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CAPITOLO 1 ELLEN KEY

1. LINFANZIA,LA VITA FAMILIARE E I PRIMI STUDI

Ellen Key nasce nel 1849 a Tyust, nella Svezia del sud. In famiglia,riceve uneducazione rigida da
cui non sono escluse le punizioni corporali; la madre si dedica ad allevare la figlia Ellen e
questultima orientata verso gli studi. In un primo momento la madre stessa a darle istruzione
poi fu affidata a due governanti una tedesca e una francese. La sua formazione avvenne a casa
(educazione formale) per ebbe anche uneducazione informale in quanto inizi a intraprendere dei
viaggi con il padre poich egli fu eletto nel parlamento svedese. La giovane acquisisce un ampia
cultura,legge Rousseau,Goethe,Nietzsche ecc da bambina era stata educata al cristianesimo ma
crescendo si allontana alla fede.

E.Key tra le fondatrici di unassociazione chiamata TOLFTERNA,che riunisce donne lavoratrici


della classe media con donne della classe operaia,al fine di aiutare queste ultime a migliorare le loro
condizioni di vita. Intorno lautrice non si riunivano soltanto artisti,filosofi ma anche operai e
studenti.

2.IL SECOLO DEI FANCIULLI

Il secolo dei fanciulli lopera principale di Ellen Key,pubblicato nel 1900, in cui esprime il sogno
che il Novecento veda la nascita di una societ guidata da una maggiore comprensione dellanima
infantile e da una prioritaria preoccupazione per i diritti dei bambini. Questopera pu essere
considerata uno scritto di pedagogia della famiglia e i principali temi trattati sono: I DIRITTI DEI
FIGLI, IL RAPPORTO TRA MATERNITA E LAVORO,EDUCAZIONE TRA CASA E
SCUOLA.

Quest opera nel 1904 usci in Italia e fu recensito da Sibilla Aleramo sulla rivista <<NUOVA
ANTOLOGIA >>

2.1 DIRITTI DEI FIGLI

Il primo saggio si chiama I DIRITTI DEI FIGLI, Key afferma che il matrimonio va fondato sulla
libert e ci deve essere un legame damore tra uomo e donna e non deve essere un contratto che
stabilisce diritti e doveri. L autrice afferma che se in una famiglia non c amore meglio che
avvenga il divorzio e questultimo giusto che succeda prima della nascita del bambino al fine di
non far nascere dei figli infelici. Il primo diritto dei figli quello di nascere da unautentica unione
damore e gli devono essere assicurate le condizioni igieniche sanitarie.
2.2 MATERNITA E LAVORO: NOTE CRITICHE SUL FEMMINISMO

Il secondo nucleo tematico del volume riguarda un tema molto caro al femminismo ovvero il
rapporto tra maternit e lavoro della donna. Infatti nonostante si afferma che il femminismo vuole la
felicit e il progresso dell umanit intera,agli occhi della scrittrice esso finisce per combattere per
s solo. Le lotte femministe avevano ottenuto i diritti civili solo per le donne delle classi
superiori,ma soprattutto che ha fatto dimenticare dice Key che il massimo diritto di ogni donna,
quello di pensare e agire con assoluta libert. Molto importante il principio di coequivalenza cio
uguale dignit va riconosciuta agli uomini e alle donne, pur senza dimenticare la differenza fra gli
uni e gli altri.

Ellen Key osserva inoltre,che una volta scelta la maternit,occorre assumersene ogni responsabilit.
Innanzitutto durante la gravidanza, necessario non mettere a pericolo la vita del nascituro per
condizioni di lavoro eccessivo;poi,dopo la nascita, non opportuno che la madre lo affidi subito ad
altri,per tornare alle precedenti occupazioni. La scrittrice ritiene che sia prioritario il bisogno del
bambino di ricevere dalla madre cure adeguate; tra i diritti del bambino vi quello di avere una
madre presente.

Lautrice critica il vecchio metodo cio picchiare i bambini in quanto afferma che ci non una
buona educazione,una buona madre soprattutto quando si deve occupare di figli piccoli, per poterlo
fare bene non dovrebbe avere bisogno di lavorare fuori casa per guadagnare. Ellen Key sa vedere il
lavoro svolto in casa esattamente per quello che : un lavoro di dignit uguale a quelli retribuiti.

2.3 LIDEA DI EDUCAZIONE

Il terzo saggio intitolato leducazione ed esso molto ricco di riferimenti teorici: Goethe, Madame
de Stael, Rousseau e da questultimo autore riprende leducazione negativa o naturale sottolineando
che i bambini non vanno accompagnati e non bisogna lasciarli liberi di fare da s. Il buon educatore
tenuto a fornire ad ogni bambino le occasioni e il materiale per educarsi,spesso gli educatori si
lamentano dei difetti e delle cattiverie dei bambini ma la studiosa evidenzia che i cosiddetti difetti
dei bambini non sono altro che i difetti degli educatori stessi.

Ellen denuncia linadeguatezza dei metodi educativi che chiedono al bambino solo di
piegarsi,rinunciare,di essere umile e obbediente in ci vuole dire che leducando non deve pensare
con la testa degli altri ma deve pensare con la propria testa e il proprio cuore. Quindi per lautrice
importante che ci sia una formazione dell educatore e afferm che: con le botte si educano gli
schiavi non gli uomini liberi con questa affermazione pone in evidenzia che picchiare un bambino
spesso la soluzione pi semplice e rapida che per non si risolve nulla.

2.4 VALORE EDUCATIVO DELLA CASA,VALORE EDUCATIVO DELLA SCUOLA

Per Key lambiente educativo migliore per leducazione dei bambini fino al concepimento del
decimo anno di et la casa, sia per la propria esperienza personale, sia perch gli istituti infantili
secondo lautrice erano delle fabbriche che formavano soltanto dei uomini-gregge,futuri soldati.

Quindi per Ellen solo la casa il luogo adeguato per la formazione dei bambini piccoli:una casa
spaziosa,dove ci siano spazi e oggetti a << misura del bambino>.
Lautentico maestro viene descritto come una persona che deve praticare oggettivit e soggettivit e
la scuola dell avvenire per la pensatrice deve: evitare la dispersione delle materie e ci si pu
superare attraverso collegamenti tra le discipline e tra lo studio delle discipline e la vita reale;non ci
deve essere nessun insegnamento religioso; non ci devono essere assegnati compiti per casa cosi
lallievo il pomeriggio potr dedicarsi alla lettura dei libri; deve essere una scuola mista cosi che si
cerca di risolvere la questione della donna,il problema delloperaio e del matrimonio. Lo scopo
della scuola dellavvenire quello di ottenere uno studio che prepari alla vita e che sia pi libero e
individuale.

