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ERO STRANIERO

E MI AVETE ACCOLTO

Percorso biblico
INDICE

Introduzione pag. 5

Lo straniero pag. 7
nellAntico Testamento

Lo straniero pag. 17
nel Nuovo Testamento

Le chiavi di casa pag. 31

Bibliografia pag. 43

3
4
Introduzione
Nella nota pastorale dellepiscopato italiano Il volto missionario delle parroc-
chie in un mondo che cambia si propone allattenzione delle nostre chiese il
tema delle migrazioni individuando in esse un fattore qualificante del rinnova-
mento per le parrocchie.

Nei confronti degli immigrati la comunit ecclesiale italiana, fedele al vangelo


e alla carit, ha svolto con generosit un ruolo attivo e solidale nellaccoglien-
za, maturando al contempo una progressiva consapevolezza che lattenzione ai
migranti configura un capitolo nuovo, sostanzialmente inedito, dellimpegno
missionario, mostrando come al centro del vangelo e della carit ci sia la carit
del vangelo.

Questo significa scoprire le motivazioni ultime, profonde, che stanno alla base
del nostro lavoro quotidiano di accoglienza agli stranieri, sapendo che non pi
possibile pensarla solo in termini emergenziali. Limmigrato protagonista in-
sieme a noi nel lavoro di costruzione di una societ nuova. Ebbene nella parola
di Dio che possiamo trovare le ragioni profonde del nostro operare. Sappiamo
infatti che i fondamenti biblici debbono costituire le basi per ogni serio lavoro
pastorale.

Le riflessioni qui riportate hanno avuto origine nel seminario Lo straniero in


noi e tra noi, organizzato nel 2008-2009 dallassociazione INCONTRI, strumento
educativo promosso dalla Caritas diocesana di Forl-Bertinoro.
Il tutto lo si offre alla comunit ecclesiale della nostra diocesi, certi di fare un
servizio utile.

Don Pietro Fabbri

5
LO STRANIERO
NELLANTICO TESTAMENTO

1
Israele straniero
Nella Bibbia la figura dello straniero occupa un posto
di primo ordine, prima di tutto perch richiamo per Israele
al suo passato di popolo schiavo in terra straniera.
Vediamo tre eventi fondanti lidentit del popolo eletto.

Abramo e la promessa della terra


Gen 12,1-3s.; 17,4-8 quel Dio che ha fatto alleanza con lui,
La storia del popolo di Israele inizia promettendogli una terra, una poste-
qui, dallincontro tra Dio e Abramo. rit e facendolo benedizione per tut-
Notiamo alcuni indizi teologici: quel- ti e per sempre. Abramo luomo in
li che si legano al contenuto della cammino, vera icona di ogni creden-
benedizione divina, cio la terra e la te che intraprende lavventura della
discendenza. Sono, questi, due modi fede, seguendo quel Dio che non pi
diversi di rivelarsi di Dio: egli si fa pre- legato ad una terra- come gli di dei
sente nello spazio e nelle realt terre- popoli- ma che accompagna il suo lun-
stri (terra) e con la sua vicinanza nel go peregrinare. Il patriarca, pur aven-
tempo (discendenza). E in queste due do ricevuto la promessa della terra,
coordinate che Israele deve cercare la rimane straniero in Canaan (Gen
presenza e lazione salvifica del Dio- 12,6-7), straniero in Egitto (12,10-20),
Emmanuele. straniero in tutto il suo andare; mori-
E lordine di Dio, la sua Parola ef- r senza possedere una patria, eccet-
ficace, che rende Abramo straniero, to un piccolo pezzetto di terra, com-
dunque altro rispetto alla propria prato dagli hittiti, in cui sar sepolto
terra e agli altri popoli. In mezzo agli con la moglie Sara. Anche Isacco e
altri popoli, che adorano gli di, Abra- Giacobbe condividono la stessa sorte
mo mostra la propria alterit e diffe- di Abramo.
renza proprio obbedendo a JHWH, a

7
La liberazione
dalla schiavit dellEgitto
Es 2,23-25; 13,17s. Il fine dellelezione di Israele il
Questo testo splendido, perch dono della terra, eppure quando il
dice la decisione di Dio di intervenire popolo entra nella terra promessa Dio
a favore del suo popolo: possiamo gi gli ricorda che essa non gli appartiene,
parlare del movimento dellincarna- perch Sua:
zione - che trova la propria realizzazio- Dt 8,7-20
ne nel farsi uomo del Figlio di Dio- per Ecco dove risiede lidentit del po-
cui Dio, il trascendente, il totalmente polo di Israele: la sua debolezza, la sua
Altro, si china sul dolore delluomo piccolezza rispetto agli altri popoli, at-
fino a liberarlo dal male. tirano lamore di Dio, per cui il popolo
Un ritornello frequente nella Torah eletto diviene segno, richiamo, me-
richiama la motivazione che ha spinto moria vivente dellamore di Dio verso
Dio ad intervenire a favore di Israele: i piccoli, i poveri, gli stranieri.
Dt 4,32-40; 7,7-9

Lesilio in Babilonia
Israele straniero, ospitato da dellalleanza. Quando Israele ritorna
Dio, vive in una terra come ospite, e nella propria terra, in seguito alledit-
deve sempre essere pronto a rimet- to di Ciro del 539 a.C., deve destreg-
tersi in camino, come Abramo. giarsi tra il rischio di mischiarsi agli
La sua storia mostra chiaramente altri popoli assumendone culti e tradi-
cosa avviene nel momento in cui ci zioni e la tentazione di ripiegarsi su se
si dimentica del dono ricevuto, e ci stesso, per difendere la propria santi-
si comporta come tutti gli altri popoli t e differenza rispetto agli altri. Vi-
idolatri e potenti: lesilio in Babilonia vere la stranierit, avventurarsi sulle
viene letto proprio come conseguen- strade della libert, mantenere una
za del peccato del popolo. differenza non pretestuosa, non lega-
Ger 2,4-19 listica, non declinata come orgogliosa
Eppure proprio il tempo dellesi- estraneit allumanit, ma capace di
lio, drammatico e doloroso per Isra- una prassi altra nella storia: que-
ele, il periodo pi fecondo in cui il sto comportamento difficilissimo,
popolo raggiunge la piena consapevo- al limite dellimpossibilit, eppure la
lezza della propria identit di popolo vocazione del popolo di Dio.

8
2
Israele e gli stranieri
Sono almeno tre i termini fonda- Isolati e disorganizzati, senza difesa,
mentali della Bibbia ebraica per indi- sradicati, immersi nellinsicurezza pro-
care lo straniero, nei quali si pu pria di chi straniero, essi sono in ba-
leggere qualcosa dellesperienza sof- lia degli autoctoni, dipendono dal loro
ferta e dinamica di Israele e del cam- buon volere e rappresentano una fa-
mino della rivelazione nel cuore di cile preda per gli sfruttatori di ogni ri-
questo popolo. sma. Se Israele si preoccupato della
zar: lo straniero lontano, che abi- sorte di questi marginali, non perch
ta fuori dei confini di Israele, colui che si sentito minacciato da loro, n sul
del tutto estraneo al popolo. Verso piano politico, n su quelli economico,
questa figura si verifica un senso di culturale o religioso. Israele non ha bi-
timore, di estraneit, di paura e di ini- sogno di proteggersi dai suoi immigra-
micizia. ti. Al contrario, sono gli immigrati che
nokri lo straniero di passaggio, hanno bisogno di essere protetti.
lavventizio, colui che si trova momen- LAT ha elaborato un vero e proprio
taneamente in mezzo al popolo per diritto dellimmigrato: il legislatore,
motivi di viaggio, di commercio (una intervenendo spesso, in epoche diffe-
sorta di pendolare). renti, a favore dellimmigrato, mostra
gher o toshav lo straniero resi- che il vissuto concreto presentava si-
dente o integrato. I gherim sono nor- tuazioni che richiedevano la neces-
malmente dei non israeliti che, a cau- sit di fare giustizia. Al tempo stesso
sa di necessit politiche o economiche lattenzione costante del legislatore a
sono stati costretti ad abbandonare la questo problema mostra che la pre-
propria terra e a cercare rifugio in un occupazione degli stranieri immigrati
paese straniero per cultura e religio- divenne un elemento strutturale della
ne. societ israelitica. I decreti a favore
Affine al gher il toshav, lavven- degli immigrati e dei profughi si segna-
tizio, il residente senza pieni diritti. lano allinterno di tutta la legislazione
Spesso questi due termini sono acco- dellAT per nettezza e determinazione
stati come endiadi, dove il termine e costituiscono veramente un mo-
gher indica i rapporti dellemigrante- dello ispiratore, fecondo ancora oggi,
residente con la comunit di Israele, per unetica teologica dellaccoglienza
mentre il tshav indica la stessa per- dellaltro e dello straniero.
sona, allinterno del popolo ma nel Il Primo Testamento conosce tre
suo status economico o sociale. principali complessi legislativi, il Co-
In Israele gli immigrati formano un dice dellAlleanza (Es 20,22-23,33), il
vero e proprio sotto-proletariato Deuteronomio, il Codice di Santit (Lv

9
17-26). Successivi anche cronologica- allorfano e alla vedova, gli accorda un
mente essi manifestano unevoluzione trattamento e una posizione speciali; il
della posizione del gher nella societ Codice di Santit lo rende un membro
israelitica: Il Codice dellAlleanza pone della comunit stessa. Vediamo allora
lo straniero sotto la protezione dei qualche passo di ogni codice.
JHWH; il Deuteronomio, accostandolo

Non molesterai il forestiero n lo opprimerai,


perch voi siete stati forestieri nel paese dEgitto.
(Es 22,20)
Es 22,20-21 Es 23,9
Insieme allorfano e alla vedova il La legislazione a favore dello stra-
gher fa parte della categoria dei pi niero motivata dal rimando allespe-
miseri di Israele, di coloro che vivono rienza che Israele ha fatto in Egitto:
in condizioni di povert e totale dipen- JHWH il Dio degli emigrati in terra
denza, esposti ad angherie, soprusi, straniera, dei marginali, dei senza
ingiustizie perch socialmente deboli diritti. Egli si rivelato tale a Israele
e indifesi. In pi lo straniero, apparte- quando questi era gher in Egitto. Al-
nendo ad un altro popolo e a unaltra lora proteggere lo straniero residente
religione, non avendo legami parenta- allinterno dei propri confini significa
li con Israele, facilmente equipara- per Israele confessare la fede in Dio,
bile ad un nemico. Per questo JHWH il liberatore. Al contrario, sfruttare o
interviene in sua difesa: Se tu lo mal- opprimere ingiustamente lo straniero,
tratti, quando invocher da me laiuto, per il popolo significa adorare un altro
io ascolter il suo grido. (Es 22,22). La dio, cadere nellidolatria.
condizione di povert, di marginalit La presenza dello straniero sul pro-
di ingiustizia, pone limmigrato sotto prio territorio deve attivare presso
la diretta protezione di JHWH. Israele la memoria storica dellevento

10
fondante la propria identit e tradursi niere sono dettate da preoccupazioni
in una prassi di solidariet che diret- anti idolatriche: deve essere molto
tamente un onorare il Nome del Dio chiaro ad Israele che egli un popolo
misericordioso e giusto (Es 34,6-7) e altro rispetto agli altri popoli, perch
un confessare la fede in Lui. propriet esclusiva di JHWH. Questa
Laccoglienza degli stranieri e la loro sua differenza deve essere visibile
tutela contraddistingue Israele dagli anche attraverso il proprio comporta-
altri popoli: stato infatti notato che, mento sociale: tu non ti comporterai
se la tutela degli orfani, delle vedove secondo le loro opere (23,24b).
e dei poveri trova riscontri anche nelle Questo Codice dellAlleanza, indi-
civilt circostanti Israele, la protezione rizzato proprio a coloro che hanno
dello straniero si trova solamente in vissuto in prima persona lesperienza
Israele. dellemigrazione e delloppressione in
Il Codice dellAlleanza si chiude con Egitto, appare dunque come un vero e
alcune raccomandazioni che potreb- proprio memoriale della storia passa-
bero sembrare contraddittorie rispet- ta. La memoria dellevento storico del-
to a quanto detto finora: la stranierit diventa legge, e la legge
Es 23,23-33 diventa memoriale dellevento storico
Il testo si riferisce non al gher, ma vissuto e sofferto: al cuore di questo
allo zar, cio allo straniero con cui non circolo ermeneutico c la figura del
ci si deve mescolare. Queste prescri- gher, che rimanda tanto al non israe-
zioni di rottura con le popolazioni stra- lita quanto allisraelita!

