italici; ma sentono a loro volta lama-
a quei forti, sarebbe quello di liberare un volgo stra- rezza della sconfitta. Gli italici sperano che i franchi
niero dalloppressione? Gli italici si illudono, e pos- vincitori siano venuti a liberarli dalloppressione lon-
sono tornare alle loro attivit servili. 11. Il vincitore si gobarda. Ma la speranza dura poco: essi devono ora
mescola con il nemico vinto. Con il nuovo signore subire anche loppressione dei nuovi vincitori, che si
rimane anche lantico: due oppressori ora pesano sul- alleano con gli antichi signori. I franchi scendono in
le spalle di un volgo che non ha nemmeno il nome. Italia per difendere la Chiesa, e sconfiggono i longo-
bardi. Essi per non hanno affrontato i pericoli per
Commento niente: dividono i servi e gli armenti dei longobardi
1. Il coro si pu dividere in due parti: a) nella prima sconfitti. Cos gli italici hanno un nuovo oppressore.
gli italici vedono i longobardi in fuga davanti ai fran- 3. Il poeta interviene direttamente nel coro, con du-
chi, e sperano che i franchi siano venuti a liberarli rezza e sarcasmo, nei confronti degli italici: Udite!
dalla servit; b) nella seconda il poeta interviene con Quei prodi che tengono il campo.... Essi sono degli
una argomentazione: i franchi non hanno lasciato le illusi, se sperano che i franchi siano venuti a liberarli
loro dimore n hanno affrontato mille pericoli per ve- dalloppressione longobarda. Egli fonde riflessione
nire a liberare un volgo straniero. Gli italici possono storica e ragionamento politico: i franchi non possono
perci abbandonare la speranza di vedere finita la lo- avere affrontato tanti rischi per liberare un volgo di-
ro servit: vincitori e vinti si uniscono e loppressione sperso; essi, realisticamente, li hanno affrontato in vi-
diventa ancora pi grave. La conclusione, implicita, sta del bottino che potevano conquistare. Altre argo-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 240
mentazioni si trovano in Marzo 1821: gli oppressori Marzo 1821 (1821, pubblicata nel 1848) scritta in
hanno tradito le promesse di libert che avevano fatto occasione dei moti piemontesi del 1821. Il poeta im-
quando Napoleone li opprimeva; Dio non pu per- magina che i patrioti piemontesi si uniscano ai patrio-
mettere che un popolo sia oppresso da un altro. Ma ti lombardi per cacciare gli oppressori limpero a-
gli oppressi devono conquistare la loro libert con le sburgico dallItalia. Ci succede effettivamente 27
armi e il proprio sangue. anni dopo, nel 1848, quando scoppia la prima (e sfor-
4. Il poeta collega queste antiche vicende con la si- tunata) guerra dindipendenza: lesercito di Carlo Al-
tuazione politica presente: gli italiani sono oppressi berto accorre in aiuto dei milanesi insorti e insieme
dallimpero asburgico; ad essi indica la via per riac- cacciano il nemico. Il motivo politico per si fonde
quistare la libert: non sperare nellaiuto di altri po- con quello religioso: Dio non vuole che ci siano po-
poli, ma impugnare le armi e combattere. Questa tesi poli oppressi e si schiera con questi contro gli oppres-
ribadita con forza anche in Marzo 1821. sori. E tuttavia gli italiani, se vogliono la libert, non
5. La fede del poeta non imbelle, combattiva; e devono aspettarla n da Dio n da altri popoli: se la
non intende porgere laltra guancia. I rapporti del po- devono conquistare con le loro forze e con il loro
eta con la Chiesa non sono mai stati facili. La sua fe- sangue. Nellode quindi motivazioni religiose e moti-
de non gli impedisce di ritenere positiva la fine del vazioni patriotiche si fondono intimamente.
potere temporale della Chiesa (per questo motivo ac-
cetta la cittadinanza onoraria di Roma); n gli impe-
disce di pensare che Roma lunica capitale che
lItalia unificata pu aspirare di avere.
---II---
Alla illustre memoria di Teodoro Koerner poeta e Alla illustre memoria di Teodoro Koerner poeta e
soldato della indipendenza germanica morto sul soldato della indipendenza germanica morto sul
campo di Lipsia il giorno XVIII dottobre campo di Lipsia il giorno XVIII dottobre 1813 nome
MDCCCXIII nome caro a tutti i popoli che combat- caro a tutti i popoli che combattono per difendere o
tono per difendere o per riconquistare una patria per riconquistare una patria
V 5.
DallAlpi alle Piramidi, Dalle Alpi alle piramidi, dal Manzanarre (=Spagna)
dal Manzanarre al Reno, al Reno (=Germania), il fulmine (=leffetto pratico
di quel securo il fulmine dellazione) di quelluomo sicuro [di s e fiducioso
tenea dietro al baleno; nella sorte] teneva dietro al lampo (=lideazione dei
scoppi da Scilla al Tanai, piani militari); scoppi dalla Sicilia al Don (=Russia),
dalluno allaltro mar. dalluno allaltro mare.
VI
Fu vera gloria? Ai posteri 6.
lardua sentenza: nui Fu vera gloria (=la gloria militare)? Ai posteri [spet-
chiniam la fronte al Massimo ta] il difficile giudizio: noi chiniamo il capo davanti a
Fattor, che volle in lui Dio, il quale volle lasciare in lui un segno pi grande
del creator suo spirito della sua potenza creatrice.
pi vasta orma stampar.
IX 9.
Ei si nom: due secoli, Egli impose la sua volont: due secoli, armati luno
lun contro laltro armato, contro laltro, sottomessi a lui si volsero, come per
sommessi a lui si volsero, aspettare il loro destino; egli impose il silenzio, e co-
come aspettando il fato; me arbitro si sedette in mezzo a loro.
ei fe silenzio, ed arbitro
sassise in mezzo a lor.
XI
Come sul capo al naufrago 11.
londa savvolve e pesa, Come londa si abbatte e pesa sul capo del naufrago
londa su cui del misero, londa sulla quale soltanto poco prima lo sguardo del
alta pur dianzi e tesa, misero scorreva alto e proteso a discernere invano
scorrea la vista a scernere approdi lontani ;
prode remote invan;
XIII 13.
Oh quante volte, al tacito Oh quante volte, al tramonto silenzioso di un giorno
morir dun giorno inerte, trascorso nellinerzia, abbassati gli occhi sfolgoranti,
chinati i rai fulminei, le braccia conserte sul petto, stette [immobile], e fu
le braccia al sen conserte, assalito dal ricordo dei giorni passati!
stette, e dei d che furono
lassalse il sovvenir!
XVII 17.
Bella Immortal! benefica O bella Immortale! O benefica Fede, abituata a vince-
Fede ai tronfi avvezza! re! Scrivi anche questa vittoria, rallegrati; perch un
Scrivi ancor questo, allegrati; uomo pi grande e pi superbo non chin mai il suo
ch pi superba altezza capo davanti alla Croce.
al disonor del Glgota
giammai non si chin.
18.
Tu dalle stanche ceneri Tu, o Fede, dalle ceneri ormai stanche allontana ogni
sperdi ogni ria parola: parola oltraggiosa: il Dio che atterra ed innalza, che
il Dio che atterra e suscita, affanna e che consola, sul letto solitario (=abbando-
che affanna e che consola, nato dagli uomini) si pos accanto a lui.
sulla deserta coltrice
accanto a lui pos.
---II--- ---II---
Riassunto. Tutta la terra stupita e silenziosa alla no- tempi lunghi a cui solito. Si lamenta per primo delle
tizia della morte di Napoleone. Manzoni, che non lo imperfezioni metriche e stilistiche. In effetti sul piano
ha adulato quandera potente n lha oltraggiato artistico lode non paragonabile ad opere coeve co-
quando rimase sconfitto (come avevano fatto gli altri me il coro dellatto III dellAdelchi o Marzo 1821.
intellettuali), esprime ora il suo giudizio, che del 2. Egli d un giudizio durissimo sugli intellettuali,
tutto positivo. Il genio militare di Napoleone si di- che hanno celebrato Napoleone quando era vincitore
spieg in tutta Europa. Fu vera gloria? Il poeta sem- e lhanno oltraggiato quando fu sconfitto. La stessa
bra lasciare ai posteri il compito di dare il difficile condanna si trova anche nei Promessi sposi.
giudizio (in realt lo d alla fine dellode). Napoleone 3. Manzoni immagina che Napoleone alla fine della
domin due secoli e con le sue armate diffuse gli ide- vita sia stato toccato dalla fede: come era successo a
ali della rivoluzione francese (fraternit, uguaglianza lui e come succeder allInnominato. La fede manzo-
e libert, e patria). Questo stato il compito che la niana per non soffocante n totalitaria n integrali-
Provvidenza, di cui era strumento, gli ha fatto svolge- sta n apologetica. Essa tiene presente anche altri
re. Dopo la gloria militare sui campi di battaglia, egli punti di vista quello politico, economico, sociale
si sent oppresso dai ricordi nella piccola isola di ecc. , che cerca di inquadrare in una visione pi va-
SantElena, e fu preso dalla disperazione. A questo sta, organica ed onnicomprensiva delluomo e della
punto per su di lui discese la Fede, che lo avvi per i storia.
sentieri della speranza, ai campi eterni, dove non ha 4. Manzoni quindi d di Napoleone un duplice giudi-
alcun valore la gloria militare che ha conquistato sul- zio: terreno (Napoleone raggiunse la pi grande glo-
la terra (questo il giudizio del poeta). E, mentre gli ria terrena e, strumento della Provvidenza divina, dif-
uomini mostrano di averlo gi dimenticato, Dio viene fuse gli ideali della Rivoluzione francese, oltre che
al suo capezzale, per fargli la veglia funebre. lideale di patria), ma anche ultraterreno (Dio volle
stampare in Napoleone il simbolo pi grande della
Commento sua potenza creatrice; in cielo la sua gloria militare
1. Manzoni usa versi facili e orecchiabili, perch sol- non ha alcun valore). Il giudizio politico e quello re-
tanto in essi poteva incanalare la sua fretta di espri- ligioso si fondono nella conversione spirituale che
mere il suo giudizio su Napoleone: lode scritta in coinvolge anche Napoleone (e che aveva gi toccato
soli tre giorni, un tempo brevissimo rispetto ai il poeta).
---II---
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 246
I promessi sposi, 1840-42 ragazza, schiacciata dallangoscia, fa voto di non spo-
Con I promessi sposi (1821-23, 1824-27, 1840-42) sarsi. La sua presenza per provoca nellInnominato
Manzoni riprende la formula del romanzo storico, la definitiva crisi religiosa, che maturava ormai da
che aveva avuto un grande successo con i romanzi tempo. Egli si converte grazie anche allintervento
avventurosi e popolari dellinglese Walther Scott del cardinale Federigo Borromeo. Lucia quindi libe-
(1771-1832). Tale tipo di romanzo costituito da due ra. Intanto, portata da bande di soldati di passaggio, si
parti: a) una parte storica, effettivamente avvenuta, diffonde la peste, che miete centinaia di vittime in
che fa da sfondo; e b) una parte inventata, ma vero- tutta la regione. Renzo coglie loccasione della peste
simile cio che poteva effettivamente essere acca- per ritornare prima nel suo paese, poi a Milano, per
duta , che si inserisce sullo sfondo storico. La parte cercare Lucia. La trova nel lazzaretto, dove cura i ma-
storica costituita dalla Lombardia del Seicento lati. Qui trova anche don Rodrigo, che sta morendo.
(1630-32), dominata dal malgoverno spagnolo. La La rabbia verso il prepotente si trasforma in perdono
parte inventata la trama del romanzo: le vicende di verso il moribondo. Il problema del voto sciolto da
Renzo e Lucia, che incontrano un ostacolo al loro padre Cristoforo, anche lui presente nel lazzaretto ad
matrimonio. Lautore compie due operazioni estre- assistere i malati. Di l a poco un temporale prean-
mamente innovatrici: a) inserisce i fatti storici come nunzia la fine della peste. I due giovani si possono
la vicenda inventata in una visione religiosa e provvi- cos sposare: Renzo si dedica al suo lavoro di artigia-
denziale della vita e della storia umana; e b) sceglie no, Lucia ai figli che arrivano. Renzo vuole trarre una
come protagonisti gli umili del Vangelo, e dal loro morale dalle sue disavventure; egli ha imparato a non
punto di vista vede la vita umana e i grandi avveni- ubriacarsi e a non fare discorsi in piazza. Lucia, pi
menti storici. Lopera quindi rispecchia le convinzio- riflessiva, ha imparato invece che i guai le sono cadu-
ni religiose e politiche dellautore. Il romanzo per ti addosso anche se non li ha cercati; e tuttavia la fi-
presenta uno spaccato dellintera societ del tempo, ducia in Dio li ha resi pi tollerabili e lhanno spinta
dalle classi nobili al popolo. Inoltre presenta un mo- verso una vita migliore.
dello di lingua italiana, che al tempo non esisteva e
che doveva unificare linguisticamente lItalia, che al- Commento
lora conosceva anche questa divisione, oltre a quella 1. Con il romanzo Manzoni si propone molteplici
politica ed economica. Questo il senso dellimpe- scopi: a) scegliere come protagonisti due esponenti
gno ventennale profuso dallautore nella revisione del del popolo, precisamente due piccoli artigiani di pro-
testo. vincia, sulla spinta di idee illuministiche e democrati-
che; b) inserire la loro vicenda in un contesto sociale
Lopera riassunta e commentata in modo pi artico- e storico pi vasto, tanto da dare uno spaccato storico
lato in della societ lombarda nei primi decenni del Seicen-
to; c) proporre ideali civili, sociali, religiosi, politici,
http://www.letteratura- desunti dalla sua formazione illuministica e dalla sua
italia- fede religiosa; d) porre le basi di una letteratura atten-
na.com/pdf/letteratura%20italiana/08%20MANZONI ta alle classi popolari e di una lingua nazionale valida
%20Promessi%20sposi.pdf per tutte le regioni dItalia e per tutte le classi sociali.
2. Come intellettuale e come letterato egli quindi cer-
E in ca di rispondere ai problemi politici, religiosi e sociali
http://www.letteratura- avanzati dalla societ del suo tempo. Questo il sen-
italia- so della sua durissima polemica contro il malgoverno
na.com/pdf/letteratura%20italiana/14%20Scrittura%2 spagnolo, che spadroneggia in Italia, e contro gli in-
0creativa.pdf pp. 426-31. tellettuali vuoti, disimpegnati o al servizio del potere
dominante come don Ferrante o lavvocato Azzecca-
Riassunto. Renzo e Lucia sono due giovani di un pae- garbugli. Questo ancora il senso della revisione lin-
se vicino a Lecco in procinto di sposarsi. Il curato del guistica a cui egli sottopone il romanzo prima della
paese, don Abbondio, per minacciato da un signo- pubblicazione definitiva. Lo scrittore elimina dialetti-
rotto del luogo, don Rodrigo, a non celebrare il ma- smi e barbarismi, e nella costruzione di una lingua
trimonio. La madre di Lucia, Agnese, propone un ma- valida per tutta la nazione prende come riferimento il
trimonio di sorpresa, che fallisce. I due giovani sono fiorentino del suo tempo parlato dalle classi medie. In
cos costretti a separarsi. Renzo va a Milano, dove fi- tal modo egli continua lopera di costruzione lingui-
nisce in un subbuglio di piazza, si mette nei guai ed stica iniziata dai grandi scrittori del Trecento (Dante,
costretto a fuggire precipitosamente e a riparare nel Petrarca, Boccaccio) e continuata nei secoli successi-
territorio di Bergamo, allora sotto la Repubblica di vi da altri scrittori fiorentini o toscani (Machiavelli,
Venezia. Lucia, su consiglio del padre spirituale fra Galilei e la scuola galileiana) come da scrittori di al-
Cristoforo, si rifugia in un convento a Monza, sotto la tre regioni dItalia (Ariosto, Tasso, Metastasio) che
protezione di una monaca. Qui per rapita dai bravi prendono a modello la lingua di Firenze. Con il ro-
dellInnominato, un potente signorotto dei dintorni, a manzo Manzoni pone le basi per lunit linguistica
cui don Rodrigo aveva chiesto aiuto. Nel castello la nazionale e per litaliano moderno.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 247
3. Nel romanzo sopra le vicende umane appare la
presenza della Provvidenza, che interviene e che sa
trarre il bene anche dal male. Lopera ha un lieto fine,
perch Renzo e Lucia si sposano; ed ha anche una
conclusione morale, che lautore trae, scusandosi se
con essa annoia il lettore. Il lieto fine per non
scontato: i due protagonisti hanno dovuto affrontare
molte difficolt e molte prove prima di potersi sposa-
re. Hanno dovuto avere fede. La fede fa vedere la vita
con fiducia, ma non cambia la durezza della vita. Le
prove della vita sono effettive e lasciano il segno: pa-
dre Cristoforo muore, muoiono anche don Rodrigo ed
il conte Attilio, muoiono anche numerosi compaesa-
ni. La peste spietata, non distingue i buoni dai catti-
vi.
4. Con Dante Manzoni divide non soltanto limpegno
di costruire una lingua nazionale, ma anche la visione
provvidenziale della storia. Il poeta fiorentino laveva
espressa in particolare in Pd VI, dove limperatore
Giustiniano traccia la storia dellImpero dallincendio
di Troia fino alla fine del Duecento.
------------------------------II-----------------------------
Ah si chiama ozio il suo, brutte marmotte? Figli miei cari, state bene attenti.
Non fa mai niente il Papa, eh?, non fa niente? Sovrani in allegria significa brutti tempi.
Cos vi pigliasse un accidente Chi ride che cosa fa? Mostra i denti.
Come lui si strapazza giorno e notte.
Commento
Chi parla con Dio padre onnipotente? 1. Il triregno il copricapo con tre corone, segno del
Chi assolve tanti figli di mignotte? potere papale.
Chi manda in giro le indulgenze a botti? ---II---
Chi va in carrozza a benedire la gente?
Er Papa novo
Chi gli conta i suoi quattrini?
Chi laiuta a creare i cardinali? Che cce faressi? un gusto mio, fratello:
Le gabelle, per Dio, non le fa lui? su li gusti, lo sai, nun ce se sputa.
Sto Papa che cc mm rride, saluta,
[Pensate] soltanto alla fatica da facchino ggiovene, a la mano, bbono, bbello...
di strappare tutto lanno memoriali (=suppliche)
e buttarli a pezzetti nel cestino! Eppuro, er genio mio, si nun ze muta,
---II--- sta ppi pper papa morto, poverello!:
nun fussantro pe av messin castello,
Le risate der Papa senza piet, cquella ggina futtuta.
Er Papa ride? Male, amico! sseggno Poi, ve pare da papa, a sto paese,
ca mmomenti er zu popolo ha da piaggne. er d ccontro a pprelati e a ccardinali,
Le risatine de sto bbon padreggno e lussc a ppiede e er riseg le spese?
pe nnoi fijjastri2 s ssempre compaggne.
Guarda la su cuscina e er rifettorio:
Ste facciacce che pporteno er trireggno s ppropio un pianto. Ah cqueli bbravi ssciali,
sassomijjeno tutte a le castaggne: quele bbelle maggnate de Grigorio!
bbelle de fora, eppoi, pe ddio de leggno,
21 ottobre 1846
muffe de drento e ppiene de magaggne.
---II---
Er Papa ghiggna? Sce s gguai per aria: Il Papa nuovo
tanto ppi ccher zu ride de sti tempi
nun me pare una cosa nescessaria. Che ci vuoi fare? un gusto mio, fratello:
Sui gusti, lo sai, non ci si sputa.
Fijji mii cari, state bbene attenti. Questo Papa che c ora (=Pio IX) ride, saluta,
Sovrani in alegria s bbrutti esempi. giovane, alla mano, buono, bello...
Chi rride cosa fa? Mmostra li denti.
Eppure, il genio mio, se non si muta,
17 novembre 1834
sta pi per (=preferisce) il Papa morto, poverello!,
---II--- non fosse altro per aver messo in prigione,
senza piet, quella gena fottuta (=i prigionieri politi-
ci).
Commento
1. Questa canzone, tipicamente bersaglieresca,
composta da Antonio Genise e musicata da Giuseppe
Lama nel 1915. diffusa in due versioni, per uomo e
per donna. Ha subito una grande diffusione e diventa
uno dei pezzi pi suonati delle fanfare del tempo.
un canto in cui si riversa tutto limpeto dei bersaglie-
ri.
2. Essa non appartiene al primo Risorgimento (1848-
1870), ma alla prima guerra mondiale. E tuttavia
mantiene ancora lo spirito risorgimentale. Il tempo
passa, ma la cultura no. LItalia non riesce a rinno-
varsi e il primo Risorgimento diventa un mito intoc-
cabile e dogmatico, fortemente ritoccato e romanzato,
abbandonato soltanto dopo il 1975. Sulla stessa linea
si muovono alcuni storici che interpretarono la prima
guerra mondiale come la quarta e ultima guerra
dindipendenza. Erano in ritardo di 60 anni, mentre il
resto dellEuropa era andato avanti e combatteva per
il dominio sul mondo (1870-1915, let degli impe-
rialismi europei).
3. Da notare le due voci: dei bersaglieri e, al centro,
della ragazza, che racconta la sua storia.
-----------------------------II-----------------------------
La poetica. Carducci n come poeta n come intellet- Le Rime nuove (1887) costituiscono la pi ampia rac-
tuale pu essere posto accanto ai grandi romantici di colta carducciana e contengono alcune delle poesie
primo Ottocento (Foscolo, Leopardi, Manzoni) o ai pi note.
poeti decadenti di fine secolo (Pascoli, DAnnunzio):
i suoi ideali sono ideali letterari, che non fuoriescono San Martino, 1883
dallambito universitario in cui egli vive, per diventa-
re ideali civili, capaci dintervenire sulla realt politi- La nebbia a glirti colli
ca e sociale, come avevano saputo fare umanisti e piovigginando sale,
romantici. Egli per un autore importante perch e sotto il maestrale
per oltre 40 anni (1863-1907) costituisce il punto di urla e biancheggia il mar;
riferimento della poesia italiana e lespressione pi
completa della cultura ufficiale e della classe dirigen- ma per le vie del borgo
te borghese. Il suo ritorno inoffensivo alla cultura e al dal ribollir de tini
mito della Roma classica diventa un comodo alibi per va laspro odor de i vini
nascondere con parole e immagini retoriche la mise- lanime a rallegrar.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 270
Gira su ceppi accesi provare un rapido sentimento di malinconia, ma non
lo spiedo scoppiettando: riesce ad andare oltre.
sta il cacciator fischiando ---II---
sulluscio a rimirar
Traversando la Maremma toscana, 1885
tra le rossastre nubi
stormi duccelli neri, Dolce paese, onde portai conforme
comesuli pensieri, labito fiero e lo sdegnoso canto
nel vespero migrar. e il petto ovodio e amor mai non saddorme,
---II--- pur ti riveggo, e il cor mi balza in tanto.
Il Decadentismo sorge in Francia alla fine dellOt- Il Decadentismo giunge in Italia verso il 1890. I suoi
tocento. Non un preciso movimento culturale o arti- maggiori rappresentanti sono Giovanni Pascoli
stico, che inizia con un manifesto programmatico. (1855-1912) e Gabriele DAnnunzio (1863-1938).
un modo di pensare, un atteggiamento, che coinvolge Essi sviluppano i temi decadenti in due direzioni op-
letterati ed artisti stanchi della ragione, della scienza, poste: intimistica e rinunciataria il primo, estetistica e
del Positivismo, del Realismo e del Naturalismo, e superomistica il secondo.
insoddisfatti della cultura e dellottimismo ufficiali. Nel Decadentismo e nel Simbolismo soprattutto in
Esso quindi recupera quei valori individualistici e ir- Pascoli hanno le loro radici le correnti poetiche che
razionali (lintuizione, il sentimento, la volont, sorgono in Italia nella prima met del Novecento:
linconscio, il rifiuto di certezze acquisite una volta Crepuscolarismo, Ermetismo ecc. e che vorrebbero
per sempre) che il Realismo e il potere costituito a- staccarsi e polemizzare con le loro origini.
vevano messo da parte. Il termine agli inizi ha un si- ------------------------------II-----------------------------
gnificato negativo, ma poi usato per indicare una
nuova concezione dellarte, che si contrapponeva ai
miti e alle pratiche artistiche del Realismo, e che fa-
ceva emergere la crisi della letteratura e, pi in gene-
rale, la crisi di valori di una intera civilt.
Liniziatore pu essere considerato Charles Baudelai-
re (1821-1867), che scrive Les fleurs du mal (1857,
1668). I poeti maledetti che continuano la poesia
baudelairiana sono Paul Verlaine (1844-1906), Ar-
thur Rimbaud (1854-1891), Stphane Mallarm
(1842-1898), lamericano Edgar Allan Poe (1809-
1849). Gli intellettuali decadenti esprimono il loro
dissenso dalla cultura e dallarte dominanti dando vita
a numerose riviste come Nouvelle Rive Gauche,
Lutce, Revue Indpendante. Nel 1886 pubblica-
no la rivista settimanale Le Dcadent. Essi propon-
gono una nuova concezione dellarte, che si basa sul
rifiuto delle estetiche naturalistiche e positivistiche
ufficiali, sul rifiuto delle funzioni pubbliche del poe-
ta, interpretato come vate, sulla ricerca di una nuova
identit per il poeta e sulluso costante del simboli-
smo.
Il poeta non ha pi messaggi o ideali pubblici o civili
da cantare, come proponeva il Romanticismo: il poeta
si autoemargina dalla societ e da qualsiasi program-
ma, per cantare la sua individualit, il suo animo, il
suo microcosmo, i suoi problemi. Egli pratica larte
per larte, poich larte una giustificazione suffi-
ciente a se stessa.
Il simbolismo, come lanalogia, non nuovo nella
storia letteraria: il pensiero medioevale ne faceva am-
pio uso, e la Divina commedia va letta tenendo pre-
senti i quattro sensi delle scritture. Il Decadentismo
per ne fa un uso nuovo e ben pi libero, perch lo
stesso poeta a scegliere i simboli e a dare loro un si-
gnificato arbitrario.
Decadentismo e Simbolismo invadono tutte le arti e
dalla Francia si diffondono in tutta Europa.
------------------------------II-----------------------------
Al campo, dove roggio nel filare Lenta la neve, fiocca, fiocca, fiocca,
qualche pampano brilla, e dalle fratte senti: una zana dondola pian piano.
sembra la nebbia mattinal fumare, Un bimbo piange, il piccol dito in bocca,
canta una vecchia, il mento sulla mano,
arano: a lente grida, uno le lente
vacche spinge; altri semina; un ribatte La vecchia canta: Intorno al tuo lettino
le porche con sua marra paziente; c rose e gigli, tutto un bel giardino.
Nel bel giardino il bimbo saddormenta.
ch il passero saputo in cor gi gode, La neve fiocca lenta, lenta, lenta.
e il tutto spia dai rami irti del moro; ---II---
e il pettirosso: nelle siepi sode
il suo sottil tintinno come doro. Orfano
---II---
Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca.
Senti: una culla dondola pian piano.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 282
Un bimbo piange, con il piccolo dito in bocca; In Lavandare laratro dellultimo verso rimanda alla-
una vecchia canta, tenendo il mento sulla mano. ratro del primo; la ripetizione ribadita dai suoni
monotoni dei panni sbattuti e dalle lunghe cantilene
La vecchia canta: Intorno al tuo lettino delle lavandaie. Ne Il gelsomino notturno come ne La
ci sono rose e gigli, tutto un bel giardino. mia sera la ciclicit sostituita da unaltra struttura:
Nel bel giardino il bimbo si addormenta. due serie di fatti paralleli che alla fine convergono.
La neve fiocca lenta, lenta, lenta. Nella prima poesia la vita della natura e la vita degli
sposi procedono parallelamente. Alla fine le due serie
Riassunto. La neve cade fitta. In una casa un bambino di fatti convergono nellurna molle e segreta, sia
piange. Una vecchia gli canta una ninna nanna per dei fiori sia della donna, che fecondata. Ne La mia
farlo addormentare: Intorno al tuo lettino c un sera la vita del poeta sconvolta dal dolore parallela
giardino di rose e di gigli. In questo giardino il bam- al giorno sconvolto dal temporale. Alla fine la sera
bino si addormenta, mentre la neve continua a cadere tranquilla del giorno rimanda alla sera tranquilla della
lentamente. vita del poeta. Ma questa sera della maturit fa andare
il poeta con il pensiero a quandera bambino e si ad-
Commento dormentava accudito e circondato dallaffetto della
1. Il titolo primitivo era Neve; soltanto in seguito il madre. Anche gli architetti medioevali conoscevano
poeta lo sostituisce con Orfano, un titolo meno felice, gli effetti suggestivi ed ipnotici delle strutture cicliche
perch appesantisce la poesia con un significato sim- o circolari: i rosoni elaborati delle facciate delle cat-
bolico e lacrimoso. La composizione un rispetto, tedrali lo testimoniano.
molto usato nella poesia toscana dei primi secoli. Lo 4. Il poeta costruisce un contrasto tra la neve che cade
schema metrico ABABCCDD. Le rime per, come senza fine fuori della casa nel buio della notte e la vi-
altrove, non si sentono, schiacciate dai suoni, dalle ta dentro la casa. Qui un bambino piange. I genitori
immagini e dalle figure retoriche. C una corrispon- non ci sono. La vecchia cerca di farlo addormentare
denza tra la ninna nanna cantata dalla vecchia e la cantando una ninna nanna. Il bambino solo e indife-
stessa poesia: anche questultima pu essere conside- so, ha bisogno di affetto, di calore e di protezione, ma
rata una ninna nanna. Orfano ripete la stessa struttura pu ricevere soltanto le cure della nonna. Il termine
di Lavandare: la ninna nanna della vecchia corri- vecchia per d lidea di una distanza temporale ed
sponde alla cantilena delle lavandaie. il principio affettiva di una solitudine esistenziale insuperabi-
della matrioska, che applicato anche in numerose le tra la nonna ed il bambino.
altre composizioni. 5. Anche qui, seppure in modo sfumato, c il freddo
2. Il linguaggio semplicissimo: i due protagonisti della neve fuori della casa e, forse, il caldo o almeno
sono un bimbo e una vecchia. La vecchia si rivolge al il tepore dentro la casa. La casa per non sembra mol-
bambino usando una sintassi elementare, che con la to riscaldata, n dal caldo fisico, n dal calore affetti-
sua monotonia di suoni deve far addormentare il vo. La vecchia non pu dare al bambino quel calore
bambino. Si passa in modo spontaneo dal discorso che soltanto i genitori possono dare.
impersonale del narratore alla ninna nanna (non se- 6. La solitudine di questa casa ricorda la solitudine
gnata dalle virgolette) della vecchia. Ci sono termini dei due sposi de Il gelsomino notturno. Per il poeta
(zana=culla) e sintassi popolari (c rose e gigli, tut- esiste soltanto la casa-nido che protegge i suoi abitan-
to un bel giardino). Compaiono per anche due ac- ti dalle aggressioni esterne. La casa per solitaria,
cusativi alla greca: il picciol dito in bocca, il mento non riesce a stabilire rapporti positivi con le altre case
sulla mano. Essi si confondono con il linguaggio e con gli altri nidi. Il poeta (e, simbolicamente, la
semplice e popolare, per mostrano che la spontanei- casa) solo, non a combattere, ma a difendersi contro
t della poesia soltanto apparente: essa il risultato il mondo esterno. La casa diventa rifugio, stretto e
di una profonda conoscenza del linguaggio e delle soffocante, di chi ha paura del confronto, della lotta,
sue possibilit espressive. I termini, i versi, le rime, i della vita. La stessa ideologia si trova ne La siepe dei
linguaggi settoriali, le immagini si lasciano plasmare Poemetti, che serve a delimitare e a difendere il cam-
dalle mani del poeta senza opporre alcuna resistenza. po del contadino dai vicini.
3. Il primo verso concluso dallultimo, che rimanda 7. La poesia soltanto in apparenza spontanea ed
al primo: la poesia appare ciclica, fuori del tempo e immediata: rivela unelaborazione letteraria invisibile
dello spazio. Lunica differenza che il primo verso ma raffinatissima ed espertissima. Oltre a ci essa
ripete tre volte il termine fiocca, lultimo verso ripete trasmette, non alla ragione, ma allinconscio una serie
invece, sempre per tre volte, il termine lenta. Come in di valori e di ideali che opportuno portare alla luce
altre poesie, la fine si ricollega allinizio, ed il ciclo si ed esaminare criticamente, per evitare di assumerli
ripete. La ripetizione dei termini ha per anche una come validi, oggettivi ed universali a causa del potere
funzione ipnotica e onomatopeica: serve a riprodurre ipnotico e persuasivo dei versi.
visivamente e fonicamente la lentezza con cui cade la 8. Si pu confrontare Orfano con Nevicata (1881) di
neve. Anche altre poesie di Pascoli hanno una struttu- Carducci. La differenza tra i due autori abissale: il
ra ciclica, che distruggono il tempo e che catturano il metro barbaro, tutto esteriore, di Carducci non pu
lettore dentro un universo da cui non pu pi uscire. stare alla pari con il metro recuperato da Pascoli nella
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 283
nostra tradizione letteraria. Carducci descrive la neve Il sole scendeva tra gli olmi in fasce polverose.
che ricopre la citt, si lascia distrarre dalle cose In cielo erano soltanto due nuvole, sfilacciate,
(lerbivendola, la carrozza, la canzone ilare), dai pen- che sembravano due bianche spennellate
sieri (i passeri diventano gli amici che ritornano dal in tutto il cielo turchino.
sepolcro a chiamarlo tra loro) e dai suoi sentimenti (la
lotta indomabile, labbattimento esistenziale, la scon- [Si vedevano] siepi di melograno, cespugli
fitta). Pascoli evita le descrizioni razionali e trasfor- di tamerici, in lontananza [si sentiva] il rumore
ma i suoni, i versi, le ripetizioni e le immagini in regolare e monotono di una trebbiatrice,
strumenti capaci di superare le barriere e le difese lAngelus suonato dalle campane...
della ragione e di penetrare oltre la coscienza,
nellinconscio del lettore. Carducci si concentra sul Dovero? Le campane mi dissero dovero,
mondo esterno o sulla sua angoscia. Pascoli invece piangendo, mentre un cane latrava al forestiero,
scompare, e risucchia tutta la realt dentro la casa cir- che andava a capo chino.
condata dal freddo e dalla neve, dove una vecchia ---II---
culla un bambino che piange. Il lettore dimentica tut-
to, sente il freddo della notte, allunga la mano per Riassunto. Il poeta sogna la sua fanciullezza felice: il
proteggere e per consolare il bambino, che ha bisogno frinire delle cicale, le foglie accartocciate, il cielo tur-
di aiuto. E chi cos senza cuore da non aiutare un chino, il paesaggio pieno di vita. Ma il suono delle
bambino? Il poeta manipola i sentimenti e le emozio- campane lo riporta alla realt, al presente, completa-
ni del suo lettore. mente diverso. Quel mondo non gli appartiene pi,
---II--- gli divenuto estraneo: il cane latra al forestiero. E il
forestiero lui.
Patria, 1894
Commento
Sogno dun d destate. 1. Il riassunto non rende il simbolismo della poesia,
che perci va esplicitato. La poesia autobiografica e
Quanto scampanellare mette in contrasto la fanciullezza felice e spensierata
tremulo di cicale! con la situazione di spaesamento del presente: quel
Stridule pel filare mondo non appartiene pi al poeta, gli divenuto e-
moveva il maestrale straneo. Egli non ha pi patria.
le foglie accartocciate. 2. La poesia non descrittiva: ci sono molte ellissi
del verbo. evocativa. Ottiene questo effetto median-
Scendea tra gli olmi il sole te una continua onomatopea: le foglie accartocciate
in fascie polverose: danno lidea visiva di come sono; laggettivo stridulo
erano in ciel due sole d ancora lidea del crepito che esse fanno accartoc-
nuvole, tenui, rose: ciandosi.
due bianche spennellate 3. La campana toglie il poeta dal sogno e lo riporta
in tutto il ciel turchino. alla realt. La campana compare anche in altre poesie
proprio per il suo suono. La poesia pascoliana una
Siepi di melograno, poesia di suoni, di colori, di odori, di percezioni, di
fratte di tamerice, ricordi, di emozioni. Il suono delle campane si inse-
il palpito lontano risce in questa strategia, ma svolge anche funzioni pi
duna trebbatrice, complesse. In questo caso il ricordo piacevole
langelus argentino... dellAngelus (il suono delle campane del sogno), la
causa del risveglio (il suono delle campane del pre-
Dovero? Le campane sente) e la causa della scoperta della propria condi-
mi dissero dovero, zione esistenziale caratterizzata dallo spaesamento.
piangendo, mentre un cane 4. La patria di Pascoli non la patria ideale e roman-
latrava al forestiero, tica di Foscolo, lEllade (A Zacinto), n quella civile
che andava a capo chino. di Manzoni (Marzo 1821: una darme di lingua
---II--- daltare, Di memorie, di sangue, di cor). la patria
intima, la patria personale, la sua patria. la fami-
Patria glia, la sua famiglia, che stata colpita e dispersa dal-
la durezza della vita. Altrove La mia sera. la sua
Sogno un giorno destate [della mia infanzia]. casa, il suo nido, da cui stato costretto ad andarsene.
Nella Cavallina storna egli dice: Or la patria dove
Quanto scampanellare di cicale che friniscono! si vive, Gli altri poco lungi (=lontani), in cimitero.
Lungo il filare il vento [freddo] di maestrale 5. Lautobiografismo di Pascoli non spontaneo co-
sollevava le foglie accartocciate, che rinsecchivano. me si potrebbe credere. coscientemente e razional-
mente cercato e trasformato in poesia. Ma ugualmen-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 284
te con la ragione si pu notare che egli evade il pre- sentivo un fruscio tra le siepi;
sente per rifugiarsi nel passato, in una mitica et sentivo nel cuore un sussulto,
delloro che sarebbe la sua fanciullezza. Esisteva per come leco di un dolore sopito.
anche unaltra possibilit: abbandonare questo atteg- Risuonava lontano un singhiozzo:
giamento difensivo e rinunciatario e con la virtus co- chi...
struire nel presente e nel futuro altri rapporti, altri
motivi di vita, un altro nido, unaltra casa, unaltra Sulle cime degli alberi, illuminate dalla luna,
famiglia. Egli ha fatto la sua scelta affettiva e razio- passava come un tremito una brezza di vento;
nale, anche se dalla cultura classica Orazio Flacco gli le cavallette producevano un suono stridulo,
diceva che il tempo abbellisce ed ingrandisce il pas- come finissimi sistri (=strumenti musicali)
sato e che in futuro Et haec olim meminisse iuvabit dargento (suoni davanti a porte
(Ci far piacere ricordare anche questi dolori). invisibili che forse non si aprono pi?...);
---II--- e cera quel pianto di morte:
chi...
Lassiuolo, 1897
Riassunto. Il poeta si chiede dovera la luna, poich il
Dovera la luna? ch il cielo cielo era immerso in un chiarore diffuso; in lontanan-
notava in unalba di perla, za si sentivano i lampi di un temporale, ma dai campi
ed ergersi il mandorlo e il melo proveniva un verso angoscioso. Poche stelle brillava-
parevano a meglio vederla. no in cielo, il mare sciabordava tranquillo, ma dalle
Venivano soffi di lampi siepi proveniva un verso angoscioso. Le cime degli
alberi erano mosse dalla brezza, le cavallette stride-
da un nero di nubi laggi;
vano come sistri dargento davanti a porte misteriose,
veniva una voce dai campi: chiuse forse per sempre. E continuava quel verso an-
chi... goscioso, quel canto di morte.
