Professional Documents
Culture Documents
Pietro Pedeferri)
a.a. 2002-03
Capitolo 1
1. CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE
1.1 Definizione
Al decadimento che subiscono i materiali a contatto con ambienti vari per passaggio di loro
elementi costitutivi allo stato di combinazione con sostanze ambientali si d il nome di
corrosione. In passato il termine corrosione riguardava solo il decadimento dei materiali
metallici. Oggi viene spesso impiegato per indicare anche il deterioramento di altri
materiali.
In questa definizione non rientra il degrado puramente meccanico come l'usura, l'abrasione,
l'erosione, la cavitazione o il cedimento per fatica. Peraltro, come vedremo pi avanti, ci
sono condizioni in cui il cimento meccanico e quello corrosionistico agendo
congiuntamente danno luogo a particolari forme di attacco come la corrosione per
abrasione, erosione, cavitazione o a fatica.
La corrosione detta anche antimetallurgia (metallurgy in reverse). Infatti i processi di
corrosione tendono a portare spontaneamente i materiali metallici allo stato in cui si
trovano in natura che quello di combinazione con altri elementi, in particolare con
l'ossigeno, dal quale erano stati sollevati nei processi metallurgici mediante
somministrazione di energia (elettrica, chimica o di calore) come illustrato in Figura 1.1.
ENERGIA
ENERGIA
lamiere
MINIERA
ambiente aggressivo
(atmosfera, fluidi di processo, ecc.)
Processi
siderurgici
ambiente aggressivo ruggine
minerale (terreni, acqua di mare, ecc.) (ossidi)
(ossidi) tubazioni
ENERGIA
ENERGIA
Figura 1.1 Il ciclo metallurgia-antimetallurgia per l'acciaio. (adattato da M.G. Fontana, Corrosion
Engineering, 3rd Ed., McGraw-Hill, New York, 1986).
1
Questi costi sono calcolati come differenza tra il costo della soluzione adottata e quello di una soluzione che
utilizzasse l'acciaio al carbonio.
1
Corso di Corrosione e Protezione dei Materiali (prof. Pietro Pedeferri)
a.a. 2002-03
persone, e da altro ancora. L'entit dei danni indiretti, se pur spesso di difficile valutazione,
pu anche superare, e a volte di gran lunga, quella dei danni diretti.
Mentre tu leggi
questo cartello si
corrodono
30.000 Kg
di ferro
Cartello esposto in uno stand della NACE-CORROSION 2002 ( la maggior 'fiera' di prodotti per la lotta alla
corrosione che si tiene ogni anno a primavera in una citt degli USA).
I costi della corrosione negli USA. La U.S. Federal Highway Administration (FHWA) ha recentemente
pubblicato uno studio sui danni che la corrosione dei metalli provoca negli Stati Uniti nei settori delle
infrastrutture, dei servizi, dei trasporti e in quello delle varie industrie manifatturiere e di processo.
(Pubblicazione No. FWWA-RD-01-156). Iniziato dalla NACE International (la ben nota associazione dei
corrosionisti) e commissionato nel 1999 dal Congresso degli Stati Uniti come parte del Transport Equity Act
per il 21mo secolo, questo studio, dal titolo 'Costi della corrosione e strategie per la sua prevenzione negli
Stati Uniti', stato condotto dal 1999 al 2001 dalla Societ Technologies Laboratories, Inc. con il supporto
della FHWA e della NACE. Lo studio mostra che costi diretti per gli Stati Uniti raggiungono l'astronomica
cifra di 276 miliardi di dollari pari a circa il 3,1 per cento del prodotto interno lordo e che una valutazione
cautelativa di quelli indiretti porta a una somma dello stessa entit. Questo significa che i costi totali
raggiungono 552 miliardi di dollari, cio pi del 6% del prodotto interno lordo (che per gli Stati Uniti stato
nel l998 di 8790 miliardi di dollari), e corrispondono a 1940 dollari all'anno per ogni cittadino americano. Lo
studio precisa che un miglioramento delle misure di prevenzione della corrosione basato sulla semplice
applicazione delle conoscenze gi disponibili potrebbe ridurre i danni della corrosione negli USA del 25-30
%. (Ripreso da 'Materials Performance' del Luglio 2002). Applicando le percentuali riportate al prodotto
interno lordo del nostro paese il risparmio ottenibile se tutti conoscessero le leggi che regolano i fenomeni
corrosivi e le applicassero, sarebbe di una somma superiore a quella che lo Stato stanzia per la ricerca.
