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Valenzano, 27-28.12.2012
Progetto S.O.F.I.I.A. - Corso di Formazione in Gestione dimpresa agricola Docente G. Cardone
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I termini di impresa e azienda spesso sono usati erroneamente come sinonimi. E opportuno, come
dice il legislatore, distinguere in modo netto il concetto di azienda da quello dimpresa, pur
essendo i due strettamente collegati tra loro.
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L'impresa pu essere esercitata sia da una persona fisica sia da una persona giuridica.
Si parla di impresa individuale (forma individuale) quando il soggetto giuridico una persona
fisica che risponde con i propri beni delle eventuali mancanze dell'impresa: in tal caso non c'
un'autonomia patrimoniale dell'impresa e se questa dichiarata fallita, anche l'imprenditore
fallisce. Sono concettualmente simili all'impresa individuale quella familiare (formata al 51% dal
capofamiglia e al 49% dai suoi familiari, con una parentela non superiore al 2 grado) e quella
coniugale (formata solo da marito e moglie). I componenti di tale impresa devono comunque
svolgere lavoro esecutivo, non solo co-direttivo e co-organizzativo, ovviamente secondo il criterio
del terzo.
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Se l'impresa esercitata da una persona giuridica assume invece una veste societaria (forme
collettive), che pu essere di varia natura:
L'impresa agricola rimane comunque un'impresa commerciale ma qualora in possesso dei requisiti
previsti dall'art. 2135 c.c., otterr lo status di agricola e in quanto tale non sar assoggettata al
fallimento e alle altre procedure concursuali (ex art 2221 c.c.) n obbligata alla tenuta delle
scritture contabili (ex-art. 2136 c.c.).
Dal 2004 prevista espressamente la "societ agricola", che deve svolgere le attivit previste per il
singolo imprenditore e, sebbene non sia vincolata a qualche forma societaria, deve rispettare
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alcuni canoni come ad esempio l'espressa qualifica nella ragione sociale o denominazione. Tali
societ acquisiscono con i giusti requisiti il titolo di IAP, le rispettive agevolazioni tributarie e
creditizie.
Imprese agricole (producono beni non necessariamente sfruttando processi naturali legati
alla terra, allevano animali, curano cicli biologici, praticano l'attivit boschiva)
Imprese industriali (compiono trasformazioni tecniche dei beni)
Altra classificazione di impresa, in base al rapporto tra impresa e lavoro, distingue limpresa
coltivatrice o contadina da quella capitalista (Fig. 2). Nella prima limprenditore e la sua famiglia
forniscono la totalit o parte sostanziale (> 75%) del lavoro richiesto. Nellimpresa capitalista il
fabbisogno di lavoro reperito totalmente o in parte sostanziale (>75%) sul mercato del lavoro
esterno mediante rapporti di salariato fisso e/o avventizio. Nel mezzo ci sono le forme intermedie
tipo contadino-capitalistico o capitalistico-contadino.
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1. Familiare: persegue il suo scopo tramite valori non economici (come l'assistenza reciproca,
i sentimenti, ecc.) ed economici (consumi, investimenti e risparmio). Tipicamente
un'azienda di consumo in cui il risparmio formato dalla differenza tra redditi di lavoro e
capitale da una parte, e consumi e investimenti dall'altra; se le uscite superano gli introiti si
accede al finanziamento di terzo. Non va confusa con l'impresa familiare, cio l'istituzione
economica che impiega membri della stessa famiglia e che volta a produrre reddito.
2. Pubblica: si occupa in primo luogo di soddisfare i bisogni pubblici, inoltre crea, accresce e
distribuisce valore non solo in relazione alla collettivit; ma coinvolgendo anche altri
soggetti (stakeholders) quali fornitori, dirigenti, dipendenti pubblici, clienti, concorrenti,
ecc. In Italia, recentemente, si assistito alla privatizzazione di molte aziende pubbliche
(tra le altre: Telecom Italia, INA Assitalia, Comit, Credito Italiano e Alitalia).