Le stelle lucevano rare Commento
tra mezzo alla nebbia di latte: 1. Lassiolo un uccello rapace come la civetta. Lan-
sentivo il cullare del mare, cia il suo verso stridulo nelle notti illuminate dalla lu-
sentivo un fru fru tra le fratte; na. Nelle credenze popolari esso annuncia disgrazie e
sentivo nel cuore un sussulto, morte.
comeco dun grido che fu. 2. Il paesaggio descritto con estrema precisione:
Sonava lontano il singulto: non c la luna, il cielo immerso in un chiarore dif-
chi... fuso, in lontananza c un temporale, si sente lo scia-
bordare del mare, si sentono anche rumori tra i ce-
Su tutte le lucide vette spugli, le cime degli alberi sono illuminate dalla luna,
le cavallette stridono. Ma su tutto domina il canto
tremava un sospiro di vento:
stridulo, angoscioso e foriero di morte dellassiolo.
squassavano le cavallette
3. Il canto dellassiolo sottoposto a due figure reto-
finissimi sistri dargento riche: lanafora e il climax. Esso ripetuto in ogni
(tintinni a invisibili porte strofa ed messo in una posizione forte: lultimo ver-
che forse non saprono pi?...); so. Il verso prima una voce dei campi, poi un
e cera quel pianto di morte... singulto, che aveva provocato nel cuore un sus-
chi... sulto, infine si manifesta per ci che veramente: un
---II--- pianto di morte.
4. Il poeta usa un linguaggio semplicissimo come
Lassiuolo termini e come sintassi. Recupera la credenza popola-
re secondo cui il verso delluccello lannuncio di
Dovera la luna? Perch il cielo disgrazie. Adopera numerose onomatopee: soffi di
era immerso in un chiarore diffuso; lampi, chi, cullare del mare, un fru fru fra le fratte,
e il mandorlo e il melo sembravano singulto, finissimi sistri dargento, tintinni.
alzarsi pi ritti per vederla meglio. ---II---
Provenivano soffi di lampi
da un ammasso lontano di nuvole nere; X Agosto, 1896
dai campi proveniva una voce:
chi... San Lorenzo, io lo so perch tanto
di stelle per laria tranquilla
Le stelle brillavano poco numerose arde e cade, perch s gran pianto
in mezzo a quel cielo lattiginoso: nel concavo cielo sfavilla.
sentivo lo sciabordare tranquillo del mare,
Dai calici aperti si esala 3. Dai calici aperti [dei fiori] fuoriesce
lodore di fragole rosse. lodore di fragole rosse.
Splende un lume l nella sala. Un lume risplende l, nella sala [della casa].
Nasce lerba sopra le fosse. Lerba nasce sopra le fosse [dei defunti].
Per tutta la notte sesala 5. Per tutta la notte fuoriesce [dalle corolle dei fiori]
lodore che passa col vento. il profumo che portato via dal vento.
Passa il lume su per la scala; Il lume passa [dalla sala] su per la scala,
brilla al primo piano: s spento... brilla al primo piano, e poi si spegne...
Riassunto. Ormai sera. I fiori della notte si aprono e nascere una nuova vita. Un ulteriore motivo di con-
ritornano le farfalle del crepuscolo, mentre il poeta trasto tra la fiducia nel futuro dei due sposi, che
pensa ai suoi cari defunti. Tutto silenzio. In una ca- concepiscono una nuova vita, e latteggiamento ri-
sa un lume ancora acceso. Unape cerca di entrare nunziatario e rivolto al passato del poeta, che pensa ai
nellalveare, ma trova tutte le celle occupate. Il lume suoi defunti.
sale su per la scala, brilla al primo piano, poi si spe- 2. Lape tardiva lo stesso poeta, che ha avuto una
gne. Ormai giunta lalba: i fiori un po gualciti si infanzia piena di lutti e priva daffetti. La Chioccetta
richiudono; dentro unurna molle e segreta nasce una (nome contadino della costellazione delle Pleiadi) d
nuova felicit. luogo ad un concettismo barocco: va per laia azzurra
(=la volta celeste) seguita dal suo pigolio di stelle,
Commento cio dalle stelle gialle il cui brillio oscillante ricorda il
1. La poesia dedicata allamico Gabriele Briganti in pigolio dei pulcini, ugualmente gialli e sempre in
occasione del matrimonio. Pascoli ha cos loccasione movimento. Il parallelismo perfetto.
di parlare della sua vita, rivolta al ricordo dei suoi 3. Il poeta canta la notte, che percepisce come luogo
morti. Egli la contrappone alla vita, piena di gioia e di in cui si manifesta una vita diversa da quella del gior-
speranze, che si apre davanti allamico. Il poeta per no, ma altrettanto intensa e varia. Nel mistero dello-
radica nel mistero della notte il concepimento di una scurit si sviluppano in parallelo due ordini di eventi,
nuova vita e attribuisce una dimensione di violenza quelli naturali e quelli umani, che poi si riuniscono
anche allatto amoroso delluomo verso la donna. La nellultima strofa. La vita che si svolge nella casa il
poesia si basa sul contrasto tra vita e morte. Il contra- corrispettivo della vita delle piante e degli animali. La
sto per non assoluto: lerba nasce sopra le fosse, conclusione la stessa: nellurna-ovario del fiore,
quindi la morte genera nuova vita; e lamore pu far come nellurna-grembo della donna sorge una nuova
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 287
e inesprimibile felicit, cio una nuova vita. Alle due dinate. Le figure retoriche sono numerose e intense. Il
urne si affianca per una terza urna, lurna cineraria. simbolismo (lape il poeta rimasto escluso dagli af-
Per il poeta vita e morte non si contrappongono, n fetti) immediato e non pesante. Alcune metonmie
hanno confini ben definiti: Nasce lerba sopra le fos- sono straordinarie: Sotto lali dormono i nidi, Come
se (v. 12). gli occhi sotto le ciglia (la metonmia arricchita da
4. Lurna molle e segreta un termine polisignifican- una similitudine). 6. Il piccolo io di Pascoli diventa
te: lovario del fiore; il grembo della donna; lurna misero davanti allio titanico dei romantici. Ben altra
cineraria. Vita e morte non sono quindi n contrappo- cosa sono la corrispondenza damorosi sensi che
ste, n ben definite, n divise. Anche in questo caso il per Foscolo lega i vivi ai morti o lo stimolo, sempre
poeta rifiuta le certezze rigide e dogmatiche della foscoliano, che le tombe dei grandi del passato hanno
scienza e della ragione, e propone una compenetra- nello spingere lanimo forte a compiere grandi impre-
zione o una fusione degli opposti. Anche qui recupera se. Dalle tombe dei suoi cari il poeta non trova con-
il concettismo barocco. Come il Barocco anche il po- forto ed incitamento per affrontare virilmente la sua
eta usa lanalogia per studiare la realt e trovare a- vita pubblica e privata; egli ripiega sul passato, su
spetti simili sorprendenti in aree della realt molto quel momento cruciale in cui la morte del padre ha
lontane tra loro. Il recupero della poetica secentesca bloccato per sempre la sua vita, gli ha tolto laffetto
sistematico: si trova anche in La mia sera. che si sentiva in diritto di avere, gli ha fatto conosce-
5. Come in Myricae, la poesia piena di colori, odori, re le ingiustizie del mondo verso di lui (egli non pen-
suoni, contrasti, onomatopee, sinestesie (il pigolio di sa mai alle ingiustizie che il mondo ha riservato agli
stelle). Il linguaggio semplice, lineare, quotidiano, altri individui).
popolare (la Chioccetta). Il periodo privo di subor- ---II---
---II---
Che voli di rondini intorno! Quanti voli di rondini per tutto il cielo!
Che gridi nellaria serena! quante grida nellaria [ormai] serena!
La fame del povero giorno La fame che provarono durante il giorno
prolunga la garrula cena. fa prolungare e riempire di garriti la cena della sera.
La parte, s piccola, i nidi Gli uccellini durante il giorno non ebbero
nel giorno non lebbero intera. interamente la loro parte di cibo.
N io... che voli, che gridi, Non lebbi nemmeno io... e quanti voli, quanti gridi,
mia limpida sera! 32 o mia limpida sera!
Riassunto. Il giorno fu pieno di lampi e di tuoni, ma del poeta e la sera di quandera bambino. Il poeta or-
ora stanno per sorgere le stelle. Di tutto il temporale mai adulto vuole ritornare bambino e recuperare quel-
ora rimasto soltanto il rumore prodotto dallacqua le manifestazioni di affetto che non ha ricevuto. Ma,
di un ruscello e alcune nuvole color di porpora in cie- contemporaneamente, anche la poetica di Pascoli in-
lo. Anche la vita del poeta stata cos drammatica, vita a ritornare bambini. Quindi nel bambino (prodot-
ma ora divenuta tranquilla. Le rondini prolungano to dal ricordo) che si addormenta c sia il Pascoli-
la cena, dopo il digiuno del mezzogiorno. Anche la individuo colpito da lutti familiari, sia il Pascoli-
vita del poeta stata cos. Il suono delle campane lo poeta antirazionale e decadente, sia il lettore che il
invita a dormire, lo fa ritornare bambino, quando sul poeta vuole riportare ad una situazione prelogica.
far della sera (=alla fine del giorno) sua madre gli 3. La poesia ha la stessa struttura de Il gelsomino not-
rimboccava le coperte, ed egli si addormentava. turno: due ordini di eventi, uno naturale (il temporale
del giorno, che si conclude con una sera tranquilla) e
Commento uno umano (la vita piena di dolori del poeta che si
1. Il poeta continua ad usare termini e sintassi sem- conclude con una maturit la sera della vita u-
plici e quotidiani. Presta una cura particolare allin- gualmente tranquilla). La vita del poeta quindi ha le
terpunzione ma anche allellissi del verbo, che gli stesse caratteristiche degli eventi che hanno caratte-
permettono di ottenere risultati (e interruzioni dei rizzato il giorno. A questo punto il poeta, che sta vi-
versi) ipnotici e suggestivi. Continuano le onomato- vendo la sera del giorno e la sera della vita, va con il
pee e le allitterazioni (i lampi, un breve gre gre di pensiero alla sera di quandera bambino: sua madre
ranelle, le tremule foglie dei pioppi, un cupo tumulto, gli rimboccava le coperte ed egli si addormentava.
quellaspra bufera, Don... Don... ecc.), ma anche Questa struttura, assolutamente invisibile, rimanda a
le sinestesie (voci di tenebra azzurra) e le metonmie strutture simili, peraltro molto pi semplici, della po-
(la fame del povero giorno, la garrula cena, i nidi, esia barocca, ad esempio Donna che si pettina (la me-
cio gli abitanti del nido). Continuano i contrasti (il tafora condotta senza forzature per tutto il sonetto) e
temporale pieno di lampi e di tuoni del giorno, la pa- Per la sua donna, che avea spiegate le sue chiome al
ce e i garriti gioiosi della sera); i colori (porpora, sole (luso in pi significati della parola sol) di Mari-
doro, nera, rosa, tenebra azzurra). Ed anche i rumo- no e Sembran fere davorio in bosco doro di Nar-
ri, spesso espressi con termini onomatopeici (che ducci (il triplice uso della parola preda).
scoppi!, le tacite stelle, il singhiozzo del ruscello, 4. Il poeta, soprattutto nellultima strofa, parla non
quel cupo tumulto, il singulto del ruscello, un rivo alla ragione, bens alla parte sensitiva, irrazionale, in-
canoro, gridi ecc.), le luci (lampi, cirri di porpora e conscia delluomo, con un linguaggio fatto di suoni e
doro ecc.) e le sensazioni (umida sera, infinita tem- di immagini suggestivi e ipnotici. Alla fine anche la
pesta, la fame). La poesia quindi rivela una comples- coscienza si dissolve nel ricordo del passato e nel
sit insospettata, nascosta da una apparente sponta- sonno del bambino, indotto e cullato dalle campane.
neit. Anche qui le rime alterne sono nascoste dalla Leffetto suggestivo e ipnotico prodotto da un cli-
ricchezza sonora dei versi. max discendente: il suono delle campane diventa
2. Il simbolismo della poesia semplice ed immedia- sempre pi lontano e sempre pi tenue, via via che il
to: il giorno fu sconvolto da un temporale, ma ora la poeta cade nellincoscienza del sonno.
sera tranquilla; la vita del poeta fu piena di dolori, 5. La ripetitivit e la ciclicit della vita e della morte,
ma ora la vecchiaia tranquilla. Il poeta compare per il ricongiungimento della maturit allinfanzia attra-
un momento al v. 21, quindi agli inizi del v. 31, infine verso il ricordo confermato anche dalla chiusura,
appare in tutta lultima strofa. Il simbolismo per non sempre uguale e sempre diversa, di ogni strofa: che
totale: il poeta non paragona soltanto la sua vita al pace, la sera!, nellumida sera!, nellultima sera! ecc.
giorno, poich permette che ci sia un collegamento Il ricorso a strutture cicliche (la fine del componi-
effettivo, costituito dallidentificazione, alla fine della mento si riallaccia al suo inizio) presente anche in
poesia, tra la sera della sua vita e la sera del giorno. Lavandare e Orfano.
Anche il simbolismo cos smussato vuole essere 6. Conviene confrontare La mia sera con La quiete
spontaneo, naturale, e vuole evitare di essere cer- dopo la tempesta e con Il passero solitario di Leo-
vellotico, intellettuale, forzato. La strofa finale colle pardi. Il poeta di Recanati fa del temporale il simbolo
ga ben tre sere: la sera del giorno, la sera della vita del dolore, che funesta la vita degli animali come de-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 290
gli esseri umani. Il dialogo avviene a tre: il poeta co), anzi davanti al fatto che tutti gli esseri viventi,
rimprovera la natura di aver fatto agli uomini pro- nessuno escluso, provano dolore ( il pessimismo co-
messe di felicit, che poi non ha mantenuto e che ha smico). Pascoli invece chiuso e immiserito nel suo
sostituito con dolori ed affanni. Pascoli invece si rin- dolore individuale, dal quale non sa n vuole uscire,
chiude nel suo io egoistico: la sera la sua sera, la anzi auspica La siepe che tenga gli altri fuori del suo
sera della sua vita. Gli altri non vi hanno posto. Il dia- nido e della sua intimit. Leopardi canta la giovi-
logo avviene tra s e s o al massimo, come succede nezza e lamore, e prova nostalgia per il passato, an-
nel Gelsomino notturno (v. 2), tra s e il ricordo dei che se doloroso, mentre non prova alcun interesse,
familiari defunti. In ogni caso gli altri non ci sono o prova anzi rifiuto, verso il futuro (la maturit non rea-
sono esclusi o, come ne La siepe dei Poemetti, sono lizza le speranze della giovinezza, la vecchiaia triste
tenuti lontani. Anche ne Il passero solitario Leopardi e sconsolata, poich non si ha nulla da dire agli altri).
proiettato verso il mondo esterno: guarda con un 8. Un ulteriore confronto si pu fare con la conclu-
misto dinvidia e rassegnazione i suoi coetanei che sione de I promessi sposi: per Renzo e Lucia i guai
escono nelle vie del paese desiderosi di cogliere la sono venuti anche se non li hanno cercati, e comun-
loro giovinezza e lamore. E tuttavia anche capace que la fiducia in Dio li ha resi pi sopportabili. Essi
di abbandonarsi con piacere e con stupore alla bellez- per sono serviti anche a farli maturare. Pascoli inve-
za del paesaggio: Questo giorno chomai cede alla ce prova un sospiro di sollievo: la fanciullezza con i
sera [...] par che dica Che la beata giovent vien me- suoi lutti e la sua mancanza di affetto (X agosto, La
no. La stessa proiezione verso gli altri si trova anche cavallina storna ecc.), e la giovinezza con la sua soli-
ne Il sabato del villaggio. Pascoli invece si rinchiude tudine e la sua mancanza di amore (La piccozza ecc.)
dentro il suo mondo, la sua casa, il suo nido, inca- sono per fortuna passate. E la vecchiaia la sua ma-
pace di avere un po di attenzione per il prossimo e di turit ha finalmente portato un po di pace e di tran-
capire che anche il prossimo ha i suoi problemi e le quillit.
sue difficolt. Ancora: Leopardi, soprattutto nel Can- 7. Un confronto si pu fare anche con il sonetto Alla
to notturno di un pastore errante dellAsia, mette in sera di Foscolo e con La sera fiesolana di D Annun-
secondo piano il dolore personale davanti al fatto che zio. Foscolo si rivolge alla sera, che personifica e con
tutti gli uomini provano dolore ( il pessimismo stori- cui dialoga: essa gli fa pensare alla morte, ma d an-
---II--- che un po di pace ai suoi affanni e alle sue passioni.
DAnnunzio fa tacere completamente la ragione e si
I Poemi conviviali, 1892-1905 abbandona a pure sensazioni visive, auditive e olfat-
tive; parla di amore alla donna che sta vicino a lui; e
Nei Poemi conviviali (1892-1905) Pascoli rivisita in vede nelle colline del paesaggio due labbra ardenti,
termini decadenti il mondo antico greco, latino e cri- che si preparano a pronunciare parole segrete. Rispet-
stiano. Le figure che incontra sono Solone, Achille, to allestroversione di costoro Pascoli ha un compor-
Ulisse, Alessandro Magno ecc. Essi sono attraversati tamento opposto: sentendosi minacciato dal mondo
da una vena di mestizia; e costituiscono lespressione esterno, si ritrae in s e si rifugia nel suo io, nella sua
pi perfetta dellestetica pascoliana. casa, nel suo nido.
---II---
Poemi di Ate, II. Letera, 1904
Poemi di Ate, II. Letera
I
O quale, unalba, Myrrhine si spense, 1.
la molto cara, quando ancor si spense O quale, unalba, Myrrhine si spense,
stanca linsonne lampada lasciva, la molto cara, quando ancora si spense
conscia di tutto. Ma vinfuse Evno per la stanchezza linsonne lampada lasciva,
ancor rugiada di perenne ulivo; 5 conscia di tutto. Ma Evno vi infuse
e su la via dei campi in un tempietto, ancora rugiada (=olio) di ulivo perenne; e sulla via
chiuso, di marmo, appese la lucerna dei campi in un tempietto, chiuso, di marmo,
che rischiarasse a Myrrhine le notti; appese la lucerna affinch rischiarasse le notti
in vano: chella alfin dormiva, e sola. a Myrrhine. Invano: ella alla fine
Ma lievemente a quel chiarore, ardente 10 dormiva, e [dormiva] sola.
nel gran silenzio opaco della strada, Ma lievemente a quel chiarore, che ardeva
vol, con lo strido duna falena, nel gran silenzio opaco della strada,
lanima dessa: ch vagava in cerca la sua anima vol con lo strido
del corpo amato, per vederlo a cora, di una falena: vagava in cerca
bianco, perfetto, il suo bel fior di carne, 15 del corpo amato, per vederlo ancora,
fiore che apriva tutta la corolla bianco perfetto, il suo bel fiore di carne,
tutta la notte, e si chiudea su lalba fiore che apriva tutta la corolla
avido ed aspro, senza pi profumo. tutta la notte, e si chiudeva allalba
avido ed aspro, senza pi profumo.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 291
Or la falena stridula cercava Ora la falena stridula cercava
quel morto fiore, e batt lali al lume 20 quel fiore morto, e batt le ali al lume
della lucerna, che sapea gli amori; della lucerna, che conosceva gli amori.
ma il corpo amato ella non vide, chiuso, Ma ella non vide il corpo amato, chiuso
coi molti arcani balsami, nellarca. nellarca con molti e misteriosi balsami.
II 2.
N volle andare al suo cammino ancora N volle andare ancora al suo cammino
come le aeree anime, cui tarda 25 come le anime fatte daria, che tardano
prendere il volo, simili allincenso a prendere il volo, simili allincenso,
il cui destino dolezzar vanendo. il cui destino di olezzare svanendo.
E per lopaca strada ecco sorvenne E per lopaca strada ecco sopravvenne
un coro allegro, con le faci spente, un coro allegro, con le fiaccole spente,
da un giovenile florido banchetto. 30 da un ricco banchetto di giovani.
E Moscho a quella lampada solinga E Moscho [davanti] a quella lampada solitaria
la teda accese, e lesse nella stele: accese la sua fiaccola, e lesse sulla stele:
MYRRHINE AL LUME DELLA SUA LUCERNA MYRRHINE AL LUME DELLA SUA LUCERNA
DORME. LA PRIMA VOLTA ORA, E PER DORME. ORA LA PRIMA VOLTA, E [VI
SEMPRE. 35 DORMIR] PER SEMPRE.
E disse: Amici, buona a noi la sorte! E disse: Amici, la sorte ci propizia!
Myrrhine dorme le sue notti, e sola! Myrrhine dorme le sue notti, e [dorme] sola!
Io ben pregava Amore iddio, che al fine Io ben pregavo il dio Amore che alla fine
maddormentasse Myrrhine nel cuore: mi addormentasse Myrrhine sul cuore: pregai
pregai lAmore e mascolt la Morte. 40 lAmore e mi ascolt la Morte.
E Callia disse: Ellera unape, e il miele E Callia disse: Ella era unape, e stillava il miele,
stillava, ma pungea col pungiglione. ma pungeva con il pungiglione.
E disse Agathia: Ella mesceva ai bocci E Agathia disse: Ella mesceva ai bocci dellamore
damor le spine, ai dolci fichi i funghi. le spine, ai dolci fichi i funghi.
E Phaedro il vecchio: Pace ai detti amari! 45 E il vecchio Phaedro: Pace alle parole amare!
ella, buona, cambiava oro con rame. Ella, buona, scambiava loro con il rame.
E stettero, ebbri di vin dolce, un poco E, ebbri di vino dolce, stettero un poco l
l nel silenzio opaco della strada. nel silenzio opaco della strada.
E la lucerna lor blandia sul capo, E la lucerna, tremula, accarezzava sul loro capo
tremula, il serto marcido di rose, 50 il serto intrecciato di rose,
e forse tratta da quel morto olezzo e forse attratta da quel profumo di morte
ronzava uninvisibile falena. una invisibile falena ronzava.
Ma poi la face alla lucerna tutti, Ma poi [davanti] alla lucerna tutti, uno
lun dopo laltro, accesero. Poi voci dopo laltro, accesero la fiaccola. Poi lauletride
alte dest lauletride col flauto 55 dest suoni profondi con il suo flauto
doppio, di busso, e tra faville il coro doppio, di busso, e con un sonoro trepesto
con un sonoro trepesto si mosse. il coro si mosse tra le faville [della fiaccola].
III 3.
Lanima, no. Rimase ancora, e vide Lanima non si mosse. Rimase ancora l,
le luci e il canto dileguar lontano. e vide le luci e il canto dileguarsi lontano.
Era sfuggita al demone che insegna 60 Era sfuggita al demone che insegna
le vie muffite allanime dei morti; le vie ammuffite alle anime dei morti.
gli era sfuggita: or non sapea, da sola, Gli era sfuggita. Ed ora non sapeva trovare
trovar la strada: e stette ancora ai piedi la strada da sola: stette ancora ai piedi
del suo sepolcro, al lume vacillante del suo sepolcro, davanti al lume vacillante
della sua conscia lampada. E la notte 65 della sua conscia lampada. E la notte era
era al suo colmo, piena dauree stelle; al suo culmine, piena di stelle dorate;
quando sent venire un passo, un pianto quando sent venire un passo, venire
venire acuto, e riconobbe Evno. un pianto acuto, e riconobbe Evno.
Ch avea perduto il dolce sonno Evno Perch Evno aveva perduto il dolce sonno
da molti giorni, ed or sapea che chiuso 70 da molti giorni, ed ora sapeva
era nellarca, con la morta etra. che era chiuso nellarca con la morta etra.
E singultendo disserr la porta E tra i singulti apr la porta del bel tempietto,
del bel tempietto, e presa la lucerna, prese la lucerna
IV 4.
E fugg, fugg via lanima, e un gallo E fugg, fugg via lanima, e un gallo rosso
rosso cant con laspro inno la vita: 85 cant con laspro inno la vita:
la vita; ed ella si trov tra i morti. la vita; ed ella si trov tra i morti.
N una a tutti era la via di morte, N la via di morte era una per tutti,
ma tante e tante, e si perdean raggiando ma tante e tante, e si perdevano irraggiandosi
nellinfinita opacit del vuoto. nellinfinita opacit del vuoto.
Ed era ignota a lei la sua. Ma molte 90 Ed a lei era ignota la sua. Ma nellombra
ombre nellombra ella vedea passare ella vedeva molte ombre passare e dileguarsi:
e dileguare: alcune col lor mite alcune con il loro mite demone
demone andare per la via serene, andavano serene per la via, ed altre rifiutavano,
ed altre, in vano, ricusar la mano ma invano, la mano del loro destino.
del lor destino. Ma sfuggita ellera 95 Ma ella era sfuggita
da tanti giorni al demone; ed ignota da tanti giorni al demone;
lera la via. Dunque si volse ad una ed la via le era ignota. Dunque si volse ad una
anima dolce e vergine, che andando anima dolce e vergine, che andando
si rivolgeva al dolce mondo ancora; si rivolgeva ancora al dolce mondo;
e chiese a quella la sua via. Ma quella, 100 e chiese a quella la sua via. Ma quella,
lanima pura, ecco che trem tutta lanima pura, ecco che trem tutta
come lombra di un nuovo esile pioppo: come lombra di un nuovo esile pioppo:
Non la so! disse, e nel pallor del Tutto Non la so! disse, e nel pallore del Tutto
van. Letra si rivolse ad una svan. Letra si rivolse
anima santa e flebile, seduta 105 ad unanima santa e flebile, seduta,
con tra le mani il dolce viso in pianto. Che teneva tra le mani il dolce viso in pianto.
Era una madre che pensava ancora Era una madre che pensava ancora ai dolci figli;
ai dolci figli; ed anche lei rispose: ed anche lei rispose: Non la so!;
Non la so!; quindi nel dolor del Tutto quindi nel dolore del Tutto spar. Letra err
spar. Letra err tra i morti a lungo 110 tra i morti a lungo
miseramente come gi tra i vivi; miseramente come gi tra i vivi.
ma ora in vano; e molto era il ribrezzo Ma ora invano. E molto era il ribrezzo di l
di l, per linqueta anima nuda per linquieta anima nuda,
che in faccia a tutti sorgea su nei trivi. che su nei trivi sorgeva in faccia a tutti.
V 5.
E alfine insonne lanima dEvno 115 E alfine, insonne, lanima di Evno
pass veloce, che correva al fiume pass veloce. Correva al fiume delloblo,
arsa di sete, delloblo. N luna riarsa di sete. N luna riconobbe laltra.
laltra conobbe. Non lavea mai vista. Non laveva mai vista.
Myrrhine corse su dal trivio, e chiese, Myrrhine corse su dal trivio, e a quella
a quellincognita anima veloce, 120 sconosciuta anima veloce chiese
la strada. Evno le rispose: Ho fretta. la strada. Evno le rispose: Non posso, ho fretta.
VI 6.
E pi veloce lanima dEvno E lanima di Evno corse pi veloce,
corse, in orrore, e la segu la trista in orrore, e la trista anima ignuda la segu.
anima ignuda. Ma la prima sparve Ma la prima disparve in lontananza, nella nebbia
in lontananza, nella eterna nebbia; 125 eterna; e laltra, ansante, letra, sost
e laltra, amante, a un nuovo trivio incerto a un nuovo trivio incerto. E intese l bisbigli,
sost, letra. E intese l bisbigli,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 293
ma cos tenui, come di pulcini ma cos tenui, come di pulcini
gementi nella cavit delluovo. gementi nella cavit delluovo.
Era un bisbiglio, quale gi letra 130 Era un bisbiglio, quale gi letra
sera ascoltata, con orror, dal fianco sera ascoltata, con orrore, venire su pio
venir su pio, sommessamente... quando dal fianco, sommessamente... quando
avea, di l, quel suo bel fior di carne, aveva, di l, quel suo bel fior di carne, i petali
senza una piega i petali. Ma ora senza una piega. Ma ora Myrrhine, letra,
trasse al sussurro, Myrrhine letra. 135 si ritrasse a quel sussurro.
Cauta pestava lerbe alte del prato Lanima ignuda pestava cautamente
lanima ignuda, e riguardava in terra, le erbe alte del prato, e guardava per terra,
tra glinfecondi caprifichi, e vide. tra gli infecondi caprifichi, e vide.
Vide l, tra gli asfdeli e i narcissi, Vide l, tra gli asfdeli e i narcissi, starsene,
starsene, informi tra la vita e il nulla, 140 informi tra la vita e il nulla,
ombre ancor pi dellombra esili, i figli ombre esili ancora pi dellombra,
suoi, che non volle. E nelle mani esangui i figli suoi, che non volle. E nelle mani esangui
aveano i fiori delle ree cicute, avevano i fiori delle cicute colpevoli,
avean dellempia segala le spighe, avevano le spighe dellempia segala,
per lor trastullo. E tra la morte ancora 145 per loro trastullo. Ed erano ancora tra la morte
erano e il nulla, presso il limitare. e il nulla, presso il limitare. E Myrrhine venne
E venne a loro Myrrhine; e glinfanti [fino] a loro; e gli infanti lattei, rugosi,
lattei, rugosi, lei vedendo, un grido vedendo lei, diedero un grido, smorto e gracile;
diedero, smorto e gracile, e gettando e, gettando i tristi fiori, corsero via con i guizzi
i tristi fiori, corsero coi guizzi, 150 delle gambe e delle lunghe braccia,
via, delle gambe e delle lunghe braccia, pendule e flosce; come nella strada
pendule e flosce; come nella strada molle di pioggia, al risuonare
molle di pioggia, al risonar dun passo, di un passo, i piccolini
fuggono ranchi ranchi i piccolini di qualche rospo fuggono arrancando,
di qualche bodda: tali i figli morti 155 cos [si mossero] i figli morti
avanti ancor di nascere, i cacciati prima ancora di nascere, i cacciati
prima duscire a domandar piet! prima di uscire a domandare piet.
VII 7.
Ma la soglia di bronzo era l presso, Ma la soglia di bronzo della gran casa
della gran casa. E latrio ulul tetro era l vicino. E latrio ulul tetro
per le vigili cagne di sotterra. 160 a causa delle vigili cagne di sotterra.
Pur vi guizz, la turba infante, dentro, Pure vi guizz dentro la turba degli infanti,
rabbrividendo, e dietro lor la madre rabbrividendo. E dietro a loro la madre
nellinfinita oscurit simmerse. si immerse nelloscurit infinita.
---II--- ---II---
Riassunto lungo. 1. Myrrhine, letra, si spense allal- va trovare la strada. Era ancora l quando Evno ri-
ba, con la lampada che teneva accesa durante la notte. torno indietro. Da giorni non riusciva a dormire. Il
Evno la riemp dolio e la mise nel tempietto, affin- suo sonno era richiuso nel sepolcro. Entr nel tem-
ch rischiarasse le notti alla ragazza. Come una falena pietto e con la spada forz il coperchio. Lanima era
la sua anima and verso la lampada, alla ricerca del dietro di lui. Voleva vedere il suo corpo. Esso appar-
corpo amato. Ma ella non vide il corpo amato, perch ve. Ed Evno lasci cadere il coperchio sopra il suo
era chiuso nel sepolcro. sonno e sopra il suo amore.
2. N volle iniziare il suo cammino. Per la strada 4. Lanima fugg via, si trov in mezzo ai morti. Non
giunse un gruppo allegro di giovani provenienti da un cera ununica via, ce nerano tante, e si perdevano
banchetto. Moscho accese la fiaccola per leggere li- nelloscurit. Lei non conosceva la sua. Vide molte
scrizione: Myrrhine dorme alla luce della sua lam- ombre passare e dileguarsi, guidate dal loro demone;
pada. la prima volta. Dormir per sempre. Egli vo- altre rifiutarsi di seguirlo. Chiese la via allanima di
leva la ragazza, aveva invocato il dio Amore e gli a- una vergine. Quella la guard, rispose che non la sa-
veva risposto la morte. Callia ricord che stillava peva, e fugg via impaurita. Chiese ad una madre in
miele ma pungeva con il pungiglione. Phaedo che lacrime che pensava ai suoi figli. Anche lei rispose
mescolava ai boccioli dellamore le spine. Stettero l che non la conosceva. Letra vag a lungo tra i mor-
un poco, poi accesero tutti le fiaccole. Il flautista in- ti, come tra i vivi, ma invano. Molte anime provavano
ton un canto. Quindi se ne andarono. ribrezzo per lei.
3. Lanima di Myrrhine rimase. Era sfuggita al de- 5. Infine pass veloce lanima di Evno, diretta verso
mone che insegna la strada ai morti, ed ora non sape- il fiume delloblio. Non si riconobbero. Myrrhine
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 294
chiese la strada, ma Evno le rispose che doveva af- sa, per accoglier i suoi amanti. Ora muore. Evno la
frettarsi. rimpiange subito e accende una lampada nel suo se-
6. Myrrhine si ferm ad un altro trivio. Qui intese dei polcro. Lei non riesce a staccarsi dal corpo, e vaga
bisbigli, come di pulcini dentro luovo. Conosceva introno al suo sepolcro. I suoi amanti ritornano da
quel bisbiglio: laveva sentito, con orrore, venire sul una festa, si fermano e la ricordano con un vivo rim-
dal fianco, quando aveva il suo bel corpo. Guard per pianto: mescolava ai boccioli dellamore le spine;
terra e vide, in mezzo agli infecondi caprifichi, in- scambiava loro con il rame. E il flautista intona un
formi tra la vita e il nulla, i figli suoi, che non volle. canto. Evno forza il sepolcro, cos vede il suo corpo.
Avevano in mano i fiori di cicuta e le spighe della se- E lanima pu andare tra i morti. Qui cerca la strada:
gala come trastullo. Vedendola, diedero un grido e non la pu guidare il demone, perch gli era sfuggita.
con un guizzo fuggirono via. Chiede la strada a una vergine e a una madre, ma non
7. Ma la soglia di bronzo era l vicino. La turba degli gliela sanno dire. Incontra anche Evno, ma i due non
infanti vi si precipit dentro, e dietro ad essi la loro si riconoscono. Infine ad un bivio incontra anche i fi-
madre. gli suoi, che non volle. Essi la vedono e fuggono. Si
precipitano oltre la soglia dellAde. E dietro a loro la
Riassunto breve. Myrrhine, letra, muore. Evno, il loro madre.
suo amante, accende la lampada del suo sepolcro. Es- 4. Letra una ragazza che intrattiene gli ospiti con
sa non sa staccarsi dal suo corpo. Ritornando da un il canto, la musica, la cultura e il proprio corpo. Coin-
matrimonio, i suoi amici si fermano sulla sua tomba e cide con la geisha cinese.
la rimpiangono. Poi se ne vanno. Essa rimane. Evno 5. La ragazza morta giovane, ma ha lasciato un in-
viene e forza il coperchio del sepolcro, per vederla. tenso ricordo di s. Evno e gli amici la ricordano con
Lanima fugge, e si trova tra i morti. Ma qui le strade nostalgia. Ma lei ancora legata al suo corpo, perci
erano tante e lei non conosceva la sua, perch aveva il suo viaggio verso lAde non facile: il demone non
rifiutato di seguire il suo demone. Chiede ad una ver- la guida. Cos lei chiede la strada, ma le anime non
gine, che le risponde di non conoscerla. Chiede ad gliela sanno indicare. La chiede anche ad Evno, ma i
una madre, che piangeva per i suoi figli, ed anche lei due non si riconoscono, ed egli deve affrettarsi per
le risponde che non la conosce. Incontra anche Ev- raggiungere il fiume delloblio. Infine incontra i figli
no, ma non si riconoscono. Egli le risponde che do- suoi, che non volle. Ed essi, fuggendola, guidano la
veva affrettarsi ad arrivare al fiume delloblio. Ad un madre oltre la porta dellAde.
nuovo trivio sente bisbigli che gi conosceva, quando 6. La donna vissuta con il corpo, e unicamente con
era in vita. Provenivano dal suo grembo. Guarda per il corpo. Ma, a detta dei suoi amici, stata generosa.
terra e vede i figli, che non volle. Vedendola essi Dopo morta non riesce a staccarsi dal corpo, non pen-
fuggono via. Ma la porta degli inferi era l vicina. La sa al viaggio che la porta nellAde, pensa ancora al
turba degli infanti vi si precipita dentro, e dietro a lo- suo corpo. E lo vuole rivedere. Perci sosta vicina al
ro la madre. sepolcro. In vita non si mai lamentata. Ora in morte
prova langoscia di vedersi separata dal suo corpo, il
Commento suo bel fior di carne aperto, dentro/con il quale vi-
1. Nel Fedone 107-108, di Platone Socrate racconta veva.
che, quando si muore, il demone, che in vita ha avuto 7. La ragazza scopre la sua colpa nellaltro mondo. In
cura del corpo, conduce lanima per la strada che por- vita laveva sempre rimossa: il rifiuto di avere figli. I
ta allAde. Essa per non dritta n unica, ma piena figli le avrebbero impedito lamore proprio e lamore
di ramificazioni e di incroci. Lanima che ha vissuto altrui per il proprio corpo.
bene lo segue senza opporre resistenza. Quella che ---II---
ancora legata al proprio corpo vaga a lungo alla ricer-
ca del corpo. E il demone con estrema fatica riesce a
condurla con s. Lanima che ha commesso una qual-
che delitto sfuggita dalle altre anime, che si rifiuta-
no di accompagnarla. Ed essa soltanto dopo un ade-
guato periodo di espiazione e di dolore pu iniziare il
cammino.
2. I Poemi conviviali mostrano un Pascoli ben diverso
da quello che vuole essere facile ed umile ad oltranza
e contro ogni ragionevolezza. Questi poemi riprodu-
cono con meticolosa precisione il mondo classico e le
sue problematiche valide anche per il presente. Ma
sono poemi difficili, perci limmagine che il poeta
ha lasciato dietro di s legata alla produzione pi
semplice e pi facile.
3. Myrrhine una etra, ha vissuto con il corpo per
tutta la vita. Di notte la sua fiaccola era sempre acce-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 295
Alexandros, 1895 Alexandros
I 1.
Giungemmo: il Fine. O sacro Araldo, squilla! Siamo giunti: lestremo confine. O sacro araldo,
Non altra terra se non l, nellaria, suona la tromba! Non v altra terra davanti a noi,
quella che in mezzo del brocchier vi brilla, se non quella che l nellaria vi brilla in mezzo allo
scudo,
o Pezetri: errante e solitaria o Pezetri: una terra errante e disabitata (=la Luna),
terra, inaccessa. Dallultima sponda inaccessibile. Da questultima sponda
vedete l, mistofori di Caria, vedete l, o mercenari della Caria,
dentro la notte fulgida del cielo. e si sprofonda dentro la volta fulgida del cielo.
II 2.
Fiumane che passai! voi la foresta O fiumane che passai! voi portate riflessa nelle chiare
immota nella chiara acqua portate, acque la foresta, che rimane; portate con voi
portate il cupo mormoro, che resta. il cupo mormorio [della corrente], che non cessa mai.
