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3) se x dom g si definisce
X
fn (x) = g(x) = lim sn (x) .
n
Si noti che, cos come (fn (x)), anche (sk (x)) e una successione di funzioni.
1
Dunque, successioni e serie di funzioni di regola si indicheranno con la notazione
X +
X
(fn ) , fn , fn
n=1
E un fatto che la convergenza puntuale a poco serve. Servono altri tipi di con-
vergenza, che dipendono dal tipo particolare di successioni di funzioni che si stanno
studiando. Noi ci limiteremo a studiare i casi della convergenza uniforme e della
convergenza quadratica. Nel contesto della convergenza uniforme studieremo le
serie di potenze, in particolare le serie di Taylor. Nel contesto della convergenza
quadratica studieremo le serie di Fourier.
2 La convergenza uniforme
Siano fn funzioni definite su un insieme A.
2
Si dice che la successione (fn ) converge uniformemente su A ad g quando
per ogni > 0 esiste N > 0 tale che per n > N si ha
allora
X n +
X +
X
|sn (x) g(x)| = fk (x) fk (x) = fk (x)
k=0 k=0 k=n+1
e quindi:
Si verifica facilmte:
Teorema 2 Se una successione (fn ) di funzioni converge uniformemente su A ad
una funzione g, essa converge a g anche puntualmente su A. Una successione di fun-
zioni costanti su A, se converge, converge uniformemente. Asserti analoghi valgono
anche per le serie di funzioni.
3
Mostriamo due esempi:
Esempio 3 Sia
1 n
A = [0, 1] , fn (x) =
x .
n
La successione (fn ) converge uniformemente alla funzione 0 su [0, 1]. Infatti, sia
> 0 e si risolva la disequazione
1 1
| xn 0| = xn < x [0, 1].
n n
Essendo xn < 1 questa disequazione vale in particolare se n > N = 1/.
Consideriamo invece la successione delle funzioni fn , ancora definite su [0, 1],
fn (x) = xn .
La convergenza pero non e uniforme. Per vederlo, si fissi x0 (0, 1) e si noti che
per x [0, x0 ) si ha
xn xn0 .
Dunque si ha
xn < x [0, x0 ]
se e solo se
log
xn0 < ossia se e solo se n > = N (x0 , )
log x0
(si noti che log x0 < 0 e anche log < 0 se (0, 1)). Per x0 1, il denominatore
log x0 0 e quindi non puo trovarsi N (), indipendente da x0 , per cui xn < su
[0, x0 ].
4
Enunciamo ora, senza provarli, i risultati seguenti:
P P
Teorema 6 Sia fn una serie di funzioni definite su A: se la serie |fn | converge
P
uniformemente su A allora anche la serie fn converge uniformemente su A.
Dim. Si sa gia che la funzione g e continua e quindi il suo integrale esiste. Valutiamo
Z Z b Z
b b
fn (t) dt g(t) dt = |fn (t) g(t)| dt .
a a a
Sia > 0 e sia N tale che per n > N e per tutti i t si abbia
e quindi lasserto.
Lasserto del teorema precedente si compendia dicendo che se ce convergenza
unifome il segno di limite si scambia con quello dintegrale.
Notiamo ora:
5
Lemma 10 Sia (fn ) una successione di funzioni continue definite su [a, b], che
converge uniformemente a g. La successione di funzioni (Fn )
Z t
Fn (t) = fn (s) ds
a
6
Dunque h(t) = lim fn (t) esiste per ogni t,
Z t
h(t) = z + g(s) ds .
c
Il teorema fondamentale del calcolo integrale mostra che la funzione h e derivabile e
che h0 (t) = g(t). Inoltre,
Z t Z t
fn (t) h(t) = fn (c) + fn0 (s) ds z + g(s) ds
c c
Z t Z t
[fn (c) z] + fn0 (s) ds g(s) ds .
c c
Si vede da qui che (fn h) tende a zero uniformemente su [a, b] perche il primo
addendo e una successione di funzioni costanti, che converge a zero. Il secondo
addendo converge uniformemente a zero grazie al Lemma 10.
