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Supplemento online a il Balboni.

Corso comunicativo di italiano per stranieri


per gentile concessione delleditore Bonacci Editore - Torino 2016 - www.bonaccieditore.it

Grammatica
essenziale
di riferimento
A1/A2
Questa non una grammatica dellitaliano, come invece quella di
Marco Mezzadri per questo stesso editore. solo lindice degli aspetti
grammaticali e di alcuni elementi del lessico che sono stati visti nei
volumi A1 e A2.
Per alcune voci dellindice diamo anche un breve riassunto del modo
in cui funzionano alcuni tipi di parole dellitaliano, perch nel libro
lediverse caratteristiche sono state viste in Passi e Unit diverse.
I rimandi in rosso nellindice di apertura di ogni sezione riguardano
iPassi del volume A2.

GRAMMATICA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO | A1/A2 1


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ORTOGRAFIA
Accento distintivo P9, P12
Alfabeto GI.1
Apostrofo P6
c, q, cq, ch, ci+vocale (P3), (P7), GI.2
e / Palestra di italiano U1
Fonetica doppie P9; f / v P9; t / d P9; r / l P9; / ; P10; / P10; gn / ni P11; gli/li
P11; p / b; P12; s / sc P12
g, gh, gi + vocale, gn / gl, sc / sci (P4), GI.2
m + p / b P1
Spelling P3
Vocali / consonanti GI.1

a A a A A
b B b B Bi
c C c C Ci
d D d D Di
e E e E E
f F f F Effe
g G g G Gi
h H h H Acca
i I i I I
j J j J Jay
k K k K Cappa
l L l L Elle
m M m M Emme
n N n N Enne
o O o O O
p P p P Pi
q Q q Q Cu
r R r R Erre
s S s S Esse
t T t T Ti
u U u U U
v V v V Vi, vu
w W w W Doppia vu
x X x X Ics
y Y y Y Ipsilon
z Z z Z Zeta

Alcuni suoni particolari


LA CONSONANTE C
Ha due suoni, uno duro, come in casa, e uno dolce, come in dolce.

/k/ il suono duro, come kick in inglese:


c + a, o, u casa, cosa, alcuno
ch + i, e chi, che
q + ua, ue, ui, uo quale, quello, qui, quota. Ma attenzione: scuola, cuore

2 GRAMMATICA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO | A1/A2


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Il suono k doppio:
usi 2 c: ecco, disoccupato,macchina, maccheroni
in alcuni casi si usa cq: acqua

/t/ il suono dolce, come church in inglese:


ci + a, o, u ciao, cio, ciurma
c + e, i cento, cinese, ma fa attenzione: cielo

se il suono lungo, metti 2 c: braccio, braccia, eccetera.

LA CONSONANTE G
Ha due suoni, uno duro, come in gas, e uno dolce, come in gi.

/g/ il suono duro come go in inglese.


La consonante g come la c:
g + a, o, u gas, gola, guadagnare
gh + i, e ghiaccio, spaghetti

/d/ il suono di Joe in inglese:


gi + a, o, u magia, giorno, congiunzione
g + e, i gennaio, gita

se il suono lungo, metti 2 g, come in oggi.

TRE GRUPPI PARTICOLARI SONO SC, GL, GN


// il suono inglese di she:
sci + a, o, u sciarpa, prosciutto, liscio
sc + e, i scena, sci

// il suono spagnolo di nio, quello portoghese di Mourinho, quello francese di montagne:


gn montagna, ogni, spegnere, bagno

// il suono spagnolo di calle, quello portoghese di filha:


gli figlio, foglia, biglietto

LAPOSTROFO
Lapostrofo sta al posto di una vocale che non c pi:
la amicalamica lo indicelindice la unaluna
la oralora lo uomoluomo lo hailhai

Fai attenzione! Non hanno apostrofo:


un, articolo indeterminativo singolare maschile: un altro; invece un labbreviazione di una, larticolo
femminile: unaltra;
qual , al maschile; qual al femminile.

LACCENTO
In italiano obbligatorio:
quando laccento sullultima sillaba: citt, giovent. Queste parole non variano al plurale;
per distinguere alcune coppie: l, l, che indicano luogo e non devono essere confusi con li e la, articoli o
pronomi; verbo essere che non deve essere confuso con e, congiunzione;
gi, per non leggerlo ga.

Non c laccento sulle parole di una sola sillaba: qui, qua, blu, tre ecc.

GRAMMATICA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO | A1/A2 3


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Laccento usato anche per distinguere parole che hanno lo stesso suono ma una funzione diversa:
si, pronome riflessivo, e s, avverbio;
se, congiunzione, e s, pronome;
in alcuni casi si pu mettere laccento su di, d, voci del verbo dare, per non confonderli con la
preposizione da; un altro caso t, che si beve, e te pronome personale.

ARTICOLI
Determinativi (singolari e plurali) P6
Indeterminativi singolari P6, plurali P12
Partitivi (uso intuitivo diffuso); P20
Preposizione articolate P10, P12

Gli articoli indicano il genere (maschile e femminile) e il numero (singolare e plurale) dei nomi.
Gli articoli possono essere determinativi (o definiti) e indeterminativi (o indefiniti).

articoli indeterminativi maschile generale maschile speciale femminile


singolare un uno una, un
plurale dei degli delle

Il maschile speciale quello delle parole che iniziano per:


s + consonante: uno studente, uno straniero;
z: uno zombie, uno zero.

Larticolo si usa sempre con i nomi astratti (bellezza, felicit), con i nomi di regioni, di molti stati, di
continenti, mari, fiumi, laghi, ma non con i nomi di citt.

Le preposizione articolate sono lunione di di, a, da, in, su con gli articoli determinativi:

il lo l la i gli le
di del dello dell della dei degli delle
a al allo all alla ai agli alle
da dal dallo dall dalla dai dagli dalle
in nel nello nell nella nei negli nelle
su sul sullo sull sulla sui sugli sulle
Le preposizioni articolate indicano anche una parte, un po di, qualche, ad esempio: ho delle mele; hai del pane?

