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PERCORSI
PRINCIPI
Autorino ha scelto il termine rimedio e non quello di sanzione perch dal suo punto di vista
il rimedio ingloba la sanzione.
Nel settore familiare, troppo limitante sarebbe racchiudere la nozione di sanzione entro gli
angusti confini della punizione. Nel terreno del diritto di famiglia e delle persone i margini
dellapplicazione della sanzione negativa sono, allapparenza, assai limitati. Basti pensare
alle incursioni del diritto penale nel diritto di famiglia, laddove la norma deve,
necessariamente, rivestire carattere sanzionatorio, senza che possa essere lasciato spazio n
allautonomia privata dei partecipanti alla famiglia n, tanto meno, ad unarea di non
intervento.
Gli esempi in questo caso possono essere svariati per esempio la legge del 2006 sui
maltrattamenti in famiglia o nelle mutilazioni dei genitali. Ma volgendo uno sguardo al
diritto anglosassone un esempio pu essere lo Stalking ( molestie assillanti perpetrate,
generalmente, da un partner verso il proprio ex) che recentemente stato preso in
considerazione anche dai giuristi italiani.
Il compito dei comparatisti quello di garantire gli interessi delle persone e di offrire un
modello spesso cogente1 di comportamenti. In questa visione, il rimedio si allontana ancor
di pi dalla sanzione per far posto alla sanzione intesa quale sanzione positiva.
Basti riflettere nellevoluzione che hanno avuto gli istituti della separazione e del divorzio
con labbandono del concetto di colpa e il progressivo trasferirsi dellantica disciplina delle
cause e degli effetti del fallimento del matrimonio.
Nel nostro ordinamento sin dalla riforma del 1975 leccezionale gravit dei comportamenti
che originano laddebitabilit della separazione tale da ripercuotersi sullesistenza di una
residua solidariet familiare, giustificando, in chiave non sanzionatoria, rimedi come
lesclusione del coniuge dalla successione dellaltro che, in apparenza, parrebbero avere
contenuto esclusivamente punitivo.
Un caso emblematico costituito dallordinamento tedesco, dove, nellattuale dimensione
pressoch irrilevante il concetto di colpa sostituito quasi per intero dal principio di
autoregolamentazioni della crisi matrimoniale. Anche quando si consente di sciogliere il
matrimonio per lesistenza di cause che risiedono nella persona dellaltro coniuge, non il
concetto di compatibilit che viene in conto bens quello dellinesigibilit della
prosecuzione della convivenza.
Caso emblematico ladulterio.
Le corti tedesche evitano il sillogismo adulterio/ impossibilit di proseguire la vita
coniugale. Limitano la rottura del vincolo matrimoniale ad alcuni casi particolarmente gravi
quali, quello delle mogli prostitute oppure il marito che decide di convivere con la
nuova compagna nella casa familiare.
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obbligatorio
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Dispensa - COMPARAZIONE E DIRITTO CIVILE. PERCORSI
Lo stesso si intravede nellarea del Common Law inglese dove gi il Matrimonial Causes
Acts del 1937 ammetteva una causa di divorzio che prescindesse dalla colpa. 2
importante precisare che labbandono della prospettiva sanzionatoria intesa come mera
punizione - non pu e non deve comportare labdicazione da parte dellordinamento al
potere di intervento.
La tesi del non intervento ( e quindi del non rimedio) non pu trovare accoglimento nel
diritto di famiglia.
Ormai sono superate le tesi di un intervento mite o addirittura non intervento , che sarebbero
dettate dalla necessit di rispettare la compresenza delle diversit nellunit di luogo o di
tempo.
Il multiculturalismo non pu significare acritica accettazione dellaltro, ma al contrario,
deve tradursi alla ricerca di posizioni condivise che si muovano allinterno di una gamma di
valori e di tutele costituzionali.
Il che non si traduce nellopposta affermazione di un intervento incisivo ed invadente nella
sfera delle persone..
Piuttosto, occorre ribadire lesigenza che lautonomia privata conviva con un potere di
ingerenza di unautorit sovraordinata.
Vanno in tal senso le posizioni pi recenti della Corte di Cassazione Francese, quando
negano applicazione, nel territorio francese, ad alcune decisioni dei tribunali algerini
sullammissibilit del ripudio e ci sia in nome del principio di eguaglianza e parit dei
coniugi, sia riconoscendo allordinamento nazionale di porre vincoli allintroduzione di
disposizioni capace di sovvertire il complesso valoriale garantito a livello costituzionale.
Lo stesso vale in Inghilterra dove si ribadito il principio di monogamia.
Una volta chiarito che la nozione di rimedio tuttaltro che estranea al diritto di famiglia,
occorre operare una bipartizione tra i rimedi tipici dellordinamento, distinguendo tra
volontari e coercitivi.