3. Di produzione (o impresa): ha come fine diretto (principale) la produzione e distribuzione
di ricchezza e come fine indiretto (secondario) il soddisfacimento dei bisogni umani. Si
chiamano imprese perch operano in un'economia di mercato e sono soggette al rischio
del capitale investito. Secondo il settore in cui operano, possono essere ulteriormente
classificate in: del primario (agricole, minerarie), del secondario (industriali, edili), del
terziario (commerciali, mercantili, bancarie, assicurative, di servizi), del terziario avanzato
(informatiche, di consulenza).
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4. No profit: si tratta di aziende che non hanno fini di lucro soggettivo, nel senso che, pur
potendo realizzare dei risultati economici e finanziari positivi, questi non vengono
distribuiti al soggetto economico. tuttavia lecito che svolgano una qualche attivit
commerciale inerente all'oggetto sociale purch essa sia solo marginale o rientri all'interno
di finalit di utilit sociale. Un discorso particolare vale per le ONLUS (Organizzazioni Non
Lucrative di Utilit Sociale). Si tratta di una qualifica ai fini delle imposte - ovvero che incide
sulle modalit di pagamento delle imposte - che possono assumere le aziende non profit
che operano in uno dei seguenti settori: assistenza sociale e socio-sanitaria, assistenza
sociale, assistenza sanitaria, beneficenza, istruzione, formazione, sport dilettantistico,
tutela e promozione dei beni storici e artistici, tutela dell'ambiente, promozione culturale
ed artistica, tutela dei diritti civili, ricerca scientifica. Tali societ devono essere iscritte
all'anagrafe delle ONLUS, presso la Direzione Regionale delle Imprese per avere diritto a
particolari vantaggi fiscali (non sono soggette a tassazione).
5. Mutualistiche: comprendono cooperative, societ di mutua assicurazione e consorzi di
cooperative. Le cooperative hanno uno scopo principalmente mutualistico che consiste nel
fornire beni o servizi o lavoro direttamente ai soci, in modo pi vantaggioso rispetto alle
condizioni del mercato. Lo scopo mutualistico assicura la limitata distribuzione degli utili
tra i soci e la devoluzione a scopi di utilit pubblica del patrimonio sociale, in caso dello
scioglimento della societ. Oltre ai soci ordinari possibile che ci siano dei soci sovventori
che investono nella cooperativa al fine di ottenere un interesse sul capitale investito. Le
attivit che possono essere svolte in forma cooperativistica comprendono: consumo,
produzione, lavoro agricolo, edilizia, trasporti, pesca, economia sociale. Le societ di mutua
assicurazione sono cooperative che si occupano di attivit assicurativa (ramo vita e ramo
danni), sono a responsabilit limitata e il capitale sociale costituito dai contributi versati
dai soci, che servono anche come premi assicurativi.
Quale che sia la "veste" e il "fine" specifico di ogni categoria di azienda, qualora assuma contenuto
imprenditoriale si ritiene che comunque non possa prescindere dall'affrontare positivamente il
tema della responsabilit sociale d'impresa.
I principali stakeholders, presenti in maniera differente nelle diverse tipologie di azienda sono:
piccola
media
grande
fatturato (che ha un senso solo confrontando societ appartenenti allo stesso settore)
numero di dipendenti
valore aggiunto
Con il Regolamento CE n. 364/2004 del 25 febbraio 2004, la definizione per le Piccole e Medie
Imprese (PMI) stata aggiornata alle seguenti caratteristiche:
microimpresa - a) meno di 10 occupati e, - b) un fatturato annuo (corrispondente alla voce A.1 del
conto economico redatto secondo la vigente norma del codice civile) oppure, un totale di bilancio
annuo (corrispondente al totale dell'attivo patrimoniale) non superiore a 2 milioni di euro;
media impresa - a) meno di 250 occupati e, - b) un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di
euro, oppure un totale bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro.
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La produzione lattivit rivolta alla trasformazione di alcuni beni, detti fattori produttivi, in altri
beni, detti prodotti (Fig. 3). Un esempio nel settore agricolo i fattori produttivi quali terra, lavoro,
materie prime (fertilizzanti, sementi, mangimi, acqua, prodotti fitosanitari, carburanti, ) che sono
impiegati nel processo di produzione/trasformazione per ottenere in campo il frumento. Il
prodotto ottenuto, ad esempio, il frumento, pu a sua volta diventare fattore della produzione nel
momento in cui trasformato in un nuovo prodotto, nel caso, in farina.
