You are on page 1of 18

Eva Renzulli La crociera e la facciata di Santa Maria di Loreto: problemi

di ridefinizione

Nellautunno 1507, alla morte di Girolamo 1469, era gi definita nelle sue parti, la navata e
Basso della Rovere, vescovo di Recanati nella la cupola erano state coperte. Lintervento di
cui giurisdizione ricade Santa Maria di Loreto Bramante a Loreto quindi comprende la proget-
Giulio II con la bolla In sublimia (25 ottobre tazione delladiacente palazzo apostolico, della
1507) concede nuove indulgenze e riconosce la piazza e della facciata della chiesa oltre che il
Santa Casa miracolosamente portata da Naza- rivestimento marmoreo della Santa Casa e il
reth fino a Loreto dagli angeli come il luogo in restauro di alcune parti della chiesa. Tali inter-
cui la Vergine era stata annunciata. Eleva quindi venti sono oggetto di ricerche e analisi detta-
la basilica lauretana al medesimo rango di luoghi gliate da parte di vari studiosi a partire da Pietro
di pellegrinaggio quali i Santi Pietro e Paolo a Gianuizzi sino agli interventi pi recenti di
Roma, Santiago de Compostela, e Ultremarina, Arnaldo Bruschi, Floriano Grimaldi, Kathleen
ossia i luoghi della Palestina, ma allo stesso Weil Garris e Maria Caterina Marzoni4. Meno
tempo il della Rovere con tale bolla porta a ter- studiate, anche a causa dei pochi documenti a
mine loperazione che nel 1476 non era riuscita disposizione, sono la conduzione del cantiere di
a suo zio Sisto IV e pone Santa Maria di Loreto Cristoforo Romano (1509-maggio 1512)5, del
direttamente sotto la giurisdizione papale1. suo successore Andrea Contucci da Monte San
Da un lato quindi si realizzano le intenzioni Savino (22 giugno 1513-1517 e 1522-1525)6 e
che, dopo la caduta di Costantinopoli, avevano linterregno di Cristoforo Resse da Imola (feb-
dato rilievo alla presenza centenaria di una braio 1518-giugno 1522).
casetta in mattoni in cima a un colle della costa Lo studio dellintervento di Antonio da San-
marchigiana: la Terra Santa, ormai sempre pi gallo il Giovane, tra il 1517 e 1535, affrontato da
pericolosa da raggiungere riprodotta qui, e Giovannoni, da Weil Garris, da Bruschi, da
dopo quaranta anni ufficialmente riconosciuta Marzoni per quanto riguarda il palazzo Aposto-
come equivalente e sostitutiva di un viaggio fino lico, da Ghisetti Giavarina per tangenza, e pi
a Nazareth e Betlemme2. recentemente da Sabine Eiche allinterno del
Dallaltro, una volta divenuta cappella ponti- lavoro di schedatura dei disegni di Antonio il
ficia, viene rinsaldato quel legame tra Loreto e Giovane, presenta tuttavia ancora dei margini
Roma che aveva avuto inizio con la nomina di un per progressi in merito7.
della Rovere alla cattedra vescovile di Recanati Tra il 1517 e il 1535 sono molti i problemi
nel 1476. E che gi dallottavo decennio del XV che si pongono allattenzione di Sangallo, ma i
secolo aveva avuto come conseguenza limporta- due nodi principali riguardanti la chiesa sono
zione a Loreto di meccanismi di mecenatismo quelli relativi alla stabilit della crociera e alla
che si attuavano nella citt papale. E se gi duran- facciata.
te i ventisette anni di vescovato di Girolamo La discussione intorno a tali questioni, ben-
Basso (1476-1507) una serie di artisti pontifici ch argomentata a partire dai disegni di Anto-
lavora alla chiesa, dopo il 1507 tale fenomeno si nio, pu essere ripresa grazie ai contributi forni-
registrer con frequenza ancora maggiore. Da ti da disegni gi noti, ma sin qui studiati separa-
questo momento la serie dei progetti lauretani tamente allinterno della produzione dei rispet-
costituisce a tutti gli effetti una successione paral- tivi autori. In particolare, il problema della cro-
lela a quelli promossi a Roma. Cos al Belvedere ciera, e le varie soluzioni proposte per risolvere
vaticano fa da contrappunto la piazza di Loreto, linstabilit dei piloni, pu essere arricchita dalle
ai palazzi apostolici romani quelli lauretani, e alle riflessioni sul medesimo tema di Antonio da
pi moderne soluzioni per linterno di San Pietro Sangallo il Vecchio e di Baldassarre Peruzzi.
fanno eco le riproposizioni nei disegni per il san- In maniera analoga si pu rileggere la serie
tuario marchigiano. Anche gli artisti sono i delle fonti grafiche e iconografiche relativa alla
medesimi qui e l: Donato Bramante, Andrea genesi e gestazione progettuale della facciata
Sansovino e Antonio da Sangallo il Giovane. lauretana che si apre con il prospetto rappre-
Il 25 novembre Giulio II notifica al governa- sentato sulla medaglia di Giulio II del 15098, si
tore lauretano che sta inviando a Loreto il suo complica con lidentificazione incerta del dise-
architetto Bramante3. La chiesa, iniziata nel gno di Giuliano da Sangallo U 278 A, per poi

89

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
1. Andrea Sansovino, proposta per la
fortificazione dei piloni della tribuna
di Santa Maria di Loreto, ante 1517
(Firenze, Galleria degli Uffizi, Gab.
Disegni e Stampe [= U], 141 A. Da C.L.
Frommel, N. Adams [a cura di], The
Architectural Drawings of Antonio da
Sangallo the Younger and his circle,
New York 1994, II).

2. Andrea Sansovino, alzato della tribuna


di Santa Maria di Loreto, ante 1517 (U
926 A. Da Frommel, Adams [a cura di],
The Architectural Drawings, cit.).

3. Antonio da Sangallo il Giovane, pianta


del complesso lauretano con varie proposte
per i piloni della tribuna, 1526 (U 921 A.
Da Frommel, Adams [a cura di], The
Architectural Drawings, cit.).

4. Antonio da Sangallo il Vecchio, studio


per i piloni della tribuna di Santa Maria
di Loreto (U 7802 A. Da G. Satzinger,
Antonio da Sangallo der ltere und die
Madonna bei Montepulciano, Tbingen
1991).

5. Antonio da Sangallo il Vecchio, studio


per i piloni della tribuna di Santa Maria
di Loreto (U 7803 A. Da Satzinger,
Antonio da Sangallo, cit.).

90

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
6. Baldassarre Peruzzi, foglio con torre Sansovino viene sollevato dallincarico di archi-
(per San Pietro?) e soluzione per la tribuna tetto della fabbrica e gli viene ordinato di con-
di Santa Maria di Loreto (U 471 A.
Da H. Wurm, Baldassarre Peruzzi: centrarsi sulla realizzazione del rivestimento
Architekturzeichnungen, Tbingen 1984). marmoreo della Santa Casa. La conduzione del
cantiere viene cos affidata a Cristoforo Resse da
Imola, ma questi viene impegnato per lo pi
nella costruzione del palazzo e delle mura della
villa fino alla sua morte nel giugno 152214. In
tale occasione la conduzione del cantiere viene
riaffidata al Sansovino. Ma quando nel novem-
bre 1525 si affida stabilmente ad Antonio da
Sangallo il Giovane la fabbrica, Clemente VII
specifica che il suo compito quello di fortifica-
re i piloni, coprire la cupola, finire il palazzo e
costruire il campanile. La stabilit della cupola
era di conseguenza ancora in discussione e San-
gallo non sembra ritenere efficaci le proposte di
Sansovino, dal momento che gi dal primo dise-
gno della serie per Loreto studia alternative
molto lontane da esse15.
La questione dei piloni, cos come lo era
stata per Bramante a San Pietro, diventa centra-
le nelle riflessioni sangallesche fin da principio,
nonostante i lavori veri e propri ai piloni inizino
soltanto nel 153116.
svilupparsi in tre tempi nei disegni di Antonio il Il primo disegno della serie il foglio U 921
Giovane a cui si possono aggiungere alcune A (1526 circa; ill. 3)17. Qui Antonio, come gi
fasi intermedie rappresentate nei disegni di Lille Sansovino, vuole aumentare la sezione resisten-
e di Monaco e, in un disegno conservato allAr- te ben oltre quella assicurata da ciascuna coppia
chivio di Stato di Roma, nel fondo dellospedale di pilastri piegati a libro, e perci unisce i due
di San Giacomo degli Incurabili9 prima di chiu- pilastri di ciascun lato diagonale dellottagono,
dere, riprendendo le indicazioni di Weil Garris riempiendo lo spazio tra lottagono e le sagre-
e Eiche, con lU 925 A di Antonio e tentare di stie. Prende cos forma un massiccio pilone
comprenderne le implicazioni. triangolare scavato da nicchie e passaggi. Le
arcate delle navate laterali e della crociera adia-
La questione della crociera: Antonio il Giovane, centi allottagono vengono quindi chiuse per
Antonio il Vecchio e Baldassarre Peruzzi a contraffortare ulteriormente la struttura, crean-
confronto do allo stesso tempo spazi dal profilo poligona-
Il 23 maggio 1500, pochi mesi dopo la chiusura le. Sul verso Antonio disegna la veduta di un
della cupola da parte di Giuliano da Sangallo, i pilone dallinterno dellottagono (U 921 Av),
piloni avevano dato i primi segni di cedimento. nella quale sembra mantenere gli archi gotici
E quando nel 1515, dopo i quindicinali tentativi che Sansovino aveva murato, pur inserendovi
di consolidamento, si verifica unennesima crepa allinterno tre arcate a tutto sesto18.
minacciosa, il consiglio dei Duecento di Reca- La pratica di porre a confronto vari architet-
nati abbandona ormai ogni speranza e delibera ti si era consolidata nel cantiere di San Pietro sin
di chiedere al governatore di Loreto che la da quando Giulio II aveva chiesto contropropo-
cupola venga demolita10. Andrea Sansovino ste a Giuliano da Sangallo e a fra Giocondo per
nominato architetto della domus sive templum da i piloni ideati da Bramante19. A San Pietro era
Leone X il 22 giugno 151311 architetto della stata istituita la figura di architetto in seconda,
fabbrica da poco pi di un anno, ma non noto per affiancare criticamente il primo architetto e
se le sue proposte per i piloni, rappresentate da discutere insieme i vari problemi. A Loreto,
Riniero Nerucci da Pisa nei due fogli U 141 A ormai divenuta fabbrica pontificia, tale meccani-
(ill. 1) e U 926 A (ill. 2), siano precedenti o smo sembra riproporsi seppure in maniera
posteriori a tale data12. Certo che il 18 gennaio informale. In parallelo ai primi disegni di Anto-
1517 Leone X informa il governatore di Loreto nio da Sangallo il Giovane, molto probabilmen-
e Andrea Sansovino che sta per inviare a Loreto te allinizio del processo progettuale, troviamo
per un sopralluogo Antonio da Sangallo il Gio- cos due ulteriori proposte, una di Antonio il
vane architectum, hominem quidem in Vecchio (Codice Geymller, ff. 11v e 12r) e laltra
costruendis aedificiis optimi iudicii13. E dopo del secondo architetto di San Pietro, Baldassar-
tale visita di Antonio il Giovane nel marzo 1517, re Peruzzi (U A 471).