1. Nel primo caso il rimedio determinato dalle parti e, quindi rimesso alla loro
autonomia. Sia chiaro che comunque il diritto non abdica, n rimette acriticamente la
selezione degli interessi ai privati. Piuttosto, per la natura degli interessi in gioco fa
un passo indietro. Un esempio nel diritto di famiglia pu essere rappresentato nel
nostro ordinamento nellarticolo 145 2c.c. che ammette la possibilit che i coniugi,
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Diversamente dal passato, oggi la separazione pu essere dichiarata per
cause oggettive, cio indipendentemente dalla colpa di uno dei due coniugi.
possibile quindi che i coniugi si separino perch avvenimenti esterni si
frappongono alla coppia, perch sopraggiungono circostanze non previste, n
prevedibili, al momento della celebrazione del matrimonio, perch ci si rende
conto dell'esistenza di un'incompatibilit caratteriale insuperabile e, in
generale, per tutti quei fatti che, usando l'espressione del legislatore, "rendono
intollerabile la prosecuzione della convivenza o recano grave pregiudizio
all'educazione della prole" (art. 151, 1co. c.c.).
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2. Invece, nel secondo caso, i rimedi di tipo coercitivi prescindono dalla volont dei
coniugi e degli altri componenti del nucleo familiare. Sono di varia natura e
rispondono ad interessi tra loro diversificati.
- I rimedi coercitivi seppure pi numerosi di quelli volontari hanno natura
sussidiaria, cio trovano spazio laddove lautonomia privata non trova la
possibilit di dirimere situazioni configgenti allinterno della famiglia e
non vi sia concordia in ordine alle scelte dassumere ( conflitto tra genitori)
- Per i rimedi coercitivi non si pu discorrere di rimedi tipici. Basti pensare
allarticolo 333 c.c. che autorizza il giudice a prendere dei provvedimenti
convenienti. Questo fa capire che i rimedi nel diritto di famiglia hanno un
altro grado di elasticit, cio significa che molto spesso il legislatore si
rimette alla sensibilit del giudice e che la scelta del rimedio non
aprioristicamente determinata dal legislatore ma si preferisce una soluzione
aperta.
noto che, per quanto riguarda il diritto di famiglia, il modello italiano ha subito una forte
influenza soprattutto dallordinamento statunitense, nel quale la legislazione riconosce fino
ai primi anni 70 i protection orders (Ordini di Protezione3). In tale processo, fondamentale
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Ordini di protezione contro gli abusi familiari: Quando la condotta del
coniuge o di altro convivente causa di grave pregiudizio all'integrit fisica o
morale ovvero alla libert dell'altro coniuge o convivente, il giudice,su istanza
di parte, pu adottare con decreto uno o pi dei provvedimenti di cui all'articolo
342-ter --- Art. 342-ter.
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Un analogo concetto, simile a quello statunitense, lo troviamo anche in quello tedesco in cui
ritroviamo dei presupposti mobili per lapplicazione della disciplina, che trover spazio
non solo nei casi di azioni violente o di minaccia delle stesse, ma anche in presenza di
limitazione delle funzioni esistenziali, ossia ogni disturbo alle funzioni fisiche, spirituali e
psicologiche.
La disciplina negli ordini di protezione quindi chiara espressione della necessit che il
diritto entri, in taluni casi, tra le mura domestiche, riaffermando la tutela del singolo
allinterno del proprio nucleo familiare.
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laddove lo stesso illecito sarebbe fonte di risarcimento del danno se commesso da un terzo.
Non bisogna confondere il principio di solidariet con linammissibile avallo di una zona
franca nella quale il diritto non potrebbe entrare.
Per importante ricordare che non sembra che la mera violazione di un dovere familiare
possa dar luogo al risarcimento del danno. Sia la dottrina italiana, sia quella francese
discorrone, ad esempio, della possibilit di un risarcimento danno in caso di adulterio.
Secondo lAutorino in caso di adulterio, lordinamento precede un rimedio tipico, quale la
separazione, invece secondo lautrice il risarcimento del danno, che un rimedio ulteriore,
dovrebbe essere pronunciato solo nel caso in cui vi sia violazione di un altro interesse
meritevole di tutela come il diritto allonore e alla reputazione ovvero quando il tradimento
ingeneri un danno ulteriore di natura biologica o esistenziale.
Affinch sia accolta la richiesta di risarcimento dei danni commessi da un coniuge in
pregiudizio dellaltro, dovr essere provato in concreto il danno, che non in re ipsa e non
discende automaticamente dalla violazione dei doveri coniugali.
