You are on page 1of 21

IMPIANTI ELETTRICI.

Parte 2 SBOBINATURE DI MOTZO GABRIELE

DIMENSIONAMENTO DELLE LINEE ELETTRICHE.

Il dimensionamento delle linee elettriche si articola su tre principali analisi: lanalisi meccanica , lanalisi
termica e il dimensionamento elettrico.

ANALISI MECCANICA (LEZIONE 5):

Lanalisi meccanica si occupa di analizzare le forze in gioco che vanno a interessare i conduttori, ovvero
quegli sforzi elettrodinamici che nascono quando il conduttore percorso da corrente.

Franco

Per iniziare si pu far riferimento a un linea aerea. Si hanno dei conduttori su degli isolatori. Uno degli scopi
del dimensionamento che il FRANCO sia al di sopra di certi e che la freccia(nel disegno quella in
grassetto) misurata dal punto pi basso della catenaria deve stare al di sotto di un certo valore. Si vuole
valutare FRECCIA e FRANCO e si deve tenere conto di alcuni aspetti: il peso del conduttore, leventuale
presenza di vento e anche la sua velocit e presenza di neve e ghiaccio. Queste sono tutte forze esterne e che
agiscono sul conduttore.

Esistono per delle altre forze che agiscono sul conduttore e che sono dette forze elettrodinamiche: sono
quelle che provengono dallinterno del conduttore stesso e nascono per il fatto che i conduttori sono percorsi
da corrente. Per capire come queste forze agiscono si deve partire dalle basi:

Se si pongono due conduttori vicini percorsi da due correnti differenti i1 e i2, questi due
conduttori sono soggetti ad una forza attrattiva. F12=F21

Se le correnti sono opposti leffetto di avere una forza repulsiva. Nel dimensionamento
delle linee si deve tenere conto di queste forze. Per calcolare si utilizza la legge di ampere

o la permeabilit del vuoto, che praticamente uguale a quella dellaria, h la distanza in metri tra i due
conduttori paralleli e i1 e i2 sono le correnti istantanee quindi i1=i1(t) e i2= i2(t) se si sta parlando di AC,
mentre se si sta parlando di DC le correnti saranno I1 e I2. La formula ci dice che la forza direttamente
proporzionale alle due correnti che percorrono i due conduttori, ed inversamente proporzionale alla
distanza h. questa una forza per unit di lunghezza e si considerano due conduttori lunghi 1 m.

1
CASO TRIFASE.

Negli impianti elettrici si pu avere un sistema trifase con i conduttori che possono essere disposti ai vertici
di un triangolo equilatero (es i tralicci), oppure possono essere disposti tutti e tre in piano, oppure ancora si
pu avere un sistema monofase con due conduttori, un conduttore di fase e uno di neutro. Le correnti in un
sistema trifase sono costituite da un terna simmetrica:

Al passaggio della corrente si generano delle forze tra i conduttori. Se in base alla relazione di Ampere si va
a calcolare la forza che per esempio dal conduttore 1 si manifesta nei confronti del 2 si ottiene:

Si vede subito che la forza proporzionale allinverso della distanza, quindi pi i conduttori sono vicini
maggiore la forza. Ma a forza anche proporzionale al quadrato del modulo delle correnti che passano nei
due conduttori. Questo significa che aumentando le correnti la forza aumenta in grande misura es
cortocircuito il trasformatore pu addirittura esplodere.

Se si va a usare le propriet della somma o della moltiplicazione dei coseni si ha:

scomponendo si ha:

Si osserva che la seconda componente della forza costante, mentre la prima componente pulsante con
frequenza doppia rispetto alla frequenza della corrente che passa attraverso il conduttore. Dal punto di vista
pratico la formula serve per determinare la condizione nella quale massimo lo sforzo a cui sono sottoposti i
conduttori della linea trifase.

La relazione che esprime la forza massima tra due conduttori posti ad una certa distanza luno dallaltro al
passaggio di una determinata corrente :

il fatto che ci sia 10-8 non significa che la forza sia debolissima. In
condizioni normali lo , ma se avviene un corto circuito e per esempio la I
diventa 5000 A la forza diventa notevole.

2
CASO TRIFASE (Conduttori disposti linearmente).

h h

Un altro caso tipico potrebbe essere quello in cui i conduttori sono disposti su un piano. I conduttori si
trovano in una posizione asimmetrica, quindi si avr la forza dei conduttori 1 e 3 che sono quelli che si pu
calcolare come:

2
13 = 3,29 108 [ ]

Mentre la forza massima sul conduttore 2 sar:

2
2 = 3,06 108 [ ]

Il segno sta a indicare che la forza pu essere di tipo attrattivo o repulsivo.

CASO MONOFASE.

2
2 = 4,08 108 [ ]

LEZIONE 11 e LEZIONE 12:

Come si gi accennato altre volte il dimensionamento delle linee elettriche si articola su tre principali
analisi: lanalisi meccanica , lanalisi termica e il dimensionamento elettrico. Nella lezione 5 stato
affrontato il problema dellanalisi meccanica, ora si analizza lanalisi termica.

ANALISI TERMICA:

Il problema termico molto importante, i conduttori sono caratterizzati da una resistenza elettrica quindi,
quando vengono percorsi da corrente si riscaldano e questo riscaldamento diverso a seconda che ci si trovi
nella condizione di funzionamento ordinario o nella condizione di funzionamento a regime. Quello che
cambia lentit della corrente, in cortocircuito si hanno correnti chiaramente molto pi grandi quindi il
fenomeno rapidissimo.

SOVRACCARICO

Per quanto riguarda le condizioni di regime bisogna capire perch ci si deve preoccupare del sovraccarico e
come si pu valutare la temperatura di massimo sovraccarico e quindi ad esempio cosa la portata nominale
di un cavo e perch si pu verificare il
sovraccarico. Un conduttore percorso da
corrente assume una temperatura Tc
maggiore di quella dellambiente
circostante questo dovuto alleffetto
Joule.