91

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
7. Loreto, Santa Maria, gli archi diritti e
rovesci nel sottotetto tra tamburo e ottagono
minore a sud.

Antonio da Sangallo il Vecchio e i fogli del Codice scavandovi soltanto stretti passaggi curvilinei e
Geymller rettilinei incrociati per collegare le varie parti.
La presenza a Loreto di Antonio da Sangallo il Sangallo sembra concentrarsi prevalentemente
Vecchio (1455-1534) non documentata uffi- sul problema strutturale, senza preoccuparsi
cialmente in nessuna fase del cantiere, ma, della circolazione dei pellegrini. Con tale solu-
come ha sottolineato Georg Satzinger, due zione infatti risolve forse il problema dei piloni,
disegni del suo taccuino (Codice Geymller, ff. ma elimina di fatto quella sorta di ambulacro
11v e 12r / U 7802 Av e 7803 Ar) (ill. 4 e 5) che continuava le navate laterali e girava intor-
sono inconfondibilmente studi per la crociera no allottagono. Sul foglio precedente del tac-
di questa chiesa, e sono testimoni di una colla- cuino, U 7802 Av (Codice Geymller, f. 11v; ill.
borazione costante sul piano delle idee tra le 4), Antonio il Vecchio studia, a scala maggiore,
varie generazioni dei Sangallo20. larticolazione della superficie muraria del pilo-
Se il foglio U 921 Av di Antonio il Giovane ne. Qui sui tre lati sono inserite edicole a inqua-
sembra tentare una qualche forma di rispetto drare le piccole aperture che immettono ai pas-
nei confronti dellesistente, mantenendo alme- saggi. In alto a sinistra viene inoltre studiata una
no in alzato gli archi gotici, da questo momen- soluzione a ordine binato cui si sovrappone un
to in poi le proposte di modifica diverranno arco decorato da cassettoni ottagonali, forse
molto pi drastiche. anchesso per larticolazione del pilone. Antonio
La precisione del disegno indica che Antonio il Giovane non accoglier nessun elemento di
il Vecchio ricalca un rilievo dettagliato, forse questa proposta, che risolve un problema strut-
quello stesso che era in possesso di Antonio il turale creandone uno funzionale, dal momento
Giovane21. A conferma del fatto che la questione che la genialit dellimpianto quattrocentesco
centrale a Loreto la stabilit della tribuna, nel risulta annullata e uno spazio fluido e funziona-
foglio U 7803 Ar (Codice Geymller, f. 12r; ill. 5) le viene ridotto a una sequenza di spazi indipen-
delineata met della pianta della crociera, e denti connessi solo da stretti passaggi.
viene studiata una proposta per rinforzare i pilo-
ni della cupola. Nel fare ci Antonio il Vecchio Baldassarre Peruzzi per Loreto?
transenna con uno schermo di colonne libere le Neppure il coinvolgimento di Peruzzi nella fab-
quattro arcate maggiori dellottagono, riempie brica lauretana testimoniato per via documen-
gli spazi tra i piloni e le sagrestie ottenendo tale. Ma pi che nota la sua collaborazione con
degli speroni murari triangolari che di fatto con- Antonio il Giovane a San Pietro, cos come il
figurano in pianta un quadrato circoscritto fatto che il colloquio tra i due non si limiti uni-
allottagono. Propone quindi piloni triangolari camente alle proposte per tale cantiere. E cos
ancora pi massicci di quelli ideati dal nipote, un foglio peruzzesco, U 471 A (ill. 6), oltre allo

92

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
8. Antonio da Sangallo il Giovane,
studio per i piloni di Santa Maria di Loreto
(U 1036 A. Da Frommel, Adams [a cura
di], The Architectural Drawings, cit.).

9. Antonio da Sangallo il Giovane,


studio per i piloni di Santa Maria di Loreto
(U 927 A. Da Frommel, Adams [a cura
di], The Architectural Drawings, cit.).

10. Antonio da Sangallo il Giovane,


studio in alzato per linterno dellottagono
di Santa Maria di Loreto (U 139 Ar.
Da Frommel, Adams [a cura di], The
Architectural Drawings, cit.).

studio in dettaglio di una torre forse per San


Pietro , presenta in basso a sinistra uno schizzo
di una chiesa che per molti versi pu essere
accostata a Santa Maria di Loreto22. Sembrereb-
be potersi escludere lipotesi che si tratti di un
progetto ex novo dal momento che il disegno
non uniforme nel suo stato di definizione: il
fulcro dellattenzione del senese sembra essere
la crociera, la navata appena accennata e non vi
sono altri progetti di Peruzzi in cui si trascuri
una parte del tutto in tal modo. Lipotesi pi
probabile che tale schizzo sia lillustrazione di
un casuale excursus lauretano, avvenuto tra il
senese e Antonio il Giovane mentre lavorano sui
disegni petrini. Per quanto si tratti di uno schiz-
zo le proporzioni della crociera sono rispettate e
sembra che Peruzzi abbia sottocchio, come il
vecchio Sangallo, un rilievo della chiesa, da cui
schizza direttamente la sua proposta, senza dif-
ferenziare il progetto dalla preesistenza; quindi
alla fine aggiunge rapidamente la navata piccola,
poco definita e fuori scala. Rispetto alle propo-
ste precedenti ci che risalta linteresse espres-
so da Peruzzi per il problema del populo spatian-
ti, questione fondamentale per una chiesa di pel-
legrinaggio insieme alla visibilit della reliquia23.
Lultima campata della navata viene infatti a San Giovanni dei Fiorentini24. Riempie nuova-
essere sacrificata per trasformarsi in uno dei lati mente, come gi i due Sangallo, gli angoli del
del nuovo ambulacro quadrato che circonda la quadrato che circoscrive lottagono, e ottiene in
tribuna ottagonale dove contenuta la Santa questo modo piloni triangolari scavati da grandi
Casa. Dal punto di vista formale, in un certo nicchie, per la cui articolazione propone almeno
qual modo, Peruzzi sembra riflettere sul tipo a due soluzioni25. Le sagrestie vengono sventrate e
pianta centrica in perimetro quadrato gi svilup- riarticolate da nicchie in maniera simile agli
pato da Antonio da Sangallo nella chiesa di spazi angolari di San Pietro studiati nei fogli U
Santa Maria di Loreto a Roma (1522) e in altri 15, 16 e 17 A26. Un altro elemento che sembra
progetti come i tempietti dellisola Bisentina e indicare lestemporaneit di tale proposta il

93

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
se implica molti cambiamenti della disposizione
planimetrica, senza risolvere con certezza il pro-
blema principale. Antonio il Giovane pu acco-
gliere solo qualche spunto. E cos nel foglio U
1036 A (ill. 8) e poi nel dettaglio U 927 A (ill. 9)
si possono rilevare echi peruzzeschi per quanto
riguarda larticolazione dei piloni.

Le proposte di Antonio da Sangallo il Giovane


evidente come la soluzione del pilone triangola-
re sia il tema centrale nella riflessione degli archi-
tetti: per Antonio il Giovane si tratta, ora, di defi-
nirla e di studiare una declinazione che non isoli la
navata. Nel foglio U 1036 A (ill. 8), in basso a
11. Bottega di Antonio da Sangallo (?), fatto che su ogni lato della tribuna, infine, le tre destra, Antonio propone una sola soluzione per il
basilica e palazzo apostolico di Loreto cappelle perdono il loro profilo poligonale e pilone: articola la massa muraria mediante tre nic-
(Roma, Archivio di Stato, Fondo Osp.
Incurabili, cart. n. 1505. Su concessione vengono unite per formare terminazioni quasi chie alla maniera di Giuliano da Sangallo per San
del Ministero per i Beni e le Attivit basilicali, mentre sembra altamente improbabile Pietro (Codice Vaticano Barberiniano Latino, f. 64, e
Culturali, ASR 1/2004).
che si attuasse una tale operazione. U 8 Ar), ma dellambulacro non rimane che uno
12. Anonimo, basilica e palazzo Apostolico Inoltre sebbene vi sia, rispetto alla proposta stretto passaggio obliquo che attraversa le sagre-
dopo i lavori di consolidamento della crociera, di Antonio il Vecchio, maggior attenzione per stie per riconnettere i vari ambienti. A sinistra
sec. XVII (U 6745 A. Da Satzinger,
Antonio da Sangallo, cit.). luso della chiesa, Peruzzi non sembra tener dello stesso foglio Antonio sembra invece riflette-
conto della presenza degli affreschi di Melozzo re sulle soluzioni che ritroviamo anche nei fogli di
e Signorelli nelle due sagrestie, che verebbero Peruzzi, e disegna, cancella e ridisegna tre diverse
distrutti con lo sventramento delle stesse. E non ipotesi28. Riappare larticolazione delle sagrestie
sembra neanche aver presente lorganizzazione scavate da nicchie e aperte su due lati in modo da
strutturale: rinforza i piloni che accolgono le creare lambulacro quadrato proposto da Peruzzi.
spinte verticali della cupola, ma non sembra Insiste con variazioni sul tema del pilone di destra,
considerare la funzione statica delle torri otta- per poi rinunciare allambulacro e scegliere unal-
gonali, sulle quali le forze oblique si scaricano tra soluzione studiata in maggior dettaglio in U
attraverso gli archi nel sottotetto (ill. 7)27. Se si 927 Ar e v ( ill. 8)29.
tiene conto che ad Antonio da Sangallo si richie- Qui, a giudicare dal piccolissimo schizzo sul
de di risolvere principalmente dei problemi verso, Antonio sembra essere rassegnato a chiu-
strutturali, nel complesso la soluzione del sene- dere almeno le arcate piccole, per poi proporre,

