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Art.

2082 cc afferma che: imprenditore chi esercita professionalmente unattivit economica


organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni o di servizi. Nellarticolo compaiono
quattro elementi costitutivi:
1-attivit economica: in termini elementari possiamo qualificare unattivit come economica nel
momento in cui viene creata unutilit pratica; oggi molti ritengono che leconomicit di unattivit
dipenda NON dalle caratteristiche oggettive degli atti che la compongono ma dalle modalit con
cui lattivit viene svolta. Infatti il termine economicit= metodo con cui viene svolta unattivit tale
da essere idonea a realizzare la tendenziale copertura dei costi con i ricavi. Questo requisito si
contrappone alla lucrativit e alla perdita sistematica -non deve esserci necessariamente uno
scopo di lucro ma semplicemente una situazione nella quale vengono coperte le spese con incassi.
Ad esempio le imprese cooperative hanno scopo mutualistico che consiste nel far avere ai loro soci
dei benefici, dei vantaggi a condizioni migliori di quelle di mercato e quindi non si pu parlare di
ripartizione degli utili o di scopo di lucro ma di un risparmio di spese. N.b= nel decreto legislativo il
legislatore ha previsto la possibilit che determinate attivit abbiano carattere di imprese e siano
esercitate da societ per azioni anche senza scopo di lucro (art 61). In poche parole: limpresa deve
trarre da se stessa e mezzi di sopravvivenza. Bisogna distinguere tra attivit economica e attivit di
godimento (= percepire i frutti da un bene ad es: locazione, gestione patrimonio). Una semplice
contrapposizione la possiamo effettuare tra il locatore di appartamenti di sua propriet (att.god.) e
lalbergatore (att. Ec). Se alla locazione si affianca unattivit economica rivolta al mercato allora
economica. Il problema nelle attivit di gestione di patrimoni investiti in titoli o in quote di
partecipazione in societ (le holdings). Queste societ vengono considerate come imprenditore?
In questo ambito intervenuta la cassazione (sentenza Caltagirone): affermato che lattivit di
direzione e coordinamento di un gruppo di imprese cui sia funzionalizzato lesercizio dei poteri
derivanti dal possesso di 1 o pi pacchetti azionari, sia essa svolta da una societ di capitali, da una
persona fisica o da una societ di fatto, determina lacquisto della qualit di imprenditore in capo a
chi la eserciti (capo-gruppo). La holding unimpresa se le societ che controlla sono imprese;
perch allattivit di impresa delle holding sia riconosciuta natura commerciale, sufficiente che
anche solo una delle attivit svolte dalle societ controllate sia compresa in uno dei tipi previsti
dallart 2195 cc.
2-professionalit: esclude che configuri unattivit di impresa il compimento occasionale di
qualche atto di produzione o di scambio; non si ritiene che lattivit sia svolta in modo continuativo
(stabilimento balneare); non si richiede che lattivit sia diretta al compimento di pi affari e che
lattivit esercitata sia quella esclusiva o prevalente del soggetto in questione. Dunque: la
professionalit data dallattivit non dal soggetto e si pu definire come stabilit e sistematicit
nellesercizio di essa.
3-organizzazione: legislatore 1942-impresa concepita come: unorganizzazione di persone (lavoro)
e di mezzi di produzione (capitale); ma nella realt questi due elementi non sono essenziali
(mediatore professionale). Si pu dire che il requisito dellorganizzazione sia privo di efficacia
selettiva perch non consente una collocazione nella categoria degli imprenditori di soggetti aventi
caratteristiche omogenee e di espellerne tutti i soggetti privi di tali caratteristiche.
4-fine della produzione dello scambio: esistono 2 tesila prima riguarda la produzione per lo
scambio, la seconda riguarda la produzione destinata al mercato generale. La c.d impresa per
conto proprio (produzione effettuata al fine di soddisfare i bisogni del produttore) non qualificata
come tale poich non rivolta alla creazione di una autonoma organizzazione e strutturalmente
non destinata a proiettarsi allesterno (si basa sullautoconsumo-vengono a mancare le
caratteristiche dellarticolo 2082). Si pu definire questo requisito come lidoneit in astratto, ma
non necessariamente in concreto, a destinare al mercato generale i beni e servizi prodotti
dellattivit.
In sintesi: limprenditore quel soggetto che esercita in modo non abituale, ma neanche
occasionale, e con un metodo economico unattivit che normalmente, ma non necessariamente,
ha una propria organizzazione e che normalmente, ma non necessariamente, destinata al
mercato.
Art 2229-2238 CC: distinguono lesercizio delle professioni intellettuali dallattivit di impresa;
professionista intellettuale non soggetto al fallimento, non deve tenere scritture contabili, ecc.
Elenchiamo i criteri che consentono la chiara distinzione tra le due fattispecie. 1-imprenditore
commerciale ha una sua organizzazione (discutibile lessenzialit), i professionisti intellettuali o non
la hanno o comunque non sono condizionati nello svolgimento della loro attivit dallesistenza di
unorganizzazione. La distinzione basata sullorganizzazione si rif allarticolo 2238 comma1: se
lesercizio della professione costituisce elemento di unattivit organizzata in forma di impresa si
applicano anche le disposizioni del titolo 2 sullimpresa stessa. Ovviamente questo non significa che
il professionista che ha unorganizzazione diventa un imprenditore (ad esempio un medico che
organizza la propria clinica non diventa imprenditore). 2-la distinzione tra imprenditore e
professionista si basa sulle prestazioni poich si dice che per i professionisti vi sia una preparazione
intellettuale che le prestazioni dellimprenditore non richiedono. Ma molto pi difficile guidare
unimpresa che non esercitare una prestazione intellettuale con carattere di routine. 3-la
distinzione tra il professionista e limprenditore sta nel rischio che corrono: il primo deve essere
remunerato anche quando il suo diligente operare non abbia sortito risultati utili per il proprio
cliente, al contrario il secondo corre sia il rischio di non riuscire a coprire i costi con i ricavi sia il
rischio di non soddisfare il cliente. Ma questa contrapposizione frutto di una diversa disciplina e
non di una diversit presente nella fattispecie. In conclusione tale distinzione si pu spiegare solo
sulla base di considerazioni di tipo storico e sociologico, variabili nel tempo e anche di paese in
paese. N.b= le attivit professionale sono chiuse cio evitano lingresso di outsiders non desiderati
o eccessivi, mentre per le imprese la libert di accesso normalmente garantita infatti liniziativa
economica privata libera. Problema: accertamento dei singoli casi della natura dellattivit
esercitata (casi socialmente o legislativamente riconosciuti). In questi casi pu essere utile
unattenta valutazione delle prestazioni che il soggetto si impegna a svolgere nei confronti dei
clienti. Quando il risultato promesso richiede la fornitura di beni e servizi che potrebbero essere
oggetto di unattivit imprenditoriale autonoma, lapplicazione della disciplina dellimprenditore si
imporr o perch il soggetto non pu essere considerato un professionista intellettuale o perch si
ricade nellapplicazione dellarticolo 2238 comma1. In alcuni casi rapporto con il cliente identico a
quello proprio di unimpresa commerciale e la prestazione dopera intellettuale si riduce ad un ad
un elemento secondario interno allorganizzazione dellimpresa; altri casi permangono incerti e
risolti in giurisprudenza.
Impresa illecita: liceit liceit: requisito mancante nellart 2082. Illecita ogni attivit di impresa
svolta in violazione di norme imperative
I terzi meritevoli di tutela possono esistere anche quando l'attivit d'impresa illecita e perci
l'esposizione al fallimento di chi eserciti attivit commerciale illecita non appare pi del tutto
ingiustificata.
Nei casi di IMPRESA ILLEGALE, l'illiceit determinata dalla violazione di norme imperative che ne
subordinano l'esercizio a concessione o autorizzazione amministrativa (banca di fatto, commercio
senza licenza). Questo illecito non impedisce la qualit di imprenditore con pienezza di effetti (il
titolare esposto al fallimento).
Diverso per l'IMPRESA IMMORALE: quando illecito sia l'oggetto stesso dell'attivit
(contrabbando, fabbricazione di droga). Si nega l'esistenza di impresa perch si teme che per
tutelare anche chi dell'illecito stato autore o complice. La preoccupazione tuttavia ingiustificata
in quanto esiste un principio generale dell'ordinamento che prevede che da un comportamento
illecito non possono mai derivare effetti favorevoli per l'autore o per chi ne stato parte.
Perci chi esercita attivit commerciale illecita imprenditore e potr fallire al pari di tutti gli altri.
Non potr per avanzare le pretese del titolare di un'azienda o agire in concorrenza sleale contro
altri imprenditori, in applicazione del principio della "non violabilit della qualificazione per la non
invocabilit del proprio illecito"
Identici principi possono essere applicati per l'impresa MAFIOSA nonostante la liceit all'oggetto
dell'attivit (impresa per il riciclaggio del denaro di provenienza illecita)
Imprenditore occulto
lart. 2082 non richiede che lattivit venga svolta dallimprenditore in proprio nome. Molto diffuso
il fenomeno per cui lattivit dellimpresa viene esercitata in nome proprio da un soggetto
(imprenditore diretto) che si presenta allesterno come imprenditore e che stipula tutti gli atti
inerenti allimpresa, mentre colui che somministra i mezzi necessari, prende le decisioni un altro
soggetto (imprenditore indiretto). Dunque, limprenditore diretto esercita limpresa in nome
proprio ma per conto dellimprenditore indiretto. Tutto ci dovrebbe essere regolato imputando
atti e responsabilit esclusivamente al soggetto il cui nome stato speso quindi limprenditore
diretto; mentre nei confronti dellimprenditore indiretto (dominus dellaffare) si pu pensare
lesercizio di unazione di risarcimento dei danni. Dunque imprenditore indiretto gestisce limpresa
servendosi di un prestanome. A volte la funzione del prestanome svolta da una societ di capitale
dotata di patrimonio insufficiente, i cui organi sono di fatto privi di autonomia decisionale, cos che
la societ sopravvive grazie allerogazione di un socio o di terzo (imprenditore indiretto) che
impone agli organi sociali le sue decisioni. Gli amministratori sono responsabili nei confronti dei
creditori della societ rimasti insoddisfatti a causa di danni colpevolmente arrecati al patrimonio
sociale. Una tutela pi intensa dei creditori sarebbe garantita da una disciplina speciale
caratterizzata dalla corresponsabilit del soggetto (imprenditore indiretto) nel cui interesse
limpresa stata esercitata. ---Il tentativo di affermare lesistenza di questa corresponsabilit
stato compiuto dallart 147 (legge fall prima della riforma): la sentenza che dichiara il fallimento
della societ con soci a responsabilit limitata, produce anche il fallimento di soci illimitatamente
responsabili (terzo che non figura negli atti della societ ma socio); il tribunale su domanda del
curatore o dufficio dichiara il fallimento dei medesimi, dopo averli sentiti in camera di consiglio.
-----Ipotizziamo che venga dichiarato il fallimento di A (imprenditore individuale) il quale non agiva
solo, ma aveva costituito una societ con C (imprenditore occulto) diventata insolvente.
Nonostante la differenza con la prima ipotesi [nella quale i terzi sapevano dellesistenza della
societ e credevano che i soci fossero due, mentre in realt erano tre, nella seconda ipotesi, oltre
allesistenza dellaltro socio, occulta lesistenza stessa della societ] dovr essere dichiarato il
fallimento della societ occulta esistente tra i due e il fallimento di entrambi soci in senso proprio.
Per questo la riforma dellarticolo 147 ha previsto il fallimento del socio nel caso in cui dopo la
dichiarazione di fallimento dellimprenditore individuale risulti che limpresa riferibile ad una
societ di cui il fallito socio illimitatamente responsabile. - Se colui che risulta essere un semplice
partecipante (imprenditore occulto) allaffare gestito dallimprenditore apparentemente
individuale, risponde delle obbligazioni sorte dallesercizio di impresa e in caso di insolvenza
fallisce, a maggior ragione dovr fallire il dominus quale vero titolare dellaffare.
--- Se si ammette che il rapporto tra dominus e prestanome sia rilevante quando intercorre tra
persone fisiche analoga rilevanza dovr essere riconosciuta tra dominus-(persona fisica) e
prestanome-(persona giuridica) o tra le due persone giuridiche. Lorientamento della
giurisprudenza della cassazione ha costantemente negato la validit dellultimo passaggio
privandosi di uno strumento molto efficace con il quale reprimere comportamenti abusivi a danno
dei creditori e societ di capitali. La nostra giurisprudenza risolve questi casi con un rimedio di
dubbia certezza ipotizzando lesistenza di unaltra impresa collaterale a quella esercitata dalla
societ di capitali.

Linizio e Fine dellimpresa


Per quanto riguarda le persone fisiche leffettivo esercizio dellattivit attribuisce a chi esercita la
qualifica di imprenditore. Per quanto riguarda le societ vale un criterio formale per il quale linizio
dellattivit coincide con il momento in cui la societ viene iscritta nel registro delle imprese e del
suo statuto viene indicato il suo oggetto sociale. Questa distinzione pone dei forti dubbi: la persona
fisica non una tutelata prima di cominciare ad esercitare in concreto lattivit dimpresa e la
persona giuridica pu fallire ancora prima di iniziare. Alcuni sostengono che vanno distinti due tipi
di attivit: 1-attivit di organizzazione= predisposizione dellimpianto che servir per lo svolgimento
dellimpresa(capannone); 2-attivit di gestione= atti tipici dellattivit in questione. Dunque
affermano che se mancano gli atti di gestione non sussiste professionalit e non si ha unimpresa
questa tesi risulta insostenibile. Altri sostengono che non possibile effettuare distinzioni di
questo tipo, affermando che pu diventare imprenditore anche chi a chi ha compiuto solo atti di
organizzazione. Ci che rileva ai fini dellacquisto della qualit di imprenditore non la natura
degli atti effettuati, ma allesistenza di un legame tra gli stessi: essi devono essere svolti in
maniera coordinata e continuativa (normalmente ma non necessariamente avremo combinazione
tra atti di gestione e di organizzazione).
Limpresa non si arresta di colpo ma attraversa una fase pi o meno lunga di liquidazione; solo con
la definitiva disgregazione dellazienda limpresa si considerer cessata. Larticolo 10 della legge
fallimentare fissa il giorno in cui finisce limpresa in quello della cancellazione dal registro delle
imprese. fatta, salva la facolt per il creditore o per il pubblico ministero di dimostrare il
momento delleffettiva cessazione dellattivit da cui decorre il termine.
Categorie di imprenditori:
Il legislatore del 1942 ha dettato una norma generale che definisce limprenditore ed una serie di
norme in base a differenti criteri: dimensione, caratteristiche dellattivit esercitata, natura
dellente che la esercita.
Per quanto riguarda limpresa sociale larticolo 1 (dlgs 155/200) prevede che possono acquisire la
qualifica di impresa sociale tutte le organizzazioni private, compresi gli enti di cui al libro cinque del
codice civile, che esercitano in via stabile e principale unattivit economica organizzata al fine della
produzione o dello scambio di beni o servizi di utilit sociale, diretta a realizzare finalit di interesse
generale e che hanno i requisiti di cui agli articoli 2-3 e 4 del presente decreto. Rispetto allarticolo
2082 omesso il requisito della professionalit, aggiunto il requisito della stabilit e della
principalit (misurata in termini di rapporto tra ricavi derivanti da diverse attivit), della
qualificazione dei beni che devono essere di utilit sociale e dellattivit che deve avere finalit di
interesse generale. Si parla di organizzazioni private e la persona fisica non pu dar vita ad
unimpresa sociale, la quale non pu avere scopo di lucro.

Imprenditore commerciale: (art 2195 cc) attivit svolte dallimprenditore commerciale:

attivit industriale diretta la produzione di beni e servizi;


attivit intermediaria nella circolazione dei beni
attivit di trasporto per terra, per acqua o per aria;
attivit bancaria o assicurativa;
altre attivit ausiliarie delle precedenti (categoria aperta, es. holding)
Imprenditore agricolo: (art 2135 cc) imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti
attivit: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attivit connesse. Sono
attivit dirette alla cura e allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria al ciclo
stesso, di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le
acque dolci, salmastre o marine. Sintendono connesse le attivit dirette (esercitate
dallimprenditore agricolo) alla manipolazione, conservazione, trasformazione,
commercializzazione e valorizzazione che riguardano prodotti ottenuti prevalentemente dalla
coltivazione del fondo o del bosco o dallallevamento di animali, nonch le attivit dirette alla
fornitura di beni o servizi mediante lutilizzazione prevalente di attrezzature o risorse
dellazienda normalmente impiegate nellattivit agricole esercitata, comprese le attivit di
valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale. Lo stesso decreto ha disposto
liscrizione nella sezione speciale del registro delle imprese degli imprenditori agricoli, di
coltivatori diretti e delle societ semplici esercenti attivit agricola. Prima della modifica vi
erano molti dubbi per quanto riguarda le attivit rese possibili dalle nuove tecnologie di
produzione di beni tradizionalmente considerati agricoli; il nuovo testo risolve questi problemi
grazie alla tesi del ciclo biologico, in base alla quale sono agricole tutte le attivit di
sfruttamento di cicli biologici naturali, animali o vegetali e non pi a quella del collegamento
con il fondo. Le attivit connesse sono: a) Tipiche 2 categorie; una concernente le attivit di
manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione dei
prodotti; la seconda riguardante la fornitura di beni e servizi. Richiedono limpiego di
unorganizzazione distinta da quella necessaria per lesercizio dellattivit principale. Devono
essere esercitati da un imprenditore agricolo nellambito di unimpresa, e devono avere ad
oggetto beni introdotti dallo stesso agricoltore (questo requisito stato attenuato dalla
riformadevono avere ad oggetto prevalentemente prodotti agricoli e anche tutte le attivit di
fornitura di beni o servizi non agricoli, prodotti mediante lutilizzo prevalente della stessa
azienda agricola).
b) Atipiche attivit non espressamente menzionate ma che abbiano i requisiti indicati. Un
tempo i consorzi e le cooperative create da agricoltori per l'alienazione e la trasformazione dei
loro prodotti ponevano un problema interpretativo oggi queste attivit, unite a quelle di
fornitura ai soci di beni o servizi diretti alla cura o allo sviluppo del ciclo biologico, sono
ricomprese esplicitamente dalla legge entro le attivit connesse. Nel 2001 stata poi introdotta
la figura dell'imprenditore ittico fatte salve le pi favorevoli disposizioni di legge,
equiparato all'imprenditore agricolo imprenditore ittico chi esercita attivit dirette alla
cattura o alla raccolta di organismi acquatici, oltre che chi svolge attivit connesse. Con la
riforma, che amplia la portata delle attivit svolte dall'imprenditore agricolo, risulta ancora
meno chiara la differenza tra imprenditore commerciale e imprenditore agricolo di
conseguenza risulta ancora meno giustificata la differenza di disciplina.

Esiste un'impresa non commerciale, n agricola?


NB L'imprenditore agricolo, a differenza di quello commerciale, non soggetto al fallimento
e non obbligato a tenere alcuni libri contabili distinzione fondamentale.
Interpretazione dellarticolo 2195 c.c. pone il problema dellesistenza di un tertium genus,
una terza categoria di imprenditori n commerciali n agricoli (c.d. imprenditori civili, soggetti
alla disciplina generale dellimpresa non quella specifica prevista per imprenditore
commerciale e agricolo). Il problema nasce dalla formulazione dello stesso articolo infatti al n.1
troviamo la produzione di beni e servizi svolta in forma industriale mentre al n.5 considera solo
le attivit ausiliarie delle precedenti. Restano fuori dalla norma le attivit di produzione di beni
e servizi in forma non industriale e le attivit ausiliarie non commerciali. Lopinione prevalente:
negare lesistenza di una terza categoria di imprenditori. La qualifica di industriale viene
intesa non nel significato comune del termine, ma nel senso di non agricolo, cos che tutte le
attivit di produzione di beni o servizi che non siano agricole, vengono considerate industriali e
come tali ricomprese nellarticolo 2195 n.1 c.c.
Il piccolo imprenditore Art. 2083: sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli
artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano unattivit professionale organizzata
prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia. 2 letture; 1-sono piccoli
imprenditori i coltivatori diretti del fondo, i piccoli commercianti, gli artigiani che coloro che
sono attivit dimpresa prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia.
2- piccolo imprenditore= esercizio di unattivit dimpresa prevalentemente con il lavoro
proprio e della propria famiglia; il coltivatore, lartigiano ecc. sono esempi di piccoli
imprenditori, che sono tali solo se hanno il requisito della prevalenza del lavoro proprio dei
membri della famiglia (non solo sul lavoro ma anche sul capitale). Questa la tesi pi
accreditata. La legge sul fallimento del marzo 1942 sottraeva al fallimento i piccoli imprenditori,
ma li definiva in modo diverso da come sono definiti nellarticolo 2083; attualmente dopo la
riforma 2006-2007, larticolo 1 della legge sul fallimento non parla pi di piccoli imprenditori e
si limita a dire che sono soggetti alle disposizioni sul fallimento e sul concordato preventivo solo
gli imprenditori che esercitano unattivit commerciale, esclusi gli enti pubblici.
Limpresa artigiana: Si inserisce nellambito della discussione sul tertium genus. Secondo cui
lartigiano a cui si riferisce larticolo 2083 svolgerebbe unattivit priva del requisito dellindustria,
quindi non rientrerebbe nellarticolo 2195 non sarebbe attivit commerciale ci significa che non
sarebbe soggetto al fallimento e alle norme applicabili allimprenditori commerciali. Se le si
riconosce natura commerciale il problema quello della loro collocazione tra le imprese piccole o
tra quelle medio-grandi. Questo quesito complicato dallesistenza di una legislazione speciale la
quale prevede forme di ausilio degli artigiani e definisce le imprese destinatarie; abbiamo tre
direzioni possibili: 1-affermare lindipendenza delle due definizioni, ammettendo lesistenza di due
nozioni di artigiano: quella civilistica (utile al fine dellapplicazione della disciplina riguardante le
scritture contabili eccetera) e quella elaborata dalla legislazione speciale (utile per identificare le
imprese destinatarie degli ausili) la strada meno insoddisfacente.2-sostituzione della nozione
civilistica quella speciale, utilizzando anche fini dellapplicazione del diritto privato
dellartigianatoquesta strada conduce ad una discriminazione.3-coordinare le due nozioni
cercando nella definizione speciale di artigiano una semplice specificazione del criterio civilistico
della prevalenza del lavoro proprioquesta strada pare oramai impraticabile.

Limpresa pubblica: non soggette allo statuto dellimprenditore commerciale. Per liscrizione nel
registro delle imprese: gli enti inquadrati (questo termine prima si riferiva al sistema corporativo
che raggruppava imprenditori e lavoratori nei medesimi settori produttivi, ad oggi questa
definizione non dovrebbe essere abolita e coincide con quella degli enti pubblici aventi per oggetto
esclusivo o principale unattivit commerciale) nelle associazioni professionali ne sono soggetti, gli
altri (territoriali) ne sono esentati. Economia del nostro paese stata definita mista, cio con
attivit imprenditoriali esercitate tanto da privati quanto dallo Stato e da enti territoriali minori. Il
fenomeno della privatizzazione dallinizio degli anni 90 in Italia si affermata la tendenza a
ridimensionare il settore pubblico trasferendo le relative imprese a privati. Bisogna distinguere tra
privatizzazione formale e sostanziale. La prima ladozione di una forma giuridica di carattere
privatistico (societ per azioni) derivante da una a stampo pubblico. Questo tipo di privatizzazione
deve essere vista come strumentale alla privatizzazione sostanziale in cui necessario trasformare
un ente pubblico in societ per azioni allo scopo di cedere privati pacchetti azionari di queste
ultime (Esempi: Iri, Eni, Enel). Si tratta di una soluzione provvisoria in attesa che vengono definite le
forme procedure della privatizzazione sostanziale. La corte costituzionale ha ribadito che le societ
in questione restano sottoposte a controllo sulla gestione finanziaria da parte della corte dei conti,
destinato a permanere finch non venga attuato il programma che realizza la privatizzazione
sostanziale. Questultima viene definita come passaggio della propriet di imprese o di settore di
imprese da un soggetto pubblico a soggetti privati. Determina un ampliamento borsistico e
permette la comparsa di soci, numerosi investitori istituzionali che possono svolgere importanti
compiti di monitoraggio sulla gestione stessa della societ.

GLI STATUTI DEGLI IMPRENDITORI (insieme delle norme che si applicano)


Fondamentale la conoscenza di alcuni dati relativi allimpresa con cui si entra in contatto per
poter esercitare i diritti e la circolazione delle informazioni tra le imprese stesse. Un punto di
equilibrio tra gli interessi di chi deve dare linformazione di chi deve riceverla pu essere raggiunto
con ladozione di un sistema di pubblicit dichiarativa: tutte le notizie rese pubbliche in certi modi
previsti e descritti dalla legge si considerano note a tutti. Lart 2188 c.c prevede listituzione del
registro delle imprese: dovrebbe essere affidato, per la sua gestione, ad appositi uffici in ogni
circoscrizione di tribunale. Obbligati alliscrizione: gli imprenditori commerciali non piccoli, le
societ diverse dalla societ semplici a prescindere dallattivit esercitata, consorzi con attivit
esterna, gli enti pubblici che hanno per oggetto esclusivo o principale unattivit commerciale;
sono legate alliscrizione in sezioni speciali anche: imprenditori agricoli, il piccoli imprenditori e
societ semplici. Oggetto della registrazione sono una serie di atti e fatti che in genere comprende
quelli necessari per individuare limprenditore, la sua forma giuridica, la sede dellimpresa, lattivit
da essa svolta, soggetti dotati di poteri rappresentativi, ecc. Lefficacia delliscrizione varia a
seconda dellatto scritto; nella maggior parte dei casi dichiarativa in quanto si esplica nel rendere
opponibili ai terzi tutti i fatti e gli atti iscritti nel registro. Liscrizione condizione necessaria per
lapplicazione di una disciplina. N.b= imprenditori agricoli, coltivatori diretti e le societ semplici
esercenti attivit agricola, liscrizione nella sezione speciale del registro delle imprese oltre alle
funzioni di certificazione anagrafica ha lefficacia di cui allarticolo 2193 (i fatti dei quali la legge
prescrive liscrizione, se non sono stati iscritti, non possono essere opposti a terzi da chi obbligato
a richiederne liscrizione, a meno che questi provi che i terzi ne abbiano avuto conoscenza.
Lignoranza dei fatti dei quali la legge prescrive liscrizione pu essere opposta dai terzi dal
momento in cui liscrizione avvenuta).
Scritture Contabili: art 2214 c.c impone agli imprenditori che esercitano unattivit
commerciale lobbligo di tenere il libro giornale, il libro degli inventari e le altre scritture contabili
richieste dalla natura e dalle dimensioni dellimpresa. Limprenditore commerciale deve conservare
per ciascun affare lettere, telegrammi, fatture ricevute.
Libro giornale: deve indicare giorno per giorno le operazioni relative allesercizio dellimpresa,
seguendo un criterio cronologico.
Libro degli inventari: contiene le scritturazioni che si riferiscono allesercizio dellimpresa, inteso
come periodo annuale in riferimento al quale le scritture devono essere chiuse.
Esso deve quindi contenere non solo lindicazione di tutti i beni, dei crediti, dei debiti relativi
allimpresa, ma anche di quelli personali dellimprenditore. Questo perch, mentre nelle societ
vi sono diversi gradi di autonomia del patrimonio sociale da quelli personali dei soci, per
limprenditore individuale non c nessuna forma di autonomia tra il patrimonio da lui destinato
allesercizio dellimpresa e il suo patrimonio privato.
Art. 2217 c.c.: Linventario si chiude con il bilancio e con il conto dei profitti e delle perdite, il quale
deve dimostrare con evidenza e verit gli utili conseguiti o le perdite subite. Nelle valutazioni di
bilancio limprenditore deve attenersi ai criteri stabiliti per i bilanci delle societ per azioni, in
quanto applicabili.
Problema: divergenza terminologica tra la norma richiamante (art. 2217) e la norma (art. 2423) che
fissa i criteri generali di cui la norma richiamata (art. 2425) contiene larticolazione. Lart. 2217
recita che il bilancio e il conto dei profitti e delle perdite deve mostrare con evidenza e verit gli
utili conseguiti o le perdite subite. Lart. 2423 invece afferma che il bilancio delle s.p.a. deve essere
redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale
e finanziaria della societ ed il risultato economico dellesercizio. Lart. 2217 richiama la disciplina
delle s.p.a. soltanto per quanto attiene ai criteri di valutazione.
Le societ per azioni devono redigere il bilancio, devono depositarlo entro un certo termine e se
non lo fanno prevista una responsabilit per gli amministratori. Limprenditore che non tiene le
scritture contabili o che le tiene male, non subisce sanzioni specifiche. Le sanzioni sono indirette,
nel senso che chi non tiene le scritture contabili non pu godere di certi benefici.
EFFICACIA PROBATORIA DELLE SCRITTURE CONTABILI (contro limprenditore e favore )
Contro: in base allarticolo 2709 i libri e le altre scritture contabili delle imprese soggette a
registrazioni fanno prova contro limprenditore, inoltre chi vuole trarne vantaggio non pu
scinderne il contenuto. A favore: larticolo 2710 prescrive che i libri bollati e vidimati nelle forme di
legge, quando sono regolarmente tenuti possono fare prova tra imprenditori per i rapporti inerenti
allesercizio dellimpresa. Questo un vantaggio perch favorisce un processo pi rapido ed
elastico in cui il giudice pu basarsi su delle scritture contabili anzich dar luogo a luogo prove orali
pi impegnative e meno attendibili.
Modi di acquisizione delle scritture: -comunicazioneriguarda tutte le scritture contabili ed
concessa solo in caso di scioglimento della societ, comunione dei beni e successione per causa di
morte. esibizionesi tratta di singole controversie eccessivo ricorrere alla comunicazione e si
ricorre ad un estratto delle scritture che riguardano il caso specifico.

LA RAPPRESENTANZA DELLIMPRENDITORE
Tra gli ausiliari dell'imprenditore si distinguono:
a) quelli autonomi b) quelli subordinati.
Tra questultimi rientrano ausiliari che in alcuni casi stipulano contratti per conto dell'imprenditore.
In questi casi il principale problema riguarda gli effetti di questi atti. nell'ambito della disciplina
generale della rappresentanza essa e regolata dall'art 1387 e seguenti: In base ai quali il problema
viene risolto accollando al terzo i rischi relativi all'accertamento del potere rappresentativo e dei
suoi limiti (stabiliti dalla procura).
se il terzo sbaglia le conseguenze per lui sono gravi, infatti l'atto non vincoler il falso
rappresentato (imprenditore) ed il terzo potr solo chiedere al falso rappresentante il risarcimento
dei danni.
una simile disciplina difficilmente pu essere accettata nelle situazioni di rappresentanza
commerciale. Nel caso si tratti di rappresentanza commerciale infatti la disciplina quella degli
artt. 2203-2213 c.c.
A tal proposito nelle disciplina della rappresentanza commerciale resta invariata la disciplina
relativa agli effetti dell'atto compiuto dal rappresentante senza poteri. Il legislatore invece
intervenuto affermando che tutte le figure acquisiscono il potere rappresentativo che la mansione
loro assegnata comporta senza un ulteriore manifestazione di volont dell'imprenditore. Cos il
legislatore garantisce una tendenziale coincidenza tra il potere di gestione e il potere di
rappresentanza. Ci riduce i rischi di accertamento a carico del terzo poich l'esistenza del potere
di gestione facilmente verificabile.
(Se limprenditore vuole modificare il contenuto legale tipico del potere di rappresentanza degli
ausiliari interni, sar necessario uno specifico atto, opponibile ai terzi solo se portato a conoscenza
nelle forme stabilite dalla legge (procura).. In questo modo il terzo che contratta con il
rappresentante non deve verificare che sia stata conferita la rappresentanza, ma solo che non sia
stata modificata dallimprenditore. In caso di mancata iscrizione della procura, la rappresentanza si
intende generale)

LINSTITORE
L'institore definito dall'art 2203 c.c come colui che preposto all'esercizio di un impresa. La
preposizione pu essere limitata allesercizio di una sede secondaria o di un ramo particolare
dellimpresa. Infine l'art 2203 precisa che se ci sono preposti pi institori essi possono agire
disgiuntamente salvo che nella procura sia diversamente disposto.
La figura dell'institore corrisponde a quella che nella realt chiamiamo direttore.
L'art 2204 afferma che L'institore pu compiere tutti gli atti pertinenti allesercizio dellimpresa a
cui preposto, salve le limitazioni contenute nella procura. Tuttavia non pu alienare o ipotecare i
beni immobili del preponente, se non stato a ci espressamente autorizzato.
Linstitore pu stare in giudizio in nome del preponente per le obbligazioni dipendenti da atti
compiuti nellesercizio dellimpresa a cui preposto. l'art 2204 applica quindi la regola generale
della rappresentanza commerciale secondo cui il potere di rappresentanza connesso e
coestensivo al potere di gestione. A tal proposito anche in questo caso la procura non serve a
creare la rappresentanza ma a limitarla. Se non viene depositata presso l'ufficio del registro
dell'imprese la rappresentanza si ritiene generale. Stesso discorso vale per le modifiche, le quali
devono essere sempre depositate.
Per le obbligazioni contratte dallinstitore nellesercizio dei compiti affidategli dal preponente vale
la regola generale che caratterizza la rappresentanza secondo la quale i terzi possono far valere le
loro pretese nei confronti del rappresentato e non nei confronti del rappresentante.
L'art 2208 stabilisce per che L'institore personalmente obbligato se omette di far conoscere al
terzo che egli tratta per il preponente, tuttavia il terzo pu agire anche contro il preponente per gli
atti compiuti dallinstitore, che siano pertinenti allesercizio dellimpresa a cui preposto.

I PROCURATORI
Sono ausiliari dellimprenditore gerarchicamente inferiori rispetto allinstitore.
L'art 2209 afferma che anche in questo caso Le disposizioni relative alla pubblicit della procura e
delle sue modifiche si applicano anche ai procuratori, i quali abbiano il potere di compiere per
limprenditore gli atti pertinenti allesercizio dellimpresa, pur non essendo preposti ad esso .
Inoltre in base agli art 2206, 2207 trattiamo i procuratori allo stesso modo degli institori, ovvero
anche in questo caso varr la regola che se la procura non viene iscritta la rappresentanza si
intende generale per lo svolgimento di atti di pertinenza del settore affidata al procuratore.

I COMMESSI
L'Art 2210 afferma che i commessi dell'imprenditori , salve le limitazioni contenute nellatto di
conferimento della rappresentanza, possono compiere gli atti che ordinariamente comporta la
specie delle operazioni di cui sono incaricati.
Non possono tuttavia esigere il prezzo delle merci delle quali non facciano la consegna, n
concedere dilazioni o sconti che non sono duso, salvo che siano a ci espressamente autorizzati.
inoltre l'art 2213 specifica che i commesi preposti alla vendita nei locali dellimpresa possono
esigere il prezzo delle merci da essi vendute, salvo che alla riscossione sia palesemente destinata
una cassa speciale.
Fuori dei locali dellimpresa non possono esigere il prezzo, se non sono autorizzati o se non
consegnano quietanza firmata dallimprenditore.

LESERCIZIO DI IMPRESE DA PARTE DI INCAPACI


Norme particolari sono state dettate per l'esercizio di un impresa commerciale da parte di soggetti
incapaci.
A tal proposito dobbiamo distinguere tra :
1)MINORI ed INTERDETTI: i quali possono continuare ( ma non iniziare) lesercizio di unimpresa
commerciale qualora questa pervenga nel patrimonio per successione o donazione, previa
autorizzazione del tribunale. Lesercizio avviene tramite il rappresentante legale.
2)INABILITATI: possono continuare ( ma non iniziare) lesercizio di unimpresa ed esercitarla
personalmente (a differenza dei primi) con lassistenza del proprio curatore, previa autorizzazione
del tribunale.

LAZIENDA
L'art 2555 definisce l'azienda come il complesso dei beni organizzati dallimprenditore per
lesercizio dellimpresa
Le norme contenute nel c.c riguardo la figura dell'imprenditore, impresa e azienda si possono cos
riassumere:
- limprenditore il soggetto;
- limpresa lattivit che egli esercita;
- lazienda linsieme degli strumenti utilizzati per esercitarla.
E' comunque discusso se tra questi elementi esista dal punto di vista pratico un rapporto
inscindibile. A tal proposito:
1) sembra che unazienda possa esistere quando non esiste esercizio attuale di unimpresa.
2) incerta la possibilit di concepire lesistenza di unimpresa senza imprenditore.
3) discusso se lazienda sia un elemento presente in qualsiasi esercizio di unimpresa o se sia
concepibile che un soggetto eserciti unattivit economica rilevante senza organizzare a tal
fine alcun complesso di beni. Tale questo irrilevante perch riguarda impresa marginali e
prive di ogni rilevanza economica.

Infine Discussa la natura giuridica dellazienda. Nel tentativo di affermare lunitariet del
complesso di beni ne stata sostenuta la natura di universalit di fatto, universalit di rapporti
giuridici e persino di bene immateriale.Preferibile per la c.d. teoria atomistica che identifica
lazienda con una pluralit di beni e rinuncia a cercare un sistema per trasformarla a tutti i costi in
ununit.

IL TRASFERIMENTO DI AZIENDA
La disciplina relativa all'azienda essenzialmente diretta a regolare il momento circolatorio.
L'art 2556 applicabile solo allle imprese soggette a registrazione, afferma che i contratti che hanno
per oggetto il trasferimento della propriet o il godimento dellazienda devono essere provati
per iscritto, salva losservanza delle forme stabilite dalla legge per il trasferimento dei singoli beni
che compongono lazienda o per la particolare natura del contratto.
Inoltre tali contratti redatti o in forma pubblica o per scrittura privata autenticata, devono essere
depositati per liscrizione nel registro delle imprese, nel termine di trenta giorni, a cura del notaio.
Inoltre l'art 2557 assoggetta l'alienante di un impresa commerciale o agricola ad un divieto di
concorrenza. Infatti afferma che chi aliena l'azienda deve astenersi per un periodo di 5 anni
dalliniziare una nuova impresa che per loggetto, lubicazione o altre circostanze sia idonea a
sviare la clientela dellazienda ceduta.
Il patto di astenersi dalla concorrenza in limiti pi ampi di quelli previsti valido, purch non
impedisca ogni attivit professionale dellalienante. Anch' Esso non pu eccedere la durata di
cinque anni dal trasferimento.
Nel caso di usufrutto o di affitto dellazienda, il divieto di concorrenza vale nei confronti del
proprietario o del locatore per la durata dellusufrutto o dellaffitto.
Le disposizioni di questo articolo si applicano alle aziende agricole solo per le attivit ad esse
connesse.
I CONTRATTI PENDENTI, I CREDITI E I DEBITI DELLAZIENDA CEDUTA
Gli arti 2558-2660 regolano la sorte dei contratti in caso di trasferimento dell'azienda.
Relativamente ai contratti pendenti l'art 2558 afferma che Se non pattuito diversamente,
l'acquirente dell'azienda subentra nei contratti stipulati che non abbiano carattere personale. Il
terzo contraente pu tuttavia recedere il contratto entro tre mesi dalla notizia del trasferimento, se
sussiste una giusta causa.
Le stesse disposizioni si applicano anche nei confronti dell'usufruttario e dellaffittuario per la
durata dellusufrutto e dellaffitto.
Tale disciplina si tratta di una disciplina speciale perch varia rispetto alla disciplina generale sulla
cessione dei contratti, che non possono essere ceduti senza il consenso della controparte.
Relativamente ai crediti , l'art 2559 dispone che la cessione dei crediti relativi all'azienda ceduta,
anche in mancanza di notifica al debitore o di sua accettazione, ha effetto, nei confronti dei terzi,
dal momento delliscrizione del trasferimento nel registro delle imprese. Tuttavia il debitore ceduto
liberato se paga in buona fede all'alienante.
Le stesse disposizioni si applicano anche nel caso di usufrutto.
Relativamente ai debiti l'art 2560 dispone che l'alienante non liberato dai debiti inerenti
allesercizio dell'azienda anteriori al trasferimento se non risulta che i creditori hanno consentito.
Nel trasferimento di unazienda commerciale risponde dei debiti anche lacquirente dellazienda.
Questa disciplina deve essere integrata con quella prevista per alcuni specifici rapporti.--->
esempio il rapporto di lavoro, il quale continua con il cessionario ed il lavoratore conserva tutti i
diritti che ne derivano.Inoltre Il cedente e il cessionario sono obbligati in solido per tutti i crediti
che il lavoratore aveva al tempo del trasferimento.

La disciplina relativa al trasferimento di azienda comprende alcune norme che tutelano interessi
dei terzi e non sono derogabili dalle parti. infatti vi sono alcuni casi dove il trasferimento di un
azienda a posteriori affermato da un terzo mentre le parti o una di esse negano che il
trasferimento abbia avuto come oggetto un azienda. Vi sono a tal proposito tre principali criteri
con cui distinguere i trasferimenti aventi per oggetto un azienda oppure un insieme di beni non
unificati in un organizzazione volta all'esercizio di un impresa. I principali criteri sono:
a) la denominazione data dalle parti al contratto non un elemento decisivo ai fini della
qualificazione del medesimo il proprietario libero di stipulare una cessione di azienda oppure
di smembrarla e di cedere separatamente i singoli cespiti.

b) non necessario che il complesso dei beni sia in attivit. Lazienda resta tale anche se
contemplata nella sua fase statica di complesso di beni organizzati, astrattamente idonei
allesercizio di unimpresa che al momento non viene esercitata.
c) non necessario che il trasferimento riguardi tutti gli elementi che normalmente compongono
lazienda: alcuni di tali elementi, specialmente quelli immateriali, possono mancare senza che
risulti compromessa lunit economica aziendale.

SOCIETA IN GENERALE ( di persone)


Nel Codice Civile disposizioni generali (artt. dal 2247 al 2250). Altre disposizioni generali sono
collocate nelle norme sui singoli tipi di societ (es. art. 2265 sul patto leonino).
Gli artt. dal 2251 al 2290 sono dedicati alla societ semplice.
Gli artt. dal 2291 al 2312 riguardano la societ in nome collettivo.
Gli artt. dal 2313 al 2324 sono dedicati alla societ in accomandita semplice.
Queste sono le societ di persone. Il legislatore ha posto nella disciplina delle societ semplice le
regole generali valide per la societ di persone. Art. 2247 c.c: con il contratto di societ due o pi
persone conferiscono beni e servizi per lesercizio in comune di unattivit economica allo scopo di
dividerne gli utili. Fino al 1942 le opinioni sul fatto che la societ potesse essere definita come un
contratto erano largamente divise; si negava la presenza di un conflitto di interessi di carattere
economico, che viene risolto con il contratto. La societ, infatti presenterebbe un fenomeno di
coincidenza di interessi. MA considerando larticolo precedente, si vuole mettere in evidenza gli
elementi di interesse comune, ma ci non esclude la possibilit di rinvenire anche un conflitto di
interesse tra i soci. Nellarticolo 2247 il legislatore sottolinea che il contratto di societ pu essere
stipulato da due o pi persone. Consideriamo lart. 1420 cc sulla nullit del contratto plurilaterale
Nei contratti con pi di due parti, in cui le prestazioni di ciascuna sono dirette al conseguimento
di uno scopo comune, la nullit che colpisce il vincolo di una sola delle parti non importa nullit del
contratto, salvo che la partecipazione di essa debba, secondo le circostanze, considerarsi
essenziale.
Questa definizione chiaramente collegata alla definizione del contratto di societ, ma presenta
alcune differenze: mentre nel contratto di societ si usa lespressione due o pi persone, nellart.
1420 la formula nei contratti con pi di due parti. Tale divergenza ha dato origine a due tipi di
definizione di contratto plurilaterale: 1- il contratto plurilaterale il contratto dove esistono pi di
due parti; 2- il contratto plurilaterale il contratto dove possono esistere pi di due parti. Ad es in
un contratto di scambio (compravendita) abbiamo due parti ( A e B- vend e compr cosa-prezzo)
la posizione di conflitto di interessi evidente perch ogni euro che A riesce a spuntare sul
prezzo, un euro che B paga in pi a vantaggio di A. Questo trova soluzione in un compromesso
che corrisponde alla volont delle parti, tra le quali non vi una comunione di scopo. Nel contratto
di societ lo schema diverso : tutti partecipanti conferiscono beni e servizi che confluiscono in un
patrimonio comune; attraverso questi mezzi si esercita unattivit che produce degli utili (ripartiti
tra i soci); al momento del conferimento e della divisione degli utili un conflitto in realt esiste
poich ognuno cerca di ottenere il massimo di utile con il minimo di conferimento; oltre alla
condizione di conflitto si rinviene anche uno scopo comune ( max utili e min perdite); aperto
lingresso ad un numero variabile e diversissimo di parti.
Problema: Problema: se nel contratto di societ le parti sono due, lo schema appena analizzato
utilizzabile o bisogna usare il sistema binario del contratto di scambio?

La conclusione che esso deve sempre considerarsi utilizzabile perch la comunione di scopo sussiste
anche se le parti sono solo due.
lespressione contratto plurilaterale non implica che le parti DEVONO essere pi di due, ma significa
che le parti POSSONO essere pi di due.

Il contratto di scambio deve esservi una certa equivalenza tra la prestazione delluna e dellaltra, e
contratto di societ non affatto detto e nessuno pretende che conferimenti dei soci debbano
essere equivalenti.

Quello che interessa e chi conferimenti dei soci siano tali da creare quella base economica per far
funzionare la societ. La proporzionalit economica si pone tra le prestazioni dei soci dellutile, nel
senso che lutile sar normalmente proporzionato al conferimento effettuato.
Parallelismo tra art 2082 e 2247, ma non vero che tutte le societ siano necessariamente delle
imprese. In particolare si a lungo dibattuto sullammissibilit delle societ fra professionisti. Una
legge emanata prima della seconda guerra mondiale ne vietava la costituzione. Questo divieto
stato abrogato nel 2007 con la legge Bersani lammissibilit della societ fra professionisti non
sembra presentare pi ostacoli.

Es. la societ fra avvocati ha per oggetto esclusivo lesercizio in comune della professione dei propri
soci e agisce sotto la ragione sociale costituita dal nome e dal titolo professionale di tutti i soci e
dallindicazione di societ tra professionisti. I soci possono essere solo avvocati. Lincarico
professionale conferito alla societ, esclusiva titolare del compenso dovuto per lattivit prestata,
ma il cliente pu pretendere che la prestazione venga eseguita da un socio da lui scelto e, solo in
difetto di tale scelta, la designazione viene effettuata da parte della societ. Deve costituirsi con un
atto pubblico o scrittura privata; iscritta in una sezione speciale del registro delle imprese con
funzione di pubblicit notizia e in una sezione speciale dellalbo degli avvocati. Essa non soggetta
a fallimento. Tutti i soci, insieme alla societ sono personalmente e illimitatamente responsabili per
lattivit professionale; in mancanza della scelta o della comunicazione del nome del socio o dei
soci incaricati, tutti i soci rispondono illimitatamente e solidalmente delle obbligazioni derivanti
dallattivit professionale. Ci si chiede inoltre se possa configurarsi una societ occasionale (societ
unius negotii).
Lipotesi riguarda la conclusione di un solo affare da parte di pi soggetti che concorrano a fornire il
denaro necessario nella prospettiva di dividersi gli utili. A questo proposito si pu utilizzare il
procedimento analogico ossia si accerta lesistenza in una fattispecie non disciplinata degli
elementi rilevanti caratteristici di una fattispecie disciplinata. Se laccertamento da esito positivo si
pu applicare anche alla prima fattispecie la regola dettata per la seconda.
LO SCOPO DI DIVIDERE GLI UTILI
Confrontiamo lart. 2247 con lart. 2511 che riguarda le societ cooperative e che enuncia Le
cooperative sono societ a capitale variabile con scopo mutualistico.
Scopo mutualistico: si pu dire che nelle societ cooperative viene perseguito lo scopo di far
ottenere ai soci della cooperativa vantaggi diversi dalla ripartizione degli utili.
Scopo di lucro: si pu dire che la societ consegue un plusvalore e lo ripartisce successivamente tra
i soci.

Il problema che nellevoluzione pratica di questi istituti la distinzione non cos netta. Sono
frequenti le societ costituite secondo uno dei tipi c.d. lucrativi che assicurano ai soci vantaggi
diversi dalla distribuzione degli utili, ma che consistono nella possibilit di usufruire di beni/servizi
a prezzi pi favorevoli.
Esistono, per contro, societ costituite secondo gli schemi della cooperativa in cui lo scopo non
quello di ottenere prestazioni a condizioni pi vantaggiose, ma quello di ricavare un guadagno in
forma di utili. In certi casi, queste deviazioni dallo scopo lucrativo o mutualistico si verificano di
fatto, per un accordo espresso o tacito dei soci o della maggioranza di essi che si traduce in una
corrispondente clausola statutaria.
Nel 1976 con la riforma sui Consorzi sono state espressamente riconosciute le societ consortili.
Le societ previste nei capi III e seguenti del titolo V (le societ commerciali) possono assumere
come oggetto sociale gli scopi indicati nellart. 2602 (tra i quali non vi lo scopo di ripartire gli
utili).
Anteriormente a questa riforma, la questione dellammissibilit delle societ consortili era molto
discussa. Taluni ritenevano che lutilizzazione di tipi societari mascheranti un consorzio costituisse
unipotesi di simulazione o di negozio indiretto. Il legislatore, e la pratica, in molti casi di esercizio
di attivit di impresa su una certa scala, in cui si richiedono delle raccolte di capitali, degli
investimenti, dei bilanci, una qualche tutela dei finanziatori e qualche forma particolare di
controllo, scelgono la forma della societ e in particolare della societ per azioni, anche se al di
sotto di questa non si pu rinvenire la sostanza contrattuale dellart. 2247.
Si sceglie la forma della societ per azioni perch si vuole imporre un complesso di regole,
garanzie, forme di pubblicit che la societ per azioni assicura. uno dei casi in cui esiste una
sfasatura tra la sostanza voluta dal legislatore e una forma che il legislatore ha previsto in funzione
di quella sostanza, che per utile anche se quella sostanza manca. C chi rimane fedele agli
schemi del legislatore del 1942 e dice che questi sono usi illeciti.
MA bisogna tener conto della storicit dei precetti giuridici e del fatto che questi cambiano man
mano che cambia linterpretazione.

SOCIETA E COMUNIONE Art. 2248 c.c.: La comunione costituita o mantenuta al solo


scopo del godimento di una cosa o pi cose regolata dalle norme del titolo VII del libro III (c. 1100
ss.). (cio dalle norme sulla comunione). Codice civile del 1865 prevedeva un tipo di societ
chiamata societ civile contratto col quale due o pi persone convengono di mettere una cosa in
comunione al fine di dividere il guadagno che ne potr derivare il concetto di societ non era
contrapposto nettamente a quello della comunione per quanto riguardava la societ civile. Il
codice civile del 1942 contrappone la societ alla comunione costituita o mantenuta al solo scopo
del godimento di una o pi cose. La diversit di disciplina tra la societ e la comunione notevole.
Es. la comunione pu essere sciolta in qualunque momento su iniziativa di qualsiasi comunista (art.
1111 c.c.), mentre la societ non si scioglie se non nei casi specifici e determinati previsti dalla
legge o dal contratto sociale.
Casi limite per i quali si discute se vi sia una comunione o una societ, ed in particolare si discute
se sia ammissibile la c.d. comunione di impresa.
Lart. 2248 esclude la forma societaria per una semplice attivit di godimento di un bene non
utilizzabile per la produzione di beni o servizi, anche se si tratta di un bene che produce dei
frutti, per es. un appartamento affittato.
Problema: si pu quindi desumere che tutte le volte che vi una comunione di impresa, cio
quando due o pi soggetti posseggono insieme un bene produttivo, sorge necessariamente una
societ?
Il caso quello dellesercizio in comune di unattivit economica da parte degli eredi di un
imprenditore individuale, i quali non hanno mai pensato di dare una struttura giuridica alla loro
attivit comune e, pur dividendosi gli utili, non hanno stipulato un contratto di societ.
La lettera dellart. 2248 non consente una risposta certa. La soluzione dovrebbe essere raggiunta
ricercando la ragione per cui il legislatore fissa una disciplina diversa per il semplice godimento di
cose per lesercizio di unattivit produttiva. Il legislatore valuta nella comunione come preminente
linteresse individuale (chiunque pu imporre il suo interesse individuale agli altri e non si parla di
interessi comuni collettivi). Nelle societ si individua un interesse collettivo dei soci ed i soci stessi
soltanto allunanimit possono disporne lo scioglimento.
La disparit di trattamento tra le due ipotesi si giustifica con la considerazione che nellesercizio
dellimpresa lo scopo la produzione di beni e servizi (motivo per il quale latt.dimpresa dal
semplice godimento di beni).
-il legislatore non si limita a valutare come meno meritevole di tutela linteresse di chi gode in
comune una cosa, ma attribuisce un certo valore allesercizio in comune dellimpresa.
-la tesi prevalente quella per cui non si pu configurare un esercizio in comune di unimpresa
volto alla divisione degli utili, al di fuori della societ.
LIMPRESA FAMILIARE: La riforma del diritto di famiglia ha introdotto due nuove fattispecie di
esercizio dellimpresa, di cui discussa la natura e lassimilazione ad ipotesi di esercizio
dellimpresa in forma associata. Si tratta dellimpresa familiare (art. 230 bis) e dellazienda
coniugale (Art. 177).
1 Art. 230 bis: salvo che sia configurabile un diverso rapporto ogni familiare che presta in modo
continuativo la sua attivit di lavoro nella famiglia o nellimpresa familiare ha diritto al
mantenimento secondo le condizioni patrimoniali della famiglia e partecipa agli utili dellimpresa
familiare ed ai beni acquistati con essi nonch agli incrementi dellazienda, anche in ordine
allavviamento, in proporzione alla quantit e qualit del lavoro prestato
La norma non si applica quando il lavoro nella famiglia o nellimpresa stato prestato in base ad
un contratto espresso o comunque con modalit tali da consentirne linquadramento in una delle
molteplici figure contrattuali che possono regolamentare lerogazione di prestazioni lavorative.
viene assicurata una certa tutela anche al familiare che presta la sua opera senza aver avuto
lavvedutezza di pretendere la stipulazione di un preciso regolamento contrattuale, e senza che la
sua prestazione abbia assunto caratteristiche tali da consentirne comunque un sicuro
inquadramento in una delle fattispecie contrattuali ipotizzabili.
attribuisce ai familiari dei diritti di natura patrimoniale.
2 le decisioni concernenti limpiego degli utili e degli incrementi nonch quelli inerenti alla
gestione straordinaria, agli indirizzi produttivi e alla cessazione dellimpresa sono adottate, a
maggioranza, dai familiari che partecipano allimpresa stessa. I familiari partecipanti allimpresa
che non hanno la piena capacit di agire sono rappresentati nel voto da chi esercita la potest su di
essi.
al familiare spettano anche diritti corporativi (consentono di partecipare allassunzione delle
decisioni inerenti allattivit dellorganizzazione).
Questa attribuzione rende ambigua la posizione del familiare partecipante ed alimenta il dubbio
che tra chi esercita limpresa ed i suoi familiari si venga ad instaurare un vero e proprio rapporto di
tipo societario. Le conseguenze di un inquadramento dellimpresa familiare nellambito delle
societ sarebbero per gravissime si dovrebbe ricorrere alla disciplina delle societ di persone
ed insieme a molte altre regole si dovrebbe affermare quella per cui tutti i soci rispondono
illimitatamente per le obbligazioni della societ. i partecipanti si vedrebbero assoggettati alla
responsabilit illimitata, ed in caso di fallimento del familiare imprenditore, fallirebbero anchessi.
Una conclusione cos sfavorevole per i familiari difficilmente accettabile. Lopinione prevalente
quella che nega ai familiari partecipanti una posizione assimilabile a quella dei soci di societ di
persone ed attribuisce la titolarit dellimpresa esclusivamente al familiare che la esercita. Si
tratter quindi, normalmente, di unimpresa individuale.
i rapporti tra limprenditore ed i suoi familiari hanno rilevanza esclusivamente interna e non
incidono sulla posizione dei terzi.
Per impresa familiare si intende quella in cui collaborano il coniuge, i parenti entro il terzo grado,
gli affini entro il secondo.

IMPRESA CONIUGALE ED AZIENDA CONIUGALE


Art. 117 prevede che costituiscono oggetto della comunione legale le aziende gestite da
entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio; mentre per le aziende appartenenti ad uno dei
coniugi anteriormente al matrimonio, ma gestite da entrambi, la comunione concerne solo gli utili
e gli incrementi.
1) aziende che rientrano nella comunione legale e che sono gestite da entrambi: tre diverse
discipline:
-disciplina della comunione;
-disciplina della societ (semplice se si tratta di impresa non commerciale, in nome collettivo se si
tratta di attivit commerciale);
-disciplina mista incontra alcune difficolt di carattere testuale (il legislatore detta una serie di
norme relative allamministrazione della comunione la cui disapplicazione nella presente
fattispecie appare arbitraria) sia nella definizione dei rapporti tra le diverse masse patrimoniali.
2) aziende gestite in comune, ma che appartengono ad uno solo dei coniugi: la tesi preferibile
sembra quella favorevole alla soluzione societaria sar applicabile la disciplina della societ,
salva lapplicazione dellart. 117 co. 2 che prevede lattribuzione al patrimonio coniugale degli utili e
degli incrementi.
LA TIPICITA
Art. 2249 c.c. Tipi di societ: Le societ che hanno per oggetto lesercizio di una attivit
commerciale devono costituirsi secondo uno dei tipi regolati nei Capi III e seguenti di questo Titolo.
Le societ che hanno per oggetto lesercizio di unattivit diversa sono regolate dalle disposizioni
sulla societ semplice, a meno che i soci abbiano voluto costituire la societ secondo uno degli altri
tipi regolati nei capi III e seguenti di questo titolo.
Sono salve le disposizioni riguardanti le societ cooperative e quelle delle leggi speciali che per
lesercizio di particolari categorie di imprese prescrivono la costituzione della societ secondo un
determinato tipo.
Problema: quale significato si deve riconoscere alla nozione di tipo di societ e alla possibilit di
costituire societ non appartenenti ad un determinato tipo? Prevale lopinione che nega tale
possibilit.
Per le societ non si applica lart. 1322 c.c.: Le parti possono liberamente determinare il contenuto
del contratto nei limiti imposti dalla legge; dunque, possono anche concludere contratti che non
appartengano ai tipi aventi una disciplina particolare, purch siano diretti a realizzare interessi
meritevoli di tutela secondo lordinamento giuridico. autonomia negoziale.
questo perch, mentre il contratto un rapporto che vincola solo le parti coinvolte, che possono
elaborare un regolamento diverso da quello generale previsto dal legislatore, la societ un
rapporto che coinvolge non solo le parti, ma anche i terzi, che, se trattano con una societ di
persone, possono contare sulla responsabilit personale ed illimitata di uno o pi soggetti, mentre
se trattano con una societ per azioni sanno che possono contare solo sul patrimonio della societ.
Revisione parziale di questa tesi si notato, relativamente alla societ semplice e alla societ
in nome collettivo, che queste sono ovviamente dei tipi, ma sono anche una disciplina prevista
dal legislatore come applicabile se la volont dei soci non prevede una disciplina diversa.
Tale conclusione si ricava dallart. 2249 c.c. in quanto le societ che hanno per oggetto lesercizio di
una attivit diversa da quella commerciale, cio una attivit agricola, sono regolate dalle
disposizioni sulla societ semplice, a meno che i soci abbiano voluto costituire la societ secondo
uno degli altri tipi regolati nei capi III e seguenti di questo titolo. Se la societ invece esercita una
attivit commerciale non si applica la disciplina della s.s ma quella della snc (in accomandita
semplice, spa, srl, accomandita per azioni). Dunque la s.s non pu esercitare un attivit
commerciale mentre unattivit non commerciale (agricola) pu essere esercitata anche da una
societ non semplice. (societ commerciale)
N.b. SOCIETA COMMERCIALI E SOCIETA NON COMMERCIALI
La societ commerciale in senso sostanziale la societ che esercita una attivit commerciale. Si
parla quindi di societ che sono sostanzialmente commerciali, ma anche formalmente
commerciali, poich il legislatore esclude che una societ che esercita unattivit commerciale
possa costituirsi come societ semplice. La tipicit non comporta unassoluta rigidit della
disciplina: allinterno di ciascun tipo esistono margini di autonomia per le parti.