3
Un eccessivo riscaldamento dannoso: provoca aumento della resistenza si pu cuocere lisolante o dare
origine a incendio. quindi necessario stabilire i valori massimi consentiti di corrente affinch la
sovratemperatura non superi i valori ritenuti di sicurezza

La corrente massima (portata) ammissibile per periodi prolungati da qualsiasi conduttore in servizio
ordinario deve essere tale che la temperatura Ts non superi il valore appropriato indicato nella tabella
(norma CEI 64-8)

Quindi ad ogni tipo di cavo caratterizzato da una temperatura massima gli viene associata una portata che
equivale alla corrente massima che pu sopportare. (per calcolarla basta fare la formula inversa della
precedente equazione vista, si calcola I conoscendo la temperatura Ta che di norma 25C e la Tc la
temperatura del cavo).

La portata di norma viene indicata come Iz perch la portata di una cavo da solo in aria libera, sospeso,
quindi che scambia calore nel modo migliore possibile. La temperatura direttamente responsabile di come
avviene questo processo: se la temperatura esterna molto alta si riduce la capacit di trasporto della linea
mentre se la bassa il cavo pu portare pi tensione.

k1 inferiore a 1 se la temperatura superiore a 25C


mentre superiore a 1 se la temperatura sta sotto i 25.

K2 dipende da come sono fatti i conduttori, in fascio, a


strati, quanti strati, quanti conduttori, e poi aspetto
fondamentale come sono messi.

La portata del cavo la si confronta con la corrente che si pensa debba passare nel cavo stesso Ib. Prima cosa
importante la corrente Ib<Iz. La corrente Ib se si considera una linea che va ad alimentare tanti carichi
calcolabile come :

dove Kul un coefficiente di utilizzazione, tipicamente i motori


elettrici lavorano al 75% della loro potenza nominale, quindi si sta
usando il consumo a regime si dimensioner limpianto per una potenza inferiore al massimo che il motore
pu erogare.

4
Kc invece il coefficiente di contemporaneit, in generale difficile che tutti i carichi sono collegati
insieme quindi per tener conto di questo fatto si usa kc. Questa formula va bene solo per gli sfasamenti
piccoli altrimenti si commettono errori molto gradi e se inoltro gli sfasamenti sono tutti dello stesso segno.

Non si sbaglia invece se si utilizza la formula pi evoluta:

la Vn indicata come vettore ma comunque la tensione di riferimento e


conviene prenderla con fase zero.

Si ricorda che
Quando per esempio viene detto che si ha un carico induttivo con cos=0,8 allora attraverso larcocoseno
si trova langolo e poi con il seno dato che induttivo sar in ritardo, viceversa con un condensatore si fa
larcocoseno ricavandoci il seno dellangolo e sapendo che capacitivo sar in anticipo. Attenzione quindi
quando viene chiesto se mettere un condensatore conviene o no, sembra che passi pi corrente ma in realt
ce n di meno e infatti i rifasamenti si fanno per questo.

La corrente Ib come detto direttamente collegata ai fattori Kc e Kul, compito dellingegnere scegliere
questi parametri se per esempio si ha un impianto dove tutti lavorano insieme contemporaneamente sar un
Kc vicino a 1, invece in un impianto dove se funziona una macchina non funziona laltra si avr un kc pi
basso. Se si sceglie un Kc molto alto significa che la corrente che si impiega sar molto bassa rispetto alla
realt.

Quando succedono cose al di fuori della condizione normale si comincia a parlare di linea in sovraccarico o
in cortocircuito. I sovraccarichi e i cortocircuiti provocano aumenti lenti o repentini della temperatura oltre il
limite ammissibile degli isolanti o dei conduttori di rame. Esempio di sovraccarico: corrente di avviamento
di un motore; funzionamento momentaneo di un numero di utilizzatori maggiore di quello previsto in sede di
progetto. Esempi di cortocircuito invece contatto tra le fasi, fasi e neutro, a terra ecc.

I sovraccarichi si manifestano mentre limpianto privo di guasti e sottoposto a normali condizioni di


lavoro; il cortocircuito si verifica invece in un impianto o in un componente in seguito ad un guasto. Il
sovraccarico pu essere tollerato per un tempo limitato (minuti/ore) il cortocircuito deve essere interrotto
istantaneamente.

Il sovraccarico imputabile esclusivamente agli utilizzatori, nel senso che essi prelevano un carico superiore
alla corrente dimpiego Ib prevista; il cortocircuito presuppone invece che la corrente si richiuda nel circuito
elettrico a causa di un guasto disolamento che pu verificarsi in infinite posizioni e a cui corrisponde una
corrente la cui entit dipende dalle condizioni di guasto.

Il cortocircuito pu essere rappresentato secondo il circuito che si vede in figura: pu essere causato da un
contatto tra conduttori, o tra conduttori e la terra. Il contatto stabilisce un percorso per il flusso di corrente
che ha impedenza piccola (se nulla o trascurabile si dice cortocircuito franco).

5
Le formule nellimmagine precedente valgono in regime permanente, nel momento che avviene il
cortocircuito la Icc sar data dalla somma di una componente simmetrica e componente unidirezionale.

Il potere di interruzione degli interruttori definito con riferimento al valore efficace della componente
simmetrica della corrente di cortocircuito.

Per far fronte ai problemi di sovraccarico e cortocircuito si utilizza un oggetto che ogni qual volta per
esempio si sta utilizzando per troppo tempo in sovraccarico un determinato conduttore toglie la tensione,
questo oggetto chiamato interruttore automatico. Per quanto riguarda le condizioni di protezione non basta
che la corrente Ib < Iz ma deve essere anche pi piccola della corrente che fa intervenire il dispositivo o al
massimo uguale:

In rappresenta la corrente nominale dellinterruttore. La relazione dice in sostanza che: se si vede passare
una corrente un po pi grande di In in un tempo pi o meno lungo si apre linterruttore per proteggere il
cavo, perch si vuole che la corrente che passa nel cavo sia inferiore a Iz.

Oltre alla corrente In si pu definire la corrente Inf ovvero corrente di sicuro non intervento, quella per la
quale non si ha lapertura di un interruttore in un tempo convenzionale. If corrente si sicuro intervento per la
quale si ha sicuramente lapertura dellinterruttore in tempo convenzionale (1h o 2h) e corrente di intervento
magnetico Im ovvero valore per cui si ha laperutra dellinterruttore in un tempo pressoch istantaneo.

