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LURAGHI

INTRODUZIONE ALLA LINGUISTICA STORICA.

CAPITOLO 1- Somiglianza e diversit. La classificazione delle lingue.

1.2 TIPI DI CLASSIFICAZIONE.

Classificazione genetica> 1789, William Jones. Si riconobbe lappartenenza alla famiglia


indoeuropea delle principali lingue dEuropa e di alcune dellAsia.

Classificazione tipologica>dividere le lingue in tipi in base a parametri che possono essere di


vario genere; pu dare risultati per una stessa lingua. Osservazione
della tipologia linguistica, morfologica e sintattica.

Classificazione geografica>fine XIX secolo gli studiosi iniziano a interessarsi ai rapporti tra le
lingue dovuti a contatto geografico, economico o culturale. Lingue
che entrano in contatto tendono a mostrare caratteristiche comuni
tra loro, estranee per alle lingue con cui sono geneticamente
imparentate. = parentela sviluppata per contatto (Sprachbund)

1.3 LE LINGUE DEL MONDO.

1.3.1 Le lingue indoeuropee.

Una delle prime divisioni> kentum e satm= occidentali e orientali

Il latino, le lingue romanze e le lingue dellItalia antica>prime attestazioni del latino gi nel VII secolo, brevi
iscrizioni e dal II sec. testi letterari.

Latino arcaico>Plauto e Terenzio.

classico> Cicerone, cesare e Virgilio.

tardo o volgare classico>lingue pi parlata, non una vera e propria evoluzione. Fonti come
il Nuovo Testamento.Da questa variet si sono evolute le
lingue romanze.Primi secoli del medioevo> latino lingue della
cultura dellEuropa, lunica scritta.
Volgari>prime attestazioni scritte nel corso del medioevo=
Giuramenti di Strasburgo.

Lingue romanze pi importanti> italiano, francese, portoghese, spagnolo, gallego, catalano,


ladino e rumeno + sardo e provenzale.
Attestate anche delle altre lingue> lingue italiche. Sono losco
(lingua dei sanniti) e lumbro.
Trovate sulle Tavole Iguvine. Lingue che hanno caratteristiche
comuni al latino ma si avvicinano anche alle lingue celtiche.

gruppo celtico> fino alla conquista romana nel III secolo.

Il greco>storia documentata di tremila anni, primi testi del 1150 a.C.= tavolette dargilla di carattere
amministrativo, scrittura detta lineare B.

Tre periodi: arcaico>poemi omerici e poesia eolica


classico>opere in prosa v e vi sec.
tardo> dal iv secolo, simpone una variet comune di koin.

Molte variet ebbero lo statuto di lingua e testi letterari> frammentazione politica. Con levoluzione nel
medioevo> crescente scissione tra lingua scritta e parlata.

Le lingue germaniche> dallEuropa centrale a penisola scandinava e Islanda, lingue attestate a partire dal II
secolo d.C.

Divise in 3 sottogruppi: occidentale, settentrionale e orientale.

Fonti storiche pi antiche tra II e IV sec. > iscrizioni runiche in Danimarca, in antico nordico (germ.
settentrionale= svedese, danese, norvegese, islandese)

Fonte letteraria pi antica> bibbia di Wulfila in gotico, IV sec. (germ. orientale)

gruppo occidentale> inglese, tedesco, olandese, frisone e afrikaans. (Beowulf e Hildebrandslied)

Tedesco> si divide in 3 aree, corrispondenti a entit politiche= alto(sud), medio e basso(nord).


ted. standard> da antico alto tedesco
sassone antico> variet di basso tedesco
medio tedesco> fioritura nel medioevo(saga dei Nibelunghi)

Inglese> dallanglosassone, che sub vari mutamenti a seguito delle invasioni > bilinguismo nel XI
sec. d.C. (conquista normanna) + influenza del francese

le lingue celtiche> diuse nellEuropa continentale, anche nellItalia settentrionale. Le nostre conoscenze si
basano su documenti degli storici romani

Oggi sopravvivono in Galles, Irlanda e Scozia.

due gruppi: continentale> gallico, celtiberico, lepontico e galatico.


insulare>gallese, irlandese + gaelico scozzese, bretone, mannese e corinico.

le lingue anatoliche> lingue indoeuropee di pi antica attestazione= ittita(1916 decifrata> riconsiderazione


profonda della costruzione dellie.)

II millennio> tavolette di argilla con scrittura cuneiforme (ittita,luvio cuneiforme e palaico)

I millennio>licio, miliaco e lidio(scrittura alfabetica), luvio geroglifico.

Testimoniano una situazione di plurilinguismo molto radicato

prima degli indoeuropei> tattico e hurrico

albanese > due aree dialettali= tosco e ghego

tocario>di scoperta recente, due variet Tocario A e tocario B

indoiranico>gruppo a cui appartiene il sanscrito, capostipite di tutte le lingue ie.

due gruppi> l. iraniche=avestico e persiano antico(>farsi)


l. indoarie=sanscrito e vedico(variet pi antica del s.)> testi due poetici epici +
grammatica di Panini IV sec. Il sanscrito gi in epoca antica non era pi parlato.
moderne> hindi, marathi e gujarati + urfu

lingue slave>dal VI sec. espansione che li port a occidente.

3 gruppi= occidentale > ceco, slovacco e polacco(ultim oper attestazione)


meridionale> attestazioni + antiche= Bibbia(alfabeto nuovo basato sul corsivo del greco>
alfabeto cirillico). Slavo ecclesiastico o paleoslavo= Costantino
orientale>russo, bielorusso e ucraino

lingue baltiche> simili alle slave pi che alle altre famiglie. Prime attestazioni del XVI sec. in lituano antico e
prussiano antico(testi biblici). Oggi sono parlate> lituano e lettone

armeno>I millennio; V sec.= grande fioritura letteraria > variet scritta (armeno classico)
XVII sec. la lingua parlata si impose anche nelluso scritto> due aree principali= anatolica e caucasica.

1.3.2 Le lingue afroasiatiche.

Africa settentrionale e nel Vicino Oriente.

lingue semitiche> famiglia pi consistente=egiziano(oggi estinto). Fra le prime lingue ad essere state
documentate.

Pi antica> accadico= assiro-babilonesi. (gruppo semitico orientale)


sumerico
paleoaccadico> III millennio
pi avanti dierenze che evidenziano due variet > assiro e babilonese
variet letteraria pi impo> paleobabilonese= codice di Hammurabi

Lingue s. occidentali>nella Siria settentrionale, archivi della citt di Ebla= eblaita


+ ebraico* e aramaico> attestate nel I millennio
ebraico biblico scomparve verso la met del I millennio a.C.

ebraico*> nel medioevo una fiorente letteratura.