Problema: quando le parti introducono nellatto costitutivo elementi della disciplina caratteristici di
tipi diversi oppure delle clausole non conformi alle norme imperative presenti nella disciplina del
tipo di societ prescelto.
In questi casi lalternativa si pone tra la nullit della clausola e la nullit dellintero contratto.

PROBLEMI GENERALI RIGUARDANTI TUTTE LE SOCIETA

1) SOGGETTIVITA E PERSONALITA GIURIDICA


Queste due nozioni coincidono?Oltre agli esseri umani (persone fisiche), esistono altri enti dotati di
soggettivit giuridica?
La prima risposta possibile positiva il contenuto delle due nozioni coincide e richiama il
A possesso della capacit giuridica = attitudine ad essere soggetto di rapporti giuridici. Ne deriva che
esistono soggetti giuridici diversi dalle persone fisiche.
MA nellambito del diritto delle societ il legislatore esprime chiaramente la sua volont di
considerare persone giuridiche solo le societ capitali e non le societ di persone.
se si accetta una nozione di persona giuridica che la identifica con un nuovo soggetto, capace di
intrattenere rapporti giuridici autonomi, distinti da quelli che fanno capo alle persone fisiche che lo
hanno creato, bisognerebbe concludere che le societ di persone e tutte le altre organizzazioni cui
non stata attribuita la personalit giuridica non abbiano tale capacit.
Conclusione non compatibile con la disciplina vigente almeno per certi effetti, anche
organizzazioni cui il legislatore non ha attribuito personalit giuridica sono trattate come autonomi
centri di imputazione di rapporti giuridici.
Lalternativa quella di abbandonare lidentificazione tra personalit giuridica e soggettivit
B giuridica ammettendo che esistono organizzazioni capaci di essere centri autonomi di imputazione
di rapporti giuridici che per non sono persone giuridiche.
Problema: necessit di reperire un contenuto diverso per la nozione di persona giuridica spesso
questa difficolt viene superata utilizzando la nozione di autonomia patrimoniale.
AUTONOMIA PATRIMONIALE: Caratteristica comune dei beni conferiti in una societ di qualsiasi
tipo quella di non poter esser assoggettati ad esecuzione da parte dei creditori personali dei soci
il creditore personale di un socio non pu in nessun caso aggredire direttamente i beni che si
trovano nel patrimonio sociale questi beni sono trattati come se non fossero pi dei soci.
Invece per i creditori sociali prevista in alcuni tipi di societ la responsabilit personale di uno o
pi soci, in altri la responsabilit esclusiva del patrimonio sociale.

Nei tipi di societ in cui prevista lirresponsabilit dei soci sono trattati come facenti capo ad
un nuovo soggetto diverso dai soci sia i beni conferiti ma anche le obbligazioni contratte nella
gestione del patrimonio.
IRRESPONSABILITA DEL PATRIMONIO COMUNE NEI CONFRONTI DEI CREDITORI PERSONALI +
IRRESPONSABILITA DEI SOCI PER LE OBBLIGAZIONI SORTE DALLATTIVITA COMUNE
= AUTONOMIA PATRIMONIALE PERFETTA (societ di capitali )
Le societ che sono dotate della sola irresponsabilit del patrimonio comune nei confronti dei
creditori personali dotata di AUTONOMIA PATRIMONIALE IMPERFETTA (societ di persone).
Spesso la personalit giuridica stata identificata con lautonomia patrimoniale perfetta si crea
limmagine di una sorta di gradualit: una certa soggettivit spetta a tutte le organizzazioni con
autonomia patrimoniale anche imperfetta; una ulteriore soggettivit (=piena personalit
giuridica) spetta alle organizzazioni con autonomia patrimoniale perfetta.
Evoca quasi una evoluzione, come se la societ per azioni fosse il perfezionamento della societ
in nome collettivo. La tesi non soddisfacente probabile che lautonomia patrimoniale nelle
societ di persone abbia una funzione completamente diversa da quella che svolge nelle societ di
capitali.
Nelle societ di capitali lo strumento necessario a garantire lidoneit della societ e a raccogliere
capitale in una pi vasta cerchia di investitori. I tratti caratteristici della disciplina sono determinati
dalla limitazione della responsabilit dei soci e dalla necessit di proteggere i creditori sociali.
Nelle societ di persone assicura coesione al gruppo sociale ed incide principalmente nei rapporti
tra i soci e i loro creditori personali.
La contrapposizione tra le due autonomia e tra le due discipline che esse dovrebbero descrivere
molto confusa. non esiste la possibilit di formulare una regola in termini di responsabilit
(illimitata o limitata) che consenta di contrapporre societ con o senza personalit giuridica.

LA NOZIONE DI SOGGETTIVITA
Sorge a questo punto il dubbio che allorigine di una consistente parte dei problemi vi sia proprio la
nozione di soggettivit che, pur sganciata da quella di persona giuridica, non riesce a trovare una
sistemazione adeguata.
Il nocciolo del problema costituito dallesistenza di particolari discipline per le quali occorre
trovare una collocazione sistematica ed una spiegazione che siano utilizzabili nella soluzione dei
casi non espressamente regolati. Quando si afferma che da certi comportamenti o atti nasce
unentit che il legislatore considera autonomo soggetto di diritto, ci si vincola ad un pregiudizio
che poi difficile abbandonare
un soggetto o esiste o non esiste se occorre dire che a certi fini esiste mentre ad altri non
esiste, forse conviene rinunciare allimmagine del nuovo soggetto.
La spiegazione in termini di nascita di un nuovo soggetto mostra i suoi limiti.
La societ in nome collettivo non un soggetto autonomo quando si tratta di proteggere i soci dalla
responsabilit per i debiti sociali, ma lo diventa quando si tratta di proteggere il patrimonio della
societ dallaggressione dei creditori personali dei soci.
La societ per azioni normalmente un soggetto distinto, ma pu cessare di esserlo per il solo
profilo della responsabilit quando il numero dei soci si riduce allunit.
A questa spiegazione della disciplina condotta in termini di nuove soggettivit e di alterit che
appaiono e scompaiono si contrappone una ricostruzione in termini di specialit di singole
discipline, specialit motivate dalla ricorrenza di determinati presupposti.
Questa impostazione presenta dei vantaggi operativi enormi.
ES. se spieghiamo lirresponsabilit degli azionisti non come conseguenza dellesistenza di un
nuovo soggetto da essi autonomo e distinto, ma dellapplicazione di una disciplina speciale,
giustificata dallesistenza di certi presupposti, la loro responsabilit potr essere in certi casi
affermata, senza necessit di provocare alcun distacco della persona giuridica.
ES. esistono casi in cui i soci abusano della facolt ad essi concessa di organizzarsi in un ente
collettivo e creano delle societ con un piccolo capitale per fare operazioni rischiosissimi, oppure
usano la societ come una delle proprie tasche, da cui prelevano ed immettono risorse in base alle
proprie contingenti esigenze. se si ragiona in termini di soggettivit la soluzione di questi casi
gi pregiudicata: lesistenza del soggetto impedisce anche solo di prendere in considerazione
soluzioni diverse da quelle che assicurano ai soci limpunit.
MA se si ragiona in termini di specialit della disciplina e di presupposti di applicazione della
medesima, nulla pregiudicato e il discorso resta aperto si potr giustificare la disapplicazione
di questa disciplina e laffermazione della responsabilit dei soci in tutti i casi in cui abbiano dotato
la societ di un capitale inadeguato o abbiano confuso il loro patrimonio con quello sociale.
A questo punto resta solo il problema della concreta individuazione dei singoli presupposti cui
collegata lapplicazione di singoli aspetti della disciplina.
Conclusioni:
_ la ricostruzione in termini di soggettivit incontra il problema di stabilire chi soggetto e chi non
lo . Risolto tale problema essa offre soluzioni meccaniche, sicure e spesso assurde.
_ la ricostruzione in termini di specialit della disciplina deve risolvere il difficile problema di
spiegare le singole discipline speciali previste per le diverse organizzazioni e deve fare i conti con le
finalit delle diverse norme. Nel complesso questa ricostruzione permette di individuare anche
qualche soluzione ragionevole.
Il rifiuto delle costruzioni in termini di soggettivit non implica labbandono di tutte le espressioni
in cui la societ figura come soggetto, agente ecc. MA queste espressioni vanno prese per quello
che sono: dei modi abbreviati di indicare lesistenza di una disciplina particolare che regola
determinati rapporti tra diversi soggetti, tutte persone fisiche. Anche lespressione interesse della
societ unespressione abbreviata e convenzionale che deve essere pronta ad affrontare una
verifica di validit, esplicitando gli interessi delle persone fisiche cui intende riferirsi.
2) CONTRAPPOSIZIONE TRA SOCIETA DI PERSONE E SOCIETA DI CAPITALI
LORGANIZZAZIONE CORPORATIVA
Differenze tra il modello capitalistico e uno personalistico di societ:
1. responsabilit per i debiti della societ
nelle societ di persone necessariamente illimitata almeno per un socio.
nelle societ di capitali pu essere evitata da tutti.
2. trasferibilit delle quote
nelle societ di persone le quote non possono essere trasferite senza il consenso di tutti i soci.
nelle societ di capitali esse sono tendenzialmente trasferibili.
Elemento modificabile dai soci: nella societ di persone pu essere pattuita la libera trasferibilit
delle quote, mentre nelle societ di capitali possono essere posti dei vincoli alla loro circolazione.
3. organizzazione corporativa = insieme di regole e di istituti che presiedono allassunzione delle
decisioni, inerenti allo svolgimento dellattivit sociale ripartendo le competenze relative.
-Regole relative alla nomina dei soggetti incaricati di amministrare le societ.
nelle societ per azioni il potere di nominare gli amministratori spetta, direttamente o
indirettamente, allassemblea (= socio o gruppo di soci che detiene la maggioranza del capitale
sociale).
nelle societ di persone il potere di amministrazione spetta a ciascun socio. Perci il socio pu
essere privato della qualifica di amministratore solo con il suo espresso consenso.
-Caratteristiche dellorganizzazione corporativa predisposta dalla legge e derogabilit della
stessa.
nella societ per azioni prevista una rigida distinzione di competenze tra i diversi organi, che
sono tenuti a rispettare le precise regole di funzionamento. Gli amministratori hanno il compito
esclusivo di prendere le decisioni in materia di amministrazione, la loro attivit sottoposta ad un
controllo contabile ( organo di controllo) e alla sorveglianza dellassemblea. La rimozione degli
amministratori pu essere provocata dallassemblea, la quale approva il loro operato mediante
lapprovazione del bilancio. nelle societ di persone il potere accentrato nelle mani dei soci-
amministratori, MA i soci possono ripartire le diverse competenze decisionali come meglio
credono e possono imporsi qualsiasi regola di funzionamento che appaia loro adeguata agli
obbiettivi che desiderano raggiungere.
Le radici economiche della differenziazione di disciplina
La societ per azioni (prototipo e modello della societ di capitali), uno strumento che consente
di raccogliere risparmio tra un numero potenzialmente elevato di investitori. La limitazione della
responsabilit dei soci per i debiti sociali condizione imprescindibile per poter attrarre gli
investimenti di soggetti non disponibili a rischiare in unimpresa il loro intero patrimonio. La facilit
di circolazione delle quote essenziale per attrarre investitori occasionali. Laccentramento del
potere inerenti alla gestione in un organo ristretto (amministratori) distinto da quello dei fornitori
del capitale (assemblea), realizza una divisione di competenze in assenza della quale non
potrebbero prosperare imprese in cui la figura del capitalista si compone di centinaia o migliaia di
piccoli imprenditori. Questi elementi combinano i loro effetti in maniera integrata e solo se presi
nel loro complesso concorrono a determinare la differenziazione della logica che ispira la disciplina
delle societ per azioni rispetto a quella delle societ di persone. Ecco perch loccasionale
eliminazione di uno di essi non modifica in misura sostanziale le caratteristiche del tipo legale cui
accede.
2.1) CONTRAPPOSIZIONE TRA SOCIETA DI PERSONE E SOCIETA DI CAPITALI IL CAPITALE
SOCIALE
In tutte le societ esiste il capitale sociale, con natura e funzioni analoghe la sola differenza
consiste nella diverse intensit con cui la sua integrit garantita. Cosa si intende per capitale
sociale?
CAPITALE SOCIALE NOMINALE = determinato nel contratto sociale e corrisponde alla somma del
valore dei conferimenti effettuati dai soci. Esso destinato a restare identico per tutta la durata
della societ se non interviene una specifica decisione, modificativa dellatto costitutivo, che ne
disponga laumento e la riduzione.
CAPITALE SOCIALE REALE = il valore dei beni che residuano dopo che sia stato detratto dal totale
delle attivit della societ un valore pari alla somma di tutte le passivit, escluso il capitale sociale
nominale. Esso pu essere uguale o inferiore al capitale sociale nominale.
N.b. dalliscrizione del capitale sociale nel passivo del bilancio consegue la necessit di avere
allattivo tanti beni il cui valore copra non solo tutti i debiti della societ, ma anche lammontare del
capitale sociale (nominale). Se tale circostanza non si verifica, la societ in perdita.
3) LA SOCIETA DI FATTO
Come tutti i contratti, anche il contratto di societ pu essere concluso anche tacitamente, con il
compimento di atti significativi della volont di concludere il contratto. Questa possibilit priva
di rilievo nelle societ di capitali, il cui atto costitutivo soggetto a requisiti di forma, che vengono
ad esistenza solo con la registrazione. Esiste una societ (c.d. societ di fatto) in tutti i casi in cui
dal comportamento tenuto dai presenti soci risulti che essi vollero gli elementi essenziali del
contratto di societ.
GLI ELEMENTI ESSENZIALI DEL CONTRATTO DI SOCIETA (individuati dalla giurisprudenza):
1-formazione con i conferimenti dei soci di un FONDO COMUNE;
2-PARTECIPAZIONE DEI SOCI AI GUADAGNI E ALLE PERDITE;
3-AFFECTIO SOCIETATIS = intenzione dei contraenti di costituire un vincolo di collaborazione con lo
scopo di conseguire un interesse comune nellesercizio collettivo di attivit imprenditoriale.
PROBLEMA: la prova dellesistenza di una societ risulta molto problematica per i terzi che non
hanno partecipato alla sua tacita stipulazione; aspetto problematico poich allo svolgimento in
comune di unattivit economica il legislatore attribuisce effetti che non riguardano solo i soci, ma
investono, e in misura rilevante, interessi dei terzi.
Basta pensare alla possibilit per i creditori sociali di soddisfarsi sul patrimonio comune con
precedenza rispetto ai creditori particolari dei singoli soci o alla possibilit di agire non solo nei
confronti del contraente diretto, ma anche di altri soggetti (gli altri soci) tutti obbligati in solido.
Se i terzi dovessero offrire, per godere di questi vantaggi, la diabolica prova dellaffectio
societatis, sarebbe agevole un aggiramento della tutela loro assicurata dal legislatore.
Lesercizio in comune di attivit economica potrebbe spesso avvenire in forme che non consentono
ai terzi di acquisire la prova dellesistenza della societ e si sottraggono quindi allapplicazione della
relativa disciplina.
SOLUZIONE: La giurisprudenza ha escogitato uno strumento differenziato per provare lesistenza
della societ.
- nei rapporti interni (= nelle controversie tra i presunti soci) la prova deve essere completa e deve
riguardare anche la sussistenza dellaffectio societatis.
- nei rapporti esterni (= nelle controversie tra un terzo ed i presunti soci) sufficiente una prova
meno intensa: basta provare che i soggetti tra i quali si vuole affermare lesistenza di un rapporto
sociale si sono comportati come se fossero soci. lipotesi della c.d. SOCIETA APPARENTE.

Quando due o pi persone si comportano come se fossero soci (es. i fornitori trattano
indifferentemente con luno o con laltro; i dipendenti ricevono ordini dalluno o dallaltro ecc.) il
terzo non gravato dallonere della prova dellaffectio societatis. Questultima diventa addirittura
irrilevante: i presunti soci non potrebbero sfuggire allapplicazione della disciplina della societ. La
societ nei rapporti esterni si considera esistente e non possibile la prova contraria.
In molti casi la teoria della societ apparente si limita a chiudere un discorso probatorio che rischia
di diventare troppo complicato sono i casi in cui la societ effettivamente esiste e si vuole
semplicemente evitare che i soci possano eludere lapplicazione della relativa disciplina. In altri casi
possibile che venga applicata la disciplina della societ senza che ricorra la relativa fattispecie.
Questa soluzione non pu essere fondata su un principio presente nel nostro ordinamento, ma non
esiste neppure un principio generale per cui laffidamento, anche incolpevole, debba essere
tutelato sempre. La teoria finisce per apparire uno strumento volto non tanto a proteggere la
buona fede dei terzi, quanto a punire il comportamento poco corretto dei soggetti che hanno
provocato o, quanto meno, tollerato la formazione dellapparenza. La valutazione di interessi che
la ispira, e che scarica sui presunti soci (anzich sui terzi) il rischio di ambiguit in ordine
allesistenza del rapporto sociale, appare in fondo equilibrata e condivisibile.
4) LA PARTECIPAZIONE DI SOCIETA DI CAPITALI IN SOCIETA DI PERSONE
La giurisprudenza era nettamente orientata nel senso di negare la possibilit che una societ di
capitali partecipi ad una societ di persone in veste di socio illimitatamente responsabile.
Lart. 147 l. fall. contempla la possibilit che alle societ di persone partecipino persone giuridiche
in veste di soci illimitatamente responsabili prevedendo il fallimento dei soci pur se non persone
fisiche illimitatamente responsabili.
Attualmente lart. 2361 c.c. prevede che lassunzione di partecipazioni in altre imprese
comportante una responsabilit illimitata per le obbligazioni della medesima deve essere
deliberata dallassemblea sembra legittimare la partecipazione di societ per azioni in societ
di persone.
Qualche problema interpretativo resta:
_ potrebbero riproporsi ostacoli tratti dalla disciplina della forma giuridica delle altre imprese
menzionate dallart. 2361.
_ non chiaro cosa possa succedere in caso di assunzione della partecipazione senza la delibera
dellassemblea.
non sembra che la societ possa sfuggire alla responsabilit verso i terzi adducendo
linesistenza o linvalidit della deliberazione della propria assemblea.

SOCIETA SEMPLICE
NB: la societ semplice pu svolgere attivit commerciale; in essa il contratto non soggetto
speciale, salvo quelle richieste della natura dei beni conferiti. (2251)
Il contratto di societ resta valido anche se stipulato oralmente ma la partecipazione del socio non
assume per iscritto lobbligo di conferire un immobile nulla; il contratto di societ ci devono
essere almeno due contraenti, loggetto deve essere lecito, determinato determinabile, un accordo
(espresso o tacito), ecc.. (valgono le regole generali per il contratto di societ). Il contratto sociale
pu essere modificato con il consenso di tutti i soci se non convenuto diversamente (art 2252).
I soci possono prevedere meccanismi di modificazione del contratto sociale diversi dalla decisione
della maggioranza? Questo problema emerge in relazione alla cessione della quota; la legge
disciplina espressamente lipotesi della cessione Inter vivos della quota nella societ di persone,
ma pacifico che tale decisione pu avvenire solo con il consenso di tutti i soci. Questa regola
una specificazione della regola generale in cui contratti non si possono modificare n si possono
cedere a terzi i relativi diritti ed obblighi senza il consenso degli altri contraenti (art 1406).
Accettando questa spiegazione la trasferibilit della quota pattuita nel contratto apparirebbe
come una modifica nel contratto rimessa ad un solo socio di contraenti e questo risultato
inammissibile. La maggioranza della dottrina e della giurisprudenza ammettono la validit di ogni
patto di deroga alla intrasferibilit della quota.
I conferimenti: art 2253 c.c il socio obbligato ad eseguire i conferimenti determinati nel
contratto sociale. Se contratto sociale non li determina, si presume che i soci siano obbligati a
conferire in parti uguali tra loro quanto necessario per il conseguimento delloggetto sociale.
Alcuni sostengono che laccertamento dei conferimenti debba essere compiuto al momento della
costituzione della societ, altri ritengono che i soci siano obbligati a conferire anche nel corso della
vita della societ quanto abbia rilevato quanto necessario per il raggiungimento delloggetto
sociale. Art 2254 c.c per le cose conferite in propriet la garanzia dovuta dal socio e il passaggio
dei rischi (avviene in cui si verifica leffetto traslativo) sono regolati dalle norme sulla vendita. Il
rischio delle cose conferite in godimento resta a carico del socio che le ha conferite. La garanzia
per il godimento regolato dalle norme sulla locazione.
Art 2255 c.c il socio che ha conferito un credito risponde dellinsolvenza del debitore nei limiti
indicati dallarticolo 1267 per il caso di assunzione personale della garanzia. Lart. 1267 implica che
la responsabilit del socio limitata al valore della quota sottoscritta (non si estende al valore
dellintero credito ceduto).
Non esiste nessuna norma che stabilisce la consistenza o composizione del capitale sociale; unico
limite relativo ai soci di accettare come conferimenti prestazioni di qualsiasi genere. (pu derivare
dal divieto del patto leonino e dalla necessit di identificare una specifica prestazione qualificabile
come conferimento).
-Per quanto riguarda i conferimenti dopera e quelli di godimento diffusa lopinione che essi non
potrebbero essere capitalizzati con conseguente di acquisizione al momento dello scioglimento del
rapporto (senza avere diritto sul valore appropriato dalla societ grazie alluso gratuito del bene o
della forza lavoro prestata dal socio) soluzione problematica; il problema deve essere circoscritto
allipotesi in cui il contratto sociale sia rimasto silente, infatti quando nel contratto sociale siano
espressamente indicati diritti spettanti in sede di liquidazione al socio dopera agli altri soci,
lautoregolamento voluto dalle parti deve essere in linea di massima rispettato.
Diritti patrimoniali dei soci: 1) Diritto agli utilisalvo patto contrario, ciascun socio ha diritto di
percepire la parte di utile dopo lapprovazione rendiconto (art 2262 ). Differenza tra societ di
persone quelle di capitali: a) societ di capitali lassemblea che approva il bilancio delibera sulla
distribuzione degli utili ai soci; i soci non hanno alcun diritto per il solo fatto che la societ abbia
conseguito degli utili, perch siano un diritto dei soci occorre unespressa delibera dellassemblea;
b) societ di personelapprovazione del rendiconto da cui risultano utili per la societ si che i soci
abbiano automaticamente il diritto di dividersi fra loro, secondo la loro rispettiva quota di
partecipazione ( proporzionale ai conferimenti, i quali si presumono a loro volta uguali art 2263).
2) Diritto alla quota di liquidazionedisciplina particolare per il socio dopera: la parte spettante al
socio che ha conferito la propria opera, se non determinato dal contratto, fissata dal giudice
secondo equit (2281) problemi interpretativi per quanto concerne lequit e la portata della
norma. Determinazione della quota di liquidazioneArt. 2281 c.c.: i soci che hanno conferito
beni in godimento hanno diritto di riprenderli nello stato in cui si trovano. Se i beni sono periti o
deteriorati per causa imputabile agli amministratori, i soci hanno diritto al risarcimento del danno a
carico del patrimonio sociale, salva lazione contro gli amministratori.
Art. 2282 c.c.: estinti i debiti sociali, lattivo residuo destinato al rimborso dei conferimenti.
Lammontare dei conferimenti non aventi per oggetto somme di denaro determinato secondo la
valutazione che stata fatta nel contratto o, in mancanza, secondo il valore che essi avevano nel
momento in cui furono eseguiti.
La lettera della legge non offre argomenti decisivi n in favore n contro la capitalizzazione dei
conferimenti in uso e dei conferimenti di opere; il problema della eventuale capitalizzazione dovr
essere affrontato indagando prima di tutto la presumibile volont dei soci, quale risulti anche dal
loro comportamento posteriore alla conclusione del contratto stesso.
N.b. la parte spettante ai soci nelle perdite si presume anchessa proporzionale al conferimento:
se il contratto determina solo la parte di ciascun socio nei guadagni, nella stessa misura si
presume che debba determinarsi la partecipazione alle perdite (Art. 2263 co. 2 c.c.) 7
I diritti corporativi => diritti che spettano al socio riguardo le decisioni con cui il contratto sociale
viene modificato o attuato. Molte di queste decisioni non spettano ai soci in quanto tali, ma sono
di competenza dei soci o dei terzi investiti della carica di amministrativa.
Esiste un principio generale che impone lo svolgimento a maggioranza o allunanimit dellattivit
gestionale? La legge si occupa espressamente di alcune decisioni:
-modifica del contratto socialeunanimit, se non convenuto diversamente
-esclusione del socio maggioranza calcolata per teste
-risoluzione del dissenso tra amministratori in regime di amministrazione
disgiuntivamaggioranza calcolata per quote
Disciplina frastagliata per i casi non previsti. In che modo devono essere prese le decisioni dei soci?
La legge su questo punto completamente muta. Le alternative sono due:
a) metodo collegiale valide solo le deliberazioni prese dai soci riuniti in unico luogo, previa
convocazione e dopo aver collegialmente discusso e votato.
b) raccogliere i consensi necessari in qualsiasi modo sufficiente il consenso manifestato dal
numero dei soci necessari, anche separatamente interpellati.
Opinione pi diffusa: non obbligatoriet del metodo collegiale i rapporti tra i soci restano
sempre rapporti interindividuali e non si ha mai la formazione di una volont unitaria.

Lattribuzione del potere di amministrazione


Amministratori della societ sono i soggetti investiti del potere di amministrazione, cio del potere
di prendere le decisioni inerenti allesercizio dellattivit economica oggetto del contratto di
societ. Lattivit di amministrazione deve essere distinta dalla rappresentanza (agire per nome
della societ determina lacquisto di diritti e obblighi per essa), che il potere di manifestare
allesterno la volont sociale e quindi di compiere atti che creano rapporti giuridici tra la societ ed
i terzi. I due poteri possono essere concentrati, con identica estensione, nello stesso soggetto. Pu
anche avvenire che il potere di decisione spetti, secondo certe modalit, ad alcuni soggetti
(amministratori) ed il potere di agire in nome della societ spetti ad altri soggetti.
Art. 2257 c.c.: salvo diversa pattuizione lamministrazione della societ spetta a ciascuno dei soci
disgiuntamente dagli altri. Amministrazione disgiuntiva = ogni singolo socio-amministratore ha il
potere di compiere tutti gli atti di amministrazione che abbia a ritenere opportuni.
Nelle societ di persone il potere di amministrazione naturalmente connesso alla qualit di socio
( societ di capitali). Il socio pu essere privato di tale potere solo con lintroduzione di una
clausola in deroga alla regola fissata dallart. 2257 c.c. e quindi solo con il suo consenso. In assenza
di un espresso conferimento dellamministrazione ad alcuni soci soltanto, con implicita rinuncia da
parte degli altri, tutti i soci sono investitori del potere di amministrare.

Legame tra potere e responsabilit


Lestensione del potere dellamministratore e il normale collegamento socio-amministratore hanno
indotto la dottrina ad individuare un legame indissolubile tra il potere di gestione e la
responsabilit personale ed illimitata per i debiti sociali ci tenderebbe a garantire un equilibrato
esercizio del potere stesso, scoraggiando le iniziative avventate che un soggetto potente e
irresponsabile potrebbe essere tentato di intraprendere.
Cos si risolverebbe anche il problema dellammissibilit nelle societ di persone di amministratori
non soci la soluzione sarebbe negativa, perch ad un soggetto estraneo, non responsabile per i
debiti sociali, non potrebbe essere affidato un potere tanto esteso. Questo ragionamento per non
appare convincente.
Ammesso che si possa dare un qualche contenuto ad un generale interesse alla buona gestione
delle imprese, sarebbe sorprendente una sua severa tutela con riferimento alle modeste imprese
gestite da societ di persone ed una sua sostanziale vulnerabilit nelle gigantesche imprese gestite
dalle societ di capitali, nella cui disciplina assente qualsiasi correttivo allabuso del potere
paragonabile alla responsabilit illimitata del titolare del potere stesso.
Le uniche norme che nelle societ di capitali sanzionano gli eventuali abusi individuano il soggetto
responsabile in base alla carica formalmente rivestita e non in base al potere effettivo, che pu
essere di fatto esercitato anche da un socio.
Le norme in materia di responsabilit illimitata infatti proteggono certamente un interesse non
disponibile da parte dei soci: quello dei creditori sociali. La protezione di questo interesse
assicurata nelle societ di persone dalla presenza di un soggetto personalmente responsabile per i
debiti della societ. Quando questa presenza assicurata e linteresse dei creditori gode della
conseguente protezione i soci sono liberi di disciplinare come meglio credono la c.d. responsabilit
interna ed il legame tra potere e responsabilit.
Lesercizio del potere di amministrazione (disciplinato tramite il rinvio alle norme sul mandato)
-Lamministrazione disgiuntiva pu creare evidenti problemi di coordinamento delle decisioni; non
per caso lart. 2257 affronta il problema assegnando a ciascun amministratore il potere di fare
opposizione allatto che un altro amministratore intende compiere, prima che latto stesso sia
compiuto. In caso di opposizione il dissenso viene risolto dallintervento di tutti i soci, i quali
decidono a maggioranza calcolata in base alla quota di partecipazione agli utili. La norma suppone
(ma non impone) una consultazione continuativa e lesistenza di un rapporto reciproco di fiducia
tra gli amministratori.
-Amministrazione congiuntiva: i soci possono introdurre questo regime richiedendo per ogni atto il
consenso di tutti gli amministratori o della maggioranza calcolata per quote di partecipazione agli
utili. (salvo casi di urgenza non possono compiere da soli alcun atto)
-Art. 2260 c.c.: i diritti e gli obblighi degli amministratori sono regolati dalle norme sul mandato.
-Art. 2259 c.c.: lamministratore nominato con atto separato revocabile secondo le norme sul
mandato.
Nonostante ci lopinione prevalente nega che il rapporto di amministrazione possa esserne
considerato una specie. Infatti:
-lamministratore non esposto allintervento di un soggetto che possa impartirgli istruzioni
vincolanti o che possa a lui sostituirsi nel compimento dellaffare;
-i soci non amministratori hanno diritto ad avere dagli amministratori notizia dello svolgimento
degli affari sociali, di consultare i documenti relativi allamministrazione e di ottenere il rendiconto
quando gli affari per cui fu costituita la societ sono stati compiuti. Se il compimento degli affari
sociali dura oltre un anno, i soci hanno diritto di avere il rendiconto dellamministrazione al termine
di ogni anno, salvo che il contratto stabilisca un termine diverso. (Art. 2261 c.c.).
ai soci non amministratori spettano solo diritti di controllo ( mandante che ha poteri di
istruzione e sostituzione).
N.b. nulla vieta ai soci di disciplinare diversamente il rapporto, introducendo vincoli al potere
degli amministratori.
Le norme in materia di responsabilit proteggono gli interessi dei creditori sociali questi
interessi sono tutelati dalla inderogabile presenza di un soggetto personalmente responsabile per i
debiti della societ quando questa presenza assicurata, i soci sono liberi di disciplinare come
preferiscono la responsabilit interna volendo, per es., possono anche stabilire che
l'amministrazione sia affidata ad uno di loro, responsabile verso i creditori, ma non nei rapporti
interni in questo caso il socio amministratore sopporterebbe le conseguenze negative delle sue
scelte solo se gli altri soci sono insolventi.
Se, invece, si afferma che potere e responsabilit vanno di pari passo, si finisce per tutelare un
interesse diverso ed ulteriore rispetto a quello dei creditori sociali una simile impostazione delle
regole tutelerebbe un pi ampio e generico interesse alla corretta gestione delle imprese questo
non ammissibile in quanto, prima di tutto, non possibile individuare a priori cosa si intende per
corretta gestione dell'impresa e, in secondo luogo, non si spiega come mai questo interesse
dovrebbe essere tutelato anche nelle societ di persone di modesta entit e non nelle societ di
capitali, dove non esiste alcun correttivo all'abuso di potere paragonabile alla responsabilit
illimitata.
Revoca degli amministratori: Salvo diverso accordo tra i soci, la revoca degli amministratori
disciplinata dallart. 2259 c.c. che distingue tra:
amministratori nominati nel contratto socialela revoca non ha effetto se non ricorre una giusta
causa. In assenza di giusta causa lamministratore nominato nel contratto sociale ha il diritto di
conservare la sua carica e leventuale revoca sarebbe inefficace.
amministratori nominati con atto separato sono revocabili secondo le norme sul mandato. Ad
essi si applicher lart. 1725 c.c.: [se non ricorre giusta causa] la revoca del mandato oneroso
conferito per un tempo determinato o per un determinato affare, obbliga il mandante a risarcire i
danni prima della scadenza del termine [con giusta causa] mentre se il mandato a tempo
indeterminato la revoca obbliga il mandante al risarcimento, qualora non sia dato un congruo
preavviso.
Con che modalit deve essere deliberata la revoca?
amministratore nominato nel contratto socialela revoca deve essere deliberata allunanimit da
tutti i soci escluso il solo amministratore revocando.
amministratore nominato con atto separato 2 ipotesi:
1. unanimit: art. 1726 c.c.: se il mandato stato conferito a pi persone con unico atto e per un
affare di interesse comune, la revoca non ha effetto qualora non sia fatta da tutti i mandanti, salvo
che ricorra una giusta causa.
2. consenso della maggioranza
Lart. 2259 c.c. prevede anche che la revoca per giusta causa possa essere in ogni caso chiesta
giudizialmente da ciascun socio.
La possibilit per il singolo socio di fare ricorso a questa norma e di ottenere la nomina di un
amministratore giudiziario rende i problemi relativi alla disciplina della revoca molto pi semplici
nella pratica che nella teoria.
IL CONTROLLO DEI SOCI NON AMMINISTRATORI e LAPPROVAZIONE DEL RENDICONTO
Art. 2261 c.c.: I soci che non partecipano allamministrazione hanno diritto di avere dagli
amministratori notizia dello svolgimento degli affari sociali, di consultare i documenti relativi
allamministrazione e di ottenere il rendiconto quando gli affari per cui fu costituita la societ sono
stati compiuti. Se il compimento degli affari sociali dura oltre un anno, i soci hanno diritto di avere
il rendiconto dellamministrazione al termine di ogni anno, salvo che il contratto stabilisca un
termine diverso.
Il rendiconto un documento redatto dagli amministratori o un vero e proprio bilancio?
se si tratta di un bilancio devono essere rispettati i criteri di redazione stabiliti dalla legge.
se si tratta di un documento redatto dagli amministratori per rendere conto della gestione i
criteri devono essere coerenti allassolvimento di questa funzione e possono essere anche diversi
da quelli stabiliti dalla legge.
Il rendiconto pu assolvere ad una pluralit di funzioni: -strumento mediante il quale gli
amministratori rendono conto ai soci del loro operatoin tal caso esso eventuale e pu essere
omesso se i soci sono tutti amministratori; - strumento per laccertamento degli utili conseguiti e
distribuibili essenziale e deve seguire i criteri stabiliti dalla legge
N.b.=bisogna tener conto della posizione preminente assunta dalla documentazione contabile
nella pratica della legislazione fiscale. Inoltre bisogna ricordare che le societ di persone non sono
tenute a rendere pubblici n bilanci n rendiconti n altro.
Approvazione: in assenza di regole specifiche si ritiene che esso debba essere approvato
allunanimit. Questa scelta crea problemi quando un socio rifiuta immotivatamente di approvare
un rendiconto che correttamente redatto. Da questa situazione si pu uscire in due modi:
1. escludere il socio dissenziente per grave inadempimento allobbligo di collaborazione o di
esecuzione del contratto secondo buona fede;
2. considerare la societ sciolta per impossibilit di raggiungimento delloggetto sociale.
RAPPRESENTANZA DELLA SOCIETA
Art. 2266 c.c.: la rappresentanza spetta a ciascun socio amministratore e si estende a tutti gli atti
che rientrano nelloggetto sociale.
espressamente prevista la possibilit che il contratto sociale contenga una diversa disposizione e
quindi separi le due funzioni (la coincidenza tra amm. e rappr. normale) . Le modificazioni e
lestinzione del potere di rappresentanza sono regolate dallart. 1936. Esse devono essere portate
a conoscenza dei terzi con mezzi idonei, in mancanza non sono opponibili ai terzi se non si prova
che questi le conoscevano al momento della conclusione del contratto. Lunica differenza dalla
disciplina generale della rappresentanza costituita dalla presunzione di estensione a tutti gli atti
rientranti nelloggetto sociale del potere di rappresentanza conferito allamministratore.
Il contratto sociale deve eliminare o restringere ESPRESSAMENTE questo potere per superare tale
presunzione. La rappresentanza pu essere conferita anche a terzi non amministratori della
societ.
LA RESPONSABILITA PER LE OBBLIGAZIONI SOCIALI
Per le obbligazioni della societ risponde innanzitutto il patrimonio sociale e personalmente e
solidalmente i soci che hanno agito in nome e per conto della societ, e salvo patto contrario, gli
altri soci.
La responsabilit verso i crediti sociali (responsabilit verso i terzi: disciplinata con norme
inderogabili) deve essere distinta dalla responsabilit interna, cio dalla sopportazione delle
perdite subite dalla societ.
Responsabilit interna: rimessa allautonomia dei soci, con il solo limite del patto leonino. quindi
possibile che un socio limiti la sua responsabilit nei rapporti interni, ma sia illimitatamente
responsabile nei rapporti esterni. Il socio che abbia limitato la propria responsabilit e che venga
costretto da un creditore a soddisfare unobbligazione sociale, avr poi nei confronti degli altri soci
un diritto di regresso.
Indicando i soggetti responsabili verso i creditori sociali (patrimonio, soci che hanno agito, altri
soci) non viene posta una gerarchia nelle responsabilit il creditore pu rivolgersi
indifferentemente alla societ, oppure ad uno qualsiasi dei soci illimitatamente responsabili.
Come si individuano i soci la cui responsabilit inderogabile?
La norma indica coloro che hanno agito in nome e per conto della societ; letteralmente sembra
riferirsi quindi ai rappresentanti MA questa lettura ingiustificabile.
SCIOGLIMENTO DEL RAPPORTO
a) Scioglimento del rapporto limitatamente ad un socio
Alcuni eventi possono provocare lo scioglimento del rapporto sociale relativamente ad uno dei
soci, senza che si determini lo scioglimento dellintera societ. Causa di scioglimento della societ
che trae origine da vicende attinenti al singolo rapporto: ipotesi in cui i vincoli sociali si riducono
allunit senza che venga ricostituita, nei sei mesi concessi, la pluralit dei soci.
N.b. un socio pu liberarsi del vincolo sociale cedendo la sua quota ad un terzo, MA la cessione
della quota non deve essere confusa con lo scioglimento del rapporto limitatamente al socio.
INFATTI lo scioglimento comporta la liquidazione della quota e non il trasferimento della
medesima. Dunque, le cause di scioglimento sono 3:
1. Morte del socio: La morte del socio non determina la successione dellerede nel rapporto
sociale, come accade invece nelle societ di capitali. Lart. 2284 c.c.: in caso di morte di un socio,
gli altri devono liquidare la quota agli eredi a meno che preferiscano sciogliere la societ ovvero
continuarla con gli eredi stessi e questi vi acconsentano. Analizziamo le soluzione proposte:
a) liquidazione della quota vi sono dei dubbi riguardo al patrimonio dal quale devono essere
prelevate le somme da versare agli eredi: anche se la lettera della legge si riferisce ai soci e non
alla societ, sembra preferibile linterpretazione per cui le somme debbano essere prelevate
dal patrimonio sociale.
b) scioglimento della societ La decisione di sciogliere la societ (presa in modo unanime) li
sottrae dallobbligo di versare agli eredi le somme corrispondenti alla loro quota e in questo
questultimi sono costretti ad attendere la chiusura delle operazioni di liquidazione dellintero
patrimonio sociale. Durante questo periodo di attesa non possono esercitare alcun potere di
controllo sulle operazioni di liquidazione, conservando lo status di terzi estranei alla societ,
poich se si decidesse che gli eredi possano interferire nella liquidazione, sorgerebbe il
problema della loro eventuale responsabilit nei confronti dei terzi, che si estende anche a
tutte le obbligazioni sociali (responsabilit che non pu essere attribuita agli eredi per una
decisione cui esse sono totalmente estraneiliquidazione).
c) Lart 2284 prevede anche la continuazione della societ con gli eredi (con alcuni limiti) :
-la clausola che consente agli eredi di scegliere tra lingresso e la liquidazione sicuramente lecita;
- sono lecite le clausole c.d. obbligatorie e le clausole c.d. di successione automatica?

Non lasciano alcuna scappatoia: se gli eredi accettano


Impongono agli eredi di entrare nella leredit, diventano automaticamente soci senza
societ, ma essi possono comunque necessit di alcuna manifestazione di volont. Lunica via
rendersi inadempienti a questo obbligo e di fuga la rinuncia delleredit.
non entrarvi.

Largomento pi consistente contro la validit di queste clausole deriva dalla disciplina


dellaccettazione delleredit con beneficio di inventario. la facolt di accettare leredit con
beneficio di inventario (dichiarazione pubblica mediante la quale lerede dichiara di accettare con
beneficio dinventario evitando la confusione del suo patrimonio con quello del defunto) non pu
essere sottratta allerede neppure dal de cuius. Nellipotesi in esame questa facolt, pur non
essendo sottratta espressamente, svuotata di contenuto. Si detto che il diritto alla liquidazione
della quota del socio defunto sorge al momento dell'accettazione dell'eredit da parte dell'erede e,
trattandosi di credito ereditario, trover applicazione il diritto successorio. L'accettazione
dell'eredit pura e semplice (art. 490 c.c.) comporta la confusione del patrimonio dell'erede con
quello del defunto. Ne consegue che, qualora i debiti del de cuius superino i crediti, l'erede sar
tenuto comunque ad onorarli, anche con il proprio patrimonio personale. Per evitare tale rischio,
gli eredi possono legittimamente avvalersi di uno specifico strumento predisposto dal legislatore.
Trattasi dell'accettazione con beneficio d'inventario: in tal modo, gli eredi non saranno tenuti al
pagamento dei debiti ereditari oltre il valore dei beni pervenuti loro per effetto della successione,
ma solo nei limiti di esso, adempiendo ovviamente a tutte le formalit previste dalla legge.
(creazione di un socio responsabile in parte limitatamente e illimitatamente).
2.Recesso
Provoca lo scioglimento del vincolo per volont unilaterale del socio. Esso ammesso senza limiti
dallart. 2285 quando la societ contratta a tempo indeterminato, o per tutta la vita di uno dei
soci (espressione di uno sfavorevole apprezzamento per i contratti a durata indeterminata) la
societ contratta per un tempo tale da eccedere la durata di vita di una qualsiasi persona.
Altrimenti deve ricorrere uno dei casi eventualmente previsti nel contratto sociale oppure deve
sussistere una giusta causa. Giusta causa = eventi che non consentono la normale prosecuzione
del rapporto; non implica necessariamente inadempimenti da parte degli altri soci o eventi che
determinano addirittura limpossibilit della continuazione. dubbio se possano costituire giusta
causa gli eventi attinenti esclusivamente alla sfera soggettiva del socio recedente.
La manifestazione della volont di recedere non soggetta a forme particolari e pu avvenire
anche tacitamente mediante il compimento di fatti concludenti. Destinatari della comunicazione
sono tutti gli altri soci. Latto costitutivo pu disciplinare il diritto di recesso prevedendo altre
cause o specificando la nozione di giusta causa e inoltre pu imporre al socio recedente lobbligo fi
un congruo preavviso. La facolt di recedere da societ a tempo indeterminato non pu essere
eliminata.
Per le societ in nome collettivo art. 2307: in caso di proroga tacita ciascun socio pu sempre
recedere dalla societ dando preavviso a norma dellart. 2285.

3. Esclusione 2 modi di esclusione :

a) Esclusione facoltativa => art. 2286 c.c.: pu avere luogo per gravi inadempienze delle
obbligazioni che gli derivano dalla legge o dal contratto sociale, nonch per linterdizione,
linabilitazione del socio o per la sua condanna ad una pena che comporta linterdizione, anche
temporanea dai pubblici uffici. Il socio dopera pu essere escluso anche per la sopravvenuta
inidoneit a svolgere lopera conferita. Il socio che ha conferito il godimento di una cosa pu essere
escluso per il perimento della cosa per causa non imputabile agli amministratori. Questi casi sono
per lo pi inquadrati nellambito della risoluzione per inadempimento o di quella per impossibilit
sopravvenuta.
b) Esclusione di diritto=> [cessazione della qualit di socio] esclusione del socio come
conseguenza, imposta dalla legge, del verificarsi di due eventi: 1.fallimento del socio (i beni non
soddisfano i creditori); 2.liquidazione della quota del socio a favore del suo creditore particolare[ ]
Questa disciplina tutela interessi diversi da quelli degli altri soci e non consentita una
modificazione in questo senso del contratto sociale.
Procedimento di esclusioneart. 2287: lesclusione deliberata dalla maggioranza dei soci
(calcolata per teste), non computandosi nel numero di questi il socio da escludere ed ha effetto
decorsi 30 giorni dalla data della comunicazione al socio escluso. Entro questo termine il socio
escluso pu fare opposizione davanti al tribunale il quale pu sospendere lesecuzione della
deliberazione. (= procedimento ordinario)
-Nel caso di societ di due soci il tribunale che deve decidere sullesclusione e questa avr effetto
solo quando la sentenza sia esecutiva.

LIQUIDAZIONE DELLA QUOTA AL SOCIO USCENTE (riferito allo scioglimento limitatamente ad un


socio, provocando lesclusione di diritto)
Art. 2289 c.c.: nei casi in cui il rapporto sociale si scioglie limitatamente ad un socio, questi o i suoi
eredi hanno diritto soltanto ad una somma di denaro che rappresenti il valore della quota calcolato
in base alla situazione patrimoniale della societ nel giorno in cui si verifica lo scioglimento e
tenuto conto dei risultati delle operazioni in corso.
Questa regola cerca di impedire uno smembramento del patrimonio sociale. Il pagamento della
quota deve avvenire entro sei mesi dal giorno in cui si verificato lo scioglimento del rapporto.
Quando il valore della quota negativo (= lentit dei debiti della societ superiore allintero
attivo, compresi i beni ed i valori conferiti dai soci) il socio avrebbe non solo perso lintero
conferimento, ma avrebbe anche maturato un debito corrispondente alla quota di perdite
destinate a restare a suo carico (deve versare il saldo)

SCIOGLIMENTO ED ESTINZIONE DELLA SOCIETA Lo scioglimento della societ apre la fase della
c.d. liquidazione (= trasformazione dei beni sociali in denaro, da destinarsi ai creditori ed ai soci
stessi). Alla fine della liquidazione si ha lestinzione della societ (cessazione della societ come
soggetto di diritto)
Dal verificarsi della causa di scioglimento, la societ si trova in uno stato di congelamento dei
propri affari e lo scopo sociale cambia non si persegue pi lesercizio di unattivit economica in
comune per dividerne gli utili, ma si persegue lo scopo di liquidare i beni e il patrimonio sociale per
soddisfare in primis i creditori sociali e, se avanzano soldi, dividerli fra i soci.
Art. 2312 c.c.: approvato il bilancio finale di liquidazione, la societ viene cancellata dal registro
delle imprese. Essa cessa come soggetto di diritto, tanto vero che i creditori sociali non hanno pi
alcun diritto sui fondi della societ, ma possono rivalersi nei confronti dei soci o dei liquidatori se
sono responsabili.

CAUSE DI SCIOGLIMENTO DELLA SOCIETA


Le cause generali sono previste nellart. 2272 che dice: la societ si scioglie:
1. per il decorso del termine si ammette la proroga tacita, cio se i soci continuano ad esercitare
lattivit anche se scaduto il termine, la societ viene tacitamente prorogata a tempo
indeterminato.
2. per il conseguimento delloggetto sociale o per la sopravvenuta impossibilit di
conseguirlooggetto sociale lattivit economica esercitata dalla societ. Il conseguimento
delloggetto sociale ipotizzabile solo quando esso consiste in unattivit che si esaurisce in s. La
sopravvenuta impossibilit di conseguirlo pu essere giuridica o di fatto.
3. per la volont di tutti i soci:Nella societ di persone la regola lunanimit, leccezione la
maggioranza.
4 quando viene a mancare la pluralit dei soci, se nel termine di sei mesi, questa non
ricostituita
sarebbe anti economico costringere il socio superstite a mettere immediatamente in
liquidazione la societ e quindi a non continuare lattivit oppure a trasformarsi in imprenditore
individuale.
5. per le altre cause previste dal contratto sociale
LO STATO DI LIQUIDAZIONE e IL PROCEDIMENTO DI LIQUIDAZIONE
Con il verificarsi di una causa di scioglimento la societ automaticamente in stato di liquidazione.
I liquidatori dovrebbero astenersi dal compimento di nuove operazioni, pena lassunzione di
responsabilit personale e solidale per gli affari intrapresi. Art. 2275 c.c.: se il contratto non
prevede il modo di liquidare il patrimonio e i soci non sono daccordo nel determinarlo, la
liquidazione fatta da uno o pi liquidatori nominati con il consenso di tutti i soci, o in caso di
disaccordo, dal presidente del tribunale. derogabilit del procedimento di liquidazione previsto
dalla legge. Limiti allautonomia dei soci:
1. responsabilit personale dei liquidatori che intraprendono nuove operazioni
2. divieto di ripartizione anche solo parziale dei beni sociali tra i soci finch non siano pagati i
creditori sociali o siano accantonate le somme necessarie per pagarli (art. 2280)
I liquidatori sono nominati e revocati (su domanda quando ricorre giusta causa) dai soci
allunanimit o dal presidente del tribunali; la nomina dei liquidatori deve essere iscritta nel
registro delle imprese e i liquidatori devono depositarvi le loro firme autografe. Non necessario
che i liquidatori siano soci. I liquidatori devono provvedere alla conversione in denaro del
patrimonio sociale, almeno per la parte necessaria al pagamento dei creditori sociali. A tal fine
possono compiere tutti gli atti necessari. Se i soci non hanno disposto diversamente possono
vendere anche in blocco i beni sociali e fare transizioni e compromessi. Se i fondi raccolti dalla
vendita del patrimonio sociale risultano insufficienti per il pagamento dei debiti sociali, i liquidatori
possono chiedere ai soci i versamenti ancora dovuti sulle rispettive quote e, se occorre, le somme
necessarie, nei limiti delle rispettive responsabilit e in proporzione della parte di ciascuno. Nella
stessa proporzione si ripartisce tra i soci il debito del socio insolvente. (art. 2278 c.c.)
Art. 2311 c.c.: nelle societ in nome collettivo i liquidatori devono redigere un bilancio finale ed un
piano di riparto, che deve essere comunicato ai soci e sintendono approvati se non sono
impugnati entro due mesi dalla comunicazione. Con lapprovazione del bilancio i liquidatori sono
liberati di fronte ai soci.
Art. 2313 c.c.: nelle societ in nome collettivo, approvato il bilancio finale di liquidazione, i
liquidatori devono chiedere la cancellazione della societ dal registro delle imprese. Dalla
cancellazione della societ i creditori sociali che non sono stati soddisfatti possano far valere i loro
crediti nei confronti dei soci e, se il mancato pagamento dipeso da colpa dei liquidatori, anche
nei confronti di questi. Le scritture contabili ed i documenti che non spettano ai singoli soci sono
depositati presso la persona designata dalla maggioranza. Le scritture contabili e i documenti
devono essere conservati per dieci anni a decorrere dalla cancellazione della societ dal registro
delle imprese.
LA SOCIETA IN NOME COLLETTIVO

La ragione sociale:
Nella societ in nome collettivo l'art 2291 recita che tutti i soci rispondono solidalmente e
illimitatamente per le obbligazioni sociali. Il patto contrario non ha effetto nei confronti dei terzi.
da ci desumiamo che l'inderogabilit nei confronti di terzi della responsabilit dei soci per le
obbligazioni sociali rappresenta la principale caratteristica delle snc e il primo elemento di
differenziazione tra la disciplina delle snc e societ semplice.
La responsabilit dei soci nella snc differisce da quella della societ semplice oltre che per l'aspetto della
derogabilit (societ semplice-> derogabile) anche per la modalit di attuazione. Infatti l'art 2304 prevede
che i creditori sociali anche se la societ in liquidazione non possono pretendere il pagamento dai soci
se non dopo l'escussione del patrimonio sociale (nelle soc semplice i soci indicano su quali beni i
creditori si possono soddisfare).
La ragione sociale delle snc deve essere costituita dal nome di uno o pi soci con l'indicazione del
rapporto sociale. (art 2292)
ATTO COSTITUITIVO:
L'art 2295 elenca gli elementi che deve contenere l'atto costituitivo:
1) cognome e nome, luogo e data di nascita, domicilio e cittadinanza dei soci
2) ragione sociale
3) i soci che hanno l'amministrazione e la rappresentanza
4) sede societ e eventuali sedi secondarie
5) oggetto sociale
6) prestazioni a cui sono obbligati i soci di opera
7) i conferimenti di ciascun socio, il loro valore e il modo di valutazione
8) norme secondo le quali sono ripartiti gli utili e la quota di ciascuno negli utili e perdite.
9) durata societ
L'art 2296 disciplina inoltre la pubblicazione dell'atto costitutivo disponendo che l'atto costitutivo della
societ con sottoscrizione autentica dei contraenti o una copia dell'atto se avvenuto per atto pubblico, deve
essere entro 30 gg deposita dagli amministratori per l'iscrizione nel registro dell'imprese. Se invece la
stipulazione per atto pubblico anche il notaio obbligato al deposito. Inoltre se gli amministratori non
provvedono al deposito, ciascun socio pu provvedervi a spese della societ o far condannare gli
amministratori ad eseguirlo.
L'atto deve quindi essere stipulato o per scrittura privata autenticata o per atto pubblico. Sono tuttavia
requisiti che non incidono sulla validit del contratto. A tal proposito anche le modifiche dell'atto non
richiedono particolari forme e sono disciplinate dall'art 2300.

societ semplice:
il patto che limita la responsabilit di alcuni soci efficace anche nei rapporti con i terzi

CREDITORI PARTICOLARI DEI SOCI


Un altra rilevante differenza tra le snc e le societ semplici, riguarda il trattamento riservato ai creditori
particolari.
L'art 2304 dispone che il creditore particolare del socio, finch dura la societ, non pu chiedere la
liquidazione della quota del socio debitore. perci i creditori particolari devono attendere lo
scioglimento della societ.
Il creditore pu solo far valere i suoi diritti sugli utili e pu compiere atti conservativi.
Il creditore pu opporsi alla proroga della societ e se l'opposizione accolta i creditori possono
ottenere la dichiarazione di fallimento del socio con conseguente esclusione di diritto e connessa
liquidazione della quota.

CAPITALE SOCIALE
Nelle snc prevista una tutela del capitale sociale.
Infatti l'art 2303 vieta la ripartizione di somme tra i soci se non per utili realmente conseguiti e, in
caso di una perdita del capitale sociale, vieta la ripartizione di utili fino a che il capitale non sia
reintegrato o ridotto in misura corrispondente.
Inoltre l'art 2306 prevede che la delibera di riduzione del capitale mediante rimborso dei conferimenti
non pu essere eseguita prima del decorso di tre mesi dalliscrizione nel registro delle imprese.
L'inosservanza delle due norme comporta una sanzione penale.

SCIOGLIMENTO E LIQUIDAZIONE

L'art 2308 aggiunge alle cause di scioglimento previste per la societ semplice, la
dichiarazione di fallimento della .L'art 2309 prevede inoltre che La deliberazione o la
sentenza dei soci che nomina i liquidatori e ogni atto successivo che importa cambiamento
nelle persone dei liquidatori devono essere, entro trenta giorni, depositati in copia autentica a
cura dei liquidatori per liscrizione presso lufficio del registro delle imprese. I liquidatori
devono altres depositare presso lo stesso ufficio le loro firme autografe.
Inoltre dalliscrizione della nomina dei liquidatori, la rappresentanza della societ spetta ai
liquidatori.
L'art 2311 invece dispone che Compiuta la liquidazione, i liquidatori devono redigere
il bilancio finale e proporre ai soci il piano di riparto.
Con lapprovazione del bilancio i liquidatori sono liberati di fronte ai soci.
Infine l'art 2312 dispone che approvato il bilancio finale di liquidazione, i liquidatori devono
chiedere la cancellazione della societ dal registro delle imprese.
Dalla cancellazione della societ i creditori sociali che non sono stati soddisfatti possano far
valere i loro crediti nei confronti dei soci e, se il mancato pagamento dipeso da colpa dei
liquidatori, anche nei confronti di questi.

Altre differenze tra snc e societ semplice:


Le altre principali differenze sono:
1) l'art 2294 prevede che la partecipazione di un incapace alla snc subordinata in ogni
caso all'osservanza della disciplina relativa all'esercizio dell'impresa da parte di soggetti
incapaci.
2) La presenza di un sistema di pubblicit legale, infatti l'art 2298 dispone che
l'amministratore che ha la rappresentanza pu compiere tutti gli atti che rientrano
nell'oggetto sociale salvo le limitazione che risultano dalla procura o atto costitutivo. Le
limitazioni non sono opponibili se non iscritte nel registro delle imprese.
3) L'ART 2301 prevede che il socio non pu senza il consenso degli altri soci esercitare
per conto proprio o altrui un attivit concorrente.
4) L'art 2302 impone agli amministratori di tenere le scritture contabili.
LA SOCIETA IN NOME COLLETTIVO IRREGOLARE

L'art 2297 dispone che Fino a quando la societ non iscritta ne registro delle imprese, i
rapporti tra la societ e i terzi, ferma restando la responsabilit illimitata e solidale di tutti i
soci, sono regolati dalle disposizioni relative alla societ semplice.
Nei rapporti tra i soci non vi differenza tra la disciplina applicabile alla societ regolare
(iscritta) e quella applicabile alla societ irregolare (non iscritta).
Nei rapporti con i terzi le discipline differiscono poich alla societ irregolare si applicano le
norme prevista per la societ semplice.
Due eccezioni:
1. responsabilit dei soci: ferma anche per la snc irregolare la regola per cui nessun socio
pu limitare ( nei confronti dei terzi) la sua responsabilit per i debiti sociali.
2. rappresentanza: si presume che ciascun socio che agisce per la societ abbia la
rappresentanza sociale anche in giudizio. I patti che attribuiscono la rappresentanza ad alcuno
soltanto dei soci o che limitano i poteri di rappresentanza non sono opponibili ai terzi a meno
che si provi che questi ne erano a conoscenza.

LA SOCIETA IN ACCOMANDITA SEMPLICE


L'art 2313 afferma che la societ in accomandita semplice caratterizzata dalla presenza di
due categorie di soci:
1) ACCOMANDATARI = rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali
2) ACCOMANDANTI = rispondono limitatamente alla quota conferita
La distinzione della societ in accomandita rispetto ad altre fattispecie affini pu presentare
alcune difficolt:
esempio quando la societ non ha oggetto commerciale potrebbe non essere facile
distinguerla da una societ semplice in cui alcuni soci abbiano limitato la loro responsabilit
per le obbligazioni sociali e talvolta possono sorgere dei problemi di differenziazione
dallassociazione in partecipazione.

LA RAGIONE SOCIALE

L'art 2314 afferma che la societ agisce sotto una ragione sociale costituita dal nome di
almeno uno dei soci accomandatari con lindicazione di societ in accomandita semplice
possibile conservare, come nelle snc, nella ragione sociale il nome del socio receduto o
defunto.
Il nome dellaccomandante non pu figurare nella ragione sociale e se laccomandante
consente che il suo nome sia compreso nella ragione sociale risponde di fronte ai terzi
illimitatamente e solidalmente con i soci accomandatari per le obbligazioni sociali.
Questa la prima ipotesi di trasformazione della responsabilit dellaccomandante da
limitata a illimitata.
Questa regola si fonda sulla possibilit di inganno dei terzi che potrebbe derivare dalla
presenza del nome dellaccomandante.
(Il consenso dellaccomandante allinserimento del suo nome nella ragione sociale pu essere
anche tacito ma deve comunque sussistere. )
La responsabilit illimitata non pu essere accollata allaccomandante che abbia ignorato la
presenza del proprio nome nella ragione sociale.

IL RINVIO ALLA DISCIPLINA DELLA S.N.C.


In applicazione degli artt. 2315 e 2318 la disciplina dellaccomandita deve essere ricostruita
integrando le norme specifiche in materia con quelle dettate per la societ in nome collettivo.
Questo meccanismo di disciplina per rinvio crea gravi difficolt nella ricostruzione dei diritti e degli
obblighi facenti capo al socio accomandante.

