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L'aspetto verbale (spesso semplicemente aspetto) una categoria grammaticale[1] che

indica la dimensione temporale attribuita dal parlante all'azione espressa dal verbo,
indipendentemente dal tempo assoluto in cui collocata. L'aspetto perfettivo descrive
azioni delimitate nel tempo, cio sia azioni momentanee che l'inizio o la conclusione di
un'azione duratura. L'aspetto imperfettivo descrive azioni che non specificano la durata, o
durano a lungo o si ripetono nel tempo. Infatti sia nel presente sia nel passato sia nel
futuro l'azione pu essere perfettiva (perfetto; passato prossimo; futuro anteriore),
puntuale (aoristo, preterito, passato remoto), imperfettiva (imperfetto), progressiva,
iterativa, abituale o frequentativa.
Le marche dell'aspetto possono essere incluse nel tema e nelle desinenze (per
esempio saltare [perf.] saltellare [impf.]), oppure espresse con diversi tempi verbali (per
esempio andai [perf.] andavo [impf.]), o costruite per via perifrastica con l'uso di altri
verbi o elementi lessicali (per esempio mangiare [impf.] smettere di mangiare [perf.]).

L'aspetto non il tempo, l'aspetto non l'azione[modifica | modifica


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Nelle moderne lingue indoeuropee non slave, incluso l'italiano, il concetto di aspetto
espresso con l'uso di differenti tempi verbali, mentre l'aspetto ancora dotato di marca
grammaticale indipendente nelle lingue slave, come in russo. Le pi antiche lingue
indoeuropee come il sanscrito, il latino e il greco antico hanno tutte marche aspettuali, cos
come altre lingue non indo-europee quali il finlandese, l'ungherese, il cinese e l'arabo.
Inoltre, alcune lingue pidgin dell'inglese come il creolo hawaiiano e l'inglese afro-
americano degli Stati Uniti enfatizzano l'aspetto piuttosto che il tempo. Per questo nelle
moderne lingue indo-europee, incluso l'italiano, il concetto di aspetto viene a volte confuso
con quello di tempo.
Spesso anche confuso con l'azione, sebbene l'azionalit esprima una qualit e non una
durata nel tempo. La confusione tra i due concetti diffusa anche tra i linguisti poco
esperti, ed favorita dalla coincidenza terminologica che si ha in inglese tra i due concetti
(entrambi traducibili con aspect). Per ovviare al problema, si preferisce usare azionalit per
l'azione e aspetto grammaticale per l'aspetto vero e proprio.

L'aspetto nelle lingue[modifica | modifica wikitesto]


Gli aspetti classici nell'indo-europeo sono essenzialmente il perfettivo e l'imperfettivo, con
varie forme pi dettagliate come ad esempio momentaneo, puntuale o incettivo (tra i
perfettivi) e il durativo, continuato o incoativo (tra gli imperfettivi). Alcuni linguisti
annoverano tra gli aspetti verbali anche l'aoristo che propriamente un tempo verbale,
ma l'unico con l'aspetto non definibile, per cui potrebbe fare gruppo a s.
Le forme temporali delle lingue moderne (incluso l'italiano) esprimono infatti sia del tempo
(passato, presente, futuro) che l'aspetto (perfettivo, imperfettivo). Ma nonostante il tempo
e l'aspetto siano reciprocamente distinti, molte discussioni grammaticali riassumono
entrambi sotto il concetto di tempo. Questo perch queste lingue si sono sviluppate
esprimendo gli aspetti creando appositi tempi, per cui si potrebbe dire che alcuni tempi
sono la forma dell'aspetto. Ad esempio, se vogliamo trovare l'aspetto imperfettivo della
frase Tornai a casa., diciamo Tornavo a casa., cio semplicemente cambiamo il tempo
verbale da passato remoto a imperfetto. Ma non per questo aspetto significa tempo.
Il tempo verbale segnala se un'azione o un evento accaduto nel passato, nel presente
o nel futuro. L'aspetto segnala la durata coperta dall'evento (e forse il suo inizio, la sua
continuazione, il suo completamento, la sua ripetizione, ecc.); per esempio, se l'evento /
stato/sar di un periodo di tempo prefissato, o se / stato/sar un'azione in corso di
svolgimento.
Nelle lingue slave il tempo e l'aspetto non sono rappresentati assieme; mentre qualsiasi
distinzione chiara andata perduta nelle lingue neolatine e germaniche, dove le forme del
tempo verbale rappresentano sia il tempo che l'aspetto. Per esempio, "ho mangiato"
esprime normalmente sia il tempo passato prossimo che l'aspetto perfettivo (un'azione
descritta come compiuta), mentre "sto mangiando" esprime generalmente sia il
tempo presente che l'aspetto imperfettivo (un'azione descritta come in corso di
svolgimento).
Forme aspettuali: un confronto tra italiano e inglese
Abituale: Vado a scuola tutti i giorni I walk to school every day
Andavo a scuola tutti i giorni I would (used to) walk to school every day
Perfettiva: Sono stato al cinema I have been to the cinema
Imperfettiva: Sto andando (vado) a casa I am going home
Telica: Sto mangiando I am eating
L'azione terminer con un risultato.
Prospettiva: Sto per mangiare I am about (going to) to eat
Incettiva: Sto iniziando/Inizio a mangiare I am about to eat
Continuativa: Continuo a mangiare I am still eating
Incoativa: Le mele maturano Apples ripen
In latino i verbi incoativi sono marcati dal suffisso -esco: es. exardesco si incendia.
Cessativa: Sto smettendo di fumare I am quitting smoking
Pausativa: Ho smesso di fumare per un po' I stopped smoking for a while
Resumente: Ho ripreso a dormire I resumed sleeping
Puntuale: Dormii (ho dormito) I slept
Durativa: Ho dormito (dormii) per un'ora I slept an hour
Delimitativa: Ho dormito per un po' I slept a while
Protrattiva: La lite andata avanti The argument went on and on
In italiano l'aspetto protrattivo pu essere espresso dalla perifrasi "andare + gerundio",
che implica nella maggior parte dei casi un climax e pu avere quindi valore telico: La
popolazione va crescendo di anno in anno.
Iterativa: Leggo sempre gli stessi libri I read the same books again and again
In latino l'aspetto iterativo spesso espresso con il suffisso -ito come in saltito (ballare
costantemente) da salto, canto (cantare continuamente) da cano, dormito (dormire
sempre) da dormio.
Frequentativa: indica un'azione ripetuta pi volte. In molte lingue caratterizzata da
marche grammaticali: un esempio il finlandese. Anche l'inglese presenta marche
grammaticali iterative: We chatter (it) We chat.
Sperimentale: Sono stato a scuola tante volte I have been to school many times
Intenzionale: Ho ascoltato con attenzione I listened carefully
Accidentale: Ho urtato la sedia I knocked on the chair
Generica: I manghi crescono sugli alberi Mangos grow on trees
Intensiva: Accecava It glared
Moderativa: Risplendeva It shone
Attenuativa: Baluginava It glimmered
Captiva: Pesco I fish
Momentanea o semelfattiva: Il topo ha squittito una volta The mouse squeaked once