Montagne che varcai! dopo varcate, O montagne che varcai! dopo che siete state varcate,
s grande spazio di su voi non pare, dalla vostra cima non appare uno spazio cos grande,
che maggior prima non lo invidate. che prima non lo faceste immaginare pi grande.
Azzurri, come il cielo, come il mare, O monti, o fiumi, azzurri come il cielo, azzurri come
o monti! o fiumi! era miglior pensiero il mare! Sarebbe stato un miglior pensiero fermarsi,
ristare, non guardare oltre, sognare: non guardar pi avanti, sognare:
il sogno linfinita ombra del Vero. il sogno pu ingigantire senza limiti la Realt.
III 3.
Oh! pi felice, quanto pi cammino Oh!, ero tanto pi felice quanto pi cammino
mera dinnanzi; quanto pi cimenti, avevo davanti a me; quante pi battaglie,
quanto pi dubbi, quanto pi destino! quanti pi dubbi, quanto pi destino!
Ad Isso, quando divampava ai vnti Ad Isso, quando il campo nemico con le mille schie-
notturno il campo, con le mille schiere, re, i carri oscuri e le infinite mandrie nella notte
e i carri oscuri e glinfiniti armenti. mandava il bagliore dei fuochi alimentati dai venti.
A Pella! quando nelle lunghe sere A Pella, quando nelle lunghe sere,
inseguivamo, o mio Capo di toro, o mio Bucefalo, inseguivamo il Sole;
il sole; il sole che tra selve nere, il Sole che tra le nere selve ardeva
sempre pi lungi, ardea come un tesoro. sempre pi lontano, irraggiungibile, come un tesoro.
IV 4.
Figlio dAmynta! io non sapea di meta O padre mio!, io non sapevo dun confine ultimo,
allor che mossi. Un nomo di tra le are insuperabile, quando partii! Timteo, il suonatore
intonava Timotheo, lauleta: di flauto, intonava un canto fra gli altari:
soffio possente dun fatale andare, invito possente ad andare sempre pi avanti,
oltre la morte; e m nel cuor, presente oltre la morte; ed esso presente nel mio cuore
come in conchiglia murmure di mare. come il mormorio del mare nella conchiglia.
O squillo acuto, o spirito possente, O squillo acuto, o spirito possente (=linvito ad avan-
che passi in alto e gridi, che ti segua! zare), che passi alto sopra di noi e gridi che ti segua!
ma questo il Fine, lOceano, il Niente... Ma questo il confine ultimo, lOceano, il Niente...
e il canto passa ed oltre noi dilegua. e il canto passa e oltre di noi si dilegua.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 296
V 5.
E cos, piange, poi che giunse anelo: E cos piange, dopo che giunse desideroso
piange dallocchio nero come morte; [di avanzare]: piange dallocchio nero come
piange dallocchio azzurro come cielo. la morte, piange dallocchio azzurro come il cielo,
Ch si fa sempre (tale la sua sorte) perch (tale il suo destino) nellocchio nero
nellocchio nero lo sperar, pi vano; lo sperare si fa pi vano; e nellocchio azzurro
nellocchio azzurro il desiar, pi forte. il desiderare si fa pi forte.
Egli ode belve fremere lontano, Egli ode le belve fremere lontano;
egli ode forze incognite, incessanti, egli ode forze sconosciute, inesauribili,
passargli a fronte nellimmenso piano, passargli davanti nellimmensa pianura,
VI 6.
In tanto nellEpiro aspra e montana Intanto nellEpiro, aspra e montuosa,
filano le sue vergini sorelle le sue vergini sorelle filano per lui,
pel dolce Assente la milesia lana. dolce assente, la lana di Mileto.
A tarda notte, tra le industri ancelle, A tarda notte, tra le ancelle operose esse torcono
torcono il fuso con le ceree dita; il filo con le dita bianche come la cera; e il vento
e il vento passa e passano le stelle. passa e passano le stelle (=passa tutta la notte).
le grandi quercie bisbigliar sul monte. le grandi querce bisbigliare sul monte.
---II--- ---II---
Riassunto. Il poeta reinterpreta in termini decadenti la prima di giungere alla fine del suo viaggio, al luogo
figura di Alessandro Magno: il sovrano macedone ha che non permette di passare in alcun altro luogo.
conquistato limpero persiano ed giunto sulle rive Questa impossibilit provoca il dramma e linsoddi-
dellOceano Indiano. Dovrebbe essere contento, per- sfazione interiore: la realt risulta molto troppo
ch ha conquistato tutto, ma non lo , perch non ha inferiore al desiderio del cuore, al sogno. E lin-
pi nulla da conquistare. Era pi bello il momento soddisfazione diventa connaturata con la vita e la na-
della partenza, quando aveva davanti a s il pericolo e tura umana. La scelta giusta risultava fin dallinizio
lavventura. Ora le sue conquiste gli appaiono molto quella di sua madre, che aveva rifiutato la realt a fa-
pi piccole di quanto immaginava, perch la realt si vore del sogno. Il sogno, non lazione n la razionali-
dimostrata molto inferiore al sogno. Egli sente che t, le permetteva di entrare in contatto con le forze
nella realt ci sono forze immense, che egli non pu smisurate e misteriose della natura.
controllare, perci si sente infelice. Sua madre invece 3. Il rifiuto della razionalit da parte di Pascoli risulta
rimasta nella reggia e passa il tempo a sognare e ad pi solido e motivato se si tiene presente che il Posi-
ascoltare il linguaggio delle forze ignote della natura, tivismo dominante superficialmente ottimistico
che essa comprende. era in crisi, che Freud conquistava nuovi territori alla
ricerca scientifica, che la scienza stava subendo tra-
Commento sformazioni radicali che la staccavano completamente
1. Anche in questa poesia Pascoli rifiuta la ragione, la dalla fisica galileo-newtoniana, che la societ europea
scienza, la realt, che sono di gran lunga inferiori, era dilaniata da tensioni e da conflitti a cui si rispon-
meno soddisfacenti e meno efficaci dellintuizione e deva con la forza, con la violenza, con lattivismo ir-
del sogno. razionalistico, con il nazionalismo, con il culto della
2. La poesia si sviluppa sulle dislocazioni dei tempi e guerra o della violenza o del superuomo. Alla fine del
dei luoghi: Alessandro giunto sulle rive dellOceano secolo la societ europea era in crisi, perch aveva
Indiano, non ha pi nulla da conquistare davanti a lui, perso ogni certezza e ogni speranza. Lesplosione de-
perci si volta indietro, a pensare al momento della gli irrazionalismi porta alla prima guerra mondiale
partenza, alle sue vittorie militari, a come apparivano (1914-18).
le difficolt prima che le affrontasse e dopo che le 4. Il viaggio insoddisfacente di Alessandro Magno
aveva affrontate. Egli in riva alloceano, ma pensa a pu essere confrontato con quello dellUlisse dante-
tutti i luoghi (e a tutte le avventure) che ha percorso sco (If XXVI), che abbandona il figlio, il padre e la
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 297
moglie e con i pochi fidati compagni sfida la volont
degli dei, supera le colonne dErcole, si avventura
nelloceano disabitato, e infine incontra la morte da-
vanti ad una montagna altissima ( la montagna del
purgatorio), pur di raggiungere virtute e canoscen-
za. Ma lUlisse dantesco rimanda alla interpretazio-
ne pascoliana delleroe greco. Ulisse sta tornando a
casa con i suoi compagni, giunto in prossimit della
sua isola, quando si addormenta. I compagni aprono
gli otri, dove erano racchiusi i venti sfavorevoli. La
nave spinta nuovamente in alto mare. Svegliandosi,
egli vede in lontananza qualcosa di indistinto, da cui
ora i venti lo allontanano. Ma non sa se soltanto una
nuvola o se la sua terra: il sonno gli ha impedito di
essere pronto allappuntamento che il destino gli ave-
va preparato (Poemi conviviali, Il sonno di Odisseo,
1904).
5. Anche DAnnunzio reinterpreta in termini deca-
denti il mondo classico, ma in modo completamente
diverso. Il suo Ulisse non manca allappuntamento
con il destino, anzi artefice del suo destino. Il poeta
lo incontra mentre sta veleggiando a nord della sua
isola, gli chiede di metterlo alla prova, di fargli pro-
vare larco. Ulisse lo guarda per un attimo, e da quel
momento il poeta divenuto diverso da tutti i suoi
compagni (Laudi del cielo, del mare, della terra e
degli eroi. Maia, IV. Lincontro con Ulisse, 1903).
6. Secondo la leggenda Alessandro ha gli occhi di co-
lore diverso: uno azzurro, laltro nero.
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Commento
1. Il poeta parla di se stesso, del suo mondo, della
sua malattia e delle piccole cose che egli ama e che la
sua musa ama cantare. Descrive le visite che faceva
alla signorina Felicit, una ragazza di antica nobilt
che abita a Villa Amarena. Descrive i dialoghi con il
padre di lei e non nasconde la sua fama di usuraio. E
poi descrive la ragazza: quasi brutta e apre la sua
bocca quando sorride come quando beve. Fa la civet-
tuola con lui e lo invita a cena. Egli resta e alle ore
21.00 se ne va, salutato da tutta la famiglia. Ma non
ama la compagnia, preferisce la cucina con i suoi o-
dori. E ama esplorare il solaio con lei. C l antico
quadro della Marchesa, unanima in pena, che si sen-
te ancora aggirarsi per i corridoi di casa. Ci sono
stampe di personaggi con lalloro in fronte, che la si-
gnorina scambia per un rametto di ciliegio. Lei gli
chiede perch non parla. Egli risponde che pensava
alle piccole cose della sua vita e che sarebbe stato
dolce restare qui con lei: una dichiarazione damore.
S, l nel solaio, e per sempre. Una farfalla notturna
si alza dalla parete facendo un triste rumore. la
Marchesa, dice lei. Da basso la cuoca avvisa che la
cena pronta. Lei invita a scendere, lui vuole rimane-
re ancora un o. e si mettono a contare le selle. Ma poi
lei insiste di scendere, altrimenti potrebbero pensare
che stanno facendo cose poco belle.
2. La poesia di Gozzano immersa nella vita quoti-
diana, che vien presentata cos com, nei suoi aspetti
banali, anche brutti ed anche sgradevoli. La ragazza
non abbellita, non la donna di Guinizelli che porta
al cielo, n la Beatrice di Dante, che rende muti per la
sua bellezza e la sua grazia. Tanto meno la donna
idealizzata e astratta di Petrarca e dei suoi seguaci.
la ragazza normale e banale che si incontra per strada
e che fin da subito si decide di sposare, perch non ha
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 327
Filippo Tommaso Marinetti (1876- 6. Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo
e munificenza, per aumentare lentusiastico fer-
1944) vore degli elementi primordiali.
7. Non v pi bellezza se non nella lotta. Nessuna
La vita. Filippo Tommaso Marinetti nasce ad Ales-
opera che non abbia un carattere aggressivo pu
sandria dEgitto nel 1876. Studia a Parigi, dove fre- essere un capolavoro. La poesia deve essere con-
quenta le avanguardie artistiche, e pubblica le prime cepita come un violento assalto contro le forze
opere in francese. Nel 1905 si trasferisce a Milano. ignote, per ridurle a prostrarsi davanti alluomo.
Nel 1909 pubblica a Parigi su un quotidiano di grande
8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!...
diffusione come Le Figaro il Manifesto del Futuri-
Perch dovremmo guardarci alle spalle, se vo-
smo. Negli anni successivi si dedica alla diffusione
gliamo sfondare le misteriose porte dellimpos-
delle teorie futuristiche. Nel 1911 tra i sostenitori
sibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi
della conquista della Libia. Nel 1913 partecipa ed
viviamo gi nellassoluto, poich abbiamo gi
assiste agli scontri tra turchi e bulgari che culminano
creata leterna velocit onnipresente.
nellassedio di Adrianopoli. Partecipa come volonta-
rio alla prima guerra mondiale. Nel dopoguerra si de- 9. Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene
dica allattivit politica fondando il Partito politico del mondo - il militarismo, il patriottismo, il ge-
futurista, che presto confluisce nel Partito Nazional- sto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si
fascista. Da questo momento inizia la fase calante di muore e il disprezzo della donna.
Marinetti e del movimento, poich, quando il Fasci- 10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche,
smo conquista il potere (1922), essi diventano un e- le accademie dogni specie, e combattere contro
lemento di disturbo nellopera di normalizzazione in- il moralismo, il femminismo e contro ogni vilt
trapreso dal regime. Nel 1929 nominato da Musso- opportunistica e utilitaria.
lini accademico dItalia. Ladesione al regime lo fa 11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro,
partire volontario per la Russia e a schierarsi a favore dal piacere o dalla sommossa: canteremo le ma-
della Repubblica di Sal. Muore nel 1944. ree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni
nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fer-
Le opere. Marinetti scrive il romanzo Mafarka le fu- vore notturno degli arsenali e dei cantieri, incen-
turiste (Mafarka il futurista, 1909), la tragedia Le roi diati da violente lune elettriche; le stazioni ingor-
Bombace (Il re Baldoria, 1909), il Manifesto del Fu- de, divoratrici di serpi che fumano; le officine
turismo (1909), poi Zang Tumb Tumb (1913), una appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi;
delle sue opere sperimentali pi famose, che parla i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i
dellassedio di Adrianopoli (oggi Edirne, nella Tur- fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltel-
chia europea, guerra nei Balcani, 1912), lAlcva li; i piroscafi avventurosi che fiutano lorizzonte,
dacciaio (1921), che racconta la sua esperienza di e le locomotive dallampio petto, che scalpitano
guerra combattuta sulle autoblinde. sulle rotaie, come enormi cavalli dacciaio imbri-
gliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani,
Il Manifesto del Futurismo, 1909 la cui elica garrisce al vento come una bandiera e
sembra applaudire come una folla entusiasta.
1. Noi vogliamo cantare lamor del pericolo, labitu-
dine allenergia e alla temerit. dallItalia che noi lanciamo per il mondo questo
nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria
2. Il coraggio, laudacia, la ribellione, saranno ele-
col quale fondiamo oggi il FUTURISMO perch vo-
menti essenziali della nostra poesia.
gliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena
3. La letteratura esalt fino ad oggi limmobilit di professori, darcheologi, di ciceroni e dantiquari.
pensosa, lestasi ed il sonno. Noi vogliamo esal- Gi per troppo tempo lItalia stata un mercato di ri-
tare il movimento aggressivo, linsonnia febbrile, gattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli
il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il musei che la coprono tutta di cimiteri.
pugno. ---II---
4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si
arricchita di una bellezza nuova; la bellezza del- Riassunto. Il Manifesto del Futurismo (1909) canta la
la velocit. Unautomobile da corsa col suo cofa- moderna civilt della macchina, che contrapposta
no adorno di grossi tubi simili a serpenti dallalito alla sonnolenta civilt del passato. I punti pi impor-
esplosivo... unautomobile ruggente, che sembra tanti, su cui lautore insiste e che celebra, sono:
correre sulla mitraglia, pi bello della Vittoria a) il pericolo, il coraggio, laudacia, la ribellione, lo
di Samotracia. schiaffo e il pugno;
5. Noi vogliamo inneggiare alluomo che tiene il vo- b) la bellezza delleterna velocit onnipresente, che
lante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lancia- caratterizza la civilt moderna e che ha arricchito il
ta a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita. mondo da quando apparsa lautomobile;
c) la bellezza della lotta e, di conseguenza, la glorifi-
cazione della guerra, sola igiene del mondo, del mi-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 328
litarismo, del patriottismo, del gesto distruttore dei
libertari;
d) il rifiuto di tutta larte del passato, dei musei, delle
biblioteche, delle accademie;
e) la lotta contro il moralismo, il femminismo ed ogni
vilt opportunistica;
f) le folle agitate dal lavoro, dal piacere, dalla som-
mossa; gli arsenali, le officine, i ponti, i piroscafi e
tutto ci che la tecnica ha saputo costruire.
Lautore intende lanciare il manifesto dallItalia, per-
ch vuole liberare questo paese dalla sua fetida can-
crena di professori, darcheologi, di ciceroni e danti-
quari.
Commento
1. Il Futurismo italiano un movimento che ha un re-
spiro cosmopolita ed europeo (Romanticismo, Veri-
smo e Decadentismo erano stati importati dalla Fran-
cia, anche se hanno caratteristiche originali): riesce a
svecchiare la cultura italiana e a diffondersi anche
allestero. lanciato da Parigi, perch allora la capi-
tale francese era il maggiore centro di produzione
culturale dellEuropa.
2. Le manifestazioni pi persuasive del Futurismo ita-
liano non vanno cercate nella produzione letteraria, di
livello assai modesto, ma nella produzione artistica,
dalla pittura alla scultura allurbanistica: Umberto
Boccioni, Carlo Carr, Antonio SantElia.
3. Dopo il 1920 il Futurismo perde le sue spinte ever-
sive e finisce in una tranquilla celebrazione del regi-
me nazional-fascista, lasciando per segni evidenti
nelle successive correnti artistiche.
4. Se si vuole, Marinetti riprende la polemica di quasi
un secolo prima di Giovanni Berchet, che nel 1816
nella Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliolo
proponeva una cultura del presente, impegnata, ro-
mantica, contro i laudatores del tempo antico.
------------------------------II-----------------------------
Commento
1. La canzone scritta nel 1895 e pubblicata per la
prima volta nel 1898. La libert di cui si parla la li-
bert dallo sfruttamento. I profughi sono sia i lavora-
tori che devono espatriare per trovare lavoro, sia i ri-
voluzionari che sono perseguitati dai vari Stati. Il ri-
tornello Nostra patria il mondo intero ripreso
dallintroduzione dellopera buffa Il Turco in Italia
(1814) di Gioacchino Rossini su libretto di Felice Ro-
mani.
2. Il canto coinvolgente ed emotivo. Ma, se si va a
vedere pi da vicino, si scopre che il linguaggio tol-
to quasi interamente dal repertorio ecclesiastico (fra-
telli, dolori, precursori) e che la protesta e le rivendi-
cazioni sono generiche (fieri vedicator). Se si vuole
andare sino in fondo, si scopre che lo scrittore e la
cultura provengono da esperienze scolastiche e clas-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 338
sicheggianti: il cor dellArcadia; e i proscritti di Silla, ziniano e sedicente democratico di sinistra, che scate-
la face (=la fiaccola) dei diritti. Molti intellettuali si na la repressione contro socialisti e rivoluzionari
schierano dalla parte degli operai, con cui non hanno (1891-96).
nulla da spartire, soltanto perch non sono riusciti ad 5.1. Questa situazione permette di capire la costante
integrarsi nel sistema, di cui condividono la cultura, carica antistatale e antistituzionale delle canzoni di
gli ideali e i valori. area socialista e rivoluzionaria. I nemici erano irri-
3. Un mondo di fratelli, di pace e di lavor lideale mediabilmente lo Stato e i padroni, che si aiutavano a
semplice semplice che lanonimo autore e la cultura vicenda e che reprimevano o sfruttavano gli operai. Il
socialista e di opposizione sono riusciti a proporre. canto del 1904, quando Giovanni Giolitti al potere
Daltra parte gli operai - e non soltanto essi - hanno e propone uno Stato che non interferisca nei rapporti
questa modesta cultura, e conoscevano e conosce- tra capitalisti e lavoratori, uno Stato neutrale, che fa
ranno percentuali altissime di analfabetismo fin verso da mediatore se le due parti non riescono a trovare un
il 1950. punto di accordo. Ma leffetto Giolitti deve ancora
4. La presenza del linguaggio ecclesiastico non deve farsi sentire.
stupire: la Chiesa aveva il monopolio dellistruzione; 6. Allo Stato che reprime e che fa gli interessi dei ca-
inoltre svolgeva estesi compiti di assistenza alla po- pitalisti sfruttatori la canzone e il movimento socia-
polazione, che invece dovevano essere di competenza lista contrappongono unaltra patria, quella patria che
dello Stato, ma che lo Stato si guardava bene dallas- il mondo intero. Con molta ingenuit, perch le
sumersi. La situazione resta cos sino al 1950 e oltre, classi popolari del mondo avevano esperienza soltan-
quando lo Stato inizia a svolgere qualcuno di questi to in quanto emigranti, unesperienza non particolar-
compiti. Ribelli e rivoluzionari, oltre che socialisti, mente felice. In seguito si richiamano a qualcosa di
facevano ampio uso di questo linguaggio. Spesso a- pi preciso: lURSS (1917), che diventa il luogo idea-
vevano militato a titoli diversi entro le organizzazioni le in cui si realizza il socialismo e la societ senza
o le associazioni della Chiesa e ugualmente spesso si classi. Unaltra menzogna.
trovavano a fianco delle organizzazioni ecclesiastiche -----------------------------II-----------------------------
contro la repressione statale. A fine secolo i socialisti
avevano le leghe rosse, i cattolici le leghe bianche. Addio padre e madre, 1916
4.1. Peraltro il pensiero laico, che non ha alcuna con-
Addio padre e madre addio,
cezione del peccato e una percezione molto vaga del-
che per la guerra mi tocca di partir,
la legalit, non si mai fatto scrupoli a condannare in
ma che fu triste il mio destino,
modo sguaiato e ripetitivo la Chiesa che bruciava
che per lItalia mi tocca morir.
Giordano Bruno (1600) o che condannava Galileo
Galilei e respingeva la teoria copernicana (1632); e a
Quando fui stato in terra austriaca
derubare la Chiesa di molte idee o simboli o marchi.
subito lordine a me larriv,
Gli illuministi e la rivoluzione francese hanno sac-
si d lassalto la baionetta in canna,
cheggiato il Vangelo con gli ideali di fraternit, u-
addirittura un macello divent.
guaglianza e libert (1789). In altri casi i laici hanno
clonato o plagiato idee della Chiesa: perch gli intel-
E fui ferito, ma una palla al petto,
lettuali che si mettono alle dipendenze della Chiesa
e i miei compagni li vedo a fuggir
dovrebbero essere condannati, mentre gli intellettuali
ed io per terra rimasi costretto
organici, che si fanno pagare dal partito, dovrebbero
mentre quel chiodo lo vedo a venir.
essere lodati e messi... sugli altari?
5. I rapporti della popolazione italiana con lo Stato
Fermati, o chiodo, che sto per morire,
sono sempre stati pessimi, fin dagli inizi. I picciotti
pensa a una moglie che piange per me,
siciliani aiutano Garibaldi contro i Borboni di Napoli,
ma quellinfame col cuore crudele
ma il nuovo Stato italiano (1861) si schiera a favore
col suo pugnale morire mi f.
dei latifondisti siciliani e napoletani. Ammazza 6.000
briganti (1862-63) e impone la leva obbligatoria,
Sian maledetti quei giovani studenti
prima sconosciuta, che dura ben sette anni. Le popo-
che hanno studiato e la guerra voluto,
lazioni meridionali vedono le loro condizioni di vita
hanno gettato lItalia nel lutto
peggiorare sensibilmente con il nuovo Stato unitario.
per cento anni dolor sentir.
Quarantanni dopo lo Stato italiano impiega lesercito
---II---
contro il nord, per sedare una protesta pacifica fatta a
Milano contro il rincaro del pane: due mila morti
Riassunto. Il giovane protagonista costretto a partire
(1898). Le elezioni fino al 1946 rappresentano una
per la guerra e saluta i genitori. Appena arrivato, arri-
parte minima della popolazione, ma tutta la popola-
va lordine di un assalto alla baionetta. Egli colpito
zione costretta a pagare le tasse. In Gran Bretagna
al petto da una pallottola e cade a terra, mentre i suoi
pagavano le tasse soltanto chi era rappresentato in
compagni fuggono. Un soldato austriaco lo raggiun-
Parlamento. E dalla Magna Charta libertatum (1215).
ge. Egli lo prega di risparmiarlo, perch ha una mo-
Il momento peggiore con Francesco Crispi, ex maz-
glie che piange per lui. Ma il soldato lo uccide lo
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 339
stesso. A questo punto il protagonista se la prende Voi chiamate il campo donore
con gli studenti che hanno voluto la guerra e che han- questa terra di l dei confini;
no gettato lItalia nel lutto. Per cento anni il dolore qui si muore gridando: assassini!
rester. maledetti sarete un d.
La madre
Commento
1. Non pi la Vergine Maria, sua Madre, che in-
tercede per il poeta davanti a Dio, per chiedere la sua
salvezza. E la ottiene, perch, come per sua Madre, la
Vergine Maria, Egli non pu dire no a una Madre.
2. La breve poesia riprende lultima strofa di Al cor
gentil rempaira sempre amore (1274) di Guido Gui-
nizelli: il poeta si salva perch ha amato la sua donna,
che gli sembrava un angelo del paradiso. In questo
caso la madre del poeta che intercede per il poeta
presso lAltissimo.
3. La poesia di Ungaretti una delle pochissime poe-
sie dispirazione religiosa scritte da un laico. Per tro-
vare poesie precedenti, si deve andare agli Inni sacri
(1812-22) di Alessandro Manzoni e poi a Dante (Pre-
ghiera alla Vergine, Pd, XXXIII) e a Stabat mater e
Donna de paradiso di Jacopone da Todi (1236ca.-
1306).
------------------------------II-----------------------------
Ed subito sera
Commento
1. Nella raccolta Acque e terre del 1930 compariva
una composizione di 21 versi dal titolo Solitudini, di
cui Ed subito sera costituiva gli ultimi tre versi. Il
taglio degli altri versi rende la poesia molto pi inten-
sa ed efficace, e conforme ai canoni dellErmetismo.
In questa soluzione per si sente anche linflusso dei
Tramontata la luna
Tramontata la luna
e le Peiadi a mezzo della notte;
anche la giovinezza gi dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote lanima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.
---II---
Commento
1. Questi pochi frammenti mostrano un mondo di
passioni e di affetti ben diverso da quanto poi produr-
r in letteratura lOccidente medioevale, dalla Scuola
siciliana a Cecco Angiolieri, da Guinizelli a Dante.
2. La traduzione di Quasimodo va allessenziale, al
motivo che ha ispirto il poeta. E lo volge in un buon
italiano letterario di oggi.
3. Anche Poliziano e poi Leopardi uniscono giovi-
nezza e amore: cogli la bella rosa (I mi trovai,
fanciulle, un ben mattino), e te, german di giovinez-
za, amore (Il passero solitario).
------------------------------II-----------------------------
Amen. Commento
---II--- 1. Linno era la protesta dei credenti contro il laici-
smo di Stato. Gli italiani prima erano fedeli alla Chie-
Commento sa e al Papa, che rappresentavano Dio sulla Terra, poi
1. Linno semplice e insiste sugli attributi consueti al governo. La pace fatta soltanto con i Patti latera-
della Madonna: Vergine e Madre. Madre di Dio, nensi (1929). Ed strumentale: con i Patti il regime
ma anche madre-protettrice del fedele che si rivolge Nazional-fascista cercava lappoggio della Chiesa e
a lei. E lei intercede con successo presso suo Figlio, dei cattolici.
che non pu dire di no a sua madre. 2. Il testo fa sentire la presenza e i valori del mondo
2. La vita sulla Terra dura, pericolosa e piena di in- romano. Il Cristianesimo da minaccia dello Stato, di-
sidie, ma la Vergine protegge il suo popolo, indica venta religione di Stato, e unica religione. E alla ca-
come si deve comportare. E, dopo aver attraversato duta dellimpero romano eredita lonore e lonere di
questa valle di lacrime, il suo popolo avr la felicit gestire la societ italica e di difenderla dalle invasioni
celeste. barbariche. E nei due versi del ritornello tutto lor-
3. Da notare labile abbinamento di sacrifici e soffe- goglio di essere romani e cristiani. Cristo (o lImpero
renze sulla Terra e poi di felicit in cielo. romano) vince, regna e comanda. Se non proprio
4. I versi iniziali danno lidea della stella del mattino Cristo, almeno il suo rappresentante sulla Terra: la
(=Venere), che sorge dal mare. La Vergine la Vene- Chiesa cattolica, apostolica e romana.
re celeste che esce dalle onde del mare. -----------------------------II-----------------------------
-----------------------------II-----------------------------
Preghiamo.
O Dio, che nella gloriosa risurrezione di tuo Figlio
nostro Signore Ges Cristo hai ridato la gioia al mon-
do intero, per intercessione di Maria Vergine, concedi
a noi di godere per sempre la gioia della vita. Per Cri-
sto nostro Signore.
Amen.
---II---
Commento
1. Linno riprende alcuni elementi dal Vangelo: la
Regina del cielo ha messo al mondo Cristo, che ha
riaperto la via del cielo con il suo sacrificio sulla cro-
ce.
2. Il verso iniziale potente: d limpressione fisica
della gioia del fedele che si rivolge alla Madonna.
3. Si potrebbe confrontare lOlimpo cristiano con
lOlimpo greco e romano, per vedere la reciproca ori-
ginalit. Nel mondo greco e romano ci sono
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 373
Te, Deum, laudamus Noi ti lodiamo, o Dio
Te, Deum, laudamus: te Dominum confitemur. Ti lodiamo, o Dio, affermiamo che Tu sei il Signore.
Te aeternum patrem, omnis terra veneratur. Tutta la terra venera Te, eterno Padre.
Tibi omnes angeli, A Te tutti gli angeli
tibi caeli et universae potestates: a Te le potenze del cielo e delluniverso,
tibi cherubim et seraphim, a Te i cherubini e i serafini,
incessabili voce proclamant: cantano con voce incessabile:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Santo, Santo, Santo
Dominus Deus Sabaoth. il Signore Dio degli eserciti.
Pleni sunt caeli et terra I cieli e la terra sono pieni
majestatis gloriae tuae. della grandezza della tua gloria.
Commento
1. Linno cantato il 31 dicembre di ogni anno come
ringraziamento dellanno appena trascorso.
Amen. Amen.
---II--- ---II---
Commento
1. Linno tradizionalmente attribuito a Rabano 3. Il verso iniziale potente, d lidea della potenza
Mauro (784-856), vescovo di Magonza. dello Spirito Santo, creatore e ri-creatore, che si e-
2. Anche qui linno si ispira al Vangelo e mette in spande nelluniverso. unondata di energia che esce
versi le verit della fede. Le lodi allo Spirito Santo dalle parole. Alessandro Manzoni riesce a fare qual-
sono piuttosto rare. Qui presentato come consolato- cosa di simile nellinvocazione finale allo Spirito
re. Svolge diverse funzioni: difende il credente e gli Santo della Pentecoste.
illumina la mente, lo avvia a capire le verit di fede e -----------------------------II-----------------------------
lo consola.
Andr a vederla un d, in cielo patria mia; O Madre pietosa, la Stella sei tu,
andr a veder Maria, mia gioia e mio amor. dal cielo ci guidi, ci guidi a Ges.
In mano portava un rosario Maria, Come era nel principio e ora e sempre
che addita ai fedeli del cielo la via. nei secoli dei secoli. Amen.
---II---
Un inno di lode sinnalza a Maria
Commento
1. Si pu confrontare lAve Maria di De Andr con
linno Dellaurora tu sorgi pi bella di Francesco
Saverio DAria. Due mondi e due modi diersi di ve-
dere la Madonna.
2. Il testo difficile. De Andr vuol dire che una
donna prima femmina e poi madre. E, quando a-
spetta un figlio, tutti guardano con simpatia. Ma
lessere madre ha due aspetti, il momento del dolore
(il parto) e il momento della gioia (il bambino ormai
nato). E non importante se il figlio un figlio
normalissimo nato da gente comune o addirittura il
Messia. E nella maternit si realizza ogni donna.
3. Il cantautore accomuna Maria a tutte le altre donne
e propone unimmagine della donna e della Madonna
che contrastava con lidea di donna del tempo: im-
perversavano le discussioni sulla donna-oggetto,
strumentalizzata dai cattivi capitalisti. I buoni intellet-
tuali di Sinistra lanciavano strali moralistici contro
luso strumentale del corpo femminile, che a loro av-
viso serviva soltanto a vendere maggiori quantit di
merci e ad aumentare squallidamente il profitto. Non
riuscivano nemmeno a capire che maggiore produ-
zione di merci significava un maggior numero di po-
sti di lavoro per gli operai. Gli attacchi al consumi-
smo e alluomo a una dimensione quella economica
erano per facili da interpretare: gli intellettuali e-
rano ai margini delleconomia e potevano avere quan-
tit modestissime di beni di consumo.
4. Oltre agli attacchi sconclusionati contro il capitali-
smo, che si erano inventati, essi avevano un altro
chiodo fisso: la lotta ad oltranza contro la repressione
sessuale di cui sarebbe stata responsabile la Chiesa
cattolica. Non si sono mai accorti che la Chiesa atti-
rava i fedeli con grandi quantit di sesso (Adamo ed
Eva prima nudi e poi vestiti, Susanna nuda al bagno
che eccitava i vecchioni, Betsabea che si spogliava
per leggere una lettera di David, Cristo nudo sulla
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 379
Le canzoni politiche del Novecento noscenza insignificante della societ e del potere co-
stituito. Comunque sia, alla fine del secolo i salari
aumentano: i capitalisti capiscono che, aumentandoli,
Conviene dare unocchiata anche alle canzoni politi- prendono due piccioni con una fava: 1) conquistano
che del Novecento. In questo modo si completano tre una vastissima area della popolazione a cui vendere
aree culturali diverse e avverse alla cultura letteraria merci; e 2) eliminano i motivi di protesta, di sciopero
ufficiale e/o dotta: larea occupata dalla Chiesa catto- e di rivolta degli operai. Le organizzazioni politiche e
lica, le canzonette di Sanremo, e larea politica (so- sindacali sono spiazzate. La storia fallimentare della
cialista-comunista, anarchica e anche nazional-fasci- Prima e Seconda Internazionale dei Lavoratori lo di-
sta). I confronti fra le diverse aree sono assai interes- mostra. I dirigenti del movimento operaio prima in-
santi. gannavano se setssi e poi gli operai con le loro fanta-
In Europa la classe operaia nasce nei primi decenni sie e con le loro analisi economiche.
dellOttocento e si sviluppa per tutto il secolo. In Ita- La bandiera e linno diventano i caratteri simbolici
lia la FIAT apre i cancelli nel 1899, ma lo sviluppo che uniscono i lavoratori e le lavoratrici. Ma si devo-
industriale successivo alla seconda guerra mondiale. no ricordare anche due simboli particolari, ampia-
I salari degli operai erano bassi, i fermenti di protesta mente sfruttati in area socialista e comunista: la falce
erano numerosi. Nel 1864 nasce la Prima Internazio- e il martello. La falce indica i lavoratori dei campi, il
nale operaia. Le idee, le aspirazioni, gli ideali trovano martello indica gli operai. A dire il vero, il martello fa
spazio nelle canzoni politiche. Gli operai protestano pensare piuttosto al fabbro che batte il ferro sullin-
contro lo sfruttamento e immaginano un mondo cudine. Ma era difficile trovare un simbolo facile, e-
migliore, senza il padrone. Nel 1871 la Comune pari- spresso da una parola semplice, per indicare il lavoro
gina il primo esempio di governo operaio della sto- operaio in fabbrica: una chiave inglese non permette-
ria. Dura pochi mesi ed spazzata via dallintervento va di colpire e abbattere il sistema. E ad ogni modo il
dellesercito. Chi non resta ucciso nei combattimenti martello lo strumento con cui gli operai, guidati dal-
finisce a fare i lavori forzati nella Guyana francese. le loro organizzazioni sindacali (i partiti compariran-
La cultura popolare ora si riallacciava alla cultura let- no pi tardi), abbatteranno il sistema economico capi-
teraria, ora prendeva dalla cultura religiosa, che per- talistico. Una pia illusione, costantemente smentita
vadeva i pensieri, gli animi e le parole. Perci non ci dai fatti. Essi non avevano la minima idea di quel che
si deve meravigliare se le canzoni di lotta e di prote- era leconomia del loro tempo. Il lavoro era conside-
sta sembrano scritte da qualche spirito religioso. rato sfruttamento, perch secondo intellettuali e lavo-
LInno dei lavoratori inizia con questo verso: Su ratori le merci spettavano agli operai che le avevano
fratelli, su compagni. E poco dopo c non la spe- profotte, e il padrone, sempre vestito in modo ele-
ranza della felicit in paradiso, ma quella nel sol gante, era uno sfaticato, che si appropriava dei frutti
dellavvenir. E il riscatto (un altro termine eccle- del lavoro altrui.
siastico, che corrisponde alla salvezza terrena e ultra- Vale la pena di fare anche unaltra osservazione lin-
terrena) non pi fatto da Dio che si sacrifica sulla guistica: gli operai sono pochi o pochissimi, perch
croce per gli uomini, ma ottenuto dalla lotta dei ri- normalmente si parla di proletari, cio individui che
voluzionari contro i padroni o i signoroni pieni di hanno moltissima proles, prole, figli. Ovviamente i
orgoglio e presunzione. I rivoluzionari vogliono una figli nascono sotto i cavoli o tra i rami degli alberi.
felicit terrena, anche se rimandata a un futuro sicu- Ma il termine stato scelto perch il termine concor-
ramente molto prossimo. Daltra parte anche il laicis- renziale di operaio faceva pensare a una situazione
simo illuminismo (1730-90) aveva fatto incetta di i- idilliaca, cosa che non si voleva. E cos gli operai so-
dee ecclesiastiche, girate in salsa laica. no stati declassati e denigrati: sono ricchi di prole, di
I rivoluzionari sono maschi e femmine: anche le don- figli, e sono poveri di denari. Magari una vita pi
ne del popolo vanno in fabbrica a lavorare. Curiosa- prudente a letto con la moglie faceva gli interessi di
mente mantengono la caratteristica che tutte le donne tutti. Se i figli sono molti, si costretti a mandarli a
hanno da Santippe, moglie di Socrate, in poi: hanno lavorare a otto anni.
delle belle buone lingue e non hanno neanche pau- La scelta del termine da attribuire a Karl Marx
ra. (1818-1883), un ebreo che immaginava di aver capito
La lega o il partito diventano punti di riferimento i- tutto di economia e che invece non aveva capito nien-
deali e di lotta. La lega o il partito dei lavoratori de- te. Non aveva neanche capito che il capitalista che
vono crescere, ma ci sono sempre le forze controrivo- investe il suo denaro non lo fa per farsi caldo o per
luzionarie e i crumiri in agguato, che fanno fallire gli far passare il tempo, ma per avere un rientro econo-
scioperi. NellOttocento era diffusa la convinzione mico: non il denaro sottratto al salario degli operai,
che lo sciopero generale fosse capace di affossare il ma il denaro che gli spettava in quanto lavorava per
sistema capitalistico e di porre fine allo sfruttamento farlo fruttare e in quanto rischiava il suo capitale. Suo
operaio. Una convinzione ingenua, dettata da una co- lo slogan pi famoso in area proletaria (o operaia) e
In realt il capitalista ha il problema di vendere le Leggendo la produzione di inni delle varie correnti
merci che produce o fa produrre e non c niente di politiche e leggendola in ordine cronologico, si fa una
meglio che vendere le merci agli stessi operai che le scoperta sorprendete e sconvolgente: rivoluzionari e
hanno prodotte, come avverr a fine Ottocento. Cos i nazional-fascisti usano spessissimo gli stessi termini
capitalisti o i padroni o gli sfruttatori prendono due e propongono spessissimo le stesse idee. Sono pure
piccioni con una fava: allargano il mercato delle loro accomunati dalla pratica della violenza, per fare la
merci, vendendole agli operai; e tolgono ogni velleit rivoluzione da una parte, per fermare gli internazio-
rivoluzionaria agli operai o ai proletari, che cos non nalisti che rinnegano la patria dallaltra. Nelle leg-
hanno pi alcun motivo per lamentarsi. In ogni caso gende metropolitane antifasciste sono violenti soltan-
soltanto alle leggi della fisica (come la forza di gravi- to i fascisti, invece la violenza proletaria giusta o in
t) non c rimedio. Per il resto si possono cercare so- alternativa non mai vista. La storia si fa anche con il
luzioni che evitino il/un (improbabile) tracollo del paraocchi.
proprio ceto sociale. Tra laltro nel corso del Basso
Medio Evo esse erano state trovate e applicate: le Ora si pu passare alla lettura degli inni e dei canti di
corporazioni (o le gilde) decidevano le caratteristiche protesta, anche se sarebbe preferibile sentirli cantati e
e il prezzo del prodotto ed evitavano nel modo pi accompagnati dalla musica. Come la Chiesa faceva e
assoluto di farsi una stupida concorrenza abbassando insegnava a fare da 2.000 anni.
di pi i prezzi e danneggiandosi con le proprie mani.