LESCLUSIONE DELLACCOMANDANTE DALLAMMINISTRAZIONE DELLA


SOCIETA
I problemi pi gravi ,a causa del rinvio, sono sorti in relazione alla determinazione dei poteri che
l'accomandante pu esercitare.
L' Art. 2318 c.c afferma che lamministrazione della societ pu essere conferita soltanto a soci
accomandatari. e l'art 2320 vieta agli accomandanti il compimento di atti di amministrazione e la
trattazione o la conclusione di affari in nome della societ se non in forza di procura speciale per
singoli affari.
Laccomandante che viola questo divieto assuma responsabilit illimitata e solidale nei confronti dei
terzi per tutte le obbligazioni sociali e pu essere escluso dalla societ.
-seconda ipotesi di trasformazione della responsabilit dellaccomandante da limitata a
illimitata.
Si ritiene perci che qualsiasi atto dellaccomandante, sia esso di amministrazione in senso
stretto (puramente interna) o di rappresentanza (non specificamente conferita) determina la
responsabilit illimitata dellaccomandante per tutte le obbligazioni sociali (e non solo per
quelle determinate dallatto compiuto o deciso dallaccomandante) a prescindere da ogni giudizio
sullimportanza dellatto.
Nessuna delle molteplici spiegazioni proposte dalla dottrina per in grado di giustificare tanta
severit.

I POTERI DI CONTROLLO SPETTANTI ALLACCOMANDANTE


L'ultimo comma dell'Art. 2320 c.c stabilisce che gli accomandanti hanno in ogni caso diritto di
avere comunicazione annuale del bilancio e del conto dei profitti e delle perdite e di controllarne
lesattezza, consultando i libri e gli altri documenti della societ.
Il potere di controllo assicurato da questa norma allaccomandante meno esteso di quello che lart.
2261 attribuisce ai soci non amministratori di societ semplice e s.n.c.
Infatti l'art 2320 sembra garantire allaccomandante un minimo inderogabile di poteri di controllo
Inoltre l'art 2320 non parla di approvazione del bilancio e pone un problema di ambiguit. Tuttavia
sembra non accettabile la tesi che il bilancio non sia soggetto alla loro approvazione.

NOMINA E REVOCA DEGLI AMMINISTRATORI


La disciplina della nomina e della revoca degli amministratori subisce una deroga rispetto a quella
dettata dagli artt. 2257 ss. Relativamente agli amministratori nominati con atto separato. Mentre la
disciplina per gli amministratori nominati con il contratto sociale la disciplina resta la stessa, ovvero
sono revocabili solo per giusta causa.
Per quanto riguarda la deroga l'art 2319 stabilisce che per la nomina e la revoca degli
amministratori non nominati nellatto costitutivo sono necessari il consenso dei soci accomandatari
e lapprovazione di tanti soci accomandanti che rappresentino la maggioranza del capitale da essi
sottoscritto.
Quest'ultima una norma dispositiva ed quindi certo che latto costitutivo pu ristabilire la parit
di potere di tutti i soci. Nonostante ci tale norma pu creare ulteriori problemi in una disciplina
(come questa) gi incerta.
Inoltre amministratori possono essere nominati esclusivamente i soci accomandatari.
Per quanto riguarda gli accomandanti, essi hanno il potere di richiedere la revoca per giusta causa
dell'amministratore.

IL TRASFERIMENTO DELLE QUOTE


Il trasferimento delle quote pu avvenire:
1) Per atto tra vivi

L'art 2322 prevede che il trasferimento della quota dellaccomandante per atto tra vivi pu
avvenire con effetto verso la societ quando sussiste il consenso dei soci che rappresentano la
maggioranza del capitale sociale.
Nulla detto circa il trasferimento della quota dellaccomandatario, ma possiamo agevolmente
dedurre che per le quote degli accomandatari vale la regola generale = necessit del consenso di
tutti i soci.
Invece per la quota degli accomandanti vale la legge speciale, cio la maggioranza.
Questa disciplina sicuramente derogabile dalle parti che possono modificarla senza essere
soggette a particolari limitazioni.

2) Mortis causa

In caso di Morte dellaccomandatario gli eredi hanno diritto alla liquidazione della quota (a
meno che non intendano subentrare e gli altri soci acconsentano, sempre che questi ultimi non
decidano di sciogliere la societ)

In caso di Morte dellaccomandante gli eredi subentrano automaticamente nella posizione. In


caso di pluralit di eredi si determina un subingresso in comunione.

Qualche cenno lo merita la Cessione della quota dagli accomandanti agli accomandatari e
viceversa.
Le situazioni ipotizzabili sono 3, cio lo status dellacquirente (entrambi) potr essere:
- conservazione del proprio status con un accrescimento della partecipazione
- acquisizione dello status del cedente e perdita del proprio
- acquisizione dello status del cedente e conservazione del proprio.

SCIOGLIMENTO: Alle cause di scioglimento previste per la s.n.c. viene aggiunta una causa
specifica: la sopravvenuta mancanza di una della due categorie di soci, sempre che nel termine dei
sei mesi non venga sostituito il socio che venuto meno.
Se la categoria venuta meno quella degli accomandanti > gli accomandatari superstiti
proseguono nello svolgimento dellattivit anche dopo la scadenza dei sei mesi senza ricostruire la
pluralit delle categorie e in questo caso si ha una tacita trasformazione dellaccomandita in una
societ in nome collettivo.
Se la categoria venuta meno quella degli accomandatari, vi sono ipotesi pi complicate!
- se non viene nominato un amministratore provvisorio scioglimento allo scadere dei sei mesi
- se la gestione viene assunta da alcuni degli accomandanti con il consenso degli altri
ricostruzione delle categorie con la modifica della qualit dei soci che hanno assunto la gestione.
-se lamministratore provvisorio eccede i limiti qualitativi e cronologici posti dalla norma al potere
dellamministratore provvisorio, con il consenso dei soci : ricostruzione delle categorie con la
modifica della qualit dellamministratore provvisorio. ))))))))

ACCOMANDITA IRREGOLARE
Si definisce accomandita irregolare, l'accomandita non registrata.
Per quanto riguarda la disciplina, dobbiamo distinguere tra:
- rapporti interni regolati dalle stesse norme della societ registrata.
- rapporti esterni valgono le disposizioni relative alla societ semplice.
tuttavia previsto che gli accomandanti rispondono per le obbligazioni sociali limitatamente alla
loro quota, salvo che abbiano partecipato alle operazioni sociali.

LA NOZIONE DI SOCIETA PER AZIONI- LEVOLUZIONE DELLA DISCIPLINA


Larticolo seguente si compone di due commi (prendiamo in esame solo il primo):
Art. 2325 co. 1 c.c. : nella societ per azioni per le obbligazioni sociali risponde soltanto la societ
con il suo patrimonio.
Il legislatore usa lespressione la societ risponde solo con il suo patrimonio e non lequivalente i
soci rispondo limitatamente alla quota conferita perch ha voluto enfatizzare la scelta effettuata
nel codice del 42 di attribuire la personalit giuridica solo alle societ di capitali. Il vecchio testo
dellart. 2325 conteneva un riferimento alle azioni che invece scomparso nel testo attuale; ci
non significa che la divisione del capitale in eppopopazioni non pi una caratteristica essenziali
delle s.p.a(art 2346la partecipazione sociale rappresentata da azioni)
Tra le societ di capitali si configurano:
-due tipi di societ che possiedono autonomia patrimoniale perfetta, nel senso che non esistono
in esse soci illimitatamente responsabili: la societ per azioni e la societ a responsabilit limitata;
-due tipi di societ nelle quali le partecipazioni consistono in azioni: la societ per azioni e la
societ in accomandita per azioni.
La societ per azioni lunico tipo in cui sono presenti entrambi i requisiti. Nel linguaggio
corrente le s.p.a. sono chiamate a volte societ anonime: anonime non significa prive di
denominazione, che anzi, in qualunque modo sia formata, deve contenere lindicazione di societ
per azioni (art 2326).
Contrapposizione tra societ di capitali e di persone: le prime hanno una denominazione sociale
(formata in qualunque modo), le altre agiscono sotto una ragione sociale (deve contenere il nome
di almeno uno dei soci illimitatamente responsabili)
Il fatto che venga attribuita la natura di segno distintivo alla denominazione sociale giustifica
lapplicazione ad essa e alla ragione sociale delle disposizioni dellart. 2564 dettate in materia di
ditta individuale. Ne consegue che anche alla denominazione sociale si applicano le regole che
valgono per tutti i segni distintivi quelle della non confondibilit e della novit, il principio di
verit e di liceit del contenuto della denominazione.
Di seguito verranno presentate le varie visioni su questo tipo di forma sociale:
1) visione della societ per azioni come manifestazione e forma giuridica caratteristica delle
grandi imprese. Viene cos trasferita sul piano societario la concezione della grande impresa come
istituzione, cio come organismo entro il quale convergono interessi di soggetti diversi.
Nasce da questa impostazione una teoria del c.d. interesse sociale che nega la coincidenza di
tale nozione con gli interessi dei soci. Linteresse sociale sarebbe, secondo tale impostazione,
linteresse dellimpresa in s, ossia la risultante degli interessi degli azionisti, dei dipendenti, dei
suoi creditori e della comunit in cui limpresa opera.
Una simile visione si carica di elementi ideologico-politici molto differenti che sul piano giuridico, di
certo non va intesa come un criterio per risolvere problemi di interpretazione.
2) tesi che identifica linteresse della societ nellinteresse comune al gruppo degli azionisti che ne
fanno parte nel momento al quale la valutazione viene riferita.
Attualmente il dibattito sembra essersi spostato dalla contrapposizione tra tesi istituzionalistiche e
contrattualistiche a (3) e (4):
3) tesi che ritiene che i gestori delle imprese siano tenuti a perseguire esclusivamente linteresse
dei soci teoria dello shareholder value. I sostenitori di questa tesi sostengono che la
responsabilizzazione dellimpresa sia compito della legge.
4) tesi che ritiene che esista una responsabilit sociale delle imprese teoria della corporate
social responsability. I sostenitori di questa tesi ritengono che gli obiettivi di responsabilit sociale
debbano indirizzare anche luso del potere discrezionale che inevitabilmente residua in capo agli
amministratori pur dopo ladempimento di tutti gli obblighi specifici posti da norme esterne. Il
dissenso tra le due opinioni (3) e (4) riguarda il modo di realizzazione della responsabilt.
EVOLUZIONE DELLA DISCIPLINA
Anni 60 nel nostro paese veniva elaborato un ambizioso e molto elaborato progetto di riforma
che non venne tradotto in legge.
Nel frattempo la CEE cominciava a dare impulso al programma di armonizzazione delle legislazioni
in materia di societ. Nel complesso lintervento della comunit ha provocato modifiche che hanno
riguardato aspetti molto rilevanti della disciplina della societ per azioni.
1974 veniva emanata una riforma (miniriforma) che istituiva un organo di controllo sulle
societ per azioni quotate in borsa (Commissione nazionale per le societ e la borsa-Consob) e
riformava diverse e importanti disposizioni in tema di organizzazione della societ per azioni.
Lopera di riforma dellistituto azionario e delle materie ad esso strettamente connesse,
continuata ad intermittenza, mentre mancato un disegno unitario. Una riforma completa e molto
incisiva dellintera disciplina sella societ di capitali viene realizzata nel 2003 con la riforma del
diritto societario e nel 2005 con la riforma del risparmio.
LE SOCIETA PER AZIONI SPECIALI
Si gi rilevata una tendenza ad attribuire la forma della societ per azioni, anche ad enti che
non svolgono unattivit conforme ai requisiti dellart 2247 (contratto di societ). Va evidenziata
unaltra tendenza, ovvero la tendenza a introdurre molti nuclei di discipline speciali che
specificano o derogano la disciplina generale della societ per azioni e che si applicano ad enti
dotati di peculiari caratteristiche, spesso obbligati a costituirsi in forma di societ per azioni.
-Esempio: societ di intermediazione mobiliare che svolgono una particolare attivit. La specialit
della disciplina pu manifestarsi su diversi piani (pu riguardare ampie categorie di societ, ad es
societ sportive, consortili, ecc.).
In alcuni casi si tratta di semplici specificazioni della disciplina generale, ossia alle societ in
questione si richiede solo lassolvimento di particolari oneri cui le s.p.a. non sono in genere tenute
(elevati livelli di capitale, ecc. ), ma non si impone alcuna regola contrastante con i principi su cui si
basa la disciplina comune. In altri casi le differenze rispetto al modello generale sono tali e tante
da far dubitare che la qualifica di s.p.a. si riduca ad una vuota etichetta.
I CONFLITTI DI INTERESSI DELLA SOCIETA PER AZIONI E I PROBLEMI DELLA RELATIVA DISCIPLINA
Nel linguaggio attualmente pi diffuso a livello internazionale, i problemi della societ per azioni
vengono illustrati facendo ricorso alla nozione di agency. Si parla perci di agency problems
relativi ai rapporti tra soci e gestori, tra soci e creditori, tra soci di maggioranza e soci di minoranza.
In questi casi si verifica quasi inevitabilmente un disallineamento tra gli interessi dellagente (max
stipendio con min lavoro) e quelli del c.d. principal (max stipendio pagando il min compenso), colui
che beneficia dei risultati delle azioni dellagente.
CONFLITTO DI INTERESSI TRA MAGGIORANZA E MINORANZA
Nella societ per azioni vigono il principio maggioritario e la regola per cui il socio, in quanto tale,
non pu influire sulle decisioni relative allamministrazione della societ. La partecipazione di un
numero potenzialmente elevato di investitori richiede una divisione del lavoro che assegni i
compiti amministrativi a chi in grado di assolverli. Richiede inoltre un criterio che consenta di
superare dissensi. Questo modulo organizzativo assegna alla maggioranza un ruolo centrale: solo
essa pu incidere mediante la nomina degli amministratori, sulla gestione della societ.
Viene in tal modo creato un potenziale conflitto di interessi tra i soci, la cui disciplina uno dei
problemi centrali del diritto della societ per azioni.
N.b. la maggioranza assembleare pu essere rappresentata da un singolo socio che dispone del
51% del capitale sociale o da pi soci che, agendo in concreto, raccolgono analoga percentuale.
Pu anche essere rappresentata da soci (singoli o gruppi) che dispongono di percentuali molto
inferiori, ma che tuttavia sono in grado di prevalere sistematicamente perch le altre azioni sono
disperse tra un numero elevato di piccoli azionisti che non partecipano allassemblea.
anche ipotizzabile che la maggioranza si formi di volta in volta e non sia garantita da alcun
preventivo accordo tra gli azionisti. A sua volta la minoranza pu essere composta da pochi
azionisti con partecipazioni comunque ragguardevoli o da una moltitudine di piccoli azionisti
ciascuno dei quali abbia compiuto un investimento di infima entit.
Lesistenza di un gruppo di controllo cui partecipano alcuni soci, e da cui altri sono stabilmente
esclusi, crea un dissimmetria che fonte di gravi conflitti di interessi tra i soci.
La maggioranza (gruppo di controllo) ha infatti la possibilit di assicurarsi legittimamente dei
vantaggi alla cui fruizione la minoranza esclusa.

Attraverso la scelta degli amministratori e la nomina dei dirigenti della societ, chi dispone della
maggioranza pu assicurarsi una fonte di reddito indipendente dalla distribuzione di eventuali
utili. Poich la possibilit di nomina degli amministratori consente inoltre il controllo effettivo dei
beni sociali, la maggioranza dispone di un potere, a sua volta suscettibile di essere monetizzato.
Ipotesi estrema: il socio di maggioranza pu optare per una sistematica non distribuzione degli
utili, assicurarsi un reddito in forma di compensi come amministratore, e successivamente
monetizzare i valori accumulati nel patrimonio sociale cedendo le proprie azioni.
Dunque, il socio di minoranza avr contribuito, con il suo investimento iniziale e con i successivi
investimenti, a creare una ricchezza di cui il socio di maggioranza risulter il beneficiario esclusivo!
CONFLITTO TRA SOCI E GESTORI= conflitti relativi al modo di svolgimento dellattivit e allentit
dei vantaggi che ne potranno derivare per il gruppo dei soci.
Qui il conflitto tra soci di minoranza e gruppo di controllo, visto non pi nel suo ruolo di socio
maggioritario, ma in quello di gestore del patrimonio e dellattivit sociale. (se non esiste socio di
maggioranza, il conflitto avviene tra managers, investitori, soci ecc..)
Questo conflitto si manifesta principalmente su due terreni.
- Il primo quello relativo ai criteri generali cui la gestione deve ispirarsi. [tipo di gestione:
dinamica e rischiosa o tranquilla]
- Il secondo attiene alla possibilit che i gestori (e il gruppo di controllo che li ha nominati)
realizzino operazioni dalle quali ritraggono un guadagno esclusivo, non soggetto a ripartizione con
gli altri azionisti.

CONFLITTI TRA I SOCI E IL FUNZIONAMENTO DEL MERCATO


La presenza di un mercato efficiente, nel quale le azioni possono essere agevolmente scambiate,
induce rilevanti modificazioni nei rapporti interni tra i soci e tra questi e i gestori della societ? Ci
dipende fondamentalmente dallincidenza che le scelte compiute dal singolo socio sul mercato
delle azioni possono avere sulla situazione degli altri soci e dei gestori della societ. Questa
incidenza varia in base alle caratteristiche della societ e dei mercati finanziari. 2 esempi estremi:
a) In un sistema in cui le imprese possono disporre di credito a basso costo ed in cui le
maggioranze delle azioni sono saldamente possedute da singoli individui o da gruppi
compatti, le scelte che il singolo socio di minoranza compie sul mercato mobiliare lasciano
il gruppo di controllo pressoch indifferente.

b) In un sistema in cui le imprese hanno bisogno di capitali ingenti, le banche erogano


finanziamenti solo a costi elevati ed in cui le maggioranze nelle societ per azioni sono
instabili, i gestori ed il gruppo di controllo devono prestare molta attenzione al
comportamento dellazionista di minoranza sul mercato delle azioni.
Se molti azionisti di minoranza scontenti delle politiche imprenditoriali imposte alla societ
decidono di abbandonarla in massa, e se si determina un crollo nei corsi delle azioni, i motivi di
preoccupazione possono essere pi di uno.
Per una societ le cui azioni valgono poco e non sono oggetto di apprezzamento da parte dei
risparmiatori, avr molte difficolt a richiedere nuovi conferimenti ed a procurarsi nuovo capitale
di rischio.
Se poi il gruppo di controllo non possiede il 51%, la diminuzione del prezzo delle azioni e la fuga di
piccoli azionisti renderanno pi agevoli le scalate con conseguente perdita di controllo e dei
privilegi connessi.

Nelle situazione (b) i dirigenti delle s.p.a non possono ignorare i riflessi che le loro scelte avranno
sul mercato dei titoli. I soci risparmiatori godranno di una serie di possibilit: potranno approfittare
di scalate ostili, segnalare la loro insoddisfazione vendendo titoli, imporre indirettamente congrue
politiche di dividendi ecc. Inoltre evidente che in queste situazioni il legame del socio-
risparmiatore con la societ pu essere molto labile.
Potendo vendere e ricomprare le sue azioni in ogni momento, il suo attaccamento per ciascuna
delle societ di cui possiede le azioni sar probabilmente inferiore a quello di un creditore e
sicuramente inferiore a quello di un dirigente.
Il conflitto tra soci e creditori sociali
La presenza della responsabilit limitata sposta alcuni rischi dai soci ai creditori questi ultimi, in
caso di insolvenza del capitale sociale, dovranno infatti sopportare una perdita sia i soci, sia i
creditori corrono un rischio limitato e l'unica differenza sta nel fatto che i soci possono pretendere
la restituzione del proprio apporto solo dopo che siano stati soddisfatti tutti i creditori.
Per quel che riguarda la possibilit di incidere sulle decisioni societarie, in linea generale e teorica
la posizione del socio e quella del creditore molto diversa il primo, infatti, pu concorrere
all'assunzione di decisioni in ordine alla gestione del patrimonio sociale, mentre il secondo di
norma escluso da questa possibilit in realt, se si considerano le posizioni dei singoli soci e dei
singoli creditori, la contrapposizione non sempre in questi termini esistono, infatti, creditori
molto importanti che pretendono di essere consultati prima dell'assunzione di determinate
decisioni in generale, poi, le posizioni dei singoli soci e dei singoli creditori possono essere molto
diverse tra loro (ad es.: creditori involontari e creditori volontari).
Al di l di tutte le differenze, comunque, i soci hanno la disponibilit di beni che devono garantire le
loro pretese, ma anche quelle dei creditori molte norme relative alle s.p.a.,, quindi, disciplinano
vari aspetti del conflitto di interessi tra soci e creditori (ad es.: alcune limitano il potere di
disposizione del patrimonio sociale in determinate situazioni, altre stabiliscono sanzioni in caso di
inosservanza di norme a tutela dei creditori).
Ci si chiede, poi, se la limitazione della responsabilit dei soci sia una regola suscettibile di subire
eccezioni o meno nel nostro ordinamento l'unica deroga in tal senso si ha nell'ipotesi di societ
con un solo socio quando i conferimenti non siano stati effettuati regolarmente o fino a quando
non sia stata effettuata la prescritta pubblicit la regola , per, legata a condizioni troppo
particolari perch possa essere estesa ad altri casi.
A differenza di ci che avviene in altri ordinamenti, dove, anche in presenza di regole generalmente
inderogabili che stabiliscono la responsabilit limitata dei soci, la giurisprudenza ha ammesso che i
creditori possono agire nei confronti dei soci per ottenere da essi ci che spetta loro (si tratta di
situazioni in cui la societ non ha una propria anima, ma solo uno strumento in mano di altri,
come, ad es., nel caso di societ sottocapitalizzate o di confusione di patrimoni), nel nostro
ordinamento la giurisprudenza ancora radicata su posizioni che non ammettono deroghe alla
limitazione di responsabilit.

Conclusioni: la societ per azioni come istituzione o come rete di contratti

Esistono due concezioni estreme della s.p.a.:

1) s.p.a. concepita come un'istituzione questa concezione diffusa in Italia e in Europa


continentale la s.p.a. nasce da un atto volontario dei soci fondatori, ma poi destinata a
vivere una vita sostanzialmente propria ed a perseguire un proprio interesse, che
comunque diverso da quello dell'insieme dei soggetti che ad un certo momento si trovano
ad essere soci nel nostro ordinamento prevale una versione di questa concezione ricca di
implicazioni organicistiche gli interessi dei vari soggetti coinvolti (maggioranze,
minoranze, creditori, ecc.) sono premiati o sacrificati in base alla conformit maggiore o
minore che essi di volta in volta manifestano rispetto ad un ipotetico interesse della societ
in quanto tale

2) s.p.a. concepita come una rete di patti destinati a regolare i rapporti tra i soggetti che
ricoprono i diversi ruoli della cui attivazione dipende il funzionamento della grande impresa
moderna in questa impostazione ogni problema interpretativo viene ricondotto alla
necessit di dare al conflitto di interessi sottostante una soluzione pi vicina possibile a
quella che le parti stesse avrebbero concordato se avessero potuto prevederne
l'insorgenza.

Le diverse caratteristiche delle organizzazioni costituite in forma di societ per azioni


Uno dei problemi principali riguarda la variet tipologica delle unit economiche che ricorrono alla
forma della s.p.a. se, da una parte, l'esistenza di un'unica disciplina applicabile tanto, ad es., alla
grande multinazionale quanto alla piccola impresa familiare pu produrre risultati insoddisfacenti,
dall'altra, diversificare la disciplina per ogni tipo di s.p.a. pu essere tutt'altro che agevole.
Le scelte da fare sono quindi di due tipi una che riguarda il livello di differenziazione delle
discipline delle diverse s.p.a. e una che riguarda la fonte della disciplina, con la possibilit di una
regolamentazione rigida basata su norme imperative o sull'autoregolamentazione delle parti.
Per quel che riguarda la differenziazione, la tendenza che sta prendendo piede quella che va nel
senso di aumentare il grado di distinzione tra i diversi tipi di s.p.a..
Per quel che riguarda il secondo problema (quello della etero o della autoregolamentazione), molti
propongono un massiccio ricorso all'autodisciplina (nei rapporti organizzativi interni, non in quelli
esterni) soprattutto in riferimento alle societ le cui azioni sono scambiate abitualmente sul
mercato una volta garantito un minimo di protezione ai creditori involontari, si potrebbe lasciare
che ciascuno faccia credito alla societ o ne acquisti le azioni a proprio rischio e pericolo in
questo caso, la sola ragione per conservare delle discipline imperative sarebbe rappresentata dalla
presenza dei costi di transazione, cio dagli ostacoli materiali che impediscono alle societ di
contrattare con i singoli soci e creditori le condizioni di volta in volta pi opportune questa
visione del meccanismo di formazione delle regole appare ancora pi realistico se sono presenti in
una certa quantit i c.d. investitori istituzionali, ossia enti che per professione investono in
strumenti finanziari il denaro che i risparmiatori hanno affidato loro la loro massiccia presenza
sul mercato pu fare in modo, innanzitutto, che l'eventuale presenza di clausole contrattuali
giudicate pericolose dagli investitori pi attenti si rifletta anche sul prezzo pagato dagli investitori
pi distratti in secondo luogo, un investitore istituzionale che abbia investito oltre una certa
soglia in una societ, in caso di peggioramento dei risultati, pu essere costretto ad intervenire
attivamente nei confronti degli amministratori in questo modo si attiverebbe un controllo sul
lavoro degli amministratori che si rifletterebbe positivamente anche su tutti gli altri soci va per
considerato che il contratto di societ , per sua natura, incompleto e che, pertanto, credere che
possano essere previsti dei criteri per tutte le decisioni che dovranno essere preso irrealistico
per questo non sembra praticabile una strada che scarica sui soci l'onere di prevedere e
regolamentare in anticipo tutte le possibili situazioni.
Per quanto concerne l'ordinamento italiano, il legislatore ha scelto di dettare una disciplina base
per tutte le s.p.a., alla quale se ne aggiunge un'altra che talora la deroga e talora la integra
questa disciplina speciale applicabile alle s.p.a. che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio
(societ con azioni diffuse tra il pubblico in misura rilevante e societ quotate) alle societ con
azioni quotate le norme del codice civile si applicano solo in quanto non sia diversamente disposto
dal codice stesso o dalle leggi speciali in pratica la disciplina del codice si applica per gli aspetti
non considerati nel testo unico dell'intermediazione finanziaria.
Riguardo al problema della etero o dell'autoregolamentazione, la seconda non mai stata ben
vista nell'ordinamento italiano esistono iniziative a livello di societ e, pi raramente, a livello di
categoria che emanano codici a cui dichiarano di volersi attenere si tratta comunque di esempi
non molto numerosi e lasciati alla completa discrezionalit delle societ.
La Costituzione della Societ per azioni

LATTO COSTITUTIVO
La costituzione della s.p.a. una fattispecie a formazione progressiva che richiede
necessariamente almeno tre fasi: 1) stipulazione del contratto sociale; 2) controllo da parte del
notaio rogante;3) iscrizione nel registro delle imprese
Il primo elemento necessario per dar vita alla fattispecie rappresentato dalla stip. del contratto.
1) art. 2328 c.c.: STIPULAZIONE DEL CONTRATTO SOCIALE o formazione di un atto unilaterale
devono essere redatti per atto pubblico e devono contenere:
1) il nome e il cognome o la denominazione, la data e il luogo di nascita o lo Stato di costituzione, il
domicilio o la sede, la cittadinanza dei socie e degli eventuali promotori, nonch il numero delle
azioni assegnate a ciascuno di essi;
2) la denominazione il comune ove sono poste la sede della societ e le eventuali sedi secondarie;
3) lattivit che costituisce loggetto sociale;
4) lammontare del capitale sottoscritto e di quello versato;
5) il numero e leventuale valore nominale delle azioni, le loro caratteristiche e le modalit di
emissione e di circolazione;
6) il valore attribuito ai crediti e beni conferiti in natura;
7) le norme secondo le quali gli utili devono essere ripartiti;
8) i benefici eventualmente accordati ai promotori o ai soci fondatori;
9) il sistema di amministrazione adottato, il numero degli amministratori e i loro poteri, indicando
quali tra essi hanno la rappresentanza della societ;
10) il numero dei componenti il collegio sindacale;
11) la nomina dei primi amministratori e sindaci ovvero dei componenti del consiglio di
sorveglianza e, quando previsto, del soggetto incaricato di effettuare la revisione legale dei conti;
12) limporto globale, almeno approssimativo, delle spese per la costituzione poste a carico della
societ;
13) la durata della societ ovvero, se la societ costituita a tempo indeterminato, il periodo di
tempo, comunque non superiore ad un anno, decorso il quale il socio pu recedere.
Inoltre, lo statuto contenente le norme relative al funzionamento della societ, anche se forma
oggetto di atto separato, costituisce parte integrante dellatto costitutivo. (art 2328 ultimo co)
Il capitale non pu essere inferiore a 120mila (art. 2327) e la denominazione della societ deve
contenere lindicazione di s.p.a. (art. 2326).
Solo alcune lacune particolarmente gravi portano alla nullit della societ.
Per procedere alla costituzione della societ, oltre alla stipulazione dellatto costitutivo:
- deve essere sottoscritto per intero il capitale sociale;
- devono essere rispettate le disposizioni in materia di conferimenti;
- devono sussistere le autorizzazioni governative e le altre condizioni richieste da leggi speciali per
la costituzione della societ, in relazione al suo particolare oggetto. (2329 comma 1).
Una delle indicazioni richieste dallart. 2328 LOGGETTO SOCIALE= attivit che la societ si
propone di svolgere, che deve essere indicata nellatto costitutivo. La mancanza di ogni indicazione
relativa alloggetto sociale o lindicazione di un oggetto illecito determina la nullit della societ
(art. 2332). Oggetto della societ per azioni pu essere sia unattivit commerciale sia unattivit
agricola, purch si tratti di unattivit economica. Altre due norme considerano loggetto sociale:
Art. 2361: vieta lassunzione di partecipazioni in altre imprese quando per la misura e per
loggetto della partecipazione risulti sostanzialmente modificato loggetto sociale determinato
dallo statuto.
Art. 2437: consente il recesso al socio dissenziente nei confronti di una delibera che riguardi il
cambiamento delloggetto sociale e che consenta un cambiamento significativo dellattivit della
societ.
Da queste due norme si desume la volont di tutelare linteresse dei soci alla permanenza del
vincolo originariamente assunto. Dubbia rilevanza economica che il legislatore attribuisce a
questo interesse.
Dal punto di vista dei rapporti interni: il compimento di un atto estraneo costituisce unirregolarit
(fonte di invalidit della delibera assembleare che lavesse autorizzato o di responsabilit per gli
amministratori che lavessero compiuto). Dal punto di vista dei rapporti esterni: presente il
problema della natura del limite che la definizione delloggetto pone allazione della societ.
Attualmente loggetto sociale stato assimilato agli altri eventuali limiti al potere degli
amministratoriinopponibilit ai terzi.
I PATTI PARASOCIALI accordi che per varie ragioni (vincolare allaccordo solo una parte dei soci,
ecc.) intervengono tra i soci e non vengono inseriti nellatto costitutivo. Sono comunque collegati
allatto perch destinati ad incidere sul concreto atteggiarsi dellorganizzazione societaria da essi
creata.
Caratteristica principale = efficacia puramente obbligatoria che coinvolge il socio come singolo e
non incide giuridicamente sul funzionamento della societ. Ci implica che leventuale violazione
del patto non esplica effetti sulla validit dellatto sociale la cui formazione stata da tale
violazione propiziata. I soci inadempienti possono essere tenuti a risarcire il danno eventualmente
provocato agli altri contraenti. Conclusione: la disciplina della validit dei patti parasociali non
incide sulla loro efficacia nei confronti della societ e di soggetti diversi dai contraenti, ma solo
sulla loro idoneit a creare un vincolo per coloro che li hanno stipulati.
-I patti parasociali sono attualmente oggetto di una disciplina molto complessa, differenziata in
base al fatto che la societ sia quotata o sia non quotata:
Disciplina relativa ai patti inerenti a societ non quotate.
Art. 2341-bis: i patti, in qualunque forma stipulati, che al fine di stabilizzare gli assetti proprietari o
il governo della societ:
a. hanno per oggetto lesercizio del diritto di voto nelle societ per azioni o nelle societ che le
controllano;
b. pongono limiti al trasferimento delle relative azioni o delle partecipazioni in societ che le
controllano;
c. hanno per oggetto o per effetto lesercizio anche congiunto di uninfluenza dominante su tali
societ, non possono avere durata superiore a cinque anni e si intendono stipulati per questa
durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore; i patti sono rinnovabili alla scadenza.
Qualora il patto non preveda un termine di durata, ciascun contraente ha il diritto di recedere con
un preavviso di 180 giorni.
Per i patti stipulati con altre finalit (diverse da quelle presentate nellarticolo) valgono le regole
generali saranno ammissibili come ogni contratto atipico previa verifica della meritevolezza
dellinteresse che sono diretti a realizzare e non saranno assoggettati agli specifici limiti previsti
dallart. 2341-bis.
Infatti, limitare i patti con finalit di garanzia (il creditore effettua un prestito chiedendo in cambio
azioni) o strumentali ad accordi di collaborazione nella produzione o nello scambio di beni o servizi
e relativi a societ interamente possedute dai partecipanti allaccordo non avrebbe senso. Questa
disciplina si applica patti inerenti a societ fanno ricorso al mercato del capitale di rischio (societ
quotate).
Disciplina relativa ai patti inerenti a societ quotate.
Artt. 122 e 123 del t.u.f. disciplina autosufficiente che non si integra con quella codicistica e
prevede espressamente linapplicabilit degli arti 2341-bis e ter a questa fattispecie.
Questi articoli prevedo espressamente una categoria di patti che istituiscono obblighi di preventiva
consultazione sullesercizio del voto (assente nellart 2431-bis), ma non presentano lindicazione
del fine che i patti devono perseguire per essere considerati parasociali (presente nellart 2341-bis).
Differenza principale tra larticolo e la disciplina (122/123 tuf)I patti afferenti a societ quotate
sono soggetti ad un obbligo di pubblicazione, di deposito presso il registro delle imprese e di
comunicazione alla Consob, la cui violazione comporta la nullit del patto e la sospensione del
diritto di voto. inoltre prevista la possibilit di recedere dal patto senza preavviso per gli azionisti
che intendano aderire ad una offerta pubblica di acquisto o di scambio. La durata massima di tre
anni.
Problema: cosa succede quando il patto mira a realizzare obiettivi incompatibili con la disciplina
della societ? Per decidere se lincompatibilit debba incidere solo sugli atti con cui, in esecuzione
del patto, si sia violata detta disciplina, ma anche sulla validit del patto stesso bisogna valutare il
contenuto di ogni singolo patto.

2) Latto costitutivo, assieme ai documenti comprovanti lavvenuto versamento dei decimi in


denaro, nonch con le eventuali autorizzazioni governative prescritte e la relazione giurata di stima
dei conferimenti di beni in natura o di crediti, deve essere depositato entro 20 giorni dalla sua
stipulazione presso lufficio del registro delle imprese, nella cui circoscrizione stabilita la sede
sociale.
3) Art. 2330: prevede che, contestualmente al deposito, il notaio rogante richieda liscrizione della
societ nel registro e lufficio esegue un controllo sulla regolarit della documentazione fornita.
4) Art. 2331: con liscrizione la societ acquista personalit giuridica.
La mancata iscrizione (art.2331): per le operazioni compiute in nome della societ prima
delliscrizione sono solidalmente e illimitatamente responsabili verso i terzi coloro che hanno agito.
Sono altres solidalmente e illimitatamente responsabili il socio unico fondatore e quelli tra i soci
che nellatto costitutivo o con atto separato hanno deciso, autorizzato o consentito il compimento
delloperazione.
Gli atti compiuti possono essere ratificati dalla societ iscritta, che acquister diritti e obblighi
relativi.
LA NULLITA DELLA SOCIETA
Art. 2332 c.c.; contiene unampia serie di deroghe alla disciplina generale della nullit e si applica
solo dopo lavvenuta iscrizione della societ. Comporta:
-restrizione dei possibili vizi, tassativamente elencati nella norma stessa
-disciplina degli effetti della dichiarazione della nullit per cui la societ entra in fase di liquidazione
(la causa di nullit opera come causa di scioglimento)
- possibilit che la causa di nullit venga eliminata con conseguente sanatoria del vizio. In questo
caso la nullit non pu essere dichiarata.
-la dichiarazione di nullit della societ non pregiudica lefficacia degli atti compiuti in suo nome
dopo liscrizione.
La nullit della societ iscritta pu essere pronunciata solo nei seguenti casi:
1) mancata stipulazione dellatto costitutivo nella forma di atto pubblico;
2) illiceit delloggetto sociale;
3) mancanza nellatto costitutivo di ogni indicazione riguardante la denominazione della societ, o i
conferimenti, o lammontare del capitale sociale o loggetto sociale.
Come si vede lelenco circoscritto e tassativo. da ritenere ogni altra ipotesi di violazione di
norme imperative comporta la nullit della clausola illecita ma non dellintero contratto.
Problema: atti che contengono clausole tali da portare la societ in concreto costituita fuori del
tipo di societ per azioni. Es. atto costitutivo di societ per azioni in cui si prevede la divisione del
capitale sociale in quote e non in azioni. Alla luce delle vicende dellart. 2331 dovrebbe escludersi
la nullit dellintero contratto mentre la nullit della clausola presuppone che latto in questione
possa essere inquadrato nel tipo di societ per azioni, e che lapplicazione della disciplina
imperativa dettata per il tipo di contratto prescelto, determini la nullit della clausola in questione
a Questo problema di scarsa rilevanza pratica e non stato efficacemente risolto dal legislatore.
Il testo vigente non parla pi di sanatoria espressamente ma si ritiene che una delibera assunta
dallassemblea con la maggioranza richiesta per le modifiche statutarie possa sanare la nullit
dellatto costitutivo.
Nulla previsto per lipotesi di vizi relativi alla singola partecipazione questa pu essere
annullata o dichiarata nulla secondo le regole generali, ma la sua invalidit non incider mai sulla
validit della societ.
Quali sono gli interessi tutelati dallart. 2332?
a) quello del gruppo di controllo: tutelato dalla indicazione tassativa di un ristretto numero di
possibili cause di nullit e dalla possibilit di deliberare a maggioranza una modifica dellatto
costitutivo che ne eviti la nullit.
b) quello dei terzi che possono fare affidamento sullefficacia degli atti stipulati con la societ e sulla
garanzia offerta dal capitale sociale statutario.
c) Indirettamente quello delle s.p.a. che possono agevolmente contrattare anche con quei terzi che
in assenza di questo articolo esiterebbero temendone la nullit.

I CONFERIMENTI
Possono essere distinti in base al loro oggetto (in denaro, in natura, di crediti, ecc.). L Art. 2342 c.c
prevede che: se nellatto costitutivo non stabilito diversamente, il conferimento deve farsi in
denaro.
nelle societ di capitali sono posti limiti ai possibili oggetti dei conferimenti ed ai valori loro
attribuibili. ( societ di persone dove possono essere conferiti beni o servizi di qualsiasi natura).
Problema dellindividuazione dei beni suscettibili di essere conferiti:
A) Certa la non conferibilit di prestazioni di opere o di servizi (acquisibili mediante emissione
di azioni e strumenti finanziari);
B) in passato ha avuto seguito la tesi che sosteneva la conferibilit dei soli beni espropriabili (beni
sui quali i creditori possono soddisfarsi vendendoli) questa interpretazione troppo rigorosa
perch da una parte limpresa viene privata della possibilit di acquisire mediante conferimento di
beni di sicura utilit (know-how), dallaltra ai creditori viene assicurata una tutela illusoria.
C) da ritenere che il conferimento debba essere suscettibile di valutazione economica limite
generale alla conferibilit.
D) conferimenti di crediti: devono essere sottoposti alla stessa procedura di valutazione cui sono
sottoposti i conferimenti di beni in natura. (art.2343)
E) conferimenti in natura (iscritti in bilancio al valore della stima, concorrono al formazione del
capitale sociale)pericolo: sopravvalutazione dei beni oggetto di conferimento in natura (intenti
fraudolenti o conseguenza fisiologica dei rapporti che intercorrono tra i soci).
In una situazione in cui i soci si impegnano ad effettuare conferimenti uno in denaro e laltro in
natura colui che effettua il conferimento in natura ad avere la posizione contrattuale prevalente
(dispone di una forza economica superiore)
Gli interessi che possono essere pregiudicati dalla sopravvalutazione:
1- quello dei creditori sociali: se il valore attribuito superiore a quello reale che fa
affidamento sulla corrispondenza tra capitale sociale e patrimonio netto della societ egli
potrebbe rimanere deluso scoprendo che il patrimonio sociale vale meno di quanto gli
stato fatto credere.
2- quello dei soci che conferiscono denaro: se i conferimenti in natura sono sopravvalutati i
soci che li conferiscono ottengono pi azioni di quante gli spetterebbero. Questo interesse
particolarmente vulnerabile quando il conferimento in natura avviene in occasione di un
aumento di capitale; al momento della costituzione della societ (momento di trattativa,
non decisionale di maggioranza) il pericolo di una sopravvalutazione si attenua, ma
subentra invece il pericolo della forza economica posseduta dal socio che dispone del bene
in natura (indispensabile per la nascita della societ, ad es: brevetto per invenzione) il quale
impone la sopravvalutazione del suo bene agli altri soci, non con linganno ma con la forza
economica.
Disciplina: Prima del 2003obbligo di una stima diretta ad accertare leffettivo valore del
conferimento (proteggeva questi interessi);
Riforma del 2003lesperto deve semplicemente accertare che il valore del bene non sia inferiore
a quello attribuitogli ai fini della determinazione del capitale sociale. E oggi espressamente
consentito che un socio riceva pi azioni di quelle che gli spetterebbero in base al valore del bene
da lui conferito a condizione che qualcuno degli altri soci e diceva di meno. In sostanza i soci
possono pattuire che un certo bene (brevetto) abbia un certo valore, ad esempio 100 e un altro
valore ai fini della formazione capitale sociale ad es. 80. In questo esempio il socio conferente del
1
brevetto potr ricevere azioni per il valore di 100 a condizione che qualche altro socio conferisca a
sua volta 100 e si accontenti di ricevere azioni per 80. La riforma del 2008 non ha modificato il
quadro degli interessi protetti.
Dopo questultima possiamo individuare due discipline:

Conferimenti di beni in natura e crediti oggetto di relazione giurata di stima (art 2343):
Chi conferisce beni in natura o crediti deve presentare la relazione giurata di un esperto designato
dal tribunale nel cui circondario ha sede la societ, contenente la descrizione dei beni o dei crediti
conferiti, lattestazione che il loro valore almeno pari (valore molto prudenziale) a quello ad essi
attribuito ai fini della determinazione del capitale sociale e delleventuale sopraprezzo e i criteri di
valutazione seguiti. La relazione deve essere allegata allatto costitutivo.
Il punto pi delicato quello dei criteri di valutazione: in genere si ricorre a valutazioni miste,
reddituali e patrimoniali: se il conferimento unazienda bisogna tener conto sia del suo
patrimonio sia del suo reddito. Il perito pu limitarsi a constatare che il valore dei beni non
inferiore a quello attribuito e non deve accertare la corrispondenza tra il valore dei beni e il valore
delle azioni emesse a fronte di conferimento. Inderogabile resta comunque la corrispondenza tra il
valore complessivo dei conferimenti e il valore complessivo delle azioni emesse se il capitale
100, niente impedisce ai soci di stabilire che chi conferisce 30 avr azioni di valore nominale pari a
60, a condizione che chi conferisce gli altri 70 si accontenti di avere azioni per 40.
Nel termine di 180 giorni dalla costituzione della societ gli amministratori devono controllare le
valutazioni contenute nella relazione (obbligatorio lesame della stima) e se sussistono fondati
motivi devono procedere alla revisione (rinnovo). Sino a quando le valutazioni non sono state
controllate le azioni corrispondenti ai conferimenti in natura non possono circolare.
In base allultimo comma dellart. 2343: Se risulta che il valore dei beni o dei crediti conferiti era
inferiore di oltre 1/5 a quello per cui avvenne il conferimento la societ deve proporzionalmente
ridurre il capitale sociale, annullando le azioni che restano scoperte. Tuttavia il socio conferente
pu versare la differenza in denaro o recedere o dalla societ.
Per i conferimenti di crediti e beni in natura dettata la seguente regola: le azioni corrispondenti
ai beni conferiti devono essere liberate al momento della sottoscrizione. Per evitare facili elusioni
alla disciplina dei conferimenti in natura stata introdotta una norma, lart 2343-bis, in base alla
quale: lacquisto da parte della societ, per un corrispettivo pari o superiore al decimo del capitale
sociale, di beni o crediti dei promotori, dei fondatori, dei soci o degli amministratori nei due anni
dalla iscrizione della societ nel registro delle imprese, deve essere autorizzato dallassemblea
2 ordinaria.

Conferimenti in natura senza relazione giurata di stima:


Il legislatore ha deciso di consentire alle societ di ridurre tutti quei costi (compenso perito, ecc.)
legati al rispetto di una procedura rigida di controllo rispetto ai conferimento in natura (prima
disciplina) ed ha previsto la possibilit di effettuare conferimenti in natura senza ricorrere alla
procedura. Ci possibile quando:
-oggetto del conferimento sono valori mobiliari o strumenti del mercato monetario cui sia
attribuito un valore pari o inferiore al valore medio ponderato al quale sono stati negoziati su uno
o pi mercati regolamentati nei sei mesi precedenti il conferimento;
-il valore attribuito ai beni conferiti corrisponde al valore equo ricavato da un bilancio approvato da
non oltre un anno purch sottoposto a revisione legale a condizione che la revisione non esprima
rilievi in ordine alla valutazione dei beni oggetto del conferimento;
-il valore attribuito corrisponde al valore equo risultante dalla valutazione precedente di non oltre
sei mesi il conferimento e conforme ai principi e criteri generalmente riconosciuti per la
valutazione dei beni oggetto del conferimento effettuata da un esperto indipendente dotato di
adeguata e comprovata professionalit.
Queste discipline, consentendo di prescindere dallintervento dellesperto nominato dal giudice
riduce di molto il livello di protezione dellinteresse dei creditori e degli altri soci, ma soprattutto
deresponsabilizza gli amministratori. Infatti questultimi di questa procedura alternativa non sono
tenuti a rivedere la stima ma semplicemente a verificare che non siano intercorsi fatti eccezionali o
rilevanti successivi al momento della valutazione. In sostanza gli amministratori sono responsabili
di controllare che la valutazione abbia seguito uno dei modi previsti dalla legge e che non siano
verificate circostanze eccezionali o rilevanti ma non dovrebbero essere responsabili per il caso che
pur essendo stata seguita una procedura corretta sia stato ugualmente determinato il valore
sbagliato.
LE PRESTAZIONI ACCESSORIE
Art. 2345 c.c.: prevede la possibilit che latto costitutivo imponga ai soci lobbligo di eseguire
prestazioni accessorie non consistenti in denaro, determinandone contenuto, durata, modalit e
compenso e stabilendo particolari sanzioni per il caso di inadempimento. Le azioni con prestazioni
accessorie sono nominative e non possono essere trasferite senza il consenso degli amministratori.
Salvo diversa disposizione dellatto costitutivo gli obblighi relativi non possono essere modificati se
non con il consenso di tutti i soci.
Qual la natura del rapporto che si instaura tra societ e socio obbligato e prestazioni accessorie?
Si discute se esso configuri un rapporto collegato, ma autonomo rispetto a quello sociale, o sia
interno a questultimo. La risposta da ricercare nellultimo comma dellarticolo che sembra
autorizzare (quando latto costitutivo la prevede) una modificazione a maggioranza degli obblighi
imposti al socio (anche contro la sua volont); se questo vero, lesistenza di un autonomo
contratto di scambio appare difficilmente configurabile.

IL SOCIO MOROSO
Gli amministratori possono richiedere ai soci il versamento delle quote dovute in qualsiasi
momento. Se il socio non esegue i pagamenti dovuti, decorsi 15 giorni dalla pubblicazione di una
diffida nella Gazzetta Ufficiale degli amministratori, se non ritengono utile promuovere azione per
lesecuzione del conferimento, offrono le azioni agli altri soci in proporzione della loro
partecipazione, per un corrispettivo non inferiore ai conferimenti ancora dovuti.
In mancanza di offerte possono far vendere le azioni a rischio e per conto del socio, a mezzo di una
banca o di un intermediario autorizzato. Qualora la vendita non possa aver luogo per mancanza di
compratori gli amministratori possono dichiarare decaduto il socio trattenendo le somme gi
riscosse, salvo il risarcimento dei maggiori danni. Le azioni non vendute, se non possono essere
rimesse in circolazione entro lesercizio in cui fu pronunziata la decadenza del socio moroso, devono
essere estinte con la corrispondente riduzione del capitale sociale.
linadempimento del socio legittima il ricorso ai normali rimedi ma autorizza anche il ricorso ad
una sorta di esecuzione coattiva privata, con lo scopo evidente di assicurare il ripristino dellesatta
corrispondenza tra capitale sociale nominale e valore dei beni entrati nel patrimonio della societ a
titolo di conferimento.
Il socio moroso non pu esercitare il diritto di voto. In caso di trasferimento di azioni non liberate
lacquirente responsabile in solido con lalienante per i versamenti ancora dovuti.
LE AZIONI----CARATTERISTICHE GENERALI

L' Art. 2346 c.c prevede che: la partecipazione sociale rappresentata da azioni: salvo diversa
disposizione di leggi speciali lo statuto pu escludere lemissione dei relativi titoli o prevedere
lutilizzazione di diverse tecniche di legittimazione e circolazione.

La divisione del capitale in azioni (intese come partecipazioni) un elemento essenziale e


caratterizzante della societ per azioni. Invece la presenza di titoli circolanti dove le partecipazioni
sono documentate puramente eventuale, infatti lo statuto pu escludere l'emissione dei titoli.

Le azioni (intese come partecipazioni) costituiscono frazioni del capitale di identico ammontare,
conferiscono ai loro possessori uguali diritti e sono indivisibili (artt. 2347 e 2348).

Un titolo azionario pu essere rappresentativo di una o di pi azioni e nella stessa societ


possono coesistere certificati di diverso ammontare.
Queste operazioni, che incidono esclusivamente sulla quantit di azioni rappresentate in un solo
documento, devono essere distinte dai raggruppamenti o frazionamenti di azioni intese come
partecipazioni.

NATURA GIURIDICA DEI TITOLI AZIONARI

I titoli azionari devono indicare:


1. la denominazione e la sede della societ;
2. la data dellatto costitutivo e della sua iscrizione, e lufficio del registro delle imprese dove la
societ iscritta;
3. il loro valore nominale o, se si tratta di azioni senza valore nominale, il numero complessivo delle
azioni emesse, nonch lammontare del capitale sociale;
4. lammontare dei versamenti parziali sulle azioni non interamente liberate;
5. i diritti e gli obblighi particolari ad esse inerenti.

Occorre inoltre stabilire se essi sono o meno titoli di credito. Per impostare questo problema occorre
chiarire cosa significa titolo di credito.
Il titolo di credito pu indicare:
a) un documento dotato di certe caratteristiche ( fattispecie titolo di credito)
b) un insieme che si applicano a determinati documenti ( titolo di credito come disciplina)

Se partiamo da quest'ultima prospettiva (b) si deve confrontare la disciplina specifica delle azioni e
vedere se le due discipline sono compatibili. Sorge per un problema in relazione all' art 2356
che disciplina gli effetti del trasferimento di azioni ancora non liberate, secondo cui l'acquirente
responsabile per i conferimenti ancora dovuti.
Tale disciplina non sarebbe applicabile nei titoli di credito, ad esempio in una cambiale. Infatti nei
titoli di credito vale la cd caratteristica della letteralit ( secondo cui il debitore pu opporre al
portatore solo le eccezioni che risultano dal titolo) mentre manca nelle azioni.
Molti ritengono il requisito della letteralit come requisito essenziale per i titoli di credito e in
questo caso la risposta alla compatibilit delle due discipline sarebbe negativa. In relazione a ci
sarebbe negato alle azioni anche il requisito dell'autonomia.
Nonostante ci il tentativo di estendere la disciplina dei titoli di credito alle azioni ha indotto molti
ad eliminare la letteralit dal novero delle caratteristiche essenziali.

Si avrebbero cos due categorie di titoli di credito:


1) quelli dotati di letteralit e autonomia
2) quelli dotati della sola autonomia ( a cui potrebbero appartenere le azioni)

La disciplina delle azioni non contiene per una completa disciplina dell'autonomia e perci:
a) relativamente alla caratteristica della letteralit, le due discipline non sono conformi!!
b) relativamente alla caratteristica dell'autonomia, la disciplina delle azioni non contrastante ma
ci non consente n di negare la compatibilit ne di affermarla.

Un tentativo di aggirare tale problema pu essere effettuato spostando il discorso sul pianno
della fattispecie. In questo caso occorre verificare se le azioni abbiano le caratteristiche di fatto
dei titoli di credito. se riteniamo la caratteristica essenziale della fattispecie la destinazione alla
circolazione impressa al titolo , le azioni dovrebbero essere considerate titoli di credito.
si dovrebbe perci applicare alle azioni , la disciplina dei titoli di credito non espressamente
derogata dalla disciplina specifica delle azioni stesse.

AZIONI NOMINATIVE E AL PORTATORE


Per quanto riguarda la legge di circolazione le azioni possono essere distinte in azioni nominative e
azioni al portatore. Infatti l'art 2354 dispone che i titoli possono essere nominativi o al portatore, a
scelta del socio, se lo statuto o le leggi speciali non stabiliscono diversamente

Attualmente in Italia solo le azioni di risparmio possono essere al portatore. Le azioni ordinarie
non possono essere al portatore.

IL TRASFERIMENTO DELLE AZIONI

La negoziazione delle partecipazioni azionarie unattivit che interviene tra i soci, a cui la societ
non partecipa, ma dalla quale scaturiscono effetti che la riguardano.
Dobbiamo distinguere tra due diversi problemi:

1) se non sono stati emessi titoli azionari: il trasferimento delle azioni ha effetto nei confronti della
societ dal momento delliscrizione nel libro dei soci.
dunque possibile che un soggetto sia titolare delle azioni e non abbia avuto tuttavia il diritto di
esercitare i poteri sociali a lui spettanti per difetto di iscrizione nel libro dei soci.

2)se i titoli azionari sono stati emessi, occorre distinguere tra titoli al portatore e titoli nominativi.
Nel caso di titoli al portatore le azioni si trasferiscono con la consegna del titolo. Quindi chi ha
acquistato e detiene il possesso del titolo potr esercitare i poteri sociali e inoltre se ha acquistato
dal titolare o se ricorrono le condizioni previste dall'art 1994 (acquisto buono fede + titolo idoneo)
sar anche titolare della partecipazione.
Nel caso di titoli nominativi la prima possibilit che il trasferimento avvenga mediante girata. In
questo caso il giratario, se in grado di dimostrare che il proprietario ha il diritto di ottenere
l'annotazione del trasferimento nel libro dei soci e quindi legittimato ad esercitare i diritti sociali.
inoltre se ha acquistato dal titolare o se ricorrono le condizioni previste dall'art 1994 (acquisto
buono fede + titolo idoneo) sar anche titolare della partecipazione.
La seconda possibilit che il trasferimento avvenga mediante l'annotazione del nome
dell'acquirente sul vecchio titolo e sul libro dei soci ( cd transfer). In questo caso il nuovo
intestatario potr esercitare sia i diritti sociali ed inoltre acquister la titolarit della partecipazione.

Inoltre ci si pu chiedere se queste formalit siano anche condizione necessaria perch si verifichi
il trasferimento della titolarit.
In questo caso ci sono due teorie:

1)teoria consensualistica: in caso di acquisto del titolo da colui che ne proprietario il consenso
delle parti sufficiente a trasferire la propriet del documento e quindi la titolarit del diritto.

2)teoria realista: considera le formalit previste dagli artt. 2022 e 2023 come costitutive delleffetto
reale: in loro assenza non si trasferisce la legittimazione e neppure la titolarit.

(Riepilogando)
Quindi:
Il trasferimento della titolarit della partecipazione avviene:
_ secondo il diritto comune in caso di mancata emissione dei titoli;
_ con la consegna in caso di titoli al portatore;
_ con la girata autenticata o con il transfert in caso di titoli nominativi.
Lacquisto della legittimazione nei confronti della societ avviene:
_ con liscrizione nel libro dei soci in caso di mancata emissione dei titoli;
_ con lacquisto del possesso in caso di titoli al portatore;
_ con la serie continua di girate o con il transfert in caso di titoli nominativi.

GESTIONE ACCENTRATA E DEMATERIALIZZAZIONE

Sulle regole della circolazione incidono le norme che consentono la circolazione delle azioni in
maniera svincolata dal materiale trasferimento dei documenti relativi.
Si procede quindi ad una dematerializzazione che comporta la non incorporazione delle azioni in
titoli cartacei ed obbligatoria per tutti gli strumenti finanziari negoziati o destinati alla
negoziazione sui mercati regolamentati italiani.

Questo sistema, oltre che dalla dematerializzazione, caratterizzato dalla presenza di societ di
gestione accentrata alle quali gli intermediari (banche e imprese di investimento) affidano le azioni
ricevute in gestione dai loro clienti.
Il trasferimento degli strumenti finanziari e i relativi diritti patrimoniali possono effettuarsi soltanto
tramite lintermediario autorizzato e Il trasferimento avviene mediante registrazione sui conti.
Infatti la societ di gestione accentrata accende per ogni intermediario conti destinati a registrare i
movimenti degli strumenti finanziari disposti tramite lo stesso e lintermediario registra per ogni
titolare di conto gli strumenti di sua pertinenza.
CONDIZIONI ALLA CIRCOLAZIONE DELLE AZIONI

L'art 2355- bis prevede che Nel caso di azioni nominative ed in quello di mancata emissione dei
titoli azionari, lo statuto pu sottoporre a particolari condizioni il loro trasferimento e pu, per un
periodo non superiore a cinque anni vietarne il trasferimento.
Le clausole dello statuto che subordinano il trasferimento delle azioni al mero gradimento di organi
sociali o di altri soci sono inefficaci se non prevedono, a carico della societ o degli altri soci, un
obbligo di acquisto oppure il diritto di recesso dellalienante. Il corrispettivo dellacquisto o la
quota di liquidazione sono determinati secondo le modalit e nella misura previste dallarticolo
2437ter.
Le limitazioni al trasferimento delle azioni devono risultare dal titolo.

Le azioni sono naturalmente destinate alla circolazione. Ci non esclude che in molte situazioni i
soci possano avere interesse a vietare o almeno a limitare la circolazione delle azioni.

Il primo principio che si ricava dalla norma che il blocco totale e permanente della circolazione
delle azioni non ammesso (la norma consente infatti di introdurre un divieto di alienazione, ma
solo per un periodo massimo di cinque anni).
Il secondo principio quello della liceit delle clausole che sottopongono a particolari condizioni il
trasferimento delle azioni nominative o di quelle per le quali non si proceduto alla emissione dei
titoli.
Dalla combinazione dei due principi, otteniamo le cd clausole di mero gradimento.
Per clausole di mero gradimento si intendono le clausole che non definiscono in anticipo i criteri in
base ai quali il gradimento deve essere concesso o negato, e attribuiscono a chi ha il potere di
esprimere il gradimento una insindacabile discrezionalit.

Queste clausole non vietano lalienazione delle azioni, ma non ammettono che lacquirente delle
azioni possa presentarsi alla societ in qualit di socio ed esercitare i relativi diritti se non ha
ricevuto il gradimento del consiglio di amministrazione o dellassemblea o di altri organi sociali.
La presenza della clausola di gradimento non incide sulla validit del trasferimento delle azioni, ma
pu impedire lesercizio da parte di un acquirente non gradito dei diritti sociali.

Gli interessi lesi da una clausola di gradimento sono:


1) l' interesse generale al ricambio dei gruppi di controllo realizzato mediante scalate. Questo
fenomeno pu essere considerato positivo perch dovrebbe assicurare che le imprese siano gestite
in ogni momento da chi in grado di farlo meglio.
2) un interesse privato del socio molto particolare ovvero l'interesse a non restare prigioniero
del suo titolo. Una clausola di gradimento che consente di negare lingresso in societ sulla base
di giudizi discrezionali e immotivati, pu determinare una situazione in cui il socio non riesce pi a
vendere le sue azioni, perch nessun potenziale acquirente riesce ad ottenere il gradimento. In
questo senso le azioni si trasformano in una palla di piombo che il socio prigioniero costretto a
trascinarsi dietro.
Quest'ultimo caso tutelato dalle legge sanzionando l'inefficacia delle clausole quando queste non
prevedono a carico della societ o di uno dei soci un obbligo di acquisto oppure il diritto di recesso
per l'alienante.