Dim. Sia (sn ) la successione delle somme parziali. Per ipotesi la successione sn
P
converge uniformemente a g = fn , uniformemente su [a, b]. Dunque,
Z b Z b Z b
g(x) dx = lim sn (x) dx = lim sn (x) dx .
a a n n a
Ma ora,
Z b Z b
sn (x) dx = [f1 (x) + f2 (x) + + fn (x)] dx
a a
Z b Z b Z b
= f1 (x) dx + f2 (x) dx + + fn (x) dx
a a a
7
e quindi
Z b "Z Z b Z b #
b
g(x) dx = lim f1 (x) dx + f2 (x) dx + + fn (x) dx
a a a a
XZ b
= fn (x) dx .
a
8
ove
cn = a0 bn + a1 bn1 + + an1 b1 + an b0 .
Prendendo spunto da questosservazione, si definisce in generale
+ ! + ! +
X X X
fn gn = hn
n=0 n=0 n=0
con
hn = f0 gn + f1 gn1 + + fn1 g1 + fn g0 .
Il prodotto di serie cos definito va sotto il nome di prodotto alla Cauchy. Si
prova:
4 Serie di potenze
Si chiamano serie di potenze le serie di funzioni della forma
+
X
an [x x0 ]n , (3)
n=0
Esempio 16 Si consideri
+
X +
X
nn xn = (nx)n .
n=0 n=0
Si fissi il valore di x 6= 0 e sia n0 tale che |n0 x| > 1. Allora, per n > n0 , si ha
Dunque, se x 6= 0, il termine generale della serie non tende a zero, e quindi la serie
non converge.
r = |x0 | .
Allora:
9
Teorema 17 La serie di potenze converge uniformemente in {x | |x x0 | < r0 } per
ogni r0 < r.
Questo fatto si indica dicendo che nei punti interni allintervallo di convergenza, la
serie converge assolutamente.
10
Teorema 20 Ogni serie di potenze con raggio di convergenza non nullo si deriva
termine a termine, e il raggio di convergenza della serie derivata e uguale a quello
della serie data.
In particolare quindi anche la serie derivata puo a sua volta venir derivata termine
a termine e cio tante volte quante si vuole. Dunque:
|an |
R = lim .
|an + 1|
con x fissato. Il criterio del rapporto asserisce che e condizione sufficiente di conver-
genza che per n sufficientemente grande valga
|an |
|x x0 | < q (4)
|an+1 |
con un q < 1.
Se
|an |
|x x0 | < R = lim
|an+1 |
(disuguaglianza stretta) esiste q (0, 1) tale che
11
Per assurdo proviamo che vale (4). Infatti se invece di (4) fosse
|an |
|x x0 | q ,
|an+1 |
passando al limite rispetto ad n troveremmo
|x x0 | qR ,
in contrasto con (5).
Dunque abbiamo provato che la serie converge per ogni x tale che |x x0 | < R e
quindi il raggio di convergenza e almeno R. Abbiamo pero usato solo una parte del
criterio del rapporto: il criterio del rapporto da anche una condizione sufficiente di
divergenza di una serie. Usando anche questa condizione, si potrebbe provare che il
raggio di convergenza e esattamente R.
Ripetiamo che il teorema precedente non puo usarsi se infiniti coefficienti an sono
nulli.
Usando il criterio della radice invece del criterio del rapporto si prova invece:
Teorema 23 Se esiste, finito o meno, il limite
q
n
lim |an | = L
allora il raggio di convergenza e
1/Lse L 6= 0 , L 6= +
R= 0 se L = +
+ se L = 0 .
Si noti che il Teorema 23 puo usarsi anche se infiniti coefficienti an sono nulli.
12
Ci possiamo chiedere quindi sotto quali condizioni la serie di Taylor di f effetti-
vamente converga ad f . Scrivendo la formula di Taylor di f (x) arrestata allordine
k e col resto in forma di Lagrange, si vede che
k
X 1 (n) 1
f (x) = f (x0 )[x x0 ]n + f (k+1) (sk )[x x0 ]k+1
n=0
n! (k + 1)!
1 (Lr)k+1
(k+1)
f (sk )[x x0 ]k+1 < M .
(k + 1)! (k + 1)!
Il membro destro tende a zero e quindi, per il criterio del confronto, tende a zero
uniformemente anche lerrore
Xk
1 (n) 1
n (k+1)
f (x) f (x0 )[x x0 ] = f (sk )[x x0 ]k+1 .
n! (k + 1)!
n=0
La condizione del Teorema 25 e soddisfatta nel caso delle funzioni di cui cor-
rentemente si usano gli sviluppi di Taylor, almeno su un opportuno intervallo. La
tabella seguente riporta alcune funzioni e il raggio di convergenza della relativa serie
di McLaurin (ossia, della serie di Taylor di centro 0).