Concludendo, un aspetto emerge prepotente nel settore del diritto di famiglia:
per tutto ci che non si traduce in reato, la sanzione repressiva del comportamento, pur
non perdendo tutte le sue funzioni, si accompagna sempre un aspetto posititvo, restitutivo,
di conservazione e del recupero del rapporto in crisi. E ci vale anche per laspetto
patrimoniale.
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Le norme giuridiche vivono sempre una singolare parabola, nascono con determinate
finalit, ma poi possono subire accelerazioni evolutive improvvise anche per opera della
dottrina e giurisprudenza.
Nessuno, infatti, avrebbe mai potuto pensare che una piccola cellula istituzionale,
dallimpatto circoscritto al settore dellenergia (la CECA)4 avrebbe generato un processo
istituzionale di cui il Trattato costituzionale una rilevantissima, sebbene non
definitiva, tappa finale.
L'UE stata istituita il 1 novembre 1993 dal Trattato sull'UE (Trattato di Maastricht). Quest'ultimo, ha
modificato i precedenti tre trattati che, nel 1951 (Trattato di Parigi) e nel 1957 (Trattato di Roma),
istituirono (CECA), europea (CEE, dal 1993: CE) e la Comunit europea dell'energia atomica (Euratom).
Creata per una durata limitata a 50 anni, la CECA ha cessato di esistere nel luglio 2002; pertanto le
normative della CE si applicano d'ora in poi anche al commercio del carbone e dell'acciaio. Alla stregua dei
precedenti Trattati di Amsterdam (1997) e di Nizza (2001), il Trattato di Lisbona non ha un'esistenza
propria. Esso ha modificato - e non sostituito - il Trattato sull'UE cos come i Trattati CE ed Euratom . Il
Trattato CE ha cambiato nome e si chiama ora Trattato sul funzionamento dell'UE (TFUE).
Con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, la denominazione Comunit europea stata sostituita da
Unione europea che ora possiede personalit giuridica. Il Trattato di Lisbona introduce un cambiamento
rilevante: l'abolizione della struttura dei tre pilastri dell'Unione europea.
Vecchia terminologia: l'UE poggiava sui tre elementi seguenti: il 1 pilastro comprendeva le comunit
sovranazionali (CE ed Euratom); il 2 pilastro era costituito dalla politica estera e di sicurezza comune
(PESC) ed infine il 3 pilastro contemplava la cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale (CPGP)
Il Trattato di Lisbona conferisce personalit giuridica internazionale all'Unione europea. D'ora in avanti, l'UE
sola abilitata a concludere pressoch tutti gli accordi con Stati terzi e organizzazioni internazionali, fatte
salve le competenze inerenti ad Euratom, la quale continuer a concludere accordi nel campo dell'energia
atomica. I settori nei quali singoli Stati membri posseggono (condividono) competenze concorrenti con
quelle dell'UE, gli accordi vengono conclusi da quest'ultima congiuntamente con gli Stati membri; tali
accordi sono comunemente chiamati accordi misti.
La Costituzione europea (ufficialmente Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa)
stato un progetto di revisione dei trattati fondativi dell'Unione Europea, redatto nel 2003 dalla
Convenzione Europea e definitivamente abbandonato nel 2009 a seguito dello stop alle ratifiche
imposto dai no ai referendum in Francia e Paesi Bassi. Diverse innovazioni della Costituzione sono
state incluse nel successivo Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1 dicembre 2009.
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La Comunit europea del carbone e dell'acciaio (CECA) fu creata col
Trattato di Parigi del 18 aprile 1951 con lo scopo di mettere in comune le
produzioni di queste due materie prime in un'Europa di sei paesi: Belgio,
Francia, Germania Occidentale, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi. La CECA fu
l'istituzione che precorse la strada del Trattato di Roma, con il quale venne
costituita la Comunit Economica Europea, divenuta Unione Europea nel 1992.
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Dispensa - COMPARAZIONE E DIRITTO CIVILE. PERCORSI
Il principio di attribuzione una consolidata regola alla cui stregua lunione pu assumere
iniziative entro i limiti delle competenze ad essa attribuite dai Trattati e pi in generale,
dalle basi giuridiche della propria azione. L art. 308 del Trattato CE, tuttavia, ha
abilitato la Comunit Europea ad adottare atti giuridici, pure in assenza di unattribuzione
specifica, se necessari per il conseguimento di uno degli scopi prescritti dal trattato.
chiaro che una simile disposizione ha portato addirittura problemi inerenti alla certezza del
diritto.
Nel circuito virtuoso delle relazioni tra diritto interno e quello europeo, nellordinamento
italiano, a titolo esemplificativo si collocano la storica sentenza 170/84 della Corte
Costituzionale, con il suo assunto circa lobbligo del giudice comune di applicare la
norma comunitaria disapplicando ogni contrastante norma nazionale, anteriore e
necessaria che sia.