CLAUSOLE DI PRELAZIONE

Sono le clausole con cui si stabilisce che le azioni, prima di poter essere cedute liberamente,
debbano essere offerte a determinati soggetti (generalmente gli altri azionisti).
La violazione della clausola di prelazione opponibile al terzo acquirente nel senso che
questultimo non pu ottenere liscrizione nel libro dei soci e il suo atto di acquisto invalido o
inefficace.
(se non si tratta di una clausola ma di un patto di prelazione stipulato al di fuori dellatto costitutivo
la violazione crea un obbligo di risarcimento danni, ma non incide sugli effetti del contratto di
vendita. )

LAZIONE COME PARTECIPAZIONE: I DIRITTI DELLAZIONISTA

Alcune delle caratteristiche delle azioni sono gi state indicate: esse devono essere di uguale valore,
sono indivisibili.

Tradizionalmente i diritti spettanti agli azionisti vengono distinti in due categorie:


diritti di natura patrimoniale e diritti di natura cooperativa.
( esempio Dritto agli utili e alla quota di liquidazione , Diritto al voto )

(PARITA DEI DIRITTI E PARITA DI TRATTAMENTO)

Inoltre l'art 2318 recita che le azioni devono essere di uguale valore e conferiscono ai loro
possessori uguali diritti. Si possono tuttavia creare con lo statuto o con successive modifiche di
questo, categorie di azioni fornite di diritti diversi.

La norma contiene due regole:


1) riguarda l'Uguaglianza dei diritti che vale soltanto allinterno della stessa categoria di azioni
visto che possono crearsi categorie di azioni aventi diritti diversi. Si ritiene comunque che la regola
fissi un principio di uguaglianza formale che impedisce di attribuire diritti diversi agli azionisti
appartenenti alla stessa categoria.

Questo principio tuttavia non impone di trattare tutti i soci allo stesso modo, concedendo a tutti
le stesse concrete opportunit si garantisce la parit dei diritti ma non un diritto alla parit. (art
2348)
Per le societ i cui titoli sono quotati in borsa vi una regola, contenuta nellart. 92 t.u.f., che
prevede che gli emittenti quotati assicurano il medesimo trattamento a tutti i portatori degli
strumenti finanziari che si trovino in identiche condizioni.

PEGNO, USUFRUTTO E SEQUESTRO DI AZIONI

Art. 2352: Nel caso di pegno o usufrutto sulle azioni, il diritto di voto spetta, salvo convenzione
contraria, al creditore pignoratizio o allusufruttuario. Nel caso di sequestro delle azioni il diritto di
voto esercitato dal custode.
Se le azioni attribuiscono un diritto di opzione, questo spetta al socio ed al medesimo sono attribuite
le azioni in base ad esso sottoscritte.
Nel caso di aumento del capitale sociale ai sensi dellarticolo 2442, il pegno, lusufrutto o il
sequestro si estendono alle azioni di nuova emissione.
Se sono richiesti versamenti sulle azioni, nel caso di pegno, il socio deve provvedere al versamento
delle somme necessarie almeno tre giorni prima della scadenza; in mancanza il creditore
pignoratizio pu vendere le azioni. Nel caso di usufrutto, lusufruttuario deve provvedere al
versamento, salvo il suo diritto alla restituzione al termine dellusufrutto.
Se lusufrutto spetta a pi persone, si applica il secondo comma dellarticolo 2347.

Quanto agli altri diritti di natura amministrativa, diversi dal diritto di voto, lultimo comma
dellart. in questione prevede che in mancanza di diversa disposizione contenuta nel titolo o nel
provvedimento che ha concesso il sequestro, essi spettino, nel caso di sequestro al custode e nel
caso di pegno o usufrutto, sia al socio sia al creditore pignoratizio o allusufruttuario.

IL FINANZIAMENTO DELLA SOCIETA


AZIONI, OBBLIGAZIONI, PATRIMONI DESTINATI

IL FINANZIAMENTO DELLA SOCIETA

Esistono varie forma di finanziamento. Oltre all'autofinanziamento, che consiste nella mancata
distribuzione di utili ai soci, troviamo anche l'eterofinanziamento, cio il finanziamento che
proviene da soggetti diversi dalla societ.
Tradizionalmente all'interno di quest'ultimo si distingue tra:

1) finanziamenti ottenuti a capitale di rischio i soggetti in cambio del denaro versato


ottengono la qualit di soci, con tutto ci che esso comporta.
2) Finanziamenti ottenuti a capitale di credito i soggetti in cambio del denaro versato
assumono la qualit di soci.

Inoltre in relazione dobbiamo distinguere tra:


1) fornitore di capitale di rischio essi ricevono azioni, e di conseguenza diventano soci
ed ereditano i vari obblighi.
2) Fornitore di capitale di credito essi ricevono obbligazioni e di conseguenza si pongono
come creditori della societ.

Fino al 2003 questa disciplina ispirava tutto il sistema ma nella realt economica questa
contrapposizione non cos netta infatti il legislatore del 2003 ha innovato profondamente la
materia, creando i presupposti giuridici per consentire, alle societ, di procedere allemissione
di unampia variet di diverse categorie di azioni e di titoli che azioni non sono.

DIVERSE CATEGORIE DI AZIONI

Tra le diverse categorie di azioni troviamo:

1) L'art 2348 c2 che prevede la possibilit di creare azioni con diritti diversi per quanto
concerne la incidenza delle perdite.

2) L'art 2350 che prevede la possibilit di creare azioni dotate di un privilegio, magari
condizionato al verificarsi di determinati eventi, nella distribuzione degli utili.

3) L'art 2350 c2, che prevede la possibilit di emettere azioni con diritti patrimoniale
correlati ai risultati dell'attivit sociale in un determinato settore.

4) L'art 2351 c2 che consente di emettere azioni senza diritto di voto, con diritto di voto
limitato a determinati argomenti, con diritto di voto subordinato al verificarsi di
determinate condizioni non meramente potestative.
A tal proposito l'unico limite che il valore delle azioni con diritto di voto limitato, non pu
superare la del capitale sociale

Tali categorie di azioni si definiscono AZIONI INNOMINATE, che possono nascere in relazione
a tali regole.
Nel complesso lautonomia ad oggi concessa in tema di creazione di particolari categorie di
azioni appare moto ampia.

Oltre alle azioni innominate, esistono anche le AZIONI NOMINATE: ovvero azioni la cui
possibile creazione direttamente prevista dal legislatore. Le piu importanti tra queste ultime
sono le azioni di risparmio.

1) AZIONI DI RISPARMIO

Le azioni di risparmio furono introdotte con lo scopo di mettere a disposizione delle societ
quotate uno strumento adatto a raccogliere capitale anche da categorie di investitori non
disposti ad investire in azioni ordinarie.
Il ragionamento di fondo stato infatti che coloro che partecipano ad una societ per azioni
possono avere scopi diversi:

1) gestire la societ c.d. soci imprenditori, le cui azioni devono essere complete del
diritto di voto.
2) Interesse al solo valore patrimoniale e al reddito dell'azioni i cd soci risparmiatori.
2) A tal proposito sono state create le azioni di risparmio che hanno un privilegio rilevante
negli utili e che sono prive totalmente del diritto di voto. (azioni a voto limitato non possono
superare la del capitale sociale).
La garanzia inizialmente attribuita alle azioni di risparmio non ha per rappresentato un
incentivo sufficiente e per questo motivo il legislatore ha deciso di dettare un regolamento
nuovo, che valorizza lautonomia delle singole societ stabilendo nell'art 145 tuf che:

l'atto costitutivo determina il contenuto del privilegio, le condizioni, i limiti, le modalit e i


termini per il suo esercizio oltre i diritti spettanti agli azioni di risparmio.

Inoltre l'art 146, 147 tuf disciplinano il funzionamento dell'organizzazione degli azionisti di
risparmio, articolata su due organi:

1)assemblea speciale
2)rappresentante comune che provvede allesecuzione delle deliberazioni dellassemblea degli
azionisti di risparmio .

2) AZIONI DI GODIMENTO

Le azioni di godimento sono azioni attribuite ai possessori delle azioni rimborsate a seguito
della riduzione del capitale sociale e sono disciplinate, in parte, dallart.2353 c.c. in base al
quale
viene assegnato loro un dividendo pari allinteresse legale, o una quota di liquidazione pari al
valore nominale, per poi collocare le azioni rimborsate e non rimborsate sullo stesso piano per
farle concorrere, in una situazione paritetica, alla ripartizione degli utili

Inoltre sono prive del diritto di voto, salvo patto contrario


Infine la possibilit che vengano emesse azioni di godimento non implica che il socio sia
obbligato ad accettare, in caso di riduzione del capitale di rischio,un rimborso delle sue azioni
e e la loro sostituzione con azioni di godimento.

3) AZIONI A FAVORE DEI PRESTATORI DI LAVORO

L'art 2349 consente di assegnare utili ai lavoratori dipendenti della societ mediante
l'emissione di speciali categorie di azioni con norme particolari.

Consente, in deroga allart.2442 c.c., di aumentare il capitale mediante limpiego di utili e


lemissione gratuita di azioni (per un ammontare corrispondente agli utili i) non destinati ai
soci MA bens ai terzi prestatori di lavoro.

LE OBBLIGAZIONI

Le obbligazioni rappresentano un prestito effettuato alle societ, la cui delibera assunta salva
diversa disposizione dagli amministratori, che conferisce ai sottoscrittori la posizione di
creditori.

La disciplina prevede la possibilit di emettere obbligazioni:


1) postergate, i cui diritti sono subordinati alla soddisfazione di altri creditori della societ
2) con interessi, la cui entit collegata allandamento economico della societ.

Infine le obbligazioni sono titoli di credito e possono essere emesse al portatore. (a differenza
delle azioni, in quanto le azioni ordinarie non possono essere emesse al portatore).

Per quanto riguarda i limiti all'emissione di obbligazioni esiste:

1) un limite soggettivo possono essere emesse solo spa e societ in accomandita per
azioni.
2) Un limite quantitativo l'art 2412 afferma che il loro ammontare non pu superare il
doppio del capitale sociale, della riserva legale e delle riserve disponibili risultanti
dall'ultimo bilancio.

Il riferimento all' ultimo bilancio approvato ha creato qualche problema interpretativo infatti
pu avvenire che lemissione di obbligazioni venga deliberata ad una notevole distanza di
tempo dal momento in cui stata accertata la situazione patrimoniale risultante dallultimo
bilancio. E' ovvio chiedersi se in queste situazioni si debba procedere ad un bilancio
straordinario.

In una serie di casi tale limite pu essere superato, ovvero:

- le obbligazioni emesse in eccedenza e destinate alla sottoscrizione da parte di investitori


professionali

- obbligazioni emesse da societ con azioni quotate in mercati regolamentari, se le obbligazioni


sono a loro volta destinate ad essere quotate

- quando ricorrono particolari ragioni che interessano leconomia nazionale

- emissione di obbligazioni garantite da ipoteca di primo grado su immobili di propriet sociale


sino a 2/3 del valore di questi.

Per evitare un facile aggiramento della disciplina sulle garanzie, previsto che:

la societ che ha emesso obbligazioni non pu deliberare la riduzione (=facoltativa) del


capitale sociale o la distribuzione delle riserve Se rispetto allammontare delle obbligazioni
ancora in circolazione, il limite quantitativo non risulta pi rispettato.

Inoltre quando la riduzione resa obbligatoria dalle perdite subite , la societ deve procedervi
MA non possono distribuirsi utili fino a quando lammontare di capitale sociale, riserva legale e
riserve disponibili non = alla delle obbligazioni in circolazione.

ORGANIZZAZIONE degli OBBLIGAZIONISTI

Gli obbligazionisti hanno unminteresse comune che, per molti aspetti, contrario a quello della
societ. Il legislatore prevede un organizzazione per la cura di questo interesse.
Troviamo:

ASSEMBLEA DEGLI OBBLIGAZIONISTI

In relazione all'art 2415 l'assemblea degli azionisti delibera su:

1) nomina e revoca del rappresentante comune


2)modificazioni delle condizioni del prestito ***
3)sulla proposta di concordato
4) costituzione di un fondo per coprire le spese necessarie alla tutela dei comuni interessi e sul
rendiconto relativo
5)altri oggetti di interesse comune degli obbligazionisti
*** modificazione delle condizioni prestito

Molto interessante l'aspetto della modifica delle condizioni di prestito e si tratta di decidere,
attraverso un delibera, se accettare o respingere la proposta di modifica presentata dalla
societ.
Vi richiesta per la delibera la maggioranza qualificata.

Infine opinione diffusa che la modificazione delle condizioni di prestito non pu avere
carattere sostanziale.

RAPPRESENTANTE COMUNE

Art.2417 c.c.
Il rappresentante comune pu essere scelto al di fuori degli obbligazionisti e possono essere
nominate anche le persone giuridiche autorizzate all'esercizio dei servizi di investimento o le
societ fiduciarie. Non possono essere nominati rappresentanti comuni gli obbligazionisti , gli
amministratori, i sindaci, i dipendenti della societ debitrice e coloro che si trovano nelle
condizioni indicate nell'articolo 2399.

Se non nominato dall'assemblea a norma dell'articolo 2415, il rappresentante comune


nominato con decreto dal tribunale.

Il rappresentante comune dura in carica per un periodo non superiore a tre esercizi sociali e
pu essere rieletto. L'assemblea degli obbligazionisti ne fissa il compenso. Entro 30 giorni dalla
nomina il rappresentante comune deve richiederne l'iscrizione nel registro delle imprese

A tal proposito La legge prevede diverse modalit di nomina del rappresentante comune, con
lo scopo di evitare che la comunit degli obbligazionisti resti priva di un rappresentante.

I diritti e gli obblighi del rappresentante comune sono regolati dall'art 2418.
I principali obblighi sono:

1) provvedere allesecuzione delle deliberazioni dellassemblea degli obbligazionisti


2 )tutelare gli interessi comuni degli obbligazionisti
3) assistere alle operazioni di sorteggio delle obbligazioni

I diritti sono:
1)assistere allassemblea dei soci
2) ha la rappresentanza processuale degli obbligazionisti anche nel concordato preventivo,
nella liquidazione coatta amministrativa e nellamministrazione straordinaria della societ
debitrice

LE OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI IN AZIONI

L'art 2420-bis prevede che


lassemblea straordinaria pu deliberare lemissione delle obbligazioni convertibili in azioni,
determinando il rapporto di cambio**, il periodo e la modalit della conversione
La deliberazione NON pu essere adottata se il capitale sociale non sia stato interamente
versato. contestualmente la societ deve attuare un aumento del capitale pari al valore
delle obbligazioni convertibili in azioni emesse.

La legge disciplina solo lipotesi dellemissione di obbligazioni destinate ad essere convertite


in azioni della stessa societ emittente e non ancora esistenti al momento dellemissione

MA possono essere ipotizzate altre forme di emissione--> la societ pu emettere infatti

1)obbligazioni convertibili in azioni di unaltra societ


2)azioni proprie, gi esistenti e detenute dalla stessa societ emittente

A tal proposito il criterio che permette di distinguere le forme di emissioni lecite (anche se non
direttamente previste dal legislatore) da quelle non lecite, dato dalla possibilit di applicare
analogicamente la disciplina contenuta nellart.2420-bis.

Occorre infine soffermarsi sul rapporto di cambio, che deve essere deliberato dall'assemblea
straordinaria, che coincide con il numero di azioni che saranno assegnate ad ogni portatore di
unobbligazione che opti per la conversione.
LA TUTELA del TITOLARE di OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI

Un aspetto delicato della posizione del titolare di obbligazioni convertibili rappresentato dal
rischio che al momento della conversione la societ non dispone dei titoli promessi e quindi
non pu adempiere. In questo caso una certa tutela assicurata dall'art 2420 bis c2 il quale
afferma che la societ deve aumentare il capitale al momento dell'emissione delle obbligazioni.

Un altro rischio rappresentato dalla possibilit che la societ modifichi rilevanti aspetti sulla
sua struttura patrimoniale, durante il periodo di pendenza del potere di conversione. In questo
caso la tutela rappresentata dall'art 2420-bis c5.

IN GENERALE, la disciplina vuole contemperare le esigenze di tutela dell'obbligazionista con la


libert decisionale della societ mediante accorgimenti che non incidono sull'autonomia della
societ, ovvero:

1) conversione anticipata 2) adeguamento rapporto di cambio c) diritto di opzione.

GLI STRUMENTI FINANZIARI PARTECIPATIVI

L'art 2346 prevede che la societ pu emettere strumenti finanziari partecipativi forniti di diritti
patrimoniali e amministrativi (escluso il diritto di voto nellassemblea generale degli azionisti) a
fronte di apporti (da parte di soci o terzi) che possono essere costituiti anche da opere o
servizi.

In tal modo viene data ai soci o a terzi la possibilit di ricoprire posizioni patrimoniali e
amministrative in cambio di conferimenti diversi dal denaro e dagli altri beni che sono
accettabili come conferimenti . Vengono quindi ammessi conferimenti in opere e servizi

Resta comunque da vedere se esiste un qualche limite.

Il legislatore,inoltre, prevede la possibilit di emettere strumenti finanziari ai dipendenti della


societ e strumenti finanziari di partecipazione non alle vicende dellintero patrimonio sociale,
ma ad uno specifico affare.
I PATRIMONI DESTINATI AD UNO SPECIFICO AFFARE.

Il principio generale nel diritto delle obbligazioni che il debitore risponde delle sue
obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri.

Considerando la societ come debitore da questo principio deriva limpossibilit di attribuire


diritti diversi ai diversi creditori sociali e quindi impedisce il raggruppamento dei creditori in
diverse categorie.
La riforma ha eliminato questa difficolt attraverso l'art 2447-bis che consente alle s.p.a. di
costituire uno o pi patrimoni, ciascuno dei quali destinato in via esclusiva ad uno specifico
affare.

I preesistenti creditori possono fare opposizione MA decorso il termine o respinta lopposizione,


perdono ogni diritto sui beni costituiti in patrimonio destinato allo specifico affare (= potranno
aggredire solo i frutti e i proventi eventualmente spettanti alla societ)

I creditori nati in relazione ad uno specifico affare, hanno invece diritto a soddisfarsi
esclusivamente sul patrimonio destinato allo specifico affare, a meno che la delibera di
costituzione non disponga diversamente.

Per le obbligazioni da fatto illecito, resta ferma la responsabilit illimitata della societ.

La competenza a costituire patrimoni destinati allo specifico affare, spetta di regola allorgano
amministrativo, che delibera con la maggioranza assoluta dei componenti e la delibera deve
essere iscritta nel registro delle imprese (vedi p.276 per contenuto).

Quando laffare si esaurisce (per essere arrivato a compimento o per essere diventato
impossibile) gli amministratori redigono un rendiconto finale.

Infine in caso di fallimento della societ:


1)quando loperazione non pu essere continuata previsto lo scioglimento del contratto
2)quando loperazione pu essere continuata vi la possibilit per il curatore di subentrare
nel contratto, oppure, il finanziatore pu chiedere al giudice di continuare loperazione in
proprio o affidandola a terzi.
(altrimenti si applica lart.2447.6-diecies)

ACQUISTO DI AZIONI PROPRIE.


GRUPPI. UNICO AZIONISTA
LACQUISTO DI AZIONI PROPRIE: GLI INTERESSI IN GIOCO

L'acquisto di azioni proprie da parte delle societ stessa disciplinato dagli art 2357 e ss.

Gli INTERESSI CHE POSSONO ESSERE LESI dallacquisto di azioni proprie sono diversi. I
principali sono:

1) interessi dei creditori sociali se il capitale sociale viene investito in azioni della stessa
societ esso, per la parte investita, cessa di essere uneffettiva garanzia per i creditori
2) Interesse che gli amministratori non effettuino operazioni speculative sui titoli della
societ.

Infine ulteriori preoccupazioni 3) sono destate dall'esercizio dei diritti inerenti alle azioni
acquistate dalla societ.

Alcune legislazioni hanno assolutamente vietato l'acquisto delle proprie azioni, ci considerato
eccessivo perch se accompagnato dalle giuste cautele l'acquisto di azioni proprie non si pu
considerare uno strumento di frode.

I LIMITI ALLACQUISTO DI AZIONI PROPRIE

Per quanto riguarda i limiti, l'art 2357 quarter afferma che in linea di principio la societ non pu
SOTTOSCRIVERE azioni proprie.

Mentre per l'ACQUISTO l'art 2357 dispone che la societ non pu acquistare azioni proprie se
non nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dall'ultimo bilancio
approvato. Possono essere acquistate solo azioni interamente liberate.

perci sono esclusi dall'impiego per l'acquisto di azioni proprie il capitale sociale e le riserve non
disponibili. Con ci si persegue l'obiettivo di evitare l'annacquamento del capitale.

Inoltre per quanto riguarda l'acquisto, l'art 2357 ter dispone che l'acquisto deve essere autorizzato
dall'assemblea la quale ne fissa le modalit, ovvero:
- il numero massimo di azioni da acquistare
- la durata (non superiore a 18 mesi)per la quale lautorizzazione accordata
- il corrispettivo minimo e massimo.

Inoltre nelle societ quotate l'art 132 tuf ha stabilito da un lato che gli acquisti devono essere
effettuati in modo da assicurare la parit di trattamento tra gli azionisti e dall'altro che le stesse
disposizioni devono essere applicate anche agli acquisti di azioni quotate della societ controllante
effettuati dalla societ controllata.

Infine per le societ che fanno ricorso al capitale di rischio, l'art 2357 dispone che il valore
nominale delle azioni acquistate non pu eccedere la quinta parte del capitale sociale

Per quanto riguarda le azioni acquistate in violazione dei commi precedenti, l'art 2357 comma 4
afferma che debbono essere alienate secondo modalit da determinarsi dallassemblea, entro 1
anno dal loro acquisto. In mancanza deve precedersi senza indugio al loro annullamento e alla
corrispondente riduzione del capitale.
Qualora lassemblea non provveda, gli amministratori e i sindaci debbono chiedere che la
riduzione sia disposta dal tribunale secondo il procedimento previsto dallart. 2446 comma 2.

Tuttavia l'art 2357 bis prevede alcuni casi dove l'acquisto consentito senza le cautele che sono
stabilite espressamente nellart. 2357. Le ipotesi sono:

1) lacquisto di proprie azioni avviene in esecuzione di una deliberazione dellassemblea di


riduzione del capitale, da attuarsi mediante riscatto o annullamento di azioni.

2)lacquisto di azioni proprie avviene a titolo gratuito (sempre che si tratti di azioni interamente
liberate)
3)acquisti per effetto di successione universale o fusione o scissione.

4) acquisto avvenuto in occasione di esecuzione forzata per il soddisfacimento di un credito della


societ, sempre che si tratti di azioni interamente liberate.

LA DISCIPLINA DELLE AZIONI ACQUISTATE

Per quanto riguarda la disciplina l'art 2357 ter afferma che :


gli amministratori NON possono disporre delle azioni acquistate se non previa autorizzazione
dellassemblea, la quale deve stabilire le relative modalit.
A tal fine possono essere previste, operazioni successive di acquisto e alienazione.
Finch le azioni restano in propriet della societ, il diritto agli utili e il diritto di opzione che
spetterebbero loro, sono attribuiti proporzionalmente alle altre azioni.
Lassemblea pu tuttavia autorizzare lesercizio totale o parziale del diritto di opzione

Infine tale articolo afferma che (ultimo comma) : una riserva inopponibile, pari allimporto delle
azioni proprie iscritte nellattivo del bilancio, deve essere costituita e mantenuta finch le azioni non
siano trasferite o annullate

LE ALTRE OPERAZIONI SULLE PROPRIE AZIONI

L'art 2358 sottopone a stringenti condizioni la possibilit per la societ di accordare prestiti o di
formare garanzie per lacquisto o la sottoscrizione delle azioni proprie:

Tali operazioni devono essere preventivamente autorizzate dallassemblea sulla base di una
relazione redatta dagli amministratori che, oltre ad illustrare loperazione e le sue giustificazioni,
deve contenere una serie di attestazioni relativamente alla non dannosit delloperazione societ
Inoltre l'art 2358comma 6 afferma che limporto complessivo delle somme impiegate e delle
garanzie fornite non pu eccedere il limite degli utili distribuiti e delle riserve disponibili.
La societ inoltre non pu neppure accettare azioni proprie in garanzia.

Tali condizioni stringenti si spiegano con:


- la pericolosit delloperazione
- lintento di evitare che gli amministratori impieghino il patrimonio della societ per influire
sui corsi delle azioni o addirittura per favorire mutamenti nella compagine azionaria.

La principale operazione in cui il patrimonio della societ viene di fatto impiegato per garantire
colui che finanzia lacquisto delle azioni della societ il c.d. LEVERAGED BY OUT

Infine l'art 2358 comma 8 afferma che fermo restando il limite quantitativo previsto dal comma 6,
le disposizioni del presente articolo non si applicano alle operazioni effettuate per favorire
lacquisto di azioni da parte di dipendenti della societ o di quelli di societ controllanti o
controllate.

LE PARTECIPAZIONI RECIPROCHE: gli interessi coinvolti e la disciplina.

Alcuni degli effetti prodotti dallacquisto di azioni proprie, possono verificarsi anche nel caso di
acquisto reciproco di azioni da parte di due societ.
Ci vale per il c.d. annacquamento del capitale Lacquisto di azioni proprie pu ridurre
lammontare della garanzia che il patrimonio sociale offre ai creditori sociali.

Inoltre problemi si potrebbero avere anche sul piano dellalterazione del rapporto tra investimento e
potere.

Tuttavia le partecipazioni reciproche non sono vietate dalla legge in quanto tali ma solo quando
ricorrono determinate condizioni. A tal proposito l'art 2360 vieta la sottoscrizione reciproca di
azioni che si realizzano quando 2 societ costituiscono o aumentano il proprio capitale
sottoscrivendo luna le azioni dellaltra, anche per interposta persona!.

Una disciplina pi severa dettata nei casi in cui tra societ sussiste un rapporto di controllo.
In questi casi lacquisto di azioni effettuato dalla societ controllata disciplinato come se fosse un
acquisto effettuato dalla controllante stessa, con conseguente applicazione dei limiti previsti per
lacquisto di azioni proprie.

Ancora pi severa la disciplina dettata per le ipotesi in cui almeno una delle due societ sia
quotata in borsa. Vi sono infatti norme che riguardano la partecipazioni unilaterale che prevedono
degli obblighi di comunicazione. In particolare se:
1) se una societ partecipa in una societ quotata l'obbligo di comunicazione nasce se la
partecipazione supera il 2% del capitale della societ in cui si partecipa.
2) Se una societ quotata partecipa in una societ non quotata , l'obbligo di comunicazione
nasce se la partecipazione supera il 10% del capitale.

Il legislatore ha infine previsto che: fuori dai casi previsti dal codice civile, in caso di
partecipazioni reciproche eccedenti i limiti, la societ che ha superato il limite successivamente
non pu esercitare il diritto di voto inerente alle azioni o quote eccedenti e deve alienarle entro 12
mesi dalla data in cui ha superato il limite. In caso di mancata alienazione entro il termine previsto
la sospensione del diritto di voto si estende allintera partecipazione.

I GRUPPI DI SOCIET: problemi generali, la fattispecie societ controllatae la disciplina

Nellambito del diritto delle societ si pu pensare al gruppo come ad un insieme di societ, in cui
una controlla (direttamente o indirettamente) tutte le altre.

Relativamente ai PROBLEMI che lesistenza dei gruppi pone al diritto societario occorre fare
alcune distinzioni. La distinzione principale riguarda le modalit di controllo, infatti esistono gruppi
in cui la capogruppo possiede tutte le azioni delle societ controllate (in questo non ci sono molto
problemi) e gruppi in cui nelle societ controllate presente una rilevante partecipazione di soci di
minoranza. In questo casi si creano alcuni problemi:

1) problema generale di efficienza riguarda la scelta degli investimenti pi redditizi.


Qui il rischio che il socio di maggioranza preferisca investimenti che non sono quelli pi
convenienti in assoluto, ma quelli da cui riesce a trarre i maggiori guadagli personali.

2) problema riguardante la tutela dei soci di minoranza Quando tra societ controllante e societ
controllata intercorrono rapporti di affari, incombe il rischio che la controllante usi del suo potere
nella controllata per costringerla ad accettare condizioni contrattuali che una societ indipendente
non accetterebbe.
Questo fenomeno difficile da reprimere e spesso anche difficile da accertare.

3)problemi inerenti ai creditori Sino a quando si parla di rapporti interni al gruppo le


conseguenze negative ricadranno esclusivamente sui soci della societ sfavorita. Quando per la
redistribuzione delle risorse giunge ad impoverire la societ sfavorita fino al punto da renderla
insolvente, anche i creditori verranno a subire le conseguenze negative della politica di gruppo.

4) Vi infine un'interesse ad evitare le manipolazioni che le societ del gruppo potrebbero farsi a
vicenda.

Questi problemi diventano particolarmente gravi in caso di societ quotate, perch in questo caso
la presenza di gruppi piramidali pu alterare il funzionamento di tutto il mercato.

Definiamo ora le societ controllate .Secondo l'art 2359 le societ controllate sono:

a) Le societ in cui unaltra societ dispone della maggioranza dei voti esercitabili nellassemblea
ordinaria;
b) Le societ in cui unaltra societ dispone di voti sufficienti per esercitare uninfluenza
dominante nellassemblea ordinaria;
c)Le societ che sono sotto linfluenza dominante di unaltra societ in virt di particolari vincoli
contrattuali con essa.

Resta ferma la distinzione tra i due tipi di controllo: quello azionario e quello contrattuale.
Per quanto riguarda il controllo azionario,dobbiamo distinguere tra:
-controllo azionario di diritto una societ dispone della maggioranza legalmente necessaria ad
influenzare le delibera dell'assemblea ordinaria (50% cap sociale) (n1 art 2359)
-controllo azionario di fatto si verifica quando una societ pur non avendo la maggioranza dei
voti esercitabili nellassemblea ordinaria, dispone di voti sufficienti per esercitare uninfluenza
dominante sullaltra societ (esempio assenteismo altri soci) (n2 art 2359)

Invece per quanto riguarda il controllo contrattuale si verifica quando tra una societ ed unaltra
esistono legami tali per cui la seconda di fatto priva di autonomia.
La legge parla di influenza dominante, ovvero quando le decisioni degli organi della seconda
sono condizionate da imposizioni della prima.

Infine per quanto riguarda le societ quotate in borsa l'art 93 tuf ha introdotto un ulteriore
definizione di controllo che si differenzia molto dal controllo contrattuale descritto nell'art 2359.

La nozione chiave, nellidentificazione della fattispecie, appunto quella di influenza


dominante.Anche se ambigua, da ritenere che linfluenza dominante sussiste quando esiste il
potere, anche se questo non viene di fatto esercitato.
Si devono perci distinguere situazioni in cui esiste il rapporto di controllo ma non esiste una
effettiva direzione da parte della controllante, e situazioni in cui esiste la direzione effettiva. La
legge attualmente distingue abbastanza nettamente le due situazioni, e detta una disciplina specifica
per le sole societ che sono soggette alla direzione e coordinamento di unaltra.

L'art 2359 ultima comma considera invece COLLEGATE, le societ nelle quali un altra esercita un
influenza notevole (cio 1/5 dei voti nell'assemblea)
In conclusione l'art 2359 definisce la fattispecie societ controllata, cio i casi in cui tra 2 societ
pu dirsi esistente un rapporto di controllo.
Dallesistenza di tale rapporto il legislatore detta norme particolari che si applicano solo quando tale
rapporto sussiste.--> le principali tra tali norme sono contenute nell'art 2359-bis, che vieta alle
societ controllate di acquistare o sottoscrivere azioni o quote della societ controllante se non nei
limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dallultimo bilancio regolarmente
approvato e purch si tratti di azioni interamente liberate.

Questa norma evoca quella relativa allacquisto di azioni proprie, infatti le due discipline si
somigliano molto. Inoltre l'art 2359 bis prevede (come per l'acquisto di azioni proprie) che
l'acquisto delle azioni deve essere autorizzato dall'assemblea a norma dell'art 2357.In nessun caso
il valore nominale delle azioni o quote acquistate pu eccedere la decima parte del capitale sociale
della societ controllante. Inoltre una riserva indisponibile, pari all'importo delle azioni o delle
quote iscritto all'attivo, deve essere costituita e mantenuta finch le azioni o quote non siano
trasferite.
Infine l'art 2359 prosegue dicendo che la societ controllata non pu esercitare il diritto di voto
nelle assemblee della controllante e che le disposizioni di questo articolo si applicano anche agli
acquisti fatti per il tramite di societ fiduciaria o per interposta persona.

Gli interessi ,come gi visto, che possono essere lesi sono molti e il legislatore con tali norme ha
ritenuto di doverne tutelare 2:
1) LA CONSERVAZIONE del CAPITALE SOCIALE;
2) ALTERAZIONE dei MECCANISMI di FORMAZIONE delle MAGGIORANZE
ASSEMBLEARI.

L'art 2359 ter si occupa invece della sorte delle azioni o quote della societ controllante acquistate
in violazione dellart. 2359-bis prevedendo che:
esse devono essere alienate secondo modalit da determinarsi dallassemblea entro 1 anno dal loro
acquisto . In mancanza, la societ controllante deve procedere al loro annullamento e alla
corrispondente riduzione del capitale.
Qualora lassemblea non provveda, gli amministratori e i sindaci devono chiedere che la riduzione
sia disposta dal tribunale.

Gli art 2359 quarter e quinquies completano la disciplina degli acquisti di azioni della societ
controllante, mantenendo come modello la disciplina dellacquisto di azioni proprie regolando i casi
di acquisto a titolo gratuito, di successione universale o di fusione e di esecuzione forzata per il
soddisfacimento di un credito della societ. Inoltre l'art 2359 quinquies stabilisce che la controllata
non pu sottoscrivere azioni o quote della societ controllante.

LATTIVIT DI DIREZIONE E COORDINAMENTO

Lart. 2359 NON implica necessariamente che la societ controllante eserciti effettivamente il
potere di direzione che ha sulle societ controllate.
Il legislatore del 2003 ha introdotto una disciplina che non si applica a tutte le fattispecie di
controllo, ma solo alle fattispecie in cui una societ soggetta a direzione e coordinamento da parte
di unaltra.

L'art 2497 dispone che


le societ o gli enti che, esercitando attivit di direzione e coordinamento di societ, agiscono
nellinteresse imprenditoriale proprio o altrui in violazione dei principi di corretta gestione
societaria e imprenditoriale delle societ , sono direttamente responsabili nei confronti dei soci per
il pregiudizio arrecato alla redditivit ed al valore della partecipazione sociale, nonch nei
confronti dei creditori sociali per la lesione cagionata allintegrit del patrimonio della societ.
Non vi responsabilit quando il danno risulta compensato con altri vantaggi o quando
integralmente eliminato anche a seguito di operazioni a ci dirette.
Risponde in solido chi abbia comunque preso parte al fatto lesivo e, nei limiti del vantaggio
conseguito, chi n abbia consapevolmente tratto beneficio.

Da tale articolo si desume che lesercizio da parte di una societ di unattivit di direzione e
coordinamento di unaltra societ NON di per se illecito Lilliceit si verifica solo quando
vengano violati quelli che la norma chiama i principi di corretta gestione societaria e
imprenditoriale.

Questa disciplina dettata per le sole societ soggette a direzione e coordinamento.


Dobbiamo chiedere cosa succede se una societ che non esercita direzione sfruttando il suo potere
impone comunque una decisione ad un altra societ contraria ai principi di corretta gestione.
Probabilmente sar inapplicabile la parte della norma sui vantaggi compensativi che suppone
lesistenza del gruppo, non per chiaro se risulti inapplicabile anche la restante disciplina e
perch.

Inoltre lesistenza di unattivit di direzione e coordinamento deve essere accertata caso per caso.
L'art 2497 sexies afferma che la direzione e il coordinamento un fatto la cui esistenza si riscontra
l dove un terzo prende le principali decisioni relative alla gestione dellimpresa della societ
sottoposta a direzione.

Quando invece queste decisioni sono prese allinterno degli organi e degli appositi organismi
propri della societ, senza la partecipazione di estranei al processo decisionale, la societ stessa non
si considera sottoposta alla direzione e coordinamento del controllante.

Inoltre l'esistenza del rapporto di direzione e coordinamento fa derivare alcuni particolari


OBBLIGHI PER LA SOCIET COORDINATA.

In particolare l'art 2497 bis impone alla societ diretta, un obbligo di pubblicit, consistente
nellindicare nella corrispondenza e nel registro delle imprese la societ o lente alla cui direzione e
coordinamento soggetta. A ci si aggiunge lobbligo di inserire nella nota integrativa un prospetto
riepilogativo dei dati essenziali del bilancio della societ che esercita la direzione e il
coordinamento. Inoltre le decisioni assunte dalla societ coordinata devono essere motivate e
recare indicazione delle ragioni e degli interessi la cui valutazione ha inciso sulla decisione.

infine previsto un diritto di recesso a favore del socio di societ soggetta a direzione e
coordinamento. Infatti l'art 2497 quarter prevede che il socio di societ soggetta ad attivit di
direzione e coordinamento pu recedere quando:

1) La societ o lente che esercita attivit di direzione e coordinamento ha deliberato una


trasformazione che implica il mutamento del suo scopo sociale.

2) Quando a favore del socio sia stata pronunciata, con decisione esecutiva, condanna di chi
esercita attivit di direzione e coordinamento ai sensi dellart. 2497
3) Allinizio ed alla cessazione dellattivit di direzione e coordinamento, quando non si tratta
di una societ con azioni quotate in mercati regolamentati e ne deriva unalterazione delle
condizioni di rischio dellinvestimento e non venga promossa unofferta pubblica di
acquisto.

Un'altro dei temi pi delicati riguarda la trasparenza dellinformazione e i criteri di redazione dei
bilanci.
I bilanci delle singole societ non offrono in genere unimmagine esatta della situazione del gruppo.
Questa pu essere offerta solo da una operazione c.d. CONSOLIDAMENTO che consiste nella
eliminazione degli effetti delle operazioni intragruppo con compensazione dei debiti e dei crediti
intercorrenti tra le varie societ.
Il BILANCIO CONSOLIDATO offre cos unimmagine che si riferisce ai rapporti del gruppo con
lesterno.

UNICO AZIONISTA
Nel codice di commercio la possibilit che una societ potesse sopravvivere con un solo socio era
molto discussa. Il legislatore del 42 prevedeva la responsabilit illimitata dell'unico azionista come
conseguenza della riduzione del numero dei soci.
La riforma del 2003 ha cambiato totalmente rotta e attualmente la fattispecie disciplinata dall'art
2325 che afferma che in caso di insolvenza della societ, per le obbligazioni sociali sorte nel
periodo in cui le azioni sono appartenute ad una sola persona, questa risponde illimitatamente
quando i conferimenti non siano stati effettuati secondo quanto previsto dallart. 2342 o fin quando
non sia stata attuata la pubblicit prescritta dallart. 2362.

L'art 2362 a sua volta prescrive alcuni adempimenti formali volti a rendere nota ai terzi lesistenza
di un unico azionista, la sua identit, e a condizionare lopponibilit ai terzi dei contratti con il
rispetto di alcuni vincoli a favore dell'unico azionista.

LA COMPETENZA DELLASSEMBLEA ED I SUOI LIMITI.


LINVALIDITA DELLE DELIBERAZIONI ASSEMBLEARI
LORGANIZZAZIONE DELLA SOCIET PER AZIONI

Nel sistema tradizionale delineato dal codice del 42 gli organi della S.p.A. sono 3:
1) LASSEMBLEA
2) GLI AMMINISTRATORI
3)IL COLLEGIO SINDACALE

Questo sistema ancora previsto dal codice vigente ma non pi lunico infatti esiste la
possibilit di scegliere tra altri due sistemi di amministrazione alternativi:
1) il sistema c.d. dualistico
2) il sistema c.d. monistico
3) opzione interna al sistema tradizionale ovvero con apposita clausola statuaria, la competenza
relativa al controllo contabile che lart. 2409-bis affida ad un revisore esterno, pu essere affidata al
collegio sindacale.

Quindi schematicamente:
SISTEMA TRADIZIONALE:
controllo contabile affidato al revisore esterno
controllo generale affidato al collegio sindacale;
gestione affidato ad un amministratore unico o consiglio di amministrazione.
SISTEMA TRADIZIONALE MODIFICATO:
controllo contabile e generale affidato al collegio sindacale.
Gestione affidato ad un amministratore unico o consiglio di amministrazione
SISTEMA DUALISTICO:
controllo contabile affidato al revisore esterno
controllo generale affidato al consiglio di sorveglianza;
gestione affidato al consiglio di gestione.
SISTEMA MONISTICO:
controllo contabile revisore esterno;
controllo generale comitato interno al consiglio di amministrazione;
gestione consiglio di amministrazione.

Come si vede la legge consente ai soci di combinare laffidamento delle funzioni di gestione,
controllo contabile e controllo generale.
La ratio di questa politica legislativa duplice:
1) si offre ai soci la possibilit di adattare il sistema di amministrazione.
2) si crea la possibilit di competizione tra diversi modelli che potrebbe condurre alla prevalenza di
un nuovo sistema o potrebbe fornire preziose informazioni sui pregi e difetti di ciascuno.

LASSEMBLEA E IL RUOLO DEI SOCI

L'assemblea, presente in tutti e tre i modelli, lorgano cui i soci partecipano in quanto tali.
Il giudizio sullopportunit di attribuire allassemblea luno o laltro potere (o funzione) dipende
dal giudizio sul ruolo dei soci allinterno dei rapporti che caratterizza lorganizzazione delle S.p.A.
Se si concepisce la societ come luogo di collaborazione tra alcuni soggetti in vista di un obiettivo
comune, i soci dovrebbero essere posti al centro dell'organizzazione. Se invece si concepiscono i
soci come fungibili e fornitori di capitale di rischio non c' ragione di affidare a loro un ruolo
importante. Inoltre i soci che possiedono la maggioranza, o una consistente minoranza di azioni,
non hanno interesse ad un potenziamento del ruolo dellassemblea. Essi preferiscono accordarsi tra
loro fuori dellassemblea.
perci irrazionale attribuire allorgano dei soci in quanto tali funzioni e poteri che i soci sono
razionalmente disinteressati ad esercitare. In questa prospettiva lassemblea diventa un organo
assolutamente secondario. Nel caso precedente invece l'assemblea diventa organo sovrano.

La tesi dell'apatia razionale dei soci ha avuto per lungo tempo largo credito, recentemente invece
entrata in crisi di fronte all'apparizione di una nuova figura di investitori, i cd investitori
istituzionali--> enti che per professione investono in strumenti finanziari il denaro che i
risparmiatori hanno affidato loro.
In questa categoria rientrano varie tipologie di investitori, la cui caratteristica comune a tutti i tipi di
investitori quella di essere investitori esperti titolari, sia pure per conto di altri, di percentuali
azionarie cospicue. Nel complesso, questi soggetti possono avere la capacit e linteresse ad
impegnarsi in un attivo controllo sulla gestione delle imprese.
Il problema che una serie di ostacoli, sia di natura psicologica, sia di natura pratica, hanno
impedito la diffusione di una attivit di controllo delle imprese da parte degli investitori
istituzionali.

LA COMPETENZA DELLASSEMBLEA
Il problema pi delicato relativamente alla competenza dei diversi organi quello esistente tra
assemblea ed amministratori. L'art 2364 dispone che nelle societ prive di consiglio di
sorveglianza l'assemblea ordinaria:
1) Approva il bilancio
2) Nomina e revoca gli amministratori; nomina i sindaci e il presidente del collegio sindacale e,
quando previsto, il soggetto al quale demandato il controllo contabile;
3) Determina il compenso degli amministratori e dei sindaci se non stabilito nello statuto;
4) Delibera sulle responsabilit degli amministratori e dei sindaci;
5) Delibera sugli altri oggetti attribuiti dalla legge alla competenza dellassemblea
6)Approva leventuale regolamento assembleare.

Quindi lassemblea non possiede una competenza generica ma ha una competenza specifica,
limitata agli atti indicati dalla legge. Infatti essa pu deliberare solo sugli atti indicati dallart. 2364
c.c. e non pu, di sua iniziativa, ingerirsi nella gestione. Infatti se i risultati conseguiti dagli
amministratori in carica non appaiono soddisfacenti, lassemblea pu in qualsiasi momento
revocarli e sostituirli, ma non pu imporre loro una politica gestionale diversa da quella da essi
seguita.
Questa scelta del legislatore penalizza i soci di minoranza e corrisponde ad una preferenza per una
gestione accentrata della societ.
Questo orientamento ha motivazioni politiche e motivazioni tecnico-giuridiche.
Per quanto riguarda le MOTIVAZIONI POLITICHE esse rimandano allinopportunit di far
assumere complesse decisioni gestionali ad unassemblea di soggetti incompetenti e scarsamente
interessati.
Per quanto riguarda le MOTIVAZIONI TECNICO-GIURIDICHE Quelle tecniche si collegano
alla responsabilit verso i creditori sociali, che la legge prevede a carico degli amministratori ma
non a carico dei soci.
Nonostante ci questa tendenza ad ampliare i poteri degli amministratori a scapito di quelli
dellassemblea non per fondata su convincenti motivazioni n di carattere tecnico, n di carattere
politico e pu essere discussa sotto diversi profili.

LEFFICACIA VINCOLANTE DELLE DELIBERE DELLASSEMBLEA ED I SUOI LIMITI.

L'art 2377 comma 1 afferma che le deliberazioni dellassemblea, prese in conformit della legge
e dellatto costitutivo, vincolano tutti i soci, ancorch non intervenuti o dissenzienti.

I limiti di vincolare la minoranza alle sue decisioni dipendono da:

1) contenuto delle decisioni non deve essere in contrasto con norme di legge o di statuto

2) procedura per lassunzione delle decisioni deve rispettare tutte le regole relative alla
formazione della volont assembleare.

I possono vizi relativi al contenuto o la procedura determinano lannullabilit o la nullit della


delibera.
Nel codice esiste una contrapposizione tra delibere annullabili e delibere nulle. Questa
contrapposizione va vista sotto 2 profili: disciplina e fattispecie.
Per quanto riguarda la disciplina dell'annullamento l'art 2377comma 2 e 3 dispone che le
deliberazioni che non sono prese in conformit della legge o dello statuto, possono essere
impugnate dai soci assenti, dissenzienti od astenuti, dagli amministratori, dal consiglio di
sorveglianza e dal collegio sindacale. Limpugnazione pu essere proposta dai soci che
rappresentino, anche congiuntamente, l 1x1000 del capitale nelle societ che fanno ricorso al
mercato del capitale di rischio e il 5% nelle altre; lo statuto pu ridurre o escludere questo
requisito.
Infine l'art 2377 comma 7 aggiunge che lannullamento della deliberazione NON pu aver luogo se
la deliberazione impugnata sostituita con altra presa in conformit della legge e dello statuto.

In questo caso i caratteri essenziali della disciplina sono tre:

1) la LEGITTIMAZIONE all'annullamento non generale ma limitata a dei soggetti precisamente


indicati:
- gli amministratori
- il collegio sindacale
- il consiglio di sorveglianza
- i soci assenti, dissenzienti e astenuti che raggiungano il quorum previsto dalla legge.

2) il TERMINE di decadenza fissato a 90 giorni dalla data della deliberazione, o della data della
iscrizione o del deposito, se la delibera deve essere iscritta o depositata nel registro delle imprese
3) SANATORIA : se la delibera invalida viene sostituita con una delibera che elimina il vizio,
viene sanato il vizio precedente

Per quanto riguarda invece la disciplina della nullit l'art 2379 afferma che .la deliberazione
pu essere impugnata da chiunque vi abbia interesse entro 3 anni dalla sua iscrizione o deposito
nel registro delle imprese, se la deliberazione vi soggetta, o dalla trascrizione nel libro delle
adunanze dellassemblea, se la deliberazione non soggetta n a iscrizione n a deposito.
Possono essere impugnate senza limiti di tempo le deliberazioni che modificano loggetto sociale
prevedendo attivit illecite o impossibili.
Nei casi e nei termini previsti dal precedente comma linvalidit pu essere rilevata dufficio dal
giudice.

Mettendo a confronto le due discipline, possiamo vedere che:

1) per quanto riguarda la LEGITTIMAZIONE la delibera nulla pu essere impugnata da


chiunque vi abbia interesse. Non si ha una limitazione alla legittimazione
2) per quanto riguarda il TERMINE in questo caso abbiamo un termine di prescrizione di 3 anni.
(non di decadenza)
3) per quanto riguarda la SANATORIA si prevede lapplicazione della stessa disciplina prevista
per le delibere annullabili.

Nel complesso le norme vigenti hanno reso pi difficile l'impugnazione delle delibere annullabili e
hanno ridotto le differenze tra le discipline. Il senso di ci quello di accrescere la stabilit delle
delibere.

Per quanto riguarda invece la fattispecie invece:


a) la fattispecie dell'annullabilit descritta in termine molto generici, ovvero--> le deliberazioni
che non sono prese in conformit della legge o dello statuto, senza nessuna distinzione.

b) la fattispecie della nullit invece molto specifica. Infatti l'art 2379 parla di delibere nulle per :
- mancata convocazione dellassemblea
- mancanza del verbale e per impossibilit
- illiceit delloggetto (decisioni impossibili o illecite)

Lintenzione del legislatore :


1) ridurre al minimo le ipotesi di nullit
2) lasciare come ipotesi normale di invalidit, quella dellannullabilit.

IN PASSATO

Per distinguere le delibere nulle da quelle annullabili, la giurisprudenza aveva elaborato un diverso
criterio, basato sulla natura della norma violata .

Per quanto riguarda la NULLITA essa derivava dal contrasto delle deliberazioni con norme che:
- Sono rivolte alla tutela di un interesse generale che trascende da quello particolare
dei soci
- Sono dirette ad impedire una deviazione dello scopo economico e pratico del
rapporto sociale.

La violazione di norme che non presentano nessuna di queste due caratteristiche determina la
semplice ANNULLABILITA.
Lidea la seguente: esistono norme che tutelano esclusivamente interessi dei soci o di gruppi di
soci. La violazione di queste norme non interessa la collettivit , ma esaurisce i suoi effetti
allinterno dell'ordinamento della societ interessata logico che la legittimazione
allimpugnazione sia circoscritta ai membri di questo ordinamento, e quindi limitata ai soci assenti
o dissenzienti, agli amministratori ecc.
Altre norme sono dettate invece a tutela di un interesse generale e la loro violazione crea una
perturbazione sociale di ampia portata. La loro violazione pu essere fatta valere da chiunque vi
abbia interesse.
Questa formulazione lascia aperto un problema relativo al trattamento delle delibere affette da vizi
procedurali. Nellambito delle norme procedurali infatti difficile distinguere tra norme poste a
tutela dei terzi e norme poste a tutela dei soci.
Per affrontare problemi di questo tipo, la giurisprudenza utilizzava accanto alle categorie previste
dalla legge (validit, annullabilit, nullit) unulteriore categoria: quella dellINESISTENZA.
La categoria dell'inesistenza una categoria generale, originariamente elaborata per porre rimedio a
questo tipo di situazioni.
Nella categoria della INESISTENZA, rientrano quegli atti privi dei requisiti indispensabili per
poter essere considerati delibere, sia pure viziate, dallassemblea della societ.
(esempio--> quando lassemblea abbia deliberato con un numero di voti insufficiente , quando la
delibera sia stata assunta da estranei non aventi diritto di voto)

La riforma del 2003 ha introdotto come cause di nullit anche alcuni vizi procedurali e ha reso
probabilmente superfluo il ricorso alla discussa ipotesi di inesistenza .

Nel complesso la disciplina della invalidit delle delibere assembleari si caratterizza per:
Lestensione attribuita al vizio dellannullabilit rispetto a quella della nullit;
La restrizione della legittimazione allimpugnazione delle delibere annullabili che non spetta
pi a ciascun socio, ma solo a quelli che possiedono azioni pari all1x1000 o al 5% del
capitale;
La fissazione di un termine brevissimo per limpugnazione delle delibere annullabili (90
giorni)e di uno relativamente breve (3 anni) per le delibere nulle;
Ampie possibilit di convalida e sanatoria sia per le delibere annullabili che per quelle nulle,
Possibilit di ottenere una tutela risarcitoria, che consente di tener fermo latto, obbliga al
semplice pagamento di una somma di denaro, al posto della dichiarazione di invalidit, che
invece implica la caducazione dellatto invalido.
**caducare = eliminare effetti giuridici dellatto

Molte di queste caratteristiche sembrano conformi al progetto di direttiva CE.

PRINCIPIO DI MAGGIORANZA E SITUAZIONI SOGGETTIVE DELLAZIONISTA

Esistono delle fattispecie che presentano una peculiarit che le rende difficilmente classificabili. Si
tratta di distinguere casi in cui la delibera sarebbe perfettamente valida ed efficace se assunta
allunanimit, mentre tale non se assunta a maggioranza.
Lesame di queste fattispecie evoca il tema dei rapporti tra principio di maggioranza e diritti
individuali dei soci.
certo che il principio maggioritario trova un limite nella presenza di posizioni individuali del
socio di cui non si pu disporre senza il suo consenso.
Attualmente la categoria dei diritti individuali in crisi nel nostro, come negli altri ordinamenti.
Anzitutto, stato chiarito che non si pu ipotizzare lesistenza di diritti dei singoli soci che non
trovino fondamento in una norma di legge o in qualche principio che si trova nellordinamento della
societ per azioni. Questo superamento di concezioni giusnaturalistiche afferma lesistenza di
diritti individuali del socio, lonere di indicare una norma o un principio da cui il diritto possa essere
dedotto.
Pi rilevante un altro aspetto della questione, relativo allesistenza di posizioni assolutamente
intangibili. Ad esempio il diritto alla conservazione della qualit di socio intangibile e non pu
mai essere pregiudicato per effetto di una decisione maggioritaria.
Lintangibilit di ogni singola posizione deve essere giustificata caso per caso ma non si pu
escludere che persino una posizione normalmente intangibile, possa essere in certe situazioni
pregiudicata da una decisione maggioritaria.
La concreta individuazione dei casi in cui la posizione del socio non pu essere modificata da una
decisione della maggioranza presenta problemi e molte soluzioni sono controverse.
L dove si ammette che esistono posizioni del socio che la maggioranza non pu pregiudicare,
sorge il problema di definire la natura del vizio da cui affetta la delibera maggioritaria, ritenuta
intangibile del singolo socio.
I critici della categoria dei diritti individuali tendono a preferire la sanzione dellinvalidit e non
nella lesione di pretesi diritti individuali. Molti per sostengono che ci sarebbe inefficace.

IL CONFLITTO DI INTERESSI TRA SOCIO E SOCIET

Una particolare ipotesi di annullabilit prevista dall'art 2373. In base a tale norma la
deliberazione approvata con il voto determinante dei soci che abbiano, per conto proprio o di terzi,
un interesse in conflitto con quello della societ impugnabile a norma dellart. 2377 qualora
possa recarle danno.

Perch la delibera sia impugnabile devono sussistere 2 condizioni:


1) il voto del socio che avrebbe dovuto astenersi sia determinante.
Si fa la c.d. prova di resistenza ovvero si toglie il voto del socio e se vi ancora la maggioranza
la delibera non impugnabile.
2)la delibera possa recare danno alla societ.

Il problema principale posto dallinterpretazione dellart. 2373 riguarda lidentificazione delle


ipotesi in cui esiste un conflitto di interessi tra il socio e la societ.
Casi interessanti di conflitto di interessi,su cui si espressa la giurisprudenza, riguardanol' eccesso
di potere.

L'eccesso di potere nel diritto amministrativo ricorre quando un organo pubblico esercita il suo
potere formalmente nellinteresse generale, ma in realt per un interesse diverso.
Si ha in questo caso uno sviamento del potere, cio viene esercitato un potere in forma legittima,
per per uno scopo diverso da quello per il quale stato conferito

Obbiettivi analoghi a quelli perseguiti con ricorso alla nozione di eccesso di potere vengono
realizzati anche con luso di strumenti privatistici.
Tutte queste impostazioni aggiungono per qualcosa al disposto dellart. 2373: infatti questa norma
si limita a prevenire gli effetti dannosi in uso del voto volto a perseguire interessi contrastanti con
quello sociale, non impone, invece un obbligo di scegliere sempre lalternativa che conduce alla
migliore soddisfazione possibile dellinteresse di tutti i soci.

LA FORMAZIONE DELLE DECISIONI DELLASSEMBLEA

ASSEMBLEA ORDINARIA E ASSEMBLEA STRAORDINARIA

Lassemblea pu riunirsi in sede ordinaria o in sede straordinaria. La differenza tra le due attiene
essenzialmente alle diverse competenze e, in parte, alla diversa composizione.
Le competenze dellassemblea ordinaria sono diverse a seconda che si tratti di una societ che ha
scelto il sistema dualistico o un altro sistema. Nel secondo caso, e cio nelle societ in cui non esiste
il consiglio di sorveglianza, abbiamo gi ricordato che lassemblea ordinaria:
1) approva il bilancio
2) nomina e revoca gli amministratori e nomina i sindaci, il presidente del collegio sindacale e i
revisori
3) determina il loro (2) compenso se non stabilito nell'atto costitutivo
4) delibera sull'azione di responsabilit nei confronti di amministratori e sindaci
5) delibera sugli oggetti di sua competenza e sulle autorizzazioni previste dallo statuto
6) approva il regolamento dei lavoratori assembleari.

Nelle societ ove previsto il consiglio di sorveglianza (sistema dualistico) l'assemblea ordinaria:
1) nomina e revoca i consiglieri di sorveglianza
2) determina il loro compenso (1)
3) delibera sull'azioni di responsabilit nei confronti dei consiglieri
4) delibera sulla distribuzione degli utili
5) nomina il revisore.

NB: la distribuzione degli utili di competenza dellassemblea anche nelle societ prive di
consiglio di sorveglianza!

Lassemblea deve invece essere convocata in seduta straordinaria quando occorre deliberare sulle
modifiche dello statuto e sulla nomina, sostituzione e poteri dei liquidatori (art 2365)
Questo elenco non comunque esaustivo, esistono infatti norme che prevedono altri oggetti di
competenza dell'assemblea straordinaria . Esistono inoltre modificazioni dello statuto che possono
essere attribuite alla competenza dellorgano amministrativo o del consiglio di sorveglianza, senza
la necessit di convocare un assemblea straordinaria.

I COMPONENTI dellassemblea ordinaria e di quella straordinaria in genere coincidono: si tratta in


entrambi i casi dei portatori di azioni ordinarie.
La differenza tra questi due tipi di assemblea riguarda i quorum richiesti per la validit delle
deliberazioni.

ASSEMBLEA ORDINARIA In prima convocazione regolarmente costituita quando


rappresentata almeno la met del capitale sociale (quorum costitutivo) e delibera a maggioranza
assoluta (quorum deliberativo) salvo che lo statuto richieda una maggioranza pi elevata. In
seconda convocazione lassemblea ordinaria delibera sugli oggetti che avrebbero dovuto essere
trattati nella prima, qualunque sia la parte del capitale rappresentata.

ASSEMBLEA STRAORDINARIA occorre distinguere:


1) Per le societ che NON fanno ricorso al mercato del capitale di rischio in prima convocazione,
fissato, in generale, il solo quorum deliberativo. previsto infatti che essa delibera con il voto
favorevole di pi della met del capitale sociale, se lo statuto non richiede una maggioranza pi
elevata. La distinzione tra quorum ricompare nella seconda convocazione dove richiesto un
quorum costitutivo di oltre 1\3, e un quorum deliberativo pari ad almeno i 2\3 del capitale presente.
2) Per le societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, sempre prevista, anche in
prima convocazione, la distinzione tra quorum costitutivo e quorum deliberativo. Il quorum
costitutivo pari a pi della met del capitale sociale in prima convocazione; a pi di 1\3 in
seconda convocazione e a pi di 1\5 nelle convocazioni successive. Il quorum deliberativo valido
per tutte le convocazioni sempre pari ad almeno i 2\3 del capitale rappresentato in assemblea.

In conclusione:
lassemblea ordinaria o straordinaria a seconda delloggetto su cui chiamata a deliberare.
La differenza di disciplina tra le due assemblee consiste (quasi) esclusivamente nei diversi
quorum richiesti.

Ai fini del calcolo dei quorum, il legislatore ha previsto che, per quanto attiene al quorum
costitutivo, siano escluse dal computo le azioni prive del diritto di voto nellassemblea medesima.
Inoltre stabilisce che le azioni proprie sono computate nel capitale ai fini del calcolo delle quote
richieste per la costituzione e per le deliberazioni dellassemblea.