94

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
13. Loreto, Santa Maria, i piloni della San Giacomo31. Di simile avviso sembra essere
tribuna oggi visti dallinterno dellottagono. Satzinger, il quale pone il disegno romano in
relazione con un disegno settecentesco raffigu-
rante lo stato di fatto (U 6745 A; ill. 12), met-
tendo in evidenza la loro somiglianza32.
Il disegno romano propone temi simili a
quelli sviluppati nei fogli U 921 e 922 A, pre-
sentando allo stesso tempo differenze e piccole
imprecisioni. Il palazzo apostolico si innesta sul
corpo della chiesa in un punto differente rispet-
to a entrambi i disegni fiorentini e sembra esse-
re stato aggiunto in un secondo momento dato
che non perfettamente perpendicolare alla
chiesa: come se il disegnatore, dopo aver rico-
piato la chiesa da U 921 A, avesse ripreso il
palazzo da U 922 A.
La Santa Casa, leggermente pi a sinistra di
quanto sia nella realt, presenta un muro di
sostenimento, ma ancora priva di rivestimento
marmoreo. Se da un lato tale assenza potrebbe
fornire un terminus ante quem, il 1534, dallaltro
potrebbe essere interpretata come unapprossi-
mazione. Sembrerebbe che questo disegno
risponda al fondamentale problema della circola-
zione dei pellegrini, se le soluzioni finora prese
in considerazione non riescono a conciliare in un
riarticolato nello spazio e non su un piano, il unico progetto problemi tecnici e funzionali, ci
binato di porte di Santo Stefano Rotondo che sembra invece realizzarsi nel disegno romano.
ben conosceva. Sebbene cos rinunci a un vero e Qui i pilastri quattrocenteschi piegati a libro
proprio ambulacro, rispetto allU 921 A ottiene vengono uniti e rivestiti in pietra, ingrandendo la
passaggi meno stretti che consentono un transi- sezione resistente in ogni direzione. Si restringo-
to pi fluido tra le navate e la tribuna. no cos solo di poco il passaggio laterale e le arca-
In tale successione il foglio U 139 A (ill. 10), te dellottagono, evitando di limitare circolazio-
datato da Sabine Eiche intorno al 1527, quindi ne e visibilit. Inoltre viene ripresa una delle
agli inizi del progetto, sembra invece essere la soluzioni proposte gi in U 921 A e nel disegno
proposta pi vicina a ci che viene effettiva- di Antonio il Vecchio, cio la creazione di con-
mente realizzato, e potrebbe essere collocato al trafforti ortogonali ai lati lunghi dellottagono.
termine del percorso progettuale. Qui, in Ci che differenzia questo disegno pi chia-
maniera graficamente analoga alla proposta ramente da U 921 A invece linserimento, in
sansoviniana di U 141 A (ill. 1), mostra lalzato ogni campata della navata, di una serie di con-
interno dellottagono. Antonio, seguendo le tropilastri che a giudicare dalle dimensioni
orme di Sansovino, propone di chiudere tutti non hanno funzione strutturale.
gli archi a sesto rialzato, per controventare Sulla base di U 139 A (ill. 10), in cui lotta-
maggiormente i piloni. Rispetto a Sansovino si gono, rappresentato in alzato, viene a essere
pone per il problema della visibilit della articolato da un ordine corinzio a cui si intreccia
Santa Casa e fa s che lapertura sulla navata e un ordine minore, si pu pensare che questi
quelle dei lati lunghi siano ristrette il meno pos- blocchetti, rappresentati nel disegno di San Gia-
sibile in larghezza. como, corrispondano a dei pilastri dimposta
Tentando di ricavare la pianta di questo dise- analoghi a quelli delle arcate minori dellU 139
gno, si verifica che lunica corrispondenza con A, e che vi fosse un progetto di ridecorazione di
i piloni rappresentati in un foglio conservato a tutta la chiesa, per nasconderne la facies gotica.
Roma, nel fondo dellospedale di San Giacomo Guardando oggi la chiesa (ill. 13) difficile
degli Incurabili (ill. 11), che in questa ipotesi individuare la portata dellintervento del San-
viene a collocarsi come finale della serie dei gallo, e sembra che il fiorentino si sia limitato a
disegni per la crociera30. Spagnesi, che per primo ingrossare i pilastri con un rivestimento in pie-
ha pubblicato questo disegno, non lo studia cri- tra, e a contraffortare lottagono riempiendo le
ticamente, ma lo attribuisce a un membro della prime campate.
bottega Sangallo, e lo data intorno al 1521, dal Un disegno di Francisco de Hollanda (ill.
momento che dal 1518 al 1523 Antonio da San- 14), che rappresenta la Santa Casa e sullo sfon-
gallo il Giovane lavora infatti per lospedale di do la crociera, fornisce alcuni indizi sullo stato

95

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
14. Francisco de Hollanda, veduta della
Santa Casa, nellottagono con in opera i
fusti delle lesene, 1539 (Madrid, Biblioteca
del Monasterio de El Escorial, Codex
Escurialensis. Da J. Segurado, Francisco
dOllanda, Lisboa 1970).

della fabbrica al 153933. E ci mostra che a tale vennero realizzati seguendo il disegno ultimo di
data sono posti in opera i fusti delle lesene Antonio attestato dal U 139 A e dal disegno di
corinzie rappresentate in U 139 A senza ancora San Giacomo: essi mostrano infatti larticolazio-
i capitelli, e sono almeno costruiti gli archi a ne dei pilastri dellottagono cos come lo si pu
tutto sesto nei lati maggiori dellottagono. ricostruire sulla base della veduta di Francisco
Due piante di rilievo delledificio stese in de Hollanda (ill. 14), dalle piante successive,
epoca successiva, una allinizio del secolo XVII dalle incisioni ottocentesche e dai capitelli finiti
(U 6745 A; ill. 12) e laltra nel XVIII secolo, in giardino. A cui possiamo aggiungere inoltre
entrambe anonime, e due vedute ottocentesche34 due disegni di un ignoto francese, datati intorno
mostrano nellottagono piloni articolati da lese- al 1560, che mostrano dettagli di modanature36,
ne, ben diversi da quelli oggi in opera, ma molto e una pianta di Dosio (ill. 15), ingaggiato a
simili ai piloni del foglio di San Giacomo. Loreto intorno al 1571 per realizzare la cappel-
Due capitelli corinzi piegati a libro, di fattu- la Altoviti in Santa Maria di Loreto37.
ra molto raffinata, si trovano oggi nel giardinet- Sembrerebbe quindi che sia il foglio U 139 A
to del torrione nord delle mura, e rimandano a (1527 c.)38, sia il disegno di San Giacomo (1522-
quelli messi in opera da Sangallo. Come questi 23)39 non siano da collocare allinizio del proces-
capitelli siano giunti dallottagono della chiesa al so progettuale, ma piuttosto verso la fine. Il
giardinetto spiegato nelle relazioni del restau- foglio romano, se si accetta lattribuzione allo
ro sacconiano alla fine dellOttocento, in cui si studio del Sangallo, insieme al foglio U 139 A,
afferma che necessario smantellare lordine pu essere ritenuto lultimo atto noto della pro-
sangallesco per restituire la chiesa al suo aspetto gettazione sangallesca per quanto riguarda la
originario35. Dalla medesima fonte scopriamo crociera.
che anche le nove cappelle della tribuna venne-
ro tutte interessate da tale abbellimento sangal- Il problema della facciata: Giuliano da Sangallo
lesco, e tutte subirono un analogo smantella- e il foglio U 278 A
mento, a eccezione della parte inferiore della La questione della facciata di Santa Maria di
cappella dei duchi di Urbino. Unoperazione di Loreto si apre nel 1957 con lidentificazione di
abbellimento e aggiornamento dellinterno della un possibile progetto per essa nel foglio U 278
chiesa, con la chiusura di molti degli archi goti- A di mano di Giuliano da Sangallo, gi catalo-
ci, era stata quindi effettivamente messa in atto, gato da Marchini, insieme ad altri disegni (U
forse non estesa a tutta la navata ma soltanto alla 276, 277, 279, 280, 281 A)40, come progetto per
zona della tribuna. E sebbene probabilmente la facciata di San Lorenzo a Firenze: la nuova
questo non sia avvenuto prima del 1535, i lavori ipotesi, che si deve a Pommer, vi ravvisa il

96

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
chiesa dedicata alla Vergine: pi specificatamen-
te a Santa Maria di Loreto44. A tali elementi lo
storico aggiungeva la presenza di uno stemma
della Rovere, sospeso tra il binato a sinistra del
portale principale, ma bench questo sia indi-
scutibilmente roveresco, non n pontificio n
cardinalizio, e non presenta la suddivisione dello
sfondo mediante una croce di SantAndrea, pic-
cola variante che distingue lo stemma Basso
della Rovere da quello del ramo principale della
famiglia e rende quindi difficile lidentificazione
dellipotetico committente.
Anche Kathleen Weil Garris, seppure con
riserve, ritiene plausibile che questo disegno sia
da riferire a Santa Maria di Loreto. Conside-
rando il foglio come in scala 1:50 Weil Garris
nota che la larghezza della facciata disegnata si
discosta da quella reale (28 m) di soli 4 palmi
(0,88 m)45. Ma, pur rilevando la differenza tra le
proporzioni della facciata della medaglia bra-
mantesca e quelle del foglio sangallesco, non
confronta questultima con una sezione reale
della chiesa46. Sovrapponendo il progetto al
rilievo dellesistente e facendo coincidere gli
assi delle porte (ill. 16), in larghezza il disegno
si adatta quasi perfettamente, ma rimangono
scoperti in altezza due ampi settori di facciata;
15. Giovan Antonio Dosio, pianta della reimpiego di un foglio originariamente pensa- la finestra nel secondo ordine inoltre si apre in
Santa Casa e dei piloni intorno a essa, to per una chiesa mariana, con ogni probabilit parte al di sotto della volta interna della navata
1571ca. (U 1772 A. Da F. Borsi,
C. Acidini, F. Mannu Pisani, G. Morolli quella lauretana, successivamente riadattato in e in parte nel sottotetto.
[a cura di], G.A. Dosio. Roma Antica e occasione del concorso promosso da Leone X Ingrandendo poi la scala del foglio rispetto al
I disegni di Architettura degli Uffizi,
Roma 1976). per la facciata di San Lorenzo a Firenze41. Se rilievo, fino a far s che la facciata copra lintera
lidentificazione fosse corretta, difficile pen- sezione (ill. 17), la finestra del secondo livello si
sare che il foglio si possa datare tra il 1497 e il apre quasi completamente sul vuoto, si vengono
1500 quando Giuliano lavor a Loreto e sem- a formare due grandi ali di facciata al di l del
bra pi probabile che possa essere contempora- corpo della chiesa47, e le porte si aprono per 1/5
neo alla medaglia lauretana: prima della morte allinterno delle cappelle laterali. Se dunque le
di Basso della Rovere non mai documentata dimensioni della facciata in larghezza potrebbe-
lintenzione di elevare una facciata. Il terminus ro corrispondere, le proporzioni generali sono
ante quem sarebbe invece da fissare al 1515, differenti e mal si adattano alla sezione della
data del concorso leonino42. chiesa costruita. Sembra quindi possibile affer-
Sebbene non sia impossibile che Giuliano mare che questo progetto non sia stato ideato
abbia presentato una propria proposta per Lore- per Santa Maria di Loreto.
to parallela a quella di Bramante cos come In realt per giustificare la differenza tra le
avviene in San Pietro rimangono da spiegare il proporzioni del disegno e quelle della medaglia
silenzio di Vasari al riguardo e lassoluta diffe- bramantesca, Weil Garris ipotizza una completa
renza tra questo progetto e la facciata bramante- sostituzione della parte superiore del foglio48.
sca, rappresentata sulla medaglia del 1509. Ma a unosservazione dal vero del disegno
Rimangono infine da confrontare per via metri- tale sostituzione non sembra rilevabile: sembra
ca il progetto e ledificio esistente. piuttosto che soltanto singole parti siano state
Analogo nella sua intelaiatura architettonica sostituite. In U 278 A sono infatti riscontrabili
ad alcuni dei citati fogli di Giuliano (U 277, 281 complesse operazioni di collage (partendo dallal-
A), con minime variazioni plastiche e composi- to): nel timpano stato incollato un foglietto
tive43, il progetto si differenzia da questi per con un nuovo scudo pronto per un nuovo
alcuni ritocchi e sostituzioni e per la presenza emblema araldico; nel secondo livello una nuova
nella zona dellattico di rilievi raffiguranti lAn- finestra a edicola si sovrappone a una finestra
nunciazione e la Nativit. Tali elementi condus- molto meno importante con semplice cornice e
sero Pommer a ipotizzare che il disegno fosse timpano, la cui imposta leggermente pi bassa;
stato riadattato in occasione della consultazione nellattico sono stati sostituiti tutti e tre i riqua-
leonina, e fosse originariamente riferibile a una dri; nel primo livello frammenti di carta bianca