Terra o
risorse
na turali, e
C a pitale o migliora men
attrezzature ti fo ndiari
p rod uttive
tecniche
Lavoro
Prodotti
Figura 3: Fattori produttivi che agiscono sulla produzione o trasformazione
c) Lavoro
lavoro = lavoro manuale (fissi e avventizi) + lavoro direttivo
Unattivit economica organizzata quando vi una coordinazione tra gli elementi materiali e
quelli umani che entrano a far parte dellorganizzazione.
Unattivit economica esercitata professionalmente se essa svolta in modo sistematico,
abituale e con continuit. Non necessario, invece, che essa sia svolta in modo esclusivo per cui,
pu essere imprenditore, anche chi esercita contemporaneamente anche unaltra attivit come
pu essere un lavoro autonomo.
Finalit dellattivit economica deve essere la produzione o lo scambio di beni o servizi quindi
lattivit dellimpresa deve essere svolta con il fine dello scambio. Per cui, non attivit dimpresa,
ad esempio, lattivit svolta dal coltivatore diretto del fondo che produce esclusivamente per i
propri bisogni e per quelli dei componenti della propria famiglia.
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L'imprenditore agricolo quel tipo di imprenditore che per la legge italiana svolge un'attivit
d'impresa agricola, precisamente colui che esercita un'attivit d'impresa elencata dall'art.2135
c.c., ovvero:
Attivit essenziali
Il secondo comma dell'art. 2135 del codice civile italiano specifica che queste attivit sono le
attivit dirette alla cura e allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo
stesso, di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le
acque dolci, salmastre o marine.
La pi frequente delle attivit agricole la coltivazione del fondo, da considerare non pi come
l'attivit nel campo (rimanendo escluse le coltivazioni in serra o la funghicoltura), ma ormai come
coltivazione, o meglio cura delle piante nel loro ciclo biologico, non necessariamente per intero.
L'attivit di cura deve essere costituita da pi attivit materiali, proprie del concetto di agricoltura
(formate in genere da varie fasi come semina, aratura, ...). Per questi motivi da escludere invece
come attivit agricola la mera raccolta di funghi.
Selvicoltura
La selvicoltura, ovvero la cura dei boschi , oggi pi di ieri, un'attivit di notevole importanza. Oltre
all'importanza economica della selvicoltura per la produzione di assortimenti legnosi e
secondariamente di funghi, tartufi e altri prodotti del sottobosco, le aree forestali hanno una
grande importanza nella stabilizzazione dei versanti e nella prevenzione del dissesto idrogeologico,
senza contare la crescente importanza che al giorno d'oggi data all'aspetto paesaggistico. La
selvicoltura razionale si basa su tecniche scientifiche finalizzate a permettere la rinnovazione del
bosco dopo il taglio di utilizzazione. I principi fondamentali sono inseriti in norme regionali. Nella
selvicoltura da considerare l'arboricoltura, ovvero la coltivazione di alberi in aree
precedentemente prive o disboscate al fine di ottenere legno, frutti o beni ornamentali.
Quest'attivit non compresa nell'attivit tipica dei boschi (quindi non assoggettata alle regole
forestali) ma considerata attivit agricola in senso stretto, nonostante la produzione di legna (e
la relativa commercializzazione) siano elementi evidenti e primari.
Allevamento
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L'allevamento di animali ha subito una corposa evoluzione non solo a livello tecnologico ma anche,
e ovviamente di riflesso, a livello giuridico. In precedenza, si considerava, infatti, l'allevamento
necessariamente collegato alla coltivazione del fondo o comunque correlato, anche perch gli
animali erano massicciamente utilizzati nel lavoro dei campi. Con l'introduzione di veicoli,
macchinari e trattori stata operata col tempo una netta scissione tra la coltivazione del campo e
l'allevamento, abbracciando parallelamente lo stesso metodo utilizzato per la coltivazione.
Sintende allevamento la cura di almeno una fase biologica di un animale, che comporta nella pi
tradizionale situazione la nascita e la crescita nonch la riproduzione dello stesso, ma non
necessariamente tutte e tre le fasi. L'importante che l'imprenditore ne compia almeno una. Non
sar imprenditore agricolo pertanto chi importa animali nutrendoli per breve tempo al solo scopo
di rivenderli. A maggior ragione non lo sar il cacciatore. Questa impostazione stata fatta propria
da un preciso atto normativo, stante anche la recalcitranza della giurisprudenza ad accettare la
novit, contenuta nella d.lgs. 228/2001.