NB: i quorum indicati dalla legge possono essere elevati dallo statuto, MA non possono essere
abbassati.
Eccezione delibere di approvazione del bilancio e di nomina e revoca delle cariche sociali, per
le quali espressamente previsto che lo statuto non possa richiedere maggioranze pi elevate

Questa norma assicura che lassemblea ordinaria in seconda convocazione possa sempre deliberare
sulle materie indicate. Infatti se fosse introdotto un quorum nascerebbe il rischio di unimpossibilit
di funzionamento dellassemblea, conseguente al disinteresse di una % di capitale (soci) tanto
elevata da rendere irraggiungibile il quorum statuario.

CONVOCAZIONE e INTERVENTO

Una direttiva CE, cui il legislatore italiano ha dato attuazione, ha imposto agli Stati membri di
introdurre alcune norme volte a facilitare lesercizio da parte dei soci di societ quotate (societ con
gestione accentrata) dei loro diritti fondamentali, come quelli di voto e di intervento in assemblea.
In conseguenza di ci la disciplina delle societ quotate si ulteriormente allontanata anche per
questi aspetti da quella delle societ non quotate. Una delle principali differenze riguarda il c.d.
diritto di intervento in assemblea.
Il nuovo art 2370 dispone che:
Possono intervenire allassemblea coloro ai quali spetta il diritto di voto.
Lo statuto della societ le cui azioni non sono ammesse alla gestione accentrata, pu richiedere il
preventivo deposito delle azioni presso la sede sociale o presso le banche indicate nellavviso di
convocazione, fissando il termine entro il quale debbono essere depositate ed eventualmente
prevedendo che non possano essere ritirate prima che lassemblea abbia avuto luogo.
Se le azioni sono nominative, le societ provvedono alliscrizione nel libro dei soci di coloro che
hanno partecipato allassemblea o che hanno effettuato il deposito.
Lo statuto pu consentire lintervento allassemblea mediante mezzi di telecomunicazione ovvero
lespressione del voto per corrispondenza o in via elettronica.
Chi esprime il voto per corrispondenza o in via elettronica si considera intervenuto allassemblea.

Tale norma stata introdotta per operare una netta contrapposizione tra:

- le societ le cui azioni non sono ammesse alla gestione accentrata = possono conservare una
disciplina simile a quella antecedente e possono richiedere il preventivo deposito delle azioni e la
permanenza del deposito sino allo svolgimento dellassemblea.
Tale adempimento volto a garantire che coloro che votano in assemblea siano effettivamente soci

- societ ammesse alla gestione accentrata = Vi una disciplina diversa, la cui principale
caratteristica quella di stabilire un criterio di legittimazione alla partecipazione allassemblea.

Convocazione societ non quotate:

Lassemblea convocata dagli amministratori o, se la societ ha scelto il sistema dualistico, dal


consiglio di gestione, nel comune dove ha sede la societ , mediate un avviso contenente
lindicazione del giorno, dellora e del luogo delladunanza e lelenco delle materie da trattare (che
deve essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale o in almeno un quotidiano indicato nello statuto
almeno 15 gg. prima di quello fissato per lassemblea)

NB: Lo statuto delle societ che non fanno ricorso al capitale di rischio pu consentire la
convocazione con altri mezzi che garantiscano la prova dellavvenuto ricevimento almeno 8 gg.
prima dellassemblea.

Inoltre l'assemblea deve essere convocata almeno 1 volta lanno, entro 120 gg. dalla chiusura
dellesercizio sociale. (Lo statuto pu stabilire un termine maggiore, non superiore a 180 gg., nel
caso di bilancio consolidato)
Inoltre deve essere convocata obbligatoriamente quando n fatta domanda da tanti soci che
rappresentino almeno il decimo del capitale sociale e nella domanda vi devono essere indicati gli
argomenti da trattare. La convocazione dei soci non ammessa per argomenti sui quali l'assemblea
delibera su proposta degli amministratori.
Infine lassemblea si reputa regolarmente costituita, anche in assenza di convocazione, quando
siano presenti lintero capitale sociale, e la maggioranza dei componenti degli organi amministrativi
e di controllo. la c.d. ASSEMBLEA TOTALITARIA.

Quando lassemblea convocata regolarmente, un rinvio (non superiore a 5 giorni) pu essere


richiesto dai soci che formano 1/3 del capitale rappresentato in assemblea SE dichiarano di non
essere sufficientemente informati sugli oggetti posti in votazione.
Sono legittimati a partecipare gli azionisti cui spetta il diritto di voto.
NB: Ai fini della legittimazione ad intervenire in assemblea, lo statuto pu richiedere
preventivamente il deposito delle azioni presso la sede sociale o banche appositamente indicate.
(art2370)

SVOLGIMENTO DELLASSEMBLEA (societ non quotate)

Lassemblea presieduta persona indicata nello statuto o, in mancanza, da quella eletta con il voto
della maggioranza dei presenti.
Il presidente assistito da un segretario designato nello stesso modo, la cui assistenza peraltro
superflua quando il verbale redatto da un notaio
La redazione del verbale ad opera del notaio obbligatoria in caso di assemblea straordinaria. Negli
altri casi il verbale deve essere sottoscritto dal presidente e dal segretario.

I problemi principali in materia di svolgimento dellassemblea nascono dallassenza di precisi


criteri che consentano di valutare la legittimit delle decisioni con cui il presidente ha influito sullo
svolgimento dellassemblea. (es non si pu negare al socio di esprimere la sua opinione)
Alcune di queste questioni possono essere facilmente risolvibili mediante il buon senso. Tuttavia
non sempre per il buon senso sufficiente.

LESERCIZIO DEL DIRITTO DI VOTO (societ non quotate)

L'art 2351 dispone che ogni azione attribuisce il diritto di voto.


MA possono esistere anche categorie di azioni per le quali il diritto di voto limitato, escluso o
assegnato a soggetti diversi dal socio.
Uno dei principali problemi riguarda le modalit di espressione del voto.

1) discusso se il socio titolare di pi azioni possa votare con alcune in una certa maniera, e con
altre, in maniera diversa.
Esistono molte situazioni nelle quali una votazione divergente potrebbe soddisfare interessi
decisamente apprezzabili.
Un solo aspetto del voto divergente pu suscitare preoccupazioni ed quello relativo
allimpugnazione: poich le delibere annullabili possono essere impugnate solo dai soci assenti e
dissenzienti. Quindi il socio potrebbe votare con la quasi totalit delle sue azioni a favore di una
certa delibera e con una sola azione contro, allo scopo di avere la possibilit di impugnare anche
una delibera nei cui confronti egli stato in realt assenziente.
Questo tentativo sembra per possa essere adeguatamente represso in sede di accertamento della
legittimazione dellimpugnativa.

2) e discussa anche la delega per una parte delle azioni


3) e discussa inoltre lammissibilit del voto segreto.
La legge non dice nulla in ordine ai sistemi di votazione che possono essere adottati MA l'art 2368
comma 1 dispone che per la nomina alle cariche sociali latto costitutivo pu stabilire norme
particolari. Tra queste possibili norme particolari si ritiene che non rientri la votazione a
scrutinio segreto.

Inoltre per lo svolgimento come gia visto l'art 2370 ultimo comma prevede che lo statuto possa
consentire lintervento in assemblea mediante mezzi di telecomunicazione o lespressione del voto
per corrispondenza.

LA RAPPRESENTANZA DEI SOCI IN ASSEMBLEA: I DIVIETI LEGALI E LA LORO


GIUSTIFICAZIONE

Il primo comma dell'art 2372 annuncia che i soci possono farsi rappresentare nellassemblea a
meno che lo statuto non contenga una disposizione contraria.
Nei successivi comma per sono poste delle limitazioni al potere del socio di farsi rappresentare in
assemblea. Ovvero:

1) La delega non pu essere rilasciata con il nome del rappresentante in bianco; ed sempre
revocabile. Il rappresentante a sua volta pu farsi sostituire solo da chi sia espressamente indicato
nella delega;

2) Se la rappresentanza conferita ad una societ, associazione, fondazione od altro ente collettivo


o istituzione, questi possono delegare soltanto un proprio dipendente o collaboratore;

3) La rappresentanza non pu essere conferita n ai membri degli organi amministrativi o di


controllo, n ai dipendenti della societ, n alle societ da essa controllate o ai membri degli organi
amministrativi o di controllo e dipendenti di queste.

4) Nelle societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio la rappresentanza pu essere
conferita solo per singole assemblee, salvo che si tratti di procura generale o di procura conferita da
una societ, associazione, fondazione o altro ente collettivo o istituzione ad un proprio dipendente.

(Inoltre la stessa persona non pu rappresentare in assemblea pi di 20 soci o, se si tratta di societ


che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, pi di 50 se la societ ha capitale non superiore
a 5.000.000 , pi di 100 se la societ ha capitale superiore a 5.000.000 e pi di 200 soci se la
societ ha capitale superiore a 25.000.000 .)

La ratio dei divieti quella di


1) impedire che la lotta per il controllo della societ abbandoni gli strumenti che il legislatore
considera opportuni e corretti per utilizzarne altri considerati non altrettanto commendevoli.

2) contribuiscono a rafforzare la posizione di una maggioranza organizzata, accentuando la


dispersione e lassenteismo dei soci medio-piccoli.
Tale disciplina riguarda esclusivamente la rappresentanza volontaria. Non si applica quindi tale
disciplina alla rappresentanza necessaria. (es figlio minore)

Il problema pi rilevante posto dall'art 2372 riguarda la possibilit di applicare per ANALOGIA le
regole che limitano la libert di fari rappresentare in assemblea.
La struttura apparente della norma che sembra ribadire un principio generale al comma 1, e una
serie di deroghe e limitazioni nei commi successivi, indurrebbe a considerare eccezionali tutti i
divieti enunciati, con loro conseguente inapplicabilit per analogia.
( probabile tuttavia che questo discorso possa essere rovesciato.
Infatti nellambito delle societ, e di quelle per azioni in particolare, la tesi per cui dei propri affari
ciascuno fa quello che vuole non sufficiente a risolvere il problema.
Infatti gli effetti che le decisioni del singolo possono esplicare sul funzionamento
dellorganizzazione di cui parte non pu essere ignorata ed il modo di comportarsi allinterno di
questa organizzazione,non pu essere totalmente rimesso al suo arbitrio.
In questa prospettiva si potrebbe addirittura ipotizzare lesistenza di un principio generale per il
quale il socio deve sempre esercitare i suoi diritti personalmente, la possibilit di farsi sostituire da
un rappresentante uneccezione.)

LE CONVENZIONI DI VOTO

I patti nelle S.p.A anche quando siano riconosciuti validi hanno efficacia puramente obbligatoria tra
le parti e non vincolano in alcun modo la societ.

Questi patti possono essere stabiliti anche in riferimento al modo di esercitare il diritto di voto.
Dobbiamo per vedere quali siano i limiti di validit di questi patti. I principali limiti alla loro
validit sono desunti principalmente da due argomenti:

1) carattere personalissimo del diritto di voto il quale non sarebbe cedibile, neppure
temporaneamente, senza la partecipazione sociale

2) la concezione dellassemblea come il luogo dove non solo deve essere espressa, ma anche
formata, la volont sociale

Con lentrate in vigore del codice di commercio del 1882 e del codice civile del 1942, questi
problemi sono apparsi facilmente superabili perch:

1) non possibile sostenere che NON sono ammessi accordi tra soci in ordine allesercizio del
diritto di voto, quando la stessa legge riconosce validit
2) non e possibile affermare che in tal modo viene svuotato di significato il procedimento
assembleare.

Nel complesso, lopinione preferibile quella che sottolinea lesigenza di esaminare il contenuto, in
concreto, dei singoli patti, confrontandoli con le regole e i principi inderogabili del diritto azionario.

Applicando questo criterio, si pu negare la liceit di accordi che alterino la divisione dei poteri fra
gli organi sociali.
Allo stesso tempo diffusa la condanna della c.d. vendita del voto.
Infine, opportuno distinguere tra convenzioni di voto pure e accordi che utilizzano in modo
indiretto altri istituti giuridici per garantire lattuazione dei patti.

(Gli strumenti maggiormente usati sono:

~ il mandato collettivo irrevocabile ai sensi dellart. 1723;


~ la comunione di azioni con patto di mantenimento ex art. 1111 comma 2 che comporta
lapplicazione dellart. 2347;
~ lintestazione dei titoli o delle quote a una societ fiduciaria;
~ la costituzione di una holding, alla quale vengono attribuite le partecipazioni dei soci
sindacati. )

I VIZI DEL PROCEDIMENTO ASSEMBLEARE E LA LORO RILEVANZA

1)Lassenza di convocazione

Se si tratta di mancanza totale la conseguenza la nullit

Se si tratta di irregolarit la conseguenza lannullabilit.

A tal proposito non si considera mancante, ma solo irregolare, la convocazione proveniente da un


componente dellorgano amministrativo o di controllo purch lavviso sia idoneo a consentire a
coloro che hanno il diritto di intervenire di essere preventivamente avvertiti della convocazione e
della data dellassemblea.

2) Lesclusione dellassemblea di soggetti

da ritenere che essa possa determinare linvalidit della delibera con conseguente annullabilit.
tuttavia discusso se lesclusione di un soggetto legittimato determini lannullabilit della delibera
in ogni caso o solo quando lescluso sia titolare di una partecipazione di entit tale da poter incidere
sul risultato della votazione verificatasi.
La soluzione dipende dallimportanza che si ritenga di dover attribuire al metodo collegiale.

3) Il voto dei soggetti non legittimati

Tale voto contemplato nella categoria dei voti invalidi, ai sensi della quale la delibera non pu
essere invalida a meno che i voti invalidi non siano stati determinanti ai fini della maggioranza
richiesta.

GLI AMMINISTRATORI
LA FUNZIONE AMMINISTRATIVA

La S.p.A. caratterizzata da una organizzazione corporativa funzionale al miglior governo dei


conflitti di interesse e quindi all'esercizio pi efficiente dell'attivit di impresa.

Per comprendere il sistema di amministrazione e controllo occorre tenere presente due


considerazioni:

1) gli amministratori agiscono nellinteresse di altri.

2) gli amministratori esercitano un potere che caratterizzato da margini amplissimi di


discrezionalit, discrezionalit la cui eventuale riduzione (ad opera della legge o del contratto che li
lega alla societ) pu essere anche costosa poich ogni riduzione comporta una diminuzione della
dinamicit e dell'efficienza della gestione.
Tuttavia vi il rischio che gli amministratori approfittino della discrezionalit per fare scelte di
gestione che soddisfano pi linteresse loro che quello della societ.

per questa ragione che alla discrezionalit nelle scelte imprenditoriali si contrappone la necessit
di avere un sistema di controlli interni ed esterni in grado di minimizzare il rischio che i soggetti
preposti alla gestione possano da un lato non osservare i principi di corretta amministrazione,
dallaltro non perseguire linteresse della societ.
La nozione di interesse sociale tuttavia complessa: in prima approssimazione possibile
definirlo come linteresse che fa capo congiuntamente alla collettivit dei soci MA questa
definizione non deve far dimenticare che i soci sono portatori di una pluralit di interessi diversi e
che inoltre gli amministratori devono tutelare linteresse di altri soggetti (terzi) che hanno, o
possono avere, rapporti con la societ (fra questi, innanzitutto i creditori sociali).

Per la complessit del problema il legislatore ha ritenuto di non imporre un unico modello di
governo societario (come avveniva invece nel sistema del codice del 1942) e ha offerto ai soci, in
funzione delle loro esigenze, la scelta fra 3 modelli alternativi. Le diverse alternative si
caratterizzano essenzialmente per il modo in cui sono distribuite le funzioni di amministrazione e di
controllo. Le 3 alternative sono: 1) sistema tradizionale 2) sistema dualistico 3) sistema monistico.

L'art 2380 afferma che se lo statuto non dispone diversamente, la societ organizzata con il
sistema di amministrazione e controllo che viene definito TRADIZIONALE.
In questo sistema:
1) gli organi di gestione e controllo sono nominati dallassemblea dei soci;
2)lorgano di gestione pu essere:
unipersonale (amministratore unico) collegiale (consiglio di amministrazione)

3) lorgano di controllo (collegio sindacale) necessariamente collegiale e nei casi individuati dalla
legge gli possono essere affidati:

- controlli di gestionali
- il controllo contabile

(NB: mentre negli altri casi il controllo contabile deve essere affidato a un revisore contabile
esterno.)

Lo statuto della societ pu anche optare per il sistema definito dalla legge come DUALISTICO
In questo sistema:
1) Lorgano di controllo (consiglio di sorveglianza)
- necessariamente collegiale
- nominato dallassemblea dei soci
2) lorgano di gestione

- necessariamente collegiale
- viene nominato dal consiglio di sorveglianza
3) Il controllo contabile affidato ad un revisore esterno

Vi infine la possibilit di optare per il sistema MONISTICO


In questo sistema:

1)entrambi gli organi sono necessariamente collegiali

2)lorgano amministrativo nominato dallassemblea dei soci

3) lorgano di controllo nominato dal consiglio di amministrazione.


4) il controllo contabile affidato ad un revisore esterno

IL SISTEMA TRADIZIONALE

La disciplina del sistema tradizionale costituisce la normativa di riferimento per i sistemi alternativi.
Infatti l'art 2380 ultimo comma afferma che ogni riferimento agli amministratori si applica anche ai
membri del consiglio di amministrazione (sistema monistico) o ai membri del consiglio di gestione
(sistema dualistico).

L'art 2380 bis afferma che la gestione dellimpresa spetta esclusivamente agli amministratori i
quali compiono le operazioni necessarie per lattuazione delloggetto sociale.

Anche tale principio trova applicazione sia nel sistema dualistico, sia nel sistema monistico: la
gestione competenza esclusiva degli amministratori, nessun altro organo, se non in situazioni del
tutto eccezionali e disciplinate dalla legge pu compiere atti di gestione

Tale norma contiene inoltre 2 importanti precetti:

1) chiarisce la relazione che esiste tra le deliberazioni assembleari in materia di gestione e lazione
degli amministratori

a tal proposito Gli amministratori sono, individuati come lunico centro motore dellattivit
gestionale e le deliberazioni assunte dallassemblea su scelte gestionali, hanno una mera funzione
autorizzatoria.

2) individua il contenuto dellattivit di gestione: ovvero il compimento di tutte le operazioni


necessarie per lattuazione delloggetto sociale:
L'organo di gestione pu essere nel sistema tradizionale sia unipersonale (amministratore unico) che
collegiale --> in questo caso, cio Quando l'amministrazione affidata a pi persone, queste
costituiscono il consiglio di amministrazione. I lavori del consiglio sono coordinati da un presidente
nominato dall'assemblea o dallo stesso consiglio.

Nb--> l'amministrazione pu essere affidata anche ai non soci.

NOMINA E REVOCA
Per quanto riguarda la nomina. L'art 2383 dispone che La nomina degli amministratori spetta
allassemblea ordinaria, fatta eccezione per i primi amministratori, che sono nominati nellatto
costitutivo
Vi sono comunque delle eccezioni a tale norma, infatti :

1) lo statuto pu riservare la nomina di un componente dellorgano amministrativo ai portatori


degli strumenti finanziari.

2) nella societ che non fanno ricorso al capitale di rischio, lo statuto pu conferire allo Stato o ad
altri enti pubblici la facolt di nominare un numero di amministratori, sindaci e componenti del
consiglio di sorveglianza proporzionale alla loro partecipazione al capitale sociale

Gli amministratori possono essere nominati per un periodo massimo di 3 esercizi. Gli
amministratori possono essere susseguentemente rieletti nella carica dopo la scadenza del loro
mandato.
A tal proposito l'art 2382 fissa le cause di ineleggibilit , che possono anche operare come cause di
decadenza nelle ipotesi in cui lamministratore sia gi nominato:

- interdizione
- inabilitazione
- fallimento
- condanna ad una pena che importi linterdizione, anche temporanea, dai pubblici
uffici o lincapacit ad essere uffici direttivi.

Inoltre si ritiene che il rapporto tra amministratore e societ abbia natura contrattuale e che il
contratto relativo sia un tipo contrattuale autonomo ,il cui contenuto regolato dalla legge e che pu
essere in parte integrato o modificato dallatto costitutivo della societ.
La figura contrattuale ad esso pi vicina quella del contratto di mandato MA vi sono numerose
differenze sostanziali.
Inoltre il contratto di amministrazione un contratto a tempo determinato e di natura onerosa
(compenso). Tuttavia l'assemblea pu REVOCARE gli amministratori in ogni momento con l'unica
eccezione di quelli nominati dallo stato o altri enti pubblici. Incerto il caso in cui siano stati
nominati dai portatori di strumenti finanziari.
La revoca pu anche essere del tutto immotivata, ma in questo caso produce un obbligo di
risarcimento a carico della societ a favore degli amministratori revocati. Tali obblighi non
sussistono quando la revoca sia fondata su giusta causa.
Oltre che per revoca la cessazione del rapporto fra amministratore e societ pu avvenire per:
morte
rinunzia deve essere comunicata al consiglio di amministrazione e al presidente del
collegio sindacale
scadenza del termine.
3) per rinunzia allufficio da parte dellamministratore

deve essere comunicata per iscritto allintero consiglio di amministrazione e al presidente del
collegio sindacale

ha effetto immediato se permane in carica la maggioranza degli amministratori, mentre in caso


contrario ha effetto dal momento in cui la maggioranza stata ricostruita, attraverso
laccettazione dei nuovi amministratori.

NB: Lo statuto pu prevedere che la cessazione di alcuni amministratori faccia cessare lintero
consiglio, attraverso una clausola normalmente definita simul stabunt simul cadent.
In questo caso gli amministratori rimasti in carica o, in alternativa, se lo statuto cos dispone, il
collegio sindacale, dovranno procedere alla convocazione dellassemblea affinch questa provveda
al rinnovo dellintero organo amministrativo.
In assenza di norme particolari introdotte nello statuto, la regola generale comporta la nomina
dellintero consiglio di amministrazione da parte della maggioranza.
L'art 2368 prevede la possibilit che lo statuto contenga norme particolari per la nomina alle
cariche sociali e pu quindi essere introdotto un sistema di votazione che consenta alla minoranza di
nominare alcuni amministratori. Questa serie di accorgimenti incontra per un limite generale,
ovvero:
la nomina degli amministratori deve restare competenza esclusiva dellassemblea e non pu essere
delegata n ai singoli gruppi di soci, n agli altri amministratori stessi, n a terzi.

IL COMPENSO
L'art 2389 stabilisce che
i compensi spettanti ai membri del consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo sono
stabiliti allatto della nomina o dallassemblea.
La remunerazione degli amministratori investiti di particolari cariche stabilita dal consiglio di
amministrazione sentito il parere del collegio sindacale.
Se lo statuto lo prevede, lassemblea pu determinare un importo complessivo per la
remunerazione di tutti gli amministratori.

L'art 2389 comma 2 specifica inoltre che la remunerazione degli amministratori pu essere
costituita in tutto o in parte da una partecipazione agli utili o dallattribuzione del diritto a
sottoscrivere azioni di futura emissione

Gli amministratori hanno quindi il diritto di essersi compensati per lopera da essi svolta e se
lassemblea non provvede alla determinazione del compenso dovuto, o vi provveda in misura
manifestamente inadeguata, lamministratore pu ottenere una determinazione giudiziale della sua
remunerazione.

(Naturalmente lamministratore pu rinunziare (espressamente o tacitamente) al compenso ed


accettare di prestare la propria opera gratuitamente.)

Vi la possibilit che Lamministratore sia anche un dipendente della societ. Lunico limite
rappresentato dalla possibilit di riscontrare l esistenza di un vincolo di subordinazione.
Si ritiene cos che non possa essere dipendente lamministratore unico.

LA STRUTTURA DELLORGANO AMMINISTRATIVO: collegialit e inderogabilit delle


competenze

Per quanto riguarda la struttura dell'organo amministrativo dobbiamo distinguere tra amministratore
unico e consiglio di amministrativo.

1) Se lorgano amministrativo costituito da un singolo amministratore (amministratore unico)


Questi esercita tutti i poteri di gestione e di rappresentanza nei limiti della legge, dello statuto e
sotto il controllo del collegio sindacale ed eventualmente dei revisori esterni.

2) Se lorgano amministrativo composto da pi persone (consiglio di amministrazione) le


decisioni vengono adottate con metodo collegiale, cio facendo ricorso ad una riunione nella quale
ciascuno dei membri dellorgano deve esprimere un punto di vista e votare di conseguenza.
Oggi, se lo statuto lo prevede, la partecipazione alla riunione del consiglio, pu avvenire, oltre che
attraverso la classica conferenza personale, attraverso mezzi di telecomunicazione.
Lattivit del consiglio di amministrazione viene coordinata da un presidente (nominato
dallassemblea o, se questa non vi abbia provveduto, dallo stesso consiglio)
Il presidente ha il potere di:
- convocare il consiglio, fissandone lordine del giorno
- coordinare i lavori
- provvedere affinch adeguate informazioni sulle materie allordine del giorno
vengano fornite a tutti i consiglieri.
(salva diversa disposizione statuaria).

Lo statuto conferisce generalmente al presidente anche il potere di rappresentare la societ nei


confronti dei terzi, attribuendogli quella che nella prassi viene definita la firma sociale.

(Nel sistema tradizionale) Il consiglio di amministrazione si riunisce obbligatoriamente almeno 1


volta lanno per discutere e redigere il progetto di bilancio.
comunque auspicabile che le riunioni siano ben pi frequenti. Inoltre i membri del consiglio sono
normalmente tenuti a partecipare a tutte le riunioni infatti il consiglio pu deliberare anche se non
tutti i membri sono presenti
affinch il consiglio possa validamente deliberare deve essere presente la maggioranza degli
amministratori in carica (quorum costitutivo), sempre che lo statuto non richieda un quorum
costitutivo pi elevato.
Inoltre il consiglio, se lo statuto non richiede maggioranze pi elevate, delibera poi a maggioranza
assoluta dei presenti. (quorum deliberativo)
Infine le deliberazioni del consiglio di amministrazione, non adottate in conformit della legge o
dello statuto, possano essere impugnate dal collegio sindacale e dagli amministratori assenti e/o
dissenzienti entro 90 giorni dalla data della deliberazione.
Anche i soci hanno la possibilit di impugnare le deliberazioni del consiglio di amministrazione, ma
solo quando queste siano lesive dei loro diritti.

Il legislatore infine non ha distinto le ipotesi di annullamento e annullabilit delle deliberazioni del
consiglio di amministrazione.

COMITATO ESECUTIVO E AMMINISTRATORE DELEGATO


Art. 2381
Comma 2 se lo statuto o lassemblea lo consentono il consiglio di amministrazione pu
delegare le proprie attribuzioni ad un comitato esecutivo composto di alcuni dei suoi componenti, o
ad uno o pi dei suoi componenti.

= Al fine di garantire che la gestione sociale sia seguita giornalmente da qualcuno degli
amministratori, la legge prevede che lo statuto o lassemblea possano consentire al consiglio di
amministrazione di delegare parte delle proprie attribuzioni ad un comitato esecutivo o ad uno o
pi dei suoi componenti.

1) comitato esecutivo

composto esclusivamente da membri del consiglio di amministrazione

funziona come organo collegiale

il pi delle volte gli vengono delegate funzioni di:

- preparazione di documenti strategici da sottoporre al consiglio


- deliberazioni attinenti ad operazioni di particolare importanza

2) amministratore delegato

pu trattarsi solo di membri del consiglio di amministrazione

possono essere uno o pi

NB: Nel caso in cui essi siano pi di uno, non si costituir un comitato esecutivo, perch gli
amministratori delegati non operano mai come organo collegiale

ogni funzione pu essere delegata


MA:

LIMITI ALLA DELEGABILITA:

1) Art.2381 c.c.
Comma 4 elenco di materie non delegabili:

- lemissione di prestiti obbligazionari convertibili e gli aumenti di capitale eventualmente al consiglio in base
allo statuto

- redazione del progetto di bilancio di esercizio

- funzioni spettanti al consiglio in presenza di perdite > 1/3 del capitale sociale (artt.2446 e 2447 c.c.)

- predisposizione del progetto di fusione e scissione

2) esistono funzioni che, per loro natura, sono proprie del consiglio di amministrazione: esse
rappresentano il momento centrale dellattivit degli organi delegati e la loro attribuzione ad un organo
delegato svuoterebbe il consiglio di ogni funzione operativa (es. attribuzione delle deleghe!)

il pi delle volte viene investito del compito di seguire quotidianamente la gestione della
societ e di riferirne al consiglio di amministrazione.

Oggetto della delega sono normalmente i poteri di gestione e i connessi poteri di


rappresentanza, per poter manifestare verso i terzi le decisioni adottate vincolando la societ

Contenuto, limiti ed eventuali modalit di esercizio della delega, sono stabiliti, al di fuori dei vincoli
sopra indicati, liberamente dal consiglio di amministrazione in base alle esigenze operative della
societ.

Il rapporto che esiste tra organi delegati e consiglio di amministrazione:

ampia autonomia organi delegati MA:

la delega pu essere revocata in ogni momento

il consiglio pu sempre avocare a s, anche solo provvisoriamente, le funzioni delegate, cos


come impartire direttive (art. 2381 comma 3).
Modalit con cui il consiglio e i suoi componenti devono svolgere le proprie funzioni in presenza
di attivit delegate:

Art.2381
Comma 3 (IL CONSIGLIO) sulla base delle informazioni ricevute:

- valuta l'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile della


societ;

- esamina i piani strategici, industriali e finanziari della societ;

- valuta, sulla base della relazione degli organi delegati, il generale andamento della
gestione.

Comma 5 GLI ORGANI DELEGATI:

- curano che l'assetto organizzativo, amministrativo e contabile sia adeguato alla


natura e alle dimensioni dell'impresa

- riferiscono al consiglio di amministrazione e al collegio sindacale, con la periodicit


fissata dallo statuto e in ogni caso almeno ogni sei mesi:

1) sul generale andamento della gestione e sulla sua prevedibile evoluzione


2) sulle operazioni di maggior rilievo, per le loro dimensioni o caratteristiche,
effettuate dalla societ e dalle sue controllate.

Art. 2381
comma 6 ogni amministratore sempre tenuto ad agire in modo informato e pu chiedere agli
organi delegati che in consiglio siano fornite informazioni relative alla gestione della societ.
= gli amministratori hanno il diritto e il dovere di ricevere informazioni necessarie a valutare le
scelte da adottare: devono creare direttamente o attraverso gli organi delegati i sistemi
organizzativi e informativi idonei, e risponderanno dei danni arrecati alla societ dalle carenze che
si saranno eventualmente manifestate

Il modello delineato dal legislatore impone la creazione di adeguati flussi informativi allinterno
dellorgano amministrativo per consentire al consiglio di valutare con continuit e puntualit
landamento della gestione aziendale, ponendo in essere, se del caso, gli eventuali correttivi
ritenuti necessari.

Il modello sembra distinguere:

- il momento dellazione spetta normalmente agli organi delegati

- il momento dellesame e della valutazione rimane sempre e comunque appannaggio del


consiglio

I delegati risponderanno delle azioni o delle inazioni, i membri del consiglio sprovvisti di delega
della carenza delle analisi e delle valutazioni effettuate.

GLI INTERESSI DEGLI AMMINISTRATORI E LE OPERAZIONI CON LE PARTI CORRELATE

Ipotesi presa in considerazione: esiste in capo agli amministratori, un interesse in relazione ad


unoperazione della societ.

Art. 2391
lamministratore deve dare notizia agli altri amministratori e al collegio sindacale di ogni
interesse di cui egli sia portatore, per conto proprio o di terzi, in relazione a una determinata
operazione della societ, precisandone:
- la natura
- i termini
- lorigine
- la portata.

Il consiglio, nelladottare la deliberazione che eventualmente approva loperazione, nonostante


il dichiarato conflitto di uno o pi dei suoi membri, deve adeguatamente motivare le ragioni e la
convenienza per la societ delloperazione.

Lamministratore delegato che si trovasse nella medesima condizione non soltanto deve fornire
al consiglio tutte le informazioni di cui sopra, ma deve altres astenersi dal compimento dellatto,
investendo dello stesso il consiglio

NB: Nel caso dellamministratore unico, la legge si limita a disporre che lo stesso debba dare
notizia dellinteresse anche alla prima assemblea utile .

= Lamministratore unico deve dare notizia dellinteresse del consiglio al collegio sindacale MA (
amministratore delegato) egli legittimato a compiere loperazione, dovendo riferire a posteriori
allassemblea.

Non chiaro quale sia il potere dellassemblea una volta ricevuta linformazione.

Gli amministratori, nellambito dellesercizio delle loro funzioni, non possono avere nessunaltra
guida che non sia linteresse della societ.

Art. 2391
comma 3 nel caso in cui:

~ lamministrazione violi lobbligo di informativa


~ la deliberazione del consiglio non abbia quei requisiti di specificit e motivazione richiesti
dalla norma
~ la deliberazione sia adottata con il voto determinante dellamministratore interessato

la deliberazione, sempre che possa arrecare un danno alla societ, potr essere impugnata dagli
amministratori (esclusi quelli che hanno votato favorevolmente nel caso in cui linformativa sia
stata data nel rispetto del precetto normativo, e dal collegio sindacale, entro 90 gg. dalla data
delladozione).
Lamministratore risponde dei danni derivati alla societ dalla sua azione od omissione.

In ogni caso sono salvi i diritti acquistati dai terzi in buona fede in base ali atti compiuti in
esecuzione delle deliberazioni annullate.

Comma 5
l 'amministratore risponde altres dei danni che siano derivati alla societ dalla utilizzazione a
vantaggio proprio o di terzi di dati, notizie o opportunit di affari appresi nell'esercizio del suo
incarico.

NB: (Societ aperte) una disciplina specifica dettata per quanto riguarda le operazioni, anche se
effettuate per il tramite di societ controllate, c.d. parti correlate, ovvero soggetti che si trovino,
con la societ, in una relazione che possa implicare un pericolo di conflitto con linteresse sociale
= art. 2391-bis.
Comma 1 lorgano di gestione deve adottare, in relazione a tali operazioni, secondo principi
generali stabiliti dalla Consob regole che assicurino la trasparenza e la correttezza sostanziale e
procedurale, rendendole note nella relazione sulla gestione.

comma 2 dispone che lorgano di controllo vigila sullosservanza delle regole adottate e ne
riferisce nella relazione allassemblea.

POTERE DI GESTIONE E POTERE DI RAPPRESENTANZA

POTERE di GESTIONE = potere di dare contenuto alla volont sociale, cio di assumere decisioni in
ordine alla conduzione degli affari sociali.

Nelle S.p.A. il potere di gestione spetta:

- allamministratore unico o al consiglio di amministrazione


- ai singoli consiglieri (amministratori delegati)
- (poteri decisori pi circoscritti) a dipendenti (direttori,funzionari ecc.).

POTERE di RAPPRESENTANZA potere di manifestare la volont sociale nei confronti dei terzi, e
di creare rapporti giuridici tra essi e la societ.

Questo potere non attribuito dalla legge ad alcun organo specifico

Lo statuto pu determinare liberamente lassegnazione del potere di rappresentanza. In mancanza,


lassegnazione di tale potere sar effettuata dallorgano cui affidata la gestione della societ e,
quindi, dal consiglio di amministrazione (o dellamministratore unico).

NB: I due poteri possono spettare allo stesso soggetto, o a soggetti distinti. Possono avere
contenuto identico o contenuto diverso.

Nelle S.p.A. la coincidenza nello stesso soggetto del potere di gestione e del potere di
rappresentanza pu verificarsi nei casi di amministratore unico e di amministratore delegato.

Negli altri casi esister una tendenziale dissociazione tra potere deliberativo (spettante al consiglio
collegialmente) e potere di rappresentanza (spettante al presidente o ai singoli consiglieri).

RAPPRESENTANZA SENZA POTERE E TUTELA DEL TERZO

In materia di rappresentanza il problema fondamentale quello della sorte degli atti stipulati dal
rappresentante al di l dei poteri che gli erano stati conferiti.
Qui il legislatore deve necessariamente sacrificare linteresse di un soggetto innocente: o quello
del terzo che aveva confidato nellefficacia del contratto, oppure quello del falso rappresentato, se
viene vincolato ad eseguire un contratto non voluto.

1) disciplina generale della rappresentanza

il legislatore compie una scelta favorevole al falso rappresentato


= lonere di accertare lesistenza ed i limiti della procura grava sul terzo che, in caso di errore,
anche incolpevole, non potr obbligare il falso rappresentato allesecuzione del contratto.

2) disciplina della rappresentanza degli imprenditori commerciali e delle societ di persone

la distribuzione dei rischi viene modificata attraverso il sistema della pubblicit legale della
procura, e la tendenziale coincidenza tra potere di gestione e potere di rappresentanza imposta
dalla legge.

3) art. 2384 c.c.

il potere di rappresentanza generale.

Le limitazioni che risultano dallatto di nomina, dallo statuto ivi incluso il limite derivante
dalloggetto sociale o da una decisione degli organi competenti, non sono opponibili ai terzi
anche se pubblicate, salvo che la societ sia in grado di provare che il terzo abbia intenzionalmente
agito a suo danno.

= Nelle societ di capitali la protezione del terzo viene ulteriormente rinforzata

Il compimento da parte degli amministratori di atti che esulano dai loro poteri rilevante ai fini del
rapporto interno:

- giustifica la revoca dellamministratore inadempiente


- d il diritto alla societ di agire per il risarcimento delleventuale danno patito

La stessa ratio ispira lart. 2383, ult. comma


dispone che il terzo sia tutelato anche nellipotesi in cui la deliberazione di nomina
dellamministratore dotato del potere di rappresentanza sia dichiarata invalida, salvo che la societ
sia in grado di dimostrare che il terzo ne era a conoscenza.
Deve essere sottolineato che lespressione agire intenzionalmente a danno denota una
situazione diversa da quella cui rinvia la nozione di mala fede indica la condizione di chi
conosce un determinato fatto o avrebbe dovuto conoscerlo usando lordinaria diligenza.

Lagire intenzionalmente a danno suppone invece uno stato psicologico pi grave di quello
derivante dalla semplice coscienza del limite posto ai poteri di rappresentanza dellamministratore.

LA PECULIARIT DELLA TUTELA ASSICURATA AL TERZO DALLART. 2384

Art. 2298 c.c.


prevede lopponibilit ai terzi di tutte le limitazioni al potere di rappresentanza che siano state
iscritte ed anche di quelle non iscritte, di cui si provi che il terzo ha avuto ugualmente conoscenza.

Art. 2384
prevede la non opponibilit di tutte le limitazioni volontarie al potere di rappresentanza, anche
se pubblicate e anche se note al terzo.

Per comprendere la portata pratica di questa disciplina occorre tener presente lipotesi in cui un
amministratore dotato di un potere di rappresentanza limitato, concluda sistematicamente e,
sostanzialmente, col consenso di tutti gli altri amministratori, contratti che non avrebbe avuto il
potere di compiere (ad es. la formalit della previa delibera del consiglio viene omessa). Questi
contratti vengono abitualmente eseguiti dalla societ e quindi ratificati. Quando per capita un
contratto vantaggioso al momento della stipulazione, si riveli non pi tale al momento
dellesecuzione la societ avrebbe interesse a tirar fuori dal suo cilindro il famoso coniglio, in forma
di una limitazione al potere di rappresentanza.

Il testo dellart. 2384 attualmente vigente ha risolto definitivamente la questione impedendo alla
societ di opporre ai terzi queste limitazioni.

I LIMITI DI APPLICAZIONE DELLA NORMA


2 tipi di limiti:

1) quelli che risultano specificatamente dallo statuto, da una decisione degli organi competenti o
dallatto di nomina (Art. 2384 comma 2)

2) limitazioni derivanti dalla legge

Sono sicuramente opponibili ai terzi.

Tra cui:

il divieto di agire in conflitto di interessi con il rappresentato, la cui violazione destinata a


produrre gli effetti previsti in via generale dallart. 1394

= quando lamministratore compie un atto in conflitto di interessi, questo potr essere annullato su
domanda della societ se il conflitto era conosciuto o conoscibile da terzo (non si richiede la
volont di recare danno alla societ)

NB: Dubbi sono stati avanzati sulla disciplina applicabile allipotesi di non coincidenza tra potere
deliberativo e potere rappresentativo.

stato sostenuto che lart. 2384, comma 2, non sarebbe applicabile quando il potere
rappresentativo sussiste, ma condizionato al previo esercizio del potere deliberativo di un altro
organo.

In questi casi dovrebbe essere applicata la disciplina generale, pi favorevole alla societ MA: la
tesi appare incompatibile con il nuovo testo della norma.

Opponibile ai terzi ritenuto, in genere, il difetto del potere di rappresentanza dellamministratore


che abbia agito individualmente, quando latto di nomina prevede una forma di rappresentanza
congiunta. In questo caso non si avrebbe, secondo i sostenitori di questa soluzione, una limitazione
convenzionale al potere di rappresentanza, ma una modalit di attribuzione del potere opponibile
ai terzi una volta iscritta nel registro delle imprese.

Si riteneva che il comma 2 dellart. 2384 vecchio testo fosse applicabile solo allamministratore
dotato di un potere di rappresentanza istituzionale, che gli deriva dallatto costitutivo o statuto,
oppure dalla sua posizione organica (amministratore delegato). La tesi sembra confermata dal
testo vigente che parla di potere conferito allamministratore dello statuto o dalla deliberazione di
nomina.

Il superamento, da parte degli amministratori, dei limiti che erano stati posti al suo potere di
rappresentanza, conserva la sua normale rilevanza nei rapporti con la societ.

= potr essere perci considerata giusta causa di revoca e fonte per la societ di un risarcimento

Nei casi in cui latto non sia opponibile alla societ, si applicher la norma generale (art. 1398) ed il
terzo avr il diritto di richiedere allamministratore il risarcimento dei danni eventualmente subiti
per avere confidato nella validit del contratto senza sua colpa.

GLI ATTI ESTRANEI ALLOGGETTO SOCIALE

Art. 2298
( in tema di societ in nome collettivo, applicabile alle s.p.a. prima del 1969)

L'amministratore che ha la rappresentanza della societ pu compiere tutti gli atti che rientrano
nell'oggetto sociale salve le limitazioni che risultano dall'atto costitutivo o dalla procura

Le limitazioni non sono opponibili ai terzi, se non sono iscritte nel registro delle imprese o se non
si prova che i terzi ne hanno avuto conoscenza
MA:
tace sullopponibilit dellestraneit dellatto alloggetto sociale

= Se ne potrebbe dedurre, che gli atti estranei non possono essere compiuti e, se compiuti, non
vincolano mai la societ.
MA
= Il rischio dellestraneit verrebbe posto totalmente a carico del terzo.

Questo rischio dovrebbe essere controllato dal terzo mediante diligenti accertamenti in ordine alla
natura dellatto proposto dallamministratore: di fronte al minimo dubbio che latto possa essere
estraneo, il terzo dovrebbe astenersi dalla stipulazione.

La scelta di imporre al terzo un cos rigido canone di diligenza , in questo contesto, criticabile
poich non conduce, nella specie, a risultati equilibrati.
Laccertamento della estraneit di un atto alloggetto sociale infatti operazione estremamente
difficoltosa e spesso addirittura impossibile al momento della stipulazione dellatto.

Lattuale disciplina delle S.p.A., risolve il problema nel senso pi favorevole al terzo
induce a ritenere che la societ non possa mai opporgli lestraneit dellatto alloggetto sociale.

Perch?

Loggetto sociale menzionato laddove viene definito il potere di gestione degli amministratori di
s.p.a. (art.2380-bis) MA non figura tra i limiti al potere di rappresentanza

= laffermazione per cui il potere di rappresentanza attribuito agli amministratori generale, deve
dunque da interpretarsi nel senso che neppure loggetto sociale ne costituisce un limite

La rilevanza delloggetto sociale nelle s.p.a. da considerare attualmente come puramente


interna:il compimento di atti estranei potr essere fonte di responsabilit per gli amministratori e
magari potr giustificarne la revoca, ma latto rester vincolante per la societ, nonostante
leventuale malafede del terzo.
CARATTERISTICHE GENERALI DELLA RESPONSABILIT DEGLI AMMINISTRATORI

Gli amministratori rispondono nei confronti di 3 categorie di soggetti:

1) La societ verso cui gli amministratori rispondono a titolo di responsabilit contrattuale per
inadempimento (artt. 2392 e 2393);

2) I creditori, verso i quali gli amministratori rispondono per la mancata conservazione


dellintegrit del patrimonio della societ (art. 2394);

3) I singoli soci o i terzi, a titolo di responsabilit extracontrattuale da fatto illecito (art, 2395).

La responsabilit degli amministratori di s.p.a.

non ha alcun collegamento con le obbligazioni sociali La societ risponde per le


obbligazioni sociali soltanto con il proprio patrimonio, fatte salve le eccezioni previste dalla
legge.

Lamministratore non responsabile dei debiti della societ, n viene coinvolto


patrimonialmente nel dissesto della societ
(soci illimitatamente responsabili)

La responsabilit dellamministratore una responsabilit collegata alla violazione di


determinati obblighi di comportamento o alla commissione di un atto illecito

Pu trattarsi di una responsabilit contrattuale o extracontrattuale. In entrambi i casi una


responsabilit che:

- presuppone una colpa dellamministratore


- circoscritta, nellestensione, ai danni che in conseguenza di tale colpa sono derivati al
patrimonio sociale
Essi sono tenuti a risarcire un danno quando sussistono contemporaneamente:

1) Violazione colpevole di un obbligo imposto agli amministratori

2) un danno

3) Un nesso di causalit tra violazione e danno.

LA RESPONSABILIT VERSO LA SOCIET: I PRESUPPOSTI

Art. 2392
gli amministratori devono adempiere ai doveri ad essi imposti dalla legge e dallo statuto con
diligenza richiesta dalla natura dellincarico e dalle loro specifiche competenze.

= fissa il parametro di diligenza che deve essere osservato dallamministratore nellinadempimento


dei propri doveri.

= non basta la diligenza delluomo medio, occorre la diligenza del buon amministratore
determinata in funzione della natura dellincarico e delle specifiche competenze del singolo
amministratore (non in astratto!)

Per determinare la diligenza dovuta si dovranno considerare:

- la dimensione della societ e dellimpresa esercitata


- la tipologia
- le qualit individuali dellamministratore che hanno costituito la base per la sua
nomina.

Il livello di diligenza dovuto sar, pi elevato al crescere della dimensione e della complessit
dellimpresa gestita tenendosi conto delle capacit individuali.
Art. 2393
comma 1 La responsabilit che fa capo agli amministratori solidale, a meno che si tratti di
**attribuzioni proprie del comitato esecutivo o di funzioni attribuite in concreto a uno o pi
amministratori

comma 2 In queste ipotesi** gli amministratori rispondono solidalmente se, essendo a


conoscenza di fatti pregiudizievoli, non abbiamo fatto quanto potevano per impedirne il
compimento o eliminarne o attenuarne le conseguenze dannose

comma 3 disciplina i compiti attribuiti ai membri del consiglio di amministrazione in presenza di


poteri delegati.

In caso di delega di poteri pertanto membri del consiglio di amministrazione dovranno svolgere
con diligenza i compiti prescritti dalla legge.

Lanalisi del loro operato si concentrer:

- sulla sufficienza, idoneit ed efficacia dei sistemi organizzativi e informativi


predisposti dagli organi delegati, ma valutati e approvati dal consiglio
- sulla assiduit e sulla qualit della loro partecipazione allattivit dellorgano
- sulla correttezza dei voti espressi in consiglio sia dal punto di vista degli interessi
perseguiti, sia dal punto di vista del ragionevolezza, diligenza e professionalit delle
scelte operate.

In presenza di atti anche potenzialmente pregiudizievoli, essi sono tenuti a intervenire con
tempestivit al fine di impedirne il compimento o eliminarne o attenuarne le conseguenze
dannose.

Il legislatore concede poi la possibilit di sottrarsi alla responsabilit di quegli amministratori che,
essendo esenti da colpa, abbiano fatto annotare senza ritardo il proprio dissenso nel libro delle
adunanze e delle deliberazioni del consiglio di amministrazione, dandone immediata
comunicazione scritta al presidente del collegio sindacale.
LA RESPONSABILIT VERSO LA SOCIET: LESERCIZIO DELLAZIONE SOCIALE

Lazione sociale di responsabilit pu essere esercitata.

1) dai soci in nome proprio

2) dalla societ direttamente lazione pu essere promossa a seguito di specifica deliberazione


assembleare, cio a seguito di deliberazione del collegio sindacale, assunta con la maggioranza dei
2\3 dei suoi componenti (art. 2393, comma 3).

Affinch la delibera assembleare sia assunta validamente necessario che essa sia posta allordine
del giorno.

Il legislatore ha previsto che la deliberazione possa essere adottata nel corso dellassemblea di
bilancio, purch in relazione a fatti di competenza dellesercizio cui il bilancio in corso di
approvazione si riferisce, anche senza che la promozione dellazione di responsabilit sia compresa
fra le materie poste allordine del giorno.

Con lazione di responsabilit la societ promuove un giudizio finalizzato ad ottenere la condanna


dellamministratore inadempiente al risarcimento dei danni arrecati alla societ.

Lazione pu essere esercitata entro 5 giorni dalla cessazione dellamministratore della carica.

NB: La promozione dellazione di responsabilit non comporta automaticamente la revoca


dellamministratore della carica, salvo che la deliberazione venga assunta con il voto favorevole di
almeno 1\5 del capitale. Nel caso in cui tale quorum deliberativo non sia raggiunto, occorre che
lassemblea adotti una separata deliberazione di revoca.

Lazione sociale di responsabilit pu essere oggetto di rinuncia da parte della societ o di accordo
transattivo con lamministratore a condizione che rinunzia e transazione siano deliberate
dallassemblea dei soci e non vi sia il voto contrario di una minoranza che rappresenti almeno 1\5
del capitale sociale, o comunque della % che a norma di statuto legittimata ad esercitare lazione
di responsabilit.
SCOPO = evitare, o quantomeno limitare, il rischio della commissione di abusi da parte della
maggioranza.

NB: il legislatore non si occupa della rinuncia e della transazione dellazione sociale di
responsabilit promossa dal collegio sindacale!
Da ci si pu dedurre che:

a) il collegio sindacale non legittimato a rinunciare o a transigere lazione di responsabilit;

b) la rinuncia o la transazione di tale azione pu essere deliberata esclusivamente dallassemblea la


cui volont prevale su quella dellorgano di controllo.

Il legislatore, al fine di rinforzare il potere di controllo della minoranza, ha stabilito, che lazione
sociale possa essere promossa anche da tanti soci che rappresentino almeno 1\5 del capitale
sociale (o una percentuale diversa che sia prevista dallo statuto e non superi 1/3).

Tale % si riduce a 1\40 nelle societ aperte.

La societ parte necessaria del giudizio, che viene gestito dai soci mediante la nomina, a
maggioranza del capitale posseduto, di uno o pi rappresentanti comuni che esercitano lazione e
compiono gli atti conseguenti.

In caso di successo, la societ rimborsa ai soci integralmente le spese di lite e beneficia del
risarcimento.

A favore della societ vanno i proventi di un eventuale transazione della lite con gli amministratori.
Anche in questo caso, la rinuncia e la transazione possono essere oggetto di opposizione in sede
assembleare da parte di una minoranza qualificata di soci, esattamente come avviene nel caso
dellazione promossa dalla societ.

LAZIONE DEI CREDITORI SOCIALI


Gli amministratori rispondono verso i creditori sociali per linosservanza degli obblighi inerenti alla
conservazione dellintegrit del patrimonio sociale.

Lazione pu essere proposta dai creditori quando il patrimonio risulti insufficiente al


soddisfacimento dei loro crediti.

I presupposti dellazione di responsabilit dei creditori sociali sono 2:

1) gli amministratori devono aver violato qualche precetto normativo specifico, qualche
disposizione statuaria o il generale obbligo di diligenza, determinando una riduzione del
patrimonio sociale

2) il patrimonio in virt di tale riduzione, non sufficiente a far fronte alle obbligazioni della
societ e dunque a soddisfare i creditori.

NB: Ancora una volta non si tratta di uneccezione al principio della responsabilit limitata che
caratterizza le s.p.a.: gli amministratori non sono tenuti a far fronte alle perdite, bens a risarcire i
creditori per non aver adempiuto correttamente ai propri doveri, causando un danno al patrimonio
sociale e quindi anche ai creditori.

La natura dellazione disciplinata dallart. 2394 controversa.

- Alcuni sostengono che lazione dellart. 2394 unazione surrogatoria rispetto allazione principale
che spetta alla societ ex artt. 2392 e 2393.

Se lazione dei creditori sociali viene qualificata come surrogatoria, i benefici dellazione non
vanno direttamente ai creditori sociali, ma vanno a ricomporre il patrimonio della societ.

I creditori sociali potranno giovarsene solo indirettamente, in quanto lesito positivo di tale azione,
e il risarcimento operato dallamministratore in favore della societ, eliminer quellelemento di
incapienza o di insufficienza del patrimonio sociale da cui deriva il danno dei creditori sociali.

- Altri ritengono invece che si tratti di 2 azioni distinte.


Se lazione dei creditori sociali unazione surrogatoria, gli amministratori potranno inoltre
opporre ai creditori le eccezioni che potrebbero far valere nei confronti della societ.

Non potranno opporre ai creditori sociali le eccezioni relative ai rapporti personali.

NB: In favore della tesi che afferma, la natura autonoma dellazione spettante ai creditori sociali,
stata invocata la diversit tra i presupposti legali delle 2 azioni.

Art. 2394
gli amministratori rispondono verso i creditori sociali per linosservanza degli obblighi inerenti
alla conservazione dellintegrit del patrimonio sociale.

Art. 2392
gli amministratori rispondono nei confronti della societ per qualunque violazione dei loro
doveri.

Se si da uninterpretazione estensiva, o ampia, degli obblighi di conservazione del patrimonio


sociale, il contenuto dellart. 2394 tender a coincidere con quello dellart. 2392.
Se, invece, sintende linosservanza degli obblighi inerenti alla conservazione del patrimonio sociale
come violazione di specifiche regole, allora deve essere costatata lesistenza di una divergenza nei
contenuti delle due norme.

Indipendentemente da quale sia linterpretazione favorita, la divergenza tra le 2 norme pu


manifestarsi solo nel senso della insufficienza, ai fini dellesercizio dellazione da parte dei creditori
sociali, di atti che sono invece fonte di responsabilit verso la societ. Non sembra invece
ipotizzabile lesistenza di un atto che possa essere fonte di responsabilit verso i creditori sociali,
ma non verso la societ.

art. 2394
ultimo comma sancisce lirrilevanza della rinuncia allazione da parte della societ e la
rilevanza, invece, della transazione.
Indicazioni ambigue:

= Lirrilevanza della rinuncia depone nel senso dellautonomia.


= Lopponibilit della transazione depone in senso opposto.

Dal punto di vista pratico la tesi della natura surrogatoria semplifica alcuni problemi, evitando una
frammentazione di azioni da parte dei singoli creditori, ciascuno agente nei limiti del suo credito
pregiudicato, e prevenendo leventualit di una duplicazione delle azioni risarcitorie. In definitiva, il
fatto su cui si basano le due azioni lo stesso: latto negligente e dannoso compiuto dagli
amministratori, atto per il quale essi non possono evidentemente essere costretti a risarcire lo
stesso danno due volte.

LAMMINISTRATORE DI FATTO

Pu accadere che mentre la carica di amministratore formalmente ricoperta da alcuni soggetti, la


concreta ed effettiva gestione della societ viene decisa da altri soggetti.

In queste ipotesi non viene meno la responsabilit dellamministratore formalmente investito del
potere che egli lascia esercitare ad altri.

Se colui che amministra compie atti illeciti, dannosi per la societ, di essi risponder
lamministratore di diritto e non potr invocare a sua scusante lo stato di soggezione in cui
stato posto dallamministratore di fatto. Pi incerta, invece, la posizione di questultimo.

La giurisprudenza penale = ha affermato il principio per cui la posizione di quelli che gestiscono di
fatto una societ deve essere equiparata a quella degli amministratori legalmente nominati.

La corte di cassazione = ha sottolineato come, il sorgere di degli obblighi inerenti


allamministrazione della societ non presuppone una nomina (anche irrituale) dellamministratore
da parte dellassemblea.

La corte suprema = ha sostenuto che le norme che disciplinano lattivit degli amministratori si
applicano sia a coloro che sono stati immessi alla funzione di amministratore, sia a coloro che sono
stati ingerito nella gestione della societ senza aver ricevuto alcuna investitura (neppure irregolare
o implicita) da parte dellassemblea
LAZIONE DEI SINGOLI SOCI O TERZI

Art. 2395 le disposizioni dei precedenti articoli non pregiudicano il diritto al risarcimento de
danno spettante al singolo socio o al terzo che sono stati direttamente danneggiati da atti colposi o
dolosi degli amministratori.

= le precedenti azioni non pregiudicano il diritto al risarcimento del danno, spettante al singolo
socio o al terzo che sono stati direttamente danneggiati da atti dolosi o colposi degli
amministratori.

La distinzione di questa azione delle precedenti sta nellespressione direttamente danneggiati che
si contrappone evidentemente a indirettamente danneggiati.

Il danno arrecato al patrimonio sociale colpisce i soci sempre indirettamente: essi vedranno
pregiudicato il loro diritto sugli utili, o vedranno diminuire il valore della loro partecipazione.

Quindi:un danno indiretto per i soci esiste sempre quando un comportamento ha danneggiato la
societ. Un danno indiretto ai terzi, intesi come creditori sociali esiste pure, solo che non
automatico come nel caso dei soci. In questi casi lart. 2395 non applicabile!

[es. dellart. 2395 riguarda lipotesi in cui gli amministratori redigono una situazione finanziaria,
sulla base della quale attirano i risparmiatori incauti ad acquistare le azioni della societ o a
sottoscrivere un aumento di capitale, oppure attirano delle banche a finanziare la societ,
esibendo una prosperit che in realt non sussiste. In questo caso non vi un danno per la societ,
perch anzi la societ riuscita a collocare proprie partecipazioni o riuscita ad ottenere
finanziamenti e quindi non stata danneggiata.].

Danneggiati e danneggiati direttamente = sono coloro i quali, fidandosi delle informazioni


fornite dagli amministratori, si sono lasciati convincere a sottoscrivere le azioni o a fare dei
finanziamenti.

Qui il danno che essi subiscono non un riflesso del danno subito dal patrimonio sociale, ma
investe immediatamente il loro patrimonio.
Esiste quindi una certa distinzione tra lipotesi dellart. 2395 e quelle degli artt. 2392, 2393 e 2394.
Si tratta di azioni diverse sia per quanto riguarda il tipo di danno, sia per quanto riguarda i soggetti
che le possono promuovere.

Il criterio distintivo proprio quello del danno diretto o indiretto.

Se il danno si profila come un danno indiretto, non si pu applicare lart. 2395, ma si applicano le
altre norme, e quindi lazione individuale non ammissibile.
Se il danno si configura come diretto, invece, lart. 2395 applicabile.

Altro problema che lart. 2395 non risolve : rispondono solo gli amministratori o risponde anche la
societ?

Per sostenere che risponde anche la societ sono stati usati due tipi di argomentazioni. Uno fa leva
sul concetto di organo, laltro sullart. 2049 che sancisce la responsabilit dei padroni e dei
committenti per i danni arrecati dal fatto illecito dei loro domestici e commessi nellesercizio delle
incombenze a cui sono adibiti.

Unipotesi peculiare di responsabilit degli amministratori infine quella prevista, a favore dei soci
esterni e dei creditori dallart. 2497, in relazione alle ipotesi di c.d. abuso di direzione e
coordinamento, nelle quali gli amministratori sia della societ che dirige, sia della societ diretta,
potrebbero essere chiamati a rispondere dei danni solidalmente con il soggetto che esercita
lattivit di direzione.

IL DIRETTORE GENERALE

Rappresenta il vertice della piramide organizzativa dellazienda

normalmente un lavoratore dipendente, il pi elevato in grado, gerarchicamente subordinato


soltanto agli amministratori,, di cui esegue gli ordini
se dotato di poteri di rappresentanza, egli un institore, preposto allesercizio dellimpresa o di
un suo ramo.

La sua rilevanza e i suoi poteri sono cos ampi che il legislatore lo ha assoggettato, in alcuni casi,
alla stessa responsabilit cui sono chiamati gli amministratori

Ci avviene per i direttori generali la cui nomina sia espressamente prevista dallo statuto o sia
effettuata dallassemblea. Questo rigoroso trattamento, giustificato dal fatto che in queste ipotesi
il direttore generale assumerebbe la funzione di organo di societ scelto o dagli amministratori,
oppure imposto in qualche misura dalla volont dei soci.

IL PROBLEMA DELLA RESP. DEGLI AMMINISTRATORI

Il problema centrale pu essere posto in questi termini: come assicurare agli amministratori i
poteri discrezionali necessari allefficiente gestione di una grande impresa moderna, garantendo
nel contempo la promozione di tutti coloro che a vario titolo rischiano nellimpresa sociale quote
del proprio patrimonio (azionisti, risparmiatori ecc.).

