Professional Documents
Culture Documents
www.ferrariegiraudo.it
Nella presente relazione ambientale le seguenti componenti sono state analizzate da tecnici
esterni:
ECOSISTEMI
COMPONENTE ITTIOFAUNA
PREMESSA.................................................................................................................................5
RIFERIMENTI NORMATIVI.........................................................................................................5
METODOLOGIA E STRUMENTI D'INDAGINE...........................................................................7
DEFINIZIONE DELL'AREA VASTA.........................................................................................8
COMPONENTI E FATTORI AMBIENTALI.................................................................................10
AZIONI DI PROGETTO.............................................................................................................11
AZIONI TEMPORANEE........................................................................................................11
Condotta forzata...............................................................................................................12
COMPONENTE ATMOSFERA..................................................................................................15
CARATTERIZZAZIONE METEOCLIMATICA........................................................................15
A1 Qualità dell'aria................................................................................................................19
Le sostanze inquinanti......................................................................................................20
Dati idrologici....................................................................................................................25
C2 Analisi geologica..............................................................................................................35
COMPONENTE VEGETAZIONE, FLORA E FAUNA.................................................................35
D1 Vegetazione.....................................................................................................................35
D2 Mammalofauna................................................................................................................43
D4 Ittiofauna .........................................................................................................................55
COMPONENTE ECOSISTEMI .................................................................................................59
E1 Ecosistema agroforestale................................................................................................59
E2 Ecosistema fluviale..........................................................................................................61
Il Torrente Vermenagna....................................................................................................63
E3 Ecosistema antropico.......................................................................................................67
CONCLUSIONI..........................................................................................................................74
Allegati.......................................................................................................................................79
Appendice..................................................................................................................................79
PREMESSA
Il presente progetto prevede la realizzazione di un impianto idroelettrico sul Torrente
Il progetto progetto per la tipologia di intervento, risulterebbe soggetto alla sola fase di Verifica
come definita dalla L.R. 40/98, ma per definire con maggior dettaglio le caratteristiche e le
ricadute ambientali ed economiche che il progetto potrebbe indurre, viene presentata uno
RIFERIMENTI NORMATIVI
Il presente quadro ambientale è redatto in conformità ai contenuti indicati nell'allegato D alla
L.R. n. 40/1998
✔ analisi della qualità ambientale con particolare riferimento alle componenti dell'ambiente
✔ la descrizione dei prevedibili effetti che comporta l'intervento (positivi e negativi) con
✔ la stima degli effetti cumulativi degli impatti nel tempo e con le altre fonti d'impatto presenti
sul territorio;
✔ la descrizione delle misure previste per mitigare e compensare gli effetti negativi del progetto
sull'ambiente.
nel D.P.C.M. del 27/12/1988 “Norme tecniche per la redazione degli studi d'impatto ambientale”
✔ definizione dell'ambito territoriale, inteso come area vasta, e dei sistemi ambientali
interessati dal progetto in cui è presumibile che andranno a ricadere gli effetti dell'opera in
progetto;
✔ descrizione dei sistemi ambientali interessati, ponendo in evidenza la criticità degli equilibri
esistenti;
ambientale;
✔ stima qualitativa e quantitativa degli impatti indotti dall'opera sul sistema ambientale, nonché
✔ descrizione delle modificazioni delle condizioni d'uso e della fruizione potenziale del territorio
✔ descrizione delle modificazioni, sia nel breve che nel lungo periodo, dei livelli di qualità
preesistenti.
riferimento alle componenti ambientali descritte nell'allegato I del D.P.C.M. del 27/12/1988.
• Atmosfera
• Ambiente idrico
• Suolo e sottosuolo
• Ecosistemi
• Salute pubblica
• Rumore e vibrazioni
• Paesaggio
L'area vasta definisce la porzione di territorio su cui si ripercuotono gli effetti positivi/negativi
dell'opera in progetto, tenendo però presente che l'area di influenza varia a seconda della
Nel caso in esame, si ritiene di poter circoscrivere tale area in base agli impatti di natura
stabilimento di estrazione Sibelco Spa, nelle cui prossimità sarà ubicata la centrale.
produzione energetica distribuita alla rete nazionale; pertanto l'area vasta è stata determinata
cartograficamente sulla base della localizzazione delle interferenze con il reticolo idrografico.
opere in progetto.
Tabella 1 Componenti e fattori ambientali. Le componenti/fattori ambientali contrassegnate da asterisco (*) sono
AZIONI DI PROGETTO
Si sono distinte le azioni di progetto in azioni temporanee (legate alla fase di cantiere) ed
azioni permanenti, ossia quelle inizianti dal cantiere e quelle presenti anche durante la fase di
esercizio.
Per un più completo resoconto delle modalità di esecuzione delle diverse opere si rimanda al
AZIONI TEMPORANEE
Il cantiere di posa della condotta interesserà una fascia di almeno 10 m lungo tutto il tracciato
della condotta, e sarà destinato agli scavi, alla movimentazione dei mezzi ed alla posa della
L'accessibilità al percorso della condotta sarà garantita mediante la strada comunale che dallo
Tale strada è adiacente i prati occupati dal tracciato della condotta e presenta diversi accessi
ai fondi agricoli.
I due cantieri in questione saranno normali cantieri edili. Nel caso dell'opera di presa e per lo
scarico dell'edificio della centrale verranno adottate tutte le precauzioni per le opere da
realizzare in alveo.
Le due opere fuori terra cui ci si riferisce sono la centrale e l'opera di presa: esse
occuperanno una superficie totale di circa 1370 m2, che sarà sottratta all'attuale uso:
L'accesso alle strutture avverrà mediante piste sterrate, occupanti una superficie totale di circa
139 m2 che, pur se sottratte all'attuale uso, si inseriranno comunque senza particolari
La pista di accesso alla presa ha una lunghezza di 38 m e si diparte dalla Strada Vicinale di
San Macario.
Condotta forzata
La condotta forzata sarà posata interrata alla profondità di almeno 1,00 m, al fine di non
condizionare l'uso del suolo nei terreni agricoli attraversati. Nel tratto in cui verranno realizzati
La portata media derivata è di 2263 l/s, a fronte di una portata media del corso d'acqua di
circa 3216 l/s. La portata massima prevista è di 9000 l/s. Il DMV è stato adottato pari a 700 l/s,
Tra le azioni rilevanti connesse alla produzione di energia elettrica è anche considerato il
Il piano di monitoraggio ambientale prevede una serie di indagini di campo volte a verificare lo
Il piano di monitoraggio prevede infatti analisi chimiche delle acque, indagini IBE,
che andranno risolte con una calibrazione nel regime dei prelievi.
Nell'ambito dei presenti interventi si prevede di realizzare come opera compensativa una
difesa spondale in massi di cava per una lunghezza di 115 m a protezione dei sottoservizi che
in corrispondenza di una curvatura dell'alveo verso destra sono stati messi a nudo dalla
COMPONENTE ATMOSFERA
CARATTERIZZAZIONE METEOCLIMATICA
alla collana studi climatologici in Piemonte redatta dalla Direzione dei Servizi Tecnici di
Vernante.
Precipitazioni
ombrotermico del Comune di Vernante indica un massimo primario in corrispondenza del mese
di maggio (153,7 mm) ed un massimo secondario nel mese di ottobre (144,0 mm).