2
Corso di Corrosione e Protezione dei Materiali (prof. Pietro Pedeferri)
a.a. 2002-03
Vuoti
interni
intergranulare
galvanica
A B
A: meno resistente B: pi resistente
in fessura
selettiva
cavitazione
fretting
turbolenza
pitting
Fig. 1.2 Aspetti morfologici tipici dei fenomeni di corrosione.(da D.A. Jones, Principles and Prevention of
Corrosion, Ed Mamillan, New York, 1991)
3
Corso di Corrosione e Protezione dei Materiali (prof. Pietro Pedeferri)
a.a. 2002-03
4
Corso di Corrosione e Protezione dei Materiali (prof. Pietro Pedeferri)
a.a. 2002-03
Zona
dezincificata
Fig. 1.21 Corrosione intergranulare di un acciaio Fig. 1.22 Attacco selettivo dello zinco di un ottone
inossidabile austenitico 'sensibilizzato'.
Fig. 1.3 Corrosione generalizzata di parti di acciaio Fig. 1.4 Corrosione generalizzata di un relitto (
inserite in un edificio a Venezia fotografato sulla spiaggia delle isole di Capo Verde)
5
Corso di Corrosione e Protezione dei Materiali (prof. Pietro Pedeferri)
a.a. 2002-03
Fig. 1.5 Struttura in cemento armato con le armature Fig. 1.6 Corrosione delle armature di un pilastro di
interessate da corrosione (Facolt di medicina - NA) un edificio di 7 piani crollato a Palermo nel 1999
3 cm
1 cm
Fig. 1.7 Corrosione erosione di una lega Fig. 1.8 Corrosione per turbolenza (impingement) in
inossidabile una tubazione in lega di rame ('horse shoe attack')
6
Corso di Corrosione e Protezione dei Materiali (prof. Pietro Pedeferri)
a.a. 2002-03
0.5 mm
1 cm
Fig. 1. 9 Foratura di un tubo di rame per il trasporto Fig. 1.10 Foratura di una lamiera in AISI 304 in
dell'acqua calda ambiente contenente cloruri
5 cm
Fig. 1.11 Corrosione in fessura in un vecchio Fig. 1.12 Corrosione in fessura di un bullone in acciaio
impianto ortopedico in acciaio inossidabile (AISI 316) inossidabile (AISI 304)
Fig. 1.13 Cricche trangranulari corrosione sotto sforzo Fig. 1.14 Cricche transgranulari da corrosione sotto
in acciaio inossidabile AISI 316 in acqua di mare 70C. sforzo in AISI 304 in soda caustica a 200 C.
7
Corso di Corrosione e Protezione dei Materiali (prof. Pietro Pedeferri)
a.a. 2002-03
10 cm
50 cm
Fig. 1.15 Corrosione sotto sforzo (per infragilimento Fig. 1.16 Scoppio di un metanodotto in acciaio al C
da idrogeno) di componente in acciaio basso legato ad provocato da corrosione sotto sforzo (hard spot).