Un'altra relazione valida per solo gli interruttori automatici If <= 1,45 Iz

Prima si osservato quale era la relazione rappresentativa del passaggio di corrente in un conduttore
circolare nelle condizioni di regime. Da quella relazione poi si pu studiare cosa succede quando accade un
sovraccarico o comunque come si pu gestire calcolando le temperatura la corrente Ib ecc. Per quanto
riguarda il cortocircuito la relazione che si deve prendere in considerazione diversa. Il cortocircuito come
gi accennato prima un sovraccarico di grande entit che si verifica in un tempo brevissimo.

Lenergia termica che viene prodotta porta ad un fortissimo aumento di temperatura nel conduttore che non
riesce ad essere smaltito verso lesterno. Nei primi istanti il sistema si comporta come se ci fosse un
processo adiabatico cio senza scambio di calore. L energia che viene prodotta sar dunque:

6
Trascurando lo scambio termico con lambiente tutto il calore sviluppato aumenta la temperatura del
conduttore

A sinistra presente lenergia dissipata dal momento dellinizio del cortocircuito per un tempo infinitesimo,
la corrente come si nota una i minuscola senza il simbolo di vettore infatti proprio una corrente
istantanea e daltronde non si pu moltiplicare un vettore per il tempo. A destra delluguale si osserva
laumento di energia termica del conduttore.

Questa energia la si ottiene moltiplicando il volume del materiale (dato dal prodotto della superficie per la
lunghezza), per il calore specifica per unit di volume, per la variazione di temperatura. A differenza della
formula utilizzata per il sovraccarico in cui previsto lo scambio con lesterno qui non ci sono scambi, c
solo il termine di aumento della temperatura. un equazione differenziale, si deve passare dallelemento
differenziale allelemento finito attraverso un operazione di integrazione.

Prima cosa da fare si elide l dalla formula dato che compare in entrambi i membri:

i2 viene anche chiamata energia specifica. Seconda cosa fare


integrare il primo membro al tempo di intervento del dispositivo e il
secondo membro si estende dalla temperatura inziale alla temperatura finale:

questo anche definito come lintegrale di joule

Lenergia in questi termini viene chiamata energia specifica passante infatti


t1 il momento in cui il cortocircuito si interrompe perch linterruttore ha completato il suo lavoro quindi
0:t1 il periodo in qui la corrente di cortocircuito passa. Questo intervallo dovr essere il pi piccolo
possibile. Lenergia specifica passante data dallespressione I2 t (in pratica lenergia che riesce a passare
perch linterruttore non riesce a toglierla in un tempo zero.

7
Chiaramente se passa qualcosa, ci sar anche qualcosa che riesce a resistere a questa corrente, questo
qualcosa il cavo, si nota infatti che presente il calore specifico, la sezione del cavo e agli estremi di
integrazione ci sono le temperature del cavo to (teta 0) che la temperatura in cui avviene il corto. Laltra
temperatura, teta, quel valore che si raggiunge alla fine, bene fissarla in anticipo (per esempio un cavo di
70 si assume che per un tempo brevissimo pu resistere a 120) .

Se si fissano queste due temperature in pratica si fissate le propriet del cavo, tipicamente si riesce a
metterle nella forma di una costante K moltiplicata per la sezione al quadrato.

Il valore della I2t viene fornito da chi costruisce gli interruttori perch non semplice calcolarlo. Ora si deve
sviluppare il secondo integrale dellequazione precedente dove presente , non costante con la
temperatura infatti varia secondo la legge

Se nel sovraccarico la variazione di temperatura poteva assumersi costante, in questo caso si deve tenere
conto di questo fatto. La dipendenza della resistivit con la temperatura porta ad un equazione di questo tipo:

sviluppando lintegrale al secondo membro si ottiene:

Volendo fissare il limite estremo di funzionamento si pu dire che al numeratore ci sar la massima
temperatura di cortocircuito (quindi nel transitorio) e al denominatore la temperatura precedente il
cortocircuito, quella massima a regime con la massima portata:

Quindi tutto quello che si trova al secondo membro a parte la superficie la costante K che si inserisce nella
formula al quadrato. La resistivit che di norma si utilizza sar o del rame o dellalluminio. Riassumendo
lespressione diventa:

Si deve dunque verificare sempre che lenergia che linterruttore lascia passare sia pi piccola dellenergia
che il cavo pu tollerare altrimenti il cavo si distrugge.

8
LEZIONE 14 (parte 1) la parte 2 si trova nella parte dei trasformatori.

Come detto lintegrale di Joule rappresenta lenergia specifica passante I2t ovvero lenergia che riesce a
passare perch linterruttore non riesce a toglierla in un tempo zero. La forma donda di un energia specifica
passante segue questo andamento

I2t correlata con landamento nel tempo su scala logaritmica della


caratteristica termica (primo grafico). Quindi I2t segue un andamento
decrescente esponenziale perch anche laspetto termico ha
quellandamento, linterruttore ci mette tanto meno quanto meno grande
la curva.

Il segmento che si nota circa al centro deriva dalla discontinuit della


caratteristica di intervento dellinterruttore, e il punto per il quale
linterruttore passa dalla caratteristica termica a quella magnetica.

Il magnetico rispetto al termico molto pi veloce infatti dopo Im si vede


che si ha una retta orizzontale perch la chiusura quasi istantanea, e
qualunque sia il valore della corrente il tempo di apertura dellinterruttore sar sempre lo stesso (40-50 ms).
Questa discontinuit deve riflettersi sullenergia che linterruttore lascia passare, e dato che man mano che la
corrente cresce linterruttore ci mette sempre lo stesso tempo ad aprirsi ecco che lenergia specifica aumenta
e quindi la curva (secondo grafico) a destra di Im comincia ad aumentare.

La protezione da sovraccarico non obbligatoria sempre, mentre quella di cortocircuito si. Infatti per il
sovraccarico la posizione dellinterruttore non decisiva, nel caso di cc la posizione vincolata.

Il cortocircuito pi grande sar quello che si verifica


allinizio della linea quindi linterruttore verr messo il pi
vicino possibile alla sbarra (ci sono dei limiti anche qua che
sono regolati da norme).

La corrente pi grande che si pu verificare Iccmax e deve


essere pi piccola del potere di interruzione dellinterruttore.
Corrente nominale e potere di interruzione sono i due parametri che servono per scegliere linterruttore.