3 NOTE PEDAGOGICHE SULLA DONNA E SULLAMORE

Nel 1903 Ellen pubblica il ritratto su una donna ovvero su Rahel Varnhagen,vissuta a cavallo tra il
700 e 800.Si tratta di unintellettuale ebrea di cui la studiosa apprezza che amava un uomo di
quattordici anni pi giovane di lei. Rahel era una donna che leggeva molto e non difficile
ipotizzare che Ellen si rispecchiasse in questa donna.

La maternit per la pedagogista una scelta libera e consapevole, molto importante il tema della
maternit sociale in quanto ogni donna madre in tutti i contesti e anche se non ha dei figli non
significa che non pu avere con gli altri delle relazioni materne anzi spesso chi non realmente
madre con gli altri ha un comportamento materno.

Capitolo 2 ROSA AGAZZZI

Lesperienza educativa delle sorelle Agazzi stata raccontata,descritta e argomentata da Rosa in


numerosi scritti .Lopera principale GUIDA PER LEDUCATRICI DELLINFANZIA .

Le sorelle Agazzi sono note per aver creato la SCUOLA MATERNA e questultima fu pensata
come un ambiente in continuit con lambiente familiare: una scuola dove al centro c il bambino
nella sua totalit. Linvenzione didattica pi significativa : il materiale non scientifico, non
preordinato e occasionale ovvero LE CIANFRUSAGLIE SENZA BREVETTO,costituito da tutto
ci che i fanciulli stessi raccoglievano,portavano a scuola e al quale si interessavano. Certamente
Rosa stata soprattutto una maestra ma possibile riscontrare nei suoi scritti uno spessore
pedagogico.
1.LINFANZIA,LA VITA FAMILIARE E I PRIMI STUDI

Rosa nasce nel 1866 a Cremona in una famiglia di modeste condizioni economiche. Sulla sua
formazione ha avuto notevole influenza la figura di uno zio materno,Rosa vive nella casa di questo
zio con la sua famiglia. Si trasferisce poi a Brescia dove inizia a frequentare la Scuola Normale,cio
la scuola finalizzata alla formazione degli insegnanti. Con lei c la sorella Carolina. Entrambi
iniziano a lavorare come educatrici e conoscono Pietro Pasquali e attraverso lui sentono parlare
dellopera pedagogica e il metodo del <<giardino dinfanzia>> di Frobel; dai giardini dinfanzia di
Frobel le sorelle Agazzi apprendono a valorizzare la spontaneit del bambino nel contesto di
<<uneducazione libera e completa>>. Le Agazzi inoltre si rifanno anche a Rousseau per quanto
riguarda il ruolo educativo dellambiente naturale; tuttavia Rosa Agazzi valorizza lambiente come
un posto per creare e rendere sempre pi stabile la possibilit di consentire il proseguo di tutte
quelle esperienze educative.

Nel 1898 Rosa relatrice al Congresso pedagogico di Torino,dove denuncia la situazione


degradante degli istituti infantili allora esistenti e,riscuotendo molta approvazione del rinnovamento
frobelismo. Per Rosa necessaria una preparazione per le maestre infatti lei si lamentava del fatto
che la Scuola Normale fornisse soltanto una preparazione superficiale. Nel 1902 appare il libretto
dei CONSIGLI ALLE FAMIGLIE DEI BAMBINI scritto da Rosa e sono consigli per lo pi rivolte
alle mamme per sconfiggerne i pregiudizi popolari, con lobiettivo di sottolineare che le educatrici
sagge,come le maestre, sono quelle che risvegliano nei bambini abitudini buone e cosi educano alle
virt. Il metodo agazziano conquist molti sostenitori in Italia e a poco a poco lesperienza delle
sorelle Agazzi venne introdotta in molte scuole infantili.

2. PARTIRE DAI SENSI PER ARRIVARE ALLO SPIRITO:GLI ESERCIZI DI VITA PRATICA

Rosa Agazzi comincia a scrivere vari testi nei quali ordina alcuni aspetti della sua
esperienza,racconta aneddoti significativi ed esemplari,suggerisce spunti di lavoro,fornisce
indicazioni pratiche e materiali. I primi tentativi di rinnovamento didattico riguardano gli esercizi di
lingua parlata. Leducazione linguistica deve muovere dalla lingua viva,tramite
giochi,cantilene,conversazioni attraverso cui la maestra pu ascoltare,correggere e giocare. Per
rendere pi agevole lincontro con le cose e la realt,Rosa raccomanda luso di
CONTRASSEGNI,di tratta di semplici disegni per rendere riconoscibili gli oggetti per un
bambino piccolo che non sa leggere e n conosce i numeri. I contrassegni fanno s che ogni
bambino possa collaborare allorganizzazione dello spazio e al mantenimento dellordine. Secondo
le sorelle Agazzi molto importante che il bambino sia innanzitutto educato al decoro e alla pulizia,
degli ambienti e di se stesso. Con alcuni dei materiali raccolti e contrassegnati,si costituisce il
<<museo didattico>>,a partire dal quale vengono articolate conversazioni,spiegazioni e nuove
ricerche. La maestra chiamata a condurre i bambini con attivit e spiegazioni che procedano dal
semplice al complesso; sono previste alcune aiuole personali ( di ciascun bambino ma anche
delleducatrice) e il bambino viene non solo educato dal punto di vista fisico ma viene anche aiutato
a comprendere limportanza del saper aspettare e rispettare lambiente.

3.IL CONFRONTO CON MARIA MONTESSORI

Rosa Agazzi e Maria Montessori si incontrarono nel Congresso pedagogico di Torino del 1898 e tra
le due non era sorta grande simpatia. Alla fine degli anni 20, cresce il consenso intorno al metodo
della pedagogia scientifica e diminuisce quello per il sistema educativo delle sorelle Agazzi.
Mentre per M.Montessori il materiale doveva essere scientifico per le sorelle Agazzi il materiale
doveva essere raccolto spontaneamente dal bambino e non doveva essere scientifico e per entrambi
ci doveva essere una formazione dei maestri.