NOMI E AGGETTIVI QUALIFICATIVI


Bello, grande, buono P29
Colori maschili P27
Formazione di parole (uso intuitivo diffuso) con prefissi e suffissi P7, P17; alterati in -one e -ino P3
Gradi dellaggettivo (pi GI.1); superlativo e comparativo P17 ; maggioranza, minoranza, uguaglianza
P4; maggiore, minore P4; migliore, peggiore P6; sintesi P25
Maschile e femminile (P2), (P3); regolare P6; irregolare (nomi in -ore) P11; sintesi P19;
Plurale (P2); regolare P6, P10; irregolare (uomo, nomi in -ca, nomi in -ema) P10; parole
tronche P12; collettivi P24; nomi intrinsecamente plurali P24; sintesi P25;
sintesi P20; plurale femminile in a P24; paia P27; uova P24, paia P27; centinaia,
migliaia, corna (plurale irregolare) P9
tutto + nome / numero P19

4 GRAMMATICA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO | A1/A2


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Gli aggettivi qualificativi, che indicano una qualit di un nome, vanno sempre accordati con quel nome:
cio se il nome maschile plurale, laggettivo deve essere maschile plurale.

IL PLURALE
Il plurale regolare si forma in questo modo:
parole in o: ragazzo ragazzi;
parole in a: ragazza ragazze;
parole in e: studente studenti;
parole in co /-ca e go / -ga, che hanno la c e la g dure, hanno bisogno di unh: poco pochi, poca poche,
lungo lunghi, lunga lunghe;
ma greco e amico fanno greci e amici e le parole in logo fanno logi: psicologi, archeologi;
parole in io / -ia: con laccento sulla i, come zio, zia, farmacia, sono regolari: zio zii, zia zie,
farmacia farmacie; se la i non ha laccento, formiamo il plurale con una sola i: esercizio esercizi, figlio figli.

I plurali irregolari sono di varia natura: per il livello A1 abbiamo indicato:


parole di origine greca che finiscono in a ma non sono femminili, come problema, teorema, poeta e che
fanno il plurale maschile in i: problemi, teoremi, poeti;
parole particolari: uomo uomini; mano mani;
parole maschili al singolare e femminili, con la desinenza a, al plurale, quando riguardano il corpo
umano e le cose umane: braccio braccia. Si comportano cos anche labbro, ciglio, membro, grido, urlo,
ginocchio (se riguardano animali o cose sono regolari), e poi uovo, corno, lenzuolo, migliaio, centinaio; orecchio
fa orecchi / orecchie.

Infine ci sono le parole che non hanno una forma per il plurale, quindi necessario fare attenzione
allarticolo:
parole in i: una analisi delle analisi;
parole con laccento sullultima sillaba: una citt molte citt, un com due com, un caff alcuni caff;
le parole di una sola sillaba (monosillabi): il blu i blu, un t due t;
le parole straniere: un film dei film, un bar dei bar, un computer dei computer, uno sport degli sport,
una star delle star;
parole che hanno perso una parte, come foto, radio, moto, auto, cinema.

In molte lingue i nomi collettivi, quelli che indicano un gruppo, sono plurali: people are moving in inglese; in
italiano invece hanno il verbo al singolare: la gente sta muovendosi.

Ci sono anche dei nomi che sono plurali per natura: forbici, pantaloni, mutande, occhiali; per il singolare si usa
un paio di pantaloni, ecc.

IL MASCHILE E IL FEMMINILE
Sono sempre femminili:
le parole che finiscono in i e u: analisi, sintesi, giovent. Alcune parole di origine straniera sono
maschili: il men, il rag, il taxi, lo sci; queste parole sono uguali anche al plurale;
i nomi delle citt: Milano bella;
le parole che finiscono in a sono quasi sempre femminili, ma sono maschili anche se finiscono per a:
a. quelle di origine straniera, come carioca per dire brasiliano, le parole di origine greca: problema,
tema, poeta, cinema;
b. le parole che finiscono in ista: elettricista, musicista;
c. gli aggettivi che indicano colore e finiscono per a: la rosa un fiore, il rosa un colore.
Al plurale le parole femminili trasformano la a in e, ad esempio bella belle, greca greche,
lunga lunghe (in questi ultimi casi abbiamo aggiunto h per conservare il suono di c / g, vedi sotto);
se sono maschili che finiscono in a- fanno il plurale, come tutti i maschili, in i: problema problemi,
musicista musicisti;
le parole che finiscono in o sono di solito maschili e fanno il femminile cos: ragazzo ragazza; ma la
parola mano, mani femminile, cos come radio, auto, moto, foto;
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le parole in e non cambiano: un cinese una cinese, ma ci sono alcuni casi particolari:
a. signore signora
b. studente studentessa; usano essa anche professoressa, dottoressa;
c. presentatore, direttore, attore presentatrice, direttrice, attrice;
d. le parole che finiscono in zione e sione sono sempre femminili;
e. le parole che finiscono in one, ore, ale sono maschili: un milione, il signore, il giornale;
ci sono femminili speciali come marito moglie, fratello sorella, padre madre, pap mamma,
uomo donna;
nei nomi geografici: sono femminili i nomi di regioni, stati (anche se alcuni sono maschili, come Egitto,
Sudan, Madagascar), continenti, citt, isole; sono maschili i monti, i fiumi, i laghi, i mari;
i giorni della settimana (tranne domenica) e i mesi sono maschili.

Plurale dei nomi e degli aggettivi in co, -go, -ca, -ga, -cia, -gia
Normalmente rimane il suono duro di c e g, e quindi serve unh davanti a i, e:
sacco sacchi, lago laghi, banca banche, lunga lunghe.

Nei maschili, se laccento sulla terzultima sillaba, non serve lh:


medico medici, archeologo archeologi.

Le parole in -cia, -gia con laccento sulla i non danno problemi (farmacia farmacie), ma se la i non
accentata, bisogna distinguere:
se c solo una consonante il plurale cia cie, come in camicie, valigie;
se ci sono due consonanti, la i non serve: piogge, arance.

PREFISSI E SUFFISSI
da verbo ad aggettivo: -ibile, -abile;
da aggettivo a nome: -ibile, -abile;
creazione del contrario: in-, ir-, im-, -dis, s-;
ripetizione di unazione: ri-;
superlativo: stra-, mega-, super-, iper-, -issimo;
per modificare il significato: -one lo fa pi grande, -ino lo fa pi piccolo: gatto, gattone, gattino.