Quando si verifica un cortocircuito, questo pu verificarsi in tutte le zone della linea, se si verifica alla fine
qui si ha la condizione pi gravosa nonostante la corrente Icc sviluppata sia minore. il pi insidioso perch
essendo piccola la corrente non si capisce se un vero cortocircuito. In queste condizioni si fa lipotesi di un
guasto bifase se non presente il neutro, se invece presente un guasto fase-neutro.

Si devono calcolare due correnti di cortocircuito, una


sar la Iccmax e una la Iccmin, questi due valori di corrente
dipendono dallimpianto e non dallinterruttore.

Per rappresentare la protezione da cortocircuito sul


piano si disegnano la caratteristica I2t del cavo che si
deve cercare di proteggere e il cui asintoto verticale
Iz, e la caratteristica I2t dellinterruttore il cui asintoto
verticale In.

9
Se si deve proteggere anche da sovraccarico si avr che In<Iz e quindi le due curve e i rispettivi asintoti non
si toccheranno. C solo un intersezione dunque, punto A, a sinistra del punto il cavo ha un energia specifica
maggiore di quella dellinterruttore dunque la linea protetta, se invece fosse a destra linterruttore non
sarebbe sufficientemente rapido e lascerebbe passare energia pi grande di quella del cavo che pu
sopportare. In questi casi o si cambia cavo o interruttore.

Se invece, come si vede dalla figura a sinistra si scelto un


interruttore che non fa protezione da sovraccarico le cose
cambiano. Si ha una nuova intersezione oltre al punto A
rappresentata dal punto B.

In questo caso si deve fa fronte anche alla corrente Iccmin o


meglio la minima che si pu avere alla fine della linea. Se si
considerano i punti a destra di B la protezione ancora
assicurata perch lenergia del cavo superiore a quella
passante.

Ma se la corrente di Cc fosse talmente piccola da essere a


sinistra del punto B allora non si avrebbe pi la protezione.
E bisogna ricordarsi inoltre che pi la corrente bassa pi linterruttore interviene lentamente perch
attivato dal dispositivo termico e quindi lenergia che lascia passare pu essere molto grande.

LEZIONE 15.

Il dimensionamento delle linee elettriche si articola su tre principali analisi: lanalisi meccanica , lanalisi
termica e il dimensionamento elettrico. Si gi analizzato i primi due punti manca quello del
dimensionamento elettrico. Il dimensionamento elettrico si basa principalmente sul calcolo della caduta di
tensione, infatti se si vuole che i carichi funzioni bene, questi devono essere alimentati a tensione pi o meno
costante e non ci si deve preoccupare quindi solo che i fili non scaldino troppo.

In generale si pu accettare una variazione del pi o meno 10 % da contratto ma quando si opera su un


progetto le cadute di tensione devono rimanere al 3//4 % per la bassa tensione, e circa al 5% per la media
tensione. Il modello a cui si fa riferimento il modello classico delle linee dove per semplicit vengono
trascurate le capacit perch pesano poco.

Nella distribuzione quindi in bassa e media tensione si dimensione le linee in modo che anche nel caso
peggiore le tensioni stiano dentro dei determinati valori. Questo discorso nella trasmissione pi
complicato. In generale si pu dire che i trasformatori alta-media sono regolabili cio consentono di
modificare la loro tensione in funzione dei parametri, si pu cambiare il rapporto spire e con esso la
tensione,

Il dispositivo che effettua tale operazione si chiama il variatore sotto carico ed disposto normalmente sul
primario perch preferibile regolare dove c minore corrente e maggiore tensione. Questo dispositivo
grande costoso e richiede molta manutenzione soprattutto negli ultimi tempi con tutta lenergia rinnovabile
che stata inserita: esempio basta una nuvola nel cielo per far crollare la tensione, in quel caso lo strumento
operer per cercare di tenere la tensione pi stabile possibile.

10
Un oggetto pensato per essere regolato poco in realt oggi molto utilizzato. I trasformatori di media
tensione non hanno il variatore sotto carico, la tensione resta costante, ma hanno il variatore a vuoto, cio
prima di fornire il carico si decide il rapporto spire, quindi al posto per esempio di partire a 400 Volt si parte
a 440, si conosce gi come la tensione scende. (pu capitare che chi abita vicino alle cabine soprattutto nei
momenti di basso consumo pu avere problemi di bassa tensione che pu portare per esempio al
danneggiamento delle lampade.

Per il calcolo della caduta di tensione bene riferirsi allo schema della pagine precedente in cui R= rL e
X=xL

La corrente I2 sfasata in ritardo rispetto alla tensione E2 questo perch si considerano carichi puramente
induttivi (figura di sinistra), se il carico fosse capacitivo chiaramente avremmo la situazione rappresentata
dalla figura di destra. Si ha un caduta RI2 e una jXI2 . La tensione E1= RI2 + jXI2 + E2 questo quello che
succede nella linea.

Per avere la tensione nominale si deve partire da una tensione pi grande (lo si accennato prima) e si deve
tenere conto della caduta di tensione che pu esprimere come differenza tra vettori. Bisogna immaginare di
prolungare il vettore E2 e di fare una circonferenza centrata nel punto O e di raggio OA che lungo come E1,
dalla circonferenza si trova il punto B sul prolungamento di E2 a partire dal punto D.

La differenza tra i moduli di E1 e E2 rappresenta la caduta di tensione da tenere sotto controllo:

il tutto per si pu anche scrivere come :

Se dal punto A si fa cadere la perpendicolare a OB si trova il punto C. Il segmento BC molto piccolo e pu


essere trascurato, soprattutto a livello di media e bassa tensione. Per cui lespressione approssimata della
caduta di tensione paria a:

Si proietta la quantit RI2 sul segmento OB e si ottiene il punto H. Si nota che i vari angoli sono uguali per
costruzione. Il segmento DC lo si decompone in DH+HC ma da questa somma si pu dire che

Questa formula vale per le stellate se si considerano le concatenate si deve moltiplicare per radice di 3.

I la corrente che va sul carico, langolo di sfasamento del carico con la tensione, che determina il
fattore di potenza, R ed X sono i parametri della linea con cui si alimenta il carico. Se il carico induttivo
langolo entra nella formula con segno positivo se capacitvo negativo, se non ci si ricorda di questo fatto si
possono avere dei risultati assurdi.