Due variet diatopiche>sefardita(occidente)
ashkenazita(Germania + Eu. orientale)
XIX sec.>restaurare per gli ebrei quella che era la loro lingua comune= ebraico moderno.

arabo >VII d.C. con il Corano= a. classico o coranico. Paesi arabi moderni> diglossia, unica variet
scritta basata sulla. classico con qualche semplificazione morfologica.
Maltese>originariamente un dialetto dellarabo

fenicio>nel Mediterraneo del I millennio a.C.(greci= alfabeto fenicio adattato alla loro lingua)

etiopico
sudarabico

egiziano> attestato gi alla fine del IV millennio a.C.


due grandi fasi= 3000-1300 a.C. e 1300-1300 d.C
scrittura> geroglifico e demotico(fino a V sec. d.C.)

lingue cuscitiche>somalo e oromo

lingue omotiche
lingue chadiche

Nord Africa> variet di arabo

1.3.3 Le lingue uraloaltaiche.

Lingue uraliche> due sottogruppi= ugrofinnico> finlandese, lappone, estone e ungherese


samoiedo> sirieno(Mar glaciale artico)

Lingue altaiche> tre sottogruppi= turco(gruppo pi ampio e antico), mongolo e tungusomanciuro.

1.3.4 Lingue caucasiche


Parlate nelle montagne del Caucaso, caratterizzato da una grande frammentazione + estrema stabilit;
popolazioni sempre state stanziate nelle sedi attuali. Famiglia linguistica che ha influenzato molto lindoeuropeo(si
colloca la zona di origine degli ie. poco a nord del Caucaso). Si dividono in 3 sottogruppi:

caucasico nordoccidentale

caucasico nordorientale

catvelico>georgiano(dal V sec. d.C.).

1.3.6 Lingue sinotibetane.

Famiglia di lingue con tradizione antichissima, per il sistema di scrittura ideografico rivela poco riguardo alla
sostanza fonica dei vocaboli> dicile ricostruzione. Due sottogruppi:

cinese> la lingua pi parlata al mondo. La sua storia si divide in tre periodi: cinese antico, cinese medio
e cinese moderno. Ha cinque aree dialettali:

mandarino (Pechino)

wu(Shangai)

min(Taiwan)

yu(Hon Kong)

hakka(sud-orientale)

tibetobirmano>lingua di attestazione pi antica=tibetano, VII sec d.C.

1.3.7 Coreano e giapponese.

Somiglianze dal punto di vista tipologico.

giapponese>a partire dal VII sec. d.C., sistema di scrittura=ideogrammi dal cinese, quindi problemi di
comprensione dei primi documenti.

coreano>noto dal XV sec. d.C.

1.3.8 Lingue australiano e dellarea pacifica.


Australia e isole dellOceania> nessuna lingua a tradizione scritta quindi dicile stabilire parentele genetiche.

in Australia> gruppo pamanyugan che comprende i 9/10 delle lingue. Somiglianze tipologiche. Allinizio
dellinvasione inglese> circa 200 lingue parlate in Australia

Isole>lingue della famiglia austronesiana, che paiono imparentate tra loro. Due sottogruppi principali:

melanesiano
polinesiano
1.3.9 Lingue amerindiane.

Situazione linguistica molto dierenziata con continuit a seguito delle colonizzazioni= spagnolo + portoghesi>
cercarono di integrare le genti indigene= preservazione delle lingue native. Famiglie principali:

utoazteco> nahuatl e maya (yucalteco e quich)

quechua> attualmente parlato in Per e nella parte settentrionale(7 milioni). Era la lingua dellimpero Inca.
opera di standardizzazione in Per per stabilire ununica variet per linsegnamento scolastico.

Abbiamo grammatiche e fonti letterarie che risalgono al XVI sec. d.C. > letteratura indigena come il Popul Vu.

Nord america

eschimo-aleutino(Alaska e stretto di Bering)

na-dn> gruppo atapasco( apache, navajo e sioux)

algonchino

1.3.10 Lingue isolate.

Lingue che non sembrano imparentate con nessuna delle altre del ceppo ie.

etrusco
hurrico
urarteo
basco> influenza del latino ma per la maggior parte ha un lessico non ie.

1.3.11 Pidgins.

Sono cos chiamate le lingue di contatto>lingue che si influenzano a vicenda venendo in contatto tra loro,
soprattutto per scambi economici e commerciali.

CAPITOLO 2- La ricostruzione del sistema fonologico dellie e il mutamento fonologico.

2.2 MODIFICAZIONE DI FONI.

2.2.1 Assimilazione e dissimilazione.

Ogni fono appare in un contesto che ne condiziona la realizzazione> coarticolazione=articolando un suono il


nostro apparato fonatorio si prepara ad articolare quello successivo> produzione di allofoni.

Assimilazione>comporta che un segmento assuma delle caratteristiche di un altro

regressiva>il segmento influenzato quello prima di quello che lo causa(a sx)

progressiva>il segmento influenzato quello dopo di quello che lo causa(a dx)

nasalizzazione
sonorizzazione o desonorizzazione (es. [s] davanti a ostruente sorda e [z] davanti o. sonora in italiano)

spirantizzazione
palatizzazione>avanzamento del punto di articolazione verso il palato duro
Non tutti i fenomeni sono dovuti a coarticolazione> assimilazione a distanza.(Es. metafonia)

Dissimilazione>inverso dellassimilazione

monottongazione>avvicinamento progressivo di due vocali che formano un dittongo fino a fondersi.

dittongazione>fenomeno inverso(>dierenziazione)
2.2.2 Struttura sillabica e accento.

Altre modificazioni possono essere causate dalla struttura sillabica

sillaba chiusa>lunga

sillaba aperta>breve

non ha un valore distintivo(italiano)

allungamento vocalico>esigenza di mantenere la lunghezza della sillaba= allungamento di compenso

In molte lingue esistono restrizioni legate alla struttura sillabica

tedesco e russo>occlusive in finale di parola solo sorde.

Accento>pu avere un ruolo rilevante nella modificazione

lingue come tedesco e russo> vocali della sillaba sono ridotte nella pronuncia, tendenza che pu
portare alla scomparsa di intere sillabe

2.3 TIPI DI MUTAMENTI FONOLOGICI.

2.3.1 Fonologizzazione.

Avviene quando due allofoni che si trovano in distribuzione complementare, vengono a trovarsi, almeno in un
contesto, nella stessa distribuzione. Fenomeno comune perch molte lingue non consentono in finale di sillaba
code complesse di pi consonanti. Fenomeno che arricchisce la lingua.

inglese> // che si trova solamente in finale di parola

francese>opposizione tra vocali orali e vocali nasali=in fine di sillaba il tratto di nasalit viene
completamente trasferito alla vocale

2.3.2 Defonologizzazione.

Consiste nella perdita di unopposizione fonologica.

es. scomparsa opposizione [s]-[z] in molte variet italiane

scomparsa di opposizione fonologica tra vocali brevi e lunghe in latino volgare.

2.3.3 Rifonologizzazione.

Non agisce sul numero delle opposizioni fonologiche>sostituzione completa dellallofono principale di un
fonema con un altro allofono.

es. Seconda rotazione consonantica dellaat(Legge di Grimm)

2.5 RICOSTRUZIONE.

I vari fonemi sono stati ricostruiti con un metodo comparativo=


confrontare tra loro tutti i dati disponibili, individuare le regolarit e in base ad esse ricostruire una forma
che spieghi attraverso mutamenti regolari tutti gli esiti attestati.

2.6 LE LEGGI FONETICHE.

I neogrammatici> gruppo di studiosi tedeschi che individu le caratteristiche di regolarit del mutamento
fonologico.