alta resistenza di un impianto petrolifero
1 mm
Fig. 1.17 Corrosione sotto sforzo di un tirante in Fig. 1.18 Cedimento di una barra in acciaio ad alta
acciaio ad alta resistenza. (meccanismo infragilimento resistenza di diametro 35 mm innescata da cricca di
da idrogeno) corrosione sotto sforzo (vedi freccia) (Milano, 1999)
Fig. 1.19 Crollo della Congress Hall di Berlino per Fig. 1.20 Cedimento da corrosione sotto sforzo
cedimento da corrosione sotto sforzo di armature (meccanismo idrogeno) di una trave di un ponte in
precompresse (1981) Germania. (1996) c
8
Corso di Corrosione e Protezione dei Materiali (prof. Pietro Pedeferri)
a.a. 2002-03
Corrosione per contatto galvanico. Quando due metalli in una soluzione acquosa sono
posti a contatto fra loro si riscontra un incremento della velocit di corrosione del metallo
meno resistente (meno 'nobile', vedi avanti) e una diminuzione della velocit dell'attacco di
quello pi resistente. (Fig. 1.23)
Corrosione per aerazione differenziale. A volte la superficie del metallo a contatto con
zone caratterizzate da un diverso contenuto di ossigeno. Questo si verifica ad esempio nei
terreni quando sono presenti strati a diversa permeabilit allossigeno. Tipico il caso di
una tubazione interrata che attraversa tratti di terreno alternativamente argillosi e sabbiosi.
La parte della tubazione a contatto con largilla che poco permeabile allossigeno, si
corrode, mentre quella a contatto con la sabbia, permeabile allossigeno, risulta protetta.
(Fig. 1.24)
tubazione
Corrosione da correnti disperse. Spesso nei terreni nascono gradienti di potenziale per
cui circolano correnti (dette disperse o vaganti). Le cause pi frequenti di questi gradienti
sono impianti di trazione a corrente continua, quali ferrovie, tram e metropolitane. In questi
sistemi, parte della corrente di ritorno alla sottostazione di alimentazione, invece di fluire
attraverso le rotaie, passa nel terreno e quindi rientra alla sottostazione attraverso strutture
metalliche presenti nel terreno (di solito tubazioni).
9
Corso di Corrosione e Protezione dei Materiali (prof. Pietro Pedeferri)
a.a. 2002-03
Su queste strutture si creano delle zone protette (catodiche) dove la corrente entra nella
struttura metallica e delle zone di corrosione (anodiche) dove la corrente l'abbandona per
tornare, attraverso il terreno, alla sottostazione. (Fig. 1.25)
10
Corso di Corrosione e Protezione dei Materiali (prof. Pietro Pedeferri)
a.a. 2002-03
Lunit di misura della velocit di corrosione pi usata il m/anno (in inglese m/y). Per i
metalli pesanti di maggior uso (ferro, rame e zinco) si ottiene lequivalenza approssimata
seguente:
1 mdd 5 m/anno; 1 m/anno 0,2 mdd
Nei paesi di lingua inglese in uso anche l'unit l'unit mpy (cio mils (millesimi di inch)
per year; 1 mpy = 0,0254 mm/anno.
In generale la velocit di penetrazione si calcola conoscendo la perdita di massa subita dal
materiale attaccato per un certo tempo con formule, facilmente deducibili, del tipo:
87.6
vcor , p = m
At
con m in mg; in g/cm3; A in cm 3; t in ore e con vcor,p espressa in mm/anno. La
costante 87,6 tiene conto del fatto che in un anno ci sono 8760 ore).
1.5.2 Attacco localizzato
In condizioni di attacco localizzato la velocit di perdita di massa (vcor,m) e quella di
penetrazione (vcor,p) sopra definite, che sono velocit medie, non sempre forniscono una
misura del danno provocato dal fenomeno corrosivo, in quanto in corrispondenza alle zone
corrose la localizzazione dell'attacco porta a penetrazioni anche di gran lunga superiori a
quella media.
Infatti per valutare il danno provocato, ad esempio per definire la velocit di perdita di
efficienza di un'apparecchiatura, pu essere molto pi espressiva la velocit di
penetrazione misurata nel punto di massimo attacco. E' chiaro infatti che un serbatoio o
una tubazione perdono la loro efficienza non quando siano stati completamente corrosi, ma
nel momento in cui la penetrazione dell'attacco, eventualmente anche in un sol punto, sia
giunta ad interessare l'intero spessore degli stessi (nel caso di recipienti in pressione ancora
prima).