Dio ama lo straniero


e gli d pane e vestito (Dt 10,18)
Il Deuteronomio contiene un co- derato, secondo il diritto in Israele, al
dice legislativo connesso alla riforma pari del fratello:
attuata dal re Giosia nel VII sec. a.C. Dt 1,16-17
Le mutate condizioni storiche migra- Dt 24,17-18
zioni di profughi nord israeliti, a causa Il rimando non pi soltanto alla
della caduta di Samaria, ma anche di condizione degli Israeliti stranieri in
cananei e stranieri impongono ad terra di Egitto, ma al loro essere schia-
Israele una rilettura delle leggi che vi liberati da Dio.
riguardano gli stranieri, categoria so- Nel rispetto del diritto dello stra-
cialmente debole ed indifesa, mino- niero si riflette qualcosa dellazione li-
ranza a rischio segnata da povert e beratrice di Dio stesso! Cos le espres-
precariet. sioni pi originali sono racchiuse al c.
Per questo elabora una vera e pro- 10 che parla della circoncisione del
pria rete di previdenza sociale. In- cuore:
nanzi tutto lo straniero viene consi- Dt 10,12-22

11
Lamore che Israele deve allo stra- importanti di Israele (16,9-15), quella
niero fondato sullamore di Dio stes- di pentecoste e quella delle capanne.
so e si traduce in unattiva preoccupa- Solo la festa principale, la Pasqua, me-
zione per la sua vita, affinch abbia moriale dellevento fondante il popolo
il necessario per vivere. Davanti a di Israele, riservata esclusivamente
Dio Israele sperimenta di non essere al popolo eletto: non si tratta di chiu-
diverso dallo straniero: ambedue sura o separazione nazionalistica, ma
dipendono dallamore e dalla benedi- del rispetto della diversit dello stra-
zione di Dio. niero. Pu celebrare la Pasqua chi ha
Il codice deuteronomistico sottoli- fatto esperienza della liberazione ope-
nea laspetto della fraternit e di so- rata da Dio, dalla quale ha ricevuto di
lidariet che deve legare Israele agli nuovo la vita, lidentit, lappartenen-
stranieri, i quali addirittura ogni tre za ad Israele.
anni ricevevano la decima dei pro- Questa prescrizione mostra grande
dotti della terra (26,12-13): il dare la rispetto verso gli stranieri, perch ri-
decima allo straniero espressione conosce la loro diversit, distingue
dei doni che JHWH elargisce al suo senza separare.
popolo (26,11) e soprattutto del dono La solidariet con lo straniero il
della terra che fonda lidentit stessa modo con cui Israele ricorda la pro-
di Israele (26,9). pria condizione di straniero e schiavo
Notiamo che diverse leggi prevedo- in Egitto, di liberato da Dio, e riceve la
no misure di integrazione dello stra- terra quale dono di Dio ed espressio-
niero nella vita religiosa della comu- ne della sua bont. Ospite di Dio sulla
nit (Dt 5,14; 16,11.14; 29,10; 31,12): terra, Israele chiamato ad ospitare lo
egli pu cos partecipare alle feste pi straniero.

Amerai il forestiero come te stesso


(Lv 19,34)
Il Codice di santit richiama un prin- anche gente straniera l stabilizzatasi
cipio molto chiaro: da tempo. Il richiamo alla santit del
Lv 24,22 popolo non si traduce solo in distin-
che per la realt concreta non sem- zione rispetto ai popoli altri, ma anche
pre riusciva a garantire. in amore per lo straniero:
Nei secoli precedenti i profeti ave- Lv 19,33-34
vano denunciato con forza i soprusi Non si tratta solo di non opprimere
e le ingiustizie perpetuate verso gli laltro, ma di entrare in un rapporto
stranieri (cf. ad es. Ml 3,5; Zc 7,10). di assunzione di responsabilit radi-
Quando gli esuli da Babilonia ritorna- cale nei confronti dello straniero. Le
no in patria vi trovano, oltre ai fratelli motivazioni che fondano lamore allo
rimasti che faticarono ad accoglierli, straniero sono esclusivamente teolo-

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giche: Io sono il Signore vostro Dio straniero il popolo realizza la propria
(Lv 19,10.34): lamore per lo straniero vocazione e la propria identit di po-
diviene quindi il segno della santit di polo altro rispetto agli altri popoli.
Israele. Occorre fare una precisazione sto-
Esso non si spiega con leggi socio- rica, perch latteggiamento di Isra-
logiche o con il calcolo politico. Israele ele verso gli stranieri cambiato nel
un popolo diverso dagli altri popoli, corso dei secoli, rispecchiando lauto
se non altro perch popolo di Dio . comprensione che il popolo eletto,
Nellamore allo straniero Israele rea- cammin facendo, acquista di s e della
lizza la propria vocazione, e dunque la missione ricevuta da Dio stesso.
propria identit. Abbiamo detto che lesperienza del
Lespressione come te stesso (Lv ritorno dallesilio per Israele dram-
19,18) non si riferisce n alla misura n matica, perch si tratta di ricominciare
al modo di amare, come se si dovesse la vita nella propria terra insieme ad
portare tanto amore agli altri quanto altri popoli che da tempo ne hanno
se ne porta a se stessi (nellAntico Te- preso dimora. I libri di Esdra e Neemia
stamento non ricorre affatto il concet- testimoniano la chiusura e lavversio-
to di amore di s); essa significa: come ne verso gli stranieri presenti nel terri-
se fossi tu, e intende dire: comportati torio, causata dalla preoccupazione di
in ci come se la cosa riguardasse te mantenere intatta lidentit del popo-
stesso. lo (es. cf. Esd 9-10; Ne 13,23-30).
Luguaglianza tra lisraelita e lo stra- Eppure, soprattutto negli ultimi se-
niero ribadita con forza dalla Scrit- coli prima di Cristo, Israele giunge a
tura in quanto poggia su una verit concepire la propria vocazione non
teologica essenziale: pi in termini di separazione rispetto
la terra mia e voi siete presso agli altri popoli, ma di testimonianza
di me come forestieri e inquilini(Lv e missione: i giudei si auto-percepi-
25,23), cio immigrato e ospite presso ranno come scelti e mandati da JHWH
JHWH. a portare a tutti i popoli la salvezza
Israele non padrone della terra, operata dal Dio di Abramo, di Isacco
ma anchesso vi abita come gher, dun- e di Giacobbe. Si realizza dunque la
que non pu disporne a piacimento, promessa divina fatta ad Abramo: in
ma solo in dipendenza dal vero padro- te saranno benedette tutte le famiglie
ne, il suo Signore. Il riconoscimento della terra (Gn 12,3).Esempi di que-
della signoria di Dio sulla terra si tra- sto: Is 60,1-5; 66,18-22.
duce nellobbligo della condivisione: La storia di Rut, antenata del re Da-
Lv 19,9-10 vide, quindi di Cristo, offre un esempio
Dunque proprio sulla prassi del- splendido di questo atteggiamento di
la carit concreta, che si traduce in apertura verso gli stranieri.
condivisione, che Israele manifesta e
vive la propria identit di popolo san-
to chiamato da Dio. Nellamore per lo

13
3
Una sintesi della spiritualit ebraica:
il salmo 146
Vorrei concludere mettendoci in morte e nutrirlo in tempo di fame.
ascolto di un Salmo, che sintetizza (Sal 33, 16-19)
bene il cuore della spiritualit ebrai- Lidentit di Israele data dalla
ca fondata sulla memoria dellagire sua piccolezza e debolezza, dal suo es-
di Dio quale forza e motivazione per sere un popolo altro rispetto agli altri
lagire nelloggi. popoli, perch acquistato come pro-
priet da Dio stesso, e dunque popolo
Loda il Signore, anima mia: loder il che attraverso il proprio agire richia-
Signore per tutta la mia vita, ma la presenza dellOnnipotente.
finch vivo canter inni al mio Dio. Fede significa lasciar a Dio libero cam-
Linvito alla lode: Israele si ri- po per poter operare come vuole e
conosce popolo scelto, di propriet quando vuole, e assumerne gli stessi
esclusiva di Dio e questo si deve vede- criteri per lagire.
re prima di tutto nella preghiera, cio Creatore del cielo e della terra, del
nella relazione personale con lAltissi- mare e di quanto contiene.
mo. E la preghiera che porta il popolo Dire che Dio il creatore significa
ad uscire da s per orientarsi verso un prima di tutto confessare il primo atto
Altro da cui sa di dipendere. salvifico di Dio, lefficacia della sua pa-
Non confidate nei potenti, in un rola e della sua onnipotenza.
uomo che non pu salvare. Esala lo Significa ricordare sempre che
spirito e ritorna alla terra; in quel gior- del Signore la terra e quanto con-
no svaniscono tutti i suoi disegni. tiene, luniverso e i suoi abitanti (Sal
Beato chi ha per aiuto il Dio di Gia- 24,1) Creatore e Padrone, unico pro-
cobbe, chi spera nel Signore suo Dio. prietario di tutto ci che esiste, ma
Richiamo costante del Salterio anche Signore amante della vita (Sap
e di tutta la Scrittura: di fronte alla 11,26), quindi datore di ogni bene. Il
tentazione di fare come tutti gli altri ricordo della signoria di JHWH tiene
popoli, confidando cio nel potere Israele saldo nel concepirsi solo am-
delluomo e nella forza della violenza ministratore e custode dei beni divini,
e del sopruso, Israele sa che la propria che chiedono di essere condivisi con
forza e vita sta unicamente nella for- gli altri.
za di Dio. Perch il re non si salva per Egli fedele per sempre, rende
un forte esercito n il prode per il suo giustizia agli oppressi, d il pane agli
grande vigore. Il cavallo non giova per affamati. Il Signore libera i prigionie-
la vittoria, con tutta la sua forza non ri, il Signore ridona la vista ai ciechi,il
potr salvare. Ecco, locchio del Signo- Signore rialza chi caduto, il Signore
re veglia su chi lo teme, su chi spera ama i giusti, il Signore protegge lo
nella sua grazia, per liberarlo dalla straniero, egli sostiene lorfano e la ve-

14
dova, ma sconvolge le vie degli empi. empi stessi che, scegliendo il male,
Splendido susseguirsi di nove azioni si pongono con le proprie mani, al di
compiute da Dio che sono come lese- fuori delle possibilit di vita, al di fuori
gesi, la spiegazione della sua fedelt della benedizione divina.
eterna. E la sintesi dellagire divino in Il Signore regna per sempre, il tuo
mezzo agli uomini, che richiama da vi- Dio, o Sion, per ogni generazione.
cino sia il cantico di Anna (1Sam 2,1s.), Ecco spiegata la potenza del Dio
sia il Magnificat di Luca. Altissimo: non una potenza che schiac-
Dio mostra la propria fedelt, e cia, opprime, tiranneggia, ma la debo-
dunque la verit e stabilit della sua lezza della compassione, del patire
alleanza, compromettendosi, coinvol- con gli oppressi, i poveri, i miseri. Isra-
gendosi nelle vicende concrete della ele chiamato ad assumere lo stesso
storia del popolo, cio facendo giu- stile, la stessa logica. Dio si mostra re e
stizia nella misericordia, difendendo i sovrano del mondo facendo giustizia,
poveri e i deboli, chinandosi sugli op- nella verit e nella misericordia. Beato
pressi, liberando e ridando vita. chi assume le vie di Dio come proprie,
In realt non tanto Dio che rendendosi strumento della sua azio-
sconvolge le vie degli empi ma gli ne verso gli ultimi e gli indifesi.

