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a cura di
Valerio Terraroli
Ringraziamenti
Crediti fotografici:
Mauro Fiorese: pp. 36, 42, 61-72, 80, 82, 84 (19), 129-147.
Enzo e Raffaello Bassotto: pp. 84 (17-18), 100, 124.
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Indice
santa marta
1 L dove cera lerba, ora c una citt. Lo spazio urbano di Veronetta dal tardo medioevo al Rinascimento,
di Gian Maria Varanini
1 Sino al xii secolo
2 Tra xii e xiii secolo: come nasce un quartiere
3 Il ruolo del Comune cittadino: la creazione delle infrastrutture
3 Il Campo Marzio: usi funzionali e usi simbolici
4 Economia e societ nelle contrade di Veronetta: lindustria tessile
5 Palazzi patrizi e chiese nel Quattrocento e nel Cinquecento
15 Fuori dal mondo: le clarisse di Santa Maria delle Vergini in Campo Marzio (xiii-xiv secolo), di Tiziana Franco
15 Note storiche
16 Ricostruzione di un contesto perduto
25 Architettura religiosa medievale allombra del muro antico del Campo Marzio, di Fabio Coden
25 Santa Maria Maddalena (Santa Marta)
28 Santa Maria delle Vergini
87 Verona citt dei militari durante la dominazione austriaca (1814-1866). Le opere strategiche, le strutture
produttive e le infrastrutture, di Maria Luisa Ferrari
101 Lo stabilimento della Provianda asburgica di Santa Marta (Verpflegs Etablissement Santa Marta)
nel Campo Marzio di Verona, di Lino Vittorio Bozzetto
101 Ledificio logistico
105 Larchitettura della Provianda
11i Festung Verona, Manvrier und Depot Platz
112 Le due Proviande veronesi di Santa Caterina da Siena e di Santa Marta
b./bb. busta/e
c./cc. carta/e
ed. edizione
fasc. fascicolo/i
fig./figg. figura/figure
ms. manoscritto
r, v recto, verso
reg. registro
tav. tavola
s.d. senza data
Fabio Coden
Le circostanze storiche che, fin dal XIII secolo, por- volta affiancata da una pi piccola comunit di reli-
tarono alla presenza di comunit monastiche nel set- giosi del medesimo ordine, retta da un priore4.
tore mediano del Campo Marzio sono note, soprat- Latto di fondazione, datato 15 settembre 1211, e le
tutto, grazie alle dettagliate informazioni traman- successive disposizioni che regolarono limpresa so-
date dallerudito veronese Gian Battista Biancolini. no esemplari per la quantit dinformazioni che tra-
Le memorie che egli rintracci specialmente negli mandano. Gerardo, priore del monastero di Santo
archivi di Santa Maria Maddalena e di Santa Maria Spirito, appartenente allordine dei Canonici Regola-
delle Vergini oggi in parte conservate presso lAr- ri di San Marco di Mantova, assieme al prete Gualim-
chivio di Stato di Verona sono quindi limprescindi- berto di San Vitale, a Forzano da Castello, ad Enrico
bile punto di partenza per comprendere, oltre che le e ad altre persone supplicarono il consiglio del Co-
vicissitudini storico religiose, anche le vicende edili- mune di Verona di concedere una porzione di terre-
zie dei due complessi con cui sidentifica ancora oggi no per edificare un insediamento religioso dedicato a
una vasta area a sud di Porta Vescovo1. Ci, sebbene, santa Maria Maddalena; lo stesso Forzano ne sarebbe
gi a partire dai primissimi anni dellOttocento, si sia stato il primo custode. A tale istanza il conte Boni-
verificato un sistematico, progressivo e irreversibile facio di San Bonifacio rispose positivamente, dopo
disfacimento delle strutture che avevano contraddi- che il consiglio si era espresso allunanimit in modo
stinto per numerosi secoli la porzione del campo de- favorevole5. Lestensione e la posizione dellappez-
limitata da unantica cortina muraria e da un rivo di zamento sono identificate con estrema precisione
qualche portata2. Di fatto, la riconversione prima a nellatto, nel quale si specifica:
zona a precipua vocazione militare e quindi la secola-
rizzazione delle restanti porzioni degli edifici cancel- Unam petiam terrae de Campo Marcio Veronae []
larono quasi integralmente lintricata stratificazione quae pecia terrae est in angulo Campomarcii, qui est
di corpi di fabbrica adibiti alla vita conventuale di prope Portam Episcopi juxta terram Cazalupi, et habet
Santa Maria Maddalena e della contigua Santa Maria a capite a mane juxta murum veterem Campi Marcii
delle Vergini, entrambe sorte allinizio del XIII secolo perticas viginti, et sex, de alio capite a sero perticas tri-
grazie a concessioni di terra da parte del Comune3. ginta, et sex, et per longitudinem perticas centum, et
viginti, scilicet duas tornaturas ad perticas sex pedum6.