E al culmine della segnalata evoluzione, la riformulazione dellart. 117.1 con la legge
costituzionale 3/2001. I fattori di incertezza sia pure in questa nuova impostazione
permangono, principalmente connessi alla sindacabilit da parte della corte costituzionale
degli atti comunitari lesivi di principi costituzionali fondamentali.
Il principio di attribuzione non subir rallentamenti e sar sempre pi la sola sede europea
a garantire della certezza del diritto. Nella stessa dinamica interpretativa ed esplicativa si
inseriscono i principi di Sussidiariet e di Proporzionalit.
La Costituzione rende pi efficace lapplicazione di questi due principi, innestandoli, nel
corpo del meccanismo istituzionale, ed infatti, nel presentare una proposta la Commissione
deve tener conto di questi due principi. Elemento innovativo che ciascun Parlamento
nazionale potr esprimere le proposte, rendendo, se lo ritiene, un parere motivato circa la
violazione del principio di sussidiariet. Quando almeno un terzo dei parlamentari nazionali
emetta un simile parere, la Commissione tenuta a riesaminare la proposta.
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Dispensa - COMPARAZIONE E DIRITTO CIVILE. PERCORSI
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Dispensa - COMPARAZIONE E DIRITTO CIVILE. PERCORSI
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Dispensa - COMPARAZIONE E DIRITTO CIVILE. PERCORSI
Parte della dottrina nordamericana convinta che ciascuno possa vantare un diritto di natura
proprietaria sul proprio corpo. Se si aderisce a questa tesi si deve ammettere la possibilit di
stipulare un contratto con il quale si presta il proprio utero per la gestazione.
Cos si riduce lautonomia privata alla facolt di partecipare al libero mercato.
Ma la tesi non convince per molteplici ragioni.
Innanzitutto, assai discutibile che possa sussistere tra persona ed il proprio corpo un
rapporto di carattere proprietario. La propriet un concetto artificiale. Il rapporto con il
proprio corpo biologico.
Da queste considerazione emerge un aspetto importante:
vale a dire la scarsa considerazione del nascituro.
A fare le spese rischia di essere il nascituro.
IL CONSENSO deve essere libero ( la volont non deve essere n viziata n influenzata da
profili ulteriori) e informato.
Il medico tenuto ad informare il paziente delle probabilit di successo e dei possibili effetti
collaterali e a svolgere il trattamento conformemente a parametri di diligenza proporzionati
alla difficolt dello stesso.
Il consenso, tuttavia, non pu essere qualificato come esonero della responsabilit medica,
nei cui confronti comunque esercitabile unazione di responsabilit nel caso in cui
questultimo si sia sottratto agli standards di diligenza.
Comunque il caso di ricordare che la sperimentazione una via residuale.
La Carta di Oviedo del 1997 dispone che i trattamenti possono essere autorizzati solo se non
esiste un metodo di pari efficacia alternativo; se i rischi non sono sproporzionati ai benefici
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Dispensa - COMPARAZIONE E DIRITTO CIVILE. PERCORSI
Non esistendo ancora in Italia una legge specifica sul testamento biologico, la formalizzazione per
un cittadino italiano della propria espressione di volont riguardo ai trattamenti sanitari che
desidera accettare o rifiutare pu variare da caso a caso, anche perch il testatore scrive cosa pensa
in quel momento senza un preciso formato, spesso riferendosi ad argomenti eterogenei come
donazione degli organi [1], cremazione, terapia del dolore, nutrizione artificiale e accanimento
terapeutico, e non tutte le sue volont potrebbero essere considerate bioeticamente e legalmente
accettabili.
L'articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana stabilisce che nessuno pu essere
obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge e l'Italia ha
ratificato nel 2001 la Convenzione sui diritti umani e la biomedicina (L. 28 marzo 2001, n.145) di
Oviedo del 1997 che stabilisce che i desideri precedentemente espressi a proposito di un
intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell'intervento, non in grado di
esprimere la sua volont saranno tenuti in considerazione importante sottolineare che
nonostante la legge n. 145 del 2001 abbia autorizzato il Presidente della Repubblica a ratificare la
Convenzione, tuttavia lo strumento di ratifica non ancora depositato presso il Segretariato
Generale del Consiglio d'Europa. Per questo motivo l'Italia non fa parte della Convenzione di
Oviedo.
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A met strada tra il sistema tedesco [ di scelta congiunta del cognome familiare
allatto del matrimonio] e quello spagnolo [ dove vige la regola del doppio
cognome]9 , si situava il modello francese introdotto nel 1985 che aveva introdotto
un sistema pi flessibile con la facolt ( e non lobbligo) di aggiungere al cognome
paterno quello materno. Con la nuova normativa del 2005, invece, i genitori hanno la
facolt di attribuire al proprio figlio << sia il cognome paterno, che quello materno,
sia i loro due cognomi posti nellordine scelto da loro nel limite di un cognome per
ciascuno.