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4
Per concludere
Abbiamo visto che lAT assume il Il passato di Israele segnato dal-
fenomeno dellimmigrazione come la sofferenza: ricordarla significa per il
problema sociale e lo affronta con un popolo esser libero dalla tentazione
approccio spoglio di ogni connotazio- di ripercuotere sullaltro la violenza e
ne xenofoba o razzista. Lo straniero lumiliazione subite in precedenza.
visto anzitutto come persona bisogno- Forse questo insegnamento a ri-
sa di aiuto, protezione, riconoscimen- cordare leredit pi preziosa che ci
to (al pari dellorfano e della vedova), lascia la testimonianza biblica: infatti
ancora prima che come diverso. La la Bibbia insiste sul dovere del ricordo
legislazione dellAT arriva a intravede- piuttosto che sul rispetto dei principi.
re una stessa giurisdizione per lo stra- Il ricordo ferisce linteriorit umana
niero e per lisraelita. Tutto questo di e la vota a servire la debolezza dello
notevole importanza e significato. straniero senza cercare di approfittar-
E importante notare che la cul- ne, di dominarla o semplicemente di
tura di Israele la cultura della memo- passare oltre il suo appello volgendo
ria: il popolo per sapere come vivere lo sguardo altrove. Dimenticare lo
nelloggi deve continuamente volgersi straniero equivale a dimenticare la
indietro e ricordare il proprio passato propria umanit. E, di conseguenza,
di popolo schiavo in Egitto e liberato significa astenersi dai gesti umani,
da JHWH onnipotente e misericordio- umanissimi, dellaccoglienza.
so.

16
LO STRANIERO
NEL NUOVO TESTAMENTO

1
Introduzione
La Parola di Dio non si porta al mani, dovremmo pensare che l abi-
mondo in un cofanetto: la si porta in ta il Verbo che vuol farsi carne in noi,
s, la si porta via in s. Non la si mette impadronirsi di noi, perch con il suo
in un angolo di se stessi, nella nostra cuore innestato nel nostro, con il Suo
memoria, come in un ripiano darma- Spirito comunicante con il nostro spiri-
dio su cui la si sarebbe riposta. La si to, noi diamo inizio nuovo alla Sua vita,
lascia andare fino in fondo, fino a quel in un altro luogo, in un altro tempo, in
cardine intorno al quale ruota tutto il unaltra societ umana. (M. Delbrl)
nostro essere. NellAT abbiamo visto che JHWH si
Non si pu essere missionari sen- rivela ai figli di Israele in terra stranie-
za aver fatto in s questa accoglienza ra, diviene il loro Dio quando sono
franca, larga, cordiale alla parola di stranieri e schiavi in Egitto. E il Dio de-
Dio, al Vangelo, la sua tendenza viva gli stranieri che comanda ad Israele di
di farsi carne, di farsi carne in noi. E agire verso gli stranieri residenti pres-
quando noi siamo abitati da lei, noi di- so di lui come fece Dio con loro (cf. Lv
ventiamo atti a essere missionari.[] 19,33-34). Dio dunque lo si individua in
Una volta che noi abbiamo conosciuto quel gruppo di stranieri-schiavi: Dio
la Parola di Dio, non abbiamo il diritto con questi stranieri-schiavi, Dio sceglie
di non riceverla; una volta che noi lab- la marginalit, sta al di fuori. JHWH il
biamo ricevuta, non abbiamo il diritto Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe:
di non lasciarla incarnare in noi, una nei patriarchi il popolo vede prefigu-
volta che si incarnata in noi, non ab- rata la propria natura. Egli memoria
biamo il diritto di conservarla per noi, di unalterit, di una stranierit che
noi apparteniamo da quel momento riflesso dellelezione divina, testimo-
a coloro che lattendono. [] Questa nianza della presenza divina.
incarnazione della Parola di Dio in noi, Il rivelarsi di Dio un estraniarsi di
questa docilit a lasciarci modellare Dio a se stesso, lentrare in esilio da
da lui, ci che noi chiamiamo la te- parte di Dio fino a incontrare e accet-
stimonianza. tare la sofferenza. Il Dio che si rivela
Quando teniamo il Vangelo tra le nellAT Colui che si compromette con

17
la storia, che con Israele nei suoi esili tempo dellesilio in Babilonia segue i
e nelle sue sofferenze (cf. Es 3,7), cio deportati, nellincarnazione assume
com-patisce, le condivide, le parteci- lumanit, la mortalit, ed in questa
pa. E lesperienza che Israele fa di Dio sua radicale stranierit a s che pu
anche quella di un forestiero nel essere riconosciuto dalluomo. La
paese, come un viandante che passa stranierit appare come condizione di
la notte (Ger 14,8), come un pelle- riconoscimento e di comunione. Dio
grino che condivide la stranierit del si fatto uomo perch luomo possa
suo popolo. Dio segue i patriarchi lun- diventare Dio, direbbero i padri orien-
go le loro peregrinazioni, poi si rivela tali. E Dio colui che si fatto straniero
agli ebrei stranieri in Egitto e li guida [], lui il vero straniero sulla terra.
nel deserto verso la terra promessa; al

Ges straniero
Nei Vangeli Ges stesso viene per- forse dalla Galilea? (Gv 7,41). Non
cepito e narrato come uno straniero, sorge profeta dalla Galilea (7,52).
per il suo vivere in modo altro, mani- I vangeli sinottici ci presentano un
festandosi diverso agli occhi di chi lo Ges che, con la sua missione e la sua
ha incontrato e ne ha poi raccontato esperienza di estraniamento tipica
lesperienza. Anche solo a livello so- dei profeti, assume il volto dellal-
ciale la sua provenienza dalla Galilea tro: altro rispetto alle attese del Bat-
lo rende marginale agli occhi delle au- tista (Sei tu colui che deve venire o
torit di Gerusalemme: Il Cristo viene dobbiamo attenderne un altro? Mt

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11,3); altro rispetto alla famiglia che lo scelta di Dio di rivelarsi assumendo la
giudica fuori di s e vorrebbe ripor- nostra carne, facendosi straniero a se
tarlo a casa con la forza (cf. Mc 3,21); stesso, divenendo uomo rifiutato dal-
altro rispetto alla sua comunit reli- la sua gente:
giosa che lo considera un indemoniato Gv 1,9-14.18
(Mc 3,22). Egli altro anche rispetto Nella riflessione dellevangelista
ai suoi concittadini di Nazaret (cf. Mc Giovanni appare chiaro che la stranie-
6,1-6); significativo che proprio l rit di Ges non definita soltanto da
dove dovrebbe attivarsi il meccanismo parametri etnici, sociali, ma interessa
del riconoscimento e dellaccoglienza, lidentit stessa del Signore quale Fi-
dal momento che Ges venuto tra i glio di Dio, Parola fatta carne, Dio fatto
suoi (Gv 1,11), nella sua patria, pro- uno di noi.
prio l avviene paradossalmente il ri- Ges incarna il cuore di Dio, la sua
fiuto, e Ges diviene estraneo, fino ad passione di Padre, il suo essere amore
essere nemico (cf. Lc 4,16-30). fecondo che continuamente esce da
Il Cristo si calato realmente in tut- s e crea, d vita, sostiene, attrae.
te le sfaccettature della nostra condi- Di fronte ai gesti e alle parole di
zione umana, nella quale non a caso la Ges i Giudei non comprendono il
stranierit assume significati altamen- mistero della sua persona, tanto che
te evocativi e paradigmatici per la vita la domanda circa il da dove viene fa
di ogni uomo: alla sua nascita Ges quasi da ritornello lungo tutto il Van-
non trova posto nellalbergo (cf. Lc 2,7) gelo:
e subito viene collocato fuori della 9,29: costui non sappiamo di dove
citt, in una situazione di marginalit; sia
ancora piccolo condivide con i suoi ge- 16,30: Sei uscito da Dio.
nitori la condizione di straniero in ter- 16,28: Sono uscito dal Padre e sono
ra di Egitto, per paura del re Erode (cf. venuto nel mondo; ora lascio di nuovo
Mt 2,14-15), durante la sua vita non il mondo e vado al Padre.
ha dove posare il capo (Lc 9,58), vive 8,23: Voi siete di quaggi, io sono
litineranza, conosce lallontanamento di lass; voi siete di questo mondo, io
dalla famiglia, lostilit del clan familia- non sono di questo mondo.
re; vive il celibato, incontra linimicizia 3,31: colui che viene dallalto al
e lopposizione da parte delle autorit di sopra di tutti; ma chi viene dalla ter-
giudaiche (cf. Mc 3,22s.). Inoltre viene ra, appartiene alla terra e parla della
incompreso soprattutto dai suoi. terra.
La rivelazione di Dio in Cristo quindi 8,43: Perch non comprendete il
rivelazione della stranierit di Cristo. mio linguaggio?domanda loro Ges.
Nel Vangelo di Giovanni la stranieri- I Giudei incarnano nel vangelo quel-
t del Figlio di Dio addirittura cate- la parte di mondo che resta imperme-
goria di rivelazione. abile alla rivelazione di Ges, perch
E soprattutto il Prologo del vange- non disposta ad accogliere il suo mi-
lo di Giovanni a ribadire con forza la stero e a lasciarsi coinvolgere e rinno-

