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Università degli Studi di Genova

Scuola di Dottorato in Società, Culture, Territorio


Corso di Storia e Conservazione dei Beni Culturali, Artistici e Architettonici
XXVIII ciclo
A.A. 2015/2016

Iconografie identitarie a Genova in età moderna:


aspetti di glorificazione civica nelle immagini allegoriche e devozionali

VALENTINA BORNIOTTO

Tutor:
Prof.ssa LAURA STAGNO
INDICE

Premessa .............................................................................................................................. I

I) PERSONIFICAZIONE CIVICA E PRODUZIONE DI IMMAGINI


ALLEGORICHE

1. Personificazione della città di Genova nel Cinquecento: un confronto con il


caso veneziano.............................................................................................................. 1
1.1. Allegoria di Genova nel Voyage de Gênes di Jean Marot .................................. 8
1.2. Iconografie civiche nel palazzo del Viso del Marques ....................................... 19
2. L’allegoria della Liguria nell’Iconologia di Cesare Ripa (1603) ................................ 31
2.1. L’oculata manus: origine e significati del simbolo ........................................... 31
2.2. «Con industria e valore»: trasposizione iconografica di un topos
letterario .............................................................................................................. 40
3. I cartoni con le allegorie di Liguria (?) e Vigilanza di Perin del Vaga: nuove
ipotesi interpretative .................................................................................................... 53
4. Allegorie di Genova e Liguria nel panorama artistico di XVII e XVIII secolo.
Riprese e variazioni dall’Iconologia ........................................................................... 64
4.1. Allegoria civica nella Gloria di Colombo di Palazzo Rosso: l’influenza
di Ripa ................................................................................................................. 64
4.2. L’allegoria della città nella produzione editoriale .............................................. 73
4.3. «Pallade generata da Giano»: le dispute pubbliche di Maria Elena
Lusignani dedicate alla città ............................................................................... 106
4.4. Personificazione di Genova e della Liguria nelle residenze nobiliari ................ 133
5. I concorsi per la decorazione di Palazzo Ducale tra apologia e allegoria:
considerazioni iconografiche........................................................................................ 153
5.1. I progetti non realizzati: Giovanni Battista Gaulli e i Piola................................ 158
5.2. L’intervento di Marcantonio Franceschini per la sala del Maggior
Consiglio ............................................................................................................. 182
5.3. Centralità della Liguria allegorica nel concorso del 1782: analisi
iconologica dei progetti in gara .......................................................................... 202
6. L’alternativa all’allegoria: rievocazione dell’identità civica attraverso gli eroi
del passato .................................................................................................................... 229
6.1. Guglielmo Embriaco e le imprese in Terrasanta................................................. 234
6.2. Cristoforo Colombo tra orgoglio navalista e spirito cristiano ............................ 260
II) ICONOGRAFIA CULTUALE TRA RELIGIONE DI STATO E
DEVOZIONE POPOLARE

7. L’assenza di martiri locali tra orgoglio e rimpianto: peculiarità del caso


genovese ...................................................................................................................... 282
8. Esaltazione e recupero dei santi Ursicino e Desiderio alla metà del Seicento ............ 289
9. San Siro da Genova, un ‘patrono mancato’ ................................................................. 308
10. Il sistema patronale nella Genova di età moderna: aspetti civici e simbolici .............. 324
10.1. Codificazione iconografica dei quattro patroni civici ...................................... 324
10.2. San Giorgio patrono ‘vessilifero’ della città ..................................................... 346
10.3. San Giovanni Battista e l’arrivo a Genova delle Sacre Ceneri ........................ 375
10.4. San Lorenzo patrono della cattedrale di Genova ............................................. 403
10.5. Politica e culto negli anni trenta del Seicento: San Bernardo e la
Madonna Regina di Genova .................................................................................. 428
11. Episodi veterotestamentari nella Cappella Dogale: ipotesi interpretative del
significato iconologico in rapporto al ciclo decorativo ................................................ 461

Indice delle illustrazioni ...................................................................................................... 484


Bibliografia.......................................................................................................................... 494
Premessa