I due minimi sono localizzati nei mesi di gennaio (71,2 mm) e nel mese di luglio (68,6 mm). Il
valore delle precipitazioni medie annue è di 1322,7 mm. Il regime pluviometrico della zona è
Il mese più piovoso è maggio, nel quale si concentrano circa il 11,6% delle precipitazioni
annue, al quale fa seguito aprile con una percentuale leggermente inferiore (11,1%); seguono
ottobre e novembre (con il 10,8%), marzo (con l'8,9%) e settembre (con l'8,5%). Il mese meno
attesta sui 23 in inverno e sui 26 in estate, per un totale medio annuo di 81,6 giorni; per
Temperature
La curva delle temperature medie mensili indica un valore massimo nel mese di luglio con
18,7 °C ed un munimo nel mese di gennaio con 0.2 °C. La temperatura media annuale è di 9,6
°C; i mesi che più si avvicinano alla media annuale sono i mesi di ottobre (10,0 °C) e aprile (8,3
°C).Il numero medio annuo di giorni di gelo è 85. La temperatura media del trimestre estivo
(giugno, luglio ed agosto) e del trimestre invernale (dicembre, gennaio e febbraio) sono
La differenza di temperatura tra il mese più caldo e quello più freddo è pari a 18,5 °C, valore
Bilancio idrologico
Utilizzando una scala della temperatura doppia rispetto a quella delle piogge si possono
240 Temperature
115 Precipitazioni
95 190
Temperature (°C)
75
140
55
90
35
40
15
-5 -10
gen
feb
lug
ago
set
mag
giu
ott
mar
apr
nov
dic
Classificazione climatica
• indice di umidità globale (Im): offre un valore sintetico del grado di umidità o di aridità di una
regione;
mm, che evaporerebbe e traspirerebbe in date condizioni climatiche, se le riserve idriche del
• indice di efficienza termica: esprime i valori di temperatura non nella forma di dati
Nel caso in esame, l'area oggetto di studio rientra nel tipo climatico perumido (A) con deficit
idrico nullo o molto piccolo (r), sottotipo primo mesotermico (AB1’rb3’), ossia con un valore di
estiva (51,9-56,3%).
sulle variazioni delle temperature e delle precipitazioni medie mensili nel corso dell'anno, ossia i
fattori determinanti nel condizionare la vegetazione quali il freddo intenso e la siccità. L'area in
Per la classificazione del regime di umidità e temperatura del suolo, si è ricorsi al metodo
proposto da Newhall (1972), il quale consente di stimare la temperatura e l’umidità dei suoli
condizioni di aridità e umidità di una porzione di suolo denominata sezione di controllo (Soil
Per quanto sopra, i suoli presenti nell’area in esame rientrano nel regime di umidità UDIC,
caratterizzato da periodi aridi di durata e frequenza limitata tali da non interferire fortemente con
A1 Qualità dell'aria
naturale ad eccezione della parte di testa dell'area vasta in cui è posto lo stabilimento della
Sibelco Spa.
Per la scarsa antropizzazione dei luoghi, nell'area oggetto di studio non esistono centraline di
monitoraggio delle sostanze inquinanti, facenti parte della rete di monitoraggio regionale.
indirizzare le misure e gli interventi per la riduzione delle emissioni inquinanti. Attualmente, è
relativamente più elevati di CH4 sono legati prevalentemente al settore dell'agricoltura, quelli di
assorbimenti.
Le sostanze inquinanti
causano un effetto misurabile sull’essere umano, sugli animali, sulla vegetazione o sui diversi
materiali; queste sostanze di solito non sono presenti nella normale composizione dell’aria,
Gli inquinanti vengono solitamente distinti in due gruppi principali: quelli di origine antropica,
chimico-fisiche.
Ossidi di zolfo: in particolare anidride solforosa ed altri ossidi che derivano principalmente da
Ossidi di azoto, come NO e NO2 , derivano da combustioni e sono estremamente attivi nel
Particolato sospeso: particelle allo stato solido o liquido che, a causa delle loro piccole
dimensioni, restano sospese in atmosfera per tempi più o meno lunghi. Vengono considerate
polveri vere e proprie quelle particelle con una dimensione compresa tra 0,25 e 500 micron. I
Il particolato che si deposita nel tratto superiore dell’apparato respiratorio (cavità nasali,
faringe e laringe) può generare vari effetti irritativi come l’infiammazione e la secchezza del
naso e della gola; tutti questi fenomeni sono molto più gravi se le particelle hanno assorbito
Le persone più vulnerabili sono gli anziani, gli asmatici, i bambini e chi svolge un’intensa attività
Nei luoghi di lavoro più soggetti all’inquinamento da particolato l’inalazione prolungata di queste
particelle può provocare reazioni fibrose croniche e necrosi dei tessuti che comportano una
dell'ambiente 60/02.
Il DL 351/99 stabilisce metodi e criteri comuni sul territorio nazionale, gli obiettivi per la qualità
96/62/CE.
limiti e modalità di rilevamento dei seguenti inquinanti: biossido di zolfo, biossido di azoto, ossidi
In particolare definisce:
3. criteri di raccolta dei dati sulla qualità dell'aria, i criteri e le tecniche di analisi
I limiti stabiliti dal DM 60/02 relativi al PM10 sono illustrati nella seguente tabella:
La validità dell'opera risiede in particolare nella produzione di energia elettrica senza ricorrere
a fonti fossili che producono un maggiore impatto ambientale, quali gli impianti con la
della risorsa idrica e la sua distribuzione annua. Le considerazioni riportate derivano dalle
L'aspetto qualitativo delle acque del corso d'acqua è invece trattato facendo riferimento ai dati
Ulteriori dettagli relativi alla qualità ecosistemica del sistema delle acque superficiali sono
Per quanto attiene, invece, la componente vegetazionale si faccia riferimento alle componenti
Nell'ambito dello Studio di Impatto è inoltre stata effettuata una specifica indagine IBE nel sito
Il Torrente Vermenagna alla sezione di presa presenta un'area drenata di circa 127,5 kmq. Il
bacino comprende la media ed alta Val Vermenagna, con quota massima 2775 m s.l.m: la
sezione di presa, infatti, fa parte del sistema idrografico del Torrente Gesso, come definito nel
Dati idrologici
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Sett Ott Nov Dic
Q
(l/s) 985 997 2231 6686 9768 4938 1647 1107 1465 3325 3830 1613
corso d'acqua è desumibile dal Piano di Tutela delle Acque, ed in particolare dallo studio ARPA
Nel seguito, si riportano, in particolare, i dati di monitoraggio secondo i dettami del D.Lgs.
La stazione di misura qualitativa più prossima all'area in esame risulta essere quella di
Roccavione, che tuttavia è posta significativamente a valle rispetto al tratto sotteso dalla
derivazione.
Per una valutazione di maggior dettaglio della qualità del corso d'acqua sono comunque
riportati in allegato i risultati delle indagini IBE ed analisi chimiche svolte ad hoc in allegato H.
Per quanto riguarda il sistema delle criticità (Tav.10 Criticità quali – quantitative), le aree sottese
dalla derivazione in comune di Vernante non mostrano problematiche, che invece emergono a
Sempre in riferimento allo stato qualitativo del corso d'acqua, si propongono nella seguente
tabella i dati relativi alle stazioni di monitoraggio delle acque superficiali disponibili a partire
dall'anno 2000 al 2006 e resi disponibili sul sito della Regione Piemonte – Direzione e
Il Torrente Vermenagna risulta essere classificato quale corso d'acqua di rilevante interesse
ambientale.