4.LEDUCAZIONE MORALE AGAZZIANA

Dalla lettura dei programmi per la scuola materna scritti da Rosa ,si evince limportanza della logica
e dellordine. Questultimo viene descritto come il caposaldo della scuola materna e non si tratta di
un ordine compressivo che blocca la spontaneit, ma della condizione necessaria per la libert di
tutti e di ciascuno. Per un bambino essere educato a spostare una sedia in modo da non fare rumore
significa,compiere una prima esperienza di socialit e di moralit. Leducazione del bambino tutta
intesa come educazione morale e questultima educazione alla fratellanza. Parte essenziale
delleducazione morale agazziana linsegnamento religioso cattolico anche se per Rosa Agazzi
tutte le religioni,se pur di diverso culto, hanno una base comune. Inoltre i bambini hanno a
disposizione lesempio dei bambini pi grandi, e sono molto importanti gli esercizi di socievolezza
ovvero insieme di giochi,esercizi. Altro strumento delleducazione morale leducazione estetica.
Per Rosa Agazzi la scuola luogo di educazione morale e quindi di rigenerazione sociale perch
promuove buone abitudini, la maestra Rosa immersa insieme ai bambini nei diversi esercizi di vita
pratica, il suo sguardo educativo sempre rivolto ad un punto preciso << leducazione di tutto il
bambino,preoccupandosi in modo particolare di farlo crescere sano, buono,operoso,civile e utile
agli altri>>.

CAPITOLO 3 MARIA MONTESSORI

1.LINFANZIA,LA VITA FAMILIARE E I PRIMI STUDI

Maria Montessori nasce a Chiaravalle (Ancona) nel 1870. Lautrice in un primo momento manifesta
il desiderio di voler diventare ingegnere ma allinizio il padre,autoritario e severo, non accoglie con
favore la decisione della figlia di intraprendere studi da lui considerati, come dalla maggior parte
delle persone di quel tempo,adatti esclusivamente agli uomini; la sua disapprovazione diventa
esplicita quando Maria afferma addirittura di voler continuare a studiare per diventare
<<medichessa>>. Inizialmente si iscrive al corso di Scienze naturali conseguendo il diploma di
licenza e una volta ottenuto questo diploma le finalmente possibile accedere agli studi medici.
Non sar la prima donna a laurearsi in Medicina ( come talvolta stato erroneamente scritto) ma
certamente una delle prime donne italiane a seguire tali studi.

Con il padre ha un rapporto di distacco e freddezza ma comunque egli segue con attenzione i
momenti pi importanti della carriera della figlia e in occasione del suo trentesimo compleanno gli
don una raccolta di articoli di giornali che narravano lattivit e i successi della figlia che negli
anni aveva conservato. Nel 1896 la Montessori si laurea e consider il medico come un
ambasciatore di un rinnovamento etico e un vero e proprio riformatore sociale.

Dopo che si laurea Maria cominci a lavorare nella clinica psichiatrica dellUniversit di Roma e in
questa clinica uno dei suoi compiti era quello di scegliere tra i ricoverati quelli adatti ad attivit di
didattica clinica. Tra questi vi erano anche bambini <<frenastenici>> cio con gravi deficit
intellettivi ( in quel periodo erano chiamati idioti, anormali e deficienti) che vivevano in condizioni
precarie e senza stimoli. Maria inizia a dedicarsi con dedizione e impegno a questi bambini e sar
proprio il prendersi cura di loro a condurla verso la pratica lo studio delleducazione.

2.IN DIFESA DEI BAMBINI: DALLA MEDICINA ALLA PEDAGOGIA

Nel 1898 durante il Congresso pedagogico di Torino, la dottoressa afferm con decisione che la
societ non deve trascurare alcun mezzo per redimere ed educare i bambini che, non possono trarre
beneficio dalla scuola. Questi bambini non vanno considerati <<ineducabili>>; sono piuttosto
necessarie delle classi speciali. Alla fine dell800 la proposta di classi speciali era a dir poco
rivoluzionaria, perch lascia vedere la ferma convinzione che queste persone possono essere
educate e normalizzate cio recuperate ed inserite in societ, piuttosto che chiuse in un manicomio o
abbandonate in strada. Durante il congresso torinese, Maria si lament anche dellimpreparazione
dei maestri che utilizzavano i metodi educativi tradizionali e soprattutto severe punizioni e castighi.
Nel 1899 viene fondata la lega nazionale per la protezione dei fanciulli deficienti. Tra gli obiettivi
cera quello di istituire una scuola per formare i maestri per leducazione di questi bambini. Maria si
dedica allimpresa di educare i deficienti, non solo preparando i materiali ma anche svolgendo delle
attivit di insegnamento.

3. UNA DONNA NUOVA

Limpegno sociale della giovane Maria si era svolto, in difesa dei diritti dei bambini e dei diritti
delle donne. Nel 1908 Maria partecip al primo congresso delle donne italiane,a Roma,nello stesso
anno ader anche al convegno dellunione femminile nazionale. In questa sede present una
relazione sulle Case dei bambini e in quelloccasione Maria conosce la moglie del filantropo,
Leopoldo Franchetti, Alice che fu molto importante nella diffusione del suo metodo. La dottoressa
parla di una donna nuova sottolineando limportanza del lavoro femminile,tanto per lo sviluppo del
paese, quanto per il rinnovamento degli equilibri familiari nella direzione di una maggiore giustizia
e felicit per tutti. M.Montessori pu essere considerata un educatrice ma anche pedagogista per le
donne e i bambini in condizione di disagio. La stessa Maria vive in una condizione difficile poich
d segretamente alla luce un figlio di nome Mario. Lei e Montesanto, il padre del bambino, non
riconoscono il bambino. Mario prima viene cresciuto allinterno di una famiglia poi in collegio, la
madre seguiva da esterna il figlio e soltanto quando lui pi grande gli dice a Mario che lui suo
figlio e questultimo fu molto importante nell attivit educativa della madre. La giovane donna nei
suoi scritti ricorre spesso ad un terzo argomento: in Italia non sono tanto le leggi o luomo che sono
contro il progresso della donna,quanto piuttosto la donna stessa. Molte donne infatti, preferiscono
rimanere in posizione marginali della societ ossia prendiamo in esame un esempio significativo per
Maria: quando le donne si ammalano e quindi possono scegliere da chi farsi curare, anzich
chiamare una medichessa chiamano un uomo.

4. LE CASE DEI BAMBINI

Quando a Maria le viene fatta la proposta di lavorare a San Lorenzo lei una donna davvero nuova
per il suo tempo, <<una donna straordinaria, con una mente carica di dubbi e di idee nuove>>. La
studiosa parte da un confronto tra i bambini della clinica ( i bambini franestenici) e i bambini sani (
capacit intellettuali migliori) ovvero fece un esame e i bambini della clinica superarono la prova
invece i bambini normali non erano riusciti a superare lesame. Lei raccont nel discorso inaugurale
dellapertura delle Case dei bambini che la prima volta che entr a San Lorenzo rimase colpita dal
buio e dal silenzio. Cominciare a lavorare a San Lorenzo significava per Maria iniziare a
sperimentare con i bambini normali il materiale per leducazione gi utilizzato con i bambini
franestenici. Sempre nel discorso inaugurale Maria racconta che quando incontr questi bambini del
quartiere di San Lorenzo erano paurosi,timidi,abbandonati.