19
vare dalla sua parola. za di estraniamento: sperimenta lab-
Secondo Giovanni per conoscere Ges bandono del Padre. Sulla croce Ges
occorre fare il salto della fede. La appare come fuori da Dio, fuori dalla
fede lambito in cui la stranierit di salvezza, non solo fuori dalla societ
Ges da elemento di incomprensione civile e rigettato dallistituzione reli-
diviene occasione di incontro e spazio giosa.
di riconoscimento. Il culmine della presentazione che
Il culmine del rifiuto da parte dei gli evangelisti fanno del dramma del-
suoi viene sperimentato da Ges du- la croce e della stranierit di Ges
rante la sua passione, dove come il costituito dallepisodio dei discepoli
Servo sofferente il cui corpo vilipeso di Emmaus, sintesi di tutta quanta la
e svergognato, non ha apparenza n rivelazione del Figlio di Dio, Crocifisso
bellezza per attirare i nostri sguardi e Risorto.
(cf. Is 53,2-3). Cos proprio il Cristo
Crocifisso vive la pi tragica esperien-

Lc 24,13-35:
lincontro con il Risorto

v.13: in Luca tutto levento pasqua- verso da come lo immaginiamo e pen-


le, dalla risurrezione allascensione, si siamo noi.
svolge in un giorno solo. E loggi eter- vv. 19-21: I due conoscono bene il
no di Dio, il giorno della salvezza che kerigma, la storia di Ges, ma si sono
abbraccia tutta la storia umana; ogni fermati alla sua morte: la croce vie-
giorno Ges si fa nostro contempora- ne dai due letta come la fine di ogni
neo. speranza. Israele anelava alla reden-
vv. 14-16: Il Risorto non abbandona zione, che da molti era intesa in senso
i suoi, anzi ora pu farsi vicino a tutti politico, come liberazione dai nemici
e ovunque. Pu entrare anche nelle degli ebrei e restaurazione del regno
porte chiuse, negli occhi ciechi e nei davidico ad opera del Messia.
cuori induriti. Anche noi possiamo correre spesso
vv.17-18: Ges vuole che si esprima lo stesso rischio: sappiamo la teoria, le
la delusione dei discepoli. Lannun- verit essenziali della nostra fede, ma
cio deve entrare in tutto il negativo poi fatichiamo a leggere gli eventi del-
delluomo e della sua storia: deve sal- la vita in modo sapienziale, fatichiamo
varci proprio da questo! ad assumere la stessa logica di Dio,
Ges lo straniero che cammina perch i suoi pensieri non sono i no-
al fianco degli uominiPer riconoscer- stri pensieri e le nostre vie sono diver-
lo occorre lasciarsi coinvolgere nella se dalle sue (cf. Is 55,10-11). Cos ne
sua stranierit, accettare che sia di- rimaniamo estranei, evitando la fatica

20
di assumere il suo stesso criterio ed il La Croce significa morte dei sogni di
suo sguardo sulla realt; ci fermiamo onnipotenza delluomo. Essa annulla
alla scorza della realt senza andare in la pretesa delluomo di giocare nella
profondit. storia da superuomo.
vv. 25-27: Senza testa e lenti di Guardando la Croce, non c pi
cuore: il rimprovero di Ges ai suoi lequivoco di costituirsi come comu-
molto forte, essi sono malati di scle- nit messianica potente nella storia.
rocardia, hanno il cuore indurito ed Ges crocifisso: allora Dio croci-
incapace di battere al ritmo del miste- fisso. Se Dio non ha risparmiato la
ro di Dio morte, ci significa che incapace
Anche noi prestiamo pi fede alla di risparmiare la morte ai suoi. Dio
logica umana, al maligno e alle nostre colui che resuscita, non colui che ri-
paure che alla verit di Dio e della sua sparmia ai suoi, n colui che fa ai suoi
promessa! Questo il nostro peccato: sconti generosi di travaglio storico. La
lincredulit. Il primo passo da fare speranza di Ges speranza in un Dio
quello di ascoltare non i nostri timori che resuscita, che il modo di Dio di
ma la sua Parola di vita! essere presente nella storia oggi. Dio
Non bisognava: ecco il cuore non vincente, perch se Cristo bat-
dellannuncio e del mistero della no- tuto, Dio battuto in Cristo. Ma Cristo
stra fede: la croce non come incidente resuscita, Dio resuscita in Cristo: cio,
di percorso ma come passione divina, la sconfitta non definitiva, non ul-
come scelta di un Dio che si costrin- tima.
ge a legarsi definitivamente alla sorte Dio il custode, lalleato delluomo,
delluomo. colui che cammina con luomo, non
La croce si comprende solo alla rendendolo per questo pi forte, ma
luce della Scrittura. Tutta la divina stando accanto a lui. Luomo, coscien-
Scrittura costituisce un unico libro e te di avere Dio accanto, si batte e Dio
questunico libro Cristo, perch tut- si batte con luomo.
ta la Scrittura parla di Cristo e trova vv. 28-32: Dopo la Parola, Luca ci
in Cristo il suo compimento (Ugo di indica la seconda modalit attraverso
s.Vittore). cui il Risorto rimane con noi per sem-
Ges risorto lesegeta della Parola, pre: il pane spezzato e condiviso, leu-
perch in Lui, s pieno di Dio al mondo caristia, altro segno estremamente
e del mondo a Dio, tutte le promesse fragile ed estremamente potente.
sono divenute realt (2Cor 1,20). La E il memoriale dellamore del Signo-
comprensione profonda e globale del- re che ci spalanca gli occhi che erano
la Parola di Dio dono del Risorto. chiusi, tanto da permetterci di rico-
Il Signore corregge cos la falsa con- noscere il Signore. Se il pane realizza
cezione dei discepoli circa la redenzio- quanto la parola promette, la parola
ne di Israele, come corregge le nostre permette di riconoscere il pane come
strette vedute e le speranze limitate realizzazione della promessa di Dio.
che chiudono i nostri orizzonti. Leucaristia dice la presenza miste-

21
riosa di un Dio che non solo si conse- zione lincontro con Lui attraverso la
gna nelle nostre mani, ma che addi- Parola e il pane: i nostri piedi si volgo-
rittura si lascia mangiare, frantumare no dalla fuga al suo stesso cammino,
affinch possiamo diventare Lui: Chi la nostra testa si dischiude alla com-
mangia di me vivr per me (Gv 6,57). prensione del mistero, il nostro cuore
Dice inoltre che il modo di vivere del comincia a pulsare ed ardere, i nostri
Signore Ges, che ha offerto il suo occhi si aprono a contemplare Lui pre-
corpo, tutta la sua vita, agli uomini sente ovunque, la nostra bocca canta
per amore, lunico modo per rea- le meraviglie della potenza di Dio.
lizzare veramente una vita umana. Si Il mistero pasquale, impastato di
vive solo per amore e amare vuol dire apparente sconfitta e lontananza in-
donare, dare via. finita da Dio, ci dice che il discepolo
E Ges diviene invisibile. Non scom- chiamato a seguire in suo Maestro,
pare, ma ora non pi con noi, ma in Ges, per santificare il popolo con il
noi. E Lui con la sua Parola e il fuoco proprio sangue, pat fuori della porta
dello Spirito che rende il nostro cuo- della citt. Usciamo dunque anche noi
re un nuovo roveto ardente, cos ora dallaccampamento e andiamo verso
Dio si rivela in esso, come nostra vita. di lui, portando il suo obbrobrio, per-
Il suo potere discreto, ci lascia liberi, ch non abbiamo quaggi una citt
anzi suscita la libert del desiderio ri- stabile, ma cerchiamo quella futura.
mani con noi! (Eb 13,12-14).
Cos il cammino di Ges diviene il me- Questa stata lesperienza di fede
desimo dei discepoli: leucaristia si fa di Abramo, di Mos, di ogni chiamato
missione, diventiamo suoi testimoni. nella Bibbia, di Paolo. Qui sta il fonda-
Ci che guarisce la nostra dispera- mento della stranierit del cristiano.

22
2
Ges e gli stranieri
abbastanza evidente che i testi si- Ges, anzi riconosciute, sono supera-
nottici che parlano di incontri di Ges te al livello della ricerca, dellattesa,
con persone che sono culturalmente della fiducia, che appaiono elementi
e religiosamente estranee allambien- determinanti nella caratterizzazione
te giudaico sono gi in parte segnati dellidentit di una persona. [] Se
dallorizzonte dellapertura universa- anche non fa degli stranieri i destina-
listica della missione postpasquale. tari immediati del suo ministero e del
Non di meno per possibile cogliere suo annuncio, Ges, condividendo la
nella sostanza latteggiamento di Ges speranza dei profeti, intravede la loro
nei confronti delle nazioni e il suo at- venuta finale nellorizzonte escato-
teggiamento nella relazione con sin- logico: Molti verranno dalloriente e
goli stranieri. dalloccidente, e siederanno a tavola
Certamente lorientamento dellan- con Abramo, Isacco e Giacobbe nel re-
nuncio e del ministero di Ges verso gno dei cieli(Mt 8,11).
Israele. Lespressione Non sono stato In questa prospettiva di apertura
inviato che alle pecore perdute della vanno letti anche gli accenni positivi
casa di Israele (Mt 15,24) esprime di Ges a personaggi stranieri del pas-
abbastanza fedelmente questo orien- sato: la vedova di Sarepta e Naaman il
tamento. Siro (Lc 4,25-27), la regina del sud (Mt
Figlio del suo popolo, Ges si situa 12,42; Lc 11,31), i niniviti (Mt 12,41;
in continuit con i profeti che, da Elia Lc 11,32). Le tradizioni riguardanti
fino a Giovanni Battista, si sono rivolti lincontro con stranieri, come abbia-
al popolo del Signore, consci del suo mo visto negli episodi precedenti del
primato nel disegno salvifico di Dio. centurione di Cafarnao (cf. Lc 7,1-10;
Due episodi emblematici del rappor- Mt 8,5-10.13) e della donna sirofeni-
to di Ges con gli stranieri sono senza cia (cf. Mc 7,24-30; Mt 15,21-28), al di
dubbio lincontro con la donna siro fe- l di una riaffermazione di concentra-
nicia e con il centurione col servo ma- zione su Israele, testimoniano anche
lato (Mc 7,24-30; Lc 7,1-10). la semplicit con cui Ges guarda agli
Ges non nega la distanza e la dif- stranieri. Non c da parte sua infatti
ferenza che la stranierit dellaltro reazione ostile o sfiducia al loro pre-
comporta, ma sa sempre superare la sentarsi. Anzi, dopo uniniziale resi-
distanza quando vede lo straniero ac- stenza, egli si lascia coinvolgere e loda
cogliere la volont di Dio e la propria la loro fede e bont, offrendo anche
collocazione allinterno del disegno a loro i segni della salvezza. La loro
della salvezza. Le diversit cultura- estraneit, senza essere negata, viene
li, etniche e religiose, mai negate da superata nellorizzonte universalistico