13
4.2 Serie di potenze ed equazioni differenziali lineari
Consideriamo il problema di Cauchy
x0 = ax , x(0) = x0 .
Il coefficiente a e costante. Per definizione, la soluzione x e continua e quindi,
dalluguaglianza, e addiritture continuamente derivabile; e quindi
x00 = ax0 = a2 x .
Cos proseguendo,
x(n) = an x
e quindi, per t = 0,
x(n) (0) = an x0 .
Dunque, la soluzione x(t) e di classe C e verifica le condizioni del Teorema 25 su
tutti gli intervalli chiusi contenenti x0 . Dunque, la soluzione si esprime in forma di
serie di potenze
+
X 1
x(t) = an tn
n=0
n!
Daltra parte si verifica immediatamente che questa e la serie dellesponenziale e
quindi si ritrova il risultato noto
x(t) = eat x0 .
Consideriamo ora il sistema di equazioni differenziali lineari
x0 = Ax
ove ora x e un vettore di Rn ed A e una matrice (costante) n n. Vogliamo
rappresentare la soluzione di questo sistema che verifica lulteriore condizione
x(t0 ) = x0 .
E facile vedere che tutto cio che abbiamo detto sulle serie di potenze e sulle serie
di Taylor si estende senza cambiamenti a funzioni a valori vettori e quindi e ancora
vero che + !
X 1
n n
x(t) = A (t t0 ) x0 .
n=0
n!
A questa serie si attribuisce il simbolo
+
X 1 n
eA(tt0 ) = A (t t0 )n .
n=0
n!
Cio definisce lesponenziale di una matrice, che si usa per scrivere in forma compatta
le soluzioni di unequazione differenziale lineare a coefficienti costanti.
14
Osservazione 26 Va notato un fatto importante: lesponenziale di matrice puo
essere un polinomio: se " #
0 1
A=
0 0
allora A2 = 0 e quindi " #
At 1 t
e = :
1 0
allora " #
At cos t sin t
e = .
sin t cos t
Proprieta importanti della matrice esponenziale eAt sono espresse dal teorema
seguente, che non proviamo:
Teorema 27 Vale:
AeAt = eAt A.
P
det eA = exp{ ni=1 aii } . Dunque, det eA e sempre diverso da zero: la matrice
eA e invertibile per ogni A.
h i1
eA = eA .
0
Se AB = BA allora eA eB = eA+B . In particolare, vale sempre eAt eAt =
0
eA(t+t ) .
x0 = Ax + f (t) x(t0 ) = x0 .
Procediamo esattamente come gia si e visto (nel corso di Analisi Matematica 1) per
lequazione scalare: moltiplicando i due membri per eAt si trova
15
La regola della derivata del prodotto si estende al prodotto di una matrice per un
vettore1 e quindi la (6) e
d At
e x(t) = eAt f (t) .
dt
Integrando i due membri da t0 a t si trova
Z t
At At0
e x(t) e x0 = eAs f (s) ds . (7)
t0
Moltiplichiamo i due membri di (7) per eAt e usiamo le proprieta nel teorema 27.
Si trova
Z t
A(tt0 )
x(t) = e x0 + eA(ts) f (s) ds .
0
1
con lavvertenza di non commutare i fattori!
16
5 Serie di Fourier: introduzione
Oltre alle serie di potenze, nelle applicazioni si incontrano molti altri tipo di serie
di funzioni, la cui teoria comunque e sostanzialmente piu complessa e viene qui
esaminata per sommi capi nel caso di gran lunga piu importante delle serie di
Fourier.
Si chiamano serie di Fourier le serie del tipo
+
X
a0 + [an cos nx + bn sin nx] . (8)
n=1
I coefficienti an e bn sono reali.
Si noti che, usando sin 0x = 0, si potrebbe assorbire il coefficiente a0 nella serie
scritta con n 0 invece che con n 1. Vedremo che pero ce una buona ragione
per separare a0 dagli an con n > 0.
Ovviamente una serie di Fourier non sempre converge. La convergenza sara
implicata da opportune proprieta dei coefficienti an e bn . Per esempio, certamente
si ha convergenza (uniforme) quando an = bn = q n , con |q| < 1. Il problema della
convergenza puntuale o uniforme delle serie di Fourier comunque e assai delicato
e lo illustreremo piu avanti. Per ora notiamo che se la serie converge per ogni
x [, ] essa converge per ogni x R e converge ad una funzione peridica. Per
questa ragione, prima di studiare le serie di Fourier, vogliamo richiamare alcune
proprieta delle funzioni periodiche.