Un soddisfacente punto di equilibrio appare difficile da trovare. Esistono opinioni nettamente


contrastanti tra impostazioni favorevoli ad una maggiore severit nella valutazione dei
comportamenti degli amministratori, ed impostazioni ispirate dalla convinzione che sia pi
opportuno evitare interventi repressivi ad opera del legislatore. Questa convinzione deriva a sua
volta da una grande fiducia nelle capacit correttive del mercato. Si ritiene che se gli azionisti
desiderano societ in cui gli amministratori sono vincolati ad obblighi molto precisi.

Analogo, sar il comportamento dei fornitori di credito. Il mercato selezioner la combinazione


ottimale di discrezionalit e divieti. Qui si rileva che mentre lamministratore inetto o disonesto
punito dal mercato il giudice che sbaglia a valutare a posteriori una decisione degli amministratori
non subisce alcuna conseguenza sul piano personale.

La tesi favorevole ad un potenziamento delle sanzioni del mercato, a preferenza di quelle


giudiziarie, costruita ragionando sul modello di una societ con azioni diffuse tra il pubblico,
amministrata da dirigenti stipendiati. In societ saldamente controllate da una stabile maggioranza,
il gruppo di controllo pu trovarsi nella condizione di poter fare scelte a proprio favore senza
doverne subire le conseguenze negative.
GLI ATTI NEGLIGENTI e ATTI IN CONFLITTO DI INTRESSI

I comportamenti degli amministratori che possono determinarne la responsabilit sono


classificabili, in astratto, in 2 categorie:

Atti negligenti

Atti compiuti nellinteresse proprio o di terzi

NB: A queste due categorie generali, n va aggiunta un terza, specifica, che variamente
configurata nei diversi ordinamenti e che nel nostro riguarda la prosecuzione dellattivit dopo
lintervenuto scioglimento della societ.

ATTI NEGLIGENTI

La categoria degli atti negligenti presenta molti problemi.

1) Il problema principale quello di evitare che un giudizio a posteriori scopra negligenze in tutti gli
atti degli amministratori che si siano rivelati non vantaggiosi per la societ.

Lesercizio dellimpresa richiede lassunzione anche di decisioni molto rischiose e il giudizio degli
amministratori sullopportunit di correre rischi maggiori o minori non pu essere successivamente
sindacato dal giudice.

Ammettere che il giudice possa riesaminare lopportunit delle sue scelte, significherebbe
scoraggiare proprio quei comportamenti innovativi che rappresentano la peculiare prerogativa
dellimprenditore.

La soluzione di questo problema viene cercata dagli amministratori, comprendente scelte non
sindacabili a posteriori.
Lattuale disciplina che impone allamministratore lobbligo di agire in modo informato offre
secondo alcuni un punto per distinguere tra comportamenti valutabili in base agli ordinari canoni
che usualmente guidano il giudizio relativo alla diligente esecuzione degli obblighi imposti a
qualsiasi soggetto dalla legge e comportamenti soggetti al diverso metro di giudizio suggerito dalla
c.d. business judgement rule.

Nella prima categoria rientrerebbero i comportamenti con cui gli amministratori danno esecuzione
allobbligo di procurarsi le necessarie informazioni.

2) Il problema della responsabilit diventa se possibile ancora pi complicato quando riguarda non
gli amministratori che non hanno agito (c.d. esecutivi) ma gli amministratori non esecutivi, che
hanno tra gli altri, il compito di controllare il comportamento dei manager.

Art. 2392
comma 2 prevede la responsabilit dellamministratore che, essendo a conoscenza dei fatti
pregiudizievoli, non ha fatto quanto poteva per impedirne il compimento o eliminarne o
attenuarne le conseguenze dannose.

MA: Gli amministratori non esecutivi non intervengono non per esplicita complicit con quelli
esecutivi, ma perch non n conoscono esattamente loperato

la norma pu essere applicata anche agli amministratori


ce non sono intervenuti nei confronti dellatto dannoso semplicemente perch ne ignoravano
lesistenza????

La distinzione tra diligenza nellacquisizione dell informazione e diligenza dei comportamenti


tenuti in base allinformazione acquisita pu essere utile anche per risolvere questo problema.

La responsabilit dellamministratore che non ha commesso il fatto dannoso e ne ha ignorata


lesistenza, potr essere affermata in base alla prova di una negligenza che si configura come
violazione dellobbligo di agire in modo informato.

Poi difficilmente potranno essere sindacate le decisioni relative al compimento degli affari
rientranti nellordinaria gestione dellimpresa sociale.
Quando la negligenza dellamministratore si concretizza nella violazione di una norma specifica,
alcuni problemi risultano forse semplificati, ma ne sorge un altro molto delicato. Tra la violazione
imputata agli amministratori e la conseguenza dannosa deve esistere una connessione, nel senso
che la norma violata deve essere diretta ad impedire proprio quellevento dannoso che si
verificato.

ATTI IN CONFLITTO DI INTERESSI

La questione diventa pi complessa se si ipotizza che il conflitto sia conseguenza dellesistenza di


collegamenti di gruppo, e non di occasionali infedelt dellamministratore.

Nel caso dei gruppi viene attuata una politica generale vantaggiosa per il gruppo nel suo
complesso, che in definitiva pu avere riflessi positivi anche sulla societ occasionalmente
sacrificata.

Il problema della responsabilit degli amministratori diventa, nel caso di gruppi, complicato.

Le soluzioni ruotano intorno a due alternative estreme:

1) imporre agli amministratori di comportarsi come se il legame di gruppo non esistesse, evitando
qualsiasi scelta che possa danneggiare la societ da essi amministrata, anche se vantaggiosa per
altre societ del gruppo.

Questa alternativa, non consente di giustificare atti in conflitto di interessi, invocando linteresse
superiore del gruppo. Presenta molti svantaggi.

2) ammettere, senza limiti o correttivi, che gli amministratori possano liberarsi da responsabilit
invocando la loro devozione agli interessi del gruppo, oltre a d essere inaccettabile, uno svantaggio
considerevole

essa lascia minoranze e creditori alla merc di coloro che controllano la societ capo-gruppo.

Il legislatore del 2003 ha dettato una specifica disciplina relativa ai gruppi, in cui compresa anche
una parte relativa alla responsabilit delle societ controllanti ed eventualmente degli
amministratori. Dal punto di vista della soluzione del problema impostato in questo paragrafo, la
portata di questa disciplina dipende dal significato attribuito alla regola per cui rispondono coloro
che hanno agito in violazione dei principi di corretta gestione societaria. E da sempre che alla
luce del risultato complessivo dellattivit di direzione e coordinamento risulti esistente un danno
che non sia stato eliminato da operazioni a ci dirette.

LA PROSECUZIONE DELLATTIVIT DOPO LO SCIOGLIMENTO

Quando la societ si avvicina ad una situazione di insolvenza, sarebbe opportuno che essa
smettesse volontariamente di operare, prima di arrivare al punto estremo in cui la sua incapacit di
pagare i creditori indurr questi ultimi a chiederne il fallimento.

Richiedere linsolvenza, che il presupposto del fallimento, significa richiedere troppo, perch a
quel punto possono intervenire i creditori ed troppo tardi per far intervenire gli amministratori.
Non pu costringere ogni impresa in difficolt a sospendere la propria attivit.

La scelta perci tra il rimettere la valutazione agli amministratori, prevedendo una loro
responsabilit quando proseguono nello svolgimento di attivit pur in presenza di una situazione
negativa che appare irreversibile, e lo stabilire che lobbligo di intervento degli amministratori scatti
al verificarsi di eventi pi precisamente descritti dalla legge. Il nostro legislatore ha seguito questa
seconda soluzione.

LORGANO DI GESTIONE NEL SISTEMA MONISTICO: IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Nel sistema monistico lorgano amministrativo collegiale e assume la denominazione di consiglio


di amministrazione.

La peculiarit dellorgano amministrativo nel sistema monistico costituita dal fatto che almeno
1\3 dei suoi membri deve essere in possesso dei requisiti di indipendenza stabiliti per i sindaci
dallart. 2399, comma 1 e, se lo statuto lo prevede, di quelli al riguardo previsti da codici di
comportamento redatti da associazioni di categoria o da societ di gestione di mercati
regolamentati.

LORGANO DI GESTIONE NEL SISTEMA DUALISTICO: IL CONSIGLIO DI GESTIONE


Il sistema dualistico quello che pi si distingue dal sistema tradizionale. Le sue peculiarit non
sono limitate alla composizione e al funzionamento dellorgano di controllo ma riguardano anche
lorgano amministrativo. Questo, organo collegiale che assume la denominazione del consiglio di
gestione, nominato dallorgano di controllo (consiglio di sorveglianza), cui compete il potere di
revoca.

La Relazione, il sistema dualistico quello che, sposando alcune competenze dellassemblea dei
soci allorgano di sorveglianza, meglio realizza la separazione tra propriet (i soci) e controllo (i
gestori) della societ.
Il consiglio di gestione:

- ha il potere esclusivo di gestire la societ, potendo compiere tutti gli atti necessari
per lattuazione delloggetto sociale
- pu delegare proprie attribuzioni ad uno o pi dei suoi componenti, MA tale facolt
sembra limitata alla nomina di amministratori delegati e non alla costituzione di un
comitato esecutivo.

Il suo funzionamento in larga parte disciplinato per richiamo alle norme sul consiglio di
amministrazione, come ad esempio in tema di presidenza, di cause di ineleggibilit e decadenza
tutti richiamati, in quanto compatibili dallart. 2409-undecies, il quale prevede lapplicazione anche
delle norme in tema di invalidit delle deliberazioni e di interessi degli amministratori, precisando
che la legittimazione ad impugnare spetta anche al consiglio di sorveglianza.

La peculiarit del consiglio di gestione rispetto al consiglio di amministrazione sono racchiuse in


due norme: artt. 2409-novies e 2409-decies.

Il consiglio di sorveglianza non ha solo il potere di nomina e di revoca dei membri del consiglio di
gestione, ma gli attribuito in esclusiva anche il potere di sostituzione degli stessi, non essendo
prevista la possibilit per il consiglio di gestione di procedere alla cooptazione dei membri
mancanti.

I membri del consiglio di gestione non possono essere alcun tempo membri del consiglio di
sorveglianza. Lazione sociale di responsabilit nei confronti dei membri del consiglio di gestione
pu essere promossa, oltre che dallassemblea e dai soci di minoranza, anche dal consiglio di
sorveglianza, che assume la relativa deliberazione a maggioranza dei componenti. Nel caso in cui la
deliberazione sia assunta con il voto favorevole dei 2\13 dei componenti, si determina
automaticamente la revoca dei consiglieri di gestione nei cui confronti lazione stata promossa e il
consiglio di sorveglianza provveder, contestualmente, alla sostituzione del membro revocato.

Il consiglio di sorveglianza pu rinunziare allazione, cos come transigerla. In entrambi i casi deve
intervenire una deliberazione a maggioranza assoluta del consiglio di sorveglianza e non deve
intervenire lopposizione di una % dei soci pari a quella prevista dallart. 2393.

La rinunzia allazione decisa dal consiglio di sorveglianza non pregiudica in alcun modo lazione
sociale promossa dai soci di minoranza, in base allart. 2393-bis, cos come lazione dei creditori
sociali.

Dubbio se la rinuncia da parte dellassemblea impedisca la promozione dellazione sociale di


responsabilit da parte del consiglio di sorveglianza in relazione agli stessi fatti. A favore della
soluzione positiva la volont dei soci deve prevalere. A favore della soluzione negativa, il regime di
responsabilit cui soggetto il consiglio di sorveglianza.

Per quanto riguarda la transazione, si applica lart. 2394 con riferimento ai rapporti con lazione dei
creditori sociali, mentre qualche dubbio rimane in merito agli effetti della transazione con riguardo
allazione promossa o da promuoversi con deliberazione assembleare. Con la transazione il danno
stato risarcito e gli amministratori non possono essere chiamati a risarcirlo due volte.

La disciplina lascia comunque qualche dubbio, poich per lopposizione dei soci alla transazione
non previsto alcun termine; probabilmente lesecuzione secondo buona fede dei doveri dei
consiglieri di sorveglianza implicherebbe una informativa ai soci medesimi prima della conclusione
della transazione, al fine di mettere gli stessi in condizione di esercitare il diritto di opposizione loro
spettante.

I CONTROLLI

Controlli interni e Controlli esterni

Le decisioni che la maggioranza, e gli amministratori che ne sono espressione, assumono in ordine
alla gestione della S.p.A. sono soggette ad una serie di possibili controlli che tradizionalmente
vengono distinti in interni ed esterni.
Allinterno della societ pu svolgere una funzione oggettiva di controllo anche lazionista di
minoranza. Questi in genere esercita i poteri spettatigli nel proprio personale interesse e poco si
preoccupa degli interessi degli altri soci e dei creditori.

La possibilit di affidare alliniziativa dei singoli soci la verifica della legittimit delle scelte della
maggioranza, trova comunque un limite nellimpossibilit di conferire i necessari rilevanti poteri a
chi agisce pur sempre nel proprio privato interesse e pu decidere di usare o non usare i suoi
poteri per qualsiasi motivo.

La S.p.A. dotata in ogni caso anche di un organo specificatamente dedicato ai controlli. Nel
sistema tradizionale, questorgano il collegio sindacale, mentre nel sistema monistico il
comitato per il controllo sulla gestione e nel sistema dualistico il consiglio di sorveglianza. Questi
organi sono preposti ai controlli, ma, esistono significative differenze con riguardo alle modalit di
nomina e revoca, alle funzioni, ai poteri e agli obblighi.

Lattivit della societ viene poi costantemente tenuta sotto controllo dal punto di vista contabile.
Gli amministratori sono responsabili della regolare tenuta della contabilit e un revisore esterno
preposto a verificare ladempimento di tale obbligo e la correttezza della documentazione
contabile prodotta. Tali funzioni nelle societ meno complesse sotto il profilo della compagine
sociale e della struttura organizzativa dellattivit dimpresa possono essere svolte dal collegio
sindacale.

Esiste poi un controllo che sicuramente esterno che il controllo giudiziario


1 sullamministrazione della societ per azioni.

Il collegio sindacale: composizione e nomina

Art. 2397: il collegio sindacale, ai sensi di questo articolo composto da 3 o 5 membri effettivi. La
legge prevede poi che siano nominati anche due sindaci supplenti, destinati a sostituire
automaticamente il membro del collegio sindacale che dovesse venir meno per qualsivoglia causa
diversa dalla revoca, al fine di assicurare in ogni momento che lorgano di controllo sia operativo
nella sua completezza.

Art. 2401: detta le regole per la sostituzione dei sindaci venuti meno nel corso del triennio a causa
di morte, rinuncia o decadenza, prevedendo meccanismi di ingresso nel collegio dei supplenti, i
quali resteranno in carica fino alla successiva assemblea che provveder alla loro conferma o alla
nomina di nuovi membri a completamento del collegio. Questi scadranno insieme agli altri membri
del collegio. Se con i supplenti non possibile completare la composizione del collegio, dovr
essere convocata lassemblea affinch vi provveda. I sindaci possono essere socio o non soci.

Al fine di assicurare che i membri del collegio sindacale possano svolgere la loro funzione di
controllo con la dovuta efficacia, la legge prevede che essi debbano soddisfare requisiti di
professionalit e indipendenza.

Con riguardo alla professionalit previsto che almeno un membro effettivo ed uno supplente
siano scelti tra i revisori legali iscritti nellapposito registro, mentre i restanti membri, se non sono
iscritti in tale registro, devono essere scelti fra gli iscritti agli albi professionali individuati dal
Ministero o fra i professori universitari di ruolo in materie economiche e giuridiche.

Art. 2399: prevede che non possano essere eletti alla carica di sindaco il coniuge, i parenti e gli
affini entro il 4 grado degli amministratori della societ, gli amministratori di societ controllate,
della societ controllante e di quelle sottoposte a comune controllo; cos come coloro che hanno
con tutte le societ che fanno capo allo stesso gruppo rapporti di lavoro, collaborazione o
comunque rapporti di natura patrimoniale idonei a comprometterne lindipendenza.

Come per gli amministratori, sono cause di ineleggibilit linterdizione, linabilitazione, il fallimento
e la condanna a pene che comportino linterdizione a pubblici uffici. Le cause di ineleggibilit, cos
come la mancanza dei requisiti soggettivi e il difetto di indipendenza, determinano per i sindaci
eventualmente eletti lautomatica decadenza della carica.

Lo statuto pu altres prevedere un limite al cumulo degli incarichi in collegi sindacali di altre
societ.

stato inoltre previsto, che al momento della nomina dei sindaci e prima dellaccettazione
dellincarico, sono resi noti allassemblea gli incarichi di amministrazione e di controllo da essi
ricoperti presso altre societ, al fine di dare modo ai soci di esprimere il loro voto in maniera
consapevole e di poter valutare preventivamente il tipo di impegno che il sindaco potr dedicare
alla societ.

I primi sindaci, come i primi amministratori, sono nominati dallatto costitutivo, mentre
successivamente la nomina spetta allassemblea, fatti salvi i diritti spettanti ai portatori degli
strumenti finanziari richiamati dallart. 2351, ult. comma, nonch le prerogative dello Stato e degli
altri enti pubblici in base allart. 2449.
I sindaci restano in carica per 3 esercizi, ma, a differenza di quanto avviene in materia di
amministratori, lo statuto non pu modificare il termine di durata. La scadenza del triennio viene
fatta coincidere dallart. 2400, comma 1, con la data dellassemblea convocata per lapprovazione
del bilancio relativo al terzo esercizio della carica: la cessazione dei sindaci in questo caso ha effetto
soltanto dal momento in cui il collegio stato riconosciuto. a protezione e a garanzia
dellindipendenza dei sindaci e dellefficacia della loro azione, la legge ha stabilito che i sindaci
possono essere revocati dallassemblea esclusivamente per giusta causa e che la relativa
deliberazione debba essere approvata con decreto del tribunale sentito linteressato.

La norma sembra presupporre che la deliberazione di revoca del sindaco sia accompagnata dalla
nomina del suo sostituto. La retribuzione annuale dei sindaci, se non stabilita nello statuto, deve
essere determinata dallassemblea per lintero periodo di durata del loro ufficio (art. 2402).

FUNZIONI E POTERI

I doveri del collegio sindacale sono stabiliti dallart. 2403: il collegio sindacale vigila
sullosservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione ed
in particolare sulladeguatezza dellassetto organizzativo, amministrativo e contabile adottato
dalla societ e dal suo concreto funzionamento.

- CONTROLLO di LEGALITA: primo dovere del collegio sindacale quello di vigilare sullazione degli
amministratori al fine di verificare che questa sia sempre conforme alla legge o allo statuto.
Nel caso in cui una deliberazione assunta da un organo della societ non sia ritenuta legittima
fatto obbligo al collegio sindacale di intervenire, se del caso promuovendone limpugnazione, o
attivando ogni altro rimedio utile.

- RISPETTO dei PRINCIPI di CORRETTA AMMINISTRAZIONE: ci che il collegio sindacale chiamato


a fare una costante verifica metodologica relativamente al procedimento adottato dagli
amministratori per lassunzione di tali scelte. A questo riguardo assume particolare rilevanza la
vigilanza sul sistema organizzativo nel suo complesso.

- ADEGUATEZZA e CONCRETO FUNZIONAMENTO dellASSETTO ORGANIZZATIVO,


AMMINISTRATIVO E CONTABILE: il collegio sindacale chiamato non solo a valutare ladeguatezza
dei sistemi adottati dallorgano amministrativo, ma anche il loro concreto funzionamento.
dunque richiesto allorgano di controllo di condurre una vigilanza sistematica al fine di assicurare
che tali assetti siano costantemente applicati in maniera corretta da parte della societ.
Il collegio sindacale, a differenza degli organi di controllo previsti nei sistemi alternativi, pu essere
chiamato a svolgere anche la funzione di controllo contabile. Ci pu avvenire, per disposizione
statuaria, nelle societ che non sono tenute alla redazione del bilancio consolidato e che non sono
un ente di interesse pubblico ai sensi dellart. 16 d.lgs. 22 gennaio 2010.
Si tratta delle S.p.A. a struttura pi semplice dal punto di vista della compagine dei soci o dal
punto di vista della organizzazione imprenditoriale in quanto prive di societ controllate e che non
esercitano attivit di particolare delicatezza e rilevanza per il funzionamento e la stabilit del
sistema economico.

Nellespletamento dei propri doveri, i sindaci sono dotati di poteri individuali e poteri collegiali.
Essi possono procedere, ai sensi dellart. 2403-bis anche individualmente, ad atti di ispezione e
controllo ed hanno accesso ad ogni informazione concernente la gestione della societ, sia essa di
natura contabile, amministrativa, organizzativa o strategica. La funzione dei sindaci impone che
non possa essere posta restrizione alcuna al loro diritto di informazione.

Al fine di assicurare che il collegio sindacale sia sempre tempestivamente informato dellevoluzione
della gestione sociale, lart. 2405 prevede che i suoi membri siano tenuti a partecipare non solo
alle riunioni del collegio sindacale, ma anche alle riunioni dellassemblea, del consiglio di
amministrazione e del comitato esecutivo (art. 2405). La sanzione in caso di inosservanza dei
predetti obblighi molto grave, essendo prevista la decadenza del sindaco che nel corso di un
esercizio non partecipa senza giustificato motivo a 2 riunioni, anche non consecutive del collegio
sindacale.

Art. 2403-bis, comma 2: dispone che il collegio sindacale possa chiedere agli amministratori, sia
nel corso delle predette riunioni, sia al di fuori di esse, notizie sullandamento delle operazioni
sociali o su determinati affari relativamente alla societ o alle societ controllate. Si tratta di un
diritto di informativa ad ampio raggio, che il collegio sindacale pu esercitare sia attraverso
proprie iniziative di verifica (ispezione e controlli), sia mediante la collaborazione degli
amministratori. Il diritto di informativa dei sindaci concerne non soltanto la societ nella quale essi
ricoprono la carica, ma anche le societ da queste controllate.

infine previsto che il collegio sindacale e i soggetti incaricati della revisione legale dei conti, si
scambino le informazioni acquisite. Al fine di rendere lazione del sindaco tempestiva ed efficace,
la legge dispone che, nellesercizio dei poteri, i sindaci possono avvalersi, sotto la propria
responsabilit ed a proprie spese, di propri dipendenti ed ausiliari che non si trovino in condizioni
di ineleggibilit alla carica di sindaco.

Al fine di tutelare linteresse della societ alla protezione e salvaguardia dei segreti aziendali, gli
amministratori possono rifiutare ai dipendenti e ausiliari dei sindaci laccesso a informazioni
riservate.
Di tutte le attivit di accertamento condotte dal collegio sindacale e dai suoi componenti
individualmente deve essere dato conto nel libro delle adunanze e delle deliberazioni del
collegio sindacale (art. 2403-bis comma 3).
A prescindere dagli accertamenti individuali, che possono essere posti in essere da ciascun sindaco
con le modalit ritenute opportune, il collegio sindacale deve riunirsi almeno ogni 90 giorni,
anche con mezzi di telecomunicazione, se consentito dallo statuto che deve indicarne le modalit.
Affinch il collegio sindacale possa validamente deliberare necessaria la presenza della
maggioranza dei suoi componenti effettivi e la deliberazione adottata con la maggioranza
assoluta dei presenti.

Il sindaco dissenziente ha il diritto di far annotare il proprio dissenso e le relative motivazioni. Della
riunione deve redigersi verbale, sottoscritto da tutti gli intervenuti, che viene trascritto nel libro
delle adunanze e deliberazioni del collegio sindacale.

Il collegio sindacale, salva leccezionale ipotesi della totale mancanza dellorgano amministrativo,
non dotato di alcun potere di gestione. I suoi poteri di intervento diretto sono funzionali alla
restaurazione della legalit, del rispetto dello statuto e della corretta amministrazione. A questo
fine il potere pi significativo conferito al collegio sindacale quello di convocazione
dellassemblea, qualora essa sia obbligatoria e non vi abbiano provveduto gli amministratori.

Al di fuori della violazione di un obbligo di convocazione da parte degli amministratori, il collegio


sindacale potr convocare lassemblea soltanto qualora ravvisi, nellespletamento del suo incarico:
- Fatti censurabili di rilevante gravit;
- Urgenza della necessit di provvedere.

Dallintenzione di convocare lassemblea, il collegio sindacale deve dare comunicazione al


presidente del consiglio di amministrazione. Il collegio sindacale deve convocare lassemblea per
fornire ai soci unadeguata informativa e per invitarli ad assumere le opportune deliberazioni, che
consentano di rimuovere le irregolarit riscontrate.

Nellambito dei poteri funzionali, occorre ricordare:


- Il potere attribuito al collegio sindacale di impugnare le deliberazioni dellassemblea e le
deliberazioni del consiglio di amministrazione;
- Di denunciare le gravi irregolarit di gestione al tribunale;
- Di promuovere lazione sociale di responsabilit nei confronti degli amministratori.
Il collegio sindacale deve inoltre attivarsi in presenza di denuncia di fatti censurabili da parte dei
soci, svolgendo le opportune indagini e dandone conto nella relazione annuale allassemblea.

2
LA RESPONSABILITA DEI SINDACI

I sindaci sono responsabili da un lato, della veridicit delle loro attestazioni, dallaltro, dalla
conservazione del segreto sui fatti e sui documenti di cui hanno conoscenza per ragione del loro
ufficio (art. 2407, comma 1).

I sindaci sono inoltre responsabili, solidalmente con gli amministratori, per i fatti e le omissioni
di questi, quando il danno non si sarebbe prodotto, se essi avessero vigilato in conformit agli
obblighi della loro carica. questo solitamente il profilo pi rilevante di applicazione pratica
dellazione di responsabilit.

Il collegio sindacale pu esercitare tutti i poteri attribuitigli per ripristinare la legalit gestionale
ed attenuare le conseguenze dannose degli atti illeciti eventualmente compiuti dagli
amministratori. I sindaci sono tenuti ad esercitare i propri poteri con tempestivit e fermezza:
dovranno impugnare gli atti invalidi e promuovere, se del caso, al fine della salvaguardia del
patrimonio sociale lazione sociale di responsabilit nei confronti degli amministratori.

In conclusione, la norma sanziona con una specifica responsabilit ciascuna delle funzioni del
collegio sindacale e, costituisce la cerniera di chiusura del sistema del governo societario.
I sindaci sono responsabili nei confronti delle stesse categorie di soggetti verso cui rispondono gli
amministratori, e sono soggetti alle stesse azioni (art. 2407, comma 3).

Lorgano di controllo del sistema dualistico: il consiglio di sorveglianza

Il consiglio di sorveglianza lorgano di controllo del sistema dualistico, ma, gli sono attribuite
anche competenze che nel sistema tradizionale sono attribuite allassemblea, come lapprovazione
del bilancio e la nomina degli amministratori, o al consiglio di amministrazione, come
lapprovazione dei piani strategici, industriali e finanziari se previsto dallo statuto.
Il consiglio di sorveglianza un organo collegiale composto da non meno di 3 membri, anche non
soci, che sono nominati dallassemblea e che restano in carica 3 esercizi e sono rieleggibili. Al fine
di preservare lindipendenza dellorgano, i soci che siano componenti del consiglio di gestione non
possono votare nelle deliberazioni assembleari riguardanti la nomina, la revoca o la responsabilit
dei consiglieri di sorveglianza.

Lassunzione della carica pu essere subordinata dallo statuto al possesso di particolari requisiti di
onorabilit, professionalit e indipendenza, e comunque almeno un componente deve essere
scelto tra gli iscritti al registro dei revisori contabili istituito presso il Ministero della Giustizia.

Le cause di ineleggibilit e decadenza sono individuate dalla legge mediante un richiamo a quelle
previste per i consiglieri di amministrazione nel sistema tradizionale, con laggiunta di due
indispensabili elementi di indipendenza: il non essere membri del consiglio di gestione, e il non
avere rapporti di lavoro, o rapporti continuativi di consulenza o di prestazione dopera retribuita,
con la societ, con societ controllate o con societ soggette a comune controllo, idonei a
compromettere lindipendenza. Possono far parte del consiglio di sorveglianza persone che
intrattengono tali rapporti con la societ controllante.

Lo statuto pu prevedere altre cause di ineleggibilit e decadenza, cos come fissare cause di
incompatibilit o limiti allassunzione di altri incarichi al fine di garantire un sufficiente apporto,
anche in termini quantitativi, da parte del consigliere di sorveglianza.

Come il membro del consiglio di amministrazione e a differenza del componente del collegio
sindacale nel sistema tradizionale, il consigliere di sorveglianza pu essere revocato
dallassemblea in ogni tempo, fatto salvo il risarcimento del danno qualora la revoca non sia
fondata su una giusta causa. importante sottolineare per che, al fine di assicurare una maggiore
stabilit e indipendenza del consiglio di sorveglianza, la revoca deve essere deliberata con il voto
favorevole di almeno 1\5 del capitale sociale.

Nel consiglio di sorveglianza non sono previsti meccanismi di cooptazione, n membri supplenti,
come avviene per il consiglio sindacale, ma in caso di necessit, i membri vengono sostituiti
mediante deliberazione assembleare, da adottarsi senza indugio.

Sono 2 le funzioni attribuite al consiglio di sorveglianza che nel sistema tradizionale spettano
invece allassemblea:

_ Nomina, revoca e fissazione del compenso dei componenti del consiglio di gestione: la norma
fa salva la possibilit che lo statuto riservi il potere di fissare il compenso allassemblea;
_ Approvazione del bilancio di esercizio e, ove sia redatto, anche il bilancio consolidato. Lo
statuto pu disporre che, in caso di mancata approvazione del bilancio da parte del consiglio di
sorveglianza o qualora lo richieda almeno 1\3 dei componenti del consiglio di gestione o del
consiglio di sorveglianza, la competenza per lapprovazione del bilancio di esercizio sia attribuita
allassemblea.

I soci, hanno in ogni caso il diritto di impugnare la deliberazione del consiglio di sorveglianza che
ha approvato il bilancio ai sensi dellart. 2377.

Il consiglio di sorveglianza ha poi le funzioni di controllo attribuite al collegio sindacale. Controlla,


la gestione della societ svolgendo le medesime funzioni del collegio sindacale per esplicito
richiamo allart. 2403, comma 1, e si riferisce per iscritto almeno una volta allanno allassemblea
sullattivit di vigilanza svolta, nonch sulle omissioni e sui fatti censurabili rilevati. Nellambito
della funzione di controllo, come avviene per il collegio sindacale, si inserisce sia il potere di
promuovere lazione sociale di responsabilit nei confronti del consiglio di gestione, sia il potere di
denunciare al tribunale il compimento di gravi irregolarit da parte del consiglio di gestione,
promuovendo il procedimento previsto dallart. 2409.

Per le societ non quotate, la disciplina non opera alcun richiamo ai poteri di ispezione e controllo,
che spettano, ai sensi dellart. 2403-bis, commi 4 e 5, ai sindaci nel sistema tradizionale. Per
lattivit di controllo, del consiglio di sorveglianza, dovr fondarsi esclusivamente sul potere di
chiedere al consiglio di gestione notizie sullandamento delle operazioni sociali o sullo scambio di
informazioni con i corrispondenti organi delle societ controllate.
A questo proposito previsto che, per poter svolgere efficacemente i propri compiti, il consiglio di
sorveglianza legittimato ad assistere alle adunanze del consiglio di gestione ed obbligato ad
assistere alle riunioni assembleari.

Il consiglio di sorveglianza delibera in ordine alle operazioni strategiche e ai piani industriali e


finanziari della societ predisposti dal consiglio di gestione. La norma precisa che resta ferma in
ogni caso la responsabilit del consiglio di gestione per gli atti compiuti, analogamente a quanto
avviene nel sistema tradizionale con riferimento alle deliberazioni assembleari relative al
compimento di atti di gestione di cui allart. 2364, comma 1, n 5. La disposizione costituisce
unimportante strumento di rafforzamento del potere di vigilanza del consiglio di sorveglianza.

La diligenza dovuta dai membri del consiglio di sorveglianza assimilabile a quella cui sono tenuti i
consiglieri di amministrazione nel sistema tradizionale.

Art. 2409-terdecies, comma 3, prevede una responsabilit solidale dei membri del consiglio di
sorveglianza con i membri del consiglio di gestione in relazione ai danni, determinati da atti
gestionali, che non si sarebbero prodotti se il consiglio di sorveglianza avesse vigilato in
conformit ai propri obblighi.

Lorgano di controllo nel sistema monistico: il comitato per il controllo sulla gestione

Nel sistema monistico i controlli interni, con esclusione del controllo contabile di competenza di un
revisore esterno, sono affidati al comitato per il controllo sulla gestione costituito in seno al
consiglio di amministrazione. La relazione precisa che questo sistema attua un modello di
governance semplificato e pi flessibile rispetto agli altri modelli alternativi.

Il comitato composto da un numero minimo di 2 componenti (3 per le societ aperte). Possono


fare parte del comitato gli amministratori che siano dipendenti, abbiano i requisiti di onorabilit e
professionalit stabiliti dallo statuto, non abbiano incarichi operativi allinterno della societ.

Inoltre, almeno uno dei membri del comitato deve essere iscritto nel registro dei revisori contabili,
al fine di costituire un utile elemento di coordinamento con il revisore contabile esterno.
Il comitato per il controllo deve:

- Eleggere al suo interno il presidente;


- Vigilare sulladeguatezza della struttura organizzativa della societ, del sistema di controllo
interno e del sistema amministrativo e contabile, nonch sulla sua idoneit a rappresentare
correttamente i fatti di gestione;
- Svolgere gli ulteriori compiti eventualmente affidategli dal consiglio di amministrazione con
particolare riguardo ai rapporti con i soggetti incaricati del controllo contabile.

3
La Relazione afferma che i doveri e i poteri del comitato coincidono con quelli del collegio
sindacale, e possono anzi essere integrati da codici di comportamento.
Il legislatore, nellambito del sistema monistico, ha considerato superfluo attribuire al comitato di
controllo doveri di vigilanza che i componenti devono in ogni caso svolgere nella loro qualit di
amministratori.

Il comitato per il controllo disciplinato per alcuni aspetti dalle norme sul collegio sindacale. Il
comitato deve riunirsi ogni 90 gg.: pu regolarmente costituirsi con la maggioranza dei suoi
membri e deliberarne a maggioranza dei presenti. Deve, inoltre, partecipare alle riunioni
dellassemblea, del consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo come del resto il
collegio sindacale, ma a differenza del consiglio di sorveglianza che ha il diritto ma non lobbligo, di
farlo. Non sono previste decadenze per la mancata ingiustificata partecipazione alle riunioni degli
organi sociali, che sar soltanto indice di scarsa diligenza ed eventualmente fonte di responsabilit.

Il comitato di controllo avr tutti gli obblighi che incombono al collegio sindacale in caso di
denuncia da parte dei soci.

Lorgano di controllo nel sistema monistico non dotato del potere di promuovere lazione sociale
di responsabilit nei confronti dellorgano amministrativo. Il comitato non dotato di stabilit
rafforzata, essendo i suoi membri revocabili, per deliberazione dellassemblea, senza particolari
vincoli, se non lobbligo risarcitorio in assenza di una giusta causa.

La revisione legale dei conti

La revisione legale unattivit riservata che pu essere svolta soltanto da soggetti iscritti nel
Registro istituito presso il Ministero delleconomia e delle finanze.

In base allart. 2, possono richiedere liscrizione le persone fisiche che hanno i requisiti di
onorabilit prescritti, sono in possesso di una laurea triennale tra quelle indicate dal Ministero,
hanno svolto lapposito tirocinio triennale disciplinato dallart. 3 e, infine, hanno superato lesame
di idoneit professionale previsto dallart. 4 della legge stessa.
Possono inoltre iscriversi le societ i cui componenti del consiglio di amministrazione hanno i
requisiti di onorabilit prescritti e la maggioranza dei quali abilitata allesercizio della revisione
legale, se la societ di capitali, la cui maggioranza dei diritti di voto e posseduta da soggetti abilitati.
Gli iscritti al Registro devono partecipare a programmi di formazione continua (art. 5) e sono tenuti
a rispettare i principi di deontologia professionale, di riservatezza e segreto professionale elaborati
dalle associazioni e ordini professionali e approvati dal Ministero delleconomia e delle finanze.

Art. 10: detta poi stringenti disposizioni relative allindipendenza dei revisori rispetto alla societ e
prevede che il revisore non possa in alcun modo essere coinvolto nel processo decisionale della
societ di cui effettua la revisione legale dei conti. A questi fini il revisore deve approntare idonee
procedure atte ad assicurare la prevenzione di ogni circostanza che possa mettere in discussione la
sua indipendenza ed obbiettivit e nel caso sussistano concreti rischi tenuto ad astenersi
dalleffettuare la revisione.
Il corrispettivo del revisore non pu essere subordinato ad alcuna condizione, non pu essere
stabilito in funzione dei risultati della revisione stessa, n pu dipendere in alcun modo dalla
prestazione di servizi diversi dalla revisione ed determinato in modo da garantire la qualit e
laffidabilit dei lavori. La revisione legale svolta in conformit ai principi di revisione adottati
dalla Commissione europea ed data facolt al Ministero delleconomia e delle finanze.

Lincarico di revisione viene conferito dallassemblea dei soci che ne determina anche il
corrispettivo per lintera durata e i criteri per il suo eventuale adeguamento. Lincarico ha durata
triennale e scade alla data di assemblea convocata per lapprovazione del bilancio (art. 13 comma 1
e 2 ).

Sempre allassemblea spetta il potere di revoca dellincarico del soggetto incaricato della revisione,
ma questo potere pu essere esercitato soltanto quando ricorra una giusta causa e sentito lorgano
di controllo. Non costituisce in nessun caso giusta causa di revoca la divergenza di opinioni in
merito ad un trattamento contabile o a procedure di revisione. Contestualmente alla revoca deve
essere nominato il nuovo soggetto incaricato della revisione (comma 3).

Il soggetto incaricato della revisione pu dimettersi dellincarico, salvo il risarcimento del danno,
nei casi e con le modalit definiti con regolamento del Ministero delleconomia e delle finanze. In
ogni caso le dimissioni devono essere poste in essere con modalit tali da consentire alla societ di
provvedere alla sostituzione e le funzioni di revisione legale sono svolte dal dimissionario fino al
momento in cui la deliberazione di conferimento del nuovo incarico non sia divenuta efficace
(comma 4, 5 e 6).

In tutti i casi di scioglimento del contratto per le cause diverse dalla scadenza deve essere data
tempestiva informativa al Ministro delleconomia e delle finanze e, in caso di enti di interesse
pubblico, alla Consob, fornendo adeguate spiegazioni in ordine alle ragioni che lo hanno
determinato.

Il soggetto incaricato della revisione legale deve:

- Esprimere con apposita relazione un giudizio sul bilancio di esercizio e sul bilancio consolidato,
ove redatto;
- Verificare nel corso dellesercizio la regolare tenuta della contabilit sociale e la corretta
rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili.
La relazione deve essere composta da unintroduzione che identifica i conti sottoposti a revisione
e un quadro delle regole di relazione applicate dalla societ; da una descrizione della portata del
revisore effettuata e dai principi del revisione osservati; da un giudizio sul bilancio che indica
chiaramente se questo conforme alle norme; da eventuali ulteriori informative per i destinatari
del bilancio che non costituiscono rilievi e, infine, da un giudizio sulla coerenza della relazione
sulla gestione con il bilancio. Il revisore deve, ove ne ricorrano i presupposti, esprimere un giudizio
sul bilancio con rilievi, un giudizio negativo o rilasciare una dichiarazione di impossibilit di
esprimere un giudizio, motivando analiticamente la decisione (comma 2 e 3).

Al fine dello svolgimento dei propri compiti il soggetto incaricato della revisione ha ampi poteri
informativi e di accertamento, anche nei confronti delle societ controllate (comma 6).
La legge sulla Revisione ha poi modificato il regime della responsabilit dei revisori.

Art. 15: prevede una responsabilit solidale dei revisori fra loro e di questi con gli amministratori
nei confronti della societ, dei suoi soci e dei terzi per i danni derivanti dallinadempimento dei
loro doveri.

Nei rapporti interni tra i debitori solidali, essi sono responsabili nei limiti del contributo effettivo
al danno cagionato. Da un lato, il mancato riferimento ai sindaci sembra discendere dalla volont
di determinare una netta separazione dei ruoli, che comporta un diverso ambito operativo delle
competenze e, conseguentemente, delle responsabilit; dallaltro lato rispetto al sistema della
responsabilit degli organi sociali emergono alcune differenze. Innanzitutto manca ogni riferimento
ai creditori sociali;
in secondo luogo, manca ogni riferimento al requisito del danno diretto quando si parla della
responsabilit nei confronti di soci e terzi. Potrebbe trattarsi di unomissione di poco conto,
oppure, potrebbe trattarsi di una svolta che apre la possibilit di unazione dei soci e dei terzi
comunque danneggiati, indipendentemente dal fatto che il loro danno sia da considerarsi indiretto,
come nella tradizione, quale conseguenza della diminuzione patrimoniale subita dalla societ. Il
socio potrebbe agire per la diminuzione del valore delle sue azioni o della reddittivit delle stesse.

Art. 15, comma 2: prevede una responsabilit solidale con la societ di revisione del responsabile
della revisione e dei dipendenti che hanno collaborato allattivit di revisione, per i danni
conseguenti da propri inadempimenti o da fatti illeciti nei confronti della societ e nei confronti dei
terzi danneggiati.
Essi sono responsabili soltanto nei limiti del contributo effettivo al danno cagionato.

Due annotazioni:
La norma individua come soggetti responsabili il responsabile della revisione, che in base allart. 1
il soggetto a cui stato conferito lincarico o, se questo stato conferito a una societ di revisione,
il responsabile dello svolgimento dellincarico, e i dipendenti che hanno collaborato.
Notare lattribuzione di responsabilit diretta dei dipendenti, soggetti normalmente estranei in
quanto assoggettati al potere gerarchico.
Tutte le azioni, di responsabilit si prescrivono nel termine di 5 anni dalla data della relazione di
revisione emessa al termine dellattivit di revisione. I revisori sono assoggettati ad un controllo
periodico di qualit e sottoposti alla vigilanza del Ministero delleconomia e delle finanze. Ad un
parzialmente regime sono assoggettati i revisori che svolgono attivit di revisione legale sugli enti
di interesse pubblico, come vedremo nellambito del capitolo dedicato alle societ quotate.
I revisori sono poi assoggettati per la violazione dei loro doveri ad un articolato sistema di
sanzioni amministrative, che vanno dalla sanzione pecuniaria alla sospensione dal Registro e
anche dalla cancellazione, nonch di sanzioni penali per reati propri, oltre alle ipotesi di concorso
per reati comuni.
Il controllo dellautorit di settore
Vi sono delle attivit che determinano la necessit che siano appropriati particolari controlli
pubblici nei confronti dei soggetti che le esercitano. Spicca per importanza il settore bancario,
sottoposto alla vigilanza della Banca DItalia.
Nellesercizio dellattivit di vigilanza, la Banca DItalia e le altre autorit creditizie hanno riguardo
alla sana e prudente gestione dei soggetti vigilati, alla stabilit complessiva, allefficienza e alla
competitivit del sistema finanziario.
Riguardo agli intermediari finanziari, la Consob svolge la complementare funzione di vigilanza
finalizzata ad assicurare la trasparenza e la correttezza dei comportamenti.
LIsvap vigila sulle imprese di assicurazione, insieme con il Ministero delle attivit produttive.

Il controllo giudiziario sullamministrazione

Tutte le S.p.a. sono sottoposte al controllo dellautorit giudiziaria ordinaria. Resta da esaminare
il controllo sulla gestione che pu essere svolto dallautorit giudiziaria per ristabilire la legalit
eventualmente venuta meno (art. 2409).

Presupposto dellintervento dellautorit giudiziaria una denunzia rivolta al tribunale, dalla


quale risulti la sussistenza del fondato sospetto che gli amministratori, violando i loro doveri,
abbiano compiuto gravi irregolarit nella gestione che possano arrecare danno alla societ o a
societ da questa controllate (art. 2409, comma 1). Si tratta di irregolarit gestionali non
rimediabili con gli ordinari strumenti di tutela, quali le impugnative delle deliberazioni, che
richiedono un pronto intervento per verificare e, se del caso, ripristinare la legalit nella gestione e
attraverso di essa la protezione degli interessi dei soci e dei terzi.

Legittimati a presentare la denuncia che da origine al procedimento sono i soci che rappresentano
il 10 del capitale sociale o, nelle societ aperte, il 20, nonch lorgano di controllo.

Nelle societ aperte, in virt della pi intensa necessit di assicurare alla generalit dei soci,
anche se portatori di una partecipazione di modesta rilevanza, una tutela adeguata, nonch
probabilmente al fine di proteggere linteresse generale alla legalit nellesercizio delle imprese,
che assumono una maggiore rilevanza, la denunzia pu essere presentata anche dal pubblico
ministero e, nelle societ italiane quotate in Italia, anche dalla Consob, quando vi il sospetto di
gravi irregolarit commesse dai sindaci o, a seconda del modello adottato, dai consiglieri di
sorveglianza o dai membri del comitato per il controllo sulla gestione.

Nella giurisprudenza formatasi nel vigore della precedente disciplina, era prevalente una tendenza
ad interpretare lart. 2409 quale norma posta a tutela di un generico interesse pubblicistico alla
corretta amministrazione degli enti societari personificati. Questa concezione non sembra
riproponibile nel vigore della norma attuale, ispirata ad una netta distinzione tra societ chiuse,
in cui la procedura tutela esclusivamente gli interessi privati dei soci, e societ aperte, in cui la
possibilit che il procedimento sia promosso da altri, e soprattutto dal pubblico ministero, sarebbe
espressione e riflesso della tutela di specifici interessi anche pubblici.

Il soggetto denunciante non deve offrire la prova dellirregolarit, ma gli elementi che
consentano di considerare il sospetto fondato.
Occorre lindicazione e la prova di fatti specifici che, siano tali da fungere da indizi dellesistenza di
queste ultime.

Il primo ed irrinunciabile atto del Tribunale la convocazione di amministratori e sindaci affinch


questi siano sentiti in camera di consiglio. Nel caso il sospetto non venga superato, il tribunale
potr ordinare lispezione della societ al fine di acquisire tutti gli elementi utili per valutare la
sussistenza delle irregolarit.

Lassemblea pu neutralizzare il procedimento sostituendo amministratori e sindaci con soggetti


di adeguata professionalit. In questo caso il tribunale potr ordinare lispezione e sospendere il
procedimento per un periodo determinato, durante il quale i nuovi organi devono accertare con
tempestivit la eventuale sussistenza delle violazioni e, in caso positivo, attivarsi per eliminarle,
riferendo al tribunale sullattivit compiuta.
Se le violazioni denunziate sussistono, o se i nuovi organi sociali sono stati in grado di eliminarle, il
tribunale pu disporre gli opportuni provvedimenti provvisori e convocare lassemblea affinch
questa adotti le deliberazioni conseguenti. Il procedimento funziona come una escalation di
provvedimenti sempre pi incisivi, in relazione ala gravit delle irregolarit e della possibilit di
scoprirle. Il primo provvedimento a convocazione in camera di consiglio di amministratori e
sindaci.
In caso contrario, il tribunale dispone lispezione dellamministrazione della societ: il momento
in cui dai sospetti dovrebbe passarsi alle certezze. Questa fase non essenziale. Pu darsi che il
ricorrente sia riuscito ad offrire la prova delle irregolarit e quindi, saltata la fase
dellaccertamento, si possa procedere direttamente allemanazione degli opportuni provvedimenti
provvisori adeguati alla gravit delle irregolarit riscontrate.

Nei casi pi gravi, cio quando il tribunale ritiene che la semplice sostituzione degli organi sociali
da parte dellassemblea non possa condurre al superamento delle irregolarit gestionali
riscontrate, il tribunale pu revocare gli amministratori ed eventualmente anche i sindaci, e
nominare un amministratore giudiziario, determinandone i poteri e la durata. Questo un
provvedimento molto grave, non solo per gli amministratori e i sindaci, ma anche per la societ.

Lamministratore giudiziario, naturalmente, non un amministratore ai sensi dellart. 2384, ma


un organo pubblico. Pu promuovere lazione sociale di responsabilit nei confronti di
amministratori e sindaci, ma lazione pu essere oggetto di rinuncia o transazione con le modalit
consuete.

Lamministratore giudiziario dovr, prima della scadenza del suo incarico:


- Rendere conto al tribunale;
- Convocare e presiedere lassemblea per la nomina dei nuovi organi sociali o, se del caso, per
proporre la messa in liquidazione della societ o la sua ammissione a una procedura concorsuale.
IL BILANCIO
I LIBRI SOCIALI OBBLIGATORI E LINFORMAZIONE DEI SOCI.
Art. 2421 c.c.
La societ deve tenere, oltre i libri e le scritture prescritte dallart. 2114 (libro giornale, libro degli
inventari, fascicolo della corrispondenza e altre scritture contabili previste) anche i seguenti:
1) Il libro dei soci, nel quale devono essere indicati distintamente per ogni categoria, il numero delle
azioni, il cognome e il nome dei titolari delle azioni nominative, i trasferimenti e i vincoli ad esse
relativi e i versamenti eseguiti;
2) Il libro delle obbligazioni, il quale deve indicare lammontare delle obbligazioni emesse e di
quelle estinte, il cognome e il nome di titolari delle obbligazioni nominative e i trasferimenti e i
vincoli ad essi relativi;
3) Il libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee, in cui devono essere trascritti anche
i verbali per atto pubblico
4) Il libro delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio di amministrazione o del consiglio di
gestione;
5) Il libro delle adunanze e delle deliberazioni del collegio sindacale, ovvero del consiglio di
sorveglianza o del comitato per il controllo sulla gestione;
6) Il libro delle adunanze e delle deliberazioni del comitato esecutivo, se questo esiste;
7) Il libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee degli obbligazionisti, se sono state
emesse obbligazioni;
8) Il libro degli strumenti finanziari emessi ai sensi dellart. 2447-sexies.

NB: Alcuni dei libri indicati dalla norma non sono obbligatori per tutte le societ

= 2 e 7 devono essere tenuti solo se sono state emesse obbligazioni;

= 4 deve essere tenuto solo se lorgano amministrativo pluripersonale

= 6, solo se esiste un comitato esecutivo

= 8, solo se sono stati emessi strumenti finanziari partecipativi ad uno specifico affare, ai sensi dellart. 2447-
ter, comma 1, lett. e). La norma indica i soggetti obbligati a tenere i singoli libri.

LArt. 2422: attribuisce ai soci il diritto di esaminare il libro dei soci e il libro delle deliberazioni
dellassemblea, e di ottenerne estratti a proprie spese. Le notizie che si possono ricavare dalla
lettura del libro dei soci e di quello delle assemblee non sono in genere particolarmente
interessanti. In generale, lunica fonte di informazioni per il socio risulta essere il bilancio
desercizio.
BILANCIO un documento pubblico di cui pu prendere visione qualsiasi socio e qualsiasi terzo.
Art. 2345 c.c. afferma che entro 30 gg. dallapprovazione, una copia del bilancio, corredata dalla
redazione sulla gestione, dalla relazione del collegio sindacale e dal verbale di approvazione
dellassemblea, deve essere, a cura degli amministratori, depositata presso lufficio del registro
delle imprese o spedita al medesimo ufficio a mezzo di lettera raccomandata. Tale articolo,
prevede inoltre che entro 30 gg. dallapprovazione del bilancio le societ non aventi azioni quotate
in mercati regolamentati, sono tenuti altres a depositare per liscrizione nel registro delle imprese
lelenco dei soci riferito alla data di approvazione del bilancio, con lindicazione del numero delle
azioni possedute, nonch dei soggetti diversi dai soci che sono titolari di diritti o beneficiari di
vincoli sulle azioni medesime. Lelenco deve essere corredato dallindicazione analitica delle
annotazioni effettuate nel libro dei soci a partire dalla data di approvazione del bilancio
dellesercizio precedente.
stata cos introdotta anche per i terzi, la possibilit di conoscere lesatta composizione della
compagine sociale, possibilit che prima era riservata ai soli soci legittimati a consultare il relativo
libro.

COMPOSIZIONE DEL BILANCIO


Art. 2423
Gli amministratori devono redigere il bilancio di esercizio, costituito dallo stato patrimoniale, dal
conto economico e dalla nota integrativa.
1) stato patrimoniale (art.2424 c.c.): descrive la situazione del patrimonio sociale al momento
della chiusura dellesercizio cui lo stato patrimoniale si riferisce.
contiene lindicazione e la valutazione in numerario dei singoli elementi che concorrono a
determinare la consistenza del patrimonio sociale. E composto da 2 voci
a) attivo= componenti positive del patrimonio sociale (beni posseduti, crediti)
b) passivo= componenti negative del patrimonio sociale (debiti, capitale sociale..)
Soffermiamoci adesso sul capitalePERCHE IL CAPITALE SOCIALE (NOMINALE) E ISCRITTO NEL
PASSIVO?
Un modo semplice di spiegare le ragioni per le quali capitale nominale deve essere iscritto al
passivo e quello di ricorrere ad unimmagine:
- il capitale (nominale) la somma del valore dei conferimenti dei soci, esso rappresenta ci che ad
essi dovr essere restituito, dopo che saranno stati soddisfatti tutti i crediti e distribuiti tutti gli utili.
Se ci si lascia convincere da questa immagine e si concepisce il capitale con un debito, la sua
collocazione al passivo appare ovviaimmagine ingannevole poich il rapporto socio-societ non
pu essere configurato come un rapporto tra creditore e il debitore. La collocazione al passivo del
capitale sociale si spiega con la volont di conservare al patrimonio sociale il valore di un insieme di
beni originariamente conferiti dai soci come supplemento di garanzia e come difesa degli
strumenti necessari alla produzione di reddito.
La presenza al passivo di voci come quelle del patrimonio sociale, dei fondi e delle riserve (che non
sono veri e propri debiti della societ) fa s che il loro valore vada poi a incrementare lattivo: in
questo modo viene difeso il patrimonio sociale perch viene evitata unesposizione alla perdita! Il
capitale sociale, la riserva legale, le atre riserve, i fondi ecc. non rappresentano, n ad essi
corrisponde, un qualche insieme fisico di beni separati e accantonati. E il totale del valore dei beni
presenti nellattivo che viene confrontato con il totale del valore del passivo. Il meccanismo di
difesa del patrimonio per il capitale, funziona analogamente per le riserve.
-Quanto ai fondi, essi servono ad accantonare somme che devono essere utilizzate per far fronte a
future uscite. Il meccanismo sempre lo stesso: accrescendo il passivo, si aumenta in misura
corrispondente lattivo che la societ deve possedere per poter distribuire utili o almeno per
evitare di dover esporre perdite.

2) conto economico (art.2425 c.c.) descrive le entrate e le uscite che nel corso dellesercizio
hanno incrementato o ridotto la consistenza del patrimonio sociale.
3) nota integrativa (art.2427 c.c.)

FUNZIONI DEL BILANCIO : Dal modo in cui esso viene redatto, dipende:
-leffettiva tutela dellintegrit del patrimonio sociale
-il funzionamento del sistema di garanzie connesso alla disciplina del capitale sociale
-la possibilit per i singoli soci e per i risparmiatori in genere, di apprezzare la bont
dellinvestimento in azioni della societ ecc.
Questa disciplina chiamata a risolvere alcuni problemi di fondo.
1) fornire al pubblico adeguate informazioni sulla situazione patrimoniale, economica e
finanziaria delle societ.
La S.p.A. vive delle risorse finanziarie che le sono fornite da un gruppo pi o meno vasto di
investitori e da varie categorie di creditori (banche ecc.).Ttutti questi soggetti hanno interesse a
disporre di unadeguata informazione sulla situazione economica della societ, in modo da poter
correttamente orientare le proprie scelte di investimento.
PROBLEMA: il legislatore deve formulare criteri di valutazione dei singoli elementi del patrimonio
della societ che siano in grado di imporre un sufficiente livello di precisione e affidabilit delle
informazioni fornite con il bilancio
2) fornire linformazione su certi parametri quantitativi da cui dipende la liceit di certi
comportamenti o lobbligatoriet di altri.
Il bilancio lo strumento con cui i gestori della societ accertano ufficialmente la consistenza di
certe entit patrimoniale (es. ammontare dei profitti): spesso la legge ricollega a questo
accertamento conseguenze rilevanti, imponendo o vietando certi comportamenti alle societ in cui
certe entit patrimoniali di allontanano da determinate soglie; ad es. la societ il cui netto < ad
un certa soglia, viene vietata la distribuzione di dividendi.