2.6.1 La legge di Grimm.

Rasmus Rask + Jacob Grimm>osservarono che a una fricativa del germanico corrispondeva unocclusiva nelle
altre lingue ie(dierenza in tutte le occlusive).

Rotazione>occlusiva sorda = fricativa sorda


occlusiva sonora= occlusiva sorda
occ.sonora aspirata= occlusiva sonora

2.6.2 La legge di Verner.


Numerose irregolarit anche negli esiti delle occlusive ie nel germanico> Karl Verner

In posizione interna di parola, fra elementi sonori, se non preceduta immediatamente dalla sillaba tonica,
unocclusiva sorda diventa una fricativa sonora.

2.6.3 La legge di Grassman.

Herman Grassman=

Due aspirate in due sillabe successive si dissimilano e generalmente la prima perde laspirazione
mantenendola solo quando la seconda aspirata perde a sua volta laspirazione per qualche motivo
specifico.(in greco e sanscrito)

2.7 LISOGLOSSA KENTUM/SATM E LALBERO GENEALOGICO DELLE LINGUE IE.

I due gruppi si dierenziano in base al trattamento delle velari ie.

kentum> lingue celtiche, germaniche, italiche


velari pure e palatalizzate= unica serie di velari.
Le labiovelari hanno esiti (o conservate o occlusive)

satm> albanese, armeno, indoiranico, slavo e baltico


velari palatalizzate si palatalizzano ulteriormente=aricate o fricative (palatali o dentali)
le velari si fondono in ununica serie con le labiovelari= davanti a voc. ant.>palatizzate
davanti a voc. post.>velari

Lalbero genealogico** dellie non vede pi una ramificazione netta da kentum e satm.

2.8 LA DIFFUSIONE DEL MUTAMENTO.


Isoglossa>coniato per indicare una linea che su unarea geografica delimita la comparsa di un certo
fenomeno fonologico. I limiti di diusione di un dato mutamento non sono netti ma spesso si intersecano
con le situazioni gi presenti.

Schleicher> modello dellalbero genealogico**, presupponeva una divisione netta di ogni ramificazione
per variet diuse in zone limitrofe si influenzano in momenti della loro evoluzione pertanto le divisioni
nette non sono pi adeguate.

presuppone che i mutamenti agiscano in modo uniforme su un intero ramo

Johannes Schmidt>teoria delle onde= alternativa che considera i mutamenti linguistici come fenomeni
che partendo da un centro di irradiazione si diondono a cerchi concentrici, indebolendosi man mano che
ci si allontana dal centro.

2.9 IL VOCALISMO INDOEUROPEO I: LAPOFONIA.

VIII e XIX sec. d.C.>interesse per lIndia e la sua tradizione antichissima.

I primi studiosi che scoprirono la somiglianza tra il sanscrito e le lingue ie> sanscrito come una sorta di
capostipite.

Per non pochi problemi perch il sanscrito> innovativa dal punto di vista fonologico

vocalismo>c ununica vocale, lunga o breve /a/ questo rendeva dicile capire un fenomeno dellie
come lapofonia!

apofonia qualitativa> alternanza e/o/ della vocale radicale di verbi e nomi(es. sing-sang-sung)

apofonia quantitativa>alternanza di una vocale lunga con una breve

2.10 IL VOCALISMO INDOEUROPEO I:LE LARINGALI


de Saussure>ipotesi secondo la quale partendo da una vocale di base /e/ gli altri timbri vocalici sarebbero
derivati con laggiunta di fonemi(=coecienti sonantici)= traccia: timbro e quantit voc.

fonemi laringali> /h1/ /h2/ /h3/

pre vocale = brevi

post vocale= cambio timbro+ lunga

Questi fonemi permettevano cos di spiegare alcuni esiti finora senza una legge ad hoc. Questa teoria per
allinizio non era supportata da dati diretti ma si basava solo su considerazioni> quando si decifr littita questa
teoria per trov una conferma.

2.13 DINAMICHE E CAUSE DEL MUTAMENTO FONOLOGICO.

spiegazioni sostanzialiste(neogrammatici)> causa del mutamento= inerzia dellapparato fonatorio, cio


tendenza a diminuire lo sforzo nellarticolazione dei foni. Questo per tiene in conto solo le esigenze
del parlante. Caratteristica principale del mutamento=regolarit.

spiegazioni formali(strutturalisti e generativisti)>causa del mutamento= tendenza del sistema fonologico di


ciascuna lingua di tenersi in equilibrio, il sistema tende a cercare una simmetria.
Modello del mutamento a catena:

catena di trazione>un mutamento crea uno squilibrio e quindi trascina con se altri mutamenti per
rimediare allo squilibrio.

catena di propulsione>per mantenere le necessarie opposizioni, un nuovo fonema occupa il posto di


un altro, spingendolo via dalla sua posizione originaria.

un esempio ne la legge di Grimm.

linguistica generativa>King= mutamento fonologico spiegato come dovuto allaggiunta, eliminazione o


riordino di regole. Si sono posti il problema del quando il mutamento viene interpretato come
distintivo>nel passaggio generazionale(gi idea dei neogrammatici).

2.14 I SISTEMI FONOLOGICI DELLE SINGOLE LINGUE INDOEUROPEE.

latino
presenta un buon grado di corrispondenza tra grafemi e fonemi, i pochi casi dove la corrispondenza non
biunivoca sono le vocali(non notata la quantit).

conserva, in parte, le labiovelari

scomparsa delle occlusive aspirate

velari e palatali> unica serie di velari

vocalismo con mutamenti rispetto a quello dellie ricostruito

posizione dellaccento non libera(ie) ma determinata dalla quantit della penultima vocale

lingue italiche
labiovelari>occlusive bilabiali

sonore aspirate>fricative labiodentali sorde(interno di parola)

lingue romanze
palatizzazione delle velari davanti a vocale anteriore (es. cento- ciento)

consonanti palatali possono esserci anche davanti a vocali posteriori(latino)

scompare lopposizione vocali brevi e lunghe

dittonghi chiusi> monottongazione(aurum= oro)

greco
corrispondenza grafemi e fonemi

discrepanze>nella resa delle vocali (ei e ou> a volte dittonghi, a volte vocali lunghe)

tre serie di ostruenti ie ma alla sonore aspirate= sorde aspirate

velari + palatali> unica serie di velari

ionico-attico> labiovelari diventano occlusive bilabiali davanti a /a/,/o/ e consonante

fricativa dentale /s/ >/h/ in iniziale assoluta di parole e posizione intervocalica

liquide e nasali conservate solo come consonanti(no semivocali)

vocalismo> rimane uguale, lingua che permette di ricostruire meglio lapofonia

germanico
forme pi antiche> gotico, con alfabeto latino + aggiunta di fonemi propri <> <>

corrispondenza tra grafemi e fonemi buona, che per poi con landare del tempo verr a perdersi

consonantismo> caratterizzato da legge di Grimm e di Verner

vocalismo> /a:/ - /o:/= /o:/ mentre /a/ - /o/ = /a/

fenomeno tipico> metafonesi(Umlaut) =assimilazione regressiva

sanscrito
conserva ostruenti ie + serie di sorde aspirate

amplia i punti di articolazione(cacuminale o retroflessa)

nasali ben conservate

liquide si confondono in /r/

sonanti> nasali diventano /a/ e le liquide entrambe in /r/

vocali ie= /a/

accento simile a quello dellie> libero e di altezza piuttosto che intensivo.