E noi faremo come la Russia, A lavorare laggi in risaia, o bella ciao, bella ciao
chi non lavora non manger; Bella ciao ciao ciao! A lavorare laggi in risaia
e quei vigliacchi di quei signori sotto il sol che picchia gi!
andranno loro a lavorar.
---II--- E tra gli insetti e le zanzare,
o bella ciao, bella ciao bella ciao ciao ciao,
Commento e tra gli insetti e le zanzare,
1. Leconomia tradizionale, pre-industriale, vede i la- duro lavoro mi tocca far!
voratori passare lintera giornata a lavorare: i lavori
erano di alta qualit, i lavoratori si sentivano realiz- Il capo in piedi col suo bastone,
zati, non cera tempo n denaro per il tempo libero (di o bella ciao, bella ciao bella ciao ciao ciao,
oggi). La rivoluzione industriale avviene in Inghilter- il capo in piedi col suo bastone
ra verso il 1770, nei 50 anni successivi si sposta len- E noi curve a lavorar!
tamente nel continente. E dopo i primi momenti di
forti squilibri (salario bassissimo e 10-14 ore di lavo- Lavoro infame, per pochi soldi,
ro al giorno, compreso il sabato) essa si assesta e un o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao,
po alla volta a fine Ottocento tutte le parti hanno il lavoro infame per pochi soldi
loro tornaconto. Cos nel nuovo secolo si lotta per la e la tua vita a consumar!
riduzione delle ore di lavoro giornaliere e per le 40
ore settimanali. Ci sar possibile e non soltanto un Ma verr il giorno che tutte quante
pio desiderio: le macchine permettono di aumentare o bella ciao, bella ciao bella ciao ciao ciao,
in modo considerevole la produzione di merci, di fare ma verr il giorno che tutte quante
economie di scala e di portare sul mercato grandissi- lavoreremo in libertaaaaaa!
me quantit di merci a basso costo, alla portata anche ---II---
della classe operaia.
2. E noi faremo come la Russia: tra gli operai si Commento
diffonde il mito dellURSS (qui si usa il termine tra- 1. Il testo riprodotto era cantato dalle mondine (e dai
dizionale). Alla fine della prima guerra mondiale la mondini) delle Terre dacqua della bassa vercellese
rivoluzione comunista caccia lo zar e si impossessa a partire dal 1906, quando riescono a conquistare le
del potere (1917). Il riferimento indica che la strofa in otto ore lavorativeIl verso bella ciao, bella ciao, ri-
questione recente, successiva alla seconda guerra petuta pi volte, potrebbe significare Addio, o gio-
mondiale, quando Italia e Francia hanno due partiti vinezza, addio, o bellezza, che sfiorite in questo duro
politici molto forti: URSS e USA sono i veri vincitori lavoro con la schiena china e in mezzo allacqua.
della guerra. Ma potrebbe essere anche un verso/ritornello da in-
3. Il testo propone lidea che i padroni o, meglio, i tendere come una semplice intercalare, priva di signi-
dirigenti della fabbrica siano fannulloni, che non la- ficato, tipica del linguaggio popolare: O bella (=ehi-
vorino e che tutti siano capaci di comandare. Il l), che fai?, dice un individuo a un suo amico.
termine scorretto: non si tratta di comandare, ma di 2. La canzone fa da base alla canzone Bella ciao
organizzare in modo semplice ed efficiente il lavoro (canto dei partigiani), che appare durante la seconda
e la produzione, che poi gli operai dovranno svolgere. guerra mondiale e che ha un successo strepitoso a
Le organizzazioni operaie e sindacali erano convinte partire dagli anni Sessanta.
che il lavoro intellettuale fosse inutile: valeva soltanto 3. Anche in questa canzone c il mito del padrone
il lavoro delloperaio, che costruiva il prodotto o la che fa niente, incassa il frutto del duro lavoro delle
merce. Questo errore per risale ancora a Karl Marx mondine e che sfrutta le mondine. Una visione inge-
(1818-1883), un filosofo confusionario che si spac- nua del datore di lavoro, comprensibile in ragazze
ciava per economista, che nel Capitale (1867) aveva
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 389
giovanissime e analfabete o semi-analfabete, non non voglio preti e frati n paternosti,
comprensibile nei dirigenti dei movimenti operai. ma quattro bimbe belle alla mia barella (=feretro),
4. La libert finale dellultimo verso la libert dallo ci voglio il socialista e la su bella.
sfruttamento, la conquista di un lavoro dignitosamen-
te pagato. La Chiesa parlava fin dalla Rerum novarum E la rigi-la rigi-la rigira
(1892) di giusta mercede agli operai. la rota e la rotella,
5. Conviene confrontare la canzone con la celebra- evviva Giordano Bruno,
zione della giovinezza in Lorenzo de Medici, nel Garibaldi e Campanella!
Nazional-fascismo e nei canti rivoluzionari, in parti-
colare Bella ciao. E la rigi-la rigi-la rigira
-----------------------------II----------------------------- la rota e la rotella,
evviva Giordano Bruno,
Quando muoio io, 1908 Garibaldi e Campanella!
---II---
Vorrei che il Vaticano andesse in fiamme
Commento
e il papa ne bruciasse lemme lemme (=lentamente)
1. Lanticlericalismo un elemento fondamentale
e il papa ne bruciasse lemme lemme,
della cultura socialista. La Chiesa cattolica vista
bruciasse i pretin corpo alle su (=loro) mamme.
come nemica, alleata dello Stato o del potere costitui-
to, inutile, sfruttatrice. Ma anche qualcosa di pi: de-
E quando muoio io non voglio preti
via nellaltro mondo lattenzione dellindividuo.
non voglio preti e frati n paternosti,
Promette una ricompensa fantomatica e soltanto dopo
non voglio preti e frati n paternostri,
voglio la bandiera dei socialisti. la morte. Ma lanticlericalismo non impedisce mai di
rubare le idee inventate dai preti e/o dai credenti. Ad
esempio il linguaggio e moltissimi valori, come la
E la rigi-la rigi-la rigira
giustizia, luguaglianza, la fraternit, la giusta mer-
la rigira e sempre arditi
cede agli operai ecc. Ovviamente lanticlericalismo
evviva i socialisti,
banale, superficiale, strumentale: non si basa su al-
abbasso i gesuiti!
cuna conoscenza di ci che era stata ed era la Chiesa
cattolica in 2.000 anni di storia. Lignoranza e la fan-
Hanno arrestato tutti i socialisti,
tasia pi sfrenata evitano di perdere tempo e permet-
larresto fu ordinato dai ministri,
tono di passare subito alle conclusioni che piacciono.
larresto fu ordinato dai ministri,
2. Da notare che nel 1908 lo Stato della Chiesa era
e questi sono i veri camorristi.
appena mezzo kmq. La Chiesa per aveva potere sul-
le coscienze. Invano il Nazional-fascismo lotta per
E la rigi-la rigi-la rigira,
sottrarle i giovani e gli adulti. Di qui lodio di sociali-
la rigira e mai la sbaglia,
sti e comunisti verso di essa dopo la fine del regime
evviva i socialisti,
fascista. Lautore dimostra di conoscere a puntino
abbasso la sbirraglia.
lorganizzazione ecclesiastica. Forse fuggito dal
seminario Preti, frati, gesuiti. Pi sotto cita Gior-
La Francia ha gi scacciato i preti e i frati,
dano Bruno, Garibaldi e Campanella. Dimentica per
le monache i conventi ed i prelati,
sia il papa sia le suore, distribuite in moltissimi ordi-
le monache i conventi ed i prelati,
ni. Pi sotto ci sono le monache e i prelati.
perch eran tutte spie e in ci pagati.
3. La Francia di Napoleone Bonaparte (1769-1821)
aveva, s, cacciato i preti e i frati, ma per un motivo
E la rigi-la rigi-la rigira
che non indicato: il generale e poi imperatore Napo-
la rigira e la ferindola,
leone aveva sciolto gli ordini religiosi, per incame-
abbasso tutti i preti
rarne i beni. Poi si porta in Francia le opere darte
e chi ci crede ancora.
prese dai musei degli Stati conquistati. Bottino di
guerra.
Ma se Giordano Bruno fosse campato,
4. Non chiaro perch monache e prelati fossero
non esisterebbe pi manco il papato,
tutte spie e in ci pagate. A chi e di chi facevano la
non esisterebbe pi manco il papato,
spia? Mistero. In realt soltanto un modo per diffa-
e il socialismo avrebbe trionfato.
marle.
5. E la rigi-la rigi-la rigira un verso senza senso
E la rigi-la rigi-la rigira,
del ritornello. Il linguaggio popolare pieno di e-
la rigira e la fa trentuno,
spressioni insensate e di metafore, ma anche di brevi
evviva i socialisti,
componimenti da inserire nella letteratura del non
evviva Giordano Bruno.
senso. Capperi, tanto che non ti vedo! I capperi
non centrano niente, sono una semplice intercalare o
E quando muoio io non voglio preti,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 390
un semplice riempitivo della frase. Una filastrocca Bandiera rossa la trionfer...
per bambini dice: Piove, // le gatte fanno le uova, // i
gattini piangono, // le gatte si maritano solo il socialismo che d libert.
6. Lautore sfrutta i consueti personaggi dellanticle- Avanti, popolo, tuona il cannone,
ricalismo laico: Giordano Bruno (1600) e Tommaso rivoluzione, rivoluzione!
Campanella. In genere non c Campanella, ma fra Avanti, popolo, tuona il cannone,
Gerolamo Savonarola, bruciato vivo a Firenze nel rivoluzione vogliamo far.
1498, o Galileo Galilei, processato nel 1633 e con-
dannato a recitare i salmi per le sue tesi formalmente Rivoluzione noi vogliamo far,
eretiche sul sistema copernicano o geocentrico.
rivoluzione noi vogliamo far,
7. La canzone usa anche termini ed espressioni dialet-
rivoluzione noi vogliamo far,
tali. Lanticlericalismo e i termini dialettali la attri-
buiscono allarea toscana. evviva il comunismo e la libert!
8. La canzone non attribuisce alcun merito alla Chie- ---II---
sa cattolica: non ci sono le cattedrali, che erano opere
pubbliche auto-finanziate, che davano lavoro ad ope- Commento
rai e a maestranze per rsecoli. Per lanticlericalismo 1. Lautore insiste nel chiamare gli operai con il no-
la cecit e il paraocchi sono due valori aggiunti. me di proletari, poveri di denaro e ricchi di figli. Ma-
9. Il lettore o lascoltatore peer si deve mettere dal gari non sapeva che i figli non cadevano dal cielo, ma
punto di vista della canzone e del suo autore, e da erano il frutto delle attivit sessuali notturne o diurne.
quel punto di vista vedere i problemi, le soluzioni, il Ma davanti alla lotta rivoluzionaria questi particolari
mondo. passano in secondo piano.
-----------------------------II----------------------------- 2. Come i canti di chiesa, anche questo inno va canta-
to in coro. Leffetto su chi canta e su chi ascolta
Tuzzi Carlo (1863-1912), Bandiera rossa, certamente straordinario. Fa sentire il senso della co-
ralit e dellunit di pensiero, di fede e di azione.
1908 3. Anche qui i termini chiave sono: sfruttati, proleta-
ri, chi soffre e spera (presi dal Vangelo o dalla
Avanti, [o] popolo, alla riscossa Chiesa), rivoluzione, socialismo, comunismo, demo-
bandiera rossa, bandiera rossa! crazia e libert.
Avanti, popolo, alla riscossa, 4. Non pi nemici, non pi frontiere: intellettuali
bandiera rossa trionfer! socialisti hanno la testa piena di fanfalucche, di sogni
e di illusioni. Non hanno la minima idea di che cosa
Bandiera rossa la trionfer, sono e a che cosa servono le frontiere. Propongono
bandiera rossa la trionfer, un vago internazionalismo, che spera nellaiuto degli
bandiera rossa la trionfer, altri movimenti operai per fare la rivoluzione a casa
evviva il socialismo e la libert! propria.
5. Le sballate idee di Karl Marx (1918-1883) hanno
Degli sfruttati limmensa schiera attecchito. Gli operai pensano di essere loro i produt-
la pura innalzi rossa bandiera, tori e quindi i proprietari delle merci prodotte: Il
frutto del lavoro a chi lavora andr!. Non riescono a
o proletari, alla riscossa,
capire che sono semplici esecutori di progetti altrui.
bandiera rossa trionfer!
La merce stata progettata dallingegnere stipendiato
dal padrone o, meglio, dal proprietario della fabbrica.
Bandiera rossa la trionfer... Il padrone (o chi per lui) ha assemblato in una fabbri-
ca ingegneri, segretarie, operai, di cui ha comperato il
Il frutto del lavoro a chi lavora andr! tempo, gli ingegneri progettano, gli operai eseguono.
Dai campi al mare, dalla miniera Altri portano via la merce, altri ne fanno la pubblicit.
allofficina, chi soffre e spera Lignoranza non mai stata una virt e non permette
sia pronto, lora della riscossa, di pianificare in modo corretto le azioni per cambiare
bandiera rossa trionfer! lo status quo.
-----------------------------II-----------------------------
Bandiera rossa la trionfer...
III I
E ritorn il nemico Allarmi! Allarmi! Allarmi siam Fascisti!
per lorgoglio e per la fame: Noi siam del Fascio la falange ardita
volea sfogare tutte le sue brame... ch pronta per lItalia a dar la vita,
Vedeva il piano aprico, abbiam con noi la forza e lardimento,
di lass: voleva ancora che ci fa fieri allora del cimento.
sfamarsi, e tripudiare come allora
Non abbia tregua mai la nostra azione
No! - disse il Piave. No! - dissero i fanti
contro i tiranni e contro gli oppressori
mai pi il nemico faccia un passo avanti
che vollero avvilita la nazione,
Si vide il Piave rigonfiar le sponde! e allor la libert alfin trionfer.
E come i fanti combattevan londe...
Rosso di sangue del nemico altero, Su vendichiamo la patria nostra
il Piave comand: dallonta triste della rossa servit,
Indietro, va, straniero! su, su "fascisti" alla riscossa
che il nostro giorno giunse alfin!
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 393
II 3. Linno rimanda a Giovanni Berchet (1783-1851),
Allarmi! Allarmi! Allarmi siam Fascisti! Allarmi! AllArmi! (1838).
Noi del Fascismo siam linvitta schiera 4. Il linguaggio duro e violento. Gli influssi letterari
noi dellItalia siam la primavera, e tradizionali sono scarsi. il linguaggio di chi gio-
anima nuova e nuova giovinezza, vane, ha fatto la guerra e ha portato a casa il disprez-
pugno daudaci, pegno di salvezza. zo per la morte provato in trincea. Il Nazional-
fascismo legato alla patria e ai valori tradizionali,
Da unorda di vigliacchi e disertori che si radicano nellimpero romano. Perci odia a
non pi sia calpestato il nostro suolo, morte i movimenti socialisti e communisti, che sono
unera di lavor lItalia onori internazionalisti. Li considera traditori.
e ci protegga ognor -----------------------------II-----------------------------
il santo tricolor.
Dimmi, bel giovane, 1920
Non pi nei campi n allofficine
sventoli ancora linsegna rossa, Dimmi, bel giovane,
su, su fascisti alla riscossa onesto e biondo,
che il nostro giorno giunse alfin! dimmi la patria
tua qual .
III
Allarmi! Allarmi! Allarmi siam Fascisti! Adoro il popolo,
Se lotta poi si vuol, sia lotta a oltranza la mia patria il mondo,
finch svanisca ogni tracotanza, il pensier libero
su, diamo al vento i nostri gagliardetti la mia fe.
che abbiam pura fede e saldi petti.
La casa di chi labita,
Pura avanguardia sono i nostri morti un vile chi lo ignora;
che cadder trucidati nellagguato, il tempo dei filosofi,
marcian con noi e son tutti risorti, la terra di chi la lavora.
e noi la vita lor vogliamo vendicar.
Addio, mia bella
Or solleviamo la patria nostra casetta, addio,
dallonta triste della rossa servit [addio, o] madre amatissima
su, su fascisti alla riscossa e genitor.
che il nostro giorno giunse alfin!
---II--- Io pugno (=combatto) intrepido
per la Comune (=di Parigi, 1871),
Commento come Leonida
1. La guerra aveva abituato i soldati ad uccidere. Ed sapr morir.
essi portano la violenza con s, quando ritornano a
casa. I governi passano il tempo a litigare e non risol- La casa di chi labita...
vono i problemi del primo dopo guerra: inflazione, ---II---
reduci, debito pubblico, vedove, difficolt delle fami-
glie, passaggio dalleconomia di guerra alleconomia Commento
di pace. E i reduci ritornano ad usare la violenza. Ma 1. Il testo riprodotto anonimo ed stato raccolto
la colpa dei governi che non risolvono i problemi dopo la prima guerra mondiale. una rivisitazione
del paese. C la violenza delle squadre fasciste del testo originario, molto pi lungo, scritto nel 1873
(1919-23) e la violenza dei sindacati, dei socialisti e da Francesco Giuseppe Bertelli (1836-1919), sopra
degli operai che occupano le fabbriche (1919-20). riportato, che doveva costituire un immaginario Esa-
2. I fascisti hanno il culto della violenza, e la mettono me di ammissione del volontario alla Comune di Pa-
a disposizione prima dei latifondisti della val Padana, rigi. Il nuovo testo molto semplice, molto breve,
poi degli industriali. E, vedendo la debolezza delle immediato e orecchiabile.
opposizioni, in 3.000 fanno la marcia su Roma una 2. Anche in questo canto di protesta la patria il
gogliardata e raggiungono il potere legalmente, con mondo intero e la libert di pensiero diventa lideale
lappoggio del re, che incarica Mussolini di formare il pi alto della fede laica. Questi ideali sono ribaditi
nuovo governo (28.10.1922). Nelle elezioni del 1923 contro lo Stato borghese ed oppressore. Le cose stan-
fanno il bis, anche se con qualche broglio elettorale. no effettivamente cos. Eppure il canto sembra pi di
E il partito Nazional-fascista ha la maggioranza asso- fine Ottocento che degli anni Venti: non appare la
luta, sempre democraticamente. Tutti erano stanchi drammatica esperienza della prima guerra mondiale,
dei disordini costantemente garantiti dai partiti. n il biennio rosso (1919-20). E il riferimento alla
Comune parigina vecchio di 50 anni e costituisce un
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 394
motivo tradizionale dellagiografia laica e socialista. tano Leonida con i suoi 300 soldati alle Termopili,
La rivisitazione e laggiornamento sono stati soltanto per resistere alle truppe persiane (480 a.C.). Oltre al
parziali e sono rimasti sia il riferimento alla Comune mondo greco coinvolto il mondo romano: io pugno
(divenuta una icona del movimento operaio interna- (=combatto) intrepido (=con la virtus, il valore milita-
zionale) sia il riferimento alla cultura classica. Peral- re, dei romani). La cultura di chi scrive quella che si
tro la cultura di protesta normalmente in ritardo sui assimila nel liceo classico, una scuola per pochi fino
tempi. I suoi cultori sono in genere intellettuali pieni alla riforma del 1963.
di buona volont ed anche generosi, ma socialmente e 7. Il testo propone anche precise regole sociali: la ca-
culturalmente emarginati. Gli intellettuali maggiori sa appartiene a chi la abita e la terra a chi la lavora. E
preferiscono altri lidi ed altre entrate. la nuova divinit non si trova nellaltro mondo, ma
3. Conviene sottolineare quanto i versi e le idee pro- il popolo, per il quale linteressato si sacrifica.
poste siano orecchiabili, ma dovrebbe essere chiaro Non si poteva per dimenticare la mamma amatissi-
che i problemi sottesi sono ben pi gravi. Non si ri- ma. Il padre invece soltanto il genitor, un termine
solve il problema della casa dicendo che di chi dal troncamento dotto. sempre al bar con gli amici
labita. Ci sono da sempre i diritti di propriet. U- a giocare a carte o fuori di casa a lavorare, e non ha
gualmente non si risolve il problema della terra di- tempo per i figli.
cendo che di chi la lavora. Oltre ai problemi di -----------------------------II-----------------------------
propriet, ci sono anche problemi di teoria economi-
ca: per il mercato rende di pi la piccola o la grande Me ne frego, 1920
propriet? E dal punto di vista della societ quale so-
luzione conviene scegliere? La grande propriet per- Me ne frego il nostro motto,
mette le economie di scala con il parco trattori. Erano me ne frego di morire,
passati i tempi di Melibeo e di Titiro, quando quattro me ne frego di Togliatti
buoi e un aratro bastavano a lavorare la terra e a vi- e del sol dellavvenire.
vere decorosamente. Negli anni Cinquanta e Sessanta
i partiti di Sinistra proponevano ancora la terra ai Se il sol dellavvenire
contadini e lesproprio dei latifondi, ignorando che il rosso di colore,
settore economico trainante era ormai lindustria (e me ne frego di morire
pi avanti il settore terziario). Un altro punto dolente sventolando il tricolore!
laffermazione che la mia patria il mondo inte-
ro. Chi scrive non ha la minima idea di che cosa vo- Ce ne freghiamo della galera,
glia dire gestione di un territorio e costi di gestione camicia nera trionfer.
del territorio. Larretratezza culturale dei partiti che Se non trionfa,
rappresentano i lavoratori una ulteriore minaccia sar un macello
per chi emigra. col manganello
4. Il canto a due voci, come molti altri canti: chi e le bombe a man!
pone la domanda in questo caso una donna e il
giovane che d la risposta. La struttura quella dei Me ne frego!
contrasti poetici medioevali o, pi da vicino, quella ---II---
del catechismo della Chiesa cattolica. Ci non deve
sorprendere: la Chiesa fornisce linguaggio, idee, idea- Commento
li e immagini alla cultura di protesta. Gli intellettuali 1. Mussolini era un ex giornalista e conosceva il pote-
in genere si sono formati in essa o ne adoperano la re ipnotico della parola in un mondo poco alfabetiz-
cultura perch si rivolgono ad emarginati che hanno zato. E crea slogan capaci di colpire e di far agire:
quella cultura. Credere, obbedire, combattere!. Qualche fascista lo
5. Il linguaggio presenta molte parole e immagini di imita e crea Me ne frego!, un motto di disprezzo
area dotta: il bel giovane onesto e biondo che certa- che si poteva usare a proposito e a sproposito. Ancora
mente non italiano (Manfredi di Svevia, Pg III, 107: oggi sulle facciata delle case si possono vedere o al-
Biondo era e bello), la fe degli arcadi (inizi sec. meno intravedere gli slogan che invitavano allazione
XVIII) o di Pietro Metastasio (1698-1782). C anche e a una vita pericolosa ed esaltante. Mussolini usava
un incredibile e sorprendente excursus nella filosofia la radio e queste scritte per mantenere un rapporto
(Il tempo dei filosofi). E lideale di vita quello di continuo e diretto con la popolazione. Ma aveva an-
restare in quella casetta, che si abbandona per andare che arricchito le mense degli italiani, facendo arrivare
in esilio. Il protagonista quindi non propriamente un il pesce azzurro (1936), pescato in mare: la popola-
operaio, non vive nei casermoni o nelle periferie cit- zione non sapeva che lItalia era circondata dal mare.
tadine. un intellettuale socialmente emarginato, che 2. Palmiro Togliatti, (Genova, 1893-Jalta, 1964)
d voce alle sue condizioni di vita come alle condi- segretario del PCdI, che nasce nel 1921. Durante il
zioni degli altri diseredati. regime Nazional-fascista ripara in URSS.
6. Ci sono anche altri riferimenti interessanti: la Co- 3. Mai lItalia aveva conosciuto un elogio cos totale
mune parigina (1871) e leroico sacrificio dello spar- della violenza. In questo inno come in altri inni la po-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 395
lemica contro socialisti e comunista contro il sol noi la farem vendetta.
dellavvenir esplicita.
4. Inutile aggiungere che Nazional-fascismo e Comu- Del popolo gli arditi
nismo sovietico erano profondamente simili. Ed an- noi siamo i fior pi puri
cora inutile aggiungere che i cosiddetti totalitarismi fiori non appassiti
del Novecento sono Nazional-fascismo, Comunismo dal lezzo dei tuguri.
sovietico, Nazional-socialismo e Democrazia statuni-
tense. I democratici dimenticano sempre di citare il Avanti, siam ribelli
maggior sistema totalitario del secolo. Amnesia ga- fieri vendicator
loppante. dun mondo di fratelli
-----------------------------II----------------------------- di pace e di lavor.
Ogni contrada patria del ribelle, Il sangue del Principe e del Moro
ogni donna a lui dona un sospir, arrossano il cimiero didentico color
nella notte lo guidano le stelle, ma pi che del corpo le ferite
forte il cuor e il braccio nel colpir. da Carlo son sentite le bramosie damor.
Nella notte...
Se ansia di gloria, sete donore
Se ci coglie la crudele morte, spegne la guerra al vincitore
dura vendetta verr dal partigian; non ti concede un momento per fare allamore.
ormai sicura gi la dura sorte Chi poi impone alla sposa soave
del fascista vile e traditor. di castit la cintura, ahim, grave
Ormai sicura...
in battaglia pu correre il rischio di perder la chiave.
Cessa il vento, calma la bufera, Cos si lamenta il re cristano
torna a casa il fiero partigian, sinchina intorno il grano, gli son corona i fior.
sventolando la rossa sua bandiera;
Lo specchio di chiara fontanella
vittoriosi, al fin liberi siam!
Sventolando... riflette fiero in sella dei Mori il vincitor.
---II---
Quandecco nellacqua si compone
Commento mirabile visione il simbolo damor,
1. Fischia il vento la canzone dei partigiani o, se si nel folto di lunghe trecce bionde
vuole, della Resistenza, un nome magico, che rende il seno si confonde ignudo in pieno sol.
eroiche tutte le imprese dei partigiani. I finanziamenti
durante e dopo la guerra dellURSS al PCI non sono Mai non fu vista cosa pi bella,
mai esistiti. E il PCI ha sempre fatto gli interessi dei mai io non colsi siffatta pulzella
lavoratori e mai dellURSS. disse re Carlo scendendo veloce di sella;
2. In azzurro i termini pregnanti. Da notare le rime, le Deh, cavaliere, non vaccostate
assonanze e i troncamenti della poesia popolare e del- gi daltri gaudio quel che cercate,
la poesia tradizionale. Il troncamento colpisce anche ad altra pi facile fonte la sete calmate.
il partigian. Lultima strofa (la vittoria) si contrap-
pone alla prima (la lotta). Il valore letterario eleva- Sorpreso da un dire s deciso
to, lautore ha dimestichezza con la letteratura e la sentendosi deriso re Carlo sarrest;
poesia. Fischia il vento poi recuperato in Contes-
ma pi dellonor pot il digiuno,
sa (1966): Se il vento fischiava.
fremente lelmo bruno il sire si lev.
3. Conviene confrontare la canzone con qualche can-
zone nazional-fascista come Inno squadrista (1921) e
Giovinezza (1922), e notarne la reciproca retorica e le Codesta era larma sua segreta
accuse mosse agli avversari. Ovviamente la tecnica di da Carlo spesso usata in gran difficolt:
denigrare lavveresario una prassi abitudinaria di alla donna apparve un gran nasone
un volto da caprone, ma era Sua Maest.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 399
Se voi non foste il mio sovrano polari o comici): caprone, porco dun cane, puttane,
Carlo si sfila il pesante spadone parcella, tariffe, ciuco. La musica altisonante sottoli-
non celerei il disio di fuggirvi lontano; nea il tono graffiante della canzone.
ma poich siete il mio signore 3. Basta un po di cultura letteraria per scoprire le
Carlo si toglie lintero gabbione fonti assai note: ma pi dellonor pot il digiuno
debbo concedermi spoglia dogni pudore. rimanda al dantesco pi che l dolor pot il digiuno
(If XXXIII, parla il conte Ugolino della Gherardesca).
Cavaliere egli era assai valente La mirabile visione unaltra citazione dantesca:
ed anche in quel frangente donor si ricopr; nella Vita nova, LXII, il poeta descrive il suo primo
incontro con Beatrice.
e giunto alla fin della tenzone
4. Gli autori riprendono il tema della pastorella tutta
incerto sullarcione tent di risalir.
sola in mezzo a un bosco o in mezzo al prato. Qui la
ragazza sta facendo il bagno nuda, coperta soltanto
Veloce lo arpiona la pulzella delle sue due trecce bionde. Anche la Laura di Petrar-
repente una parcella presenta al suo signor: ca faceva la stessa cosa (Nel dolce tempo de la prima
Deh, proprio perch voi siete il sire etade, XXIII; Chiare, fresche e dolci acque, CXXVI).
fan cinquemila lire, un prezzo di favor. 5. Conviene confrontare il livello letterario e artistico
della canzone di De Andr-Villaggio con quello delle
mai possibile, porco dun cane, altre canzoni e degli altri inni politici: labisso dav-
che le avventure in codesto reame vero grande.
debban risolversi tutte con grandi puttane! -----------------------------II-----------------------------
Anche sul prezzo c poi da ridire,
ben mi ricordo che pria di partire De Andr Fabrizio (1940-1999), La guerra
veran tariffe inferiori alle tremila lire. di Piero, 1964
Cadesti a terra senza un lamento Nel treno che viene dal sud
sudori e mille valigie,
e ti accorgesti in un solo momento
occhi neri di gelosia:
che il tempo non ti sarebbe bastato
arrivederci Maria!
a chieder perdono di ogni peccato. Senza amore pi dura la fatica,
ma la notte un sogno sempre uguale:
Cadesti a terra senza un lamento avr una casa per te e per me.
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno Dal treno che viene dal sud
e non ci sarebbe stato ritorno. discendono uomini cupi
che hanno in tasca la speranza
Ninetta mia, crepare di maggio ma in cuore sentono che questa nuova,
ci vuole tanto, troppo coraggio. questa grande societ,
Ninetta bella, dritto allinferno, questa nuova, bella societ
avrei preferito andarci in inverno. non si far, non si far.
---II---
E, mentre il grano ti stava a sentire,
dentro le mani stringevi il fucile, Commento
dentro la bocca stringevi parole 1. Passano i decenni, ma lo Stato italiano resta sem-
troppo gelate per sciogliersi al sole. pre assente. I terroni abbandonano il sud alla dispe-
rata e diventano operai in un mondo che essi non ca-
piscono e che non li capisce. Lo stesso vale per i po-
Dormi sepolto in un campo di grano,
lentoni del nord-est. Dopo un secolo lItalia non era
non la rosa, non il tulipano
unita nemmeno sul piano linguistico. E il dramma di
che ti fan veglia dallombra dei fossi, questi immigrati, sradicati dai loro paesi, dalla loro
ma sono mille papaveri rossi. cultura e dalle loro tradizioni, si sente, si vive e si sof-
---II--- fre giorno dopo giorno. C il rimpianto continuo del
paese, della famiglia e del tessuto sociale che si stati
Commento costretti ad abbandonare. Lunica possibilit di rea-
1. De Andr grande scrittore e grande poeta. La zione e di rivalsa sociale levasione nei programmi
canzone ne un esempio. Il testo ben curato e le televisivi, quando in fretta e furia si compra la tiv,
immagini si imprimono nella memoria. Piero man- oppure lostentazione dellautomobile, quando si ri-
dato a combattere. Vede il nemico, ma ha un attimo torna al paese. Grandissime soddisfazioni! Gli immi-
di esitazione e non gli spara. Il nemico invece non gli grati in Germania tornavano destate in Italia con au-
ricambia la cortesia e gli spara. Cos egli ucciso ed tomobili enormi, che intasano le piccole strade del
ora dorme sepolto in un campo di grano, pieno di pa- paesetto meridionale, strette e adatte soltanto ad ani-
paveri rossi. Prima di morire pensa a Ninetta, la sua mali da soma.
donna, e le dice che dritto allinferno avrebbe preferi- 2. Gli emigranti erano soprattutto giovani, che saliva-
to andarci dinverno. no al nord in treno con le loro valigie di cartone. Tra
2. La canzone composta da 14 quartine, rimate il 1951 e il 1971 interi paesi dellItalia meridionale e
AABB. Il linguaggio semplice e popolare. Non ci del Veneto si trasferiscono nellItalia nord-occiden-
sono termini dotti o che facciano pensare alla poesia tale. Le speranze per nella terra promessa non si re-
dotta. originale il dialogo che compare tra cantauto- alizzano: non si costruir nessuna nuova societ. E
re e Piero e poi tra Piero e la Ninetta. ci era ormai sotto gli occhi di tutti, a soli dieci anni
-----------------------------II----------------------------- dal boom economico. Gli immigrati del sud e del
nord-est perdono o vivono confusamente la loro iden-
tit e le loro radici. E non riescono a cambiare e a fare
propria la nuova identit di operai e di cittadini. Non
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 401
si pu cambiare il proprio codice genetico, perch sa- 2. Compagni dai campi e dalle officine,
rebbe pi utile cambiarlo. Lintegrazione non c sta- prendete la falce, portate il martello,
ta perch non ci poteva essere. Di qui la comprensibi- scendete gi in piazza e picchiate con quello,
le accusa di terroni ai meridionali e di polentoni scendete gi in piazza e affossate il sistema.
ai veneti. Ma va tenuto presente anche il punto di vi-
sta dei milanesi e il loro modo di vedere i nuovi arri- E voi gente per bene che pace cercate,
vati, che erano straccioni e analfabeti o quasi, ma che la pace per far quello che voi volete,
diventando operai facevano gli interessi economici di ma se questo il prezzo vogliamo la guerra,
tutti, compresi i loro, di immigrati. vogliamo vedervi finir sotto terra.
3. Anche in questa circostanza tocca alla Chiesa cat- Ma, se questo il prezzo,
tolica fare quel che lo Stato laico non aveva nessuna labbiamo pagato,
volont, nessun interesse e nessuna capacit di fare: nessuno pi al mondo devessere sfruttato.
aggregare nel territorio i nuovi venuti. Il compito vie-
ne svolto in modo encomiabile dalle parrocchie, che 3. Sapesse, contessa, che cosa mi ha detto
si autofinanziano con le elemosine dei fedeli. un caro parente delloccupazione,
4. Per un paradosso della storia i piemontesi vanno a che quella gentaglia rinchiusa l dentro
piemontesizzare il centro e il sud dopo il 1861; il sud di libero amore facea professione.
e il nord-est vanno a sicilianizzare e a venetizzare il Del resto, mia cara, di che si stupisce,
nord-ovest a partire dal 1961, esattamente a un secolo anche loperaio vuole il figlio dottore,
di distanza. Nelluno come nellaltro caso i risultati e pensi che ambiente ne pu venir fuori,
sono catastrofici: gli uomini non sono intercambiabili non c pi morale, contessa!
come le parti di unautomobile n sono massificabili,
che che ne dicano le folli ideologie ugualitarie dei ca- 4. Se il vento fischiava, ora fischia pi forte,
pitalisti e le altrettanto folli ideologie ugualitarie delle le idee di rivolta non sono mai morte,
Sinistre. Sono e restano individui, legati alla loro ter- se c chi lo afferma non state a sentire,
ra e alle loro tradizioni. Legati alla loro famiglia e al uno che vuole soltanto tradire,
loro paese. Chi lo dimentica, o non vuol vedere la re- se c chi lo afferma sputategli addosso,
alt o lo fa per motivi interessati: poter sostituire sen- la bandiera rossa ha gettato in un fosso.
za problemi un operaio con un altro e colpevolizzare ---II---
come antisociali le sue caratteristiche individuali.
LItalia uscita dalla Resistenza ha per la popolazione Commento
italiana la stessa cura e la stessa preoccupazione della 1. La canzone complessa, in azzurro i termini o i
Destra, della Sinistra storica o dei governi liberali: versi pi significativi: a) il primo protagonista si ri-
nessuna. La classe dirigente costantemente occupata volge a una contessa e le dice che nellindustria
in bizantinismi incomprensibili: le convergenze pa- dellamico Aldo gli operai, quei quattro ignoranti,
rallele, gli opposti estremismi, il governo tecni- hanno scioperato, dicono di essere sfruttati e vogliono
co, lappoggio per astensione che lopposizione d un aumento del salario. Poi arrivata la polizia, che
al governo, il governo di unit nazionale ecc. spara sugli operai che con il loro sangue sporcano la
5. Endrigo, famoso per le sue sdolcinate canzoni fabbrica. b) A questo punto interviene il secondo pro-
damore, tocca un argomento che la canzone ufficiale tagonista, lo stesso cantante, che d voce agli operai:
non ha il coraggio di cantare. Compagni dai campi e dalle officine, / prendete la
-----------------------------II----------------------------- falce, portate (o impugnate) il martello... e incita ad
abbattere il sistema. c) A questo punto ricompare il
Paolo Pietrangeli (1945), Contessa, 1966 protagonista, che riferisce alla contessa una malefatta
degli operai: la gente l dentro di libero amore facea
professione. E rincara la dose: oggi anche gli operai
1. Che roba, contessa,
vogliono il figlio dottore, e chiss che cosa ne verr
allindustria di Aldo fuori. d) A questo punto la parola ritorna al cantau-
han fatto uno sciopero tore. Egli rivendica il valore delle idee di rivolta, che
quei quattro ignoranti, non sono mai morte. Chi afferma il contrario soltan-
volevano avere i salari aumentati, to un traditore. Dopo il 1945 i titoli nobiliari sono de-
gridavano - pensi! - di essere sfruttati. caduti, ma il primo personaggio li usa ancora.