97

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
16. Disegno di Giuliano da Sangallo
(U 278 A; da F. Borsi, Bramante, Milano
1989) sovrapposto alla sezione reale della
chiesa di Santa Maria facendo
coincidere larghezza reale della chiesa
e larghezza della facciata di U 278 A.

ritagliati e incollati ad arte nelle lunette, con le I disegni di Lille e Monaco in relazione ai progetti
iscrizioni isttorie di sa(n) Lorenzo, sostituiscono di Antonio da Sangallo
parti precedenti49. Le altre iscrizioni non Scartata lipotesi che il progetto di Giuliano U
aggiungono nessuna informazione circa la desti- 278 A sia stato pensato per Loreto, non si pu
nazione iniziale e finale di questo foglio50. Cade tuttavia escludere che esso abbia influenzato
cos lultimo argomento a favore dellipotesi che progetti successivi per la chiesa marchigiana.
il progetto sia originariamente riferibile a Lore- Esistono quattro versioni di un disegno per
to. Rimangono ancora aperte datazione e iden- la facciata di Loreto, molto simili al disegno U
tificazione del soggetto di tale foglio. Unipote- 278 A: una conservata al Muse des Beaux-
si interessante quella suggerita da Frommel a Arts di Lille (ill. 18), una nelle collezioni stata-
Weil Garris: mettere in relazione tale progetto li di Monaco (ill. 19), una nel taccuino di Ore-
con la facciata di Santa Cristina di Bolsena51. ste Vannoccio Biringucci (Biblioteca comuna-

98

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
17. Disegno di Giuliano da Sangallo
(U 278 A; da Borsi, Bramante, cit.)
sovrapposto alla sezione reale della chiesa
di Santa Maria facendo in modo che
la facciata disegnata copra tutta la sezione.

le di Siena), unultima di Giorgio Vasari il lunette53. Lidentificazione di una idea per il


Giovane ora agli Uffizi52. Non chiaro quale fronte della basilica lauretana si basa, in questo
sia loriginale tra le quattro versioni: certa- caso, sulla presenza nei rilievi dellattico della
mente non quella di Biringucci n quella di storia della traslazione della Santa Casa, e prin-
Vasari il Giovane, entrambe tarde. Pur se la cipalmente sulle iscrizioni in cui ritorna il nome
loro attribuzione contrastante, sono i due della chiesa54.
fogli di Monaco e Lille a contendersi, o forse Il disegno di Lille, Pluchart 752, fa parte del
condividere, loriginalit. cosiddetto taccuino di Michelangelo. Compo-
In tutti i casi la facciata, con variazioni nella sto da 84 fogli, esso per lo pi attribuito a Raf-
definizione delle varie parti, articolata da un faello da Montelupo55, bench alcuni disegni
ordine binato su due livelli con attico interpo- siano considerati di mano diversa. Questi dise-
sto, ed decorata da rilievi e sculture nelle gni, circa una decina tra cui quello in questione,

99

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
18. Tommaso Boscoli/Aristotile da Sangallo, accedere ai disegni di Giuliano da Sangallo, pas-
facciata per Santa Maria di Loreto sati dopo la sua morte alla bottega58. Ma nono-
(Lille, Muse Wicar, Pluchart 773-752.
Da Borsi, Bramante, cit.). stante i due disegni in questione presentino
varie affinit con i disegni di Giuliano in par-
19. Tommaso Boscoli/Aristotile da Sangallo,
facciata per Santa Maria di Loreto ticolare per la commistione di architettura e
(Mnchen, Staatliche Graphische Sammlung, scultura , in essi si rilevano anche sostanziali
n. 33257. Da Borsi, Bramante, cit.). differenze.
Il taccuino di Lille stato classificato da Nes-
selrath come raccolta di copie, poi divenuta tac-
cuino-trattato59. Certo non un taccuino che
contiene progetti originali, ed difficile pensare
che il suo autore, copiando un disegno di Giu-
liano, vi abbia apportato variazioni progettuali60.
Il disegnatore sta guardando un progetto suc-
cessivo, ispirato a quello di Giuliano? Tentare di
inserire i due disegni nella successione delle
proposte per la facciata di Loreto pu forse aiu-
tare a comprendere il loro ruolo e una loro pos-
sibile datazione.
Confrontando le facciate di Lille e Monaco
con la medaglia bramantesca del 1509, si nota la
presenza costante di un oculo, assente in U 278
A (ill. 16). Questo particolare venne effettiva-
mente realizzato tra il 1509, terminus post quem
per i due disegni, e il 1539, terminus ante quem.
A tale data era infatti stato approvato e si anda-
va realizzando un altro progetto, come si pu
dedurre dal disegno di Francisco de Hollanda
(ill. 20), in cui risulta gi posta in opera una
porta ionica, molto simile a quella prevista nel
progetto di facciata U 925 A (ill. 21) di Antonio
il Giovane61.
Bench non si trovino riferimenti a nuove
proposte per la facciata di Loreto dopo la meda-
glia e prima dei progetti di Antonio il Giovane,
possibile che in questo arco di tempo siano
state proposte varianti di cui non siamo a cono-
scenza. possibile, ad esempio, che nellaprile
1513 poco dopo lascesa al soglio pontificio di
Leone X, quando il modello della Santa Casa
viene mandato a Roma per essere approvato dal
papa anche i progetti per palazzo e facciata
siano stati sottoposti a revisione62.
La facciata di Bramante, spoglia e senza ordi-
ni, potrebbe non avere incontrato il gusto del
sono stati attribuiti da Geymller, Chtelet e nuovo pontefice, e Andrea Sansovino, divenuto
Nesselrath a Sebastiano da Sangallo detto Ari- architetto della fabbrica, potrebbe avere propo-
stotile. Secondo Ghisetti Giavarina sarebbero sto un nuovo progetto, poi copiato nei disegni di
invece di Tommaso Boscoli, sulla base della cal- Monaco e di Lille e in seguito accantonato63.
ligrafia delle didascalie che lo studioso pensa di Tale proposta potrebbe collocarsi tra il 1513,
riconoscere anche in alcuni disegni di Monaco e quando Contucci viene nominato architetto
in molti disegni degli Uffizi attribuiti preceden- della fabbrica, e il 1518, quando la fabbrica di
temente ad Aristotile56. Cos anche il disegno di palazzo e chiesa vengono affidate a Cristoforo
Monaco stato variamente attribuito ad Aristo- Resse da Imola. In tale frattempo Sansovino pu
tile da Sangallo e a Tommaso Boscoli57. assentarsi da Loreto per quattro mesi lanno, e
Entrambi gli autori luno pittore ma anche pu facilmente mettersi al corrente delle propo-
presente in molti cantieri di suo cugino Antonio ste per la facciata di San Lorenzo. Lesistenza dei
il Giovane, laltro scultore-appaltatore legato due disegni, una pianta e un alzato della tribuna
prima ad Antonio il Vecchio, poi ad Antonio il (U 926, 141 A), copiati da Riniero Nerucci da
Giovane avrebbero avuto eguali possibilit di Pisa da originali di Sansovino e datati da Eiche

100

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
20. Francisco de Hollanda, veduta della
facciata di Santa Maria di Loreto da ovest,
1539 (Madrid, Biblioteca del Monasterio
de El Escorial, Codex Escurialensis. Da
Borsi, Bramante, cit.).

intorno al 1525, rende lecito supporre che altri corso coperto che dal palazzo conduce fino alla
fogli sansoviniani siano stati copiati dagli auto- chiesa viene guadagnato chiudendo lo spazio
ri dei fogli di Lille e Monaco. Ma il ruolo di che la separa dal campanile, e aprendo una
Andrea Sansovino architetto non ancora suf- porta nella prima cappella66. A questa esigenza
ficientemente chiaro, e lipotesi non suppor- planimetrica corrisponde in alzato una soluzio-
tata da nessun altro elemento. necessario ne di raccordo tra facciata della chiesa e palaz-
quindi chiedersi se questi disegni possano tro- zo apostolico. In U 921 A tale raccordo viene
vare unaltra collocazione. risolto piegando il pilastro e proponendo una
A questo scopo utile mettere a confronto arcata che si innesta in facciata con una semi-
tutte le proposte per la facciata ricavabili dalle lesena dello stesso ordine del portico del palaz-
piante di Antonio il Giovane (U 921, 922, 925 zo apostolico. In U 922 A (ill. 22) Antonio pro-
A), e infine larticolazione in pianta della faccia- pone invece una superficie pi neutra, che in
ta del disegno conservato allospedale di San alzato corrisponde con ogni probabilit a ci
Giacomo degli Incurabili64. che disegna in U 925 A: un muro su cui conti-
nuano le modanature della trabeazione dellor-
I disegni di Antonio il Giovane per la facciata dine minore e maggiore.
Bramante, secondo Bruschi, non utilizza un Seguendo la successione proposta da Sabine
ordine in facciata perch non vuole proseguire Eiche, il secondo disegno della serie (U 922 A,
il dorico della piazza su di una fronte di chiesa 1526-31) presenta un binato di colonne libere,
dedicata alla Vergine65. Al contrario la presen- che ripropone il ritmo e larticolazione di U 278
za dellordine dorico non sembra essere un A, riproposti anche nei disegni di Lille e Mona-
ostacolo per Antonio il Giovane, e cos nel co. Nel saggio sulle chiese di Antonio il Giova-
primo disegno della serie lauretana (U 921 A, ne Tafuri mostra come larchitetto, dopo lespe-
1526 circa) presente un ordine dorico gigan- rienza di SantEgidio in Cellere, nelle varie pro-
te di quattro colonne libere. Anche in questa poste per facciate diffidi dellordine gigante e
proposta si intravedono echi del concorso fio- faccia piuttosto ricorso a pi livelli di ordini
rentino per San Lorenzo, in particolare della sovrapposti. Mentre negli anni venti sembra
proposta raffaellesca: la facciata non infatti spesso tentato dallusare lordine colossale.
una lastra applicata, ma presenta un profondo Loreto esemplare di tale indecisione nei con-
nartece (ill. 3). Questa soluzione, che permet- fronti dellordine gigante, e il foglio U 922 A
te al percorso porticato della piazza di prose- pu essere interpretato come un ripensamento
guire anche lungo il lato occupato dal frons rispetto allaudacia progettuale di U 921 A.
ecclesiae, evidentemente una risposta a una Tale seconda soluzione (U 922 A) presenta
precisa esigenza del santuario, perch il mede- inoltre dei problemi di corrispondenza con il
simo problema viene affrontato pure in U 922 ritmo della piazza: guardando il lato della piaz-
A con diversa soluzione (ill. 76): qui un per- za opposto alla facciata in U 921 A poco defi-