Sono sorti due problemi al riguardo, poi risolti. Per primo, che genere di animali dovrebbe essere
compresi nell'allevamento dell'imprenditore agricolo, ovvero se tutti o solo una parte. Si ritiene
che sia da preferire la seconda ipotesi, in particolare per animali che, anche se non allevati su un
fondo, potrebbero o dovrebbero esserlo.
Altra importante materia quella dell'acquacoltura, allevamento di fauna acquatica sia in acqua
dolce che salata, riconosciuto dal 2001 come impresa agricola a tutti gli effetti. Non va confusa
per con la pesca, perch quest'ultima presuppone la cattura dei pesci.
La pesca ha avuto un regime particolarmente tormentato, dato che in Italia non era considerata,
alla stregua della caccia, un'attivit agraria, mentre per l'ordinamento comunitario era inserita nel
Protocollo I che definiva le attivit da considerare agricole. Ne risultava un sistema discorde e
contraddittorio, che escludeva lo status di impresa agricola all'imprenditore ittico per decidere
controversie sottoponibili alla normativa nazionale, e il contrario per materie riservate al diritto
comunitario. La situazione cambiata nel 2001 e con seguenti modifiche nel 2006, laddove il
pescatore e in genere l'imprenditore ittico non sono considerati imprenditori agricoli, ma sono
perfettamente equiparati a quest'ultimo.
Attivit connesse
L'imprenditore pu essere definito agricolo anche qualora eserciti attivit agricole connesse,
ovvero quelle attivit esercitate dallo stesso imprenditore, dirette alla manipolazione, alla
trasformazione, alla conservazione, alla commercializzazione e alla valorizzazione dei prodotti
ottenuti dalla coltivazione o dall'allevamento.
Le attivit connesse hanno dei requisiti, in particolare quello della connessione con l'attivit
principale agricola, in mancanza della quale sarebbero attivit essenzialmente di natura
commerciale o industriale. La connessione, ovvero il legame di relazione ed interdipendenza,
comporta che l'attivit connessa, autonomamente commerciale, sia secondaria e derivi da quella
agricola principale.
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Altri requisiti individuati in dottrina sono l'unisoggettivit dell'imprenditore, che deve essere lo
stesso soggetto, e l'uniaziendalit dell'impresa, che si deve avvalere degli stessi mezzi e strumenti
impiegati per l'attivit principale. Per sintetizzare, un'unica e medesima impresa.
L'agriturismo la tipica attivit agricola connessa, essendo un'impresa che offre servizi di per s
commerciali (ristorazione, turismo, vendita di prodotti tipici, camere), ma con dei limiti. I prodotti
offerti e trasformati devono essere per la maggior parte propri, mentre gli ospiti da accomodare in
camera non pi di dieci.
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Sul piano soggettivo, si pu distinguere tra imprenditore agricolo professionale, coltivatore diretto
ed equiparati.
L'imprenditore agricolo professionale (IAP) quello che andato a sostituire, o meglio quello che
la diretta evoluzione del vecchio i.a.t.p. (imprenditore agricolo a titolo principale) creato nel
1972 dall'ordinamento comunitario. In particolare mentre prima si chiedeva una certa quantit di
reddito e produttivit a questo genere dimprese, oggi per le sovvenzioni relative si guarda a
quelle imprese che dimostrino redditivit, che producano cio utili nonostante i vari costi
concorrenti per rispettare i requisiti minimi d'ambiente e igiene e benessere degli animali. In altre
parole un'impresa efficiente, ovvero capace di stare sul mercato e competervi.
del 2004 la norma che in Italia avvicina al diritto comunitario l'imprenditore agricolo
professionale (IAP), abbandonando vecchie impostazioni che escludevano ad esempio le societ di
capitali e prevedevano 2/3 del lavoro e del reddito destinati all'attivit agricola. I limiti del tempo
di lavoro e del reddito sussistono, ma sono stati calati al 50%.
Dei corsi di formazione professionale per lacquisizione del titolo sono organizzati da Enti di
formazione professionale, riconosciuti dalla Pubblica Amministrazione.