2. La canzone ha la forma del contrasto letterario tra-
E quando arrivata
dizionale: si presenta a due voci. E il risultato molto
la polizia, efficace. I due personaggi si caratterizzano per luso
quei quattro straccioni di versi corti (il personaggio del mondo industriale) e
han gridato pi forte, lunghi (il cantautore, che si schiera con gli operai). In
di sangue han sporcato ogni caso il linguaggio popolare, quotidiano, ed evi-
i cortili e le porte, ta parole dotte o ricercate, del tutto fuori luogo.
chiss quanto tempo
ci vorr per pulire.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 402
3. Compaiono la falce e il martello, a indicare brac- cola-Panzer Mario, Non ho let (per amarti), 1964;
cianti e operai. E impugnando falce e martello i rivo- Mogol-Soffici Piero, Perdono, 1966; Pace-Panzeri-
luzionari o gli operai devono scendere in piazza per Beretta-Del Prete, Nessuno mi pu giudicare, 1966;
abbattere il sistema. Si tratta per soltanto di una me- Testa Alberto-Sciorilli Eros, Sono una donna, non
tafora e con le metafore non si cambia la realt fisica, sono una santa, 1971. Sono pi rivoluzionarie e lega-
ma soltanto quella simbolica. te alla realt le canzoni di Sanremo
4. Compagni dai campi e dalle officine, / prendete la 8. Sull amore libero si pu fare anche unaltra os-
falce, portate (o, molto meglio, impugnate) il martel- servazione. Gli operai privilegiano (a detta dellauto-
lo sono sicuramente due versi potenti ed efficaci, re) il principio del piacere (il piacere di una frullata)
soprattutto se cantati. E sono seguiti dal programma al principio di realt o di responsabilit (una frullata
politico, nessuno pi al mondo devessere sfruttato. pu mettere incinta la donna, ma che si arrangi!). Al-
Anche la ripresa successiva inizia con due versi forti trove i rivoluzionari o i sedicenti studenti proletari
ed efficaci: Se il vento fischiava, ora fischia pi for- gridavano: Tutto e subito. Nella realt il contadino
te, / le idee di rivolta non sono mai morte. Ovvia- semina a ottobre e raccoglie a giugno; e lindustriale
mente queste idee dovrebbero essere esaminate pi da investe capitali oggi e raccoglie i frutti domani o po-
vicino e fuori della canzone, in modo da riflettere e sdomani. Ma i rivoluzionari vivono nel loro mondo di
pensare senza fretta se sono solide o sono soltanto pa- idee sconclusionate e di piaceri immediati. E dimen-
role. Ora fischia pi forte, induce a pensare che ci ticano di fare i conti con la realt di tutti i giorni, in
sia un rapporto di causa-effetto parallelo alle parole cui tutti normalmente viviamo, che ha regole ben di-
dellindustriale che provocano la forte reazione del verse. Si pu anche essere indulgenti e osservare che
secondo personaggio alle parole del primo. Ma il pa- Pietrangeli li vede cos.
rallelo nella realt non esiste, immaginario, ed re- 9. Il primo personaggio vede in modo superficiale il
torico. La rivolta sicuramente contro il potere costi- problema del figlio dottore delloperaio (ma al bar e
tuito e contro lo sfruttamento che gli industriali fanno fa discorsi da bar, non sta scrivendo un trattato scien-
della classe operaia. Curiosamente nessun rivoluzio- tifico!). E si sente giustamente o ingiustamente (non
nario si immedesimato nei problemi della contro- importa) minacciato da questi quattro ignoranti. Il
parte, cio del padrone, che ad esempio doveva fare fatto che la riforma della scuola media inferiore
investimenti per restare sul mercato e che doveva an- (1963) doveva aumentare listruzione delle classi po-
che pagare le tasse. Eppure poteva essere un esercizio polari della societ italiana. Invece ottiene un altro
mentale assai utile, per conoscere lavversario, indi- risultato, e sgradito a tutti: abbassa sempre di pi la
viduarne i punti deboli e vedere i suoi margini di ma- cultura media dello studente con il suo permissivismo
novra. Partiti politici e sindacati della classe operaia e con la sua imposizione di promuovere tutti. A fine
sono del tutto incapaci di fare una cosa cos banale. anni Sessanta chi aveva fatto un istituto per geometri
5. Sia chiaro, una cosa sono i versi e la potenza dei poteva iscriversi a Lettere o a Filosofia o a Matemati-
suoni, unaltra se essi indicano soluzioni realistiche ca, senza averne la preparazione. La riforma doveva
e praticabili. Non lo fanno. pure chiaro che si pu essere realizzata tenendo presente lidea e la necessit
scendere in piazza con la falce e il martello, ma sol- della specializzazione: chi inizia un indirizzo non pu
tanto per fare una sfilata folcloristica, certamente non pi cambiarlo. Cosa che non fu mai.
per abbattere il sistema o migliorare le proprie condi- 10. L amor libero ha un antecedente lontanissimo
zioni di vita. in Platone (427-347 a.C.): la comunione dei beni e
6. Il primo personaggio fa ancora due critiche: a) gli delle donne, poi rinnegata (Rep., V, 454e-456a; Leg-
operai fanno professione di libero amore, una cosa gi, VII, 4-5, 11-12). Pi da vicino, nellOttocento, i
squallida; e b) anchessi vogliono il figlio dottore, rivoluzionari proponevano la comunione delle donne,
vogliono abbandonare la loro classe sociale e salire insomma l amore libero, nel senso che luomo si
verso quelle pi elevate. La conclusione che non c frullava le donne che volea e le donne dovevano dire
pi morale. Sicuramente i borghesi in quegli anni fa- sempre di s: nessuno pensava alla possibilit contra-
cevano gli scambi di coppia (evitando incidenti di ria. Poi nella realt succedono cose diverse. Marx,
percorso, cio figli indesiderati). Si pu ragionevol- che aveva sposato una nobildonna, mette incinta la
mente pensare che gli operai non facessero altrettan- serva e lamico Engels si assume la paternit del
to. E che magari cambiassero qualche donna (e non il bimbo. Friedrich Engels (1820-1895), pur essendo un
contrario), perch non volevano affatto accasarsi (o industriale e non uno scienziato, scrive Lorigine del-
avere una donna fissa che li impegnasse) e prendersi la famiglia, della propriet privata e dello Stato
la loro parte di responsabilit. L amore libero era (1884), il testo per eccellenza che contiene le idee so-
soltanto un modo per giustificare la frullata con la cialiste sulla famiglia e sullo Stato. Indubbiamente un
successiva fuga: se la ragazza restava incinta, peggio rivoluzionario non ha limiti di competenza, esperto
per lei, doveva prendere lei le sue precauzioni. Luo- in tutto. Egli vuole sottrarre la famiglia al monopolio
mo non ha tempo per queste cose. capitalistico, che trasforma in merce di scambio an-
7. Sull amore libero che (a dire di Pietrangeli) gli che i rapporti sentimentali (e la donna), per giungere
operai praticherebbero, conviene confrontare la can- a una societ senza classi, in cui esista per gli indivi-
zone con altre canzoni degli stessi anni: Salerno Ni-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 403
dui, sia uomini sia donne, libert di scelta del proprio Dopo giorni eravamo in tremila,
compagno/a di vita. in tremila al tuo funerale,
11. Con un po di attenzione il lettore o lo spettatore e nessuno pu dimenticare
si accorge che sta origliando: ascolta origliando il quel che accanto alla bara giur.
discorso tra il primo personaggio e la contessa; e poi
ascolta ugualmente origliando il proclama e linvet- Ti hanno ucciso spezzandoti il collo,
tiva del secondo personaggio contro la societ bor- sei caduto ed eri gi morto,
ghese e leconomia capitalistica. I servi delle com- Calabresi ritorna in ufficio,
medie goldoniane passavano il tempo cos Sembra per adesso non pi tranquillo.
che lorigine della canzone sia un fatterello avvenuto
in precedenza: per caso Pietrangeli sent quei discor- Ti hanno ucciso per farti tacere,
si, trasformati poi in canzone, proferiti da un borghe- perch avevi capito linganno,
se in un caff. ora dormi, non puoi pi parlare,
12. La quarta strofa parla pure di tradimento, un ter- ma i compagni ti vendicheranno.
mine caro ai Nazional-fascisti. Ma la differenza c:
per i fascisti traditore chi rinnega la patria e il pro- Progressisti e recuperatori,
prio paese, insomma chi internazionalista; per Pie- noi sputiamo sui vostri discorsi,
trangeli chi rinnega o non crede pi alla rivoluzio- per Valpreda, Pinelli e noi tutti
ne. Dovrebbe essere ovvio poi che chi tradisce fa c soltanto una cosa da far.
semplicemente la scelta che meglio fa i suoi interessi. Gli operai nelle fabbriche e fuori
-----------------------------II----------------------------- stan firmando la vostra condanna,
il potere comincia a tremare,
Barozzi-Lazzarini-Zavanella-Fallisi, La la giustizia sar giudicata.
ballata del Pinelli, 1969
Calabresi con Guida il fascista
Quella sera a Milano era (=faceva) caldo, si ricordi che gli anni son lunghi,
ma che caldo che caldo faceva, prima o poi qualche cosa succede
brigadiere apra un po la finestra, che il Pinelli far ricordar.
e ad un tratto Pinelli casc.
Quella sera a Milano era caldo,
Commissario (=Calabresi), io glielho gi detto, ma che caldo che caldo faceva,
le ripeto che sono innocente, brigadiere apra un po la finestra,
anarchia non vuol dire bombe, e ad un tratto Pinelli casc.
ma eguaglianza nella libert! ---II---
Dio del Ciel se fossi una colomba Donne! Donne! Donne! Che lamore trasformer.
vorrei volar laggi dov il mio amor, Mamme! Mamme! Mamme! Questo il dono che
che inginocchiato a San Giusto Dio vi fa.
prega con lanimo mesto:
fa che il mio amore torni Tra batuffoli e fasce mille sogni nel cuor.
ma torni presto. Per un bimbo che nasce quante gioie e dolor.
Vola, colomba bianca, vola Mamme! Mamme! Mamme! Quante pene lamor vi
diglielo tu d.
che torner. Ieri, oggi, sempre, per voi mamme non c piet.
Ogni vostro bambino, quando un uomo sar,
Dille che non sar pi sola verso il proprio destino, senza voi se ne andr!
e che mai pi
la lascer. Son tutte belle le mamme del mondo
quando un bambino si stringono al cuor.
Fummo felici uniti e ci han divisi Son le bellezze di un bene profondo
ci sorrideva il sole, il cielo, il mar fatto di sogni, rinunce ed amor.
noi lasciavamo il cantiere
lieti del nostro lavoro tanto bello quel volto di donna
e il campanon din don che veglia un bimbo e riposo non ha;
ci faceva il coro. sembra limmagine duna Madonna,
sembra limmagine della bont.
Vola, colomba bianca, vola
E gli anni passano, i bimbi crescono,
Tutte le sere maddormento triste le mamme imbiancano; ma non sfiorir la loro belt!
e nei miei sogni piango e invoco te
anche il mi vecio te sogna Son tutte belle le mamme del mondo
pensa alle pene sofferte grandi tesori di luce e bont,
piange e nasconde il viso tra le coperte. che custodiscono un bene profondo,
il pi sincero dellumanit.
Vola, colomba bianca, vola
Son tutte belle le mamme del mondo
Diglielo tu ma, sopra tutte, pi bella tu sei;
che torner. tu, che mhai dato il tuo bene profondo
---II--- e sei la Mamma dei bimbi miei.
---II---
Commento
1. San Giusto indica la cattedrale di San Giusto a Commento
Trieste. La canzone cantata con grandissimo suc- 1. La canzone celebra tutte le mamme del mondo, che
cesso da Nilla Pizzi, Luciano Tajoli e Claudio Villa. hanno messo al mondo un bambino, che lo hanno al-
esplicito il riferimento a Trieste divisa in due zone, levato e fatto diventare adulto. Esse con il tempo so-
una controllata dallItalia, una dalla Jugoslavia: no imbiancate, ma non sfioriranno mai. E poi il bam-
Fummo felici uniti e ci han divisi. Gli USA nel trat- bino-adulto le ha piantate ed andato per la sua stra-
tato di fine guerra (e non di pace) si preoccupano di da. La canzone inizia con una parte in prosa (Donne!
dividere la citt in due, met allItalia e met alla Ju- Donne! Donne!), e poi cantata (Son tutte belle le
goslavia, in modo da creare un motivo permanente di mamme del mondo). E scomoda anche Dio Nel
tensioni e di guerra tra i due Stati. La situazione si ri- 1948, soltanto qualche anno prima, la DC prende il
solve soltanto nel 1975 con il trattato salomonico di 48,8% dei voti alle elezioni. La societ italiana era
Osimo: si ratifica lo status quo durato ventanni. cristiana e cattolica.
2. Dio del ciel: una citazione religiosa era normale 2. Alla fine della canzone il cantautore ha un colpo
nellItalia del tempo. La vita di tutti era pervasa dalla dala. Dice che sono tutte belle le mamme del mondo
religione e dalla terminologia/cultura religiosa. Nel e soprattutto bella la madre dei suoi figli. Un gradi-
1966 a Sanremo Domenico Modugno e Gigliola Cin- to complimento a sua moglie, per la quale ha lasciato
quetti cantano Dio, come ti amo, che fece scandalo, e la famiglia dei genitori. Ma era normale che la moglie
vincono al festival. andasse a vivere a casa di lui con i suoceri.
---------------------------II----------------------------- 3. La canzone destinata al successo e a un grande
successo, perch, finita la seconda guerra mondiale, a
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 412
partire dai primi anni Cinquanta la natalit riprende in Commento
modo massiccio e ci sono moltissime mamme con 1. Modugno mescola versi brevi e versi lunghi (o ver-
bambini piccoli. si in prosa). E usa anche il ritornello, trasformato in
4. Il pap assente: una dimenticanza. Ma normal- puro suono. abile luso degli infiniti (volare, canta-
mente non era mai associato al figlio. Si sarebbe sen- re) e pure della interiezione (oh!). facile e immedia-
tito molto imbarazzato ad esprimere qualche senti- ta la contrapposizione lass (e volare) e quaggi
mento daffetto verso di lui. I sentimenti sono cose da (ma con te). E i versi sono onomatopeici. E abile an-
donne. che la variazione Nel blu, dipinto di blu e Nel blu
5. Con questa canzone Giorgio Consolino vince il Fe- degli occhi tuoi blu.
stival di Sanremo nel 1954. 2. La canzone provoca una facile identificazione
-----------------------------II----------------------------- nellascoltatore, che pu volare perch canta. Cantare
era unabitudine molto diffusa, fino alla comparsa
Migliacci Franco-Modugno Domenico, della radio. Basta poco o addirittura niente, per volare
Nel blu, dipinto di blu o Volare, 1958 ed essere felici. Il benessere economico (1958-61)
doveva ancora arrivare.
3. La canzone o, come si diceva, il brano musicale
Penso che un sogno cos non ritorni mai pi;
cantato, per limportanza della musica, dimostra
mi dipingevo le mani e la faccia di blu,
grandissimo mestiere e grande conoscenza della lin-
poi dimprovviso venivo dal vento rapito
gua. Essa un buon prodotto ed sicuramente buona
e incominciavo a volare nel cielo infinito
cultura. E si deve riconoscere che per la cultura popo-
lare hanno fatto di pi Sanremo e Mike Buongiorno
Volare oh, oh!
(1924-2009) che la nuova scuola media italiana
Cantare oh, oh, oh, oh!
(1963).
Nel blu, dipinto di blu,
---------------------------II-----------------------------
felice di stare lass.
E volavo, volavo felice pi in alto del sole ed ancora Modugno Domenico-Verde Dino, Piove,
pi su, 1959
mentre il mondo pian piano spariva lontano laggi,
una musica dolce suonava soltanto per me Mille violini suonati dal vento,
tutti i colori dellarcobaleno
Volare oh, oh! vanno a fermare la pioggia dargento
Cantare oh, oh, oh, oh! ma piove piove
Nel blu, dipinto di blu, sul nostro amor.
felice di stare lass.
Ciao ciao bambina
Ma tutti i sogni nellalba svaniscon perch, un bacio ancora e poi per sempre
quando tramonta, la luna li porta con s. ti perder
Ma io continuo a sognare negli occhi tuoi belli, come una fiaba lamore passa
che sono blu come un cielo trapunto di stelle. cra una volta poi non c pi
cos che trema sul tuo visino
Volare oh, oh! pioggia o pianto
Cantare oh, oh, oh, oh! dimmi cos
Nel blu, dipinto di blu, vorrei trovare parole nuove
felice di stare quaggi. ma piove piove sul nostro amor.
Quando poi verr la sera quando tutte le farfalle Paoli Gino (1934), Sapore di sale, 1963
dormiranno sulle foglie
se davvero mi vuoi bene in ogni chicco di quelluva Sapore di sale,
ci daremo un lungo bacio sapore di mare,
poi tornando verso casa con le mani nelle mani che hai sulla pelle,
canteremo una canzone che hai sulle labbra,
questautunno noi faremo sotto il cielo pi sereno quando esci dallacqua
la vendemmia dellamore e ti vieni a sdraiare
vicino a me
Sar triste dirci addio sar triste amore mio vicino a me.
ma lamore dura un attimo
quando credi di sognare ti risvegli tutto a un tratto Sapore di sale,
proprio quando dici tamo sapore di mare,
ma se un giorno sarai solo non scordarti che una vol- un gusto un po amaro
ta di cose perdute,
cantavamo una canzone di cose lasciate
questautunno noi faremo sotto il cielo pi sereno lontano da noi
la vendemmia dellamore dove il mondo diverso,
la la la... diverso da qui.
---II---
Qui il tempo dei giorni
Commento che passano pigri
1. I due innamorati hanno deciso di spupazzarsi in au- e lasciano in bocca
tunno, faranno la vendemmia dellamore in contem- il gusto del sale.
poranea con la vendemmia delluva. Poi lei chiede di Ti butti nellacqua
spiluccare un (grosso) grappolo duva e a ogni chicco e mi lasci a guardarti
lui le dar un bacio. Ma la vendemmia finisce presto e rimango da solo
e i due si diranno addio, perch lamore dura un atti- nella sabbia e nel sole.
mo. Se un giorno infine sar solo pu ricordare che
cantavano una canzone: Questautunno noi faremo Poi torni vicino
sotto il cielo pi sereno la vendemmia dellamore. e ti lasci cadere
La canzone diventa circolare, una invenzione che si cos nella sabbia
trova anche in Pascoli (Orfano, La mia sera). Non c e nelle mie braccia
alcun dramma a causa della rottura. O forse non cera e mentre ti bacio,
mai stata una vera unione, ma un incontro, una frulla- sapore di sale,
ta e un saluto. sapore di mare,
2. I due innamorati si amano e poi si lasciano, perch sapore di te.
lamore dura un attimo. Nella stessa canzone lo scrit-
tore fa provare allo spettatore la gioia dellamore, un Qui il tempo dei giorni
addio senza problemi e un vago ricordo di una canzo- che passano pigri (=una noia mortale!)
ne che cantavano quanderano innamorati. Insomma e lasciano in bocca
un amore usa e getta o un amore estivo. il gusto del sale.
3. Il dramma delladdio assente ed anche la pianifi- Ti butti nellacqua
cazione del rapporto, il mettersi insieme per convive- e mi lasci a guardarti
re (unidea rivoluzionaria negli anni Sessanta) o al e rimango da solo
limite il matrimonio. Lamore dura un attimo, un po nella sabbia e nel sole.
di baci e forse una frullata. Ma la poesia spensierata
come doveva essere. E, come doveva essere, parla dei Poi torni vicino
desideri, dei sogni, dellamore libero, ma nel pensie- e ti lasci cadere
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 416
cos nella sabbia Ma se vuoi andare
e nelle mie braccia non ti voglio pi qui.
e mentre ti bacio, Per, prima di lasciarmi
sapore di sale, dimmi almeno il perch.
sapore di mare,
sapore di te. Il tuo amor
---II--- non era sincero,
i tuoi baci
Commento non erano veri.
1. La canzone bella, spensierata, affascinante, coin- I tuoi occhi
volgente. I due innamorati sono al mare, su una mi han sempre mentito
spiaggia che disabitata o senza bagnati, che sono se tu ora
stati mentalmente rimossi. Lei esce dallacqua in due non mi ami pi.
pezzi (o bikini) come una novella Venere. E viene a Se mi vuoi lasciare
sdraiarsi vicino a lui. Lui la guarda, anche con lani- dimmi almeno perch.
ma. E la bacia, sulla pelle e poi sulle labbra. Le mani
non danno alcun contributo allimpresa amorosa. I Tu dicevi sempre
genitori sono in agguato che vivevi per me.
2. La canzone ha avuto giustamente uno straordinario Ma se vuoi andare
successo. semplice, facile, orecchiabile, spensiera- non ti voglio pi qui.
ta. Ci sono soltanto lui e lei, lei che esce dal mare, lei Per, prima di lasciarmi
che si sdraia vicino a lui, lui che la guarda, la desidera dimmi almeno il perch.
e la bacia, un lungo sguardo e (con il pensiero) un ba- ---II---
cio diffuso su tutta la pelle. Tutti i problemi di rela-
zione e di lavoro sono dimenticati. Commento
3. Dietro a Gino Paoli ci sono le languide e orecchia- 1. Il protagonista stato lasciato o quasi. E allora
bili canzonette dellArcadia. chiede: se mi vuoi lasciare, dimmi almeno perch mi
-----------------------------II----------------------------- lasci. Una domanda (forse) legittima, che chiaramen-
te non avr risposta. Egli non capisce i motivi
Reverberi Gian Piero-Leva Rosario, Se mi dellabbandono. E, comunque, si premura preventi-
vuoi lasciare, 1963 vamente di incolpare lei dessere stata bugiarda, di
aver detto che lo amava e addirittura che viveva per
Se mi vuoi lasciare lui, anche se non era vero. Ad ogni modo lui la pren-
dimmi almeno perch. de con filosofia e senza drammi: Ma, se vuoi andare,
Io non so capire non ti voglio pi qui. Insomma, dice sgarbatamente
perch tu vuoi fuggire da me. di levarsi dai piedi. Non si chiede che cosa ha fatto
Se mi vuoi lasciare lui per farla scappar via. E invece alla domenica lui la
dimmi almeno perch. lasciava sempre sola per andare a vedere la partita di
calcio con gli amici, si lamentava Rita Pavone ne La
Tu dicevi sempre partita di pallone (1962). Era lanno prima.
che vivevi per me. 2. Il verso Se mi vuoi lasciare / dimmi almeno per-
Ma se vuoi andare ch, ugualmente laltro verso simile Per prima di
non ti voglio pi qui. lasciarmi, martellante e sembra una mazzata
Per, prima di lasciarmi sulla testa dellascoltatore. pure reso ancora pi po-
dimmi almeno il perch. tente dalla musica ad alto volume che lo accompagna.
Lascoltatore letteralmente frastornato.
Il tuo amor 3. Gianfranco Michele Maisano in arte Michele
non era sincero, (1944). Voce e musica riempiono mente e cuore dello
i tuoi baci spettatore.
non erano veri. -----------------------------II-----------------------------
I tuoi occhi
mi han sempre mentito
se tu ora
non mi ami pi.
Se mi vuoi lasciare
dimmi almeno perch.
Tu dicevi sempre
che vivevi per me.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao, amore
ciao, non piangere
vedrai che torner
te lo prometto ritorner
te lo giuro amore ritorner
perch ti amo
ti amo
ritorner
ciao amore
ciao
ti amo.
---II---
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 429
Commento dallo sviluppo economico e dalla proposta di nuovi
1. Vedrai che ritorner. Il protagonista vago e non valori come il consumismo, la vita romantica dei film
intende ancora impegnarsi e fa una promessa da ma- e dei telefilm, il sesso libero e senza pregiudizi. Il
rinaio Almeno poteva fare un salto da lei e ritor- distacco, anche fisico, dalla famiglia con la frequenza
narsene a casa sua. Ma la canzone non costruita sul degli istituti superiori e delluniversit, e il desiderio
filo logico della razionalit, ma sui suoi, sulle parole di volare favorisce la pratica di questi nuovi valori,
e sulla musica, che creano unatmosfera magica, ip- interpretati normalmente in modo molto semplice: si
notica e suggestiva, che accalappia lascoltatore. va nel bosco o in campagna e si fa la frullata. Il para-
2. Sanremo accenna ai problemi della separazione, diso a portata di mano. Sorgono idee femministe,
normalmente per motivi di lavoro. Il lavoro e gli ope- ma sono soltanto idee. Spesso con la scusa del fem-
rai sono considerati argomenti proibiti, sgradevoli, minismo e della libert di fare quel che si vuole si ri-
che turbavano la serenit dei benpensanti. Bastava fiuta ad oltranza qualsiasi apertura al nuovo. E per le
non parlarne o accennarli confusamente, e il gioco era donne sempre un dramma: se gliela do, poi resta o
fatto. Meglio Volare nel blu dipinto i blu. mi lascia? E, se non gliela do, resta o mi lascia?
3. Conviene confrontare la canzone con un testo lon- 3. Il nuovo crea problemi e non indica soluzioni. La
tanissimo nel tempo: Lamore di terra lontana di Jau- vita sociale precedente era pi semplice e incanala-
fr Rudel (1125-1148). Ma il termine lontano in- ta. Ci si conosceva a scuola o davanti alla chiesa. Ci
flazionato da scrittori e poeti. La lontananza suscita si frequentava e si decideva di stare insieme. E si
forti sentimenti, da cogliere al volo e mettere in versi pensava subito al matrimonio. Lavoro e famiglia. E
e in rima. figli. Destate le vacanze, se possibile. Il consumismo
-----------------------------II----------------------------- e i produttori di beni di consumo hanno interessi che
si oppongono al rollino di marcia tradizionale. E le
Testa Alberto-Sciorilli Eros, Sono una idee che diffondono attecchiscono. I giovani pensano
di entrare nel paradiso proibito. Woodstock, tre giorni
donna, non sono una santa, 1971 di pace, amore e musica del 1969, il film dellan-
no dopo.
Sono una donna, non sono una santa 4. Il testo molto curato, basta vedere i versi e le ri-
non tentarmi non sono una santa me. Splendido un verso del ritornello, che contiene
Non mi portare nel bosco di sera un paragone straordinario tra cuore/vagina e stomaco:
ho paura nel bosco di sera quando lamore stuzzica il tuo cuore. E anche un
Fra tre mesi, te lo prometto altro verso, che rispecchia la cultura religiosa del
che il mio amore tu lavrai tempo: Ges mio, dammi coraggio. E ugualmente il
ti assicuro, non un dispetto, titolo: Sono una donna, non sono una santa. Il pub-
ogni cosa a suo tempo, lo sai. blico avrebbe capito e apprezzato.
5. Esiste anche un versione pi lunga e pi libera del-
Tre mesi sono lunghi da passare la canzone. Il verso del ritornello ti prego amore mio
quando lamore stuzzica il tuo cuore non mi lasciare diventa ti prego amore mio lascia-
ti prego amore mio non mi lasciare. mi stare. Nella nuova strofa la ragazza prega lin-
Se non avessi te meglio morire. namorato di non insistere a chiedergliela, altrimenti
avrebbe ceduto prima di maggio: Batti e ribatti / si
Non sono sola, ho quattro fratelli, piega anche il ferro / con il fuoco / si piega anche il
non scordare che ho quattro fratelli. ferro.
Dove sei stata, la gente ti guarda, 6. Nel 1974 la scrittrice americana Erica Jong pubbli-
resta in casa, la gente ti guarda. ca un romanzo, Paura di volare, una paura che al di
Fra tre mesi saremo in maggio l delle chiacchiere le donne americane come le eu-
e il mio amore ti dar. ropee provavano, quando devono gestire le nuove
Ges mio, dammi coraggio presunte libert. Un libro di successo.
di resistere e dirgli di no. 7. La ragazza non si preoccupa di rimanere incinta,
ma di rimandare la prima volta a un momento piace-
Tre mesi sono lunghi da passare vole: una tiepida giornata del mese di maggio, il mese
---II--- della Madonna.
-----------------------------II-----------------------------
Commento
1. La canzone proposta a Gigliola Cinquetti e a Iva
Zanicchi, che la rifiutano. A Rosanna Fratello piace, e
la canta. sicuramente una delle pi belle e incisive
canzoni di Sanremo.
2. La canzone rispecchia in modo straordinario le vita
e i drammi femminili del tempo. I valori e la societ
statica tradizionale subiscono enormi sconvolgimenti
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 430
Guccini Francesco (1940), Libera nos, la Luna tutte le cose che gli uomini e le donne perdo-
Domine, 1978 no, compreso il cervello; soltanto la pazzia era rima-
sta sulla terra (Orlando furioso, XXXIV, 69-87).
Da morte nera e secca, da morte innaturale, -----------------------------II-----------------------------
da morte prematura, da morte industriale,
per mano poliziotta, di pazzo generale, Migliacci Franco-Mattone Claudio-De
diossina o colorante, da incidente stradale, Crescenzo Edoardo, Linfinit, 1982
dalle palle vaganti dogni tipo e ideale,
da tutti questi insieme e da ogni altro male, Linfinit
una camera segreta
libera, libera, libera, libera nos, Domine! di un motel
sulla via
Da tutti gli imbecilli dogni razza e colore, che attraversa la tua vita
dai sacri sanfedisti e da quel loro odore, insieme alla vita mia.
dai pazzi giacobini e dal loro bruciore, Decidi tu se ripartire
da visionari e martiri dellodio e del terrore, o rimanere ancora.
da chi ti paradisa dicendo per amore,
dai manichei che ti urlano o con noi o traditore!, Ora lo so
che una notte pu
libera, libera, libera, libera nos, Domine! cambiare un uomo
che come me
Dai poveri di spirito e dagli intolleranti, vissuto sempre
da falsi intellettuali, giornalisti ignoranti, troppo solo,
da eroi, navigatori, profeti, vati, santi, forse perch
dai sicuri di s, presuntuosi e arroganti, dentro di s
dal cinismo di molti, dalle voglie di tanti, stava aspettando
dallegoismo sdrucciolo che abbiamo tutti quanti, solo te.
libera, libera, libera, libera nos, Domine! Amore mio,
lalba gi qui,
Da te, dalle tue immagini e dalla tua paura, la luce invade
dai preti dogni credo, da ogni loro impostura, strade e citt,
da inferni e paradisi, da una vita futura, ma porte chiuse
da utopie per lenire questa morte sicura, non ne aprir.
da crociati e crociate, da ogni sacra scrittura,
da fedeli invasati dogni tipo e natura, Fuori c il giorno
mentre di qua c
libera, libera, libera, libera nos, Domine, linfinit
libera, libera, libera, libera nos, Domine... dei tuoi occhi
che san leggere
Commento i pensieri che ho,
1. La canzone composta da quattro strofe di sei ver- i segreti, le emozioni,
si, ognuna delle quali ha la stessa rima; tutte termina- il desiderio di te.
no con lo stesso settimo verso. Libera nos, Domine, a
omni malo tratto dalle Litaniae Sanctorum, Invoca- Linfinit:
tio ad Christum, che elencano i mali da cui il Signore se non ti avr
deve liberare il credente. mi mancherai.
2. Il poeta si rivolge al Signore e lo invoca affinch ci
liberi da ogni male. I mali sono numerosissimi, rac- Linfinit
chiusi nelle quattro strofe. Lautore recupera un filo- una camera segreta
ne poetico di dieci secoli prima: lelenco di cose pia- di un motel sulla via
cevoli o in alternativa noiose e fastidiose. che attraversa la tua vita
3. Voce del cantautore, musica e testo si rafforzano a insieme alla vita mia.
vicenda e hanno un impatto fortissimo sullo spettato- Decidi tu se ripartire
re. Lautore non risparmia nessuno, neanche se stes- o stare qui
so. o stare qui.
4. Unosservazione: se il Signore ci libera da ogni ---II---
male, non resta pi niente, la vita diventa noiosa e in-
sopportabile Ma quella di Guccini soltanto una
invocazione. I mali restano. Ariosto aveva messo sul-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 431
Commento
1. La canzone lo specchio del pubblico a cui si ri-
volge. Il linguaggio semplice ed elementare. E gira
intorno alla parola magica, che alza il livello della si-
tuazione e del rapporto: linfinit. Lei potrebbe essere
la donna della sua vita.
2. I due protagonisti hanno passato una notte damore
in un motel e lui ha scopeto che lei non poi cos ma-
le: il rapporto poteva continuare. Ben inteso, a condi-
zione che lei lo volesse o ci tenesse. Da parte sua, se
lei diceva di no, lui ne avrebbe sentito solo la man-
canza. Egli vive al risparmio e ha risparmiato anche
la parola amore: troppo sdolcinata e troppo borghese.
La camera segreta vuol dire che sono andati in mo-
tel senza che nessuno lo sapesse: il loro segreto.
Non hanno neanche lintenzione di raccontare la bra-
vata agli amici, che dopo avrebbero sparlato per giro.
3. Non ci sono progetti o programmi di vita in comu-
ne. Si tratta di una semplice sveltina in una comoda
camera ad ore di un motel (lalbergo costa troppo),
con le lenzuola pulite. E il pubblico grazie a questa
canzone va a far lamore in albergo con il pensiero, e
con il corpo resta a casa. Levasione con il pensiero
in un albergo, normalmente irraggiungibile a causa
dei costi, basta e avanza.
4. La canzonetta va confrontata con canzoni degli
stessi anni sullo stesso argomento: Tenco Luigi, Ieri,
1959 (lei ora dice di amarlo, ora lo vuole lasciare e
lui risponde ma fai come ti pare, / tanto non tamo
pi); Salerno Nicola-Panzer Mario, Non ho let
(per amarti), 1964 (Gigliola Cinquetti che la canta ha
appena 16 anni); Mogol-Soffici Piero, Perdono, 1966
(la ragazza andata a fare esperienza con altri ragaz-
zi, che si rivelano uno schifo ed perci ritornata
allovile); Pace-Panzeri-Beretta-Del Prete, Nessuno
mi pu giudicare, 1966 (la ragazza andata a brucare
altra erba, era peggio di quella che brucava, un cerino
contro il sole, ed ritornata dal ragazzo che aveva la-
sciato, che risulta migliore del previsto); Paolo Pie-
trangeli, Contessa, 1966 (i borghesi provano schifo
per l amor libero che gli operai praticherebbero);
Testa Alberto-Sciorilli Eros, Sono una donna, non
sono una santa, 1971 (la ragazza, veramente saggia,
gli chiede di aspettare tre mesi: gliela dar a maggio
con la bella stagione). Il tempo doro dellamore
ormai lontanissimo, e sono passati soltanto 10-15 an-
ni.
5. Se dopo la frullata lamore che egli dimostra cos
fievole e smorto, la ragazza deve pensarci bene prima
di decidere di mettersi insieme con lui. In Ieri (1959)
anche Tenco aveva lasciato decidere lei: Ma fai co-
me ti pare, / tanto non tamo pi. Una pessima idea:
bisogna aiutare sempre una persona incerta a decidere
correttamente, per il bene di tutti e due.
------------------------------II-----------------------------
E, per finire, cinque romanzi di autori italiani del No- Oscar Wilde (Dublino, 1854-Parigi, 1900) uno po-
vecento, inframezzati da quattro romanzi di autori eta, scrittore e drammaturgo irlandese, fortemente cri-
stranieri: Italo Svevo triestino e ragioniere di banca, tico verso la societ perbenista del suo tempo. Da
che pubblica tre romanzi; Dino Buzzati un lettera- parte sua la societ lo processa e lo condanna alla ga-
to, che scrive in uno splendido italiano; Umberto lera per omosessualit.
Eco un pubblicista, un linguista, un divulgatore cul-
turale, che scrive romanzi vari e che si pu vantare di Riassunto. Nello studio del pittore Basil Hallward,
essere stato insignito di 40 lauree honoris causa; Va- Basil e lord Henry Wotton parlano del ritratto che
lerio M. Manfredi un docente di storia antica, che Basil sta terminando. Henry lo invita a esporre il ri-
scrive romanzi davventura; Licia Troisi una gio- tratto, che bellissimo. Basil si rifiuta: mostra troppo
vane scrittrice di successo per ragazzi. La scelta non la sua anima. Ritrae Dorian Gray, un giovane di 17
arbitraria: sono gli autori pi significativi e capaci anni che il pittore ha conosciuto qualche mese prima.
che in Italia hanno condizionato la cultura e le vendi- Il ragazzo lespressione pi alta e perfetta della bel-
te delle librerie: anche leconomia vuole la sua parte. lezza. Da quel momento la pittura di Basil aveva
I riassunti sono meticolosi e permettono di entrare spiccato il volo. Poco dopo arriva Dorian a posare per
nei romanzi. il pittore. Basil vorrebbe che Dorian non incontrasse
Henry, temendo che con le sue idee lo possa traviare
Altri autori italiani potevano essere Alberto Moravia (I). Ma Dorian dice che si annoia a posare e che gra-
(1907-1990), Cesare Pavese (1908-1950), Giorgio disce parlare con Henry. Henry, cinico e spregiudica-
Bassani (1916-2000), Alberto Bevilacqua (1934- to, vede in lui unanima pura e candida e lo stimola a
2013). Le scrittrici non hanno prodotto niente di de- fare nuove esperienze. Dorian si sente attratto dalle
cente. Non sanno che la parit si conquista lavorando idee di Henry sul piacere e sulla bellezza. Nel giardi-
sodo e non con i proclami universali o con i propri pii no, dove si spostano, Henry tesse lelogio della bel-
desideri di redenzione. lezza e della giovinezza, e si lamenta che la giovinez-
za e con lei la bellezza siano destinate a passare. E
Gli autori stranieri sono britannici e statunitensi: O- perci d importanza allapparire. Dorian turbato e
scar Wilde (1854-1900), scrittore e drammaturgo; nello stesso tempo attratto dalle idee che ascolta, e
Baum L. Frank (1856-1919), uno scrittore e avven- lentamente si allontana da Basil per avvicinarsi ad
turiero americano; il britannico Eric Ambler (1909- Henry. Terminato il ritratto, Henry si offre di compe-
1998), uno dei pi grandi scrittori di spy story; Dou- rarlo, ma il pittore lo regala a Dorian. Henry teme che
glas Preston (1956) e Lincoln Child (1957), due un giorno quella bellezza sia rovinata dal tempo. Do-
scrittori statunitensi, che scrivono techno-thriller am- rian preso dallangoscia, afferma che avrebbe dato
bientati nel mondo della scienza. lanima per restare sempre giovane e si augura che al
suo posto invecchiasse il ritratto (II). Il giorno dopo
I romanzi stranieri servono per mostrare opere di altri Henry va dallo zio, lord Fermor, un vecchietto scapo-
mondi culturali e modi di produrre cultura elevata e lo e simpatico, e si fa raccontare la storia di Dorian.
cultura dintrattenimento ancora sconosciuti in Italia. Sua madre apparteneva allalta aristocrazia e si era
sposata con un ragazzo di modeste condizioni, che il
Tutti i nove romanzi servono per conoscere i testi in padre disprezzava. Ben presto resta vedova perch il
modo pi fine e come si pu e si deve lavorare con marito muore in un duello. Lo sfidante era stato paga-
precisione e con metodo sui testi. Alla fine del quin- to dal padre. Lei ritorna a vivere in famiglia ma non
quennio lo studente dovrebbe essere capace di esami- rivolge pi la parola al padre (III). Dorian va a trova-
nare in modo pi approfondito le opere che legge. re Henry. Incontra la moglie, che nervosa e isterica.
Da tempo i due ormai facevano una vita sociale sepa-
Tutti i romanzi qui presentati sono esaminati in modo rata. Quando giunge Henry, la donna se ne va. Henry
pi articolato in lo invita a non sposarsi mai e fa un ritratto ripugnante
http://www.letteratura- delle donne e del matrimonio. Dorian gli risponde che
italia- si innamorato di Sibyl Vane, unattrice di 17 anni
na.com/pdf/letteratura%20italiana/14%20Scrittura%2 che interpreta i ruoli pi diversi con grande abilit.