101

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
21. Antonio da Sangallo il Giovane, studio A sfavore di questa ipotesi, importante
per la facciata di Santa Maria di Loreto notare come in genere nei disegni di Antonio il
(U 925 A. Da Frommel, Adams [a cura
di], The Architectural Drawings, cit.). Giovane prevalga linteresse per larchitettura
sullornamento, diversamente da quanto avviene
nei disegni di Monaco e Lille. Questo per non
implica che le sue facciate non prevedessero
quellintersezione di architettura e scultura che
lo zio Giuliano aveva proposto per il concorso
relativo a San Lorenzo: e anche sulla facciata di
San Giovanni dei Fiorentini, com noto, erano
previsti rilievi scultorei68. Cos come non gli
estraneo il motivo del binato molto ravvicinato,
rappresentato nei disegni di Lille e Monaco, che
non lascia spazio per nicchie tra le colonne. Pur
non essendo un motivo tra i pi ricorrenti della
sua produzione, presente nel foglio U 174 A
per Santa Maria di Loreto a Roma (1522), di
mano per lappunto di suo cugino Aristotile;
sempre che non si tratti di una semplificazione
del disegnatore69.
Partendo dalla datazione proposta da Sabine
Eiche per il foglio U 922 A larco di tempo
(1526-31) entro il quale datare il progetto si
allarga cos a fino al 153570. Quasi certamente
nel 1533 non stato ancora approvato un pro-
getto definitivo per la facciata, dal momento che
nellottobre 1533, quando si mette in opera lor-
dine in pietra del portico del palazzo Apostolico,
non esiste ancora una soluzione per la prima
campata quella di raccordo con la facciata
nito e risolto con lesedra, forse bramantesca che viene lasciata incompiuta71. Si potrebbe pen-
al ritmo a-b-a-C-a-b-a della facciata della chie- sare che il disegno originale, da cui sono stati
sa corrisponde un ritmo del tutto sfalsato, dove copiati i fogli di Lille e Monaco, sia quindi da
la travata ritmica riflessa soltanto nella cam- datare tra il 1533 e il 1534, e che il progetto suc-
pata centrale e perde ogni corrispondenza in cessivo (U 925 A) sia posteriore al 1534 ma pre-
quelle laterali. cedente al 1535, anno in cui Antonio, finito di
Una soluzione a tale disomogeneit viene mettere in opera il rivestimento marmoreo,
studiata in U 924 A (77a), dove compaiono lascer il cantiere nelle mani di Riniero Neruc-
grandi binati di colonne. Ma alla fine sembra cio da Pisa72.
che il ritmo binato venga del tutto abbandona- Se il disegno conservato nel fondo dellOspe-
to67. Infatti nel foglio U 925 A, che sembra esse- dale degli Incurabili (ill. 11) conclude le propo-
re lultimo atto del processo progettuale, non ste di Antonio per la questione dei piloni, non
ritorna tale soluzione e Antonio ripropone lor- chiude in assoluto il suo percorso progettuale
dine colossale di colonne questa volta non del lauretano. Nel foglio romano, attribuibile per
tutto libere, che configurano una travata ritmi- quanto riguarda lesecuzione allo studio di
ca: torna la soluzione albertiano-bramantesca Antonio, la chiesa presenta una facciata che con-
dellintersezione di un arco trionfale con un tiene elementi derivanti da U 921 A ma anche
pronao di tempio quale soluzione di una faccia- gi in nuce il progetto definitivo. Come U 921
ta di chiesa cristiana monumentale. A, anche in questo foglio propone una facciata a
possibile trovare una collocazione per il nartece, e la medesima soluzione di raccordo tra
progetto rappresentato nei disegni di Lille e basilica e palazzo Apostolico. Torna anche lor-
Monaco allinterno di questa successione? Ten- dine gigante, bench in questo caso si tratti di
tando di immaginare la pianta di tale facciata, si semicolonne. Ma ci che interessante, e testi-
pu notare che questa si avvicina molto a quella monia ancora una volta del colloquio tra gli arti-
rappresentata in U 922 A. Tale somiglianza pu sti, la presenza di un ordine minore nelle due
quindi suggerire lipotesi che Aristotile o chi per campate esterne: una soluzione che rimanda al
lui (comunque un frequentatore della cerchia progetto di Raffaello per la facciata di San
sangallesca) stia riproducendo un foglio di Lorenzo, rappresentato, forse da Aristotile, in U
Antonio, andato perduto, nel quale il fiorentino 2048 A73. Il riapparire della facciata a nartece,
doveva aver disegnato lalzato di U 922 A. presente nella prima proposta per il prospetto

102

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
tizzare che tale foglio rappresenti in nuce lulti-
mo progetto di Sangallo per la chiesa. Qui infat-
ti proprio una porta ionica a essere la protago-
nista principale. Un ordine gigante articola il
fronte secondo un ritmo a-B-a e sorregge un
enorme timpano triangolare75. Le aperture late-
rali sono articolate da un ordine minore la cui
trabeazione riprende le tre fasce del portale
ionico, e continua, astratto, sui muri di raccordo
tra chiesa e palazzo. probabile che a partire da
questo foglio sia stato sviluppato in seguito un
disegno esecutivo, di cui il foglio U 948 A di
mano del Cordini poi copiato da Neruccio da
Pisa in U 710 A76 un dettaglio. Tale disegno
rappresenta in tutti i suoi particolari la porta
ionica, e Antonio vi scrive indicazioni preziose
che unite a quelle fornite da U 925 A danno la
chiave per comprendere il disegno generale di
tutto il fronte nord della piazza. In alto a sini-
stra, allaltezza della cornice della porta, trovia-
mo liscrizione questo sie al piano del corncio-
ne delle loggie77.
Tornando a guardare il foglio U 925 A tale
iscrizione diventa chiarissima: come tra atrio e
cortile in palazzo Farnese, Antonio sta tentando
di dare unit a tutto il complesso mediante la
continuit delle modanature orizzontali.
Non noto se Antonio lasciasse altri
23. Antonio da Sangallo il Giovane, studio di Loreto (U 921 A), ma scartata nel progetto modelli lignei oltre a quello nuovo per le logge
del lato breve del palazzo Apostolico sulla successivo (U 922 A) (ill. 22), sembra riflettere del palazzo del 1526, per esempio nessun docu-
piazza di Loreto opposto alla facciata della
chiesa (U 924 A. Da Frommel, Adams unulteriore indecisione di Antonio, forse mento menziona un modello per la facciata78;
[a cura di], The Architectural dovuta anche a esigenze funzionali, disponibi- certo che se anche lo fece, a nulla valsero i
Drawings, cit.).
lit finanziarie e intenzioni della committenza. suoi espedienti per costruire contro il tempo79.
22. Antonio da Sangallo il Giovane, pianta Non chiaro se in quello che si pu ritenere il Nonostante la posa in opera della porta ionica,
della piazza del palazzo Apostolico di Loreto progetto definitivo (U 925 A) tale soluzione sia elemento regolatore del complesso meccani-
con parte della basilica (U 922 A. Da
Frommel, Adams [a cura di], The abbandonata74: la messa in opera del portale smo della facciata e della sua relazione con il
Architectural Drawings, cit.). ionico sulla facciata, testimoniata dal disegno resto del complesso, la sua proposta non verr
di Hollanda, non in contraddizione con lipo- attuata, e alla fine degli anni Settanta Giovanni
tesi che si prevedesse una facciata a nartece Boccalino da Carpi trasferir il portale sul
articolata nello spazio come quella di SantAn- fronte meridionale del palazzo Apostolico e
drea a Mantova, dove appunto il portale scolpi- inizier a elevare una fronte ben diversa per la
to si trova in una collocazione analoga. chiesa. Con il 1535 pu considerarsi chiusa le-
In virt della messa in opera di un portale del poca iniziale della lunga vicenda progettuale
tutto simile a quello in U 925 A possibile ipo- della basilica.

Il presente lavoro una rielaborazione segnalato e discusso con entusiasmo to, Bari 1969; Id., Loreto: citt santuario e di Santa Maria di Loreto: strutture socio-
di un capitolo della mia tesi di dottora- disegni e libri; Fabrizio Tonelli per la cantiere artistico, in Loreto crocevia, Brescia religiose, sviluppo edilizio nei secoli XIV-XV:
to: Santa Maria di Loreto 1469-1535. Da sua insolita pazienza e per le mille indi- 1997, pp. 441-470; S. Eiche, Loreto, in Documenti, Ancona 1990. M. Leopardi,
baluardo simbolico a cappella pontificalis, cazioni e discussioni preziose. E ancora, C.L. Frommel, N. Adams (a cura di), The Annali della citt di Recanati, di Loreto e
relatore prof. Howard Burns, Diparti- per svariate ragioni, Orietta Lanzarini, Architectural Drawings of Antonio da San- Porto Recanati, Recanati 1994 (ristampa
mento di Storia dellArchitettura, Istitu- Fulvio Lenzo, Paola Modesti, Francesco gallo the Younger and his Circle, I-II, New delledizione: I-II, Varese 1945).
to Universitario di Architettura di Vene- Benelli, Elena Svalduz, Roberta Marti- York-Cambridge (Mass.) 1994, II, pp.
zia, discussa nel novembre 2002. La mia nis. Ai miei genitori Antonio e Lindsay 59-61. Oppure per i documenti cfr. P. 2. Vedi per il racconto agiografico G.
gratitudine va a Howard Burns per aver- e ai miei fratelli Peter e Isobel dedico Gianuizzi, Documenti inediti sulla basilica Tolomei (detto il Teramano), Translatio
mi indicato la via, assecondato con questo lavoro. lauretana, in Archivio Storico dellAr- miraculosa Ecclesie beate Marie Virginis de
pazienza e illuminato nei nostri incon- te, 1888, pp. 273-276 (I); pp. 321-327 Loreto (1468c), in Grimaldi, La chiesa,
tri, e a Manuela Morresi per avermi 1. Per le vicende quattrocentesche cfr. A. (II); pp. 364-69 (III); pp. 415-426 (IV); cit. [cfr. nota 1], pp. 155-158, N. Housley,
incoraggiato, per la sua generosit nel Bruschi, F. Grimaldi, voce Loreto, in Dic- pp. 451-453 (V), e le fondamentali rac- Holy Land or Holy Lands? Palestine and the
rileggere e correggere la tesi e per i tionary of Art, a cura di J. Turner, XIX, colte di F. Grimaldi, La chiesa di Santa Catholic West in the late middle ages and
molti suggerimenti. Vorrei inoltre rin- New York 1996, pp. 685-689. P. Gia- Maria di Loreto nei documenti dei secoli Renaissance, in The Holy Land, Holy Lands
graziare Anna Bedon che mi ha seguita nuizzi, La chiesa di Santa Maria di Loreto, XII-XV, Ancona 1984; Id., La basilica and Christian History, Summer Meeting
fin dai primi passi, gli amici Vitale Zan- in La Rassegna Italiana, IV, 15 settem- della Santa Casa di Loreto, Ancona 1986; (Warwick, 1998) e Winter Meeting
chettin e Maddalena Scimemi per aver bre, 1884; A. Bruschi, Bramante architet- F. Grimaldi, K. Sordi (a cura di), La villa (London, 1999) della Ecclesiastical