11
Corso di Corrosione e Protezione dei Materiali (prof. Pietro Pedeferri)
a.a. 2002-03
12
Corso di Corrosione e Protezione dei Materiali (prof. Pietro Pedeferri)
a.a. 2002-03
Una lettura
Dal lessico dei medici a quello dei corrosinisti
(P. Pedeferri, Pianeta inossidabili, Anno 4, N.1, 1998)
Coloro che in passato si sono occupati del degrado dei materiali hanno spesso preso dal mondo
della medicina o pi in generale da quello della vita delluomo parole, espressioni o immagini per
illustrare i loro problemi.
Naturalmente qualche volta avvenuto anche il contrario. Ad esempio, laggettivo inossidabile,
nato per definire la famiglia di acciai che meglio resiste alla corrosione, oggi usato per indicare
una persona che conserva la propria salute, la propria validit o il proprio prestigio nonostante il
passare o il mutare dei tempi. E il termine restauro, una volta impiegato soltanto per indicare
loperazione di ripristino di unopera darte o un oggetto di pregio degradati, come un palazzo, una
chiesa, un quadro o un vaso antico, oggi si applica anche a una struttura dentaria, a un viso con
troppe rughe o a un seno troppo sensibile alla legge di gravit. E la parola cemento, che in passato
indicava il legante utilizzato per confezionare malte o calcestruzzi per riparare costruzioni
ammalorate (oltre che, ovviamente, per costruirne di nuove), oggi per lanatomo il tessuto che
riveste la radice dei denti, per lodontoiatra un prodotto da impiegare nelle otturazioni o per
cementare un capsula, per il chirurgo ortopedico un composto per fissare la protesi danca al
femore, ecc.
Termini che i corrosionisti hanno ripreso dal lessico dei medici
Vediamo alcuni termini che i corrosionisti hanno ripreso dal lessico dei medici.
Una forma di corrosione localizzata molto diffusa che si manifesta su materiali ricoperti da film
superficiali protettivi la vaiolatura. Per definirne la morfologia, si parla di ulcere, tubercoli,
pustole; per precisare il ritardo con cui si manifesta dal momento del contatto con sostanze
aggressive, di tempo di incubazione; per descrivere il modo con cui si blocca, di ripassivazione del
metallo per ricicatrizzazione del film superficiale; per commentare il fatto che molto pi facile da
evitare che da contrastare una volta innescata, si dice che molto pi semplice da prevenire che da
curare. Viene in mente un passo di Pietro Verri che, nel 1786, nel pieno della polemica tra coloro
che erano favorevoli ad introdurre la vaccinazione obbligatoria proprio contro il vaiolo, per dare
limmunit da quel flagello ad intere popolazioni, e quelli che invece erano contrari, sul Caff
faceva lelogio della prevenzione: questa benefica medicina che non aspetta il male per risanarlo
ma invigila ed anticipa perch non venga.
A proposito di immunit anche questo un termine di derivazione medica usato nel campo della
corrosione anche se con un significato diverso. In medicina le condizioni di immunit sono tipiche
di un organismo refrattario allazione di determinati micro organismi perch possiede gli anticorpi
necessari per resistere al loro attacco. In corrosione invece le condizioni di immunit caratterizzano
un metallo pi stabile dei suoi prodotti di corrosione per cui non ha tendenza a corrodersi; caso mai
sono i suoi ossidi che tendono a trasformarsi in metallo. Sono invece dette di passivit le
condizioni in cui opera un metallo che pur essendo di per s reattivo, di fatto non si corrode, perch
possiede gli anticorpi per non farlo (di solito costituiti da film protettivi di ossido che ne
ricoprono la superficie). Loro ad esempio immune da corrosione nella stragrande maggioranza
degli ambienti perch, essendo pi stabile dei suoi ossidi, non ha la tendenza a trasformarsi in
questi ultimi. Gli acciai inossidabili invece sono, in genere, passivi e quindi non si corrodono
perch sono protetti da un film di ossido che li ricopre.