santa maria maddalena (santa marta) Ovvero, larea, che si sviluppava fra Porta Vescovo
e il muro vecchio del Campo Marzio, era di forma
La pi antica delle due realt fu destinata a monache trapezoidale con la testata orientale di 26 pertiche, la
che seguivano la regola di santAgostino, a propria lunghezza di 120, la base a occidente di 367. A seguito
26 fabio coden
di ci, il 17 luglio 1212 il vescovo Adelardo concesse con quella mediana di ogni lato credibilmente pre-
la facolt di erigere il convento, disposta per laccesso alla corte scoperta, dovevano
dare vita a un corpo che occupava unarea quadran-
licentiam, et parabolam dedit, edificandi ad honorem golare di circa 18-22 metri per lato14.
omnipotentis Dei, et sub vocabulo Beatae Mariae Purtroppo, questa fabbrica, sapientemente strut-
Magdalenae faciendi Ecclesiam in terra illa Campi- turata dallo stesso artefice che forse nel 1295 aveva
marcii Veronensis quam Comune Veronae eis dedit, et creato assieme a Ognibene il portale di Santa Maria
Oratorii licentiam, et auctoritatem quod in praedicta del Gradaro a Mantova15, venne demolita nel 1812
terra facere disposuerint eis prestitit, statuens, ut am- a seguito delle soppressioni napoleoniche e non
modo liberum habeat Cimiterium8, possibile oggi recuperarne n la forma, n alcuna
delle parti scolpite16. Ne conserva per ancora viva
che, nonostante la pausa imposta dal podest Barto- memoria Settimo Marino Arrighi, poco prima del-
lomeo da Palazzo (1212), il quale ne ferm momen- la definitiva e integrale demolizione di Santa Marta,
taneamente lerezione dei muri, fu portato a termi- che ricorda il chiostro a sud della chiesa e composto
ne probabilmente in tempi abbastanza rapidi, grazie di esili colonnine17.
allintervento del podest Aldobrandino dEste (1213), Laltro intervento documentato, di particolare rile-
il quale dispose il divieto di smantellare le opere edili- vanza, riguard direttamente ledificio di culto18. Il
zie gi compiute e autorizz la ripresa del cantiere9. 22 febbraio 1300, per espressa volont di Alberto I
Di questa prima fase del complesso, ovvero dellic- della Scala, fu stipulato il contratto per la riedifica-
nografia della chiesa e della forma degli annessi, non zione della chiesa, nel quale viene descritta in modo
possibile ricostruire alcunch, in quanto, fra la fine meticoloso la procedura da seguire in questa nuova
del XIII secolo e il primo quarto del XIV, il monaste- vicenda architettonica: dopo il sistematico e accu-
ro sub una generale riconfigurazione che ne mut rato smontaggio della precedente aula e delle sue
radicalmente laspetto. Nonostante ci, non inve- pertinenze fino alle fondamenta, si sarebbero dovuti
rosimile che si trattasse di un cenobio caratterizzato recuperare e ricoverare tutti i materiali (coppi, legna-
da corpi di fabbrica di dimensioni poco significative, me, mattoni, conci) in un luogo protetto, per essere
vista lesiguo numero di religiosi che vi risiedeva. impiegati in seguito nella nuova realizzazione; i re-
Il 18 maggio del 1293 Antonio, priore di Santa Maria sponsabili del cantiere, i fratelli Ognibene e Avanzo,
Maddalena, e Giacomo, detto Gratasoja, stipularo- figli del defunto Fino di San Zeno superiore, con al-
no un contratto per ledificazione del chiostro, per meno altri quattro maestri murarii, avrebbero dovu-
la somma di 450 lire piccole veronesi, da eseguirsi a to lavorare a questa impresa in modo continuativo e,
somiglianza di quello predisposto dal prete Gaudio se le necessit lo avessero richiesto, fare affidamento