4.1 LAMBIENTE E IL MATERIALE

La riqualificazione del quartiere di San Lorenzo aveva tenuto conto delle norme igieniche e di
nuovi criteri edilizi,per cui aspetti qualificanti dellabitazione erano diventati: laria,la luce,la
pulizia,il decoro e la gaiezza. Nei casamenti cerano gli ambienti scolastici, appunto le case dei
bambini. Esse permettevano di togliere dalla strada questi bambini e di offrire loro un ambiente in
cui erano seguiti nel loro sviluppo fisico,psichico ed educativo dalla direttrice,maestra e dal
medico,sempre in stretta collaborazione con le madri. La casa dei bambini rappresentava anche una
risposta al problema del lavoro industriale femminile.,in quanto le occupazioni domestiche della
donna divenuta lavoratrice,andavano sostenute da modalit organizzative solidali che prevedevano
oltre alla casa dei bambini anche altri servizi come linfermiera,la cucina e la sala da lettura. Alle
madri veniva fatto lobbligo di prestare attenzione alla cura fisica e morale dei piccoli e di avere
almeno un colloquio settimanale con la direttrice. L ambiente scolastico montessoriano era
improntato anchesso a criteri di gaiezza, serenit,bellezza. Il materiale di sviluppo comprendeva
figure a blocchi da incastrare o ordinare secondo le dimensioni e le caratteristiche di questo
materiale erano: lattraenza ( il bambino viene attratto da cose curate e belle),la dimensione attiva( il
materiale deve essere a misura del bambino) e la possibilit di controllare lerrore( il bambino
accompagna luso di questi materiali con il ragionamento e con unattenzione sempre pi raffinata).
Gli oggetti erano tutti a misura del bambino,i tavolini erano tanto leggeri da poter essere trasportati
dal bambino, le poltroncine permettevano alla maestra di sedersi ad altezza del bambino e anche le
scope eraano a misura del bambino, in modo che ciascuno poteva contribuire a tenere pulito
lambiente. Erano molto importanti esercizi di vita pratica ovvero lavori conservativi, cio attivit
adatte ai bambini finalizzate a ben conservare gli oggetti dellambiente; non solo a spazzare per
terra,ma mettere al loro posto gli oggetti e aver cura della propria persona. I bambini erano invitati
ad apparecchiare la tavola da pranzo, a mangiare in modo educato senza disturbare gli altri e alla
fine a sparecchiare. noto una precisa educazione alimentare, il pranzo in comune atteneva a un
preciso scopo di perfezionamento pratico collettivo.

4.2 LA LIBERTA DEL BAMBINO E IL RUOLO DELLA MAESTRA

Maria Montessori ricorda,che i bambini hanno bisogno di muoversi e di sentirsi quindi autonomi e
utili. Tanto i locali quanto i materiali vengono pensati e perfezionati per rispondere ai bisogni di
manipolazione di gioco dei bambini. La maestra doveva saper mostrare luso di oggetti, doveva
essere attenta osservatrice,breve semplice e usare poche parole, non doveva soffocare la spontaneit
del bambino e non imporre nulla con violenza. Il bambino educato secondo la pedagogia della
studiosa appare molto silenzioso,paziente e obbediente, perch laborioso: un bambino impegnato in
attivit significative tranquillo. Il silenzio della casa dei bambini un profondo silenzio interiore
quindi lo sguardo di Maria era rivolto principalmente al mondo interiore del bambino. Uno
strumento principale del lavoro della maestra montessoriana losservazione del bambino. La
maestra redige una carta biografica dove annota tutte le caratteristiche del bambino.

5. LA DIFFUSIONE E GLI APPROFONDIMENTI DEL METODO

Maria Montessori ben presto lasci lesercizio della professione medica per dedicarsi totalmente
allattivit educativa nelle case dei bambini. Dopo le case a Roma ne vennero aperte altre anche a
Milano. Nel 1908 aveva conosciuto Alice,moglie di Leopoldo Franchetti e i due quando videro con
i loro occhi lesperienza educativa di San Lorenzo ne rimasero conquistati. Spingono cosi lautrice a
scrivere lopera IL METODO DELLA PEDAGOGIA SCIENTIFICA APPLICATO
ALLEDUCAZIONE INFANTILE NELLE CASE DEI BAMBINI, i due coniugi Franchetti
finanziarono la pubblicazione di questopera. Se in Italia il metodo montessoriano si diffonde
abbastanza rapidamente, ancora pi rapido e duraturo lapprezzamento per lestero. Alcuni
religiosi lo introducono in Spagna. Nel 1913 Maria va negli Stati Uniti dove riceve unaccoglienza
calorosa e quando per ci ritorna per la seconda volta l accoglienza pi fredda: sul suo metodo
inizia a gravare il giudizio critico di Dewey in quanto questultimo si mostra scettico nei confronti
di un materiale cos strutturato e pensato dagli adulti. Nel 1916 a Barcellona venne presentato un
nuovo materiale di sviluppo per linsegnamento della grammatica,aritmetica e della geometria per
bambini aventi pi di sei anni; inoltre nelle case dei bambini di Barcellona venne allestita una
cappella a misura del bambino.

6. DAL COMPROMESSO CON IL FASCISMO ALLESILIO

Nel 1929 fu fondata lAssociazione Montessoriana internazionale (AMI) e oggi ancora tuttora
aperta. Mario aveva contattato Mussolini per chiedergli se si poteva avere un sostegno per la
diffusione del metodo montessoriano e inizlamente ci fu questo compromesso tra Mussolini e Maria
per dopo che la studiosa partecip alla conferenza sulla pace e guerra lei disse che la guerra nasce
dove manca autentica educazione: la pi profonda origine della guerra nella negazione dei diritti
dellinfanzia, nellindipendenza negata,nellautonomia piegata e cos vi fu il fallimento del
compromesso con il fascismo.