CAPITOLO 3- Il mutamento morfologico.

3.2 NOZIONI PRELIMINARI.

3.2.1 La parola: definizioni e tipi di parole.

E lunit dellanalisi morfologica, ma ha anche importanti caratteristiche fonologiche

clitici>dal punto di vista morfologico sono parole, ma fonologicamente no perch non hanno accento.
(es. i pronomi)

non possono costituire una frase da soli

non possono essere usati allinterno di sintagmi preposizionali.

hanno posizioni fisse rispetto al verbo

possono essere enclitici> attaccati alla parola dalla quale prendono laccento(guardalo)

3.2.2 Morfemi, allomorfi e classi flessive.

allomorfi> possibili realizzazioni di un dato morfema.

paradigma flessivo>insieme di forme dello stesso lessema che esprimono le categorie flessive proprie
del lessema stesso

produttivit morfologica>una classe flessiva pi essere pi produttiva di altre, si misura in base a varie
caratteristiche dei lessemi che ne fanno parte.

es. il numero= ha pi membri di quella meno produttiva

accoglie neologismi

pi facile nellapprendimento

es. verbi italiani, 3 classi> -a-, -e-, -i- ma solo la prima produttiva

3.3 TIPOLOGIA MORFOLOGICA.

Classificazione* che ancora oggi grosso modo in vigore:

lingue analitiche(o isolanti)


forma che analizza il significato e lo divide tra grammaticale e lessicale.
(avete amato=avete grammaticale, amato lessicale).
hanno poca o nessuna morfologia flessiva (es inglese= flessione molto ridotta)
lingue sintetiche>hanno in s sia il significato lessicale che quello grammaticale (amaste= ha in se sia il
significato di amare sia quelli di tempo, modo e persona)

lingue fusive> allomorfo della radice+ morfema flessivo che ha in s tutti i significati
= un morfema unico cumula in s tutti i significati grammaticali e la
segmentazione delle due parti dicile
(scriss-i)

spesso hanno classi flessive

si alza il numero di allomorfi di un solo morfema

l. introflessive=in particolare modo nelle lingue semitiche> il


significato lessicale espresso dalle consonanti della radice mentre le
vocali variano a seconda dei significati grammaticali(es. ebraico).
l. incorporanti>qualunque costituente pu comparire come morfema
legato.

lingue agglutinanti>allomorfo principale della radice che veicola il significato lessicale


+ morfemi grammaticali facilmente riconoscibili= corrispondenza
tra morfemi e significati e questi sono facilmente separabili.
Ciascun morfema portatore di uno e un solo significato.
(scriv-e-v-a)

Di solito non hanno classi flessive

il numero di allomorfi di ciascun morfema ridotto

le parole tendono a essere molto lunghe

Classificazione* fondata da von Humboldt

i tre tipi linguistici= i diversi stadi nello sviluppo dello spirito umano.

concetto di famiglia e tipo= sovrapponibili> lingue di una stessa famiglia dovrebbero appartenere
anche allo stesso tipo (in pi> non concepiva che nel corso della sua storia una lingua passasse da un
tipo a un altro)

ha aperto la strada a un razzismo linguistico> mito dellarianesimo

Oggi> lingue di una stessa famiglia possono appartenere a tipi , e tipi puri sono poco rappresentati.
E pi ecace trattare i tipi come parametri i cui valori variano da lingua a lingua=

indice di sintesi

indice di fusione

indice di agglutinazione

3.3.1 Il tipo morfologico dellindoeuropeo.

Son lingue altamente complesse> classi maggiori(nome e verbo) hanno carattere flessivo=

Tipo morfologico> flessivo(lessemi grammaticali e lessicali non facilmente separabili) + i morfemi


grammaticali presentano il fenomeno esponenza cumulativa>ciascun morfema grammaticale segnala
pi di un significato grammaticale.

presenza di classi flessive per la stessa classe lessicale.

classi flessive di una lingua possono essere raggruppate in macro classi

esponenza estesa>un certo significato grammaticale segnato da pi di un esponente

3.4 IL PIANO MORFOFONOLOGICO.

3.4.1 Creazione di allomorfi.

La distribuzione di due allomorfi era condizionata in origine dal contesto fonologico.

es latino /ami:kus/ - /ami:kis/ poi diventato /ami:ti/>quando /t/ non pi stato obbligatorio davanti a
/i/(> forme con gruppo di fonemi/ki/), diventato un fonema.Il sostantivo amico ha quindi acquisito due
allomorfi della base, uno per il singolare e uno per il plurale.

valore morfofonologico> alternanza fonologica determinata dal contesto morfologico.

3.4.2 Omofonia allinterno dei paradigmi e frequenza.

Esistono casi di mutamento fonologico da cui risultano cancellati alcuni morfemi:

omofonia>allinterno di paradigmi flessivi di norma rimane, che di per s non significa una
cancellazione delle forme (es. sono=1 sing e sono=3pl)

non genera per ambiguit> risposta nella distribuzione delle forme

fenomeno frequente soprattutto nelle lingue fusive> sincretismo.(allinizio per usato per un altro
fenomeno>fusione di casi per mutamento diacronico)

il mutamento pu anche cancellare delle classi flessive(frequenza delle classi flessive dalla frequenza di
una categoria flessiva> produttivit di una classe flessiva non porta a una dierenziazione anzi, classi
flessive pi produttive subiscono il livellamento analogico.)

3.5 IL MUTAMENTO ANALOGICO.

Il mutamento fonologico pu creare allomorfia> un morfema che prima del mutamento aveva un solo allomorfo,
poi viene ad averne un numero maggiore.

livellamento del paradigma>mutamento analogico che riduce il numero di allomorfi radicali.

es. suonare, o passato di sein in ted. e di to be in ingl.

dente> in ie aveva unalternanza fra accento sulla radice nel nominativo e


nellaccusativo, mentre sul susso negli altri casi=allomorfia della base che
alterna voc.+cons nasale con una nasale.

estensione di un allomorfo in contesti dove dovrebbe essercene un altro>mutamento che riduce il


numero di allomorfi desinenziali. es. pl tedesco con metafonia Baum-Bume

Kurylowicz> legge dellanalogia=in caso che una data cat. flessiva possa essere
segnalata da un esponente meno complesso oppure da uno pi complesso, sar il
secondo a prevalere>si avr lelemento pi complesso anche dove non dovrebbe
comparire

espansione dellallomorfia>riproduzione della stessa struttura in paradigmi dove non vi stato alcun
mutamento fonologico.

verbo italiano> schemi fissi nel presente ind.= partizioni>accomunano gruppi di


forme.

3.5.4 Quando lanalogia non agisce.

Il mutamento analogico non avviene obbligatoriamente

suppletivismo>caso limite dellallomorfia= allomorfi base del verbo essere sono tra loro perch
derivano da basi o i mutamenti fonologici sono stati cos radicali da rendere le basi completamente
es. sono - ero - - fui - fosse
bin - ist - war
am - are - ist > pur derivando dalla stessa base, ora non sono riconducibili alla stessa base.

perch il verso essere suppletivo?> le due radici, nellie ricostruito, avevano valore
aspettuale > il motivo che lo favorisce risiede nelluso e nella frequenza.