nel 1132 nellabbazia di San Zeno Maggiore10. Con su altre maestranze19. Fu previsto che ledificio aves-
ogni evidenza, quellinsigne esempio benedettino se i perimetrali sufficientemente elevati; che fosse
rappresentava ancora, a distanza di un secolo e mez- illuminato da dodici finestre alte 8 piedi, protette da
zo, il pi evocativo riferimento architettonico in citt inferriate, nonch da un oculo sulla fronte, ampio 6
per i religiosi del Campo Marzio11. Nellatto, davvero piedi, e da uno un poco pi piccolo a est; che sugli
ragguardevole per la scrupolosit con cui sono ripor- spioventi della facciata fosse predisposto un corona-
tati i patti fra i contraenti e per la puntualit con cui mento ad archetti pensili; che sotto a questi venisse
viene descritto il progetto, si stabilisce che il maestro realizzato un non meglio identificato abolium, forse
doveva lavorare fino a conclusione dellopera sen- un protiro pensile, e un sontuoso portale20. Quan-
za assumere altri impegni fatte salve le necessit do nel corso del XVI secolo sinser larchitrave con
di Alberto I della Scala, con il quale evidentemente lepigrafe che ripercorre le vicende della fondazione
esisteva un rapporto preferenziale12 , che si doveva- duecentesca oggi nel lapidario del Museo degli af-
no prevedere quaranta coppie di colonnine binate freschi a Verona , e che come ricorda Pietro Sgul-
per laffaccio degli ambulacri e quattro colonne pi mero esibisce una grafia di piena epoca moderna21,
grandi per gli spigoli, tutte in Rosso ammonitico ve- lentrata trecentesca e quanto la adornava vennero
ronese proveniente dalla Valpolicella, de lapide vi- profondamente trasformate22.
vo de petra rosa Sancti Zorzi, mentre le soprastanti La consacrazione dellaltare maggiore, per opera
arcate dovevano essere in un pi economico calcare del vescovo Bartolomeo della Scala, fu compiuta nel
giallo, cavato dalle zone collinari a ridosso della citt, 1338 e, nelloccasione, allinterno della mensa furo-
de lapide de Avesa13. Le undici arcate per corridoio, no inserite alcune importanti reliquie, fra cui un den-
a rchitettur a re l igiosa medievale nel c ampo marz io 27
In primo luogo, la fonte ottocentesca edita da Pierpa- essere recuperate nellarea fra i due grandi magazzini
olo Brugnoli ricorda che a est del primo chiostro di asburgici e forse anche al loro interno (fig. 5).
Santa Maria delle Vergini chiesa ancora oggi sicura- Gli scavi archeologici recentemente condotti innanzi
mente individuabile e di cui si parler in seguito si alla facciata settentrionale e lungo il fianco ovest del
trovava un passaggio che conduceva proprio a Santa panificio hanno messo in luce delle strutture mura-
Marta38. In tale direzione un indizio, seppure non ine- rie ascrivibili ai secoli XIII-XVI, che sembrano i resti
quivocabile, offerto dalla carta dellAlmagi (me- di alcuni annessi del convento, con unit produttive
t degli anni Sessanta del XV secolo)39 e dalla pianta di vario genere, parti dei quali sopravvivevano an-
di Verona di Filosi (1737), nelle quali si distinguono cora nellOttocento, come documenta la dettagliata
chiaramente i due complessi religiosi, sebbene sche- mappa sopra citata. Fra tutti merita ricordare un pos-
matizzati, nella posizione sopra ricordata (fig. 3), ma sente muro, lungo circa 35 m e largo 70 cm, situato
soprattutto dalle mappe di Frambotto (1648) e di proprio parallelamente al fronte del biscottificio, con
Michieli (1671), in cui possibile verificare le aree di alcuni setti perpendicolari che delimitavano degli
pertinenza dei conventi, con la strada che conduceva ambienti di servizio42.