103

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
Historical Society, a cura di R.N. Swan- Julius II, in Journal of the Warburg & 17. Eiche, Loreto, cit. [cfr. nota 1], pp. 1470, in Leon Battista Alberti, Opere vol-
son, London 2000 (Studies in Church Courtauld Institutes, XXVIII, 1965); 183-184. Per le datazioni, salvo qualche gari, a cura di C. Grayson, I-III, Bari
History, 36), pp. 80-117. Cfr. anche A. Bruschi (Bramante, cit. [cfr. nota 1], p. eccezione, rimando a quelle proposte ivi. 1960-1973, III, p. 295. E anche la lettera
Dupront, Il sacro. Crociate e pellegrini: lin- 973) la attribuisce a Giancristofro Roma- di Giovanni Aldobrandini a Ludovico
guaggi e immagini, Torino 1993. no. Liscrizione della medaglia recita 18. Il piccolo foglio U 1056 A, di mano Gonzaga a proposito dellAnnunziata a
TEMPLVM VIRG LAVRETI di Giovan Battista, (cfr. ivi, p. 199) si pu Firenze, 23 marzo 1471: per quanto
3. Vedi Bruschi, Loreto, cit. [cfr. nota MDVIIII. dire contemporaneo al foglio U 921 A. posso con mio debole ingiegno com-
1], pp. 458-59. Infatti qui viene studiata la soluzione prendere, veramente cognosco, seguitan-
9. Roma, Archivio di Stato (dora in poi proposta in U 921 A nel pilone in alto a do questo edificio [sc. lAnnunziata a
4. Gianuizzi, La chiesa, cit. [cfr. nota 1]; ASR), Fondo Osp. Incurabili, cart. n. 1505, sinistra, e si tenta di non occludere la Firenze]) secondo quello che principia-
Grimaldi, La basilica, cit. [cfr. nota 1]; Loreto, basilica e palazzo apostolico. Ringra- vista della Santa Casa dalla navata calco- to, non potersi in alcun modo al culto
Bruschi, Bramante, cit. [cfr. nota 1]; Id., zio Vitale Zanchettin per aver portato landone lingombro una volta montato il divino, come ordinato, ben esercitare
Loreto, cit. [cfr. nota 1]; K. Weil Garris alla mia attenzione questo disegno. rivestimento marmoreo. Accenni al perch [] che in tucto impediranno la
Posner, Cloister Court and City Square, in ruolo di Battista a Loreto in Pirri, Andrea messa a dicte cappelle, e quelli che
Gesta, XII, 1973, pp. 123-132, e Ead., 10. Recanati, Archivio Comunale, 89, Sansovino, cit. [cfr. nota 6], e Marzoni, andranno alla messa a dicte cappelle
Alcuni progetti per piazze e facciate di Bra- Annales, c. 93 (18 dicembre 1515): Quia Il palazzo Apostolico..., cit. [cfr. nota 4]. daranno grande sturbamento al coro.
mante e di Antonio da Sangallo il Giovane a fuit relatum fabricam Santae Marie Lau- Pi in generale vedi P.N. Pagliara, Cordi- Ancora oltre a tale impedimento non
Loreto, in Studi Bramanteschi, Roma 1974, retane fecisse mutationem in una alia ni, Giovanni Battista (detto il Gobbo), in cosa conveniente che le secolari donne
pp. 313-338; Bench pi incentrato sulla columna prope organum. Super tertia. Dizionario Biografico degli Italiani, 29, con la presentia loro ai frati si propinque,
scultura cfr. anche Ead., The Santa Casa di Mittantur cives ad gubernatorem hor- Roma 1983, pp. 23-28. et quasi con loro rinchiuse habbiano a
Loreto. Problems in Cinquecento Sculpture, tando eum ut provideat quod demoliatur dare loro alcuna turbatione (cit. in B.L.
New York 1977; M.C. Marzoni, Il palaz- cuppula ut evitetur periculum aliter 19. C.L. Frommel, Introduction, in Antonio Brown, The Tribuna of the SS. Annunzia-
zo Apostolico di Loreto, in QUISA, 23, communitas, in Grimaldi, La basilica, da Sangallo The Younger and the Practice of ta in Florence [Northwestern University,
1994, pp. 39-60. Marzoni conclude che cit. [cfr. nota 1], p. 222. Architecture in the Renaissance, in From- 1978], Ann Arbor 1989, doc. 44).
solo le prime otto campate, senza portico mel, Adams (a cura di), The Architectural
vengono costruite secondo il progetto di 11. Loreto, Archivio Segreto della Santa Drawings, cit. [cfr. nota 1], pp. 1-22. 24. Cfr. C. Jobst, Die Planungen Antonios
Bramante: tutto ci che si costruisce Casa (da ora in poi ASSC), Instromenti, 3, da Sangallo des Jngeren fur die Kirche S.
dopo il 1521, e ancora pi dopo il 1526, c. 145r, pubblicato in appendice in Hun- 20. G. Satzinger, Antonio da Sangallo der Maria di Loreto in Rom, Worms 1992, e
presenta infatti particolarit costruttive e tley, Andrea Sansovino, cit. [cfr. nota 6], ltere und die Madonna di San Biagio bei C. Jobst, Santa Maria di Loreto a Roma,
piccole variazioni che sono da attribuire pp. 114-115. Montepulciano, Tbingen 1991, pp. 146- opera di Antonio da Sangallo il Giovane.
ad Antonio da Sangallo, in deroga al pro- 148. Per Antonio il Vecchio vedi anche Lorigine e sviluppo del tipo di pianta centri-
getto bramantesco. 12. Si afferma (Gianuizzi, La chiesa, cit. A. Bruschi, Antonio Giamberti, in Dizio- ca in un perimetro quadrato, in G. Spagne-
[cfr. nota 1]) che nel 1514 Andrea Sanso- nario Biografico degli Italiani, 54, Roma si (a cura di), Antonio da Sangallo il Giova-
5. A. Venturi, Gian Cristoforo Romano, in vino aveva realizzato gi un muro nella 2000, pp. 273-287; M. Cozzi, Antonio da ne: la vita e lopera, Roma 1986.
Archivio Storico dellArte, I, 1888, pp. parte orientale della chiesa. Huntley Sangallo il Vecchio e larchitettura del Cin-
49-59, 107-18, 148-58. Vedi anche C.M. crede che i due disegni siano da colloca- quecento in Valdichiana, Genova 1992. 25. Per lalzato si potrebbe anche imma-
Brown, Gleanings from the Gonzaga Docu- re intorno al 1514, ma afferma anche che Tra il 1502 e il 1503 Antonio da Sangal- ginare un prospetto interno allottagono
ments in Mantova: Gian Cristoforo Romano la cupola non era ancora costruita dal lo il Vecchio aveva gi affrontato impre- che ricordi U 107 Ar. Vedi Wurm, Bal-
and Andrea Mantegna, in Mitteilungen momento che non si era ancora sicuri se quali quelle di rafforzamenti di piloni dassarre Peruzzi cit. [cfr. nota 22].
des Kusthistorischen Institutes in Flo- della stabilit dei pilastri. Huntley, di una chiesa, bench di dimensioni ben
renz, 17, 1973; H. Gnther, Gian Cri- Andrea Sansovino, cit. [cfr. nota 6], p. 89. pi piccole, a Santa Maria delle Lacrime 26. A. Bruschi, Baldassarre Peruzzi in San
stoforo studia larchitettura antica, in P. ad Arezzo. Pietro attraverso i suoi disegni, in Carpeg-
Carpeggiani, L. Patetta (a cura di), Il dise- 13. ASSC, Instromenti, 3, c. 162 (pubbli- giani, Patetta (a cura di), Il disegno cit.
gno di architettura, Milano 1989, p. 137. cato in Pirri, Andrea Sansovino, cit. [cfr. 21. Sovrapponendo alla stessa scala i due [cfr. nota 5], pp. 181-189; C.L. Frommel,
nota 6], pp. 425-428; Grimaldi, La basili- disegni si pu infatti rilevare una perfet- Baldassarre pittore ed architetto, in Fagiolo,
6. Se per la scultura il contributo di San- ca, cit. [cfr. nota 1], p. 224). Il 5 marzo ta coincidenza. Madonna (a cura di), Baldassarre Peruz-
sovino stato analizzato in dettaglio da 1517 nei conti della Santa Casa si regi- zi, cit. [cfr. nota 22], pp. 21-46.
Weil Garris, gli sviluppi del cantiere stra lacquisto di varie leccornie per 22. H. Wurm, Baldassarre Peruzzi: Archi-
architettonico (1513-17 e 1523-25) sotto accogliere i visitatori, che sembra restino tekturzeichnungen, Tbingen 1984, p. 27. Sventrando le sagrestie vengono
la sua conduzione sono tuttora poco almeno fino alla fine del mese. Vedi Gio- 289. U 471 Ar (Torre e crociera, Lore- infatti a mancare un appoggio e una via
definiti, nonostante le pubblicazioni di P. vannoni, Antonio..., cit., [cfr. nota 7], p. to?); H. Wurm, I disegni di architettura del di scarico essenziale delle forze oblique.
Pirri, Andrea Sansovino a Loreto, in La 188. Cfr. anche Marzoni, Il palazzo Apo- Peruzzi. Un contributo alla loro cronologia, Il tamburo e le sagrestie, al livello del
Civilt Cattolica, 82, IV, 1931, pp. 415- stolico..., cit. [cfr. nota 4], pp. 40-41. in M. Fagiolo e M.L. Madonna (a cura sottotetto, sono uniti da archi diagonali e
429; III, 1932, pp. 223-236, e G.H. Hun- di), Baldassarre Peruzzi: pittura, scena e contraffortati da archi rovesci.
tley, Andrea Sansovino, Cambridge 14. Vedi Pirri, Andrea Sansovino, cit. architettura nel Cinquecento, Roma 1987,
(Mass.) 1970 [I ed. 1935]. Dal 1518 [cfr. nota 6], p. 422. Marzoni segnala che pp. 721-746. Per la datazione, si pu 28. Un colloquio tra Sangallo e Peruzzi
Cristoforo Resse da Imola a essere defi- il 2 maggio 1518 viene fatto un elenco ricordare che dopo aver passato vari anni viene ipotizzato gi a partire dal concorso
nito architetto della fabbrica, ma dopo la degli strumenti consegnati da Sansovino pi a Siena che a Roma, tra il 1527 e il per San Giovanni dei Fiorentini, in cui,
sua morte nel 1522, sembra che Sansovi- al Resse. Cfr. ASSC, Libro mastro B, c. 42, 1531, Peruzzi alla fine del 1531 di nel foglio U 1292 A attribuito ad Antonio,
no riguadagnasse il suo posto, per poi cit. in Marzoni, Il palazzo Apostolico..., cit. nuovo stabilmente a Roma: la sua propo- una delle soluzioni per la cappella maggio-
perderlo nuovamente nel 1525. Vedi la [cfr. nota 4], p. 42 e p. 52. A causa di sta potrebbe quindi collocarsi alternati- re prevede un perimetro esagonale. Cfr.
lettera del 24 dicembre 1523 di Giuliano diversi attacchi turchi alle coste marchi- vamente appena prima del 1527 o appe- M. Tafuri, Ricerca del Rinascimento. Principi,
Ridolfi da Capua, protettore di Loreto giane dal 1518 al 1522 ci si concentra na dopo il 1531. La pianta della torre in citt, architetti, Torino 1992, p. 164.
(ivi, pp. 120-121). sulla costruzione delle mura, trascurando alto a destra ricorda le torri del modello
in parte la fabbrica della chiesa. sangallesco per San Pietro. Per lidentifi- 29. Come lascerebbe anche supporre la
7. G. Giovannoni, Antonio da Sangallo il cazione della torre come per San Pietro scala molto grande del disegno.
Giovane, Roma 1959, pp. 187-198 e ad 15. La nota critica al lavoro di Sansovino vedi i disegni del modello di Anonimo
Indicem; Bruschi, Loreto, cit. [cfr. nota per il palazzo Apostolico registrata sul conservati a Berlino. Cfr. schede di C. 30. ASR, Fondo Osp. Incurabili, cart. n.
1]; A. Bruschi, Cordini, Antonio, in Dizio- foglio U 921 A: Santa Maria in la Thoenes, pp. 648-650, e il saggio intro- 1505, Loreto, basilica e palazzo apostolico.
nario Biografico degli Italiani, 29, Roma Marca, cio lo palazzo inanzi alla chiesa, duttivo San Pietro 1534-1546. I progetti di Dimensioni: 44,557 cm, penna e acque-
1983, pp. 3-23; Weil Garris Posner, Cloi- principiato per Bramante, guidato male Antonio da Sangallo il Giovane per il papa rello. Per il disegno di Aristotile conser-
ster Courts, cit. [cfr. nota 4], e Ead., per lo Sansovino bisogna corregierlo. Paolo III, in H. Millon (a cura di), Rina- vato nello stesso fondo vedi G. Spagnesi,
Alcuni progetti, cit. [cfr. nota 4]; Eiche, scimento da Brunelleschi a Michelangelo, Alcuni inediti dello studio di Antonio da
Loreto, cit. [cfr. nota 1], pp. 59-61, e sche- 16. Nel 1531 si fanno le fondazioni per Milano 1994, pp. 635-650. Sangallo il Giovane, in Spagnesi (a cura
de dei disegni U 139, 141, 710, 921, 922, mettere in opera il rivestimento. Nei di) Antonio da Sangallo il Giovanecit.
924, 925, 926, 927, 948, 1036, 1056, fogli U 1380 A e 1379 A si calcolano i 23. Quella dellinterferenza tra le diverse [cfr. nota 24], pp. 137-143, in part. p.
1379, 1380 A. metri cubi da pagare agli operai, e si attivit che possono avvenire contempo- 140-141. Il disegno viene citato anche da
mostrano i piloni identici a quelli quat- raneamente allinterno di una chiesa Satzinger, Antonio da Sangallo, cit. [cfr.
8. La medaglia attribuita a Pier Maria trocenteschi, quindi i lavori su di essi non una questione che premeva e che veniva nota 20], p. 147.
Serbaldi (G.F. Hill, A corpus of Italian ancora iniziati. Cfr. N. Alfieri et al., Con- discussa durante la progettazione di una
Renaissance Medals before Cellini, London tributi archeologici per la storia della Santa chiesa. Vedi lettera di Leon Battista 31. Di natura eterogenea, tale fondo rac-
1933, n. 868) o a Giancristoforo C. Casa di Loreto, in Studia Picena, 35, Alberti a Ludovico Gonzaga a proposito coglie disegni di diversi periodi. Bench
Romano (R. Weiss, The Medals of Pope 1967, pp. 64-128. di SantAndrea a Mantova, 23 settembre vi appartengano vari disegni dello studio