In particolare il PTA, nelle proprie norme, all'articolo 18 impone che per i corsi d'acqua
• sia mantenuto, ove già esistente, lo stato di qualità ambientale «elevato» come definito
• sia mantenuto, ove già esistente, nei corsi d’acqua naturali un valore di indice biotico
Nello stesso articolo, si prevede che ai fini del raggiungimento degli obiettivi di cui sopra entro il
31 dicembre 2008 per ogni corpo idrico superficiale significativo deve essere conseguito
almeno lo stato di qualità ambientale «sufficiente» come definito nell'allegato 1 del d.lgs.
152/1999.
Le indagini hanno evidenziato una seconda classe di qualità biologica valori dei parametri
Classe IBE II
Ossigeno disciolto 8,60 mg/l
Percentuale di saturazione 99,00%
Temperatura 13,2 °C
BOD5 < 5 mg/l
COD < 10 mg/l
E. coli 35 UFC/100 ml
Fosforo 0,3 mg/l
Nitriti 1,5 mg/l
Ammonio 0,1 mg/l
L'analisi dello stato qualitativo attuale del corso d'acqua conferma i dati illustrati nel PTA ed
indica uno stato complessivo buono in linea con gli obiettivi qualitativi futuri.
Risulta comunque previsto un piano di monitoraggio ambientale per valutare l'evoluzione delle
•Analisi chimiche
•Indagini IBE
•Campionamenti dell'ittiofauna
In ragione della congruenza con i dettami della pianificazione specifica, non si asssegnano
impatti di natura negativa derivanti dalla realizzazione delle opere. Per quanto attiene le
ed ecosistemi).
d'uso dei suoli secondo una classificazione a valori crescenti con le limitazioni all'utilizzo dei
suoli a fini produttivi. La capacità d'uso dei suoli riferita all'area è presentata nella seguente
carta.
Nell'area vasta interessata dalla costruzione della centrale i suoli sono inseriti nelle Classi IV, V
Le opere in progetto interagiscono con la capacità d'uso del suolo esclusivamente durante la
alcune aree lungo il tracciato della condotta e nei pressi delle opere fuori terra saranno
destinate allo stoccaggio del materiale edile e di scavo e alla movimentazione dei
macchinari, al loro parcheggio. Tali aree verranno ripristinate al fine di riportarle nelle
per la maggior parte del tracciato la condotta sarà posata lungo i prati presenti in sponda
Cuneo. In ogni caso, l'area interessata dallo scavo, sempre spinto sino ad almeno la
provvedendo ad inerbimento nei tratti che attraversano i prati. Le fasi di scavo e del
centrale (accessi compresi), che avranno comunque limitate estensioni, stimate in circa
1370 m2.
Si considera come un impatto lieve e reversibile a breve termine l'effetto indotto dal cantiere
C2 Analisi geologica
• l'edificio della centrale sarà collocato in terreni identificati dal PRG come “Aree per impianti
• l'opera di presa risulta parzialmente interrata e la cabina di comando avrà dimensioni molto
limitate.
D1 Vegetazione
L'analisi vegetazionale è stata condotta in base ad indagini di campo e con il supporto di fonti
• Castagneti sia ceduati che da frutto, nelle esposizioni migliori ed in particolare nel piano
montano del settore inferiore della vallata, dove la diffusione della specie è legata alla
presenza umana nel territorio, testimoniata dalle numerose borgate che contraddistinguono
la media vallata. I castagneti si rilevano fino a quota 1200 m s.l.m. nelle posizioni più calde;
• Acero tiglio frassineti che si rinvengono in corrispondenza degli impluvi in tutte le esposizioni
espansione in tutte quelle aree sufficientemente umide in cui sono state abbandonate la cura
climacica. Le boscaglie d'invasione, come vengono indicate nella cartografia forestale, sono
• Le cenosi a prato pascolo si ritrovano diffuse in tutta la valle, dove sono mantenuti prati a
sfalcio o piccoli pascoli in luogo della vegetazione forestale ottimale. Come per i castagneti, i
umani. In particolare, i prati sfalciati sono la copertura dominante nel territorio di fondovalle
non urbanizzato.
• Le faggete occupano il piano altitudinale superiore a quello dei castagneti e degli acero
frassineti ma con una copertura discontinua e non particolarmente estesa, tra i 1200 e 1500
m s.l.m.
rilevano le seguenti tipologie vegetazionali, a cui corrispondono i rilievi floristici che si allegano:
Le praterie umide caratterizzano il primo tratto di condotta, in cui è maggiore l'umidità nel
suolo per la vicinanza con un piccolo tributario laterale e per l'assenza di recenti utilizzazioni.
Galium aparine nel piano erbaceo e con qualche esemplare di Salix caprea, Salix elagnos nel
piano arbustivo.
Sotto il profilo della biodiversità vegetale le formazioni a megaforbie presentano una buona
½; 4 da ½ a ¾ ; 5 da ¾ a tutta la sup.
½; 4 da ½ a ¾ ; 5 da ¾ a tutta la sup.
½; 4 da ½ a ¾ ; 5 da ¾ a tutta la sup.
Salix purpurea 1
Salix alba +
Salix eleagnos 2
Populus nigra +
Populus alba +
Acer campestre +
Salix caprea +
Galium aparine 1
Equisetum arvense 1
Epilibium angustifolium 1
Frangula alnus +
RILEVAMENTO DELLA VEGETAZIONE
Comprensorio: Valle Vermenagna
½; 4 da ½ a ¾ ; 5 da ¾ a tutta la sup.
Ranunculus fluitans +
Petasites hybridus 1
Filipendula ulmaria 1
Mentha acquatica 1
Veronica beccabunga +
Fortinalis antiepyretica 1
Studio di ingegneria Ferrari e Giraudo – Corso Nizza 67/a - 12100 Cuneo
www.ferrariegiraudo.it
Foto 1: Praterie a megaforbie in prossimità dell'opera di presa e del primo tratto della condotta
florsitico tipico di stazioni fertili con Dactylis glomerata, Lolium perenne, Lolium multiflorum,
Phleolum pratense.
Le praterie da sfalcio sono cenosi mantenute stabiili dalle utilizzazioni ai fini foraggieri. In caso
Lungo le sponde del Torrente Vermenagna non sono presenti formazioni perifluviali estese,
ma sono riconoscibili unicamente bordure arboreee lineari che colonizzano le sponde del
Torrente.
Le specie costituenti la bordura ripariale sono tipicamente Salix alba, Salix eleagnos e Salix
purpurea a cui si consociano elementi floristici delle formazioni di forra e planiziali, quali
Lungo le sponde ed all'interno del canale Ciamberon è presente una vegetazione assimilabile al
del canale tramite le risorgive di S. Macario, che sono collocate a monte della derivazione in
progetto. Le risorgive conferiscono una portata costante anche nei periodi di magra o secca
estiva, nonché impediscono la completa glaciazione del corso d'acqua. I tratti con banchi di
vegetazione flottante sono molto ridotti, mentre la presenza delle specie igrofile è diffusa lungo
Per quanto riguarda l'interazione del progetto con la copertura vegetale, si relaziona:
• presso l'opera di presa, dove sarà posizionata la vasca di carico, è presente unicamente una
bordura ripariale con arbusti, ma con ampie interruzioni. Il numero di arbusti da tagliare è di
15 tra cui Salix alba, Salix elagnos, Salix purpurea e Salix caprea.