innanzi alla facciata di Santa Marta (fig. 2)40. La com-
parazione fra tutti questi dati con le informazioni
cartografiche di epoca napoleonica, precedenti quin- santa maria delle vergini
di alle demolizioni ma di rimando anche con quella
asburgica , permette di identificare con buon margi- A pochi anni di distanza dalla fondazione di Santa Maria
ne di certezza il sito sul quale sorse almeno la chiesa. Maddalena si insedi nelle sue vicinanze una comunit
Nella tavola dinizio Ottocento il nucleo maggiore di clarisse43, grazie a una concessione di terreno da par-
delle clarisse corrisponde alla particella numero 242; te del Comune, a propria volta donato il 3 marzo 1226
proseguendo in linea retta lungo il fianco nord, alle dal vescovo di Verona Jacopo da Breganze al cardinale
spalle di questa fabbrica, si trova lunit 260 che, con Ugolino di Anagni, protettore dellordine francescano
ogni probabilit, rappresenta Santa Maria Maddale- e futuro papa Gregorio IX44. Larea, laddove insisteva-
na; alcuni stabili verso sud potrebbero, infine, indivi- no gli orti, era delimitata dal rivo e dalle pertinenze dei
duare le pertinenze della comunit41 (fig. 4). Pertan- monasteri di San Cristoforo e di Santa Marta,
to, il silos di ponente sembrerebbe insistere laddove
era il settore anteriore della chiesa, mentre quello di locum ubi dicitur in Campo Marcio, ab uno latere Cam-
levante su quello posteriore e, dato che i tre edifici si pomarcius, ab alio latere murus dicti Campi Marcii, ab
intersecano perpendicolarmente, non escluso che uno capite jura Ecclesiae Sanctae Mariae Magdalenae,
consistenti tracce dellaula di culto possano ancora ab alia Ridus Campi Marcii45.
a rchitettur a re l igiosa medievale nel c ampo marz io 29
6. Bolla di papa Gregorio XII, del 20 giugno 1408, in cui viene riba- ad laudandum equos, et a latere superiori versus Flu-
dito il possesso di chiesa, terre, case, vigne e orti. ASVr, Monasteri micellum quatuordecim perticas incipiendo misurare
femminili citt, Santa Maria delle Vergini, pergamene, b. 1. apud januam dictarum Sororum49.
assai probabile che lopera costruttiva sia stata av- Assai significativa per la vita di questo convento fu
viata immediatamente a ridosso dellassegnazione lannessione nel 1350 della vicina Santa Marta, che il
dello spazio, ma gi a breve distanza di tempo, fra 5 marzo del 1352 venne in diretto contatto con Santa
la fine degli anni Trenta e gli anni Quaranta del XIII Maria delle Vergini grazie a una cospicua donazione
secolo, il vescovo di Verona e il papa emanarono nu- di terreno da parte di Cangrande della Scala. In tale
merosi atti a sostegno di Santa Maria delle Vergini, modo si ribadiva, anche da un punto di vista spaziale,
per permettere il completamento dei numerosi cor- lomogeneit del grande organismo religioso che si
pi di fabbrica che la componevano46. Ancora qualche era appena costituito nel Campo Marzio. Lappezza-
decennio pi tardi, nella seconda met avanzata del mento, che includeva cinque case con le relative perti-
Duecento, si stava lavorando per far fronte alle via nenze, era lungo ben 117 pertiche e largo 11 in una te-
via aumentate esigenze materiali determinatesi dalla sta e 18 nellaltra; delimitato dal rivo, era posto vicino
repentina fortuna dellinsediamento religioso47. alla chiesa di Santa Marta, con cui confinava, e verso
Dovrebbe rientrare in questottica la richiesta indi- ovest lambiva lorto di Santa Maria delle Vergini:50
rizzata al Comune di concessione di una nuova area,
seppure di non particolare estensione, sempre nel unam petiam terrae prativae et vigrae jacentem in
Campo Marzio, attestata da documenti emanati fra il Campo Martio parvo Civitatias Veronae, cui cohaeret
21 maggio e l11 giugno del 1283, nei quali si precisa ab uno latere versus montes Clausura dicti Monaste-
rii, quod consuevit esse Sanctae Mariae Magdalenae, a
certa pars, quae modica est in ipsius Campi, et est apud latere versus meridiem Campus Martius praedictus, a
Murum dictarum Sororum versus Domum, quae est in capite versus mane rivolus quondam aquae currentis, et
dicto Campo, ut laudantur equi, veniendo verius por- a capite versus sero viridarium dicti Monasterii Sanctae
tam, per quam intratur dictum Campum Marcium48 Mariae Virginis; et est longa perticas centum et decem
et semptem, et pedes quinque, et lata ab uno capite per-
di ampiezza ticas undecim, et pedem unum et dimidium, et ab alio
capite perticas decem et octo, et pedem dimidium51.