23
della salvezza. e guarendola da dentro per mezzo del
La memoria di questi atteggiamenti dono della sua vita.
e di questa singolare apertura di Ges Se Dio si comportato cos, mo-
aiuter la Chiesa primitiva a compren- strando compassione per laltro, an-
dere come il disegno salvifico di Dio, che il cristiano e, direi ogni uomo deve
pur nella fedelt alla priorit storico- lasciarsi trafiggere il cuore dal dolore
salvifica di Israele, doveva estendersi dellaltro, chiunque sia.
anche agli stranieri pagani. Altro testo essenziale in cui linse-
Ges supera a tal punto la visione gnamento di Ges raggiunge il verti-
negativa degli stranieri da proporre ce:
uno straniero come esempio di amore Mt 25,32-46
del prossimo: Laccoglienza offerta o rifiutata allo
Lc 10,29-37 straniero sar, nel giudizio definitivo,
E una parabola raccontata da Ges il criterio di accoglienza o rifiuto dello
proprio per sovvertire, spiazzare la stesso Signore Ges.
mentalit religiosamente corretta, Laccoglienza dello straniero uno
ipocrita dei funzionari del culto, di dei servizi che si possono compiere
chi si ritiene a posto davanti a Dio per- senza avere la consapevolezza di vive-
ch ha soddisfatto i doveri che la legge re in essi un rapporto con Ges, il Ve-
impone. niente che giudicher tutti gli uomini.
Dunque non un sacerdote, n un A molti accade proprio cos, ci assicu-
levita cio le persone che pi di tut- ra il vangelo; ma nel giudizio apparir
te le altre avrebbero dovuto mostrare manifestamente che nello straniero
il volto del Dio buono ma un non c un bisognoso, e nel bisognoso c
prossimo, uno straniero capace di Ges che chiede di essere accolto con
usare misericordia verso il poveretto amore e compassione.
che giace mezzo morto sulla strada. Nelle parole di Ges laltro, lo
Nelle parole di Ges quindi le diffe- straniero, il diverso, colui che ci
renze etniche, culturali e religiose, in- parla di Dio, ci rivela la sua parola e
vece di creare distanze e separazioni, la sua volont di fraternit per tutti
possono essere colmate mediante las- gli uomini, spingendoci ad uscire da
sunzione di un preciso atteggiamento: noi stessi, dal nostro egoismo e dalle
fare misericordia, cio partecipare a chiusure, per essere come il nostro
quei sentimenti e a quel comporta- Maestro, misericordiosi e compassio-
mento che tipico del Dio di Israele, nevoli. Il comandamento dellamore si
Dio misericordioso e compassionevole traduce nella concretezza della nostra
(cf. Es 34,6), il Dio che Ges ha rivelato esistenza in una via molto ordinaria di
attraverso la propria esistenza. accoglienza data e ricevuta, dono da
In realt la parabola parla del chiedere e da costruire ogni giorno.
mistero del Figlio di Dio che, nellin- Se comincia a realizzarsi questo du-
carnazione, si fa samaritano venendo plice movimento compassionevole e
incontro allumanit ferita dal peccato solidale dello straniero verso il nostro

24
bisogno e di noi verso lo straniero bi- uomo agisce lo Spirito (1Cor 12,6),
sognoso, lestraneit e la diversit di e il Cristo presente in tutti. Questa
ogni tipo cessa di essere motivo di verit deve tenere desta in noi la con-
separazione e inimicizia e si realiz- sapevolezza del dono ricevuto (aver
za quellamorevole prossimit degli conosciuto Ges, poter stare dietro a
estranei e dei diversi che segno di Lui, vivere il suo Vangelo), ma anche lo
unumanit riconciliata e salvata. stupore continuo per ci che Lui conti-
nua a fare, non solo attraverso di noi e
NB: fare il bene, accogliere il diver- la Chiesa, ma nella realt degli uomini,
so, esercitare la carit non esclusiva passando per vie e logiche a noi altre,
dei bravi cristiani, non ci viene dato il ma non per questo meno efficaci.
monopolio della carit, perch in ogni

25
3
I cristiani stranieri
e pellegrini
Dicevamo che la categoria dello Questo aspetto della bellezza della
straniero ha innanzi tutto la funzione vita cristiana sottolineato particolar-
di evidenziare limpossibilit da parte mente da Pietro nella sua prima lette-
delluomo, con le sue sole forze, di ra.
afferrare la vera identit trascenden- Gi nel saluto, i cristiani sono in-
te di Ges. Al contempo per questa terpellati come eletti che risiedono
sua estraneit, e quindi la sua identit temporaneamente, quasi come fo-
misteriosa, pu essere riconosciuta restieri, nella diaspora delle varie re-
attraverso la rivelazione realizzata da gioni che vengono menzionate (1,1).
Ges e attuata dallo Spirito di Verit A questa condizione di forestieri, resi-
che Egli invia ai credenti. La comunit denti temporaneamente nella disper-
dei discepoli che, per la fede sostenu- sione, viene subito contrapposta una
ta e protetta dallazione dello Spirito, realt stabile, quella della eredit che
ha riconosciuto Ges come Figlio di non si corrompe, non si macchia e non
Dio pu ora rileggere la propria vicen- marcisce (1,4), quella della salvezza
da in parallelo e in continuit con que- prossima a rivelarsi negli ultimi tempi
sto straniero di origine divina che il (1,5). Si avverte subito dunque la ten-
mondo incredulo non ha conosciuto e sione in cui viene a trovarsi lesistenza
ha rifiutato. I cristiani esprimono dun- credente: la tensione tra il gi della
que unesperienza e una coscienza di salvezza presente in questo tempo del
stranierit e peregrinanza nel mon- pellegrinaggio (cf. 1,17) e il non an-
do con la quale dicono lalterit della cora atteso per il tempo escatologico
loro fede, non sempre compresa e ta- della salvezza. E per questa tensione
lora osteggiata come avvenuto per che il credente si avverte come fore-
la rivelazione trascendente portata stiero che risiede temporaneamente
dal loro Signore, e dicono anche lal- nella condizione attuale e nel tempo
terit e trascendenza della loro spe- presente. Questa condizione del tem-
ranza, che non le aliena dalla difficile po presente i cristiani sono chiamati a
condizione presente ma le immette in viverla nella speranza, una speranza
essa con lo spirito nuovo di cui il loro resa salda da quel Dio che non solo
Signore le ha rese capaci. conserva per loro un futuro di bene,
La vita del cristiano gi nelloggi della salvezza definitiva ma anche li
pu, con la sua santit, esprimere la custodisce al presente mediante la
bellezza della vita a cui Dio chiama i fede (cf. 1,4-5).
cristiani e a cui destina ogni uomo. Lessere stranieri e forestieri (cf.

26
2,11), nellattuale condizione di atte- stati preceduti, raggiunti e coinvolti in
sa della salvezza definitiva, non com- un movimento di dono e di misericor-
porta per unestraniazione da que- dia che sorpassa abbondantemente i
sto mondo, ma unintensificazione nostri meriti.
dellimpegno di vita nuova. 1Pt 3,13-17
1Pt 2,4-12 In mezzo ai non credenti i cristia-
Ges la pietra scartata dai costrut- ni sono una minoranza ricordate
tori; ha preannunciato ai suoi disce- il mandato di Ges, come agnelli in
poli lo stesso destino: Se il mondo mezzo a lupi! (cf. Lc 10,3) - e la loro te-
vi odia, sappiate che prima di voi ha stimonianza, fatta con dolcezza e mi-
odiato me. Se foste del mondo, il tezza deve concretamente tradursi in
mondo amerebbe ci che suo; poi- una condotta bella e santa. Bellezza
ch invece non siete del mondo, ma che deve manifestarsi nelle relazioni,
io vi ho scelti dal mondo, per questo affinch la chiesa divenga un luogo di
il mondo vi odia. Ricordatevi della pa- vita fraterna reale, e soprattutto uno
rola che vi ho detto: Un servo non spazio di dispiegamento di umanit,
pi grande del suo padrone. Se han- un luogo di libert e non di paura, di
no perseguitato me, perseguiteranno dialogo e non di monologo o di mu-
anche voi; se hanno osservato la mia tismo.
parola, osserveranno anche la vostra. Nel capitolo precedente si diceva che
(Gv 15,18-20). il dono della terra deve rimanere tale,
Dunque la nostra identit di cristia- perch del Signore la terra e quanto
ni segnata da questo fallimento da contiene, luniverso e i suoi abitanti
questa incomprensione degli uomini, (Sal 24,1):
proprio perch siamo nel mondo ma I discepoli di Ges sono chiama-
non siamo del mondo, come il nostro ti a vivere quindi lo spazio e il tempo
Signore e Maestro. Dunque non c quali dono, facendosi responsabili del-
da spaventarsi o da evitare la croce, o la bellezza di questa vita: bellezza che
peggio ancora da assumere la stessa si traduce in simpatia e vicinanza con
logica di violenza, di rifiuto e di con- gli uomini, sobriet e povert evange-
danna del fondamentalismo religioso liche, trasparenza e limpidezza della
e di chi non ha conosciuto il Vangelo. vita personale che dice no allidolatria
non lasciamoci affascinare da logiche del possesso, del piacere e dellegoi-
molto umane epoco cristiane! smo. Questa bellezza diviene promes-
Siamo popolo che Dio si acqui- sa di beatitudine per lumanit intera.
stato, popolo chiamato, perch pro- La bellezza sempre una promessa di
clami le sue opere meravigliose. Le felicit e dunque rimando escatolo-
sue, non le nostre! Ancora una volta gico (3,12).
ritorna linvito, tipico della spiritualit Questa bellezza il pellegrino-fore-
ebraica, a fare memoria della nostra stiero la declina come comunione che
origine e vocazione, affinch restiamo non diviene accaparramento, posses-
saldi nella consapevolezza di essere so, assorbimento. [] Questa bellezza

27
passaggio dal consumo alla comu- io con il Signore non centro niente,
nione. Di questa bellezza fa parte il perch in essa tutta lumanit di tutti
desiderio di essere con il Signore, la i tempi stata redenta. Qui si parla di
nostalgia di Dio inscritta nel nostro stranieri e ospiti in senso umano, per
corpo: Finch abitiamo nel corpo sia- dire che di fronte al mistero dellamo-
mo in esilio lontano dal Signore (2Cor re di Dio manifestato in Cristo tutti
5,6). S, camminando in paese stranie- gli uomini sono uno, sono figli amati,
ro si esercita il desiderio, si impara a sono fratelli, per sempre!
desiderare la patria, a orientare a Dio La Chiesa dunque una comuni-
il desiderio, il pensiero, lamore. Dav- t pellegrina, precaria, chiamata a vi-
vero, il cammino di stranierit e pe- vere lattesa escatologica del Signore
regrinazione di fronte al Signore che Ges e di questa manifestazione esca-
viene cammino di trasfigurazione! tologica deve farsi memoria, segno e
Brevemente ci mettiamo in ascolto di strumento in mezzo agli uomini.
un altro brano, della lettera agli Efesi- Se la Chiesa resta fedele al suo Si-
ni, per coglierne alcune luci: gnore e alla sua volont che lha pla-
Ef 2,13-22 smata, si strutturer nella povert che
Paolo sta parlando ai cristiani giun- le consentir di discernere i poveri e
ti alla fede dal paganesimo, i quali, di essere da loro riconosciuta, sar ca-
in Cristo Risorto, sono stati costituiti pace di accogliere gli stranieri in piena
unico popolo insieme ai credenti pro- fedelt alla sua comunione plurale, e
venienti dal giudaismo. Il Signore ha non si lascer imprigionare dalla sedu-
annullato ogni discriminazione e se- zione del nazionalismo, delle logiche
parazione tra gli uomini. di patria e dellidentificazione su base
Il discepolo di Ges non pu pi etnica. Solo cos la chiesa potr esse-
ergere muri di separazione e di ini- re un segno, povero e debole eppure
micizia, ma deve adoperarsi affinch estremamente limpido, del Regno che
tutti possano essere e riceversi quale viene, in cui tutte le genti prenderan-
unico corpo di Cristo. no finalmente parte alla benedizione
E la potenza della croce ad aver donata ad Abramo, il padre dei cre-
annientato per sempre ogni esclusio- denti, il prototipo di colui che attende
ne, ogni lontananza fra gli uomini: di la salvezza.
fronte ad essa nessuno pu pi dire:

28
4
Per concludere: a Diogneto
Concludiamo mettendoci in ascol- perseguitati. Non sono conosciuti, e
to di una parte della famosa lettera a vengono condannati. Sono uccisi, e
Diogneto: vi troviamo una splendida riprendono a vivere. Sono poveri, e
descrizione della vita dei cristiani del fanno ricchi molti; mancano di tutto, e
II sec., il loro mettere in pratica nella di tutto abbondano. Sono disprezzati,
concretezza della vita il Vangelo del e nei disprezzi hanno gloria. Sono ol-
Signore Ges. traggiati e proclamati giusti. Sono in-
Sia questa per tutti noi richiamo giuriati e benedicono; sono maltrattati
forte ed incessante a fare della nostra ed onorano. Facendo del bene vengo-
esistenza Parola viva affinch chi ci in- no puniti come malfattori; condannati
contra possa vedere in noi il volto del gioiscono come se ricevessero la vita.
Padre buono e misericordioso. Dai giudei sono combattuti come stra-
I cristiani n per regione, n per nieri, e dai greci perseguitati, e coloro
voce, n per costumi sono da distin- che li odiano non saprebbero dire il
guere dagli altri uomini. Infatti, non motivo dellodio.
abitano citt proprie, n usano un A dirla in breve, come lanima nel
gergo che si differenzia, n conducono corpo, cos nel mondo sono i cristiani.
un genere di vita speciale. [] Vivendo Lanima diffusa in tutte le parti del
in citt greche e barbare, come a cia- corpo e i cristiani nelle citt della terra.
scuno capitato, e adeguandosi ai co- Lanima abita nel corpo, ma non del
stumi del luogo nel vestito, nel cibo e corpo; i cristiani abitano nel mondo,
nel resto, testimoniano un metodo di ma non sono del mondo. Lanima invi-
vita sociale mirabile e indubbiamen- sibile racchiusa in un corpo visibile;
te paradossale. Vivono nella loro pa- i cristiani si vedono nel mondo, ma la
tria, ma come forestieri; partecipano loro religione invisibile. La carne odia
a tutto come cittadini e da tutto sono lanima e la combatte pur non avendo
distaccati come stranieri. Ogni patria ricevuto ingiuria, perch impedisce di
straniera patria loro, e ogni patria prendersi dei piaceri; il mondo che pur
straniera. Si sposano come tutti e ge- non ha avuto ingiustizia dai cristiani li
nerano figli, ma non gettano i neonati. odia perch si oppongono ai piaceri.
Mettono in comune la mensa, ma non Lanima ama la carne che la odia e le
il letto. Sono nella carne, ma non vivo- membra; anche i cristiani amano co-
no secondo la carne. Dimorano nella loro che li odiano. Lanima racchiusa
terra, ma hanno la loro cittadinanza nel corpo, ma essa sostiene il corpo;
nel cielo. Obbediscono alle leggi sta- anche i cristiani sono nel mondo come
bilite, e con la loro vita superano le in una prigione, ma essi sostengono il
leggi. Amano tutti, e da tutti vengono mondo. Lanima immortale abita in

29
una dimora mortale; anche i cristiani i cristiani maltrattati, ogni giorno pi
vivono come stranieri tra le cose che si moltiplicano. Dio li ha messi in un
si corrompono, aspettando lincorrut- posto tale che ad essi non lecito ab-
tibilit nei cieli. Maltrattata nei cibi e bandonare. (Lettera a Diogneto, V-VI)
nelle bevande lanima si raffina; anche

30
LE CHIAVI DI CASA
per vivere da discepoli del Dio
straniero

1
Introduzione
Ci siamo accostati alla Scrittura in sceglie di abbracciare totalmente la
punta di piedi, accogliendola come nostra vita facendosi straniero a se
Parola di Dio pronunciata attraverso stesso e indicando a noi lo stesso per-
la storia di uomini; Parola che viene corso da vivere per essere suoi testi-
donata a noi credenti affinch possa moni. Dal suo dono deriva lidentit
continuare lincarnazione del Cristo, dei cristiani quali stranieri e pellegrini
attraverso le nostre vite, nella storia su questa terra, che si traduce nelles-
di oggi. sere costruttori della civilt dellamore
Nel primo capitolo abbiamo visto nelloggi ma anche memoria e richia-
come lidentit del popolo di Israele mo di quella patria celeste alla quale
sia quella di essere popolo chiamato tutti siamo destinati.
e liberato dalla schiavit, popolo la cui In questultimo capitolo cerchere-
stranierit in mezzo ad altri popoli ri- mo, infine, di fare sintesi, cio di rac-
manda alla presenza misteriosa di Dio cogliere le luci emerse durante i passi
e alle sue azioni a favore dellumani- precedenti e poi di trasformarle in
t. provocazioni per la nostra vita di di-
Nel secondo capitolo abbiamo, in- scepoli del Signore, chiamati a vivere
vece, accolto Ges quale rivelazione in questo pezzo di terra e di storia.
del Dio con noi, il Dio che per amore

31
La diversit radice della fratellanza
Gen 4,1-16 - Abele: il soffio leggero, la pol-
Testo fondante, delle origini. vere.
vv. 1-2: Siamo davanti al conoscersi Questo mistero delluomo sembra
originario delluomo e della donna. La evocato ora dai due fratelli: insieme
vita stata ferita a morte, non pi dicono la totalit del mistero delluo-
possibile dentro il giardino; ora ha a mo e della sua vocazione, perch sono
che fare con la durezza di una terra un agricoltore della terra e un pastore
ormai maledetta (Gen 3). Per que- di greggi. Due fratelli diversi che, pro-
sta vita continua ad essere rivelazione prio perch sono diversi, dicono la ve-
della fedelt di Dio. Cos anche se luo- rit piena delluomo.
mo ha rifiutato il bene, Dio continua Se i fratelli sono due, allora sono di-
la sua promessa di bene e dunque la versi per forza: uno primogenito e
vita continua, anche se una vita fe- uno secondogenito. Diversit sostan-
rita, che ha in s il germe del peccato. ziale gravissima, perch nella Bibbia il
Dunque la vita si presenta come vita primogenito portatore della benedi-
feconda (Andate e moltiplicatevi): zione divina. Ecco subito la prima di-
non solo nasce un figlio, ma due, due versit tra fratelli.
fratelli. C anche una diversit di lavoro,
Di Abele non si d spiegazione del quindi di cultura:
nome. Hebel lett. significa soffio, va- uno agricoltore, laltro pastore: sono
pore, vento leggero: qualcosa di in- le due dimensioni delluomo, ma an-
consistente, di fugace, che dura un che le due divisioni dellumanit. Il se-
attimo. Nel suo nome iscritta la fu- dentario legato alla terra, e il nomade.
gacit e il destino di Abele. Sono i due grandi gruppi culturali e
Significativo non solo il suo nome, sociali dellantichit, tradizionalmen-
ma anche linsistenza con cui il testo te in contrasto: qui dicono la pienezza
ripete lidea che Abele fratello di Cai- dellumanit.
no: come se non fosse possibile dare Sono le due attivit tipiche delluo-
ad Abele una consistenza personale mo, cos come dice Gen 2. La diversit
se non in riferimento a Caino. Tutto tra i due si esplicita nella diversit del
giocato su queste due nascite. rapporto con Dio, infatti se ne parla
Due fratelli che proprio nel loro subito dopo, con lazione di culto fatta
esistere come due, quindi come diver- da entrambi.
si, dicono insieme la totalit dellesse- vv. 3-4: di tutti e due si dice che por-
re umano: tano qualcosa in offerta a Dio. Il testo
- Caino: quello nato prima, dono usa la stessa espressione, latto che
da Dio, fatto con Dio, dunque luomo fanno lo stesso, cambia solo logget-
che immagine di Dio, in strettissima to dellofferta.
relazione con Lui. Il testo non offre spiegazione alla

32
diversa risposta di Dio. In Caino ancora pi grave perch il
Lett.: E guard il Signore verso Abele primogenito.
e verso la sua offerta e verso Caino e Ma la politica di Dio altra, Lui va
verso la sua offerta non guard: ecco sempre a scegliere il pi piccolo: cos
lultima differenza tra i due fratelli. Si Giacobbe, Gedeone, Davide, Efraim;
dice che Dio guarda e non guarda: la Maria di Nazareth. Dio sceglie sempre
conseguenza di questo che Caino si il pi piccolo, linaspettato, colui che
adira. Colui che Dio guarda si sente sembra non avere motivi per essere
benedetto, si sente in rapporto spe- scelto! Non c rifiuto, c una scelta.
ciale con la vita; al contrario chi non Il modo con cui luomo invece per-
si sente benedetto sente che non rie- cepisce questo quello del rifiuto: se
sce nella vita. Allora la differenza che Dio sceglie laltro, allora significa che
Abele vive in pienezza e felicemente la rifiuta me sembra pensare Caino, che
vita, mentre il fratello no. cos facendo rifiuta di entrare nel mi-
Ma non viene spiegato il perch stero dellelezione.
di questa differenza che fa Dio. E evi- E il modo con cui Dio ama di-
dente che la differenza non sta nei versamente ciascuno di noi ci che ci
due fratelli, n nellofferta, ma in Dio costituisce in vita.
che guarda e che non guarda. Questa diversit che ci che ci fa vi-
La diversit sta in Dio e ci disturba vere e che il diverso modo con cui
e d limpressione di un Dio capriccio- Dio ci ama, noi per lo traduciamo in
so, che fa preferenzequesto secondo termini di pi o meno amore, in ter-
il nostro modo di pensare disturba, al- mini di esclusione.
lora si tenta di difendere Dio finendo Caino non accetta il modo diverso
per dire che luomo colpevole! di Dio. Abele amato pi di me, dun-
Il testo invece ci costringe ad entra- que io non valgo, dunque Dio ingiu-
re in una prospettiva diversa, quella di sto! Da qui nasce tutto il problema. A
Dio, della sua misteriosa e libera scel- questo punto Dio interviene facendo
ta di chi vuole. luce sulla verit.
Siamo davanti al mistero dellele- v. 6: domanda che non cerca la ri-
zione divina. Dio privilegia Abele, cos sposta, ma cerca di smuovere laltro.
come predilige Israele, il pi piccolo Testo difficile, lidea : se fai il bene
fra tutti i popoli (Dt 7,7s.) e lo sceglie. puoi alzare il volto e non essere triste,
Non ci sono meriti che luomo possa perch hai trovato grazia.
accampare. Lelezione divina sem- E il peccato che cerca Caino, verso
pre per una missione in favore di altri. di lui sar il suo desiderio ma Caino
Cos Israele. Cos Abele, che anche a potr dominarlo. Qui la debolezza
favore di Caino. riferita al peccato, che Caino pu do-
La scelta divina non implica il ri- minare.
fiuto di Caino, questa per viene per- Dio cerca di aiutare Caino a compren-
cepita dalluomo come ingiustizia, dere la questione nei suoi veri termini,
come un rifiuto da parte del Creatore. cercando sempre la via della salvezza.