104

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
sangallesco e anche un disegno di Aristo- to al rivestimento marmoreo della Santa Sammlung, n. 33257; Lille, Muse Italiani, 13, Roma 1971, pp. 229-221;
tile da Sangallo, non si pu attribuire con Casa, e quindi la facciata sarebbe poste- Wicar, Pluchart 773-752; Siena, Biblio- Ghisetti Giavarina, Aristotile da Sangal-
certezza questo disegno, vi una sola riore alla sua ideazione (luso del binato teca Comunale, Taccuino di O. Vannocci, lo, cit., pp. 63-95: Tommaso Boscoli.
iscrizione sul verso, che sembra di mano non per nuovo a Giuliano che laveva ms. S IV 1, f. 6v; U 4687 A attribuito a Ipotesi di attribuzione dei disegni raccol-
pi tarda: Propter coiunctionis Martini usato nella cappella Gondi 1505-06); post Giorgio Vasari il Giovane. ti agli Uffizi. Boscoli appaltatore, scal-
(sic) et Veneris. 1513 per la presenza di aquile reggifesto- pellino, scultore. Lavora a Montepulcia-
ne tra il binato estremo sinistro, che 53. Weil Garris Posner, Alcuni progetti, no (1524 ca.), a palazzo Farnese, e con
32. Questo confronto con la pianta sette- rimanderebbero a Leone X; tale ipotesi, cit. [cfr. nota 4], pp. 327 e 336. Vedi Michelangelo per la tomba di Giulio II.
centesca farebbe pensare che per Satzin- sulla scia di unindicazione verbale di anche N. Ferri, Indici e cataloghi dei dise- Altri disegni della collezione Uffizi sono
ger si tratti di una delle ultime proposte John Shearman, sarebbe rafforzata dalla gni di architettura esistenti nella Galleria stati attribuiti da Ghisetti Giavarina (ivi,
di Antonio il Giovane, in contrasto con presenza della Nativit nel riquadro cen- degli Uffizi in Firenze, Firenze 1885, p. pp. 70-72) al Boscoli; tra questi U 1739 e
la datazione del foglio da lui suggerita. trale, che rimanderebbe al programma 144 che per attribuisce lU 4687 A a 1740 A, che rappresentano modanature
politico di papa Medici: adventus pacifi- Santa Maria di Loreto a Roma. Cfr. Gio- dellordine dorico (basilica Aemilia) del
33. Francisco de Hollanda, 1539 cis regis. Bruschi non ritiene inverosi- vannoni, Antonio..., cit. [cfr. nota 7], pp. palazzo apostolico di Loreto, e U 1744 A
(Madrid, Biblioteca del Monasterio de El mile che il disegno U 278 A costituisse in 85 e 454. che sembra invece riferibile alle modana-
Escorial, Codex Escurialensis), pubblicato origine un progetto di Giuliano per ture terminali della Santa Casa, pensate
in K. Weil Garris Posner, The Santa Casa Loreto, forse in collaborazione con 54. Iscrizione: [a sx] la banda didrento / da Antonio il Giovane in prossimit del
di Loreto. Problems in Cinquecento Sculptu- Andrea Sansovino e verosimilmente suc- acanto alla pianta / [....] lalanterna [a montaggio di tutte le parti, e a completa-
re, New York 1977. Lottagono diventa- cessivo agli anni 1508-09, ma non esclu- dx] senza chandelieri etc q.(uesto) orna- mento del modello di Bramante, quindi
to un decagono, e non chiaro cosa si de che sia posteriore alla morte di Giulio mento facta adiscretione / la facciata di intorno al 1531 (vedi Weil Garris Posner,
intravveda attraverso gli archi, se le cap- II e alla nomina di Andrea Sansovino a S(an)ta M(aria) delloreto / misurato solo Alcuni progetti, cit. [cfr. nota 4]).
pelle o gli archi a tutto sesto inseriti nella capo della fabbrica lauretana nel giugno lapianta ch di dentro.
prima arcata della navata. 1513. Vedi Bruschi, Bramante, cit. [cfr. 59. Nesselrath, I libri, cit. [cfr. nota
nota 1], pp. 975-76. 55. A. Nesselrath, I libri di disegni dellan- 55], pp. 89-147.
34. G. Ferri, La Santa Casa di Nazareth e tichit. Tentativo di una tipologia, in S. Set-
la citt di Loreto descritte storicamente e 43. I disegni U 279, 280 e 281 A sono tis (a cura di), Memorie dellantico nellarte 60. Dal momento che si tratta di copie,
disegnate da Gaetano Ferri, Macerata tutti fogli di presentazione, ma lunico italiana, III, Torino 1986, pp. 89-147. non necessario che nessuno degli ipote-
1853. disegno a recare un qualsiasi riferimento Vedi anche Id., Il Libro di Michelangelo a tici autori sia andato a Loreto. Qui
a San Lorenzo U 281 A, in cui una sta- Lille, in QUISA, 24, 1994, pp. 35-52. piuttosto Giovan Battista a seguire il
35. C. Agostinelli, Sacconi architetto della tua del santo con la graticola si trova cantiere per Antonio (vedi Giovannoni,
Santa Casa di Loreto. I grandi restauri: nella nicchia a sinistra della porta. 56. H. Geymller, Documents indits sur Antonio, cit. [cfr. nota 7]). Da una let-
1860-1930, in Giuseppe Sacconi (1854- les manuscrits et les uvres darchitecture de tera indirizzata al Buonarroti risulta che
1905). Architetto montaltese tra Marche e 44. R. Pommer, Drawings for the facade of la famille des Sangallo, in Mmoires de la nel 1533 il Boscoli non molto informa-
Roma, Montalto 2000, pp. 41-55; G. San Lorenzo in Florence by Giuliano da Socit nationale des Antiquaires de to circa lo stato dei lavori per il rivesti-
Cruciani Fabozzi, Lattivit di Giuseppe Sangallo, New York 1957, pp. 27, 86-98. France, XLV, Paris 1885, pp. 22-25; A. mento marmoreo, quindi non vi stato
Sacconi (1854-1905) e il cantiere della Basi- Ipotesi poi raccolta da Bruschi, Braman- Chtelet, Disegni di Raffaello e di altri ita- di recente. Al contrario Raffaello da
lica di Loreto, in Ananke, settembre te, cit. [cfr. nota 1], p. 975, e Weil Gar- liani del Museo di Lille, Firenze 1970; F. Montelupo vi risiede per quasi tre anni
1993, pp. 78-87. ris Posner, Alcuni progetti, cit. [cfr. nota Lemerle, Le livre de dessins de Michel- dal 1530 al 1533.
4], scheda IX, pp. 336-338. Pommer Ange, in B. Brejon de Lavergne (a cura
36. Conservati a Berlino nella Kunstbi- riconosce inoltre nella figura in nicchia di), Catalogue des dessins italiens: collections 61. La porta ionica lavorata a partire dal
bliothek, Hdz 4151, f. 108r e v. Questi ci alla sinistra del portale principale una du Palais des Beaux-Arts de Lille, Paris- 1537, e posta in opera prima del 1539, si
mostrano il recto la Santa Casa e le sue Madonna con Bambino. W. Lotz, Lere- Lille 1997, pp. 283-289. Ghisetti Giava- trova ora sulla facciata esterna del palaz-
modanature e il verso le modanature dei dit romana di Iacopo Sansovino architetto rina afferma che il gruppo di disegni di zo Apostolico. Viene trasferita qui negli
vari archi inseriti da Antonio iscrizioni veneziano, in Bollettino del Centro Monaco, undici in tutto, sono da riferirsi anni Ottanta, quando viene messa in
del f. 108v: cornice grande/archi meza- Internazionale di Studi di Architettura allo stesso autore dei disegni di Lille e opera la nuova facciata. Cfr. Giovannoni,
ni/archi picoli/pilastro sotto li archi. Andrea Palladio, III, 1961, pp. 82-85. degli Uffizi, da lui identificato con Tom- Antonio..., cit. [cfr. nota 7], p. 193, e Mar-
Ringrazio la professoressa Anna Bedon maso Boscoli. Cfr. A. Ghisetti Giavarina, zoni, Il palazzo Apostolico..., cit. [cfr. nota
per avermi segnalato questi disegni. 45. La facciata viene effettivamente ini- Aristotile da Sangallo e i disegni degli Uffizi, 4], p. 54.
ziata da Giovani Boccalini da Carpi nel Roma 1990, p. 97. Vedi anche A. Ghiset-
37. Vedi lU 1772 A, scheda in G. Morol- 1571, e terminata da Lattanzio Ventura ti Giavarina, recensione al catalogo dei 62. Nellaprile 1513 un mulattiere viene
li, I progetti di Architettura, in F. Borsi, C. nel 1587, durante il pontificato di Sisto disegni di Lille a cura di B. Brejon de pagato per portare il modello della
Acidini, F. Mannu Pisani, G. Morolli (a V. Cfr. Bruschi, Grimaldi, voce Loreto in Lavergne, in Il disegno di Architettu- Santa Casa de la capella a Roma
cura di), G.A. Dosio. Roma Antica e i dise- Dictionary of Art, cit. [cfr. nota1]. ra, 21-22, ottobre 2000, pp. 9-15. Nella alla Santit di nostro Signor papa
gni di architettura degli Uffizi, Roma sua analisi Weil Garris prende in esame il (ASSC, Depositario, 3, 1512-1521, c. 7,
1976, pp. 268-272. 46. Weil Garris Posner, Alcuni progetti, solo disegno di Monaco, cfr. Weil Garris cit. in Bruschi, Bramante, cit. [cfr.
cit. [cfr. nota 4], scheda IX, pp. 336-338 Posner, Alcuni progetti, cit. [cfr. nota 4], nota 1]).
38. Cfr. Eiche, Loreto, cit. [cfr. nota 1], p. 327. La studiosa non tenta una data-
pp.108-109. 47. Il problema delle ali in realt ha dei zione e accoglie lattribuzione ad Aristo- 63. A tal proposito interessante il sag-
precedenti, per esempio nelle facciate di tile proposta da Geymller, affermando gio di A. Bruschi, Una tendenza linguisti-
39. Cfr. Spagnesi, Alcuni inediti, cit. Santa Maria Novella a Firenze e di San che si tratta di una copia da un disegno ca medicea nellarchitettura del Rinasci-
[cfr. nota 30], p. 138-139. Francesco a Rimini. dello zio Giuliano che definisce il comu- mento, in Firenze e la Toscana dei Medici
ne archetipo sia dei progetti per la faccia- nellEuropa del 500, convegno interna-
40. Il Marchini riferisce i disegni U 276, 48. Weil Garris Posner, Alcuni progetti, ta fiorentina sia dei disegni di Antonio da zionale di studio (Firenze, 1980), 1-3,
277, 279, 280, 281 A a San Lorenzo, ma cit. [cfr. nota 4], scheda IX, p. 337: I Sangallo per la basilica di Loreto. Firenze 1983, 3. Relazioni artistiche. Il lin-
non identifica il foglio 278 con un pro- rilievi dellattico, invece sono sostituzio- guaggio architettonico, pp. 1005-1008.
getto per Loreto. G. Marchini, Giuliano ni come lo sono i pilastri che dividono i 57. Giovannoni, Antonio..., cit. [cfr. nota
da Sangallo, Firenze 1942, pp. 72-74. rilievi. dunque possibile che le propor- 7], pp. 85, 454. Weil Garris Posner, Alcu- 64. ASR, Fondo Osp. Incurabili, cart. n.
Vedi inoltre P.N. Pagliara, Giamberti, zioni verticali della facciata fossero origi- ni progetti, cit. [cfr. nota 4], pp. 335- 1505.
Giuliano, in Dizionario Biografico degli Ita- nariamente pi alte. 336: Aristotile da Sangallo; Ghisetti Gia-
liani, 54, Roma 2000, pp. 293-299. varina, Aristotile da Sangallo, cit. [cfr. 65. Bruschi, voce Cordini, Antonio, in
49. Le due aquile che reggono un festo- nota 56]: Tommaso Boscoli; Nesselrath, Dizionario, cit. [cfr. nota 7], pp. 3-23.
41. Sul concorso leonino vedi Tafuri, ne tra i capitelli del binato allestrema I libri, cit. [cfr. nota 55], p. 48 nota 11:
Ricerca del Rinascimento, cit. [cfr. nota sinistra, potrebbero suggerire una pro- Aristotile da Sangallo. 66. Nel progettare la facciata poi messa
28], in particolare cap. IV, con bibliogra- mozione medicea del progetto (ibid.). in opera alla fine del Cinquecento non si
fia precedente. 58. Cfr. Ghisetti Giavarina, Aristotile da tiene conto di questo problema in
50. Giuliano da S. Gallo Archit: Fio- Sangallo, cit. [cfr. nota 56]. Nato nel maniera organica, e il collegamento tra
42. Weil Garris Posner, Alcuni progetti, rent, nei due basamenti centrali, e 1481, educato come pittore nella bottega palazzo e chiesa risolto con un corri-
cit. [cfr. nota 4], pp. 336-337: Weil Gar- PIGHAMA. del Perugino, collabora molto spesso con doio che attraversa il corpo della torre
ris, propone tre possibili date: 1500-07, Antonio. Sar amico di Michelangelo che del palazzo e sbuca nel transetto sinistro.
perch lo stemma roveresco non ponti- 51. Weil Garris Posner, Alcuni progetti, lo vorr accanto a s nei lavori del Cam-
ficio, e sarebbe quindi da riferire a Basso cit. [cfr. nota 4], p. 327, n. 53. pidoglio nel 1546. Per Boscoli vedi G.C. 67. Non sono daccordo con Marzoni,
della Rovere che muore in quellanno; Bojani, voce Boscoli (dal o del Bosco), Tom- secondo la quale U 924 A rifletterebbe
post 1509, perch il binato sarebbe ispira- 52. Mnchen, Staatliche Graphische maso (Maso), in Dizionario Biografico degli una prima proposta di Antonio da San-