CAPITOLO 4 EDITH STEIN

1.LINFANZIA, LA VITA FAMILIARE E I PRIMI STUDI

Edith Stein nasce nel 1891 a Breslavia in una famiglia ebrea. Il padre muore quando lautrice non
aveva nemmeno compiuto due anni det; la madre si dedica con impegno alla cura della famiglia e
alla gestione della ditta di legname del marito scomparso. Edith nellopera autobiografica STORIA
DI UNA FAMIGLIA EBREA parla della madre come colei che riusc ad occuparsi di ognuno dei
suoi figli in maniera diversa. Stein inizi a frequentare la VIKTORIA SCHULE nella sua citt
distinguendosi per la sua intelligenza vivace e per gli ottimi risultati scolastici. Successivamente si
trasferisce dalla sorella e matur la scelta di smettere di pregare. Si iscrive all universit di
Breslavia dove studia filosofia,storia e psicologia. La sua prima conversione fu dallateismo alla
psicologia per di questultima ne rimase delusa perch lei pensava che la psicologia le potesse dare
delle risposte a delle domande ( che cos lanima)che guidavano il suo studio in quegli anni. La
giovane Edith sente parlare di Edmund Husserl e della fenomenologia e cos inizi a leggere lopera
principale di Husserl ovvero RICERCHE LOGICHE e ne rimane conquistata. Quindi decide di
andare a Gottinga dove Husserl insegnava e arrivata in questa citt cerca Adolph Reinach, fedele
collaboratore di Husserl. Qui avviene la seconda conversione dellautrice ovvero dalla psicologia
alla fenomenologia. Grazie alla pratica del metodo fenomenologico cominci a vedere come la
verit dellanima non possa essere soltanto compresa dalle leggi psicologiche; Stein afferm che la
fenomenologia la scienza fondamentale autentica.
2.ALLA SCUOLA DELLA FENOENOLOGIA: VERSO LE COSE STESSE

Il motto della fenomenologia verso le cose stesse. Lesigenza di fondo di questo stile di
razionalit quello di fedelt ai fenomeni,ovvero di una considerazione della realt liberata dai
pregiudizi,dalle certezze dogmatiche e da tutto ci che diamo per scontato. Husserl pone la
distinzione tra conoscenza scientifica e conoscenza filosofica quindi tra atteggiamento naturale e
atteggiamento fenomenologico. Il primo d per scontato lesistenza del mondo e la nostra possibilit
di conoscerlo; il secondo animato invece dalla domanda radicale sul << che cos >> ossia
sullessenza di un fenomeno,sui suoi caratteri costitutivi. Stein definisce la fenomenologia <<occhi
spalancati>> ovvero limmagine giusta degli occhi sgranati di un bambino e il suo sguardo
esprime meraviglia e candore. Dalla scuola di Husserl,Stein impara che il fenomeno non parvenza
bens il modo attraverso cui qualcosa dellessenziale di una realt si manifesta cio si lascia vedere
con evidenza.

3. IL PROBLEMA DELLEMPATIA

Il significato del termine empatia inizialmente era riferito alla immedesimazione in grado di far
vivere unopera darte nella propria interiorit. Lempatia per Edith costitu un problema e in un
primo momento infatti parl di empatia sensoriale,quando incontrando laltro come individuo
psicofisico,ne incontriamo il corpo vivo. Per lautrice lempatia un vissuto non originario,
originario per me , ad esempio, il mio dolore, mentre non originario rimane il mio percepire il
dolore dellaltro. E se anche due persone vivono una stessa esperienza,questa ha risonanze diverse
differenti nel vissuto personale di ognuno. La persona con cui si entra in empatia e rimane altra
rispetto a me,come io sono e rimango altra rispetto a lei. Stein parla di retroazione dellatto
empatico cio lempatia permette di conoscere laltro ma anche se stesso.

4. GLI ANNI DI FRIBURGO

Mentre Edith svolgeva la sua indagine sullesperienza empatica,scoppi la guerra. Il circolo


fenomenologico si disperse e la giovane filosofa fece domanda per poter prestare servizio come
crocerossina. Nel Dicembre del 1915 Stein ritorn a Gottinga dove incontr lamico Reinach e
Husserl e discussero sul suo lavoro riguardante lempatia. Nel frattempo Edith rientr nella sua citt
natale dove cominci per necessit economiche, la sua attivit di insegnante presso la viktoria
schule, la scuola in cui aveva studiato. Negli anni successivi lautrice cerc di ottenere la libera
docenza ma,in quanto donna, non riusc ad ottenere il titolo di professore universitario.
Successivamente chiese ad Husserl se poteva collaborare con lui e quindi diventare la sua assistente
e lui accett questa sua proposta; dopo un po' per si rese conto che andare dietro ad Husserl
lasciava poco spazio allo studio e quindi decise di abbandonare questo compito. Stein parl di
comunit e societ. Nella prima le relazioni sono organiche e personali ed una forma di
convivenza umana; nella seconda ci sono relazioni meccaniche ed estrinseche ed ognuno solo.

5.LA CONVERSIONE ALLA FEDE CATTOLICA E LINTERESSE PER LA PEDAGOGIA

I biografi annoverano per lo pi due eventi legati alla conversione dellautrice alla fede nel Dio di
Ges Crocifisso. Il primo evento la morte in guerra dellamico Reinach e,soprattutto, lincontro
avvenuto con la moglie che le aveva chiesto di aiutarla ad ordinare gli scritti del marito. Edith
rimase colpita del dolore composto e sereno della donna. Il secondo evento quello pi noto ovvero
una sera di estate fu ospite nella casa dei coniugi Conrad e nella loro biblioteca trov un libro
particolare ossia La vita di Santa Teresa dAvila. Edith si convert al cristianesimo e abbracci la
vita monastica carmelitana e fu chiamata suor Teresa Benedetta della Croce infatti lei nota per
aver portato la croce e la stella. Nel 1932, ebbe la cattedra presso lIstituto di Pedagogia Scientifica
di Munster e quindi fu molto impegnata in varie conferenze e incontri. Nel 1933 a seguito delle
leggi razziali, fu costretta a lasciare linsegnamento e nel 1938 cominciarono le deportazioni degli
ebrei e le fu chiesto di cercare rifugio e cos insieme alla sorella cercarono rifugio in Olanda. Il 2
Agosto 1942 Edith e la sorella furono prelevate e deportate in diversi campi di concentramento e
morirono nel campo di Auschwitz.

6.LA RIFLESSIONE PEDAGOGICA

Lattivit educativa di Edith Stein stata intensa,oltre allinsegnamento si infatti dedicata a


numerose conferenze e questultime ne tenne numerose anche fuori dal territorio tedesco riguardanti
sulla donna e sulla sua vocazione specifica.