• Lungo il percorso della condotta non sono presenti alberi, ma esclusivamente formazioni
prative. Gli unici interventi che comporteranno un taglio delle specie arbustive di ripa sono
quelli ricadenti in subalveo, ove sarà realizzata la difesa in massi di cava a protezione dei
all'alveo ed effettuare degli scavi in corrispondenza dei sedimenti esistenti, che sono stati
colonizzati da vegetazione arbustiva riparia. Potranno essere asportati circa 10 arbusti ripari,
Foto 5: Vista del tratto di sponda eroso ed oggetto del consolidamento compensativo
• Presso lo scarico dovranno essere abbattute le piante presenti in sponda per fare spazio allo
sbocco del canale. Le piante che si stima debbano essere abbattute ammontano a 15 alberi
e 15 arbusti.
– abbattimento della vegetazione arborea al fine di consentire la posa della condotta e delle
opere fuori terra. Le piante da tagliare sono collocate in corrispondenza dello scarico e
– scotico ed operazioni di scavo che interessano la copertura erbacea nei tratti del tracciato, di
lunghezza 545 m e per una larghezza media di 10 m che si svolgono su prati pascoli;
– per quanto riguarda la sottrazione delle acque ai fini idroelettrici non si intravedono possibili
Non si attendono pertanto impatti sensibili positivi/negativi sulla copertura vegetale, se non
D2 Mammalofauna
L'analisi faunistica effettuata si è basata sia su fonti bibliografiche, sia su osservazioni dirette
effettuate in campo.
Vermenagna.
Nelle seguenti pagine si citano le caratteristiche delle principali famiglie di mammiferi che
corso d'acqua, che cioè svolgono le loro abituali attività nell'ambiente liquido, è comunque
limitato a 2-3 specie la cui presenza può ritenersi potenziale nell'area vasta.
Ungulati
terminale delle dita (falangette) ricoperte da robuste unghie (zoccoli). Si tratta di un super ordine
cui appartengono gli Artiodattili, che a loro volta si distinguono nelle famiglie Suidi, Bovidi e
Cervidi.
Capriolo
Cervidi Cervo
(Perissodattili)
Daino
Progenitore del suino domestico, questo ungulato ha subito un forte incremento della
popolazione, negli ultimi anni in Piemonte, legato sia all'abbandono del territorio da parte
diversi, purché provvisti di acqua e con una copertura forestale che garantisca tranquillità e fonti
alimentari.
L'animale è onnivoro, ma la dieta è basata soprattutto sui prodotti del bosco, a partire dai semi
carnosi come ghiande e castagne. In periodi meno favorevoli si nutre anche di anellidi, artropodi
L'area vasta rappresenta un habitat idoneo alla vita del cinghiale, che è abbondantemente
Le popolazioni maggiori vivono tra gli 800 ed i 1600 m s.l.m., in ambienti forestali caratterizzati
da boschi di latifoglie con ricco sottobosco ed aree con prati-pascolo anche di recente
abbandono.
Il capriolo è un brucatore, che evidenzia anche dodici fasi giornaliere di alimentazione. Si ciba
La specie in Piemonte, dopo aver subito una forte contrazione durante la Seconda Guerra
Nell'area di interesse è limitata alle aree alpine con quota superiori a 1500 m s.l.m.
Lagomorfi
terreni coltivati, ove però permangano zone di rifugio. La lepre frequenta tuttavia diversi
ambienti, dalle brughiere ai boschi con un ricco sottobosco, ai pascoli alpini, fino a quote intorno
meccanizzazione agraria. L'area più idonea alla vita della lepre è nella zona ecotonale tra i prati
Canidi
La volpe è frequentatrice di molti ambienti, pertanto la si può trovare in tutta l'area di studio.
uccelli, ma nella stagione fredda risulta preponderante una dieta a base di piccoli frutti, rifiuti...
La mortalità della specie è legata anche alla predazione dell'aquila reale e del lupo, ma anche
Mustelidi
I mustelidi sono una famiglia di mammiferi predatori che comprendono la martora, la donnola,
la puzzola, l'ermellino. L'habitat ideale è legato ad aree boscate alternate a prati pascoli e
coltivi.
strettamente legato alle aree umide ed alle golene boscose degli alvei fluviali. L'attività
antropica nei tratti di fondovalle e di pianura ha allontanato e ridotto la presenza della specie,
Micromammiferi
Il riccio è specie insettivora con abitudini notturne. Durante la stagione fredda si protegge in
un nido di foglie secche. Nell'area vasta l'habitat è rappresentato dalle aree agricole e boscate.
La talpa colonizza ambienti di prateria e boschi decidui, anche molto umidi. La dieta è
Specie più piccola del toporagno, si ciba di insetti, ragni, vermi, ma anche carogne.
Il toporagno d'acqua è un mammifero di piccolissima taglia (inferiore a 10 cm) che vive nella
fitta vegetazione presso le acque dolci. La dieta si basa su larve di insetti ed altri invertebrati
acquatici. Con la saliva velenosa può predare piccoli pesci, rane e piccoli mammiferi. Presenta
degli adattamenti alla vita subacquea, come frange natatorie e la chiusura delle aperture
Ha lo stesso habitat del toporagno d'acqua, ma con areale limitato alle Alpi.
E' un sciuride il cui habitat è legato all'ecosistema bosco: si nutre soprattutto di semi e
Abitante del bosco, ma anche frutteti e zone rocciose. Presenta una dieta piuttosto varia.
Il ghiro si nutre di frutti, noci, semi, ma anche insetti. Talvolta arreca danni in frutticoltura e
selvicoltura.
Gli impatti a danno della fauna mammifera sono da distinguere tra quelli legati all'attività di
Durante le fasi di cantiere si potrà arrecare un certo disturbo alle popolazioni che frequentano
l'area, ma i danni più acuti si ripercuoteranno sugli individui i cui luoghi di ricovero (tane, zone di
Sono da considerare trascurabili a lungo termine gli impatti sulla popolazione mammifera in
quanto al termine dei lavori verrà ripristinato l'attuale stato dei luoghi.
Un maggiore impatto si potrebbe attendere per le specie più legate all'habitat acquatico, che
cioè svolgono le loro abituali attività nell'ambiente liquido, come i toporagni acquatici (Neomys
due specie e di altri mammiferi che frequentano potenzialmente l'ambiente umido del torrente,
diffusione delle specie, ma mancano dati reali sulla loro presenza nell'area.
Si ritiene pertanto che il cantiere induca degli impatti lievi e reversibili a breve termine.
Ornitofauna
I fondovalle alpini presentano sempre una buona diversità ornitica perché la variabilità
Nell'area vasta individuata si possono riscontrare infatti ambienti torrentizi, fasce forestali con
tipologie vegetazionali differenti, aree agricole, prati, pascoli che si traducono pertanto in un
Il settore occidentale delle Alpi è inoltre un importante sito di migrazione autunnale per diverse
famiglie di uccelli, in particolare modo per rapaci diurni. Le rotte migratorie attraversano
principalmente in direzione N - S i settori montani e planiziali del Piemonte occidentale per poi
imboccare la Valle Stura (direzione E–O) ed oltrepassare la catena alpina: le specie più
segnalate sono cicogne, cormorani, aironi cinerini, gruccioni e diversi passeriformi (da
Informamigrans, Parco Naturale Alpi Marittime). La rotta migratoria principale attraversa le Alpi
Marittime imboccando la Valle Stura, mentre una rotta secondaria attraversa proprio la Valle
tale cartografia, che evidenzia la destinazione silvo pastorale del territorio limitrofo all'area
urbana.