La ragione per cui i corrosionisti, per individuare le condizioni in cui il degrado non avviene, hanno
bisogno di due parole mentre ai medici ne basta una sola, dipende dal fatto che nelluomo
levoluzione avviene in una sola direzione, quella dellinvecchiamento; mentre nei metalli pu
prodursi sia nel senso che porta alla loro corrosione, ma anche, in qualche caso, in quello contrario
della riduzione degli ossidi a dare metallo. (Anche se poi il secondo principio della termodinamica
assicura che anche per questultimo caso, come per tutte le trasformazioni spontanee, il bilancio in
termini di energia libera risulta negativo e quindi il senso evolutivo, valutato sulla scala entropica,
unico.). Ma ritorniamo al discorso iniziale.
13
Corso di Corrosione e Protezione dei Materiali (prof. Pietro Pedeferri)
a.a. 2002-03
Anzitutto nel mondo dei corrosionisti vengono usati termini come patologia, diagnosi, prognosi,
prevenzione che fin dai tempi di Ippocrate individuano i vari settori e momenti dellarte medica. Da
qualche tempo si parla anche di gerontologia delle apparecchiature (equipment gerontology) con
riferimento allinvecchiamento precoce di sistemi elettronici, che possono perdere nel giro di pochi
anni le caratteristiche di fedelt e qualit loro richieste, e alla conseguente necessit di allungare la
loro vita operativa contrastando i vari tipi di degrado cui possono essere soggetti. Vengono poi
impiegate molte espressioni di derivazione medica.
Il cancro del bronzo una forma di corrosione che terrorizza i curatori dei musei in possesso di
opere di questo metallo rimaste interrate per secoli. Queste opere sono in genere ricoperte da
diversi strati di prodotti di corrosione: quello pi interno, il pi sottile, spesso costituito da cloruro
rameoso. Quando il bronzo viene riportato a contatto con latmosfera, specialmente se questa
umida ed inquinata, lo strato di cloruro rameoso pu trasformarsi in paratacamite, un prodotto
voluminoso verde costituito da un cloruro basico di rame variamente idrato (CuCl2*3CuO*nH2O),
che distacca e distrugge la patina che ricopre lopera danneggiandola irreparabilmente.
La peste dello stagno la trasformazione, che avviene praticamente solo a bassissime temperature,
dello stagno bianco, il metallo lucente che tutti conosciamo, in stagno grigio. Questo processo si
produce con aumento di volume per cui provoca la polverizzazione del metallo e quindi la
distruzione degli oggetti colpiti dalla peste. ci che successe nella disastrosa campagna di Russia
ai bottoni dalle giubbe dei soldati di Napoleone o alle stoviglie in peltro dei suoi ufficiali oppure
nella spedizione antartica di Amundsen alle scatolette di carne di banda stagnata sigillate con
saldature di stagno.
La sensibilizzazione degli acciai inossidabili il processo per cui questi materiali, in certi intervalli
di temperatura, subiscono al contorno dei loro grani cristallini una precipitazione di carburi di
cromo che cambia la composizione di queste zone per cui, a contatto con particolari ambienti
aggressivi, subiscono forti attacchi corrosivi comportandosi, pi o meno, come un organismo
sensibilizzato da un allergene che sviluppa reazioni abnormi ogni volta che entra in contatto con
quellallergene.
Per la verit quando si passati dalla fase delle osservazioni fenomenologiche e della
classificazione delle forme di degrado, che potremmo definire di tipo linneiano, a quella del loro
inquadramento razionale, mentre i termini sopra elencati e alcuni altri, come fatica o
invecchiamento, penetrati a fondo nel lessico tecnico-scientifico della corrosione, sono rimasti;
molte espressioni di derivazione medica sono sparite o sono sopravvissute solo in alcuni ambiti non
specialistici, ad esempio in quello divulgativo o giornalistico.