Dagli Enti di formazione professionale sono organizzati dei corsi di formazione professionale,
autorizzati da Ente pubblico, per lacquisizione del titolo di IAP.
Coltivatore diretto
Equiparati
Ci sono due tipi di equiparati, uno al coltivatore diretto ed un altro all'imprenditore agricolo in
generale. A sua volta il primo suddiviso in due figure:
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Possibilit che si verifichino degli effetti avversi in seguito ad eventi naturali o azioni
umane (Renn, 1998)
Situazione nella quale c la possibilit di ottenere un risultato peggiore rispetto alle
aspettative (Klugman et al., 1998).
Questapproccio si caratterizza per il fatto che presenta una visione solo negativa del rischio,
derivante dal fatto che si presta attenzione esclusivamente ai rischi puri, in cui il migliore scenario
possibile si ha quando non si verifica nessun effetto avverso.
Un rischio aziendale dimpresa pu essere definito come linsieme dei possibili effetti positivi
(opportunit - upside risk) e negativi (minacce - downside risk) di un evento inaspettato sulla
situazione economica, finanziaria, patrimoniale e sullimmagine dellimpresa:
1. Obiettivi dellimpresa
2. Identificazione dei rischi
3. Descrizione dei rischi
4. Aggregazione dei rischi
5. Valutazione dei rischi
6. Risk reporting
7. Gestione del rischio
8. Residual risk assessment e residual risk reporting
9. Gestione del rischio
10. Monitoring
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I punti 1. e 7. fanno parte della componente manageriale, mentre gli altri punti della componente
tecnica.
In quanto remunerazione di rischio, a differenza dei redditi derivanti dagli altri fattori aziendali
(capitale fondiario, capitale agrario e lavoro) che sono remunerati a prezzi di mercato, il
tornaconto si configura come un reddito residuale. Ci significa che il tornaconto risulta dalla
differenza tra il valore della produzione aziendale e i costi connessi alla reintegrazione e
remunerazione dei fattori di produzione aziendali ed extra-aziendali impiegati. La differenza pu
dar luogo ad un risultato negativo, in tal caso limprenditore realizza una perdita.
La focalizzazione del concetto appena esposto implica unastrazione. Questa consiste nella
separazione tra la figura dellimprenditore da quelle dei fornitori degli altri fattori di produzione
(capitale fondiario, capitale agrario, lavoro).
Approfondimenti sul calcolo del Tornaconto sono dati in altre lezioni del corso.
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Una classificazione delle scelte che guarda alle decisioni imprenditoriali sotto un profilo pi
operativo, rispetto alle classificazioni classiche, distinguendo tra problemi di natura tecnica
(Fig. 4) e quelli di carattere amministrativo (Fig. 5) e che inoltre incorpora scelte di breve e lungo
periodo, pu essere strutturata nel modo seguente:
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Reperimento
del capitale
fondiario
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Acquisizione
del capitale
Controllo dei
tempi
operativi
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Gli imprenditori agricoli intendono, in generale, realizzare quelle alternative dazione che
soddisfano ottimamente, o almeno in modo soddisfacente, gli obiettivi perseguiti. Per far questo
il loro intuito, la loro esperienza e la loro familiarit con i problemi implicati, pur se fondamentali,
spesso non sono sufficienti per giungere ad una soluzione accettabile per il problema decisionale
(Marangon, 1993). Ci tanto pi vero quanto maggiore il grado di complessit della struttura
organizzativa aziendale.
Oggi si avverte sempre pi impellente lesigenza di aiutare gli agricoltori a diventare imprenditori
pi efficienti delle proprie aziende agricole.
Una pianificazione accurata alla base del successo di unazienda in qualsiasi settore economico.
Tuttavia, il settore agrario spesso considerato indietro nellapplicazione delle moderne tecniche
di amministrazione e pianificazione volte alla creazione di imprese solide. Talvolta ci dovuto
semplicemente ad una carenza di quelle capacit e conoscenze necessarie che aiuterebbero gli
agricoltori nel processo di pianificazione.
La pianificazione descrive a grandi linee il punto al quale la vostra azienda agricola vuole arrivare in
un determinato momento nel futuro e definisce le modalit da seguire per arrivarci.