Si pongono al legislatore varie scelte: 1) lopportunit di intervenire, anzich lasciare che siano i
creditori a richiedere alle societ limpegno di compiere o non compiere determinati atti in
presenza di situazioni economiche contrattualmente definite;
2) la definizione dei parametri da assumere di volta in volta come rilevanti. (fatturato,
indebitamento, ecc.)
Su entrambi i punti in atto un acceso dibattito mondiale. Per adesso la scelta a livello europeo
quella di intervenire legislativamente e di utilizzare come parametro principale quello del capitale
sociale.
DISCIPLINA DEL BILANCIO: problemi principali
LArt.2423 c.c. afferma che il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in
modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della societ e il risultato
economico dellesercizio
corretto = in maniera tale che il destinatario si messo nelle condizioni di percepire esattamente il
significato di quanto risulta dal bilancio
veritiero = si vuole impedire luso di criteri soggettivi di redazione del bilancio (sia sotto il profilo
delle articolazioni delle poste della situazione patrimoniale e del conto economico, sia sotto il
profilo delle valutazioni
quello che si chiede al redattore del bilancio rispettare i criteri scelti dal legislatore in vista
della composizione dei conflitti tra i vari interessi (non in vista della rappresentazione di ununivoca
realt oggettiva!)
per questo motivo che, quando parliamo di bilancio, dobbiamo partire dal presupposto che

esso offre unimmagine convenzionale della situazione economica della societ (non
unimmagine che corrisponde alloggettiva realt!!)

il principio di verit potr essere limitato o diversamente articolato (dalle norme che
dettano i criteri specifici di redazione corrispondenti alle singole categorie), a seconda
dellinteresse che si ritiene meritevole in via principale di tutela
In questa prospettiva i problemi principali sono 3:
1) valutazione dei vari elementi (attivo e passivo)= nasce dalla mancanza di un valore che possa
essere considerato lunico oggettivamente vero .Es. un immobile molto lussuoso un valore
diverso a seconda che sia o meno prevista unevoluzione del mercato immobiliare! Dunque si tratta
di decidere come deve essere scelto il valore da iscrivere in bilancio
2) analiticit del bilancio = si tratta di decidere fino a che punto devono essere scomposte le voci
in bilancio (ad es. la voce crediti)
3) beni iscrivibili nel bilancio = bisogna scegliere quali sono i beni che possono contribuire, pur
avendo tutti caratteristiche diverse, ad accrescere il valore del patrimonio sociale. Problematica
liscrizione in bilancio di quei beni che hanno diversa utilit (fama, possesso di segreti industriali,
ecc.). Si tratta di stabilire criteri che consentano di affermare o di negare liscrivibilit in bilancio.
Criteri di valutazione e gli interessi in gioco
Al legislatore spetta la soluzione dei problemi indicati. Pu essere utile ricordare una tesi estrema
che identifica linteresse tutelato esclusivamente o prevalentemente in quello dei creditori sociali,
a prevenire la distribuzione ai soci di utili eccessivi. In base a quando detto, risulta essere
potenzialmente lecita una qualsiasi sottovalutazione della componente attiva e/o una qualsiasi
sopravvalutazione della componente passiva. In tal modo la reale situazione patrimoniale
risulterebbe offuscata dalla sotto/sopravvalutazione
MA
- i creditori godrebbero dei vantaggi che derivano dalla manipolazione delle poste (= cospicua
depressione degli utili accertati e distribuibili). Questo risultato sarebbe molto gradito anche agli
amministratori e gruppo di controllo: avrebbero una discrezionalit amplissima nella scelta dei
valori da attribuire alle singole poste. Anche il problema delliscrivibilit dei beni in bilancio
influenzato da questa prospettiva, quindi bisogna fare attenzione al fatto che esistono beni che
possiedono certamente un valore MA non sono suscettibili di essere espropriati dai creditori (es. la
fama, la preferenza dalla clientela = c.d. avviamento)
Molte delle soluzioni suggerite risultano spesso incompatibili con la normativa vigente che invece
utilizza:
CRITERIO DEL COSTO lart.2426 stabilisce che tutte le immobilizzazioni devono essere iscritte:
-al costo di acquisto o di produzione;
-ad un valore inferiore a quello di acquisto o produzione (SE lutilizzazione limitata nel tempo o in
caso di diminuzione durevole di valore) o in certe circostanze ad un valore inferiore.
-le rimanenze devono essere iscritte al costo o, se minore, al valore di realizzazione.
Nel complesso la disciplina adotta un regime prudenziale perch:
a) in linea di massima, non consente di iscrivere questi beni ad un valore superiore al costo
neanche quando il loro valore sia divenuto in realt superiore
b) restringe i margini di discrezionalit dei redattori (vincolati ad una cifra certa: il prezzo
pagato o il costo supportato per la produzione).
Ad esempio lavviamento pu essere iscritto allattivo solo se stato acquistato a titolo oneroso, ad
un valore non superiore al prezzo pagato e deve essere ammortizzato in un periodo di cinque anni.
I limiti di iscrivibilit dellavviamento tengono conto sia della difficolt di, attribuire un preciso
valore degli elementi, sia della sua scarsa attitudine fungere da garanzia quando la societ
comincia ad andare male. Dunque lavviamento sparisce e cos bilancio della societ corre il rischio
di subire un vero tracollo sotto leffetto combinato della crescita reale del passivo e della pi o
meno repentina sparizione di un certo senso finto attivo. Questa impostazione prudenziale
vincolante fa s che il bilancio possa risultare alquanto opaco totalmente diversa da quella
adottata nei c.d. IAS/IFRS (= PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI). Lapplicazione di questi principi
comporter la tendenziale sostituzione del criterio del costo unico criterio del cosiddetto fair value;
per esempio secondo gli IAS il valore di avviamento non deve essere pi ammortizzato e cio
eliminato nel giro di cinque anni ma pu restare in bilancio, sottoposto ad un impairment test volto
ad accertarne leffettiva esistenza e consistenza il principio di prudenza che attualmente compare
al primo posto tra i criteri dettati dallarticolo 2423-bis diventa cos un principio del tutto
secondario, mentre per quanto riguarda la discrezionalit dei redattori leffetto dubbio. La loro
finalit quella di utilizzare il bilancio esclusivamente come strumento di informazione degli
investitori.
Altri interessi non sono presi in considerazione.
Il D.lgs. 38/2005 (adempimento regolamento europeo) introduzione in Italia dei principi
contabili internazionali (che progressivamente sostituiranno le regole del c.c.).
Per ogni categoria di societ sono previsti termini a partire dai quali essi potranno, o dovranno
passare al sistema degli IAS.
Le societ di maggiori dimensioni che sono quotate o che comunque operano anche su mercati
stranieri, sono le pi interessate a passare ad un sistema che pi simile a quello americano e che
maggiormente gradito ai principali investitori.
NORME IN TEMA DI REDAZIONE DEL BILANCIO.
Art.2424: contiene lo schema dello stato patrimoniale
Art.2425: lo schermo del conto economico
Art.2427: descrive il contenuto della nota integrativa.
Art.2426 c.c.: indica i criteri per le valutazioni
Art.2423 c.c.il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero
e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della societ e il risultato economico
dellesercizio.
Inoltre lArt.2423-bis c.c. dispone che:
1) la valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva della
continuazione dellattivit nonch tenendo conto della funzione economica dellelemento
dellattivo o del passivo considerato
2) si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura dellesercizio
3) si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dellesercizio, indipendentemente
dalla data dellincasso o del pagamento
4) si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dellesercizio, anche se conosciuti
dopo la chiusura di questo
5) gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati separatamente
6) i criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio allaltro.
Questa tecnica legislativa solleva il problema dei rapporti tra norme specifiche e affermazioni di
principio. Con riferimento allarticolo 2424 in passato ci si chiesti se un bilancio contenente tutte
le poste indicate nella norma fosse sempre chiaro o se larticolo indicasse solo il livello minimo lo
stesso deve possedere per rispettare il principio di chiarezza. A tal proposito stata introdotta una
legge indiscutibile: Art.2423 terzo comma se le informazioni richieste da specifiche disposizioni
di legge non sono sufficienti a dare una rappresentazione veritiera e corretta, si devono fornire le
informazioni complementari necessarie allo scopo.
Inoltre lArt.2423-ter comma 3 impone a sua volta lobbligo di aggiungere altre voci qualora con
riferimento il loro contenuto non sia compreso in alcuna di quelle previste dagli artt.2424 e 2425
c.c.
Art.2423 comma 2 la rappresentazione veritiera e corretta deve riguardare la situazione
patrimoniale e finanziaria della societ e il risultato economico dellesercizio.
NB: Il riferimento alla situazione finanziaria si deve ritenere fondamentale, in quanto 2 societ che
presentano una situazione patrimoniale analoga possono dare risultati diversissimi in conseguenza
di diverse situazioni finanziarie (= liquidit, tipo di finanziamenti, costo interessi, durata ecc..) e
comportare rischi diversi per chi entra in rapporto con essa, quale socio o creditore.

Nel sistema attuale (Art.2428 c.c.comma1) relazione sulla gestione un documento che
correda il bilancio stesso. Tale redazione ha ad oggetto la situazione della societ e landamento e il
risultato della gestione, nel suo complesso e nei vari settori in cui essa ha operato, anche attraverso
imprese controllate
Comma 2 Dalla relazione devono in ogni caso risultare:
1) le attivit di ricerca e di sviluppo;
2) i rapporti con imprese controllate, collegate, controllanti e imprese sottoposte al controllo di
queste ultime;
3) il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle azioni o quote di societ
controllanti possedute dalla societ, anche per tramite di societ fiduciaria o per interposta
persona, con l'indicazione della parte di capitale corrispondente;
4) il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle azioni o quote di societ
controllanti acquistate o alienate dalla societ, nel corso dell'esercizio, anche per tramite di societ
fiduciaria o per interposta persona, con l'indicazione della corrispondente parte di capitale, dei
corrispettivi e dei motivi degli acquisti e delle alienazioni;
5) i fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell'esercizio;
6) l'evoluzione prevedibile della gestione.
6-bis) in relazione all'uso da parte della societ di strumenti finanziari e se rilevanti per la
valutazione della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico dell'esercizio:
a) gli obiettivi e le politiche della societ in materia di gestione del rischio finanziario, compresa
la politica di copertura per ciascuna principale categoria di operazioni previste;
b) l'esposizione della societ al rischio di prezzo, al rischio di credito, al rischio di liquidit e al
rischio di variazione dei flussi finanziari
NB: da ci vengono segnalati 3 elementi:
= lattenzione per i rapporti con le altre societ appartenenti allo stesso gruppo (nn 2,3 e 4)
= lobbligo di far risultare i fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dellesercizio (n.5)
= lobbligo di far risultare levoluzione prevedibile della gestione (n.6)
Art.2497-bis
Comma 5 impone agli amministratori di indicare nella relazione sulla gestione i rapporti
intercorsi con chi esercita lattivit di direzione e coordinamento e con altre societ che vi sono
soggette, nonch leffetto che tale attivit ha avuto sullesercizio dellimpresa sociale e sui suoi
risultati.
NB: la disposizione risulta di fondamentale importanza in relazione allapplicazione dellintera
disciplina della direzione coordinamento di cui gli artt.2497 ss.
CRITERI DI VALUTAZIONE
Rappresenta, insieme alla individuazione dei beni iscrivibili, il cuore del bilancio.
1) IMMOBILIZZAZIONI ( criterio del costo)
NB:art.2424-bis:
definizione generale di immobilizzazioni: elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati
durevolmente. Sono beni destinati a rimanere nellimpresa perch sono funzionali allo svolgimento
della sua attivit, il loro valore di mercato poco rilevante e ci conferisce ragionevolezza al
criterio del costo utilizzato per la loro valutazione. (NON SI GUARDA ALLA NATURA FISICA DEL BENE
MA ALLA SUA FUNZIONE NELLAMBITO DELLIMPRESA)
Tale criterio:
- si riferisce sia alle immobilizzazioni materiali (es. macchinari) sia a quelle immateriali (es. diritto di
marchio o brevetto)
- assoggettato a 2 limiti obbligatori e inderogabili: art.2426 c.c.
i) Comma 2 il costo delle immobilizzazioni, materiali e immateriali, la cui utilizzazione limitata
nel tempo deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione con la loro
residua possibilit di utilizzazione. Eventuali modifiche dei criteri di ammortamento e dei
coefficienti applicati devono essere motivate nella nota integrativa;
ii) Comma 3 l'immobilizzazione che, alla data della chiusura dell'esercizio, risulti durevolmente di
valore inferiore a quello determinato secondo i numeri 1) e 2) deve essere iscritta a tale minore
valore; questo non pu essere mantenuto nei successivi bilanci se sono venuti meno i motivi della
rettifica effettuata.
-Regola particolare per le immobilizzazioni finanziarie: Costituiscono immobilizzazioni le
partecipazioni in altre imprese in misura non inferiore a quella prevista nel terzo comma
dellarticolo 2359 (identifica le societ controllate e collegate).
2) IMMOBILIZZAZIONI consistenti in PARTECIPAZIONI in imprese controllate o collegate
(metodo del patrimonio netto) Descritto da:
Art.2426 c.c. Comma 4 le immobilizzazioni consistenti in partecipazioni in imprese controllate o
collegate possono essere valutate, con riferimento ad una o pi tra dette imprese, anzich secondo
il criterio indicato al numero 1), per un importo pari alla corrispondente frazione del patrimonio
netto risultante dall'ultimo bilancio delle imprese medesime, detratti i dividendi ed operate le
rettifiche richieste dai principi di redazione del bilancio consolidato nonch quelle necessarie per il
rispetto dei principi indicati negli articoli 2423 e 2423-bis.
Quando la partecipazione iscritta per la prima volta in base al metodo del patrimonio netto, il
costo di acquisto superiore al valore corrispondente del patrimonio netto risultante dall'ultimo
bilancio dell'impresa controllata o collegata pu essere iscritto nell'attivo, purch ne siano indicate
le ragioni nella nota integrativa.
La differenza, per la parte attribuibile a beni ammortizzabili o all'avviamento, deve essere
ammortizzata. Negli esercizi successivi le plusvalenze, derivanti dall'applicazione del metodo del
patrimonio netto, rispetto al valore indicato nel bilancio dell'esercizio precedente sono iscritte in
una riserva non distribuibile; (PARTE AGGIUNTA DA ME, NON PRESENTE NEL LIBRO)
3) MAGAZZINO (= COSTO DEI BENI FUNGIBILI) - art. 2426 n.10
metodo della media ponderata
metodo del primo entrato, primo uscito
metodo del ultimo entrato, primo uscito
Se il valore ottenuto differisce in misura apprezzabile dai costi correnti alla chiusura dellesercizio, la
differenza deve essere indicata nella nota integrativa; dunque se il valore di realizzazione
desumibile dallandamento del mercato minore del costo di acquisto o di produzione, le merci, le
materie prime in magazzino e gli altri beni fungibili vanno iscritti al minor valore.
4) VALUTAZIONE DEI CREDITI (art. 2426 n.8)
valutati al valore presumibile di realizzazione
NB: fermo restando che i crediti devono essere effettivamente sussistenti (non futuri o
condizionati), tale criterio pu condurre a casi limite:
iscrizione del credito al 100% del suo valore nominale = se la riscossione praticamente sicura
iscrizione pari o 0 (es. imprenditore fallito)
Sotto il profilo della chiarezza, liscrizione dei crediti d luogo a 2 problemi:
1) pur essendo previste ben 6 voci relative ai crediti, tale articolazione potrebbe risultare
insufficiente in alcune ipotesi. In particolare, per ricostruire la situazione finanziaria di una societ,
a volte pu essere essenziale distinguere i crediti in base:
-al termine di scadenza (breve, medio, lungo), allesistenza o meno di garanzie, al carattere
fruttifero o infruttifero
2) scelta di iscrivere il valore nellattivo:
- lammontare in relazione alle diminuite previsioni di realizzo
- lasciare immutato tale valore controbilanciandolo al passivo con un fondo rischi o svalutazione
crediti
NB: il secondo sistema d risultati pi soddisfacenti e permette un maggior controllo dei criteri
seguiti dagli amministratori MA non obbligatorio.

PASSIVITA: Le voci del passivo sono state raggruppate in categorie:


A) PATRIMONIO NETTO = passivo c.d. ideale perch non consiste in una passivit vera e propria
ma adempie essenzialmente una funzione di garanzia per i terzi creditori perch rappresenta un
limite dellutile distribuibile.
B) FONDI PER RISCHI e ONERI = si riferisce alle perdite e ai debiti di natura determinata, si esistenza
certa o probabile, dei quali per alla chiusura dellesercizio sono indeterminati:

lammontare degli interessi


la data di sopravvivenza

C) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO di lavoro subordinato = debito certo ma da definirsi nel suo
importo
D) DEBITI CERTI E DETERMINATI (voci dal n. 6 al n. 11 art.2424 c.c.) = vengono iscritti al valore
nominale
E) RATEI e RISCONTI = poste che hanno la funzione di attribuire allesercizio a cui si riferiscono, i
proventi o i costi che siano realizzati o sostenuti in esercizi diversi, con applicazione del principio di
competenza.
Il fondo si distingue dalla riserva in quanto questultima una parte del patrimonio sociale non
distribuita o non distribuibile agli azionisti mentre liscrizione al passivo di fondi dipende
dallaccertamento di perdite certe o probabili, che corrispondono a passivit effettive e non
soltanto ideali, del patrimonio sociale
Le riserve possono essere distinte in base alla fonte dellobbligo di accantonamento delle attivit
corrispondenti (nella legge quella legaleserve a rafforzare la garanzia per i creditori, costituita dal
capitale sociale, nel contratto sociale quelle statutarie, in una deliberazione assembleare quelle
facoltative).
La riserva statutaria e facoltativa devono figurare in poste separate ai sensi dellart. 2424.
DEROGHE ALLE NORME SUL BILANCIO Art.2423 c.c. comma 4 SE, in casi eccezionali,
lapplicazione di una disposizione degli articoli seguenti incompatibile con la rappresentazione
veritiera e corretta, la disposizione non deve essere applicata. La nota integrativa deve motivare la
deroga e deve indicarne linfluenza sulla rappresentazione della situazione patrimoniale,
finanziaria e del risultato economico. Gli eventuali utili derivanti dalla deroga devono essere iscritti
in una riserva non distribuibile, se non in misura = al valore recuperato.
Il legislatore prende atto della possibilit che indicazioni formulate in maniera cos generale
possono risultare inadeguate ed obbliga a discostarsene. Dunque al ricorrere dei casi eccezionali la
deroga obbligatoria, il problema principale riguarda lidentificazione di questultimi.
Un esempio lecito di abbandono del criterio del costo stato ritenuto in passato quello di
rivalutazione di immobili, effettuata per tener conto di maggiori valori derivanti da vendite poste
in essere mediante contratti preliminari, per i quali era stata prevista la stipula del contratto
definitivo nellesercizio successivo.
NB: Dal novero dei casi eccezionali deve essere esclusa linflazione che stata, in diversi periodi,
una delle cause principali di difformit tra i valori attribuiti in bilancio e i valori reali di alcuni beni.
COMPETENZE NELLA REDAZIONE DEL BILANCIO
Il bilancio viene redatto dagli amministratori, Deve essere comunicato al collegio sindacale, con la
relazione, almeno 30 giorni prima di quello fissato per lassemblea che deve discuterlo.
Il collegio sindacale deve riferire allassemblea sui risultati dellesercizio sociale e sullattivit
svolta nelladempimento dei propri doveri, e fare le osservazioni e le proposte in ordine al bilancio e
alla sua approvazione, con particolare riferimento allesercizio della deroga di cui allart.2423.4 c.c.
ATTENZIONE: bilancio, copie integrali dellultimo bilancio delle societ controllate prospetto
riepilogativo dei dati essenziali dellultimo bilancio delle societ, relazioni degli amministratori, dei
sindaci e del soggetto incaricato del controllo contabile: devono restare depositati in copia, presso
la sede della societ, durante i 15 giorni che precedono lassemblea e finch sia approvato. La
stessa cosa vale per le relazioni sui bilanci delle societ quotate in borsa (ai sensi del rinvio fatto
dal t.f.u. allart.2435 c.c.)
Secondo lart.153.2 t.u.f. il collegio sindacale pu fare proposte allassemblea in ordine:
- al bilancio e alla sua approvazione
- alle materie di sua competenza
Normalmente il bilancio deve essere sottoposto allapprovazione dellassemblea dei soci ma nelle
societ che hanno adottato il sistema dualistico, lapprovazione del bilancio tendenzialmente di
competenza del consiglio di sorveglianza.
Una discussione riguarda le reciproche competenze dellassemblea e degli amministratori:
Tesi 1 = gli amministratori si limiterebbero a redigere un progetto di bilancio che lassemblea
potrebbe sia approvare, respingere e direttamente modificare.
Tesi 2 = il bilancio un atto degli amministratori, lassemblea pu solo approvare o respingere.
La questione non sembra ancora risolta. La realt che il problema si pone in modo diverso
secondo lo si riferisca:
- a grandi societ quotate non pensabile che lassemblea prevarichi gli amministratori
- piccole societ concepibile che i soci diano agli amministratori istruzioni su come redigere il
bilancio

INVALIDITA DELLA DELIBERA DI APPROVAZIONE DEL BILANCIO


La delibera che approva il bilancio, pu essere viziata (oltre che dalle ordinarie cause comuni a
tutte le delibere) da irregolarit relative

al procedimento di formazione del bilancio


sanzione: annullabilit della delibera
al contenuto del bilancio (vizi del contenutoes. valutazioni imprecise, insufficiente
analiticit delle poste, ecc.)

Molte incertezze: in passato stato sostenuto che anche i vizi inerenti al contenuto, sarebbero
causa di semplice annullabilit della delibera che lo approva MA lopinione prevalente quella
secondo cui una delibera che approva un bilancio non chiaro, non veritiero o non corretto, nulla
(con la conseguenza che detta delibera, pu essere impugnata da chiunque ne abbia interesse).
Riforma del 2003 ha imposto un limite generale alla proponibilit delle azioni di annullamento
e di nullit dei bilanci: esso di aggiunge ai loro gi esistenti limiti di 90 giorni e di 3 anni.

LArt.2434-bis c.c. comma 2 ha fissato un limite ulteriore: la legittimazione ad impugnare la


deliberazione di approvazione di un bilancio (su cui il revisore non ha formulato rilievi) spetta solo
a tanti soci che rappresentino almeno il 5% del capitale sociale.
NB: questo limite ricalca quello posto dallimpugnazione dei bilanci certificati delle societ quotate
dallart.157 del tu.f.
Lo scopo di questa disciplina complessivamente cos preoccupata di limitare le ipotesi di
impugnazione dei bilanci, quello di prevenire azioni da parte di soci scarsamente interessati alle
sorti della societ e molto interessati invece a rifarsi con i proventi di azioni ricattatorie.
LA DESTINAZIONE DEGLI UTILI.
Art.2433 c.c.
la decisione sulla distribuzione degli utili spetta allassemblea che approva il bilancio oppure, in
caso di approvazione da parte del consiglio di sorveglianza, da unassemblea appositamente
convocata.
Questa disciplina molto diversa da quella sulle societ di persone:- societ di persone ciascun
socio ha diritto alla sua quota di utili, dopo lapprovazione del rendiconto; societ di capitali il
diritto del socio nasce solo se e quando la distribuzione degli utili viene deliberata dallassemblea.
NB: Il terreno della divisione degli utili uno di quelli in cui si concretizza un conflitto di interessi
tra: a) soci di maggioranza = ricava i propri redditi dagli stipendi connessi alle cariche ricoperte (e
altre fonti meno ufficiali); b) soci di minoranza = il cui investimento remunerato esclusivamente
dagli utili
opinione diffusa che lunico limite al potere di maggioranza, sia costituito dal dovere di
comportarsi con correttezza e buona fede = la mancata distribuzione degli utili potr essere
sanzionata con lannullabilit della delibera MA solo quando il socio dissenziente in grado di
provare un intento abusivo del gruppo di comando.

Per valutare limportanza pratica, occorre considerare che nelle societ con azioni diffuse tra il
pubblico, il mercato esercita una certa azione disciplinatrice della discrezionalit dei gruppi di
controllo. Nelle piccole societ, il gruppo di controllo tender ad evitare la stessa comparsa
dellutile in bilancio!

Art.2433 comma 3 Non tutti gli utili risultanti dal bilancio, possono essere distribuiti: se il
capitale sociale ha subito (negli esercizi precedenti) una perdita, NON pu aver luogo la
ripartizione degli utili sino a quando il capitale sia reintegrato o ridotto in misura corrispondente.

Art.2430 c.c.dagli utili (non assorbiti da precedenti perdite) deve essere prelevata la ventesima
parte (RISERVA LEGALE), sino a quando tale riserva abbia raggiunto il quinto del capitale sociale.
Pu darsi inoltre che:
-esistano norme statutarie a favore dei promotori, dei soci fondatori o degli amministratori che
impongano particolari destinazioni degli utili;
-latto costitutivo o una delibera dellassemblea, prevedano la costituzione di riserve statutarie e
facoltative.
Altre regole sono dettate dallart.2433 c.c.
Comma 2 non possono essere pagati dividendi sulle azioni, se non per utili realmente conseguiti
e risultanti dal bilancio regolarmente approvato.
Comma 4 i dividendi erogati in violazione delle disposizioni del presente articolo, non sono
ripetibili se i soci li hanno riscossi in buona fede in base a bilancio regolarmente approvato, da cui
risultano utili netti corrispondenti.
Lesistenza di utili distribuibili, pu essere accertata con relativa sicurezza solo al termine
dellesercizio, quando viene redatto il bilancio.
Lesigenza di operare distribuzioni infrannuali degli utili era ostacolata dai dubbi di illeicit gravanti
su una eventuale distribuzione di acconti; adesso lart.2433-bis regola la materia prevedendo
chela distribuzione di acconti sui dividendi, consentita solo alle societ il cui bilancio
assoggettato per legge a revisione legale dei conti, secondo il regime previsto dalle leggi speciali
per gli enti di interesse pubblico
La distribuzione di acconti sui dividendi:
- deve essere prevista dallo statuto
- deliberata dagli amministratori dopo il rilascio, da parte del soggetto incaricato di effettuare la
revisione legale dei conti di un giudizio positivo sul bilancio dellesercizio precedente. Essi
deliberano la distribuzione di acconti sui dividendi sulla base di un prospetto contabile e di una
relazione dai quali risulti la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della societ consente
la distribuzione stessa. Su tali documenti deve essere acquisito il parere del soggetto incaricato
della revisione legale dei conti. Il prospetto contabile, la relazione degli amministratori e il parere
del soggetto incaricato della revisione legale dei conti devono restare depositate in copi della sede
della societ fino allapprovazione del bilancio dellesercizio in corso. I soci possono prenderne
visione.
- non consentita la distribuzione dei conti sui dividenti quando dallultimo bilancio approvato
risultino perdite precedenti.
-lammontare degli acconti deve non pu superare la minor somma tra: importo utili conseguiti alla
chiusura del precedente esercizio diminuito delle quote destinate alle riserve + riserve disponibili

IL BILANCIO CONSOLIDATO (larea di consolidamento)


Art.25 d.lgs. 127/91
le societ per azioni, in accomandita per azioni, e a responsabilit limitata che controllano
unimpresa debbono redigere il bilancio consolidato secondo i criteri stabiliti dalle disposizioni degli
articoli seguenti.
lo stesso obbligo hanno gli enti di cui allart.2201 c.c., le societ cooperative e le mutue
assicuratrici che controllano una societ per azioni, in accomandita per azioni o responsabilit
limitata.

Il bilancio consolidato deve offrire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione
patrimoniale e finanziaria e del risultato economico del suo esercizio.
Esso consente di valutare il valore e la redditivit del gruppo in s considerato, rimuovendo gli
ostacoli ad una corretta informazione, che potrebbero derivare anche dai diversi riflessi che una
politica aziendale unitaria pu avere sulle situazioni patrimoniali delle singole societ.
Sono esonerati dallobbligo di consolidamento: i gruppi di minori dimensioni e le imprese a loro
volta controllate (quando il bilancio sia redatto dallimpresa controllante soggetta al diritto italiano
o al diritto di un paese dellU.E).
Lesclusione (facoltativa) dal consolidamento riguarda le ipotesi in cui:
-linclusione sarebbe irrilevante;
-lesercizio dei diritti della controllante soggetto a vari e durature restrizioni
-non possibile ottenere le necessarie informazioni
-le azioni o quote della controllata sono possedute esclusivamente allo scopo di una successiva
alienazione
Lesonero opera in ogni caso per le imprese controllate con una partecipazione superiore al 95%.
Negli altri casi i soci che rappresentano almeno il 5% del capitale posso chiedere la redazione del
bilancio consolidato e tale richiesta (se effettuata 6 mesi prima della fine dellesercizio), elimina la
possibilit di usufruire dellesonero.
IL BILANCIO IN FORMA ABBREVIATA: La disciplina come sappiamo impone alle societ elevati
oneri per redigere lo stato patrimoniale e conto economico e altri documenti che formano il
complesso dei conti annuali. Oneri che appaiono sproporzionati nel caso di societ che hanno
unattivit modesta.
Opzione prevista dal legislatore: Possibilit riservata alle societ che nel primo esercizio o,
successivamente, per 2 esercizi consecutivi, non abbiamo superato da 2 seguenti limiti:
-tot. attivo patrimoniale: 4.400.000 euro
-ricavi delle vendite e delle prestazioni: 8.800.000 euro
-dipendenti occupanti in media durante lesercizio:50 unit
Se la societ supera due dei limiti per il secondo esercizio consecutivo, deve tornare a redigere il
bilancio in forma ordinaria.
LE MODIFICAZIONI DELLO STATUTO. IL PROCEDIMENTO
Competenza a deliberare modificazioni dello statuto spetta:
- in generaleassemblea straordinaria
- in via eccezionaleagli amministratori, allassemblea ordinaria, al tribunale o al consiglio di
sorveglianza
E possibile distinguere delibere valide ed efficaci se:
- assunte con la maggioranza richiesta dalla legge
- assunte allunanimit
In assenza del consenso unanime dei soci sono invalide o inefficaci. Per alcune di tali delibere,
inoltre, previsto il diritto di recesso del socio dissenziente. Le delibere per le modificazioni dello
statuto (come tutte le deliberazioni dellassemblea straordinaria):
-devono risultare in un verbale redatto da notaio
-sono soggette ad una forma di pubblicit: devono essere iscritte nel registro delle imprese a
richiesta del notaio rogante
Riforma del 2003la deliberazione produce effetti solo dopo tale iscrizione.

Diritto di recesso: La riforma del 2003 ha introdotto 3 categorie di cause di recesso:


1) INDEREOGABILI (Art.2437 c.c.) il diritto di recesso spetta inderogabilmente ai soci che non
hanno concorso alle deliberazioni riguardanti il cambiamento delloggetto della societ, purch
esso comporti:
- un cambiamento significativo dellattivit
- il cambiamento del tipo
- il trasferimento della sede allestero
- la revoca dello stato di liquidazione
- la modifica dei criteri di determinazione del valore delle azioni in caso di recesso
- la modifica dei diritti di voto e di partecipazione
- leliminazione di una o pi cause di recesso (previste dallo statuto o dalla legge come
derogabili)
d.lgs. 108/2008 il socio ha il diritto (inderogabile) di recesso in caso di fusione trasfrontaliera in
cui la societ risultante dalla fusione sia una societ di un altro stato membro
PENA: NULLITA di ogni patto che elimini o ostacoli il diritto di recesso

2) DEROGABILI Ipotesi che riguardano:


- proroga del termine
- introduzione o rimozione di vincoli alla circolazione di azioni
Nelle societ costituite a tempo indeterminato le cui azioni non sono quotate, il socio pu recedere
con preavviso di 180 gg (arco di tempo che lo statuto pu elevare fino ad 1 anno)
Il termine per lesercizio del diritto di recesso breve e posto a pena di decadenza:
15 gg dalliscrizione nel registro delle imprese della delibera che lo legittima
30 gg dalla conoscenza del fatto che legittima il recesso se si tratta di un fatto diverso da una
deliberazione.
Il diritto di recesso non pu essere esercitato se
entro 90 gg la societ revoca la delibera che lo legittima
deliberato lo scioglimento della societ
3) STATUTARIE: Non sono previste dalla legge e sono volontariamente introdotte dallo statuto.
Tale possibilit data solo alle societ che non fanno ricorso al mercato del capitale di
rischio

IL RIMBORSO DELLE AZIONIIl socio ha diritto alla liquidazione delle azioni per le quali esercita il
recesso. Esso pu essere anche parziale, ossia sar liquidato solo per una parte delle azioni da lui
possedute.
Il valore determinato dagli amministratori, sentito il parere del collegio sindacale e del soggetto
incaricato della revisione contabile, tenendo conto:
- della consistenza patrimoniale della societ e delle sue prospettive reddituali
- delleventuale mercato delle azioni.

Per le AZIONI QUOTATE: il valore determinato facendo esclusivamente riferimento alla media
aritmetica dei prezzi di chiusura nei 6 mesi che precedono la pubblicazione o la ricezione
dellavviso di convocazione dellassemblea le cui deliberazione legittimano il recesso.
E previsto che lo statuto decida criteri diversi di determinazione del valore di liquidazione e che il
socio abbia il diritto di conoscere prima dellassemblea la determinazione del valore di liquidazione
operata dagli amministratori e pu contestarlo allatto della dichiarazione di recesso (il valore sar
allora determinato da un esperto, se erroneo dal giudice)
Il recesso comporta: Nelle societ di persone lo scioglimento del rapporto sociale, la liquidazione
della quota del patrimonio sociale e la riduzione del capitale. Nelle s.p.a: le azioni del recedente
sono acquistate dagli altri soci, -le azioni del recedente che non sono acquistate dai soci, sono
acquistate da terzi, -le azioni non acquistate n dai soci n da terzi vengono rimborsate mediante
acquisto da parte della societ utilizzando riserve disponibili e - la societ deve deliberare la
riduzione del capitale o il proprio scioglimento se le azioni non vengono acquistate e la societ non
ha utili per comprarle.
NB: i creditori possono opporsi alla riduzione in base allart.2445 c.c. e se lopposizione accolta, la
societ si scioglie.
AUMENTO GRATUITO DEL CAPITALE= Il capitale sociale aumenta mediante il passaggio di riserva a
capitale o mediante nuovi conferimenti. Esso non implica un accrescimento del patrimonio della
societ ma una semplice modifica della funzione contabile dei beni che lo compongono. Una parte
dei valori contenuti nel patrimonio vengono vincolati a copertura del nuovo capitale sociale.
Laumento gratuito disciplinato dallart.2442 c.c. che prevede la possibilit di imputare a
capitale, le riserve e gli altri fondi iscritti in bilancio in quanto disponibili (= non possono essere
imputati a capitale n la riserva legale n quella statutaria, a meno di una previa modifica della
clausola dello statuto)
Laumento pu essere attuato: -con lemissione di nuove azioni le azioni di nuova emissione
devono avere le stesse caratteristiche di quelle gi in circolazione e devono essere assegnate
gratuitamente agli azionisti in proporzione a quelle da essi gi possedute; - o con laumento del
valore nominale di quelle in circolazione.
AUMENTO DEL CAPITALE MEDIANTE CONFERIMENTI= laumento effettivo del capitale avviene
mediante lemissione di nuove azioni, offerte in sottoscrizione ai soci o ai terzi, i quali dovranno
effettuare i relativi conferimenti. LArt.2439 c.c. prevede che:(per i conferimenti in denaro) i
sottoscrittori devono versare alla societ, allatto della sottoscrizione, almeno 25 % del valore
nominale delle azioni sottoscritte e linterno sopraprezzo eventualmente previsto.
SE laumento di capitale non integralmente sottoscritto entro il termine fissato dalla delibera, il
capitale aumentato di un importo pari alle sottoscrizioni raccolte soltanto se la deliberazione
medesima lo ha previsto
E vietata lesecuzione di aumento di capitale fino a che le azioni precedentemente emesse non
siano state integralmente liberate (art. 2438). Si discute se l'aumento di capitale possa avvenire
anche quando esistono perdite o se, in tal caso, prima sia necessario provvedere a riduzione
molti ritengono, temendo comportamenti elusivi della disciplina del capitale, che, in presenza delle
condizioni che rendono obbligatoria la riduzione, non sarebbe lecito procedere ad aumento non
preceduto da riduzione la tesi discussa.
LA DELEGA AGLI AMMINISTRATORI
Art.2443 c.c. lo statuto pu attribuire agli amministratori la facolt di aumentare in una o pi
volte il capitale sociale di un ammontare determinato, fino a un massimo di 5 anni dalla data di
iscrizione nel registro delle imprese (in caso di modifica successiva, dalla data di tale modifica)
il verbale della delibera di aumento assunta dagli amministratori deve:
-essere redatto da un notaio
-iscritto secondo le norme relative alle modifiche dello statuto (contenute nellart.2443 c.c.)
Le decisioni inerenti alla limitazione o allesclusione del diritto di opzione possono essere delegate
agli amministratori.
IL DIRITTO DI OPZIONE.= il diritto di sottoscrivere una quota delle azioni di nuova emissione pari
alla quota di capitale gi posseduta.
Questo diritto spetta:
1) ai soci in caso di aumento del capitale a pagamento
2) ai possessori di obbligazioni convertibili sulla base del rapporto di cambio
NB: Se laumento del capitale funzionale allemissione di obbligazioni convertibili, il diritto di
sottoscrizione riguarder solo queste obbligazioni = sar escluso relativamente alle azioni che
verranno emesse per consentire la conversione.
NB: Per le azioni proprie possedute dalla societ il diritto di opzione NON esercitato dalla societ:
attribuito proporzionalmente alle altre azioni (salvo che lassemblea non ne autorizzi lesercizio
totale o parziale).
In assenza del diritto di opzione, le azioni di nuova emissione, in caso di domanda superiore
allofferta, verrebbero ripartite tra i vari richiedenti e gli amministratori potrebbero favori estraneo
o alcuni soci, a danno degli altri soci.
Il socio ha un duplice interesse ad evitare la ripartizione arbitraria:
1- pu essere escluso da alcuni diritti corporativi poich la mancata assegnazione di una quota
delle azioni di nuova emissione almeno pari a quella gi posseduta, determinerebbe unalterazione
della sua percentuale di partecipazione nella societ
Es. chi possiede 10 azioni su 100, pu effettuare la denunzia prevista dallart.2409 c.c.; se vengono
emesse altre 50 azioni, per conservare questa legittimazione, occorre possederne almeno 15.
2- pu capitare che il patrimonio netto della societ sia > al capitale sociale = il valore reale
dellazione > del suo valore nominale
Esso un diritto trasferibile e deve essere esercitato (dal socio o dal terzo che lo ha acquistato) nel
termine fissato dallassemblea (NON pu essere < 30 gg dalla pubblicazione dellofferta nel registro
delle imprese). Le azioni possono essere offerte in opzione: direttamente dalla societ oppure
mediante banche o societ finanziarie
Se invece una parte di azioni rimane non optata:
societ non quotate le azioni devono essere ripartite tra i soci che abbiano esercitato il diritto e
ne abbiano fatto richiesta
societ quotate gli amministratori devono offrire sul mercato (per conto della societ), i diritti di
opzione non esercitato per almeno 5 riunioni entro il mese successivo alla scadenza del termine
assegnato per lesercizio.
ESCLUSIONE DEL DIRITTO DOPZIONE- Il diritto di opzione pu essere escluso quando:

1) quando le azioni di nuova emissione devono essere liberate mediante conferimenti in


natura

2) quando l'interesse della societ lo esige e la deliberazione approvata con la maggioranza


di pi della met del capitale sociale, anche in convocazione successiva alla prima

3) quando le azioni di nuova emissione siano offerte in opzione ai dipendenti della societ
se l'esclusione riguarda non pi di un quarto delle azioni di nuova emissione, sufficiente la
maggioranza prevista per le assemblee straordinarie altrimenti serve la maggioranza del
capitale sociale

4) nelle societ con azioni quotate sul mercato entro i limiti del 10% del capitale sociale
preesistente, a condizione che il prezzo di emissione sia corrispondente al valore di mercato
delle azioni e tale circostanza sia confermata dalla societ di revisione con apposita
relazione.
Questi casi sono tassativi e non possono essere ampliati dallo statuto.
Nei primi due casi obbligatoria l'emissione delle azioni con soprapprezzo e gli amministratori
devono predisporre una relazione nella quale risultino le ragioni della limitazione o dell'esclusione
del diritto di opzione e i criteri adottati per la determinazione del prezzo delle azioni.
La relazione deve essere comunicata al collegio sindacale o al consiglio di sorveglianza e al soggetto
in caricato del controllo contabile almeno trenta giorni prima del giorno fissato per l'assemblea
questi organi devono, entro 15 gg, esprimere il proprio parere sulla congruit del prezzo nelle
societ quotate questa valutazione deve essere verificata dalla societ incaricata della revisione, la
quale deve ricevere la relazione almeno quarantacinque giorni prima di quello previsto per
l'assemblea. Parere e relazione devono restare depositati presso la societ durante i quindici giorni
precedenti l'assemblea e finch questa abbia deliberato.

Soprapprezzo = Quando il diritto di opzione escluso perch l'interesse della societ lo esige o
perch sono richiesti conferimenti in natura, obbligatoria l'imposizione del soprapprezzo la
deliberazione di aumento di capitale, quindi, determina il prezzo di emissione delle azioni in base
al valore del patrimonio netto, tenendo conto, per le azioni quotate sul mercato, anche
dell'andamento delle quotazioni nell'ultimo semestre l'istituto del soprapprezzo si collega
all'eventualit di una divergenza tra valore reale e valore nominale della azioni e serve a
compensare il danno patrimoniale che deriva ai soci dalla riduzione della percentuale di capitale
posseduta (essendo stato escluso il loro diritto di opzione) dubbio se i criteri dettati fissino
solo un limite minimo o pongano un limite generale alla discrezionalit dell'assemblea nella
determinazione del soprapprezzo.
LA RIDUZIONE DEL CAPITALE
La riduzione del capitale pu essere: (1) volontaria comportare un decremento del patrimonio,
(2) dovuta (a volte addirittura obbligatoria) alla presenza di perditecomporta un semplice
adeguamento del capitale sociale nominale al capitale sociale reale.

(1) L'art. 2445 regola le riduzioni di capitale cui corrisponde un decremento del patrimonio
attuata mediante rimborso dei conferimenti o liberazione dall'obbligo di effettuare versamenti
ancora dovuti.
Essendo questa riduzione pericolosa per i creditori, che vedono diminuito il patrimonio sociale su
cui possono fare affidamento, previsto che la deliberazione di riduzione del capitale esuberante
possa essere eseguita solo dopo 3 mesi dal giorno dell'iscrizione nel registro delle imprese, purch
entro questo termine nessun creditore sociale anteriore all'iscrizione faccia opposizione
nonostante l'opposizione, il tribunale pu disporre che la riduzione abbia luogo quando ritenga
infondato il pericolo di pregiudizio dei creditori oppure quando la societ abbia portato idonea
garanzia.
La delibera pu essere attuata mediante: riduzione del valore nominale di tutte le azioni (modalit
pi semplice ed equa) o tramite annullamento di alcune azioni in questo caso si ricorre
all'emissione di azioni di godimento tuttavia si ritiene che in questa ipotesi operi il diritto di
recesso ai sensi dell'art. 2437, comma 1, lett. g.

(2) PER PERDITE La riduzione del capitale sociale per perdite presuppone una situazione in cui il
capitale sociale reale non pi in grado di coprire integralmente il capitale sociale nominale ;
dunque la riduzione del capitale nominale non comporta un decremento del patrimonio sociale,
ma solo un mutamento del regime contabile, creando i presupposti per una futura distribuzione di
utili che, altrimenti, non si sarebbe potuta operare situazione non del tutto innocua per i
creditori. Allo stesso tempo, per, il consentire alla societ di esporre un capitale sociale in realt
parzialmente perduto pu creare false aspettative nei creditori circa il capitale su cui fare
affidamento il legislatore ha giudicato pi grave questa situazione consentendo la riduzione del
capitale che, in alcuni casi, addirittura obbligatoria
L'art. 2446:quando risulta che il capitale diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite,
gli amministratori o il consiglio di gestione e, nel caso di loro inerzia, il collegio sindacale o il
consiglio di sorveglianza, devono convocare l'assemblea per gli opportuni provvedimenti (che, per,
la legge non specifica) all'assemblea deve essere sottoposta una relazione sulla situazione
patrimoniale della societ se, entro l'esercizio successivo, la perdita non risulta diminuita a
meno di un terzo, l'assemblea ordinaria o il consiglio di sorveglianza che approva il bilancio di tale
esercizio deve ridurre il capitale in proporzione alle perdite in mancanza, gli amministratori o il
consiglio di sorveglianza devono chiedere che venga disposta la riduzione al tribunale il
tribunale provvede, sentito il PM, con decreto soggetto a reclamo, che deve essere iscritto nel
registro delle imprese dagli amministratori.
Il termine che consente di rinviare ogni decisione all'esercizio successivo non opera quando la
perdita abbia ridotto il capitale sociale reale al di sotto del minimo legale obbligatorio
deliberare la riduzione del capitale ed il contemporaneo aumento ad una cifra non inferiore al
minimo, o la trasformazione della societ in assenza di questi provvedimenti, la societ si
scioglie.
Se il capitale interamente perduto l'assemblea deve deliberare l'azzeramento e la
contemporanea ricostituzione del capitale. I soci che non possono o non vogliono sottoscrivere
l'aumento perderanno la qualit di soci (poich preferiscono lo scioglimento).
La giurisprudenza ritiene che l'interesse del socio debba essere sacrificato a quello della
conservazione dell'impresa sociale la deliberazione di azzeramento e reintegrazione quindi
valida e vincolante per tutti i soci.
LA SOCIETA IN ACCOMANDITA PER AZIONI

Nozione e funzioni economiche della societ in accomandita per azioni


Art. 2452: definisce la societ in accomandita per azioni come quella in cui i soci accomandatari
rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali, e i soci accomandanti sono
obbligati nei limiti della quota di capitale sottoscritta ed in cui le quote di partecipazione dei soci
sono rappresentate da azioni.
Art. 2453: la denominazione della societ costituita da almeno uno dei nomi dei soci
accomandatari, con lindicazione societ in accomandita per azioni.
Art. 2454: alla societ in accomandita per azioni sono applicabili le norme relative alla societ per
azioni in quanto compatibili con le disposizioni seguenti.
In sostanza, la societ in accomandita per azioni una societ per azioni con un organo
amministrativo responsabile per le obbligazioni sociali, ma pi stabile e potente. E difficile, per,
individuare una possibile funzione economica della s.a.p.a., in quanto l'elemento della
responsabilit illimitata rappresenta, soprattutto per quel che riguarda le grandi imprese, un
rischio insensato per gli accomandatari e una garanzia modesta per i creditori la scarsa
funzionalit di questo tipo di societ confermata dal suo scarso utilizzo in concreto
Recentemente, per, la s.a.p.a. viene pi spesso utilizzata come societ capogruppo di complessi
finanziari e industriali a controllo familiare (superholding). La sentenza che dichiara il fallimento
della s.a.p.a. produce anche il fallimento dei soci illimitatamente responsabili.

Qualit di accomandatario e potere di amministrazione


Art. 2455: latto costitutivo deve indicare i soci accomandatari. I soci accomandatari sono di diritto
amministratori e sono soggetti agli obblighi degli amministratori della societ per azioni.
Art. 2456: la revoca degli amministratori deve essere deliberata con la maggioranza prescritta per
le deliberazioni dellassemblea straordinaria della S.p.A. Se la revoca avviene senza giusta causa,
lamministratore revocato ha il diritto al risarcimento dei danni.
Art. 2457: lassemblea con la maggioranza indicata nellarticolo precedente provvede a sostituire
lamministratore che, per qualunque causa, cessato dal suo ufficio. Nel caso di pluralit di
amministratori, la nomina deve essere approvata dagli amministratori rimasti in carica. Il nuovo
amministratore assume la qualit di socio accomandatario dal momento dellaccettazione della
nomina.
Nella societ in accomandita per azioni il rapporto tra qualit dellaccomandatario e qualit di
amministratore biunivoco. non solo non possono esserci amministratori che non siano
accomandatari (questo avviene anche nella s.a.s.), ma neppure possono esserci accomandatari che
non siano amministratori (mentre nella s.a.s. possono essere nominati amministratori anche solo
alcuni accomandatari). Dunque la cessazione dall'incarico di amministratore comporta anche la
perdita della qualit di accomandatario lo conferma anche l'art. 2461, secondo il quale il socio
amministratore che cessa dall'ufficio di amministratore non risponde per le obbligazioni della
societ sorte dopo l'iscrizione nel registro delle imprese della cessazione dall'ufficio (mentre nella
s.a.s. il socio accomandatario risponde della obbligazioni sociali anche quando non , o non mai
stato, amministratore).
La stessa responsabilit illimitata, poi, per le obbligazioni sociali oggettivamente circoscritta alle
sole obbligazioni sorte nel periodo in cui il socio stato amministratore e, quindi, accomandatario
(a differenza di quello che avviene nella s.a.s.) l'unica cosa che accomuna gli accomandatari
della s.a.p.a. e della s.a.s. la nuova disciplina del fallimento, che produce il fallimento dei soci
illimitatamente responsabili in entrambi i casi.
Accomandanti e accomandatari: i rispettivi poteri: Dato che la legge non disciplina esplicitamente
la figura dell'accomandante, da ritenere che egli abbia la stessa posizione del socio di s.p.a. lo
stesso vale per l'accomandatario, con la conseguenza che il socio che non amministra si chiama
accomandante, mentre il socio che amministra si chiama accomandatario le differenze rispetto
alla s.p.a. si riducono alle regole con le quali viene stabilizzato e rinforzato il potere degli
amministratori:

1) l'amministratore investito della carica a tempo indeterminato e non deve essere


rinominato ogni tre anni (questa regola non pero fissata espressamente)

2) per revocare gli amministratori occorrono le maggioranze previste per l'assemblea


straordinaria, anzich quelle dell'assemblea ordinaria come nella s.p.a.

3) la sostituzione di un amministratore deliberata dall'assemblea straordinaria deve essere


approvata dagli altri amministratori in carica

4) le modificazioni dell'atto costitutivo devono essere approvate dall'assemblea straordinaria


della s.p.a. e devono essere approvate da tutti gli amministratori in carica.
(art. 2459):Gli accomandatari non hanno diritto di voto per le azioni ad essi spettanti nelle
deliberazioni dell'assemblea che riguardano la nomina e la revoca dei sindaci o dei componenti del
consiglio di sorveglianza e del soggetto incaricato della revisione legale e l'esercizio delle azioni di
responsabilit la rilevanza di questa norma praticamente nulla se non la si interpreta in
maniera molto estensiva, ricomprendendo tutte le ipotesi di possesso esercitato tramite
intermediari
Scioglimento dellaccomandita per azioni
(art. 2458) In caso di cessazione dall'ufficio di tutti gli amministratori, la societ si scioglie se nel
termine di centottanta giorni non si provveduto alla loro sostituzione e i sostituti non hanno
accettato la carica. Per questo periodo il collegio sindacale nomina un amministratore provvisorio
che svolga i compiti di ordinaria amministrazione e che non assume la qualit di socio
accomandatario questa norma, in sostanza, nega che vi sia una distinzione tra le due categorie
di soci e considera l'accomandatario un semplice azionista-amministratore la distinzione tra due
categorie di soci dotati in quanto tali di differenti diritti ed obblighi non un elemento
caratteristico della s.a.p.a.
[la societ pu proseguire la sua attivit tranquillamente con un solo socio, purch questi assuma
la carica di amministratore e la conseguente qualifica di accomandatario].

La societ a responsabilit limitata-Nozione ed elementi caratteristici


Nella s.r.l. per le obbligazioni sociali risponde soltanto la societ con il suo patrimonio (art. 2462)
l'eccezione (come nella s.p.a): in caso di insolvenza della societ ipotesi in cui l'intero capitale
sociale sia posseduto da un unico socio e questi abbia omesso di effettuare l'intero conferimento o
non abbia provveduto ad attuare la pubblicit prescritta dalla legge.
L'obiettivo del legislatore era quello di costruire la disciplina della s.r.l. su un organico complesso di
norme modellate sul principio della rilevanza centrale del socio e dei rapporti contrattuali tra
soci, dando ampio spazio all'autonomia contrattuale delle parti nella stipulazione dell'atto
costitutivo e alla libert delle forma organizzative, con il limite del rispetto del principio di certezza
nei rapporti con i terzi la normativa che ne derivata, quindi, non contiene nessun rinvio
generale alla disciplina della s.p.a., ma solo rinvii a norme specifiche su singoli istituti tuttavia,
per, ne deriva una normativa in parte lacunosa che spinge spesso a chiedersi se la disciplina
relativa della s.p.a. possa essere applicata per analogia l'intento del legislatore di lasciare ai
privati la regolazione di certi aspetti pu avere significato nell'ambito di sofisticate iniziative
imprenditoriali, non in quelle di pi modesta rilevanza. Quindi molto spesso l'atto costitutivo
chiuso da una formula che richiama, per tutti gli aspetti non espressamente disciplinati, la
normativa di un altro determinato tipo sociale (quello della s.p.a. se si vuole enfatizzare il carattere
capitalistico della societ; quello della societ semplice o della s.n.c. se si vuole enfatizzare il
carattere personalistico).
In generale si lascia ampia autonomia organizzativa ai soci, che possono derogare nell'atto
costitutivo la disciplina legale sotto molteplici aspetti. Dovranno certamente considerarsi
inderogabili tutte le norme poste a tutela dei terzi, mentre qualche dubbio pu sorgere per quelle
poste a tutela apparentemente solo dei soci chi ritenesse che queste ultime sono dettate anche
a tutela di un pi ampio interesse alla regolarit gestionale, potrebbe ritenere inderogabili anche
queste norme.
Anche l'istituto del recesso nella s.r.l. ha una funzione peculiare esso affidato ai soci come
strumento di negoziazione della propria posizione individuale in presenza di scelte rilevanti della
maggioranza non condivise in questo modo la dialettica tra maggioranza e minoranza non pi
solo governata dal principio maggioritario.
Costituzione: La s.r.l. pu essere costituita, come la s.p.a., per contratto o per atto unilaterale (art.
2463) non pu, invece, essere costituita mediante pubblica sottoscrizione, essendo un tipo
sociale destinato alla esclusiva utilizzazione di societ chiuse.
L'atto costitutivo deve avere la forma dell'atto pubblico e il suo contenuto espressamente
indicato dall'art. 2463 a differenza della s.p.a.:

1) il capitale sociale non pu essere inferiore a 10.000 euro


2) il capitale sociale non , n pu essere, diviso in azioni l'atto costitutivo deve solo
stabilire la quota di partecipazione, espressa in valore nominale e in termini percentuali

3) l'atto costitutivo della s.r.l. deve contenere le norme relative al funzionamento della societ,
indicando quelle concernenti l'amministrazione e la rappresentanza a differenza della
s.p.a., quindi, non sembra prevista la presenza di un documento, separato rispetto all'atto
costitutivo, che contenga le regole per il funzionamento e i soci devono stabilire le regole
dell'amministrazione e della rappresentanza, dati gli scarsi vincoli di legge

4) non espressamente previsto che debba indicarsi un termine di durata o che la societ
contratta a tempo indeterminato quest'ultima possibilit, tuttavia, esiste, quindi si
ritiene che, se le parti non prevedono un termine di durata, la societ costituita a tempo
indeterminato.
L'art. 2463, poi, dispone che si applichino gli artt. 2329 (condizioni per la costituzione), 2330
(deposito dell'atto costitutivo e iscrizione della societ), 2331 (effetti dell'iscrizione), 2332 (nullit
della societ) e 2341 (soci fondatori).

Conferimenti e finanziamenti
(1) La prima ed essenziale fonte di finanziamento della s.r.l. rappresentata dalla formazione del
capitale sociale che i soci devono effettuare in sede di costituzione della societ mediante
conferimenti (incrementati mediante aumenti del capitale sociale).
(art. 2464) Il valore dei conferimenti non pu essere inferiore all'ammontare globale del capitale
sociale, quindi i soci possono farsi carico in maniera non proporzionale dell'obbligo di
conferimento, purch sia assicurata l'intera copertura del capitale sociale. Il conferimento deve
essere costituito da un bene che possa essere inserito all'attivo dello stato patrimoniale e
suscettibile di valutazione economica e se nell'atto costitutivo non stabilito diversamente, il
conferimento deve farsi in denaro con obbligo, contestualmente alla sottoscrizione delle quote, di
versare presso una banca almeno il 25% del conferimento, oltre che l'intero soprapprezzo
(l'obbligo di versamento si estende al 100% del conferimento in denaro quando la societ sia stata
costituita con atto unilaterale). Infine il versamento dei conferimenti in denaro ancora dovuti deve
essere effettuato dai soci a richiesta degli amministratori in base alla necessit della societ,
mentre deve inderogabilmente essere effettuato per intero 90 giorni dal momento in cui sia venuto
meno, nel corso della vita della societ, la pluralit dei soci nella s.r.l. data la possibilit di
sostituire il versamento dei conferimenti in denaro con la stipula, per un importo almeno
corrispondente, di una polizza di assicurazione o di una fideiussione bancaria.
I conferimenti in natura sono regolati dalle regole generali dettate in materia di societ semplice
quanto alla definizione del momento del passaggio del rischio le quote ad essi corrispondenti
devono essere integralmente liberate al momento della sottoscrizione.
I soci possono anche conferire la prestazione di opera o di servizi a favore della societ, purch in
tal caso il conferimento sia assistito da una polizza assicurativa o da una fideiussione bancaria che
garantisca la corretta formazione del capitale sociale anche in caso di inadempimento del socio
la relazione giurata che deve accompagnare ogni conferimento in natura o di crediti viene
effettuata da un revisore legale o da una societ di revisione scelti dal socio conferente. Nulla
previsto riguardo la revisione della stima, quindi il valore pattuito dalle parti e certificato
dall'esperto deve ritenersi definitivo.
L'ipotesi di mancata esecuzione del conferimento disciplinata dall'art. 2466 in modo analogo alla
s.p.a., anche se la norma parla di esclusione (e non di decadenza) del socio qualora la vendita della
partecipazione non possa avere luogo per mancanza di compratori prevista l'applicazione della
stessa disciplina per l'ipotesi di scadenza o inefficacia della polizza assicurativa o della garanzia
bancaria ci si chiede se, in caso di inadempimento della banca o dell'assicurazione, il socio
diventi moroso o se, avendo egli prestato la garanzia, il rischio sia trasferito interamente sulla
societ. Quest'ultima la soluzione preferibile in ogni caso la legge fa salva la possibilit per il
socio di sottrarsi alla disciplina della morosit mediante la sostituzione delle garanzie con il
versamento del corrispondente importo in denaro.
(2) La seconda fonte di finanziamento disciplinata costituita dal finanziamento dei soci diverso
dal conferimento in questo modo i soci evitano di vincolare le relative risorse alla rigida
disciplina del capitale sociale, che ne rende difficoltoso il rimborso questi finanziamenti possono
essere di vari tipi (da quello equiparabile ad un conferimento fino a quello simile in tutto e per
tutto ad un finanziamento reperibile sul mercato da rimborsare e termine e con interessi) il
rimborso di questi finanziamenti disciplinato prevedendo un regime di postergazione del credito
dei soci rispetto agli altri creditori sociali e un obbligo di restituzione di ogni importo
eventualmente rimborsato dalla societ ai soci nell'anno anteriore alla dichiarazione di fallimento
della societ stessa sono soggetti a questa disciplina i finanziamenti, in qualsiasi forma
effettuati, che sono stati concessi in un momento in cui, anche in considerazione del tipo di attivit
esercitata dalla societ, risulta un eccessivo squilibrio dell'indebitamento rispetto al patrimonio
netto, oppure in una situazione finanziaria della societ nella quale sarebbe stato ragionevole un
conferimento (art. 2467).
A differenza della s.p.a., la s.r.l. non pu emettere obbligazioni tuttavia l'art. 2483 consente alla
s.r.l. un limitato accesso al mercato dei capitali mediante l'emissione di titoli di debito. Questi titoli
possono essere sottoscritti solo da investitori professionali soggetti a vigilanza prudenziale nel
caso vengano successivamente trasferiti da questi a terzi che non siano investitori professionali o
soci della societ, gli investitori professionali risponderanno della solvenza della societ 7
(( la decisione di ricorrere all'emissione di questi strumenti stabilita dall'atto costitutivo e pu
essere attribuita ai soci o agli amministratori la decisione contiene le condizioni del prestito e le
modalit di rimborso ed iscritta nel registro delle imprese a cura degli amministratori le
condizioni del prestito e le modalit di rimborso possono essere modificate dalla societ solo dopo
aver ottenuto il consenso della maggioranza dei possessori dei titoli al di fuori di queste forme di
finanziamento specificamente regolate, la s.r.l. potr poi fare ricorso a qualsiasi altro mezzo di
finanziamento come ogni imprenditore)).
Le quote di partecipazione
Le quote di partecipazione delle s.r.l. non possono essere rappresentate da azioni, n costituire
oggetto di offerte al pubblico di prodotti finanziari la titolarit della partecipazione, quindi,
solo il risultato della originaria attribuzione nell'atto costitutivo e degli eventuali successivi accordi
per il suo trasferimento talvolta le societ emettono certificazioni relative alla partecipazione,
ma esse sono sostanzialmente prive di rilevanza giuridica.
La natura della quota discussa e non neppure chiaro se il socio sia titolare di un'unica quota,
oppure possa essere titolare di due o pi quote (in particolare in seguito a trasferimenti).
Salvo diversa disposizione dell'atto costitutivo, le quote di partecipazione dei soci sono
determinate in misura proporzionale al conferimento i diritto sociali sono, a loro volta,
proporzionali alla quota, salvo che l'atto costitutivo preveda l'attribuzione a singoli soci
(personalmente, come prerogativa non trasferibile con la quota) di particolari diritti riguardanti
l'amministrazione della societ o la distribuzione degli utili tali diritti particolari possono essere
modificati solo con il consenso di tutti i soci.
Per quel che riguarda i diritti patrimoniali, vale il limite del patto leonino (art. 2265) mentre
quanto concerne i diritti di amministrazione della societ, grande spazio lasciato all'autonomia
contrattuale ( ammissibile, ad es., il patto che riserva al socio la nomina di uno o pi
amministratori).
Le partecipazioni dei soci sono di norma trasferibili sia per atto tra vivi (si ha con laccordo tra le
parti) sia per causa di morte l'atto costitutivo pu prevedere sia l'assoluta intrasferibilit, sia
particolari clausole che condizionano l'efficacia o la validit del trasferimento all'espletamento di
particolari procedure preventive l'art. 2469 stabilisce, poi, che in questi casi il socio o i suoi eredi
possono esercitare il diritto di recesso ai sensi dell'art. 2473 il diritto di recesso pu essere
limitato dall'atto costitutivo per un periodo massimo di due anni dalla costituzione della societ o
dalla sottoscrizione della quota.
Perch il trasferimento sia opponibile alla societ, necessario che l'atto di trasferimento sia
stipulato in forma scritta (con sottoscrizione delle parti autenticata) e che sia depositato entro 30
gg presso l'ufficio del registro delle imprese nel caso di cessione da parte del socio a pi soggetti
diversi, prevarr colui che per primo ha proceduto in buona fede a questo deposito.
Nel caso in cui i conferimenti relativi alla quota oggetto di cessione non siano stati eseguiti
completamente, l'alienante obbligato in solido con l'acquirente per tre anni dall'iscrizione del
trasferimento nel registro delle imprese il pagamento deve essere domandato all'alienante solo
dopo che la richiesta al socio moroso sia rimasta infruttuosa.
La partecipazione pu essere oggetto di espropriazione, pegno, usufrutto e sequestro nel caso
di esecuzione forzata a danno del socio con conseguente vendita all'incanto della partecipazione,
che per non sia liberamente trasferibile, la societ ha la facolt di presentare entro dieci giorni
dall'aggiudicazione un altro acquirente che potr acquisire la partecipazione offrendo lo stesso
prezzo si ritiene che questa procedura non valga anche per le quote assolutamente intrasferibili.
In nessun caso la s.r.l. pu compiere operazioni sulle proprie partecipazioni (art. 2474) il divieto
assistito dalle sanzioni penali di cui all'art. 2628.
Le decisioni dei soci
L'art. 2479 dispone che nella s.r.l. le materie riservate alla competenza delle decisioni dei soci sono
individuate dall'atto costitutivo, oltre a quelle elencate nella norma stessa inoltre,
indipendentemente da quanto stabilito nell'atto costitutivo, vi sempre la possibilit che una
pronuncia dei soci sia richiesta da uno o pi amministratori o da tanti soci che rappresentino
almeno un terzo del capitale sociale l'atto costitutivo, comunque, pu rimettere la competenza
in ordine al compimento di un atto gestorio anche alla decisione dei soci, i quali comunque
potranno essere chiamati a rispondere per effetto dell'art. 2476.
Indipendentemente dalle disposizioni dell'atto costitutivo, alla competenza dei soci spetta
l'approvazione del bilancio e la distribuzione degli utili, la nomina (se prevista) degli
amministratori, la nomina (quando ne ricorrano i presupposti) dei sindaci e del presidente del
collegio sindacale o del soggetto incaricato della revisione legale, le modificazioni dell'atto
costitutivo, la decisione di compiere operazioni che comportano una sostanziale modificazione
dell'oggetto sociale o una rilevante modificazione dei diritti dei soci (art. 2479) l'eventualit
della nomina degli amministratori dipende dalle regole dettate dall'atto costitutivo e dalla durata
del mandato (che pu anche essere a tempo indeterminato) l'eventualit della nomina degli
organi di controllo dipende invece dalla struttura della s.r.l. che, se di piccole dimensioni, pu non
avere controlli interni.
In dottrina si ritenuto applicabile analogicamente l'art. 2361 che, per le s.p.a., dispone che
l'acquisto di partecipazioni in altre imprese che comporti la responsabilit illimitata deve essere
autorizzata dall'assemblea dei soci questa soluzione dubbia, in quanto, se l'interesse tutelato
quello dei soci, solo l'atto costitutivo pu disporre la ripartizione della competenze tra soci e
amministratori e, se esso non dispone nulla a riguardo, l'acquisto di tali partecipazioni non
dovrebbe essere sottoposto ad una decisione dei soci.