I GRADI DELLAGGETTIVO
La qualit indicata da un aggettivo (e anche da un avverbio, parole che caratterizzano un verbo anzich
un nome) pu essere normale, molta o poca o uguale tra due cose o persone confrontate, o pu essere
moltissima o pochissima in assoluto.

a. Comparativo e superlativo di maggioranza


Maria pi bella di Teresa confronta le due ragazze, le compara, e quindi sono forme comparative;
Maria bellissima, molto bella, la pi bella, proprio bella indicano che la ragazza pi bella del normale, super,
e si chiamano forme superlative; il modo pi usato per fare il superlativo con laggiunta di issimo/a/i/e;
un modo speciale dellitaliano di fare i superlativi quello di ripetere la parola: cammina
pianissimo cammina piano piano; un ragazzo altissimo un ragazzo alto alto.

b. Comparativo di uguaglianza
Per indicare uguaglianza si usa come: Maria bella come Teresa.

c. Comparativo e superlativo di minoranza


Per indicare una qualit minore, si usa meno: Maria meno simpatica di Teresa.
Se un superlativo di minoranza, diventa Maria la meno simpatica della classe.

d. Comparativi e superlativi irregolari


pi buono, pi bene: migliore, il migliore se si riferisce a un nome; meglio se qualifica un verbo (avverbio);

6 GRAMMATICA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO | A1/A2


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pi cattivo o meno buono: peggiore aggettivo, peggio avverbio;


pi grande: maggiore, il maggiore usato solo in riferimento a nomi;
pi piccolo: minore, il minore usato solo in riferimento a nomi.

BELLO, GRANDE, BUONO


Al maschile funzionano come gli articoli e il pronome dimostrativo quello:
un bel ragazzo, davanti a consonante; negli altri casi rimane bello: un ragazzo bello; un belluomo; un bello
studente; ma al plurale pu diventare begli: ad esempio Ricordo ancora i suoi begli occhi;
un gran musicista, davanti a consonante, ma un musicista grande, un granduomo, un grande studente;
un buon ragazzo, un buon amico, con consonante o con vocale, al singolare, davanti a un nome; ma se
dopo, diventa un ragazzo buono, un amico buono.

PRONOMI E AGGETTIVI PRONOMINALI

Dimostrativi P18, P20


Indefiniti (uso intuitivo diffuso); P15, P21
Interrogativi (pronomi, aggettivi e altre parole usate per fare domande)
quale?, come?, dove?, che cosa?, chi?, quanto? P4, P11; perch P9, P11, P28; che P26; quando P9, P11
Particelle ci, ne (uso intuitivo diffuso); P10, P13
Personali soggetto P3; oggetto P22; atoni / tonici P18, P25;
complemento diretti-indiretti P7-12; sintesi P26; i miei P2,
P3; proprio P16; pronomi doppi e combinati P8
Possessivi singolari P10; con nomi di famiglia P15; sintesi (singolari
eplurali) in P18
Relativi P26, P27
Tu / lei P3, P7, P10
Voi formale P7

Gli aggettivi indicano delle qualit o delle quantit; i pronomi stanno al posto di un nome. Alcune parole
possono essere aggettivi, se sono legati a un nome, o pronomi, se stanno al posto del nome:
la mia bicicletta un aggettivo, indica una caratteristica della bicicletta: mia;
quella bicicletta la mia un pronome, sta al posto di mia bicicletta.

PRONOMI PERSONALI E POSSESSIVI


Aggettivi e pronomi possessivi
Soggetto Oggetto
Singolare Plurale
tonici atoni maschile femminile maschile femminile
io me mi mio mia miei mie
tu te ti tuo tua tuoi tue
lui, lei lui, lei si suo sua suoi sue
noi noi ci nostro nostra nostri nostre
voi voi vi vostro vostra vostri vostre
loro loro si loro loro loro loro

tu un pronome usato tra amici; a una persona che non si conosce o che si rispetta si parla usando lei;
al Sud, soprattutto tra le persone anziane, si usa anche voi;
i possessivi si accordano con la cosa posseduta (dal verbo possedere, cio avere) e non con chi la
possiede, come in inglese: la sua camicia pu essere di lui o di lei, ma si accorda al femminile con camicia;
in inglese invece si accorda con la persona: his shirt, her shirt.

GRAMMATICA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO | A1/A2 7


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C un possessivo che pu sostituire suo / loro ed proprio: si usa di solito quando il soggetto
unpronome indefinito (tutti, nessuno, qualcuno, ciascuno ecc.) o nelle frasi impersonali. Il contrario
diproprio altrui.

PRONOMI PERSONALI COMPLEMENTO DIRETTI E INDIRETTI E PARTICELLE NE E CI


Sono diretti quando costituiscono il complemento oggetto, indiretti negli altri casi; abbiamo le forme
deboli o atone per il complemento oggetto ma anche per il complemento con la preposizione a: mi = a me;
con le altre proposizione (ma, volendo, anche con a) si usano le formi forti, toniche.

atoni tonici combinati: pron. pers. + lo (la / li / le)


(io) mi me me lo (la / li / le)
(tu) ti te te lo (la / li / le)
(lui) lo (complemento oggetto) lui, s glielo (la / li / le)
gli = a lui
(lei) la (complemento oggetto) lei, s glielo (la / li / le)
le = a lei
(noi) ci noi ce lo (la / li / le)
(voi) vi voi ve lo (la / li / le)
(loro) li, le (complemento oggetto) loro, s glielo (la / li / le)
gli / loro = a loro lo + verbo + (a) loro

I pronomi personali complemento e i pronomi di luogo ci e ne (vedi sotto) vanno:
prima dei verbi nei tempi completi di sei persone, cio presente, imperfetto, ecc.
Per la terza persona plurale puoi scegliere tra gli, che va davanti, o una forma pi classica loro, che va
dopo: gli ho dato / ho dato loro un biglietto per la partita;
dopo i verbi allinfinito, gerundio e imperativo, e si scrivono insieme: prenderla, portandolo.
Dopo imperativi di una sola sillaba questi pronomi (tranne gli e vi) raddoppiano: dammi, dalla, ecc.