In termini di potenza la formula viene espressa come:

11
Se il sistema trifase si moltiplica questa formula per 3. La tensione Vn nel caso del trifase equivale a
quella concatenata, quindi la caduta di tensione dipende da quanta potenza si prende il carico pesata per la
resistenza, pi lunga la linea pi pesa, ma dipende anche da quanta potenza reattiva vuole il carico e con
quale segno, se il carico induttivo la potenza reattiva positiva.

Normalmente la caduta di tensione sono espresse in percentuale della nominale: quindi la caduta di tensione
percentuale pari a:

Vale sia per i monofase che per i trifase. Per una linea monofase R e X sono la resistenza e la reattanza totali
della linea, P e Q le potenze attiva e reattiva assorbite dal carico e V la tensione di fase in arrivo. Per i trifase
R e X sono la resistenza e reattanza di una fase, P e Q le potenze trifasi assorbite dal carico e V la tensione
concatenata in arrivo. La caduta di tensione dipende dalla potenza attiva e dalla resistenza (potenza reattiva).

Se si ha un carico capacitivo la potenza reattiva Q diventa negativa e il numeratore diminuisce, quindi i


condensatori possono agire positivamente ai fini di ridurre la caduta di tensione, ma se il Q diventa
dominante rende negativa lespressione, V<0, e pi grande pi negativa e questo significa che la
tensione allarrivo pi grande della tensione in partenza, cio si crea una sovratensione, V>0 una caduta
di tensione V<0 un aumento di tensione. Leffetto dovuto alle capacit che possono portare a
sovratensione detto effetto Ferranti. (la lezione continua nelle esercitazioni).

LEZIONE 16 e LEZIONE 17.

La formula della caduta di tensione esiste da molti anni e levoluzione dei sistemi ha portato questa
relazione ad evolversi. Lentrata in gioco delle energie rinnovabili soprattutto responsabile di tale
evoluzione. Se per esempio in un abitazione stato montato il fotovoltaico la formula vista precedentemente
incompleta. La R non sar sempre la stessa, la P non solo potenza assorbita dai carichi ma anche la
potenza generata dai generatori che ovviamente hanno segno opposto. La X sar caratterizzata dalla potenza
reattiva degli utilizzatori segno + se i carichi sono induttivi, e poi si avr laliquota della potenza reattiva dei
condensatori che hanno sempre il segno -. I condensatori hanno il compito di rifasare il carico.

Inoltre si ha potenza reattiva offerta dai generatori che possono dare contributo sia positivo che negativo e
quindi si potranno avere entrambi i segni. Lespressione diventa:

La presenza di PG una buona cosa perch attenua la caduta di tensione, ma attenzione se c troppa
generazione allora si presenta leffetto contrario e si ha sovratensione RP<0. quello che succede spesso
oggi nelle linee, la generazione detta generazione non programmabile cio non si riesce a programmare la
produzione in modo da avere una caduta di tensione piccola.

DIMENSIONAMENTO DELLA LINEA.

In precedenza si visto che per dimensionare una linea si deve calcolare le correnti di impiego, una volta
calcolata questa deve rispettare determinate condizioni In, Iz ecc, si sceglie la sezione del cavo e dal cavo si
passa a R e X, dopo di che si fa una verifica sulla caduta di tensione e se questa rimane entro il 4//5 %.
Questo il metodo pi semplice. Esiste anche un altro metodo che opposto, prima si trova il conduttore
che opera sulla caduta di tensione e poi si fa la verifica sulle portate termiche.

Il caso pi semplice dove si pu applicare questo metodo caratterizzato da avere un carico che deve essere
alimentato a sbalzo con un unico carico concentrato distante L dallalimentazione.

12
Si suppone che il carico abbia un fattore di potenza paria 1. cos=1 in questo modo
nella formula della caduta di tensione non compare il termine XIsen.

La caduta di tensione monofase sar pari a: il 2 dovuto al


fatto che il sistema monofase e quindi c il anche il filo del neutro.

Il termine LI=M il momento elettrico della corrente, questo in analogia con il momento della forza che
dato dal prodotto del braccio per la forza, in questo caso il momento dato dal prodotto della corrente per la
distanza, quindi si ha:

leffetto della caduta di tensione dipende da tue termini, anche con poca corrente si pu
avere un importante caduta di tensione se si passa attraverso una linea lunga, oppure una
grande corrente pu provocare una importante caduta di tensione in una linea corta, si deve tener conto che
la corrente va pesata per la distanza.

Normalmente si hanno a disposizione le potenze, quindi il momento della corrente pi complicato da


utilizzare. Quindi si moltiplica e divide per la tensione nominale la precedente equazione e si ottiene:

dove M il momento della potenza

che dice che quello che pesa la potenza moltiplicata per la lunghezza. Per ottenere la caduta di tensione
percentuale si pu scrivere:

Se si vuole trovare la sezione S che soddisfa un requisito progettuale di dimensionamento si esplicita la S:

in cui VMAX la massima caduta d tensione che si pu accettare.

Il termine che viene fuori non un valore commerciale, compito dellingegnere andare a trovare il valore
appena pi grande nei cataloghi.

Queste formule valgono per un sistema monofase, per i sistemi trifase basta moltiplicare per radice di 3:

in questo caso V la tensione concatenata, si eseguono le stesse operazioni di prima:

Per il calcolo di verifica si ha :

La superficie S che soddisfa il vincolo dovr essere :

Questo quello che riguarda sistema monofase e trifase con linea a sbalzo con un solo carico e cos=1. Ora
si analizza il caso con pi carichi.
(Linea alimentata da un serie di utenze tutte concentrate, sezione costante).

L1,L2,L3, . Ln indicano rispettivamente i bracci delle singole


correnti. Se il sistema monofase si deve considerare il conduttore di
ritorno. Nel primo tratto di lunghezza L1 passa la somma di tutte le
correnti, nel secondo tratto passeranno tutte le correnti eccetto la
prima e cos via fino allultimo tratto in cui passa solo la In. Se si considera un'unica dorsale della stessa
sezione allora si pu scrivere

13
Li rappresenta la distanza del generico carico dal punto di alimentazione. Quello di avere imposto la sezione
costante obbligatorio per fare il calcolo del dimensionamento. Se la sezione non costante si pu fare solo
il calcolo di verifica.