3.6 IL MUTAMENTO DI TIPO MORFOLOGICO.

Il tipo morfologico di una lingua non immutabile.

teoria dellagglutinazione>teoria secondo cui le desinenze flessive delle lingue ie derivino da parole un
tempo autonome.

Schleicher:

questo comporta una direzione fissa del mutamento>nelle lingue isolanti le parole grammaticali
tenderebbero a perdere la loro autonomia fonologica e a diventare morfemi legati, per
rimarrebbero comunque ben separabili dalla base> da isolante ad agglutinante.

poi> dicolt di segmentazione e si andrebbe da tipo agglutinante e tipo fusivo.

=questo mutamento portava da un tipo pi semplice e primitivo a uno pi complesso e avrebbe


caratterizzato le fasi preistoriche dellie. > ie ricostruito= tipo fusivo nella sua perfezione
lingue ie=varie fasi di decadimento

Modello del genere> forti componenti ideologiche, ma ancora oggi non del tutto abbandonato.

diminuzione del grado di sintesi>si assiste in molte lingue ie, una perdita di morfologia flessiva

agglutinante>fusivo=lingua aggl. prende delle caratteristiche del tipo fusivo, come classi flessive,
allomorfia, fenomeni di cumulo.

3.7 LA GRAMMATICALIZZAZIONE.

> mutamento per il quale una forma si allontana dal polo lessicale per avvicinarsi a quello grammaticale.

=creazione di nuovi morfemi grammaticali

es. il futuro> quello latino non continua nelle lingue romanze, dove sembra avere unorigine
indipendente. Il futuro in molte lingue romanze(vedi italiano, spagnolo e francese) basato sullinfinito
verbale> probabilmente in latino volgare il futuro del lat. classico venne sostituito con una perifrasi con
linfinito

Franz Bopp> teoria riguardante la nascita delle forme grammaticali(ber das Konjugationssystem der
Sanskritsprache in Vergleichung mit jenem der griechischen, lateinischen, persischen und germanischen Sprache)

morfemi di accordo personale del verbo>derivati da pronomi personali

vari sussi di tempo ecc> derivati da ausiliari che poi si sarebbero ridotti e fusi con il tema

condizionale> non esisteva in latino, si formato per grammaticalizzazione di forme perifrastiche

dal latino volgare al romanzo> aumento del grado di sintesi del verbo

3.7.1 Possibili processi di grammaticalizzazione e i loro risultati.

Cambio di classe lessicale(trans-categorizzazione)>normalmente un elemento di una classe aperta


passa ad una classe chiusa.

creazione di classi lessicali>es in latino non esistevano gli articoli ma nelle lingue romanze s o nelle
lingue germaniche gli articoli sono derivati dai dimostrativi

possono dare origine a morfemi derivazionali> avverbi di modo (il -mente italiano)

3.8 LE CLASSI FLESSIVE DELLINDOEUROPEO.

3.8.1 Flessione tematica e atematica.

Nelle lingue ie antiche cerano due macroclassi flessive:

flessione tematica>di origine pi recente ed la classe produttiva

flessione atematica

3.8.2 Processi morfologici.

sussazione
prefissazione(solo per il verbo)

prefissi verbali di tipo flessivo

aumento> tracce solo in greco e sanscrito

raddoppiamento> per il tema del perfetto e per alcuni presenti; contiene la prima
consonante della base e una vocale

apofonia> causata in origine dallo spostamento dellaccento


infissazione(solo per il verbo)> aggiunta di un asso allinterno della radice

CAPITOLO 4- Fra morfologia e sintassi:le categorie grammaticali delle lingue ie.

4.2 IL SISTEMA DI PARTI DEL DISCORSO E LE CATEGORIE GRAMMATICALI NELLIE


RICOSTRUITO.

Il lessico si divide in classi lessicali o parti del discorso.Il sistema di classificazione delle lingue ie non per certo
universale, ma anche allinterno delle lingue ie. stesse non priva di problemi questa classificazione.

es. in italiano abbiamo due criteri:

si esamina il comportamento morfologico>se si flette per tempo e modo= verbo, se si flette solo
per numero=nome. Vale per solo con morfemi che
hanno categorie flessive

criteri sintattici>viene analizzata la loro funzione. (es.avverbio=modifica il verbo, preposizione


=prende come complemento un nome)

greci> dividevano tra onoma e rhema(nome e verbo)=soggetto e predicato

sistema in cui lopposizione tra nome e verbo alla base

4.3 IL NOME.
Fletteva per

numero>singolare, plurale e duale.

categoria nominale

categoria di accordo di agitetivi e verbi

esistono molte pi distinzioni al singolare che nelle altre due categorie (sing. pi
frequente)

funzione>semplificando: sing. =ununit, pl.= pi unit


per possono anche riferirsi a tutta la possibile estensione di un nome

non tutti i plurali hanno lo stesso significato> nomi di massa, non hanno il verbo al pl.
ma se ce lhanno non ha lo stesso valore di un numerabile al pl.(dipende anche molto
dalla lingua> inglese= nomi di massa che in it. sono numerabili)

forme di collettivo>in ie. ricostruito caratterizzavano il pl. neutro (es. persone=pl. di


persona e folla=collettivo, concetto pi astratto*)

caso>indica la funzione sintattica che svolge un dato sintagma nominale in una frase + ne indica
il ruolo semantico.

italiano> solo nei pronomi personali o relativi(io-me- mi) con funzione puramente
grammaticale

lingue ie antiche> indicavano a volte anche i ruoli semantici dei costituenti

ie> 8 casi:

nominativo=indica il soggetto del verbo(caso grammaticale)

accusativo=indica loggetto dei verbi transitivi(funzione grammaticale)


indica un particolare ruolo semantico(es. direzione nei verbi di moto)

genitivo=indica la dipendenza nominale(caso grammaticale)

dativo=indica loggetto indiretto(funzione sintattica)>o.i. riempie una valenza


del verbo per non ci sono chiare tracce morfosintattiche
indica possesso inalienabile>riunisce possessore e posseduto in un
unico sintagma nominale
con nomi astratti>indica il fine o lo scopo di unazione

strumentale=indica lo strumento usato da un agente per fare unazione

locativo=indica il luogo

ablativo=indica provenienza

vocativo=non indica il rapporto di un nome con unaltra parte della frase ma


segnala che un costituente in un certo qual modo al di fuori della
frase. Simile alluso dellimperativo.

genere> categoria inerente(per aggettivo e parte dei pronomi=categoria flessiva) con due funzioni
principali:

classificare i sostantivi>tutti i sostantivi organizzati in base ad esso

creare fenomeni di accordo>nome e ci che li accompagna devono


obbligatoriamente avere lo stesso genere.

no categoria universale

spesso hanno una base semantica>genere maschile o femminile hanno referenti


animati eettivamente maschili o femminili( padre- madre), ma non tutti perch devono
per forza rientrare in una delle due categorie anche referenti inanimati che non hanno un
genere eettivo

maschile e neutro ugualmente antichi

femminile di creazione pi recente>criteri morfologici= femminile pi marcato degli


altri due generi, costruito con susso derivazionale

> fase pi antica con due generi: non-neutro e neutro

sistema a base semantica=non-neutro il genere animato(capace di movimento), e


neutro il genere inanimato(privo di movimento)

solleva per dei problemi: origine del terzo genere + valutazione dei dati
dellanatolico** che ha solo due generi contrariamente alle lingue ie antiche

classe flessiva dei temi in -a-, vocale lunga esche creata con laggiunta del
susso derivazionale *-h(che era anche il su. del collettivo*)

> base per il terzo genere= i nomi astratti* perch hanno un grado intermedio
tra animati e inanimati

anatolico**>genere comune e genere neutro=perdita di categorie che


caratterizza questa lingua
4.4 IL VERBO.