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di produzione e di marketing, la gestione, gli aspetti finanziari e tutto quanto concerne il prodotto
o il servizio che limpresa intende offrire.
La prima cosa che dovrete fare nel redigere un piano aziendale definire chiaramente i vostri
scopi. E importante che prendiate in considerazione i seguenti elementi:
Queste informazioni dovrebbero essere riassunte nella presentazione del nostro piano aziendale
e successivamente essere spiegate pi dettagliatamente. La presentazione dovrebbe inoltre
contenere informazioni relative a:
La visione che avete della vostra azienda pu assumere la forma di una definizione della missione
in cui si definisca cosa la vostra azienda e cosa vuole diventare in futuro. Dovrebbe riassumere in
modo conciso i vostri principali obiettivi aziendali. Si tratta di uno strumento utile per aiutarvi a
capire e a comunicare agli altri lo scopo della vostra azienda e la posizione che essa occupa nel
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contesto imprenditoriale. La definizione della missione un primo passo verso il piano aziendale.
Una definizione della missione dovrebbe:
Gli obiettivi a lungo termine sono di solito quelli che sono definiti per primi. Essi sono considerati
anche obiettivi strategici. Gli altri obiettivi a pi breve termine sono definiti successivamente, e
rappresentano i mezzi per realizzare i primi.
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La realizzazione del processo produttivo non istantanea ma richiede che un dato periodo di
tempo sia trascorso perch avvenga la trasformazione dei fattori nel prodotto. Tale intervallo di
tempo viene denominato ciclo produttivo; la sua durata strettamente connessa con il tipo di
produzione che si desidera: essa pu abbracciare pi anni (produzione forestale) o, altro estremo,
pi cicli produttivi possono essere portati a termine nel giro di un anno (colture ortive).
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Acqua
Mangimi Suolo
Consulenza Aria
Funzione di
produzione
Lavoro Sementi
Acqua Fertilizzanti
irrigua
Carburanti
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1. Le risorse aziendali;
2. Le tecniche di produzione;
3. Il mercato dei prodotti e dei fattori;
4. Il quadro istituzionale.
Le informazioni riguardano aspetti esterni come quelli relativi al clima (piovosit, temperature,
vento, ), alle risorse naturali (fiume, lago, acque sotterranee), al mercato per acquisti e vendite
(allingrosso, al dettaglio, e-commerce, ), al mercato finanziario (banche, finanziarie, ), al
quadro istituzionale (leggi e normative, politiche di sviluppo rurale comunitarie, nazionali e
regionali, ), alle tecnologie (macchine innovative, ), e aspetti interni come le risorse presenti in
azienda (scorte vive e morte, lavoro, ), la tecnica di produzione adottata (convenzionale,
integrato, biologico, .).
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Lesame critico della validit delle decisioni prese in passato, la verifica della rispondenza degli obiettivi
dellimpresa, stabiliti in precedenza, la valutazione delle modifiche eventualmente verificatesi nelle
variabili di cui bisogna tener conto nellesercizio dellimpresa (prezzi, progresso tecnico, livello di
conoscenza), la previsione delle probabili future variazioni nei valori di queste variabili, e infine
lindividuazione delle modifiche da apportare nellorganizzazione aziendale per tendere verso le posizioni
ottimali corrispondenti alle nuove condizioni, passano attraverso lanalisi di gestione.
Lanalisi di gestione si avvale della contabilit per monitorare, rendicontare e prevedere lesercizio tecnico
e finanziario passato, presente e futuro. Il bilancio di esercizio (stato patrimoniale e conto economico,
bilancio preventivo e consuntivo) sono i mezzi utilizzati nel controllo del sistema aziendale.
Il controllo della qualit, attuato in azienda, si realizza principalmente attraverso sistemi di qualit come la
ISO 9.000 (Certificazione di sistema qualit aziendale che rappresenta una garanzia per il cliente/utente, in
ordine a determinate capacit operative del produttore, e un fattore di miglioramento per il produttore) e
la ISO 14.000 (Certificazione di sistema ambientale che garantisce il rispetto dellambiente, e come tale,
tutela non solo la collettivit attuale ma anche le generazioni future).
Il controllo di qualit, cos come la contabilit, oggetto di approfondimento in altre lezioni del corso.
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Ancona
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