VII perticas ad perticas sex pedum a latere inferiori
incipiendo mensurare in angulo muri dictarum Soro- Larea occupata dalle clarisse a partire dal secondo de-
rum, et eundo versus Domum ubi fiunt laudationes cennio del XIII secolo non pone particolari problemi di
a rchitettur a re l igiosa medievale nel c ampo marz io 31
corretta identificazione allinterno dellodierno tessuto 7, 8. Disegni del piano terra e del primo piano delle strutture con-
urbano, poich alcuni corpi di fabbrica del convento, ventuali di Santa Maria delle Vergini eseguiti da Giuseppe Barbieri
nel 1835. ASVr, Congregazione municipale, b. 1376.
seppure camuffati e profondamente trasformati, so-
pravvivono inglobati nella residenza universitaria Cor-
te Maddalene, di propriet dellEsu, subito a ovest de- almeno i principali corpi architettonici variamente
gli stabilimenti ottocenteschi della Provianda (fig. 6). documentati insistono sul tracciato duecentesco54.
La configurazione del complesso architettonico, su- Il muro che delimita il complesso, ben evidente nei
bordinata alle precise esigenze di ambito liturgico e due disegni ottocenteschi, circoscriveva di certo le
ai severi precetti imposti dalla clausura, sembra pre- propriet di entrambi i conventi, compresa laddizio-
vedesse spazi distinti e ben delimitati per le monache, ne di Cangrande della Scala, e nelle parti occidentale e
le converse e i frati, ancora in qualche modo identi- inferiore credibile che coincidesse con lantica recin-
ficabili nei disegni eseguiti nel 1835 da Giuseppe Bar- zione del Campo Marzio, pi volte citata negli atti55.
bieri, a seguito di un tentativo di trasformazione in La clausura si trovava a oriente fra ledificio di culto
lazzaretto di quelle costruzioni, oramai dirute, da po- e il grande settore aperto a meridione, con un corpo
co convertite a destinazione militare52. Le due piante di fabbrica assai allungato verso sud, di cui sopravvi-
dellArchivio di Stato di Verona, di ampio formato, a vono porzioni di murature evidentemente apparte-
china e acquarellate, mostrano quindi il risultato fi- nenti alle prime fasi della fondazione56. Linviolabilit
nale di un lungo percorso di trasformazione che, cre- di questi luoghi facilmente desumibile dalle fonti
dibilmente, non fu mai cos radicale da stravolgere la che ricordano pi livelli di ruote e grate, di cui trat-
disposizione delle aree in questione (figg. 7-8)53; que- ta diffusamente Tiziana Franco in questo volume,
sta circostanza sembrerebbe, per di pi, confermata che costituivano delle cesure materiali, nette, con il
degli scavi archeologici condotti nel 2010, dettaglia- mondo secolare. Si fa forte il sospetto che proprio a
tamente discussi nella relazione di Paolo Paganotto questarea del complesso ci si riferisca nelle testimo-
depositata presso lEsu di Verona, dai quali risulta che nianze che ricordano la casa delle sorelle, la domus
32 fabio coden
10-11 (in alto). Santa Maria delle Vergini prima degli interventi di
restauro, ESUVr. Nella foto a sinistra, spigolo fra i muri orientale e
settentrionale della chiesa, dove si intravedono, in basso, il profilo
della ruota di clausura e, sopra, larchivolto della grande finestra
degli ambienti conventuali. Nella foto a destra, il muro divisorio
fra la chiesa e il coro delle monache, con le differenti tipologie di
parato murario riferibili alle numerose ristrutturazioni intervenute
nel tempo.