Lingua italiana[modifica | modifica wikitesto]


Nella lingua italiana l'aspetto del verbo viene definito dalla costruzione della frase e dal
tempo usato oppure da altre parole (verbi o avverbi) aggiunte per chiarire il concetto.
Esempi:
Quando vedo un amico, lo saluto. (azione momentanea)
Comincio a vedere una soluzione. (inizio azione, incoativo)
Ho visto abbastanza. (fine azione)
La scritta si vede male. (durata indefinita)
Vorrei vedere il film. (la durata definita, ma non istantanea)
Ho visto simili casi in passato. (l'azione si ripete)
Nell'esempio stato sempre usato il verbo vedere, ma nei primi tre casi l'aspetto era
perfettivo, nei secondi tre imperfettivo. Il verbo cambia aspetto in funzione del significato
e della costruzione grammaticale.
Nelle lingue europee moderne - ad eccezione della lingua greca, delle lingue slave e di
alcune lingue finnopermiche - questa distinzione linguistica sparita dalla flessione,
sostituita in genere da perifrasi o costruzioni progressive.
Gi nel latino ci si limitava a contrapporre l'infectum(non compiuto) al perfectum(azione
compiuta). Di conseguenza le lingue neolatine come l'italiano o il francese hanno
sviluppato tempi verbali imperfettivi (come l'imperfetto) e perfettivi (come il passato
prossimo o il passato remoto).
Anche nella grammatica italiana sono stati individuati schemi aspettuali marcati da
perifrasi diverse.
In italiano gli unici tempi verbali che suggeriscono un'idea esatta di aspettualit sono
il passato prossimo (perfettivo) e l'imperfetto (imperfettivo). Per esprimere l'aspetto
negli altri tempi viene usata la perifrasi. Esempi:
inizio a fare, finisco di fare (perfettivi dell'imperfettivo fare),
fermare ogni tentativo, fermare qualsiasi protesta (imperfettivi del perfettivo fermare).

Greco[modifica | modifica wikitesto]


Greco antico[modifica | modifica wikitesto]
Si possono utilizzare esempi dal greco antico, giacch questa la lingua che meglio
connota l'aspetto verbale (in greco il valore temporale subordinato a quello aspettuale,
ad eccezione dell'indicativo). Ad esempio:
il presente (trchomen, corriamo) implica un'azione durativa,
intendendo stiamo correndo, continuiamo a correre.
l'aoristo (pese, cadde) noi lo riterremmo solo un'azione passata ma il suo valore
quello di un'azione svoltasi e finita nel medesimo istante, vista come un punto sulla linea
temporale e collocata nel passato per la presenza dell'aumento (-) che pone l'azione nel
passato. L'aumento caratteristico del modo indicativo; tutti gli altri modi (congiuntivo,
ottativo, imperativo, participio, infinito), non portando l'aumento, non hanno connotazione
temporale ed esprimono quindi solo il valore aspettuale.
il perfetto (gegrphasi, hanno scritto) indica un'azione compiuta il cui esito
permane nel tempo, non indicando necessariamente solo un'azione passata: ad esempio il
perfetto (kktmai, ho acquistato) acquista un senso resultativo che influisce
sulla resa in italiano, dovendosi tradurre posseggo (posseggo poich ho acquistato).
Riassumendo:
Presente: aspetto continuo o durativo
Aoristo: aspetto momentaneo o puntuale
Perfetto: aspetto compiuto o resultativo
Il futuro l'unico tempo che non esprime l'aspetto verbale, ma soltanto la nozione
temporale di posteriorit.