La precedente equazione si pu dunque sviluppare come

Espressa in termini di momenti delle potenze rispetto al centro di carico. La caduta di tensione dipende dalla
somma dei momenti dei carichi ed la stessa caduta che farebbe un unico carico concentrato pari alla
somma di tutte le potenze applicate al baricentro.

Il baricentro dei pesi il prodotto dei pesi per le distanze, analogamente il baricentro delle potenze e il
prodotto delle potenze per le distanze rispetto al centro del carico.

Per quanto riguarda il V% si avr nel caso monofase

Per il sistema trifase invece:

Queste formule sono ricavate nellipotesi di utilizzare un'unica sezione per tutto il tratto di conduttore, in
questo caso allora le relazione per quanto riguarda il dimensionamento saranno:

per il sistema monofase

per il sistema trifase.

CASO SEZIONI DIVERSE.

Se si immagina di avere sezioni diverse la caduta di tensione sulla linea


sar:

in cu l1 l2 ln sono le lunghezze dei singoli tratti della linea decrescente.


Nel tratto l1 coincide con L1 e passa la somma di tutte le correnti a valle
di l1, nel tratto l2 il quale caratterizzato da un sezione S2 c la sommatoria di tutte le correnti che vanno da
2 a N quindi non quella del tratto 1, e cosi via.

Lespressione scritta ha N incognite che sono le N sezioni dei singoli tratti che si vuole fare a sezioni
diverse. Quindi, il problema non pu passare direttamente dalla V. In questo caso si pensa a un funzione
costo legata al volume, e a quanti chilogrammi di rame si deve utilizzare. Si deve chiaramente trovare un
equilibrio tra costo e rame utilizzato.

Si definisce la funzione costo C(S1 S2, , Sn) si hanno chiaramente dei limiti e dei vincoli da imporre, la
sezione deve essere un numero positivo Si>0, la caduta di tensione non deve essere superiore alla massima
caduta accettabile V<= VMAX, ma siccome si vuole sfruttare al meglio il materiale si impone V=
VMAX.

Questo problema pu essere risolto con i moltiplicatori di Lagrange, il che significa andare a costruirsi una
funzione lagrangiana che data dalla funzione che si vuole minimizzare pi lambda volte il vincolo di
uguaglianza, quindi il fatto che V= VMAX significa che lequazione assume la forma V - VMAX = 0. La
soluzione del problema si ottiene se si impone che tutte le derivate parziali rispetto alle e rispetto

14
Se si imposta il problema in questo modo si riesce a trovare una soluzione, una soluzione economica ed
in pratica il rapporto tra la sezione e la radice della corrente sia uguale su tutte le sezione:

Questo risultato uno dei tanti disponibili, ed in relazione che si p scelto di risparmiare sul rame in modo
ottimale e si scelgono sezione rapportate alla corrente in modo che il rapporto sia costante.

CASO CARICHI DISTRIBUITI (caso monofase).

Se si fa uno studio esempio in media tensione che deve alimentare


un quartiere i carichi, i palazzi sono talmente vicini che la
rappresentazione a carichi concentrati troppo approssimativa, per
questo motivo si una il termine a carico distribuito. Si definisce
una corrente i (minuscolo) [A/km], la corrente che viene
complessivamente erogata dalla cabina il prodotto del carico per unit di lunghezza, moltiplicato la
lunghezza della linea I= i L.

Ci si pone a una distanza X dal centro di alimentazione e si scrive leffetto della caduta di tensione alla
distanza X:

in cui i x la corrente complessiva che alimenta tutto il carico


distribuito fino al punto X. La quantit (x/2) dovuta al fatto che dal
punto di vista della tensione come se la corrente fosse applicata nel baricentro e il baricentro di quel
rettangolo in x/2, quindi fino al punto X. Ma nel tratto fino a X c la caduta di tensione della parte non
ombreggiata, quella a valle della del punto X e si estende per una lunghezza L-x cos questincremento
viene gestito dal termine i(L-x).

Quello che interessa maggiormente nello studio la caduta di tensione pi gravosa perch questa che serve
ai fini del dimensionamento. Si raccoglie a fattor comune la i:

e poi si sostituisce la X con L e si ottiene:

la quantit x(L-x) non pesa pi in questo caso ma


questo giusto perch ci si trova alla fine della linea
e non c niente dopo.

La corrente unitaria moltiplicata per la lunghezza della linea da il totale del carico che la linea prende, i L= I
e quindi si ha

Con M il momento della corrente complessiva rispetto al centro di


alimentazione.

Nei sistemi trifase le formule sono del tutto analoghe con lunica differenza che c la radice di tre:

questa volta rimane 3 perch non si sta passando attraverso le potenza e


quindi non si elide.

15
RETE GESTITA AD ANELLO.

Tutti i casi visti in precedenza si rifacevano a reti radiali e individuato il punto di alimentazione il carico
veniva alimentato da una sola linea. Nella realt non esistono solo casi di questo tipo ma ci possono essere
anche situazioni in cui le linee sono chiuse e magliate. Le linee magliate aumentano laffidabilit, sono pi
complesse perch le linee sono viste in parallelo ed pi difficile gestire le protezioni e il cortocircuito, ci
sono per anche dei vantaggi quali ad esempio lindividuazione di un guasto e la sua successiva
eliminazione.

Nella figura si osserva che al linea alimentata da due estremit e si fa lipotesi che Va=Vb quindi in pratica
una linea ad anello con tensione uguale agli estremi. Le due centrali forniscono due correnti IA e IB e al
prima cosa che deve succedere che IA + IB = I che quello che il carico richiede. La seconda cosa che la
caduta di tensione che si vede arrivando da A deve essere uguale alla caduta di tensione che si vede
arrivando da B, e se si indica con LA la distanza del carico dal centro di alimentazione A e LB la distanza del
carico dal centro di alimentazione B si pu scrivere:

e considerando che si fatta lipotesi di avere la stessa sezione e stesso materiale


lungo tutta la linea risulter LA IA = LB IB

quindi si ha e si pu riscrivere la somma delle due correnti come:

e infine risulta:

La corrente che esce dalla stazione B dipende dal momento della corrente calcolato rispetto ad A sul totale
della corrente e in modo analogo la corrente che esce dalla stazione A dipende dal momento della corrente
calcolato rispetto a B.

CASO RETE AD ANELLO CON PIU CARICHI.