In ragione della maggiore sensibilità alle alterazioni ambientali, si citano le specie presenti o
potenzialmente presenti nell'area, che ricadono sotto specifiche misure di tutela (Liste Rosse
e Direttive comunitarie)
Per la classificazione delle specie più sensibili alle alterazioni ambientali si fa riferimento alla
Nuova lista rossa degli uccelli italiani redatta a cura di LIPU e WWF (Calvario, Gustin, Sarroco,
dell'avifauna selvatica. Nella lista rossa vengono individuate le seguenti categorie di minaccia:
1. Specie estinte
3. Specie in pericolo
4. Specie vulnerabili
La lista rossa per l'inserimento delle specie si basa sulle Convenzioni di Bonn e Berna, e sulla
Direttiva Uccelli (79/409) dell'Unione Europea, che hanno individuato liste di specie sottoposte a
L'area interessata dell'opera in progetto è frequentata, come già accennato, anche da uccelli
migratori che nei periodi di passo sorvolano le Alpi; inoltre bisogna considerare che alcune
specie, pur non nidificanti nelle zone di fondovalle, utilizzano queste aree come territori di
caccia.
Le specie presenti nell'area inserite nella lista rossa italiana sono le seguenti:
IN PERICOLO
Biancone
Rapace dotato di una spiccata territorialità, è presente nell'area durante i mesi estivi da marzo
zone di caccia sono i prati, i pascoli ed in genere aree aperte con vegetazione discontinua.
VULNERABILE
Merlo acquaiolo
Il merlo acquaiolo è specie tipica dei corsi d'acqua montani con acque molto ossigenate, con
salti e pozze e rive ben vegetate. La nidificazione avviene in zone riparate o pareti rocciose,
spesso allo sbocco dei torrenti laterali sui fondovalle. La specie è molto legata all'ecosistema
sulle popolazioni. E' probabilmente la specie più sensibile alle modificazioni ambientali indotte
dall'opera in progetto.
Erpetofauna
La lista degli anfibi ed i rettili presenti nell'area è dedotta dall'Atlante degli anfibi e dei rettili
del Piemonte e della Valle d'Aosta (Andreone, Sindaco; Museo di Scienze Naturali di Torino).
Anfibi presenti
Rettili presenti
Entomofauna
specialistica.
Per quanto riguarda gli impatti di cantiere vale quanto detto per i mammiferi, con la
precisazione che per evitare fenomeni di forte stress agli individui in cova sarebbe auspicabile
Con tale accorgimento si può stimare sia trascurabile l'impatto temporaneo del cantiere.
acquatico si manifesterà nella sensibile riduzione degli habitat umidi, con inoltre un calo
numerico delle prede disponibili per l'ornitofauna (Merlo acquaiolo) comportando un impatto
termine in quanto la potenziale diminuzione delle popolazioni più sensibili non dovrebbe
Il piano di monitoraggio IBE, delle analisi chimiche e dell'ittiofauna permetteranno di avere una
eventuali criticità.
In conclusione si può affermare come per le specie non legate direttamente al corso d'acqua
non si attendono impatti negativi permanenti, mentre per le specie più “acquatiche”, ed in
D4 Ittiofauna
alla Carta Ittica Relativa al Territorio della Regione Piemontese (A.A.V.V.,1991), quelli contenuti
nel Monitoraggio della fauna ittica in Piemonte (A.A.V.V.,2006), finalizzato alla redazione del
Piano di Tutela delle Acque, e dati personali, riferentisi a campionamenti effettuati nel corso del
2006.
Tutti i dati cui si fa riferimento sono relativi a campionamenti effettuati con elettrostorditore.
per i dati personali si tratta di campionamenti di tipo quantitativo, con duplice passaggio con
elettrostorditore.
Il tratto caratterizzato è quello medio-inferiore del torrente, a valle di Vernante e fino alla
Il corso d’acqua in oggetto è gestito in parte dalla Provincia di Cuneo, in parte dalla
Dal punto di vista ambientale in questo contesto il corso d’acqua presenta alcune criticità,
dovute all’alterazione dei regimi idrologici e dei substrati fluviali, con frequenti arginature e
Dal punto di vista strettamente ittiologico l’esame dei dati della Carta Ittica del 1991 mette in
evidenza la presenza, nel corso d’acqua, di una comunità ittica costituita da salmonidi (trota
fario e trota marmorata) e cottidi (scazzone), particolarmente abbondanti nel tratto presso
Vernante, più radi nella stazione a valle, presso Roccavione, nei pressi della confluenza con il
Gesso.
montani inferiori (salmonidi e cottidi) delle alterazioni nella struttura e nel numero degli individui
presenti.
I dati personali relativi ad un campionamento del 2006 poco a valle di Vernante descrivono
una comunità costituita da trote fario, marmorate e scazzoni, con parametri quantitativi
corso d’acqua presenta una buona produttività e risulta adatto ad ospitare comunità abbondanti
Nei due siti campionati, nonostante il diverso rapporto tra le specie presenti riscontrate per
dominanza di individui di provenienza allevativa (quasi il 50% di trote fario sulla comunità ittica
complessiva) nella stazione a monte e quasi esclusiva presenza di pesci nati in loco (trote
marmorate, scazzoni) nella stazione a valle, non si rilevano sostanziali differenze nei risultati
L’analisi più specifica della struttura delle singole popolazioni rinvenute evidenzia come le
inferiori alle taglie minime legali di cattura, mentre sono scarsi i soggetti superiori ai 20 cm per
alla scarsa efficacia della pesca elettrica sugli individui più piccoli nel periodo invernale, più che
Dal punto di vista della zonazione ittica il tratto di corso d’acqua indagato si configura, viste le
marmorate ed ibridi e da soggetti d’immissione appartenenti alla specie Salmo (trutta) trutta.
I dati pregressi disponibili in bibliografia relativi all’area in oggetto, desumibili dalla Carta Ittica
Relativa al Territorio della Regione Piemontese (1991), indicavano, viceversa, per il corso
Monitoraggio della fauna ittica in Piemonte (A.A.V.V.,2006) il sito campionato viene invece
attribuito ad una “zona a trota marmorata/temolo”; tutti gli esiti dei campionamenti più recenti
(2006) farebbero propendere maggiormente per l’attribuzione del corso d’acqua ad una zona a
salmonidi inferiore, vista la presenza di una comunità di Salmo (trutta) marmoratus, in parte
introgressa, di una certa consistenza e vista viceversa l'assenza totale di trote fario
Nella attribuzione degli impatti si assegna un impatto negativo reversibile a lungo termine
(durata della concessione) per la sottrazione della portata nel tratto sotteso, mentre un impatto
positivo lieve è assegnato per la redazione del piano di monitoraggio ambientale che
COMPONENTE ECOSISTEMI
Un ecosistema rappresenta l'insieme dell'ambiente in cui vivono comunità animali e vegetali
(biocenosi) e di tutte le relazioni che si instaurano tra i diversi fattori che lo compongono.