Le decisioni dei soci devono essere assunte con il metodo assembleare solo per materie
particolarmente rilevanti, nonch tutte le volte che una materia sia di competenza dei soci e l'atto
costitutivo non disponga nulla a riguardo l'atto costitutivo pu prevedere che le decisioni siano
adottate mediante consultazione scritta o sulla base del consenso espresso per iscritto, a patto che
dai documenti sottoscritti emergano con chiarezza l'argomento e il consenso dei soci anche in
questo caso, per, deve farsi ricorso al metodo assembleare ogni volta che ne facciano richiesta
uno o pi amministratori o tanti soci che rappresentino almeno un terzo del capitale sociale.
Ogni socio ha diritto di partecipare alle decisioni e il suo voto vale in proporzione alla sua
partecipazione ogni socio ha quindi diritto di essere convocato alle riunioni e di essere
consultato in merito a tutte le decisioni che possono essere adottate senza la collegialit al
contrario, la decisione assunta invalida.
Se l'atto costitutivo non prevede diversamente, le decisioni dei soci sono prese con il voto
favorevole di una maggioranza che rappresenti almeno la met del capitale sociale.
L'art. 2479-bis detta la regole del funzionamento dell'assemblea dei soci se l'atto costitutivo non
dispone altri metodi, che devono comunque assicurare la tempestiva informazione sugli argomenti
da trattare, la convocazione dell'assemblea avviene tramite raccomandata inviata ai soci almeno
otto giorni prima della riunione in mancanza di regolare convocazione, la deliberazione si
intende adottata quando ad essa partecipa l'intero capitale sociale e tutti gli amministratori e i
sindaci sono presenti o informati della riunione (e del suo oggetto) e nessuno si oppone alla
trattazione dell'argomento differenza con la s.p.a., nella quale per la validit dell'assemblea
totalitaria necessaria la presenza della maggioranza degli organi amministrativi e di controllo.
Se l'atto costitutivo non sancisce restrizioni o divieti, il socio pu farsi rappresentare da chiunque in
assemblea.
L'assemblea, che si tiene, salvo disposizione contraria, presso la sede della societ, costituita
regolarmente con la presenza di tanti soci che rappresentino almeno la met del capitale sociale e
delibera a maggioranza assoluta dei presenti quindi richiesto un quorum deliberativo rispetto
alle decisioni dei soci adottate con altro metodo il quorum della met del capitale sociale
richiesto anche per le riunioni assembleari nel caso di delibere di modifica dell'atto costitutivo o
relative al compimento di atti idonei e modificare l'oggetto sociale o i diritti dei soci poich la
legge non fa riferimento ai quorum necessari per le assemblee in convocazione successiva alla
prima, si ritiene che l'atto costitutivo possa disporre a riguardo richiamandosi alle logiche sottese
alla disciplina della s.p.a..
L'assemblea presieduta dal soggetto indicato nell'atto costitutivo o designata dagli intervenuti
egli ha funzioni simili a quelle del presidente dell'assemblea di s.p.a..
Sono previste due forme di invalidit:

1) una, assimilabile all'annullabilit della s.p.a., per le decisioni dei soci non conformi alla
legge e all'atto costitutivo l'impugnazione deve essere proposta entro novanta giorni
dall'iscrizione della delibera sul libro delle decisioni dei soci ad opera dei soci assenti o
dissenzienti, di ciascun amministratore (senza delibera dell'organo amministrativo) o dal
collegio sindacale (in seguito a delibera collegiale di questo) rientrano in questa
categoria anche le decisioni adottate con il voto favorevole di un socio che sia portatore per
conto proprio o di terzi di un interesse in conflitto con quello sociale, a condizione che la
decisione possa arrecare danno alla societ il tribunale, se ritiene che ve ne sia
l'opportunit o ne sia fatta richiesta dalla societ o da chi ha proposto l'impugnativa, deve
assegnare un termine non superiore a centottanta giorni per l'adozione di una nuova
decisione idonea ad eliminare la causa di invalidit

2) una, assimilabile alla nullit, che riguarda le decisioni aventi oggetto illecito o impossibile e
quelle prese in assenza assoluta di informazione l'impugnativa pu essere proposta da
chiunque vi abbia interesse entro tre anni dall'iscrizione della delibera nel libro delle
decisioni dei soci non soggetta a termine di decadenza o prescrizione l'impugnativa
delle deliberazioni che modificano l'oggetto sociale prevedendo attivit impossibili o
illecite.
Le decisioni dei soci (qualunque sia il metodo utilizzato per assumerle) devono essere
documentate, a cura degli amministratori, nel libro delle decisioni dei soci.
Amministrazione e controlli
Secondo l'art. 2475, salvo diversa disposizione dell'atto costitutivo, la carica di amministratore pu
essere ricoperta soltanto da uno o pi soci nominati dai soci inoltre la gestione dell'impresa non
spetta solo agli amministratori, ma anche alle decisioni dei soci stessi le uniche materie riservate
per legge alla competenza del solo organo amministrativo sono la redazione del progetto di
bilancio, dei progetti di fusione o scissione e le decisioni di aumento di capitale quando il potere sia
attribuito specificamente dall'atto costitutivo.
La pubblicit della nomina degli amministratori disciplinata per richiamo espresso dalle norme
sulla s.p.a. l'invalidit della nomina di quelli dotati di potere di rappresentanza non opponibile
ai terzi salvo che si provi che questi ne erano a conoscenza.
L'organo amministrativo pu essere unipersonale o pluripersonale in questo secondo caso, pu
operare sia in maniera collegiale, sia, quando l'atto costitutivo lo prevede, con meccanismi
congiuntivi o disgiuntivi lo stesso funzionamento del consiglio di amministrazione pu subire
delle deroghe rispetto al modello di stretta collegialit previsto per la s.p.a. infatti possibile che
l'atto costitutivo preveda che le decisioni siano adottate con consultazione scritta o sulla base del
consenso espresso per iscritto dalla documentazione dovranno risultare con certezza l'oggetto
della decisione e la manifestazione del consenso la norma non fa riferimento alla delega di
poteri, lasciando il dubbio se l'atto costitutivo possa disporre in merito o meno.
Gli amministratori dotati di rappresentanza hanno un potere generale e le eventuali limitazioni
pubblicate non sono opponibili ai terzi, salvo che si provi che questi hanno agito intenzionalmente
a danno della societ (art. 2475-bis).
I contratti conclusi dall'amministratore dotato di poteri di rappresentanza che si trovi in conflitto di
interessi possono essere annullati su domanda della societ, se il conflitto era conosciuto o
riconoscibile dal terzo le decisioni adottate dal consiglio di amministrazione con il voto
determinante di un amministratore in conflitto di interesse, qualora cagionino un danno alla
societ, possono invece essere impugnate entro novanta giorni dagli amministratori e dai soggetti
preposti al controllo contabile (se esistenti), fatti salvi i diritti acquistati dai terzi in buona fede in
base agli atti esecutivi della decisione (non nascenti dalla delibera in s).
Gli amministratori sono solidalmente responsabili verso la societ dei danni derivanti
dall'inosservanza dei doveri ad essi imposti dalla legge e dall'atto costitutivo per l'amministrazione
della societ la responsabilit non si estende a quelli che dimostrino di essere esenti da colpa e
che abbiano fatto annotare tempestivamente il proprio dissenso a differenza della norma
riguardante la s.p.a., non si fa cenno ad alcun parametro di diligenza, cosa che rende difficile dire
se debba essere applicato il principio (valido per la s.p.a.) della diligenza professionale o quello
generale della diligenza del buon padre di famiglia inoltre, mancando ogni riferimento relativo
alla responsabilit degli organi delegati, ci si chiede se in presenza di conferimento di delega la
responsabilit dei singoli amministratori possa essere differenziata o se la solidariet operi senza
distinzioni.
L'azione sociale di responsabilit pu essere promossa da ciascun socio, indipendentemente dalla
quota di partecipazione detenuta la norma, invece, non disciplina l'azione di responsabilit
promossa dalla societ, ma deve ritenersi che questa non sia inibita e che una decisione in tal
senso dei soci in tal senso possa autorizzarne la promozione il silenzio della norma fa venire
anche il dubbio che l'azione possa essere promossa dall'organo amministrativo nei confronti di
alcuni suoi membri o ex amministratori, anche senza preventiva decisione da parte dei soci nel
caso di azione promossa dal singolo socio che lamenti la commissione di gravi irregolarit nella
gestione, egli pu chiedere che sia adottato dal giudice un provvedimento cautelare di revoca degli
amministratori (art. 2476, comma 3) questo provvedimento sembra svolgere la funzione che,
nella s.p.a., rivestita dalla denunzia al tribunale ex art. 2409 una parte della giurisprudenza,
per, ritiene che tra i rimedi, in seguito ad applicazione analogica, vi sia anche quello della
denunzia in base all'art. 2409 (il che graverebbe il socio di un minore onere probatorio) sul
punto intervenuta la Corte Costituzionale, che ha affermato che l'art. 2409 non applicabile alla
s.r.l. e che ci non incostituzionale.
In caso di accoglimento della domanda, proposta dal singolo socio, la societ, salvo il suo diritto di
regresso nei confronti degli amministratori, rimborsa agli attori le spese del giudizio e quelle da essi
sostenute per l'accertamento dei fatti.
Salvo diversa disposizione dell'atto costitutivo, la societ pu rinunciare o transigere l'azione di
responsabilit promossa contro gli amministratori con il consenso di una maggioranza pari ad
almeno due terzi del capitale e purch non vi si opponga il 10% del capitale sembrerebbe che
tale rinunzia o transazione possa intervenire sia per l'azione promossa dalla societ, sia per quella
promossa dal socio.
L'approvazione del bilancio da parte dei soci non implica liberazione degli amministratori e dei
sindaci per le responsabilit incorse nella gestione sociale (art. 2476, come avviene nella s.p.a.).
E' prevista una responsabilit diretta degli amministratori nei confronti dei singoli soci e dei terzi
(come avviene nella s.p.a. ex art. 2395), mentre non stabilito nulla riguardo alla responsabilit
verso i creditori sociali, per i quali stata ipotizzato l'esercizio dell'azione sociale di responsabilit
in via surrogatoria ricorrendone i presupposti (art. 2900) la giurisprudenza ritiene invece che i
creditori danneggiati da atti dolosi o colposi degli amministratori di una s.r.l. debbano agire per il
risarcimento ex art. 2043.
Costituisce una peculiarit della s.r.l. la responsabilit dei soci, in solidariet con gli amministratori,
che hanno intenzionalmente deciso o autorizzato il compimento di atti dannosi per la societ, i soci
o i terzi (art. 2476, comma 7).
La s.r.l deve obbligatoriamente dotarsi di un collegio sindacale se il capitale sociale non inferiore
a quello minimo stabilito per la s.p.a., se tenuta alla redazione del bilancio consolidato, se
controlla una societ obbligata alla revisione legale dei conti o se per due esercizi consecutivi siano
stati superati due dei limiti indicati dall'art. 2435-bis, primo comma nei primi due casi (e, forse,
anche nel terzo) si applicano le disposizioni in tema di s.p.a., con la precisazione che, se l'atto
costitutivo non dispone diversamente, la revisione legale dei conti sempre esercitata dal collegio
sindacale (non entrano quindi in gioco le norme relative al controllo contabile da parte di un
revisore esterno).
L'atto costitutivo pu, al di fuori dei casi previsti, prevedere, determinandone i poteri, la nomina di
un collegio sindacale o di un revisore non sembra, per, che tale previsione possa far venire meno
le prerogative spettanti a ciascun socio in base alle previsioni di legge inoltre la norma fa
pensare che non possano trovare applicazione i sistemi alternativi di amministrazione e controllo
previsti per la s.p.a. in nessuna disposizione si fa cenno a questa eventualit e gli spazi
dell'autonomia contrattuale sembrano limitati alle aperture consentite dalla norma che permette
l'introduzione di controlli aggiuntivi affidati al collegio sindacale o ad un revisore esterno.
A ciascun socio che non partecipa all'amministrazione affidato un penetrante potere di controllo
ciascun socio ha infatti diritto di avere dagli amministratori notizie sullo svolgimento degli affari
sociali e di consultare, anche tramite professionisti di loro fiducia, i libri sociali ed i documenti
relativi all'amministrazione (art. 2476, comma 2) la norma inderogabile in quanto il diritto del
socio non viene alterato dalla presenza di organi di controllo, n pu esserlo da parte dell'atto
costitutivo in secondo luogo, la norma permette al socio di entrare in possesso di ogni
informazione relativa alla societ, cos da rendere effettivo ed efficace il potere di promuovere
individualmente l'azione sociale di responsabilit la norma pone per qualche problema per
quel che riguarda la tutela dei segreti aziendali, che non sembrano opponibili al socio l'unico
terreno sanzionatorio, nel silenzio dell'atto costitutivo che potrebbe fare la questione oggetto di
specifica causa di esclusione, costituito dall'inadempimento del contratto per violazione del
precetto generale di buona fede ex art. 1375.

Le modificazioni dell'atto costitutivo

Le modificazioni dell'atto costitutivo sono riservate alla competenza dell'assemblea dei soci che
deve deliberarle con la maggioranza di almeno met del capitale sociale il verbale redatto dal
notaio, trascritto nel libro delle decisioni dei soci e iscritto nel registro delle imprese.
La competenza a deliberare un aumento di capitale pu essere attribuita dall'atto costitutivo anche
agli amministratori (art. 2481) in linea con quanto disposto per la s.p.a., si ritiene che questa
funzione non sia delegabile n esercitabile da singoli amministratori in sistemi di amministrazione
disgiuntiva la decisione degli amministratori deve risultare da verbale redatto dal notaio senza
indugio depositato ed iscritto nel registro delle imprese la decisione di aumentare il capitale non
pu essere attuata fin quando i conferimenti precedentemente dovuti non sono stati
integralmente eseguiti l'aumento di capitale a pagamento disciplinato dall'art. 2481-bis in
caso di aumento di capitale a pagamento spetta ai soci il diritto di sottoscriverlo in proporzione
delle partecipazioni possedute (diritto di sottoscrizione) l'atto costitutivo pu per prevedere
che l'aumento di capitale possa essere attuato mediante offerta di quote di nuova emissione ai
terzi il socio che non approva questa decisione (dissenziente, astenuto o assente alla
deliberazione) ha, per, un diritto di recesso la delibera di aumento di capitale pu anche
stabilire un soprapprezzo, oltre che le modalit e i termini (non inferiore ai trenta giorni) entro i
quali pu essere esercitato il diritto di sottoscrizione a differenza della s.p.a., in cui il
soprapprezzo obbligatorio quando venga escluso il diritto di opzione, nella s.r.l. il soprapprezzo
totalmente rimesso alla decisione dei soci se l'aumento di capitale non interamente
sottoscritto dai soci, la delibera pu prevedere il diritto degli altri soci o di terzi a sottoscrivere la
parte di aumento non sottoscritta la delibera pu prevedere anche che, in caso di mancata
sottoscrizione alla scadenza del termine, il capitale sia aumentato di un importo pari alle
sottoscrizioni raccolte (aumento di capitale scindibile) nel silenzio della delibera, invece, in un
caso simile l'aumento di considera non completato e quindi non attuabile (aumento inscindibile)
l'esecuzione dei conferimenti in occasione di un aumento di capitale sottost alle stesse regole
stabilite per i conferimenti effettuati alla fondazione della societ entro trenta giorni
dall'avvenuta sottoscrizione gli amministratori devono depositare presso il registro delle imprese
un'attestazione dell'avvenuto aumento di capitale.
L'aumento di capitale pu avvenire, come nelle s.p.a., anche gratuitamente in questo caso la
quota di partecipazione di ciascun socio resta immutata (art. 2481-ter) l'aumento verr eseguito
mediante incremento del valore nominale di ciascuna quota e in nessun caso si potr avere
un'emissione di quote a favore di terzi.
La riduzione di capitale pu avvenire mediante la restituzione di conferimenti gi eseguiti o la
liberazione di conferimenti da eseguire, oppure in caso di perdite.
Il rimborso ai soci delle quote pagate o la liberazione dall'obbligo di eseguire i conferimenti pu
essere decisa solo rispettando il limite del capitale minimo pari a 10.000 euro la decisione pu
essere eseguita solo dopo che siano passati novanta giorni dall'iscrizione delle delibera nel registro
delle imprese, per consentire ai creditori di fare eventualmente opposizione in caso di
opposizione, la decisione potr essere eseguita solo a seguito di specifica autorizzazione del
tribunale, che verr concessa in tutti i casi in cui il pregiudizio paventato dai creditori risulti
infondato o se la societ ha prestato idonea garanzia.
La disciplina della riduzione del capitale per perdite riproduce quella della s.p.a. la disciplina si
distingue solo laddove prevede che le osservazioni del collegio sindacale o del soggetto incaricato
della revisione legale alla relazione degli amministratori siano obbligatorie solo se quegli organi
sono previsti nella s.r.l. in base all'art. 2477 la relazione deve restare depositata presso la sede
sociale a disposizione dei soci almeno otto giorni prima dell'assemblea.
Qualunque interessato ha la possibilit di promuovere il (o di intervenire nel) procedimento
conseguente all'inattivit assembleare qualora la riduzione del capitale per perdite sia obbligatoria
(perdite superiori ad un terzo non ridotte nell'esercizio successivo).
In tutti i casi di riduzione di capitale per perdite esclusa ogni modificazione delle quote di
partecipazione e dei diritti spettanti ai soci pare, quindi, che i soci della s.r.l. debbano
necessariamente essere tutti sullo stesso piano e partecipare alle perdite in misura rigidamente
proporzionale alla propria partecipazione ne deriva che i rapporti tra le partecipazioni non
possono risultare alterati a seguito di riduzione del capitale per perdite.

Recesso ed esclusione del socio


L'art. 2473 afferma che l'atto costitutivo determina quando il socio pu recedere dalla societ e le
relative modalit la legge lascia quindi ampio spazio alle pattuizioni tra i soci in merito al
recesso, anche perch le quote di s.r.l. difficilmente possono avere un acquirente diverso dagli altri
soci l'atto costitutivo pu attribuire il diritto di recesso per ogni modifica dell'atto costitutivo, a
presidio della tutela del singolo socio a vedere mantenute inalterate le regole costitutive
probabilmente sono legittime anche le clausole che attribuiscono il diritto di recesso a seguito di
scelte gestionali della societ, cos come di eventi o fatti nella vita della societ che fanno venir
meno l'interesse di un socio alla permanenza del rapporto sociale probabilmente legittimo
anche il contenuto di clausole che attribuiscono il diritto di recesso a fronte del dissenso
nell'ambito decisionale (sia a livello dei soci, sia di amministrazione), purch l'esercizio del diritto
avvenga nel rispetto del principio di buona fede pi discutibile l'ammissibilit di clausole che
legano il recesso ad eventi riguardanti la sfera personale del socio, mentre ritenuto inammissibile
il recesso ad nutum nelle s.r.l. costituite a tempo determinato la norma assicura poi il diritto di
recesso ai soci che non hanno consentito a modifiche riguardanti:

1) il cambiamento dell'oggetto sociale


2) il cambiamento del tipo sociale
3) la revoca dello stato di liquidazione
4) il trasferimento della sede all'estero
5) l'eliminazione di una o pi cause di recesso previste dall'atto costitutivo
6) la rilevante modificazione dei diritti attribuiti ai soci
7) la fusione o la scissione della societ
8) la sostanziale modificazione dell'oggetto della societ determinato nell'atto costitutivo per
effetto del compimento di un atto di gestione.
Le ultime due ipotesi, a differenza delle altre, che sono comuni anche alla s.p.a., sono specifiche
della s.r.l. inoltre, come nella s.p.a., spetta il diritto di recesso al socio di societ contratte a
tempo indeterminato, salvo l'obbligo di preavviso di centottanta giorni (elevabile fino ad un anno).
I soci che recedono hanno diritto di ottenere il rimborso della propria partecipazione in
proporzione del patrimonio sociale (art. 2473, comma 3) a differenza di quanto avviene per la
s.p.a., quindi, non si fa alcun riferimento al valore di mercato della quota (dato che non esiste
mercato per le partecipazioni in s.r.l.), non si fa riferimento a criteri reddituali, bens ad un criterio
rigidamente patrimoniale, e non si prevede la possibilit di rettifiche convenzionali dei valori ad
opera dell'atto costitutivo la norma poi prevede, con riguardo al valore del patrimonio, che esso
sia determinato tenendo conto del suo valore di mercato al momento della dichiarazione di
recesso in caso di disaccordo tra la societ e il socio recedente, la parte pi diligente potr
chiedere al tribunale la nomina di un esperto che operer come arbitratore si sensi dell'art. 1349,
predisponendo una relazione giurata la liquidazione della quota deve avvenire entro centottanta
giorni dall'esercizio del diritto di recesso e pu avvenire mediante acquisto della partecipazione da
parte degli altri soci proporzionalmente o da un terzo ad essi gradito se ci non avviene, il
rimborso avviene mediante riserve disponibili e, nel caso queste siano insufficienti, mediante
riduzione del capitale se quest'ultima rendesse il capitale inferiore al limite consentito, la societ
viene posta in liquidazione.
Il recesso non pu essere esercitato e, se gi esercitato, privo di efficacia, se la societ revoca la
delibera che lo legittima oppure se deliberato lo scioglimento della societ.
L'atto costitutivo pu prevedere specifiche ipotesi di esclusione del socio per giusta causa (art.
2473-bis) alla base di queste clausole devono essere posti comunque comportamenti molto
gravi ad es., non pu essere posto a base di una simile clausola l'inadempimento dell'obbligo di
conferimento, disciplinato dall'art. 2466 il procedimento di liquidazione avviene in base alla
norma sul recesso, essendo tuttavia esclusa la possibilit del rimborso mediante riduzione del
capitale sociale se ci si dovesse rendere necessario, i soci, per poter procedere all'esclusione,
devono far fronte al rimborso acquistando in tutto o in parte, proporzionalmente, la quota del
socio escluso.

La documentazione dell'attivit sociale


L'attivit della s.r.l. deve essere documentata, oltre che nei libri e nelle scritture prescritti dall'art.
2214, dalla tenuta:

1) del libro delle decisioni dei soci devono essere scritte tutte le decisioni dei soci,
indipendentemente dal metodo con cui sono assunte

2) del libro delle decisioni degli amministratori anch'esso contiene tutte le decisioni,
indipendentemente dal metodo utilizzato

3) del libro delle decisioni del collegio sindacale o del revisore se questi organi sono
nominati, il libro ne documenta l'attivit di controllo.
Tutti i libri, tranne l'ultimo (tenuto dagli organi di controllo), sono tenuti dagli amministratori a
differenza di quanto avviene nella s.p.a., il socio di s.r.l., se non amministratore, ha la possibilit
di consultare tutti i libri sociali (art. 2476, comma 2).
L'art. 2478-bis disciplina il bilancio e la distribuzione degli utili, facendo ampi richiami alla disciplina
della s.p.a. e regola i principi generali sulla distribuzione degli utili in linea con quanto previsto in
materia di s.p.a..

Scioglimento e liquidazione della societ di capitali -Cause di scioglimento e loro operativit-


Secondo l'art. 2484, la s.p.a., la s.a.p.a. e la s.r.l. si sciolgono:

1) per il decorso del termine


2) per il conseguimento dell'oggetto sociale o per la sopravvenuta impossibilit di conseguirlo,
salvo che l'assemblea deliberi le opportune modifiche statutarie

3) per l'impossibilit del funzionamento o per la continuata inattivit dell'assemblea


4) per la riduzione del capitale al di sotto del minimo legale, salvo quanto disposto dagli artt.
2447 e 2482-ter (riduzione del capitale e successivo aumento al di sopra del minimo)

5) nelle ipotesi previste dagli artt. 2437-quater e 2473 (recesso del socio)
6) per deliberazione dell'assemblea
7) per le altre cause previste dall'atto costitutivo o dallo statuto.
La societ si scioglie inoltre nei casi stabiliti dalla legge.
Nel sistema vigente, a differenza di quanto avveniva prima, le cause di scioglimento non producono
effetti al loro verificarsi, ma solo in seguito ad un formalizzato accertamento della loro sussistenza,
che consiste nell'iscrizione nel registro delle imprese della dichiarazione con cui gli amministratori
ne accertano la sussistenza l'esistenza di una causa di scioglimento pu essere accertata anche
dal tribunale su istanza di singoli soci o amministratori o dei sindaci.
Il verificarsi di una delle cause di scioglimento sembra avere come unico effetto quello di creare
l'obbligo per gli amministratori di accertarne senza indugio la ricorrenza e di procedere
all'esecuzione della formalit prescritta in caso di omissione o ritardo, ci sar responsabilit
degli amministratori.
Gli altri effetti dello scioglimento si producono dopo l'iscrizione.

La riduzione del capitale al di sotto del minimo legale

L'ipotesi pi importante tra le cause di scioglimento quella relativa alla riduzione del capitale
sotto il minimo legale in questa circostanza esiste l'esigenza di impedire alla societ che si trovi
in difficolt di ignorare queste difficolt e di proseguire tranquillamente l'attivit, poich c' il
rischio di un aggravamento della situazione le cui conseguenze sarebbero pagate dai creditori in
passato la giurisprudenza soddisfaceva questa esigenza sfruttando il collegamento tra la norma che
contemplava come causa di scioglimento la diminuzione del capitale sotto il minimo e la norma,
ora abrogata, che prevedeva la responsabilit degli amministratori per violazione del divieto di
effettuare nuove operazioni dopo lo scioglimento in un sistema dove le cause di scioglimento
operavano di diritto (come quello precedente alla riforma), l'amministratore che proseguiva
nell'attivit sociale dopo la perdita del capitale era automaticamente responsabile sia dei debiti
sorti dalle nuove operazioni intraprese, sia dei danni causati da tali nuove operazioni alla societ
il legislatore della riforma invece regolato questa situazione creando un sistema di successive
responsabilit degli amministratori.
Non chiaro se la causa dello scioglimento sia costituita dalla perdita o solo dalla mancata
adozione, da parte dell'assemblea, delle deliberazioni previste dall'art. 2447 (reintegrazione del
capitale o trasformazione della societ) attualmente si ritiene che gli amministratori che
abbiano convocato l'assemblea possano attendere i risultati di questa, mentre se gli amministratori
omettono di procedere alla convocazione, la causa di scioglimento da considerarsi senz'altro
verificata pi problematica la precisazione per cui gli amministratori devono convocare
l'assemblea quando il capitale si riduce al di sotto del minimo legale per perdite di oltre un terzo
coordinando le due norme (artt. 2447 e 2484, comma 4) l'opinione prevalente che l'ipotesi di
scioglimento debba avvenire solo quando la discesa del capitale al di sotto del minimo appunto
conseguenza di perdite oltre un terzo del capitale stesso.
I poteri degli amministratori
Al verificarsi di una causa di scioglimento gli amministratori conservano (fino all'intervento dei
liquidatori) il potere di gestire la societ, ai soli fini della conservazione dell'integrit e de valore del
patrimonio sociale (art. 2486) essi sono personalmente e solidalmente responsabili dei danni
arrecati per atti od omissioni compiuti in violazione di tale disposizione.
Il sistema attuale, quindi, prevede che al verificarsi di una causa di scioglimento gli amministratori
abbiano, innanzitutto, l'obbligo di accertarne l'esistenza e procedere agli adempimenti relativi (con
conseguente eventuale responsabilit per mancato accertamento) e, in secondo luogo, l'obbligo di
limitare l'attivit alla conservazione del patrimonio (con conseguente responsabilit per mancata
conservazione) rispetto al sistema precedente, in cui l'amministratore rispondeva
automaticamente per ogni nuova operazione effettuata dopo lo scioglimento, in quello attuale gli
amministratori hanno la possibilit di provare che essi non hanno adempiuto i loro obblighi perch
rimasti incolpevolmente ignari del fatto che la causa di scioglimento si fosse verificata.

Nomina e revoca dei liquidatori

L'art. 2487 stabilisce che gli amministratori, contestualmente all'accertamento della causa di
scioglimento, devono convocare l'assemblea dei soci perch deliberi, con le maggioranze previste
per le modificazioni dell'atto costitutivo e dello statuto, sul numero dei liquidatori, sulle regole del
funzionamento del collegio in caso di pluralit di liquidatori e sulla nomina dei liquidatori, con
l'indicazione di quelli cui spetta la rappresentanza della societ se gli amministratori non
provvedono alla convocazione, vi provvede il tribunale su istanza di singoli soci o amministratori o
dei sindaci e, nel caso in cui l'assemblea non si costituisca o non deliberi, lo stesso tribunale adotta
le decisioni l'assemblea pu sempre modificare le decisioni prese sui liquidatori con le
maggioranze richieste per le modificazioni dell'atto costitutivo o dello statuto i liquidatori
possono essere revocati dall'assemblea o, quando sussiste una giusta causa, dal tribunale su
istanza di soci, dei sindaci o del PM.
La societ pu revocare in qualsiasi momento lo stato di liquidazione, occorrendo previa
eliminazione della causa di scioglimento, con deliberazione dell'assemblea presa con le
maggioranze richieste per le modificazioni dell'atto costitutivo o dello statuto si applica l'art.
2436 la revoca ha effetto solo dopo sessanta giorni dall'iscrizione nel registro delle imprese della
relativa deliberazione, salvo che consti il consenso dei creditori o il pagamento di quelli contrari
qualora entro quel termine i creditori anteriori all'iscrizione abbiano fatto opposizione, si applica
l'art. 2445, ultimo comma.
Dubbia la possibilit per la societ in liquidazione di compiere certe operazioni.

Poteri e obblighi dei liquidatori

L'assemblea pu nominare i liquidatori e stabilire se questi debbano agire collegialmente o


debbano agire congiuntamente, ma senza rispettare il metodo collegiale l'assemblea pu inoltre
disporre che i liquidatori non siano vincolati a compiere soltanto atti di liquidazione, ma che
possano compiere anche atti di vera e propria gestione in mancanza di disposizioni
dell'assemblea e di norme statutarie a riguardo, i liquidatori hanno il potere di compiere solo gli
atti utili per la liquidazione e non anche quelli diretti ad impiantare nuovi affari che solo
l'assemblea avrebbe potuto autorizzare.
I liquidatori devono adempiere i propri doveri con la professionalit e la diligenza richieste dalla
natura dell'incarico e la loro responsabilit e disciplinata come quella degli amministratori
dubbio se nei loro confronti possa essere esperita la procedura dell'art. 2409 (denunzia al
tribunale).
Se i fondi disponibili risultano insufficienti per il pagamento dei debiti sociali, i liquidatori possono
chiedere proporzionalmente ai soci i versamenti ancora dovuti (art. 2491) inoltre i liquidatori
non possono ripartire tra i soci acconti sul risultato della liquidazione, salvo che dai bilanci risulti
che la ripartizione non incide sulla disponibilit di somme idonee alla integrale e tempestiva
soddisfazione dei creditori sociali i liquidatori possono condizionare la ripartizione alla
prestazione da parte del socio di idonee garanzie i liquidatori sono personalmente e
solidalmente responsabili per i danni cagionati ai creditori sociali con la violazione di queste
disposizioni.
L'art. 2490 disciplina diffusamente il bilancio che i liquidatori devono redigere alle stesse scadenze
previste per il bilancio di esercizio.
Compiuta la liquidazione, i liquidatori devono redigere il bilancio finale, indicando la parte
spettante a ciascun socio o azione nella divisione dell'attivo il bilancio deve essere depositato e
dal momento del deposito decorre il termine di novanta giorni entro il quale ogni socio pu
proporre reclamo davanti al tribunale, in contraddittorio dei liquidatori decorso senza reclami il
termine, il bilancio si intende approvato dopo l'approvazione del bilancio i liquidatori sono
liberati dalla loro responsabilit verso i soci.
Approvato il bilancio finale di liquidazione, i liquidatori devono richiedere la cancellazione della
societ dal registro delle imprese dopo la cancellazione i creditori sociali insoddisfatti possono
far valere i loro crediti nei confronti dei soci, fino alla concorrenza delle somme da questi riscosse
in base al bilancio finale di liquidazione, e nei confronti dei liquidatori, se il mancato pagamento
dipeso da colpa di questi (art. 2495).
E' discusso se il procedimento legale di liquidazione possa essere derogato l'opinione prevalente
prima della riforma era nel senso dell'inderogabilit ora la disciplina pi dettagliata, ma molto
pi elastica e il problema va quindi esaminato con riferimento all'eventuale derogabilit di singoli
aspetti si ritiene che siano inderogabili quelle parti della disciplina poste a tutela dei creditori,
mentre pi facilmente ammissibile la derogabilit ad opera dei soci di quegli aspetti riguardanti
esclusivamente loro interessi.
E' discussa la possibilit per la maggioranza di decidere che la quota di liquidazione venga
assegnata in natura (cosa possibile con l'accordo di tutti i soci) a questo riguardo attualmente
ammessa la trasformazione eterogenea delle societ di capitali in comunioni d'aziende quindi
possibile passare dalla societ di capitali alla comunione e da questa, attraverso la divisione, alla
propriet singola di parti della dissolta azienda.

Trasformazione, fusione e scissione


La trasformazione: nozione
La trasformazione si verifica quando un ente decide di modificare la forma secondo cui costituito,
per assoggettarsi alla disciplina propria di enti di altro tipo si ha una modifica del contratto
sociale e dell'ordinamento dell'ente, ma non l'estinzione della precedente organizzazione e la
creazione di una nuova l'ente trasformato conserva i diritti e gli obblighi e prosegue in tutti i
rapporti, anche processuali, dell'ente che ha effettuato la trasformazione (art. 2498).
In seguito alla riforma sono stati ampliati i limiti entro cui ammessa la trasformazione (
espressamente ammessa anche la trasformazione di enti sottoposti a procedura concorsuale) le
trasformazioni possono sono:

1) quelle di societ di persone in societ di capitali


2) quelle di societ di capitali in societ di persone
3) quella eterogenea da societ di capitali
4) quella eterogenea in societ di capitali.
Le prime due ipotesi sono quelle di trasformazione omogenea (da un tipo sociale lucrativo in un
altro) e non creano particolari problemi pi complesse sono le altre due ipotesi di
trasformazione eterogenea (trasformazione di un ente in societ lucrativa o viceversa).

La trasformazione in societ di capitali


Si possono trasformare in societ di capitali le societ di persone (trasformazione omogenea)
possono inoltre trasformarsi in societ di capitali i consorzi, le societ consortili, le comunioni
d'azienda, le associazioni riconosciute e le fondazioni (trasformazione eterogenea) possibile
inoltre la trasformazione in societ lucrative delle cooperative diverse da quelle a mutualit
prevalente.
La disciplina comune a tutte le trasformazioni in societ di capitali riguarda l'atto di trasformazione,
la pubblicit e gli effetti la trasformazione in s.p.a., in s.a.p.a. o in s.r.l. deve risultare da atto
pubblico contenente le indicazioni previste dalla legge per l'atto costitutivo del tipo scelto (art.
2500) si applica la pubblicit prevista per il tipo sociale scelto e quella richiesta per la cessazione
dell'ente che opera la trasformazione nella trasformazione omogenea, gli effetti si producono
dal momento dell'esecuzione dell'ultimo degli adempimenti pubblicitari previsti nella
trasformazione eterogenea, invece, decorre un termine di sessanta giorni entro cui i creditori
possono fare opposizione la trasformazione avr quindi effetti dall'adempimento pubblicitario
solo quando vi sia il consenso di tutti i creditori o quando siano stati pagati i creditori dissenzienti
in caso di opposizione il tribunale pu disporre che l'operazione abbia ugualmente luogo
quando ritenga infondato il pericolo di pregiudizio o la societ abbia prestato idonea garanzia
eseguita la pubblicit o esaurito il procedimento previsto per la trasformazione eterogenea,
l'invalidit dell'atto di trasformazione non pu essere pronunciata (salvo il diritto di risarcimento
eventualmente spettante ai partecipanti all'ente e ai terzi danneggiati).
Trasformazione omogenea salva diversa disposizione del contratto sociale, la trasformazione
pu essere deliberata dalla maggioranza (deroga al principio generale delle societ di persone per
il quale le decisioni sono prese all'unanimit) dei soci calcolata secondo le quote di partecipazione
agli utili il socio dissenziente ha diritto di recesso (art. 2500-ter) il capitale risultante dalla
trasformazione viene determinato sulla base dei valori attuali degli elementi dell'attivo e del
passivo e deve risultare da una relazione di stima redatta a norma dell'art. 2343, se s.p.a., o
dell'art. 2465, se s.r.l. (disciplina dei conferimenti) ciascun socio ha diritto all'assegnazione di un
numero di azioni o di una quota proporzionale alla sua partecipazione, a meno che esista un socio
d'opera al quale va riconosciuta una quota con corrispondente riduzione delle azioni o quote degli
altri dopo la trasformazione i soci risponderanno secondo le regole del nuovo tipo sociale, ma
nel caso in cui vi sia una trasformazione da un tipo sociale a responsabilit illimitata ad uno a
responsabilit limitata, opera l'art. 2500-quinquies in base ad esso, la trasformazione non libera
i soci a responsabilit illimitata dalla responsabilit per le obbligazioni sociali sorte prima degli
adempimenti previsti dall'art. 2500, comma terzo, (obblighi di pubblicit) se non risulta che i
creditori sociali hanno dato il loro consenso alla trasformazione il consenso si presume se i
creditori, ai quali la trasformazione sia stata comunicata con le idonee modalit, non lo hanno
espressamente negato entro sessanta giorni dalla comunicazione i creditori delle societ di
persone, a differenza di quanto avviene per i creditori di altri enti, non hanno comunque alcuna
possibilit di impedire la trasformazione della societ loro debitrice in societ di capitali.
Trasformazione eterogenea pur essendo in presenza di una legislazione molto permissiva,
ancora presente qualche limite dovuto allo sfavore nei confronti della trasformazione di enti con
scopi non lucrativi in societ di capitali non possono trasformarsi in societ lucrative le societ
cooperative ed consentita la trasformazione in societ lucrative alle sole cooperative diverse da
quelle a mutualit prevalente, purch vi sia il consenso di almeno la met dei soci, siano rispettate
le condizioni fissate dall'art. 2544-decies e con le conseguenze previste dall'art. 2545-undecies
per le associazioni previsto che la trasformazione in societ di capitali possa essere esclusa
dall'atto costitutivo o dalla legge e comunque non ammessa per le associazioni che abbiano
ricevuto contributi pubblici o liberalit e oblazioni dal pubblico la delibera di trasformazione
deve essere assunta con il voto favorevole della maggioranza dei consorziati nei consorzi,
all'unanimit nelle comunioni di aziende, con le maggioranze richieste dalla legge o dall'atto
costitutivo per o scioglimento anticipato nelle societ consortili e nelle associazioni, dall'autorit
governativa (su proposta dell'organo competente) nelle fondazioni per le fondazioni le azioni o
le quote sono assegnate secondo le disposizioni dell'atto di fondazione o secondo quanto prevede
l'art. 31 per la devoluzione del patrimonio nelle associazioni il capitale diviso in parti uguali tra
gli associati.
La trasformazione da societ di capitali
La trasformazione in societ di persone deliberata con le maggioranze previste per le modifiche
dello statuto gli amministratori devono redigere una relazione che illustri le motivazioni e gli
effetti della trasformazione e metterla a disposizione dei soci (art. 2500-sexies) ogni socio avr
diritto all'assegnazione di una partecipazione proporzionale a quella gi detenuta la
trasformazione, comunque, non potr avvenire senza il consenso dei soci che, con la
trasformazione, assumono la responsabilit illimitata quest'ultima, tra l'altro, si estende anche
alle obbligazioni sorte prima della trasformazione i creditori, anche se possono non essere
contenti di questa modifica, non hanno comunque potere di opporsi.
Trasformazione eterogenea le societ di capitali possono trasformarsi in consorzi, societ
consortili, societ cooperative, comunioni d'azienda, associazioni non riconosciute e fondazioni
la deliberazione deve essere assunta con la maggioranza dei due terzi degli aventi diritto ed
occorre anche in questo caso il consenso dei soci che avessero ad assumere responsabilit
illimitata per il resto si applica la disciplina della trasformazione omogenea in quanto
compatibile, fermo restando il diritto dei creditori anteriori di fare opposizione.

La fusione: nozione
La fusione comporta l'integrazione tra i patrimoni di due o pi societ e sostituisce
un'organizzazione unitaria alla precedente pluralit l'art. 2501 afferma che essa pu avvenire
mediante la costituzione di una nuova societ o l'incorporazione in una societ di una o pi altre.
Una prima tesi classificava il fenomeno come una sorta di successione universale si avrebbe
quindi l'estinzione di tutte le societ partecipanti alla fusione e la devoluzione del loro patrimonio
ad una nuova societ che succederebbe in tutti i rapporti facenti capo alle societ estinte (fusione
in senso stretto), oppure la sopravvivenza di una delle societ cui verrebbero trasferiti per
successione i rapporti gi facenti capo all'altra o alle altre (fusione per incorporazione) oggi
quest'impostazione stata abbandonata in favore della tesi che inquadra il fenomeno nell'ambito
delle modificazioni del contratto sociale la fusione si configura quindi come un semplice
mutamento delle caratteristiche delle organizzazioni coinvolte la riforma del 2003 si muove in
questa direzione.
I limiti alla fusione. Il procedimento di fusione: la fase preparatoria
L'art. 2501 dispone che la partecipazione alla fusione non consentita alle societ in liquidazione
che abbiano iniziato la distribuzione dell'attivo altri limiti si possono ricavare dalla disciplina
della trasformazione, in quanto una societ che intende partecipare ad una fusione che implichi il
suo passaggio ad un tipo diverso deve modificare il suo atto costitutivo e quindi essere in grado di
operare la relativa trasformazione.
Il procedimento di fusione si articola in tre fasi preparatoria, deliberativa, attuativa.
Il principale documento da redigere nella fase preparatoria il progetto di fusione esso
redatto dall'organo amministrativo delle societ partecipanti alla fusione, deve essere depositato
per l'iscrizione nel registro delle imprese e nella sede delle societ partecipanti alla fusione durante
i trenta giorni precedenti la decisione sulla fusione e finch la fusione sia decisa dal progetto di
fusione devono risultare le informazioni previste dall'art. 2501-ter particolarmente importante
fra queste l'aspetto riguardante il rapporto di cambio, da cui dipende l'entit della partecipazione
nella nuova societ che spetter a ciascun dei soci delle societ partecipanti alla fusione data la
sua delicatezza, la determinazione del rapporto di cambio si articola nella redazione di tre
documenti:

1) situazione patrimoniale deve essere riferita ad una data non anteriore di oltre centoventi
giorni dal giorno in cui il progetto di fusione depositato nella sede della societ deve
essere inoltre redatta con l'osservanza delle norme sul bilancio d'esercizio e pu essere
sostituita da quest'ultimo se esso non stato chiuso oltre sei mesi prima del deposito del
progetto di fusione assieme alla situazione patrimoniale devono essere depositati i
bilanci degli ultimi tre esercizi

2) relazione dell'organo amministrativo deve illustrare e giustificare sotto il profilo giuridico


ed economico il progetto di fusione e in particolare il rapporto di cambio delle azioni o
quote, indicandone i criteri di determinazione e le eventuali difficolt di valutazione

3) relazione degli esperti essa verte sulla congruit del rapporto di cambio e deve indicare i
metodi o i metodi seguiti per la sua determinazione e i valori risultanti dall'applicazione di
ciascuno di essi, oltre che le eventuali difficolt di valutazione tale relazione deve
contenere inoltre un parere sull'adeguatezza del metodo o dei metodi seguiti per la
determinazione del rapporto di cambio e sull'importanza attribuita a ciascuno di essi nella
determinazione del valore adottato.
La necessit di una disciplina cos articolata dovuta al fatto che la ricostruzione della situazione
patrimoniale della societ pu essere rilevante ai fini della valutazione, da parte dei soci, della
convenienza dell'operazione e della congruit del rapporto di cambio (cui vengono incontro la
relazione dell'organo amministrativo e la relazione degli esperti), pu servire ai creditori per
accertare se la fusione accresce i rischi di insoddisfazione dei loro crediti (esigenza cui viene
incontro la situazione patrimoniale) e pu servire per determinare quale sar l'ammontare del
capitale della societ risultante dalla fusione.
L'art. 2504-bis, quarto comma, dispone che nel primo bilancio successivo alla fusione le attivit e le
passivit sono iscritte ai valori risultanti dalle scritture contabili alla data di efficacia della fusione.
Gli esperti sono scelti tra i soggetti di cui all'art. 2409-bis, primo comma, e, se la societ
incorporante o quella risultante dalla fusione una s.p.a. o una s.a.p.a., sono designati dal
tribunale se la societ quotata, l'esperto scelto fra le societ di revisione iscritte nell'apposito
albo ciascun esperto ha diritto di ottenere dalle societ partecipanti alla fusione tutte le
informazioni e i documenti utili e di procedere ad ogni necessaria verifica l'esperto risponde dei
danni causati alle societ partecipanti alla fusione, ai loro soci e ai terzi agli esperti, in caso di
fusione di societ di persone con societ di capitali, affidata la relazione di stima del patrimonio
della societ di persone.

La fase deliberativa

La fusione decisa da ciascuna delle societ che vi partecipano mediante l'approvazione del
relativo progetto (art. 2502) nelle societ di capitali la decisione assunta nel rispetto delle
norme previste per la modificazione dello statuto nelle societ di persone assunta a
maggioranza, calcolata secondo le quote di partecipazione agli utili e, al socio che non abbia
consentito, spetta il diritto di recesso in entrambi i casi l'atto costitutivo o lo statuto possono
prevedere norme diverse.
Oggetto dell'approvazione il progetto di fusione in blocco possono essere apportate modifiche
solo alle parti che non incidono sui diritti dei soci e dei terzi.
La deliberazione deve essere depositata ed iscritta ex art. 2502-bis essa, salvo che ricorra una
delle circostanze previste dalla legge, non pu essere eseguita immediatamente, in quanto posto
un termine di rispetto a tutela dei creditori.

L'opposizione dei creditori: La fusione comporta un mutamento nelle condizioni patrimoniali delle
societ che vi partecipano che causer normalmente, dal punto di vista dei creditori, una modifica
della garanzia che assiste i loro crediti per questo motivo i creditori hanno diritto di opposizione
la fusione, infatti, pu essere effettuata solo dopo sessanta giorni dall'ultima delle iscrizioni
previste dall'art. 2502-bis i creditori, per, non possono fare opposizione se hanno dato il loro
consenso anteriormente all'iscrizione del progetto di fusione o, in caso di loro dissenso, se sono
stati pagati o le somme corrispondenti sono state depositate presso una banca questi limiti non
sono comunque validi se la relazione degli esperti sia redatta, per tutte le societ che partecipano
alla fusione, da una societ di revisione che attesti che la situazione patrimoniale e finanziaria delle
societ partecipanti non rende necessarie garanzie a tutela dei creditori il tribunale, poi,
nonostante l'opposizione, pu disporre che la fusione abbia luogo, se ritenga infondato il pericolo
di pregiudizio per i creditori oppure in caso di idonea garanzia presentata dalla societ.
L'opposizione pu essere proposta anche dai singoli possessori di obbligazioni (art. 2503-bis), salvo
che vi sia una delibera di approvazione della fusione assunta dall'assemblea degli obbligazionisti
per quel che riguarda i possessori di obbligazioni convertibili, essi devono avere la facolt di
esercitare il diritto di conversione mediante la pubblicazione di un apposito avviso nella Gazzetta
Ufficiale almeno novanta giorni prima dell'iscrizione del progetto di fusione il diritto pu essere
esercitato entro trenta giorni dalla pubblicazione dell'avviso ai possessori che non si avvalgano
di questa facolt devono essere assicurati diritti equivalenti a quelli loro spettanti prima della
fusione, salvo che la modificazione di questi sia stata approvata dall'assemblea degli
obbligazionisti.
L'opposizione impedisce l'esecuzione ed apre un giudizio contenzioso era discusso se il creditore
opponente dovesse dimostrare l'esistenza di un pregiudizio oppure se la sua opposizione avesse
comunque effetto impedente la prima soluzione trova ora forte sostegno nel riferimento alla
possibilit che il diritto di opposizione sia escluso dall'attestazione di assenza di pregiudizio
rilasciata dalla societ di revisione la societ potr quindi soddisfare il creditore, offrirgli
un'idonea garanzia o dimostrare in giudizio l'assenza di pregiudizio.
In caso di fusione che comporti per una o pi societ tra quelle partecipanti il passaggio da societ
di persone a societ di capitali si pone il problema della responsabilit illimitata dei soci l'art.
2503, ultimo comma, attualmente prevede che i soci illimitatamente responsabili non sono liberati
se non risulta che i creditori hanno dato il loro consenso.
La fase attuativa. L'atto di fusione
Il procedimento di fusione si conclude con la stipulazione e l'iscrizione nel registro delle imprese
dell'atto di fusione (art. 2504) l'atto di fusione ha efficacia costitutiva (art. 2504-bis) pu
tuttavia verificarsi uno sfasamento temporale degli effetti della fusione pu verificarsi:

1) nella fusione per incorporazione, tramite l'apposizione di un termine


2) quando si decida di attribuire efficacia retroattiva alla fusione questa possibilit
ammessa limitatamente alla fissazione di una data anteriore alla fusione per la decorrenza
della partecipazione agli utili delle azioni o quote, attribuite ai soci delle societ incorporate
o fuse dalla societ incorporante o risultante dalla fusione in cambio delle loro vecchie
azioni o quote, e per la decorrenza dell'imputazione delle operazioni delle societ
partecipanti alla fusione al bilancio della societ che risulta dalla fusione o di quella
incorporante.
La retroattivit non invece ammessa per gli effetti reali della fusione (art. 2504-bis), ossia per
l'assunzione da parte della societ incorporante o risultante dalla fusione dei diritti e degli obblighi
delle societ partecipanti alla fusione la societ che risulta dalla fusione prosegue in tutti i
rapporti, anche processuali, che anteriormente alla fusione facevano capo alle societ partecipanti.
L'atto di fusione viene qualificato come un contratto per esso prescritta la forma dell'atto
pubblico.
La societ che risulta dalla fusione non pu assegnare azioni o quote in sostituzione di quelle delle
societ partecipanti alla fusione possedute, anche per il tramite di societ fiduciarie o di interposta
persona, dalle societ medesime lo stesso vale, per la societ incorporante, relativamente alle
azioni o quote delle societ incorporate possedute dalle incorporate stesse o dalla incorporante
(art. 2504-ter).
Eseguite le iscrizioni dell'atto di fusione a norma del secondo comma dell'art. 2504, l'invalidit
dell'atto di fusione non pu pi essere pronunciata (art. 2504-quater) previsto comunque un
risarcimento del danno eventualmente patito dai soci o dai terzi derivanti dalla fusione.
Fusioni speciali
L'art. 2505 regola l'ipotesi di incorporazione di societ totalmente possedute per questo caso
prevista la disapplicazione dell'art. 2501-ter, primo comma, nelle parti relative al rapporto di
cambio e alla assegnazione delle azioni o quote, e degli artt. 2501-quinquies e 2501-sexies, relativi
alla relazione dell'organo amministrativo e alla relazione degli esperti norme disapplicate
attengono al rapporto di cambio e ad altri conflitti tra i soci delle diverse societ che in questo caso
sono per definizione assenti.
La specialit della disciplina riguarda anche la competenza a decidere la fusione, che pu essere
sottratta ai soci dall'atto costitutivo o dallo statuto e attribuita all'organo amministrativo, ferma
restando la necessit di redigere il progetto di fusione e, per la societ incorporante, di depositare
il progetto di fusione e i bilanci degli ultimi tre esercizi i soci della societ incorporante che
rappresentino almeno il 5% del capitale sociale possono chiedere che la decisione di approvazione
della fusione sia adottata secondo le regole generali fissate dall'art. 2502, primo comma.
L'art. 2505-bis regola il caso in cui la societ incorporante possieda il 90% delle azioni o delle quote
dell'incorporata in questo caso pu essere omessa la relazione degli esperti, a condizione che
venga concesso agli altri soci dell'incorporata il diritto di fare acquistare le loro azioni o quote dalla
societ incorporante per un corrispettivo determinato alla stregua dei criteri adoperati per il
recesso anche in questo caso la competenza a decidere sulla fusione pu essere attribuita dallo
statuto o dall'atto costitutivo all'organo amministrativo dell'incorporante.
Se alla fusione non partecipano societ con capitale rappresentato da azioni non si applicano il
divieto di fusione dettato per le societ in liquidazione che abbiano iniziato la liquidazione
dell'attivo e l'obbligo di depositare il progetto di fusione almeno trenta giorni prima di quello
fissato per l'assunzione della decisione in ordine alla fusione con il consenso di tutti i soci delle
societ partecipanti si pu derogare alle disposizioni relative alla relazione degli esperti e alcuni
termini sono dimezzati.

Fusione a seguito di acquisizione con indebitamentoL'art. 2501-bis disciplina l'ipotesi in cui una
societ ottiene finanziamenti, destinati ad essere impiegati nell'acquisto del controllo di un'altra
societ, che essa sar in grado di rimborsare solo utilizzando le risorse presenti nel patrimonio
della societ acquisita il patrimonio della societ acquisita viene quindi a svolgere di fatto una
funzione di garanzia della restituzione del debito contratto per l'acquisto delle sue azioni, con
sospetta violazione della ratio dell'art. 2358, che sottopone a determinate condizioni la possibilit
per la s.p.a. di concedere garanzie per l'acquisto di azioni proprie l'operazione consentita, ma
a patto che il progetto di fusione indichi le risorse finanziarie previste per il soddisfacimento dei
debiti della societ risultante dalla fusione, che la relazione dell'organo amministrativo indichi le
ragioni che giustificano l'operazione e contenga un piano economico e finanziario con indicazione
della fonte delle risorse e degli obiettivi che si intendono raggiungere e che la relazione degli
esperti attesti la ragionevolezza delle indicazioni contenute nel progetto di fusione al progetto
deve essere allegata una relazione della societ di revisione incaricata della revisione contabile
obbligatoria della societ obiettivo o acquirente non sono inoltre applicabili le norme particolari
dettate per l'incorporazione di societ controllate.

La scissione: nozione
La scissione presenta notevoli affinit con la fusione, ma ne realizza lo scopo opposto, ossia una
frammentazione di un'entit aziendale e patrimoniale originariamente unica in pi organismi
societari al posto di una concentrazione questa operazione pu servire per attribuire maggiore
autonomia organizzativa a determinati centri di un gruppo, oppure per risolvere controversie tra i
soci.
Secondo l'art. 2506 esistono due tipi di scissione:

1) totale si esegue mediante il trasferimento dell'intero patrimonio della societ scissa a pi


societ, preesistenti o di nuova costituzione

2) parziale solo una parte del patrimonio della societ viene trasferita.
In entrambi i casi assegnatari delle azioni o delle quote delle societ beneficiarie del patrimonio o
della parte di esso saranno i soci della societ scissa.

Il procedimento di scissione
L'art. 2506 esclude dalla possibilit di partecipare alla scissione le societ in liquidazione che
abbiano iniziato la distribuzione dell'attivo.
Il procedimento di scissione ricalcato in gran parte su quello previsto per la fusione.
Il progetto di scissione deve contenere i dati indicati dall'art. 2501-bis per la fusione in pi deve
contenere l'esatta indicazione degli elementi patrimoniali da assegnare a ciascuna delle societ
beneficiarie e dell'eventuale conguaglio in denaro nel caso in cui, in una scissione totale, vi siano
elementi dell'attivo la cui destinazione non sia desumibile dal progetto, tale elemento dell'attivo
ripartito tra le societ beneficiarie in proporzione della quota di patrimonio netto assegnata a
ciascuna di esse, cos come valutato ai fini della determinazione del rapporto di cambio se,
invece, una situazione simile si presente in un caso di scissione parziale, l'elemento dell'attivo
rimane in capo alla societ trasferente.
Per quel che riguarda gli elementi del passivo la cui destinazione non desumibile dal progetto,
nelle ipotesi di scissione totale sono responsabili in solido le societ beneficiarie nell'ipotesi di
scissione parziale, invece, lo sono la societ scissa e quelle beneficiarie la responsabilit solidale
comunque limitata al valore effettivo del patrimonio netto attribuito a ciascuna societ.
Dal progetto di scissione devono risultare anche i criteri di distribuzione delle azioni e quote alle
societ beneficiarie qualora il progetto preveda un'attribuzione delle partecipazioni ai soci non
proporzionale alla loro quota originaria, esso deve prevedere il diritto dei soci che non approvino la
scissione di far acquistare le proprie partecipazioni per un corrispettivo determinato alla stregua
dei criteri previsti per il recesso, indicando coloro a cui carico posto l'obbligo di acquisto.
I criteri di distribuzione delle azioni e delle quote devono essere illustrati anche nella relazione
degli amministratori, che deve essere allegata al progetto di scissione, assieme alla situazione
patrimoniale, secondo le regole stabilite per la fusione dagli artt. 2501-quater e 2501-quinquies
nella relazione deve essere inoltre indicato il valore effettivo del patrimonio netto assegnato alle
societ beneficiarie e di quello che eventualmente rimanga nella societ scissa dovendo
rappresentare il valore effettivo, gli amministratori non sono tenuti a seguire le norme sulla
redazione del bilancio le stesse considerazioni valgono per la relazione degli esperti, regolata
per rinvio all'art. 2501-sexies questa relazione non richiesta quando la scissione avviene
mediante la costituzione di una o pi nuove societ e non siano previsti criteri di attribuzione delle
azioni o quote diversi da quello proporzionale l'organo amministrativo pu essere esonerato
dalla redazione di questi documenti solo con il consenso di tutti i soci e di tutti i possessori di
strumenti finanziari.
Per il resto, la disciplina della scissione regolata mediante richiamo a quella della fusione.

Effetti della scissione


L'art. 2504-decies stabilisce che la scissione ha effetto dall'ultima delle iscrizioni dell'atto di
scissione nell'ufficio del registro delle imprese pu essere tuttavia stabilita una data successiva,
tranne che nel caso di scissione mediante costituzione di nuove societ si possono stabilire date
anche anteriori per gli effetti di cui all'art. 2501-ter, numeri 5 e 6.
E' impossibile pronunciare l'invalidit della scissione una volta eseguite le iscrizioni dell'atto di
scissione tuttavia, a tutela dei creditori disposto che ciascuna societ responsabile
solidalmente, nei limiti del valore effettivo del patrimonio netto ad essa assegnato o rimasto, dei
debiti della societ scissa non soddisfatti dalla societ cui essi fanno carico stata cos paventata
l'ipotesi che l'operazione di scissione venga effettuata attribuendo alla societ meno solida tra
quelle beneficiarie la maggior parte dei debiti della societ scissa e nel contempo venga
sottostimata la quota del patrimonio attivo netto accertato dall'altra beneficiaria, cos da ridurre ai
minimi termini la responsabilit in questa ipotesi resterebbe comunque il diritto al risarcimento
ex art. 2504-quater, comma secondo.

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