12. La monofora gradonata settentrionale del setto divisorio fra la
chiesa e il coro delle monache vista dallaula di culto.
13. La monofora settentrionale del setto divisorio fra la chiesa e il
coro delle monache vista dalla parte claustrale.
14. La testata orientale esterna del coro delle monache con i resti
del campanile duecentesco.
34 fabio coden
1. Biancolini 1749 (a), pp. 206, 257; Id. 4. Biancolini 1750, p. 71; Id. 1761, p. 7. Coden, Varanini 2009, p. 8.
1749 (b), pp. 734, 748-755; Id. 1750, pp. VIII; Maccagnan 2000, pp. 38, 69-70. 8. Biancolini 1752, p. 659; Arrighi
70-73, 172, 258; Id. 1752, pp. 368, 370- 5. Biancolini 1750, pp. 70-71, 258; Id. 1765, 1845, pp. 73-74.
373, 594-599, 654-664, 681-696, 717- p. 172; Id. 1766, pp. 82-83; BCVr, Cavatto- 9. Biancolini 1752, p. 661; Arrighi
722; Id. 1761, pp. VII-VIII, XII, XVII, ni, Chiese di Verona, p. 41; Arrighi 1845, 1845, p. 17.
141, 155; Id. 1762, pp. 140, 151; Id. 1765, pp. 13-14, 16-17, 72-74; Sandri 1931, p. 98; 10. Biancolini 1750, p. 71; Cuppini
p. 172; Id. 1766, pp. 3, 82-103, 147; Id. Lenotti 1955, pp. 34-35; Pighi 1988, pp. 1969, p. 239; Maccagnan 2000, p. 71.
1771, pp. 40, 329, 330-331, 335, 351. 59-60; Maccagnan 2000, pp. 69, 382 (doc. Da Lisca 1941, p. 60; Valenzano 1993,
2. Varanini 2002, pp. 38-43; Varanini 1215, agosto 19); Segala 2004, p. 198. p. 219.
2009, p. 22; Lodi 2014, p. 135. 6. Biancolini 1752, p. 658; Arrighi 11. Coden, Varanini 2009, p. 8.
3. Rapelli 1996, pp. 91-92. 1845, p. 71. 12. Cuppini 1969, p. 241.
a rchitettur a re l igiosa medievale nel c ampo marz io 35
13. Biancolini 1752, pp. 662-663; San- 39. Lodi 2014, p. 139. 80r (a. 1359); Ivi, b. 4, cc. 40v (a. 1333),
cassani 1965, p. 8. 40. BCVr, Archivio stampe, 2.f.11; Ivi, 286r (a. 1340).
14. Coden, Varanini 2009, pp. 8-9. 2.f.13; Ivi, 2.b.4; Ivi, 2.b.19; Mazzi 58. ASVr, Monasteri femminili citt, San-
15. Ranucci 2002, p. 737. 1978, pp. 591-593, 599-600; Girardi, ta Maria delle Vergini, Registri, b. 3, c.
16. Brusco 1836, p. 11; Fasanari 1964, Perini 2010, pp. 34-35, 44-45, 64-65. 54r; Ivi, b. 6, cc. 5r (a. 1399), 20r, 22r,
pp. 124, 169-170, 173-174, 182, 184; Fa- 41. ASVe, Catasto napoleonico, Mappe, 23v, 37r (a. 1400).
sanari 1962, pp. 12, 18. Verona. Si veda inoltre Morando Di 59. ASVr, Monasteri femminili citt, San-
17. Arrighi 1845, p. 25. Custoza 1977, pp. 200-201, 268-269. ta Maria delle Vergini, Registri, b. 2; San-
18. Cuppini 1969, p. 239. 42. AUVr, Recupero ex-Panificio a S. dri 1933, pp. 138-139, 148-150; Marchi
19. Biancolini 1750, p. 72; Id. 1752, pp. Marta, Verona, D.L. Elaborati integrativi, 2000, p. 20.
663-664; Carli 1796, p. 136; Brusco Indagine archeologica: relazione tecnica 60. ASVr, Monasteri femminili citt, San-
1836, p. 11; Arrighi 1845, p. 23; Mac- preliminare, Relazione tecnica prelimina- ta Maria delle Vergini, Registri, b. 86, c.
cagnan 2000, p. 71. re (1 luglio 2010), Integrazione lato Ovest 22r. Si veda anche Bianchi 1988, p.
