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Il Monte Analogo Ren Daumal

Il Monte Analogo il libro pi noto di Ren Daumal (1908-1944), scrittore, alpinista, studioso
della religione indiana, sanscritista, appartenente a quella corrente del pensiero occidentale
depositaria del cosiddetto sapere tradizionale trasmesso nei secoli per via iniziatica e che in
realt un insieme costituito da concetti provenienti da tradizioni e culture diverse.
Il racconto di Daumal diventato un libro di culto per tutti coloro che vi hanno trovato una allegoria
della crescita interiore che si accompagna alle grandi prove, in un itinerario verso una vetta che il
centro in cui ciascuno pu trovare la sua vera essenza.
Il fascino del libro, rimasto incompiuto per la morte dellautore, risiede nel suo essere un colto,
intelligente e raffinato racconto di unavventura del corpo e della mente.

Trama
Il Monte Analogo descrive la ricerca di un gruppo di otto avventurosi pellegrini, tra i quali
Thodore, il narratore, e Pierre Sogol, il maestro e capo della spedizione.
Larticolo di Thodore sul simbolo della montagna nelle tradizioni antiche, la scintilla che accende
le polveri della spedizione verso il Monte Analogo, isola, montagna o continente posto nellOceano
australe, invisibile e inaccessibile ai pi, sulla cui cima hanno sede creature superiori.

Analisi
Non si tratta affatto di unopera scientifica, sebbene lautore sia parecchio informato sulle scoperte e
le teorie pi recenti, relative sia al mesmerismo di primo Ottocento quanto alla radioattivit.
Persino la teoria della relativit di Einstein viene inserita esplicitamente nel romanzo, nel discorso
con il quale Sogol illustra lesistenza del Monte Analogo ai membri della spedizione.
Ci che pi ha attirato lattenzione degli esploratori il basamento del territorio del monte, formato
da materiali che hanno la propriet di curvare lo spazio intorno a s in modo tale che tutta la regione
sia rinchiusa in un guscio di spazio curvo. La natura di questi materiali ignota, ma il guscio che
sigilla il monte non impenetrabile, deve essere aperto in alto per poter ricevere le radiazioni di
ogni specie che vengono dagli astri, necessarie alla vita di uomini comuni.
La curvatura dello spazio inoltre crea interferenze allago della bussola, impedendo ai naviganti di
raggiungerla; ecco perch nessuno prima dora lha mai vista.
Per trovare il modo di penetrare nell'isola, bisogna porre come principio la necessit di penetrarvi.
In un certo momento e in un certo posto, certe persone, che sanno e che vogliono, possono entrare.
Il momento privilegiato deve essere determinato da un orologio naturale e, molto probabilmente,
dal corso del Sole: il Sole ha la propriet di decurvare lo spazio che circonda l'isola, dunque, al
suo sorgere e al suo tramontare, deve in qualche modo fare un buco nel guscio.
I partecipanti alla spedizione devono attenersi ad alcuni schemi e regole ben precise, prima tra tutte
quella di liberarsi delle loro forme mentali: tutto ci che erano convinti sarebbe stata essenziale per
la salita, strumenti e modi di pensare, dovranno abbandonarlo. Anche la salita simbolica, si sale
fino ad un campo poi si deve ridiscendere per lasciare tutto pronto per quelli che seguono, che non
conosceremo mai. Interessante infatti anche il senso di comunione delle scoperte fatte: per
raggiungere la cima, bisogna andare di rifugio in rifugio, ma prima di lasciare un rifugio, si ha il
dovere di ridiscendere per trasmettere le conoscenze ad altri ricercatori.
Simboli e Temi
In ogni viaggio di ricerca c una guida, qui Pierre Sogol (sogol = logos).
Per trovare un luogo inaccessibile necessario preparare gli esploratori insegnando loro a
scardinare lordine del pensiero convenzionale e ad invertire lassetto degli elementi. Il
principale maestro naturalmente Sogol, ma allinterno del testo vengono inserite
sapientemente delle storie leggendarie che si prestano a tale scopo.
- Storia degli uomini-cavi Gli uomini-cavi sono appunto vuoti, ma vivono allinterno
della montagna, dunque nel pieno, sono linverso degli uomini e ogni uomo ha il suo
doppio in un uomo-cavo, entrambi si ricongiungono al momento della morte: ogni uomo
vivente ha nella montagna il suo uomo-cavo, come la spada ha il suo fodero, come il
piede ha la sua impronta, e che, alla morte, essi si ricongiungono.
Limmagine della scalata che al rientro diventa discesa Una volta iniziata lascesa del
Monte Analogo ad ogni tappa ci si installa in un campo e prima di proseguire in altezza
bisogna ridiscendere al campo precedente per preparare chi si appresta a salire. In tal modo
Daumal, attraverso lidea che ogni uomo responsabile del suo simile, d voce a una sua
convinzione, ovvero che esiste un legame necessario tra il progresso spirituale di ogni essere
e laiuto che egli offre agli altri. Salita e discesa sono dunque complementari e noi siamo
tutti collegati e concatenati, come una lunga cordata di alpinisti che si arrampica sulle pareti
scoscese per raggiungere la vetta.
Daumal usa lalpinismo non soltanto come disciplina sportiva, ma anche come perfetta
metafora di disciplina interiore. In montagna ci si deve assumere la responsabilit dei propri
atti perch porre un piede in fallo, essere sventati e imprudenti pu mettere a repentaglio non
soltanto la propria vita, ma anche quella degli altri.
Come ogni viaggio mistico che si rispetti, inevitabile lincontro con la morte. La civilt
occidentale abituata a temerla e a fuggirla, ma chi inizia il percorso attraverso le profondit
dellanimo sa che fa parte della vita. Il viaggio infondo sempre un continuum che si
estende al di l dei confini che ci sono noti, per il resto ognuno deve trovare la propria porta
da attraversare.

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