Si suppone di avere un linea con n carichi ciascuno disposto


a distanza li dal precedente. In questi casi si pu applicare il
principio di sovrapposizione degli effetti e quindi si pu
considerare un carico per volta.

Per la corrente che esce dalla stazione A si devono considerare il momento di tutte le correnti rispetto alla
stazione B e dividere per la lunghezza complessiva della linea, quindi si avr:

Se i carichi sono simmetrici rispetto alle due centrali allora si avranno correnti uguali, appena la simmetria si
altera allora le correnti dalla due centrali differisce. Se il carico pi grande vicino alla stazione B questo
sar alimentato maggiormente dalla stazione B che la pi vicina.

16
Il sistema radiale quindi la corrente nel tratto tra I1 e I2 IA I1 se questa differenza negativa significa che
i carichi sono tali che il carico I1 in gran parte alimentato dallaltra linea, se invece quella differenza resta
positiva significa che anche dopo il carico I1 la corrente continua a seguire lo stesso verso.

Togliendo via via correnti succede che diventa dominante laspetto negativo, per esempio nel tratto l3
passerebbe una corrente pari a IA I1 I2 e prima o poi questa differenza diventer negativa ci sar
uninversione del verso della corrente. Il punto intorno al quale c linversione della corrente il punto in
cui la linea in qualche modo stressata.

Dato che si ha a che fare con carichi concentrati le inversioni avvengono in punti precisi perch i carichi si
trovano in punti ben localizzati. Questo non avviene nei carichi distribuiti. Il punto di inversione dipende da
quanto sono grandi IA e IB e quindi dipende da come sono posizionati i carichi cio dipende dal momento dei
carichi rispetto ai centri di alimentazione.

Si calcolano le due correnti IA e IB e si trova il punto di inversione. Nel punto di inversione si pu fare un
taglio e quindi si studiano due sottosistemi. Un esempio lo si vede in figura: nello schema di sinistra in
corrispondenza del punto 3 si una carico pari a IA I1 I2, mentre a destra con la sezione B nel punto 3 c il
carico 3 per la quota parte IB I4

Questi due sistemi resi indipendenti si dimensionano con il criterio delle linea a sbalzo, linea alimentata da
un estremo con pi punti di carico. Si troveranno due sezioni diverse, ma siccome lobbiettivo e di averne
solo una di sezione, si sceglier quella pi grande.

ALIMENTAZIONE DA DUE ESTREMI MA CON SEZIONI DIVERSE.

Nel caso precedente si analizzato il problema assumendo che la sezione fosse unica uguale per tutte e
due le sezioni. In questo caso si hanno solo due carichi I1 e I2 e un punto S in cui si affacciano le due diverse
sezione SA e SB dellanello.

Le correnti che escono dalle due cabine primarie si devono determinare e saranno pari a:

la somma delle due correnti deve essere uguale al carico. Se si fa riferimento allesempio in figura la caduta
di tensione dovr essere uguale in tutta le sezione di controllo e dato che si hanno due carichi si individuano
nella linea i tratti che servono per i calcoli l1 l2 l3 l4 Si suppone di prendere il punto dove c il carico 1. La
caduta di tensione al carico 1 coincide con

La rete gestita ad anello chiuso quindi si deve andare a vedere cosa succede nei singoli tratti in riferimento
alle cadute di tensione, ovvero la caduta di tensione ad un lato della sezione deve essere uguale alla somma
delle cadute di tensione nei tratti allaltro lato della sezione. Si possono dunque scrivere una sistema di
equazione:

17
Se si conosce SA e SB si ha un sistema di due equazioni in due incognite e quindi il calcolo di verifica
determinato. Non si pu fare invece il calcolo del dimensionamento perch si hanno un numero di incognite
troppo alto rispetto alle equazioni che si hanno a disposizione.

ALIMENTAZIONE DA DUE ESTREMI CON TENSIONI DIVERSE.

Anche in questo caso si pu applicare il principio di sovrapposizione degli effetti considerando un carico per
volta. Si fa lipotesi che VA > VB , con diversi carichi sempre monofase. Il sistema si pu rappresentare
mediante un schema circuitale:

Si ha un generatore VA, una serie di tratti di linea, il generatore VB e le due correnti IA e IB e poi una serie di
carichi che si rappresentano per semplicit con delle impedenze. Si compone il circuito in maniera tale da
riferirlo a casi pi semplici.

Si inseriscono due generatori VA di segno opposto in serie a VB, non si sta facendo
altro che aggiungere uno zero al circuito precedente. In questa maniera si pu
applicare il principio di sovrapposizione degli effetti, si risolve il circuito in due
circuiti in cui si combinano gli effetti.

Un sistema ha due VA uguali e praticamente si


rif al caso di una rete alimentata con 2 tensioni
uguali (vedi pag 16) e le correnti IA e IB si
possono calcolare. Il secondo sistema
caratterizzato dalla presenza di due generatori
con uno pari alla loro differenza VB - VA.

Per prima cosa si calcolano le correnti nel primo circuito applicando la formula per la linea alimentata da
due estremi con tensioni uguali:

cos facendo il primo circuito risolto.

18
Il secondo circuito caratterizzato da una serie di impedenze (non del tutto realistico, in quanto il modello
dei carichi a impedenza costante non comune si dovrebbero rappresentare a potenza costante). Un carico
deve assorbire chilowatt, mentre le linee devono consumare il meno possibile quindi limpedenza della linea
deve essere molto pi piccola rispetto allimpedenza del carico e allora si avr un impedenza piccola in
parallelo con impedenza molto grande, e nel parallelo vince limpedenza piccola.

Il primo carico si pu trascurare, dopo aver trascurato si analizza il parallelo tra la serie delle prime due
impedenze di linea e il secondo carico, anche in questo caso limpedenza del carico molto pi grande di
quello della serie e si pu trascurare anche questo carico. Il discorso si pu applicare a tutte le impedenze
perch comunque limpedenza delle linee sempre molto pi piccola di quella dei carichi, altrimenti si
consumerebbe troppo.