In caso di disaccordo, il figlio assume il cognome del genitore nei cui riguardi la filiazione
sia stata stabilita per prima ed il cognome di entrambi se la filiazione sia stata stabilita
simultaneamente nei loro riguardi.
Qualora i genitori portino un doppio cognome, essi possono, con dichiarazione scritta
congiunta, trasmetterne uno soltanto. In caso di nascita allestero di un figlio, di cui almeno
un genitore sia francese, i genitori che non abbiano usufruito della facolt di scelta del
cognome alle condizioni di cui sopra possono effettuare la dichiarazione al momento della
trascrizione dellatto, entro i tre anni dalla nascita del figlio.
Il cognome attribuito al primo figlio con le suddette modalit (ex art. 311-21 code civil) si
estende obbligatoriamente a tutti i figli comuni.
Dal tenore delle predette disposizioni, si evince che, rispetto alla questione del cognome, la
completa parificazione tra figli legittimi e figli naturali stata pienamente realizzata almeno
per coloro che siano riconosciuti da entrambi i genitori.
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In Spagna sono trasmessi ambedue i cognomi, con precedenza di quello
paterno e con facolt di scelta da parte dei figli del cognome da trasmettere
alle generazioni successive.
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Dispensa - COMPARAZIONE E DIRITTO CIVILE. PERCORSI
dichiarazione di nascita sia stabilita nei confronti di un solo genitore, il bambino prende
il cognome di questi soltanto.
Tuttavia se il legame di filiazione viene accertato nei confronti dellaltro durante la minore
et del figlio, i genitori possono chiedere, con dichiarazione congiunta allufficiale di stato
civile, di sostituire o di aggiungere (nellordine scelto dai medesimi e nel limite di un solo
nome ciascuno) il cognome del secondo genitore.
Per i nati prima dellentrata in vigore delle indicate riforme, lart. 334-1 prevedeva che il
cambiamento del cognome al figlio naturale potesse essere richiesto allufficiale di stato
civile per domanda congiunta dei genitori, oppure al giudice degli affari familiari (JAF) su
domanda di uno dei due genitori.
Se invece vi accordo tra i genitori, a garanzia dellinteresse del minore, lart. 311-23 code
civil prevede attualmente che qualora il figlio abbia compiuto tredici anni, per il
cambiamento del cognome sempre necessario il suo consenso.
Ci che desta maggiore interesse , tuttavia, la disposizione secondo cui il cambiamento del
cognome ha pieno effetto nei confronti dei figli del beneficiario che abbiano meno di tredici
anni. Diversamente, lart. 61-3 code civil stabilisce che per qualsiasi cambiamento del
cognome del minore ultratredicenne, necessario il suo consenso qualora tale cambiamento
non risulti dalla statuizione o dal mutamento del rapporto di filiazione. Daltro canto, per,
queste stesse circostanze, non comportano il mutamento del cognome dei figli maggiori,
salvo il loro consenso.
Sembrerebbe, dunque, che il cambiamento del cognome, in seguito ad unazione di
contestazione di stato, sia automatica, salvo che per i maggiorenni.
Se la filiazione adottiva, lart. 363 code civil, nellattuale formulazione, per ladozione
semplice conferisce il cognome delladottante alladottato, in aggiunta al cognome di
questultimo;
Nel caso in cui adottante ed adottato, o uno soltanto dei due, abbiano doppio cognome, il
cognome da attribuire alladottato risulta dallaggiunta del nome delladottante al suo
proprio cognome,nei limiti di un solo cognome per ciascuno dei due.
La scelta appartiene alladottante, che tuttavia dovr ottenere il consenso delladottato
qualora questi abbia compiuto i tredici anni; in caso di disaccordo o in mancanza di scelta, il
primo cognome delladottante si aggiunge al primo cognome delladottato.
Se adottano entrambi i coniugi, per lart. 363 code civil, il cognome da aggiungere a
quello delladottato pu essere sia quello del marito che quello della moglie, nel limite di un
cognome soltanto; in difetto di accordo prevale il primo cognome del marito.
Il ritorno alla tradizionale prevalenza del patronimico si giustifica, per i redattori della
riforma, nellesigenza di certezza delle situazioni giuridiche e di stabilit del nome.
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La disciplina pi recente abroga altres lart. 334-5, introdotto dalla legge del 2002: la
norma rendeva possibile attribuire il cognome del marito al figlio nato da un precedente
matrimonio ovviamente, con persona diversa sciolto o annullato. Una simile
disposizione apparsa pregiudizievole sia per il rischio di un successivo, ulteriore divorzio;
sia per il timore di agevolare pratiche illecite di sostituzione della maternit.