Ci e ne sono due pronomi particolari; con ci si formano anche molti verbi pronominali (vedi la sezione
Verbo).
Ci ha due usi:
indica un luogo che stato gi nominato: Conosci Venezia? Certo, ci ho abitato per 20 anni!, in cui
ci=Venezia;
si riferisce a qualcosa gi detto prima: Vieni alla festa? Ci devo pensare in cui ci = venire alla festa.
Ne ha due usi:
sostituisce una cosa nominata prima: Oggi ci sono delle mele buonissime Wow, ne voglio due chili! in cui
ne=mele;
come ci, pu anche sostituire una frase della prima: Ho visto Lucia alla festa, dobbiamo parlarne con
Gianni in cui ne = aver visto Lucia.
Ne si usa anche in alcune forme fisse, come non porterne pi, che significa che non si sopporta pi
una cosa o una persona (Non ne posso pi di aspettarlo ogni giorno per unora!) oppure andarsene, che
indicalandare via in maniera improvvisa o per mostrare che non si daccordo: Paolo se n andato in
tutta fretta; Se ne andato perch ha capito che aveva perso.

DIMOSTRATIVI
Sono i pronomi o aggettivi:
questo, questa, questi, queste; il singolare pu essere apostrofato: questuomo, questamica;
quel / quello, quella, quei / quegli, quelle: come vedi, il maschile funziona come larticolo, usando quel davanti
a consonante (quel bambino) e quello davanti a vocale (spesso apostrofato: quelluomo), a s+consonante
(quegli studenti) e a z (quegli zombie).

8 GRAMMATICA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO | A1/A2


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Questo indica qualcosa di vicino, quello qualcosa di distante; ma quello che pu anche stare al posto di
lacosa che: ad esempio quello che voglio dire, quello che ho capito, corrispondono a la cosa che voglio dire, la cosa
che ho capito.

INTERROGATIVI
Sono parole usate per iniziare una domanda: che cosa, chi, come, dove, perch, quale, quando, quanto.
Ricorda che qual si scrive senza apostrofo al maschile, mentre qual femminile.

RELATIVI
I principali relativi, che connettono due frasi, sono:
che, che pu essere sostituito con il / la quale (vedi sotto) e rimanda a una persona o cosa nominata
prima: ad esempio in la ragazza che sta arrivando Maria, il pronome che unisce sta arrivando alla
fraseprincipale, La ragazza Maria; si usa solo se senza preposizione; con una preposizione si usa
cui(vedi sotto);
il quale, la quale, i quali, le quali che corrispondono a che ma hanno genere e numero e usano larticolo,
quindi anche le preposizioni articolate: al quale, della quale, sui quali, dalle quali, ecc.
chi che significa quale persona nelle domande, ad esempio: Mi dici chi quella ragazza?, Mi dici con chi
vive? chiedono di sapere che persona e con quale persona vive;
chi pu anche essere un soggetto generale, indefinito, sempre con il verbo alla terza persona: Chi
ha rotto il computer dovr pagarlo pu diventare colui che se parli a maschi, colei che se parli a femmine,
coloro che se lo usi al plurale, e quindi con il verbo al plurale;
cui si riferisce a persone o cose e si usa al posto di che se c una preposizione: La persona di cui
parliamo stupenda, Gli amici con cui esci sono simpatici, La scuola in cui studi italiano buona, ecc. Con
ilcomplemento di termine (cio a cui), puoi togliere la preposizione a, ad esempio: La ragazza cui hai
detto questo.

INDEFINITI
Sono aggettivi e pronomi che indicano una quantit non definita, come:
ogni, qualche, qualsiasi, qualunque: sono solo aggettivi, quindi si usano davanti a un nome; sono
invariabili nel genere maschile / femminile e sempre singolari: Ogni ragazzo/ragazza ha voglia di
innamorarsi;
gli indefiniti che indicano quantit, come alcuno / a / i / e (come pronome alcuni/e si usa solo al plurale
esignifica qualche), ciascuno / a, nessuno / a, poco / a / hi / he, un po (seguito da di se aggettivo), vari / e,
diversi / e, abbastanza, parecchio, molto / a / i / e, tanto / a / i / e, troppo / a / i / e, tutto / a / i / e possono essere
aggettivi, davanti a un nome, o pronomi al posto di un nome; davanti a un nome maschile singolare
alcuno, ciascuno, nessuno possono perdere la vocale finale: Non vedo alcun problema, Ciascun caso diverso,
Non honessun problema; ma, come per gli articoli il / lo, se il nome inizia con s+consonante, z, sc, allora
la vocale rimane;
niente, nulla, qualcosa, che riguardano le cose, e ognuno, chiunque, qualcuno, che riguarda le persone, sono
solo pronomi e sono invariabili nel numero; solo ognuno e qualcuno hanno il femminile.

GRAMMATICA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO | A1/A2 9


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I VERBI
Aspetto (azioni abituali vs momentanee) P8; sintesi P28
Ausiliari presente essere P3; presente avere P9, P22; con il passato
prossimo P13, P14; sintesi P24; con i modali P18; stare per +
infinito P18
Avere + fame / bisogno / sete, ecc. P11
C, ci sono P1, P2
Condizionale (uso diffuso intuitivo); P16
Fare (vari significati) P11; P16; far male P25; P3
Futuro P1, P5, P6; stare per P18; sintesi P28
Gerundio P8; stare + gerundio P8
Imperativo (P10) regolare e alcuni irregolari P15; negativo P23;
sostituito dallinfinito P23, P16; sintesi P29
Imperfetto P1, P2, P3
Impersonali (uso intuitivo diffuso); di clima (nevica / piove) P24; generale
P14; al posto della 1a pers. plur. P15; riflessivi P18; passato
prossimo P19
Forma interrogativa e negativa P4; doppia negazione GI.7
Irregolari vedere tabella sotto; formazione di irregolari derivati da
altri irregolari P17
Modali dovere (P8); potere, volere P9; vorrei P17
Participio passato regolare P13, P14; alcuni irregolari P14; P1, P4
Passato prossimo (Unit 1 e 2); P13, P14; sintesi P 24; accordo del participioP4
Passivi  P14, P15
Piacere P18, P29
Presente coniugazioni: -are P4; -ere P11; -ire P12, P28
Riflessivi chiamarsi, P4, P17; passato prossimo P24
Sapere + nome / verbo allinfinito P11
Sembrare P29
Transitivi / intransitivi P14
Trapassato prossimo P17
Verbi pronominali e avverbiali entrarci P18; esserci P22; farcela P13; metterci (tempo) P18;
trovarsi (luogo) P14; volerci P20

I verbi indicano azioni e stati danimo.