Carattere altamente flessivo, presentava come categorie di accordo=nome e numero.


Categorie flessive:

tempo e aspetto>lespressione dellaspetto primaria rispetto a quella del tempo

aspetto perfettivo=indica unazione che si conclusa

aspetto imperfettivo= descrive unazione nel suo svolgimento, pu anche avere un


aspetto abituale

perfetto= ulteriore tempo verbale ricostruito per le lingue ie.

tema semplice formato dal raddoppiamento

in origine denotava uno stato

svilupp un significato risultativo (es. greco= due forme una con valore
stativo e laltra con valore risultativo)

futuro= non pu essere ricostruita una forma comune

modo e modalit>atteggiamento che lemittente rispetto a un dato enunciato

enunciati assertivi=possono essere negati

ordini=non possono essere negati, sono enunciati non fattuali e come tali non
sono n veri n falsi
desideri=simili agli ordini
domande=enunciati che non hanno valore di verit che possa essere negata, non
hanno un modo verbale specifico.
potenziale=esprime le aspettative dellemittente che un evento possa verificarsi o
meno in certe condizioni
irreale=esprime limpossibilit che un evento si verifichi

espressi con il condizionale, che permette anche(in italiano) di


prendere le distanze da quello enunciato> funzione evidenziale

modi verbali> la ricostruzione di modi finiti non semplice

attestati di sicuro indicativo e imperativo(focalizzato sul ricevente)

ricostruiti almeno

un ottativo>desideri

un congiuntivo >esortazioni(soprattutto)

diatesi>in italiano siamo abituati a due diatesi

attivo
passivo=comporta una riduzione della valenza del verbo( verbi bivalenti
allattivo, sono monovalenti al passivo)

paziente= oggetto del verbo passivo


agente=eliminato dalla valenza

lingue antiche> una terza diatesi


medio=allinizio non aveva valore di passivo;

in greco allinizio indicava un particolare coinvolgimento del


soggetto in un certo stato di cose(=il riflessivo italiano)

funzioni= riflessivo, pseudoriflessivo, reciproco, imperativo, alto


grado di coinvolgimento.

verbi deponenti>presentano solo la diatesi media

flessione del perfetto>era pi simile a una diatesi che a un tempo verbale

desinenze simili a quelle del medio

alcuni verbi, in greco, presentano il medio in tutte le forme e hanno forme


invece attive al perfetto.

4.5 INFINITI E PARTICIPI.

Il verbo presenta anche una serie di forme non finite, che possono avere anche un altro uso oltre a quello verbale:

infinito>uso nominale
participio>uso aggettivale; sussi attestati> -nt-, -to-, -no-
gerundio>uso avverbiale

Si chiamano anche= forme nominali del verbo perch hanno un comportamento nominale o presentano le
categorie flessive del nome> si trovano al bordo tra le due classi e quindi hanno caratteristiche di entrambe

4.7 I PREVERBI.

Classe di parole che in molte lingue possono fungere da adposizioni(preposizioni o posposizioni) oppure da
preverbi. Anticamente queste parole erano avverbi indipendenti.

4.8 EVOLUZIONE DELLE PRINCIPALI LINGUE INDOEUROPEE.

4.8.1 Latino.

nome
tre generi, con assegnazione in buona parte arbitraria

assenza di neutri nella prima declinazione(-a-), per lo pi femminili

nelle lingue romanze rimane una vaga traccia di quello che era il neutro

casi= nominativo, vocativo, accusativo, dativo, genitivo e ablativo

i casi continuano nelle lingue romanze per pronomi personali e relativi

scomparsa del caso del sostantivo=

funzioni sintattiche di S. e O. sono indicate dallordine rispetto all verbo

funzioni espresse dai casi> espresse da preposizioni

scomparsa dellablativo=le lingue romanze hanno esteso la preposizione che indica il


comitativo(con) anche allo strumento > basata sulla metafora del compagno.

verbo

in latino: 4 classi flessive, a terza divisa in due sottoclassi

sistema temporale= alternanza di due temi

presente(infectum)

passato(perfectum)

scomparsa dellottativo, le cui funzioni vengono prese dal congiuntivo(latino)

diatesi=opposizione attivo/passivo > nelle lingue romanze non esiste pi il passivo come
quello latino ma diventato una perifrasi fatta con lausiliare essere o altri.

aggiunta di alcuni tempi passati perifrastici(l. romanze)=p. prossimo, p. remoto,


trapassato prossimo

aggiunta del condizionale al posto di contesti dove in latino cera il congiuntivo

4.8.2 Greco.

nome
mantiene i tre generi e i tre numeri

casi fortemente ridotti> la variet pi antica(miceneo) aveva anche un caso strumentale


ablativo fuso con il genitivo

locativo fuso con il dativo, poi anche lo strumentale vi si fonde

dativo del greco classico prende anche le caratteristiche degli altri due casi

passaggio da greco classico a bizantino(base g. moderno)> scompare anche il dativo (in


alcuni casi = genitivo in altri = accusativo)

verbo
conserva molte delle caratteristiche dellie ricostruito

centralit opposizione aspettuale presente/aoristo

nuove opposizioni temporali

futuro

f. + aoristo anche anche un passivo(oltre ad attivo e medio)> quindi questi


presentano una triplice opposizione

passivo= sussi -the- / -e- con funzione originaria di ridurre la valenza dei verbi
transitivi rendendoli intransitivi(ma non passivi)

4.8.3 Sanscrito.

nome

costituisce la base per la ricostruzione dei casi dellie

funzioni sono le stesse di quelle che hanno nellie ricostruito

verbo
conserva il sistema ie dal punto di vista formale>opposizione presente/aoristo/perfetto

opposizioni espresse sono per lo pi temporali

scompare opposizione aspettuale imperfetto=passato imperfettivo e aoristo= passato


perfettivo> diventa opposizione temporale. ao.=passato prossimo imp.=trapassato

modo ingiuntivo=assenza di temporalit e modalit confondendosi spesso con gli altri modi

diatesi=solo per il presente aggiunge una diatesi passiva> derivazionale (su. -ya- sul grado
ridotto della radice)

per gli altri tempi> il medio pu assumere valore di passivo

4.8.4 Germanico.

Non si intende una lingua attestata ma una ricostruita> in alcuni casi il riferimento a una lingua specifica e non
pu essere esteso a tutto il gruppo.