Le correnti di questo secondo circuito si ottengono dal rapporto tensione impedenza:

Dato che il fattore di potenza unitario non si parla di impedenza della linea ma di resistenza dellintera
linea e siccome si fatta lipotesi che VA > VB si pu scrivere:

la corrente va dalla tensione pi grande alla tensione pi piccola. Dato che si


trascurato tutti i rami derivanti risulta che le correnti IA e IB risultano uguali ed
opposte e allora si avr:

In conclusione le due correnti della cabina primaria, dopo aver applicato il principio di sovrapposizione
degli effetti risultano essere

La corrente che circola tra le due cabine prende il nome di corrente di circolazione e non interessa il carico.
di valore negativo il che significa che una cabina eroga di pi e laltra cabina si deve prendere questa
corrente di circolazione. Questo effetto tanto pi grande quando maggiore la differenza tra le due
tensioni. Pi grande la resistenza della linea meno questa corrente si sente.

RETE MAGLIATA (CASO COMPLICATO)

I casi precedenti con due alimentazioni si potevano intendere come delle piccole reti magliate. Ora si
analizza cosa succede in un caso un po pi complicato.

In figura si nota come i flussi di alimentazione arrivano da pi nodi detti alimentanti (erogano corrente ai
carichi), i punti B e C sono detti invece nodi alimentati ovvero nodi nei quali la tensione dipende da ci che
succede nella rete. Si suppone che i carichi siano concentrati. Per risolvere questo tipo di sistema si fa
riferimento alle equazioni di COLTRI. Pi sono i nodi alimentati e maggiore il numero di equazioni che si
devono considerare.

19
Lidea sempre quella di applicare il principio di sovrapposizione degli effetti e mettere in analogia la legge
di Kirchhoff alle correnti. Si suppone di prendere il punto B dove confluiscono 3 linee. Se queste linee si
considerano una alla volta si possono applicare le formule classiche con una differenza, la tensione al nodo
B incognita mentre le altre tensioni dei nodi alimentanti si conoscono.

Si ipotizza per impostare il problema di conoscere la tensione nel nodo B. Si pu scrivere dunque che la
corrente che va da B verso A uguale a:

(i pedici indicano quali nodi sono interessati).

Il momento riferito al punto opposto rispetto a quello dal quale esce la corrente, in questo caso la corrente
esce da B e il momento riferito al punto A. La stessa relazione si pu scrivere per i nodi BC e i nodi BD:

La sovrapposizione degli effetti implica che queste correnti si sommino, ma come si sa dallelettrotecnica la
somma delle correnti che escono da un nodo uguale a zero quindi:

Le incognite per il problema che si era impostato sono la tensione dei nodi B e C. Tutta loperazione che
stata eseguita per il nodo B la si pu applicare anche al nodo si C:

Si trovato , dunque, un sistema lineare di 2 equazioni in 2 incognite. Il metodo Coltri se si tratta di un


problema di verifica pu essere applicato senza problemi. Per quanto riguarda il problema del
dimensionamento invece le cose si complicano, perch nelle formule del dimensionamento compaiono gli
elementi delle correnti di circolazione e queste correnti di circolazione dipendono dalle sezioni dei vari tratti,
le sezioni non si hanno perch appunto sono le grandezze che si vogliono trovare.

La tecnica che stata studiata quella di fare dei cosidetti tagli. Se si fanno 3
tagli nella rete in figura questa diventa un sistema di reti radiali alimentate a
un solo estremo. Facendo un opportuno numero di tagli si pu passare da una
struttura magliata a una struttura radiale.

Il problema sta nel fatto che: dimensionate le singole reti, una volta che si
riuniscono non si hanno congruenze perch la tensione a destra e a sinistra
del taglio sar diversa in generale perch le sezioni che si sono trovate sono diverse.

Ma c una cosa molto importante, i tagli non vengono fatti a caso, il metodo si basa sullidea di tagliare nei
punti in cui si suppone sia massima la caduta di tensione (non si conosce il punto preciso) ovvero nei punti
nei quali vi linversione della corrente. ( un po quello che succedeva nella linea alimentata da due
stremi, si doveva trovare il punto dove si inverte la corrente e l si doveva appunto dividere cio fare il
taglio, dopodich una volta dimensionata le due sezioni si prendeva quella pi grande).

Quindi il numero di tagli che si deve fare deve essere tale da rendere alimentate ad un solo estremo le
porzioni taglaite, in questo modo non ci sono le correnti di circolazione. Allora, si calcolano le sezioni,

20
dopodich si fa la verifica che in generale porter a individuare il punto di inversione della corrente, in una
posizione diversa rispetto a quello che si era pensata inizialmente (si era fatta un approssimazione perch il
punto di inversione lo si pu conoscere solo dopo che si studiata la linea perch si sono calcolate le
correnti di circolazione). Si rifanno i calcoli per il vero punto di inversione e si calcolano le nuove sezioni.
Questo tipo di procedura si dice che iterativa.

GENERALIZZAZIONE DEI CASI STUDIATI CON cos1

Tutto quello che si appena visto si basato sullipotesi di sistemi a fattore di potenza unitario. I casi visti in
precedenza prevedevano cos=1 e sen=0 e quindi niente parte reattiva. Bisogna generalizzare perch nella
realt il cos=1 non poi cos diffuso. La formula da cui si parte quella generale:

(tensione riferita alle stellate, se si riferisce alle concatenate si moltiplica


per radice di 3)

Per il calcolo della verifica, tutto quello che stato scritto in funzione di RI cos vale anche per XIsen. In
pratica oltre ad avere i momenti delle potenze attive rispetto al centro di carico si avranno anche i momenti
delle potenze reattive.

Per il calcolo del dimensionamento che funzione della sezione le cose sono diverse. Nei casi con cos=1
la sezione legata in modo lineare alla resistenza infatti R=(l/S), in questo caso la reattanza dipende
dallinduttanza che a sua volta dipende dalla sezione ma non in modo semplice infatti ln(D/r). Quindi in
queste condizioni non si tenta lo stesso approcio che si fa per il cos=1.

Si considera un fattore molto importante: dato che si stanno trattando sistemi in bassa tensione e si stanno
usando cavi isolati la X in queste condizioni dipende da S ma in misura poco significativa, dipende pi dalla
distanza dei conduttori. Se si fa un approssimazione di questo tipo allora lequazione sar:

In questo modo si possono applicare tutte le formule viste precedentemente ricordando per che non si
trover la caduta di tensione vera e propria, ma la caduta di tensione meno il contributo del reattivo. Gli
angoli devono entrare col loro segno, segno + carichi induttivi, - capacitivi.

21

You might also like