Infine, per il coniuge il cui cognome non stato scelto come nom de famille, il legislatore
francese predispone une petite solution: egli potr aggiungere o anteporre al proprio, il
cognome dellaltro, ma solamente titre dusage.
figli comuni, si spalanca la strada ad una conflittualit che diviene pi marcata in caso di
divorzio e di costituzione di una nuova unione. Per di pi aumento il rischio di gravi
pregiudizi per i minori coinvolti in tali vicende. Inoltre si rischia di privilegiare il
cognome del coniuge pi forte, anche economicamente, rientrando cos nel solco della
tradizione.
Da sottolineare la totale assenza di conflittualit in Spagna e non soltanto per lantica
tradizione del doppio cognome, ma anche per la conservazione ad entrambi i genitori,
che mantengono il proprio cognome di nascita anche dopo il matrimonio, del segno
identificativo del legame di filiazione che li unisce alla prole.
1350. Atti che devono farsi per iscritto. Devono farsi per atto pubblico o per
scrittura privata , sotto pena di nullit [1351, 1392, 1403, 27252]:
1) i contratti che trasferiscono la propriet di beni immobili [812];
2) i contratti che costituiscono, modificano o trasferiscono il diritto di usufrutto su beni immobili, [978], il diritto di superficie [952 ss.], il
diritto del concedente [960] e dellenfiteuta [959];
3) i contratti che costituiscono la comunione di diritti indicati dai numeri precedenti [1100 ss.];
4) i contratti che costituiscono o modificano le servit prediali [1027 ss., 1058], il diritto di uso [1021 ss.] su beni immobili e il diritto di
abitazione;
5) gli atti di rinunzia ai diritti indicati dai numeri precedenti;
6) i contratti di affrancazione del fondo enfiteutico [971];
7) i contratti di anticresi [1960 ss.];
8) i contratti di locazione di beni immobili per una durata superiore a nove anni [1572];
9) i contratti di societ [2247 ss., 2251] o di associazione [2549] con i quali si conferisce il godimento di beni immobili [812] o di altri
diritti reali immobiliari per un tempo eccedente i nove anni o per un tempo indeterminato;
10) gli atti che costituiscono rendite perpetue [1861 ss.] o vitalizie [1872 ss.], salve le disposizioni relative alle rendite dello Stato;
11) gli atti di divisione di beni immobili e di altri diritti reali immobiliari [713 ss., 1111 ss.];
12) le transazioni che hanno per oggetto controversie relative ai rapporti giuridici menzionati nei numeri precedenti [1965 ss.];
13) gli altri atti specialmente indicati dalla legge [14, 47, 162, 782, 918, 12843, 1351, 1392, 1403, 15033, 15431, 1978, 2096, 2125,
2328, 23333, 2463, 2500, 2504, 2521, 2603, 2607, 2821, 2879; c.p.c. 29, 807, 813; c. nav. 237, 242, 249, 278, 328 ss. 375, 5652,
852, 857, 864
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Dispensa - COMPARAZIONE E DIRITTO CIVILE. PERCORSI
Sotto questo profilo occorre muovere dalla valenza sistematica dellart. 1350 allinterno
dellelaborazione pi risalente e complessiva sul c.d. principio di libert della forma.
Dal punto di vista storico il termine forma ha assunto via via significati diversi.11
appena il caso di ricordare che gli ordinamenti pi risalenti erano contraddistinti da un
accentuato formalismo, laddove la formula veniva a coincidere con lelevazione del factum
al rango del giuridico e, di poi, garantiva la realizzazione degli effetti stabiliti per legge.
soltanto con la Pandettistica12 che si consum il divorzio tra la forma e la volont, nel
senso che la prima venne relegata al ruolo di veicolo della seconda, vero elemento fondante
della teorica del negozio giuridico. Inoltre vi fu la classificazione dei negozi in:
- Formali/ Amorfi;
- Forma libera/ Forma vincolata, e cos via.
Daltro canto, sempre alla Scuola delle Pandette e nel medesimo clima culturale, prima
ancora che giuridico, che si deve latteggiamento di diffidenza verso lelemento formale,
considerato in termini strumentali rispetto alla voluntas e, pertanto, da guardare con
10
Esegesi: l'interpretazione critica di testi finalizzata alla comprensione del
significato.
11
Secondo alcuni la forma lessenza del negozio ( forma = contenuto). Senza
forma non c volont. Secondo altri, la forma non pu coincidere con il
contenuto, anche in mancanza di forma espressa la volont.
12
La Pandettistica, o Scuola delle Pandette, il naturale prosieguo della Scuola
Storica del diritto e pertanto il suo fondatore considerato Georg Friedrich
Puchta, l'unico vero discepolo del fondatore della scuola storica del diritto di
Savigny. Essa prende questo nome dallo studio critico, fatto dai suoi membri,
delle disposizioni del Corpus iuris civilis di Giustiniano ed in particolare della
parte denominata, appunto Pandette.