Tra le espressioni scomparse ricordiamo il nome di bacillo del cemento dato dagli studiosi del
degrado del calcestruzzo allettringite cio al sale espansivo che si forma nelle paste cementizie in
seguito alla penetrazione di solfati e della loro reazione con gli alluminati di calcio presenti per
dare cristalli aghiformi di un trisolfato idrato di calcio e alluminio (3CaO*Al2O3*3CaSO4*32H2O) e
che pu provocare nelle strutture in cemento armato fessurazioni, delaminazioni e distacchi; il
termine infezione con cui Evans indicava leffetto di contagio corrosionistico che in alcuni casi i
prodotti di corrosione possono provocare nelle regioni attorno la zona attaccata; la parola sangue
(blut) con cui i corrosionisti tedeschi indicavano i prodotti di ossidazione del ferro cui d luogo la
corrosione per sfregamento che, invece, i loro colleghi di altre nazioni, meno sanguigni o
probabilmente pi golosi, chiamavano cacao; ed anche altre espressioni quali carie verde (ma in
inglese si dice green rot), cio lattacco a caldo che subiscono alcune leghe di nichel, la malattia
verde (green deasese) che un altro modo di chiamare il cancro del bronzo, il morbo di Byne cio
lappannamento del guscio calcareo delle conchiglie conservate nei musei a causa dellacido
acetico rilasciato dal legno delle teche che le contengono.
Corrosione medicina
Al di l dei singoli termini o di particolari espressioni, almeno fino agli anni cinquanta-sessanta il legame tra
corrosione e medicina era espresso in modo ancor pi diretto. Ad esempio il professor Roberto Piontelli
nellintroduzione del volume Elementi di teoria della corrosione a umido dei materiali metallici (Ed.
Longanesi, 1962) scrive: Il campo della corrosione con molta aderenza paragonabile a quello della
medicina. Per i materiali metallici la corrosione senza dubbio la pi insidiosa causa di decadimento e di
morte e al corrosionista si presenta il compito in genere assai arduo di diagnosticare il male, di stabilirne le
14
Corso di Corrosione e Protezione dei Materiali (prof. Pietro Pedeferri)
a.a. 2002-03
cause di prevenirlo ove possibile altrimenti di reprimerlo o contenerlo entro i limiti accettabili..... A questo
scopo deve costruirsi il suo atlante di anatomia patologica dei materiali esposti ai pi svariati ambienti
aggressivi, edificare il corpus della sua diagnostica, sviluppare una sempre pi efficace farmacologia
anticorrosionistica. E il Prof. Felice De Carli nel libro di divulgazione scientifica, La vita dei
metalli (Ed Vallardi, 1956) dedica un capitolo a: Patologia profilassi e terapie metallurgiche e
cos parla della peste dello stagno. Se si mantiene a temperature molto basse lo stagno bianco
accanto a un poco di quello trasformato in polvere si constata che il semplice contatto basta a
stabilire un vero e proprio contagio per cui lo stagno bianco si ricopre rapidamente di macchie
grigie e dopo poco tempo si ammala del tutto: precisamente come avviene nel corpo umano a
causa delle pi terribili malattie. Teoricamente lo stagno dovrebbe diventare cagionevole di salute
e sensibile alla mortale infezione al di sotto dei 18C, di fatto si ammala e deperisce a vista
docchio solo quando la temperatura scende al di sotto dei -30 -50 C.
Per la verit non solo gli uomini di scienza ma anche gli scrittori e i poeti sottolineano spesso il
legame tra degrado dei materiali e malattia, tra vita dei metalli e quella delluomo. Alcuni lo fanno
per descrivere il fenomeno fisico altri per illustrare la condizione umana.
Nella prima categoria rientra ad esempio Carlo Emilio Gadda (Restauri del Duomo in La
lettura n.1, 1-1-1936, pp. 61-65) quando da ingegnere, anche se nel suo inconfondibile stile,
descrive il degrado causato nelle statue del Duomo di Milano dalla corrosione di inserti di acciaio.