6.1 ALLA RICERCA DELLA VERITA E DELLA CHIAREZZA

Uno dei primi scritti pedagogici dellautrice, Verit e chiarezza nellinsegnamento e


nelleducazione, Stein si sofferma sul rapporto educazione e verit,mettendo in luce che la
conoscenza umana segue le cose,invece la conoscenza divina precede le cose in quanto il Creatore
conosce le cose prima. Il fine delleducazione di avere consapevolezza di una conoscenza
dellautentica natura umana. Leducatore deve cercare di conoscere leducando com nella mente
di Dio.

6.2 LIDEA DI BILDUNG

Edith si sofferm sul tema della bildung e svolse unattenta analisi fenomenologica . Bildung indica
sia lazione del formare una materia sia il processo del venire formato. Quando si educa non si ha a
che fare con una materia inerte,ma con una materia animata. Lautrice descrive prima le materie
inanimate,poi quelle animate,considerando prima le piante, poi gli animali ed infine lessere
umano:qui emerse la sua matrice ovvero aristotelica-tomista. Cit espressamente quindi Aristotele e
Tommaso e osserv che le piante hanno un principio di vita interno,che viene denominato
anima,precisamente anima vegetativa; gli animali a loro volta, oltre che allanima vegetativa hanno
anche lanima cinestetica e lanima sensitiva; lessere umano oltre ad avere lanima
vegetativa,sensitiva e cinestetica ha soprattutto lanima intellettiva cio lo spirito. Per Stein educare
un nutrire e si tratta di un nutrimento sia del corpo anche dellanima.

6.3 IL NESSO ESSENZIALE TRA BILDUNG E COMUNITA

Il processo della bildung appartiene al contesto di una comunit in quanto non ci pu essere un io
senza un noi. Le persone gi non nascono membri di una comunit ma devono diventarlo e
necessitano di essere formati per esserlo in modo autentico. Senza gli altri non si pu essere
realmente se stessi,. Le realt formative comunitarie,secondo lautrice sono: la famiglia,la chiesa,la
scuola. La scuola, secondo Stein, ha lo scopo di trasmettere i beni culturali alle nuove generazioni
come beni educativi per contribuire alla formazione di un autentico popolo,essa intesa come una
comunit di vita, che nutre per la pi ampia comunit sociale.

6.4 LANALISI FENOMENOLOGICA DELLA VOCAZIONE DELLA DONNA

La studiosa osserva che le esponenti pi radicali del movimento femminista pretendevano che la
donna fosse uguale alluomo ovvero che avesse la possibilit di accesso a tutte le professioni. Gli
oppositori invece di questo movimento avevano risposto dicendo che la donna ha come unica
attivit quello di prendersi cura della sua prole,famiglia e della sua casa. Edith fece una critica ad
entrambi le tesi in quanto la prima nega lesistenza e il valore delle particolari caratteristiche della
femminilit,costringendo la donna ad una assimilazione mimetica alluomo; la seconda tesi invece
appare inaccettabile perch riduce lessere donna a semplici dati naturali.

6.5 LA VOCAZIONE DELLA DONNA SUL FONADAMENTO DELLE SACRE SCRITTURE

Per descrivere la vocazione della donna, Edith Stein fa riferimento alle Sacre Scritture:nel racconto
del Genesi,Dio ha creato lessere umano a sua immagine,creando maschio o femmina. In
prospettiva biblica ci sono compiti comuni alluomo e alla donna,perch propri dellessere umano:
essere immagini di Dio,procreare la posterit,dominare la terra. Sono compiti che possono essere
svolti solo nella reciproca interazione delle differenze tra il maschile e il femminile. Queste
differenze riguardano tutta la persona, quindi anche la psiche e lo spirito. Gli atteggiamenti
femminili sono descritti a partire dal racconto biblico della creazione: non bene che luomo sia
solo-disse Dio dopo aver creato luomo. Pertanto,gli diede la donna come compagna. Essere
compagna si concretizza nellaccompagnare luomo come aiuto a lui pari.