33
Abele qui ignorato completamen- lo. Ora il sedentario diventa nomade
te; siccome ora lelemento debole perch diviene fuggiasco.
Caino, il figlio in difficolt, Dio come vv. 13-14: le conseguenze del pec-
un padre buono se ne prende cura. cato si manifestano e invadono tutte
Ma Caino non accetta questo e non le dimensioni della vita. Le tre dimen-
vede lamore di Dio. sioni della relazione con laltro: la ter-
Il rifiuto dellamore di Dio si con- ra, gli altri, lAltro. Ora queste relazio-
cretizza nel rifiuto del fratello, nelleli- ni, che permettono alluomo di vivere,
minazione fisica. sono radicalmente alterate:
Ma uccidere il fratello uccidere se -con la terra: sterile, non consente
stesso: questa la prospettiva biblica. alluomo di vivere, non lo accoglie;
vv. 9-11: Dio chiede conto della vit- - con i fratelli: ora Caino solo, fug-
tima, la cerca, si mette dalla sua par- giasco e fragile
te, attraverso una domanda che pone - con Dio: Caino deve fuggire lontano
Caino di fronte alle sue responsabilit dalla sua presenza.
verso il fratello minore; ma egli rifiuta, Ecco le estreme conseguenze di
negando di esserne responsabile. una colpa estrema, che la violenza
Caino dice: io non sono il custode, delluomo contro un altro uomo.
perch non mi occupo di lui, perch La violenza chiama alla violenza,
non sono suo fratello! Incosciente- provoca altra violenza. Caino ha ucci-
mente come se Caino stesse dicen- so, la spirale del male stata innesta-
do la molla che ha fatto scattare lomi- ta, ora egli consapevole che un altro
cidio: il fatto che Abele fosse pastore uomo pu ucciderlo. Allora Dio inter-
Il problema di Caino proprio che non viene, cos come Adamo ed Eva erano
lui il pastore, non lui Abele! vestiti di pelle fatta da Lui: ci segnala
vv. 11-12: Sii maledetto: dice qual- s il peccato, ma anche il segno della
cosa che gi avvenuto e che Dio ora presenza e della vicinanza di Dio che
esplicita. Caino ha ucciso la vita e ora non abbandona mai.
ecco le conseguenze: la terra ha assor- v. 15: Dio impone anche a Caino un
bito il sangue di Abele, ora non d pi segno come protezione, che segnala la
frutti. (..non Dio ad impedirli!) colpa commessa dalluomo ma anche
Cos Caino, che era lavoratore del- il fatto che questa colpa pu essere
la terra, ora diviene nomadeCome misteriosamente vinta e che il pecca-
Abele. Ma Abele era pastore perch tore pu essere salvato dalla morte.
nomade, ora invece Caino pastore Certo questa non una vera solu-
perch fuggiasco; ora condannato zione del problema, perch la violenza
allesilio, che porta con s tutte le con- non sconfitta definitivamente, infatti
seguenze Caino non morir non perch gli altri
Ora la maledizione non tocca pi lo amano, ma perch gli altri hanno
solo la terra (Gen 3) ma anche luomo, paura di toccarlo, hanno paura della
che dovr andare fuggiasco perch vendetta. Cos gli altri lasceranno vivo
non c pi terra che possa accoglier- Caino, ma di una vita che simile alla

34
morte perch rifiutata, non amata, tare un altro fratello, che bloccher la
non uccisa ma solo per paura. violenza dando la vita, e che dar un
La violenza non vinta. La vita segno, definitivo, con la croce.
sempre segnata da essa, dalla paura, Gen 4 ci dice che nel momento in
dalla solitudine. Ormai si protegge la cui luomo non accoglie laltro come
vita solo mettendo degli steccati a sua fratello, il male dilaga nelle vene della
difesa, ma senza il cambiamento del vita umana e che non riconoscere la
cuore. Se gli altri non mettono in pra- diversit del fratello significa in fin dei
tica la violenza contro Caino solo per conti ucciderlo, cio autodistruggersi,
paura di una violenza maggiore. perch il male fa male prima di tutto a
Per avere la soluzione bisogner aspet- chi lo compie.

35
2
La misteriosa visita di Dio
Gen 18,1-15 sottomissione, della prostrazione, ge-
Altro testo paradigmatico, che sto che si compie di fronte ad uno per-
questa volta rivela non tanto il volto cepito come superiore a se stesso.
delluomo, ma quello di Dio. Dunque vv. 3-5: Abramo fa una preghie-
racconto teologico, che ci parla del ra molto bella, che ricorda quella di
modo di agire del nostro Dio. Mos (cf. Es 34, 8-9).
v. 1: Abramo raggiunto dai tre vi- I tre non parlano, come spesso fan-
sitatori nellora pi calda del giorno: no gli stranieri i quali non sanno o non
lora meno adatta per lospitalit, il osano chiedere, e sono costretti a co-
tempo in cui accogliere qualcuno ri- municare con il silenzio. Ma Abramo
sulta un disturbo al proprio riposo. mostra grande finezza di cuore, un
La visita di Dio generalmente uomo abituato ad ascoltare il silenzio,
cos: senza rumore n preavviso, ad ascoltare la Parola di quel Dio che
allimprovviso, ma senza spaventa- si rivelato nella sua vita chiedendogli
re, in modo familiare. Dio non mai di intraprendere un lungo esodo
lontano dalla nostra vita, ma sempre Chi abituato ad ascoltare la Pa-
alla nostra tenda, anche quando sia- rola dellAltro per eccellenza, diviene
mo centrati sul nulla, quando siamo capace di accogliere lappello dellal-
nel letargo (cf. Ap 3,20). tro uomo, in qualunque modo venga
Abramo sulla soglia, che il espresso.
luogo esistenziale in cui dovremmo Cos tutto ci che Abramo compie
sempre collocarci nellincontrare lal- generato proprio dalla sua capacit di
tro: soglia che segna la differenza ma ascolto sincero e attento.
aperta alla relazione, allaltrove; so- vv. 4-5: in queste splendide parole
glia che diventa il primo luogo della c tutta lessenza dellospitalit, che
comunicazione rinnovata con chi pas- un servizio ed autentica solo quan-
sa e appare do chi la esercita si considera servo
Sulla soglia Abramo scorge tre visita- dellaltro, si mette al suo servizio come
tori stranieri, tre sconosciuti, dei quali al servizio del suo signore.
non si descrive n abito, n aspetto, Se ho trovato grazia: bellissima
n provenienza o nazionalit, e li invi- domanda. Di per s proprio cos:
ta ad entrare nella propria tenda. lo straniero, il diverso da me sem-
Abramo si prostra fino a terra: non pre un dono di grazia, che, se accolto,
riempie i suoi ospiti di domande, non diviene portatore di una rivelazione
vuole sapere chi sono, dove vanno, nuova, inedita.
rende invece loro omaggio compien- Anche il gesto della lavanda dei pie-
do un gesto molto bello, quello della di dice tutta la capacit di accoglienza

36
ed ospitalit del patriarca: il ricono- allambiguit della fede. A Dio piace
scimento del bisogno dellospite e, allo manifestarsi cos: nel forestiero, nel
stesso tempo, un segno di attenzione giardiniere, nel pescatore, nel fratello
che vuole mettere a proprio agio lal- povero
tro senza umiliarlo, ma facendolo sen- vv. 9-10: Ora levento dellospitalit
tire a casa. diviene evento di rivelazione. Sara ri-
Accogliendo i misteriosi visitatori il mane nella tenda, nascosta dalla ver-
letargo spirituale di Abramo diviene gogna della sua sterilit. Nella Scrittu-
piano piano una festa. ra questa dice lassoluta impossibilit
Quando ci apriamo allaccoglien- delluomo, il suo limite insormontabi-
za, la nostra vita si trasforma e cambia le.
colore: il letargo cambiato in gioia, Ecco, Dio entra in azione pro-
festa, stupore, forze rinvigorite! Non prio qui: la coppia fondatrice del po-
dimenticate lospitalit; alcuni prati- polo dellalleanza sterile, affinch sia
candola hanno accolto degli angeli chiaro che Dio a dare e fare tutto!
senza saperlo! (Eb 13,2) Tutti siamo sterili davanti a Dio, inca-
vv. 6-8: tutto ruota ormai attorno a paci di darci la vita, poveri, nella con-
questi tre visitatori misteriosi, tutto dizione di dipendenza.
fatto per loro. La visita di Dio ci fa uscire dalla
Il banchetto preparato quasi nostra vergogna e ci dona possibilit
con fretta, con urgenza, perch di di vita nuova. Sempre cos nella no-
fronte al bisogno dellaltro non si pu stra vita: laccoglienza dellaltro mi fa
indugiare, e tutti i gesti che Abramo uscire dallisolamento, dallo smarri-
compie rivelano la sua sollecitudine, mento. Se voglio vita devo accogliere
premura, capacit di mettersi a servi- laltro, anche quando mi sveglia dal
zio degli altri per farli sentire bene. riposo, anche quando quellamico
Ma non sempre facile riconosce- importuno che mi chiede ci che non
re il Signore fra le pieghe del nostro ho. (cf. Lc 11,5-8). Questa la terapia:
quotidiano Ci espresso nella figu- uscire da se stessi per accogliere lAl-
ra dei tre visitatori: sono tre o uno tro quale fonte della propria vita, ed in
solo? Sono tre: dicono la prossimit di Lui divenire capaci di accogliere tutti
Dio. E uno: dice la distanza del Dio to- come fratelli.
talmente Altro da noi. v. 11: Abramo e Sara sono in esilio,
In questo modo la Scrittura ci in- nel paese della sterilit, della vecchia-
vita a conservare la tenerezza della ia, della vergogna. Ma proprio in que-
vicinanza di Dio ma anche la sacralit sto esilio viene loro la Parola di vita
del Suo mistero. Il testo non dice che che li fa uscire dalla propria schiavit.
Abramo riconosce Dio (solo al v. 13 ci Sara esce dalla tenda perch si met-
viene detto che si tratta di Dio), a li- te in ascolto della Parola, che sempre
vello dei sensi rimane lindecisione: ci libera dalle nostre chiusure, dalle
Dio o no? nostre rigidit, dalla nostra autosuffi-
Siamo di fronte allincredulit, cienza, dalle nostre schiavit.