Il soggetto: a differenza di molte lingue dove indicare il soggetto obbligatorio, in italiano il soggetto
dentro le forme verbali.

La forma negativa: si mette non davanti al verbo. In italiano si possono avere doppie negazioni: lui non
vuole niente, non ho visto nessuno.

La forma interrogativa: parlando data dallintonazione della voce; nello scritto indicata dal punto
interrogativo: ?

Verbi transitivi: possono avere un complemento oggetto su cui si conclude lazione, ad esempio:
Stamangiando un panino transitivo perch ha il complemento oggetto, ma rimane transitivo anche se
nonespresso loggetto: sta mangiando.
I verbi transitivi hanno lausiliare avere e nei tempo composti il participio passato non si accorda
conilsoggetto. In Lei ha comprato una camicia il participio rimane invariato, anche se soggetto e oggetto
sonofemminili.

10 GRAMMATICA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO | A1/A2


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Verbi intransitivi: non possono avere un complemento oggetto, come ad esempio i verbi di movimento:
andare, venire. Hanno lausiliare essere e nei tempi composti concordano soggetto e participio passato: lei
andata via usa il participio accordato con il soggetto femminile.

Verbi riflessivi: sono di vario tipo:


verbi dove lazione torna sulla persona che la fa: Io mi lavo, Lui si pettina;
alcuni verbi che indicano una situazione personale: Lui si chiama Fabio, Io mi sento male;
in alcuni casi vogliono dar forza a un verbo non riflessivo: la forma normale bevo un caff diventa pi
forte al riflessivo mi bevo un caff!
Hanno bisogno di un pronome particolare: mi, ti, si, ci, vi, si, ad esempio: (Lei) si chiama Anna.

Verbi attivi e passivi: i verbi transitivi possono essere costruiti in due modi:
soggetto + verbo attivo + oggetto: Lei compra una camicia;
loggetto, che diventa soggetto grammaticale + essere + participio passato del verbo + la preposizione da
+ il soggetto reale che diventa agente, cio la persona che agisce, che fa lazione: La camicia comprata
da lei.
Il participio passato si accorda con il soggetto grammaticale.

Verbi impersonali: non hanno un soggetto reale, come:


nei verbi che parlano del tempo: piove, nevica, fa freddo;
quando si vuole fare un discorso generale: In Italia si parla italiano;
alcune volte al posto di noi, soprattutto in Italia centrale: Dove andiamo stasera?Dove si va stasera?
Il verbo singolare o plurale a seconda delloggetto: In Italia si parla italiano, In Europa si parlano molte lingue.

AUSILIARI E MODALI
Infinito Essere Avere Potere Volere Dovere Stare
Indicativo sono ho posso voglio devo sto
presente sei hai puoi vuoi devi stai
ha pu vuole deve sta
siamo abbiamo possiamo vogliamo dobbiamo stiamo
siete avete potete volete dovete state
sono hanno possono vogliono devono stanno
Indicativo ero avevo potevo volevo dovevo stavo
imperfetto eri avevi potevi volevi dovevi stavi
era aveva poteva voleva doveva stava
eravamo avevamo potevamo volevamo dovevamo stavamo
eravate avevate potevate volevate dovevate stavate
erano avevano potevano volevano dovevano stavano
Indicativo futuro sar avr potr vorr dovr star
sarai avrai potrai vorrai dovrai starai
sar avr potr vorr dovr star
saremo avremo potremo vorremo dovremo staremo
sarete avrete potrete vorrete dovrete starete
saranno avranno potranno vorranno dovranno staranno
Condizionale sarei avrei potrei vorrei dovrei starei
presente saresti avresti potresti vorresti dovresti staresti
sarebbe avrebbe potrebbe vorrebbe dovrebbe starebbe
saremmo avremmo potremmo vorremmo dovremmo staremmo
sareste avreste potreste vorreste dovreste stareste
sarebbero avrebbero potrebbero vorrebbero dovrebbero starebbero
Participio passato stato avuto potuto voluto dovuto stato
Gerundio presente essendo avendo potendo volendo dovendo stando

GRAMMATICA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO | A1/A2 11


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Essere, da solo, indica uno stato (sono contento), un dato personale (sono elettricista, sono italiano, sono Paolo),
un dato di fatto (c, ci sono, sono 3 studenti).
Serve come ausiliare per il passato dei verbi intransitivi, quelli che non accettano una domanda come chi?
che cosa?, cio che non possono avere un oggetto: andare, venire, nascere chiedono domande come quando?,
dove? ma non chi?, che cosa? ausiliare anche dei verbi riflessivi: mi sono alzato, si lavato.

Avere, da solo, indica il possesso (ho un libro) o crea espressioni come aver fame, sete, sonno, bisogno, caldo,
anni, male alla .
Serve come ausiliare per il passato dei verbi transitivi, quelli che accettano una domanda come chi? che cosa?,
cio che possono avere un oggetto: amare, portare, mangiare.

Potere, volere, dovere stanno insieme allinfinito di un altro verbo: posso venire? vuoi andare? devi studiare!
Da solo dovere significa che devi dare dei soldi o altro a una persona che te li ha dati perch ne hai bisogno
(in inglese, to owe); volere significa desiderare, ad esempio voglio una coca.

Stare significa abitare, essere in un luogo o indica uno stato, come in sto male.
Come ausiliare serve per indicare le azioni che avvengono mentre si parla: sto scrivendo. Serve per far notare
un contrasto: Di solito bevo vino, ma adesso sto bevendo acqua.
Stare per + infinito indica che unazione si realizzer tra poco tempo: sta per piovere, sto per cominciare.