6.6 IL LAVORO DELLA DONNA

Edith Stein afferm che tutte le professioni possono essere svolte da una donna in modo
autenticamente femminile. Lautrice annota che molte donne non possono scegliere,ma sono
costrette ad adattarsi al lavoro extradomestico dalla crisi economica e dalla guerra. Leducazione
deve basarsi nel rispetto di una triplice esigenza: lo sviluppo dei valori umani,lo sviluppo della sua
femminilit,lo sviluppo della sua individualit. Poich ogni donna donna in modo peculiare, molto
articolata la visione della formazione al femminile non vincolata al lavoro domestico e alla vita
religiosa. necessario perci che le ragazze siano formate anche alla partecipazione sociale e alla
vita nello Stato.
CAPITOLO 7 FRANCOISE DOLTO
1.LINFANZIA,LA VITA FAMILIARE E I PRIMI STUDI
Franoise Dolto nasce nel 1908 a Parigi in una famiglia borghese benestante; impara a leggere e a
scrivere in casa,con una giovane istruttrice,questultima era venuta in questa famiglia per i fratelli
pi grandi ma instaura con Dolto un rapporto particolare e con il tempo il metodo dellistruttrice d
i suoi frutti. Molti tratti di questa istruttrice attenta e paziente furono reinterpretati da Franoise nel
suo modo personale di essere terapeutica. Quando Franoise ha 15 anni, muore la sorella,
JACQUELINE, e la madre cade in depressione. Successivamente la studiosa esprime il desiderio di
voler iscriversi alluniversit e di fare il medico ma i suoi genitori non accettarono che la figlia
doveva intraprendere gli studi di medicina e quindi lei rimase a casa fino al venticinquesimo anno di
et . Nel 1931 finalmente si iscrive alla facolt di medicina e frequent questa facolt con uno dei
suoi fratelli infatti anche egli era interessato alla psicoanalisi. Un incontro importante per la sua
formazione fu con LACAN.
2. LA PRATICA DELLA PSICOANALISI:LIMPORTANZA E I LIMITI DELLE PAROLE
Dopo la laurea,Franoise si iscrive allordine dei medici e cominci a lavorare a Parigi come
medico generico; insieme a LACAN fondano la scuola Freudiana di Parigi. Il fondamento di senso
del suo metodo educativo riconoscibile allantropologia lacaniana: lessere umano non riducibile
al dato biologico ma si connota per la sua capacit di linguaggio. La parola <<desiderio >> non
definisce un godimento illimitato ma rinvia alla soddisfazione di riconoscimento. Educare per Dolto
non equivale a soddisfare i bisogni pi immediati ma coincide con una spinta
allumanizzazione,che muove dal riconoscimento del desiderio proprio e costitutivo proprio della
persona e poterlo seguire permetter alla persona di diventare davvero se stessa. La capacit
simbolica,cio la capacit di linguaggio di comunicazione, considerata la principale potenzialit
della persona ed essa gi presente nei bambini piccolissimi. Secondo lautrice lessere umano
una creatura di linguaggio ed educare significa saper ascoltare laltro e saper poi usare le parole
giuste. Nel 1973 Dolto apre la ECOLE DE LA NEUVILLE per cercare di recuperare il disagio
scolastico. Si trattava di una struttura in cui erano ammessi ragazzi con disturbi dellapprendimento.
Nel 1979 lautrice apr la pria MAISON VERTE ( casa verde),luogo pensato come spazio di
iniziazione del bambino alla vita sociale ed era un luogo di passaggio tra la casa in cui il bambino
era nato e quelle realt nelle quali i bambini sono temporaneamente separati dai genitori.
3.IN ASCOLTO DEI BAMBINI
I diversi scritti di Franoise Dolto - saggi,conferenze- furono pubblicate in Francia a partire dagli
anni80. Il linguaggio semplice,chiaro,ricco di esempi e neologismi che servirono allautrice per
esprimere una realt difficile da comprendere e un modo di accostare i problemi davvero nuovi.
Secondo la pensatrice molto importante aiutare laltro a riconoscere il proprio desiderio e a farsi
soggetto di tale desiderio,la persona cos diventa in prima persona protagonista della sua cura cio
consapevole e responsabile del proprio desiderio, per poi a sua volta essere capace di prendersi cura
degli altri. La pedagogia di Dolto si pu definire PEDAGOGIA DELLASCOLTO ma anche della
VERITA ovvero leducazione si configura come ricerca della verit,ricerca della verit dellaltro
e sforzo di una relazione autentica. Franoise esorta i genitori a rispettare i bambini come persone e
soprattutto a non mentirgli in quanto il bambino ha il diritto alla parola veritiera,ad una
comunicazione attenta e rispettosa, lerrore educativo pi grande che si pu fare dice lautrice
rappresentato dal silenzio,inganno,menzogne dette per il bene del bambino. Dire la verit al
bambino significa presentare la realt in una forma loro comprensibile. Il compito del terapeuta
ben svolto se crea le condizioni affinch sia il bambino e i genitori possano esprimersi e crescere
come <<soggetti di desiderio>>: scoprirsi e impegnarsi per maturare come persone,gli uni diversi
dallaltro e soprattutto ciascuno diverso da come laltro si aspetta. Ci li aiuter a sviluppare
autonomia e responsabilit.
4.I GENITORI DAVANTI ALLADOLESCENZA
Oltre al nesso tra educazione e desiderio e tra educazione e linguaggio, negli scritti della
psicanalista emerge anche il nesso tra educazione e storia;la psicoanalista sottolinea il rapporto non
solo tra i bambini e i propri genitori ma anche questultimi con i loro genitori. Ella osserv che vi
sono dei disagi, nevrosi, che caratterizzano gli adulti e si possono manifestare soprattutto nel
passaggio dallinfanzia alladolescenza in quanto,da bambini hanno avuto dei conflitti con i propri
genitori irrisolti e ne consegue il loro malessere. Questi conflitti sono non detti e bloccano la
relazione educativa e sono quelli che gli adulti tendono a tenerli dentro senza esplicitarli. Lautrice
afferma che gli educatori che si occupano degli adolescenti devono anche lavorare con i loro
genitori affinch essi diventino capaci di pensare e parlare con il terapeuta delle difficolt che loro
stessi hanno avuto durante la loro adolescenza. Per Dolto la << crisi adolescenziale >> vista
come una vera e propria trasformazione sia di corpo che del loro atteggiamento. Gli adolescenti
,secondo Franoise , danno importanza alluscire in quanto restare a casa con i genitori gli
impossibile perch essi vogliono scoprire nuove cose e sentirsi grandi quindi hanno in bocca sempre
la parola USCIRE.
5.EDUCAZIONE,PSICOANALISI E VANGELO
F.Dolto pone in luce il nesso molto stretto tra pratica psicoanalitica, educazione e fede cristiana.
Dolto osserv che,ripercorrendo le scene ,le immagini e i racconti del Nuovo Testamento,
possibile vedere come la vicenda umana di Ges e la sua missione di salvezza costituiscano un
processo di liberazione del desiderio. Ges non insegna a rinunciare il desiderio;piuttosto insegna il
desiderio. In particolare nella lettura della psicoanalista,insegna che,per essere autenticamente noi
stessi, necessario convertire i bisogni in desideri. Bisogna insegnare ai bambini il senso del sacro
per condurli cos a riconoscere il loro desiderio. Secondo Dolto ,leducazione religiosa, solo
insegnamento moralistico e spesso si usa la parola <<sacro>> per indicare realt che non sono
affatto tali. E se un bambino si sente dire questo qui sacro,non si tocca, si far lidea che il sacro
qualcosa che non gli deve appartenere e che esiste solo al servizio delladulto. Tra le immagini del
Vangelo,Dolto ne commenta una che si riallaccia un tema a lei caro ovvero quello della
cittadinanza. Essere cittadini significa saper portare aiuto. In ci si scorge il riconoscimento di
essere nati e continuare a esistere grazia allaiuto che altri,a loro volta, ci hanno dato.