nome

caso strumentale attestato anche nelle fasi pi antiche

vocativo= solo in gotico

attestati in tutte le lingue= nominativo, accusativo, genitivo e dativo> si conformano al


sistema del gotico e del nordico(dopo la scomparsa del caso strumentale)

duale scomparso dal nome ma nel gotico=categoria di accordo del verbo

verbo

sistema profondamente ristrutturato rispetto a quello ricostruito per lie

rimane solo lopposizione temporale tra presente e passato(=preterito)

non abbiamo la formazione di un futuro flessivo

modi: indicativo, imperativo e ottativo(chiamato anche congiuntivo perch funzioni pi simili al


cong. ie che allottativo)

passivo= solo in gotico, in alcune forme del presente e ottativo, conserva il carattere flessivo

4.8.5 Slavo.

Come per il germanico> famiglia composta da lingue senza una fase unitaria

nome
continua in maniera conservativa le categorie dellie

tre generi

tre numeri

tutti i casi meno lablativo(bulgaro e macedone li hanno poi persi)

verbo
sin dalle sue fasi pi antiche= ha perso molte delle categorie flessive dellie

opposizione aspettuale principalmente espressa con messi derivazionali

verbi dazione= aspetto perfettivo

imperfettivo viene derivato con un susso

modi= continuano solo indicativo e ottativo ie(per funzione dellimperativo)

passivo= si forma in maniera perifrastica

CAPITOLO 5- Il mutamento sintattico.

5.2 TIPOLOGIA SINTATTICA I: LORDINE DEI COSTITUENTI.

Osservazioni partite dalla pubblicazione del libro di H. Weil>lingue europee moderne presentavano
maggiore restrizione nellordine delle parole nelle frasi, rispetto a latino e greco classico.

basato su propriet pragmatiche delle lingue prese in esame

J. Greenberg>nascita della tipologia dellordine dei costituenti= lingue divise in 3 tipi, in base allordine
basico(SVO) trovato nellenunciato transitivi non marcato(=il pi neutro possibile, no enfasi di intonazione)

VSO> ebraico biblico e arabo classico + lingue celtiche (I)

SVO> come italiano e inglese (II)

SOV>giapponese e turco (III)

a ciascuno di questi tipi>regolarit nellordine delle parole, soprattutto lordine rispettivo di teste
nominali(N), modificatori(aggettivi attributivi A), frasi relative(Rel) e sostantivi dipendenti(G= genitivo
perch indica dipendenza nominale nelle lingue con i casi>it. con il di)

in VSO e SVO= modificatori seguono la testa nominale; uso di preposizioni

in SOV la precedono; uso di posposizioni

nelle lingue di tipo II abbiamo maggiori variazioni

Sandra Thompson>(1978) in luce come alcune lingue abbiano piuttosto un ordine di costituenti
pragmatico.(regolato da condizioni dettate dallesigenze della struttura comunicativa della frase)

lingue che rientrano perfettamente in un dei tre tipi> poche

es. IT=enunciato intransitivo pu avere ordine VS (Arriva il treno) mentre in ING. obbligatorio SV(The
train arrives)

Tedesco> ordine SVO ma anche se cambio lordine dei costituenti (OVS) non posso mai cambiare
la posizione del verbo (lingue V2= verbo in seconda posizione)

5.3 DUE LEGGI SULLORDINE DEI COSTITUENTI.

Entrambe colgono in maniera fattori che possono influenzare lordine anche in lingue di famiglie .

5.3.1 Tipi di costituenti.

Esaminare anche le possibili restrizioni sulla posizione di determinati costituenti

parolacostituente>parola unit di analisi morfologica, costituente unit di analisi sintattica

costituenti= hanno anche funzione comunicativa

verbo finito=rilevanza specifica, con V si intende il verbo finito o, nel caso di verbi composti, lausiliare.
es: in tedesco, in verbi composti, lausiliare a dover tenere obbligatoriamente la seconda posizione

5.3.2 La seconda posizione nella frase e la legge di Wackernagel.

Linguistica svizzero J. Wackernagel> a riguardo della posizione dei clitici nelle lingue ie antiche

clitici tendono a comparire sempre in in posizione 2(dopo la prima parola accentata della frase)

rilevanza quando si sono confrontati anche i dati dellittita>regola seguita rigidamente

stessa posizione si trova anche in numerose altre lingue non imparentate e senza alcuna
connessione geografica(es. lingue dellAustralia)

5.3.3 La legge di Behagel.

Otto Behagel, studioso tedesco


legge dei costituenti crescenti=ordinati nella frase in base al loro peso fonologico( a dx quelli pi
pesanti)

peso = corpo fonologico+ complessit categoriale interna

non coglie particolarit di qualche lingua ma descrive una conseguenza della struttura
informativa dellenunciato> costituenti pi pesanti sono quelli che veicolano le info.

posizioni iniziale e finale= particolarmente impo per la comunicazione

stile narrativo> info condivisa(cose gi dette) precede quella nuova

5.4 ORDINE MARCATO E ORDINE NON MARCATO:DAL LATINO ALLE LINGUE ROMANZE.
Cambiamenti dal latino alle lingue romanze:

posizione del verbo>in frasi che hanno un oggetto diretto= lat. O precede V, it. O segue V.

lat. ita.> non tanto il verbo posto alla fine della frase in lat. quanto la possibilit che ci possa
accadere(lat. no tipo SOV rigido, verbo no posizione obbligatoria)

tipo delle lingue romanze= SVO (di solito), francese ha il soggetto obbligatorio a dierenza delle altre
lingue romanze.

con luso dei clitici possiamo usare praticamente qualunque ordine di costituenti

> uso dei costituenti libero ma esistono ordini che sono meno marcati dal punti di vista morfologico.

anche in latino libero lordine dei costituenti, ma no sistema di clitici perch i nomi avevano la flessione
quindi le relazioni erano espresse dai casi.

5.4 LA STRUTTURA DELLA FRASE SEMPLICE INDOEUROPEA.


Importanti per la struttura della frase:

clitici> P2

verbo finito>posizione libera e determinata da fattori pragmatici

preverbi> sia davanti al verbo che adiacenti ad esso

costituenti nominali: soggetto poteva essere omesso, non obbligatorio.


oggetto diretto=omesso se non era enfatico

possibili strutture della frase ie> (CONN= connettivo; = attacco dei clitici; X costituente da
verbo, preverbio o connettivo; pu ricorrere un altro
costituente accentato)

lingua caratterizzata da un ordine


essenzialmente libero

tipo sintattico vario> dicile


ricostruire un ie appartenente a
un tipo sintattico rigido

5.6 FRASE PRINCIPALE E FRASE DIPENDENTE.

Posizione del verbo in principale e dipendente in ita. la stessa, ma non cos in tutte le lingue(es. tedesco)

In genere, frase subordinata> dinamismo comunicativo minore di quella principale, aggiunge info di fondo

5.7 DAL LATINO ALLE LINGUE ROMANZE: I CLITICI.

I clitici costituiscono una categorie di parole variegata, caratterizzate essenzialmente dal fatto di essere
brevi o brevissime (monosillabe o bisillabe); particelle, non autonome, simili per molti aspetti agli assi.
> lingue romanze: posizione proclitica; posizione enclitica=subito dopo il verbo( in IT. si attaccano
spesso al verbo)

elementi di statuto ibrido= hanno categorie flessive quindi sono parole morfologiche per non
avendo accento si comportano fonologicamente come gli assi.

