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Bisogna mettercela tutta per vedersi affibbiare dal presidente degli Stati Uniti in persona l'etichetta di uomo pi

pericoloso d'America. Timothy Leary, psicologo di Harvard scomparso a 75 anni nel 1996, l'etichetta in questione
se la vide incollare da Richard Nixon. Pi che l'apparenza del criminale incallito, Leary aveva per quella serafica
dell'amico che la sa tanto lunga da riuscire a concentrare una filosofia di vita in uno slogan.
Il suo era un accattivante turn on, tune in, drop out, accenditi, sintonizzati, abbandonati. Gli fu suggerito durante
un pranzo a New York dal famoso studioso canadese dei mass media Marshall McLuhan, molto attento alle
potenzialit del linguaggio pubblicitario. Anche troppo, a giudicare da quanto accadde in seguito. Leary infatti rese
celebre lo slogan utilizzandolo nella stessa metropoli durante una conferenza stampa, tenuta nel settembre del 1966
in veste di pioniere dell'era psichedelica, tre anni dopo essere stato licenziato da Harvard a causa delle sue ricerche.
Nella celebre universit, Leary stava infatti studiando gli effetti sul comportamento umano della psilocibina, il
principio psicoattivo esistente in una specie di funghi allucinogeni che assaggi durante un viaggio in Messico
effettuato nello stesso anno. Per scopi che si presentavano quindi come scientifici, egli impiegava una versione
sintetica della sostanza, all'epoca legale, ricavandola secondo un procedimento messo a punto da Albert Hofmann, lo
scienziato svizzero noto per avere sintetizzato nel 1938, nel corso di ricerche farmacologiche condotte nei laboratori
Sandoz di Basilea, l'Lsd, ottenuto a partire dall'acido lisergico, anch'esso contenuto in un fungo, un parassita della
segale noto con il termine francese di ergot. Hofmann, scomparso nel 2008 a 102 anni, in realt lo chiamava Lsd 25,
dal numero del campione contenente la fatale goccia che cinque anni dopo, nel 1943, gli cadde accidentalmente
sulla mano, rivelando solo allora, tramite l'irrequietezza e le allucinazioni che lo colsero, le propriet psichedeliche
del composto. Leary si convinse degli effetti benefici di tali sostanze psicotrope, in direzione tanto della terapia
dell'alcolismo e della tendenza a delinquere, quanto di un loro uso meno ortodosso per sondare nuovi stati della
mente e sbarazzarsi in questo modo delle convenzioni sociali.

Di fronte a questo bivio prese allora il via l'epoca della controcultura, che negli anni Sessanta vide intellettuali e
artisti fare a gara nell'assecondare il verbo di Leary, fornendo un esempio ai giovani. Allen Ginsberg, il celebre
poeta della Beat generation, che in quanto ebreo, comunista e omosessuale non aveva certo paura di andare
controcorrente, prov la psilocibina nel corso degli esperimenti di Leary, talvolta con l'inspiegabile risultato di
ritrovarsi completamente nudo ma in preda alle poco erotiche sensazioni di disintegrazione psicofisica provocate
dalla nausea in devastante accoppiata con gli attacchi di panico. Al termine di simili scene, Leary entrava nella
stanza fissando Ginsberg negli occhi ed esclamando Ecco un grande uomo!. L'esilarante aneddoto, che spiega non
poco l'ira nei confronti del personaggio da parte del repubblicano e conservatore Nixon, la cui presidenza, dal 1969
al 1974, attravers in pieno gli anni della controcultura e dei movimenti di contestazione giovanile, salt fuori
nell'estate del 2011 da una delle 335 scatole di materiale appartenuto a Leary, che la New York Public Library
acquist per 900mila dollari dalla fondazione intitolata al controverso psicologo passato alla storia come il guru
dell'era psichedelica. La sua figura, che incroci quella di molti personaggi celebri, come Cary Grant,
consumatore entusiasta di Lsd e protagonista di capolavori di Alfred Hitchcock quali Notorious e Intrigo
Internazionale, ebbe un ruolo di primo piano nella sottrazione alla ricerca medica di sostanze che erano sembrate
promettenti, contribuendo in modo decisivo a confinarle nel ghetto degli stupefacenti pi pericolosi, come fu il caso
dell'Lsd mezzo secolo fa, quando nel 1967 fu messo al bando negli Stati Uniti e a ruota dagli altri Paesi occidentali.

L'Lsd aveva destato l'interesse, tra i tanti, anche di un grande artista di casa nostra, Federico Fellini che, in un libro
di ricordi autobiografici, Fare un film, pubblicato in prima edizione da Einaudi nel 1980, descriveva in questi
termini la sua esperienza con la sostanza, successiva a una delle quattro pellicole che gli valsero l'Oscar:Tempo fa,
dopo la fine di 8, ho fatto un esperimento con l'Lsd 25, un farmaco usato dagli americani che riproduce sul piano
sintetico la sostanza di certi funghi alluciongeni in uso nelle trib messicane...Non posso dire gran che di ci che mi
accadde, ho pochi ricordi. So che per far cessare l'effetto mi dovettero fare un'endovenosa calmante...la mattina dopo
mi svegliai come se niente fosse accaduto o quasi. Non ho voluto ascoltare le registrazioni di quello che ho detto, la
vergogna ha vinto la curiosit: ma mi dicono che ho parlato per sette ore di seguito e camminato su e gi per la
stanza senza fermamrmi un momento.

Nell'ultimo decennio si assistito a un'inversione di tendenza, con la comunit scientifica che tornata a occuparsi
dell'Lsd in direzione di un suo possibile impiego in ambito medico. Lo psichiatra svizzero Peter Gasser, il primo nel
mondo a ottenere, nel 2008, dopo un quarantennio di interdizione, una licenza governativa che lo autorizzava alla
ricerca terapeutica con la sostanza, prov a contenere l'ansia sperimentata da 12 malati terminali di cancro
attraverso un'attenta combinazione di Lsd e psicoterapia. E proprio nell'aprile del 2017, la rivista scientifica
Translational Psychiatry ha pubblicato uno studio condotto all'universit di Basilea dal team del professor Stefan
Borgwardt che, somministrando 100 microgrammi di Lsd a 20 soggetti sani, ha registrato una ridotta attivit
dell'amigdala, l'area cerebrale ritenuta centrale nell'elaborazione delle emozioni, non ultima la paura, che spiega per
l'appunto le potenzialit della sostanza nel trattamento di disturbi mentali quali la depressione e l'ansia.
La vera eredit di Leary rimane per l'inquietante profezia dei suoi ultimi anni, quella che internet e la realt virtuale
si venissero configurando come l'Lsd della nostra epoca. Chiss cosa direbbe di un'umanit sempre pi inchiodata ai
social network e alle loro interazioni sospese tra la realt e l'immaginario.

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