CAPITOLO 8 SIMONE WEIL


1.LINFANZIA,LA VITA FAMILIARE E I PRIMI STUDI
Simone Weil si pu affermare che stata una pensatrice attenta,lattenzione costitu la categoria
fondamentale del suo pensiero e della sua vita. Lautrice nacque nel 1909 in una famiglia benestante
ebraica. Lei ebbe un rapporto di amore e odio con il fratello. Cominci a frequentare il liceo e si
rilev brillante negli studi appassionandosi agli studi filosofici e si avvicin al pensiero kantiano
affermando che tra pensare,agire,contemplare ci deve essere una connessione. Per educare secondo
Weil bisogna avvicinarsi al bello e al bene e la bellezza deve essere collegata alla giustizia e alla
politica. Nel 1931,Simone si laure e fece una critica a Cartesio in particolare critic lunilateralit
nella definizione del rapporto tra uomo e natura,cui viene opposta la rivalutazione dellimportanza
della percezione.
2.UNA PROFESSORESSA PARTICOLARE
Dopo la laurea e labilitazione,Simone cominci a lavorare in vari licei di provincia. Si dedic con
passione alle sue alunne e arrivava spesso a scuola con libri comprati per le sue alunne che non
potevano permetterselo, cos le allieve cominciarono a volerle bene e manifestarono quasi il
desiderio di proteggerla. Lautrice regalava quasi tutto il suo stipendio ai disoccupati si dedic ai
pi poveri e dimentic di prendersi cura di lei. Scrisse LEZIONI DI FILOSOFIA, in questopera lei
afferm che attraverso lagire,lessere umano prende coscienza di s. La sua aula appare come
luogo prezioso di autentico pensare, si pu parlare di filosofia maieutica. Simone faceva leggere e
studiare direttamente le opere dei grandi filosofi e in ogni lezione dava ai propri alunni il
programma degli argomenti che venivano trattati e poi chiedeva di intervenire e di andare sempre
pi in profondit. Per la pensatrice, il suo compito come insegnante era avviare i giovani alla
conoscenza della verit evitando lindottrinamento. Dalle lettere alle allieve, chiamate questultime
con affetto piccole care, emerse un ritratto pi intimo ; infatti Simone dava consigli alle sue allieve
su come organizzare lo studio.
3.LA VITA CON GLI OPERAI
Weil entr veramente a contatto con il popolo e si dedic ai disoccupati,
pescatori,minatori;insomma a tutti coloro che vivevano una condizione di oppressione materiale. La
sua pedagogia pu essere definita come: pedagogia delle liberazione, ossia, fa rifermento agli
orientamenti pedagogici e alla formazione dellindividuo in chiave emancipativa e inclusiva. Lei
ebbe un comportamento anticonformista e intervenne spesso in difesa dei disoccupati e della classe
operaria. Lesperienza pi formativa per Weil fu in fabbrica. Simone si fece assumere in una
fabbrica per vivere le condizioni durissime dellindustria pesante e condivide la sofferenza degli
operai sentendosi soprattutto vicine ad esse. Da questa esperienza scrisse LA CONDIZIONE
OPERAIA e in essa parla con molta concretezza del lavoro di fabbrica mettendo in luce che in esso
venuto meno quello che ai suoi occhi essenziale cio la libert della persona di creare, inventare
e organizzare il lavoro. Guarda cos il lavoro artigianale, come un modello ideale,luogo della
creativit dove pensiero e azione ritrovano unarmonia.
CAPITOLO 10
Jane Roland Martin

Vita
. Nacque a New York e frequent una scuola di stampo attivista;
. Si laurea con studi di teoria politica ma in seguito intraprese la carriera
dellinsegnamento;
. La filosofia analitica le insegn che gli oggetti studiati non sono fenomeni del
mondo reale, ma il parlare di essi;
. Leggendo lEmilio di Rousseau scopr che leducazione un fattore molto pi
complesso di quel pensava.

Educare allincontro
. Secondo Martin lideale dellumanit pi corretto da utilizzare sarebbe educated
person e non educated man come la famosa espressione di Richard Peters;
. Lautrice parla di dono delleducazione per indicare quei momenti in cui la persona
soggetto di cambiamento riceve il dono dellaccoglienza ma a sua volta ella dona al
gruppo la sua esperienza, la sua trasformazione;
. Per Martin leducazione un incontro a pi livelli e, secondo Ivan Illich, ridurre
leducazione ad un fattore scolastico come ridurre la fede al solo andare in Chiesa.

Nel Noddings

Vita
. Nacque nel 1929 ed intraprese studi matematici;
. Ebbe un matrimonio duraturo, molti figli e nipoti e per lei tale esperienza sar un
saldo punto di riferimento per la sua elaborazione teorica;
. Divenne appassionata di filosofia, in particolar modo di filosofia delleducazione,
etica e morale.

Riconoscere il Caring
Il punto di partenza della proposta pedagogica di Noddings limportanza assegnata
alla relazione di cura. Per poter parlare di ci ella si serve sia della filosofia
relazionale di Buber sia della teoria dellattenzione di Weil.
- Di Buber apprezza il fatto che la relazione autentica si instauri nel rapporto io-tu;
- Contrariamente da Weil, Noddings afferma che lattenzione nei confronti dellaltro
non poi cos rara.
Gi dalle prime pagine del testo Il Caring si evince la critica alla filosofia tradizionale
che collega letica al solo studio matematico tralasciando laffettivit.
Ella rifiuta letica basata soltanto su principi morali poich, spesso, separano gli uni
dagli altri. Le quattro componenti delleducazione morale per Noddings sono:
- MODELLAMENTO: spiega che per imparare a prendersi cura ma anche per
riceverne bisogna essere esposti ad una buona cura;
- DIALOGO: una componente importante dellincontro tra persone;
- PRATICA: spiega che leducazione alla cura si compie anche attraverso essa, cio la
prassi;
- CONFERMA, sarebbe il SI allaltro, il riconoscimento del suo valore e della sua
presenza.

Carol Friedman Gilligan

Vita
. Nacque nel 1936 ed oggi tra le pi riconosciute psicologhe contemporanee;
. Da bambina frequento una scuola privata ispirata allattivismo pedagogico;
. Studia psicologia con lintenzione di diventare terapeuta;
. Nel 1970 diventa assistente di Kohlberg e ne apprezza lintelligenza;
. Nel 1982 viene pubblicato il suo volume in a different voice.

Ascoltare voci differenti


Nel volume in a different voice, Gilligan contesta sia il modo di fare di Freud che di
Kohlberg: di Freud poich fino a quel momento la psicologia evolutiva proponeva
esempi sulla realt basati soltanto su modelli maschili, basti pensare al complesso
edipico Di Kohlberg critica limpostazione metodologica poich, per quanto
riguarda la morale, essendo molto importante, non poteva proporre esempi sulla
realt soltanto maschili. Delle ricerche di Kohlberg famoso il dilemma di Heinz e gli
stadi dello sviluppo morale che successivamente distinse:
1- STADIO PRECONVENZIONALE (4-9 anni), in esso il bambino si adegua alle norme
per paura della punizione;
2- STADIO CONVENZIONALE (10+), in esso il bambino incomincia a comprendere il
fondamento delle regole;
3- STADIO POST CONVENZIONALE (18), in esso il ragazzo indipendente da autorit
esterne e pu decidere da se.
Quello che cambia con Gilligan che lei intervista anche donne, al fine di ascoltare
appunto voci differenti. Ella studia lo sviluppo morale delle donne ed individua tre
livelli:
1 EGOISMO, cio quando il proprio s il solo soggetto di interesse;
2 BONTA/ SACRIFICIO, come se la donna si adeguasse al contesto sociale e, di
conseguenza, ne seguisse le regole;
3 VERITA/ RESPONSABILITA in tale ed ultimo passaggio la donna comprende che le
responsabilit non sono solo le sue (es: aborto).

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