LE TRE CONIUGAZIONI REGOLARI


Infinito Amare Temere Dormire / finire
Indicativo presente amo temo dormo / finisco
ami temi dormi / finisci
ama teme dorme / finisce
amiamo temiamo dormiamo / finiamo
amate temete dormite / finite
amano temono dormono / finiscono
Indicativo imperfetto amavo temevo dormivo / finivo
amavi temevi dormivi / ecc.
amava temeva dormiva
amavamo temevamo dormivamo
amavate temevate dormivate
amavano temevano dormivano, finivano
Indicativo futuro amer temer dormir / finir
amerai temerai dormirai / ecc.
amer temer dormir
ameremo temeremo dormiremo
amerete temerete dormirete
ameranno temeranno dormiranno
Condizionale presente amerei temerei dormirei / finirei
ameresti temeresti dormiresti / ecc.
amerebbe temerebbe dormirebbe
ameremmo temeremmo dormiremmo
amereste temereste dormireste
amerebbero temerebbero dormirebbero
Participio passato amato tenuto dormito / finito
Gerundio presente amando temendo dormendo / finendo

IL PASSATO PROSSIMO
Indica unazione conclusa, spesso legandosi allimperfetto che indica unazione continuata. Negli ultimi
anni il passato prossimo ha preso il posto del passato remoto anche quando si raccontano cose molto
lontane nel tempo: I Greci sono arrivati in Italia nel 762 avanti Cristo. Si forma con:

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il presente di essere + participio passato nei verbi intransitivi (andare, venire) e riflessivi (lavarsi, sentirsi);
in questi casi il participio passato si accorda con il soggetto: Paolo si lavato, Maria di lavata, ma se i
soggetti sono di due generi prevale il maschile: Paolo e Maria si sono lavati;
il presente di avere + participio passato nel verbi transitivi (mangiare, finire); in questo caso il participio
passato non si accorda con il soggetto.

Molti verbi possono essere transitivi o intransitivi, a seconda delluso: seguono la regola generale, cio
essere allintransitivo e al riflessivo, con accordo tra participio passato e soggetto, avere con i transitivi, senza
accordo tra participio passato e soggetto:
transitivo: I ragazzi hanno cominciato un esercizio;
intransitivo: Gli esami sono incominciati;
oppure:
transitivo: Lei ha lavato una camicia;
riflessivo: Lei si lavata le mani.

LIMPERFETTO
Indica azioni continuate nel passato, spesso legandosi al passato prossimo quando lazione si interrompe
per qualche ragione: Stavo camminando e sono caduto.
Anche allimperfetto si possono (ma non obbligatorio in italiano) usare limperfetto semplice oppure
limperfetto di stare + gerundio: camminavo quando stavo camminando quando Questa seconda forma
preferita quando poi succede qualcosa (sono caduto) che interrompe lazione continuata, stavo camminando.

IL FUTURO
Indica azioni future oppure ipotesi; molto spesso sostituito dal presente: Lanno prossimo andr in
Italia Lanno prossimo vado in Italia.
In frasi introdotte da se o quando possiamo avere due presenti, un presente e un futuro, due futuri: la
prima e la seconda possibilit sono pi informali della terza: Se ho soldi, vado in ItaliaSe ho soldi, andr in
ItaliaSe avr soldi, andr in Italia.
Un futuro immediato, che sta per succedere, si pu anche indicare con stare per + infinito: sta per piovere,
stoper mangiare.
Nel futuro, come nel condizionale, alcuni verbi molto importanti si comportano in maniera irregolare:
andare, dovere, potere, sapere, vedere, vivere perdono la e della forma base: andrei, dovrei, ecc.
rimanere, tenere, venire, volere perdono le due lettere segnate: rimarrei, terrei, ecc. Anche bere, che secoli fa
si diceva bevere, perde le due lettere: berrei.
Ci sono poi due aspetti ortografici, qui come nel condizionale:
i verbi che finiscono in care, come mancare, indicare e quelli in gare, come pagare aggiungono una h per
conservare il suono duro di c e g: mancher, pagher;
i verbi in -ciare e -giare non hanno pi bisogno della i per conservare il suono dolce di c e g davanti a e / i,
quindi al futuro e al condizionale: lanciarelancer, lancerei; mangiaremanger, mangerei.

IL TRAPASSATO PROSSIMO
Indica unazione che viene prima di unazione descritta con limperfetto o con il passato prossimo. Osserva
questo schema:
se stai parlando al presente, cio oggi:
oggi: presenteieri: passato prossimo o imperfetto;
se stai parlando al passato, raccontando di ieri:
ieri: passato prossimo o imperfetto prima di ieri: trapassato prossimo.

Si costruisce con lausiliare essere o avere allimperfetto seguito dal participio passato: la struttura la stessa
del passato prossimo, ma con limperfetto dellausiliare:
passato prossimo: Sono stato a Napoli e ho avuto molto caldo;
trapassato prossimo: Ero stato a Napoli ed avevo avuto molto caldo.

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IL MODO CONDIZIONALE
Si usa, a livello A1 e A2, per dare un senso di formalit e gentilezza:
in una richiesta: vorrei un po dacqua;
nel dare ordini: dovresti andare a casa, adesso;
nellesprimere desideri: vorrei avere un milione di euro.
Ci sono gli stessi problemi del futuro nei verbi in -care, -gare, -ciare, -giare e in alcuni irregolari che perdono
lettere della forma base.

IL MODO IMPERATIVO
Limperativo serve per dare ordini e consigli molto chiari. Ha solo 3 persone:
Vai!
Andiamo!
Andate!
E come vedi non usa il soggetto.
Per le terze persone, si usano le forme del congiuntivo, che troverai in B1, e che puoi usare come forma di
cortesia alla seconda persona, dando del lei: vada, vadano; venga, vengano.
Essere e avere non hanno imperativo, quindi usano il congiuntivo (P16 del volume A2):
essere: sii, sia, siamo, siate, siano
avere: abbi, abbia, abbiamo, abbiate, abbiano

Per rendere meno diretti gli ordini si possono usare i condizionali (vedi sopra).
I pronomi personali oggetto si uniscono agli imperativi, e in alcuni monosillabi raddoppiano la
consonante:
portagli quel libro, portaglielo;
dammi quel libro, dimmi se ti piace, fammi un piacere, stammi vicino.

IL MODO GERUNDIO
Usato da solo, indica unazione che si sta facendo allo stesso tempo di un altra:
Dicendogli la verit, ho capito che gli facevo male mentre gli dicevo
Si usa insieme al verbo stare per indicare unazione che avviene nel momento in cui si parla o che si sta
raccontando:
sto arrivando; stavo camminando quando mi caduta la borsa.

IL PARTICIPIO
Ha due forme; il presente, con la desinenza ante/-ente, non si usa quasi mai come verbo ma solo come
nome o aggettivo; il passato serve per fare i verbi composti, come il passato o il trapassato prossimo:
cantarecantante, cantato
poterepotente, potuto
pulirepulente, pulito
Molti participi passati sono irregolari.