17
f (x) mentre 2/T si chiama la frequenza angolare di f (x).
Vale:
Teorema 28 Sia f (t) continua su R e periodica di periodo T . Per ogni x R si
ha Z T Z x+T Z T Z T
f (s) ds = f (s) ds , f (x + s) ds = f (s) ds .
0 x 0 0
Dim. Per capire lidea della dimostrazione della prima uguaglianza, si guardi la
figura 1. La prima uguaglianza si prova come segue: sia k il massimo intero tale che
kT x (k + 1)T x + T . Si scriva
Z x+T Z (k+1)T Z x+T
f (s) ds = f (s) ds + f (s) ds
x x (k+1)T
Figura 1:
1
0.8
0.6
0.4
0.2
0.2
0.4
0.6
0.8
1
0 5 2 10 x0 15 x0+2 20 25 30 35
Usiamo ora la periodicita di f (x), Nel primo integrale al membro destro, al posto
di f (s) scriviamo f (s kT ) e nel secondo al posto di f (s) scriviamo f (s (k + 1)T ).
Questo non cambia il valore della funzione integranda, e quindi nemmeno quello
dellintegrale. Si trova
Z x+T Z (k+1)T Z x+T
f (s) ds = f (s kT ) ds + f (s (k + 1)T ) ds
x x (k+1)T
Z T Z xkT Z T
= f (r) dr + f (r) dr = f (r) dr .
xkT 0 0
18
Si noti che nel teorema precedente T non e necessariamente il minimo periodo.
Inoltre:
Teorema 29 Sia f (x) periodica di periodo T e sia S numero reale. La funzione
f (x/S) ha periodo ST . In particolare, se S = 2/T , la funzione ha periodo 2.
La verifica e immediata:
f ((x + ST )/S) = f (T + x/S) = f (x/S) .
Dunque, da ora in poi, potremo assumere di lavorare con funzioni periodiche di
periodo 2, caso a cui sempre ci si puo ricondurre grazie al teorema precedente.
19
e quindi tali che
cn = cn .
Si osservi che anche in questa scrittura il termine con n = 0 ha un ruolo particolare:
c0 = c0 e reale.
Dunque, una serie di Fourier puo scriversi in modo piu compatto facendo uso
dellesponenziale complesso:
+
X
cn einx
n=
f (x) + ig(x)
e quindi
Z b
d
[f (x) + ig(x)] dx = [f (b) + ig(b)] [f (a) + ig(a)] .
a dx
Essendo
d inx
e = ineinx ,
dx
si trova: (
R 0 se n 6= m
cos nx cos mx dx =
se n = m
R
sin nx cos mx dx = (
0 per ogni n, m. (11)
R 0 se n 6= m
sin nx sin mx dx =
se n = m
20
Per verificare la prima delle uguaglianze precedenti calcoliamo, usando le formule
dEulero
Z Z
1 h inx ih i
cos nx cos mx dx = e + einx eimx + eimx dx
4
Z
1 h i(n+m)x i
= e + ei(nm)x + ei(n+m)x + ei(nm)x dx .
4
Lasserto ora segue perche, essendo per esempio
d i(n+m)x
e = i(n + m)ei(n+m)x ,
dx
si ha
Z h i
1 2
ei(n+m)x dx = ei(n+m) ei(n+m) = sin((n + m)) = 0 .
i(n + m) n+m
6 Convergenza quadratica
Le serie di potenze sono state studiate nel contesto delle funzioni continue e facendo
uso della convergenza uniforme. Lo studio delle serie di Fourier invece va fatto
nellinsieme delle funzioni a quadrato integrabile. Si considerano cioe funzioni f (x)
definite su un intervallo [a, b] e tali che
Z b
|f (x)|2 dx < + .
a
21
Indichiamo con L2 (a, b) linsieme delle funzioni a quadrato sommabile su (a, b),
( Z b )
2 2
L (a, b) = f| |f (x)| dx < + < + .
a
22
Figura 2:
3
2.5
1.5
0.5
0.5
1.5
2
0 2 4 6 8 10 12 14 16
Si noti che se le funzioni prendono valori reali allora il segno di coniugio non ha
alcun effetto, se pero esse prendono valori complessi il coniugio e importante perche
e grazie ad esso che si ottiene
q
hf, f i = ||f ||2 .
hf, gi = 0 .
f g.