L'ambiente fisico, infatti, condiziona i suoi abitanti ed è a sua volta modificato continuamente
dagli esseri viventi che lo popolano in una dinamica complessa che conduce a continue
Sul territorio interessato dalle opere si sono individuati i seguenti macro ecosistemi:
– ecosistema agroforestale
– ecosistema fluviale
quale è distinguibile il corridoio fluviale definito dalla rete idrografica principale e le macchie
E1 Ecosistema agroforestale
Esso comprende sia le aree che presentano una copertura forestale autoctona e climacica,
sia le aree che presentano una moderata alterazione antropica quali prati stabili e pascoli.
viene mantenuta dal sistema a mosaico con aree forestate alternate ad aree con copertura
copertura forestale in quanto il tracciato della condotta si sviluppa lungo i prati da sfalcio e la
vegetazione perifluviale ad acero frassineto non è influenzata dalla sottrazione delle portate
L'impatto derivante dall'opera sull'ecosistema agrario sarà limitato alla sola fase di cantiere,
per le operazioni di scavo, per il traffico, il rumore e l'occupazione temporanea delle superfici. Al
termine dei lavori e con il ripristino dei terreni interessati dal tracciato della condotta, non si
E2 Ecosistema fluviale
gli ecosistemi terrestri, e dalle relazioni che non solo ittiofauna, ma anche erpetofauna,
Un corso d'acqua va pertanto considerato come una successione di ecosistemi che sfumano
gradualmente uno nell'altro e che sono strettamente legati agli ambienti terrestri circostanti:
dalla sorgente alla foce variano i parametri morfologici, idrodinamici, chimici e fisici e di
Nei corsi d'acqua montani le comunità acquatiche sono alimentate dalla grande quantità di
detrito organico, principalmente foglie e rami, forniti dalla vegetazione riparia, mentre
Nei fiumi più grandi l'ombreggiamento diventa trascurabile ma la torbidità delle acque
dall'esterno, grazie al particolato fine che proviene in grandi quantità dai tratti di monte.
mineralizzazione e organicazione della materia organica non avvengono nel medesimo posto,
ma durante il trasporto a valle. Non si assiste così alla chiusura del ciclo dei nutrienti, ma ad
una sorta di spiralizzazione degli stessi, che più è veloce più contribuisce alla stabilità
dell'ecosistema.
idrobiologici relativi.
Un corso d'acqua può inoltre venire suddiviso e classificato in biotopologie, vengono distinte,
Il Torrente Vermenagna
superficie circa 127 km2, presenta una forma decisamente allungata e l'incisione valliva risulta
molto marcata.
La copertura del suolo predominante è il bosco misto di latifoglie, che oltre quota 1500 -1700
Nel tratto interessato dalla captazione la pendenza media dell'alveo è circa del 2%. Il corso
ambienti a raschio.
Dal punto di vista biotipologico, il tratto sotteso alla derivazione può essere classificato come
Metarithron.
Per sintetizzare il valore ecologico di un corpo idrico si può fare riferimento all'I.F.F., Indice di
I livelli di funzionalità ed i relativi giudizi e colori sono rappresentati nella seguente FIGURA 2
E' stato effettuato il rilievo della funzionalità fluviale per settori d'alveo omogenei e che fossero
superiori al tratto minimo rilevabile (TMR), il cui valore è legato alla larghezza dell'alveo di
morbida. Nel caso in esame, con un alveo di morbida inferiore a 50 m si considera un TMR pari
a 100 m.
punteggi, relativi alla sponda destra e sinistra attribuiti sono riportati nelle pagine seguenti.
I valori di I.F.F. ricavati dai rilievi evidenziano una situazione generale di funzionalità
Nelle pagine seguenti sono riportate le schedature delle cinque sezioni rilevate, per un
lunghezza complessiva di circa 1200 m del corso d'acqua, compreso tra quota 750 e 700 m
s.l.m.
Risultati
Il corso d'acqua, nel tratto oggetto del presente studio, evidenzia in generale una funzionalità
una significativa antropizzazione. Il tratto con il livello di funzionalità inferiore (III - mediocre ) è
FOTOGRAFIA
DESCRIZIONE
Localizzazione: vedi Carta IFF
Opere idrauliche: scogliere a protezione canale irriguo
Captazioni: assenti
COMMENTO
Schedatura IFF
SCHEDA N. 1
Sponda Sx Dx
1) Stato del territorio circostante
b) Compresenza di aree naturali ed usi antropici del territorio 20
d) Aree urbanizzate 1
6) Efficienza di esondazione
b) Alveo di piena ordinaria largo tra 2 e 3 volte l'alveo di morbida 15
8) Erosione
b) Presente sui rettilinei e/o modesta incisione verticale 15 15
9) Sezione trasversale
b) Presenza di lievi interventi artificiali ma con discreta diversità morfologica 15
11) Idromorfologia
a) Elementi idromorfologici ben distinti con successione irregolare 20
13) Detrito
a) Frammenti vegetali riconoscibili e fibrosi 15
Schedatura IFF
Bacino VERMENAGNA
Corso d'acqua TORRENTE VERMENAGNA
Località S. MACARIO
Tratto (metri) 500
Larghezza alveo di morbida (metri) 20
Quota 750
Data 7/7/2010
SCHEDA N. 2
CODICE IFF2
FOTOGRAFIA
DESCRIZIONE
Localizzazione: vedi Carta IFF
Opere idrauliche: scogliere a protezione canale irriguo
Captazioni: assenti
COMMENTO
Schedatura IFF
SCHEDA N. 2
Sponda Sx Dx
1) Stato del territorio circostante
b) Compresenza di aree naturali ed usi antropici del territorio 20 20
6) Efficienza di esondazione
b) Alveo di piena ordinaria largo tra 2 e 3 volte l'alveo di morbida 15
8) Erosione
b) Presente sui rettilinei e/o modesta incisione verticale 15 15
9) Sezione trasversale
b) Presenza di lievi interventi artificiali ma con discreta diversità morfologica 15
11) Idromorfologia
a) Elementi idromorfologici ben distinti con successione irregolare 20
13) Detrito
a) Frammenti vegetali riconoscibili e fibrosi 15
Schedatura IFF
Bacino VERMENAGNA
Corso d'acqua TORRENTE VERMENAGNA
Località S. MACARIO
Tratto (metri) 500
Larghezza alveo di morbida (metri) 20
Quota 750
Data 7/7/2010
SCHEDA N. 3
CODICE IFF3
FOTOGRAFIA
DESCRIZIONE
Localizzazione: vedi Carta IFF
Opere idrauliche:tratto eroso in sponda sinistra
Captazioni: assenti
COMMENTO
Schedatura IFF
SCHEDA N. 3
Sponda Sx Dx
1) Stato del territorio circostante
b) Compresenza di aree naturali ed usi antropici del territorio 20 20
6) Efficienza di esondazione
b) Alveo di piena ordinaria largo tra 2 e 3 volte l'alveo di morbida 15
8) Erosione
b) Presente sui rettilinei e/o modesta incisione verticale 15 15
9) Sezione trasversale
b) Presenza di lievi interventi artificiali ma con discreta diversità morfologica 15
11) Idromorfologia
a) Elementi idromorfologici ben distinti con successione irregolare 20
13) Detrito
a) Frammenti vegetali riconoscibili e fibrosi 15
Schedatura IFF
Bacino VERMENAGNA
Corso d'acqua TORRENTE VERMENAGNA
Località S. MACARIO
Tratto (metri) 500
Larghezza alveo di morbida (metri) 20
Quota 750
Data 7/7/2010
SCHEDA N. 4
CODICE IFF4
FOTOGRAFIA
DESCRIZIONE
Localizzazione: vedi Carta IFF
Opere idrauliche:tratto eroso in sponda sinistra
Captazioni: assenti
COMMENTO
Schedatura IFF
SCHEDA N. 4
Sponda Sx Dx
1) Stato del territorio circostante
b) Compresenza di aree naturali ed usi antropici del territorio 20
d) Aree urbanizzate 1
6) Efficienza di esondazione
b) Alveo di piena ordinaria largo tra 2 e 3 volte l'alveo di morbida 15
8) Erosione
b) Presente sui rettilinei e/o modesta incisione verticale 15 15
9) Sezione trasversale
c) Presenza di interventi artificiali o scarsa diversità morfologica 5
11) Idromorfologia
a) Elementi idromorfologici ben distinti con successione irregolare 20
13) Detrito
a) Frammenti vegetali riconoscibili e fibrosi 15
Schedatura IFF
Studio di ingegneria Ferrari e Giraudo – Corso Nizza 67/a - 12100 Cuneo
www.ferrariegiraudo.it
L'entità del prelievo risulta pertanto direttamente proporzionale all'interferenza con l'ambiente
acquatico, in quanto con il diminuire del deflussi si induce un'alterazione delle caratteristiche
idrodinamiche della corrente, nonché la variazione di importanti parametri chimico fisici quali
temperatura ed ossigenazione.