Greco moderno[modifica | modifica wikitesto]


Nel greco posteriore e moderno si sono conservate le differenze tra
aspetto continuativo e durativo (, in greco moderno , "corriamo" o
"stiamo correndo", all'imperfetto "correvamo" o "stavamo correndo"),
aspetto momentaneo o puntuale ( "cadde"),
aspetto compiuto o resultativo (parzialmente assorbito dall'aoristo o espresso dal perfetto
moderno perifrastico +aparmfato (un relitto dell'infinito formato sul tema
dell'aoristo), p. es. equivalente all'antico ).
Notevole l'estensione dell'aspetto al tempo futuro, che dimostra l'importanza diacronica
dell'aspetto nella lingua greca: ("scriver", azione generica) e
("scriver abitualmente o ripetutamente").

Lingue slave[modifica | modifica wikitesto]


Nelle lingue slave, per le sei varianti dell'esempio riportato pi sopra, vengono usati sei
diversi verbi, in quanto ogni verbo (tranne qualche eccezione) pu avere un solo aspetto.
Di norma sono parole derivate dal verbo di base tramite prefissi o suffissi, ma possono
essere anche vocaboli del tutto diversi. Sempre per il verbo vedere/guardare, ecco le
traduzioni slovene e russe:
guardare - gledati - gljadet' ()
scorgere - zagledati - pogljadet' ()
cominciare a vedere - spregledati - zagljanut' ()
concludere l'osservazione - pregledati - peregljadet' ()
guardare un po' - pogledati - peregljadyvat' ()
guardare varie volte - pogledovati - pogljadyvat' ()
Come si vede dall'esempio, sebbene il vocabolo di base sia palesemente della
stessa radice, ogni lingua ha poi sviluppato diversi prefissi e suffissi per i vari significati.
Bisogna notare altres che esistono anche altri verbi derivati da questa stessa radice, e per
i quali la lingua italiana ha vocaboli del tutto estranei alla base. Ad esempio, lo
sloveno zgledatisignifica sembrare e nella forma ripetitiva zgledovati significa fare
riferimento, ma in russo non esiste un derivato da gljadet' () per nessuna delle
due parole.
La particolarit dell'aspetto verbale spiega in parte la modesta estensione dei tempi
verbali nelle lingue slave. In effetti, in molte lingue non slave i tempi verbali passati hanno
sviluppato forme diverse per indicare l'aspetto perfettivo o imperfettivo, mentre le lingue
slave hanno sviluppato nuovi vocaboli per questa distinzione. Trattandosi di uno sviluppo
risalente fin dalle origini del ceppo linguistico, l'esempio riportato con il
verbo vedere/guardare deve essere inteso come una delle regole fondamentali. In pratica,
nelle lingue slave esistono ben pochi verbi ai quali non si possa cambiare aspetto con
l'aggiunta (o sottrazione) di un prefisso.

In linguistica, il tempo una categoria grammaticale.[1] Insieme al modo e


all'aspetto struttura il sistema di coniugazione verbale.
Tale categoria indica il momento in cui l'azione espressa dal verbo viene collocata dal
parlante, sia rispetto all'istante in cui viene prodotto l'enunciato (es. pioveva), sia rispetto
ad altri fatti o azioni espressi all'interno dell'enunciato (es. quando uscii, pioveva gi da
un'ora).
I tempi fondamentali sono presente, passato e futuro.
Generalmente il tempo verbale indicato da desinenze e da temi verbali caratteristici.
Tempi nella lingua italiana[modifica | modifica wikitesto]
Nella lingua italiana, ad esempio, per l'indicativo, si avranno il presente, l'imperfetto,
il passato remoto o il futuro semplice.
In linguistica, il modo una delle tre principali categorie grammaticali[1] che compongono il
sistema di coniugazione verbale (assieme a tempo e aspetto). Accanto a queste tre
categorie, vi sono anche la diatesi, la persona, il numero e il genere.
Il modo indica l'atteggiamento con cui il parlante presenta l'azione espressa nel verbo.
L'azione pu essere presentata
come reale (indicativo), eventuale (congiuntivo), desiderabile(ottativo e desiderativo), sog
getta a particolari condizioni (condizionale), richiesta o demandata ad
altri (imperativo e causativo).
A seconda delle lingue tali modalit possono essere espressi da
appositi suffissi o desinenze, o da prefissi e infissi che modificano il tema verbale, o
da perifrasi ottenute con l'aggiunta di verbi modali o avverbi.
In italiano esistono sette
modi: indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo, infinito, participio e gerundio.

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