L’analisi degli aspetti di glorificazione civica nella produzione artistica genovese di età moderna
richiede una specifica attenzione alla situazione socio-culturale e politica della città, in cui
emergono alcune peculiarità che influirono direttamente sulla genesi dei modelli iconografici di
tipo identitario.
Al contrario ad esempio di Venezia, la cui immagine allegorica, di origine medievale, è assoluta
protagonista nella decorazione cinquecentesca di Palazzo Ducale, il forte individualismo che
connota l’oligarchia genovese e l’assenza di una figura politica stabile – dovuta principalmente
alla rotazione biennale del sistema dogale – fa sì che per tutto il Cinquecento nella Repubblica di
Genova non si sviluppi alcuna attenzione alla creazione di un’allegoria ufficiale della città e del
suo territorio.
È indicativo come la codificazione della prima personificazione dipenda da una fonte non
genovese come l’Iconologia: l’allegoria della Liguria ideata da Cesare Ripa – presente dalla
prima edizione illustrata del 1603 – si diffuse infatti a Genova già dagli anni immediatamente
successivi alla pubblicazione del volume, configurandosi finalmente, nella sua complessità di
attributi simbolici, come immagine univoca per la rappresentazione allegorica della regione
ligure, della città di Genova e del governo repubblicano.
Se nel Seicento la fortuna di tale soggetto è soprattutto legata alla produzione editoriale,
l’interesse verso questo tema trovò fortuna nelle dimore nobiliari solo alle soglie del Settecento,
parallelamente a quanto accadeva, contemporaneamente, nelle opere di committenza pubblica,
dove si presentavano inedite iconografie per il palazzo del Doge, con un forte ricorso alla
personificazione civica, fino a quel momento esclusa dalle scelte decorative di carattere
governativo.
Prima di allora, il compito di generare il sentimento di orgoglio civico negli abitanti spettava
principalmente agli eroi patri del passato, in particolare a Cristoforo Colombo e Guglielmo
Embriaco: le loro gesta, raffigurate entro gli edifici pubblici, si caricavano di un forte significato
identitario, palesando anche l’intento propagandistico della stessa Repubblica, che vedeva nella
rievocazione dei due più illustri concittadini un utile strumento di auto-legittimazione.
Altri significativi elementi di celebrazione civica si riscontrano in alcune iconografie religiose
legate al sistema patronale, nuovamente condizionato da una situazione singolare della città di
Genova, cioè il presunto merito dei suoi abitanti – continuamente rimarcato dalle fonti locali – di
non essersi mai macchiati di sangue cristiano e di non aver mai creato martiri, anche quando
altrove si compivano feroci persecuzioni.

I
L’assenza di martiri locali portò fin dalle origini a una scelta atipica dei santi patroni cittadini –
Giorgio, Lorenzo e Giovanni Battista – ai quali frequentemente si vennero a sovrapporre
significati di tipo politico, generando modelli iconografici con palesi rimandi alla gloria della
città.
Al culto del Precursore di Cristo s’intrecciano ad esempio due distinti motivi di orgoglio patrio:
le ceneri del Battista sono infatti il prezioso bottino portato in città da Guglielmo Embriaco,
comandante della compagine genovese nelle crociate e principale artefice della presa di
Gerusalemme, ma – secondo le fonti locali – il possesso della sacra reliquia sarebbe stata
concessa da Dio proprio come premio per l’irreprensibilità degli abitanti di Genova nei confronti
dei primi cristiani.
Alla metà del XVII secolo, la tensione tra la centralità del culto dei martiri e l’annoso topos che
ribadiva l’assenza di azioni persecutorie in città diede addirittura avvio a una complessa
operazione di recupero ex novo dei santi Ursicino e Desiderio, martiri di remota origine ligure,
ma uccisi fuori dalla patria.
Tale iniziativa – caldeggiata da eminenti personalità della nobiltà locale – si concluse con
l’arrivo in città di una reliquia di S. Desiderio nel 1654 e con l’inserzione dei due santi entro il
ciclo decorativo della Cappella Dogale, concluso da Giovanni Battista Carlone negli stessi anni.
La stretta connessione tra politica e devozione è poi particolarmente evidente sia nell’elezione di
san Bernardo quale quarto patrono civico nel 1625 – come ex voto della Repubblica per la fine
della guerra con i Savoia – sia, soprattutto, nella clamorosa incoronazione della Vergine a
Regina della città il 25 marzo 1637, con la conseguente trasformazione nominale della
Repubblica in regno.
Pur nella loro evidente differenza, i santi protettori cittadini, gli antichi eroi genovesi e la più
astratta personificazione allegorica della città si fanno quindi comuni portatori di espliciti valori
identitari per gli abitanti, veicolando, con iconografie eterogenee, un condiviso sentimento di
orgoglio civico.

II

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