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Nell'opera, scritta di getto in tre giorni dopo aver appreso dalla Gazzetta di
Milano del 16 luglio 1821 le circostanze della morte di Napoleone, Manzoni mette in
risalto le battaglie e le imprese dell'ex imperatore, nonch la fragilit umana e
la misericordia di Dio.
Indice [nascondi]
1 Storia
2 Contenuti
2.1 Versi 1-30
2.2 Versi 31-84
2.3 Versi 85-108
3 Analisi del testo
3.1 Struttura metrico-stilistica
3.2 Figure retoriche
4 Note
5 Bibliografia
6 Altri progetti
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Manzoni affid poi la redazione del primo getto alle pagine del ms. VS. X. 3
(custodito alla biblioteca Braidense).[5] Malgrado vi siano sostanziali discrepanze
tra la prima e l'ultima versione dell'ode, a latere della bozza, nella parte destra
della pagina, il poeta inser alcuni appunti che - seppur allo stato embrionale -
presagiscono sensibilmente la redazione definitiva. Ne effettuiamo un confronto:
Primo getto Versi a latere Versione definitiva
Ei fu, come al terribile
Segnal della partita
Tutta si scosse in fremito
La Salma inorridita
Come agghiacciata immobile
Dopo il gran punto sta,
L'impero di Napoleone al suo apogeo nel 1811, tra paesi vassalli, alleati e lo
stesso territorio francese.[7]
Dall'Alpi alle Piramidi / dal Manzanarre al Reno / di quel securo il fulmine /
tenea dietro il baleno; / scoppi da Scilla al Tanai, dall'uno all'altro mar
(vv. 25-30)
Il cinque maggio ha inizio con un esordio severo ed ineluttabile, Ei fu, con il
quale Manzoni annuncia al lettore che Napoleone non pi vivo. Per riferirsi al
defunto imperatore il poeta ricorre a un pronome personale di gusto solenne e
letterario, Ei, che sottolinea la fama di Napoleone, talmente conosciuto che non ha
bisogno di introduzioni. La scelta del passato remoto in fu, invece, allontana nel
tempo l'epopea napoleonica, che in questo modo viene segnalata come un evento
definitivamente concluso, sprofondato nel magma del passato, con una chiara
allusione all'inesorabilit dello scorrere del tempo, alla caducit della vita, e
alla natura effimera della gloria terrena.[8]
Nei versi successivi si fanno alcuni cenni alle ultime vicende militari
napoleoniche: la sconfitta di Lipsia del 1813, il periodo dei cento giorni e la
disfatta definitiva a Waterloo, nel 1815. Manzoni coglie quest'occasione per
sottolineare che lui vergin di servo encomio e di codardo oltraggio: il poeta,
infatti, critica chi si profonde in lodi sperticate per i trionfi imperiali
napoleonici in quanto sintomo di un gretto utilitarismo (condanna gi presente ne
Il Conte di Carmagnola, dove viene accusato colui che s'innalza sul vinto);
altrettanto vergognoso, tuttavia, il comportamento di coloro che lo denigrarono
caduto, quando Napoleone - persa ogni autorit - non aveva possibilit di
difendersi. Pertanto, potendo vantare un plettro immacolato (cfr. In morte di
Carlo Imbonati), Manzoni pu legittimamente commuoversi allo sparir di tanto
raggio, ed eternare la memoria del defunto imperatore con un cantico che forse non
morr.[9]
(vv. 73-78)
La successione di glorie e sconfitte napoleoniche seguita da quella che, a detta
del Momigliani, la strofa pi importante dell'ode per conoscere il giudizio del
Manzoni storico su Napoleone.[11] Secondo Russo:[12]
Il giudizio poetico del Manzoni qui finisce per coincidere con il giudizio
storico, con la sentenza dei posteri, i quali riconoscono in Napoleone l'uomo che
diffuse in Europa i principi della rivoluzione, addomesticandoli alla civilt
anteriore e guidandola a un fine
In questa strofa, che sempre secondo Momigliani artisticamente fra le pi
notevoli [...] dell'ode, Napoleone appare infatti come un titanico dominatore. Ei
si nom, ovvero si impose da s il titolo di imperatore (strappando la corona dalle
mani di papa Pio VII per porla da solo sulla sua testa), e fu artefice del proprio
destino; si erse inoltre a giudice fra due secoli, il Settecento e l'Ottocento,
vale a dire la Rivoluzione Francese e la Restaurazione.[13]
Nella penultima strofa, impiegando una perifrasi desunta dalla tradizione religiosa
(gi Paolo di Tarso parlava di improperium Christi), Manzoni ricorda al lettore che
giammai una pi superba altezza non si chin al disonore del Golgota: Napoleone,
in questo modo, viene interpretato come un uomo dalla personalit grandiosa e dallo
straordinario ingegno bellico che, nei suoi ultimi frangenti di vita, seppe
rinnegare il proprio orgoglio e chinarsi al legno del Golgota, abbracciando in
questo modo la professione cristiana.