0creativa.pdf Ha scoperto il teatro per caso, perch Henry lo aveva
------------------------------II----------------------------- invitato a fare nuove esperienze. Alla sera, ritornato a
casa, Henry trova un telegramma di Dorian che an-
nuncia il suo fidanzamento con Sibyl (IV). In teatro
Sibyl confessa alla madre di essere innamorata. La
madre contenta e augura alla figlia di non conoscere
la vita dura che ha avuto lei. Poi la ragazza fa una
passeggiata con il fratello James, di 16 anni, in par-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 433
tenza per fare fortuna in Australia. Il fratello la mette rian gli ricorda il desiderio espresso anni prima nel
in guardia, teme che si faccia ingannare da un nobile suo studio: di restare giovane per sempre e che il
come loro madre (V). Henry, Dorian e Basil si trova- quadro invecchiasse al suo posto. Basil lo invita a re-
no a cena al ristorante e discutono del fidanzamento dimersi. Dorian, accecato dallodio, prende un coltel-
di Dorian. Basil approva il matrimonio. Finita la ce- lo e lo uccide. Quindi, per crearsi un alibi, esce di ca-
na, Dorian se ne va con Henry. Basil amareggiato: sa e si fa aprire dal cameriere (XIII). Il giorno dopo
non riuscito ad evitare che Dorian cadesse sotto pensa a come far scomparire il corpo. Manda un ser-
linflusso nefasto di Henry (VI). La sera dopo i tre vo a chiamare Alan Campbell, un chimico dilettante,
amici vanno a teatro. La recita fischiata: Sibyl ha un tempo suo amico, e con il ricatto lo costringe a
una bella voce, ma il tono falso e non trasmette pas- sciogliere il corpo nellacido. Poi lex amico se ne va,
sione. I due amici se ne vanno alla fine del secondo augurandosi di non rivederlo mai pi (XIV). Il giorno
atto. Dorian, amareggiato, raggiunge la ragazza in dopo a una festa che lo annoia incontra Henry, che gli
camerino. La ragazza felice. Prima credeva alla fin- chiede che cosa ha fatto la sera prima. Temendo di
zione scenica che recitava, Dorian con il suo amore tradirsi, se ne va. A casa brucia limpermeabile e la
lha messa in contatto con la realt. Dorian esprime la borsa, le ultime tracce di Basil (XV). Qualche giorno
sua delusione, rompe il fidanzamento e se ne va. Tor- dopo Dorian va in una bettola per incontrare un ami-
nato a casa, vede la bocca del ritratto che cambiata. co. Lo trova mentre sta fumando oppio. Ben presto
Si pente di quel che ha fatto e decide di ritornare dalla decide di andarsene. Ha bisogno di restare solo. Al
ragazza. Intanto mette un paravento davanti al qua- banco una donna lo chiama Principe Gentile, come
dro, in modo che nessuno lo possa vedere (VII). Il faceva Sibyl. Un marinaio addormentato alza il capo.
giorno dopo osserva il ritratto e si spaventa. Si mette Poco dopo aggredito dallavventore. James, il fra-
a scrivere una lunga lettera a Sibyl, le chiede perdono tello di Sibyl, che vuole vendicare la sorella. E gli
e le dice che la vuole sposare. Giunge Henry che lo chiede se lui il Principe Azzurro di 18 anni prima.
informa che Sibyl si uccisa. Dorian si dispera, ma Dorian terrorizzato, ma risponde che non poteva es-
Henry lo convince che la deve dimenticare e che la sere lui. Non dimostra 40 anni, ma al massimo 20-25.
meravigliosa conclusione di un meraviglioso dram- James si scusa e se ne va. La donna della bettola lo
ma. Alla sera i due amici vanno a teatro come se informa che da anni Dorian aveva sempre lo stesso
nulla fosse successo (VIII). Il giorno dopo Basil va a aspetto. Si dice che avesse venduto lanima al diavo-
trovare Dorian, si meraviglia per la sua indifferenza lo. James cerca Dorian, ma questi scomparso (XVI).
davanti alla morte della ragazza, gli confessa che non La settimana dopo Dorian nella sua residenza di
pu pi dipingere senza di lui e gli chiede di poter e- campagna con numerosi ospiti. Va nella serra e svie-
sporre il dipinto. Dorian rifiuta e gli impedisce anche ne. Gli ospiti accorrono. Si riprende subito. Durante
di vederlo (IX). Quindi chiama il corniciaio e gli fa la cena, terrorizzato, ripensa al volto di James che a-
spostare il quadro in uno studio che non era aperto da veva visto oltre i vetri (XVII). Il giorno dopo ancora
anni. Poi si mette a leggere un libro dalla copertina spaventato. Si sente braccato. Partecipa alla battuta di
gialla, inviatogli da Henry. Parla di un giovane pari- caccia. C un incidente. Un battitore ucciso. Do-
gino che volle fare le esperienze di tutti i secoli, tran- rian decide di partire. Alla partenza il guardiacaccia
ne di quello in cui viveva (X). Dorian fortemente lo informa che non era un battitore, sembrava un ma-
influenzato dal libro, che lo condiziona per tutti gli rinaio. Dorian lo va a vedere e riconosce James
anni successivi. Il tempo passa, la sua bellezza rima- (XVIII). Una sera Henry, ormai vecchio, e Dorian
ne inalterata. Si dedica a un interesse e poi a un altro. sono a cena. Dorian dice allamico che innamorato
Passa dai profumi alla musica, dai gioielli agli arazzi di una ragazza di campagna, Hetty, ma che intende
e non pone limiti alla curiosit e al suo sviluppo intel- lasciarla, perch non la vuole corrompere. Vuole ri-
lettuale. Sul suo conto si spargono voci di risse, di tornare buono. Lamico lo prende in giro e gli chiede
contatti con falsari. Gli amici lo lasciano e le donne se vuole ingannare se stesso. Dopo tutte le esperienze
arrossiscono a sentire il suo nome (XI). il giorno che ha fatto egli vuole provare anche lesperienza di
del suo 38 compleanno. Vicino a casa incontra Basil, redimersi. In realt, lasciandola, le ha spezzato il cuo-
che sta partendo per Parigi. Lo aveva aspettato ma re e lha resa infelice per sempre. Dorian allora con-
invano. I due entrano in casa. Basil gli chiede se sono fessa di aver ucciso Basil. Henry si rifiuta di crederlo.
vere le voci che si sentono su di lui. Lo delineano Soltanto le classi inferiori commettono crimini. Ed
come un uomo corrotto e malvagio. Vorrebbe che egli lespressione pi alta della bellezza. I due amici
lamico lo rassicurasse. Dorian gli risponde che per parlano anche di altri argomenti: lesistenza dellani-
saperlo doveva vedere la sua anima. E gliela avrebbe ma (o della coscienza) e il segreto che lo mantiene
mostrata. Il pittore reagisce scandalizzato: soltanto eternamente giovane. Dorian invita lamico a non
Dio poteva vederla (XII). Dorian lo porta a vedere il prestare mai pi il libro giallo che ha prestato a lui,
ritratto. Basil fa fatica a riconoscerlo, tanto rappresen- perch contiene cattivi insegnamenti. Poi i due amici
ta un vecchio abbruttito. Va a vedere la firma e sco- si separano (XIX). A casa Dorian ricorda le parole
pre che la sua. Il quadro lo aveva dipinto lui, ma il dellamico: diceva di voler diventare buono, perch
ritratto era cambiato. Se quella era la sua anima, egli voleva provare anche questa esperienza. Ma egli vuo-
era peggiore di quanto era descritto dalla gente. Do- le veramente diventare buono. Per questo motivo ha
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lasciato la ragazza. Pensa perci che il ritratto, che che con le sue idee e con i suoi giudizi negativi la
la sua coscienza, sia cambiato. Va a vederlo. Sulla umiliava costantemente fino a renderla insicura e iste-
bocca ha invece unespressione di scaltrezza e ipocri- rica. Poi compare Hetty, che una seconda Sibyl.
sia. Dunque non pu pi cambiare! Pensa di confes- Anche lei rappresenta la giovinezza e linnocenza,
sare lomicidio di Basil, ma nessuno gli crederebbe, che attraggono magneticamente Dorian. I personaggi
poich ha distrutto tutte le prove. Pensa allora che il maschili sembrano incapaci di stabilire rapporti posi-
quadro sia allorigine di tutte le sue disgrazie e decide tivi, piacevoli e costruttivi con le donne, che non sono
di distruggerlo. Prende il coltello con cui aveva ucci- mai nemmeno il riposo del guerriero n lo strumen-
so Basil e colpisce il ritratto al cuore. I servi e due po- to per continuare la discendenza e a cui lasciare la
liziotti sentono un urlo disumano. Vanno nello studio propria sudata eredit. Le idee sul mondo femminile
e per terra trovano un vecchio raggrinzito. Era morto, provengono dalla biografia dellautore, che ebbe due
aveva un coltello piantato nel cuore. Il ritratto di Do- figli, ma trad la moglie con un giovane amante, da
rian risplendeva nella sua fulgida bellezza (XX). cui non riusc a staccarsi. Basil, lord Wotton e Dorian
non riescono ad abbandonare lamore verso gli amici
Commento e verso se stessi che caratterizza ladolescenza e che
1. I personaggi sono pochi: il giovanissimo Dorian scompare allimprovviso quando si scopre lesistenza
Gray (1), il cinico lord Henry Wotton (deuteragoni- delle ragazze e del mondo femminile. Normalmente
sta) (2), il pittore Basil Hallward (altro deuteragoni- si passa dal narcisismo alla ricerca e al culto della
sta) (3), lattrice Sibyl Vane (4); e alcuni personaggi bellezza femminile. Le letterature sono piene di don-
secondari: Alan Campbell, chimico, ex amico di Do- ne idealizzate e adorate come divinit. Qui invece c
rian (5), James Vane, fratello di Sibyl (6), Hetty, la stato un blocco nella crescita, nel passaggio dal mon-
ragazza di campagna (7). Lord Henry Wotton potreb- do sognante delladolescenza al mondo reale della
be essere considerato anche lantagonista, il demonio maturit sessuale e fisica.
tentatore, poich d a Dorian il libro che ne cambier 4. I dialoghi sono sempre lunghissimi, sono discorsi o
la vita. Camerieri, cocchieri e altri personaggi non panegirici. Non hanno la brevit che in seguito a-
fanno testo, sono ombre che restano sullo sfondo. Pe- vranno nei romanzi. Sono fatti per essere letti e riletti.
raltro il numero dei personaggi non ha importanza. Gli aforismi e le battute proverbiali vanno imparati a
Lo scrittore non si pone affatto il problema di come memoria e recitati nelle feste di societ. Lo scrittore
aumentare il numero delle pagine. si preoccupa anche del successo sociale del suo letto-
2. Il riassunto soltanto la parte superficiale del ro- re. Esiste anche unopera di Wilde che raccoglie 366
manzo. il supporto per i dialoghi. Quel che conta aforismi.
sono i dialoghi dei personaggi e i problemi che i dia- 5. Lopera ha diversi antecedenti storici e letterari. a)
loghi affrontano. Lazione c, ma non ha grande im- Nella mitologia greca Eos, laurora, ottiene da Zeus
portanza, sempre secondaria. Il romanzo pieno di limmortalit per Titone, re troiano, ma dimentica di
aforismi, enunciati da lord Wotton. Esso celebra chiedere leterna giovinezza. Perci Titone invecchia
lamicizia maschile fra i tre amici e ha passi forte- accanto alla bella consorte, finch chiede a Zeus di
mente misogini. Propone il culto della bellezza ma- poter morire. Zeus esaudisce il suo desiderio. b) La
schile, che legata alla giovinezza. Non propone af- mitologia greca propone anche il mito di Narciso, che
fatto il culto consueto della bellezza e della grazia ama soltanto se stesso e respinge Eco, la ninfa che si
femminili. In una lettera allamico Robert Ross lo innamorata di lui. Si specchia in un ruscello, cade
scrittore dice: Basil Hallward quello che credo di nellacqua e muore. Zeus lo trasforma nel fiore che
essere, Henry Wotton come il mondo mi dipinge e porta il suo nome. Trasforma la ninfa nelleco, che ci
Dorian Gray quello che mi piacerebbe essere. Il risponde quando parliamo. c) Il mondo greco propone
romanzo ha una base autobiografica nella vita del- ancora lideale della kalokagatha, lideale del bello
lautore, anticonformista e critico verso la societ vit- che si unifica con il buono. La bellezza riguarda il
toriana del suo tempo, che accusa di essere ipocrita e corpo, la bont lanima. Luomo deve coltivare il
oppressiva. La societ risponde accusandolo e con- corpo con la palestra, lanima con la filosofia. I ro-
dannandolo a due anni di carcere per omosessualit. mani, pi pratici, parlavano invece di mens sana in
Occhio per occhio Peraltro, se uno vuole essere i- corpore sano. Essi sapevano costruire ponti, strade,
pocrita, perch non dovrebbe avere la libert di esser- acquedotti, ma non erano filosofi: Primum vivere,
lo? Wilde che in proposito fa il moralista. deinde philosophari. d) Nella letteratura occidentale
3. Sibyl Vane la ragazza innocente che Dorian diffusissima lidea che chi bello anche buono e
spinge al suicidio. La moglie di lord Wotton, nervosa chi brutto anche cattivo. E viceversa: chi buono
e isterica (ma stato il marito a renderla cos), una anche bello e chi cattivo anche brutto. Le basi di
nullit assoluta. In seguito abbandona il marito per un questa convinzione si possono trovare nella fisio-
amante di nessuna importanza, tanto per dimostrare al gnomica di Ippocrate, il maggior medico del mondo
marito e a se stessa che esiste. E il marito divorzia. antico: il volto rispecchia lanimo di una persona.
Peraltro egli riconosce candidamente che non si oc- Normalmente le classi inferiori che vivevano di stenti
cupava mai della moglie. E allora perch si era sposa- e mangiavano poco erano brutte e cattive, ma se a-
to? Per abitudine sociale E si potrebbe aggiungere vessero mangiato meglio e di pi sarebbero divenute
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per incanto belle e buone e) In Faust (1797-1808) piacere. Il suicidio-omicidio giustificato, anche se
di Johann Wolfgang von Goethe Faust, il protagoni- giunge del tutto inaspettato. I conti tornano. E il ro-
sta, vende lanima al diavolo per soddisfare la sua se- manzo termina. Nellultima riga c lultima emozio-
te di sapere e di onnipotenza, alle quali sacrifica an- ne per il lettore. Qualcuno potrebbe obiettare che non
che lamore, rappresentato da Margherita. Ma la sua si capisce perch Dorian voglia abbandonare la sua
anima non finisce allinferno, perch Margherita in- vita vissuta sulle sensazioni e diventare buono. Per di
tercede per lui (ah, lamore di una donna ti perseguita pi non si parla n di Dio, n di altro mondo n di
anche nellaldil!) e perch il suo desiderio di sapere punizione eterna. La risposta potrebbe essere questa:
era nobile, in quanto si proponeva di migliorare le per lo scrittore come per il personaggio quelli sono
condizioni degli uomini. f) In Frankenstein, o Il mo- gli orizzonti della propria esistenza. Sappiamo che
derno Prometeo (1818), scritto da Mary Shelley a 19 esiste la Cina, il Giappone, gli aztechi, ma non ci fac-
anni, Frankenstein buono ma brutto. Respinto dalla ciamo caso, non ci interessa. Di passaggio (e se vuo-
societ, egli si vendica uccidendo il suo creatore. Per le) il lettore pu riflettere su che cosa sia il Bene e
la scrittrice la scienza, prodotta dal desiderio di cono- che cosa il Male. I pazzi scatenati parlano (per im-
scere, crea mostri e i mostri si ribellano al loro creato- brogliare) di Bene assoluto e di Male assoluto. Spesso
re. g) Ne Il ritratto ovale (1842) di Edgar Allan Poe il Male assoluto soltanto il male che fanno a se stes-
un pittore dipinge il ritratto della moglie e ne trasferi- si o che subiscono. Degli altri non gliene frega niente.
sce la vita sulla tela. Ultimato il ritratto, la moglie In realt, se io ammacco o altri ammaccano la mia au-
muore. Larte ha sostituito la vita. h) Ne Lo strano to, per me sicuramente un male, ma per il carrozzie-
caso del dottor Jekyll e di mister Hyde (1886) di Ro- re o per il concessionario sicuramente un bene. Be-
bert L. Stevenson il protagonista assume una sostanza ne e Male sono banalmente due punti di vista diversi
che ne sdoppia la personalit e separa quella buona da su una stessa cosa, i due aspetti di una stessa meda-
quella cattiva. Alla fine quella cattiva ha il soprav- glia: il mio male il tuo bene, il mio bene il tuo ma-
vento. i) Invece in Dracula (1897) di Bram Stoker, di le.
poco posteriore, il protagonista un vampiro dal fiato 8. Lo scrittore, come nei racconti per i figli, abilis-
fetido, che si nutre di sangue umano e minaccia la cit- simo: basa la storia sul sortilegio (il ritratto invecchia
t di Londra. Ma alla fine viene sconfitto e ucciso. l) al posto di Dorian; e infine Dorian colpisce il quadro,
Sulla falsariga del dandy inglese Gabriele DAn- ma muore lui), ma il sortilegio passa subito in secon-
nunzio crea la figura di Andrea Sperelli, un giovane do piano. Il lettore non ci pensa pi. Insomma il sorti-
decadente ed esteta, protagonista del romanzo Il pia- legio causa di tutto, ma scompare subito dalla tra-
cere (1889), antecedente allopera di Wilde. Queste ma. Un altro scrittore lo avrebbe tirato fuori ogni altra
opere parlano in modi diversi delleterno contrasto tra pagina: Dorian che va a vedere ogni giorno come il
il Bene e il Male. Esse per sono pubblicate in conte- suo ritratto si modifica. Nel testo non ci sono mai de-
sti sociali e culturali molto lontani dalla problematica scrizioni o scene forti. I motivi sono due: la societ
di Wilde ed hanno perci significati diversi. Wilde ha del tempo lo avrebbe impedito in malo modo; e, co-
come pubblico la societ del suo tempo e le proble- munque fosse, esse non servivano. Lo scrittore naviga
matiche che la pervadono: la vita estetica, il contrasto elegantemente dentro e fuori i limiti che la societ
tra i bravi borghesi (anche se ipocriti) e i cattivi pro- concedeva a lui e agli altri scrittori. Non si sente mai
letari, la vita del dandy, che non ha bisogno di lavora- stritolato da paletti o impedito da ostacoli. Eppure ne
re per vivere e che si annoia a morte perch non ha rispetta molti.
niente da fare. Le citazioni mostrano come lo stesso 9. Non sembra, ma il romanzo dura 22 anni, dai 17 ai
motivo possa essere trattato in modi e per scopi radi- 38 anni di Dorian. Il tempo passa lentamente, di gior-
calmente diversi, tutti ugualmente validi e tutti u- no in giorno. Ma allimprovviso nel cap. XII c un
gualmente interessanti. Limportante che il lettore- salto temporale di 20 anni. Il testo li riassume in po-
acquirente sia contento. chissime righe. Il romanzo lungo 260 pagine, ma si
6. Nel romanzo le donne hanno un ruolo marginale e legge in fretta. Il linguaggio scorrevole, non ci sono
sono maltrattate. Non affascinano luomo n sono punti difficili, parole oscure, incomprensibili. Non
lespressione massima della bellezza, che lOccidente spinge mai il lettore ad andare a vedere quante pagine
canta da 5.000 anni. Dorian, seguendo i consigli di mancano alla fine. Gli argomenti trattati interessano
lord Wotton e ignorando quelli di Basil, vuole mante- sia il lettore che ama riflettere o filosofare, sia la let-
nersi eternamente giovane e provare tutte le sensazio- trice, che pensa costantemente alla sua bellezza.
ni e i piaceri della vita. Alla fine tenta senza successo Coinvolge i giovani, di cui canta la bellezza, ma inte-
di redimersi. Per non corrompere Hetty, la ragazza di ressa anche ai vecchi, che rimpiangono la bellezza e
campagna (una seconda Sibyl), decide di distruggere la giovinezza perdute.
il ritratto colpendolo al cuore. Ma il colpo di pugnale 10. I colpi di scena ci sono, ma sono di secondaria
uccide lui stesso, che subito invecchia e muore. importanza. Quello che coinvolge del romanzo ben
7. Il finale lieto e tragico, e rapidissimo: Dorian si altro: la ricostruzione degli ambienti, la psicologia
uccide, perde il corpo, che diventa brutto, ma salva accurata dei personaggi, i riti sociali che si rispettano
lanima. La coscienza del bene riemersa ed ha avuto con piacere (sono uno status symbol), gli argomenti
il sopravvento sulla vita dedicata alle sensazioni e al trattati. Non occorre un colpo di scena ogni altra riga
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per trascinare il pubblico dei lettori. Wilde mostra L. Frank Baum, Il mago di Oz, 1900
come lavora uno scrittore di serie A, i riassunti qui
proposti mostrano come lavorano gli scrittori di serie Baum L. Frank (Chittenago, Stato di New York,
B o C o D. Ma al di l della qualit del testo, bisogna 1856-Glendale, California, 1919) uno scrittore sta-
tenere sempre presente unaltra variabile: quanto il tunitense, molto sfortunato negli affari. Il mago di Oz
romanzo vende e quanto fa incassare a scrittore e e- il romanzo per adolescenti pi famoso della lettera-
ditore. Sul mercato dei tessuti c il fustagno che co- tura americana.
sta poco e il broccato che costa molto. C chi ha
scelto di vendere il primo e chi il secondo. Vale an- Riassunto. Dorothy una bambina che vive in Kansas
che per lacquirente di romanzi. In ogni caso bisogna con gli zii Henry ed Em e il cane Tot. Gli zii sono
sbarcare il lunario. grigi come la terra che li circonda. Un giorno lo zio
11. Il ritratto di Dorian Gray va confrontato almeno avvista un ciclone. Ordina alla moglie di scendere nel
con Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas (i rifugio sotterraneo, mentre egli va a dare unocchiata
due romanzi hanno unidea diversa di pubblico, di al bestiame. La moglie scende. Il cane impedisce alla
letteratura e di intrattenimento) e con I promessi sposi bambina di fare altrettanto (I). Il ciclone solleva la
di Alessandro Manzoni (Dio, morale e coscienza so- casa e la porta in volo nella Terra dei Ghiottoni.
no interpretati in modo diverso). Con il coevo Jules Nellatterraggio la casa schiaccia la Strega Cattiva
Verme (1828-1905), che punta sullavventura geogra- dellEst. Dorothy accolta da tre Ghiottoni e dalla
fica e scientifica e che non sa che cosa sia il Decaden- Strega Buona del Nord che si complimenta per
tismo e la crisi delle scienze europee... Con i racconti luccisione della strega cattiva. Poi prende le Scarpet-
di Guy de Maupassant, che come lo scrittore britanni- te dArgento della defunta strega, le pulisce e le d a
co ha grossi problemi con le donne. Un confronto Dorothy. Le spiega che nel Regno di Oz esistono
sorprendente e coinvolgente pu essere anche fatto quattro streghe, due buone (la Strega del Nord e la
con la novella Nastagio degli Onesti (Decameron, V, Strega del Sud) e due cattive (la defunta Strega
8) di Boccaccio, che parla di giovinezza, bellezza, dellEst e la Strega dellOvest). Dorothy dice che vor-
amore e matrimonio, e mostra una societ con valori rebbe tornare subito in Kansas dagli zii. Ma la Strega
completamente diversi da quelli di Wilde. Il lettore non pu aiutarla e le consiglia di andare dal Mago di
poi pu immaginare come avrebbe immaginato e ste- Oz, lunico che poteva farlo. Per trovare il Mago, de-
so il romanzo uno scrittore verista o neorealista o pi- ve seguire la strada delle pietre gialle fino alla Citt
caresco o dadaista o futurista o lui stesso! degli Smeraldi. Quindi la Strega bacia la bambina
12. Due opere sono un adeguato commento al roman- sulla fronte, affermando che grazie a quel bacio nes-
zo e al suo autore: Eco Umberto (a cura di), Storia suno le poteva fare del male (II). Strada facendo, Do-
della bellezza, Bompiani, Milano 2004, pp. 440; e rothy e Tot incontrano lo Spaventapasseri (III), il
Eco Umberto (a cura di), Storia della bruttezza, Boscaiolo di Latta (IV) e il Leone Codardo. Essi de-
Bompiani, Milano 2007, pp. 456. Il lettore pu vede- cidono di accompagnarla perch vogliono chiedere al
re quante idee diverse e contrastanti ci sono state di Mago rispettivamente un cervello, un cuore e il co-
bello e di brutto nella sola cultura occidentale. Per un raggio (V). Subito dopo il Leone con un balzo li porta
giapponese i piedi soffocati dalle calzature sono belli, oltre un burrone. Poi incontrano i Tigrorsi, che hanno
per un occidentale sono invece malformazioni. Per il la testa di tigre e il corpo di orso. C un altro burro-
Seicento una donna grassa e lardellosa, insomma ru- ne. Il boscaiolo taglia un albero che fa da ponte.
bensiana, era bella. Nel 1960-70 era invece bella Lostacolo superato. Quando i Tigrorsi arrivano sul
Twiggy, il ramoscello, che pesava la met o un terzo. ponte, il Boscaiolo taglia lalbero, che precipita con
La bellezza o la bruttezza sono dunque arbitrarie? gli inseguitori. Poco dopo incontrano un fiume che
Assolutamente no. Una donna grassa significa che interrompe la strada di pietre gialle (VII). Essi co-
mangia in abbondanza e nel Seicento era un ideale di struiscono una zattera per attraversarlo. Lo Spaventa-
vita mangiare una volta ogni due o tre giorni. Negli passeri rimane per in mezzo al fiume aggrappato al
anni Sessanta i valori cambiano, non sono pi legati suo remo. Gli altri lo salvano grazie allaiuto di una
alla quantit di cibo che si poteva mangiare. Anche cicogna, che lo riporta a riva. Giungono quindi ad un
presso gli etruschi era un valore e un simbolo di no- campo di papaveri, che fanno addormentare chiunque
bilt e di ricchezza la pancetta: sui sarcofaghi marito respiri il loro profumo. Dorothy, Tot e poi anche il
e moglie la mostrano. Oggi nei paesi industrializzati Leone si addormentano. Lo Spaventapasseri e il Bo-
molti sono grassi perch il cibo costa poco, buono, scaiolo portano la bambina e il cagnolino in salvo
e ci si abbuffa senza regole. Anche il rito sociale della fuori del campo (VIII). Il Leone per troppo pesan-
cena con gli amici spinge in questa direzione. Cos si te. Un Gatto Selvatico insegue un topolino. Il Bosca-
va in palestra o iolo di Latta lo uccide. Allora il topolino, che la re-
------------------------------II----------------------------- gina dei Topi Campagnoli, per sdebitarsi chiama i
suoi sudditi che tirano il carro, costruito dal Boscaio-
lo, e portano il Leone fuori del campo di papaveri.
Cos anche il Leone salvo (IX). Giunti alla Citt de-
gli Smeraldi, Dorothy e i suoi compagni sono invitati
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a mettere speciali occhiali per non essere accecati. Le bambina e i suoi amici scoprono che il Mago un
lenti mostrano loro un mondo tutto verde (X). Il vecchietto inoffensivo tutto calvo. Alle loro domande
Grande Mago di Oz li riceve uno alla volta. Ad ognu- il Mago, che li chiama amici, mostra i trucchi con cui
no appare con un aspetto diverso, ma sempre terribi- era apparso la volta precedente. La bambina lo accusa
le: a Dorothy come una grande testa, allo Spaventa- di essere un imbroglione. Egli lo riconosce. Gli amici
passeri come una donna splendida, al Boscaiolo come della ragazzina sono delusi, perch non avranno cer-
un mostro bizzarro, al Leone come una sfera di fuoco. vello n cuore n coraggio. Egli racconta la sua sto-
Il Mago promette di aiutarli soltanto se, in cambio, ria: ventriloquo e proviene da Omaha, in Nebraska.
uccidono la perfida Strega dellOvest che regna sul giunto nel paese di Oz con la sua mongolfiera, che
Paese dei Luccichini (o Gialloni) (XI). Il giorno do- un vento fortissimo aveva strappato dagli ormeggi e
po partono alla ricerca della strega. Essa per li vede trascinato in quella terra sconosciuta. Gli abitanti lo
da lontano e pensa di ucciderli. Manda perci contro avevano nominato loro re ed egli aveva fatto costrui-
di loro i lupi (uccisi dal Boscaiolo di Latta), le cor- re la Citt degli Smeraldi e imposto loro di mettere
nacchie (uccise dallo Spaventapasseri), le api nere gli occhiali verdi. Riconosce onestamente di essere
(che muoiono spezzando i pungiglioni contro il Bo- un buon uomo e un cattivo mago. Dietro le loro insi-
scaiolo, mentre gli altri si sono nascosti sotto limbot- stenze promette di esaudire i loro desideri, ma deve
titura di paglia dello Spaventapasseri) e lesercito dei pensarci su (XV). Il giorno dopo esaudisce il deside-
Luccichini (o Gialloni) (che sono spaventati dal rug- rio dello Spaventapasseri (gli infila un po di crusca e
gito del Leone codardo). Infine la Strega usa il potere di spilli nella testa come cervello), del Boscaiolo (gli
del Cappello dOro per inviare contro di loro le colloca nel petto un cuoricino dargento pieno di se-
Scimmie Alate. Esse fanno precipitare dallalto il Bo- gatura) e del Leone (gli fa bere una pozione che in-
scaiolo, tolgono la paglia allo Spaventapasseri, ma si fonde coraggio). Tutti e tre sono contenti, perch
fermano davanti a Dorothy, poich sulla fronte ha il hanno ricevuto quel che desideravano (XVI). Per ri-
segno del bacio della Strega Buona del Nord. Perci portare Dorothy e Tot a casa, il Mago costruisce una
portano delicatamente la bambina, Tot e il Leone al nuova mongolfiera, pensando di tornare negli Stati
castello della Strega, dove il Leone imprigionato. Uniti con loro. Prima della partenza nomina lo Spa-
Qui la Strega dellOvest costringe Dorothy a lavorare ventapasseri suo sostituto. Ma per colpa del cagnoli-
per lei come serva, perch vuole impossessarsi ad o- no la mongolfiera parte soltanto con lui a bordo
gni costo delle scarpette della bambina, che invece ne (XVII). Dorothy disperata. Chiede aiuto al Cappello
ignora i poteri. Ma non le pu torcere neanche un ca- dOro, ma le Scimmie Alate non possono uscire dal
pello a causa del bacio che ha sulla fronte. Tiene il Regno di Oz. Il Soldato dalla Barba Verde le consi-
Leone a digiuno finch non accetta di farsi bardare glia di chiedere aiuto a Glinda, la Strega Buona del
come un cavallo per trainare la carrozza della strega, Sud (XVIII). Il giorno dopo i cinque amici partono
ma lanimale continua a rifiutare. Il digiuno ineffi- verso il Paese del Sud o dei Paffutelli. Essi incontra-
cace, perch durante la notte la bambina gli porta da no la foresta degli Alberi Viventi che non li vuol far
mangiare. Alla fine la Strega riesce a rubare una passare. Con la sua scure il Boscaiolo di Latta li per-
scarpetta a Dorothy, facendola inciampare in una suade a non intralciare il loro viaggio (XIX). Giungo-
sbarra di ferro invisibile. Ma Dorothy si arrabbia e le no nel delicato Paese di Porcellana, dove incontrano
lancia addosso un secchio dacqua, che la fa morire la graziosa Principessa di porcellana e messere Matta,
fra atroci dolori (XII). I Luccichini, felici di essersi uno dei pagliacci. Tutti cercano di non urtare le sta-
liberati della strega, recuperano il Boscaiolo e lo Spa- tuine, che altrimenti si rompono (XX). Poco dopo at-
ventapasseri, che sono rimessi a posto. Propongono al traversano una foresta meravigliosa che affascina il
Boscaiolo di diventare loro re. Egli accetta, ma prima Leone. Qui gli animali sono a consiglio, perch sono
vuole aiutare Dorothy a tornare a casa nel Kansas. minacciati da un grosso ragno. Il Leone lo uccide ed
Dorothy, mentre riempie il cestino di provviste, vede eletto Re. Egli accetta, ma prima vuole aiutare Do-
il Cappello dOro della strega e se lo mette in testa rothy (XXI). Giungono poi nel paese delle Teste-
(XIII). I cinque ripartono, ma la strada troppo lun- Martello, che hanno due gambe, un collo allungabile
ga, perci la bambina pensa di ricorrere ai Topi Cam- e una testa capace di uccidere. Essi non li vogliono
pagnoli per arrivare alla Citt degli Smeraldi. La re- far passare. Allora Dorothy ricorre alle Scimmie Ala-
gina si precipita, ma, vedendo il Cappello dOro, le te, che li portano nel Paese dei Paffutelli (XXII). I
dice di ricorrere al suo aiuto. Essa la ascolta, ricorre quattro amici vanno a palazzo e sono ricevuti dalla
al Cappello e invoca le Scimmie Alate, che compaio- Strega del Sud. La bambina racconta la sua storia e le
no e portano lei e i suoi compagni alla Citt degli chiede come pu fare per tornare a casa. La strega le
Smeraldi. Durante il viaggio il re delle Scimmie spie- dice che poteva farlo fin dallinizio, usando le Scar-
ga perch devono ubbidire al Cappello: erano state pette dArgento, che possono portarla ovunque. La
punite perch avevano fatto uno scherzo al pretenden- bambina risponde che non sapeva che erano fatate.
te della regina. Lui aveva riso e le aveva perdonate, Con il Cappello dOro la Strega Buona rimanda lo
lei no e si era vendicata (XIV). In un primo momento Spaventapasseri nella Citt degli Smeraldi, il Bosca-
il Mago rifiuta di incontrarli, ma poi, sotto la minac- iolo tra i Luccichini e il Leone nella foresta. Poi, do-
cia delle Scimmie Alate, costretto a cedere. La po un saluto accorato, la bambina prende in braccio
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Tot, batte i tacchi delle Scarpette e torna a casa. Ve- dare a uccidere la Strega cattiva (3), quindi ritorna
de la fattoria ricostruita e lo zio Henry che munge le indietro dal Mago, che per errore parte da solo con la
mucche. Non ha pi le scarpette ai piedi (XXIII). La mongolfiera (4), allora deve andare dalla strega buo-
zia nellorto. Corre verso di lei per abbracciarla. na (5), va dalla strega buona che le rivela il potere
Tutti sono felici. delle scarpette fatate (6), a questo punto i tre amici
ritornano nei loro regni e la bambina ritorna al punto
Commento di partenza, a casa (7). Strada facendo gli incontri so-
1. Una protagonista femminile, per di pi bambina, no stati quanto mai vari.
sorprendente. La scelta dello scrittore avveduta. La 5. I personaggi sono ricalcati sulla realt del giova-
ragazzina non ha paura e cerca di sbrigarsela da sola. nissimo lettore: i campi di grano (lo spaventapasseri),
Riesce a farsi degli amici, che la aiutano in caso di la foresta (il boscaiolo), la fattoria (sempre a rischio
bisogno. Alla fine le lacrime di commozione per di uragani o di inondazioni) con i genitori o gli zii e il
laddio (o larrivederci?) ci sono, ma ognuno va per cagnolino da compagnia (i farmer, gli agricoltori a-
la sua strada e non ci pensa pi. mericani). Gli orsi sono animali americani. I perso-
2. Il cagnolino il consueto compagno di giochi in naggi sono e non sono magici. In realt sono gli adul-
una casa di campagna (ed anche di citt). Pu essere ti che agli occhi dei bambini sanno fare cose prodi-
anche di pezza (pi comodo e lavabile). Lo Spaven- giose, e invece non cos. Il Terribile Mago di Oz
tapasseri e il Boscaiolo sono due figure che compaio- semplicemente un ventriloquo imbroglione, trascinato
no nella realt del lettore: il primo teneva lontano gli nel Regno dei Luccichini contro la sua volont. Come
uccelli dal campo di grano. Il secondo poteva essere egli stesso dice, un buon uomo e un cattivo mago.
il padre o uno zio del lettore: tagliava gli alberi per Ma imbroglia il prossimo perch il prossimo gli
vendere i tronchi e la legna. Anche altri animali fanno chiede cose impossibili e non necessarie ed egli, co-
parte dellesperienza diretta del lettore: i lupi, le cor- me ogni buon piazzista, ne approfitta (XVI, fine). Pe-
nacchie, le api, i ragni. I personaggi quindi sono cala- r il cliente (lo Spaventapasseri, il Boscaiolo di Latta,
ti nellesperienza quotidiana del lettore, compreso il il Leone) contento perch limbroglio efficace:
servizio buono di porcellana, vanto di ogni famiglia potenza della parola che persuade! Dallesperienza il
che si rispetti... Il leone, normalmente conosciuto mago non impara niente: il vento strappa gli ormeggi
come il re della foresta, fa parte degli animali che si a casa sua e anche nel Regno di Oz. Lironia dello
incontrano allasilo o alle elementari e in ogni caso a scrittore esce dalle pagine del romanzo e coinvolge
scuola, e che pi colpiscono la fantasia. Il leone in lui stesso e il mondo in cui il lettore e i suoi genitori
questo caso non fa onore al suo nome, codardo, ma vivono.
crescer e guarir (come il giovane lettore). Il leone e 6. Il romanzo efficace e ben confezionato. Anticipa
le scimmie sono animali esotici che vivono in Africa. Hollywood di alcune decine danni. Inventa le stre-
Le streghe fanno parte dellimmaginario infantile: ghe buone, la soluzione che poi si scopre a portata di
Se non stai buono, viene il lupo cattivo o il babau o mano fin dagli inizi, calibra le streghe sui quattro
la strega a portarti via!. Qui per ci sono due streghe punti cardinali, che anche i bambini delle elementari
buone e due cattive: una perfetta simmetria. Streghe conoscono, fa protagonista una bambina che nella re-
soltanto cattive sarebbero state troppo prevedibili e alt per il suo comportamento era considerata una
noiose. Non ci sono fate, n orchi. Le fate sono sosti- rompiscatole da tutti, da evitare pi della peste, parla
tuite dalle streghe buone: fanno pi effetto, perch del servizio di porcellana che era il vanto di ogni fa-
inattese. Anzich orchi lo scrittore ha preferito inven- miglia per bene e lo trasforma in un servizio di por-
tare altri nemici, pi vicini allesperienza del lettore: cellana fragile e vivente, spande ironia a piene mani
lupi, cornacchie, ragni, alberi ecc. sul mondo inventato che una copia del mondo reale,
3. Il linguaggio semplice, originale e soprattutto inizia con lomicidio della strega cattiva, propone con
leggero. Le parole e le proposizioni sembrano soffi di leggerezza un omicidio: il mago ordina alla bambina
brezza. Sono spesso piene di una lieve ironia, che di andare ad uccidere la strega cattiva. Magari un
sconfina nella parodia. I capitoli sono sempre brevi, bambino prima o poi prendeva sul serio il comando,
adatti al lettore. Le creazioni sono simpatiche: Ghiot- per non un incitamento a delinquere! Ma ci sono
toni (o Golosoni), Luccichini ecc. Il traduttore non molte altre cose sorprendenti.
pu rendere letteralmente le parole. Cos traduzioni 7. La Strega dellEst uccisa per sbaglio dalla casa
diverse propongono termini diversi: Toto o Tot; Go- che le cade addosso. La Strega dellOvest uccisa
losoni, Ghiottoni o Mastichini; Luccichini o Gialloni; da un secchio dacqua! E, mentre sta morendo, si
Sentinella dai Baffi Verdi o Soldato dalla Barba Ver- mette a chiacchierare compostamente con Dorothy
de. Una buona traduzione non deve essere alla lette- I personaggi non si prendono mai troppo sul serio.
ra, deve mantenere efficaci le immagini e le creazioni Alcune battute restano impresse nella mente: Il ca-
del testo originale. gnolino coraggioso le morsic una gamba. La ferita
4. Lo schema del viaggio semplice e articolato: Do- non sanguin perch la Strega era talmente cattiva
rothy portata con il cagnolino nel Regno di Oz (1), che il sangue le si era asciugato nelle vene. Sicura-
con i tre nuovi amici deve raggiungere il Mago di Oz mente molti lettori e molti ceti sociali si sentono rap-
(2), poi per soddisfare la richiesta del Mago deve an- presentati e presi in giro con garbo. La pubblicit
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 439
moderna, larte della comunicazione, nasce negli soddisfi il mondo immaginario del bambino e che lo
USA a fine Ottocento. Basta pensare alla pubblicit leghi alla realt. Tutti gli americani avranno fatto e-
agli spinaci fatta da Braccio di Ferro e Olivia, la non- sperienza con un Mago di Oz, che ha venduto loro
donna ma palo della luce! azioni spazzatura. E tuttavia non se la prendono
8. I tre amici incontrati nel Regno di Oz sono tre cre- Tutti, compresi i grandi economisti, pensavano di di-
duloni, come gli acquirenti delle merci americane, ventare ricchi comprando e vendendo azioni (ma che
che cercano in tutti i modi di farsi gabbare e poi, ad- creduloni!), poi per giunta la crisi del 1929, che ha
dirittura, sono contenti. Per hanno ottenuto i servizi coinvolto gli USA, ma anche il resto del mondo e in
che cercavano. E il cliente contento ritorna. due settimane la ricchezza mondiale si dimezza e i
9. Nelle favole ci sono soltanto re, regine, principes- disoccupati diventano decine di milioni. Addio sogni
se: i presidenti della repubblica sarebbero incompren- di ricchezza!
sibili per il lettore in erba. Il passato pesa come un 14. Un confronto con Le avventure di Huck Finn
macigno su di noi e non ci fa cambiare modo di parla- (1884) di Mark Twain. Anche 25 anni prima Twain
re nemmeno quando le teste coronate sono scomparse scriveva un romanzo che divertiva, coinvolgeva e
quasi da per tutto. nello stesso tempo parlava della realt. Senza inutili
10. Il romanzo legato alle fiabe europee raccolte moralismi e senza soluzioni ideali campate per aria. I
dallolandese Andersen, dal francese Perrault e dai due romanzi sono costruiti sul viaggio, che porta a
fratelli Grimm tedeschi. Riempie un vuoto della lette- fare infiniti incontri, di gente onesta come di imbro-
ratura americana, nata soltanto nel Settecento. E tut- glioni. In tal modo lo scrittore si guadagnava onesta-
tavia diventa una fiaba moderna, integrata nella cultu- mente la pagnotta e nello stesso tempo rendeva un
ra e nel modo di vivere americano. Questa cultura sevizio (e non di solo intrattenimento) al lettore. Ver-
non va per i fatti suoi, in mondi inesistenti, ma diver- rebbe da dire che i romanzi europei (o almeno italia-
te, fa anche pensare e diventa industria dellin- ni) puzzano di chiuso e di biblioteca, i romanzi ame-
trattenimento. Insomma crea milioni di posti di lavo- ricani profumano di aria aperta, anche se gli imbro-
ro! Davanti a questa cultura il moralismo insensato di glioni (il Mago di Oz; il duca e il re di Huck Finn)
un Bll o di un Brecht diventa offensivo per il povero sono sempre in agguato.
europeo che muore di fame come per il ricco europeo 15. Il successo del romanzo d inizio ai Libri di Oz,
che se ne infischia dei problemi altrui. Questi autori una serie di romanzi ambientata nel Regno di Oz.
come gli intellettuali italiani impegnati andrebbero Soltanto alcuni sono scritti da Baum. Negli USA na-
almeno moralmente linciati e messi alla gogna. sce lo scrittore professionista, lo scrittore su commis-
11. Un confronto con Pinocchio (1883) di Collodi sione, che presta la sua opera ed capace di inserirsi
necessario. Pinocchio un burattino disubbidiente in una catena di montaggio. addirittura intercam-
che alla fine diventa bambino. Dorothy una bambi- biabile con altri scrittori. In Europa la produzione di
na che vuole tornare a casa. Pinocchio ha numerose opere arranca e a parte rare eccezioni resta legata al
avventure, ma vive in un mondo sostanzialmente rea- prodotto artigianale dello scrittore che riesce a sfon-
listico, dove non ci sono oggetti magici. Dorothy in- dare. Scrivono opere uniche Collodi (Pinocchio) e De
contra il Mago di Oz e scopre che un imbroglione. Amicis (Cuore). Nel 1911 il vicentino Emilio Salgari
Gli altri personaggi hanno poteri magici a part-time. si suicida perch non era nemmeno riuscito a fare de-
Ma la cosa non importante: il mondo di Oz la car- nari. La colpa indubbiamente anche del mercato
tina di tornasole del mondo reale. Pinocchio non in- molto ristretto e molto diviso, con tradizioni e lingue
contra alcuna ragazzina, n Dorothy alcun ragazzino: diverse che caratterizza lEuropa nel suo insieme e
il tempo non ancora maturo. poi gli specifici Stati europei.