37
vv. 13-14: C forse qualcosa im- uomini.
possibile per il Signore? Per Abramo Perch dare ospitalit? Perch si
e Sara questa risposta unulteriore uomini, per divenire uomini, per uma-
conferma che lo straniero accolto nizzare la nostra umanit. O si entra
Dio stesso, perch lui solo, scrutando nella consapevolezza che ciascuno di
le tracce di un sorriso, leggendo il cuo- noi, in quanto venuto al mondo, lui
re nellintimo, pu conoscere un mo- stesso ospite dellumano, o lospitali-
nologo silenzioso. t rischier di restare tra i doveri da
Vediamo come il tema dellospitalit adempiere: sar magari tra i gesti si-
abbraccia tutta la Scrittura: Samuele gnificativi a livello etico, ma si situer
ospita Saul (1Sam 19,1s.); una vedova su un piano fondamentalmente estrin-
di Zarepta di Sidone accoglie Elia (1Re seco e non diverr un rispondere alla
17,7s.); una donna di Sunem ospita vocazione profonda delluomo, un re-
Eliseo (2Re 4,10); Maria e Giuseppe alizzare la propria umanit accoglien-
non trovano posto nellalbergo; il ri- do lumanit dellaltro. Il considerarci
sorto in cammino con i due discepoli ospiti dellumano che in noi, ospiti
di Emmaus viene scambiato per un e non padroni, pu invece aiutarci ad
forestiero Si potrebbe dire che, da avere cura dellumano che un noi e
Abramo in poi, Dio, attraverso i suoi negli altri, a uscire dalla perversa indif-
inviati, e massimamente in Ges Cri- ferenza e dal rifiuto della compassione
sto, si fa pellegrino, ospite, straniero che, sola, pu condurci a compromet-
sulla terra, e chiede accoglienza agli terci con laltro nel suo bisogno.

38
3
Il cammino delluomo
Proviamo allora a fare emergere re i propri pregiudizi. Sappiamo bene
alcune indicazioni pratiche, alcuni at- che spesso il nostro catalogare tutto e
teggiamenti da vivere oggi, cos come mettere etichette anche alle persone
la Parola di Dio ce li ha evidenziati lun- ci sottrae dalla fatica di pensare, ascol-
go il cammino fatto insieme. tare, accogliere, conoscere realmente
laltro. Occorre rinunciare alla pre-
tesa di sapere chi laltro sia meglio di
1. Lascolto lui stesso, astenersi da ogni pretesa
Abramo si mette in ascolto dei tre di potere sullaltro. La Bibbia ci dice
misteriosi visitatori, prima ancora che che ogni volta che ci appropriamo dei
delle parole, si pone in ascolto del doni di Dio (cose, persone, situazio-
loro silenzio e del loro bisogno. Lo ni) snaturiamo la nostra stessa vita
straniero appello. La vicinanza dello divenendo ciechi perch luomo nella
straniero ci trasforma in chiamati. La prosperit non comprende, come gli
Bibbia ci dice che lascolto non solo animali che periscono (Sal 49). Laltro
un atto passivo della comunicazione, deve poter essere e rimanere se stes-
ma un atto creativo, che instaura una so.
relazione tra me e laltro, il s radi-
cale allesistenza dellaltro in quanto
altro da me, il fare abitare laltro in 3. La simpatia e lempatia
noi come parte di noi. E uno sguardo libero da diffidenza,
pieno invece di docilit ed accoglienza
2. La sospensione del verso lo straniero, e verso ci che lo
giudizio / il rispetto rende diverso da noi (cultura, lingua,
tradizioni, mentalit.).
della diversit Assumere questo atteggiamento si-
Abramo dona unaccoglienza franca gnifica saper vedere i segni di bene, di
e sincera ai tre viaggiatori senza pre- bellezza, di verit presenti nella vita
tendere di sapere in anticipo chi sono, dellaltro, richiamo forte a quei semi
cosa vogliono, senza farsi unidea pre- del Verbo disseminati in tutto il crea-
concetta ed affrettata su di loro. Sem- to. Dicevamo che non abbiamo noi il
plicemente fa loro spazio nella propria monopolio della verit n tanto meno
tenda, cio nella propria vita, si con- della carit: occorre assumere un at-
segna nelle loro mani, divenendo da teggiamento di grande umilt per la-
ospitante ad ospite. sciarci provocare, abitare, dallaltro.
E una conseguenza dellascolto. Non Insieme alla simpatia ci viene chiesto
giudicare significa molto spesso lascia- anche un atteggiamento di empatia,

39
che quella capacit di mettersi nei vero ma rivelazione di quellinedita
panni dellaltro, condividendo la sua parola di Dio seminata nella nostra
stessa condizione di uomo, con tutto esistenza.
ci che comporta.
Lo straniero, con il suo bagaglio 5. Sapersi buoni
di miserie, pu svegliare la nostra amministratori
umanit assopita e dimentica della Del Signore la terra e quanto con-
sua vocazione, pu insegnarci chi il tiene recita il salmista. E un ritornel-
prossimo da amare, e che lamore non lo che ci ha accompagnati in questo
effusione di sentimento, ma respon- cammino dentro la Scrittura. Questa
sabilit e scelta. [] Lessere straniero verit essenziale non solo per il po-
una scuola di fraternit. polo eletto ed il suo atteggiamento
verso gli stranieri, ma per ciascuno di
4. Il dialogo / noi in quanto uomini, abitanti provvi-
il confronto sincero sori in una terra che non ci appartie-
Il dialogo sempre produce dei cam- ne, ospiti di un Dio Creatore e Signore,
biamenti in noi, diviene rivelazione amante della vita. Laccoglienza dello
dellinedito che laltro e che anchio straniero pone il problema del posses-
sono a me stesso. Nel dialogo si scam- so, del mio e del tuo, sfida la capaci-
biano parole, ma molto pi si dona t umana di condivisione delle risorse,
tempo allaltro, si fa esperienza di s dei talenti, del tempo, della vita.
e dellaltro allinterno di uno scambio In una societ che fa del possesso
di doni, di questa logica di gratuit. In e dellautoaffermazione il paradigma
questo modo la conversazione diviene del successo del singolo, ricordarci che
cammino di conversione e di comu- nulla ci appartiene e che siamo ammi-
nione. Esso la via pi efficace contro nistratori di doni che chiedono di es-
la violenza, la paura, il pregiudizio. Nel sere condivisi, significa immettere nel
dialogo si impara ad accettare la diver- mondo il fermento vero della frater-
sit dellaltro, anzi essa diviene parte nit e della giustizia, radice di quella
di noi, non pi ostacolo allincontro civilt dellamore, sogno del cuore di
Dio per tutti i suoi figli.

40
4
Per concludere
Davvero la Bibbia ci pone davanti giudizi, chiarendo le idee sbagliate,
un grande messaggio che per rischia- crescendo nella conoscenza reciproca.
mo di sentire tanto lontano dai nostri Non dobbiamo per mai tralasciare di
comportamenti, dalle nostre capacit. proporre la verit, in cui crediamo e
Ci fa comprendere che solo la morte amiamo, nella maniera pi adeguata
di Ges in croce abbatte ogni frontiera alle singole situazioni, cio nei tempi
e ci fa membri di unumanit che tro- e nei modi opportuni.
va la sua unit nel Figlio dato per noi. Ricordate lepisodio dei dieci
E lo Spirito del Risorto suscita in ogni lebbrosi guariti, raccontato da Luca
credente il carisma dellaccoglienza. (17,17-18) Noi ci troviamo pi volte
Dobbiamo sentire che, sospinti da ormai tra i nove che non sanno ringra-
questa forza, noi possiamo aprirci alla ziare, non sanno apprezzare il dono
scoperta di Cristo nello straniero che della fede perch lo ritengono quasi
bussa alla nostra porta. Abbiamo tanti ovvio e scontato, e che hanno dunque
motivi, umani e civili, per accogliere lo perso qualcosa della forza evangeliz-
straniero, motivi a cui forse pensiamo zatrice dei primi cristiani. La presenza
poco e che sono certamente molto crescente di stranieri nel nostro paese
esigenti e radicali. davvero unoccasione provviden-
Il cristiano sempre tenuto a ziale per noi di ritornare a Ges, di
testimoniare la sua fede ovunque e guardare alla nostra origine, al nostro
comunque, tenendo conto della di- Battesimo, al dono della fede. Se ci
versit delle situazioni e delle molte- lasceremo invadere dalla gratitudine
plicit di approcci. Bisogna per questo per tanto dono e lo vedremo bello ed
evangelizzare col Vangelo della carit, entusiasmante per noi stessi, sar pi
dellaccoglienza e anche col Vangelo facile comprenderlo e trasmetterlo ad
della pazienza. E la prima testimo- altri.
nianza che rende presente il Dio che Seguire Cristo significa andare die-
amiamo. tro a lui, transitando nel mondo, come
C poi levangelizzazione fatta col persone, dice Eb 13,14, che non hanno
Vangelo della vita, vivendo lonest, la qui una citt stabile. Efesini e la prima
sincerit, la trasparenza nei rapporti lettera di Pietro ricordano lesperienza
di lavoro, laccoglienza e la mutua fi- dei pagani che credevano di essere po-
ducia. polo, ma non lo erano, perch lontani
Infine il Vangelo della parola, che da Dio e stranieri, ma lo sono diventa-
pu essere particolarmente arduo da ti mediante la comunione con Cristo.
annunciare in certe circostanze. Sar Questo cumulo di immagini fonda una
necessario cominciare togliendo i pre- nuova visione della vita, che relativiz-

41
za tutte le strutture terrene e le riduce Trinit festeggiamo Dio Trinit, comu-
a provvisorie modalit di unesistenza nione di persone: questa festa ci ricor-
che trova la sua consistenza in altri va- da che Dio estasi, un uscire da s
lori fondati sullinserimento in Cristo. in cerca di oggetti di amore, noi. Dio
La ripartizione geografica non pi esodo in cerca di un popolo del quale
essenziale, perch il credente sem- farsi compagno di cammino, farsi ri-
pre un paroikos, cio un residente storo dentro larsura estrema del de-
temporaneo, un ospite di passaggio, serto.
dovunque egli si trovi La conseguen- E ci ricorda che noi siamo creati da
za che si ricava da queste immagini Lui, con lo stesso stampo, gli somiglia-
che le differenze, in Cristo, sono volu- mo, dunque anche noi siamo relazio-
te da Dio e da lui animate e sostenute ne, creature fatte per la relazione, per
come dinamismi di unificazione, gra- la comunione, per lincontro. La pre-
zie ad un paradossale disegno di unit senza dello straniero, in noi e tra noi,
nella distinzione, che ha la sua ultima ci tenga desta questa consapevolezza,
ragione nella natura stessa dellessere questo nostro bisogno di uscire da noi
trinitario di Dio. stessi e di essere accolti, nella nostra
Nella celebrazione della Santissima povert, dalla povert del fratello che

42

BIBLIOGRAFIA MINIMA
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Fig. pag. 15: Abramo, Sala degli incontri del centro spirituale Le sorgenti della
Comunit Emmanuel, Lecce;

Fig. pag. 18: La Nativit, Cappella della Casa incontri cristiani, Capiago (CO);

Fig. pag. 22: Madre Teresa, Cappella Universitaria del Policlinico Umberto I,
Roma;

Fig. pag. 25: Cristo buon samaritano, Cappella dellOspedale Beata Ana delle
Hermanas Hospitalarias, Madrid;

Fig. pag. 30: Cristo con i discepoli di Emmaus, Cappella del Seminario, Reggio
Emilia;

Fig. pag. 35: Cristo e la gloria dei martiri, Chiesa della Nostra Signora del SS.
Sacramento e SS. Martiri Canadesi, Roma;

Fig. pag. 38: Andrej Rublev, Trinit.

Schede di approfondimento per gruppi di lavoro interessati


possono essere scaricate dal sito www.caritas-forli.it

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PROGETTO GRAFICO:
Snejana Bulgac
Achille Mingozzi

STAMPA:
Tipolitografia Valbonesi
Forl
Marzo 2010

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