20. Coden, Varanini 2009, pp. 9-10, 12-15. (7 luglio 2010); Ivi, Recupero ex-Panificio 469.
21. BCVr, Sgulmero, Epigrafia medievale a S. Marta, Verona, D.L. Elaborati inte- 61. ESUVr, Paganotto 2010, pp. 9, 16.
veronese; Segala 2004, p. 198. grativi, Indagine archeologica: relazione 62. ESUVr, Paganotto 2010, p. 19.
22. Brusco 1836, p. 11. tecnica preliminare, Relazione tecnica pre- 63. Castagnetti 1981, p. 80.
23. Biancolini 1750, pp. 73, 172; Id. liminare (1 luglio 2010), Integrazione im- 64. Biancolini 1749 (b), pp. 751-752;
1771, p. 40; Arrighi 1845, p. 23; Mac- magini e planimetrie (31 agosto 2010); Ivi, Sandri 1933, pp. 50, 137, 139; Macca-
cagnan 2000, p. 71. Recupero ex-Panificio a S. Marta, Verona, gnan 2000, pp. 65, 101.
24. Brusco 1836, pp. 10, 12-14. D.L. Elaborati integrativi, Progetti di con- 65. ESUVr, Paganotto 2010, pp. 33-34.
25. ASVr, Congregazione municipale di servazione. 66. Biancolini 1761, pp. XII-XIII, XVII.
Verona, Ornato, b. 1070; gi in Macca- 43. Biancolini 1749 (b), p. 750; Id. 1752, 67. ASVr, Monasteri femminili citt,
gnan 2000, p. 274. In BCapVr, Maffei, pp. 686, 690; Arrighi 1845, pp. 12-13. Santa Maria delle Vergini, Registri, b.
Scritti vari (cfr. I manoscritti 1996, pp. 44. Sandri 1931, pp. 104-105; Lenotti 4, cc. 468v, 482v, 526r (a. 1334), 573r
659-660) si riporta per errore la men- 1955, p. 36; Maccagnan 2000, pp. 38- (a. 1335).
zione di un disegno della facciata della 41, 279; Marchi 2000, p. 18; Brugnoli 68. ASVr, Monasteri femminili citt, San-
chiesa: in realt nel codice sono conte- 2005, p. 509. ta Maria delle Vergini, Registri, b. 1, c.
nute le piante di vari bastioni, fra cui 45. Biancolini 1749 (b), p. 750; Id. 1752, 32v, 33v (a. 1337); Ivi, b. 4, cc. 641r (a.
quello delle Maddalene. pp. 684-685, 687; Arrighi 1845, pp. 67, 1335), 472v (a. 1335).
26. Da Persico 1820, II, p. 21; Bennas- 70; Sandri 1931, pp. 106-107, doc. II. 69. Sandri 1933, p. 150.
suti 1842, p. 137. 46. Biancolini 1752, pp. 690-692; Arri- 70. ASVr, Monasteri femminili citt, San-
27. Flores dArcais 1980, pp. 374-381. ghi 1845, p. 18; Maccagnan 2000, pp. ta Maria delle Vergini, Registri, b. 3, c.
28. Maccagnan 2000, p. 104. 42, 65-66. 62r (a. 1353); Ivi, b. 6, cc. 3r (a. 1398),
29. BCVr, Archivio stampe, 2.b.114; Ivi, 47. Arrighi 1845, p. 31; Sandri 1933, p. 35v, 36r, 48r (a. 1400).
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Maccagnan 2000, pp. 72-74; Marchi 1845, pp. 18-19, 74-76. 73. ESUVr, Paganotto 2010, p. 14.
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