12. Un confronto con Cuore (1886) di De Amicis. Lo ------------------------------II-----------------------------
scrittore italiano presenta unumanit che soffre a
tempo pieno e che felice se soffre o se si sacrifica a Italo Svevo, La coscienza di Zeno, 1923,
favore del prossimo. La misura della ragione non c 1930
mai. Ci sono fiumi di lacrime. Non c mai una punta
di ironia o di critica ai superiori. Baum riesce nello Italo Svevo (1861-1928), pseudonimo di Aron Hec-
stesso tempo a presentare un mondo fantastico che tor Schmitz (Trieste, 1861-Motta di Livenza, 1928),
permette di capire pi facilmente il mondo reale. In- lavora in banca e si dedica a scrivere romanzi e rac-
segna a cercare soluzioni, anche se esse sono lunghe conti, che per la sua collocazione ai margini dellIm-
e sembra di girare a vuoto. E fa grandissimo uso di pero austro-ungarico non hanno particolare acco-
ironia e auto-ironia. glienza. La coscienza di Zeno (1923) conclude la tri-
13. Un confronto con Il gigante egoista (1888) di O- logia iniziata con Una vita (titolo iniziale Un inetto,
scar Wilde istruttivo: i protagonisti di questa fiaba 1892) e continuata con Senilit (1898, 1927), che
moderna sono il gigante, il gruppo generico dei bam- hanno altri protagonisti, ma affronta la stessa proble-
bini, infine Ges Bambino. I bambini vogliono gioca- matica. lanciato al livello nazionale e internazio-
re nel giardino e sono ostacolati dallegoismo del nale da Eugenio Montale, che lo recensisce sulla rivi-
gigante. Non hanno altri scopi nella vita. Come Wil- sta milanese Lesame (1925) con larticolo Omag-
de, Baum riesce a scrivere una fiaba moderna, che gio a Italo Svevo, e da alcuni critici francesi (a cui era
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 440
stato indirizzato da James Joyce), che nel 1926 dedi- fre di una data coincide con la scritta U.S.-ultima
cano a La Coscienza di Zeno e agli altri due romanzi sigaretta. Zeno si rivolge a medici famosi, riempie
la maggior parte del fascicolo della rivista Le navire libri e addirittura pareti con la sigla U.S., ma non rie-
dargent. sce a smettere. Il tentativo dura moltissimi anni e non
ha, neanche dopo che so recato in una clinica spe-
Riassunto. Zeno Cosini, il protagonista del romanzo, cialistica dove si pente di avere iniziato la cura e cor-
proviene da una famiglia ricca, vive nellozio e ha un rompe linfermiera con lalcol, perch vuole scappare
rapporto conflittuale con il padre, che condizioner pensando erroneamente che la moglie lo stia tradendo
tutta la sua vita. Sia nei rapporti amorosi, sia nei rap- con il dottor Muli, il direttore della clinica. Egli sco-
porti con i familiari e gli amici, sia nel lavoro egli pre di essere un nevrotico, poich il rimando continuo
prova costantemente un senso di inadeguatezza e di di unazione al futuro tipico del nevrotico. Cos, nel
inettitudine, che interpreta come sintomi di una ma- suo caso, pu gustare sempre di pi lultima sigaretta.
lattia. In seguito giunge alla conclusione opposta: non
La morte di mio padre
lui ad essere ammalato, ma la societ in cui vive.
Zeno rievoca il rapporto conflittuale con suo padre,
facendo particolare attenzione ai suoi ultimi giorni di
Prefazione
vita. La relazione conflittuale, perch ostacolata
La Prefazione pone le basi alla finzione letteraria in
dallincomprensione e dai silenzi. Il padre non ha al-
cui si articola il romanzo. Sono poche righe firmate
cuna stima del figlio, tanto che, per sfiducia, affida
dal dottor S., lo psicoanalista che cura Zeno, il quale
lazienda commerciale di famiglia a un amministrato-
spiega lorigine del libro. Egli ritiene ingiustificata
re esterno. A sua volta Zeno, che si ritiene superiore
linterruzione della terapia da parte del paziente pro-
per intelletto e cultura, ricambia suo padre con una
prio nel momento in cui essa stava dando i suoi frutti.
uguale disistima ma nel contempo sfugge ai tentativi
Si sente profondamente ferito nel suo orgoglio pro-
paterni di parlare di argomenti seri.
fessionale e perci decide di vendicarsi, pubblicando
quelle memorie che aveva consigliato a Zeno di scri- Il pi grande dei malintesi lultimo, che avviene in
vere come parte integrante della cura. Queste memo- punto di morte: il figlio al capezzale del moribondo,
rie, in cui Zeno ha profuso menzogne e verit, sono i il padre, ormai incosciente, ha una reazione inconsul-
capitoli successivi del libro. ta e lo colpisce con la mano. Il protagonista non riu-
scir mai a capire il significato di quel gest: suo padre
Il fumo
lo aveva schiaffeggiato per punirlo o per una reazione
Zeno parla della sua inettitudine e della sua dipen- inconscia di cui non era cosciente? Zeno teme che il
denza dal fumo, narrando fatti che coprono tutta la dubbio lo accompagner fino alla fine dei suoi giorni.
sua vita. Il suo grande problema il vizio di fumare, Poi decide di ricordare suo padre come aveva sempre
del quale non riesce a liberarsi. Egli ricorda di aver fatto: Io sonio divenuto il pi debole e lui fivenuto
iniziato a fumare gi nelladolescenza a causa del il pi forte.
rapporto conflittuale con suo padre. Inizialmente gli
rubava denaro per comprare le sigarette, in seguito, La storia del mio matrimonio
dopo essere stato scoperto, raccoglieva i sigari fumati Zeno ripercorre con la memoria le vicende che lo
a met sparsi per casa. Pi volte si ripropone di smet- hanno portato al matrimonio. Era alla disperata ricer-
tere, ma non vi riesce e perci si sente frustrato. Mol- ca di una moglie, conosce quattro sorelle, le figlie di
tiplica i tentativi e anche gli sforzi, ma senza risultati. Giovanni Malfenti, con il quale ha uno stretto rappor-
to di lavoro e per il quale nutre una profonda stima,
Ogni volta che prova a smettere di fumare, Zeno de-
tanto che, morte suo padre, lo vedr come una figura
cide di fumare lultima sigaretta (U.S.) e di anno-
paterna. Egli accolto in casa Malfenti da una delle
tarne la data. Dopo numerosi fallimenti si rende conto
quattro fanciulle, Augusta, la quale non essendo bella
che fumare ultime sigarette per lui unesperienza
e mostrando riguardo verso il protagonista, da lui
piacevolissima, poich esse assumono ogni volta un
subito esclusa per uneventuale proposta di matri-
sapore diverso, causato dalla coscienza che dopo
monio. Poco dopo esclude anche Anna, poich una
quelle non potr fumarne pi. Zeno indica inoltre il
bambina di soli 8 anni. Perci punta su Ada, la pri-
vizio del fumo come causa dei cambiamenti repentini
mogenita e la pi attraente delle figlie. E inizia a cor-
di facolt universitaria, poich passa pi volte dalla
teggiarla. La ragazza per non lo ricambia, perch lo
facolt di chimica a quella di giurisprudenza.
considera troppo diverso da lei e incapace di cambia-
Zeno parla del fumo su suggerimento del dottore, che re. E poi gi promessa sposa a Guido, un uomo a
lo invita a iniziare il suo lavoro con unanalisi stori- modo, che lei ama.
ca della sua propensione al fumo. Egli cos scopre di
Zeno non ferito dal rifiuto, si rende conto di non vo-
essere un accanito fumatore fin dalladolescenza e di
ler rimanere da solo e di avere bisogno soltanto di
aver iniziato a fumare con un sigaro lasciato da suo
una donna al suo fianco. Perci, la sera stessa, fa la
padre in giro per la casa. Scopre anche che, appena
proposta di matrimonio prima ad Alberta, che lo re-
divenuto dipendente dal fumo, tenta subito ed invano
spinge, poi si accontenta di Augusta, la meno attraen-
di liberarsene. O gni occasione una bella giornata,
la fine dellanno, il piacevole accostamento delle ci-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 441
te delle sorelle. La ragazza accetta la proposta ed egli cusa da di avere in tal modo espresso la sua gelosia e
riconosce che si riveler una moglie ideale. il suo malanimo verso il marito. Il triangolo matrimo-
niale termina con tre sconfitte irreparabili, provocate
Zeno si sente legato ad Augusta da un sincero e tiepi-
dal lautoinganno dei tre protagonisti, incapaci di di-
do affetto, perch, concretamente, la donna gli garan-
stinguere fra sogno e realt.
tisce una vita familiare comoda e sicura. Ci per non
gli impedisce di farsi unamante, Carla Gerco, una Psicoanalisi
ragazza modesta, ma molto bella, che vive con la ma- Il capitolo precedente aveva concluso il racconto im-
dre. Augusta una moglie dolce e tenera, che si pro- posto che il dottor S. aveva imposto di scrivere. Zeno
diga con affetto per il proprio marito. In lei Zeno ri- per lo riprende per ribellarsi al medico, che a suo
trova la figura della madre che cercava e quel confor- avvosp non labbia guarito. egli tiene un diario, che in
to sicuro, che non aveva avuto nellinfanzia. La con- seguito invia al dottore per comunicargli il suo punto
sidera la salute personificata. di vista. Il diario si compone di tre parti, contrasse-
gnate dalle date di tre giorni distinti negli anni di
La moglie e lamante
guerra 1915-16. Nella riflessione conclusiva Zeno si
Il rapporto conflittuale di Zeno con il mondo femmi-
considera completamente guarito, perch ha scoperto
nile, che il dottor S. aveva bollato come sindrome e-
che la vita attuale inquinata alle radici e che ren-
dipica, emerge anche nella sua ricerca dellamante.
dersene conto segno di salute, non di malattia.
Egli parla di tale esperienza come di un rimedio per
sfuggire al tedio della vita coniugale.
Commento
Quella con Carla unavventura insignificante. Lei
1. Per inquadrare i romanzi e lopera di Svevo si deve
solo una povera fanciulla, peraltro bellissima,
tenere presente che da fine Ottocento al primo terzo
che inizialmente suscita in lui un istinto di protezione.
del Novecento imperavano in Italia gli astri di Gio-
Allinizio Zeno e Carla sono legati da una relazione
vanni Pascoli (poeta), Gabriele DAnnunzio (poeta e
basata su una semplice attrazione fisica, ma successi-
romanziere), Luigi Pirandello (scrittore di teatro e
vamente essa si trasforma in una vera e propria pas-
romanziere) e Benedetto Croce (critico letterario).
sione. Anche Carla subisce dei profondi cambiamen-
1.1. Al livello internazionale due scrittori da ricordare
ti: prima insicura, poi diventa una donna energica e
sono il britannico Oscar Wilde, che pubblica Il ritrat-
dignitosa, che decide di abbandonarlo a favore di un
to di Dorian Gray (1890), la Bibbia del dandy; e
maestro di canto, che Zeno stesso le aveva presentato.
lirlandese James Joyce (1882-1941), che pubblica
Ad oogni modo Zeno non smette mai di amare la Gente di Dublino (1914), Dedalus (1917), Ulisse
moglie Augusta, che dimostra verso di lui un atteg- (1922) e La veglia per Finnegan (1938).
giamento materno e gli comunica sicurezza. Invece, 1.2. Eppure liniziatore assoluto dellepopea degli
quando il suo rapporto con lamante si sta concluden- sconfitti un autore che non lascia tracce, Giovanni
do, sviluppa verso Carla un sentimento ambivalente Verga (1840-1922), che progetta il Ciclo dei vinti
di amore e odio. (1881), di cui scrive i primi due romanzi e linizio del
terzo. Tutti sono vinti, cio sconfitti, dallumile fami-
Storia di unassociazione commerciale
glia dei Malavoglia allonorevole Scipioni. Verga ri-
Incapace di gestire il proprio patrimonio, Guido prega prende il Realismo francese, che a fine secolo aveva
Zeno di aiutarlo a mettere in piedi unazienda. Egli pordotto scrittori su posizioni darwinistiche, come
dice a se stesso di accettare per bont, in realt lo fa mile Zola (1840-1902), il maggior esponente del
per un oscuro desiderio di rivalsa e di superiorit nei Naturalismo francese: i suoi personaggi, provenienti
confronti del fortunato rivale in amore che intanto ha dalle frange emarginate della popolazione, non pos-
sposato Ada. sono redimersi e sono destinati alla sconfitta a causa
Tuttavia nei ricordi di Zeno anche Guido appare co- del determinismo biologico a cui non possono sottrar-
me un inetto e comincia, per inesperienza, a sperpera- si.
re il suo patrimonio e a tradire la moglie con Carmen, 3. Il romanzo ha successo per le recensioni favorevoli
la giovane segretaria. Nello stesso tempo Zeno ha la della critica. Il successo permette il recupero di tutta
soddisfazione di essere incaricato da Ada di aiutare e la produzione di Svevo, che cos fatto conoscere al
di proteggere il marito. Questi, dopo unennesima livello internazionale. Le recensioni della critica
perdita di denaor (ha iniziato a giocare in borsa) si- quindi possono fare miracoli. In altri casi le recensio-
mula un tentativo di suicidio, per indurre la moglie ad ni non hanno decretato il successo del romanzo. E
aiutarlo economicamente. Pi tardi ritenta il colpo a- spesso c divario e contrapposizione tra i giudizi
stuto, ma per un banale gioco della sorte si uccide (negativi) della critica e i giudizi (positivi) del lettore
davvero. comune, che decreta il successo di vendite del ro-
manzo.
Zeno impegnato a salvarne il patrimonio per quanto 4. Nonostante sia confinato in una citt di confine,
gli possibile e arriva in ritardo al suo funerale. E si Svevo proiettato verso una cultura internazionale. Il
accoda a un altro corteo funebre. Per questo errore merito suo ed anche della vicina Vienna, capitale
Ada, divenuta nel frattempo brutta e non pi deside- dellimpero. Conosce Joyce, di cui diventa amico, e
rabile per una malattia (il morbo di Basedow) lo ac-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 442
usa le ricerche che in ambito psico-analitico Sigmund 1980), con Albert Camus (1913-1960), uno dei padri
Freud (1856-1939) stava facendo. dellEsistenzialismo, pubblica il romanzo La nausea.
5. Nella Prefazione Svevo intende polemizzare contro Peraltro nei romanzi dappendice una pratica assai
la psicoanalisi, una forma di terapia che proprio in diffusa che il protagonista sia un inetto o un incapace
quegli anni si stava affermando, con Vienna come e- o uno sfigato allenesima potenza e che poi nel corso
picentro, grazie allattivit del suo iniziatore, Sig- della vicenda si dimostri un cervello soprafine, che
mund Freud, che pubblica una quantit enorme di te- vince e/o che sbroglia problemi intriatissimi. Il letto-
sti. Liniziale S. pu essere la prima lettera del nome re, che normalmente o spesso uno sfigato, si identi-
di Sigmund Freud, ma potrebbe anche indicare lau- fica che una meraviglia.
tore stesso. A lungo si ritenuto che fosse lanalista ------------------------------II-----------------------------
triestino Edoardo Weiss, un seguace di Freud. Lo
studioso Giovanni Palmieri ha ipotizzato che fosse lo Eric Ambler, La maschera di Dimitrios,
psicologo ginevrino Charles Baudouin. La sua identi- 1939
ficazione (una tipica strategia della critica letteraria
ottocentesca, che riduceva un testo alle sue fonti) non
Eric Ambler (Londra, 1909-Londra, 1998) uno
migliora n peggiora linterpretazione del romanzo. scrittore e sceneggiatore britannico, autore di alcune
E, in ogni caso, lidentificazione deve essere in fun- fra le pi famose spy story della letteratura gialla.
zione del romanzo, e non viceversa. Molti suoi romanzi sono divenuti film.
6. I romanzi dellOttocento avevano come protagoni-
sti i buoni e come antagonisti i cattivi. I cattivi rende- Riassunto. Charles Latimer, un docente universitario,
vano difficile la vita ai buoni, ma alla fine i buoni e- insegna storia e si diletta a scrivere romanzi gialli,
rano premiati, i cattivi puniti (nei Promessi sposi don
che hanno un certo successo. Dopo la conclusione del
Rodrigo muore di peste, Renzo e Lucia si sposano; in suo sesto romanzo decide di passare una vacanza ad
Michele Strogoff il protagonista porta a termine lin- Istanbul. Qui a un ricevimento conosce il colonnello
carico ricevuto, trova lamore di una sedicenne e ri- Haki, un suo ammiratore, che lo porta nel suo ufficio,
torna a Mosca dove fa carriera nellesercito). Alla fi- per fargli leggere la trama di un romanzo che vorreb-
ne del secolo diventano protagonisti i cattivi o, me- be scrivere (I). Il colonnello gli fa conoscere il dos-
glio, i ladri (Arsenio Lupin, 1905; e Fantmas, 1911) sier su Dimitrios, un assassino che inseguivano da 20
che si prendevano la rivincita sulla societ costituita,
anni. Dimitrios, un greco di Smirne, aveva fatto di-
che li ignorava, disprezzava e sfruttava. Nei primi de- versi attentati e si era dato al contrabbando di droga.
cenni del Novecento la situazione cambia ancora: di- Ora la sua carriera era finita, poich era stato assassi-
ventano protagonisti da una parte i dandy e dallaltra nato. Latimer esprime il desiderio di vederne il cada-
gli inetti, e le frange di popolazione che nei primi vere. accontentato. Vedendolo, pensa a come sta-
come nei secondi si identificano sono molto vaste. ta la sua vita e decide di ricostruirla (II). Nel 1922 i
7. Il romanzo come ogni prodotto: deve cambiare, si turchi occupano Smirne. Latimer si reca a Smirne e
deve rinnovare. E Svevo indubbiamente rinnova il
cerca un buon interprete. Trova un russo di nome Fe-
romanzo. Le sue scelte possono piacere o no, ma il dor Muishkin, che gli traduce un documento su Dimi-
rinnovamento che egli attua effettivo. Il solito pro- trios che ha trovato negli archivi della polizia locale.
dotto stanca e il lettore richiede qualcosa di nuovo e Il documento dice che Zakari, un ebreo, dichiara che
di emozionante. Stancano le storie lacrimose, stanca- suo cugino Skolem stato ucciso da Dhiris Moham-
no i lieti fini o larrivo dei nostri. E compaiono i med, un imballatore di fichi negro. Il negro non sa
variegati romanzi di Jules Verne (1828-1905), i meno giustificare la provenienza del denaro che ha ed im-
variegati romanzi di Emilio Salgari (1862-1911) e i
piccato. Nellinterrogatorio egli afferma che a uccide-
romanzi dappendice, i romanzi di Joyce e di Svevo. re Skolem stato Dimitrios: erano penetrati nella sua
La variet assicurata e ogni lettore trova ci che pi casa, per derubarlo, e il greco gli aveva tagliato la go-
gli piace. E, comunque, ricorrendo anche alla psicoa- la. Dimitrios gli aveva dato la sua parte di denaro, e-
nalisi, Svevo riesce a mettere a fuoco in modo preciso gli laveva spesa e si era fatto scoprire. Latimer e il
i sentimenti e le pulsioni che agitano lanimo dei pro- traduttore concludono che Dimitrios aveva incastrato
tagonisti. Linizio paradossale: il romanzo addirit- il negro, contando sul fatto che si sarebbe fatto sco-
tura la vendetta del medico curante contro il suo pa-
prire e avrebbe pagato per lassassino non commesso.
ziente, che non lo vuole ascoltare e che si ritiene gua- Preso da un senso di colpa, Muishkin rivela pure che
rito. aveva gi tradotto linterrogatorio per un altro com-
8. Il romanzo non un romanzo dappendice, che si mittente, forse un francese. Lo scrittore rimane stupi-
rivolge alle classi popolari, alfabetizzate o poco pi. to per la notizia (III). Latimer segue le tracce di Dimi-
un romanzo letterario e sperimentale, che si rivolge trios ad Atene. Anche qui consulta i verbali della po-
agli intellettuali e a chi nato in mezzo alla ricchezza lizia. Il nome doveva essere Makropoulos o Talat.
o almeno in mezzo alla cultura.
Trova Taladis, con il suffisso greco. Si reca quindi a
9. La storia degli inetti prosegue: nel 1929 Alberto Sofia, seguendo le informazioni del colonnello Haki.
Moravia (1907-1990) pubblica Gli indifferenti e nel Sul treno conosce il signor Peters, un grassone ingle-
1960 La noia. Nel 1938 Jean Paul Sartre (1905- se (IV). Qui cerca notizie dellaffare Stambulisky, il
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capo del Partito Democratico dei Contadini assassina- va avuto la mappa e anche la riconoscenza del Buli e
to nel 1923. Le trova grazie allaiuto di Marukakis, della moglie, che non avevano mai vissuto momenti
un greco che lavora in unagenzia di stampa francese. cos emozionanti e che, pagati i debiti di gioco con il
Lattentato alluomo politico era stato finanziato dalla denaro ricevuto da Dimitrios, potevano contare anco-
Banca Eurasiana di Credito. Nel consiglio di ammini- ra su 50.000 dinari. Dimitrios non consegna il negati-
strazione cera un certo Anton Vazoff. Il greco riesce vo della mappa a Grodek. Cos il polacco costretto a
anche a tradurgli un foglio dellarchivio della polizia renderla inservibile denunciando al ministero la sot-
su Dimitrios Makropoulos relativo agli anni 1922-24. trazione della mappa. Per lui era stata una grande
Trova anche la traccia di una donna, Irana Preveza, perdita di denaro. In seguito in altro modo riesce ad
che aveva incontrato Dimitrios (V). Con Marukakis impossessarsi della nuova mappa (IX). Latimer va a
riesce a rintracciarla. Ha un locale. La donna ha fatto Parigi allindirizzo indicato da Peters. La casa vuo-
un prestito di 1.000 franchi francesi a Dimitrios, cosa ta. Va in archivio a consultare i quotidiani del 1931.
che non doveva fare, poich era sicura che non glieli Trova notizie su una banda degli stupefacenti, che
avrebbe restituiti. Racconta che laveva persuasa di era stata sgominata al completo. Ma Dimitrios non
scrivere un biglietto a un tale, per chiedere 5.000 dol- era stato catturato. Aveva denunciato i complici per
lari. Era andato dal tale con il biglietto e lo aveva per- sbarazzarsi di loro. Il giorno dopo Latimer raggiun-
suaso a dargli il denaro, altrimenti rivelava la sua re- to in albergo da Peters. Il grassone confessa che era
lazione con lei. Poi le aveva dato la met del ricatto, finito in galera due anni per la spiata di Dimitrios. La-
come aveva promesso. I ricatti continuano. Lei si in- timer accusa Peters di aver ucciso Dimitrios per ven-
namora del greco, ma egli le risponde che poteva tro- dicarsi. Ma Peters lo nega. Poi vanno nella casa
vare infinite donne come lei. Un giorno era venuto a dellappuntamento. intestata a un certo Caill. Pe-
chiederle denaro, lei glielo aveva dato, ma egli non ters laveva comperata anni prima. Poi mostra un ar-
glielo aveva pi restituito. Latimer la informa che madio che nasconde un passaggio segreto: laveva
Dimitrios morto. La donna dice addio al prestito, ideato Dimitrios. La casa, intestata a Peters, serviva
ma sembra dispiaciuta per la morte del greco. Egli come deposito della droga. Poi mostra a Latimer una
pensa di andare a Belgrado, ma avrebbe informato foto sfocata. Lo scrittore vi riconosce Dimitrios (X).
Marukakis dei risultati della sua indagine. Tornato in Peters traccia il profilo di Dimitrios: era un uomo che
albergo, entra nella sua stanza e trova il signor Peters aveva le idee chiare in testa, voleva denaro e potere.
con una pistola in mano (VI). E la camera in disordi- Dimitrios, Peters e Giraud nel 1928 avevano aperto
ne. Era stata frugata da cima a fondo. stupefatto. un locale per ricchi americani e inglesi. Il greco era
Peters gli propone uno scambio di informazioni su riuscito a persuadere il grassone che si trattava di un
Dimitrios. Latimer alla fine accetta e racconta i risul- buon affare. Il locale rendeva. Peters scopre anche
tati della sua indagine dallincontro con il colonnello che il socio implicato nella tratta delle bianche. Dal-
Haki in poi. Il grassone sorpreso nel sentir dire che la Polonia, dove le reclutava, le portava a Parigi, dove
ha visto il cadavere di Dimitrios. Gli chiede per quale lavoravano nel locale per un paio di settimane, poi
motivo si interessa di Dimitrios, poi gli propone un scomparivano dalla circolazione. Finivano ad Ales-
accordo. Per continuare lindagine, non deve andare a sandria dEgitto. Il locale fece poi da paravento per lo
Belgrado, ma a Ginevra, dove vive Wladyslaw Gro- smercio delleroina. Peters era andato a prendere il
dek, un polacco, che a certe condizioni gli fornirebbe primo carico in Bulgaria. A Sofia aveva incontrato
le informazioni che ha. Gli scrive lindirizzo, la lette- Vazoff della Banca Eurasiana, che faceva da inter-
ra di presentazione e il suo recapito a Parigi. Gli dice mediario con i venditori di droga. Gli affari andavano
anche che, se fosse andato, avrebbe guadagnato mez- bene. La polizia per era riuscita a scoprire diversi
zo milione di franchi. Poi se ne va (VII). Latimer va a carichi ed occorrevano sempre nuove idee per far
Ginevra ed ospite nella villa di Grodek. Il polacco giungere la droga. Dimitrios era divenuto eroinoma-
chiede i motivi dellinteresse verso Dimitrios. Lati- ne, ma nessuno si aspettava che li tradisse, anche se
mer dice che uno scrittore di romanzi. Racconta bisognava diffidare di un tossicomane. Grazie alla
lincontro con Peters e la sua promessa che avrebbero spiata la polizia riesce ad arrestare tutta la banda. Du-
guadagnato mezzo milione di franchi. Aggiunge an- rante gli interrogatori la polizia gli mostra lincar-
che che nelle tasche Dimitrios non aveva denaro. tamento inviato da Dimitrios, ma Peters non parla. E
Grodek sorpreso e gli consiglia di andare a Parigi con gli altri si fa la galera. Intanto il greco scompare e
(VIII). Latimer scrive una lunga lettera a Marukakis, si disintossica. La foto sfocata non di Dimitrios, ma
per informarlo di quanto ha scoperto. E gli racconta di Vissier, un componente della banda (XI). Latimer
quanto ha saputo da Grodek sulle attivit di Dimi- rimane stupefatto. Peters fa la sua proposta: ricattare
trios. I servizi segreti italiani cercavano notizie sui Dimitrios chiedendogli un milione di franchi. Latimer
campi minati nel mare Adriatico. Grodek pensa di poteva testimoniare che non era morto. A malincuore
fornirle ricorrendo allaiuto di Dimitrios. Il greco rie- Latimer accetta, precisando per che non voleva il
sce a corrompere Buli, un funzionario del Ministero denaro. Peters aveva perso le tracce di Dimitrios da
della marina jugoslava, e di ricattare lui e la moglie cinque anni e il suo incontro con Latimer era stato un
portandoli a giocare in una casa da gioco. Prima vin- colpo di fortuna. Avrebbero per chiesto un solo mi-
cono, poi perdono una montagna di denaro. Cos ave- lione, poi sarebbero scomparsi. Uscito di prigione,
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Vissier aveva seguito le tracce di Dimitrios a Biarritz sente uno sparo. Ritorna indietro. Peters lo aveva col-
e a Roma, ma poi le aveva perse. Grazie a Vissier, pito con due proiettili nel corpo e uno tra gli occhi. Il
che gli aveva chiesto denaro e glielo aveva restituito grassone era morto. Se ne va. Alla polizia scrive un
(aveva ricattato con successo Dimitrios), Peters era biglietto invitandola ad andare a controllare un appar-
riuscito a scoprire che Dimitrios era divenuto una tamento in una certa via. Il giorno dopo i giornali ri-
persona importante a Parigi. Non poteva ricattarlo, portano che cera stato un regolamento di conti tra
perch non aveva prove contro di lui n sul traffico di due sudamericani, che si erano uccisi a vicenda: per
stupefacenti n sul traffico di donne. Stava cercando terra era sparso molto denaro. In albergo trova una
prove ad Atene, quando aveva notato la notizia della gradevole lettera di Marukakis. Poi prende il treno
morte di un certo Dimitrios Makropoulos ad Istanbul. per ritornare a Londra. Durante il viaggio si mette a
Ma le loro strade si erano incrociate nellarchivio del- pensare alla trama del nuovo romanzo che avrebbe
la polizia, perci aveva deciso di seguire Latimer a scritto (XV).
Sofia. Peters ricostruisce la fine di Vissier. Era stato
invitato a una crociera, era disceso dalla nave con gli Commento
altri ospiti, Dimitrios lo aveva fatto risalire con la 1. In Italia il romanzo stato pubblicato per la prima
scusa di un affare da discutere soltanto con lui, poi volta nel 1949 da Mondadori con il titolo A caccia di
con la nave andava a Istanbul, qui lo uccideva e si unombra (Il giallo Mondadori, n. 70). considerato
sbarazzava del cadavere. Ma sfrutta lomicidio, met- il capolavoro del genere. Ambler fa ricostruire a La-
tendo in tasca alla vittima un suo vecchio documento, timer la maschera di Dimitrios, ma intende anche
intestato a Dimitrios Makropoulos. In tal modo uffi- delineare il mondo sordido della politica e delle spie.
cialmente risultava morto. Egli sa con certezza che Intende pure tracciare un quadro della scena politica
Dimitrios si trova a Parigi (XII). Poi organizza il ri- internazionale del tempo. La storia ambientata nel
catto. Invia una lettera a Dimitrios, accennando che 1937 circa e poi il protagonista ritorna indietro nel
sarebbe morto a Istanbul. Chiede un milione di fran- tempo, dal 1922 in poi, per ricostruire la vita di Dimi-
chi, una donna li doveva consegnare il giorno dopo. trios dal passato al presente, il momento in cui a I-
Latimer vuole denunciare il ricatto alla polizia. Va, il stanbul stato trovato il suo cadavere. Negli ultimi
poliziotto gli chiede un documento di riconoscimento. capitoli per il personaggio ricompare vivo e vegeto e
Non lo ha. Il poliziotto lo rimprovera e gli dice di ri- Latimer lo incontra in carne ed ossa. E a suo rischio e
tornare. Lincontro con Dimitrios deve avvenire in pericolo.
una stanza dalbergo. Peters e Latimer lo aspettano 2. I protagonisti sono sostanzialmente due: Latimer e
(XIII). Dimitrios entra. Latimer nota i suoi occhi Dimitrios. Inizialmente Dimitrios soltanto il prota-
malvagi. Peters avanza la richiesta di denaro, snoc- gonista dellinchiesta di Latimer, poi diventa un per-
ciolando il delitto di Smirne, la tratta delle donne, il sonaggio reale, in carne ed ossa, le cui vicende si in-
traffico di stupefacenti, luccisione di Vissier. Dimi- tersecano pericolosamente con la vita di Latimer. Il
trios cerca di mettere Latimer contro Peters, insi- protagonista curiosamente uno scrittore, proprio
nuando che Peters si sarebbe tenuto tutto il denaro del come Ambler. La storia un elogio degli scrittori che
ricatto. Poi se ne va (XIV). Peters e Latimer incontra- diventano protagonisti dei loro romanzi. Latimer non
no la donna con il denaro del ricatto. Poi, usando la in nessun modo e in nessun senso un eroe o un su-
metropolitana, seminano i pedinatori, quindi vanno per-eroe. preso da curiosit, esce dal tran tran della
nellabitazione intestata a Caill. Peters tutto gon- sua vita quotidiana, ha denaro sufficiente e tempo li-
golante per il successo dellimpresa: erano riusciti a bero. Decide di impiegarli per dare uno spessore psi-
convincere Dimitrios che avrebbero continuato a ri- cologico al cadavere che ha sotto gli occhi. E inizia la
cattarlo e invece sarebbero scomparsi dalla circola- sua inchiesta. Fa quello che un qualsiasi scrittore (o
zione. Confessa anche che non avrebbe dato a Lati- giornalista) avrebbe fatto in biblioteca o in presenza
mer la sua parte. Fa anche notare che Dimitrios aveva di un evento significativo. Le cose gli vanno in so-
cercato di metterli luno contro laltro. Entrano per- stanza bene. Ma il rischio poteva essere sempre in
ch Peters vuole festeggiare il ricatto. Latimer contro agguato. Ed evita per caso di essere ucciso. Come e-
voglia accetta. Peters va in cucina e si ferma. Lo a- gli stesso riconosce, una cosa sono i libri (e gli eroi
spetta Dimitrios con la pistola in mano. Il greco lo de- dei libri), unaltra la vita reale. Ambler per costrui-
ride. Sapeva che Peters, un mese dopo che era uscito sce con cura anche la psicologia di Peters, che so-
di prigione, aveva comperato da se stesso lappar- stanzialmente un chiacchierone e sopravvaluta am-
tamento con il nome di Caill. In precedenza era ri- piamente la sua intelligenza.
masto vuoto per una decina danni. Gli intima di get- 3. La storia ha tanta ricerca di documenti e poca azio-
tare il denaro e gli spara. Latimer balza su Dimitrios, ne. A parte i viaggi in nave, in treno e in metropolita-
per salvarsi. Nella colluttazione il greco perde la pi- na (Istanbul, Smirne, Atene, Sofia, Ginevra, Parigi
stola. Latimer lo colpisce con un vassoio e si impos- ecc.) e le visite agli archivi di polizia (Atene, Sofia),
sessa dellarma. Peters perde sangue. Latimer gli d lazione si riduce allo scontro finale tra Dimitrios, Pe-
la pistola per andare a chiamare un medico. Dimitrios ters e lo stesso Latimer, con la vittoria di Latimer su-
gli offre cinque milioni di franchi: Peters gli avrebbe gli altri due. Insomma uno scrittore di romanzi non si
sicuramente sparato. Latimer esce. A met corridoio poteva fisicamente permettere un numero maggiore
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di azioni. Invece Robert Langdon, il giovane docente 7. Il romanzo va confrontato con lo stesso ambiente
statunitense protagonista de Il codice da Vinci, ha una delle spie a) che emerge in Ian Fleming (Londra,
nottata di fuoco, da super-man, che inizia dopo mez- 1908-Canterbury, 1964), inventore dellagente segre-
zanotte e si conclude allora di colazione, quando il to 007 James Bond, che ha un notevole successo ne-
lettore si appena svegliato a fatica e si prepara a fare gli anni Sessanta del secolo scorso. Bond ha anche
la prima colazione. una biografia: nasce nel 1924 e diventa operativo nel
4. Ambler attira il lettore con il fascino del segreto, 1941, fingendosi pi vecchio di due anni. Nel genna-
con la descrizione del mondo parallelo delle spie e io del 1962 lorganizzazione Spectre gli uccide la
dei servizi segreti, dove regna la corruzione, il doppio moglie il giorno delle nozze. Egli la vendica. In una
gioco, il tradimento, la compra-vendita di tutto e di missione perde la memoria. Ritorna a Londra e cerca
tutti. Il lettore curioso di conoscere questo mondo, di uccidere il suo vecchio capo Le sue avventure
completamente lontano dalla sua onest. La Monda- sono trasformate in film di successo, che mostravano
dori ha una collana di romanzi interamente dedicata a automobili e congegni avveniristici e incredibili. b)
questo mondo: Segretissimo. Che emerge ne La spia che venne dal freddo (1963)
5. Il narratore esterno appare agli inizi del romanzo, di John Le Carr, alias David John Moore Cornwell
poi scompare: racconta quel che sanno i personaggi, (Poole, 1931), ex dipendente del SIS (Secret Intelli-
privilegiando il punto di vista di Latimer. Ad esempio gence Service) inglese, e nelle spy story successive
Latimer racconta a Marukakis quel che ha scoperto dello stesso autore. c) Che emerge in Malko Linge,
scrivendo una lettera, che il lettore legge. La lettera detto SAS, Sua Altezza Serenissima, agente della
che Latimer scrive a Marukakis anche un flash- CIA, un personaggio inventato nel 1965 da Grard de
back, che il lettore non si aspettava: era convinto che Villiers (Parigi, 1929-Parigi, 2013, nel 1981 fonda
lincontro di Latimer e Grodek fosse stato inconclu- una casa editrice per il suo eroe), che compare nelle
dente. La lettera poi una scatola cinese: racconta al edicole con quattro romanzi lanno. La Mondadori ha
giornalista greco quel che Grodek ha raccontato a La- pubblicato in una specifica collana tutti i romanzi fi-
timer. Insomma la versione dei fatti di Grodek (e no agli inizi del 2000. Ed infine d) che emerge ne Il
non di Dimitrios, dei coniugi Buli o di altri). Quindi cimitero di Praga (2010) di Umberto Eco (Alessan-
una versione soggettiva, partigiana, interessata e par- dria 1932-Milano 2016). In Eco il protagonista non
ziale. Tutti i personaggi raccontano fatti che sono uno scrittore, ma una spia a tempo pieno, che si
successi in passato a Dimitrios o a se stessi. Il raccon- specializzata nella falsificazione di documenti. Gli
to di prima mano o di seconda mano, e sempre sog- agenti segreti inventati negli anni Cinquanta-Sessanta
gettivo. I verbali della polizia di Smirne, di Atene o sono per moltissimi. Sono statunitensi e, se europei,
di Sofia si possono considerare di seconda mano: ri- sono sfegatatamente filoamericani o al massimo in-
feriscono gli interrogatori degli imputati. Ci sono di- glesi.
versi flash-back, il pi importante dei quali la storia ------------------------------II-----------------------------
dei coniugi Buli. La loro storia o un excursus o
una storia inserita in unaltra storia, insomma una Dino Buzzati, Il Deserto dei Tartari, 1945
scatola cinese.