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Dispensa - COMPARAZIONE E DIRITTO CIVILE. PERCORSI
sospetto tutte le volte che il legislatore oppure gli altri formanti del diritto vi attribuissero
uno spazio eccessivo o di limitazione della volont.
Per questa strada, il legame tra la c.d. teoria volontaristica del negozio giuridico ed una
dimensione quasi ancillare della forma pu dirsi saldato; ma laver strettamente legato i
destini di forma e volont determina il successivo ripensamento dellelemento formale in
coincidenza con la crisi del principio, se lecito dire, sola voluntas obligat.
La preminenza della volont viene messa in discussione al momento dellelaborazione di un
codice: il BGB, notoriamente di provenienza dottrinale, che gli autori sono costretti a
prendere in considerazione le ragioni dei terzi, che sulla volont abbiano incolpevolmente
riposto affidamento.
Ecco quindi, che si fanno avanti le visioni che sottolineano lunicit di forma e contenuto,
nel senso che non pu esistere la sola volont del foro interno, che non si disveli
allesterno, onde acquisire giuridica esistenza: la rivincita della forma che si vede
riconosciuto il compito di veicolo s, ma indispensabile rectius, geneticamente
costitutivo di esistenza giuridica della volont. I negozi non saranno pi formali o
amorfi, bens a forma libera o vincolata.
13
La teoria della volont, definita dalla pandettistica tedesca come dogma della
volont, consacra ad elemento essenziale del contratto la volont del soggetto.
Il negozio una dichiarazione di volont mediante il quale il soggetto dichiara
di volere un determinato effetto e lordinamento giuridico fa s che tale effetto
si produca per il solo fatto di essere voluto dal dichiarante. La teoria della
volont riconosce, peraltro, una limitata tutela dellaltro contraente, che abbia
confidato nella coincidenza tra volont effettiva e volont manifestata.
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Sciolta dalle leggi.
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Dispensa - COMPARAZIONE E DIRITTO CIVILE. PERCORSI
Nella Relazione al codice civile del 1942 si legge espressamente che con riguardo
allargomento della categoria degli atti soggetti a trascrizione, stato accresciuto il numero
di quelli soggetti alla solennit della forma scritta e che [] vi parallelismo, riguardo ai
contratti, tra lart. 264316 e lart. 1350.
In altre parole, emerge una visione principalmente funzionale dellelemento formale, non
nel solo senso, innanzi segnalato, della forma come strumento di emersione della volont,
bens in una dimensione tecnica, nella quale la scelta del legislatore del pi o meno
accentuato rigore formale risponde ad uno scopo pratico, piuttosto che ad unopzione di
base in tema di prerogative dei privati.
Nondimeno, lo sforzo dottrinale allindomani del codice del 42 parso subito rivolta alla
difesa del principio della libert di forma.. [ lart. 1325 individua tra i requisiti del contratto
al punto 4. <<la forma, quando risulta che prescritta dalla legge sotto pena di
nullit>>].
Il vincolo formale rappresenta leccezione, rigorosamente tipica, alla facolt rimessa ai
privati di formalizzare la propria volont nella maniera preferita o considerata idonea.
Tra laltro, non suscita meraviglia che le contrapposte tesi, volontari sta e dichiarazioni sta,
pur muovendo dalle differenti premesse, hanno trovato un terreno di incontro nella
consacrazione del principio di libert della forma.
Per oltre un trentennio largomento in oggetto parso vivere di certezze consolidate, quasi
intercluso, se lecito dire, nei confini del dogma della forma libera e dellintervento
eccezionale dellordinamento, sia con le previsioni codicistiche, sia tramite le ipotesi
(spesso incoerenti) dettate dal legislatore speciale.
nota la tesi, emersa alla met degli anni80, secondo la quale quello della libert della
forma un falso principio.
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La teoria della dichiarazione, diffusasi nella dottrina tedesca dell800,
identifica lelemento essenziale del contratto nell<<oggettivo significato o
valore della dichiazione>>. Secondo tale teoria la manifestazione di volont
effettuata dal soggetto, cos come percepita da una persona di media diligenza,
e non anche la volont interiore a costituire fonte degli effetti giuridici, cosicch
in caso di contrasto tra quanto manifestato e quanto voluto il soggetto rimane
vincolato alla propria dichiarazione. Tale teoria ritiene prevalente lesigenza di
tutelare laffidamento del terzo e di conseguenza, la certezza dei traffici
giuridici, rispetto allesigenza del dichiarante a non rimanere vincolato alla
prorpia dichiarazione.
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2643. Atti soggetti a trascrizione.