VERBI IRREGOLARI
Come fatto lo schema
Quando un tempo o un modo del verbo regolare, la riga vuota. Nel participio passato indichiamo anche
se usano gli ausiliari essere con colore rosa o avere con colore azzurro; alcuni verbi possono usare essere o
avere e rimangono in bianco.

Non ci sono i verbi ausiliari che hai visto sopra.


Voci come mettere, pro+, s+ indicano che il verbo base mettere, e poi ci sono verbi derivati, come promettere,
smettere che sono irregolari come il verbo base.
Nel presente diamo solo le forme irregolari; nel futuro diamo solo la prima persona, perch le altre si

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costruiscono con la stessa radice della 1a singolare; con la stessa radice del futuro si crea il condizionale,
che quindi non ti diamo.
Le forme pi irregolari nei verbi sono quelle del participio passato, che qui trovi almeno per i verbi pi
comuni, e quelle del passato remoto, che verr affrontato in B1.

Alcune caratteristiche comuni


Anche negli irregolari ci sono alcuni fenomeni regolari:
al presente alcuni verbi aggiungono una g alla 1a singolare e alla 3a plurale:
porre pongo, pongono rimanere rimango, rimangono
salire salgo, salgono tenere tengo, tengono
valere valgo, valgono venire vengo, vengono
Questo si applica anche a tutti i verbi che derivano da questi: contenere, mantenere; comporre, disporre;
convenire, divenire, avvenire ecc.;
al presente molti verbi che terminano in -cere e -gere prendono la c e la g dura alla 1a singolare e alla 3a
plurale:
vincere vinco, vincono leggere leggo, leggono;
al futuro e al condizionale, alcuni verbi perdono la a e la e della forma base: andare, dovere, potere, sapere,
vedere, vivere diventano andrei, dovrei, ecc.;
al futuro e al condizionale i verbi rimanere, tenere, venire, volere perdono le due lettere segnate: rimarrei,
terrei, ecc. Anche bere, che secoli fa si diceva bevere, perde le due lettere: berrei.

infinito io, tu, lui lei, noi, voi, loro futuro participio gerundio
accendere acceso
andare vado, vai, va, andiamo, andate, vanno andr
aprire aperto
assumere assunto
bere bevo, bevi, beve, beviamo, bevete, bevono berr bevuto bevendo
chiedere, ri+ chiesto
chiudere chiuso
confondere confuso
connettere connesso
correggere corretto
correre, s+ corso
cuocere cotto
dare do, dai, da (d), diamo, date, danno dar dato
decidere deciso
dire dico, dici, dice, diciamo, dite, dicono detto dicendo
distruggere distrutto
dividere, con+ diviso
esprimere espresso
fare faccio, fai, fa, facciamo, fate, fanno far fatto facendo
leggere letto
mettere, pro+, s+ messo
morire muoio, muori, muore, moriamo, morite, morto
muoiono
muovere, pro+ mosso
nascere nasco, nasci, nasce, nasciamo, nascete, nascono nato
nascondere nascosto

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infinito io, tu, lui lei, noi, voi, loro futuro participio gerundio
offrire offerto
perdere perso
piacere piaccio, piaci, piace, piacciamo, piacete,
piacciono
piangere piango, piangi, piange, piangiamo, piangete, pianto
piangono
prendere, com+, preso
sor+
produrre produco, produci, produce, produciamo, produrr prodotto
producete, producono
ridere, sor+ riso
rimanere rimango, rimani, rimane, rimaniamo, rimanete rimarr rimasto
rimangono
risolvere risolto
rispondere risposto
rompere, cor+ rotto
salire salgo, sali, sale, saliamo, salite, salgono
sapere so, sai, sa, sappiamo, sapere, sanno sapr
scegliere scelgo scegli sceglie scegliamo scegliete, scelto
scelgono
scendere sceso
scrivere, i+ scritto
sedere siedo, siedi, siede, sediamo, sedete, siedono sieder seduto
spegnere spengo, spegni, spegne, spegniamo, spegnete, spento
spengono
succedere successo
tacere taccio, taci, tace, tacciamo, tacete, tacciono
tenere, con+, tengo, tieni, tiene, teniamo, tenete, tengono terr
man+
togliere tolgo, togli, toglie, togliamo, togliete, tolgono tolto
tradurre traduco, traduci, traduce, traduciamo, tradurr tradotto
traducete, traducono
uccidere ucciso
uscire, ri+ esco, esci, esce, usciamo, uscite, escono uscito
vedere vedr visto
venire, di+, con+ vengo, vieni, viene, veniamo, venite, vengono verr venuto
vincere, con+ vinco, vinci, vince, vinciamo, vincete, vincono vinto
vivere, con+ vivr vissuto

16 GRAMMATICA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO | A1/A2


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PREPOSIZIONI, CONGIUNZIONI, AVVERBI E ALTRI CONNETTORI

Avverbi modo P20; sintesi su collocazione e spazio P20; certezza e incertezza (forse,
quasi) P29, P16; avverbi di quantit P3
Che congiunzione P26
Come vari usi P4
Connettori vari sintesi P28; come P3, P4; mentre nel senso di durante / invece P1; perch P28; se
per fare ipotesi P5; sequenza causa-effetto P29, P3; congiunzioni correlate P19
Luogo sintesi P20
Perch (sequenza causa-effetto) P28
Preposizioni articolate P10, P12 (vedere articolo)
Preposizioni semplici a (stato in luogo) GI.1, P7; (moto a luogo) GI.1, P7; da (provenienza e durata)
P7; stato e moto a luogo con nomi P13; con bambino, ragazzo ecc. P1; agente
P14, P15; in / a (stato in luogo) GI.1, P7; in (tempo, durata) P13; per (scopo,
tempo e durata) P13; P22
Tempo tra / fra, fa P13; sulle / verso le + ora P17; a / il con parole di tempo (anni, feste,
stagioni, giorni della settimana, ecc.) P17; sintesi P21; frequenza P22; prima
che / di, dopo che / di P13