Una proprieta importante del prodotto interno in L2 (a, b) e che per esso vale il
teorema di Pitagora:
4
si puo mostrare che le proprieta essenziali di questo prodotto mimano quelle del prodotto scalare
di vettori di Rn o di Cn .
23
Figura 3:
1.5
0.5
0.5
1.5
0 2 4 6 8 10 12 14 16
Dim. Infatti si ha
In particolare,
f g = ||f || ||f + g|| , ||g|| ||f + g|| .
7 La serie di Fourier in L2 (, )
Non e sato possibile introdurre in modo rigoroso lo spazio L2 (, ) e cio indica che
lo studio della serie di Fourier e molto piu complesso di quello delle serie di potenze,
e puo essere solo accennato.
Cominciamo col definire polinomio trigonometrico ogni espressione della forma
N
X
cn einx , cn = cn
n=N
equivalentemente
N
X
a0 + [an cos nx + bn sin nx] .
n=1
24
da questi si ricavano facilmente i coefficienti cn e quindi i coefficienti an e bn . Infatti,
moltiplicando i due membri delluguaglianza
N
X
P (x) = cn einx
n=N
Analogamente,
R
a0 = (1/2)R P (x) dx
a
k = (1/) R P (x) cos kx dx (se k > 0)
b
k = (1/) P (x) sin kx dx .
25
e la sua somma parziale N ma
+N
X
SN (x) = cn einx .
N
Teorema 35 Vale:
Z
lim |f (x) SN (x)|2 dx = 0 ossia lim ||f SN ||L2 (,) = 0
N + N +
Dunque, la successione delle somme parziali (SN (x)) converge ad f (x) nella
distanza di L2 (, ). Sottolineiamo nuovamente che il teorema riguarda SN (x) e
P
non per esempio una somma n=K n = N cn einx . Anche se i cn sono i coefficienti
di Fourier di f , niente puo dirsi del comportamento di questa serie per N +,
K + in modo indipendente.
Diamo uninterpretazione geometrica di SN (x). Consideriamo il sottospazio
lineare VN ,
X
+N
VN = cn einx , cn = cn .
n=N
c0 + c1 eix + c1 eix ,
equivalentemente
a0 + a1 cos x + b1 sin x , a0 , a1 , b1 R .
Tra queste funzioni dobbiamo trovare quella che ha minima distanza da f (x). Si
tratta quindi di studiare un problema di minimo al variare dei parametri complessi
c0 e c1 o, equivalentemente, al variare dei parametri reali a0 , a1 , b1 . Dato che i
problemi di minimo che si sono studiati sono quelli di funzioni di variabile reale,
conviene studiare il minimo della funzione
Z
(a0 , a1 , b1 ) = [f (x) a0 a1 cos x b1 sin x]2 dx .
26
Il minimo esiste, come conseguenza del Teorema di Weierstrass, perche la funzione
(a0 , a1 , b1 ) (a0 , a1 , b1 )
Usando le uguaglianze (11), si trova che le tre derivate parziali si annullano solamente
quando
Z
a0 = (1/2) f (x) dx
Z
a1 = (1/) f (x) cos x dx
Z
b1 = (1/) f (x) sin x dx ;
ossia
Z
1 2 1 +
X
|f (x)| dx = a20 + [a2 + b2n ] .
2 2 n=1 n
Queste identita si chiamano identita di Parseval e in particolare mostrano:
27
Lidentita di Parseval ha uninterpretazione importante per le applicazioni, che
illustriamo con riferimento alla forma complessa
Z +
X
1
|f (x)|2 dx = |cn |2 .
2 n=
cn einx
28
Teorema 39 Sia (a, b) [, ] ed esistano M e [0, 1] tali che per ogni coppia
x, y di punti di (a, b) valga
Sia [a0 , b0 ] (a, b). La serie di Fourier di f (x) converge ad f (x) uniformemente in
[a0 , b0 ].
|f 0 (x)| < M ,
in particolare verifica
|f (x) f (y)| < M |x y|
e quindi soddisfa alle condizioni del teorema. Daltra parte le ipotesi del teorema 39
implicano la continuita della funzione f (x) e questa e una condizione eccessivamente
restrittiva per molte applicazioni nelle quali interviene la serie di Fourier. Per cercare
di indebolire questipotesi, supponiamo che la funzione f (x) abbia in (a, b) un solo
punto di discontinuita x0 , che e un salto. Dunque, f (x) e continua su (a, x0 ) e su
(x0 , b). Vale:
Teorema 40 Supponiamo che f (x) verifichi la condizione (12) sia su (a, x0 ) che su
(x0 , b). Supponiamo inoltre che essa sia derivabile in un intorno di x0 e che esistano
finiti i limiti
lim f 0 (x) , lim f 0 (x) .
xx0 xx0 +
In questo caso la serie di Fourier di f (x) converge in ogni punto di (a, b) e inoltre:
Esempio 41 Sia
1 se x < 0
(x) = 5 se x = 0
1 se x > 0 .