105

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
gallo per modificare lesedra bramante- ciata come una facciata a nartece.
sca. Eiche data pi convincentemente il
foglio tra il 1526 e il 1531. Sottolinea le 75. Vi anche un accenno a un timpano
molte cancellature nellarea dellingres- curvilineo. Vedi i disegni di Antonio (U
so, e il fatto che Antonio stia studiando le 70 A) e Peruzzi (Copia da Peruzzi, Siena,
varie relazioni proporzionali delledifi- Biblioteca Comunale, Taccuino S.IV, 7, f.
cio, ma non sottolinea il problema della 36) per San Pietro, dove tale tema
corrispondenza tra i due fronti brevi affrontato. Entrambi gli autori spezzano
della piazza. lenorme prospetto petrino in tre parti,
trattando ogni unit come un tempio a s
68. Vedi M. Tafuri, The Churches of Anto- stante, e applicandovi un ordine gigante
nio da Sangallo the Younger, in Frommel, e un timpano, come fa Antonio in U 925
Adams (a cura di), The Architectural A. Cfr. Frommel, San Pietro, cit. [cfr.
Drawings, cit. [cfr. nota 1], II, pp. 45- nota 73], pp. 399- 423.
61.
76. Lattribuzione a Neruccio da Pisa
69. C. Jobst, U 174 A, ivi, II, p. 113, con viene proposta da Eiche nella scheda
bibliografia. relativa a questo disegno nel Corpus, p.
144, sulla base dellattribuzione dei fogli
70. Se i disegni da cui copia lautore dei U 1379 e 1380 A allo stesso Neruccio da
fogli di Lille e Monaco arrivano insieme parte di Gnther, Gian Cristoforo, cit.
a tutti gli altri disegni per Loreto conte- [cfr. nota 5], pp. 137 ss.
nuti nella stesse collezioni (ma si tratta
soltanto di unipotesi), lottobre 1533 77. Gi sullU 925 A troviamo segnata la
diventa un teminus post quem, perch vi misura 31 palmi, cio laltezza dellor-
sono presenti particolari posti in opera dine delle logge del palazzo. Vedi il rilie-
dopo tale data. Nel 1533 Raffaello da vo in Marzoni, Il palazzo Apostolico..., cit.
Montelupo, con altri giovani scultori, [cfr. nota 4]. Cfr. anche Eiche, Loreto, cit.
torna a Roma richiamato da Clemente [cfr. nota 1], p.187.
VII. Vedi la lettera di Sebastiano del
Piombo a Michelangelo, in cui si afferma 78. Il 26 luglio 1526 si pagano 6 ducati
che il papa ha richiamato tutti da Loreto doro largi a m. Francesco marangone
per impiegarli nella sagrestia Nuova. Cfr. pel modello delle logge (ASSC, Libro
Il carteggio di Michelangelo, edizione mastro B, c 32r. Pirri, Andrea Sansovi-
postuma di G. Poggi, a cura di P. Baroc- no, cit. [cfr. nota 6], p. 417; Giovanno-
chi e R. Ristori, I-V, Firenze 1965-1979, ni, Antonio..., cit. [cfr. nota 7], p. 191;
III, 1973, pp. 17-18. Marzoni, Il palazzo Apostolico..., cit. [cfr.
nota 4], pp. 44 e 56, nota 34.
71. possibile che si valutasse ancora la
soluzione a nartece. Per la messa in 79. H. Burns, Building against Time:
opera delle parti in pietra, Marzoni, Il Renaissance Strategies to secure Large
palazzo Apostolico..., cit. [cfr. nota 4], p. Churches against Changes to their Design,
46, afferma questo sulla base di un paga- in J. Guillaume (a cura di), LEglise dans
mento a Ranieri Morelli per aver scolpi- larchitecture de la Renaissance, Actes du
to le trabeazioni di sette arcate della log- Colloque de Tours (28-31 maggio 1990),
gia. Le prime otto campate del piano ter- Paris 1995, pp. 107-132.
reno, mezzanino e primo piano sono rea-
lizzate gi nel 1517-18, ma senza la log-
gia antistante. Le prime fondazioni della
loggia erano state gettate nel 1523, quin-
di nel 1526 vengono demolite le volte e
viene presentato un nuovo modello per
le logge. Nel 1531 sono innalzati i piloni
in muratura di tre arcate solo al piano
terreno , nel 1533 se ne edificano altre
quattro, e vengono pagate le parti scolpi-
te della trabeazione (lunga 21 canne). Le
semicolonne con basi e capitelli vengono
messe in opera nello stesso ottobre.

72. Certamente precedente al 1537, dal


momento che vi rappresentata la porta
ionica per cui vi sono pagamenti agli
scalpellini nel 1537. Cfr. Giovannoni,
Antonio...cit., [cfr. nota 7], p. 189; C.L.
Frommel, La porta ionica nel Rinascimen-
to, in Studi in onore di Renato Cevese,
Vicenza 2000, pp. 251-292.

73. Per il foglio U 2048 A vedi Tafuri,


Ricerca del Rinascimento, cit., [cfr. nota
28], pp. 147-148. Il motivo torna anche in
varie soluzioni per San Pietro sia di Anto-
nio (U 70 A) che di Peruzzi: vedi C.L.
Frommel, San Pietro, in Millon (a cura
di), Rinascimento, cit. [cfr. nota 22], pp.
399- 423, e A. Bruschi, Le idee di Peruzzi
per il Nuovo San Pietro, in QUISA, 15-
20, 1990-1992, pp. 447-484.

74. Eiche (Loreto, cit. [cfr. nota 1], p.187)


e Weil Garris Posner (Alcuni progetti,
cit. [cfr. nota 4], p. 334) leggono la fac-

106

15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org

You might also like