Il poema pu essere suddiviso in tre parti: nella prima, composta da quattro strofe
(vv. 1-24), viene presentato il tema; nella seconda di dieci strofe (vv. 25-84) si
ripecorre l'epopea napoleonica, mentre le ultime quattro strofe traggono le
conclusioni e pertanto le riserve morali e religiose. La seconda parte, tra
l'altro, si presta a un'ulteriore bipartizione: nel primo momento (vv. 25-54) si
raccontano i momenti salienti del Napoleone condottiero e imperatore, mentre il
secondo (55-84) dedicato all'esilio finale a Sant'Elena.[18]
Anonimo inglese, Alessandro Manzoni nel 1805, olio su tela, attualmente nella Casa
Manzoni di via del Morone, Milano.
Il cinque maggio accompagnato da:[19]
due similitudini: Siccome immobile ... cos percossa (vv. 1-5); Come sul capo /
tal su quell.alma! (vv. 61-73);
numerosissime metafore: orba (v. 4); tanto raggio (v. 21); il fulmine / tenea
dietro al baleno (vv. 27-28); nella polvere ... sull'altar (vv. 47-48); rai
fulminei (v. 75);
diversi enjambement: ultima / ora (vv. 6-7); simile / orma (vv. 9-10);
subito / sparir (vv. 21-22); Massimo / Fattore (vv. 33-34); la procellosa e
trepida / gioia (vv. 37-38); tacito / morir (vv. 73-74); mobili / tende (vv.
79-80); benefica / fede (vv. 97-98);
anastrofi: a calpestar verr (v. 17); di mille voci al sonito (v. 17); mista la
sua non ha (v. 18); di quel securo il fulmine (v. 27); del creator suo spirito
(v. 35);
quattro iperbati: lui folgorante in solio / vide il mio genio e tacque (vv. 13-
14); tal su quellalma il cumulo / delle memorie scese (vv. 67-68); e dei d che
furono lassalse il sovvenir (vv. 77-78); e in pi spirabil aere / pietosa il
trasport (vv. 89-90);
tre anafore: dall'Alpi alle Piramidi, / dal Manzanarre al Reno [], da Scilla al
Tanai, dall'uno allaltro mar (vv. 25 ss); due volte ... due volte (vv. 47-48) ;
l'onda ... l'onda (vv. 62-63);
un'antonomasia ai vv. 33-34: Massimo Fattore;
due sineddochi, al v. 10 (orma di pie mortale) e al v. 56 (breve sponda);
alcuni polisindeti: e sparve e i d nell'ozio ... (v. 55); e ripens e i
percossi e il lampo e londa e il concitato e il celere (vv. 79-84);
due apostrofi: Bella Immortal!.Scrivi ancor questo (vv. 97-99); tu dalle
stanche ceneri (v. 103);
un ossimoro al v. 57: la procellosa e trepida / gioia dun gran disegno;
un'antitesi: immensa invidia/ piet profonda / inestinguibil odio / indomato
amor (vv. 57 ss);
tre perifrasi: delluom fatale (v. 8); di quel securo (v. 27); al disonor del
Golgota (v. 101);
personificazioni: percossa, attonita / la terra ... / muta (vv. 5-7).
Note[modifica | modifica wikitesto]
^ Varanini, p. 142.
^ Luperini et al., p. 539
^ Tellini, p. 138.
^ Varanini, pp. 135-36.
^ Varanini, p. 136.
^ Varanini, p. 139.
^ La legenda della mappa riportata di seguito:
territorio francese
paesi vassalli
paesi alleati
^ a b c Lisa Pericoli, Alessandro Manzoni, "Il cinque maggio": parafrasi del testo,
OilProject. URL consultato l'8 agosto 2016.
^ a b Varanini, p. 143.
^ Varanini, p. 144.
^ Varanini, p. 145.
^ Luperini et al., p. 540
^ Luperini et al., p. 541
^ Varanini, pp. 146-47.
^ Varanini, p. 147.
^ Varanini, p. 148.
^ Varanini, pp. 149-50.
^ Luperini et al., p. 542
^ Analisi del testo: "Il cinque maggio" di Alessandro Manzoni, Fare Letteratura.
URL consultato il 7 luglio 2016.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
Romano Luperini, Pietro Cataldi, Lidia Marchiani, Franco Marchese, Il nuovo La
scrittura e l'interpretazione (edizione rossa), vol. 4, ISBN 978-88-6017-716-2.
Gino Tellini, Manzoni, Roma, Salerno Editrice, 2007, ISBN 978-88-8402-572-2.
Giorgio Varanini, Senso della storia e poesia nel Cinque Maggio, in Da Dante a
Pascoli, Istituto di cultura Giovanni Folonari.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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