In sintesi con un prelievo da un corso d'acqua naturale si riduce il numero e la qualità degli
stesso.
Con il presente progetto, è previsto che nel tratto sotteso sia sottratta una percentuale di
portata pari al 57%, con un DMV adottato cautelativamente un parametro naturalistico di 1,50.
Perosino e Spina (Rivista Piemontese di Storia Naturale Vol. XII 1992 pagg 48-49), in cui
Q (m3/s) D
Ante Operam 3,22 3,51 100%
Post Operam T1 0,95 2,98 85%
DMV 0,7 2,85 81%
Sulla base di quanto emerso dall'applicazione dell'indagine IFF ed IBE, è possibile affermare
che il Torrente Vermenagna nel tratto interessato dal progetto di derivazione presenta buone
caratteristiche chimico fisiche e biologiche, derivanti dalla scarsa antropizzazione del territorio.
La proposta di derivazione prevede di garantire un Deflusso Minimo Vitale pari a 700 l/s con
Gli impatti a carico dell'ecosistema fluviale sono da ritenersi di natura reversibile a lungo
valle.
La scelta di assegnare un impatto reversibile a lungo termine è determinata dal fatto che la
E3 Ecosistema antropico
Con questa definizione si identificano quelle porzioni di territorio nelle quali l'influenza
antropica ha raggiunto tali intensità da non rendere riconoscibile l'elemento naturale. Per
L'opera in progetto è posta interamente nel Comune di Vernante, in aree distanti circa 1,1-1,7
km in linea d'aria dalla periferia del centro abitato: come più volte accennato, l'opera di presa è
ubicata poco a monte di Tetto Pluss (più precisamente a valle della cappella di san Macario) in
cui si riscontra la presenza di due sole abitazioni, mentre la centrale di produzione è posta in
Per quanto riguarda l'ecosistema antropico, quest'ultimo può essere descritto tramite:
• Assetto demografico:
presenti nelle banche dati Istat, relativi ai più recenti censimenti e rilevazioni.
Il saldo demografico, anche se di poco, risulta negativo sia nel periodo 1991-2001 che nel
periodo 1991-2009.
Al Comune di Vernante si accede imboccando a partire dal capoluogo Cuneo la S.R. 20 del
secondaria, presenti sia a valle della zona della centrale, che poco più a monte della zona
dell'opera di presa.
Le interferenze del cantiere con il traffico locale sono descritte nella apposita relazione
l'impatto acustico della centralina sono invece descritte nell'All. I – Componente Impatto
acustico
• Carta di uso del suolo: la cartografia circa l'uso del suolo (in allegato) è stata elaborata
dall'I.P.L.A. come base per la carta faunistica regionale. La carta evidenzia come il territorio
ricada in aree prevalentemente agrarie con spazi naturali, anche se l'area della centrale in
progetto, come già ricordato in precedenza, risulta definita dal PRGC come “area per
Comune proporzionato alla produzione di energia elettrica, con il quale l'ente pubblico può
realizzare opere e servizi per la comunità coinvolta dalla realizzazione del progetto.
Le opere in progetto interferiscono con l'ambiente antropico con le seguenti azioni di progetto:
• produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che verrà ceduta alla rete nazionale
delle Langhe, consentono di garantire in sicurezza i servizi specifici, evitando che in caso di
piena possano verificarsi gravi danni alle infrastrutture ed interruzione dei servizi
nella matrice.
Le interferenze possibili legate alla derivazione delle acque del torrente, al traffico di cantiere,
➔ Qualità delle acque superficiali (Quadro ambientale, All. H Indagine IBE ed analisi chimiche)
Nell'area in esame non si individuano sorgenti di radiazioni ionizzanti e l'opera in progetto non
Le radiazioni non ionizzanti sono radiazioni la cui frequenza varia tra 100 nm e 3*1015 Hz, e
I principali effetti dovuti a elevati livelli di esposizione derivano dalla generazione di calore nei
tessuti. Particolare attenzione è stata rivolta agli effetti indotti da linee ad alta tensione e dagli
I possibili effetti sulla salute dei campi elettromagnetici (CEM) sono stati studiati negli ultimi
decenni. E’ necessario distinguere tra effetti sanitari acuti, o di breve periodo, ed effetti cronici,
Gli effetti cronici possono manifestarsi dopo periodi anche lunghi di latenza in conseguenza
di lievi esposizioni, senza alcuna soglia certa. Tali effetti hanno una natura probabilistica:
l’entità del danno stesso. Gli effetti cronici sono stati studiati attraverso numerose indagini
epidemiologiche e studi su animali, che hanno dato fino ad oggi riscontri controversi.
Le opere in progetto non inseriscono nuove sorgenti inquinanti, pertanto non si attendono
COMPONENTE PAESAGGIO
I1 Paesaggio
CONCLUSIONI
Fra le varie tecniche di individuazione e quantificazione degli impatti, si è fatto riferimento ad
una matrice di Leopold, successivamente implementata da una stima quantitativa degli impatti.
La matrice si compone di due liste: nella prima, disposta verticalmente sono illustrate le
componenti ambientali a loro volta suddivise in fattori, che descrivono l'ambiente ed il territorio.
l'impatto.
Ai fini del presente studio è stata elaborata una matrice qualitativa e due matrici quali-
analisi.