Siccome non capita spesso di poter citare uno scrittore come Gadda per illustrare un caso di
corrosione e le sue conseguenze, ci sia concesso di riportare tutto il brano. Nella parte alta del
Duomo di Milano un armonioso comando ha radunato e schierato la coorte sullallineata delle
cuspidi: la coorte donatelliana dei santi, dei bianchi martiri [...] e Filippino ha disegnato le ogive
per tutti i sogni e le preghiere dei secoli. Le ogive per il momento, non danno luogo a
preoccupazioni: ma i santi sono ancorati al capitello della guglia, (che li sorregge a guisa di
plinto) da uno spinotto di ferro. La temperie, filtrando nella commessura dappoggio, venuta ad
ossidare, a gonfiare il ferro. Per tal modo lo spinotto ha funzionato da cuneo, ha increpato e talora
spaccato netto il piedestallo: il santo teoricamente libero di precipitare, diciamo ad un soffio di
vento pi veemente del consueto e che spiri dalla parte opportuna.[...]. Un fatto uguale si verifica
negli elementi della decorazione. Lo specioso fastigio ad archetti ogivali, terminanti in triangolo
acuto con fiocco, intercalati da cuspidi, (il qual fastigio detto nel gergo falconatura) si
mantiene per un legamento in ferro a chiave continua: questa chiave o passante, come un lungo
stecco sul quale siano stati infilati uccelletti di gentil becco alternamente a lardelli e foglie di
salvia, si gonfia negli anni come ogni rugginoso ferro dimenticato sui tetti: e spacca le parti
portanti dellornatura nei punti staticamente vitali. Con questo, rende necessario il ricambio degli
elementi del traforo: il ferro la malattia del Duomo!
Nel momento in cui Gadda scriveva, probabilmente non sapeva che la stessa malattia si era gi
presentata a Londra nella cattedrale di San Paolo ed era gi stata vinta, fin dal 1925, con la
sostituzione dellacciaio usuale con acciai inossidabili austenitici (probabilmente la prima
applicazione di questi materiali nel restauro edilizio) e che stava provocando danni ingentissimi nei
templi dellAcropoli di Atene a causa di sciagurati interventi di ripristino effettuati allinizio del
secolo utilizzando inserti di acciaio al carbonio (e questa volta purtroppo il problema fu risolto
molto pi tardi ricorrendo ad inserti di titanio).
Oggi anche la malattia del Duomo stata debellata e non solo i santi non sono pi liberi di
precipitare ma non lo neppure la Madonnina che li osserva dalla guglia pi alta. Infatti gli spinotti
e i lunghi stecchi di ferro causa della corrosione sono stati sostituiti con altri in acciaio inossidabile
AISI 316. E cos pure si fatto con gli altri inserti di acciaio presenti con funzione di rinforzo nelle
statue o nelledificio e, addirittura, nel caso della guglia pi alta, quella della Madonnina, anche
con lintera struttura metallica che la sostiene.
Rust never sleeps
Nella seconda categoria rientrano i poeti e gli artisti che parlano della corrosione dei metalli e del
degrado delle cose pensando in effetti alla vita delluomo e alla sua precariet. Citiamo ad esempio
Shakespeare che nel King Lear accosta, nel momento culminante della tragedia, la rovina del re a
quella della natura e del mondo: O ruind piece of nature! This great world shall so wear out to
nought!; levangelista Matteo che, riportando il discorso della montagna, ammonisce: non
15
Corso di Corrosione e Protezione dei Materiali (prof. Pietro Pedeferri)
a.a. 2002-03
accumulatevi tesori sulla terra dove il tarlo e la ruggine logorano; il cantante rock Neil Young
che, in uno dei suoi pi importanti dischi Rust never sleeps (1979), canta langoscia per la vita che
si consuma -perch, appunto, la ruggine non dorme mai-, e il sogno dei romantici di tutti i tempi di
viverla intensamente a costo di bruciarla. (It is better to burn out than it is to rust.)
I corrosionisti, che ben conoscono la tendenza dei metalli a ritornare alla polvere dei loro ossidi e
dei loro sali da cui la metallurgia li aveva estratti, e ogni giorno sperimentano come questo ritorno
effettivamente si produca per il venir meno, sotto i colpi del tempo che passa, di condizioni di
passivit, di barriere protettive o di inibizioni corrosionistiche, sono i primi a capire perch tanti
poeti, artisti o santi possano vedere nella vita dei metalli e nel loro ritorno alle condizioni iniziali di
combinazione con sostanze ambientali, una metafora della propria vita e del proprio destino.
16