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Dispensa - COMPARAZIONE E DIRITTO CIVILE. PERCORSI
Lart. 1325 non detterebbe, secondo tale tesi, una regola ordinaria in maniera di forme,
limitandosi alla descrizione di 2 strutture di contratto:
1. Una debole, con accordo, causa e oggetto;
2. Una forte, che include altres un elemento formale vincolato.
La forma, dunque, non un requisito in s indispensabile; al contrario, essa , sul piano
extragiuridico, una necessit logica dellesprimersi, mentre assurge al rango del diritto
soltanto se prescritta in maniera vincolata.
Ma, in questo caso il n. 4 dellart. 1325 la relativa norma non esprime un principio
generale, anzi, il principio di libert delle forme esprime soltanto lassenza di una
norma, e serve a designare le fattispecie o strutture deboli, non a fissare uno schema
generale di regola-eccezione.
In altre parole, posta la presenza di 2 categorie contrattuali strutturalmente differenti e
autonome tra di loro, rilevato il silenzio della legge su qualsiasi relazione tra le stesse,
sarebbe arbitrario porle in rapporto di regola e eccezione: infatti ciascuna vale, nel settore
contrattuale di pertinenza, come regola.
La conseguenza:
considerando le previsioni formali REGOLE GENERALI, non sussistono ostacoli non solo
alla applicazione estensiva, ma anche alla applicazione analogica.
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Dispensa - COMPARAZIONE E DIRITTO CIVILE. PERCORSI
Una delle possibili direzioni di indagine potrebbe riguardare il dovere di mitigare il danno
da parte della vittima, con particolare riferimento alla responsabilit extracontrattuale. In
questo senso, un originale effetto preventivo, non del tutto sondato, si gioca sulterritorio del
trattamento giuridico dei comportamenti della vittima diretti a evitare o diminuire il
pregiudizio.
Il dovere di mitigare il danno (Duty to mitigate demages Obgliegenheit zur
Schadensminderung) consiste, infatti, nel considerare giuridicamente tenuta la vittima a
mettere in atto tutti i comportamenti utili, nei limiti dellordinaria diligenza, per attutire il
danno.
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la responsabilit extracontrattuale per la violazione del generico obbligo di
non arrecare ad altri un danno ingiusto. Ha la funzione principale di sollevare il
danneggiato dalle conseguenze del danno ingiustamente sofferto, che deve
invece gravare su colui, o coloro, che in base alla legge chiamato a
risponderne.
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Dispensa - COMPARAZIONE E DIRITTO CIVILE. PERCORSI
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1227. Concorso del fatto colposo del creditore. Se il fatto colposo del
creditore ha concorso a cagionare il danno, il risarcimento diminuito
secondo la gravit della colpa e lentit delle conseguenze che ne sono
derivate [2055] (1).
Il risarcimento non dovuto per i danni che il creditore avrebbe potuto evitare
usando lordinaria diligenza (2) [1175, 2056].
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1913. Avviso allassicuratore in caso di sinistro. Lassicurato deve
dare avviso del sinistro allassicuratore o allagente autorizzato a concludere
il contratto [1903], entro tre giorni da quello in cui il sinistro si verificato o
lassicurato ne ha avuta conoscenza [1915]. Non necessario lavviso, se
lassicuratore o lagente autorizzato alla conclusione del contratto interviene
entro il detto termine alle operazioni di salvataggio o di constatazione del
sinistro [1914; c. nav. 533].
Nelle assicurazioni contro la mortalit del bestiame lavviso, salvo patto
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Dispensa - COMPARAZIONE E DIRITTO CIVILE. PERCORSI
Nel contesto del civil law europeo, il principio esaminato stenta a trovare quellautonomia
attribuita nel common law, consolidandone lapplicazione in specifici settori. In Germania
il 254 BGB cpv. sul Mitverschulden, di contenuto sostanzialmente analogo al nostro art.
1227 c.c., riguarda, in prevalenza, casi di inadempimento contrattuale e la fictio iuris del
dovere di cercarsi unoccupazione lavorativa Erwerbsobliegenheit per arginare i danni
derivanti dalla perdita di una fonte di reddito.
Paradigmatica dei contrasti che suscita lidea di una recezione nel civil law del principio in
discorso, risulta lesperienza francese, nella quale, nonostante limpulso della dottrina, n il
code civil n la giurisprudenza hanno riconosciuto espressamente diritto di cittadinanza ad
unautonoma obligation de limiter le dammages, ammettendola a certi fini solo con
uninterpretazione estensiva del concorso di colpa del danneggiato.
La possibilit di limitare la regola della reparation integrale di cui allart. 1382 code civil
attraverso listituto di origine anglosassone , di recente, al centro di un intenso dibattito,
incontrando ulteriori critiche ed ostracismi da parte della giurisprudenza.
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