La matrice qualitativa
Nella matrice qualitativa ad ogni impatto è associata una sintetica descrizione che considera
Impatti importanti
Lieve/Reversibile a breve termine L/Rb 1
Lieve/Reversibile a lungo termine L/Rl
2
Rilevante/Reversibile a breve termine R/Rb
Molto rilevante/Reversibile a breve termine M/Rb
Lieve/Irreversibile L/I 3
Rilevante/Reversibile a lungo termine R/Rl
Rilevante/Irreversibile R/I
4
Molto Rilevante/ Reversibile a lungo termine M/Rl
Molto rilevante/Irreversibile M/I 5
Le matrici quantitative
Nelle matrici quantitative numeriche alle diverse categorie e fattori ambientali vengono
attribuiti pesi diversi per stabilire l'importanza delle risorse naturali coinvolte.
vengono distinte le risorse secondo il meccanismo già visto per gli impatti, che fa riferimento
alla loro rinnovabilità, reperibilità e strategicità. I pesi sono attribuiti secondo lo schema:
teg RSE
re
on
ch
i/ n
gi
ic h
e
RIS
ic h
ich ate
n
on
h
mu
eg
tra trat e R gic
teg str
tra
Co
e
rat
ili/s n s ich rate
tra on
s
/st
ili/ s il i n
e
on
bili
i/ n
vab ovab
teg eg
ova
bil
e
ovi
inn
rin rinn
mu
nr
n
no
ri
no
mu /no
ni/
rin re/rin
re/
mu
Co muni
T
ni/
Ra
Co
Ra
n
Co
n
no
IMPATTI
Lieve/Reversibile a breve termine 1 2 3 4
Lieve/Reversibile a lungo termine
2 4 6 8
Rilevante/Reversibile a breve termine
Lieve/Irreversibile
Rilevante/Reversibile a lungo termine 3 6 9 12
Molto rilevante/ Reversibile a breve termine
Rilevante/Irreversibile
4 8 12 16
Molto Rilevante/ Reversibile a lungo termine
Molto rilevante/Irreversibile 5 10 15 20
La validità di questo metodo, che presenta uno schema di giudizio predefinito, sta nella
La sintesi dei diversi impatti positivi/negativi si ottiene con una matrice, ossia una tabella di
progetto.
I valori numerici ottenuti non sono riferiti ad una scala specifica, ma danno un'idea di massima
Il valore ottenuto nelle condizioni “post operam” non considera gli impatti temporanei dovuti al
Il valore positivo (+15) rende conto della positività dell'iniziativa, le cui ricadute positive sono
legate essenzialmente alla produzione di energia elettrica ottenuta da una fonte rinnovabile.
Azioni temporanee
Azioni permanenti
Condotta forzata 0
Gestione dell'impianto 18
dell'area.
Gli impatti negativi vengono compensati dalle elevate rese energetiche ed economiche
dell'intervento.
A1 Qualità dell'aria 6
D1 Vegetazione 0
D2 Mammalofauna 0
D3 Ornitofauna, entomofauna ed
-3
erpetofauna
D4 Ittiofauna -3
E1 Ecosistema agrario 0
E3 Ecosistema fluviale -6
E4 Ecosistema antropico 12
F Salute pubblica 0
G1 Impatto acustico 0
H Radiazioni 0
I1 Paesaggio 0
In conclusione si può affermare che l'opera arrechi un disturbo ambientale compensato dai
benefici che la produzione elettrica da fonti rinnovabili comportano: nessuna emissione di CO2,
Allegati
- Matrice Qualitativa
- Matrice Quantitativa
Appendice
CARTOGRAFIA TEMATICA
4 CARTA FORESTALE
n
fau
ia
eto
log
E
ica
rp
IB
eo
e
idr
ica
–G
ed
sa
og
le
lo
un
or
iol
ta
uo
ri s
o fa
ob
es
ico
s
for
ic r
a
tom
e
el
ell
op
ial
-m
od
o
od
ntr
luv
na
en
gr
ti c
ico
'u s
a
aa
aa
us
us
fau
af
c
ne
a,
im
bli
àd
ia
ac
un
tem
tem
tem
ed
zio
alo
gio
ar
ch
i
a
n
it
ofa
un
pu
zio
ta
ac
tà
lità
mm
g
si
sis
sis
sis
att
ofa
sa
ge
ali
nit
ali
e
ap
dia
ua
p
co
co
co
lut
Ma
ae
Qu
Ve
An
Im
Or
Itti
1C
Ra
Q
Sa
P
G1
D1
D2
D3
D4
B1
B2
A1
E1
E2
E4
I1
C
H
F
Azioni temporanee
-L/Rb -L/Rb
Cantiere opere fuori terra
Azioni permanenti
Condotta forzata
+L/Rl +M/Rl
Gestione dell'impianto
n
fau
eto
E
rp
IB
ica
e
ica
idr
ed
og
rsa
e
lo
un
iol
tal
iso
uo
o fa
ob
es
ico
s
ar
ic r
r
tom
e
el
ofo
op
ll
ial
-m
od
de
o
ntr
luv
na
en
gr
ti c
ico
'u s
a
o
aa
aa
us
fau
af
c
ne
us
a,
im
bli
àd
ia
ac
un
tem
tem
tem
zio
alo
gio
ar
ed
ch
i
a
n
it
ofa
un
pu
zio
ta
ac
lità
mm
g
si
sis
sis
sis
tà
att
ofa
sa
ge
nit
ali
e
ap
dia
ali
ua
p
co
co
co
lut
Ma
ae
Ve
An
Im
Or
Itti
1C
Qu
Ra
Q
Sa
P
G1
D1
D2
D3
D4
B1
B2
A1
E1
E2
E4
I1
C
H
F
Categoria della risorsa
3
3
Azioni temporanee
-3
Cantiere opere fuori terra -3 -6
Azioni permanenti
Condotta forzata 0
-3 -6 -6
Derivazione portate -15
6 12
Gestione dell'impianto 18
TOTALE -6
Nuovo impianto idroelettrico alimentato con le
acque del Torrente Vermenagna a monte dello
stabilimento Sibelco in Comune di Vernante
TAVOLA 01
USO DEL SUOLO
#
/ Opera di presa
#
/ $T Centrale
Condotta
USO DEL SUOLO
Faggete
Castagneti
Latifoglie miste
Prati permanenti
W E
S
80 0 80 160 Meters
Nuovo impianto idroelettrico alimentato con le
acque del Torrente Vermenagna a monte dello
stabilimento Sibelco in Comune di Vernante
TAVOLA 02
CAPACITA' DI USO DEL SUOLO
#
/ Opera di presa
$T Centrale
Condotta
Capacita' di uso del suolo
CLASSE 1
#
/ CLASSE 2
CLASSE 3
CLASSE 4
CLASSE 5
CLASSE 6
CLASSE 7
CLASSE 8
CLASSE 9
W E
S
80 0 80 160 Meters
Nuovo impianto idroelettrico alimentato con le
acque del Torrente Vermenagna a monte dello
stabilimento Sibelco in Comune di Vernante
TAVOLA 03
CORINE LAND COVER
#
/ Opera di presa
T
$ Centrale
Condotta
#
/
CORINE LAND COVER
112 - Tessuto urbano discontinuo
121 - Aree industriali
231 - Prati stabili
243 - Aree prevalentemente agrarie con spazi naturali
311 - Boschi di latifoglie
321 - Aree a pascolo e praterie
W E
S
80 0 80 160 Meters
Nuovo impianto idroelettrico alimentato con le
acque del Torrente Vermenagna a monte dello
stabilimento Sibelco in Comune di Vernante
TAVOLA 04
CARTA FORESTALE
#
/ Opera di presa
$T Centrale
Condotta
CARTA FORESTALE
Acero-tiglio-frassineti
#
/
Acque
Arbusteti planiziali, collinari, montani
Arbusteti subalpini
Aree estrattive, cave
Aree urbanizzate, infrastrutture
Aree verdi urbane
Boscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Cespuglieti
Cespuglieti pascolabili
Faggete
Pinete di pino uncinato
Praterie
Praterie rupicole N
Prato-pascoli
Querceti di rovere
Querceti di roverella W E
Rimboschimenti
Rocce e macereti
S
80 0 80 160 Meters