Si noti che questa funzione differisce dalla funzione sgn (x) per il valore che assume
in 0; ma il valore assunto in un solo punto non altera gli integrali che definiscono
29
i coefficienti di Fourier. Dunqe, (x) e sgn (x) hanno la medesima serie di Fourier,
che e la serie
4 sin x sin 3x sin 5x
+ + +
1 3 5
Per x = 0 questa serie converge e converge al valore 0, media dei limiti direzionali
di (x) per x 0. Per il teorema 40 la somma della serie e quindi sgn (x).
La convergenza non puo essere uniforme perche le somme parziali sono continue
mentre la somma della serie non e continua. Se si disegnano alcune somme parziali,
come in figura 4,
Figura 4:
1.5
0.5
0.5
1.5
8 6 4 2 0 2 4 6 8
si vede che le somme parziali saltano sopra e sotto il valore 1 di una quantita che
non si attenua al crescere di N . Calcoli piuttosto laboriosi mostrano che
lim SN (1/N ) = d
N +
Il fenomeno appena illustrato non dipende dalla particolare funzione sgn (x)
usata nellesempio. Si puo provare che, nelle ipotesi del Teorema 40, esso si verifica
in vicinanza di ogni salto. Tale fenomeno va sotto il nome di Fenomeno di Gibbs.
Supponiamo ora che le ipotesi del teorema 40 valgano su (, ) cos che la
serie di Fourier converge in ogni punto di (, ). Se esistono finite le derivate
direzionali in , si puo provare che si ha convergenza addirittura in [, ] e
30
quindi, per periodicita, su R. Supponiamo inoltre di aver gia ridefinito f (x), negli
eventuali salti, uguale alla somma della sua serie di Fourier. In questo caso la serie
di Fourier generata dalla funzione f (x) converge su R ad una funzione periodica che
coincide con f (x) nei punti di [, ]. Converge quindi allestensione per periodicita
di f (x).
Supponiamo ora che f (x) sia pari,
f (x) = f (x) .
f (x) sin nx
f (x) = f (x) ,
Notiamo che le considerazioni precedenti dipendono dal fatto che stiamo lavo-
rando con funzioni f (x) definite su un intervallo di ampiezza 2, uguale al periodo
delle funzioni sin x, cos x. Se la funzione f (x) e definita solamente su (0, ) allora
la sua serie di Fourier su (, ) non e unica, e in particolare possiamo ottenere
per f (x) una serie di soli seni oppure di soli coseni. Per questo basta estenderla a
(, ) rispettivamente in modo dispari o in modo pari.
Infine, riportiamo alcune serie di Fourier e, nelle figure seguenti, i grafici della
restrizione della funzione a (, ), con sovrapposti i grafici di alcune somme par-
ziali. Nella colonna di sinistra della tabella, si riporta lespressione della funzione
su (, ). La funzione e poi estesa ad R per periodicita.
31
Figura 5:
1.5
3.5
1 3
2.5
0.5
0
x 1.5
0.5
1
1 0.5
0
x
1.5
5 4 3 2 1 0 1 2 3 4 5 5 4 3 2 1 0 1 2 3 4 5
4 sin x sin3x sin 5x
sign x 1 + 3 + 5 +
4 cos x cos 3x cos5x
|x| 2 12
+ 32
+ 52
+
sin x sin 2x sin 3x
x 2 1 2 + 3 .
x + 2 se < x < 0 sin x sin 2x sin 3x
x se 0<x<
2 1 + 2 + 3 +
2 4 cos 2x cos 4x cos 6x
| sin x| 13 + 35 + 57 + .
8 sin 2x 2 sin 4x 3 sin 6x
sgn (x) cos x 13 + 35 + 57
32
Figura 6:
4 1.2
3
1
2
0.8
0.6
0
x
0.4
1
0.2
2
0
3
x
4 0.2
5 4 3 2 1 0 1 2 3 4 5 5 4 3 2 1 0 1 2 3 4 5
33