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1 Storia
1.1 I regni romano-germanici
1.2 Sacro Romano Impero
1.3 Napoleone e l'impero francese (1805-1814)
1.4 Regno d'Italia (1861-1946)
2 Il dibattito
3 Note
4 Voci correlate
5 Altri progetti
Storia
I regni romano-germanici
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: caduta
dell'Impero romano d'Occidente, Regno ostrogoto e Regno longobardo.
Con la conquista del regno longobardo da parte di Carlo Magno questi assegnò il
titolo di re d'Italia al figlio Pipino (781), attribuendogli inoltre i territori
del cessato regno. Dopo una breve parentesi in cui la dignità regale fu ereditata
dal figlio di Pipino, Bernardo, il titolo fu appannaggio del primogenito
dell'imperatore Ludovico il Pio, Lotario, e in seguito del primogenito di
quest'ultimo, Ludovico II. Con l'ascesa al trono imperiale di Ludovico II la
dignità regale divenne condizione necessaria per ottenere quella imperiale.
Tuttavia solo dopo l'incoronazione imperiale di Corrado II (1026) i due titoli
divennero strettamente legati.
Pur rimanendo un mero titolo il ricordo del regno d'Italia tornava più volte.
L'arcivescovo di Colonia aveva il titolo di arcicancelliere per l'Italia.[2]
Diversi imperatori furono coronati anche come re d'Italia.[3]
Una breve interruzione nella serie degli imperatori incoronati re d'Italia si ebbe
nel 1002, quando approfittando della morte di Ottone III un nutrito gruppo di
vassalli ostili al potere imperiale elesse Arduino d'Ivrea re d'Italia nella
basilica di San Michele Maggiore a Pavia, che venne poco dopo deposto da Enrico II,
il quale dopo averlo sconfitto alle chiuse della Valsugana gli tolse il titolo
regale, facendosi a sua volta incoronare a Pavia re d'Italia.
Napoleone e l'impero francese (1805-1814)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Regno
d'Italia (1805-1814).
La Corona Ferrea usata per incoronare Napoleone I Bonaparte re d'Italia: tale
corona, creata per i re longobardi e usata fin dal VII secolo, è custodita presso
il duomo di Monza
La nuova forma data allo Stato italiano lo mise in contrasto con l'imperatore del
neonato Impero austriaco Francesco II che, essendo prima di tutto imperatore dei
romani, risultava de iure anche re d'Italia. La situazione si risolse con la guerra
contro la Terza coalizione: l'Austria fu sconfitta (2 dicembre 1805) e il trattato
di Presburgo (26 dicembre 1805) pose di fatto fine al Sacro Romano Impero che
sarebbe tuttavia stato sciolto solo nel 1806.
Nel 1809 furono staccate l'Istria, la Dalmazia e le Bocche di Cattaro per formare
le Province Illiriche sotto il controllo diretto francese e con capitale Lubiana.
Il regno cessò di esistere nel 1814 con la fine del periodo napoleonico: il 6
aprile 1814 Napoleone si disse pronto ad abdicare, atto che fu formalizzato l'11
aprile. Il 16 aprile seguente il Beauharnais comunicava di avere concluso anch'egli
un armistizio con il feldmaresciallo austriaco Bellegarde, anche se sperava che il
suo trono potesse essere salvato dalla disfatta napoleonica. Tuttavia, dopo i
disordini milanesi del 20 aprile con il linciaggio a morte del ministro delle
finanze Giuseppe Prina a opera della folla inferocita, Beauharnais capì di non
avere l'appoggio della popolazione. La gente lo identificava infatti con i
detestati francesi e così il 26 aprile seguente abdicò, lasciando il giorno
successivo l'Italia per ritirarsi in esilio in Baviera presso i suoceri.
Regno d'Italia (1861-1946)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Regno
d'Italia (1861-1946).
Corona del re d'Italia (Casa Savoia)
Il periodo del regno di Vittorio Emanuele II di Savoia che va dal 1859 al 1861
(ovvero il periodo che va dai primi plebisciti alla proclamazione del Regno
d'Italia) viene anche indicato come Vittorio Emanuele II Re Eletto.[4] Infatti nel
1860 il Ducato di Parma, il Ducato di Modena, il Granducato di Toscana e la Romagna
pontificia votano dei plebisciti per l'unione con il regno. Nello stesso anno con
la vittoria della spedizione dei Mille vengono annessi i territori del Regno delle
Due Sicilie, e con l'intervento piemontese le Marche e l'Umbria, tolte allo Stato
della Chiesa. Tutti questi territori saranno annessi ufficialmente al regno tramite
plebisciti, mentre il Nizzardo e la Savoia vengono ceduti alla Francia.[5]
Stemma e gonfalone del nuovo regno
Nel 1922 la monarchia non contrasta la presa del potere da parte del Partito
Nazionale Fascista che nel giro di pochi anni trasforma il regno in una dittatura.
Nelle colonie l'Italia prima consolida il suo dominio in Libia e poi conquista nel
1935 l'Impero etiopico, in seguito al quale Vittorio Emanuele III viene proclamato
imperatore d'Etiopia. Nel 1939 infine il regime fascista si annette l'Albania per
"rimanere al passo" della Germania nazista di cui l'Italia era alleata e Vittorio
Emanuele III aggiunge ai suoi titoli quello di re d'Albania.
Successivamente allo scoppio della seconda guerra mondiale l'Italia, a causa della
propria incapacità militare, proclama lo stato di non belligeranza. Nel 1940 Benito
Mussolini, che da più parti era stato consigliato di non entrare in guerra, decide
però lo stato di guerra dell'Italia a fianco della Germania, convinto della brevità
della guerra e dalla velocità di conquista dei vari territori europei da parte
della Germania. Si susseguono tuttavia gli insuccessi italiani e questo compromette
il rapporto fra popolo e fascismo.
Nel 1943 il fascismo cade e il re riprende per breve tempo la centralità del ruolo
politico come guida di uno Stato allo sbando. Tuttavia poi gli eventi di
un'imminente invasione nazista dell'Italia a causa del voltafaccia nella guerra
convincono Vittorio Emanuele III alla fuga con tutto il governo, compromettendo
così definitivamente agli occhi degli italiani la figura dell'istituzione
monarchica.
Voci correlate
Corona ferrea
Linea di successione al trono d'Italia
Penisola italiana
Re d'Italia
Storia d'Italia