Dal latino alle lingue romanze> creazione di un sistema di clitici pronominali.

dove si usano, hanno un grado di obbligatoriet maggiore delle forme libere, proprio perch si avvicinano
ai morfemi legati.

in latino non facile distinguere da forme pronominali accentate da forme enclitiche, per le forme
pronominali non enfatiche non si trovano mai a inizio frase.

non in tutte le lingue romanze il grado di grammaticalizzazione dei clitici uguale> portoghese, es,
sono meno grammaticalizzati che in italiano

tipo del latino si oppone a quello delle lingue romanze per una maggiore indipendenza del sintagma
nominale nel segnalare le funzioni sintattiche(lingue r. possono segnalare le funzioni sul sintagma verbale,
con luso dei clitici)

> questo avvicina le lingue romanze alle lingue incorporanti

5.8 TIPOLOGIA SINTATTICA II: LE RELAZIONI GRAMAMTICALI.

Relazioni grammaticali>funzioni sintattiche dei costituenti nominali. In alcune lingue per la definizione di
soggetto non univoca.

5.8.1 La definizione del soggetto in italiano.

Propriet che lo caratterizzano:

concordanza con il verbo

in frasi coordinate: quando nella seconda omesso, = a quello della prima(pronome)

con il verbo piacere> caratteristiche del sogg. distribuite su due costituenti.


es. a Giovanna piaceva Raaella e lha invitata a cena>concorda con il verbo nella 1 frase: R., stesso
referente del sogg. omesso nella 2: G. = punto di vista morfosintattico il sogg. Raaella ma in una
visione pi ampia nella stessa frase, Giovanna.
es2 A G. R. ha dato un biglietto e lha invitata al cinema>R. sogg. di entrambe le frasi

uguale in frase transitiva e intransitiva>livello semantico, S. e O. nelle transitive= agente e paziente


Cambia la struttura dal punto di vista morfosintattico.
G. (S=agente) ha mangiato gli spaghetti(O=paziente)
Gli spaghetti(S= paziente) sono stati mangiati da G.(O =agente)
5.8.2 Le lingue ergative.

Frase transitiva>presenta sistematicamente la prospettiva del paziente, segnalato morfologicamente


dallassenza di morfemi specifici, come il soggetto del verbo transitivo.

Caso di questi costituenti= caso assolutivo.

Fenomeno complesso che si presenta in maniere

alcune lingue sono ergative con alcuni tempi del verbo

altre hanno anche ergativit sintattica

altre ancora hanno il caso reattivo esteso anche al soggetto degli intransitivi(basco)

Ergativit scissa>solo con certi tempi, aspetti verbali e certi tipi di nomi

5.8.3 Le lingue attive.

Lingue in cui gli elementi di alcune classi lessicali(verbi e sostantivi in particolare) sono divisi in attivi e passivi.

sostantivi attivi= soggetto verbi attivi

sostantivi passivi=soggetto verbi passivi

>gli stati di cose possono essere denotati da verbi


es. ardere1bruciare2> 1=stato e intransitivo, 2transitivo, cambio di stato di un paziente

5.8.4 Il tipo delle lingue indoeuropee.

Lingue come litaliano> l. nominativo-accusativo

Alcuni studiosi> proposta di ie come lingua

ergativa=es. per il nom. maschile con desinenza specifica, mentre in quelle


nom.-acc. non marcato

attiva=basata su evidenze in parte lessicali. ricostruite coppie lessicali (una


neutra per linanimato e laltra f o m per lanimato)> fuoco o acqua come
coppie lessicali= cera una parola che si usava per lattivo e laltra per
linattivo

Alcune lingue ie presentano tipi ergativi che si sono sviluppati nel corso della loro storia>es. le lingue
indiane moderne. Hanno per lo pi sistemi di ergativit scissi

lingue anatoliche=fenomeno per cui i nomi di genere neutro non possono essere soggetto i verbi transitivi

5.9 PARATASSI E IPOTASSI.

Nonostante le lingue ie presentino complicati sistemi di subordinazione>nella fase dellie comune non stato
possibile ricostruire congiunzioni subordinative

dati che fanno pensare che loie avesse una subordinazione molto ridotta rispetto alle lingue che ne sono
derivate> complessit della struttura del periodo una caratteristica dello scritto, non del parlato

i subordinatori>elementi instabili che tendono a rinnovarsi nel mutamento linguistico

es. ittita= esistono temporali, causali e condizionali ma non esistono finali e consecutive

frasi subordinate testimoniate in tutte le lingue=frasi relative introdotte da pronome(in ie.= due basi: *yo- e
*kwi-/ kwo-

Frasi relative= nacquero come frasi correlative(con un pronome indefinito)

Capitolo 6- Spiegazioni del mutamento.

Cause possibili del mutamento linguistico:

passaggio da una generazione di parlanti alla successiva

diversa coesione politica e sociale di un gruppo nella sua storia

contatto tra le lingue

variabilit interna ad una comunit

Definizione di lingua e dialetto>dipende da fattori politici e sociali

Variabilit delle lingue:

diacronica>tempo

diatopica>spazio

diastratica>strati sociali

diamesica>legata al mezzo di produzione della comunicazione

diafasica> legata alla situazione

Contatto tra le lingue porta a:

bilinguismo> perfetto= stessa competenza negli ambiti duso di entrambe le lingue

diglossia> anche detta bilinguismo funzionale=parlate in ambiti funzionali (es. rapporto tra
lingua e dialetto in it.)

fenomeni di contatto:

tipi di sovrapposizione, anche tra lingue non imparentate tra loro

prestiti

calchi

Atlanti dialettali= tracciano isoglosse che coincidono con organizzazioni politiche precedenti o attuali

Linguistica areale> norme di diusione del mutamento(Matteo Bartoli:padre linguistica areale)

norma delle aree laterali=innovazioni che si creano nellarea centrale si irradiano con forza
decrescente nei territori pi esterni(teoria delle onde!)

norma dellarea isolata=le variet parlate nelle aree pi isolate hanno carattere conservativo(es.
Sardegna)

norma dellarea maggiore=la forma conservata in questarea, quella pi antica

norma dellarea seriore= una lingua i cui parlanti si sono insediati in epoca tarda in unarea con
una lingua diversa, mantiene caratteri pi conservativi(es. inglese americano vs british)

Rapporti tra gruppi sociali sono determinanti per spiegare il mutamento diacronico>gruppi pi giovani e
attivi sono spesso portatori di innovazioni= diventano norme quando vengono adottate dalla comunit dei
parlanti

Situazioni estreme di contatto portano alla nascita di nuove lingue(es=creoli) oppure possono nascere da
operazioni pianificate=lingue artificiali(es. esperanto: 1887 Ludwik Lejzer Zmenhof, la voleva come lingua
uciale degli ebrei)

Scomparsa di una lingua> scarso prestigio+ mancanza di una politica linguistica adeguata

Omogeneit a livello diacronico= impressione; osservazione sincronica indispensabile per capire appieno i
mutamenti e giungere alla piena comprensione del quadro sincronico di una lingua.

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