6. Il finale complesso. Latimer ricostruisce la vita di Dino Buzzati (San Pellegrino di Belluno, 1906-Mila-
Dimitrios, scampa a un omicidio, inizia un nuovo no, 1972) un giornalista, scrittore e pittore italiano.
romanzo. Peters e Dimitrios ufficialmente si uccidono
a vicenda. Insomma i cattivi sono morti. Lieto fine da Riassunto. Nominato ufficiale, Giovanni Drogo parte
tutti i punti di vista, allora? La fine in sordina: Di- per la sua destinazione, la Fortezza Bastiani. Esce
mitrios uccide Peters, Peters uccide Dimitrios, Lati- dalla citt accompagnato dallamico Francesco Ve-
mer informa la polizia, che scopre i due cadaveri e scovi. A sera trova la fortezza, ma vuota e in rovina.
interpreta laccaduto come un regolamento di conti La Fortezza Bastiani si trova pi avanti. La vede al
tra due sudamericani. C lieto o tragico fine o catar- tramonto, ma ancora lontana (I). Passa la notte
si? Difficile a dire: Latimer ha portato a casa la pelle, alladdiaccio. Il giorno dopo, poco prima di raggiun-
ha portato a termine con successo la sua inchiesta, ha gerla, incontra il capitano Ortiz, con cui scambia due
conosciuto Dimitrios in carne ed ossa, ha fatto espe- parole. Scopre che lo hanno assegnato dufficio alla
rienza diretta degli intrighi internazionali, ha denun- fortezza, perch nessuno vi faceva domanda. Ma la
ciato il duplice omicidio alla polizia. E poteva dire cucina eccellente. Allentrata prova il desiderio di
che i due criminali si erano giustiziati a vicenda e che tornare indietro (II). Pensa di far domanda di trasfe-
alla fine Dimitrios era stato giustiziato per intervento rimento, ma si fa convincere a rimanere per quattro
del caso. Insomma i cattivi sono puniti con la morte e mesi. Quella sera lufficiale Morel lo porta a vedere il
il protagonista se ne torna a casa soddisfatto. Il lieto paesaggio dalle mura della fortezza. Lorizzonte
fine quindi per Latimer e soltanto per lui. Gli altri nebbioso, la distesa sconfinata. I soldati dicono di
sono morti. Comunque sia, non c la morale della aver visto qualcosa in lontananza. Il Deserto dei Tar-
favola o del romanzo, n nel corso dellopera, n alla tari (cos viene soprannominato) ha una strana riso-
fine. nanza nel suo animo. Aveva un fascino profondo
(III). Quella notte nella sua camera si sente solo come
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nella vita. Una goccia intermittente dacqua gli rende arrivando. Non avevano aspettato invano. Attendono
difficile il sonno (IV). Due sere dopo inizia a fare le che il colonnello Filimore lo riconosca ufficialmente,
guardie alla Ridotta Nuova, la punta pi avanzata del- ma egli sta zitto, era stato troppo spesso deluso. An-
la fortezza. Ed entra nel meccanismo delle parole che lui sperava nellarrivo del nemico. La guerra sa-
dordine, del regolamento, delle ispezioni notturne. Il rebbe stata il senso della loro vita. Un messaggero
maggiore Tronk gli illustra i problemi che provoca il giunge con un dispaccio: si trattava soltanto di reparti
regolamento. Ma egli conta i giorni che lo separano dello Stato del Nord, venuti a stabilire il confine. Fi-
dalla partenza (V). Scrive una lettera alla madre, ma limore se laspettava, sarebbe stato deluso ancora una
non le dice che non si trova bene, per non farla pre- volta (XIV). Il giorno dopo allalba parte la spedizio-
occupare. Sente il richiamo delle guardie e si addor- ne per fissare i confini. La comanda Monti. Angusti-
menta. Non sa che proprio quella notte inizia per lui na ha sbagliato a mettere gli stivali. Per lui la marcia
lirreparabile fuga del tempo (VI). Conosce il sarto diventa un calvario, ma non mostra segni di sofferen-
Prosdocimo, a cui dice che presto se ne sarebbe anda- za sul viso. Monti lo prende in giro. Arrivano quasi in
to. Laiutante del sarto nota che anche Prosdocimo si cima, ma restano bloccati poco pi gi. I nemici per
sente provvisoriamente assegnato alla fortezza, ma di pi lavevano gi raggiunta. Lanciano due corde
sono passati 15 anni Alla fortezza tutti aspettano per aiutarli. Si rifiutano di usarle. Si mette a nevicare.
larrivo dei nemici, dal colonnello Filimore allultimo Angustina chiede al comandante di fare una partita a
soldato. E avrebbero avuto un destino eroico. Egli carte, per mostrare ai nemici che non hanno bisogno
pensa di essere fuori da quelle attese, presto sarebbe di loro. Giocano finch i soldati nemici se ne sono
ripartito (VII). Drogo conosce gli altri tenenti e ne di- andati. Ma Angustina muore assiderato (XV). Sepolto
viene amico. Lagorio, contento di essere stato trasfe- Angustina, il tempo riprende a passare come prima.
rito in citt, prende in giro Angustina. Ma Angustina Ortiz pensa che sia morto onorevolmente lo stesso,
non accetta la provocazione (VIII). Passano tre mesi. anche senza guerra. Drogo non sa che dire. Intanto
Al dottore Rovina Drogo dice di essere finito l per son passati quattro anni. Tutti speravano che arrivasse
sbaglio. Da parte sua Rovina gli dice che l da 25 il nemico, era la giustificazione della loro vita (XVI).
anni e che non ha pi senso che si faccia trasferire: I soldati sentono che la fortezza divenuta una pri-
doveva pensarci prima. Con un certificato medico a- gione e diventano nervosi senza sapere perch. Drogo
vrebbe accelerato la partenza. Drogo pensa alla citt e invece sicuro che se ne sarebbe andato. Intanto il
al fascino della fortezza. Il suo destino sarebbe venu- cavallo lo porta in citt (XVII). La licenza dura due
to dal nord. E decide di restare (IX). La vita abitudi- mesi. I suoi vecchi amici sono presi dal lavoro o dalla
naria, anche se dura, della fortezza si impossessa di famiglia. Egli si sente estraneo o lontano da quel
lui. contento di aver deciso di restare. Aveva tempo mondo. Va ad un ricevimento e si interessa di una ra-
per cambiare idea. Una sera sente un soldato canterel- gazza. Ma il padrone di casa lo porta in giro per il pa-
lare. Era vietato quando si faceva la guardia. Si avvi- lazzo a vedere le sue collezioni. Quando si libera, la
cina, il soldato tace, ma la cantilena continua. Era una ragazza tornata a casa (XVIII). Il giorno dopo va a
cascata in lontananza che mormorava. Erano le paro- trovare Maria, la sorella dellamico Vescovi, ma non
le della nostra vita, che noi facciamo fatica a capire riesce a ristabilire lantico rapporto con lei. Lei aspet-
(X). Sono passati 22 mesi, e Drogo continua ad aspet- ta le sue parole, ma egli non ha la forza di pronun-
tare. Una notte sogna Angustina in un palazzo. Una ciarle. Francesco non arriva. Si salutano con esagera-
lettiga portata da figure diafane lo viene a prendere. ta cordialit e Drogo se ne va (XIX). Quattro anni di
Egli vi sale sopra e finalmente sorride (XI). Una notte fortezza danno il diritto a chiedere una nuova desti-
comandava la guardia alla Ridotta Nuova. Con lui nazione. Non volendo essere mandato lontano dalla
cera Tronk. Vedono qualcosa muoversi nel buio. Al- citt, Drogo chiede un colloquio con un generale. Il
la fine capiscono che un cavallo. Il soldato Lazzari generale disponibile. Dal generale Drogo viene a
dice che Fiocco, il suo cavallo, e chiede di andarlo a sapere che la fortezza avrebbe ridotto lorganico e
recuperare. Ma il regolamento lo vieta. Il drappello che molti ufficiali avevano fatto domanda di trasferi-
torna alla fortezza. Entrati, dalle mura una guardia, mento. Egli sorpreso, non sapeva della riduzione
Moretto, intima il chi va l. Lazzari che ha recu- dorganico. I suoi amici lo avevano dunque tenuto
perato il cavallo. Moretto, soprannome di Martelli, alloscuro per avere un concorrente in meno. Sfo-
chiede la parola dordine. Ma il soldato non la sa (la gliando il suo fascicolo il generale vede che tutti i do-
sapeva soltanto il tenente che guidava il drappello). cumenti sono in regola ma che manca la domanda.
Tronk, fanatico del regolamento, presente allepi- Drogo pensava che non servisse. Il generale conferma
sodio. La guardia spara e centra Lazzari in fronte che non serviva, ma, vista la situazione, per prudenza
(XII). Allo sparo la fortezza si sveglia. Tronk riceve era meglio che la facesse. Cos, medita, scavalcato
lordine di andare a recuperare il corpo. Il maggiore da tutti coloro che lavevano fatta Gli fa poi notare
Matti chiede chi stato a sparare. Gli viene risposto che sotto il suo comando c stato lincidente di Laz-
Martelli. Non nasconde la sua soddisfazione: era il zari. Egli non ne era responsabile, per lincidente
suo tiratore migliore e nonostante il buio aveva fatto aveva preoccupato il comando. Inutile la difesa di
centro (XIII). Un mattino i soldati vedono qualcosa Drogo. Poi lo licenzia (XX). Ritornando alla fortezza
muoversi in lontananza. Sono esultanti: il nemico sta Drogo pensa di dare le dimissioni. L la vita - ricono-
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sce a se stesso - era sempre noiosa e ripetitiva. Intanto dante Simeoni lo informa che stanno arrivando due
alla fortezza si era diffusa la gioia di partire. Le illu- reggimenti di soldati: il comando ha deciso di rinfor-
sioni guerriere erano state dimenticate. Ad uno ad zare la fortezza. Egli ha un collasso e cade a terra
uno i vari drappelli se ne vanno. La partenza di Morel svenuto (XXVII). Simeoni lo invita a prendersi una
lo ferisce profondamente. Allora Drogo va da Ortis licenza, per guarire. Al reciso diniego di Drogo gli
per fare due chiacchiere. E scopre che in passato dice che deve andarsene. Come suo superiore glielo
qualcuno si era messo a parlare dellarrivo dei Tartari ordina. Pensa di mettere nella sua stanza tre ufficiali.
e gli altri gli avevano creduto. Era un modo per riem- La carrozza sta gi arrivando. Drogo si prepara a par-
pire le giornate creando lattesa di qualcosa. Ortiz ag- tire (XXVIII). Qualcuno lo saluta, ma tutti sapevano
giunge che non ha pi velleit di carriera e che si ormai che non contava pi nulla nella gerarchia della
adattato. Ma Drogo tra un anno, un anno e mezzo sa- fortezza. Egli era solo al mondo, malato, ed era stato
r trasferito (XXI). Finite le partenze, il tenente Si- cacciato via come un lebbroso. Verso sera arriva ad
meoni invita Drogo a guardare il Deserto dei Tartari. una locanda, mentre stava passando un battaglione di
Ogni sera si vedeva una luce. Non vede nulla. E si moschettieri. Decide di fermarsi. Sulla porta una
mette a pensare al suo futuro. Pensa ai vecchi amici, donna sferruzzava, mentre accudiva un bambino
alla vita in citt. Ma poi preso dalle consuete abitu- (XXIX). Nella sua camera pensa alla citt. Sente che
dini. E di giorno in giorno rimanda la decisione sul da sta per piangere. Gli sembra che la fuga del tempo si
farsi. Simeoni continua a parlare del lume, che forse sia fermata. giunta la sua grande occasione, la bat-
era un cantiere per costruire una strada. E fa previsio- taglia che poteva ripagare lintera vita. Di fronte ha
ni sullarrivo della strada sotto le mura della fortezza. lultimo nemico, la morte, un essere onnipresente e
Il tempo si era messo a correre. Ortiz confessa a maligno. Spera almeno che la sua esistenza sbagliata
Drogo che anno dopo anno ha imparato a desiderare finisca bene. E la morte perde laspetto tremendo che
sempre di meno (XXII). Il comando vieta luso di ha per tutti. dispiaciuto di avere un corpo malanda-
strumenti fuori dellordinanza per esplorare il deserto. to. Angustina invece stato pi fortunato, morto
Per Drogo un duro colpo: tutta la sua vita era con- giovane. Si sente libero e felice. Ma ha un dubbio: e
centrata sullarrivo dei Tartari. Simeoni consegna il se il suo coraggio fosse tutto un inganno? Non ci pen-
suo cannocchiale e non vuole pi parlare del deserto sa nemmeno. La porta scricchiola. Drogo si mette a
con Drogo (XXIII). Intanto il tempo corre, anzi fug- posto il colletto delluniforme e drizza il busto. Guar-
ge. Era giunto linverno e se nera andato. Era giunta da per lultima volta la sua porzione di stelle. Poi, nel
anche la primavera. A maggio perde la fiducia che buio, sorride (XXX).
arrivassero i Tartari. Una sera di luglio compare un
lumicino. I soldati riprendono a parlare dello Stato Commento
del Nord (XIV). Dopo 15 anni gli stranieri sono fi- 1. Il romanzo d unidea di quel che sono i letterati e i
nalmente arrivati con la loro strada. Ma tutto sembra- loro romanzi. Il Deserto dei Tartari si pu leggere in
va immutato. La vita alla fortezza divenuta sempre due modi estremi: in modo superficiale per cercare
pi monotona. Drogo si accorge che da molto tempo lavventura; in modo riflessivo, per meditare sui pro-
non andava a fare una cavalcata. Basterebbe che de- blemi che affronta. Ambedue le letture sono possibili
cidesse di farla E non fa pi le scale a due gradini e legittime. Il lettore ha sempre il coltello dalla parte
alla volta. immerso in questi pensieri, quando si del manico. Occorre per osservare che pi sempli-
sente chiamare. Dallaltra parte del burrone un solda- ce scrivere un romanzo davventura che un romanzo
to lo saluta. infastidito. Lo avrebbe incontrato al letterario o filosofico. Oltre a ci un romanzo dav-
ponte. il tenente Moro. Egli lo rassicura come Ortiz ventura e dintrattenimento ha molti pi lettori e ac-
aveva rassicurato lui (XXV). Nel deserto la strada quirenti, un argomento da non sottovalutare. Il ro-
completata, ma gli stranieri sono scomparsi. E intanto manzo poi va letto come metafora della vita, che ri-
il tempo passa. Laspetto di Drogo denuncia i segni chiede scelte decise e consapevoli e che condanna al-
dellinvecchiamento. Il tenente Moro riproduce la sua la sconfitta chi le rimanda o non le fa. In questo modo
vita. Ortiz va in pensione. Egli lo accompagna per un va letto in particolare linizio: Drogo non sa di essere
tratto di strada. Lamico lo invita a sperare: il nemico stato assegnato dufficio alla Fortezza Bastiani perch
sarebbe arrivato nel giro di due anni. Drogo gli ri- non cerano altre domande, non ha cartine geografi-
sponde che sarebbero passati secoli. Non hanno altro che per orientarsi. Insomma non consoce la vita in-
da dirsi (XXVI). Gli amici di Drogo in citt sono in- torno a s: un errore imperdonabile che gli costa ca-
vecchiati, i loro figli sono ormai giovani ventenni. rissimo adesso e anche in futuro.Ad ogni modo il
Egli ormai ha 54 anni e un aspetto malato. Il dottor tempo ha gi iniziato a scorrere.
Rovina gli trova disturbi al fegato. Egli rifiuta la li- 2. Il romanzo si pu capire pi facilmente se si ten-
cenza per ritornare in citt a farsi curare. Per non gono presenti alcuni riferimenti letterari:
strapazzarsi, gli ordina di stare a letto. Drogo stato a) Per Ugo Foscolo (1779-1827), ateo e materialista,
nominato maggiore, ma non ha cambiato la camera. la realt nuda e vuota, e luomo ha bisogno delle
Vi si era abituato. Si sparge la voce che presto sareb- illusioni (lamore, la fama, la gloria), per dare un sen-
bero arrivati gli stranieri. Drogo prega Dio di farlo so alla vita. Lanimo forte spinto dai grandi perso-
guarire. Sono ormai 30 anni che aspetta. Il coman- naggi a compiere grandi imprese. Il tempo per di-
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strugge ogni cosa. Ma la poesia tramanda ai posteri le consumismo e poco dopo alla contestazione giovanile
grandi imprese compiute dai grandi del passato, fin- dentro e fuori delle universit.
ch l Sole risplender su le sciagure umane. 3. Il protagonista assoluto Giovanni Drogo. Tutti gli
b) Per Giacomo Leopardi (1798-1837) la felicit sta altri fanno da deuteragonisti per uno o pi capitoli.
nellattesa della maturit, sta quindi nella giovinezza. Non va dimenticata la Fortezza Bastiani, che incombe
Poi la maturit risulta una delusione. E compagno in- su tutti come la Necessit dei greci antichi e ne pla-
separabile della giovinezza anche lamore. Da vec- sma il destino. Drogo deve affrontare la vita e deve
chi per non c pi speranza: il tempo che resta fare le sue scelte. Ma il tempo ha gi iniziato a corre-
breve e i ricordi pesano come macigni sulle nostre re. La vita nella fortezza insoddisfacente, per per
spalle. Il poeta ha una vita solitaria e rinvia sempre al un qualche motivo il protagonista rimanda la decisio-
domani il momento in cui incontrer i suoi coetanei. ne di ritornare. Poi si abitua al solito tran tran. Passa-
E cos passa la primavera dellanno e la primavera no quattro anni. Ha la giovinezza davanti. Poi ritorna
della vita, cio la giovinezza. Ma da vecchio potr in citt, ma non riesce a reinserirsi: i suoi amici sono
soltanto incolpare se stesso. cambiati, egli no. E ritorna. Passa il tempo. Egli cre-
c) Per Giovanni Pascoli (1855-1907) Odisseo manca de sempre di avere la possibilit di scelta e di andar-
lappuntamento che il destino gli ha preparato: si ad- sene dalla fortezza. Invece una serie di inghippi buro-
dormenta e, mentre dorme, i suoi compagni aprono cratici, contro i quali non si ribella o non pu far
gli otri e liberano i venti che portano la sua nave in niente, lo fanno restare. Passano 25 anni e poi altri
alto mare (Il sonno di Odisseo). Oltre a ci una volta anni ancora. Ormai ha 54 anni. Non ha pi senso
superate, le difficolt appaiono di gran lunga inferiori cambiare. Resta. E aspetta il nemico. Si ammala. Il
a quel che apparivano prima di superarle (Alexan- nemico, il senso della sua vita, giunge quando egli ha
dros), perci meglio abbandonarsi al sogno: il so- un collasso fisico e poi se ne deve andare (o caccia-
gno linfinita ombra del Vero. Insomma infinite to) dalla fortezza. Per tutti quegli anni si era illuso
volte pi grande della realt, che insoddisfacente e che arrivasse il nemico che gli permettesse di rico-
meschina. prirsi di gloria. Lo scontro con gli stranieri era dive-
d) Per Gabriele DAnnunzio (1863-1938) vale la nuto il senso della sua vita come della vita degli altri
massima ricordati di osare sempre (Memento Aude- ufficiali e della truppa. A questa illusione tutti credo-
re Semper): il poeta e luomo devono mettere a ri- no e non credono. Ma ne hanno bisogno, per riempire
schio la loro vita, perch essa si realizza soltanto nel- il vuoto della loro esistenza. Poi il personale della
la lotta e nella conquista, anche nei piaceri e nella- fortezza ridotto, ma i suoi compagni hanno fatto la
more. E la parola divina ed capace di trasformare domanda prima di lui e il regolamento stabilisce
la realt. che chi fa la domanda per primo ha la precedenza.
e) Per Luigi Pirandello (1867-1936) la burocrazia e Contro Drogo e il suo desiderio di cambiar vita e di
letichetta soffocano lindividuo. Ma cercare di libe- andarsene dalla fortezza congiura anche il regolamen-
rarsi della burocrazia d luogo a situazioni ancora to e in parole povere la burocrazia. Cos egli caccia-
peggiori. Luomo non ha speranze, ed quello che gli to sul pi bello, quando il nemico alle porte (ma
altri pensano che sia. nessuno pensa che magari non venuto a portar guer-
f) Italo Svevo (1861-1928) ne La coscienza di Zeno ra!). Cos Drogo se ne va, vecchio, malato, e solo. E
(1926) inventa la figura dellinetto, che si lascia tra- si ferma a morire in una locanda. Ora ha lultimo e
volgere dalla vita e dagli avvenimenti. Drogo suo decisivo scontro, quello con la morte. Si prepara
fratello gemello. allincontro. Non ha paura. Rifiuta di credere che il
Lo scrittore riprende questi motivi, e li plasma e li suo coraggio sia lennesima illusione. La sua vita
stravolge secondo le sue intenzioni. Nel mondo scon- stata un fallimento, ma ora pensa di riscattarla nellul-
volto di Drogo diventa un valore lattesa del nemico. timo atto. Si mette a posto il colletto, raddrizza il bu-
Lalternativa era un mondo privo di valori. Un mondo sto. E la aspetta.
vuoto, il Nulla. Lattesa diventa quindi un riempitivo, 4. Conviene anche dire che lamicizia con i compagni
che comprensibilmente non riempie nulla. Non ci si darmi non ha riempito la sua esistenza e che le lettu-
accorge del paradosso: lo scopo della vita e lo scontro re che faceva non andavano oltre un garbato intratte-
con il nemico, quindi lo scopo dare o ricevere la nimento. Non aveva neanche interessi chimici, biolo-
morte, e la morte la negazione della vita Il ro- gici, archeologici con cui riempire la vita. Fa saltare
manzo come altri di quegli stessi anni esprime la crisi lincontro con Maria, anche se percepisce che la ra-
di ideali e di valori del tempo. In sostanza affronta gazza disponibile. Insomma la colpa del disastro
temi che riguardano lindividuo. Linteresse per il interamente sua. Peraltro non si pone il problema se
mondo sentimentale dellindividuo inizia con lErme- sposarsi e avere figli possa essere un ideale capace di
tismo di Ungaretti e Montale, passa attraverso Mora- riempire la vita o una scelta ugualmente stupida. N
via e il Neorealismo italiano, si conclude con lEsi- pensa, magari, che ogni soluzione ha i suoi pregi e i
stenzialismo francese (Sartre, Camus) degli anni Cin- suoi difetti. Cos si pone in testa di fare il guerriero e
quanta. Poi ritorna la gioia di vivere, incrementata di fare leroe, dimenticando che in guerra si uccide o
dallo sviluppo economico (1958-63) che d luogo al si uccisi. Non dimostra nemmeno di sapere che le
guerre si fanno sempre per un qualche motivo e che
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devono essere preparate e dichiarate. vero, ha biso- perch scomodarsi e cercare limpossibile? Lo scrit-
gno di dare un senso alla sua vita, ma poteva conside- tore conosce perfettamente la psicologia dei lettori
rare il mestiere di ufficiale semplicemente come il del suo tempo e del nostro. Tuttavia il tempo tradi-
suo lavoro, mentre la sua vita e il senso della sua vita zionale il tempo immobile, che non conosce muta-
erano collocate (o doveva collocarle) altrove. Il vuoto mento: un individuo nasce, cresce, muore, ed sosti-
sembra quindi dentro di lui, perci vano trovare un tuito da un altro individuo del tutto simile a lui, che
senso fuori, nel deserto, nellarrivo del nemico. C ha soltanto il nome diverso. Questo il tempo ciclico
chi si accontenta di mangiare, chi vuole farsi una fa- e immutabile della societ agricola. Nel Medio Evo
miglia, chi vuole il successo, chi vuole far carriera, nasce per il tempo meccanico, tutto uguale, scandito
chi vuole la fama e chi vuole la gloria. Chi si sente dallorologio. E nel Settecento ad opera degli illumi-
realizzato nel lavoro e chi nellaccumulo di denaro. nisti nasce lidea di progresso: il tempo cambia, la vi-
Chi nella bella azione o nellimpresa impossibile. Ma ta migliora, i figli hanno una vita pi ricca dei padri.
Drogo non riesce a distruggere il bozzolo di ragnatela Oggi la societ occidentale (e il mondo intero) stra-
che ha costruito con le sue mani intorno a se stesso. volta dai rapidissimi cambiamenti prodotti dallabbi-
Insomma uno sconfitto, perch ha sconfitto se stes- namento di computer e Internet, che annullano il
so con le proprie mani. Addirittura Simeoni lo supera tempo e lo spazio, e riducono il mondo a un villaggio
in carriera interconnesso. La crisi di Tokio fa sentire i suoi effet-
5. Delle ragazze si parla soltanto. Lunica Maria: un ti anche in uno sperduto paese delle Alpi. Il lavorato-
capitolo e basta. Licenziata. Non turba neanche i pen- re europeo subisce la concorrenza di uno sconosciuto
sieri di Drogo. Niente sogni erotici, ma sogni di sven- lavoratore cinese. E non ha alcuno strumento per di-
tura: lamico Angustina trasportato al camposanto da fendersi.
un corteo di figure alate. Lamicizia tra commilitoni 8. La scrittura limpida, piacevole, chiara, efficace.
c (peraltro bisogna anche far passare il tempo), ci Le proposizioni non sono mai lunghe pi di un respi-
sono discussioni e partite a scacchi e a carte, ma essa ro. Le parole scorrono leggere e non si fanno mai no-
non riempie il cuore di nessuno. Drogo scopre che il tare. Uno straordinario esempio di scrittura. Daltra
personale della fortezza sar dimezzato quando a parte Buzzati un letterato
colloquio con il generale. E ipotizza che i suoi amici 9. Due osservazioni. Al tempo di Buzzati (1940) il
lo abbiano voluto tenere alloscuro, per avere un con- tempo libero era tanto, la possibilit di annoiarsi era
corrente in meno. Il lettore non sa se lipotesi male- immensa. Oggi succede il contrario, ci sono troppe
vola o meno. Inoltre pu ritenere strano che la voce cose da fare e il tempo sempre poco (2017). Ieri
della riduzione di organico non si sia diffusa: lar- come oggi moltissimi individui si accontentano di
gomento era pi che mai alletante ed era anche una poco e sono felici oppure fanno propri, senza tante
novit nel consueto tran tran. E che Drogo non notas- riflessioni, le idee e i valori che passa il convento, la
se un inconsueto andirivieni nellufficio trasferimenti. societ, la televisione, il cinema, la famiglia. Costoro
Il tempo cera anche per notare i minimi cambiamen- non potranno mai capire i problemi di Drogo.
ti. Ma la vita fatta anche di colpevoli miopie o di 10. Il romanzo pervaso da una vena profonda di
altrettanto colpevoli amnesie, che poi si pagano. Non pessimismo: il protagonista uno sconfitto dalla vita,
serve a niente incolpare gli altri. un fallito, e sa di esserlo. E non riesce a riscattarsi (se
6. Non ci sono particolari colpi di scena, anche se la poi lo fa) che allultimo momento, quando sta aspet-
notizia del generale che lorganico della fortezza sar tando la morte. Un romanzo pessimista non piace al
ridotto e che i suoi amici avevano gi fatto la doman- lettore, che invece preferisce un finale catastrofico
da di trasferimento sicuramente un colpo sgradito. ma emozionante. Al limite anche il lieto fine: si
Neanche lincontro con il tenente Moro, che una sposarono e vissero felici e contenti.
duplicazione del suo arrivo. Drogo anzi lo incontra 11. Moltissimi romanzi hanno per protagonisti degli
con irritazione. La vita risulta costantemente un tran sfigati (sono i lettori stessi o almeno cos li considera
tran, che diventa noioso soltanto quando ci si pensa. lo scrittore), ma nel corso dopera essi compiono im-
Ma normalmente non c il tempo per pensarci. prese mirabolanti e si riscattano. Non cos Drogo nel-
7. Il lettore maschile si identifica, la lettrice un po le mani di Buzzati. E poi gli sfigati si riscattano sol-
meno, anzi non si identifica: la storia di Drogo an- tanto nei romanzi, nella realt rimangono sfigati
che la storia della sua vita e della vita di tutti. Ha avu- 12. La morale della favola di non fare come Drogo,
to tante occasioni, ma non mai riuscito a coglierle. di non rimandare al futuro le decisioni e i cambia-
E intanto il tempo passato ed egli senza accorgerse- menti, di non adagiarsi e di non accontentarsi. Peral-
ne si ritrovato vecchio. Ormai troppo tardi e non tro non mai espressa esplicitamente, n sono mai
si pu pi scegliere. Ci vale per il lettore che ha indicate positivamente le scelte che si potrebbero fa-
scelto la vita militare (e solitaria) di Drogo, ma vale re: lamore? La carriera? La famiglia? Il lavoro? La
anche per il lettore che si sposato e che ha avuto fama? Il successo? Nessuna indicazione. E poi chi as-
una vita civile. Ha abbassato le sue pretese e si ac- sicura che il trasferimento in altra sede o la carriera
contentato di quel che gli ha passato il convento. Do- avrebbero aperto nuove porte a Drogo o gli avrebbero
po tutto il tran tran rassicurante e nella sua nicchia riempito il cuore e la vita? Magari erano altre prigio-
non sta poi cos male. Peraltro - pensa dentro di s - ni. Lerba del vicino sempre pi verde Un poeta
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latino disse che coelum, non animum mutant qui trans versi, che sfrutta le licenze per farsi una amante in
mare currunt (Cambiano il cielo, non il loro animo ogni paese, che fa le corse a cavallo nei momenti di
coloro che varcano il mare). Una strategia che Dro- libera uscita, che contento di vivere la vita assapo-
go non applica mai, dalla partenza allincontro con il rando i giorni uno dopo laltro, senza fretta. Che fa le
generale alla fine della vita, quella di informarsi e di corna allarrivo del nemico: gli impedirebbe di conti-
conoscere meglio il mondo o lambiente in cui vive. nuare a fare la bella vita! Che studia un trattato di
Al limite di essere sospettoso e malizioso e di pre- chimica per vedere se accanto alla fortezza ci sono
venire gli inganni degli altri. La strategia militare stu- giacimenti di minerali preziosi, che fa venire saltim-
diata allaccademia non gli ha insegnato niente. Ma- banchi alla fortezza, che studia geografia per cono-
chiavelli uno sconosciuto. Non ha mai le informa- scere meglio il nemico (e poi perch dovrebbe es-
zioni sufficienti per decidere o per difendersi. La sua sere pregiudizialmente nemico?), che scrive ro-
libert di scelta aumentava se aumentava la sua cono- manzi nel tempo libero, che a un certo punto deve
scenza del mondo che gli stava intorno. Oltre a ci scegliere (fare il militare o lo scrittore?), che scatta
non cerca mai di sfruttare le occasioni che ogni situa- fotografie e poi fa mostre nella sua citt, che sfrutta le
zione d, anche la pi sfortunata. Finch era alla for- licenze per mantenere vivi e profondi i suoi legami
tezza gli conveniva sfruttare le occasioni che la for- con la famiglia e la citt, che Queste possibilit so-
tezza gli presentava. Ugualmente se era altrove, a ca- no sufficienti.
sa, in citt o in unaltra fortezza. Di notte poteva stu- ------------------------------II-----------------------------
diare le stelle, anzich incaponirsi sullarrivo dei ne-
mici. Poteva organizzare tornei a carte, a dama, a Douglas Preston & Lincoln Child, Mount
scacchi, a freccette, concordando una licenza premio Dragon. Quando la scienza diventa terro-
per i vincitori: il regolamento escludeva forse queste re, 1996
cose? E, se non cerano occasioni (ipotesi impossibi-
le), doveva crearsele. Il romanzo, comunque, pone lo
scrittore tra i grandi del Novecento. Douglas Preston (Cambridge, 1956) e Lincoln
13. Conviene confrontare lattesa del nemico di Dro- Child (Westport, 1957) sono due scrittori statunitensi
go con lattesa della maturit di Leopardi. Per Drogo di romanzi techno-thriller e horror, che spesso lavo-
lattesa del nemico serve soltanto a riempire il vuoto rano in coppia. Hanno scritto numerosi romanzi, tutti
della vita. Per Leopardi invece lattesa il momento di qualit, pubblicati anche allestero.
della felicit, che si vive nella giovinezza, quando si
hanno speranze e si cerca lamore. Poi arriva la matu- Riassunto.
rit, le speranze sono deluse e il pensiero va alla tri- Parte prima, pp. 5-130
stezza della vecchiaia. Lo stesso elemento, lattesa, Guy Carson, un ricercatore in campo genetico, ben
inserito in contesti diversi si trasforma radicalmente. felice di essere chiamato dalla GeneDyne a lavorare
Pascoli addirittura propone di abbandonarsi al sogno per sei mesi a Mount Dragon a un progetto segreto,
e di respingere la ragione, perch la realt meschina che riguarda la manipolazione genetica di microbi e
e il sogno mille volte pi grande del Vero. Lascian- batteri. Deve sostituire Frank Burt, che se n andato.
do da parte le alte vette della letteratura e della filoso- Qui Nye il direttore della sicurezza. Mount Dragon
fia, si pu notare che lauto che desideriamo bellis- unex base militare, circondata da 200 km di deser-
sima. Una volta comperata siamo felici per i primi to Alla base per non manca nulla: ci sono anche
giorni, poi essa entra nella routine quotidiana (e nei cavalli con cui avventurarsi nel deserto o alle rovine
costi di gestione) e un po alla volta non ci pensiamo del villaggio degli anasazi.
pi. E poi lauto lentamente invecchia e noi la con- Intanto Charles Levine, esperto in genetica, tuona
sideriamo vecchia e passiamo a desiderare unaltra alluniversit contro le manipolazioni genetiche, in
auto nuova, che la sostituisca. E cos via. Quando ab- particolare contro i fabbricatori di nuovi virus. Con
biamo la cosa desiderata, passiamo a desiderare altre un hacker, il Mimo, egli spia la GeneDyne, di cui
cose. Thomas Hobbes (1588-1679), un grande filoso- proprietario Brent Scopes, e Mount Dragon.
fo inglese, afferm che luomo esiste finch desidera Il progetto di Mount Dragon si propone di inserire nel
qualcosa. Ma lattesa pu essere anche il dramma codice genetico umano il segmento genetico di un
dellattesa: lattesa di un referto medico, lattesa del particolare scimpanz che immune allinfluenza.
risultato di un concorso, lattesa della risposta dalla Carson deve per capire perch il gene dello scim-
persona amata, lattesa di affrontare un esame o una panz, inoculato nel virus, rende infinitamente ag-
prova qualsiasi (il patentino, la patente, gli esami u- gressivo il virus dellinfluenza. Carson si scontra su-
niversitari, gli esami medici, il concorso per un posto bito con la sua assistente, Susana Cabeza de Vaca,
di lavoro). Conclusione: lo scrittore deve tenere pre- che ha un carattere bellicoso e che non contenta di
sente la psicologia e i problemi delle persone, quando come sono trattati gli animali da esperimento. Carson
si mette a scrivere. studia gli appunti di Burt: sono strani perch le parti
14. Il lettore pu abbozzare un romanzo, rispettoso poetiche diventano sempre pi numerose.
della trama de Il Deserto dei Tartari, ma costruendo Per i suoi attacchi la GeneDyne fa causa a Levine per
un Giovanni Drogo che vede la realt con occhi di- duecento milioni di dollari.