AVVERBI
Indicano delle qualit, come gli aggettivi, ma:
gli aggettivi dicono la qualit di un nome e si accordano con il nome nel genere e in numero: ho molto
sonno, ho molta fame, ho molti soldi, ho molte amiche;
gli avverbi dicono una qualit di un verbo o lo completano, e non hanno genere o numero: ho
dormito molto usato per dire quanto hanno dormito un uomo, una donna, molti uomini, molte
donne.
Come gli aggettivi, anche gli avverbi possono avere il comparativo e il superlativo.
Gli avverbi sono di molti tipi, abbiamo visto avverbi di:
a. modo, che dicono come fatta unazione e sono costruiti con laggettivo al femminile + mente, ad
esempio: assolutamente, completamente, lentamente. Gli aggettivi che finiscono in ale e are perdono la e:
normalenormalmente, particolareparticolarmente; negli avverbi di modo, se vuoi fare il superlativo
devi modificare laggettivo di partenza: lento lentissimo lentissimamente;
b. stato, come bene, male, ad esempio sto bene. Questi due avverbi possono anche indicare un modo: parla
molto bene ma scrive male;
c. luogo, che indicano dove o dove mettere, trovare o portare una cosa: davanti, dietro, a destra, a sinistra,
sopra, sotto, vicino, lontano, qui, qua, l, l (questi ultimi due si scrivono con laccento per non confonderli
con larticolo la e il pronome li) ecc.;
d. tempo, che indicano quando avviene unazione: prima, dopo, mentre, durante ecc.; fai attenzione a:
prima di / che: usi di con i nomi o i pronomi e davanti ai verbi allinfinito: prima di Gianni, prima di
me, prima di andare via; se c un verbo in un modo diverso dallinfinito, usi che, ma dopo serve un
congiuntivo, che affronterai nel B1: prima che vada via;
dopo di / che: usi di con i nomi o i pronomi (dopo di me, dopo del dottore) e che con i verbi (dopo che
andatovia);
e. frequenza, che indicano quanto spesso avviene unazione: mai, alcune volte, spesso, sempre ecc.;
f. certezza o incertezza: s (che si scrive con laccento per non confonderlo con il pronome si) e no, non indicano
con certezza che unazione c e non c, mentre forse, quasi indicano incertezza: forse piove, quasi nevica.
Lavverbio proprio, da non confondere con il pronome possessivo, posto davanti a un aggettivo lo fa
risaltare, indica la certezza su quella qualit; lo stesso ruolo ha davvero;
g. quantit, che indicano in modo indefinito una quantit: abbastanza, molto, poco, tutto, tanto, troppo,
niente/ nulla; un po (di), tanto.
Gli avverbi vanno dopo il verbo (non viene mai) ma gli avverbi di frequenza possono essere messi tra
lausiliare e il participio passato (non mai venuto).

GRAMMATICA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO | A1/A2 17


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LE PREPOSIZIONI
Sono di, a, da, in, con, su, per, tra, fra, ma anche alcuni avverbi possono avere la funzione di preposizione in
alcuni casi.
Hanno significati e usi molto diversi, in alcuni casi senza una regola precisa per luso.
Vai a controllare i Passi indicati sopra.

Di Possesso: la macchina di Paolo


Argomento: parliamo di lei
Autore: il libro di Camilleri
Materiale: il libro di carta
Misure: un bambino di 3 anni
Paragone: pi bella di me
Tempo abituale: di mattina faccio jogging e di sabato vado in palestra
A Destinazione (persona): lho dato a lui
Destinazione (luogo): andato a scuola
Et: a 5 anni sapeva gi litaliano
Luogo, in alcuni casi: abito a Milano; sono a casa
Orario: vengo a mezzogiorno
Termine di unazione: ho letto fino a mezzanotte
Da Provenienza: vengo da Milano
Periodi di et: da piccolo dormivo molto
Uso, scopo: una tazza da t
Agente (verbi passivi): cantato da Bocelli
Inizio di unazione: studio dalle 5
Durata di unazione: studio da 2 ore
In Luogo (in alcuni casi): vivo in Italia, sono in chiesa
Mezzo di trasporto: viaggio in treno
Tempo necessario: lo faccio in 10 minuti
Mesi, stagioni, anni, durata: in luglio, in primavera, nel 2017, nel XXI secolo, lo faccio in 10 minuti
Con Compagnia: vengo con lei
Modo: lavora con allegria
Il contrario di con senza, seguito da di davanti ai pronomi: vengo senza di lei; lavora senza allegria
Su Argomento: un film sulla guerra
Come avverbio di luogo significa sopra
Per Destinatario: questo per te
Passaggio: passo per la stazione
Fine, scopo: studio per parlare litaliano
Durata: ho studiato per 2 ore
Tra, Fra Tempo: vengo tra 10 minuti
Una parte del tutto: tra di loro, il pi simpatico

LE CONGIUNZIONI
Sono parole che uniscono, connettono altre parole oppure delle frasi.

Tra le parole, le congiunzioni indicano che:


sono unite ( bella e buona);
sono contrarie ( bello ma stupido);
non possono stare insieme (Vieni con me o con Gianni? Prendi lautobus oppure la macchina?);
una qualit o una sensazione condivisa (Anche lui intelligente, Anchio ho fame) o non condivisa Non
ho fame e neanche / nemmeno / neppure sete)
sono insieme, a coppie (voglio sia il dolce sia la frutta), o sono in alternativa (puoi avere o il dolce o la frutta),
o non sono presenti nessuna delle due (Non puoi mangiare n il dolce n la frutta).
18 GRAMMATICA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO | A1/A2
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Tra le frasi, le congiunzioni indicano che:


una completa laltra (Ho detto che sono stanco);
una il contrario dellaltra (Io lavoro e invece lui gioca!; Mentre io lavoro lui gioca; Io lavoro ogni domenica ma /
per / tuttavia non voglio pi farlo);
ci sono delle relazioni di causa / effetto ( caduto perch era messo male; Era messo male e / quindi / dunque
caduto; Siccome era messo male, caduto);
ci sono delle relazioni di tempo (Lo conosco da quando ero bambino; Gli parler fin quando / fino a quando
/ finch potr; Piango quando lo vedo cos; Piango mentre ascolto i suoi problemi; Parto dopo che abbiamo
mangiato).

Molte congiunzioni che connettono frasi richiedono luso del congiuntivo, e quindi verranno studiate nei
livelli B1-2.
Molti avverbi possono essere usati come congiunzioni o, come abbiamo detto mettendo insieme tutte
questi gruppi di parole, come connettori, parole che connettono altre parole o delle frasi.

GRAMMATICA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO | A1/A2 19

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